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ARS INVENIENDI

so
Direttore
Fabrizio Looaco
Universit degli Studi di Napoli Federico II
Comitato scientico
Louis Btoioi
Universit degli Studi di Roma Tor Vergata
Giuseppe Cacciarort
Universit degli Studi di Napoli Federico II
Domenico Cort
Universit degli Studi di Napoli Federico II
Antonello Giuoiiao
Universit degli Studi di Napoli Federico II
Matthias Kaura
Martin Luther Universitt Halle Wittenberg
Edoardo Massiiiia
Universit degli Studi di Napoli Federico II
Rocco Pirirro
Universit degli Studi di Napoli Federico II
Jos Manuel Stviiia Ftrntz
Universidad de Sevilla
ARS INVENIENDI
Questa collana del Dipartimento di Filosoa Antonio Aliotta dellA-
teneo Fridericiano nasce come porta aperta al dialogo interculturale
con studiosi vicini e lontani dalla grande tradizione napoletana e italia-
na. Lo scopo di orire un nuovo luogo di confronto senza pregiudizi
ma con una sola prerogativa, quella della seriet scientica degli studi
praticati e proposti sui pi aggiornati itinerari della losoa e della sto-
riograa, della lologia e della letteratura nellet della globalizzazione
e in ununiversit che cambia.
Francesca Brencio
Scritti su Heidegger
Prefazione di
Paolo Diego Bubbio
Copyright MMXIII
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
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via Raaele Garofalo, s,,/AB
oos,, Roma
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ist ,s-ss-,s-,,,,-s
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dellEditore.
I edizione: gennaio zos,
Per Francesco
Siamo arrischiati. Soltanto che noi,
pi ancora che pianta o animale
con questo rischio andiamo, lo vogliamo; talvolta anche
siamo pi arrischiati (non per nostro vantaggio)
della vita stessa; per un soo
pi arrischiati.
Ci che, inne, ci custodisce
il nostro essere-senza-protezione.
R. M. Riixt
Indice
s, Nota dellautore
s, Ringraziamenti
s, Prefazione
Bentornato, Heidegger
di Paolo Diego Bubbio
z, Introduzione
,, Capitolo I
Sulla soglia: lo smarrimento e lattesa
, Capitolo II
Possibilit e nitezza
,, Capitolo III
Il riuto e loltrepassamento
o, Capitolo IV
Essere e fondamento
, Capitolo V
Estetica e ontologia
, Capitolo VI
Johann Peter Hebel
so Capitolo VII
Friedrich Hlderlin
ss
sz Indice
s,, Capitolo VIII
George Trakl
s, Bibliograa
Nota dellautore
Questo volume di scritti su Heidegger nasce dalla volont di raggrup-
pare un certo numero di saggi gi comparsi nel corso degli anni su
alcune riviste di losoa italiane, aancandoli ad alcuni inediti. In tal
senso, il titolo del volume vuole dire ci che nel libro contenuto,
cio una serie di saggi sul pensiero di Heidegger e non assumere una
posizione denitiva intorno alla losoa di Heidegger. Esso stato
pensato con un ne didattico e nutre la speranza di approfondire e
sciogliere i nodi concettuali della speculazione heideggeriana.
Il libro articolato in otto capitoli, ognuno dei quali si occupa
di un preciso argomento. La successione dei capitoli vuole rendere
ragione di una pluralit di riessioni e approfondimenti che nutrono
la speranza di essere polifonici intorno alla losoa di Heidegger.
I saggi gi pubblicati e qui riproposti sono stati rivisti dallautore,
ampliati o rinnovati in alcune parti. In particolare: Il cap. I propone
con alcune rivisitazioni il saggio Heidegger. Sulla soglia del paradiso
pubblicato in Davar, n. z, zoo, pp. ,o,,. I cap. II inedito. Il
cap. III un ampliamento e rivisitazione de Lessere e il destino della
metafisica occidentale edito in Oros, Edizioni del Collegio Siciliano
di Filosofia di Siracusa, Siracusa zooz, pp. ,,oo. Il cap. IV stato
ritoccato rispetto a quanto pubblicato con il titolo di Essere e fon-
damento in Martin Heidegger, pubblicato in Annali della Facolt di
Lettere e Filosofia dellUniversit degli Studi di Perugia, n. XXXIX,
nuova serie XXV, zoozzoo,, pp. sz. Il cap. V propone con alcune
modifiche lo scritto Il confine del silenzio. Estetica e ontologia nel poeti-
co pensare di Martin Heidegger, pubblicato in Estetica, n. z, zoo,,
pp. os,o. Il cap. VI una rivisitazione di Die Heimreise: Heidegger e
Hebel, pubblicato in Davar, n. , zoo,, pp. s,os,). Il cap. VII un
ampliamento di Fondamento e poesia tra Heidegger e Hlderlin, edito in
Estetica, n. z, zoos, pp. ,,,. Il cap. VIII inedito.
