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Introduzione
Quadro generale di riferimento
Nellaffrontare le prossime elezioni amministrative emergono alcuni elementi di valutazione imprescindibili per le scelte che i Comunisti ed altre forze democratiche dovranno compiere in tema di contenuti programmatici ed iniziativa politica. Il primo di questi elementi quello della criticit della situazione finanziaria degli enti locali derivante: dal ricatto europeo sul debito pubblico e dalle conseguenti restrizioni delle risorse previste dalla legge di stabilit; dalle scellerate norme che per lo stesso motivo- nel corso degli anni sono andate a costituire il patto di stabilit;
Il secondo elemento quello della perdurante crisi in cui versa lintera Nazione e che in Valdelsa ha colpito cos pesantemente il settore del camper ed il relativo indotto, lasciando molte famiglie senza reddito ed in condizioni estremamente precarie: rispetto a questo elemento il sistema degli enti locali rappresenta ovviamente il primo luogo di intervento per la gestione delle situazioni di disagio e per un minimo di redistribuzione di risorse e servizi. Il terzo elemento da prendere in considerazione relativo allinvoluzione culturale, alla passivizzazione ed allimpotenza sociale determinata dalla crisi della politica, che ha prodotto lincapacit da parte della gente di prendere qualsivoglia iniziativa volta a tutelare i propri diritti o a conquistarne di nuovi.
Perci, su un piano generale, i Comunisti hanno ritenuto vincolante, nella definizione dei programmi e delle alleanze: lassunzione di politiche di rilancio della produzione, tese a unire le forze e le risorse, e favorire laccesso al credito, per creare poli produttivi di dimensioni adeguate a sostener e la concorrenza dei grandi gruppi europei, che nel procedere della crisi si fa sempre pi spietata; lassunzione della difesa dei redditi pi bassi, e dei senza reddito, come priorit dellazione di governo (attraverso attivazione di adeguate scelte in tema di servizi, tariffe e assistenza sociale); la salvaguardia delle funzioni pubbliche e il rifiuto delle privatizzazioni, possibile tramite la creazione di enti locali di dimensioni adeguate, in base al criterio di funzionalit, superando la concezione medievale di un Comune per ogni campanile; la difesa rigorosa del patrimonio pubblico e ambientale; lassunzione di criteri rigorosi in tema di rispetto della legalit nellamministrazione pubblica, e di trasparenza e di controllo;
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lallargamento delle pratiche partecipative e alla valorizzazione delle assemblee elettive nelle scelte politiche locali.
la scelta di privatizzare ESTRA, oltretutto coi rischi ulteriori connessi alla decisione di quotarla in borsa. Particolarmente gravi poi sono state le prese di posizione in seno allATO- favorevoli alla Tariffa del servizio idrico comprendente il costo del capitale nonostante fosse stato dichiarato ILLEGALE dal Referendum abrogativo.
La questione morale
Ogni volta che in politica si discute di esternalizzazioni, privatizzazioni, consulenze esterne non solo si minano democrazia, welfare, interessi pubblici, ma si apre un varco drammatico alla possibilit di corruzione degli amministratori, come evidenziato dallesplodere della questione morale negli ultimi anni in molte realt regionali, provinciali, comunali. Va, infatti, evidenziato che i fenomeni di corruzione si sono moltiplicati sempre quando sono state aperte le porte della gestione di servizi o lavori pubblici a grandi gruppi privati. La denuncia della mala politica che recentemente ha fatto la fortuna di soggetti politici altrimenti insignificanti giusta e doverosa. Ma altrettanto giusto e doveroso risalire alle cause materiali di un fenomeno corruttivo che data la profondit e la diffusione- non pu essere attribuito a colpe soggettive di alcune mele marce. Infatti se molti politici di varie tendenze sono si sono lasciati corrompere, si deve anche alla presenza di lobbies e corporazioni che lavorano a tempo pieno per ottenere appalti e vantaggi dalla politica. In ultima istanza lassetto economico e produttivo, che vede in Italia il grosso della ricchezza concentrato in pochi gruppi industriali e finanziari, che produce continuamente associazioni a delinquere, interessi illeciti, e corruzione della politica. Quindi non basta mandare tutti a casa o rottamare, bisogna RISALIRE AI MANDANTI, estirpare le cause economiche del malaffare. Non ci limitiamo a proporre amministratori con le mani pulite: si tratta di mettere in campo regole trasparenti di gestione che rendono impossibile, o quanto meno molto difficile, per gli amministratori praticare comportamenti illeciti o moralmente riprovevoli. Pensiamo a criteri per le nomine, a limitazione delle trattative private, sia per affidamenti di opere che di servizi, allassoluta limitazione delle consulenze e del ricorso a dirigenze esterne. Una delle forme attraverso cui si pu avere la ragionevole certezza dellesclusione di ogni interesse privato quella, di berlingueriana memoria, del distacco dalla gestione dei casi concreti: al potere politico lindirizzo, sar poi la burocrazia a tradurre in atti singoli e nei casi specifici i criteri dettati dalla politica. Nel frattempo, comunque abbiamo sempre avuto come discriminante per le nostre liste ladozione di un codice etico da parte di ogni candidato, basato su alcuni principi a tutela della moralit pubblica. Riproponiamo convintamente il problema della certezza che sul piano penale e morale in senso lato non vi siano dubbi, neanche come ombre, sulle figure chiamate a rappresentare i cittadini e in secondo luogo che la pratica quotidiana del lavoro rispetti questi principi di base. Da molto tempo prima che Grillo portasse uniniziativa analoga alla ribalta delle cronache. Questo ha fatto s che finora il PRC sia sempre rimasto fuori da scandali e condanne. Requisiti essenziali devono essere: assenza di conflitto dinteressi (azioni in societ partecipate, assenza di contenziosi con lEnte, assenza di concessioni o presenza in associazioni che dipendono da contributi pubblici) assenza di indagini penali, per reati non di opinione, allatto della candidatura impegno alle dimissioni dallincarico istituzionale (consigliere assessore) anche in caso di rinvio a giudizio per reati finanziari, o potenzialmente connessi col proprio ruolo.
