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CAPITOLO TERZO

Idee, proposte e opportunit fra marginalit e sviluppo: il caso di Comelico Superiore

Analisi ambientale: non un comune Comune di montagna

E risaputo che nel raccontare ad altri il luogo in cui si nati e cresciuti si abbia la tendenza a esagerare nel descrivere bellezze e particolarit che spesso riportano alla mente ricordi positivi e talvolta nostalgici. on posso fare a meno, in !uesto caso, di coinvolgere mia nonna: ottantanni, una vita di duro lavoro e sacrificio, due guerre mondiali vissute sulla propria pelle" abbandonandosi ai ricordi non manca mai di rievocare col sorriso e con visibile gioia le lunghe giornate passate sui prati con le mucche al pascolo, !uelle nei boschi a raccogliere funghi da barattare con il primo mercante di citt o le notti a dormire nel fienile di famiglia. E innegabile, al di l dei sentimenti e delle emozioni che tali immagini rievocano, la reale bellezza di un territorio con uninconfondibile fisionomia costituito da immensi boschi di abeti, alternati a verdissimi prati picchiettati !ua e l di case e di fienili, in un succedersi di paesi coronati da cime che formano un panorama a dir poco suggestivo. #ungi da descrizioni di parte, stato proprio il poeta italiano $iosu Carducci in Cadore a descrivere il territorio che andr% a sescrivere in !uesto capitolo:

&'fferran l(armi e a festa i giovani tizianeschi scendon cantando Italia: stanno le donne a( neri veroni di legno fioriti di geranio e garofani" )ieve che allegra siede tra( colli arridenti e del )iave ode basso lo strepito, 'uronzo bella al piano stendentesi lunga tra l(ac!ue sotto la fosca '*rnola" e #orenzago aprica tra i campi declivi che d(alto la valle in mezzo domina, e di borgate sparso nascose tra i pini e gli abeti tutto il verde Comelico" ed altre ville ed altre fra pascoli e selve ridenti i figli e i padri mandano: fucili impugnan, lance brandiscono e roncole: i corni de i pastori rintronano+.

Il Comelico, con estensione di ,-. /m!, unarea montuosa del 0eneto situata nella parte pi1 a nord della provincia di 2elluno" in senso geografico appartiene alla zona pi1 conosciuta del Cadore. Storicamente il Comelico fece parte per secoli della Comunit Cadorina e ne costitu3 una delle dieci centurie. 4uttoggi baluardo montano del 0eneto, confinante con 5riuli 0enezia $iulia, 4rentino 'lto 6 'dige e 'ustria" le cime che invece racchiudono la valle del Comelico sono le 7olomiti, nominate dall8nesco nel ,..9 )atrimonio dell8manit. :uesta valle chiusa a nord dallarco appartenente alla catena carnica con cime superiori ai ,.... metri !uali il )eralba ;monte che ospita le sorgenti del )iave<, 0allona e Cavallino" a sud6est dal Siera, dalle 4erze, dal 4udaio, dal )opera di 0algrande" infine a sud6ovest dalla catena dell'iarnola6)opera.

;5onte: http:==>>>.valcomelicodolomiti.it<

Il Comelico si presenta ricco di boschi di abeti e si distingue per il vasto tappeto di prati da fieno e da pascolo" sui pendii sono generalmente poste le abitazioni permanenti riunite in borgate e villaggi, dove alle antiche costruzioni prevalentemente di legno, si vanno sostituendo case di pi1 recente fabbricazione. 7al punto di vista ambientale alle abitazioni si affiancano i laghi di origine naturale nonch? i corsi dac!ua che scorrono verso l'driatico. Il fiume )adola, rilevante a livello storico in !uanto teatro di scontri e battaglie durante la $rande $uerra, fluisce nella valle del Comelico per poi affluire assieme al torrente 7igon nel )iave. ' !uesto proposito di fondamentale importanza il limite altimetrico dell(area permanentemente abitata, corrispondente allisoipsa di @.A.. metri ed raggiunto dalle case pi1 elevate di 7anta. Se si dovesse altres3 prendere in considerazione la !uota pi1 alta delle case di ciascuno dei paesi pi1 elevati, si potrebbe ricavare per le abitazioni permanenti una media altitudine di @.B@9 metri, !uota che per le 'lpi 0enete risulta essere piuttosto elevata. Conseguenza diretta di tale altimetria e pi1 in generale della posizione geografica della zona, il clima. 7i pari passo con le caratteristiche climatiche delle regioni alpine ci troviamo in presenza di autunni e inverni rigidi e di primavere ed estati miti. #a temperatura media annua oscilla tra i C.C DC registrati nella stazione di S.Stefano e i A,- DC rilevati in corrispondenza del passo Eonte Croce6 Comelico. 7urante i mesi pi1 freddi ossia !uelli compresi fra dicembre e febbraio, le temperature raggiungono anche picchi di 6,. DC seppur le medie di stagione si aggirino attorno ai 6B DC. 4ali condizioni favoriscono le abbondanti precipitazioni nevose, le !uali se da un lato creano numerosi disagi legati soprattutto alla viabilit e alla mobilit, dallaltro creano il presupposto per il buon andamento delleconomia legata al settore turistico, non meno rilevante nella stagione estiva. E dun!ue nel contesto sopra descritto che si pone il Comune di Comelico Superiore, diviso nelle !uattro frazioni di Candide ;sede municipale<, Casamazzagno, 7osoledo e )adola. Con i suoi ,.BAB abitanti, insediati a unaltitudine media di @,@. metri sul livello del mare, il Comune pi1 settentrionale della regione 0eneto, una vera e propria culla ambientale e culturale nel cuore delle

'lpi Frientali. #egati storicamente ad una forte tradizione e ad unidentit culturale tipiche dei villaggi alpini, che si rispecchia ancora in molti ambiti della !uotidianit, gli abitanti sono testimoni attivi di !uella che nei capitoli precedenti abbiamo chiamato la sfida del vivere in montagna. Il Comelico Superiore non infatti considerabile come una semplice isola felice in mezzo al verde ma va inserito in !uel contesto che vede le zone di montagna come zone svantaggiate, fragili e marginali rispetto ai poli di sviluppo maggiori, situati in zone di pianura. 'd aggiungersi ai gi citati motivi di !uesta marginalit vi la storica chiusura, di !uesta zona rispetto a !uelle confinanti, dovuta alla gi descritta conformazione naturale montuosa che la caratterizza. Solo negli anni -. fu costruita e aperta al traffico la Galleria Comelico, provvidenziale per la sostituzione nellutilizzo dellunica strada per il collegamento con il Cadore presente in precedenza, al!uanto tortuosa e di difficile percorribilit. Chiusura peraltro rafforzata dal confine con il 4rentino 'lto 'dige, che nella fattispecie si concretizza nei territori di matrice tedesca del Sud64irGl ;matrice riscontrabile anche nella cultura popolare del vicino paese di Sappada< e nella conseguente difficolt di comunicazione e collaborazione, incrementate inoltre dallo storico astio dovuto agli avvenimenti relativi alle guerre del H9.. che, in parte, si combatterono proprio in !ueste zone. 5orse, volendo dare una diversa connotazione a !uesta forma di isolamento, si possono notare alcuni fattori positivi a dimostrazione della forte capacit di adattamento della popolazione comelicense. Sembra infatti inconfutabile il mantenimento di una forte matrice culturale legata ai valori tradizionali, tramandati in passato per via orale e giunti !uasi immutati fino ai giorni nostri. 4ali valori si riflettono essenzialmente in alcuni ambiti lavorativi legati ai settori silvo6pastorali o artigianali e pi1 in generale nellattaccamento alle tradizioni folcloristiche e popolari, riscontrabili per esempio nel caratteristico carnevale. Espressione massima di !uesta matrice culturale il tipico dialetto parlato in Comelico di matrice ladina e unico nel suo genere. ' sottolineare ulteriormente il forte connubio tra la popolazione locale e il territorio vi la particolare forma di organizzazione sociale che fonda le sue radici nella storia e che si concretizza nel ruolo gestionale delle Regole di Comunione Familiare che verranno in seguito specificate, che da secoli operano allo scopo di incrementare il benessere nellarea in modo sostenibile in collaborazione con la Comunit Montana, di pi1 recente istituzione.

