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Greco antico

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Indice
Voci
Copertina Introduzione Alfabeto Pronuncia Numerazione Le parole atone Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione Apostrofo ed elisione; aferesi; coronide e crasi; dieresi Nomi Prima declinazione Declinazione attica Seconda declinazione Terza declinazione Articoli Aggettivi Aggettivi della prima classe Aggettivi della seconda classe Avverbi Interiezioni Verbo Presente Imperfetto Verbi contratti Aoristo Perfetto e piuccheperfetto Futuro Verbi in - Verbo essere Aggettivi verbali Complementi 1 1 3 5 6 8 9 11 11 12 16 17 20 46 49 49 51 65 67 68 70 74 76 79 88 100 105 108 110 111

Note
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Copertina

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Greco antico

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Fase di sviluppo:Greco antico (sviluppo)

Introduzione
Il greco antico lo stadio storico del processo evolutivo della lingua greca. Tale stadio dello sviluppo della lingua greca viene comunemente compreso tra il periodo arcaico (circa tra il IX ed il VI secolo a.C.) ed il periodo classico (all'incirca fino al IV secolo a.C.) Il greco antico preceduto, nel II millennio a.C. dal Miceneo ed invece seguito dal greco ellenistico, definito Koin o greco biblico, la cui evoluzione porter al greco bizantino.

L'incipit dell'Odissea in lingua greca antica

Il greco antico stata una delle lingue pi importanti nella storia della cultura dell'umanit: stata la lingua di Omero ed stata la lingua dei primi filosofi e dei primi scrittori dell'occidente. Termini del greco antico sono stati utilizzati dai romani, e, attraverso questi, sono arrivati fino ai nostri giorni. La nomenclatura binomiale, sebbene sia espressa in latino, attinge fortemente nel vocabolario del greco antico. Numerosi concetti, come quello di democrazia, sono nati nella Grecia antica e sono pervenuti ai nostri giorni. Il greco antico era, come il greco moderno che ne la naturale evoluzione, una w:lingua indoeuropea, le cui origini sono ancora oggi difficili da chiarire: le diverse tipologie di linguaggi greci che venivano parlati in Grecia, avevano una comune radice che i linguisti hanno definito protogreco, diffuso, prima della migrazione dorica, in area balcanica. Rintracciare un antenato precedente risulta, causa la mancanza di testi scritti, molto difficoltoso, ma sembra poter affermare una stretta comunione di radici del greco antico con la lingua armena, parlando cos di un progenitore chiamato greco-armeno. Si pu pensare che il protogreco abbia perso la propria unit linguistica al tempo della invasione dorica, a seguito della quale, in un periodo compreso all'incirca fra il 1200 ed 1000 a.C., si sono sviluppate numerose varianti di greco antico, ricordati come dialetti greci. Le prime attestazioni del greco antico compaiono circa nell'8 secolo a.C. con lo

Introduzione sviluppo di un definito alfabeto. La perdita dell'unit linguistica porta allo sviluppo di diverse variet di greco che corrisponde alla suddivisione del popolo greco antico, ognuno dei quali con uno specifico dialetto: dorico, eolico e ionico. Essi avevano caratteristiche peculiari, ma erano talmente affini da essere intellegibili tra loro. In Italia, il greco antico studiato, insieme al latino, nel liceo classico.

Dialetti

possibile suddividere i dialetti del greco antico in 4 gruppi: Gruppo occidentale (in marrone e nocciola): Greco nord-occidentale Dorico Gruppo del Greco eolico (in giallo): Eolico asiatico Tessaliano Greco di Beozia Greco ionico o Greco ionico-attico (in viola e indaco): Attico Eubeo Greco delle Cicladi Arcadocipriota (in verde): Greco di Arcadia Cipriota Dopo le conquiste di Alessandro Magno, il greco antico si evolver in una forma unitaria, definita koin, dando origine ad un greco comune, largamente basato sul dialetto attico, ma con importanti influenze provenienti dagli altri

Introduzione dialetti.

Morfologia
Il greco, come molte altre lingue indoeuropee, una lingua inflessa. fortemente arcaica nella conservazione delle forme dell'indoeuropeo. Nel greco antico i nomi (inclusi i nomi propri) hanno 5 casi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo e vocativo), 3 generi (maschile, femminile e neutro) e 3 numerali (singolare, duale e plurale). I tempi hanno 4 modi (indicativo, imperativo, congiuntivo, e ottativo), 3 diatesi (attiva, media e passiva) e 3 persone (prima, seconda e terza).

Alfabeto
L'alfabeto greco, in greco antico chiamato (phoinikia grmmata), che significa "lettere fenicie", deriva, per l'appunto, dall'alfabeto dei Fenici, i quali furono i primi, anche se non con certezza (perch in dubbio con la datazione dell'alfabeto aramaico), a creare un sistema di scrittura dove ciascun grafema (lettera) corrispondeva ad un fonema (suono): un alfabeto fonetico. Poich nell'alfabeto fenicio non erano presenti le vocali, i Greci dovettero adattare alcuni segni usati per consonanti come suoni vocalici, per il fatto che nel fenicio, come in tutte le lingue semite, non avevano e non hanno molta importanza, tanto da non avere un corrispettivo segno grafico. Segue l'alfabeto classico completo: essenziale conoscere la corretta pronuncia e scrittura delle lettere per poter apprendere la lingua. Esso formato da 24 lettere, di cui 7 vocali e 17 consonanti:

Alfabeto greco
Lettera Greco - Nome Trascrizione tradizionale Alfa Beta Gamma Delta Epsilon Zeta Eta Theta Iota Kappa Lambda Mi Ni Xi Omicron Pi Rho [a] [b] [g], [] [d] [e] [zd] [:] [t] ([]) [i] [k] [l] [m] [n] [ks] [o] [p] [r] a b g, n d e z e th i k, c l m n x, ks o p r Pronuncia Traslitterazione latina

Alfabeto

4
Sigma Sigma (finale) Tau Ypsilon Phi Chi Psi Omega [s] [s] [t] [y] [p] ([], [f]) [k] ([]~[x]) [ps] [:] t u ph ch, kh ps o s

Esistono anche altre lettere di antichi alfabeti greci estranee agli alfabeti ionico e attico: 1. Lo jod (, pronunciato come la i di aiuto), questa lettera semiconsonantica scomparsa molto prima del periodo classico ma comunque ha comportato dei mutamenti nella declinazione di alcune parole, soprattutto per quanto riguarda spirito e accento. 2. Lo stigma (, pronunciato -st-) era invece inizialmente utilizzato solo per indicare il numero 6 (vedi "Numerazione"), in seguito venne pronunciato appunto come il gruppo "". 3. Il digamma o uau/vau (, pronunciato come la u di uomo, meno correttamente come la v di vino) una semiconsonante tipica dei dialetti eolico e dorico, presente quindi anche in Omero; scomparsa poi prima del periodo classico. 4. Il sampi (, pronunciato -ss- o -ks-) scomparso. 5. Il qoppa (, pronunciato [k] e scritto davanti alle vocali posteriori), presto scomparso in seguito alla generalizzazione di . 6. Il sigma lunato (C), variante grafica di sigma; ha la stessa forma in tutte le posizioni. nota storica: La lettera "H" agli inizi fu usata per segnare l'aspirazione di una vocale posta all'inizio di una parola, successivamente invece venne adoperata per segnare la e lunga.

Pronuncia

Pronuncia
La pronuncia del greco antico, cos come si studia nelle scuole, il frutto di una convenzione: infatti i suoni del greco antico hanno subto una trasformazione profonda nel passaggio dalla fase arcaica a quella bizantina. La pronuncia bizantina del greco molto simile a quella del greco moderno; essa fu proposta dal filologo tedesco Johannes Reuchlin (1455-1522), da cui trae la denominazione di pronuncia reucheliana o itacistica dal modo in cui viene pronunciata la [ita], che sostenne l'opportunit di leggere il greco antico come il greco moderno. A questa tendenza "modernistica" reag l'umanista olandese Erasmo da Rotterdam (1466-1536), il quale cerc di reintegrare la pronuncia del greco classico (pronuncia erasmiana o etacistica, dal nome in cui viene pronunciata la [ta]). La pronuncia etacistica quella che riflette maggiormente la realt fonetica del greco antico ed quella adottata nelle scuole italiane ed europee. La pronuncia itacistica invece correntemente usata nelle scuole greche.

Vocali
Le vocali si pronunciano nel seguente modo: : si pronuncia molto aperta. , : (e breve) si pronuncia chiusa [e] come in essa; (e lunga) si pronuncia aperta [:] come in lei, lunga; nella prassi scolastica hanno la stessa apertura e lunghezza; , : o (o breve) si pronuncia chiusa [o] come in oltre; (o lunga) si pronuncia aperta lunga [:] come in oro; nella prassi scolastica hanno la stessa apertura e lunghezza; : si pronuncia come la u francese [y] in mur "muro", sucre "zucchero"; tuttavia: quando si trova nei dittonghi, si pronuncia come la "u" italiana; il dittongo si legge [u]: "bue"; Il dittongo , in greco antico, quando deriva da , si pronuncia [e:] (e lunga chiusa), oggi leggiamo "ei" Il dittongo , in greco antico, quando deriva da , si pronuncia [o:] (o lunga chiusa), oggi leggiamo ugualmente "u".

Consonanti
Le consonanti si pronunciano nel seguente modo: : ha sempre suono gutturale, ma quando si trova prima di , , , , si pronuncia come la n italiana di panca. : ha sempre suono gutturale. : ha suono dolce come "zaino". : propriamente sarebbe un'occlusiva aspirata [t]; nella prassi scolastica si pronuncia come il gruppo "th" nella parola inglese "think", come nel greco moderno. : propriamente sarebbe un'occlusiva aspirata [k]; nella prassi scolastica si pronuncia come la c aspirata in toscano o il ch tedesco, come in greco moderno. : propriamente sarebbe un'occlusiva aspirata [p]; nella prassi scolastica si pronuncia come la f italiana, come in greco moderno. : si pronuncia come la t italiana. : si pronuncia come la x latina. : scrive le due consonanti ps come in psicologia.

Numerazione

Numerazione
Nell'antica Grecia pareTemplate:Chiarire esistessero due tipi di numerazione, entrambe in base dieci. La pi antica (numerazione attica) venne usata correntemente fino al V secolo a.C., quando entr in uso la numerazione ionica che prese il sopravvento in et alessandrina.

La numerazione attica
Nella numerazione attica (o erodianica) il sistema era puramente additivo ed esisteva un numero limitato di simboli di valore costante. Il numero 1 era rappresentato con un trattino verticale, ripetuto fino a quattro volte per rappresentare, appunto, i numeri da 1 a 4. A questo simbolo se ne aggiungevano altri appositi per il 10, il 100, il 1000 e il 10000. 1= ( | (cerchietto, archetto, trattino) 10= - o (trattino orizzontale, cerchietto pi grande) 100= 1000= (albero) 10.000= C (capanna, dall'egizio?) Ad esempio per rappresentare il numero 7699 bisognava usare 31 simboli: 9 (1) + 9 (10) + 6 (100) + 7 (1000) Il problema era la smisurata ripetizione di segni identici. Nel VI secolo a.C. ci fu una sostanziale semplificazione della notazione. Furono introdotte cifre speciali per 5, 50, 500, 5000: una base 5 ausiliaria per supportare la base 10. Cos nel caso del 7699 1 (5000) + 2 (1000) + 1 (500) + 1 (100) + 1 (50) + 4 (10) + 1 (5) + 4 (1) 15 segni e non pi 31. Tale evoluzione alleggeriva la notazione, ma era un regresso per quel che riguardava il calcolo: infatti inserendo cifre speciali supplementari all'unit e ad ogni potenza della sua base, si diminuirono le possibilit operatorie (resti e riporti sottostavano a pi regole) e ci si costrinse al ricorso di tavole per contare e abachi (supporto esterno). Inoltre fu usato il metodo dell'acrofonia, cio si usava come segno di un numero l'iniziale del nome del numero stesso, ad esempio 5 = Pente = , 10 = Deka = , mentre il 50 era dato da una sovrapposizione delle due lettere. In questo modo si and oltre l'ideogramma.

La numerazione ionica
Nella numerazione ionica (o alfabetica) si faceva uso delle lettere dell'alfabeto greco; tuttavia richiedeva ben ventisette simboli, tre in pi di quanti ne contenesse l'alfabeto classico, motivo per cui si utilizzavano delle lettere presenti nell'alfabeto arcaico: il digamma (), che in et medievale viene deformato in stigma (), il qoppa () e il sampi ().

Numerazione

: 1 : 2 : 3 : 4 : 5 (stigma): 6 : 7 : 8

: 10 : 20 : 30 : 40 : 50 : 60 : 70 : 80

: 100 : 200 : 300 : 400 : 500 : 600 : 700 : 800

: 9 (qoppa): 90 (sampi): 900

La scrittura di un numero si otteneva per giustapposizione di questi simboli, con un principio di posizione analogo a quello della numerazione decimale: ad esempio, il numero 123 si scriveva come e non , sebbene questo potrebbe sembrare equivalente visto che i simboli hanno un valore fisso. Era possibile anche scrivere numeri pi grandi di 999: per le migliaia fino a 9000 si precedeva uno dei numeri unitari con un apostrofo ('), cos ad esempio 1000 diventava ', mentre per le decine di migliaia si usava il simbolo M, ad esempio 320000 diventava M. I greci rappresentavano anche le frazioni utilizzando l'apostrofo, posizionandolo per alla fine del numero anzich all'inizio. Cos, per esempio, diventava '. Questa notazione andava bene finch il numeratore era unitario, perch oppure . A causa di questo, nel tempo si

quando non lo era si prestava a facili ambiguit. Ad esempio, '

utilizzarono altri metodi, come ad esempio porre un trattino sopra al numeratore per distinguerlo, finch Diofanto di Alessandria non introdusse una rappresentazione del tutto analoga alla nostra, ma con le posizioni di numeratore e denominatore invertite.

Le parole atone

Le parole atone
Nel greco antico le parole prive di un accento proprio sono dette tone (dal greco , senza tono, accento); esse devono, per poter essere pronunziate, "poggiarsi" o alla parola che le precede, e allora verranno dette enclitiche ( = "appoggiarsi"), o a quelle che le seguono, e allora saranno dette proclitiche ( = "piegarsi in avanti"), e formeranno con esse una sola unit fonetica.

Le enclitiche
Le enclitiche sono molto comuni anche in italiano e sono tutte le particelle pronominali o avverbiali che si appoggiano al verbo che le precede e che mantiene, nella pronuncia, il suo accento: prtamelo, dtecelo, andtevene, dtegliela. In greco le enclitiche che, di solito, non si fondono graficamente con la parola tonica cui si appoggiano sono : tutte le forme del pronome indefinito , = "qualcuno", "qualcosa" in tutte le sue forme flessive (, , , , , , , , ); le forme monosillabiche dei pronomi personali : , , = "di me, a me, me", , , = "di te, a te, te", - = "a loro", = "loro" (acc.); le forme del presente indicativo del verbo = "essere" (, , , , , , , ) tranne la 2 persona singolare "" = " tu sei" poich tonica; [Il verbo essere in greco enclitico solo in funzione di copula] le forme del presente indicativo del verbo = "dire" tranne la 2 persona singolare. alcuni avverbi indefiniti come = "in qualche luogo", = "in qualche luogo" , = "da qualche parte", le particelle = "almeno" = "appunto", = " dunque", = "e, anche, ancora". La parola tonica e l'enclitica (gruppo d'enclisi) nella pronuncia costituiscono un'unica parola. Il gruppo d'enclisi perci sottoposto alle regole dell'accento con un'unica differenza: nel gruppo d'enclisi la sillaba finale, anche se lunga, vale come breve.

Le proclitiche
Le proclitiche, a differenza delle enclitiche, si appoggiano alla parola che segue, senza per determinare alcuna variazione di accento nella parola tonica; anche in italiano esse sono presenti in "non voglio, glielo dico, te la diedi". In greco sono proclitiche : l'articolo determinativo nelle forme del nominativo singolare e plurale, maschile e femminile: , , , ; le preposizioni = "verso", , = " da", = "in", = "verso"; le congiunzioni = "se", = "come, che, quando, poich, sicch, affinch"; le negazioni = "non". Le proclitiche prendono l'accento d'enclisi, sempre acuto, se sono seguite da un'enclitica. Pi proclitiche che si susseguono non prendono mai l'accento.

Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione

Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione


Spiriti
Gli spiriti si scrivevano soltanto su una vocale o un dittongo iniziale e sulla consonante rho ( ). Il loro nome (in greco (pneuma), in latino spiritus significa propriamente soffio. Essi indicano la presenza (spirito aspro) o l'assenza (spirito dolce) di un'aspirazione iniziale nella pronuncia della parola. Lo spirito aspro indica, come detto, la presenza di aspirazione iniziale. Si segna sopra la vocale iniziante di parola quando essa era anticamente preceduta da sigma o digamma, o entrambi, che, cadendo, hanno lasciato aspirazione, e su rho. Lo spirito dolce indica la completa assenza di aspirazione iniziale, e si segna sempre su parola iniziante per vocale, a meno che sia di origine aspra.

Accenti
L'accento pu essere acuto, grave o circonflesso. Ci sono leggi che governano la caduta dell'accento: 1. Se la parola tri/polisillabica, e l'ultima breve, l'accento cadr sulla terzultima; se l'ultima lunga l'accento cadr sulla penultima. 2. Se la parola bisillabica l'accento cadr sull'ultima o sulla penultima sillaba. Se una parola bisillabica ha la prima lunga e la seconda breve, e nel caso in cui l'accento cada sulla prima sillaba, l'accento sar circonflesso (legge del trocheo finale,detta anche legge sotera dalla parola greca che ne trova applicazione) 3. Nella contrazione di due vocali, se l'accento cade sul primo elemento della contrazione, l'accento sar circonflesso, se cade sul secondo elemento sar acuto.L'accento acuto, secondo la legge di limitazione, non pu cadere oltre la terzultima sillaba, sulla penultima se circonflesso. L'accento acuto sull'ultima si chiama ossitono, sulla penultima Classificazione delle parole sulla base dell'accento Dal punto di vista dell'accento, le parole greche vengono classificate nel seguente modo: parole osstone: hanno l'accento acuto sull'ultima sillaba (ad es. ); parole parosstone: hanno l'accento acuto sulla penultima sillaba (ad es. ); parole proparosstone: hanno l'accento acuto sulla terzultima sillaba (ad es. ); parole perispmene: hanno l'accento circonflesso sull'ultima sillaba (ad es. ); parole properispmene: hanno l'accento circonflesso sulla penultima sillaba (ad es. ).

Leggi di limitazione dell'accento greco L'accento greco era regolato da precise leggi (leggi di limitazione) che ne limitavano i gradi di libert: In primo luogo, si ribadisce che l'accento acuto e quello grave possono cadere sia su vocali lunghe sia su vocali brevi; l'accento circonflesso cade solo e soltanto su vocali lunghe. trisillabismo: l'accento non pu in nessun caso ritrarsi oltre la terz'ultima sillaba; legge dell'ultima sillaba: se l'ultima sillaba lunga, l'accento acuto cadr sulla penultima; parole ossitone all'interno di frase: l'accento grave cade sull'ultima sillaba di una parola ossitona, all'interno di frase, non mai per prima di segno di interpunzione debole o forte; legge del trocheo finale, o legge : se l'ultima breve e la penultima lunga e l'accento cade sulla penultima, allora quest'ultima avr l'accento circonflesso, come nella parola , "salvatore", fatti salvi i casi contemplati dalla seguente;

Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione legge di Vendryes, o legge delle parole anfibrache, o legge : Le parole che hanno l'ultima breve, la penultima lunga, la terzultima breve, si sottraggono all'applicazione della legge e hanno l'accento acuto sulla terzultima. La legge di Vendryes chiamata appunto legge , poich la parola la esemplifica perfettamente. legge di Wheeler o legge del dattilo finale: una parola con l'accento acuto sull'ultima, ritrae l'accento sulla penultima, se la terzultima lunga, mentre la penultima e la finale sono brevi: ad esempio, che diventa . Inoltre: Nella contrazione di due vocali, se l'accento cade sul primo elemento della contrazione, l'accento sar circonflesso, se cade sul secondo elemento sar acuto.L'accento acuto, secondo la legge di limitazione, non pu cadere oltre la terzultima sillaba, sulla penultima se circonflesso. L'accento acuto sull'ultima si chiama ossitono, sulla penultima Si tenga presente che in greco antico l'accento tende a permanere nella sua sede originaria, a meno che una delle leggi sopra descritte non ne alteri la posizione. A volte, come nel caso dei temi della terza declinazione in iota, avvengono dei fenomeni che serviranno ai fini dell'accento. Nota bene Posizione grafica dell'accento rispetto agli spiriti aspro e dolce: come abbiamo gi accennato, scritto sopra le vocali minuscole iniziali di parola accentate, l'accento acuto posto a destra dello spirito aspro o dolce, come in ; l'accento circonflesso posto al di sopra dello spirito aspro e dolce. Il gruppo grafico formato da accento e spirito posto in alto a sinistra delle maiuscole. Attenzione: nei dittonghi propri, l'accento si scrive graficamente sulla vocale chiusa, ma si legge sulla vocale aperta, come nella parola . Nei dittonghi impropri, se la vocale lunga un'iniziale maiuscola, l'accento e lo spirito vengono scritti in alto a sinistra della vocale lunga, non sull'iota ascritto, come in . Nota bene Ai fini dell'accentazione i dittonghi ed finali di parola sono sentiti come brevi (tranne che nell'ottativo di alcuni tempi). Perci una parola come proparossitona e una parola come perispomena. Invece gli stessi dittonghi sono lunghi nell'ottativo e nei nomi contratti.

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I segni di interpunzione
I segni di interpunzione usati in greco antico sono : la virgola "," che corrisponde alla virgola usata in italiano; il punto fermo "." che corrisponde al punto fermo usato in italiano; il punto in alto "" che, a seconda del contesto, pu corrispondere al nostro punto e virgola e ai nostri due punti; il punto e virgola ";" che corrisponde al nostro punto interrogativo.