incoraggiata la filiera del riciclaggio dei rifiuti, a partire dalla raccolta differenziata porta a porta per i centri di Colle e Poggibonsi, esperienza che va rapidamente diffusa nella totalit dei centri abitati, con meccanismi di calcolo della tariffa in base anche al quantitativo di rifiuti indifferenziati prodotti dai singoli utenti. Dovr essere integrata anche la tariffazione dei servizi offerti fuori dalla FTSA come ad esempio quelli connessi alle attivit scolastiche, unificandoli alle migliori condizioni offerte dai vari comuni (tariffe uguali e uguali esenzioni sulla base dellindice ISEE). Le sinergie derivanti da un utilizzo condiviso di un territorio sempre pi integrato debbono prevedere anche una serie di interventi articolati, ma in un contesto organico, tesi a garantire una politica dellabitare a tutti i cittadini con un costo, soprattutto di locazione, sensibilmente pi basso di quello in corso. Si tratta di individuare le aree dismesse e da recuperare, come luoghi per consentire innanzitutto la costruzione di nuovi alloggi popolari, assegnati mediante graduatorie di area, indipendentemente dalla residenza in ciascuno dei cinque comuni. Si tratta di far fare un passo decisivo in avanti alla generalizzazione dei canoni concordati relativi ai Patti Territoriali tra Sindacati degli inquilini e proprietari; a tal proposito si dovranno attivare politiche di sostegno e incentivazione per mettere in campo le centinaia di appartamenti sfitti ingiustificatamente (per esempio tramite la rimodulazione dellIMU sulle seconde case). Una gestione condivisa dellofferta turistica (con uffici turistici in capo ai Comuni e non pi alle proloco), facendo perno sullattrattivit di San Gimignano, potrebbe portare vantaggi alle altre bellezze della zona, favorendo una permanenza prolungata dei visitatori. In seno a questo va organizzato un servizio di autobus turistici, che realizzino il Valdelsa panoramic tour. La capacit attrattiva dellarea passa anche attraverso la creazione del parco naturaleartistico lungo lElsa e lex Ferrovia Poggibonsi Colle con linclusione dellarea archeologica di Poggio Imperiale, nonch il risanamento delle vergogne urbanistiche di Casole dElsa. Una politica comune pu essere assunta anche per lilluminazione (maggiore potere contrattuale, unitamente allesigenza di installare nuovi impianti a risparmio energetico) e per lo sviluppo della rete internet. Si dovranno poi uniformare le imposte comunali e si dovranno attivare politiche compensative nelle entrate dei comuni da oneri di urbanizzazione ed in forma di redistribuzione procapite per numero di abitanti tra i cinque comuni della Valdelsa senese. Nellarco di una legislatura dovremmo raggiungere una unificazione amministrativa de facto della Valdelsa senese, che dovrebbe poi esser formalizzata tramite referendum fra i cittadini prima del 2019, cos da avviare la legislatura seguente con un unico Consiglio ed ununica Giunta.
Innanzitutto noi Comunisti riteniamo che non sia pi prorogabile il recupero di un ruolo forte del pubblico (enti locali compresi) nella programmazione delle attivit economiche e produttive. Non basta fare brand. Non basta (anche se necessario) creare momenti di ricerca e di condivisione del Know-how . Le Istituzioni devono esser presenti durante tutta lattivit produttiva e lavorare allaccumulazione di risorse adeguate a sostenere la concorrenza dei grandi gruppi europei. Da un lato devono lavorare per facilitare laccesso al credito da parte delle aziende che hanno intenzione di investire e ammodernarsi. Assai grave per il nostro territorio stata la crisi del MPS e la perdita dellenorme disponibilit di risorse che aveva la Fondazione MPS. Ma gli strumenti finanziari ancora parzialmente a disposizione delle Istituzioni, quali Fiditoscana, non possono esser coinvolti soltanto nel momento in cui unazienda sullorlo della chiusura. Le Istituzioni locali devono prendere liniziativa molto prima che si arrivi a certe situazioni. Dallaltro lato le Istituzioni devono lavorare per quanto possibile allaccorpamento ed allunificazione della filiera (dalla ricerca al prodotto finito), quale miglior mezzo possibile per aumentarne la qualit e la competitivit, iniziando col proporre ai produttori ed alle aziende dellindotto progetti e piani industriali definiti e organizzando una struttura stabile che coordini i vari segmenti della filiera, il mondo del credito, ed il mondo della ricerca e dellUniversit. Inoltre riteniamo centrali nella nostra piattaforma programmatica lintroduzione di forme di ammortizzatori sociali per le famiglie che hanno perso loccupazione: 1 la necessit di ricreare, dintesa tra Comuni, Provincia e Regione, fondi di solidariet per i lavoratori in cassa integrazione o in mobilit, nonch forme di incentivi per le aziende che ricorrono ai contratti di solidariet (per esempio, garanzie degli EELL per facilitarne laccesso al credito) e disincentivi per le aziende che preferiscono ridurre il personale; 2 rimodulazione delle tariffe dei servizi (asili nido, refezione etc) con lintroduzione di una fascia di esenzione per le famiglie senza reddito, o monoreddito inferiore ad 15.000 lanno; 3 difesa del potere dacquisto dei redditi pi bassi, favorendo liniziativa dei GAS (Gruppi dacquisto solidali) contro il caro vita per i generi di largo e generale consumo, favorendo i mercati su aree pubbliche, concordando con i produttori iniziative promozionali di vendita diretta in unottica di accorciamento della filiera e di valorizzazione dei prodotti del territorio, con la realizzazione di mercati generali pubblici.
investimenti, penalizzando i comuni che programmano. Unica opzione consentita senza violare il patto di stabilit consiste nellabbattimento dei mutui precedentemente contratti. (si vede chiaramente come si tratti di un gigantesco inganno per imporre un trasferimento colossale di denaro pubblico alle banche private!)