Dinamiche demografiche ed economiche

#evoluzione storica del Comelico presenta molti caratteri comuni a !uella del resto della montagna bellunese, caratterizzata da una lunga fase di economia agricola e pastorale che, a partire dalla

seconda met del H9.., stata affiancata e in seguito !uasi del tutto sostituita, dalleconomia industriale sviluppatasi in Cadore e pi1 in generale nelle zone prealpine. :uando, nel @-9I, a Comelico Superiore si contava una popolazione totale di B.CC abitanti, il dato parallelo relativo al numero di capi di bestiame registra ,BJ, unit. E dun!ue di estrema facilit constatare come lallevamento sia stato inizialmente la principale fonte di sostentamento, grazie alla conseguente produzione di generi alimentari di primaria importanza e alla pi1 ampia gamma di lavori legati a tale pratica. :uasi tutto, doveva essere prodotto in valle e la parola dordine era autosufficienza. Ecco allora il sorgere di necessit come la produzione del pane attraverso la macinazione della farina al mulino piuttosto che lo svolgimento dei lavori che oggi chiamiamo tradizionali !uali larrotino, lo stagnino, il fabbro o il falegname. Kicchezza storica del Comelico, in !uanto zona di montagna, era costituita dal pregiato legname delle foreste" oltre allo smisurato valore intrinseco del materiale, va sottolineato il grande apporto alleconomia della zona che esso ha donato, specialmente fino alla met del H9... 4uttoggi le attivit relative alla lavorazione del legno costituiscono unimportante fonte di reddito e si possono inoltre ammirare gli sbarramenti artificiali costruiti in prossimit dei fiumi ;particolare oggetto dattrazione turistica !uello situato a )adola e chiamato in dialetto Stua<, che hanno storicamente reso possibile la fluitazione dei tronchi verso la pianura e la citt. el dopoguerra, lincapacit di creare occasioni di lavoro stabili che fossero diverse dalle attivit tradizionali, riscontrabili in una marcata difficolt di sostentamento, sfociarono nel fenomeno dellemigrazione prevalentemente verso il mercato tedesco. )urtroppo ad andarsene non furono solamente operai generici o specializzati ma anche tecnici, diplomati e laureati, impoverendo cos3 la terra natale dal punto di vista culturale. el Comune di Comelico Superiore, nel @9J@, lemigrazione incideva per il @.L sul totale della popolazione che contava BA-9 abitanti. )i1 in generale, confrontando i dati IS4'4 relativi alle tendenze demografiche negli anni tra il @9I@ e il ,.@@, si registra un marcato fenomeno di spopolamento, con il passaggio da A@., unit a ,BAB, per un decremento totale pari al ABL. ' porre laccento sulla negativit di !uesta tendenza si aggiunge il saldo sociale annuo !uasi sempre negativo e laumentare dellindice di invecchiamento affiancato dal decremento dellindice di natalit.
Fig ! ! " Po#ola$ioni residente ai censimenti

)i1 in generale, tali dinamiche demografiche sono facilmente riconducibili al pi1 ampio e complesso fenomeno di spopolamento delle aree alpine riscontrabile inoltre in tutte le zone montuose del pianeta. 7al punto di vista delle attivit economiche la situazione non poi molto pi1 rosea. In primo luogo, il numero degli occupati impiegati nel settore silvo6pastorale in continuo calo bench? alcune aziende agricole si mantengano in attivo stando al passo con le tendenze del mercato attraverso luso di moderne tecnologie. In secondo luogo, la competitivit dei mercati esteri e la drammatica riduzione del valore di vendita del pregiato legno del !uale sono ricche le foreste del Comelico ;-@,,L in meno rispetto al prezzo espresso in M=mc del @9II<, ha fortemente condizionato uno sviluppo del settore legato alle risorse forestali, portando alla chiusura della maggior parte delle segherie, nonostante la marcata presenza sul territorio di attivit legate specialmente allartigianato del legno, specializzato nella produzione di arredamenti in stile montano e in forme darte come la scultura. ' proposito dellartigianato dobbligo ricordare la tipicit comelicense del settore dellanti!uariato che rappresenta una cospicua fonte di reddito, senza lasciar scomparire !uella che unattivit tradizionale, collegamento tra un presente e un passato non poi cos3 lontano. Infine, va evidenziato come la posizione in !uota del Comune e pi1 in generale la sua conformazione territoriale, non abbiano favorito nel corso degli anni allinsediamento di medie e grandi industrie, soprattutto a causa della scarsa accessibilit territoriale. 4ale marginalit ha imposto, nella maggior parte dei casi, flussi pendolari verso zone diverse, come !uella del Cadore o #ongarone piuttosto che 2elluno, pi1 sviluppate e ricche di possibilit occupazionali. #e zone soggette a pendolarismo sono infatti note per la presenza dellindustria dellocchiale che avviatasi gi a fine H-.., ha raggiunto lapice del suo sviluppo negli anni -. e 9. del secolo scorso per poi precipitare nellattuale crisi. 'pparentemente in contrasto con !uesto !uadro negativo il settore turistico che riveste un ruolo importante nelleconomia della zona. Comelico Superiore gode in !uesto caso di una bellezza paesaggistica senza eguali, la !uale attira molti amanti della montagna e della natura sia durante la

stagione invernale che in !uella estiva. 8na forma di turismo minoritario, rispetto a !uella della decisamente pi1 conosciuta e vicina Cortina d'mpezzo, che si fonda principalmente sul turismo invernale grazie alla presenza nella frazione di )adola, di moderni impianti sciistici collegati con il complesso della 0al )usteria e inseriti nel rinomato circuito del 7olomiti Supers/i. Sar interessante capire nei paragrafi a seguire, come !uesta forma di turismo non sia sufficientemente redditizia per leconomia dellarea e come abbia inoltre lasciato spazio a !uella che ritengo essere una non controllata speculazione edilizia.

Fig ! % & Distribu$ione della #o#ola$ione nella Comunit' (ontana di Comelico e )a##ada

;5onte #e 'lpi che Cambiano, a cura di Eauro )ascolini<

)er concludere vorrei proporre una differente interpretazione delle dinamiche economiche recenti, avvalendomi della classificazione dei comuni alpini redatta da 2Ntzing. Ecco allora che lapplicazione di !uesto modello, di seguito illustrato, permette di integrare le riflessioni in termini di caratterizzazione specifica delle porzioni di !ueste aree e dei rapporti interni ed esterni che esse stesse intrattengono.

Fig ! * & I +,t$ing T-#es #er i comuni del Cadore

;5onte #e 'lpi che Cambiano a cura di Eauro )ascolini, p.9J <

Come si evince dalla figura B.I, Comelico Superiore ;che ho marcato sulle carta con un punto nero< considerato, da tale classificazione, un comune in e!uilibrio e ha mantenuto tale denominazione, in mancanza di dati pi1 recenti, nel trentennio fra il @9-@ e il ,..@. Secondo 2Ntzing, rientrano in !uesta categoria i comuni che presentano una relazione e!uilibrata fra tutti e tre i settori di impiego e una percentuale di pendolari in uscita non superiore al I.L. E dun!ue opportuno riflettere sul fatto che nonostante le sopracitate difficolt legate ai fattori morfologici e di accessibilit nonch? il calo dellimpiego nel settore agricolo, il Comelico comun!ue caratterizzato da un economia di tipo polifunzionale. E infine constatabile come tale polifunzionalit sia ritenuta dagli esperti un indice positivo poich? essa:
&;...<coniugata con il policentrismo gi presente, permette di superare i rischi connessi con uneccessiva polarizzazione dello sviluppo e prospetta le potenzialit di unintegrazione tra aree con funzioni differenti +.

Le Regole: tra #assato. #resente e nuo/e #ros#etti/e

In molte localit europee sopravvivono delle propriet collettive. 0icinie, regole, partecipanze, consorterie sono alcuni dei nomi che le contraddistinguono. #a parola Regola in Cadore e in