Apostrofo ed elisione; aferesi; coronide e crasi; dieresi

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Apostrofo ed elisione; aferesi; coronide e crasi; dieresi


L'elisione indica la caduta della vocale finale di una parola davanti alla vocale iniziale della parola successiva e si indica con l'apostrofo = ' ( = "volto altrove"). L'aferesi la caduta della vocale iniziale di una parola che segue ad un'altra parola che finisce in vocale (ma un fenomeno assai raro) e si indica con . La crasi la fusione di due parole in una sola; il suo segno la coronide( = "linea curva") che si indica anch'essa con ' e si pone sulla vocale o sul dittongo che risultano dalla fusione. La dieresi ( = "separazione") il cui segno , indica che due vocali (aspra e dolce), che di solito formano un dittongo, in questo caso costituiscono due sillabe distinte e separate, cio formano uno iato ( dal lat. hiatus = "apertura","spaccatura"); il segno si pone sulla seconda vocale, cio quella dolce, mentre l'eventuale spirito si pone sulla prima vocale, cio su quella aspra.

Nomi
Il greco una lingua che declina i nomi secondo la funzione logica nella frase. I sostantivi si sono pian piano raggruppati fino a formare tre declinazioni: prima declinazione: sono principalmente femminili (circa 11.000)in alfa lungo/breve puro/impuro, ma ci sono anche nomi maschili (circa 6.000) in alfa lungo puro/impuro seconda declinazione: nomi principalmente maschili, pochi femminili che si declinano come il maschile, e sostantivi neutri. Vi appartengono i temi in -o-. terza declinazione: vi appartengono i nomi in labiale (--, --, --), velare (--, --, --), dentale (--, --, --), liquida (--, --),nasale (--), in -t-, in elisione di sigma, in vocale (--, --) e in dittongo (-F-, -j-, -F-). Infine ci sono vari nomi che hanno il nominativo diverso dal genitivo per varie cause.

Prima declinazione

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Prima declinazione
La prima declinazione comprende principalmente sostantivi femminili (circa 11.000), i quali hanno il nominativo in - e -, e i maschili (circa 6.000), che hanno il nominativo in - e -, mentre non ci sono sostantivi neutri.

Sostantivi femminili
I sostantivi femminili possono avere le seguenti possibilit: - lungo: se l'alfa lungo puro (cio se preceduto da , e ), il tema in - si mantiene in tutta la declinazione; se invece impuro il tema si trasforma in -, ma solo nel singolare. - breve: se l'alfa breve puro il tema in - si mantiene in tutta la declinazione, se impuro il tema in - si trasforma in tema in - nei casi obliqui (genitivo e dativo). Si dividono, dunque, in quattro sottoclassi: Femminili in alfa puro lungo, con la lunga in tutto il singolare; Femminili in alfa puro breve, con la in tutto il singolare, breve nei casi retti (nominativo, vocativo, accusativo), lungo nei casi obliqui (genitivo e dativo); Femminili in alfa impuro lungo, in cui si muta in in tutto il singolare e sono detti perci anche "nomi in eta"; Femminili in alfa impuro breve, in cui si muta in solo nei casi obliqui (genitivo e dativo) del singolare, che lo allungano. [Per ricordare meglio quando si tratta di un puro, si pu ricordare che lo quando preceduto dalle lettere della parola Eire, uno dei nomi con cui denominata l'Irlanda.] Modello dei sostantivi femminili in - puro lungo:
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

Modello dei sostantivi femminili in - puro breve:


Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Duale Plurale

Modello dei sostantivi femminili in - impuro lungo:

Prima declinazione

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Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Plurale

Modello dei sostantivi femminili in - impuro breve ( "Musa"):


Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

Declinazione dei maschili


I maschili della prima declinazione hanno caratteristiche autonome rispetto ai femminili: si dividono in due sole sottoclassi: maschili in alfa puro e maschili in alfa impuro; hanno il nominativo singolare in - (nominativo sigmatico); hanno il genitivo singolare in -, preso a prestito dalla II declinazione; i nomi d'agente e di popolo in - e i composti di -, - e - escono in breve al vocativo singolare; lo stesso vale per il nome "persiano".

Qui di seguito, la declinazione dei maschili. Declinazione dei maschili in alfa puro ( , "dispensiere"):
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

Declinazione dei maschili in alfa impuro ( "satrapo"):

Prima declinazione

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Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Plurale

Particolarit dei sostantivi maschili


Alcune particolarit: alcuni nomi risentono di un influsso del dialetto dorico, ed hanno un genitivo in lungo: fra questi: , "Borea" il vento del nord; il nome punico "Annibale"; il nome romano "Silla"; tale genitivo dorico proprio anche della parola "uccellatore"; il genitivo del nome "Cambise" ha la forma ionica .

Prima declinazione contratta


La prima declinazione contratta caratteristica di pochi sostantivi come, ad esempio, i femminili , "mina" (unit monetaria e di peso) e , "Atena", "fico"; notevole appare il nome maschile , "Hermes", che per al duale e al plurale cambia di genere (diventa femminile), e di significato, dato che indica "le statue del dio Hermes", le Erme. N.B. I nomi contratti di prima declinazione sono sempre perispomeni. Declinazione dei femminili in alfa ( , "mina"):
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

Declinazione dei femminili in eta ( , "fico"):


Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

Declinazione dei maschili ( , "Ermes", ma al duale e al plurale "le Erme"):

Prima declinazione

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Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Plurale

Osservazioni generali sulla I declinazione


Alcune caratteristiche tipiche contraddistinguono i femminili e i maschili di I declinazione: la desinenza - dei nominativi e dei vocativi plurali, pur essendo un dittongo, considerata breve per natura; il genitivo plurale ha sempre l'accento circonflesso, cio perispomeno, poich deriva dalla contrazione della desinenza -, ancora ampiamente attestata in Omero, -si sottraggono a questa regola i maschili: , "acciuga" , "cinghiale", , "usuraio", ed , "vnti etsii", che non accentano la desinenza del genitivo; per quanto riguarda l'accento, si osservi che: 1. i nomi ossitoni al nominativo singolare sono ossitoni nei casi diretti dei tre numeri, perispomeni nei casi obliqui dei tre generi; 2. i nomi perispomeni sono i nomi contratti; 3. i nomi parossitoni al nominativo singolare restano parossitoni in tutta la declinazione (tranne che nel genitivo plurale, sempre perispomeno) se la penultima sillaba breve; se invece la penultima lunga, rimangono parossitoni nei casi in cui l'ultima sillaba lunga, mentre nei casi in cui l'ultima sillaba breve diventano properispomeni per la legge del trocheo finale; 4. i nomi proparossitoni o properispomeni quando l'ultima sillaba lunga diventano parossitoni. fanno parte dei nomi in alfa puro breve solo e soltanto i sostantivi che terminano in -, , , , preceduto da dittongo o , fatta eccezione per , "compagna, amante, donna di piacere" e , "palestra". fanno parte dei nomi in alfa impuro breve solo e soltanto i sostantivi che terminano in , -, -, -, - preceduto da dittongo, - preceduta da due consonanti continue (-, -, -, -) ci sono alcuni nomi che non rispettano la distinzione fra alfa puro e impuro: "fanciulla", "collo", "portico", "tenore di vita", "audacia", e alcuni casi di sostantivi in -: "angoscia", "vipera, Echidna (mostro mitologico)", "poppa". Per e , il motivo spiegabile: in orgine queste parole contenevano un digamma ( e ), che ha fatto mutare in eta l'alfa lungo in quanto impuro ( e ); in seguito il digamma scomparso. I nomi femminili solo singolari dei personaggi mitologici e - conservano la in tutto il paradigma, poich vengono dal dialetto dorico.

Declinazione attica

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Declinazione attica
La declinazione attica chiamata cos perch usata solo nella regione dell'attica, oltre che da Omero. Quando si diffonde la koin questa declinazione scompare. In origine, il tema di questi sostantivi era in -- e in --, dove si verificata la metatesi quantitativa, diventando rispettivamente -- ed --. Appartengono a questa declinazione circa venti sostantivi maschili e femminili e solo un neutro ( , la sala superiore; rarissimo e non sicuramente attestato).

Declinazione
I nomi attici hanno nominativo e vocativo uguale in tutti i generi, e si declinano come segue: 1. Maschili:
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Duale Plurale

2. Neutri:
Singolare Duale Plurale

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo

Nella declinazione di si pu notare la sinizesi della sillaba ; se cos non fosse, infatti, l'accento dovrebbe stare sulla in tutti i casi della declinazione.

Aggettivi
Gli aggettivi che seguono la declinazione attica sono solo a due uscite, tranne , , "pieno". (l'aggettivo "salvo" un doppione dell'aggettivo di I classe , , ).

Seconda declinazione

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Seconda declinazione
La seconda declinazione greca comprende nomi maschili, femminili e neutri col tema in -o- (omicron). Essa corrisponde in tutto e per tutto alla II declinazione latina.
Osservazioni sui nomi di II declinazione Ai fini dell'accentazione, il dittongo finale di parola nel nominativo e vocativo plurale maschile e femminile considerato breve. Per l'accento si osservi che:
1. 2. 3. 4. 5.

I nomi ossitoni al nominativo singolare diventano perispomeni nei casi obliqui dei tre numeri; I nomi perispomeni sono i nomi contratti; I nomi parossitoni restano parossitoni in tutta la declinazione; I nomi proparossitoni o properispomeni al nominativo singolare diventano parossitoni quando l'ultima sillaba lunga; Il nome , "fratello" al vocativo ritrae l'accento: .

Tabella delle uscite


Maschile e femminile
Singolare Duale Plurale Nominativo - Genitivo Dativo Accusativo Vocativo - - - - - - - - - - - - - -

Neutro
Singolare Duale Plurale Nominativo - Genitivo Dativo Accusativo Vocativo - - - - - - - - - - - - - -

Seconda declinazione

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Accentazione
L'accento tende a rimanere nella posizione in cui si trova al caso nominativo. Il dittongo del nominativo e del vocativo plurale viene considerato breve. I nomi ossitoni diventano perispomeni al genitivo e al dativo di tutti i numeri. Se l'ultima sillaba lunga i nomi properispomeni e proparossitoni si trasformano in parossitoni.

Nomi maschili e femminili


I nomi maschili e femminili della seconda declinazione seguono le uscite sopra elencate. Qui di sguito la declinazione del sostantivo maschile , -, "uomo" e del femminile, con accento sull'ultima sillaba, , -, "strada":
Note sui maschili della II declinazione Fra i maschili di I declinazione si notano alcune particolarit:

Il sostantivo maschile , -, "dio", che presenta il vocativo singolare identico al nominativo. Il sostantivo maschile , -, "fratello", che al vocativo singolare presenta l'accento ritratto, con esito .
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Plurale

Nomi neutri
I nomi neutri, ai casi retti (nominativo, accusativo, vocativo), sono identici, mentre ai casi obliqui presentano le medesime uscite dei nomi maschili e femminili. Sotto, la declinazione del sostantivo , -, "veleno/medicina":

Seconda declinazione

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Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Plurale

Seconda declinazione contratta


La seconda declinazione contratta caratteristica di pochi sostantivi maschili e neutri; alcuni esempi sono il maschile , , "ingegno, spirito" e il neutro , -, "osso". sottoelencata la declinazione di entrambi i sostantivi:
Singolare Nominativo () Genitivo Dativo Accusativo Vocativo () () Duale () Plurale ()

() () () () o () ()

() () () ()

Singolare

Duale

Plurale ()

Nominativo () () Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

() () () () () () () ()

() () () ()

Terza declinazione

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Terza declinazione
La terza declinazione greca particolarmente complessa e articolata, dal momento che atematica, cio i cui temi sono privi di vocale tematica e le desinenze dei vari casi si aggregano direttamente ai temi principali. Fanno parte della terza declinazione numerosissimi sostantivi, sia di genere maschile, sia femminile, sia neutro, a uscite diverse. I sostantivi della 3 declinazione si possono distinguere in tre grandi gruppi: Gruppo di sostantivi con tema in consonante Gruppo di sostantivi con tema in vocale debole ( e ) Gruppo di sostantivi con tema in dittongo Per sapere se un sostantivo ha il tema in consonante oppure in vocale, sufficiente omettere la desinenza del genitivo singolare e controllare se l'ultima lettera del tema una consonante oppure una vocale.

Tabella delle desinenze


Maschile e Femminile
Singolare Nominativo -* Genitivo Dativo Accusativo Vocativo - - -/-** Duale Plurale - - - - - - - - -

come Nom./puro tema*** -

Neutro
Singolare Duale Plurale - - - - -

Nominativo puro tema*** - Genitivo Dativo Accusativo Vocativo - - come Nom. come Nom. - - - -

* = In alternativa pu avvenire anche l'allungamento della vocale dell'ultima sillaba del tema, per alternanza quantitativa. ** = - vale per i temi in vocale e per il tema in dentale che ha, oltre al regolare , l'accusativo , - per quelli in consonante. *** = Il puro tema si ottiene semplicemente privando il genitivo singolare della desinenza -. Si noti inoltre che i nomi neutri hanno le stesse forme nei casi retti di tutti i numeri.

Accentazione
Per quanto riguarda gli accenti, i sostantivi della terza declinazione hanno l'accento che tende a restare sulla sillaba in cui al caso nominativo. I temi monosillabici spostano l'accento sull'ultima sillaba nei casi obliqui del singolare, del plurale e del duale. Fanno eccezione alcuni nomi, quali , , "torcia"; , -, "prigioniero, servitore"; , , "animale feroce, sciacallo"; , , "orecchio"; , , "fanciullo"; , , "luce".

Terza declinazione

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Temi in consonante
I temi in consonante della terza declinazione possono presentare diverse uscite, ossia: occlusiva (gutturale, labiale e dentale) dentale (preceduta da nasale) liquida nasale sibilante

Temi in occlusiva
I temi in occlusiva sono quelli che terminano in occlusiva labiale, dentale e gutturale. I maschili e i femminili, a eccezione dei temi in -, hanno per lo pi il nominativo in - (nominativo sigmatico). I neutri non hanno desinenze nei casi retti del singolare. Nei nomi in consonante muta, le desinenze che cominciano per (nominativo singolare, dativo plurale) dnno luogo a mutamenti fonetici. In particolare: le labiali, scontrandosi col , diventano ; le gutturali diventano ; davanti a , le dentali cadono. i nomi in dentale non ossitoni col nominativo in e in (nominativo in ) hanno due forme di accusativi: (preso a prestito dai temi in vocale dolce e molto diffuso) e le forme regolari : es. "grazia", all'accusativo, fa e . Lo stesso accade con i nomi in , come , elmo. il nome , gen. "pelo, capello", ha il tema , dalla radice , in tutti i casi, tranne il nominativo singolare e il dativo plurale, per effetto della legge di Grassmann. i nomi col tema in hanno comportamenti diversi a seconda della vocale che precede il nesso consonantico: i nomi con tema in hanno il nominativo sigmatico con allungamento di compenso; i nomi con tema in e hanno il nominativo sigmatico con allungamento organico (cio allungano la vocale dell'ultima sillaba della radice) in e ; i nomi con tema in hanno il nominativo con allungamento organico; tutti i temi in nel dativo plurale perdono davanti al sigma, e allungano per compenso la vocale che precede . I nomi con tema in consonante muta semplice sono maschili, femminili e neutri. In particolare, i nomi con tema in labiale e gutturale sono solo maschili e femminili; i nomi con tema in dentale sono anche neutri. I nomi maschili e femminili hanno il nominativo singolare sigmatico; i nomi neutri hanno il nominativo singolare asigmatico con caduta della dentale finale (, , "corpo"; , , "miele") Maschili e femminili (in labiale, dentale, gutturale) Attenzione: tranne "ragazzo", che ha il vocativo e "principe, signore", che ha il vocativo , tutti i nomi in consonante muta hanno nominativo e vocativo uguali. Seguono i paradigmi di "vaso sanguigno, vena", "lampada" e "guardia":
Temi in dentale Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Singolare Duale Plurale

Terza declinazione

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Temi in gutturale Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Singolare

Duale

Plurale

Temi in gutturale Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Singolare

Duale

Plurale

Un nominativo particolare ha "piede": Declinazione di "piede"


Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

Neutri (solo in dentale) , "corpo"


Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

Un neutro notevole in -, solo singolare, , gen. "latte". Temi in nasale + dentale Per questi temi, basti l'esempio di "gigante", e "leone".

Terza declinazione

23

Temi in

Singolare

Duale

Plurale

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Temi in

Singolare

Duale

Plurale

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Declinazione di "dente" Una declinazione con nominativo anomalo quella di "dente".


Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Duale Plurale

Temi in gutturale Si tratta di nomi maschili e femminili, con puro tema terminante in , o . Il nominativo singolare sigmatico, con esito , mentre il vocativo identico al nominativo. Qui di seguito riportata la declinazione del sostantivo femminile , -, "fiamma".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

()

Terza declinazione Particolarit Il sostantivo femminile , , "donna", presenta una declinazione particolare, in cui la gutturale del tema non si trova nel nominativo e nel vocativo singolari, come si nota nella tabella sotto riportata:
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

24

()

Il sostantivo femminile , , "capello", mantiene l'aspirazione della soltanto al nominativo e vocativo singolari e al dativo plurale. Ci dovuto all'aspirazione iniziale di due sillabe contigue, come affermato nella legge di Grassmann. Il sostantivo femminile , -, "volpe", presenta il mutamento della del tema in al nominativo singolare. Aggettivi in gutturale Esistono pochi aggettivi in gutturale, esculusivamente ad una sola terminazione. Nei casi retti del singolare assuomono sempre la terminazione del nominativo, mentre al plurale neutro presentano l'uscita in -. L'aggettivo pi comune , -, "rapace". Temi in labiale Si tratta di nomi maschili e femminili, con puro tema terminante in , o . Il nominativo singolare sigmatico, con esito , mentre il vocativo identico al nominativo. Qui di seguito riportata la declinazione del sostantivo maschile , -, "Ciclope".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

()

Aggettivi in labiale Esistono pochissimi aggettivi in labiale, esculusivamente ad una sola terminazione. La flessione che presentano segue quella dei sostantivi. Gli aggettivi pi comuni sono , -, "violaceo" e ,-, "con occhi vivaci". Temi in dentale Si tratta di nomi maschili, femminili e neutri, con puro tema terminante in , o . Il nominativo singolare sigmatico, con esito , mentre il vocativo identico al nominativo. L'accusativo singolare in - vale solo per i nomi baritoni, ossia senza l'accento sull'ultima sillaba, con dentale finale preceduta da o . Un esempio il sostantivo femminile , -, "grazia", che all'accusativo diventa , poich la preceduta da .

Terza declinazione Qui di sguito la declinazione del sostantivo maschile , -, "amore".


Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

25

()

Particolarit Il nominativo dei sostantivi neutri consiste nel loro puro tema. Di conseguenza dovrebbero terminare in dentale ma, dato che nessuna parola greca pu finire con una dentale, questa cade. Un esempio , -, "decisione", il cui puro tema dovrebbe essere ma, data l'impossibilit di una (dentale) a fine parola, essa scompare. Si cita come esempio la declinazione del termine , -, "corpo".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Duale Plurale

Il sostantivo maschile , , "fanciullo", al genitivo plurale ha l'accento ritratto pur essendo monosillabico, mentre il vocativo singolare semplicemente . Il sostantivo neutro , , "orecchio", presenta la solamente al nominativo singolare, e prosegue la declinazione con . Il sostantivo maschile , , "piede, zampa", presenta la solamente al nominativo singolare, e prosegue la declinazione con . Il sostantivo maschile , , "padrone" e quello femminile , , "notte", al nominativo singolare non presentano come consonante finale una dentale, ma una gutturale, che si unisce alla desinenza sigmatica. Presentano uscite particolari ai casi retti del singolare i sostantivi neutri , -, "ginocchio", , -, "lancia", , -, "fegato", , , "sogno", , , "acqua" e , -, "pozzo".

Terza declinazione Aggettivi in dentale Esistono pochi aggettivi in dentale, a una o due terminazioni. La flessione che presentano segue quella dei sostantivi. Gli aggettivi pi comuni sono , -, "povero" e , -, "fuggitivo".

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Temi in liquida
Si tratta di nomi maschili, femminili e neutri, con puro tema terminante in o . Al nominativo singolare la maggior parte di essi allunga la vocale predesinenziale, ossia prima della desinenza, per apofonia. I temi in consonante liquida e nasale sono assai diffusi in greco e sono divisi in tre sottoclassi: la prima, quella dei temi in , rappresentata dal solo (cfr. latino sal), che pu essere maschile, col significato di "sale", e femminile, col significato di "mare"; al plurale maschile questo sostantivo pu essere usato nel senso di "battute salaci, motti di spirito" (cfr. il latino sales); I temi in sono assai pi numerosi, e si dividono a loro volta in due sottogruppi: quelli con apofonia (soprattutto nomi di parentela, ma non solo), che continuano la declinazione di antichissimi nomi indoeuropei; e quelli senza apofonia, soprattutto nomi d'agente. Il nominativo dei temi in mostra sempre l'allungamento organico della vocale dell'ultima sillaba della radice. Temi in L'unico tema in attestato , , "sale", "mare" (al plurale "facezie"), declinato qui sotto.
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Plurale ()

Temi in Per i sostantivi in il nominativo singolare asigmatico e l'ultima vocale del tema allungata. Il vocativo singolare dato dal puro tema. Per quanto riguarda alcuni sostantivi, come , -, "salvatore", la vocale lunga viene conservata in tutti i casi. Sotto sono elencate le declinazioni di sostantivi di vario genere. Il primo termine il femminile , , "fiera, belva".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Duale Plurale

Di sguito invece declinato il sostantivo maschile , -, "oratore".

Terza declinazione

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Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Plurale

In ultimo, il sostantivo neutro , -, "cuore".


Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Duale Plurale

Particolarit Il neutro , , "primavera", accanto alle forme regolari, al genitivo e al dativo singolare presenta anche le forme contratte ed (con nominativo ), proprie dell'attico antico. Il sostantivo maschile , -, "testimone", presenta la caduta della al nominativo singolare e al dativo plurale (). Il neutro , , "fuoco" al singolare segue la terza declinazione, mentre al plurale la seconda. Il femminile , , "braccio, mano", perde la al dativo plurale e duale (, ). Temi in con apofonia I temi in apofonici sono caratterizzati da diversi fenomeni che comportano il mutamento delle vocale che precede l'uscita. I gradi apofonici che essi mostrano sono tre: Il grado zero o debole nel genitivo singolare, nel dativo singolare e nel dativo plurale, in cui la vocale scompare. Il grado normale o medio nell'accusativo e vocativo singolare e in tutti i casi del plurale tranne il dativo, con abbreviamento della vocale. Il grado forte nel nominativo singolare, dove la vocale allungata.
Note sui temi apofonici in liquida Alcuni temi apofonici in liquida mostrano tuttavia anomalie:

il nome proprio "Demetra" ha sempre il grado debole e ritrae l'accento in tutta la flessione. Esso si declina cos:

Nominativo: Genitivo: Dativo: Accusativo: Vocativo: La parola "stella, astro", ha solo il dativo apofonico: . .

Al vocativo tutti i sostantivi ritraggono l'accento. Di sguito sono declinati due sostantivi, il maschile , , "padre" e quello femminile , , "madre".

Terza declinazione

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Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Plurale

()

Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Plurale

Particolarit Il sostantivo maschile , , "uomo, marito" mostra in tutti i casi, tranne al nominativo e vocativo singolare, il tema debole , con l'aggiunta di una per epentesi:
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

Il nome proprio , "Demetra" ha sempre grado debole e ritrae l'accento in tutta la flessione. Viene quindi declinato in tal modo:
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Il sostantivo maschile , -, "stella, astro" ha solo il dativo apofonico ().

Terza declinazione Aggettivi Esistono solamente pochi aggettivi in liquida e possono avere due o tre terminazioni. Gli aggettivi a due terminazioni (maschile e femminile, neutro) sono spesso composti. L'unico aggettivo esistente a tre terminazioni , -, -, "felice, beato". La loro flessione corrisponde a quella dei sostantivi, e il nominativo corrisponde al puro tema. Per quanto riguarda il femminile , esso va declinato come un sostantivo della prima declinazione con breve impuro:
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

29

Temi in nasale
Si tratta di nomi maschili e femminili, con puro tema terminante in . Al nominativo singolare la maggior parte di essi allunga la vocale predesinenziale, ossia prima della desinenza, per apofonia. I sostantivi in - non mostrano allungamento organico e hanno il nominativo sigmatico (per esempio , -, "delfino"). Fra i temi in nasale si verifica inoltre un fenomeno analogo a quello dei temi in -: i nomi ossitoni hanno nominativo e vocativo identici, mentre i baritoni hanno nel vocativo il puro tema. Al dativo plurale si verifica la caduta della nasale. Di seguito sono declinati alcuni sostantivi. Il primo un maschile ossitono, , -, "comandante, condottiero"
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Duale Plurale

()

Sotto il sostantivo maschile baritono , -, "demone, divinit"


Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

()

Per i temi in - declinato il maschile , -, "delfino"

Terza declinazione

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Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Plurale

()

Particolarit Gli unici nomi che conservano l'antica declinazione apofonica dei temi in nasale sono , , "cane, cagna e , , "agnello". , sostantivo disusato nell'antica lingua greca, stato sostituito con , -, che segue la seconda declinazione.
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Duale Plurale

()

ha la particolarit di non presentare forme in grado medio, ma solo di grado forte (al nominativo) e grado zero o debole in tutti gli altri casi.
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Duale Plurale

()

Aggettivi Esistono alcuni aggettivi a due terminazioni e pochi a tre, con flessione identica a quella dei sostantivi. Gli aggettivi a due terminazioni hanno solitamente l'uscita in - e - oppure - ed -. Gli aggettivi a tre terminazioni, al femminile, seguono la prima declinazione in - impuro.

Temi in sibilante
I temi in sibilante continuano una declinazione ereditata diffusamente da numerose sottofamiglie linguistiche dell'indoeuropeo. La maggior parte dei sostantivi di genere neutro, ma non mancano maschili (per lo pi nomi propri di persona) e femminili. I nomi in sibilante elidono il sigma, poich in posizione intervocalica, e si verifica la contrazione fra le vocali della radice e quelle delle desinenze.

Terza declinazione Temi in - I temi in - sono prevalentemente neutri, con la presenza di alcuni nomi propri maschili e un solo nome comune femminile. Nomi neutri I neutri in - sono caratterizzati da apofonia qualitativa; nei casi diretti del singolare presentano infatti la terminazione -, che la radice pura al grado forte dell'apofonia. Sotto illustrata la declinazione del sostantivo , -, "genere, stirpe".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Duale Plurale

31

/ ()

Nomi maschili I sostantivi maschili sono esclusivamente nomi propri di persona. Al nominativo singolare i nomi presentano, per alternanza quantitativa, l'allungamento della vocale predesinenziale. Il vocativo singolare corrisponde al puro tema, con l'accento ritratto. A causa della presenza della sigma intervocalica, le uscite subiscono le contrazioni sopra enunciate. Di seguito declinato il nome proprio , -, "Socrate".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo /

Particolarit I nomi propri maschili in - hanno una declinazione particolare, poich derivano da un'antica forma con . Come dimostrazione viene declinato il nome , -, "Eracle".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo /

Terza declinazione Nomi femminili Esiste un solo sostantivo femminile, talora inteso anche come aggettivo, ossia , -, "trireme". Presenta, come per i nomi maschili, l'allungamento della vocale predesinenziale per alternanza quantitativa e le contrazioni fra vocali. Il vocativo coincide con il puro tema. Da notare che al genitivo plurale e duale e al dativo duale l'accento ritratto, a differenza di quanto avviene per gli altri sostantivi in sibilante.
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

32

/ ()

/ /

Aggettivi Gli aggettivi in - sono unicamente a due terminazioni e in gran parte ossitoni. La declinazione dei maschili e femminili corrisponde a quella dei sostantivi. Quella dei neutri differisce da quella dei sostantivi solo per l'assenza dell'apofonia quantitativa ai casi retti del singolare, con normale esito - invece che -. Temi in - I temi in - sono esclusivamente neutri. I casi retti del singolare sono caratterizzati dal puro tema. Alcuni sostantivi hanno due temi: uno il tema in -as derivato dalla radice + suffisso in -as; l'altro tema in dentale (secondario rispetto al primo citato): consiste nell'introduzione di una dentale nella flessione. La differenza tra i due temi evidente nella flessione al genitivo singolare del tipo / Viene declinato il sostantivo , -/, "corno; ala dell'esercito"
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Duale / Plurale /

/ / / / / () / /

Temi in - I temi in - sono pochi nomi maschili e femminili di numero unicamente singolare: i maschili sono , "risata", , "sudore", , "pelle" (pu anche essere declinato come un nome in dentale, , ); i femminili sono , -, "pudore" ed , -, "aurora, oriente" (quest'ultimo stato sostituito da , , facente parte della declinazione attica). Il nominativo singolare caratterizzato da apofonia, che allunga la vocale predesinenziale. Il vocativo uguale al nominativo. declinato , -, "aurora, oriente".

Terza declinazione

33

Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo

Temi in nasale e dentale


I temi in nasale e dentale (uscita -), si dividono in quattro gruppi: Temi in - Temi in -, che non contengono sostantivi Temi in - Temi in - Temi in -, che comprendono solo participi Temi in - Temi in - I temi in - sono esclusivamente maschili, con nominativo singolare sigmatico (e conseguente caduta della nasale + dentale) e vocativo singolare costituito dal puro tema. Si illustra un esempio di declinazione con , -, "gigante".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

()

Aggettivi Esiste un solo aggettivo in -, ma di utilizzo frequentissimo, ossia , , , "tutto, ogni". Presenta il nominativo maschile singolare sigmatico, e il vocativo corrisponde al nominativo. Il nominativo singolare neutro costituito dal puro tema privo della . Per quanto riguarda il femminile, viene declinato come un sostantivo della Prima declinazione in - breve impuro.

Terza declinazione

34

Singolare

Maschile Femminile Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Maschile Femminile Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Plurale

Maschile Femminile Neutro ()

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo ()

Temi in - I temi in - sono costituiti solamente da aggettivi e participi, con nominativo singolare sigmatico (e conseguente caduta della nasale + dentale). Il vocativo corrisponde al puro tema privo della dentale finale. Al femminile la declinazione segue quella dei sostantivi della prima declinazione in - breve impuro. mostrato un esempio di declinazione con l'aggettivo , -, - "amabile, gradito".
Singolare Maschile Femminile Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Terza declinazione

35

Duale

Maschile

Femminile

Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Plurale

Maschile

Femminile

Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

() ()

Temi in - I rari temi in - contengono pochi sostantivi, caratterizzati dalla particolare uscita in -. Tra questi si elencano , -, "verme" e , -, "cesta di vimini". Nel corso dell'evoluzione della lingua greca, questi termini hanno subto la caduta della . Il nominativo singolare sigmatico, e il vocativo singolare costituito del puro tema privo della .
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

()()

Temi in - I temi in - sono formati da nomi esclusivamente maschili, alcuni aggettivi e numerosi participi. I sostantivi hanno nominativo singolare asigmatico e apofonia, che provoca l'allungamento della vocale finale. Il vocativo singolare oscilla tra le forme in vocale breve (puro tema) nei nomi baritoni e quelle in vocale lunga nei nomi ossitoni. Nel dativo plurale la nasale e la dentale cadono, dando vita alla contrazione . Di seguito declinato , -, "leone".

Terza declinazione

36

Maschile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Femminile

Neutro

()

A ci si aggiunge la particolare declinazione di /, , "dente, zanna", che presenta il nominativo sigmatico. Da notare anche il vocativo singolare.
Singolare Duale Plurale

Nominativo / Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

()

Aggettivi I pochi aggettivi in - hanno declinazione analoga a quella dei nomi. Il femminile, al nominativo, presenta l'uscita in - e viene declinato come un sostantivo della prima declinazione in - breve impuro. I casi retti del neutro singolari sono costituiti dal puro tema, con la consueta omissione della . Participi Escono in - numerosissimi participi attivi di verbi tematici e non. Seguono la declinazione degli aggettivi e dei sostantivi con la stessa uscita. Per formare il participio presente, sufficiente aggiungere al tema del verbo il participio presente del verbo essere sotto declinato, ossia , , ("che , essendo").
Singolare Maschile Femminile Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Terza declinazione

37

Duale

Maschile Femminile Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Plurale

Maschile Femminile Neutro ()

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo ()

In basso illustrata la declinazione del verbo , "dico, scelgo, raccolgo" al participio presente attivo.
Singolare Maschile Femminile Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Maschile Femminile

Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Plurale

Maschile

Femminile

Neutro ()

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

()

Terza declinazione Temi in - Sono temi in - i participi dell'Aoristo Passivo(sia forte che debole) e i participi presenti dei verbi in - e . Temi in - I temi in - sono formati unicamente da participi presenti. Sono perlopi forme participiali di verbi in - con presente suffissale, come , "mostro, dimostro" o , "spengo". Hanno nominativo singolare sigmatico,con caduta della nasale e della dentale, e apofonia, che provoca l'allungamento della vocale finale. Il nominativo singolare neutro costituito dal puro tema privo della . Il vocativo singolare e plurale di tutti i generi corrisponde al nominativo. L'accento tende a rimanere nella sua originaria posizione lungo tutta la flessione, eccetto al genitivo plurale femminile, in cui si sposta sull'ultima sillaba diventando circonflesso (perispmena). presente un esempio di declinazione con il participio presente attivo del verbo , "mostro, dimostro".
Singolare Maschile Femminile Neutro

38

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Maschile

Femminile

Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Plurale

Maschile

Femminile

Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

() ()

Temi in un - Si noti la presenza dei rari temi in -, quale il nome di citt , -, "Tirinto", uno dei pochissimi a contenere la coppia di consonanti -. Proveniente da una delle prime forme della lingua greca, nell'attico classico si evoluto in , andando ad allungare la vocale e facendo scomparire la . Il nominativo sigmatico, mentre il vocativo presenta il puro tema privato della . sotto riportata la declinazione del termine.

Terza declinazione

39

Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Temi in vocale
I temi in vocale della terza declinazione possono presentare due uscite, in - o in -. Essi si dividono in due gruppi: Temi senza apofonia, con vocale predesinenziale debole Temi con apofonia, che alternano vocali predesinenziali diverse fra loro

Temi senza apofonia


I temi senza apofonia sono costituiti prevalentemente da sostantivi maschili, femminili e neutri in -, con una minoranza in -, che conservano la vocale debole per tutta la declinazione. Maschili e femminili hanno nominativo singolare sigmatico e accusativo singolare in -. Si noti anche che l'accusativo maschile e femminile plurale esce in -, esito di cadute. Sotto declinato il maschile/femminile , , "pecora", anticamente scritto (si noti presenza di un intervocalico che caduto e la somiglianza con l'ovis latino).
Singolare Nominativo / Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale / Plurale /

/ - / - - / - / / - / -() / /

Per quanto riguarda i temi in - declinato , - "pesce".


Singolare Nominativo - Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale - Plurale -

- - - - - - - -() - - - -

Terza declinazione Particolarit La parola , in maiuscolo , un acronimo dietro al simbolo cristiano del pesce, cio: (IT) Ges Cristo Figlio di Dio Salvatore (GRC) ' o Ne sono state trovate svariate testimonianze risalenti all'epoca delle persecuzione dei cristiani nell'impero romano (I-IV secolo). Era utilizzato per nascondere il messaggio religioso, cos che le autorit pagane non potessero riconoscere i fedeli cristiani. Il neutro , - "lacrima attestato solo al caso nominativo plurale () e al dativo plurale (). Per declinarlo completamente si utilizza , -, della seconda declinazione.

40

Temi con apofonia


I temi con apofonia sono costituiti prevalentemente da sostantivi e aggettivi di ogni genere. Sono caratterizzati da apofonia, che alterna fra loro vocali predesinenziali diverse (la - e la - restano nei casi retti del singolare, mentre negli altri casi sono sostituite dalla -). Temi in - I temi in - sono prevalentemente femminili e presentano, come gi affermato, il fenomeno dell'apofonia. Maschili e femminili hanno nominativo singolare sigmatico. I casi retti del plurale di ciascun genere presentano la medesima uscita a sguito di varie contrazioni con l'antica lettera . La metatesi quantitativa ha dato vita a mutazioni legate alla quantit vocalica e alla posizione dell'accento. Sotto riportata la declinazione del femminile , -, "citt".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

// ()

// //

Per quanto riguarda i neutri, declinato , -, "pepe".


Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo

Terza declinazione Temi in - I temi in -, maschili, femminili e neutri, presentano apofonia. Maschili e femminili hanno nominativo singolare sigmatico. Il nominativo singolare neutro corrisponde al puro tema. I casi retti del plurale di ciascun genere presentano la medesima uscita a sguito di varie contrazioni con l'antica lettera . Sotto riportata la declinazione del femminile , -, "braccio, gomito".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

41

// ()

// //

Per i neutri, , -, "cittadella".


Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

// / ()

// / // /

Particolarit Il maschile , - al singolare, come aggettivo, ha il significato di "vecchio", mentre al plurale , significa "ambasciatori". Il maschile , -, "figlio", della Seconda declinazione, pu presentarsi anche nell'antica forma , - in -, e possedere la declinazione propria di questo tema. Aggettivi Esistono diversi aggettivi in -, esclusivamente a tre terminazioni. Dal momento che hanno apofonia, il maschile e il neutro sono declinati come i sostantivi con lo stesso tema. Si noti per, al genitivo singolare, la presenza della vocale breve , al posto della consueta . Ai casi retti del neutro plurale e non subiscono contrazioni. Il femminile si declina come i nomi in - breve impuro della prima declinazione. fornito un esempio di declinazione con , -, -, "veloce".

Terza declinazione

42

Singolare

Maschile Femminile Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Maschile Femminile Neutro

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Plurale

Maschile Femminile

Neutro ()

Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

()

Temi in dittongo
I temi in dittongo della terza declinazione sono costituiti dall'unione delle vocali forti a quelle deboli ( e '). Essi si dividono in tre gruppi: Temi in - Temi in - Temi in - In aggiunta ad essi: Temi in - (-) Temi in (-) Hanno la caratteristica di possedere il nominativo sigmatico e di non presentare apofonia. Si ritiene che tutti questi nomi siano stati influenzati, in origine, dalla presenza del digamma ().

Terza declinazione

43

Temi in -
I temi in - sono esclusivamente femminili, con nominativo sigmatico. L'accusativo singolare in - e quello plurale in -, per particolari fenomeni fonetici dovuti alla scomparsa del digamma. L'esempio di declinazione con , , "vecchia".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

()

Particolarit Il nome , , "nave", alterna la nei dittonghi alla o alla in presenza di vocali lunghe. qui illustrata la sua declinazione:
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

()

Temi in -
I temi in - sono esclusivamente maschili, con nominativo sigmatico. Il genitivo singolare si trova espresso in - per metatesi quantitativa, dovuta anche ad una legge di Hermann Osthoff, la quale afferma che in un dittongo seguto da consonante la prima vocale, se lunga, viene abbreviata. L'accusativo singolare in - e quello plurale in -. Come modello viene sotto utilizzato , -, "re".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

() /

Terza declinazione Particolarit , "Zeus" forma nominativo e vocativo dal tema , mentre gli altri casi si formano dal tema . Il tema , deriva da una forma dell'indoeuropeo *j; questa forma, dopo la caduta dello , ha dato origine al tema usato in attico. Ecco la declinazione:
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

44

Temi in -
I temi in - sono unicamente maschili, con nominativo sigmatico. Il genitivo singolare regolarmente espresso in -. L'accusativo singolare in - e quello plurale in -, per particolari fenomeni fonetici dovuti alla scomparsa del digamma. Tuttavia sono attestate anche forme di accusativo plurale in -. Di sguito riportata la declinazione del sostantivo maschile/femminile , , "mucca, bue".
Singolare Nominativo / Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale / Plurale /

/ / / / / () /

/ /

Temi in - (-)
I temi in -, con uscita in -, sono solamente maschili con nominativo sigmatico. La caduta del digamma non ha dato vita a particolari fenomeni fonetici; pertanto, declinando un sostantivo di questo tipo, sufficiente aggiungere al tema le desinenze originali. Si cita come esempio , -, "eroe".
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

()

Terza declinazione

45

Temi in (-)
I temi in -, con uscita in -, sono solamente femminili e ossitoni (accentati sull'ultima sillaba). Il nominativo asigmatico con vocale lunga per alternanza quantitativa. La caduta della jod ha dato vita a particolari fenomeni fonetici. Si cita come esempio , -, "eco".
Singolare Duale Plurale Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Nomi anomali
In questi sostantivi si verificano anomalie particolari dovute a tre fenomeni: eteroclisi (sostantivi con due temi e nominativo comune), metaplasmo (in cui il nominativo si forma da un tema e gli altri casi da un altro) e eterogenesi (lo stesso sostantivo ha generi diversi). I pi comuni nomi irregolari sono: 1. ,"agnello", che forma gli altri casi dal tema (apofonia di grado zero); gen. , dat. , acc. , dat. plurale . 2. ,"Ares", gen. , dat. , acc. (, ), voc. . 3. , , "donna", usa due temi: (solo per il nominativo sing.), e (per gli altri casi). Ecco la declinazione completa.
Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Duale Plurale

4. , "lacrima", ha il nominativo plurale e il dativo plurale ; tutti gli altri casi in attico si formano da ; quindi si modella sulla seconda declinazione. 5. , "primavera", accanto alle forme regolari, al genitivo e al dativo singolare ha anche le forme contratte , . 6. , , "Zeus", forma il nominativo e il vocativo dal tema , mentre gli altri casi si formano dal tema . Il tema , deriva da una forma dell'indoeuropeo *djeus; questa forma, dopo la caduta dello j, ha dato origine al tema usato in attico. Ecco la declinazione:

Terza declinazione

46

Singolare Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Articoli
In greco, a differenza del latino, presente l'articolo. Esso ha una sua declinazione per ogni genere (maschile, femminile, neutro) e numero (singolare, plurale, duale). Essi sono essenziali per qualunque grecista e lettore-studioso del greco antico.
Osservazioni sull'articolo determinativo greco Come abbiamo gi osservato, in Omero l'articolo trattato come pronome dimostrativo sia anaforico (riferito a persona o cosa nominata in precedenza), sia cataforico. In questa funzione, esso continuava l'antico pronome indoeuropeo da cui era disceso. L'articolo determinativo conserva tale funzione ancora in et classica solo in alcuni casi: quando si accompagna alle particelle correlative e . In tale circostanza, l'articolo si trasforma in un vero e proprio pronome correlativo, da tradursi "l'uno... l'altro..."; nelle espressioni cristallizzate: , "ed egli", e , "prima d'ora", , "questo e quello"; , "e tra gli altri..."

L'articolo greco, per il resto, ha impieghi abbastanza simili a quelli dell'articolo italiano, con un certo grado di versatilit in pi: pu sostantivare aggettivi, participi, infiniti, ma anche avverbi e perfino complementi, creando espressioni idiomatiche caratteristiche come , "quelli di ora", "i moderni", + caso dativo di nome di persona, "quelli al fianco di...", "i compagni", ad es. : "quelli con Socrate", "quelli dalla parte di Socrate", "i discepoli, i sostenitori di Socrate", "quelli che hanno l'opinione di Socrate" etc. la posizione dell'aggettivo rispetto all'articolo fondamentale: se l'aggettivo segue immediatamente l'articolo riferito ad un nome, esso va considerato attributo di quel nome, se l'aggettivo staccato dall'articolo, ha una funzione predicativa. Si consideri ad esempio come muta il significato dell'aggettivo dimostrativo , semplicemente spostandolo dall'articolo:

, , "il medesimo eroe" (lo stesso che ha compiuto anche altre imprese); , "l'eroe in persona, l'eroe da solo" (con le sue sole forze). l'articolo pu variare significativamente la funzione semantica di un aggettivo: ad es. , "i pochi", "gli oligarchi", contro il semplice , "pochi".

Articoli

47

I generi
Si dividono in 3 generi, maschile, femminile e neutro, ma non sempre corrispondono all'italiano (un nome femminile greco pu essere in italiano maschile). Il neutro greco alle volte corrisponde al maschile italiano, alle volte al femminile.

I casi
I casi sono: nominativo, genitivo, dativo, accusativo. Si dividono in casi diretti (in sigla N.A., ossia: nominativo, accusativo) e obliqui (in sigla G.D., ovvero: genitivo e dativo). Il maschile e il neutro hanno in comune soltanto i casi obliqui del singolare e del plurale e tutto il duale.