Si consumato insomma, con questi provvedimenti un gravissimo attacco allautonomia politica e finanziaria dei enti locali, (che contrasta, peraltro, in maniera evidente, con la demagogica ideologia federalista degli ultimi anni), che impedisce lesercizio delle funzioni proprie dei comuni e delle province e la certezza dei diritti per tutti i cittadini. Si delinea, in sostanza, una subordinazione delle esigenze finanziarie degli enti locali che pure in questi anni hanno migliorato i saldi alla politica finanziaria nazionale ed in ultima istanza agli interessi del capitalismo finanziario. oggi pi che mai necessario, spostare lasse sui bisogni dei cittadini, verificando ed evidenziando gli effetti del patto di stabilit e della riduzione dei trasferimenti sui servizi. Il principale obiettivo di lotta , allora, quello di costruire una iniziativa politica e giudiziaria degli amministratori, organizzare una coalizione fra gli EELL ed i cittadini per una radicale modifica dellattuale configurazione del patto di stabilit, prevedendone un allentamento soprattutto per quanto concerne la spesa sociale e gli investimenti. Molti Comuni, anche di citt grandi (Napoli), gi si sono mossi in questa direzione. Numerosi ricorsi presso la Corte Costituzionale sono gi stati fatti in nome dei principi fondamentali della Costituzione, dato che gli assurdi vincoli di stabilit rischiano di mettere in discussione i diritti sociali fondamentali. Noi riteniamo che vada messa profondamente in discussione la logica stessa che sta alla base del patto di stabilit, quale prodotto del rigore monetarista dei parametri di Maastricht che stanno distruggendo non soltanto i diritti, ma anche i consumi ed il mercato interno dellItalia intera. Allentamento del patto stabilit vuol dire affermare la reale autonomia finanziaria degli enti locali nelluso delle risorse proprie, sia trasferite che dirette, modificando tutti i limiti imposti da tetti di spesa e da saldi calcolati su parametri discutibili, sempre modificati negli ultimi anni in ogni finanziaria, premiando in questo modo gli enti locali virtuosi che hanno programmato . Va, a maggior ragione, superata la stessa logica emendataria propria di una parte della maggioranza, che si limita a chiedere di escludere dal Patto i costi delle infrastrutture finanziate con fondi UE, in particolare le metropolitane, cosa sicuramente sacrosanta, ma limitata, di fatto, ai Comuni Metropolitani e che accentua i rischi di una separazione tra grandi e piccoli Comuni.
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continuativo e proficuo con queste Associazioni, coinvolgendole continuamente nelle scelte che riguardano i rispettivi quartieri e lintera Citt, ed elevandole dal ruolo semplicemente ricreativo alla capacit di svolgere le funzioni che furono dei consigli di quartiere. pertanto necessaria, la creazione di meccanismi di consultazione permanente dei cittadini, tramite organizzazioni di quartiere. Nelle frazioni dove queste non sono presenti, si dovr cercare di crearne di nuove. Queste potranno anche contribuire al coinvolgimento di Staggia e Bellavista nelle scelte e nella vita cittadina. Inoltre assolutamente necessario, onde favorire processi di inclusione ed ascolto dei cittadini, istituire uno sportello comunale per aiutare le persone nellaffrontare problematiche con gli enti erogatori dei servizi. Deve essere il Comune e quindi la collettivit nel suo insieme a rapportarsi con le societ partecipate e con quellarcipelago di aziende che erogano servizi, essendosi esse sostituite al Comune ed alle autorit pubbliche, anche per superare le barriere nei confronti di call center e comunicazioni non dirette, le quali provocano in larghe fasce di cittadini comprensibili disagi. Le funzioni dello sportello potrnno essere favorevolmente estese anche alla consulenza su servizi ed utilit generalmente non inclusi nel pacchetto dei Comuni (telefono, internet, energia elettrica, etc.).
Si pone poi, a nostro avviso, il tema della modifica della legge 81/93 sulla elezione diretta dei sindaci, legge che ha favorito certamente, una maggiore stabilit dei governi locali, ma a danno delle prerogative di rappresentanza democratica dei Consigli, ridotti spesso ad una pura funzione consultiva e con pochi poteri effettivi di indirizzo programmatico e di controllo dellattivit degli enti. Noi proponiamo, invece, un nuovo rapporto tra il Sindaci ed il Consiglio, un rapporto che valorizzi funzioni, competenze e prerogative di questultimo. Noi contrastiamo, infatti, una concezione che, al contrario, crei nuovi sbarramenti democratici (ridurre il numero dei consiglieri aumenta inevitabilmente la soglia di accesso soprattutto nei consigli comunali pi piccoli, con forti rischi sul pluralismo della rappresentanza) ed assenza di controllo che si determinerebbe escludendo, di fatto, ad esempio, i consigli comunali dalla discussione su materie come il rapporto con le societ che gestiscono i servizi pubblici, o ladozione dei progetti preliminari sulle opere pubbliche.
dei pubblici dipendenti. Si tratta dunque di imboccare con decisione questa strada e di estendere questo obbiettivo a tutti i soggetti (enti, societ, consorzi), in qualche modo collegati agli enti locali. La lotta alla precariet un punto essenziale della nostra proposta politica. Lobiettivo deve essere quello di una completa deprecarizzazione della Pubblica Amministrazione, attraverso piani pluriennali di assorbimento delle risorse attualmente a tempo determinato e la conseguente definizione di nuovi servizi stabili a favore dei cittadini. In questottica si rende inoltre necessario: la stipula dei contratti integrativi decentrati che assicurino al personale comunale una distribuzione delle risorse del salario accessorio che sia diffusa e non clientelare, ma che tenga conto allo stesso tempo della qualit delle prestazioni assicurate all'utenza dai singoli e dai servizi in generale; evitare ove possibile il ricorso a prestazioni professionali esterne, anche attraverso una pi puntuale definizione ed eventuale accorpamento dei settori amministrativi. Dal punto di vista della lotta alla precariet del tutto necessario lavorare per superare i contratti a tempo determinato ed i lavori flessibili, anche nelle Fondazioni e nelle societ partecipate dal Comune di Poggibonsi, favorendo perci i processi di assunzione del personale. Criteri pi stringenti vanno adottati anche nel quadro dellassegnazione degli appalti, lavorando per ridurre il ricorso ai subappalti e collaborando con lIspettorato del Lavoro per effettuare maggiori controlli nei cantieri dei lavori pubblici.
