2 PRIMO PIANO giovedì 29 ottobre 2009

LA FIGLIA RICOVERATA AL NUOVO POLICLINICO, IL PRIMARIO: «TAMPONE NEGATIVO, STA BENISSIMO»

Castellammare, partoriente in coma: aperta un’inchiesta

NAPOLI. È una bella bambina ed in buona salute. Roberto Paludetto,
LA NUOVA EPIDEMIA. primario del reparto di Terapia Intensiva Neonatale del II Policlinico
PIÙ DI 200MILA ITALIANI A LETTO. IN CAM- di Napoli, rassicura sulle condizioni di salute della bambina nata lo
scorso lunedì da una 32/enne di Castellammare di Stabia ora
PANIA RECORD DI CASI, IL DOPPIO DEL ricoverata in coma farmacologico al Cotugno per sospetta influenza
PIEMONTE. DUE DONNE GRAVI A NAPOLI A N1H1. «I test sono negativi, la piccola non ha l'influenza. È
ricoverata in Neonatologia e come tutti gli altri bambini, nel giro di
qualche giorno, una settimana al massimo, sarà dimessa. Speriamo
che per allora la madre stia meglio», dice il professore. La madre,
Rosa Esposito, alla 36/a settimana di gestazione, lo scorso lunedì si
era ricoverata in una clinica privata di Castellammare per poi essere
trasferita, al sopraggiungere di alcuni problemi, al II Policlinico.
Affetta da morbo influenzale e visto l'aggravarsi delle condizioni di
salute, i medici del reparto di Ostetricia e Ginecologia hanno
effettuato un cesareo, prima di trasferirla al Cotugno. La famiglia ha
presentato denuncia ai carabinieri contro la clinica privata, dove la
32enne ha vissuto un sempre maggiore peggioramento delle sue
condizioni di salute. Ricoverata per problemi ginecologici nella
clinica mentre era incinta, in seguito all'aggravarsi delle sue
condizioni i sanitari del Secondo Policlinico hanno deciso di farla
partorire. Una emorragia interna causa l'asportazione dell'utero e
dopo scatta il ricovero al Cotugno: per influenza A.