Origine storica
L'articolo forma la sua flessione da un tema di origine indeuropea *so/sa per il nominativo maschile e femminile di numero singolare e plurale, un tema *to/ta per tutti gli altri casi. In origine aveva valore di pronome dimostrativo (quello, quella).

Declinazione
L'articolo segue per il maschile e il neutro le desinenze della seconda declinazione (eccezione al nominativo maschile singolare); il femminile segue la declinazione dei nomi in alfa impuro lungo.

Singolare
Caso MASCHILE FEMMINILE la della alla la NEUTRO il,lo del,dello al,allo il,lo

Nominativo il,lo Genitivo Dativo Accusativo del,dello al,allo il,lo

Plurale
Caso MASCHILE FEMMINILE le NEUTRO i,gli dei,degli ai,agli i,gli

Nominativo i,gli Genitivo Dativo Accusativo

dei,degli delle ai,agli i,gli alle le

Articoli

48

Duale
Caso MASCHILE FEMMINILE le due NEUTRO i due

N.A.V. i due G.D.

dei/ai due delle/alle due dei/ai due

Nota bene Il femminile duale distinto dell'articolo determinativo, nom. acc. , gen. dat. , arcaico, e ben presto sostituito dalle forme del maschile, cosicch in et classica, dalla met del V secolo. a. C. in poi, l'articolo duale (che comunque tende a essere usato sempre meno, in concomitanza con il ritrarsi del numero duale) avr un'unica forma in tutti e tre i generi. Nel vocativo si usa l'interiezione , anche se non molto presente nei testi originali. L'articolo determinativo greco si usa praticamente quasi sempre come in italiano, salvo per due eccezioni: si premette sempre anche ai nomi propri, davanti ai quali in italiano standard si omette, ad es. , "Socrate"; non si usa articolo davanti a nomi che indicano concetti astratti o oggetti considerati come categorie universali nei proverbi: ad es. , "nel vino c' la verit" (lat.in vino veritas). In greco non esistono articoli indeterminativi. L'indefinitezza marcata semplicemente dall'assenza dell'articolo. Al pi, come marca di indeterminatezza, si pu rinvenire il pronome indefinito , enclitico, che significa "un tale", "un certo" (lat. quidam): ad es. , "un certo uomo", "un uomo".

Usi sintattici
Come detto prima, l'articolo in origine aveva valore di pronome dimostrativo. Questo valore sintattico rimasto nel dialetto attico in unione con le particelle e . Esempio: egli, quello L'articolo concorda in genere, numero e caso con il sostantivo cui riferito. Posto davanti ad un aggettivo, gli conferisce valore di sostantivo (specialmente al genere neutro). = tempio. Davanti ad un infinito o ad un participio gli conferisce valore appositivo.

Aggettivi

49

Aggettivi
In greco antico gli aggettivi si declinano come i sostantivi, concordando con essi in genere, numero e caso. In greco, come in latino, gli aggettivi si differenziano in due gruppi o classi: aggettivi della prima classe e aggettivi della seconda classe. Gli aggettivi della prima classe si declinano come i sostantivi della prima e della seconda declinazione, mentre gli aggettivi della seconda classe si declinano come i sostantivi della terza declinazione. Aggettivi della prima classe Gli aggettivi della prima classe possono essere a tre uscite (un'uscita per il maschile, una per il femminile e una per il neutro) e, pi raramente, a due uscite (un'uscita per il maschile e il femminile e una per il neutro). Un esempio di aggettivo della prima classe a tre uscite , , "bello", mentre un aggettivo della prima classe a due uscite , "invisibile". Aggettivi della seconda classe Gli aggettivi della seconda classe possono essere a tre uscite (una per il maschile, una per il femminile e una per il neutro) e a due uscite (una per il maschile e il femminile e una per il neutro). Un esempio di aggettivo della seconda classe a tre uscite , , "tutto", mente un aggettivo della seconda classe a due uscite , - "vero". Questo modulo solo un abbozzo. Contribuisci [1] a migliorarlo secondo le convenzioni di Wikibooks

Note
[1] http:/ / it. wikibooks. org/ w/ index. php?title=Greco_antico/ Aggettivi& action=edit

Aggettivi della prima classe


La prima classe degli aggettivi segue la prima declinazione per i femminili e la seconda declinazione per i maschili e i neutri (alcuni possono seguire la declinazione attica). I femminili escono sempre in - lungo, che si muta regolarmente in - nel caso sia impuro (cio non preceduto da , oppure ); inoltre, al plurale i femminili seguono l'accentazione dei maschili. Questa classe comprende aggettivi a tre e a due terminazioni; alcuni aggettivi inoltre sono contratti, e seguono la rispettiva prima o seconda declinazione contratta allo stesso modo dei sostantivi.

Aggettivi a tre uscite


Declinazione di , , "bello" Singolare
Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale

Aggettivi della prima classe

50

Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Plurale
Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Aggettivi a due uscite


Gli aggettivi della prima classe a due terminazioni (il femminile coincide col maschile) sono aggettivi composti. Declinazione di , "oscuro", composto da - privativo e dall'aggettivo "chiaro" Singolare
Maschile e Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale
Maschile e Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Plurale

Aggettivi della prima classe

51

Maschile e Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Aggettivi della seconda classe


li aggettivi della seconda classe seguono la terza declinazione. Occorre per distinguere fra quelli a due uscite, quelli a tre uscite e quelli a una uscita. Quelli a due uscite sono il perfetto parallelo degli omonimi della prima classe, in quanto il femminile coincide col maschile[1]; quelli a tre uscite seguono invece la terza declinazione solo al maschile e al neutro mentre al femminile seguono la prima declinazione con un tema in -j-. Quelli ad una uscita seguono unicamente la terza declinazione; in questi aggettivi il neutro di uso talmente raro da essersi identificato col maschile/femminile. Come per i sostantivi della terza declinazione, non esiste un modello unico valido per tutto gli aggettivi di questo gruppo, ma essi si suddividono in base alla consonante o vocale di uscita del tema.

Aggettivi a tre uscite


Temi in - Declinazione di , , "tutto, ogni" (tema in --): Singolare
Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Plurale

Aggettivi della seconda classe

52

Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo () ()

Il tema -. Il maschile singolare sigmatico (*- > * > * > ). Il femminile singolare viene da *-j ( > *j > * > * > ). Il neutro il puro tema con caduta del --; l'alfa allungato per analogia con il maschile e il femminile. Questo aggettivo non ha il duale. L'aggettivo , insieme ai suoi composti e , l'unico a presentare il tema --; nei due composti i casi retti del neutro singolare hanno il tema regolare in alfa breve, contrariamente alla forma semplice . Declinazione di , , "grazioso" (tema in --): Singolare
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Duale
Maschile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Femminile Neutro

Plurale
Maschile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Femminile Neutro

() ()

Gli aggettivi di questo tipo presentano apofonia nel suffisso *--/*-- (< --). Il nominativo singolare maschile viene da * ( > * > * > ). Il nominativo singolare femminile viene da *j ( > *j > *, con passaggio a per analogia); dallo stesso suffisso a grado zero viene anche il dativo plurale maschile e neutro, ancora con passaggio di -- ad -- per analogia. Ai casi retti del

Aggettivi della seconda classe neutro singolare e al vocativo singolare maschile troviamo il puro tema (* > * > ). e (, , "sonoro") sono gli unici due aggettivi con tema -- ricorrenti nel dialetto attico[2]. Declinazione di , , "volente, volentieri" (tema in -o-): Singolare
Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

53

Duale
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Plurale
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro ()

()

Il tema -. Il nominativo maschile singolare, asigmatico, mostra il puro tema con allungamento apofonico di -- in --; da notare che ha la stessa flessione del participio presente di -. Il femminile si comporta come (da *j), con allungamento di compenso -- > --; lo stesso allungamento si ritrova nel dativo plurale maschile e neutro (da *()). I casi retti del neutro singolare e il vocativo maschile singolare mostrano il puro tema con caduta di --. e il suo composto (*-, "nolente, controvoglia") sono gli unici con il tema -o-. In origine era un participio isolato derivato dalla radice -, che esprime l'idea di "volere"[3].

Aggettivi della seconda classe

54

Temi in - Declinazione di , , "nero" (tema in --): Singolare


Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Plurale
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro ()

()

Il tema -. Il nominativo maschile, sigmatico, fa cadere -- e allunga per compenso -- (* > ); il nominativo femminile singolare da * j ha, per metatesi, . I casi retti del neutro e il vocativo maschile singolare mostrano il puro tema. Declinazione di , , "tenero" (tema in --): Singolare

Aggettivi della seconda classe

55

Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Plurale
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro ()

()

Il tema -. Il nominativo maschile singolare questa volta asigmatico, e assume solo l'allungamento apofonico di -- in --. Il nominativo femminile singolare deriva da * j, in cui lo jod pu essere caduto provocando l'allungamento per compenso di --[4], oppure, in modo simile a , lo jod si spostato per metatesi e vocalizzato. I casi retti del neutro e il vocativo maschile singolare mostrano il puro tema. Nel dativo plurale maschile e neutro la caduta di -- in * () non provoca allungamento di compenso per analogia con sostantivi[5].

Temi in liquida
Declinazione di , , "beato": Singolare

Aggettivi della seconda classe

56

Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Neutro

Duale
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Plurale
Maschile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Femminile Neutro

() ()

Il tema -. In questo caso la declinazione molto semplice perch non intervengono modificazioni e le desinenze si uniscono direttamente al tema. Il nominativo maschile singolare pu derivare da *, con caduta di sigma. Il femminile deriva da *j, con metatesi e vocalizzazione di jod. Ai casi retti del neutro singolare e al vocativo singolare maschile troviamo il puro tema. Questo aggettivo pu anche presentarsi a una sola uscita: , , [6]. l'unico aggettivo col tema in liquida.

Temi in vocale
Si tratta del gruppo pi numeroso di aggettivi a tre uscite; il tema in --/--, che determina l'uscita -, -, -. Declinazione di , , "veloce": Singolare

Aggettivi della seconda classe

57

Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale
Maschile Femminile Neutro / / /

Nominativo / Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

/ /

Plurale
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro ()

()

Il nominativo maschile e i casi retti del neutro si formano sul grado zero (* > -); nel singolare il nominativo maschile sigmatico e i casi retti del neutro e il vocativo maschile mostrano il puro tema. Il femminile formato sul grado medio (* -): * j > * j> * j > . Tranne, e solo eventualmente, al duale, non si producono contrazioni. Gli aggettivi di questo gruppo sono sempre accentati sull'ultima sillaba, tranne , , "mezzo", , , "femminile" ed , femminile di , , "leggero"[7].

Aggettivi a due uscite


Come per i corrispondenti della prima classe, questi aggettivi sono soprattutto composti. Essendo composti, l'accento tende a collocarsi all'inizio della parola.

Temi in nasale
Declinazione di , (< *-) "saggio" (tema in --) Singolare

Aggettivi della seconda classe

58

Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Neutro

Duale
Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Plurale
Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo () Neutro ()

Il tema -. Il nominativo maschile/femminile singolare presenta allungamento apofonico di -- in --. I casi retti del neutro singolare e il vocativo maschile/femminile singolare presenta il puro tema. Al dativo plurale la caduta di -- non provoca allungamento di compenso per analogia con sostantivi. Del tutto simile anche la declinazione dei temi in -- come , "maschile".

Temi in - Declinazione di , "nobile" Singolare

Aggettivi della seconda classe

59

Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Neutro

(< * ) (< * ) (< * ) (< * ) (< * )

Duale
Maschile e Femminile Neutro

Nominativo (< * ) / (< * ) / Genitivo Dativo Accusativo Vocativo (< * ) (< * ) (< * ) (< * )

(< * ) / (< * ) / (< * ) / (< * ) /

Plurale
Maschile e Femminile Nominativo (< * ) Genitivo Dativo Accusativo Vocativo (< * ) Neutro (< * ) (< * )

() (< * ()) () (< * ()) (< * ) (< * ) (< * ) (< * )

Il tema -. In questo gruppo di aggettivi l'accento cade solitamente sull'interfisso --; il -- dell'interfisso cade sempre lasciando l'-- e le vocali della desinenza libere di contrarsi. Al nominativo maschile/femminile singolare -- si allunga in -- per allungamento apofonico. Nei casi retti singolari del neutro e al vocativo singolare maschile/femminile troviamo il puro tema.

Temi in dentale
Declinazione di , "sgraziato" Singolare
Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Duale

Aggettivi della seconda classe

60

Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Neutro

Plurale
Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo () Neutro ()

Il tema -. La declinazione per la maggior parte regolare. Il nominativo singolare maschile/femminile sigmatico (*), con caduta della dentale davanti alla sibilante (lo stesso fenomeno riguarda anche il dativo plurale); i casi retti del neutro singolare e il vocativo singolare maschile/femminile mostrano il puro tema privato del --.

Temi in liquida
Declinazione di , "senza padre" Singolare
Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Duale
Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Plurale

Aggettivi della seconda classe

61

Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo ()

Neutro ()

Il tema -. Il nominativo maschile/singolare mostra il puro tema con allungamento apofonico; i casi retti del neutro singolare e il vocativo singolare maschile/femminile mostrano il puro tema.

Temi in vocale
I temi in vocale si dividono in -- e in --, che danno rispettivamente le uscite -, - e -, -. Declinazione di , "esperto" Singolare
Maschile e Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Duale
Maschile e Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo - - - -

Plurale
Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo - () Neutro - ()

Il tema --. La declinazione del tutto regolare; da notare al dativo singolare i due --, uno del tema e uno della desinenza. Declinazione di , "dai bei grappoli" Singolare

Aggettivi della seconda classe

62

Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Neutro

Duale
Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Plurale
Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo () Neutro ()

Il tema -. Altro aggettivo , "dalle belle braccia" (tema alternante -/-, dal grado zero si ricava il singolare, dal grado medio il duale e il plurale), che si declina come il sostantivo da cui derivato , , tranne al genitivo singolare, in cui esce regolarmente .

Aggettivi a una uscita


In questi aggettivi le forme neutre si limitano solo all'accusativo singolare (uguale al nominativo) e ai casi retti del plurale (in -), ma comunque di uso raro. I temi possono essere: in --: , "instancabile" in nasale: , "senza ali" in gutturale: , "rapace" in liquida: , "mezzo belva" in labiale: , "idropico" in vocale: , "digiuno"; questi temi si mescolano talvolta a quelli in dentale, dando , , ecc. "apolide, senza patria" pu essere a una o due uscite (, ), ma la declinazione varia: pu essere in vocale (-, - ecc.) in dentale (-, - ecc.) e raramente pu seguire anche la declinazione di (, ecc.)

in dentale: , "povero"; i composti con - "corno" possono seguire sia la terza declinazione (- , - ) sia, per analogia, la declinazione attica (- , - ). La declinazione non presenta problemi.

Aggettivi della seconda classe

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Aggettivi irregolari
Alcuni aggettivi a tre uscite, molto frequenti, mostrano nei maschili e neutri una flessione alternante che segue ora la terza, ora la seconda declinazione con un ampliamento nel tema, comportandosi in quest'ultimo caso come un aggettivo della prima classe; il femminile segue regolarmente la prima declinazione, con il tema ampliato. Questi aggettivi sono , , e , , . Declinazione di , , "grande, importante": Singolare
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Duale
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

Plurale
Maschile Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Neutro

I temi sono - e, con ampliamento, -/-. Il primo, che segue la terza declinazione, si ritrova solo nei casi retti del maschile e neutro singolare; il secondo, che segue la prima e la seconda declinazione, forma tutto il resto della flessione, comportandosi come gli aggettivi della prima classe a tre uscite. Declinazione di , , "molto": Singolare

Aggettivi della seconda classe

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Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

Plurale
Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo

I temi sono - e, con ampliamento, -/-. Il primo, che segue la terza declinazione, si ritrova solo nei casi retti del maschile e neutro singolare; il secondo, che segue la prima e la seconda declinazione, forma tutto il resto della flessione, comportandosi come gli aggettivi della prima classe a tre uscite.

Note
[1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] L'opposizione in questo caso quella antica indoeuropea fra animato (maschile e femminile) e inanimato (neutro). Bottin, Quaglia, Marchiori, Il nuovo lingua greca, Minerva italica, 2002 Agnello, Orlando, Manuale del greco antico, Palumbo Agnello, Orlando, Manuale del greco antico, Palumbo Agnello, Orlando, Manuale del greco antico, Palumbo Agnello, Orlando, Manuale del greco antico, Palumbo Agnello, Orlando, Manuale del greco antico, Palumbo

Avverbi

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Avverbi
In greco antico, come anche in altre lingue, sono presenti gli avverbi, ovvero parti invariabili del discorso. In particolare, gli avverbi si dividono in varie categorie.

Formazione
Per quanto riguarda la formazione, gli avverbi possono essere o primitivi o derivati. Gli avverbi derivati si formano: dagli aggettivi, sostituendo all'uscita - del genitivo plurale il suffisso - (l'accento va sulla sillaba dove va al genitivo plurale). Sono questi gli avverbi di modo. Es. , "cattivo", genitivo plurale , avverbio , "male"; , "amico", genitivo plurale , avverbio , "amichevolmente"; , "lento", genitivo plurale , avverbio , "lentamente"; dagli aggettivi, usando l'accusativo neutro singolare o plurale (accusativo avverbiale). Es. , "grande", accusativo neutro singolare , avverbio , "grandemente"; , "molto", accusativo neutro plurale , avverbio , "spesso"; da nomi o aggettivi femminili, usando il dativo singolare (dativo strumentale) o l'accusativo singolare (accusativo avverbiale). Es. , "privato", dativo singolare femminile -, avverbio -, "privatamente"; , "principio", accusativo singolare , avverbio , "in principio"; da preposizione+nome; da un verbo; da temi nominali, aggettivali o verbali con dei suffissi (- come in , "per nome", dal tema - di , , "nome"; - come in "di nascosto", dal tema - di , "nascondere"; - come in , "vicino, quasi" dal tema - ad esempio di "avere"; - come in "senza combattere", dal tema - di , "battaglia") a) Gli avverbi aggettivali si formano dagli aggettivi, sia della prima sia della seconda classe, mediante la terminazione - (che in pratica si sostituisce alla terminazione - del G. plurale): Es. <cattivo> G. plurale avverbio , <male> <amico> G. plurale avverbio , <amichevolmente> <lento> G. plurale avverbio <lentamente> In greco qualsiasi aggettivo pu formare un avverbio aggettivale. Tali avverbi sono definiti anche qualificativi, in quanto, come gli aggettivi corrispondenti, esprimono una qualit o un modo; questa tuttavia non una loro prerogativa, perch esistono anche alcuni avverbi non aggettivali, bench in un numero piuttosto ridotto, che possano esprimere un modo. b) Gli altri avverbi greci, cio quelli non aggettivali, sono un insieme piuttosto eterogeneo per formazione e significato. Sono spesso definiti circostanziali in quanto la maggior parte di essi esprime non una qualit, bens una circostanza o una condizione (ma in alcuni casi anche un modo). Tra le categorie di significato da essi espresse possiamo ricordare: Luogo: , <qui>, , <l>, , <in alto>, , <gi>, , <dentro>, , <fuori>, , <dappertutto>, <altrove> ecc. Tempo: , <adesso>, <oggi>, , <sempre>, , <mai>, , <subito>, <spesso> ecc. Modo: , <di nascosto>, <sparsamente> Quantit o Misura: , , , <molto>, , <poco>, , <troppo> ecc. Affermazione e Negazione: (s), <davvero>, <nemmeno>, <niente affatto> ecc. Dubbio: <forse>, <probabilmente> ecc.

Avverbi

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Avverbi di modo formati da aggettivi


La loro formazione consiste nel sostituire il - del genitivo plurale di un aggettivo con un -. Esempi: da ,, da ,, (<* ) da , da ,

Si traducono con la locuzione "in modo" seguita dall'aggettivo di grado positivo oppure con l'avverbio corrispondente.

Avverbi costituiti da forme cristallizzate


Quest'altra tipologia di avverbi formata da quelle forme di aggettivi o pronomi cristallizzati in un solo caso. La traduzione varia ed comunque segnalata dal vocabolario. Esempi: = Insieme = Necessariamente = Da principio

Avverbi di quantit
Quest'altra categoria costituita da tutti quegli avverbi formati dagli accusativi neutri (singolari o plurali) dai pronomi o aggettivi indicanti quantit. La traduzione, anche qui, varia. Esempi: / da ,, = Molto da ,, = Per nulla

Avverbi suffissali
Questi avverbi sono formati da temi di sostantivi, verbi o pronimi con l'aggiunta di suffissi caratterizzanti. I suffissi sono: -, -, -()(per lo stato in luogo), -, -, - (per il moto a luogo), -(per il moto da luogo), -, -, -, (per il modo). Esempi: (dal tema di ) = vicino, quasi (dal tema di ) = al passo (da +) = senza combattere (dal tema di ) = in greco, alla greca () = in casa () = in casa () () = ad Atene () = verso Atene () = verso casa (, , ) = altrove () = da casa

Interiezioni

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Interiezioni
L'interiezione, che spesso si premette ai complementi esclamativi, esprime sentimenti di gioia, di dolore, di stupore, di orrore, ecc. A volte parola onomatopeica, cio imitante il suono che vuol riprodurre. Le interiezioni pi comuni sono:
Interiezione , Significato oh! o + nome (particella vocativa) coraggio! evviva! evo! tipico delle feste bacchiche lamento dolore lamento dolore gioia meraviglia gioia imitazione comica del gracidare delle rane imitazione comica del grugnito dei porci Note

, -, (spesso ripetuta) ahi! -, - , , - , , oh! ohi! ahi! ahim! oh! oh! oh! ah! ah! (onomatopeico) (onomatopeico)

da sottolineare che anche l' del vocativo un'interiezione (non esistono forme dell'articolo al vocativo). Come interiezioni sono pure usate alcune voci verbali, che hanno perduto il loro originario significato, quali:
Interiezioni - Significato bene! ecco!

, ', ors! via! , , ors! bene! ors! lvati!

