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ASSOCIAZIONE DEI GEOGRAFI ITALIANI Atti del XXX Congresso Geografico Italiano

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BIENTE, CULTURE, ECONO

a cura di

Alberto Di Blasi

VoI. II Contributi

PATRON EDITORE - BOLOGNA

ASSOCIAZIONE DEI GEOGRAFI ITALIANI Atti del Congresso Geografico Italiano (10-12 settembre 2008)

IL FUTURO ELLA BIENTE, CULTU

EO ~ FIA: ~, ECONOMIA

a cura eli Alberto Di Blasi

VoI. II Contributi
,

PATRON EDITORE
BOLOGNA 2011

Copyright 20 Il by Ptron editore - Quarto inferiore - Bologna


I diritti di traduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi. E inoltre vietata la riproduzione, anche parziale, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata.

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Giancarlo Macchi Janica*

I GIS NEL FUTURO DELLA GEOG

FIA UMANA

Oggetto del contributo l'esame del ruolo dei Geographic Information Systems (GIS) nell'ambito della geografia nel corso degli ultimi vent'anni, cercando di evidenziare alcuni spunti di riflessione concernenti la loro funzione nel futuro della disciplina. Come sar illustrato di seguito, il rapporto tra geografia e GIS appare oggi molto confuso; questo anche a causa della recente introduzione di questa tecnologia. Si giunge alla conclusione che sarebbe un errore, quanto meno da parte della geografia, considerare il GIS come una questione esclusivamente tecnica; occorre invece considerare che tale strumento sta mutando definitivamente la struttura stessa della ricerca sullo spazio (Wright, Goodchild, Proctor 1997, p. 346). Con l'analisi di questo processo di trasformazione non si desidera attuare uno sforzo meramente speculativo, quanto indicare nel concreto quali siano i problemi che una mancata riflessione sta comportando. Sono passati solo poco pi di quarant'anni da quando un gruppo di geografi dette inizio ad una delle rivoluzioni pi importanti nell 'ambito della storia della cartografia, dando forma a quello che oggi conosciamo come GIS. Tuttavia esso resta un tema vago; perch, quando si usa il termine GIS (a volte come nome altre come aggettivo), ci si riferisce, secondo i casi, ad una categoria di software, ad un tipo di metodologia o al prodotto finito (ovvero alla piattaforma GIS di questo o quel progetto). Povert di vocaboli che rispecchia appunto una mancata e sistematica riflessione a livello disciplinare su questo settore. La confusione va ben oltre dato che, quando si parla di GIS in termini strumentali, ci si riferisce ad un insieme di tecnologie e metodi digitali vasto e a volte eterogeneo (microcomputers, GPS, immagini satellitari, ecc.). Ma la mancanza di precisione con la quale ci si riferisce alle 'cose' del GIS diviene un ostacolo sempre maggiore nell'ambito della cartografia digitale soprattutto se si pensa al suo ruolo sempre pi rilevante. Queste ultime quattro decadi sono state piene di trasformazioni in campo metodo logico, non solo per la cartografia, ma anche per il resto delle scienze (naturali e sociali) che fanno largo uso di mappe come strumento d'analisi e comunicazione. A tale trasformazione radicale non corrisposto un ragionamento epistemologico sufficiente teso ad una consapevolezza critica necessaria a capire le caratteristiche della rivoluzione in atto. Perch di rivoluzione si tratta dato che, in poco pi di vent'anni, la tradizione della produzione cartografica si trasformata; purtroppo non sempre verso un miglioramento rispetto a quella tradizionale.

Universit degli Studi di Siena.

