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Lezione 1

Il termine ECOLOGIA deriva dal greco ikoslgos ikos lgos e significa discorso o scienza della casa o dellambiente di vita. Lecologia come strumento di analisi dei sistemi naturali. Senza vita non ha senso parlare di ecologia. Lecologia studia le interazioni che si instaurano tra gli organismi viventi e il comparto non vivente. Non considera gli organismi in maniera statica ma la loro interazione. Lecologia studia la struttura e il funzionamento della natura.

Sviluppo dellEcologia umana LECOLOGIA UMANA studia come le attivit delluomo influiscano e siano a loro volta influenzate dallambiente. La consapevolezza dellassunzione di responsabilit nella gestione dellambiente (naturale o artificiale). artificiale) Loggetto di studio Gli ECO-SISTEMI sono unit ambientali omogenee definita da modelli caratteristici di funzionamento e di autoregolazione. Livello pi alto di ecosistema Lunico vero ecosistema la BIOSFERA che viene sempre pi avvertita come un singolo sistema ambientale. In esso si raggiunge la massima dimensione. Analisi del global change. Lecologia come scienza integrata Lecologia si propone di superare lapproccio disciplinare per arrivare ad un approccio transdisciplinare attraverso il multidisciplinare e linterdisciplinare. Lecologia si interessa prevalentemente dei livelli gerarchici superiori: Sistemi di Organismi Sistemi di Popolazione Ecosistemi Paesaggi Biomi

Argomenti del corso


Ecosistemi aperti e sistemi cibernetici Il comparto vivente e la variet delle specie Adattamenti delle specie allambiente e nicchie ecologiche Lenergia per il funzionamento degli ecosistemi I cicli atmosferici e dellacqua I cicli bio-geo-chimici Relazioni alimentari negli ecosistemi Produzione e respirazione Dinamica di popolazione Fattori che influenzano le popolazioni Le propriet dellacqua Afflussi e deflussi e riserve idriche Alvei e portate liquide e solide Le acque sotterrane Gli ambienti di acque correnti (lecosistema fluviale) Gli ambienti di acque ferme (Lecosistema lago) Le disponibilit idriche e la qualit dellacqua Lo sfruttamento e la gestione degli ambienti acquatici Lecosistema marino Il benthos Il plancton Il necton I cicli biologici in ambiente marino (interazione pelagos-benthos) Le aree marine protette Inquinamento in ambiente marino Il monitoraggio delle acque costiere Il sistema lagunare (Caratteristiche identificative e classificazione) Il ruolo delle lagune nei processi naturali e la gestione umana Successioni vegetazionali in ambiente marino e terrestre I grandi biomi (foreste boreali, temperate, tropicali e savane) Praterie, brughiere, steppe ed ambienti estremi Parametri descrittivi delle foreste

Lezione 2 - Eco-sistemi aperti e sistemi cibernetici


Il metodo dei sistemi uno dei modi di interpretare la realt attraverso lo sviluppo di modelli che interpretano una serie complessa di eventi come un tutto unico. I modelli servono per tentare di conoscere la realt e per fare previsioni su come essa si evolve.

In ecologia siamo interessati in particolare a due tipi di sistemi: - SISTEMI APERTI - SISTEMI CIBERNETICI I sistemi aperti sono sistemi sottoposti a degli input e in grado di elaborare degli output. Per continuare a funzionare i sistemi aperti richiedono costantemente degli input.

I sistemi cibernetici o sistemi autoregolativi utilizzano meccanismi a feedback (retroattivi) che esercitano un determinato livello di autocontrollo. Il principio fondamentale alla base del meccanismo a feedback che una parte delloutput del sistema viene utilizzata per assicurare al sistema stesso una certa quantit di input futuro. Viene definito feedback negativo perch blocca o inverte la tendenza ad allontanarsi dal punto fisso.

Il feedback positivo rappresentato da una tendenza ad allontanarsi progressivamente dal punto fisso del sistema (feedback di fuga).

Tutti i sistemi biologici sono dei sistemi aperti. Ogni sistema biologico aperto contiene dei sistemi cibernetici che determinano le caratteristiche specifiche di quel sistema (propriet emergenti capacit autoregolative)

LEZIONE 3 - LA VITA E LA VARIETA DELLA SPECIE


Lecologia stata definita anche SCIENZA DELLA VITA per lattenzione che rivolge al ruolo attivo della vita nel funzionamento dellambiente. Tre scuole di pensiero: - I Vitalisti: essi mettono in evidenza il salto di qualit quando si passa dalla non vita alla vita. Insorge quel quid in pi che fa emergere il comparto vivente sul non vivente. - I Meccanicisti: sostengono invece che non sussiste alcuna differenza fra i due comparti in quanto entrambi i sistemi sono costituiti dagli stessi atomi e le relative reazioni chimiche. - Il materialismo biologico: pur ammettendo lomogeneit materiale, introducono il concetto di eterogeneit formale. La vita possibile grazie al carbonio: una molecola che grazie alle sue caratteristiche riesce a legarsi con una moltitudine di elementi e rendere possibile tutte le principali molecole su cui si basa la vita, come ad esempio la clorofilla. Il vivente presenta delle differenze qualitative sul piano della organizzazione e del comportamento, in grado di elaborare e propagare linformazione. Solo ad un certo punto della storia della Terra comparsa la vita.