Verbo

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Verbo
Il verbo greco, come in italiano, esprime la nozione di tempo (passato, presente e futuro), di persona (1, 2 e 3) e di numero; in particolare, oltre al numero singolare e plurale esso presenta anche il duale, limitato alla seconda e alla terza persona ( voi due, loro due) : esso si riferisce ad un concetto espresso da una coppia ( "due buoi arano, voi due fratelli giocate, etc."). Il verbo greco si articola inoltre nei vari modi, quali lindicativo, il congiuntivo, l'ottativo, l'imperativo, il participio, l'infinito ed esprime tre 'ditesi, distinte in attiva, media e passiva. Ma la differenza pi rilevante del verbo greco, rispetto a quello italiano la caratteristica dell'aspetto (o qualit) dell'azione, che la maniera in cui l'azione o la condizione espresa dal verbo viene vista da chi parla o da chi scrive. Esso ci indica se, indipendentemente dalla nozione di tempo , l'azione viene vista: nel suo svolgersi e nella sua continuit ( aspetto imperfettivo o durativo); nel suo valore assoluto, cio nel suo semplice accadere ( aspetto assoluto o puntuale); come gi conclusa nel passato, ma i cui effetti perdurano ancora nel momento in cui si parla o si scrive ( aspetto resultativo'-'stativo). Il presente, cos come l'imperfetto, esprime l'aspetto imperfettivo o durativo. Il greco presenta, infine, due coniugazioni : la coniugazione tematica dei verbi in -, detti cos dalla terminazione della prima persona singolare dell'indicativo presente attivo (-); la coniugazione atematica dei verbi in -, detti cos dalla terminazione della prima persona singolare del presente attivo ( -). Il verbo greco conosce quattro sistemi temporali fondamentali. A ognuno di essi associato un determinato aspetto verbale, o qualit dell'azione, in relazione alla sua durata o compiutezza. tali sistemi temporali sono: il presente, tema temporale che definisce un'azione non compiuta e durativa, con sfumature conative ("tentare di...") o iterative o di consuetudine; il futuro, che indica un'azione futura rispetto al momento della sua enunciazione; l'aoristo, che indica un'azione momentanea, colta nel momento finale del suo compiersi, senza alcuna conseguenza perdurante nel presente; il perfetto, che indica uno stato nel presente risultante da un'azione passata (azione di aspetto resultativo). A partire da questi quattro temi temporali, che costituiscono l'ossatura del paradigma del verbo greco, si formano tutti i tempi verbali del greco, che sono nel complesso sette: sul tema del presente, si formano due tempi: lo stesso presente, in tutti i suoi modi e l'w:imperfetto indicativoimperfetto indicativo, indicante un'azione durativa nel passato (e corrispondente in linea di massima all'imperfetto italiano), sul tema del futuro si forma il futuro semplice, in tutti i suoi modi; sul tema dell'aoristo si forma l'aoristo in tutti i suoi modi (esso corrisponde a due tempi italiani, passato remoto e trapassato remoto); sul tema del perfetto si formano tre tempi: il perfetto stesso, indicante uno stato presente derivante da azione passata; il piuccheperfetto, indicante uno stato passato derivante da un'azione ancora anteriore; il futuro esatto o futuro perfetto (solo impropriamente definito futuro anteriore), indicante lo stato futuro derivante da un'azione presente o futura. I tempi del perfetto, per la loro peculiare valenza, non hanno una e una sola corrispondenza con i tempi italiano, ma assumono diverse funzioni, tutte relative all'idea del risultato presente, passato o futuro, di un'azione precedente. I tempi del verbo greco si dividono in due categorie: i tempi principali, presente, futuro, perfetto, futuro esatto, che hanno valore di azione presente o futura, e assumono le desinenze primarie, caratterizzate dalla tipica finale;

Verbo i tempi storici, imperfetto indicativo, aoristo, piucchepperfetto indicativo, che articolano l'azione passata, e assumono due caratteristiche: 1) il prefisso verbale noto come aumento (ma solo nell'indicativo -vedi sotto); 2) le desinenze secondarie, che sono totalmente prive della tipica finale. La definizione che il filosofo Aristotele d del verbo che esso "esprime in aggiunta il tempo" ( ). Ci vero unicamente per il modo indicativo, non per gli altri modi del verbo greco, che indicano, per ogni tema temporale, solo la qualit dell'azione (la sua durata o compiutezza), e la sua modalit logica (reale, potenziale etc.). Il greco ha quattro modi finiti (gli stessi dell'indoeuropeo, ancora conservati in vedico), e due forme nominali. I modi finiti del verbo greco sono: l'indicativo, modo dell'azione reale, collocata nel tempo: l'unico modo dell'imperfetto e del piucchepperfetto, e il solo in cui l'aoristo assume l'aumento; il congiuntivo, modo dell'esortazione e della possibilit, in dipendenza da tempi principali - il congiuntivo di tutti i tempi ha sempre le desinenze primarie, ed trattato alla stregua di un tempo principale (ha valore prospettivo, quasi fra presente e futuro); l'ottativo, modo del desiderio e della possibilit, in dipendenza da tempi storici -l'ottativo di tutti i tempi ha sempre le desinenze secondarie ed trattato alla stregua di un tempo storico; l'imperativo, modo del comando. Accanto a questi modi ci sono poi le forme nominali dell'infinito, che ha la stessa valenza dell'infinito italiano e latino, e del participio, corrispondente al participio e al gerundio italiani. Non tutti i sistemi temporali si coniugano in tutti i modi. Uno sguardo d'insieme fornito dal seguente specchio riassuntivo: il presente ha l' indicativo, il congiuntivo, l' ottativo, l' imperativo, il participio, l' infinito; l' imperfetto ha solo l' indicativo; il futuro ha l' indicativo, l' ottativo, il participio e l' infinito; l' aoristo ha l' indicativo, il congiuntivo, l' ottativo, l' imperativo, il participio, l' infinito -assume caratteristiche di passato solo nell'indicativo; il perfetto ha l' indicativo, il congiuntivo, l' ottativo, l' imperativo, il participio, l' infinito; il piuccheperfetto ha solo l' indicativo; il futuro esatto ha l' indicativo, l' ottativo, il participio e l' infinito. Come nella flessione nominale, anche nella coniugazione dei verbi greci esistono tre numeri, singolare, duale e plurale. Il singolare e il plurale hanno le consuete tre persone nell'indicativo, nel congiuntivo e nell'ottativo, ma non nell'imperativo, che non ha le prime persone; il duale ha solo la seconda e la terza persona in tutti i quattro modi finiti. Il verbo greco ha tre diatesi (in questo, fra le lingue indoeuropee, eguagliato solo dal sanscrito), tutte flesse, nella maggior parte dei tempi, con desinenze proprie, ben distinte per ognuna di esse (al contrario di ci che avviene nelle moderne lingue europee occidentali). Queste forme o diatesi sono: l'attivo, che esprime l'azione compiuta dal soggetto; il medio, che esprime un'azione che avviene nella sfera di interesse o di pertinenza del soggetto -esso corrisponde ai vari usi del riflessivo della lingua italiana; il passivo, che esprime l'azione subita dal soggetto ad opera di un attore indicato da un complemento d'agente. Le tre forme del greco sono ben diversificate solo in due tempi: il futuro e l'aoristo. Negli altri tempi, presente, imperfetto, perfetto, piucchepperfetto e futuro esatto, il medio e il passivo coincidono, e sono distinguibili solo dal contesto sintattico della frase, in base alla presenza o meno del complemento d'agente. Attenzione: il medio del greco pu essere usato come riflessivo propriamente detto (verbo che indica un'azione che il soggetto compie su se stesso), ma per lo pi quest'ultima forma verbale chiaramente espressa con il verbo transitivo attivo che regge un pronome riflessivo, che spesso peraltro sottinteso.

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Verbo Altre funzioni del medio: Medio reciproco: corrisponde al riflessivo reciproco italiano; Medio dinamico: indica un'azione in cui il soggetto fortemente coinvolto, connotazione che la forma attiva non renderebbe; il medio dinamico di un verbo transitivo pu reggere l'accusativo, cio un compl. oggetto; Medio d'interesse: indica un'azione che il soggetto compie a proprio vantaggio: il medio di interesse di un verbo transitivo pu reggere l'accusativo, cio un compl. oggetto. Verbi deponenti e verbi semideponenti Come in latino, in sanscrito e in molte altre lingue antiche, alcuni verbi greci depongono la forma attiva e hanno solo la forma media, che ha per valore attivo: essi perci vengono definiti verbi deponenti medii. Ess.: , "combatto"; : "divengo, nasco, sono", alla 3 persona sing. e plur. vale "accade, accadono"; : "decido, voglio". Molti verbi greci sono deponenti in alcune forme, e regolari in altre: cos il verbo , "divengo, nasco, accado, sono", ha un perfetto , non deponente (simili paradigmi verbali vengono definiti semideponenti, poich depongono l'attivo solo in parte). Lo stesso verbo atematico , "sono, esisto", ha un futuro deponente: "sar".

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Presente
Premesse
Il presente dei verbi in - caratterizzato dall'inserzione, sulla radice verbale, di una vocale tematica, su cui a loro volta si inseriscono le terminazioni. Nella forma attiva: la vocale tematica si presenta come davanti a (anche se questa poi caduta) e , mentre si presenta come davanti a dentale ( e ); le desinenze principali (tipiche del presente indicativo e congiuntivo), della coniugazione tematica sono: singolare I, II, III pers., -, duale II e III pers. , plurale, I, II, III pers., , , () ; la desinenza della III pers. plur. si forma cos: *--; si assibila a creando il gruppo che si semplifica in ; caduta di e allungamento di compenso di : . le desinenze secondarie (tipiche in parte del presente ottativo) sono: singolare I, II, III pers., () -, duale II e III pers. , plurale, I, II, III pers., , , ; il suffisso del congiuntivo una vocale tematica allungata; il suffisso dell'ottativo tematico -()- (desinenze atipiche: prima persona singolare -, presa a prestito dai verbi atematici, in sostituzione dell'antica desinenza -, divenuta poco riconoscibile); l'imperativo manca delle prime persone, non ha desinenza nella seconda singolare, ha le seconde persone duali e plurali con le stesse desinenze dell'indicativo; le terze persone di tutti e tre i numeri sono caratterizzate dall'elemento : - - -. Nella forma medio-passiva: la vocale tematica, il suffisso del congiuntivo, il suffisso dell'ottativo sono gli stessi che si trovano nella forma attiva;

Presente le desinenze principali (tipiche del presente indicativo e congiuntivo), della coniugazione tematica sono: singolare I, II, III pers., , duale II e III pers. , plurale, I, II, III pers., , , ; le desinenze secondarie (tipiche del presente ottativo) sono: singolare I, II, III pers., , duale II e III pers. , plurale, I, II, III pers., , , ; l'imperativo, sempre mancante delle prime persone, ha desinenze secondarie nelle seconde persone singolare duale e plurale ; le terze persone di tutti e tre i numeri sono caratterizzate dall'elemento : - -. le desinenze () () si contraggono sistematicamente con le vocali tematiche; solo nell'ottativo () si appoggia al suffisso modale senza contrarsi.

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Paradigma del presente tematico attivo e passivo


Fatte queste premesse, il paradigma tipico dei modi finiti del presente di un verbo in si coniuga secondo l'esempio del verbo , "sciogliere":
Declinazione del participio presente 1. Participio presente attivo Il participio presente segue la terza declinazione dei temi in - nel maschile e nel neutro, mentre si conforma alla prima declinazione in alfa impuro breve nel femminile. In tutto il paradigma, vocativo e nominativo sono identici.

Singolare:

nom. masch. femm. neu. gen. masch. femm. u neu. . dat. masch. femm. neu. acc. masch. femm. neu. nom. masch. femm. neu. gen. masch. femm. neu. . dat. masch. femm. neu. acc. masch. femm. neu. nom. masch. femm. neu. gen. masch. femm. neu. . dat. masch. femm. neu. acc. masch. femm. neu.

Duale:

Plurale:

2. Participio presente medio-passivo

Presente

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Il participio presente medio passivo un semplice aggettivo di I classe, che segue la II declinazione nel maschile e nel neutro, e la I declinazione in alfa impura lunga nel femminile. Nella declinazione, il vocativo distinto dal nominativo solo nel singolare maschile:

Singolare:

Nom. masch. femm. neu. Gen. masch. femm. neu. Dat. masch. femm. neu. Acc. masch. femm. neu. Voc. masch. femm. neu. Nom. masch. femm. neu. Gen. masch. femm. neu. Dat. masch. femm. neu. Acc. masch. femm. neu. Nom. masch. femm. neu. Gen. masch. femm. neu. Dat. masch. femm. neu. Acc. masch. femm. neu.

Duale:

Plurale:

Il participio si concorda in genere, numero e caso col nome a cui si riferisce, se usato come participio congiunto o come attributo; pu essere sostantivato mediante l'articolo. L'attivo pu venire tradotto come participio attivo o gerundio attivo; il medio passivo come participio passivo, gerundio passivo o gerundio riflessivo.

Coniugazione attiva
Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:


Infinito participio masch. femm. neu.

Coniugazione medio-passiva

Presente

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Indicativo 1 singolare

Congiuntivo

Ottativo -

Imperativo

2 singolare oppure 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale

()

Il participio e l'infinito mediopassivi hanno le seguenti forme:


Infinito participio

masch. femm. neu.

Usi dei modi finiti del presente


L'indicativo del presente del verbo greco si pu tradurre con il nostro presente o con una perifrasi formata dal verbo "stare" + il gerundio -solo l'indicativo ha sempre effettiva valenza di tempo presente. Il congiuntivo greco corrisponde per lo pi al congiuntivo italiano; l'ottativo corrisponde al condizionale, ma talvolta anche al congiuntivo, o a perifrasi col verbo volere e potere l'imperativo presente greco usato in tutto e per tutto come quello italiano.

Verbi composti
Esistono inoltre alcuni verbi composti da preposizioni proprie ed altri verbi. Le preposizioni, seguite dai verbi, possono subire dei cambiamenti: Se la preposizione termina per vocale e il verbo inizia per consonante, non ci saranno modifiche. (Eccezione: nei composti dei verbi inizianti per -, questa si raddoppia) [Es. -] Se la preposizione termina per vocale e il verbo inizia per vocale si elide l'ultima vocale della preposizione, a meno che questa non sia o , che non la elidono, oppure , che pu fonderla con una successiva dando come risultato ; inoltre, se il verbo presenta spirito aspro, la consonante della preposizione si trasforma nell'aspirata corrispondente. [Es. - ; - ] Se la preposizione termina per consonante e il verbo inizia per vocale, non ci saranno modifiche. (Eccezione: diventa ) [Es. ] Se la preposizione termina per consonante e il verbo inizia per consonante ci saranno alcune modifiche: le preposizioni terminanti in - cambiano la nasale in - davanti a labiale (,,) e, graficamente, in - nasale davanti a gutturale (,,); inoltre nella preposizione , il - si modifica in - davanti a -, cade davanti a - +consonante e diventa - davanti a -; la preposizione rimane tale.

Imperfetto

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Imperfetto
L'imperfetto un tempo storico derivato dal tema del presente. Si forma aggiungendo al tema del presente l'aumento, una particella che in origine era un avverbio con valore temporale (significato: una volta), che -, e le desinenze secondarie o storiche. Si coniuga solo al modo indicativo.

L'aumento
Per i temi inizianti in consonante si prepone al tema l'aumento sillabico (che consiste nel dare al verbo una sillaba in pi), - Es. > Invece per i temi inizianti per vocale si ha l' aumento temporale della vocale (che consiste nell'aumentare la quantit della vocale iniziale). I tipi di aumento sono vari in base alla vocale iniziale: > [Es. > ] / > [Es. > ; > ] > [Es. > ] > [Es. > ] > , [Es. - > , ] > , [Es. > , ] > [Es. > ] > [Es. - > ] > [Es. > ] > [Es. > ] > [Es. > ] > [Es. > ] > [Es. > ]

Particolarit dell'aumento
Ci sono alcune particolarit riguardo la formazione dell'imperfetto, spiegate di seguito. I verbi inizianti in - la raddoppiano prima dell'aumento.[Es. > ] Ci accade perch in origine tali verbi iniziavano per spirante (-, -, -, j-) che si assimila al --, facendolo raddoppiare. Alcuni verbi che iniziano con hanno l'aumento in --. Di seguito sono elencati tutti i 9 verbi: > > > > > > > > >

Questo accaduto perch in origine il T.V. iniziava in --, --, --. L'aumento posto prima delle spiranti, ha subito contrazione dopo la caduta delle consonanti con l' del tema verbale. (Es. T.V. */ > * > impf * > * > (+>))

Imperfetto In alcuni verbi inizianti per -, si avuto un aumento in - che, dopo la caduta del intervocalico ha subito la metatesi quantitativa (scambio di quantit) con la vocale successiva. Questi verbi sono: > (<*) - > (<*) > (<*) Inoltre alcuni verbi presentano sia l'aumento in - che quello in -, si pensa per analogia con il verbo / . Questi verbi sono: / > / > / > / > /

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In pi ci sono alcuni verbi, inizianti per + vocale che, regolarmente, hanno l'aumento in + vocale invariata con seguente metatesi quantitativa, e cio + vocale aumentata. [Es. > (<*)]

Aumento nei verbi composti


Nei verbi composti l'aumento viene interposto tra l'ultima preposizione ed il verbo. [Ess. > ; > ] I verbi semplici con aumenti particolari, li conservano nei vari composti. [Es. > ] Ci saranno inoltre modifiche alle preposizioni: le preposizioni terminanti in vocale, la perdono (ad eccezione di e e , che la fonde con un eventuale aumento sillabico dando origine a ); le preposizioni che hanno subito modifiche nel presente, riprendono la loro forma originaria (a meno che tale modifica non sia stata provocata da uno spirito aspro, in tal caso persiste); la proposizione diventa in quanto viene a trovarsi davanti a vocale. In pi, alcuni verbi composti, sentiti dai parlanti come semplici, prendono l'aumento prima della preposizione. [Es. > ] Pochi altri verbi composti, segnalati sul vocabolario, prendono un doppio aumento, il primo davanti alla preposizione ed il secondo davanti al verbo. [Es. > ]

Flessione
Qui di seguito diamo la flessione dell'imperfetto del verbo , che non presenta variazioni
Indicativo attivo Indicativo medio-passivo 1 singolare - 2 singolare - 3 singolare - 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale - - - - - - - * - - - - - -

Imperfetto La seconda persona singolare, , deriva da -- con caduta del -- intervocalico e contrazione di ed in .

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Verbi contratti
I verbi contratti
Un gruppo abbastanza numeroso di verbi appartenenti alla 1a coniugazione caratterizzato dal fatto che il tema del presente termina in vocale. Ci determina delle conseguenze nella coniugazione dei tempi derivati dal presente (cio del presente stesso e dell'imperfetto). Ricorda infatti che tutte le desinenze di questi due tempi iniziano in vocale. Da tenere presente che le vocali e seguite da vocale rimangono invariate e non determinano contrazione. Inoltre i temi del presente della prima coniugazione non terminano mai in e . Di conseguenza i verbi interessati a questo discorso sono quelli il cui tema del presente termina in , oppure . Le normali regole della contrazione si applicano in tutti i casi, escluse le seguenti eccezioni: l'infinito presente attivo dei verbi in -, la cui desinenza, nella forma contratta, - anzich -; si tratta di un'eccezione solo apparente: nella desinenza - dell'infinito presente - non un vero dittongo, ma una forma grafica per indicare la vocale e chiusa lunga; di conseguenza, secondo norma, suono a seguito da suono e produce come risultato una ; Alcuni verbi in - contraggono in anzich in in tutti i casi in cui la desinenza inizia in ; essi sono: = io vivo = io gratto = io sfrego = io uso = io do responsi = io raschio = io ho sete = io ho fame

Le forme dei verbi in - caratterizzati da tema del presente monosillabico sono contratte soltanto nei casi in cui la desinenza inizia in ; di conseguenza, per esempio, la prima persona plurale del presente attivo del verbo , = io navigo, sar e non , mentre la seconda persona plurale sar regolarmente . Sul piano pratico accade che alcune forme contratte, pur derivando da forme non contratte differenti, risultino identiche e possano quindi assumere valenze morfologiche diverse e identificabili solo in base al contesto. Per es. le prime 3 persone singolari del presente dei verbi in - e in -, sia nell'attivo che nel medio-passivo, sono identiche nell'indicativo e nel congiuntivo. Da tenere presente che il fenomeno della contrazione si verific gradualmente nella storia della lingua greca. questo il motivo per cui nei testi omerici e, di conseguenza, nei testi poetici, spesso si incontrano forme non contratte. Cfr. per esempio il v. 627 del libro V dell'Iliade: Cos quelli si affaticavano nella violenta battaglia D'altra parte anche nel dialetto ionico di Erodoto la contrazione assente oppure ha dato luogo a esiti diversi rispetto all'attico. Cfr. per es. Storie I, 1: ... ... ... questo luogo che anche ora abitano ...

Verbi contratti Infine una precisazione opportuna: nei dizionari e nelle grammatiche il lemma dei verbi contratti sempre costituito dalla 1a persona singolare del presente indicativo nella forma non contratta (es. , , ). Questo ha lo scopo di mettere lo studente nella possibilit di prevedere, sulla base della vocale tematica, l'insieme delle varie desinenze che la forma verbale potr assumere nel corso della coniugazione. I verbi contratti si dividono in tre sottoclassi: i verbi in - i verbi in -, i verbi in -. Verbi in -: l'esempio di : "onorare":
Indicativo attivo 1 sing. 2 sing. 3 sing. 2 duale 3 duale 1 plur. 2 plur. 3 plur. Congiuntivo attivo Ottativo attivo Imperativo attivo Indicativo medio Congiuntivo medio Ottativo medio Imperativo medio

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oppure oppure oppure

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:


Infinito attivo participio attivo infinito medio participio medio masch. femm. neu.

masch. femm. neu.

Verbi in -: l'esempio di : "amare".


Indicativo attivo 1 sing. 2 sing. 3 sing. 2 duale 3 duale 1 plur. 2 plur. Congiuntivo attivo Ottativo attivo Imperativo attivo Indicativo medio Congiuntivo medio Ottativo medio Imperativo medio

oppure oppure oppure

Verbi contratti

78

3 plur.

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:


Infinito attivo participio attivo infinito medio participio medio masch. femm. neu.

masch. femm. neu.

Verbi in -: l'esempio di : "dimostrare".