F.B.
s,
Ringraziamenti
Nel dare alle stampe questo volume desidero ringraziare Anna Giannatiempo
Quinzio, il cui insegnamento rimane per me il punto di partenza irrinunciabile
in ogni mio fare e per ogni mio scritto, e il cui aetto, profondo e costante, una
stella ssa del peregrinare.
A Paolo Diego Bubbio (University of Western Sidney) il mio ringraziamento
non solo per le parole che sono ad incipit del libro, ma soprattutto per la sua stima,
per la sua illimitata disponibilit e per le occasioni di confronto, oltremodo preziose.
Ringrazio profondamente il Prof. Dr. Gnter Figal e il Prof. Dr. Bernhard
Casper della Albert LudwigsUniversitt in Freiburg per laccoglienza ricevuta qui
a Freiburg e per la possibilit concessa di poter studiare sotto la loro guida.
In modo sincero e commosso ringrazio il Dr. Hermann Heidegger, per la
ducia accordatami, che avvalora i miei studi nora compiuti su Martin Heidegger
e mi incoraggia per le future ricerche.
Un ulteriore ringraziamento va ai professori Massimo Borghesi (Universit
degli Studi di Perugia), Maurizio Pagano (Universit del Piemonte Orientale A.
Avogadro) e Ugo Perone (HumboldtUniversitt zu Berlin) per gli insegnamenti
ricevuti e per la ducia che mi hanno donato nel corso del mio cammino di studi.
A Daria Dibitonto il mio ringraziamento per il suo esserci, fonte inesauribile
di crescita intellettuale e segno di unamicizia stellare.
Alle amiche di sempre, che hanno retto lurto dei miei pensieri e tutte hanno
arricchito le mie riessioni: Elena A., Silvia L., Silvia L., Barbara P.
Inne, gli ultimi ringraziamenti, proprio perch pi intimi, vanno ad Ilir Ema-
nuel, mio glio, i cui sorrisi hanno nutrito i miei giorni e alleviato i pensieri pi
cupi; e a Francesco Forini, a cui questo libro interamente dedicato:il mio grazie
per essermi sempre accanto, nelle scelte pi importanti e in quelle non facili, per il
suo costante donarsi e prendersi cura delle cose fragili con immenso amore.
F.B.
Freiburg im Breisgau, Ottobre zosz
s,
Prefazione
Bentornato, Heidegger
di Paolo Diego Buttio
Heidegger senza dubbio, insieme probabilmente a Platone e a Nie-
tzsche, uno dei loso sui quali stato scritto di pi. Fiumi di in-
chiostro, migliaia di libri, e senza dubbio un numero astronomico di
articoli. Di fronte a un tale panorama, verrebbe spontaneo chiedersi:
c bisogno di un altro libro su Heidegger? Per rispondere a questa
domanda, anzitutto necessario contestualizzarla e considerare le for-
tune di cui il pensiero di Heidegger ha goduto, e successivamente la
(relativa) disgrazia in cui pare essere caduto, perlomeno nellambito
di una certa cultura accademica. Che la losoa analitica, dominante
nel mondo anglosassone, non lo abbia mai apprezzato, cosa assai
nota: accusato di essere oscuro, confuso, addirittura ridicolo, il pen-
siero di Heidegger stato subito riutato da quella cultura losoca
che, dopo la seconda guerra mondiale, diventata dominante su lar-
ga parte del globo terracqueo (quella analitica, appunto) e, tranne
qualche eccezione, certo di rilievo ma sostanzialmente marginale, il
suo destino in quel contesto non cambiato nei decenni successivi.
Diverso il discorso per la cultura losoca cosiddetta continentale.