Non esiste un organismo uguale allaltro ma tuttavia alcuni organismi sono pi simili fra loro rispetto ad altri. Il quadro della diversit della vita fornito dal sistematico stato fondamentale non solo per la vita pratica di ogni giorno (agraria, veterinaria, medicina, merceleogia, ecc.) ma anche per comprendere levoluzione biologica e per capire il ruolo svolto dai diversi organismi nel funzionamento dellambiente. Nel quadro gerarchico dei viventi la specie costituisce lunica vera categoria naturale. La specie costituita da organismi fra loro liberamente interfecondi e isolati riproduttivamente da gruppi consimili. Gli individui hanno una elevata capacit di riconoscere gli appartenenti alla propria specie. Gli individui della stessa specie presentano una elevata coesione genetica e mettono in atto barriere rigorose a protezione della stessa. Quindi gli individui di una specie tendono a preservare il proprio patrimonio genetico. Gli individui di una stessa specie occupano tutti una ben definita NICCHIA ECOLOGICA. detta nicchia ecologica quella porzione di ruoli e funzioni in un ecosistema occupati da una specie. La diversit biologica dipende dal numero di nicchie ecologiche occupate in un ecosistema.

LEZIONE 4 - ADATTAMENTI ALLAMBIENTE E NICCHIE ECOLOGICHE


Occorre capire la relazione che lega lunicit di alcuni processi comuni a tutte le forme di vita (es. riproduzione, ossidazione controllata, irritabilit, omeostasi) con la grande variet di specie. Levoluzione biologica spiega il continuo sviluppo di entit biologiche nel corso del tempo, da uno stato pi semplice ad uno pi complesso, attraverso un graduale susseguirsi di adattamenti. Filogenesi: studia levoluzione e lorigine di un insieme di organismi, solitamente una specie. La popolazioni specifiche rappresentano il palcoscenico su cui operano le forze dellevoluzione: mutazioni, ricombinazioni e selezione naturale. Da un lato abbiamo delle forze conservative che tendono a mantenere le combinazioni geniche favorevoli e dallaltra, vi sono delle forze che, nel tempo, premono per una diversificazione. Le popolazioni specifiche possiedono dei meccanismi di adattamento che comportano un rimaneggiamento del pool genico allo scopo di poter sopravvivere e riprodursi al variare degli ambienti. FENOTIPO (Norma di reazione) = GENOTIPO + AMBIENTE Fenotipo: Effettiva, totale manifestazione fisica di un organismo. Genotipo: istruzioni ereditarie (dipendono dai geni dellindividuo) che possono essere o non essere espresse. FENOCOPIA = GENOTIPO + AMBIENTE UMANO (Es. Occhiali da vista) Il termine NICCHIA viene usato dagli ecologici per descrivere le specie in termini funzionali. Essa descrive lindirizzo e la professione di una determinata specie. Rivalutazione del ruolo del sistematico Galileo Galilei Non si pu leggere il libro della natura se non si conoscono lalfabeto e le lettere con cui stato scritto La conoscenza delle specie costituisce la base della conoscenza della sistema Natura. La DIVERSITA BIOLOGICA assume il significato funzionale di poter disporre di una vasta gamma di nicchie occupate e quindi una razionale ed efficiente utilizzazione dellenergia che fluisce e della materia che circola nellecosistema. Nella carta di Rio si ribadita limportanza della conservazione della biodiversit. La tutela della biodiversit ha un fondamento scientifico e non ideologico.

LEZIONE 5 - LENERGIA PER IL FUNZIONAMENTO DEGLI ECOSISTEMI


Lenergia in ingresso negli ecosistemi: Il sole una specie di bomba allidrogeno che trasforma continuamente idrogeno in elio con lemissione di energia sotto forma di onde elettromagnetiche (radiazione o energia raggiante) in tutte le direzioni. Condizione indispensabile per la presenza della vita vit che la Terra riceva continuamente input di energia dal Sole (radiazione solare) e produca output sotto forma di calore che viene trasmesso nello spazio esterno (raccoglitore termico). La vita sulla terra dipende quindi dalla luce solare e dallequilibrio rio fra trasparenza e opacit dellatmosfera. Lanello di congiunzione fra lenergia solare e lenergia utilizzata dagli organismi il processo di FOTOSINTESI. La fotosintesi trasforma lenergia raggiante in energia chimica (molecole con legami altamente energetici) utilizzabile dagli organismi per i processi vitali. I componenti principali della fotosintesi sono: energia radiante - clorofilla - anidride carbonica - acqua Lenergia solare viene quindi trasformata in energia energi di legame e utilizzata dai sistemi biologici (fotosintesi e respirazione cellulare). La prima legge della termodinamica o della conservazione dellenergia stabilisce che lenergia pu essere trasformata da una forma ad unaltra, ma non pu essere ne creata ne distrutta. La seconda legge della termodinamica o legge dellentropia stabilisce che ogni volta che lenergia viene trasformata essa tende a passare da una forma pi organizzata e concentrata ad una forma meno organizzata e pi dispersa. Lungo le catene ene alimentari di un ecosistema la quantit di energia diminuisce ad ogni passaggio mentre la qualit di questa energia (concentrazione, contenuto in informazione) aumenta. detto mineralizzazione quel processo nel quale la materia organica viene trasformata in materia inorganica, e quindi in nutrienti (importanti i batteri decompositori nella catena del detrito).

LEZIONE 6 - I CICLI ATMOSFERICI E LACQUA


La superficie della Terra non uniformemente riscaldata e ci provoca i movimenti dellatmosfera che danno origine ai venti, alle onde, e al variare delle condizioni climatiche. Irraggiamento della superficie terrestre In primavera il Sole perpendicolare lare allequatore In estate lemisfero nord inclinato verso il Sole In autunno il Sole perpendicolare allequatore In inverno (lemisfero nord e inclinato dalla parte opposta del Sole) Queste differenze di riscaldamento mettono in moto la macchina termica ter dellatmosfera che origina i grandi cicli di trasferimento del calore verso la direzione dei poli.

I cicli di trasferimento del calore nellatmosfera Lintero pianeta quindi influenzato da ampi modelli globali di circolazione Linter atmosferica sostenuti dalla energia del sole, che a loro volta influenzano i climi, il ciclo dellacqua, i cicli degli elementi. Lacqua presenta caratteristiche fisiche e chimiche particolari che non trovano riscontro in altri composti e queste propriet derivano dalla sua struttura str molecolare.