Comelico indica allo stesso tempo un insieme di beni agro6silvo6pastorali !uali boschi, prati, pascoli e una comunit di persone, dette regolieri, che possiede e gestisce collettivamente !uesti beni. 'ttestate nei documenti fin dal OII secolo, ma certamente di origini ben pi1 antiche, le Kegole furono abolite nel OIO secolo per essere ripristinate nel @9A- e amministrano ancora oggi il patrimonio comune. Kisalgono addirittura al 7uecento i patti o statuti formalizzati, per iscritto detti laudi, i !uali sancirono i diritti di gestione e godimento del territorio e regolarono luso delle propriet collettive, le !uali, in !uanto appartenenti da tempo immemorabile alla comunit originaria, furono pi1 tardi riconosciute essere indivisibili, inalienabili e vincolate in perpetuo alla loro destinazione duso. 8n patrimonio in compropriet !uindi, da trasmettere di padre in figlio, dove uso conservativo e produttivo coincidono. 0a altres3 riconosciuto alle Kegole di Comunione 5amiliare, il grande merito di aver saputo adeguare nel tempo la propria funzione, promuovendo fino ai giorni nostri numerose azioni di valorizzazione dellambiente indirizzate alla fruizione sostenibile del territorio. Ci% non solo per il mantenimento delle estese propriet boschive e per l(assetto socio6economico della popolazione ;a maggior ragione fino a !uando perdurato lo stretto rapporto tra la natura dei beni comuni e le attivit lavorative proprie di una economia fondata su agricoltura e pastorizia< ma anche per il ruolo di ente autonomo locale con ampi spazi di autogoverno che ha condotto alla costruzione, nel corso degli anni, di vere e proprie opere pubbliche !uali case, edifici scolastici, strade e opere per il culto. Kimane importante, in !uesto caso, evidenziare come suddetto merito si sia progressivamente attenuato essenzialmente per due ragioni riconducibili a fattori esterni alle Kegole. In primo luogo, il subentrare delle competenze amministrative dei Comuni che dal dopoguerra in poi hanno contribuito a incrementare l(intervento pubblico a livello frazionale, affiancato alla naturale evoluzione socio6economica di molte zone di montagna nelle !uali il turismo e le attivit del terziario hanno soppiantato l(antico sistema economico agro6silvo6pastorale. Secondariamente, la forte crisi del mercato del legno, risorsa prima e unica nel bilancio di !uesti enti, ha impedito ulteriori investimenti rappresentando, ancora oggi, un fattore critico decisamente rilevante. Fltre ai fattori gi elencati dobbligo tenere in considerazione il fenomeno che, a mio avviso, mina maggiormente le basi per un futuro prospero e durevole di !uesti enti, con particolare riferimento alle sedici Kegole presenti nel territorio del Comelico ;non ho elementi a sufficienza per estendere il personale giudizio ad altre simili realt, !uali per esempio !uelle d'mpezzo<. Si tratta dellormai avviato e continuo calo di interesse e di fiducia verso !ueste istituzioni, in primo luogo da parte di una fetta di popolazione contraddistinta per lo pi1 dai giovani e in seconda analisi, fatto assai pi1 negativo, da parte degli stessi regolieri, i !uali sembrano tendenzialmente allettati dai diritti ac!uisiti senza preoccuparsi degli altrettanto importanti doveri. :uestultimo punto testimoniato dalla scarsa affluenza dei capifamiglia alle assemblee generali,

momento fondamentale della vita comunitaria durante il !uale, di norma, si dovrebbe discutere, deliberare nonch? votare. Ecco allora che si viene a creare un governo di pochi, una sorta di oligarchia tendente per natura allaccentramento e allimpoverimento ideologico che lascia, conseguentemente, ampio spazio alla cura degli interessi personali a discapito della comunit. E !uindi evidente come !uesto fenomeno cresca di pari passo con la perdita di fiducia nelle Kegole e come, daltro canto, sia difficile mantenere o creare interesse e partecipazione nelle nuove generazioni le !uali sembrano essere distanti dal comprendere e abbracciare linsieme di valori e presupposti che un tempo furono fondamentali per la vita della comunit. E( indubbio comun!ue che le potenzialit delle Kegole e di simili enti siano assai ampie e importanti, bench? !uesti ultimi richiedano a mio avviso, per potersi riappropriare del ruolo primario ac!uisito nel tempo, una modernizzazione strutturale. 7alla ridefinizione istituzionale e statutaria, necessaria dopo secoli di immutabilit, al rinnovamento delle forme di intervento in modo consono allo sviluppo economico e sociale delle genti di montagna. Contestualmente al primo dei due punti e con riferimento allattuale assetto a Comelico Superiore, risulta lecito e spontaneo chiedersi se siano ancora necessarie !uattro distinte Kegole, una per frazione, per gestire il patrimonio boschivo e le poche pratiche burocratiche o se non sia migliore lidea di un accorpamento in un unico ente, operante a livello comunale. #imitare, dun!ue, i costi burocratici e di mantenimento di ogni singola Ceda dla Regola, unendo il patrimonio accumulato nel tempo al fine di poter operare con scelte ed interventi mirati allintera comunit e non al singolo paese, eliminando in !uesto modo anche gli antichi campanilismi che tuttoggi rovinano !uella che dovrebbe essere unopportunit da sfruttare per migliorare il territorio e favorire il benessere degli abitanti. )olitiche per agevolare linserimento dei giovani e incrementare in essi linteresse e la credibilit nei confronti dellente, dovrebbero di fatto essere inserite nelle agende dei regolieri, anche per tentare di garantire continuit e futuro al ruolo di unistituzione sempre meno considerata. In relazione al secondo punto, una volta constatato il superamento dellimportante ruolo un tempo ac!uisito, !uando leconomia locale andava pressoch? di pari passo con !uella della Kegola, e appurato il forte decremento delle possibilit di spesa per gli interventi pubblici dovuto al gi citato drastico calo del valore del legno in !uanto unica entrata di bilancio, risulta necessario trovare nuove forme di guadagno derivante da attivit sostenibili, a giustificazione dello stesso perdurare di tali istituzioni. ' tal proposito, rimando le proposte e i sentieri percorribili al prossimo paragrafo, nel !uale saranno proposte alcune delle possibili applicazioni del concetto di sostenibilit nel contesto socio6 economico di Comelico Superiore.

)er concludere, lauspicio che in !uesta prospettiva di modernizzazione e rinnovamento si possa ritrovare limportanza sociale e ambientale che da sempre caratterizza le Kegole di Comunione 5amiliare, affinch?, nellindifferenza sempre maggiore, non si segni il destino di tali antiche ed originali istituzioni.

)ui sentieri della sostenibilit'

#a riflessione, proposta nei paragrafi precedenti, riguardo alle trasformazioni strutturali relative alla demografia, alleconomia, alla societ e allambiente del Comune di Comelico Superiore, non solo mette in luce la grande problematicit di !uesto territorio ma pone anche laccento sulla necessit di ricercare strategie comuni per un futuro sviluppo in chiave sostenibile. Ecco allora il delinearsi di !uattro sentieri percorribili. I primi tre hanno a che fare strettamente con la valorizzazione e la fruizione delle risorse rinnovabili presenti in Comelico !uali le foreste, le risorse idriche, il fotovoltaico ed il biogas. #ultimo percorso, propone una revisione delle politiche relative al turismo di montagna calato nella realt comelicense, con lintento di evidenziare le molteplici applicazioni sostenibili di !uesto settore. a) Le risorse forestali Il mercato dei prodotti e dei servizi forestali ha subito radicali trasformazioni nel corso degli ultimi decenni, con un immediato impatto negativo e significativo sulle attivit economiche di settore e sulle forme di gestione dei terreni boschivi, risorsa fondamentale per il suolo montano. E constatato come !uesto fenomeno si possa riscontrare senza difficolt anche nella realt del Comelico non solo per la caratteristica gestione del patrimonio da parte delle Kegole che provvedono regolarmente alla vendita di lotti boschivi, ma anche per leffettiva specificit e !ualit del legname locale, la zona stata infatti oggetto di unindagine volta a definire con certezza numerica il processo di svalutazione della materia prima in !uestione.
Fig& ! % & Andamento del #re$$o del macchiatico in euro

;5onte: #e 'lpi che Cambiano a cura di Eauro )ascolini<

4ale analisi, svolta da 7avide )ettenella e Eichele Ciotti entrambi membri del Dipartimento di Territorio e sistemi agro-forestali dell8niversit di )adova, prende in considerazione la variazione del prezzo di vendita del macchiatico in circa @BB. lotti, negli anni tra il @9II e il ,..I. Come si pu% notare dal grafico !ui sopra, che riporta i dati dellindagine, a parte le oscillazioni positive registratesi negli anni tra il @9JB e il @9-., nei !uali le due crisi petrolifere causarono un momentaneo effetto al rialzo nel prezzo di tutte le materie prime, il valore del macchiatico andato via via drasticamente calando, passando dal prezzo medio di ,JC, AC M=mc nel @9II ai I@,9C M=mc nel ,..I, con uneffettiva riduzione dell-@,,L del valore iniziale. 4ra le principali cause di tale andamento negativo, senza voler entrare nello specifico, troviamo: in primo luogo laumento del commercio internazionale che ha favorito nel tempo limportazione di grandi !uantit di legname dallestero a prezzi inferiori" in secondo luogo, un aumento !ualitativo dei sostituti del legno, tra i !uali vanno ricordati

per esempio i prodotti MDF o in !C" in terzo luogo, fattore non meno importante, linfluenza sul mercato di eventi naturali catastrofici come per esempio gli uragani Lot"ar e !i#ian, che hanno provocato in Europa ingenti danni alle foreste, causando di fatto unulteriore decremento del prezzo di macchiatico. Fra, dal momento che il mercato sar sempre pi1 aperto e competitivo, le nuove tecnologie e la ricerca permetteranno di mettere a punto ulteriori prodotti sostitutivi del legno e tenuta in considerazione limpossibilit di evitare laccadere di catastrofi naturali, risulta improbabile che si possano cambiare in termini significativi le condizioni attuali di remunerativit. Fccorre, !uindi, individuare !uelle che sono le possibili linee dintervento, in chiave sostenibile, da inserire in un pi1 generale progetto di valorizzazione delle risorse forestali e del settore economico da esse generato, che comprenda le attivit di lavorazione del legno e lerogazione di beni e servizi a esso collegati e volte a rilanciare anche il ruolo degli enti gestori di tale patrimonio. Si potrebbe iniziare, per esempio, con ladottare politiche volte a valorizzare le locali produzioni, da sempre di !ualit rispetto a !uelle di altre zone, puntando sulla creazione di consorzi di gestione in grado di pubblicizzare e promuovere un marchio certificato. ' tal proposito, sono fondamentali le azioni di mar/eting, riassumibili nei seguenti interventi, evidenziati con !ueste parole da )ettenella e Ciotti:

&;...< puntare a produzioni di !ualit, su filiere corte e per nicchie di mercato ;prodotti artigianali, interventi edilizi di ristrutturazione o edifici pubblici di alta !ualit<, ;...< differenziando le produzioni locali rispetto a !uelle estere per la provenienza del boschi, gestiti con alti standard ambientali e sociali, certificati secondo i due sistemi di certificazione forestale del Forest Ste$ards"ip Council ;5SC< e del rogramme for t"e %ndorsement of Forest Certification sc"emes ;)E5C<+.

Si evince dun!ue limportanza di considerare le risorse forestali come un valore aggiunto a livello zonale nonch? regionale e di conseguenza, limminente bisogno di operare e agire in !uestottica. Ecco, allora, come la certificazione del legno e la creazione di un marchio di !ualit, sarebbero motore non solo di un rilancio delleconomia di settore ma anche di un incremento del valore di vendita intrinseco del legname. #e pregiate produzioni artigianali del Comelico ac!uisterebbero maggiore visibilit e valore sul mercato, aprendo la strada al nascere di nuove realt imprenditoriali e di conseguenza pi1 opportunit di lavoro.

#e stesse Kegole trarrebbero un consistente vantaggio economico grazie allaumento del prezzo del macchiatico, disponendo !uindi di maggiori fondi da reinvestire sul territorio e tentare di riac!uistare il vecchio e importante ruolo sociale per cui si sono distinte nellarco della storia. egli ultimi anni, inoltre, relativamente alle strategie atte a superare la pi1 ampia crisi del settore forestale, lattenzione si spostata su precisi strumenti economici, tra i !uali, i sistemi per pagamenti ambientali. Sorge a !uesto punto la necessit di una breve spiegazione che permetta di comprendere le meccaniche relative a tali forme retributive. I a&ments for %n#ironmental Ser#ices ;)ES< sono uno strumento economico volto a erogare incentivi ad agricoltori e silvicoltori da parte dei beneficiari di beni e servizi ambientali, per ladozione di pratiche agricole sostenibili in grado di generare effetti positivi per lambiente. In altre parole, dato che molti beni e servizi ambientali non hanno un mercato, coloro che ne godono i benefici non pagano alcun prezzo mentre coloro che li erogano non sono ricompensati affatto. Ecco allora che i )ES sono un meccanismo che prevede che i fornitori di suddetti servizi ricevano un compenso per essi ;pro#ider gets< e che i beneficiari paghino il relativo prezzo ;user pa&s<. Kisulta !uindi ovvio come !ueste strategie siano facilmente applicabili alle realt silvicolturali del Comelico. Si delineano in particolare tre possibili rendite ambientali divise in: servizio idro6geologico"

servizio di fissazione del carbonio"

mantenimento della biodiversit.

Esistono, attualmente, schemi )ES previsti per tale tipo di prodotti sostenuti principalmente da fondi pubblici ma per i !uali si riscontra un crescente interesse da parte del settore privato. )er !uanto riguarda le risorse idriche, risaputo che coloro i !uali usano la terra nelle aree a monte, influenzano la !uantit e !ualit delle ac!ue a valle. E altrettanto noto che la regimazione del ciclo dellac!ua, rientri nella categoria di competenze assegnate ai gestori delle propriet silvo6agricole. 0ien da s? affermare che enti come le Kegole e le Comunit Eontane potrebbero ricevere un compenso per il lavoro svolto, che garantisca a valle il consumo di ac!ua potabile, come lingente impiego della risorsa nei settori agricoli ed industriali, per la pesca ed infine che sia in grado di permettere il mantenimento degli ecosistemi. 'llo stesso modo, la rimunerativit deriverebbe anche dal processo naturale di fissazione del carbonio operato dalle foreste, tema di grande attualit, che ha la tendenza ad assumere unimportanza sempre maggiore.

E risaputo che !uesto processo contribuisce alla diminuzione delle emissioni nocive di CoP, rientrando a pieno titolo negli aspetti cardine per il rispetto delle direttive impartite nel )rotocollo di QRoto. 7i conseguenza, sempre pi1 in voga il mercato del carbonio, che trova i principali ac!uirenti in enti pubblici locali, regionali o statali, come daltro canto in industrie private interessate a compensare le loro emissioni nocive al fine di evitare le pesanti sanzioni altrimenti imputabili. Che dire poi se gli sforzi e i costi sostenuti per la gestione dei boschi fossero ricompensati con incentivi per la conservazione della biodiversitS E sarebbe troppo se anche i responsabili di attivit turistiche, ricreative e sportive, piuttosto che culturali, contribuissero con pagamenti ai proprietari per la pulizia, la cura e la manutenzione del territorio operateS Credo che i tempi siano maturi, affinch? vengano riconosciuti e remunerati anche !uei prodotti, servizi e benefici derivanti dagli ecosistemi ;ecos&stem ser#ices<, per i !uali non esisteva fino a poco tempo fa un mercato. )er tornare nuovamente a !uelle che potrebbero essere, a mio avviso, le linee dintervento per tentare di risollevare il trend negativo nel campo delle risorse forestali, vorrei far notare come unulteriore opportunit da sfruttare da parte dei gestori e dei proprietari dei boschi, tenuti in considerazione i continui aumenti del prezzo dei combustibili fossili, la produzione e la vendita di materiale legnoso da biomassa, atto alla produzione di energia prevalentemente termica. )er natura, il legno rappresenta da sempre unimportante risorsa energetica che oltre ad essere rinnovabile, risulta essere pulita in !uanto la sua combustione non genera emissioni nocive e in!uinanti. Se di primo acchito appare scontata la necessit di sviluppare una filiera produttiva che utilizzi gli scarti della lavorazione di legname derivanti dallindustria del legno, una volta constatata lattuale situazione di mercato di !uestultima in Comelico, non va tralasciata lidea di impiegare direttamente anche tronchi di grande diametro e di buona !ualit. In !uesta maniera, oltre a percepire un guadagno dalla vendita a terzi del materiale, si agevolerebbe la costruzione di moderne centrali a biomassa per la produzione di energia termica e la sua successiva distribuzione, mediante apposite reti, ad enti pubblici come ad edifici privati, fornendo in !uesto modo unimportante servizio alla comunit, sinonimo anche di sviluppo sostenibile. )er concludere, con una sana dose di realismo e senza molte illusioni, credo che !ueste, assieme ad altri interventi inseriti in un pi1 ampio contesto di sviluppo rurale montano, sembrino essere le misure atte a promuovere il settore forestale e migliorare le condizioni del mercato del legname e pi1 in generale a valorizzare le ricche risorse boschive di cui il territorio di Comelico Superiore dispone, in unottica di modernizzazione e rinnovamento in grado di far comprendere come sia sempre pi1 necessario prestare maggiore attenzione allo sfruttamento sostenibile delle risorse locali.

