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Francesca Mattaliano

Sogni di gloria: un pattern narrativo in Omero, Erodoto e Tucidide

Il migliore interprete dei sogni colui che sa notare le somiglianze


; ; jv v v j, v ; ; Jv.

Aristotele, De div. per somnum 464 b

Lindividuazione di precise corrispondenze tra patterns storiografici nelle opere di Erodoto e Tucidide, di per s prevedibili alla luce delle naturali consonanze derivate dallappartenenza alla medesima catena storiografica, occupa un ruolo apprezzabile nel panorama degli studi di storia antica. 1 La scelta di condurre unanalisi sul riutilizzo di precisi schemi storiografici, tuttavia, purch scevra da superomistici slanci verso una sterile e inefficace Quellenforschung, si presta a far affiorare un ampio spettro di tematiche legate alle scelte di poiesis degli autori esaminati e al complesso nucleo di relazioni non biunivoche instaurate tra semata linguistici e strutture profonde: la variatio di alcuni elementi rispetto allo schema generale si innesta nel complesso rapporto di imitatio/aemulatio che costituisce la spia della rielaborazione e innovazione rispetto al modello. Si intende dunque condurre alcune riflessioni su due episodi centrali delle rispettive opere che presentano conformit specifiche per impostazione, presentazione degli eventi e lessico: in Erodoto le vicende che precedettero la spedizione di Serse in Grecia, un logos dai caratteri novellistici, preludio alle vicende belliche della spedizione del 480 a.C., e in Tucidide laltrettanto complesso quadro delle circostanze avvenute ad Atene prima dellinvio della spedizione ateniese in Sicilia del 415 a.C., la cui esposizione completa, nei libri VI e VII delle Storie tucididee, offre, come
1 Cfr. A. Corcella, Introduzione, in A. Corcella (a cura di), Tucidide. La disfatta a Siracusa (Storie VI-VII) , Venezia 1996, 9-41; T. Rood, Thucydides Persian Wars, in C. Shuttleworth Kraus (ed. by), The limits of Historiography. Genre and Narrative in Ancient Historical Texts, Leiden-Boston-Kln 1999, 141-168; Th. Harrison, Sicily in the Athenian imagination: Thucydides and the Persian Wars, in Chr. Amith-J. Serrati (ed. by), Sicily from Aeneas to Augustus. New approaches in Archaeology and History , Cambridge 2000, 84-96.

{ 9 (2007), pp. 195-207

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noto, una decisa impostazione monografica2 e il cui impianto narrativo rimanda frequentemente al modello erodoteo. La vicinanza tematica dei due pezzi, la decisione di condurre una missione navale verso una terra lontana, cos come anche lesito prospettato, favoriscono la scelta tucididea di utilizzare il consolidato pattern narrativo adoperato anche dal predecessore. Lepisodio delle visioni notturne occorse in sogno al sovrano achemenide costituisce il cardine attorno al quale Erodoto articola una elaborata cornice narrativa, costituita dal Consilium principis presso la corte persiana e dalla rassegna delle truppe prima della spedizione, il cui archetipo strutturale di matrice omerica: lepisodio del sogno di Agamennone3 contenuto nel secondo libro dellIliade4 tra il concilio degli Dei5 e il Catalogo delle navi. Tucidide ripropone il medesimo schema, il dibattito presso lekklesia ateniese e la descrizione della flotta in partenza per la spedizione, omettendo per lessenza stessa del modello, ossia il topos letterario del sogno. 6
2 Luciano Canfora segnala infatti come la narrazione degli eventi si concluda con lespressione ' ; ; ; v v (Thuk. VII 87, 6), una sorta di formula di passaggio ad un nuovo argomento. Cfr. L. Canfora, Introduzione e note, in Tucidide. La guerra del Peloponneso , Torino 1996, 1352. 3 Cfr. C. Brillante, Studi sulla rappresentazione del sogno nella Grecia antica, Palermo 1991, 36-37: Questo sogno erodoteo, che dipenda o meno dal sogno di Agamennone nellIliade, a esso stato giustamente accostato e in esso trova il pi vicino termine di confronto. In entrambi i casi linganno non dipende da unambiguit del messaggio, ma da un preciso intento divino, che si afferma in tutta la sua trasparenza e contribuisce notevolmente allefficacia della narrazione. 4 Cfr. A.H.M. Kessels, Studies on the dream in Greek literature, Utrecht 1978, 38: We shall see that in Homeric dreams there are each time persons who appear to the dreamer and bring him or her a message from the gods. The actual content of the dream is both the appearance of this person and his message. We should start from the assumption that this represents a normal pattern of dreams in ancient Greece, or at least in Homeric times. Besides, dreams were nor regarded then as mere psychic processes. It therefore the dream was accepted as an objective entity, as an objectively experienced appearance of a certain persons during sleep. 5 Un accostamento tra il Concilio degli Dei omerico e quello dei notabili persiani operato da G. Germain, Le songe de Xerxs et le rite babylonien du substitut royal, REG LXIX (1956), 303-313. 6 Il pattern narrativo del dibattito prima di una spedizione utilizzato con un esplicito richiamo alla situazione storica narrata da Tucidide, anche da Livio (Liv. XXVIII 41) nel dibattito tra Fabio Massimo e Scipione prima dellinvasione romana dellAfrica. Afferma infatti Quinto Fabio Massimo: Athenienses, prudentissima civitas, bello domi relicto, auctore aeque impigro ac nobili iuvene, magna classe in Siciliam tramissa, una pugna navali florentem rem publicam suam in perpetuum adflixerunt . Gli Ateniesi, assennatissimo popolo, quando lasciarono una guerra sul loro territorio per passare in Sicilia con una gran flotta, a ci indotti da un giovane tanto ardito quanto nobile, in una sola battaglia navale abbatterono per sempre il loro Stato prima s florido. Traduzione di Guido Vitali, Milano 2007.