Caratteristiche dellacqua - il miglior solvente conosciuto - La vita comparsa nellacqua - Elevato potere termoregolatore - Nel cambiamento di stato da liquido a solido non compromette la funzionalit dello strato sottostante - un filtro naturale per gli ultravioletti (nocivi per la vita) Acqua e vita costituiscono un binomio inscindibile. Lacqua la molecola pi comune del mondo inorganico e tuttavia la pi affine alla vita.

Ripartizione dellacqua nel pianeta - 97 % salata - 1.6 % ghiaccio - 1.4% sotterranea - 0.01% acqua dolce superficiale La disponibilit di acqua dolce liquida strettamente legata al ciclo continuo dellacqua.

Lacqua viene trasferita continuamente dagli specchi dacqua allatmosfera come vapore acqueo e latmosfera cede acqua sotto forma di pioggia o altre meteore. Ingiustizia spazio temporale dellAcqua Mantenimento della disponibilit idrica a fronte di una discontinuit spazio-temporale. Necessit di assicurare non soltanto la disponibilit ma anche la qualit. Rinnovamento quali-quantitativo dellAcqua Ogni organismo ha la necessit di mantenere in equilibrio quali-quantitativo il proprio bilancio idrico

Ciclo dellacqua: riassumiamo le cause Dipende principalmente dalla radiazione solare, che permette levaporazione; per questo influenzato da 3 fattori: 1) La sfericit della terra: avvicinandosi verso i poli i raggi solari si distribuiscono su una maggiore superficie, riscaldando molto meno, quindi levaporazione verr rallentata. 2) La perpendicolarit dei raggi solari, pi saranno obliqui meno riscalderanno. 3) Dallo spessore dellatmosfera che i raggi dovranno attraversare; maggiore sar lo spessore pi i raggi saranno deboli. Importante anche la vegetazione: infatti tramite il processo di evapotraspirazione, cio levaporazione dellacqua causata dal processo foto sintetico, le piante velocizzano il processo di evaporazione dellacqua.

LEZIONE 7 - I CICLI BIO-GEO-CHIMICI


Poich di ciascun elemento sulla terra ne esiste una quantit finita, la continua disponibilit dipende dallefficienza dei processi di riciclo che ne consentono la riutilizzazione I cicli bio-geo-chimici presentano alcune caratteristiche comuni: - Il passaggio dellelemento dallambiente fisico agli organismi e da questi di nuovo allambiente. - Un ruolo attivo degli organismi (piante,animali e microrganismi). -La presenza di un serbatoio geologico (atmosfera, litosfera,idrosfera).

I cicli biogeochimici possono essere distinti in cicli prevalentemente gassosi (carbonio, ossigeno, azoto) e in cicli prevalentemente sedimentari (fosforo e zolfo). Nel ciclo dellazoto intervengono i batteri azoto-fissatori, che vivono in simbiosi con gli apparati radicali di alcune piante, come ad esempio i legumi.

Il pi lungo dei cicli quello del fosforo perch fortemente influenzato dallerosione delle rocce, processo millenario. In un ecosistema stabile la circolazione dei nutrienti autoregolata in modo che la disponibilit degli stessi sia pressoch costante nello spazio e nel tempo. In questo caso si parla di chiusura dei cicli dei nutrienti. Leccesso di queste sostanze comporta una modificazione nel funzionamento dellecosistema per lazione di eccessivo stimolo del metabolismo o per lazione di inibizione (tossicit) nei confronti degli organismi. Si pu verificare anche una carenza di elementi nutrienti. Alcuni elementi essenziali, ma presenti in modo poco abbondante o poco disponibili, possono diventare dei FATTORI LIMITANTI la crescita. EUTROFIZZAZIONE E una abnorme proliferazione di biomassa vegetale (microalghe). Il termine "eutrofizzazione", dal greco eutrophia (eu = buona, trophs = nutrimento), in origine indicava, in accordo con la sua etimologia, una condizione di ricchezza in sostanze nutritive (nitrati e fosfati) in ambiente acquatico; oggi viene correntemente usato per indicare le fasi successive del processo biologico conseguente a tale arricchimento e cio labnorme sviluppo di alghe con conseguenze spesso deleterie per lambiente.

LEZIONE 8 - RELAZIONE ALIMENTARI NEGLI ECOSISTEMI


Esigenza primaria degli organismi quella di procurarsi il cibo come fonte di energia e di materia essenziale per i processi vitali (riproduzione, movimento, accrescimento, irritabilit, ecc.). Lalimento costituito dai tessuti di altri organismi vegetali o animali, vivi o morti. Ci che non viene utilizzato viene espulso come rifiuto (es.feci, (es.fec urine). Questi rifiuti organici, assieme agli organismi morti, vanno a costituire il pool della materia organica morta. Il comparto vivente di un ecosistema quindi in grado sia di organicare la materia inorganica che di mineralizzare la sostanza organica. Sulla base del ruolo alimentare gli organismi possono essere distinti in: AUTOTROFI (capaci di produrre lalimento) detti per questo produttori. ETEROTROFI (dipendenti da altri per lalimentazione) detti per questo consumatori.

Gli organismi consumatori (compreso luomo) dipendono quindi dagli organismi produttori per la loro esistenza. Nellecosistema esiste una direzione univoca di flusso dellenergia e della materia attraverso la CATENA ALIMENTARE. Energia solare, nutrienti, acqua PRODUTTORI CONSUMATORI

Fra i consumatori esistono differenti specializzazioni che determinano una ulteriore ulteriore articolazione della catena. catena ERBIVORI (zooplancton) CARNIVORI DI D ERBIVORI (pesci piccoli) CARNIVORI DI CARNIVORI (pesci grandi) grand

Tutti gli anelli della catena alimentare producono quote di tessuti, feci, organismi morti che vanno incontro ai processi di decomposizione. Gli ORGANISMI DECOMPOSITORI sono specializzati nellutilizzo di molecole organiche ancora ricche di energia chimica di legame.