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Inizialmente, moltissimo pu esser fatto come ricerca di unalternativa alla privatizzazione, in attesa del ritorno alla gestione pubblica dei servizi, attraverso forme giuridiche diverse dalle societ di capitali, come consorzi, fondazioni, aziende speciali. Cos come occorre rafforzare molto i controlli dei soggetti pubblici partecipanti sulle attivit dei gestori, sulla condizione lavorativa degli addetti, sulla qualit dei servizi erogati. Anche nel nostro Comune, quanto mai necessario da parte dei rappresentanti del nostro ente, un controllo effettivo sulle societ partecipate, compito che essi hanno finora abbondantemente eluso. Va in ogni caso previsto, a nostro avviso, lindividuazione di strumenti di partecipazione e di controllo dei cittadini utenti sulla qualit e le tariffe dei servizi erogati. Unipotesi concreta in questo senso era gi stata formulata alcuni anni fa dalla Rete del Nuovo Municipio, unassociazione che riunisce amministrazioni locali contrarie alle privatizzazioni, che promuove in tutta Italia la costituzione di consigli di gestione territoriale partecipata dei servizi pubblici, per una gestione sociale e comunitaria dei beni comuni. Unaltra ipotesi di lavoro interessante, da valorizzare, rappresentata dalla configurazione, in ambito europeo, di un nuovo modello di impresa, la societ pubblica di diritto comunitario, specificamente destinata allo svolgimento di servizi economici di interesse generale per conto degli enti pubblici proprietari. Un soggetto giuridico di questo tipo favorirebbe lintegrazione europea sul terreno dei servizi ai cittadini , rappresenterebbe unalternativa concreta alla concentrazione in mani private oligopolistiche di ingenti risorse pubbliche, garantirebbe una maggiore capacit di perseguimento di obiettivi di eguaglianza ed equit sociale. In prospettiva comunque i servizi privi di rilevanza economica (come gi consente la legge), tra cui quelli a carattere sociale, ma anche quelli a rilevanza economica di particolare impatto sulla collettivit debbono poter essere gestiti ed erogati direttamente dallEnte pubblico, natur almente in modo efficace ed efficiente. Va quindi contrastata in toto la tendenza privatistica, la quale non si arrestata, nonostante si siano dimostrati i suoi limiti e le sue ingiustizie. Facciamo un po di storia di ci che avvenuto, per valutare anche le opportunit per una reale inversione di tendenza. Per un verso le tradizionali aziende municipalizzate e speciali si sono trasformate in societ di capitali, per altro verso si assistito ad un esteso processo di riorganizzazione industriale che si caratterizzato in aggregazioni, fusioni e accordi, per altro verso ancora si avuto un diffuso superamento degli assetti monosettoriali prevalenti in passato e una forte affermazione di imprese multiutilities, infine alcuni importanti servizi sociali, culturali, alla persona sono usciti dagli ambiti della Pubblica Amministrazione per trasformarsi in unit aziendali (per fortuna su questo fronte la tendenza sul nostro territorio stata meno accentuata che altrove, a parte la parentesi della Politeama spa). Oltre alla geografia, cambiata rapidamente e intensamente anche leconomia dei servizi pubblici locali. In periodi non molto remoti le gestioni di tali servizi erano considerate prevalentemente in termini strumentali, quali unit di erogazione di servizi, dotate di una precisa identit tecnicoamministrativa e di vaste competenze ma prive di veste e autonomia imprenditoriali. In conseguenza di tale assetto lorientamento era garantire comunque la produzione dei servizi, anche oltre i limiti della convenienza economica. Da ci scaturiva la diffusa
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presenza di deficit, soprattutto nei settori con una pi rilevante consistenza di oneri di servizio pubblico, dovuti in larga parte dallinsufficienza di trasferimenti compensativi di tali oneri, ma in parte riconducibili anche a residue inefficienze ereditate dal passato. Negli ultimi anni la situazione drasticamente mutata. Il governo Berlusconi con la legge 133/2008 allart. 23 bis aveva gi legiferato, ovviamente, in unottica di privatizzazione e relegato la gestione diretta a situazioni marginali a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali etc. del contesto territoriale di riferimento che non permettono un efficace utile ricorso al mercato. Da un lato laffermazione di discipline dei rapporti tra enti locali e gestori basate su logiche negoz iali e sui Contratti di servizio, dallaltro linnalzamento progressivo delle tariffe e lavvio della capitalizzazione in borsa delle societ pi consistenti, dallaltro ancora il crescente coinvolgimento degli investitori privati, hanno modificato gli standard e la mission delle imprese di servizio pubblico locale. I Comunisti si sono, sempre battuti per la pari dignit fra gestione diretta in house e eventuali affidamenti affermando il principio della libert di scelta da parte dei consigli comunali.
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Lo sport
Le attivit sportive vanno essenzialmente promosse in termini della loro funzione di aggregazione sociale, e non per la creazione di realt professionistiche. Le politiche sullo sport talvolta sono state troppo indirizzate verso realt sportive che hanno avuto come obiettivo il raggiungimento di standard agonistici elevati, la creazione di campioni. Col risultato di escludere piuttosto che integrare . Lamministrazione deve controllare la associazioni sportive affinch svolgano il loro ruolo di aggregazione sociale, e vincolare i contributi al rigoroso rispetto di tale finalit sociale. Bisogna inoltre distinguere fra investimenti per strutture sportive e contributi per iniziative ad associazioni, ed evitare che le strutture sportive, diventino un paravento per bar, ristoranti, o altre attivit commerciali private.