In quellambito, il pensiero di Heidegger ha goduto di un prestigio e di
unattenzione unici. Considerato il padre nobile dellermeneutica -
losoca contemporanea, eletto a punto di riferimento imprescindibile
da Gadamer, ed enormemente apprezzato dalla scuola fenomeno-
logica francese, Heidegger ha mantenuto una posizione di assoluto
rilievo per tutta la seconda met del ventesimo secolo. Ma sul nire
del secolo, qualcosa cambiato anche in quel contesto. Da una parte,
lideale del prospettivismo, avanzato da unermeneutica considerata
come la nuova koin del nostro tempo (secondo la celebre denizione
di Gianni Vattimo), sembrava aver esaurito la sua forza propulsiva.
s,
ss Prefazione
Dallaltra, una losoa analitica sempre pi aggressiva sbarcava anche
in Europa, arrivando persino a conquistarne alcune delle roccaforti
losoche tradizionalmente pi continentali in Italia, Francia, e
nella stessa Germania (uno sbarco facilitato, va detto, dai difetti di una
cultura accademica accademica, non losoca che in alcuni suoi
eccessi tende(va) allautocompiacimento verbale, indulge(va) in prati-
che intellettuali narcisistiche, e riuta(va) ostinatamente il confronto
con il mondo losoco esterno, tutte debolezze delle quali la losoa
analitica, con le sue armi di rigore logico, disponibilit al controllo qua-
litativo da parte dei propri pari, e unapertura sostanzialmente globale,
ha facilmente approttato). E cos, nel giro di qualche anno, anche
nelle universit del continente europeo (con leccezione di qualche
cittadella losoca, che per paga la propria impermeabilit con una
chiusura che rischia di sconnare nel provincialismo) Heidegger
stato messo da parte. Secondo alcuni era, semplicemente, passato di
moda; mentre secondo altri il suo pensiero era stato eccessivamente
sopravvalutato, e ora giustamente lo si ridimensionava. E pu essere
che ci sia del vero in entrambe queste aermazioni. Per triste che
sia, pur vero che anche la cultura losoca ha le sue mode. Ed
anche vero che lesaltazione di cui Heidegger stato oggetto per un
certo periodo in alcuni ambiti ha prodotto risultati discutibili: una
banalizzazione del suo pensiero, una scolastica che riproduceva in
modo meccanico alcuni stilemi heideggeriani, e labbondante uso di
tecnicismi (e non si pu certo dire che il linguaggio losoco hei-
deggeriano ne sia privo) spesso usati senza ricondurli al contesto o al
problema losoco che li aveva generati.
In questo senso, il destino di Heidegger pu essere accomunato a
quello di un altro grande pensatore: Hegel. Anche il pensiero di Hegel
stato oggetto di un enorme entusiasmo e ha dominato in varie forme
la cultura losoca occidentale per diversi decenni, raggiungendo
unestensione anche maggiore di quella di Heidegger dal momento
che al pensiero hegeliano riusc ai tempi di sbarcare anche oltremanica
e addirittura oltreoceano, con i pensatori appartenenti al cosiddetto
idealismo angloamericano. Poi, anche Hegel stato rinnegato, sia
dallincipiente losoa analitica, che tra il nire del diciannovesimo
e linizio del ventesimo secolo muoveva i suoi primi timidi passi in
Gran Bretagna, sia da un pensiero continentale che, specialmente
nella sua versione esistenzialistica, vedeva nel neoidealismo il suo
Prefazione s
mortale nemico. E cos anche Hegel, nel giro di qualche decennio,
era considerato vecchio e superato.
Se il presente libro dedicato a Heidegger, non forse un caso
che nel suo libro precedente lAutrice si sia dedicata proprio a Hegel,
facendolo peraltro dialogare con Heidegger stesso
s
. Parrebbe proprio
che Francesca Brencio abbia un debole (peraltro encomiabile, agli
occhi di chi scrive) per le cause perse. Ma sono veramente solo questo,
i pensieri di Hegel e Heidegger cause perse?