Indicativo attivo 1 sing. 2 sing. 3 sing. Congiuntivo attivo Ottativo attivo Imperativo attivo Indicativo medio Congiuntivo medio Ottativo medio Imperativo medio

oppure oppure oppure

2 duale 3 duale 1 plur. 2 plur. 3 plur.

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:


Infinito attivo participio attivo infinito medio participio medio masch. femm. neu.

masch. femm. neu.

Aoristo

79

Aoristo
Caratteristiche generali dell'aoristo greco
L'aoristo (dal greco "tempo indefinito") uno dei tre temi temporali fondamentali del verbo greco. Esso, come suggerisce il nome, non ha connotazione temporale, ed esprime solo l'aspetto dell'azione, cio un'azione "puntuale", compiuta, colta nel momento in cui si svolge, circoscritta sulla linea temporale; non necessario che sia istantanea, "puntuale" significa che vista nella sua totalit, quindi delimitata da un inizio e una fine, quindi pu anche essere considerata come un segmento di retta sulla linea temporale. L'aoristo ha tutti e sei i modi del verbo greco. Assume l'aumento, e il significato di passato remoto[1], solo nell'indicativo. Gli altri modi, imperativo compreso, indicano solo l'azione puntuale, senza alcun riferimento al passato. Il participio aoristo greco di tutte le forme e tipologie si traduce in genere come un gerundio passato[2]; unito al verbo "avere", in posizione predicativa, forma una perifrasi in tutto e per tutto equivalente al passato prossimo italiano: es. "ho sciolto", "ho tentato". Tale perifrasi gi prefigurata nel dialetto omerico, ed presente nei classici del V secolo, come Sofocle. L'aoristo greco distingue nettamente il tema delle forme attiva e media da quello della forma passiva.

Aoristo attivo e medio


L'aoristo greco eredita in tutto e per tutto dall'indoeuropeo le tre forme di aoristo originarie, perfettamente corrispondenti alle forme dell'aoristo vedico e sanscrito: L'aoristo I o debole o sigmatico, cos chiamato per il suo suffisso --. Nei verbi col tema in consonante nasale e liquida il sigma cade lasciando solo il suffisso -- e provocando aumento di compenso della vocale radicale; questa forma senza sigma detta asigmatica. L'aoristo II o forte o tematico, che si forma sulla radice verbale al grado debole dell'apofonia, inserendo fra radice e desinenza le vocali tematiche --, --. L'aoristo III o fortissimo o atematico, formazione propria di alcuni verbi anomali, coniugata aggiungendo alla radice verbale le desinenze senza intermediazione di suffisso o vocale tematica. La distinzione fra aoristo debole, forte e fortissimo si deve agli studiosi tedeschi che hanno sistematizzato la grammatica greca nell'800: in tedesco i verbi regolari sono detti deboli, mentre quelli irregolari sono detti forti, e cos, per analogia, l'aoristo formato sul tema del presente (cio "regolare") stato detto debole, mentre quelli formati su un tema diverso (e quindi "irregolari") sono stati detti forte e fortissimo.

Struttura dell'aoristo debole


L'aoristo debole greco caratterizzato dal suffisso --, che deriva da m con la sonante m dell'indoeuropeo vocalizzatasi in . La forma sigmatica propria dei temi in consonante muta, in vocale e dittongo. Il suffisso -- d luogo a mutamenti fonetici: allunga la vocale finale di radice dei verbi in vocale semplice, tranne quelle di alcuni verbi, come , che fanno eccezione; si fonde graficamente con le labiali finali di radice in , con le gutturali in e fa cadere le dentali; davanti a consonante liquida o nasale perde il sigma, provocando allungamento di compenso della vocale radicale. All'ottativo attivo, nella 2a e 3a persona singolare e nella 3a plurale, le forme alternative sono dette eoliche. Struttura morfemica dell'aoristo sigmatico
Aumento sillabico Radice verbale suffisso temporale Terminazione (III pers. plur.)

Aoristo

80
- - -

La forma asigmatica propria dei temi in consonante liquida e nasale, tranne e ; essa, come abbiamo detto, caratterizzata dal suffisso . struttura morfemica dell'aoristo asigmatico
Aumento sillabico Radice verbale al grado allungato suffisso temporale Terminazione (III pers. plur.) - --

Esempi di paradigmi di aoristi deboli 1. Aoristo debole sigmatico attivo e medio di , "sciogliere"
Indicativo attivo 1 sing. 2 sing. 3 sing. Congiuntivo attivo Ottativo attivo Imperativo attivo Indicativo medio Congiuntivo medio Ottativo medio Imperativo medio

() ()

(< *)

(< *)

2 duale 3 duale 1 plur. 2 plur. 3 plur.

()

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:


Infinito attivo 'Participio attivo Infinito medio Participio medio masch. femm. neu.

masch. femm. neu.

Il participio aoristo debole attivo sigmatico maschile e neutro ha il tema -- (il maschile singolare, sigmatico, fa cadere -- davanti a sigma allungando per compenso --, mentre il neutro mostra il puro tema con caduta di --; in entrambi il genitivo -) mentre il femminile segue la I declinazione in alfa impuro breve (come ). 2. Aoristo debole asigmatico di , "mostrare"

Aoristo

81

Indicativo attivo 1 sing. 2 sing. 3 sing.

Congiuntivo attivo

Ottativo attivo -

Imperativo attivo

Indicativo medio

Congiuntivo medio

Ottativo medio

Imperativo medio

() ()

(< *)

2 duale 3 duale 1 plur. 2 plur. 3 plur.

()

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:


Infinito attivo Participio attivo Infinito medio Participio medio masch. femm. neu.

masch. femm. neu.

Il participio aoristo debole attivo asigmatico maschile e neutro ha il tema -- (il maschile singolare, sigmatico, fa cadere -- davanti a sigma allungando per compenso --, mentre il neutro mostra il puro tema con caduta di --; in entrambi il genitivo -) mentre il femminile segue la I declinazione in alfa impuro breve (come ).

Struttura dell'aoristo forte


L'aoristo forte ha come caratteristica la semplice vocale tematica. Esso, formalmente, somiglia all'imperfetto, con una differenza sostanziale: si forma sulla radice verbale, e non sul tema del presente; spesso, inoltre la radice verbale assume l'apofonia al grado debole. A distinguere l'aoristo forte dall'imperfetto, dunque non tanto la desinenza, quanto piuttosto la struttura che il tema verbale assume. Come esempio di paradigma caratterizzato da apofonia, possiamo prendere in considerazione quello del verbo "lasciare", la cui radice al grado zero . Per comprendere la natura dei procedimenti morfologici alla base della formazione dell'aoristo forte, sar opportuno confrontare le strutture morfemiche dell'imperfetto e dell'aoristo di : Struttura morfemica dell'imperfetto , "io lasciavo":
Aumento sillabico Radice verbale (grado normale) Vocale tematica Terminazione - - -

Struttura morfemica dell'aoristo forte , "io lasciai":


Aumento sillabico Radice verbale (grado zero) Vocale tematica Terminazione - - -

Aoristo forte attivo e medio di , "lasciare"

Aoristo

82

Indicativo attivo 1 sing. 2 sing. 3 sing. 2 duale 3 duale 1 plur. 2 plur. 3 plur.

Congiuntivo attivo

Ottativo attivo -

Imperativo attivo

Indicativo medio

Congiuntivo medio

Ottativo medio

Imperativo medio

(<*)

(<*)

Infinito attivo

participio attivo

infinito medio

participio medio masch. femm. neu.

masch. femm. neu.

Il participio aoristo forte attivo maschile e neutro ha il tema -- (il maschile singolare fa cadere -- e allunga per apofonia -- in --, mentre il neutro mostra il puro tema con caduta di --; in entrambi il genitivo -) mentre il femminile segue la I declinazione in alfa impuro breve (come ). L'aoristo forte d luogo talora a paradigmi anomali o difettivi. Ad eccezione di , i seguenti sono i cosiddetti "verbi politematici": "vidi" (tema --) viene fatto ricondurre al verbo difettivo "vedere" "dissi" (tema --) viene fatto ricondurre al verbo difettivo "dire" "venni, andai" (tema -) viene fatto ricondurre al verbo difettivo "andare, venire" "portai" (tema -) viene fatto ricondurre al verbo difettivo "portare" "corsi" viene fatto ricondurre al verbo difettivo "correre" "mangiai" viene fatto ricondurre al verbo difettivo "mangiare" "presi" (tema -) viene fatto ricondurre al verbo difettivo "prendere" "udii" ha forme di imperativo atematiche: "ascolta"

cinque aoristi conservano imperativi arcaici con l'accento sull'ultima sillaba: "vidi" (utilizzato come aoristo di "vedere"), imperativo - "vedi"; "presi", da "prendo", imperativo: "prendi"; (o ) "presi", da "trovo", imperativo "trova"; "andai, venni" (utilizzato come aoristo di "andare, venire"), imperativo: "va', vieni"; "dissi" (utilizzato come aoristo di "dire"), imperativo: - "di' ".

Alcuni aoristi forti hanno la radice raddoppiata, oltre che aumentata: ess.: dal verbo "condurre", radice (cfr. latino ago "condurre"), tema dell'aoristo , per cui: ; dalla radice di un verbo di dire si ha l'aoristo senza presente , in Omero , da * F F. (tema dell'aoristo -), radice -/-/- (l'aoristo si forma dal grado zero), utilizzato come aoristo di "portare".

Aoristo

83

Struttura dell'aoristo fortissimo


L'aoristo fortissimo un tipo estremamente arcaico di preterito. Esso si forma unendo le desinenze direttamente sulla radice, e per questo detto atematico. Anche nei modi diversi dall'indicativo ha suffissi caratteristici dei verbi atematici. Pochi verbi greci, estremamente conservativi, lo possiedono. Alcune forme di aoristo fortissimo sono prive di presente (ad esempio l'aoristo atematico , dalla radice -/-[3], sulla quale stato ricostruito il presente solo in et bizantina, ma non attestato nel greco classico). Questo tipo di aoristo peculiare di pochi verbi il cui tema termina in vocale, che sempre lunga o perch tale anche nel tema verbale (es. "io conobbi", da , tema verbale -) o perch costituisce il grado allungato di un tema apofonico (es. "io andai", da , tema verbale -/-). La vocale lunga si mantiene tale in tutta la coniugazione ad eccezione dei casi previsti dalla legge di Osthoff. Questo aoristo ha solo la forma attiva ed ha significato intransitivo; dalle stesse radici si pu formare l'aoristo primo con valore transitivo: "andai", "feci andare", "feci andare per me". Struttura morfemica dell'aoristo forte , "io conobbi":
Aumento sillabico Radice verbale Terminazione --

Aoristo fortissimo di , "conoscere"


Indicativo Congiuntivo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale Ottativo Imperativo

() () () () () ()

Infinito

Participio

masch. femm. neu.

I participio dell'aoristo III segue al maschile e neutro la terza declinazione con il tema --, aggiunto alla radice abbreviata secondo la legge di Osthoff (* > , *- > -, ecc.); il maschile, sigmatico, fa cadere davanti a sigma il gruppo -- e allunga per compenso la vocale radicale, il neutro mostra il puro tema con caduta di --, e in entrambi il genitivo e in -. Il femminile si forma come negli aggettivi della seconda classe a tre uscite con il suffisso -j aggiunto al tema maschile/neutro (per : *-j > *j > * > * > ) e segue la prima declinazione in alfa impuro breve. L'ottativo del duale e del plurale, oltre a formarsi con la caratteristica -- propria di questo modo al grado zero, pu utilizzare come tema la terza persona singolare, che, non avendo desinenza, stata sentita dai Greci come puro tema e quindi utilizzata anche per il resto della coniugazione dell'ottativo; queste forme sono messe fra parentesi. Struttura morfemica dell'aoristo forte , "io andai":
Aumento sillabico Radice verbale Terminazione --

Aoristo Aoristo fortissimo di , "andare"


Indicativo Congiuntivo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale Ottativo Imperativo

84

() () () () () ()

Infinito

Participio masch. femm. neu.

Una forma particolare di aoristo fortissimo: l'aoristo cappatico L'aoristo cappatico quello che caratterizza tre dei verbi in - che hanno il raddoppiamento nel tema del presente e cio "porre", "dare" e "mandare" (il quarto "collocare" che ha il normale aoristo atematico se intransitivo oppure l'aoristo debole se transitivo). Si chiama cappatico perch nelle tre persone singolari dell'indicativo attivo viene inserito un -- di ampliamento al tema verbale. Le terminazioni al singolare attivo sono perci -, -, -(), modellate per analogia con il perfetto. Per quanto riguarda i gradi apofonici, si osserva la seguente distribuzione: grado allungato (-, -, -): singolare dell'indicativo attivo, tutto il congiuntivo (si fonde con la regolare vocale congiuntiva allungata); grado breve (-, -, -): plurale e duale dell'indicativo attivo, indicativo medio, tutto l'ottativo (si unisce all'interfisso caratteristico --/-- creando dittongo), tutto l'imperativo, tutto l'infinito. Per quanto riguarda l'aumento di , occorre tenere a mente che la radice j-/j-, che diventa -/- per caduta dello jod; al grado lungo avremo quindi .j- > .- > -, mentre al grado breve .j- > .- > -. Da notare che i suoi congiuntivo, ottativo e infinito attivi corrispondono a quelli di - con l'aggiunta dello spirito aspro. Struttura morfemica dell'aoristo cappatico , "io diedi":
Aumento sillabico Radice verbale Ampliamento caratteristico Terminazione ---

Aoristo cappatico di , "dare"

Aoristo

85

Indicativo attivo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale

Congiuntivo attivo

Ottativo attivo -

Imperativo attivo

Indicativo medio

Congiuntivo medio

Ottativo medio -

Imperativo medio

(< *)

(< *) (< *)

(< *)

() () () () ()

3 duale

1 plurale

2 plurale

3 plurale

()

()

Infinito attivo

Participio attivo

Infinito medio

Participio medio masch. femm. neu.

masch. femm. neu.

Struttura morfemica dell'aoristo cappatico , "io posi":


Aumento sillabico Radice verbale Ampliamento caratteristico Terminazione ---

Aoristo cappatico di , "porre"


Indicativo attivo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale Congiuntivo attivo Ottativo attivo Imperativo attivo Indicativo medio Congiuntivo medio Ottativo medio Imperativo medio

(< *)

(< *)

(< *)

(< * )

() () () () ()

3 duale

1 plurale

2 plurale

3 plurale

( )

( )

Aoristo

86
Infinito attivo Participio attivo Infinito medio Participio medio masch. femm. neu.

masch. femm. neu.

Struttura morfemica dell'aoristo cappatico , "io mandai":


Aumento sillabico + radice verbale Ampliamento caratteristico Terminazione - (< *-j-) --

Aoristo cappatico di , "mandare"


Indicativo attivo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale Congiuntivo attivo Ottativo attivo Imperativo attivo Indicativo medio Congiuntivo medio Ottativo medio Imperativo medio

(< *)

(< *) (< *)

() () () () ()

3 duale

1 plurale

2 plurale 3 plurale

()

()

Infinito attivo

Participio attivo

Infinito medio

Participio medio masch. femm. neu.

masch. femm. neu.

Aoristo passivo
Giacch come si gi detto l'aoristo distingue la diatesi media da quella passiva, per quest'ultima esiste una forma a parte di aoristo. Esso si divide in: aoristo passivo debole o primo, proprio dei temi in vocale, dittongo, la maggior parte dei temi in consonante muta e pochi temi in liquida e nasale, soprattutto apofonici; si distingue per il suffisso -- a cui si aggiungono le desinenze dell'aoristo atematico. I temi in vocale allungano la vocale finale ( puro > lungo; impuro > ).
Aumento Radice Interfisso caratteristico Terminazione ---

aoristo passivo forte o secondo, proprio dei temi in consonante, prevalentemente liquida e nasale ma anche alcuni in consonante muta. La sua caratteristica il suffisso --, meno riconoscibile, cui si aggiungono, ancora una volta, le terminazioni dell'aoristo atematico.
Aumento Radice Interfisso caratteristico Terminazione ---

Aoristo Circa una trentina di verbi in liquida, nasale e consonante muta presentano regolarmente sia forme di aoristo debole che di aoristo forte; ci vale anche per una quindicina di verbi apofonici, che formano i rispettivi aoristi passivi dal grado richiesto da ciascuno (debole = grado medio; forte = grado ridotto). Aoristo passivo debole Nell'aoristo passivo debole, a causa dell'aspirata -- del suffisso, i temi in labiale e velare si cambiano nell'aspirata corrispondente: > (da *-); > (da *--) Le dentali mutano in davanti a : > (da -). Attenzione a non confondere queste forme con quelle di alcuni temi in vocale che ripristinano un che nel tema verbale ma caduto al presente: > . Per quanto riguarda i temi apofonici, l'aoristo debole utilizza solitamente il grado medio (es. < -/-/- da ). Invece, i temi con apofonia del genere / si trovano al grado allungato (). Coniugazione dell'aoristo passivo primo o debole: , "vincere".
Indicativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale Infinito Participio , , Congiuntivo Ottativo Imperativo

87

()

Aoristo passivo forte Sulla formazione dell'aoristo passivo forte c' solo da precisare che i temi apofonici usano il grado zero. Coniugazione dell'aoristo passivo secondo o forte: , "mostrare".
Indicativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale Infinito Participio , , Congiuntivo Ottativo Imperativo

()

Aoristo

88

Note
[1] La prassi scolastica richiede di tradurlo sempre con il passato remoto, ma questo risponde solo a necessit pratiche; in realt, l'aoristo indicativo esprime un'azione puntuale nel passato, e lo stesso concetto viene espresso, oltre che dal passato remoto, anche dal passato prossimo, dal trapassato prossimo e dal trapassato remoto italiani. Questo dipende dal fatto che il sistema verbale italiano, figlio di quello latino, privilegia una successione gerarchica sulla scala temporale, individuando ogni azione in sequenza, mentre il greco sottolinea di pi l'aspetto dell'azione rispetto alla precisa individuazione in sequenza delle azioni esprimendo il concetto di tempo in modo assoluto, prendendo quindi ogni azione senza metterla in relazione temporale con le altre, e per questo il suo sistema verbale offre un solo passato momentaneo. [2] Propriamente non indica anteriorit, dal momento che il greco propone il tempo verbale in modo assoluto, cio senza relazionare temporalmente le azioni le une con le altre, ma la logica dell'enunciato che suggerisce di porre l'azione espressa dal participio aoristo prima di quella espressa dal verbo di modo finito della principale. [3] La stessa radice, che indica l'idea di portare/sopportare/sollevare, si trova anche nel verbo latino tollo e nella coniugazione di fero, il cui perfetto tuli e il supino latum (< *tlatum); in greco troviamo inoltre l'aggettivo , , "sventurato, infelice".

Perfetto e piuccheperfetto
Il raddoppiamento
Il raddoppiamento la caratteristica peculiare del perfetto; esso consiste, nella sua forma pi semplice, nel raddoppiamento, appunto, della consonante iniziale di una radice seguita dalla vocale : dal tema - di avremo quindi -, che appunto il tema del perfetto di questo verbo; questo raddoppiamento detto raddoppiamento normale. Diversamente dall'aumento, il raddoppiamento parte integrante del tema del perfetto e lo si trover quindi in tutti i modi. Poich il raddoppiamento la caratteristica principale del perfetto occorre soffermarsi sulle sue particolarit. Temi in consonante I temi in consonante hanno solitamente il raddoppiamento normale; alcuni temi, tuttavia, hanno il cosiddetto raddoppiamento vocalico che consiste nel premettere - al tema verbale ( in sostanza uguale all'aumento sillabico). Questi verbi sono: quelli inizianti in consonante doppia (, , ) e quelli inizianti con due o pi consonanti. A quest'ultimo gruppo fanno eccezione i temi che presentano il gruppomuta + liquida o nasale ( > -) tranne i temi in -( > ), (> ) e (> ); quelli in -, che presentano lo stesso fenomeno osservato nell'aumento, ossia dopo - si raddoppia il rho ( > ). In base alla legge di Grassmann, i temi che iniziano per aspirata formano il raddoppiamento con il valore sordo del loro gruppo; sar quindi -> , -> , -> ( > , > , > , ecc.). Temi in vocale I temi che iniziano per vocale, non potendo avere un vero raddoppiamento, ricorrono all'aumento temporale, con le stesse regole viste per l'imperfetto e l'aoristo, trattato come raddoppiamento. Alcuni verbi che cominciano per , , hanno forme di raddoppiamento attico. Queste, che come si pu dedurre dalla denominazione sono tipiche del dialetto attico, bench sporadicamente presenti anche in Omero, consistono nella ripetizione delle prime due lettere del tema con allungamento della seconda vocale: -> (t.v. -), -> (t.v. -). Il verbo ha un perfetto forte accanto a quello debole , con raddoppiamento attico. Il tema apofonico e presenta nel primo esempio il grado forte con l'aumento ( < ) preceduto dal grado zero dell'apofonia (-).