') Le risorse idric"e Si gi parlato, nel corso dellelaborato, di fonti denergia rinnovabili e del loro inserimento nellambito dello sviluppo sostenibile. 0ale la pena per% approfondire, contestualizzando il tema alla situazione del mio caso di studio, ponendo maggiore attenzione sulle possibilit offerte da produzione e utilizzo di codeste risorse. el precedente sottoparagrafo stata messa in evidenza, tra le altre proposte, la necessit di utilizzare scarti di lavorazione del legname e non solo, al fine di produrre energia termica da biomassa. 5ocalizzerei ora lattenzione sul ruolo primario che volge ad assumere unaltra risorsa, !uella idrica. )er !uanto riguarda la (uestione ac(ua, immediato il collegamento che la associa alla produzione di energia idroelettrica e alla capacit remunerativa ad essa relativa. 7elicata invece la !uestione che tenta di definire a chi appartenga lac!ua e a chi spettino, e !uali siano i diritti del suo utilizzo in modo da non provocare danni alla collettivit e allambiente. #e risorse idriche di Comelico Superiore sono sottoposte, in !uanto inserite nel pi1 ampio contesto alpino, ad una costante pressione causata dalle crescenti esigenze energetiche delle realt di pianura piuttosto che cittadine, specialmente in relazione allutilizzo nel campo dellagricoltura, dellindustria e del turismo. 4ale fenomeno, testimoniato anche nelle affermazioni di Koland )senner, dell8niversit di Innsbruc/, il !uale sostiene che:
&privatizzazioni e liberalizzazioni fanno si che le regioni alpine siano sempre meno in grado di definire se stesse e le proprie esigenze, cosicch? gli interessi sociali, ecologici, vitali degli abitanti sono tenuti sempre meno in considerazione.+

#o scenario sul territorio in analisi, vede attualmente la presenza di tre cosiddette centraline per la produzione di energia elettrica che sfruttano il corso dei fiumi locali, gi citati nel primo paragrafo di !uesto capitolo. ello specifico, mi riferisco alla centralina esistente in localit Sopal1, che usufruisce delle ac!ue del fiume )adola, gestita dallE E#. Fltre a !uesta, vi sono altre due strutture, cogestite dal Comune di Comelico Superiore e dal 2IE ;2acino Imbrifero Eontano<, poste rispettivamente nella frazione di )adola in prossimit dellomonimo corso dac!ua e nella frazione di Sega 7igon, ospite di unaltro degli affluenti del )iave, il 7igon appunto. 7i fatto, per !uanto riguarda il ricavato dalla vendita dellenergia elettrica prodotta, si evincono due differenti destinazioni. el primo caso, non vi infatti alcuna redistribuzione sul territorio dei guadagni, in !uanto essi finiscono per intero nelle casse dellE E#. el secondo invece, nonostante il rapporto di cogestione con un ente esterno che ne trattiene una parte, gli utili sono percepiti direttamente dal Comune, il !uale pu% utilizzarli e reinvestirli per interventi utili alla comunit

locale. E opportuno in !uesto caso sottolineare limportanza rappresentata dallultima realt configuratasi. In molte regioni montane infatti, lenergia idroelettrica generata dalle turbine una fondamentale risorsa e riesce, spesso, a sopperire al fabbisogno di interi villaggi o comun!ue !uello relativo alle necessit di edifici pubblici come scuole, ospedali e uffici governativi. 4alvolta, in casi eccezionali dove si riscontra la presenza di centrali di grandi dimensioni, oltre alle esigenze interne alla comunit fattibile pensare di soddisfare anche le richieste di !uello che diventato ormai un vero e proprio mercato dellenergia, vendendo in !uesto modo i QT prodotti in eccesso. E !uesto, per esempio, il caso della 0al )oschiavo, una regione periferica della Svizzera italiana, dove la comunit guadagna addirittura il B-L del proprio reddito esclusivamente dalla produzione e dalla vendita di energia. #ungi dal pensare che tale consistente risultato sia perseguibile a Comelico Superiore, occorre per% rimarcare la necessit di definire !uali siano le scelte di natura politica migliori, affinch? lo sfruttamento di un bene prezioso come !uello dellac!ua generi ricchezza, prima di tutto per azzerare le spese energetiche comunali e di conseguenza un riscontrabile ritorno in termini di beni e servizi di ordine pubblico alla popolazione. ' tal fine, pare lecito, come punto di partenza, operare nella direzione di un totale affidamento gestionale allente comunale delle gi presenti centrali, nella prospettiva che sia proprio !uestultimo il primo artefice di ulteriori investimenti nel campo. )i1 dettagliatamente, andrebbe a mio parere realizzata la proposta, gi inserita nei futuri piani dintervento, dinstallazione di un ulteriore impianto presso le cascate del )isandalo, sfruttando appieno la naturale potenza dellac!ua in caduta libera, che si riversa nuovamente nel fiume )adola per essere riutilizzata nelle centraline gi citate. 4ornando ora allaffidamento gestionale e alle politiche per la concessione dutilizzo idrico, preme il bisogno di sottolineare come sia utile e indispensabile, al fine di evitare lo sperpero di una delle poche fonti ancora a disposizione della cittadinanza, il ruolo degli enti pubblici. Colgo loccasione per rafforzare !uesto mio pensiero riportando un breve estratto da unintervista fatta nel ,.@@ alleU Sindaco di Comelico Superiore, #uca 7e Eartin, nel corso della !uale affermava:
&' mio parere la concessione di derivazione e intervento su corsi d(ac!ua deve essere data solo a enti pubblici, per finalit pubbliche. 7obbiamo chiedere che la legge riservi !ueste iniziative solo agli enti pubblici. Se ci passa davanti il privato ci porta via le uniche risorse che la cittadinanza ha per sopravvivere+.

' tal fine, urge una immediata inversione dellattuale tendenza, che denota il prevalere di progetti presentati da realt imprenditoriali private. In sostanza, nella gara per la produzione di energia, i privati fanno risultano ad oggi vincenti. Essi

sembrerebbero pi1 efficienti e pi1 abili degli enti pubblici ad approfittare delle opportunit che il !uadro normativo offre a chi voglia produrre energia pulita in tempi di crisi del clima e della disponibilit delle tradizionali fonti fossili. 4ale efficienza non si rifletterebbe per%, a mio avviso, nellamministrazione degli introiti e nel duraturo rispetto dellambiente in chiave sostenibile. 8na situazione simile a !uella appena descritta, constatabile nel risultato di !uello che stato, in principio, il tentativo di sfruttare intelligentemente le propriet mediche intrinseche allac!ua. )er !uesto aspetto Comelico Superiore non ha bisogno di presentazioni. Sono ormai conosciute e riconosciute le propriet curative delle ac!ue solforose che sgorgano nella splendida area di 0algrande, ai piedi di alcune delle pi1 belle montagne dolomitiche, convogliate nella struttura che da !ueste ultime prende il nome di 4erme delle 7olomiti ) Come gi citato precedentemente nel corso del capitolo come attivit fonte dattrazione turistica, dopo !ualche anno dallistituzione, risultano purtroppo, ad oggi, chiuse. In !uesto caso, a dimostrazione di !uanto poco fa affermato, la gestione di un bene pubblico come lac!ua da parte di una societ privata, ha condotto ad una serie di fattori per i !uali gli iniziali presupposti positivi legati principalmente allottica del conseguimento di un profitto e non adeguatamente inseriti in un progetto di ritorno per la comunit, si sono rivelati sinonimo di scarsa efficienza e affidabilit. :uesta riflessione non vuole erigersi come manifesto di verit assoluta, ma vuole essere la base per un invito, estendibile anche ad enti pubblici !uali Comune, Comunit Eontana e Kegole di comunione familiare, ad attivarsi con maggiore enfasi per aggiudicarsi limportante ruolo gestionale di !ueste risorse ed attivit che, in linea con il pi1 generale ambiente alpino, rappresentano il concretizzarsi delle maggiori opportunit per il fruizione sostenibile montano.

c) Foto#oltaico e *iogas In un comune come !uello di Comelico Superiore con un bilancio di circa tre milioni di euro di investimenti annui, lattenzione alle spese energetiche, deve essere allordine del giorno. E gi stata menzionata la necessit di puntare allazzeramento di tali spese grazie allo sfruttamento del potenziale idrico, che non per% lunica risorsa dalla !uale trarre sostentamento. Con positivo stupore infatti, stato possibile riscontrare il realizzarsi del concetto di sostenibilit ogni !ual volta io guardi il tetto delledificio scolastico situato a pochi metri dalla mia abitazione. #installazione, sulla sua superficie, di un discreto numero di pannelli fotovoltaici, garantisce da !ualche anno ad esso lautosufficienza dal punto di vista dellenergia elettrica. 8n grande passo, senza ombra di dubbio, sebbene sorga spontanea la domanda volta a capire se sia !uesta lunica opportunit.