IL BILANCIO DOPO IL MEDICO MORTO, È SCATTATA LA PSICOSI. IL DIRETTORE SANITARIO: COSÌ RISCHIAMO IL COLLASSO

Influenza, assalto al Cotugno per i test

di Mariano Rotondo
NAPOLI. Colpa del freddo, dei virus
parainfluenzali, di una recrudescen-
za dell’influenza stagionale ma so-
prattutto, evidentemente, del nuo-
vo virus A/H1N1. Fatto sta che ne-
gli ultime settimane si assiste a
un’impennata dei casi influenzali in
Italia: secondo il rapporto Influnet
dell’Istituto Superiore di Sanità, so-
lo negli ultimi 7 giorni si sono mes-
si a letto con febbre e dolori artico-
lari circa 230mila italiani. Un’inci-
denza di 3,88 casi per mille assisti-
ti, molto superiore alla media del pe-
riodo: negli anni della “normale” in-
fluenza, queste cifre si raggiungono
solo a dicembre, poche settimane
prima del picco influenzale. È chia-
ro, sono convinti gli esperti, che una
parte consistente, probabilmente la
maggioranza, di questi casi di in-
fluenza è in realtà un’influenza A
non diagnosticata. Lo conferma an-
che la particolare virulenza di que-
sta pandemia verso i giovani: nella
fascia di età 0-4 anni l’incidenza è
di 9,22 casi ogni mille assistiti, in
quella tra i 5 e i 14 anni addirittura di
13,02, mentre è bassissima, proprio
come appurato per la nuova in-
Cotugno: il primario del reparto di emergenza, Faella, e il direttore sanitario Cosimo Maiorino
fluenza, tra gli over 65, appena 0,64
casi per mille. La regione più colpi-
ta è la Campania, 12,37 casi per mil-
le, seguita a distanza dal Piemonte
(6,61) e la Lombardia (5,85). Mentre
al sud, come è ovvio, i casi di infe-
zione sono minori, con la Puglia a
1,75 per mille, la Sicilia a 2,13 e la
Calabria a 1,08.
L’allarme influenza A è definitiva-
mente esploso nel capoluogo parte-
nopeo, dove la morte del medico
56enne avvenuta martedì e gli altri
casi gravi trattati in questo mo-
mento dal Cotugno, stanno spin-
gendo centinaia di persone ad affol-
lare i reparti dell’ospedale per le ma-
lattie infettive anche davanti a qual-
che linea di febbre. La psicosi, di cui
tanto si è parlato, è ormai una real-
tà contro cui i sanitari devono fare i
conti e che va assolutamente fer-
mata perché mette a rischio l’inte-
ro tessuto nato per tenere a bada il
temuto virus H1N1. A parlare in que-
sti termini è infatti il direttore sani-
tario del Cotugno, Cosimo Maiorino,
che particolarmente ieri si è ritrova-
to nel suo nosocomio con una gros-
sa porzione di utenza che chiedeva
di poter fare il vaccino: «Di questo
passo c’è il pericolo che possa sal-
tare l’intero sistema che abbiamo
messo in piedi per fronteggiare la
pandemia - afferma - ed allo stesso
modo si avranno grosse difficoltà an-
che nelle altre città in cui si ripete-
ranno le scene che si stanno veden-
do a Napoli. Il messaggio che deve
passare - spiega - è semplice. I test
non sono obbligatori, non c’è alcun
bisogno di farli. Qui devono arrivare
soltanto pazienti che manifestano nosocomio specialistico anche un’al-
delle complicazioni e solo allora va tra paziente trasportata urgente-
eseguita la prova che può confer- mente dal San Giovanni Bosco do-
marci o meno il contagio dell’in- ve era ricoverata da domenica mat-
fluenza A». E a chi pensava che que- tina, all’interno del pronto soccorso
sto iter fosse dovuto alla carenza di a causa della carenza di letti, con
tamponi, il numero uno dell’ospe- tutti i sintomi del virus H1N1. An-
dale per le malattie infettive replica che in questa fattispecie si tratta
che «si tratta di una sciocchezza. Le probabilmente dell’influenza A così
scorte sono più che sufficienti - pre- come confermerebbero le difficoltà
cisa - anzi l’unico problema è lega- respiratorie della donna. Sempre nel
to appunto alla paura generale che nosocomio della Doganella c’è poi il
caso di un uomo,
Maiorino: «Di questo passo c’è il pericolo Salvatore Manna,
che possa saltare l’intero sistema che abbia- internato in tera-
mo messo in piedi per fronteggiare la pan- pia intensiva. Il
demia. Qui devono arrivare soltanto pazien- degente, infatti,
ti che manifestano delle complicazioni» continua da gior-
ni ad avere la
si sta forse rivelando più grande di temperatura oltre i 39 gradi, febbre
quanto si pensasse sino a qualche che non scende neppure con il pa-
mese fa». Intanto, però, oltre al chi- racetamolo e l’equipe medica ha in-
rurgo deceduto proprio per le com- viato ieri il tampone presso il Cotu-
plicazioni determinate dalla cosid- gno. Nella struttura della Zona Ospe-
detta suina, ci sono altre persone daliera è infine ancora ricoverato il
gravi internate al Cotugno, degenti 15enne polacco studente dell’istitu-
che stanno lottando tra la vita e la to tecnico industriale Carlo Emilio
morte in terapia intensiva. Come già Gadda del corso Malta. Le sue con-
emerso, dunque, c’è una donna in- dizioni sono però in fase di miglio-
cinta di Castellammare di Stabia che ramento ed a breve potrebbe torna-
al momento è in coma farmacologi- re a casa per continuare le cure sol-
co. L’altro ieri, inoltre, è arrivata nel tanto con il riposo a letto.