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moltissimi appartamenti sfitti da anni, presenti a Poggibonsi. In particolare lAmministrazione dovr ipotizzare: interventi per favorire, anche utilizzando lo strumento dellautocostruzione e dellautorecupero, il risanamento e la destinazione a fini residenziali degli immobili pubblici e privati, abbandonati e degradati, favorendo, a tal fine, la costituzione ed il sostegno di cooperative di cittadini; la definizione di liste e graduatorie per lassegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica nonch leventuale modifica delle modalit di accesso che tengano conto anche del nuovo fabbisogno abitativo; la salvaguardia con ogni mezzo del fondo affitti, ripristinandone laccesso anche per le famiglie con redditi medio-bassi, e non solo per i senza reddito garantendo un effettivo intervento sullemergenza abitativa, in particolare a quella derivante dalla morosit incolpevole; il sostegno agli interventi costruttivi pubblici e privati vincolando le concessioni allofferta di alloggi in locazione a canoni sostenibili, e distribuendo la quota in tutte le aree destinate alledificazione residenziale, cos come indicato dal Piano Strutturale (per evitare la nascita di ghetti e garantire leffettiva progressiva realizzazione della quota). Anzi la quota di alloggi popolari deve esser imposto come standard al pari dei parcheggi e del verde.
Larea ex-Egizia
Noi riteniamo che, in questa fase nella quale la pressione demografica del tutto assente, possano essere favorevolmente eliminate alcune previsioni di natura residenziale anche nelle aree dismesse, a favore di opere e servizi. E questo concetto pu essere ragionevolmente applicato al centro di Poggibonsi, gi sufficientemente saturo e caotico. Le Amministrazioni precedenti hanno negato la salvaguardia dellArea Sardelli, come polmone di sfogo della citt, ignorando le sue potenzialit di avvicinamento al centro, collegamento con larea direzionale di Salceto e lAutopalio, terminal bus, prospiciente alla stazione ferroviaria, grande parcheggio scambiatore per i pendolari. del tutto evidente come gli stessi obiettivi (solo in piccola parte soddisfatti con la realizzazione del parco urbano nellex-scalo merci) potrebbero esser tutti compresi nellArea exEgizia, ovvero sul lato opposto rispetto a Via Vallepiatta. Esigenze assai attuali, come la crisi e la riorganizzazione del centro impongono che quellarea dismessa, diventi la sede di mercati generali per la filiera corta e tipica, e di un grande parcheggio multipiano interrato, in maniera da contrastare efficacemente la penuria di parcheggi vicini al centro, alla stazione, alla fermata degli autobus.
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Da non sottovalutare laspetto legato all ambiente, oltrech i vantaggi economici di questapproccio: riduzione dei trasporti, degli imballaggi, degli usa e getta. del tutto evidente perci come questi meccanismi produttivi si pongano alla base di una considerevole riduzione dei rifiuti prodotti. Non va altres sottaciuta la possibilit che si determina per il consumatore di controllare effettivamente le modalit di produzione (per es. biologica) degli alimenti prodotti in loco, tramite lo sviluppo di filiere locali e distribuiti mediante punti vendita nei territori in loco. Lidea dei mercati generali nellArea Egizia dovuta proprio alla necessit di fornire uno spazio fisico di sbocco commerciale a questa rinnovata e genuina economia locale. Nella stessa ottica di poter consumare prodotti sani e a km 0, riducendo imballaggi e rifiuti (nel caso specifico le bottiglie di plastica), vanno installati nella stessa area uno o pi fontanelli di acqua potabile, trattata con carboni attivi.
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fornace delle Piaggiole, in cui possono nascere ostello della giovent, campeggio, area attrezzata per sosta camper.
Le aree industriali
Per quel che riguarda ledificazione produttiva e industriale, apprezziamo la scelta anche in un simile momento di crisi- di confermare la vocazione manifatturiera per larea dei Foci, evitandone la trasformazione in area espositiva-commerciale (che avrebbe gravi ripercussioni anche sul centro commerciale naturale costituito dal centro storico). Anzi larea dei Foci, data la collocazione vicina alla ferrovia, alla superstrada Firenze-Siena, ed alla via empolese, dovr esser concepita come area industriale centrale per tutta la Valdelsa senese, nellottica di una programmazione unica del futuro Comune della Valdelsa senese. Una struttura di gestione dellarea industriale, necessariamente controllata dal Comune e da una Commissione intercomunale deve ricoprire anche un ruolo essenziale nell organizzazione dei trasporti. Pu contribuire a ottimizzare la frequenza dei trasporti pubblici, a promuovere una esperienza di trasporto multiplo o a fornire una informazione precisa sulla localizzazione delle imprese. E anche interessante promuovere per il trasporto delle merci delle aziende, anche modalit come il trasporto ferroviario combinato, individuando la strada dello sviluppo della stazione di Barberino Val dElsa (soprattutto per le persone), unitamente alla nascita dello scalo merci, il cui obiettivo di realizzarlo alle Grillaie resta valido. In questo quadro lintervento di rilancio della linea ferroviaria SienaEmpoli nel tratto da Poggibonsi al capoluogo della Valdelsa fiorentina, pu garantire ulteriori benefici. Negli insediamenti industriali un parcheggio di qualit unulteriore garanzia della fluidit