#a risposta risulta essere altrettanto spontanea. Sono infatti presenti sul territorio altri edifici di competenza comunale con le carte in regola perch? si avvii una politica di interventi mirati alla produzione di energia pulita. Si dovrebbe in !uesto caso valutare !uali di !uesti siano i pi1 adatti a convogliare i raggi solari, per fattori legati allesposizione. 'nche nel caso di edifici ormai dismessi o non utilizzati per !ualsivoglia attivit, basterebbe collegare limpianto alla rete di illuminazione pubblica ottenendo cos3 un ritorno immediato, in primo luogo in termini di riduzione o azzeramento della spesa attualmente secondariamente legato al crearsi di utili spendibili in altri interventi. In verit, progetti di !uesto tipo sono gi stati presentati, come !uello inerente linstallazione di suddetti pannelli sulla copertura delle scuole medie della frazione di )adola, che fruirebbe di una superficie di @C. mP. 7i pari passo potrebbero operare le Kegole e allo stesso modo, sarebbe opportuno intraprendere la strada che conduce alla ricerca di fondi ed incentivi regionali, piuttosto che statali ed europei, volti allottenimento dellautosufficienza energetica ;elettrica e termica< anche per le abitazioni private, limitando cos3 le ingenti spese che la popolazione gi costretta a sostenere per il riscaldamento nei mesi invernali, !uando lapprovvigionamento di legna non basta. Se poi sostenibilit in !uesto campo significa riuscire a sfruttare le risorse naturali presenti sul territorio, allora perch? non sfruttare la naturale morfologia del suoloS Si da il caso che le frazioni di Candide e Casamazzagno siano ricche di prati gi naturalmente inclinati in !uanto estesi su uno dei versanti della valle un tempo generata dal fiume )adola. E sono altrettanto notabili le perfette condizioni di esposizione a sud di codeste superfici, che godono anche, grazie alla loro posizione, di un maggior tempo di illuminazione solare rispetto alle altre frazioni. Fra, senza purtroppo poter formulare un piano dintervento preciso, per fattori riconducibili principalmente alle dispute relative ai diritti duso e propriet, credo sia importante evidenziare come in linea puramente teorica, il montaggio di pannelli fotovoltaici su !ueste estensioni sarebbe in grado di garantire una tale produzione di energia che oltre a soddisfare il fabbisogno pubblico, potrebbe essere venduta al mercato, generando introiti da reinvestire. 4ralasciando per un momento tale riflessione e tornando alla pratica, si pu% osservare come gli ostacoli che ad oggi bloccano proposte di !uesto tipo, siano principalmente di matrice economica. 0a ricordato, per%, che gli iniziali investimenti, per !uanto consistenti, si dimostrano ;nella maggior parte dei casi< ammortabili in poco tempo e garanti di una resa futura, che nel caso della realt di Comelico Superiore rappresenterebbe un notevole incremento di fondi da inserire nel bilancio comunale annuo. Se !uanto detto non bastasse a convincere riguardo la preziosit di !uesta, come di altre fonti rinnovabili, credo sia utile ricordare e di conseguenza accennare anche al ruolo che lutilizzo di tecnologie per la produzione di 'iogas potrebbe assumere nelleconomia del settore agricolo. sostenuta e

Sebbene sia stata documentata nel corso dellanalisi socio6economica precedentemente esposta, la decennale tendenza alla diminuzione delle attivit agricole nella zona, si pu% constatare il permanere di alcune piccole aziende, principalmente a conduzione familiare. E indubbio che i costi relativi al fabbisogno energetico per il mero funzionamento di !ueste realt, siano tra i fattori che spingono al ribasso la redditivit dimpresa ma altrettanto vero che tramite le moderne tecniche, tali spese possono essere di gran lunga compensate. Sono esaustivi e chiarificativi, a tal proposito, i risultati di una ricerca svolta dal T+S +nno#ation ar,, ente altoatesino per la promozione e linnovazione tecnologica, volta a delineare i benefici ambientali, economici ed energetici degli impianti a biogas in provincia di 2olzano. E emerso che in 'lto 'dige esistono B@ impianti biogas che trasformano annualmente circa @B..... tonnellate di letame e li!uami, in energia elettrica e calore. #analisi , ha dimostrato per di pi1 che gli impianti agricoli installati in azienda, consumano ;per funzionare< circa il ,.6B. L dellenergia e del calore che producono. 8n bilancio dun!ue molto positivo. Sorge spontanea la domanda: il rimanente J.LS Elettricit e calore utili per compensare il fabbisogno aziendale. Come se non bastasse, dai risultati si evince anche come !uesta sia una pratica altamente sostenibile e rispettosa dellecosistema. Si constatato, infatti, che gli impianti agricoli a biogas risultano pi1 ecologici rispetto alla gestione tradizionale del li!uame e del letame perch? risparmiano il C.L delle emissioni e!uivalenti di CF,: se non venissero trasportati allimpianto, !uesti preziosi scarti verrebbero prima stoccati dai contadini e poi distribuiti sui campi come fertilizzanti ; !uesta lattuale situazione nella realt di Comelico Superiore<, emettendo cos3 pi1 CoP e metano rispetto alla loro gestione attraverso limpianto a biogas. Il bilancio ambientale positivo degli impianti biogas inoltre determinato dal fatto che lenergia prodotta rinnovabile e dun!ue consente di ridurre il ricorso a fonti fossili come carbone o gasolio, che sono altamente in!uinanti. ello specifico, @ /Th di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, consente di risparmiare AA. g di CoP. 'lla luce di !uesti esiti e con la consapevolezza che i costi per liniziale costruzione degli impianti sono consistenti, ma !uasi dimezzabili grazie al fruizione dei numerosi incentivi assegnati in virt1 dei gi discussi piani europei di sviluppo, ritengo che come nel caso del fotovoltaico, anche lutilizzo di !uesta risorsa biologica rinnovabile sia una delle possibili applicazioni pratiche, nella realt di Comelico Superiore, del sentiero che conduce alla sostenibilit. Concludo con una proposta puramente teorica: perch? non immettere il calore prodotto dal biogas, nel caso di un eccesso di produzione, in una rete di teleriscaldamento per le abitazioniS 5orse per%, lattuazione di !uesto progetto, destinata ad altre realt, che non hanno a che vedere con un piccolo comune di montagna.

Per un turismo sostenibile

E gi stato messo in evidenza come il turismo sia parte integrante delleconomia del Comelico, inserendolo di fatto, in virt1 della compresenza con attivit di altra natura appartenenti allartigianato e al settore agro6silvo6pastorale, nella categoria delle aree montane in e!uilibrio. 7i fatto, !uando la popolazione e lopinione pubblica locale parlano di economia trainante, tutti pensano al turismo e in particolar modo al turismo dello sci. Ci% comprensibile, giacch? molti cittadini gestiscono attivit la cui redditivit dipende direttamente o indirettamente da !uesta risorsa. E in parte vero che i rinomati tracciati sciistici situati alle pendici della catena del )opera nella frazione di )adola, gi collegati con la 0al )usteria e inseriti nel circuito internazionale Dolomiti Supers,i, garantiscono la presenza di una discreta !uantit di vacanzieri, per lo pi1 amanti dello sport. E innegabile che da una prima spartana analisi i turisti contribuiscano a riempire alberghi e ristoranti e che rappresentino una fonte di maggiore guadagno, nellottica di commercianti e negozianti locali. 4uttavia, sono evidenti i limiti di !uesta visione, per pi1 fattori cos3 riassumibili: in primo luogo laffluenza turistica da considerare consistente solamente durante poche settimane ;vacanze natalizie e settimane bianche< in inverno e per due o tre settimane in estate, in occasione delle ferie. ei rimanenti mesi, a parte !ualche rara eccezione, risulta praticamente nulla" in secondo luogo, sempre pi1 manifesta la tendenza di buona parte degli ospiti a non usufruire delle strutture ricettive, preferendo alloggiare in appartamenti affittati, approfittando di approvvigionamenti portati da casa e senza di fatto contribuire in maniera incisiva alla redditivit delle attivit locali" infine, vanno messi in risalto i risultati negativi delle politiche territoriali finora adottate in campo edilizio, sfociate in !uella che a mio avviso una non controllata speculazione, che purtroppo si concretizzano riprendendo dal secondo punto, in un ingente ritorno economico riservato ai singoli progettisti e costruttori a discapito del bene comune. Sembra opportuno, se !uanto detto non bastasse, ricordare allo stesso modo come non sia di nuovo conio lidea che inserisce lindustria dello sci alpino tra le maggiori insidie per lambiente montano, in !uanto in!uadrabile nella pi1 ampia pratica di sfruttamento turistico del territorio. Senza contare gli enormi costi da !uesta prevista per la gestione degli impianti e delle attrezzature necessarie, nonch? delle spese per linnevamento artificiale che a causa del previsto innalzamento delle temperature, contribuiranno in futuro a renderla ancora meno sostenibile di !uanto gi non sia. Sono tuttora davvero poche le attivit di !uesto tipo in grado di presentare bilanci in attivo, favorisci ed agevolazioni a parte. ' !uesto punto, appare innegabile la necessit di delineare altre vie percorribili, affinch? il turismo possa diventare una effettiva risorsa economica sostenibile, polifunzionale, di tutti. )ropongo a tal

fine una delle definizioni di turismo sostenibile, dalla !uale sar facile estrapolare soluzioni alternative:
&Il turismo sostenibile soddisfa i bisogni dei turisti e delle regioni ospitanti e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunit per il futuro. Si tratta di una forma di sviluppo che dovrebbe portare alla gestione integrata delle risorse in modo che tutte le necessit, economiche, sociali ed estetiche possano essere soddisfatte mantenendo al tempo stesso lintegrit culturale, i processi ecologici essenziali, la diversit biologica e le condizioni essenziali per la vita+.