Produttori, consumatori e decompositori sono i principali RUOLI TROFICI in cui si articola una catena alimentare. alimentare Nella realt le catene alimentari non sono mai delle sequenze isolate di relazioni alimentari. Esse si intrecciano in una rete pi complessa di relazioni alimentari e formano le RETI ALIMENTARI. Una catena alimentare non pu avere pi di 4-5 4 livelli. Infatti nel passare da un livello trofico al successivo una parte consistente dellenergia di legame si trasforma in calore prevalentemente evalentemente per lattivit di respirazione degli organismi. Lenergia calorifica non pu essere utilizzata dai sistemi viventi per produrre lavoro.

I concetti principali di questa lezione possono essere cos riassunti: solo una parte molto piccola dellenergia solare viene trasformata in alimento ad ogni livello trofico la quantit totale di energia disponibile molto pi piccola di quella precedente i decompositori ricavano energia dai tessuti morti degli organismi dei vari livelli trofici

Ecco un esempio di rete alimentare.

LEZIONE 9 - PRODUZIONE E RENDIMENTI


La velocit di fissazione dellenergia raggiante definita PRODUZIONE PRIMARIA Produzione primaria lorda = velocit complessiva dellattivit fotosintetica (energia fissata + energia successivamente utilizzata nella respirazione) Produzione primaria netta = velocit alla quale la pianta immagazzina energia sotto forma di materia organica nei tessuti (esclusa la quota respirata) PRODUZIONE PRIMARIA NETTA = PRODUZIONE PRIMARIA LORDA RESPIRAZIONE

Il problema di aumentare la produttivit netta della terra molto complesso e i successi finora ottenuti sono scarsi e spesso solo apparenti. Gli ecologi hanno cercato di misurare i flussi di energia nelle comunit naturali per capire i rendimenti dei vari livelli trofici negli ecosistemi. Il rendimento misura la percentuale di energia che viene trasmessa da un livello trofico a quello successivo. Lenergia consumata dalluomo pu essere distinta in: ENERGIA INTERNA: utilizzata per il mantenimento delle funzioni vitali ENERGIA ESTERNA: utilizzata per tutti gli altri scopi come il funzionamento delle macchine o lo sviluppo della cultura (la quantit di energia esterna che oggi utilizzata quasi esclusivamente prelevata dalla energia fossile)

Agli ecologi interessa studiare la velocit di fissazione dellenergia perch anche lenergia interna disponibile per luomo dipende dalla quantit di energia solare fissata dai produttori.

LEZIONE 10 - DINAMICA DELLE POPOLAZIONI


In ecologia la popolazione un gruppo di individui della stessa specie, liberamente interfecondi e che occupano la stessa nicchia ecologica. Nello spazio e nel tempo una popolazione presenta una distribuzione, una densit, una dinamica. Tipi di distribuzione La distribuzione spaziale riguarda la disposizione dei singoli individui allinterno dellarea di diffusione della popolazione. Si distinguono nguono 3 tipi diversi di distribuzione: - casuale - uniforme o regolare - raggruppata Il tipo di distribuzione di una popolazione si pu determinare con metodi statistici: casuale: varianza = media uniforme: varianza < media raggruppata: varianza > media La distribuzione casuale rara in natura, perch generalmente indica assenza di interazioni significative fra gli individui e/o fra questi e lambiente. La distribuzione uniforme e la raggruppata sono le pi frequenti in natura. Laffermazione delluna o dellaltra condizionata dal bilancio costi-benefici benefici tra i vantaggi e gli svantaggi conseguenti dal vivere in gruppo o isolati. isolati

La velocit di cambiamento di una popolazione definita come la variazione del numero di individui per unit di tempo. tempo

Le popolazioni naturali sono soggette allaumento o alla diminuzione del numero di individui per leffetto contrastante del POTENZIALE BIOTICO e della RESISTENZA AMBIENTALE Il sistema un demostato che tende a mantenere la popolazione in equilibrio con la capacit portante dellambiente.

Tipologie di accrescimento
Laccrescimento illimitato rappresentato dalla curva esponenziale Il modello comune di crescita di una popolazione invece descritto dalla curva logistica (S)-------------------------------> Ecco alcuni esempi:

Curva di crescita della popolazione di pecore introdotte in Tasmania

Da questi concetti si ricavano due principi ecologici: La capacit portante (cio il numero massimo di individui che un dato ambiente pu sostenere) indipendente dal tasso intrinseco di accrescimento Il punto di rendimento ottimale si colloca in una posizione intermedia della curva di accrescimento

Esistono alcune popolazioni naturali che adottano una curva di crescita pi dinamica e che non si stabilizza per un tempo sufficiente, tale da mostrare la capacit di conservare un equilibrio stabile. Levoluzione biologica ha prodotto una enorme variet adattative, con una gamma di strategie riproduttive che consentono alle specie di adattarsi ad ambienti molto differenti.

Altre caratteristiche della popolazione La curva di sopravvivenza rappresentano il numero di organismi di una popolazione che sopravvivono fino ad una determinata et.

La conoscenza della struttura per et di una popolazione importante per poter prevedere il suo sviluppo futuro.