del traffico. I parcheggi pubblici e le aree di consegna e ritiro delle merci sono elementi chiave. Saranno progettati per facilitare il traffico, evitare parcheggi selvaggi e limitare i rischi dincidenti. Possono essere gestite aree di parcheggio attrezzate (docce, WC) per i camionist i in sosta, che aspettano lapertura delle aziende, per la consegna delle merci. Analogamente le aziende possono prevedere possibili sviluppi ed estensioni dei loro parcheggi privati secondo lo sviluppo delle loro attivit. Le fermate dei trasporti pubblici devono essere sicure, un po al di fuori delle strade principali ed equipaggiate di pensiline. Unaltra tematica che pu caratterizzare la qualit dellindustria poggibonsese e valdelsana la gestione e la raccolta dei rifiuti La struttura di gestione e coordinamento dovr recepire una politica di gestione dei rifiuti che favorisce allorigine la riduzione dei quantitativi. La diversit dei rifiuti prodotti implica di seguire le procedure di smaltimento appropriate. In particolare la raccolta separata dei rifiuti metallici, evitando il loro smaltimento presso linceneritore, pu favorire notevolmente una politica pi sostenibile sul piano ambientale. Ununit di compostaggio dellorganico pu anche recuperare il verde che viene dalla pulizia delle aree comuni e delle parti private per completare la politica della gestione dei rifiuti. Visto il grande numero di falegnamerie e mobilifici si pu pensare alla promozione di aziende che, recuperando i rifiuti legnosi, possano lavorare nel settore dello sfruttamento del legno a scopi energetici (pellet, cippato, ecc.) Pu anche iniziare una politica di acquisti verdi integrando agli appalti e ai contratti clausole ambientali per acquistare prodotti pi rispettosi dellambiente, oppure utilizzare materiali riciclati, facilmente riciclabili o biodegradabili. Una forma di gestione e controllo delle aree industriali, copre linsieme delle operazioni messe in atto per assicurare la gestione congiunta dei rifiuti prodotti dalle aziende e permette fra laltro di realizzare un economia di scala ottimizzando i costi dinvestimento e di funzionamento, per la negoziazione di tariffe preferenziali con le societ di servizio (in particolare per lenergia). Obiettivo importantissimo per la eventuale struttura di coordinamento e di gestione leffettuazione di unanalisi dei consumi energetici della zona industriale. Questa consiste nel determinare, sia a livello di aziende che di dotazioni comuni, i tipi e le quantit denergia consumata da ogni settore, la qualit ambientale delle strutture e i bisogni specifici non soddisfatti. La struttura di gestione stessa si pu
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parallelamente fare promotrice di unazione di informazione e sensibilizzazione sulle diverse soluzioni esistenti per diminuire i consumi energetici. Sono spesso interventi semplici che riguardano un cambiamento di pratiche e di comportamenti quotidiani. Si pu concretizzare ottimizzando lilluminazione e la scelta delle lampadine a basso consumo per i lampadari e le insegne, lautomatizzazione dellilluminazione di notte allinterno ed esterno delle strutture, etc. Sottolineiamo che la progettazione di un fabbricato in accordo ai criteri della qualit ambientale, in particolare per lisolamento, contribuisce considerevolmente a ridurre i consumi energetici. Per prospettare soluzioni migliorative il gestore pu organizzare nellarea un monitoraggio dei consumi. Sarebbe auspicabile che la struttura di gestione avviasse una politica di introduzione delle energie alternative, specialmente per quello che riguarda le fonti pulite, in primis il fotovoltaico. La struttura di gestione pu proporre alle aziende la realizzazione di una diagnosi energetica e offrire uninformazione, una consulenza tecnica e giuridica, favorire lerogazione di finanziamenti regionali e statali. Le attivit industriali possono generare inquinamento dei suoli. Questa tipologia di inquinamento pu essere conseguenza dello stoccaggio di prodotti allaria libera o sotterrati, della fuoriuscita da contenitori difettosi, fino al versamento accidentale di sostanze pericolose. La tematica dei suoli e dei sottosuoli presentono due principali problemi: 1. limpatto sullambiente e pi particolarmente sulle falde freatiche, come sono state rilevate tra laltro nella zona dei Fosci, dove tra laltro pesa non poco la presenza dellinceneritore dei rifiuti; 2. la scoperta spesso tardiva dellinquinamento e talvolta la conseguente difficolt di risalire alle responsabilit se lazienda ha smesso la sua attivit. Per questo importate mettere a punto nella zona dattivit una reale politica di prevenzione dell inquinamento dei suoli e sottosuoli. La struttura di gestione pu realizzare su questo tema e mantenere successivamente aggiornata una ricerca sulla zona industriale. Questa ricerca dinformazioni per identificare i potenziali rischi di inquinamento e pu basarsi su : 1. la storia delle attivit che sono state esercitate su ciascuno dei lotti dellarea e dei cambiamenti intervenuti; 2. la storia degli imprevisti ed incidenti avvenuti che possano avere avuto delle conseguenze sullambiente; 3. 4. la sensibilit dellambiente; i rischi potenziali al momento del carico e scarico di sostanze pericolose;
5. i rischi di deriva di sostanze inquinanti dovuto al stoccaggio di materie prime, di rifiuti, di prodotti finiti; 6. 7. i rischi di fuoriuscite dovuto al degrado di cisterne e tini e non dotate di doppio involucro; le discariche e lo stoccaggio selvaggi.