'lla luce di !ueste prospettive e tenuto conto delle reali potenzialit del territorio montano di Comelico Superiore, si evincono due macro fonti dattrattivit sostenibili: le risorse naturali e lidentit culturale. In relazione alla prima fonte, va detto che le risorse naturali, intese nella loro accezione pi1 ampia, costituiscono il fattore di maggiore attrazione di un ambiente montano. Come ricorda Qeller:
&le risorse naturali costituiscono il fattore produttivo primario del turismo montano e la loro conservazione condizione per lo sviluppo e, al limite, per la sopravvivenza stessa dellattrattivit turistica+.

#a bellezza ambientale, naturale e paesaggistica del Comelico non ha bisogno di presentazioni. $li spazi sconfinati, i panorami unici, la flora e la fauna facilmente avvicinabili, le possibilit di relaU e tran!uillit, sono solo alcuni dei fiori allocchiello di !uesti luoghi. #e attuali politiche sembrano per% dare poco peso alle molteplici opportunit che tali fattori creano. Escursioni, tre//ing in alta montagna e su sentieri naturalistici immersi nel verde o nei boschi, arrampicata su roccia e pesca sportiva, ma ancora, nordic $al,ing, mountain bi/ing, sci nordico e da alpinismo o gite a cavallo, sarebbero alcune delle attivit praticabili grazie esclusivamente alla presenza delle risorse naturali. 'llo stesso modo non intaccherebbero in maniera rilevante lambiente o la sua conservazione e come se non bastasse garantirebbero la valorizzazione di figure professionali e professioni attualmente marginali. E bene ricordare che la conservazione presupposto di sviluppo e continuit. In tal senso, bisognerebbe prestare maggiore attenzione non solo alla cura degli spazi naturali ma intervenire anche nei centri abitati, laddove infrastrutture, armonia architettonica ed elementi di decoro, tendono fortemente a scarseggiare o malauguratamente a rappresentare !uella che 'nnibale Salsa definisce
&la convivenza forzata del moderno con il tradizionale, di -eidi e le caprette con le discoteche e i pub, di casette in rigoroso stile c"alet con condomini da 'anlieu parigina+.

In merito alla seconda fonte dattrattivit individuata, risaputo che le localit montane sono tra

!uelle che maggiormente comunicano unidentit culturale. In !uanto tale, il Comelico portatore di numerose peculiarit culturali che si esprimono nella diversit ambientale e sociale, negli stili di vita e negli usi e costumi, come daltro canto nel fol/lore, nelle tradizioni culinarie e popolari e nelle professioni artigianali dun tempo. #e recenti analisi sulle tendenze preferenziali del turista, hanno evidenziato come linteresse e la ricerca di espressioni di vita che altrove sono andate perdute, siano tra le prime ragioni della scelta montana. Incentivare, valorizzare e promuovere tutte !uelle attivit che in !ualche modo contribuiscono a mantenere vive suddette peculiarit culturali, sembra, in via definitiva, il miglior investimento per il raggiungimento di un risultato riscontrabile, sostenibile e durevole nel tempo. )er meglio racchiudere i concetti fin !ui espressi in un unico pensiero e dando loro uninterpretazione soggettiva, mi permetto di sostenere che il turismo, in !uanto risorsa, serve laddove non sia finalizzato a s? stesso. ' maggior ragione, esso dovrebbe essere organizzato in modo da portare un introito economico generalizzato e non solo a !uegli imprenditori che ci investono. In !uesto modo si garantirebbe alla popolazione la possibilit di utilizzare razionalmente le proprie risorse per vivere in montagna.

! 0 1erso un buon go/erno del territorio In un territorio sempre pi1 minato dai processi di spopolamento e di invecchiamento sociale, come daltro canto dalle difficolt occupazionali e dalla pi1 generale crescente mancanza di fiducia nel progresso, dobbligo mirare ad individuare i fattori promotori di una non facile inversione di tendenza, al fine di arginare lattuale inclinazione dei cittadini allindifferenza e alla rassegnazione. Ecco allora che, dopo aver argomentato circa le possibili soluzioni sostenibili e attuabili a Comelico Superiore al fine di valorizzare le numerose opportunit di sviluppo economico, istituzionale e ambientale, vorrei ora porre lattenzione sugli aspetti riguardanti lidentit culturale, la partecipazione e la coesione sociale, le politiche di buon governo.

.na nuo#a cultura montana

#a popolazione di Comelico Superiore, analogamente alla maggior parte dei popoli montani, portatrice di una forte identit culturale che fonda le proprie radici principalmente sui valori di attaccamento al territorio e a !uello che si potrebbe definire un legame simbiotico con esso. 4ali principi sono perdurati nel tempo fino ai giorni nostri garantendo, come nel gi esaminato caso

delle Kegole, ladozione di politiche utili al mantenimento e alla cura dellambiente naturale, insediativo e sociale. Se da un lato per%, i cittadini hanno vissuto storicamente in una culla valliva piuttosto chiusa e facilmente gestibile con precisi interventi legati principalmente al settore agro6 silvo6pastorale, altrettanto vero che la tarda apertura verso le altre realt, il progresso tecnologico e sociale e pi1 in generale verso una diversificata gamma di dinamiche economiche e territoriali prima sconosciute, ha messo in luce i limiti culturali venutisi a creare, i !uali si riflettono tuttoggi. #a diffidenza verso lo sconosciuto e lavversione al non tradizionale e !uindi al nuovo, sono solo alcuni degli esempi. Espressioni !uali testardaggine, invidia, cura dei propri interessi e scarsa apertura mentale, delineano adeguatamente il profilo generale di una popolazione sempre pi1 vecchia e rassegnata, non incline al mutamento, abbandonata a se stessa. #abbandono degli stereotipi legati a !uesta montagna c"iusa e perdente, incarnati in una mentalit superata, deve essere il presupposto per intraprendere il cammino che porta, attraverso un progressivo superamento, alla condivisione di una nuova cultura montana. Emblematiche in !uesto caso le parole di Enrico Camanni, giornalista e storico dellalpinismo:

&chi si illude di salvare e rilanciare la montagna con una pur nobile difesa della sua memoria, della sua autonomia, delle sue tradizioni, ignora che il nostro mondo vive ormai di ununica cultura, !uella urbana, e che ogni alternativa pu% nascere solo allinterno di essa e non a chimerica difesa di un passato autarchico che non esiste pi1+.

In altre parole,

&la nuova identit alpina non pu% porsi come un locale impermeabile al glo'ale ma pu% rivendicare forza e dignit solo se impara a misurarsi con il mondo di fuori+.

E auspicabile dun!ue, in Comelico come in molte altre terre alte, il superamento della concezione di montagna perdente o vinta, per abbracciare lidea di una montagna aperta ai mutamenti, al passo con i tempi, consapevole dei propri limiti ma a maggior ragione delle proprie potenzialit, dal momento che sempre pi1, in ambito globale, si va definendo la prospettiva che in!uadra il contesto alpino in un ruolo di la'oratorio inno#ati#o dEuropa. Sono allora facilmente individuabili, date le premesse, !uelli che saranno i principali autori del cambiamento, nonch? i montanari di domani. In primo luogo i giovani, modellati ed accresciuti dalle multiple esperienze formative urbane e dai contatti con le realt moderne ma consapevolmente

intenzionati a far maturare !uesta ricchezza nel paese dorigine. Secondariamente, !uelli che Vanzi definisce i neo-rurali, ovvero coloro che scelgono di trasferirsi in unarea montana ricercando una migliore !ualit della vita, sfuggendo alla vita stressante e usurante di citt. In entrambi i casi, ci troviamo di fronte a !uelli che possono essere considerati i nuo#i a'itanti, in !uanto futuri artefici ed interpreti dellaltrettanto nuova identit culturale montana. ' tal proposito, lo stile di vita e le attivit del nuovo montanaro dovranno governare i processi di modernizzazione, senza per% trascurare i saperi tradizionali. Infatti, come puntualmente ricorda $iuseppe 7ematteis, professore di geografia economica del )olitecnico di 4orino:

&siamo di fronte ad un processo di modernizzazione della cultura delle 'lpi basato su una sapiente rielaborazione della cultura tradizionale e su una sua integrazione con le istanze pi1 innovative della cultura moderna. ;...< In !uestottica, vanno letti infatti i progetti di rinascita alpina ;...<+.

Ecco allora il delinearsi degli stessi attori della rinascita: ad essi spetta il compito di portare una ventata daria fresca in !uella che la stagnante situazione di insofferenza e vittimismo persistente in !ueste valli, al fine di costruire un futuro e!uo, che permetta di mirare alla conservazione della cultura montana, attraverso la sua necessaria rinascita.