LEZIONE 11 - FATTORI CHE INFLUENZANO LE POPOLAZIONI


RESISTENZA AMBIENTALE: - sono FATTORI ESTRINSECI quelli che agiscono sulle popolazioni dallesterno (es.clima, predazione, disponibilit di risorse alimentari, malattie, ecc.) - sono FATTORI INTRINSECI quelli che operano dallinterno della popolazione (es. territorialit, stress sociale, ecc.) Nel 1840 Von Liebig formul la LEGGE DEL MINIMO secondo cui la pianta dipende dalla sostanza nutriente essenziale per la crescita, presente in minore quantit. Tutte le popolazioni presentano un intervallo ottimale di tolleranza ai fattori abiotici compreso entro un valore minimo e un valore massimo (LEGGE DELLA TOLLERANZA di Shelford)

RELAZIONI SIMBIOTICHE In un ecosistema gli organismi di specie diverse instaurano fra loro relazioni pi o meno strette Tipi di interazione tra due specie Cooperazione mutualismo commensalismo amensalismo competizione predazione / parassitismo +/+ +/+ +/0 -/0 -/+/COMPETIZIONE INTERSPECIFICA Quando due specie competono per le stesse risorse limitate entrambe le specie sono influenzate, anche se una delle due tender ad avere il sopravvento eliminando laltra La competizione maggiore quando le risorse sono limitate La stessa nicchia pu essere occupata da una sola specie Nella competizione fra le specie diverse (Competizione Interspecifica) la tendenza quella di sviluppare nicchie sempre pi ristrette e specializzate in modo da ridurre gli effetti della competizione

La COMPETIZIONE INTRASPECIFICA sviluppa un necessit di risorse sempre pi diversificate. Spesso avviene quando una specie ben affermata rispetto alle altre. Tratto dal libro natura e destino delluomo di Hardin:
Via, via che una specie diventa sempre pi di successo la sua lotta per lesistenza cessa di essere una lotta con lambiente fisico e con le altre specie e viene ad essere quasi esclusivamente una competizione tra gli individui dello stesso tipo. Chiamiamo di maggior successo quelle specie che hanno fatto di se stesse il nemico peggiore, luomo gode di questo primato. La competizione intraspecifica pu assumere forme cosi crudeli come il cannibalismo, linfanticidio o cosi romantiche come le giostre cavalleresche o i duelli, ma in tutti i casi mira ed uno stesso risultato, la ricerca di un vantaggio per se stesso a spese del vicino. In un mondo che non pu essere abbastanza grande per una specie continuamente di successo, nessuna attivit umana priva di motivazione competitiva, anche la gentilezza unarma competitiva. Da un punto di vista umano possiamo preferire unarma ad unaltra, ma non dobbiamo illuderci sul loro effetto finale, siamo tuttuno con il resto del mondo vivente, o dobbiamo lottare con altre specie viventi oppure dobbiamo competere con noi stessi.

La territorialit un comportamento sociale che assicura una determinata area di rifornimento di cibo e di partner sessuali solo a quegli individui che sono capaci di difendere quellarea contro gli altri. La predazione un tipo di interazione in cui un predatore attacca e uccide individui di unaltra specie (preda). Il predatore ne trae vantaggio e la popolazione della preda si riduce numericamente. Il predatore diventa quindi fattore di regolazione.

Il parassitismo una interazione tra due specie in cui il parassita si nutre a spese della specie ospite. Quando il parassitismo provoca debilitazione e morte dellospite questo un indice del fatto che la relazione ospiteparassita si stabilita di recente. Un meccanismo di risposta alla resistenza ambientale pu essere quello della emigrazione. In questo modo una quota di individui di una popolazione allontanandosi riduce la densit e diventa un potenziale colonizzatore di altre aree vuote. La diffusione delle specie dovuta principalmente a : Competizione intra e interspecifica Modificazione delle condizioni ambientali del luogo di origine

La resilienza la capacit di un sistema di tornare al suo punto fisso dopo aver subito un cambiamento (capacit di autoriprodursi). Specie R strateghe: alta resilienza, bassa resistenza (In caso di modifiche diminuiscono considerevolmente per poi tornare molto velocemente al loro punto fisso). Specie K strateghe: alta resistenza, bassa relisilienza.

LEZIONE 12 - COMUNITA ED ECOSISTEMI


Un ecosistema costituito da un insieme di popolazioni che interagiscono fra loro e con lambiente abiotico, entro unarea determinata. Tutte le popolazioni di piante, animali, funghi e procarioti che vivono e interagiscono in unarea determinata costituiscono una COMUNITA BIOTICA. Complessivamente una comunit un buon indicatore delle caratteristiche complessive di un determinato tipo di ambiente. Un ecosistema ad elevata diversit pu essere considerato come un sistema ad anelli multipli a feedback (elevata resilienza) capace quindi di compensare un disordine che interviene in una parte del sistema attraverso lazione di qualche altra parte.

Tutti gli ecosistemi naturali presentano un certo grado di STRATIFICAZIONE. Ad esempio la foresta pluviale presenta diversi strati funzionali (non casuali). ----->

La SUCCESSIONE ECOLOGICA il processo mediante il quale gli ecosistemi si modificano nel tempo da una comunit pi semplice ad una pi complessa e stabile. Si suddivide in stadi serali o sere. Lultimo stadio il climax. La biomassa crescente. Il passaggio da uno stadio allaltro determinato dallimmigrazione di specie pioniere. Gli ecotoni sono le zone di transizione tra uno stadio ed un altro con picchi di biodiversit (stadi diversi non sempre hanno le stesse specie). Primaria (parte dalla roccia nuda) Autogena (organismi del luogo) Autotrofa (immigrazione di altre specie)

LEZIONE 13 - Il paradigma dellecosistema FIUME

Il bacino imbrifero di un fiume la porzione di territorio (di solito una valle o una pianura) nella quale le acque superficiali confluiscono al fiume. Influisce sulla natura del fiume (importante la quantit di nutrienti che defluisce). La linea di spluvio una linea ideale che divide due territori di raccolta delle acque (per esempio una catena montuosa che divide due bacini imbriferi). I fiumi storicamente sono stati lapparato circolatorio ed escretorio del paesaggio. Lattuale forma di un fiume data dallattivit erosiva sul territorio circostante che ha portato alla formazione del letto e degli argini. Lalveo di un fiume lo spazio che pu essere occupato dalla acque. La portata idrica la quantit di acqua che passa in una sezione del fiume in un determinato tempo. Il tempo di corrivazione il tempo impiegato dalle acque per scorrere dalla sorgente alla foce. il sistema pi aperto di tutti (grandi input). Ogni tratto del fiume influenzato dalla produzione primaria del bacino idrografico a monte, veicolato attraverso le trame complesse del reticolo idrografico.