Linformazione e la sensibilizzazione costituiscono unazione essenziale per incitare le aziende a mettere a punto le misure di prevenzione contro linquinamento dei suoli. Lacqua un bene raro, prezioso e sempre pi caro. Anche se i consumi dacqua nellindustria sono in calo, le zone industriali assorbono rilevanti consumi dovuti ai bisogni per lespletamento delle attivit comuni ed alla concentrazione di aziende. Il controllo dei consumi dacqua contribuisce alla protezione
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dellambiente ottimizzando la gestione delle risorse naturale, ma permette anche alle aziende di fare risparmi significativi. Una azione che pu essere intrapresa la messa a punto di una politica di risparmio su scala della zona industriale, sostenuta da una puntuale informazione alle aziende, pu consistere in una diagnosi delle reti e delle perdite in linea e nel recupero e riutilizzo delle acque piovane. Pu essere condotta una valutazione dei bisogni quantitativi e qualitativi in modo da limitare luso dellacqua potabile agli utilizzi che ne necessitano. A questo scopo possono essere prospettate misure di diversificazione delle fonti di approvvigionamento e di razionalizzazione dei consumi. Possono anche essere installati dispositivi di monitoraggio e di controllo della falda freatica, come i piezometri. Noi Comunisti abbiamo condiviso appieno la riconferma della vocazione industriale dellarea dei Foci. Ma la destinazione duso manifatturiera non basta. Il Comune deve farsi carico anche al di l delle normative di livello superiore- di definire le tipologie di aziende e di produzioni che possono insediarsi, in base al rapporto fra costi e benefici per il territorio. La gestione dellaria e dei rigetti atmosferici un problema globale e dimportanza crescente. Infatti laria satura di CO2, CO, SO2, etc. emessi dalla natura, ma soprattutto dai veicoli, dagli impianti di combustione (riscaldamento o incenerimento dei rifiuti urbani) e da processi industriali specifici. La concentrazione dattivit inquinanti su una stessa zona , accentua localmente gli effetti nocivi sulla salute. I confinanti e gli utenti della zona industriale inoltre possono essere disturbati dagli inquinanti olfattivi (come nel caso della distilleria de Le Grillaie) e dalle emissioni di polvere o di particolato. E necessario imporre restrizioni alle ipotesi dinsediamento di nuove attivit in termini di emissioni atmosferiche. La conoscenza delle caratteristiche delle emissioni prodotte dalla aziende che si insediano, nella fattispecie in termini di emissioni diffuse o canalizzate, di altezza delle emissioni, di natura, di quantit emesse e di frequenza, permette di definire le tipologie dei processi produttivi che possono essere ammessi. Larea dei Foci deve mantenere la vocazione produttiva, conservando e riqualificando la filiera del legno e del ferro, che ha espresso finora la produzione dei camper e che potrebbe aprirsi a nuovi tipi di prodotti. Viceversa deve esser negata qualsiasi concessione (anche di natura soltanto esplorativa) ad attivit che hanno un grande impatto sullambiente e contemporaneamente hanno ricadute quasi nulla in termini occupazionali. In comuni limitrofi assistiamo ad un proliferare di concessioni per attivit di natura estrattiva ad alte profondit. Parliamo della geotermia a Casole, e soprattutto dellestrazione della CO2 nellarea compresa fra Barberino e Certaldo. Si tratta di trivellazioni che possono immettere nellatmosfera e nelle falde acquifere grandi quantitativi di radon ed elementi radioattivi, quantit enormi di composti solforosi, e secondo alcuni studi, possono destabilizzare intere aree producendo microsismi. Naturalmente tali attivit potrebbero impiegare pochissimi tecnici altamente specializzati, senza produrre alcun beneficio n in termini occupazionali, n in termini di ricchezza per il nostro territorio. Nel rispetto delle proprie prerogative il Comune di Poggibonsi deve negare qualsiasi concessione per attivit del genere, facendo valere il principio di precauzione. Ma non ci sono solo le trivellazioni. Anche altre attivit altamente impattanti, e che non producono occupazione, (come i catramifici) non possono pi esser inseriti nel contesto manifatturiero del nostro territorio. Riteniamo inoltre che possa essere utile a tal fine individuare in ogni area industriale un luogo di ritrovo interaziendale, fruibile da parte di tutti i lavoratori e che possa favorire lo svolgersi di iniziative sindacali, qualora queste riguardino problematiche comuni a tutte le aziende.
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Le frazioni e le periferie
Gli interventi da mettere in atto a livello di Valdelsa senese integrata, mostrano la nostra volont di respingere una politica che organizzi solo intorno al centro di Poggibonsi la vita e le attivit del Comune. naturale e logico che il centro cittadino rimanga il cuore pulsante della vita pubblica poggibonsese, ma questo non deve escludere che debbano sorgere altri centri di interesse, a partire, per esempio, da spazi giovanili autogestiti. Si pu quindi intervenire in due direzioni: 1) creando nuovi punti di interesse; 2) migliorando i collegamenti tra la citt, i centri pi vicini, le frazioni, la campagna.
La proposta della direttrice di trasporto metropolitano integrato che preveda una serie di collegamenti stabili e frequenti con Staggia e Bellavista contribuisce ad integrare al massimo le due frazioni nel sistema urbano di Poggibonsi, Colle val dElsa e San Gimignano. Le principali frazioni (ed alcune periferie) non devono correre il rischio di diventare quartieri dormitorio: soprattutto a Staggia le attivit delle associazioni pi attive dimostrano che questo pu essere evitato. Allo stesso tempo va rilanciata lattivit proficua fin qui svolta con La stanza, sempre a Staggia. LAmministrazione Comunale, quindi, anche ripristinando la propria presenza sul territorio, deve stimolare e garantire in maniera diffusa sul territorio non soltanto lestensione di servizi di primaria necessit, ma anche spazi e momenti di socialit. In particolar modo la ROCCA DI STAGGIA e la via centrale della frazione stessa dovranno esser rese fruibili ai cittadini, e costituire un centro storico vero e proprio, capace di creare aggregazione e sviluppare le attivit commerciali di vicinato.
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In ogni caso riteniamo che la costituzione di strumenti di consultazione continuativa dei rioni e delle frazioni (togliendo labitudine di presentarsi a Staggia e Bellavista quasi esclusivamente in campagna elettorale) vada esattamente nella direzione auspicata e provveda un salto di qualit significativo nella partecipazione dei cittadini di queste aree alla vita politica e culturale, anche in termini di proposta e non soltanto di fruizione di iniziative, progetti ed eventi.