MEDICI DI BASE L’UNAMEF: NON SOTTOVALUTARE ANCHE UNA BANALE FEBBRE

«Emergenza più alta in 30 anni»

NAPOLI. Sono i medici di famiglia
ad avere probabilmente il compito
più difficile per quanto concerne
l’organizzazione e le strategie da
mettere in campo per evitare il pa-
nico da influenza A. Una mansione
tutt’altro che semplice e che sta
portando i sanitari a compiere veri
e propri tour de force nelle case dei
loro pazienti. «In trent’anni di que-
sta professione posso dire che que-
sta è l’emergenza più forte mai af-
frontata - afferma il direttore del-
l’Unamef, Giuseppe Tortora - La
gente ha paura e noi dobbiamo es-
sere bravi anche a lavorare sulla lo-
ro sfera psicologica. Per quanto ri-
guarda l’iter messo a punto dal mi-
nistero della Sanità e dalla Regione
con il Cotugno - sottolinea - sono
pienamente d’accordo. È contro-
producente riempire i laboratori del- ci antipiretici e la guarigione può questo caso non bisogno perdere
l’ospedale di tamponi per i test se avvenire dopo cinque o sette giorni. tempo e va immediatamente ri-
non ci troviamo davanti ad un pa- Tanti individui potrebbero infatti chiesto il ricovero presso una strut-
ziente con delle difficoltà respirato- aver preso il temuto malanno e poi tura adeguata, al contrario non c’è
rie. Il mio appello va a tutti colleghi essersi rimessi senza neppure aver nulla da temere anche se noi pro-
- insiste - che in questo periodo non saputo da cosa erano realmente af- fessionisti siamo chiamati ad un du-
devono trascurare neppure la più fetti». Il medico di base, ad ogni mo- ro lavoro. Io ad esempio sto ese-
banale febbre». Secondo il profes- do, cerca anche di tranquillizzare i guendo ogni giorno una ventina di
sionista, infat- visite a domicilio e
ti, gli eventua- Tortora: non siamo in grado di stabilire se l’alta tempera- credo proprio che
li peggiora- tura ed i sintomi classici dell’influenza corrispondono alla con l’arrivo del
menti polmo- suina. Gli ammalati vanno curati comunque con i farmaci freddo tutto sia de-
nari delle per- antipiretici e la guarigione può avvenire dopo 5 o 7 giorni stinato a moltipli-
sone affette carsi. Purtroppo -
dal virus H1N1 «sorgono a distanza napoletani a proposito dell’itinera- conclude - il virus si diffonde facil-
di uno o due giorni». «Ad oggi non rio da seguire stabilito con le Istitu- mente e questo porterà senza dub-
siamo in grado di stabilire se l’alta zioni. «È necessario - dice - tornare bio ad una psicosi di massa ancora
temperatura ed i sintomi classici a casa dei pazienti febbricitanti per più ampia di quella attuale». Quan-
dell’influenza corrispondono alla sui- più giorni di seguito e monitorare to sta accadendo oggi è insomma
na - spiega - se una persona ha la attentamente se sono insorti pro- solo l’antipasto di un inverno che si
I medici di base sono in prima linea nella cura dellʼinfluenza
febbre va curata con i soliti farma- blemi legati alla respirazione. In preannuncia lungo. marot

PREVENZIONE UMBERTO VERONESI: MA IO NON LO FARÒ L’ALLARME «IN QUESTI GIORNI CENTRALINI IN TILT»