Equazione di bilancio (fiume)


Vale per qualsiasi tratto di un fiume

I+P=R+E+Ds
dove: I = import di energia (dai tratti precedenti) P = produzione primaria lorda (proporzionale allampiezza del fiume e alla vegetazione sulle sponde) R = respirazione dellecosistema (la respirazione dipende molto dallinput perch solitamente la produzione bassa) E = export di energia Ds = variazione della riserva di detrito presente nel sistema Ds quando diverso da zero indica una disfunzione dellExport o della Respirazione (o un eccesso di input).

Il carico di sedimento si divide in: carico di fondo e carico sospeso. La dimensione dei sedimenti diminuisce avvicinandoci alla foce (dipende dalla velocit della corrente). Granulometria - Categorie di Sedimenti: Massi Ciottoli Ghiaia Sabbia Limo Argilla oltre 265 mm da 64 a 265 mm da 2 a 64 mm da 0.06 a 64 mm da 0.004 a 0.06 mm inferiore a 0.004 mm

La difesa della pianura richiede protezione del suolo e manutenzione degli alvei. Gli ambienti lentici (laghi e stagni) differiscono da quelli lotici (fiumi e torrenti) per i maggiori tempi di ricambio delle acque. Per i fiumi vanno da 10 a 20 giorni, per i laghi di acqua dolce da 1 a 100 anni, per i laghi salati da 10 a 100 anni. Il tempo di ricambio rappresenta il tempo teorico necessario per ricambiare completamente tutta lacqua. Il reticolo idrografico la trama di ruscelli, torrenti e rigagnoli che per pendenza giungono al fiume. Le zone pi produttive dei fiumi sono quelle dove le acque si muovono a minore velocit: infatti qui riesce a svilupparsi una maggiore vegetazione. Queste zone sono solite trovarsi da met corso in poi: infatti le acque dei tratti montani, anche se pi ossigenate per via della temperatura minore, sono troppo veloci e turbolente per permettere lo sviluppo della flora. Molto importante da questo punto di vista la sinuosit del fiume, infatti nelle zone pi interne delle curve dellalveo le acque si muovono molto pi lentamente che allesterno, dove il processo erosivo pi accentuato, permettendo cos la formazione di sedimento e una maggiore produzione. Le operazioni di rettifica dei fiumi risultano molto dannose per il bilancio interno in quanto danneggiano fortemente Produzione e Respirazione riducendo il tempo di resilienza delle acque, quindi riducendo la capacit depurativa del fiume. Un fiume non pu essere considerato n autotrofo n eterotrofo a causa della sua forte variabilit, ma definibile come una successione di ecosistemi nella direzione della corrente. Generalmente le sezioni dei fiumi possono essere ecosistemi: - Autotrofi: nelle zone centrali, dove le acque non sono n troppo veloci n troppo torbide e non vi una fitta vegetazione che impedisca lirraggiamento solare. - Eterotrofi: a monte, per via della forte velocit di scorrimento e per la poca radiazione solare ricevuta a causa della fitta vegetazione; a valle, vicino la foce, a causa della bassa velocit di scorrimento delle acque e della forte torbidit che comporta una bassa penetrazione della radiazione solare, qui si ha una bassa produzione ma un alta respirazione.

I LAGHI
Differenza tra acqua ed atmosfera: Densit 850 volte superiore Viscosit 100 volte superiore (Riduzione di moto) Maggiore variabilit nella concentrazione di ossigeno Minore escursione termica Aumento della pressione con laumento della profondit

Il BILANCIO IDROLOGICO di un lago definito da: Afflussi immissari Afflussi sotterranei Piogge sullo specchio dacqua Deflussi emissari Perdite per evaporazione

A seconda dellorigine i laghi si distinguono in: Tettonici (fra i pi grandi e profondi) Vulcanici (es. i laghi del Lazio: Bolsena, Vico, Bracciano ) Glaciali (es. Garda, Maggiore) Steppici e Desertici (es. Ciad, Mar Morto) Di pianura, costieri, accidentali

La cuvetta lacustre la forma del catino contenente il lago. I livelli idrometrici rispetto ad uno zero idrometrico, forniscono una misura costante del volume idrico. La forma della cuvetta lacustre viene ricostruita sulla base di batimetrie (mediante ecografi con scandaglio). Le isobate sono linee che rappresentano forma e profondit della cuvetta Rappresentazione con isobate del lago di Garda -------------> lacustre. La radiazione luminosa incidente lo specchio dacqua si divide in: - Radiazione riflessa (che ritorna in atmosfera) - Radiazione rifratta (che penetra e scalda) Il vento cede parte della sua energia alle masse dacqua generando il moto ondoso. Qui non vi trasferimento di masse ma solo di energia. Il livello delle acque pu variare con rapidit per effetto delle sesse. Le SESSE sono dei movimenti pendolari della intera massa del lago, che la alzano da una parte e dellaltra lo deprimono. Per esempio in laghi abbastanza lunghi possono essere causate da precipitazioni o alti livelli barometrici su una costa. La temperatura dellacqua dipende dal bilancio termico definito da apporti e perdite di calore. I fattori che incidono maggiormente sulla temperatura sono la radiazione solare e il vento. Tutti i bacini lacustri vanno incontro a fenomeni di senescenza: sono destinati a prosciugarsi.