Coesione sociale e nuo#i percorsi partecipati#i

8na volta identificati i protagonisti del futuro, occorre stabilire !uali siano le migliori strategie per costruire unadeguata rete sociale ;dal momento che !uella attuale appare !uanto mai disgregata<, nella !uale essi possano operare al meglio in un contesto di reciprocit, fiducia e collaborazione. #a loro capacit dazione sar per natura strettamente legata ai principi che caratterizzano una necessaria ed auspicabile ricerca di maggiore coesione sociale, la !uale pu% essere definita come la
&capacit di una societ di assicurare il benessere di tutti i membri che la compongono+,

e come primo passo verso

&un sistema sociale di $elfare altamente sviluppato che coinvolga tutti gli attori locali, prere!uisito contro conflitti sociali, esclusione e povert rurale+.

E necessario dun!ue il coinvolgimento di tutti i gruppi di interesse che compongono la comunit locale, soprattutto di coloro i !uali tendono ad essere attualmente esclusi dai processi decisionali, con particolare attenzione alle nuove generazioni ma anche a coloro che ho definito i nuovi abitanti. #attuale situazione a Comelico Superiore, da !uesto punto di vista, testimonia un sostanziale disinteressamento da parte della popolazione nei confronti delle scelte politiche ed amministrative, causato e amplificato, a mio avviso, dalla forte inclinazione dei rappresentanti !uali sindaco e assessori alla preventiva scarsa apertura nei rapporti con la comunit. 'ssume allora fondamentale rilevanza, a livello istituzionale e politico, il saper ascoltare le esigenze e le opinioni dei cittadini, riconoscendo ad essi il ruolo di sta,e"olders e la possibilit di prendere parte attivamente alla vita del Comune. Il sentiero che conduce ad un futuro buon governo del territorio, potrebbe passare dun!ue attraverso i nuovi processi di democra/ia deli'erati#a o democra/ia inclusi#a, al fine di promuovere il coinvolgimento diretto dei cittadini nella cosa pubblica. $razie alle tecniche ed alle metodologie !uali forum, focus group, interviste e sistemi di comunicazione, si pu% !uindi incrementare la coesione sociale e passare dalla prima fase di coinvolgimento alla successiva fase di dialogo ed infine di deliberazione, portando in !uesto modo a compimento un parziale trasferimento di potere decisionale dalle istituzioni alla comunit. #auspicio, condiviso fortemente dalla fascia pi1 giovane del )aese, che una volta attuati, !uesti percorsi partecipativi conducano al raggiungimento di risultati positivi ed efficaci, stimolando la discussione e la condivisione di idee, facendo magari emergere alcune potenzialit progettuali mai considerate o agevolando il superamento di conflitti ideologici generati principalmente da tendenze al !ualun!uismo e alla critica preconcetta.

Conclusioni

#intento di !uesto elaborato stato !uello di approfondire i diversi sentieri possibili che conducono alla medesima vetta, ossia il raggiungimento di una politica territoriale sostenibile per il comune di mia appartenenza, ossia Comelico Superiore. )artendo da unaccurata analisi dei macrofattori che caratterizzano lintero complesso alpino, e delineando !uelle che sono le macrotendenze in ambito geografico e morfologico si cercato di portare il lettore ad una maggiore conoscenza e consapevolezza delle diverse dinamiche che caratterizzano e descrivono !uesto territorio. Kisulta infatti indispensabile avere un bagaglio culturale ed informativo che permetta di intraprendere il sentiero della sostenibilit, che calato in diverse forme ne costituisce il fil rouge. Come il filo d'rianna conduce alluscita del labirinto, cos3 la sostenibilit, intesa come consapevolezza e partecipazione attiva, conduce lessere umano a !uella che ritengo possa essere la strada per il futuro. )roprio per limportanza ed il rilievo assunti da tale tematica, si ritenuto opportuno approfondire nel dettaglio levoluzione storica di tale concetto. Solo la comprensione dei micro fattori e delle micro realt che hanno portato in auge, agli albori del @9J. tale !uestione, si posso comprendere i risultati ottenuti in !uesti ultimi anni, nonch? !uali siano ancora i punti su cui riflettere e

soffermarsi. 7opo aver compreso le motivazioni storico economiche che hanno forzato la presa di consapevolezza circa il ruolo dellambiente nella vita dellessere umano, stato possibile calare !uanto emerso a livello teorico nelle diverse dichiarazioni trattate, nella realt concreta dei fatti. Sono stati infatti analizzati alcuni progetti sostenibili promossi da diverse Kegioni montane, nello specifico dal 5riuli 0enezia $iulia, dal 4rentino 'lto 'dige e dal 0eneto. 4ale passaggio risultato fondamentale per due motivazioni: da un lato ha permesso di comprendere meglio !uali sono gli aspetti pi1 rilevanti !uando si progettano la sostenibilit territoriale, e dallaltro ha messo in evidenza il ruolo che diversi organi istituzionali hanno nel corretto adempimento delle politiche ambientali. 7istricando la complessa matassa che permea il mondo delle politiche sostenibili, e scalando la parete di disinformazione che racchiude le complessit dela tematica, stato possibile arrivare ad alta !uota e scendere verso il sentiero che conduce allanalisi di uno specifico territorio, ossia !uello del mio comune dappartenenza. Ed ecco che !uindi gli interrogativi che hanno mi hanno portato ad iniziare !uesto lavoro, e che ora tornano a farsi pi1 pressanti, e trovano in !uesta sede possibilit di risposta. on sar larroganza di voler conoscere la via, n? tantomeno la presunzione di sapere cosa sia il giusto e cosa non sia, a guidare la ricerca di risposte, bens3 la volont e la ferrea convinzione che il luogo in cui viviamo meriti ben pi1 dellindifferenza dello scorrere del tempo. 4ralasciando la filosofia e la passione che mi hanno finora guidato nella stesura, posso affermare che il territorio del comune di Comelico Superiore ben si presta allapplicazione del modello dello sviluppo sostenibile, in !uanto ricco di risorse naturali ed ambientali. 0a da s? che tale applicazione possa essere declinata in pi1 variabili dalle diverse sfumature, andando a toccare plurimi ambiti applicativi !uali: #e risorse forestali, #e risorse idriche, #e risorse inerenti al fotovoltaico e al biogas, Il turismo sostenibile.

W fondamentale sottolineare come lattuazione e la valorizzazione di tali fattori permetterebbe anche di accrescere e migliorare il ruolo delle istituzioni locali, non per !uanto riguarda il Comune, ma anche per le Kegole di comunione familiare. 7a !uanto detto nel terzo capitolo di !uesto elaborato infatti, il ruolo ed il potere delle Kegole fondamentale nella gestione del territorio e nellamministrazione dei fondi che ne consentono un corretto sviluppo.

Ea la stesura e la creazione di un piano dintervento sostenibile non sono lostacolo pi1 grande per la realizzazione di uno sviluppo montano coerente con !uanto detto. Eotivazioni storiche, economiche e socio6culturali portano gli abitanti di Comelico Superiore ad essere poco propensi al cambiamento e allinnovazione. #a modernizzazione infatti lenta, dal momento che impone di lasciare il tradizionale, per esplorare diverse soluzioni possibili di cui non si pu% sapere aprioristicamente il risultato. W !uindi lincertezza e la poca materialit di !uello che potrebbe essere, la causa del mancato approccio al mondo della sostenibilit. Ed proprio !ui che entrano in gioco le nuove forme di e-democrac& e partecipazione attiva pubblica, che consentirebbero di trasferire parte del potere decisionale dalle istituzioni ai cittadini, consentendo anche il fluire delle informazioni e delle conoscenze necessarie. Saper ascoltare le esigenze e le opinioni dei cittadini, riconoscendo ad essi il ruolo di sta,e"older e la possibilit di prendere parte attivamente alla vita della comunit, assume una posizione di rilievo. Il sentiero che conduce ad un futuro buon governo del territorio, pu1 passare dun!ue attraverso i nuovi processi di democra/ia deli'erati#a o democra/ia inclusi#a, al fine di promuovere il coinvolgimento diretto dei cittadini nella cosa pubblica. #auspicio, condiviso fortemente dalla fascia pi1 giovane del paese, che una volta attuati, !uesti percorsi partecipativi conducano al raggiungimento di risultati positivi ed efficaci. Come dice #e>ans/R:
&#a deliberazione un processo che mira a generare un consenso informato, attraverso il metodo dialogico, che dovrebbe portare a decisioni finali caratterizzate da un consenso razionale e maturo +.

Concludo proponendo a voi lettori !uestultimo interrogativo: riuscir mai luomo a diventare anchesso sostenibile, considerando il territorio in cui vive come compagno di vita con il !uale crescere ed invecchiareS

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