Una nuova politica dei rifiuti: superare la centralit dellinceneritore di Poggibonsi nella gestione del ciclo dei rifiuti
La realizzazione dellimpianto di termodistruzione (demagogicamente indicato col nome di termovalorizzatore) ha incontrato in passato il nostro netto dissenso per una serie molto vasta di ragioni. In primo luogo, al di l dei proclami, si accantona lidea di una politica dei rifiuti che parta dalla loro riduzione e dal loro riciclaggio e riutilizzo: si avanza invece lidea dellutilizzo dei rifiuti a scopo energetico, rinnegando limpegno di quei Comuni che hanno applicato e sostenuto forme di raccolta differenziata. Quale senso ha infatti questo impegno se non viene finalizzato ad una drastica riduzione dei rifiuti da smaltire e al passaggio ad una nuova vita di questi materiali? Il Piano Industriale che si concretizzato in un incremento della potenza dellinceneritore (34 volte rispetto al vecchio impianto) non prevede n la riduzione dei rifiuti in Provincia di Siena, delineando soltanto una limitazione del loro incremento, n un piano per la raccolta differenziata porta-a-porta, che a Poggibonsi dopo una breve sperimentazione in tempi elettorali- sopravvissuta solo nel centro storico. Le nostre ragioni sono state ampiamente confermate dagli eventi . Negli ultimi anni, a causa della crisi, abbiamo assistito ad una riduzione delle produzione dei rifiuti, che a Poggibonsi ha sfiorato il 20%. Questo ha comportato una sottoutilizzazione dellimpianto, che ha perso efficienza. LENEL ha ridotto il contributo per lenergia prodotta, e quindi il costo di gestione dellimpianto decisamente cresciuto. Se ci non si immediatamente tradotto nellincremento delle tariffe ci dovuto soltanto ad unanaloga riduzione dei costi della raccolta, dovuti alla riduzione dei rifiuti prodotti, a causa della crisi. Perseverare nella politica dellincenerimento significa orientare in maniera sostanziale lindirizzo della gestione dei rifiuti, lasciando ben poche chance a strumenti alternativi. Molti studi hanno affermato che laddove sono ubicati impianti di incenerimento la raccolta differenziata scarsa e scadente come risultati, perch tropo costoso ridurre il quantitativo di rifiuti da bruciare. Oltretutto gli impianti di incenerimento spesso devono utilizzare, per una migliore resa termica, materiali ad alto potere calorico come carta, legno e plastica dirottandoli dalla raccolta differenziata, che viene cos vanificata. Ad aggravare la situazione c il fatto che, poich gli impianti devono funzionare a pieno regime, prevedibile che si debbano richiamare rifiuti da fuori. Questo lo si era gi rilevato in unindagine a campione svolta alcuni anni fa dal PRC: nel solo trimestre ottobre dicembre 2002 linceneritore di Poggibonsi ha ricevuto rifiuti da Milano, Lucca, CastellAzzara, Arezzo, oltre che da Barberino Val dElsa. Recentemente la necessit di acquisire rifiuti da altri territori diventata una prassi abbastanza ripetuta, senza che questo abbia neanche portato significative compensazioni di natura economica (riduzione delle tariffe) che un territorio cos penalizzato sul piano ambientale, di norma riceve. Sono i Comuni in grado di garantire il controllo delle emissioni e della provenienza dei rifiuti? La nostra opposizione alla gestione dellinceneritore da parte di Sienambiente, risulta motivata non solo dal rischio di una gestione di rifiuti che privilegi il loro mercato rispetto alla tutela dellambiente. Abbiamo sempre ritenuto che gli organi preposti alla gestione diretta dei servizi essenziali debbano essere le amministrazioni locali, che, al contrario di ci che successo, dovevano assumersi tutte le responsabilit del caso su materie cos spinose, come la raccolta dei rifiuti. E successo completamente lopposto: la costituzione di societ partecipate sempre pi lontane(Sienambiente prima, poi con lambito unico per la Toscana sud, la SEI) , come richiamato in pi parti, allontana dallambito comunale decisioni rilevanti anche su problemi assai tangibili, escludendo dalla discussione in pratica 28
le Giunte meno incisive e tutti i Consigli Comunali (e di conseguenza i cittadini). Infatti se la responsabilit politica dei Sindaci imporrebbe almeno una certa considerazione del dibattito cittadino, questo non avviene per gli amministratori di Sienambiente, vincolati solo alle leggi e al rispetto dellequilibrio di bilancio, che possono usare anche come forma di ricatto nei confronti di qualsiasi rivendicazione (anche da parte dei Sindaci stessi). Per questi motivi riteniamo che sia arrivata lora, di definire un exit strategy dalla politica dellincenerimento. Per incrementare la raccolta differenziata, dobbiamo ipotizzare una raccolta porta a porta mediante lintroduzione di microcassonetti condominiali, che permettano di calcolare la quantit di rifiuti prodotti dalle singole utenze, ed introducendo sulla tariffa sconti per chi effettua la raccolta differenziata e penalizzazioni per chi produce pi indifferenziato. La raccolta differenziata per non basta: il riciclaggio dei rifiuti che deve essere incrementato ed per questo che riteniamo opportuno la creazione possibilmente in house- di unintera filiera della differenziazione e del riciclaggio. Su questo dobbiamo puntare decisamente, poich sussiste il rischio che con lampliamento dellinceneritore, sproporzionato rispetto alle necessit della zona, si metta in secondo piano la raccolta differenziata o che, peggio ancora, i rifiuti differenziati vengano utilizzare per ottimizzare il funzionamento dellinceneritore. Una lotta a questimpostazione deve essere ribadita anche con lampliamento dellATO alle province di Arezzo e Grosseto; in caso contrario, viste anche le performance pi limitate di queste province nella raccolta differenziata (rispetto a Siena), la situazione rischia di peggiorare, a danno, ovviamente, dellambiente e della nostra salute. Paradossalmente questo potrebbe esser facilitato dalla divisione avvenuta fra gestore della raccolta e gestore dello smaltimento. Societ e bilanci distinti potrebbero facilitare il dirottamento delle risorse risparmiate al momento della raccolta (a causa della riduzione dei rifiuti prodotta dalla crisi) verso nuove strategie di differenziazione e riciclaggio. Oltretutto va rilevato come molte esperienze di raccolta differenziata domiciliare (Capannori e Fucecchio insegnano) abbiano prodotto risparmi ingenti, contrariamente a quanto intuitivamente potrebbe pensarsi, nonch come il suo successo sia testimoniato sia in aree urbane, sia in piccoli centri, che in aree a vocazione rurale.
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