Perfetto e piuccheperfetto

89

Il perfetto
Il perfetto uno dei quattro tempi principali del verbo greco che concorre a formare la voce del paradigma verbale. A differenza del perfetto latino, il perfetto greco considerato un tempo principale e si deduce dal fatto che nella sua formazione, all'indicativo, vengano utilizzate le desinenze principali. Aspetto verbale del perfetto Dal punto di vista aspettuale il perfetto pu pu avere due valori: Valore stativo: proprio dei perfetti di formazione pi antica, che sono intransitivi e si traducono col presente, dal momento che rimarcano una situazione permanente nel presente come conseguenza di un'azione compiuta. "genero" > , "sono [per natura]" (perch "sono stato generato", "sono nato"); "morire" > "sono morto" (= "mi trovo ora ad essere morto perch precedentemente ho perso la vita") Esiste una certa quantit di verbi che si rendono in italiano cos, e i pi comuni sono riportati, in ordine alfabetico, qui sotto. (pf. debole e atematico), "temo", da , "so", da , "sono sveglio", da "sveglio"(trans.) , "sono solito", da (cfr. , "costume, abitudine", equiv. al latino mos) , "sono simile", privo di presente , "possiedo", da "acquisto" , "ricordo", da (dalla radice --/--/-- "vedere"), "so" (perch, letteralmente, "ho visto, sono stato testimone") , "confido", da (cfr. aoristo forte con lo stesso significato) , "sono per natura, per indole", da "genero" , "sono fiorito (adesso)", da "fiorire" Valore resultativo: proprio dei perfetti di formazione recente, che hanno valore transitivo e si traducono con il passato prossimo, dal momento che rimarcano il risultato in s di un'azione compiuta. "scrivo" > "ho scritto" Infine, come nell'aoristo, distinguiamo: - Perfetto debole o primo: proprio di tutti i verbi in vocale o dittongo, di quasi tutti i verbi in dentale e di molti verbi in liquida o nasale. La caratteristica principale di queto tipo di perfetto la presenza del suffisso -- nella sua formazione - Perfetto forte o secondo: proprio di tutti i verbi in labiale e gutturale, di alcuni verbi in liquida o nasale, di pochissimi verbi in dentale. A differenza del perfetto debole, il perfetto forte non presenta il suffisso -- nella sua formazione. Per analogia con i verbi la cui radice termina in aspirata (ad esempio , radice -/-/-, perfetto ), si riscontra aspirazione anche nel tema di alcuni perfetti in labiale e in velare che non dovrebbero averla (, radice -, perfetto ; , radice -, perfetto ); non possibile prevedere quali verbi sviluppino questo cosiddetto perfetto aspirato. - Perfetto fortissimo o terzo o atematico: il tipo di perfetto pi antico ed aggiunge le desinenze principali direttamente al tema verbale (con o senza raddoppiamento). Soltanto il perfetto "so" presenta una flessione completa. Gli altri perfetti fortissimi appartengono a voci verbali isolate o sporadiche, oppure hanno coniugazione mista (voci proprie del perfetto debole e altre del perfetto fortissimo). Il participio

Perfetto e piuccheperfetto A differenza dei participi di altri tempi, che derivano tutti da temi in -- come con presente, aoristi attivi e medi e il futuro, oppure in -- come gli aoristi passivi e i verbi in -, il perfetto forma il participio sulla base di un tema in dentale semplice . Possiamo vedere che la forma del maschile , che deriva da: *[] > per caduta di e allungamento apofonico (non di compenso come succede con gli altri participi) di in . Notevole il fatto che al congiuntivo, all'ottativo e all'imperativo (e talvolta anche all'indicativo) il perfetto ricorra spesso a forme perifrastiche, formate dal participio perfetto e dalle forme del presente di -: congiuntivo: (anche ), ottativo: (anche ), imperativo: (anche ) Si trova qualcosa di analogo nel latino parlato e scritto nel Medioevo, durante il regresso culturale che corruppe il latino e fece nascere l'italiano; accadde che alle forme di perfetto canoniche se ne accost una composta da participio perfetto + avere, che non esisteva nel latino classico. Cos "io ho detto" veniva anche espresso con dictum habeo, nel senso di "ho qualcosa di detto (dictum)". Perfetto attivo Perfetto I o debole Coniugazione del perfetto primo o debole: , "sciogliere"
Indicativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale Congiuntivo ( ) Ottativo ( ) Imperativo

90

( )

( )

( )

()

( )

( )

( )

( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )

( )

3 duale

( )

1 plurale

2 plurale 3 plurale

()

( )

( ) ( ) ( )

Infinito

Participio , ,

la forma dell'imperativo attica. Perfetto II o forte Coniugazione del perfetto forte o secondo:, "mostrare"

Perfetto e piuccheperfetto

91

Indicativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale

Congiuntivo ( )

Ottativo ( ) -

Imperativo

( )

( )

( )

( )

( )

( )

( ) ( ) ( )

( ) ( ) ( )

( )

3 duale

( )

1 plurale

2 plurale

( ) ( ) ( ) ( )

( )

3 plurale

(v)

( ) ( )

Infinito

Participio , ,

anche il perfetto forte ha la forma attica, piuttosto rara, . l'Infinito ha la vocale tematica --. il solo tema in vocale che segue la coniugazione del perfetto forte "ascolto" che fa (con raddoppiamento attico); questo perch originariamente il tema terminava in digamma che si vocalizzato: * > . Perfetto III o fortissimo o atematico Coniugazione del perfetto fortissimo o terzo atematico , "so"
Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare () 1 plurale 2 plurale 3 plurale 2 duale 3 duale Infinito - - - - - - -() - - Participio -, -, - - - -

- - -

- -

nella coniugazione si alternano i gradi del tema apofonico -/-/- (cfr. latino videor, tedesco wissen, inglese wise) che esprime l'idea di "vedere". Il congiuntivo e l'ottativo usano il grado medio, mentre il l'imperativo e il plurale e il duale dell'indicativo il grado zero. Il grado forte utilizzato solo dal singolare dell'indicativo.

Perfetto e piuccheperfetto a dimostrazione di quanto sia arcaica questa formazione di perfetto, la 2 singolare dell'indicativo ha la desinenza -, in comune con l'imperfetto di -, e quella dell'imperativo la desinenza -, come quella dell'aoristo terzo e del verbo "essere", a cui perfettamente identica. la 2 persona sing. e plur. dell'indicativo mutano regolarmente la -- del tema in -- davanti alle dentali delle rispettive desinenze. la 3 plur. dell'indicativo muta per analogia alle altre persone la -- in -- (* > *- > ). Coniugazione del perfetto fortissimo o terzo atematico , "temo"
Indicativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 1 plurale 2 plurale 3 plurale 2 duale 3 duale Infinito () Participio , , Congiuntivo Ottativo Imperativo ()

92

deriva dal verbo (il quale anticamente era anch'esso un perfetto) che ha il tema apofonico -/-/-, in cui il digamma cade senza lasciare traccia. Dal grado debole si formano il presente, il futuro e l'aoristo mentre dai gradi zero e forte si formano rispettivamente i perfetti e , regolare perfetto debole. a differenza di , usa soltanto il grado zero - nel corso della coniugazione. esiste un'unica forma attestata di ottativo, ed la 3 pers. sing. . una forma attica alternativa all 3 pers. plur. dell'omperativo . Coniugazione del perfetto fortissimo o terzo atematico , "assomiglio", "sembra che io"
Indicativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 1 plurale 2 plurale 3 plurale 2 duale 3 duale Infinito () () Congiuntivo Ottativo Imperativo -

() ([]) Participio

(- ) (-), (-), (-)

si forma dalla radice -/-/-, dal cui grado forte si forma (con regolare raddoppiamento: * , con conseguente caduta dei digamma) tutta la coniugazione; l'infinito e il participio possono anche formarsi dal grado

Perfetto e piuccheperfetto zero con raddoppiamento (* ) o dal grado medio senza raddoppiamento (* ). dalla stessa radice si ricava il verbo "rendere simile", di cui per non considerato essere il perfetto. Perfetto misto Esiste un tipo di perfetto le cui forme oscillano tra quelle del perfetto debole, caratterizzate dal suffisso --, e quelle del perfetto atematico. I due verbi che hanno questo tipo di perfetto sono e , i quali perfetti fanno e ; tuttavia soltanto il modo indicativo, participio e infinito hanno una coniugazione completa di tutte le forme, mentre gli altri modi hanno voci sparse e isolate. Coniugazione di
Singolare 1 persona 2 persona Plurale Participio (), (), () Duale

93

3 persona () () Infinito

come si pu notare, le forme dell'indicativo usano al singolare il grado - dell'apofonia e sono di perfetto debole, mentre al plurale ed al duale si usa il grado - ed un tipo di perfetto atematico. esiste un'unica forma accertata di congiuntivo ed la 3 pers. plur. (); ottativo e imperativo non hanno forme attestate. anche il participio usa il grado -. Il femminile modellato sui participi dei verbi contratti in -, e il neutro un perfetto debole. il participio presenta forma alternative: la contrazione di , analogico; ha la regolare terminazione del perfetto, mentre una forma di perfetto debole. Coniugazione di Visto che in questo caso le forme attestate sono di pi, converr fare un elenco dei modi diversi da indicativo, congiuntivo e participio: 1 pers. sing. congiuntivo: . 1 pers. sing. ottativo: . Imperativo: 2 pers. sing. e 3 pers. sing. .
Singolare 1 persona 2 persona 3 persona () Infinito Participio Plurale Duale

( ) , ,

per la distribuzione delle forme deboli e atematiche valgono le stesse osservazioni fatte prima. il participio deriva sempre dal tema - che subisce abbreviamento in quanto primo elemento del dittongo seguito da consonante (). del participio esiste anche la forma debole con suffisso --: , -, -.

Perfetto e piuccheperfetto Perfetto medio-passivo Il perfetto medio-passivo si ottiene unendo al tema del perfetto le normali desinenze della diatesi medio-passiva del presente (-, -, - etc.). Esiste una sola forma, atematica, per tutti i verbi. Come conseguenza i temi in consonante presenteranno fenomeni fonetici a contatto con la prima consonante delle terminazioni personali (, , , ). Questi sono illustrati nella seguente tabella (in verticale l'uscita del tema verbale, in orizzontale le terminazioni personali):
, , , , , ,

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I temi in vocale e in dittongo rimangono invariati, cos come pure i temi in liquida (, ) e nasale (, ). Perfetto medio-passivo indicativo, imperativo, infinito e participio di , , e
Indicativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 1 plurale 2 plurale 3 plurale 2 duale 3 duale Imperativo 2 singolare 3 singolare 2 plurale 3 plurale 2 duale 3 duale Infinito Participio , -, - , -, - , -, - , -, -

, -, - -() , -, - -() , -, - -()

la formazione perifrastica (participio + -) delle terze persone plurali dell'indicativo un recente atticismo; nella forma pi antica e nel dialetto ionico, come anche quello omerico, la desinenza regolare era - (< *): : Si noti che il nominativo del participio maschile e neutro sempre, irregolarmente, parossitono (non ritrae infatti l'accento: - , - ): questo consente di distinguere a colpo sicuro un participio perfetto medio-passivo da qualsiasi altro tipo di participio;

Perfetto e piuccheperfetto Si preferito trattare congiuntivo e ottativo separatamente, poich si formano per mezzo di perifrasi participio + - al congiuntivo e all'ottativo, analogamente alle terze persone plurali dell'indicativo dei temi in consonante. Sono tuttavia attestate anche forme non perifrastiche. Si ricorda comunque che anche le forme della precedente tabella possono presentare forme perifrastiche.
Congiuntivo Singolare , -, - , -, - , -, - , -, - Plurale , -, , -, - , -, - , -, - Duale , -, - , -, - , -, - , -, - , , , , (v) , , , , Ottativo , ,

95

Piuccheperfetto
Dallo stesso tema del perfetto, anteponendo al raddoppiamento l'aumento -, si ottiene il piuccheperfetto, che, come l'imperfetto, esiste al solo modo indicativo; i verbi che portano il raddoppiamento vocalico (es. , da ) o, se in vocale, l'aumento temporale (es. , da ) non aggiungono ovviamente nulla. Il suo valore lo stesso del prefetto (conserva il raddoppiamento), ma trasporta l'azione nel passato (porta l'aumento); non indica mai anteriorit rispetto al perfetto, ma solo lo stato o il risultato nel passato derivanti da un'azione precedente. costruito con l'ampliamento -- analogo al piuccheperfetto latino arcaico (*amavesam > amaveram), che al singolare, trovandosi in posizione intervocalica, fa cadere il sigma provocando contrazioni. Questo non succede al plurale e al duale in quanto l'ampliamento si riduce alla sola -- e le uscite iniziano in consonante. Piccheperfetto attivo Anche il piuccheperfetto si distingue in debole, forte e fortissimo, con gli stessi criteri del perfetto. Del perfetto fortissimo, tuttavia, fanno parte soltanto le coniugazioni di (da , con valore di imperfetto "sapevo") e (da ). Sono utilizzate due forme: una regolare, che utilizza l'ampliamento --, e una alternativa, pi recente, formata a partire dalla terza persona singolare percepita come puro tema e quindi utilizzata come tema del resto della flessione aggiungendovi le desinenze storiche atematiche. Piuccheperfetto debole
Aumento Raddoppiamento Radice Interfisso ---Terminazione - (< *-. < *-.)

Perfetto e piuccheperfetto

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Forma base Forma alternativa 1 singolare 2 singolare 3 singolare 1 plurale 2 plurale 3 plurale 2 duale 3 duale

le forme alternative derivano dall'attico pi recente del IV secolo a.C. per il singolare: 1 pers.: *.[]. > ; il processo si ripete identico nelle altre persone avendo come differenza le desinenza - (*-. > *-. > -) e - (*-. > *-. > -) rispettivamente della 2 e 3 persona. esistono anche forme perifrastiche composte con il participio perfetto + verbo - all'imperfetto con lo stesso significato: , , ecc. Piuccheperfetto forte Il piuccheperfetto forte si coniuga esattamente come quello debole, senza per il suffisso -- ed proprio degli stessi verbi che hanno il perfetto forte; continua a essere presente il caratteristico suffisso -- che si riduce a -- nel plurale.
Aumento Raddoppiamento Radice --Terminazione - (< *-. < *-.)

Forma base Forma alternativa 1 singolare 2 singolare 3 singolare 1 plurale 2 plurale 3 plurale 2 duale 3 duale

Perfetto e piuccheperfetto I piuccheperfetti fortissimi e Questi due piuccheperfetti presentano ciascuno due coniugazioni: , come gli altri piuccheperfetti, ha sia la forma base che quella alternativa, mentre , oltre ad avere la forma fortissima, presenta anche una coniugazione di piuccheperfetto misto: Piuccheperfetto , da
Forma base 1 singolare / Forma alternativa

97

2 singolare / / 3 singolare ()/ 1 plurale 2 plurale 3 plurale 2 duale 3 duale ()

/ /

/)

Piuccheperfetto , da
Misto 1 singolare () Fortissmo

2 singolare () 3 singolare 1 plurale 2 plurale 3 plurale 2 duale 3 duale ()

Piuccheperfetto medio-passivo Per questa coniugazione del piuccheperfetto valgono le stesse regole fonetiche citate per il perfetto medio-passivo, con l'unica differenze che questo usa, ovviamente, le desinenze medio-passive dei tempi storici (-, -, - etc.).
Aumento Raddoppiamento Radice Terminazione ---

Perfetto e piuccheperfetto

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Temi in vocale () Temi in consonante (, in nasale) 1 singolare 2 singolare 3 singolare 1 plurale 2 plurale 3 plurale 2 duale 3 duale ()

Nei temi in consonante, l'uscita di terza singolare - (da *- con vocalizzazione di diventato sonante davanti a consonante) quella originale originale, ma poco usata nel dialetto attico che preferisce invece la forma perifrastica.

Futuro perfetto
Esiste inoltre un futuro costruito sul tema del perfetto, detto per questo anche futuro a raddoppiamento. Talvolta detto anche futuro anteriore, ma la qualifica di anteriore inesatta perch, come detto, il greco esprime il tempo in modo assoluto, quindi questo futuro non esprime mai l'anteriorit relativa al futuro semplice, ma soltanto il risultato o lo stato nel futuro derivante da un'azione precedente; l'equivoco potrebbe nascere dal fatto che, spesso, la traduzione pi appropriata in italiano proprio il futuro anteriore: "sar morto" perch "risulter morto, mi trover ad essere morto". Il futuro perfetto in origine possedeva senso desiderativo, ma successivamente a causa delle forti affinit con il futuro e con il perfetto fin per trasportare nel futuro il valore del perfetto. Si forma aggiungendo al tema del perfetto di un verbo il suffisso -- del futuro, con le stesse regole; la coniugazione identica a quella del futuro. Esiste alla diatesi attiva e a quella medio-passiva (questo futuro, diversamente da quello semplice, unisce il medio e il passivo). In quanto futuro, ha solo due modi finiti (indicativo e ottativo) e due forme nominali (infinito e participio). Futuro perfetto attivo Ha due forme: una monolettica (propria per solo di tre verbi) e una perifrastica (participio perfetto attivo + futuro di -: , , , ecc.) usata da tutti gli altri verbi. I tre verbi che presentano la forma monolettica hanno tutti e tre il tema terminante in -- (i primi due hanno il perfetto primo, l'ultimo viene da un perfetto fortissimo senza presente): (da ) (da ) (dal grado medio - della radice del perfetto III senza presente ) Costruzione di :
Radice senza raddoppiamento Caratteristica del futuro Terminazione --

Costruzione di (da ):
Raddoppiamento Radice Ampliamento del perfetto I Caratteristica del futuro Terminazione ----

Perfetto e piuccheperfetto

99

Indicativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale Infinito Participio , ,

Ottativo

Futuro perfetto medio-passivo La diatesi medio-passiva molto pi attestata di quella attiva; si forma unendo al tema del perfetto il suffisso del futuro -- e le desinenze principali medio-passive con vocale tematica; esiste anche la forma perifrastica formata dal participio perfetto medio-passivo e il futuro di - ( ecc.).
Raddoppiamento Radice Caratteristica del futuro Vocale tematica Terminazione ----

Indicativo 1 singolare 2 singolare (< *) 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale Infinito Participio

Ottativo (< *)

, ,

Esiste inoltre un futuro perfetto formato sul tema --/--/--, e quindi derivante da ; il significato sar ovviamente "sapr" (per aver visto). Ha una forma media dal significato attivo (, da *-) e una forma attiva (, con ampliamento in --):

Perfetto e piuccheperfetto

100

Indicativo attivo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale Infinito attivo - - - - - - - - -() Participio attivo

Ottativo attivo - - - - - - - - Infinito medio

Indicativo medio - Participio medio -, - , -

Imperativo medio - - -

-, -, -

Futuro
Futuro attivo e medio
In greco, a differenza di quanto accade nel latino classico, il futuro si forma sul tema verbale. Si coniuga in quattro modi, due finiti, indicativo e ottativo, e due indefiniti, infinito e participio. Il tema temporale della forma attiva e media del futuro ben distinto da quello della forma passiva, e si divide in cinque sottospecie: il futuro sigmatico, tipico delle radici verbali in vocale, in dittongo, in consonante muta, e caratterizzato dal suffisso temporale -- seguito dalle vocali tematiche; in pratica si coniuga come il presente indicativo tematico; il futuro asigmatico o contratto, tipico delle radici verbali in consonante liquida e nasale (tranne e ), in realt un futuro sigmatico col suffisso in -- seguito dalle vocali tematiche, con caduta del sigma intervocalico, dando luogo a contrazione sistematica delle desinenze verbali con il relitto del suffisso originario --; il futuro attico, tipico di alcuni verbi in - e in - con la radice di almeno due sillabe; si tratta di un'estensione del futuro asigmatico in cui la dentale finale del tema (-, -) cade davanti alla caratteristica -che poi cade a sua volta lasciando la vocale finale della radice e quelle della desinenza libere di contrarsi; il futuro dorico, tipico di pochi verbi; caratterizzato dall'interfisso -- ed ha soltanto di forma media, con significato attivo; il futuro senza caratteristica, tipico di tre verbi anomali, non ha alcun suffisso, tranne la vocale tematica. Futuro sigmatico Coniugazione dei modi finiti

Futuro

101

Indicativo attivo Indicativo medio Ottativo attivo Ottativo medio 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale

Coniugazione dei modi indefiniti


Forme attive Infinito Forme medie

Participio , , , ,

Futuro contratto Il futuro contratto caratteristico dei verbi il cui tema termina in consonante liquida (, ) o nasale (, ). Si tratta sempre di un futuro sigmatico, che per ha subito alcuni mutamenti fonetici: poich il greco mal tollera l'incontro tra il e una liquida o una nasale, tra il tema verbale e la caratteristica --/-- del futuro sigmatico inserisce un --. Tale inserzione (detta anaptissi) genera i gruppi --/-- nei quali il --, divenuto intervocalico, scompare e le due vocali in iato si contraggono. In questo modo il futuro contratto presenta una flessione identica a quella dei verbi contratti in - al presente. Un esempio la flessione di (tema verbale -). Coniugazione dei modi finiti
Indicativo attivo Indicativo medio Ottativo attivo Ottativo medio 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale o

Coniugazione dei modi indefiniti

Futuro

102

Forme attive Infinito

Forme medie

Participio , , , ,

Futuro attico un tipo di futuro tipico del dialetto attico. tipico principalmente di quasi tutti i temi in -, ma si pu anche trovare con alcuni in - e infine alcuni temi bisillabici in vocale / preceduta da liquida (, ) o nasale (, ). Nei verbi in - si verifica inoltre uno spostamento di accento (* > e non l'atteso *). Perch si abbia questo tipo di futuro il tema verbale deve avere almeno due sillabe. Nei primi due gruppi si ha la caduta del gruppo che si viene a formare con l'incontro del tema e il suffisso -- e contrazione tra vocale del tema e desinenza. (t.v. -)"portare" > *[] > (t.v. -)"accostarsi" > *[] > Alcuni verbi di questo gruppo hanno anche la forma di futuro sigmatico. Il terzo gruppo ha come caratterisitica il in posizione intervocalica che cade permettendo la contrazione tra la vocale / e la desinenza. (t.v. -)"compio" > *() > (t.v. -) "spingo" > *() > La coniugazione segue, per quanto riguarda il primo gruppo, il modello dei verbi contratti in - , il secondo si coniuga esattamente come i contratti in -. Il terzo gruppo segue la coniugazione dei verbi in - nel caso che la vocale del tema sia , altrimenti quella dei verbi in. - . I verbi con tema monosillabico hanno invece un regolare futuro sigmatico: "grattare" > "fondare" > "spaccare" > Futuro dorico Il futuro dorico cos detto perch tipico del dialetto dorico. proprio di alcuni verbi, che tuttavia ricorrono anche al futuro sigmatico. Ha solo la forma media con valore attivo. La sua formazione caratterizzata dall'aggiunta dell'interfisso -- e delle desinenze medie con vocale tematica:
Radice Interfisso caratteristico Vocale tematica Terminazione ---

Si ottiene cos *, con conseguente contrazione. Nell'attico si trovano soltanto cinque verbi, esclusivamente al medio, resi con il futuro dorico:

Futuro

103

Presente "fuggire" "navigare" "soffiare" "scorrere"

Futuro dorico (accanto al regolare ) (con ) (con ) (con )

"piangere" (con )

Futuri senza caratteristica e presenti usati come futuri Esistono pochissimi verbi con una formazione del futuro priva di qualsiasi caratteristica morfologica particolare. Possiamo citare , futuro di "mangiare", e , futuro di "bere". Altri verbi utilizzano il presente anche in luogo del futuro come "vado"/"andr" e / "verso"/"verser". Futuri non derivati dal tema del presente Vi sono inoltre sette verbi, detti politematici, che appunto utilizzano diversi temi per esprimere ciascuno dei tempi del paradigma verbale:
Presente "venire" "dire" Futuro Tema verbale -

"prendere" "mangiare" "vedere" "correre" "portare"

o --

Come si pu vedere dalla tabella non c' niente di anormale nella formazione dei futuri: dissimila la dentale (< *); , e sono asigmatici in quanto hanno il tema in liquida e in nasale (da * , * e * ); e aggiungono il normale suffisso -- ai rispettivi temi - e --; ha anche il futuro regolare .