Non tenter di rispondere a questa domanda, perch rispondervi
vorrebbe inevitabilmente dire entrare nel merito di un discorso lo-
soco estremamente ricco e complesso, impresa questa che non pu
essere tentata nel contesto di una prefazione. Che le risposte a questa
domanda possano essere molteplici, non v dubbio. Una posizione
losoca che argomenti il fallimento del percorso losoco heidegge-
riano (o di quello hegeliano) , di per s, naturalmente legittima. Ma
non questo il punto. Il punto che, come ci ricorda Gadamer con
unaermazione che Francesca Brencio cita in modo molto appro-
priato nella sua Introduzione, non si pu essere semplicemente per
Heidegger o contro Heidegger, perch non cos semplice passare
davanti al pensiero. Che si condivida o meno il suo percorso o il suo
stile losoco, Heidegger ha toccato i punti nevralgici del pensiero e
dellesistenza delluomo, e di fronte a questo non si pu restare indif-
ferenti. Heidegger , perci, un losofo con il quale si deve dialogare
anche, eventualmente, per criticarlo o per considerare alternative alle
soluzioni che egli ore (quando ne ore) ai problemi losoci che,
tuttavia, egli pone, con una lucidit e una chiarezza (talvolta ouscata,
va detto, da un linguaggio oscuro) davvero rare. Dialogare, si diceva;
perch Heidegger uno di quei loso che non si possono solo studia-
re, ma esigono dal proprio lettore uno sforzo interpretativo che, nella
pi autentica tradizione ermeneutica, non solo ricezione passiva,
ma anche partecipazione attiva allimpresa del pensiero. Non v da
stupirsi, dunque, che il pensiero di Heidegger abbia generato diversi
approcci interpretativi.
Semplicando in modo estremo, i modelli interpretativi di base
possono essere ridotti a sei. Il primo modello interpretativo quello
fenomenologico, che si concentra su Heidegger come continuatore di
s. F. Brtcio, La negativit in Hegel e Heidegger, Aracne, Roma zoso.
zo Prefazione
temi husserliani, specialmente per quanto riguarda il mostrarsi degli
enti a partire dallintenzione signicante/signicativa di un soggetto
o Dasein (Gethman e Crowell possono essere identicati come gli
esponenti principali). Vi poi linterpretazione esistenzialista, quella
di Sartre e di loso italiani come Pareyson e Abbagnano, che si con-
centra sullanalisi del Dasein come esistenza: uninterpretazione che
ha raggiunto risultati interessanti, ma opinione condivisa che (con
la notevole eccezione di Pareyson) essa non faccia, in ultima analisi,
giustizia al progetto di Essere e Tempo in generale, specialmente do-
po la pubblicazione dei Problemi fondamentali della metasica. Il terzo
approccio interpretativo quello trascendentale, che avvicina Heideg-
ger a Kant; spesso ingiustamente accorpato a, o addirittura confuso
con, la corrente fenomenologica, questa interpretazione tuttavia
se ne distacca soprattutto per quanto riguarda la visione dellEsse-
re del Dasein e dello spazio: Malpas e Blattner sono tra i sostenitori
pi originali e innovativi di un Heidegger trascendentale. Vi poi
linterpretazione pragmatica, che si concentra su quelle sezioni di
Essere e Tempo in cui Heidegger analizza il rapporto tra il Dasein e gli
enti intramondani, e insiste sul fatto che lEssere si manifesta essen-
zialmente in quella backgroundcompetence (per usare un termine
utilizzato da alcuni loso pragmatisti) che il Dasein ha nel rapportarsi
agli enti. Anche questa per uninterpretazione riduttiva, che non
solo non prende in considerazione il pensiero di Heidegger nel suo
complesso, ma sembra ignorare persino la seconda parte di Essere e
Tempo, laddove Heidegger si occupa dellesistenza autentica e della
dimensione temporale del Dasein. E tuttavia questo Heidegger prag-
matista, presentato da autori quali Tugendhat e Dreyfus, ha avuto
una certa fortuna nello scorso decennio, probabilmente perch rende
Heidegger pi accettabile al palato anglosassone. Il quinto modello
interpretativo quello ermeneutico, certo uno dei pi rilevanti, che
si concentra sulle nozioni di Sinn (senso), Bedeutungen (signicato),
Verstehen (comprensione), Bendlichkeit (condizione) e Rede (discorso).
Gli esponenti di questo modello interpretativo sono molti, e molto
diversi tra loro: Gadamer, Apel, Taylor, Guignon, Lafont, Vattimo. In
generale, questo approccio interpretativo prende le mosse dal con-
cetto di Erschlossenheit, o (stato di) apertura, e tende a considerare
lEssere come il fondamento del signicato, cio ci che rende pos-
sibile la manifestazione degli enti. Talvolta questo approccio corre il

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