Nella maggior parte dei laghi possiamo osservare il fenomeno della STRATIFICAZIONE. Questa pu essere biologica e fisica. Stratificazione biologica: - zona superficiale: con basse concentrazioni di nutrienti e plancton, alghe e vegetazione costiera. - zona limnica: qui vi sono alte concentrazioni di plancton, sono presenti pesci. - zona profonda: non sono presenti n alghe n plancton per via della quasi totale assenza della luce. Sono presenti soltanto pesci e batteri decompositori. Questa zona a differenza delle altre prettamente eterotrofa. Stratificazione termica: avviene nei mesi caldi dellanno, in laghi con profondit superiore a 10 metri. - epilimnio: strato superficiale caratterizzato da una temperatura maggiore, da una buona ossigenazione, irrorato da radiazione solare e quindi con buoni quantitativi di fitoplancton. Qui le acque circolano liberamente. - metalimnio: strato di transizione; la temperatura cala bruscamente nel giro di pochi metri, e diminuiscono le forme di vita come il plancton con laumentare della profondit. Separa gli altri due strati e non permette nessun contatto. - ipolimnio: strato pi profondo caratterizzato da una temperatura bassa e costante (4 gradi circa). Non vi radiazione luminosa sufficiente per la fotosintesi. Qui operano i batteri decompositori e se non vi sono squilibri nel sistema del lago sar presente pochissimo detrito, un fine pulviscolo bianco, e la quantit di ossigeno sar constante. Questo strato non comunica in nessun modo con gli altri. Quindi in caso di eccessivo detrito organico i batteri consumeranno tutto lossigeno disponibile, innescando processi di anaerobiosi (decomposizione in assenza di ossigeno, molto pi lenta di quella normale) generando cos sostanze nocive come lanidride solforosa (H2S) e derivati del metano (CH4). Proprio per la lentezza del processo si accumuler molto detrito, che assumer una colorazione nerastra a causa delle sostanze nocive risultanti dal processo anaerobi otico. (Vedi EUTROFIZZAZIONE *) Il periodo di piena circolazione (avviene prevalentemente nei mesi invernali, quando la stratificazione termica si interrompe) essenziale per la circolazione dei nutrienti e lossigenazione dellipolimnio. In base alla loro produzione possiamo dividere i laghi in: Oligotrofici Mesotrofici Eutrofici Bassa Media Alta

Spesso a causa dellintervento delluomo si pu osservare il processo di EUTROFIZZAZIONE: una condizione di arricchimento delle acque in sali nutritivi (fertilizzazione) che incrementa la biomassa vegetale. In particolare legata alla eccessiva immissione di due nutrienti limitanti: fosforo e azoto. Con leutrofizzazione si osservano condizioni di disfunzione nellipolimnio (*). Interventi per ridurre leutrofizzazione: - Riduzione dei carichi di nutrienti - Aerazione dellipolimnio

- Asportazione dei sedimenti

Le Stratificazioni termiche
Le acque del lago alla fine della stagione invernale presentano, a tutte le profondit una uguale temperatura di circa 4C (massima densit dell'acqua). L'azione del vento pu facilmente provocare un rimescolamento delle acque pi superficiali, a contatto con l'atmosfera e quindi ricche di ossigeno disciolto, con quelle sottostanti. La circolazione primaverile che cos si instaura ricarica di ossigeno l'intera colonna d'acqua.

In primavera, il sole scalda sempre pi la superficie e con il progredire progred della stagione calda tra acque superficiali ed acque profonde andr formandosi un gradiente termico, e quindi di densit, sempre pi elevato tale da impedire il rimescolamento ad opera del vento. Nella stagione calda, quindi, si avr nel lago uno strato o superficiale caldo, epilimnio, separato dalle acque profonde fredde, ipolimnio, e da uno strato di passaggio (metalimnio), caratterizzato da un rapido abbassamento della temperatura e della densit con il crescere della profondit. In questa situazione di i stratificazione estiva, il lavoro meccanico del vento potr operare un certo rimescolamento soltanto delle acque pi superficiali (pi calde e quindi meno dense) lasciando ferme quelle immediatamente sottostanti (pi fredde e quindi pi dense), lo scambio scambio di ossigeno tra le acque superficiali e quelle profonde quasi nullo. Addirittura, se il lago eutrofizzato l'ossidazione microbica della sostanza organica pu consumare l'ossigeno disciolto nelle acque di fondo arrivando a determinare una situazione di d anossia. In autunno l'acqua superficiale si raffredda, diventa pi densa e scende verso il fondo. Con essa si abbassa anche lo strato, sempre pi sottile, in cui avviene il salto di temperatura, il metalimnio. Come gi in primavera, per azione del vento il rimescolamento delle acque si intensifica e infine si ha nuovamente la circolazione completa (circolazione autunnale). Il corpo d'acqua si trova ora a circa 4 C con l'ossigeno disciolto uniformemente distribuito dalla superficie al fondo.

In inverno la densit dell'acqua diminuisce per un ulteriore raffreddamento. L'anomalia della densit dell'acqua comporta una instabile stratificazione termica inversa, con uno strato superficiale pi freddo sopra uno strato pi profondo di acqua a 4 C. Il ghiaccio, ghiaccio quando arriva a formarsi, copre la superficie del lago poich la sua densit a 0C solo i 9/10 di quella dell'acqua. Il ghiaccio pu rendere stabile la stratificazione termica inversa e si produce cos la stratificazione invernale. Il lago di Endine non n gela completamente ogni anno, ma soltanto durante inverni rigidi. Il bacino di Spinone il primo a coprirsi di ghiaccio e con spessore considerevole, tale da permettere la presenza di numerosi pattinatori (nonostante sia vietato in quanto pericoloso).

Produzione negli ambienti acquatici

Se P/R maggiore di 1 sar un ecosistema autotrofo, se minore di uno lecosistema sar eterotrofo (consuma pi di quello che produce quindi necessiter di input esterni). Per gli ecosistemi maturi e non influenzati dalluomo, come i laghi oligotrofi e le barriere coralline, respirazione e produzione lorda tenderanno a equivalersi, e nel grafico si collocheranno sulla bisettrice principale.