Futuro passivo
Il futuro passivo greco ha un tema distinto da quello del futuro attivo e medio, che coincide con quello dell'aoristo passivo. Come per l'aoristo passivo, si distinguono due forme di futuro passivo: il futuro passivo I o debole, con la caratteristica --- (ad es. : "io sar sciolto");
Radice Interfisso caratteristico Caratteristica del futuro Vocale tematica Terminazione ----

il futuro passivo II o forte, con la caratteristica --- (ad es. : "io sar mostrato, io apparir").
Radice Interfisso caratteristico Caratteristica del futuro Vocale tematica Terminazione ----

Futuro La coniugazione del futuro passivo, a parte i due suffissi temporali, identica a quella del futuro medio. Come nel futuro semplice non esistono il congiuntivo e l'imperativo futuro, cos nella coniugazione esisteranno: indicativo, ottativo, participio e infinito. Futuro passivo debole Coniugazione del futuro passivo primo o debole: , "vincere".
Indicativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale Infinito (< *) Participio Ottativo (< *)

104

, ,

Futuro passivo forte Coniugazione del futuro passivo secondo o forte: , "mostrare".
Indicativo 1 singolare 2 singolare (< *) 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale Infinito Participio Ottativo (< *)

, ,

Futuro perfetto
Per il futuro perfetto, vedi la sezione nella pagina del perfetto.

Verbi in -

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Verbi in -
Classificazione Si dividono in due gruppi: 1. Verbi con ampliamento in -. Verbi che nel presente e nell'imperfetto introducono il suffisso -/ - fra tema verbale e desinenza. Si user - dopo un tema che inizia per consonante, - per le vocali. Es: = mostrare; = spegnere. 2. Verbi radicali Con raddoppiamento. Verbi radicali che nella formazione del presente e dell'imperfetto, premettono una sillaba costituita dalla stessa consonante della seguente + --. i verbi di questa classe sono , dare, , porre, , collocare, , inviare. Per questi ultimi due, il raddoppiamento scomparso, l'unica traccia di questo lo spirito aspro. Per vale la legge di Grassmann per cui in greco due sillabe non possono iniziare con la stessa consonante aspirata, quindi la prima passa a quella sorda della sua serie. Non modificanti il tema verbale. Verbi radicali che nella formazione del presente e dell'imperfetto non modificano il tema verbale: , essere, , andare, , dire. I verbi atematici, cos chiamati perch nel sistema del presente inseriscono le desinenze direttamente sulla radice verbale, hanno caratteristiche proprie, distinte dai verbi tematici in -: in primo luogo, nel singolare del presente e dell'imperfetto indicativi attivi, allungano la vocale radicale; inoltre, hanno desinenze autonome: nel presente: sing. , du. , plur. . nell'imperfetto, la terza persona plurale ha la desinenza -, presa a prestito dagli aoristi sigmatici; alcuni imperfetti atematici hanno, alla seconda persona singolare, la desinenza , presa a prestito dai perfetti atematici; nell'imperativo, la desinenza di seconda persona singolare spesso o ; nell'ottativo, il suffisso modale assume la forma nel singolare, la forma nel duale e nel plurale, salvo la terza persona che ha il suffisso . Prima classe: verbi con raddoppiamento Il raddoppiamento di alcuni verbi della seconda coniugazione del tutto analogo a quello che presentano alcuni verbi in - (es. -, -). I pi importanti verbi appartenenti a questa categoria sono quattro: , "pongo", , "invio", , "do" e "colloco". Per e il raddoppiamento evidente(t.v. -/- e -/-), ma vale la pena soffermarsi su quello di e . Nel primo c' doppia caduta di con conseguente spirito aspro(*, t.v. -/-), mentre nel secondo, sempre causando spirito aspro, il a cadere (*, t.v. -/). Questi verbi mantengono il raddoppiamento soltanto al presente e all'imperfetto, mentre negli altri tempi vengono usati i gradi delle radici apofoniche. Ecco la coniugazione dei verbi , , al presente indicativo: - - - - - - - - - - - -

Verbi in - Il verbo "essere" Un particolare verbo appartenente alla coniugazione atematica (prima classe senza raddoppiamento) proprio -, il verbo essere. Anche se viene presentato spesso come un verbo irregolare, a una pi attenta analisi ci si accorge che in realt, se si escludono la desinenza della 3 persona singolare(la 2 sarebbe quella regolare anche degli altri verbi atematici, ma ha finito per essere soppiantata da -) dell'Indicativo, quella della 2 persona singolare dell'Imperativo e le forme del participio, le sue desinenze sono quelle di tutti gli altri verbi in -. Ci che le fa apparire differenti il tema -/-, che incontrandosi con altre vocali lascia da parte il provocando contrazioni.
Indicativo Congiuntivo Ottativo 1 singolare - 2 singolare 3 singolare 2 duale 3 duale 1 plurale 2 plurale 3 plurale - oppure , oppure Imperativo

106

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:


Infinito participio masch. femm. neu.

Per approfondire il discorso iniziato prima, si dir che: l'Indicativo formato dal tema - tranne che alla 3 persona plurale; quindi la 1 persona ha origine da *-, in cui la caduta del d allungamento di compenso di > ; la seconda da -, per semplificazione di in , caduta di quest'ultimo e contrazione tra ed . Nelle prime due persone del Plurale il ha resistito, mentre la 3 si forma cos: *--, da cui il cadde(senza lasciare aspirazione per analogia con le altre forme), si assibil a (quindi *) e cadde lasciando posto all'allungamento di compenso di : -(con efelcistico). il Congiuntivo deriva interamente dal tema - che si incontra con le regolari desinenze cadendo e provocando contrazioni; stessa cosa per l'Ottativo, a cui viene aggiunto il suffisso modale --(singolare) e --(plurale e duale). l'Imperativo ha la forma -, comune all'aoristo terzo(cfr. , "conosci te stesso"). l'Infinito *- con caduta del e allungamento di compenso di ; il Participio un tema in dentale che si declinma come e viene dal tema - con una vocale irregolare . Imperfetto Desinenze e strutture atipiche ha anche l'Imperfetto di -, che costruito con il tema -, naturalmente con l'aumento.

Verbi in -

107

1 singolare () 2 singolare () 3 singolare 1 plurale 2 plurale 3 plurale 2 duale 3 duale () () ()

la forma alternativa della 1 persona singolare deriva da , dove la sonante contratta con dopo la caduta del intervocalico.

si vocalizzata in che si

le forme alternative della 2 persona plurale e duale si confondono con quelle del Congiuntivo presente. Futuro Il futuro del verbo essere deriva anch'esso dal tema -. La ragione per cui nelle forme della coniugazione c' un solo (contrariamente a quanto si dovrebbe pensare, dato che il futuro richiede il suffisso --) che il gruppo , come spesso succede, si semplificato in .
Indicativo 1 singolare 2 singolare 3 singolare 1 plurale 2 plurale 3 plurale Infinito Participio , -, - Ottativo .

Il verbo "essere" non possiede altri tempi verbali se non quelli del presente, del futuro e dell'Imperfetto. A tutti gli altri tempi(aoristo, perfetto e piuccheperfetto) sopperiscono le forme del verbo .

Verbo essere

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Verbo essere
Il verbo "essere" Un particolare verbo appartenente alla coniugazione atematica (prima classe senza raddoppiamento) proprio -, il verbo essere. Anche se viene presentato spesso come un verbo irregolare, a una pi attenta analisi ci si accorge che in realt, se si escludono la desinenza della 3a persona singolare (la 2a sarebbe quella regolare anche degli altri verbi atematici, ma ha finito per essere soppiantata da -) dell'indicativo, quella della 2a persona singolare dell'imperativo e le forme del participio, le sue desinenze sono quelle di tutti gli altri verbi in -. Ci che le fa apparire differenti il tema -/-, che incontrandosi con altre vocali lascia da parte il provocando contrazioni. Presente
Indicativo Congiuntivo 1a singolare - 2a singolare 3a singolare (v) 2a duale 3a duale 1a plurale 2a plurale 3a plurale -(v) Ottativo Imperativo

() (-) () () () oppure oppure

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:


Infinito Participio masch. femm. neu.

Per approfondire il discorso iniziato prima, si dir che: l'indicativo formato dal tema - tranne che alla 3a persona plurale; quindi la 1a persona ha origine da *-, in cui la caduta del d allungamento di compenso di > ; la seconda da -, per semplificazione di in , poi anch'esso caduto lasciando le due vocali. Nelle prime due persone del plurale il ha resistito, mentre la 3a si forma cos: *--, da cui il cadde (senza lasciare aspirazione per analogia con le altre forme), si assibil a (quindi *) e cadde lasciando posto all'allungamento di compenso di : - (con efelcistico). il congiuntivo deriva interamente dal tema - che si incontra con le regolari desinenze cadendo e provocando contrazioni; stessa cosa per l'ottativo, a cui viene aggiunto il suffisso modale -- (singolare) e -- (plurale e duale). l'imperativo ha la forma -, propria anche dell'aoristo terzo (cfr. , "conosci te stesso"). l'infinito *- con caduta del e allungamento di compenso di ; il participio un tema in dentale che si declina come e viene dal tema - con una vocale irregolare .

Verbo essere Imperfetto Desinenze e strutture atipiche ha anche l'Imperfetto di -, che costruito con il tema -, naturalmente con l'aumento.
1a singolare () 2a singolare () 3a singolare 1a plurale 2a plurale 3a plurale 2a duale 3a duale () () ()

109

la forma alternativa della 1a persona singolare deriva da , dove la sonante contratta con dopo la caduta del intervocalico.

si vocalizzata in che si

le forme alternative della 2a persona plurale e duale si confondono con quelle del congiuntivo presente. Futuro Il futuro del verbo essere deriva anch'esso dal tema -. La ragione per cui nelle forme della coniugazione c' un solo (contrariamente a quanto si dovrebbe pensare, dato che il futuro richiede il suffisso --) che il gruppo , come spesso succede, si semplificato in .
Indicativo 1a singolare 2a singolare 3a singolare 1a plurale 2a plurale 3a plurale Infinito Participio , -, - Ottativo

Il verbo "essere" non possiede altri tempi verbali se non quelli del presente, del futuro e dell'imperfetto. A tutti gli altri tempi (aoristo, perfetto e piuccheperfetto) sopperiscono le forme del verbo .

Aggettivi verbali

110

Aggettivi verbali
Gli aggettivi verbali sono dei particolari aggettivi derivati dal tema verbale e si declinano come aggettivi della prima classe. Esistono due tipi di aggettivi verbali, che hanno due diverse sfumature di significato.

Aggettivi Verbali del I tipo


Hanno una flessione a tre uscite come gli aggettivi della prima classe a tre uscite con il femminile in alfa impuro lungo: -, -, -. Questo tipo di aggettivi verbali esprime un'idea di possibilit: , , = che si pu sciogliere, solubile.

Aggettivi verbali del II tipo


Hanno una flessione a tre uscite come gli aggettivi della prima classe a tre uscite con il femminile in alfa puro: - , - , - . Questo tipo di aggettivi verbali esprime un'idea di dovere: , , = che si deve sciogliere, da sciogliere Questi aggettivi verbali del secondo tipo, se seguiti dal verbo -, formano la costruzione perifrastica passiva, comportandosi come il gerundivo latino.

Formazione degli aggettivi verbali


Si formano solitamente sul tema verbale. A seconda del tipo di uscita del tema possono esserci alcune modificazioni.

Temi in vocale
Le eventuali vocali brevi si allungano davanti al suffisso: (-/-) ----> , , / , , (-) ----> , , / , , I verbi con la caratteristica -- che nel presente hanno il tema in consonante e che nel tema verbale presentano un ampliamento -- si comportano come i temi in vocale: (.-) ----> , , / , ,

Temi in gutturale e labiale


Se sonora (, ) o aspirata (, ) si assimila all'occlusiva sorda della desinenza mutandosi nella rispettiva occlusiva sorda (, ); se gi occlusiva sorda, ovviamente, non si modifica: (-) ----> , , / , , . (-/-) ----> , , / , ,

Temi in dentale
La dentale del tema si muta regolarmente in sibilante (--) davanti alla dentale della desinenza: (-) ----> , , / , , .

Aggettivi verbali

111

Temi in liquida e rotata


Questi temi non presentano difficolt: (-/-) ----> , , / , , (-) ----> , , / , ,

Complementi
I complementi in greco sono espressi dai 5 casi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo) e, talvolta, da preposizioni aggiunti a essi.

Complementi diretti
I complementi diretti sono quei complementi che si legano direttamente al verbo. Essi sono essenzialmente il soggetto, chi compie l'azione espressa dal verbo, e il complemento oggetto, chi riceve l'azione espressa dal verbo (quando il verbo predicativo).

Il soggetto
Il soggetto della frase chi compie l'azione espressa dal verbo, oppure colui/ci di cui si predica un modo di essere; viene espresso in caso nominativo. Il soggetto in greco pu essere omesso se esso deducibile dal contesto, data la ricca coniugazione dei verbi.

Il complemento oggetto
Il complemento oggetto chi subisce direttamente l'azione espressa da un verbo attivo; viene espresso in accusativo. E risponde alla domanda: chi? che cosa?

Complemento predicativo del soggetto e nome del predicato


Il nome del predicato e il complemento predicativo del soggetto, in greco, si rendono con il caso nominativo.

Complemento predicativo dell'oggetto


Il complemento predicativo dell'oggetto, in greco, si rende con il caso accusativo

Il complemento di vocazione
Il complemento di vocazione indica che ci si riferisce a qualcosa o qualcuno. Il suo caso appunto il vocativo, che pu essere preceduto da .

Complementi indiretti
Il complemento di specificazione
Il complemento di specificazione esprime un possesso o una precisazione riguardo al nome a cui di riferisce; va espresso in genitivo.

Complementi

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Il complemento di denominazione
Il complemento di denominazione in greco si esprime in genitivo oppure con lo stesso caso del nome comune a cui il toponimo si riferisce.

Il complemento di termine
Il complemento di termine, che esprime ci a cui destinata o a cui si rivolge l'azione, va in dativo.

Il complemento di mezzo o strumento


Il complemento di mezzo o strumento esprime lo strumento, il mezzo attraverso cui viene compiuta l'azione. In greco si esprime principalmente in dativo, oppure con + genitivo (con i nomi di persona).

Il complemento di modo o maniera


Il complemento di modo o maniera esprime la maniera con cui compiuta l'azione. In greco si esprime principalmente con la preposizione + dativo o con il dativo semplice; esiste anche una forma con , o + genitivo, ma questa forma viene usata solamente in espressioni idiomatiche.

I complementi di compagnia e unione


Il complemento di compagnia e unione usato con le persone e gli animali, quello di unione con ci che inanimato. In greco si esprime principalmente con + genitivo o + dativo; un'altra forma meno usata il dativo con termini militari.

I complementi di agente e causa efficiente


Il complemento di agente e quello di causa efficiente sono usati nelle frasi di diatesi passiva e rappresentano quello che sarebbe il soggetto se la frase fosse attiva (mentre il soggetto in quella passiva l'oggetto di quella attiva). In greco il complemento d'agente si esprime con + genitivo, quello di causa efficiente con il dativo semplice.

Il complemento di causa
Il complemento di causa esprime il motivo dell'azione. In greco si esprime con: + genitivo, + accusativo o, per la causa finale, genitivo + .

Il complemento di fine
Il complemento di fine o scopo indica lo scopo per cui si compie l'azione. In greco si pu esprimere , -, + accusativo oppure con genitivo + . Ma puo' anche essere espresso con dativo semplice.

I complementi di luogo
Il complemento di luogo indica lo spazio dell'azione, e come per l'italiano si divide in quattro tipi. Lo stato in luogo Il complemento di stato in luogo indica il luogo, reale o figurato, dove si svolge l'azione, rispondendo cio alla domanda Dove?. In greco si esprime con + dativo, dativo semplice (nella poesia epica) oppure + genitivo. Oppure //+ Dativo

Complementi Il moto a luogo Il complemento di moto a luogo indica verso dove si svolge l'azione, rispondendo cio alla domanda (Verso) dove?. In greco va espresso con -, , + accusativo; la forma del moto a luogo per i nomi di persona ! + accusativo Forma pi usata - + accusativo. Il moto da luogo Il complemento di moto da luogo indica da dove si svolge l'azione, rispondendo cio alla domanda Da dove?. In greco si esprime con , , + genitivo. La forma pi usata comunque + genitivo. Le altre si trovano pi raramente. Il moto per luogo Il complemento di moto per luogo indica per dove si svolge l'azione, rispondendo cio alla domanda Attraverso quale luogo?. In greco si esprime con + genitivo.

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I complementi d'origine e allontanamento


Il complemento d'origine indica l'origine di qualcosa, mentre quello d'allontanamento l'allontanarsi da qualcosa. In greco vengono espressi allo stesso modo del moto da luogo, cio con , , + genitivo.

I complementi di tempo
Il complemento di tempo esprime il tempo dell'azione, e si distingue in determinato e continuato. Il tempo determinato Esprime il momento dell'azione e in greco si esprime nei seguenti modi: con genitivo semplice, dativo semplice, + dativo. Il tempo continuato Indica che l'azione ha una certa durata. In greco viene espresso nei seguenti modi: accusativo, + genitivo, + accusativo o dativo semplice.

Fonti e autori delle voci

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Fonti e autori delle voci


Copertina Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=240505 Autori: Burnout, Emanuele Benni, Pietrodn, Tn4196, 2 Modifiche anonime Introduzione Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=256364 Autori: Burnout, Diablo, Doctum doces, LoStrangolatore, OrbiliusMagister, Sauron Il Grande, Wim b, 7 Modifiche anonime Alfabeto Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250286 Autori: Burnout, Demart81, Doctum doces, Halinor, LoStrangolatore, Ramac, Wim b, , 10 Modifiche anonime Pronuncia Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250375 Autori: Beck, Errwen, G4, Halinor, OrbiliusMagister, Ramac, Sauron Il Grande, Wim b, , 9 Modifiche anonime Numerazione Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=252541 Autori: Doctum doces, Hippias, LoStrangolatore, 2 Modifiche anonime Le parole atone Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=259391 Autori: Ale5875, Doctum doces, Hippias, Wim b, , 2 Modifiche anonime Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=252542 Autori: Doctum doces, Franz Liszt, Hippias, LoStrangolatore, 5 Modifiche anonime Apostrofo ed elisione; aferesi; coronide e crasi; dieresi Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=195190 Autori: Doctum doces Nomi Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=231653 Autori: Doctum doces, Ellenisti, Emanuele Benni, LoStrangolatore, Ramac, 2 Modifiche anonime Prima declinazione Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=254645 Autori: Demart81, Doctum doces, Lazialotto96, LoStrangolatore, Ptolemaios, Ramac, Sauron Il Grande, 9 Modifiche anonime Declinazione attica Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=230557 Autori: Emanuele Benni, Litteratus, Ramac, 2 Modifiche anonime Seconda declinazione Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=249059 Autori: Doctum doces, LoStrangolatore, Ramac, Wim b, 8 Modifiche anonime Terza declinazione Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=252543 Autori: Demart81, Doctum doces, Emanuele Benni, Hippias, LoStrangolatore, PowerSts, Ramac, SynConlanger, 4 Modifiche anonime Articoli Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=259618 Autori: Franz Liszt, Lampo5, Litteratus, Ptolemaios, Ramac, Restu20, Sauron Il Grande, SynConlanger, The Doc, Tn4196, 33 Modifiche anonime Aggettivi Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=241749 Autori: LoStrangolatore, Pietrodn, Wim b, 1 Modifiche anonime Aggettivi della prima classe Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250655 Autori: Litteratus, LoStrangolatore, Ptolemaios, SynConlanger, 2 Modifiche anonime Aggettivi della seconda classe Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250654 Autori: Pietrodn, Ptolemaios, 2 Modifiche anonime Avverbi Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=230624 Autori: Ellenisti, SynConlanger, 2 Modifiche anonime Interiezioni Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250129 Autori: Pietrodn, SynConlanger, 1 Modifiche anonime Verbo Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=236005 Autori: Doctum doces, Ellenisti, SynConlanger Presente Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=256877 Autori: Doctum doces, Ellenisti, Hippias, Litteratus, LoStrangolatore, Ramac, The Doc, 15 Modifiche anonime Imperfetto Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=240774 Autori: Buggia, Ellenisti, Litteratus, LoStrangolatore, Piola0, PowerSts, 16 Modifiche anonime Verbi contratti Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=240525 Autori: Albertop98, Ellenisti, Pietrodn, Piola0, SynConlanger, 1 Modifiche anonime Aoristo Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250896 Autori: Doctum doces, Ptolemaios, 5 Modifiche anonime Perfetto e piuccheperfetto Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=251554 Autori: Doctum doces, Ptolemaios, SynConlanger, 5 Modifiche anonime Futuro Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=260262 Autori: Demart81, Doctum doces, Ellenisti, Hippias, Ptolemaios, SynConlanger, 7 Modifiche anonime Verbi in - Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=252544 Autori: Hippias, LoStrangolatore, SynConlanger, 5 Modifiche anonime Verbo essere Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250128 Autori: Andreaki, Doctum doces, Litteratus, Lorenzo Cuppi, PowerSts, Ramac, 4 Modifiche anonime Aggettivi verbali Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=249935 Autori: Pietrodn, SynConlanger, 8 Modifiche anonime Complementi Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=260024 Autori: Buggia, Doctum doces, Frigotoni, LoStrangolatore, OrbiliusMagister, Ramac, Sauron Il Grande, 22 Modifiche anonime

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