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Giancarlo Macchi Janica

I GIS d'altronde hanno permesso di avviare e portare avanti in modo proficuo diverse ricerche condotte con strategie nuove. Un punto centrale che, se da una parte essi sono considerati come un elemento puramente tecnico, quando non perfino esclusivamente strumentale, dall'altra questa tecnologia finisce per trasformare l'atteggiamento stesso del ricercatore (Pickles, 1997, p. 363). Ci sono, infatti, domande che egli finisce per porsi solo dopo avere guardato ai propri dati attraverso un GIS. Cos, l'attivit di uno studioso o la storia di una singola lunga ricerca potrebbe essere suddivisa in due fasi: pre e post GIS. Aspetto non secondario dato che, proprio in quel momento di passaggio, si trasformano le domande stesse alla base della ricerca; ci corrisponde ad una visione dei problemi di studio da una diversa angolatura da cui si aprono nuove prospettive, l'oggetto sotto indagine viene visto sotto una luce completamente nuova. Se la realt attraverso il documento cartografico a suggerirci gli interrogativi di ricerca, chiaro che l'abilit dei GIS di generare istantaneamente nuove carte comporta l'alterazione dello schema di rapporti e percezione che lo stesso ricercatore ha rispetto al problema di studio (Tomlinson, 1988). Non si tratta solo della possibilit di compiere operazioni di sovrapposizione tematica in modo automatico. Il ricercatore ha adesso la possibilit di gestire un enorme volume di dati spazi ali in modo dinamico; perfino condiviso con altri studiosi. Inoltre, egli dispone della possibilit di compiere costantemente nuove misurazioni e analisi che fino a qualche decennio fa sarebbero state impossibili in termini pratici. A tutto questo si aggiunga la possibilit di comunicare i propri dati in modo dinamico grazie all'introduzione dei web-GIS. Occorre sottolineare invece come la logica della gestione di enormi volumi di dati, spesso intesa come semplice possesso materiale, o peggio ancora come presunto controllo della ,. fonte, costituisca comunque un'utopia. Lo schedario digitale non costituisce conoscenza di per s. Solo dalla sua analisi pu scaturire vera conoscenza. Se non si dispone della capacit di lettura critica, probabilmente la banca dati spaziale potr eventualmente servire solo come referenza o sorgente d'informazione a qualche altro soggetto. Or bene, un elemento che ha caratterizzato in modo trasversale pi discipline umane e sociali stato a partire dagli anni '80 un crescente disinteresse verso qualsiasi approccio analitico. Nello stesso modo, per molte discipline sociali, l'uso dei GIS comport un disinteresse progressivo verso i metodi d'analisi. Questo perch, in teoria, si pensava (o si pensa ancora) che i processi analitici potessero essere compiuti meccanicamente dall'applicativo GIS di cui si disponeva. Considerazione insensata dato che, per analogia, equivarrebbe a credere che 'non occorre conoscere la matematica dato che si dispone di una calcolatrice'. Il problema, oltre quello di confidare ciecamente ed in modo acritico in questa tecnologia, anche l'ignorarla. Chi scrive ha da sempre trascurato la funzione dei GIS come oggetto di riflessione; ed in questo non pu che compiere un'autocritica. Spesso si legge o si sente affermare che 'i GIS sono solo uno strumento'; e che dunque ragionare su di essi costituisca una grande perdita di tempo. Ebbene, questo potrebbe essere vero per altre discipline che fanno un uso squisitamente strumentale della cartografia. Condizione assai differente quella del geografo, cui esclusivamente compete l'onere di compiere la riflessione epistemologica di cui sopra. Questa sarebbe fondamentale non solo per lui, ma sicuramente anche per quei settori disciplinari che da tempo aspettano inconsapevoli gli esiti di tale riflessione. L'opportunit di un pensiero sulla rivoluzione dei GIS non riguarda una semplice attivit astratta; purtroppo l'assenza a livello generale di un ragionamento sui GIS sta