LEZIONE 14 AMBIENTE E INQUINAMENTO


Tutte le attivit umane producono rifiuti: parte vengono recuperati dalle attivit produttiva, parte vengono trattati o depurati, parte si accumulano nellambiente. CAUSE DINQUINAMENTO Chimiche: Fisiche: Calore Radioattivit Modifica degli habitat Sostanze organiche metabolizzabili Sostanze organiche non metabolizzabili Sostanze inorganiche tossiche Sostanze inorganiche non tossiche

Biologiche: Perdita di biodiversit Diffusione di batteri, virus, parassiti Immissione di specie alloctone (non originari di quellecosistema)

Alla ciclicit dei processi naturali si sostituisce la dilatazione e la spiralizzazione dei cicli della materia, la trasformazione di energia fossile ad alta qualit direttamente in calore, la riduzione della biodiversit, la banalizzazione degli habitat.

AMBIENTE MARINO
Il 70% del pianeta coperto dagli oceani. Gli ambienti marini costieri sono quindi dimportanza strategica per la gestione dellambiente globale. I paradigmi dellecologia terrestre non valgono in mare: i principi generali sono gli stessi, ma il modo con cui avvengono i processi molto diverso. Gli ambienti terrestri sono in gran parte bidimensionale: tutto avviene al livello del suolo, fatta eccezione per quella piccola parte di uccelli e insetti che volano e vivono a diversi metri daltezza e per quegli animali che vivono nel sottosuolo. Queste comunque sono piccole distanze paragonate a quelle acquatiche. Infatti gli ambienti acquatici sono tridimensionali, e la terza dimensione la colonna dacqua che sovrasta il fondo. Lacqua sostiene i corpi molto pi dellaria (principio di Archimede); questo permette una lunga permanenza dei nutrienti nella colonna dacqua e lesistenza di organismi enormi, come balene e capodogli, di dimensioni impossibili sulla terraferma. A terra laccesso al cibo si trova in gran parte in prossimit del suolo, mentre il mare il nutrimento presente sia nei sedimenti che nellacqua. La fotosintesi possibile solo nella zona EUFOTICA, cio una zona in cui si ha un livello ottimale di luce solare in entrata. Infatti la produzione primaria degli organismi legati al fondo limitata. Gran parte della produzione avviene nella colonna dacqua. Possiamo distinguere acque neritiche (in prossimit della costa) e pelagiche (lontano dalla costa). Nella costa possiamo distinguere diversi strati: Sopralitorale: zona di transizione, si trova sopra il livello del mare, ma ha un forte contatto con le acque marine Mesolitorale: zona tra il limite superiore e inferiore dellescursione di marea. Quindi emersa o immersa ad alternanza. (nel mediterraneo va da 1 a 1,5 metri) Infralitorale: zona che va da appena sotto il limite inferiore di marea fino a 40 metri di profondit. A 40 metri di profondit arriva solo l1% della radiazione solare che arriva in superficie. Circalitorale: frontiera delle acque neritiche (fino a 100 m), non risente dei movimenti delle maree (verticali). Risente solamente dei movimenti orizzontali delle acquee causati dalle correnti.

Da circa 100 metri in poi troveremo solamente organismi eterotrofi. Adesso analizziamo flora e fauna di un ambiente marino: Produttori primari: - Fitoplancton: insieme di organismi galleggianti in grado di compiere fotosintesi. - Fanerogame: vere e proprie piante acquatiche, con apparati radicali, fusto e foglie. Es. Posidonia. - Alghe: organismo di struttura semplice, autotrofo, unicellulare o pluricellulare. Produce ossigeno e non presenta una differenziazione in tessuti veri e propri. Non tutte possiedono il tipo comune di clorofilla (alghe rosse, brune, verdi). Produttori secondari, terziari - Zooplancton: organismi animali non autonomi nel movimento che si lasciano trasportare dalla corrente. - Necton: categoria ecologica che comprende gli organismi acquatici che nuotano attivamente. Pu essere planctivoro o pescivoro. - Grandi predatori: si trovano in cima nelle reti alimentari marine.

IL BENTHOS
composto da tutti gli organismi che hanno rapporti con il fondale marino. Pu essere: - Sessile: attaccato al fondo. - Vagile: che pu muoversi sul fondale. Pu essere sia animale che vegetale.

Il benthos di substrato duro


Qui dominano le alghe e gli organismi clonali. Dicesi colonia clonale l'insieme dei cloni di una pianta nati da moltiplicazione vegetativa di un solo individuo. Qui gli organismi hanno un rapporto bidimensionale col substrato ( troppo duro per essere penetrato se non da pochissime specie, come il cosiddetto dattero di mare) ma tridimensionale con lacqua. Flora: Tra le specie pi diffuse troviamo le alghe, con differenti pigmentazioni : verdi, rosse e brune. Fauna: Possiamo distinguere tra sessile coloniale (ad esempio i coralli) e individuale (ad esempio bivalvi come le cozze). Vagile: Ricci, Granchi e simili. Spesso hanno un alto potenziale biotico, in natura controllato dalla predazione. I ricci esercitano su un ecosistema una forte pressione da pascolo. In assenza di predazione possono causare danni alla vegetazione, come spesso avviene in zone costiere dove vengono istituite riserve naturali. Il numero di questi organismi aumenta esponenzialmente se diminuisce la resistenza ambientale (in questo caso stata impedita la pesca da parte delluomo). Anche i pesci possono essere organismi bentonici, come per esempio lo scorfano o la bavosa: proprio a causa del loro habitat questi pesci non hanno pi la vescica natatoria, organo che permette ai pesci di restare sospesi in acqua senza fatica.

Il benthos di substrato molle


Qui prevalgono gli organismi individuali, che hanno un rapporto tridimensionale con il substrato ma bidimensionale con lacqua. Infatti la maggior parte di questi organismi vive allinterno del substrato, emergendo saltuariamente in cerca di cibo o facendo emergere soltanto una loro parte. Tra gli organismi pi conosciuti possiamo citare le vongole e le oloturie per la fauna e la posidonia per la flora.

Gianni troppo forte

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