Vaccini, arrivano altre novantamila dosi Il 118: chiamateci solo per complicanze
NAPOLI. Niente panico per la
H1N1: l’invito è di Maria Triassi,
direttrice del dipartimento Igiene
ospedaliera dell’azienda univer-
sitaria Federico II di Napoli. Nel
capoluogo partenopeo, dopo il de-
cesso, di un medico e dopo il gra-
ve caso di una donna che, dopo
aver partorito, è ora ricoverata in
coma farmacologico, il rischio del
ritorno di un clima da psicosi c’è.
Ma la Triassi tranquillizza, anche
in merito alla disponibilità dei
vaccini. «Le donne in gravidanza,
insieme agli obesi, sono le cate-
gorie a rischio che il virus sta at-
taccando in maniera più virulen-
ta», spiega la Triassi che smorza
anche le polemiche in merito ad
una scarsa disponibilità, in Cam-
pania, dei vaccini. «Lo scorso 15
ottobre arrivarono 43mila vaccini
in grado di coprire la metà del
personale sanitario di tutta la
Campania - aggiunge - sono sta-
ti distribuiti alle aziende sanita-
rie spiegando loro che andavano
privilegiati i medici delle catego-
rie prioritarie, come quelli del
Pronto soccorso, dei reparti pe-
diatrici, ad esempio. Ieri sono ar-
rivate altre 90mila dosi che sono
in grado di completare la vacci-
nazione di tutto il personale sani-
tario e di procedere alla vaccina-
zione delle categorie a rischio co-
me donne in gravidanza, cardio-
patici, soggetti immunodepressi,
tra gli altri». Ma anche chi ha fat-
to il vaccino, dice la Triassi, ri-
schia comunque: «Ci vogliono
venti giorni per diventare immu-
ni, quindi il rischio c’è». Intanto,
dopo la morte del chirurgo a Na-
poli, la Società italiana di medici-
na generale si è rivolta ai medici
perchè non disertino la campa-
gna vaccinale. Ed in qualche re-
gione si è registrato un ritardo ne-
gli arrivi, ha spiegato il vicemini-
stro della Salute Ferruccio Fazio.
Ma l'oncologo Umberto Veronesi,
che svela di non essersi mai vac-
cinato e di non farlo neppure que-
st'anno contro l'influenza A, per
i malati di tumore invita a valuta-
zioni caso per caso. si, a margine
della presentazione delle iniziati-
ve dell'Airc per la Giornata a fa-
vore della ricerca sul cancro, rife-
risce di non essersi mai sottopo-
sto alla vaccinazione contro l'in-
fluenza. «Credo di essermi vacci-
nato - ha spiegato - naturalmen-
te. C'è chi è più fatalista, come
me, e c'è chi lo è di meno».
NAPOLI. «Chiamate il 118 soltanto
quando, oltre i sintomi di una co-
mune influenza, sono sorte delle
complicanze». Rinnova un appello
per non creare un’emergenza nel-
l’emergenza Ercole Rossi, responsa-
bile del coordinamento del soccorso
sanitario. Ogni giorno, infatti, alle
centrali operative del 118 giungono
decine di chiamate da parte di cit-
tadini allarmati che richiedono l’in-
tervento di un’ambulanza. Spesso
però l’assistito, pur presentando av-
visaglie riconducibili al virus N1H1,
non ha bisogno del ricovero in ospe-
dale. «I nostri operatori – spiega Ros-
si – sono preparati già dall’aprile
scorso ad affrontare eventuali casi di
influenza A secondo un protocollo
ormai consolidato. La psicosi del mo-
mento, non è giustificata, basta os-
servare buone norme igieniche e so-
prattutto, laddove ci fosse un effet-
tivo riscontro, non intasare i presidi
sanitari se non nei casi più gravi». Il
consiglio è quello che ormai vanno
ripetendo da giorni gli esperti del
settore: trascorrere la degenza a ca-
sa e affidarsi alle cure dei medici di
base che – nei casi risultati postivi
– il 118 provvede ad informare al con-
tempo delle strutture territoriali. In-
somma, per chi si ritrova con febbre
alta, tosse e difficoltà respiratorie,
ma gode di buona salute, bisogna
escludere il ricorso al 118 e in gene-
rale ai nosocomi, così da non sot-
trarre strutture, personale e mezzi
per le situazioni da codice rosso. Ma
come sono attrezzati gli uomini del
118 per difendersi dal possibile con-
tagio? «Laddove vi sono soglie di ri-
schio il personale indossa masche-
rine del tipo FP2 e FP3, appositi oc-
chiali e camici usa e getta». Nessun
pericolo anche per i mezzi di soc-
corso. Le ambulanze, che già di nor-
ma vengono opportunamente lavate,
se fosse verificato un caso di suina
dopo un intervento, sarebbero sot-
toposte ad un’adeguata bonifica pri-
ma di tornare in strada. La percen-
tuale dei casi di influenza A registrati
dai medici del 118 resta piuttosto
bassa. Un esempio? In circa due me-
si le ambulanze della postazione ae-
roporto, che copre gran parte del-
l’area nordest di Napoli, hanno rile-
vato appena due casi sospetti. Si-
tuazione sotto controllo allo scalo di
Capodichino. Qui, nonostante la me-
dia giornaliera di migliaia di viag-
giatori, i sanitari avevano ricoverato
al Cotugno soltanto un 12enne pro-
veniente dall’Inghilterra.
Luca Saulino