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comportando una degenerazione della produzione oltre che una deriva molto pericolosa. Quella che appare come una rivoluzione porta membri di altri settori disciplinari a correre, sulla lunga durata, rischi importanti. La disciplina che richiede dunque una riflessione approfondita sulla rivoluzione in atto la geografia, in quanto essa costituisce il settore - coerentemente con la sua storia e i suoi obiettivi - che dispone degli strumenti concettuali e ha alle spalle la tradizione necessaria per tale compito. Qui ci si limiter a segnalare quattro settori a testimonianza e a supporto del ragionamento fin qui esposto su una riflessione molto ampia che non pu essere compiuta in questa sede. a. La diffusione dei dati. Qualsiasi forma di ricerca geografica condotta con l'aiuto dei GIS comporta la costruzione di documenti digitali nuovi. Questi, pur restando spesso inediti, vengono usati da ricercator di pi discipline come supporto critico alle esposizioni o produzioni scientifiche. In parole semplici, a differenza di un'era in cui gli apparati cartografici in un modo o nell'altro erano accessibili a chiunque, i GIS hanno favorito la produzione di apparati cartografici esclusivi. La mistificazione ricorrente che, dal momento che si tratta di dati digitali, allora devono essere esatti e per tali vengono presi. C' da chiedersi perci, come si possa giungere alla confutazione di qualsiasi ipotesi o teoria se i relativi dati su cui esse sono formulate non sono a disposizione: se non garantito l'accesso ai dati, non si potr compiere una valutazione dei risultati proposti, n tanto meno stabilime il grado di attendibilit. I processi di ricerca che prevedono la produzione di carte digitali utili alla costruzione di discorsi geografici di qualsiasi natura dovrebbero richiedere che il ricercatore si assumesse l'onere di garantire la distribuzione dei dati relativi. b. Degenerazione cartografica. I GIS permetto a chiunque di produrre mappe, anche cui ne ignori le pi basilari ed elementari principi di realizzazione. Il fatto che i GIS facilitino la produzione cartografica non significa che chiunque possa sostituirsi al cartografo. Una leggerezza che si verifica quasi ovunque: i nuovi apparati non rispettano semantica e composizione della carta. In generale si pu osservare uno scadente rispetto delle pi elementari regole di proiezione e rappresentazione. A questo si aggiunga il fatto che nell ' era digitale le carte si producono ancora soprattutto per un processo di copia e gli , errori possono perci dilagarli liberamente. c. L 'integrazione delle fonti. Uno degli aspetti cui maggiormente hanno contribuito i GIS la possibilit di integrare pi fonti. In questo senso il problema riguarda la definizione dei rapporti attraverso i quali, nei processi di analisi i risultati, risultino essere corretti. Il problema dell 'integrazione si collega anche al tema della confutazione dei dati. Non tutto quello che esce da un GIS ha un livello di validit n tanto meno di significativit. La diffusione dei GIS e la naturale integrazione delle fonti ha portato a un inasprimento del tema della scala. Oltre a fenomeni di mistificazione dei modelli dei dati. d. L'analfabetismo quantitativo. Un elemento che ha caratterizzato l'intero processo delle discipline sociali stato il crescente disinteresse verso qualsiasi approccio analitico. Paradossalmente, e come veniva segnalato sopra, l'introduzione di strumenti digitali sia annovera fra le cause del grande impoverimento e disinteresse di parte della comunit appartenenti alle scienze sociali a tale tipo di approccio. A questi spunti, frutto di una visione soggettiva, se ne potrebbero aggiungere altri ancora.

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Giancarlo Macchi Jmica

I GIS avranno un ruolo sempre pi importante nelle discipline interessate allo studio e alla comprensione dei processi sociali. In questo senso i GIS sono qui per restare. Il primo compito da compiere sembra essere quello di definire loro funzioni, possibilit e limiti nel modo pi rigoroso possibile. Ci non pu che provenire dalla geografia stessa; una tal riflessione non pu essere realizzato che all'interno del quadro complessivo della storia della cartografia.

Bibliografia
PICKLES

J., Tool or Science? GIS, Technoscience, and the Theoretical Tum, Annals ofthe Association of American Geographers, v. 87, n. 2, 1997, pp. 363-372.

TOMLlNSON

R.F., The impact ojthe transitionjrom analogue to digitai cartographic representation, The American Cartographer, v. 15 n. 3, 1988, pp. 249-261.

WRIGHT

D.J, GOODCHILD M.F. , PROCTOR J.D., GIS: Tool or Science? DemystifYing the Persistent Ambiguity oj GIS as "Tool" Versus "Science ", Annals of the Association of American Geographers, v. 87, n. 2, 1997, pp. 346-362.

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