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Tucidide Logoi tra Nicia e Alcibiade dinanzi al demos ateniese (VI 9-23) Partenza della flotta ateniese (VI 30- 32)

Omero Concilio degli Dei (Il . I 533-600) Sogno di Agamennone (Il. II 1-47) Catalogo delle navi (Il . II 484-877)

Erodoto Logoi tra Serse, Mardonio e Artabano (VII 8-11) Sogni di Serse e Artabano (VII 12-17) Visione della dynamis persiana (VII 44 -52)

I dibattiti Quasi allesordio del VII libro delle Storie Erodoto colloca la tormentata vicenda dialogica svoltasi a Susa alla presenza del sovrano achemenide Serse: lintersezione tra opinioni discordanti e le visioni notturne del sovrano persiano scandiscono i tempi dei mutamenti di opinione in merito alla spedizione in Grecia e le conseguenti disposizioni regali. La decisione di condurre una seconda missione persiana in Grecia non opera dello stesso Serse: egli ha ereditato, oltre al trono, i progetti del padre Dario e mentre la spedizione contro lEgitto,7 il primo degli obiettivi paterni, viene da lui condotta con tempestivit ed efficienza, prima di intraprendere la missione in Grecia, Serse avverte la necessit di convocare un consiglio di notabili persiani. Si alternano cos le voci dello stesso sovrano, di Mardonio, figlio di una sorella di Dario e, infine, del nobile Artabano, zio di Serse e anziano consigliere presso la corte di Susa.8 Il dibattito assembleare tra Nicia e Alcibiade, tenutosi ad Atene prima della spedizione in Sicilia del 415 a.C. e descritto da Tucidide quasi allesordio del VI libro, ha un suo immediato precedente proprio nel Consilium principis erodoteo: 9 lo stratego ateniese Nicia lomologo di Artabano, la voce razionale volta a scongiurare la spedizione navale contro una potenza lontana, in questo caso la potenza siracusana, e lo stratego ateniese Alcibiade il corrispettivo di Mardonio, favorevole ad un intervento diretto quanto repentino contro i nemici doltremare.10
7 Hdt. VII 8, 1. 8 Il fatto che Erodoto

imbastisca dei dialoghi indocumentabili tra Serse e i suoi consiglieri secondo la Bodei Giglioni (G. Bodei Giglioni, Erodoto e i sogni di Serse. Linvasione persiana dellEuropa, Roma 2002, 13) non costituirebbe un motivo sufficiente per escludere elementi di verit dal nucleo narrativo presente. 9 Cfr. Corcella, Introduzione cit., 27. 10 In Tucidide ritroviamo per uno schema invertito per quanto riguarda lavvicendarsi degli oratori: mentre in Erodoto il primo a prendere la parola il sovrano, inizialmente favorevole alla spedizione, nelle Storie tucididee il dibattito prende lavvio dalle battute di Nicia, ostile nei riguardi della missione; allorazione di Serse in Erodoto fanno

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Il dibattito ateniese appare speculare a quello persiano soprattutto a causa dellintersezione tra due opposte istanze: quella di Alcibiade, lomologo di Serse, volto a sminuire il valore del popolo verso cui si muove lattacco e quella di Nicia, il cui punto di vista appare simile a quello di Artabano, entrambi improntati alla logica dellhesychia11 e volti a ridimensionare la portata delle affermazioni del proprio interlocutore. Gli elementi strutturali dei due luoghi appaiono analoghi per molti aspetti; in primis presente il tema del contrasto generazionale: lardire dei giovani Mardonio e Alcibiade si contrappone alloculatezza degli anziani Artabano e Nicia.12 Il ruolo di Serse, di contro, sembra vicino alla funzione del demos ateniese in Tucidide: entrambi suscettibili alle proposte demagogiche di Mardonio e Alcibiade si mostrano ostili per natura alloculatezza e alla lungimiranza di Artabano e Nicia. Un altro leitmotiv presente nei due brani la caratteristica di arete , ossia di fertilit e feracit, attribuita alla terra verso cui si muove la spedizione; Mardonio considera infatti lEuropa una regione bellissima, con alberi fruttiferi di ogni specie, di una straordinaria fertilit (arete) e tale che, solo fra i mortali, il re di Persia ne diventi padrone13 e larete risulta anche una delle propriet specifiche della terra siciliana,14 un topos letterario utilizzato per propugnare lopportunit di un insediamento, come risulta da Diodoro Siculo15 e da Eforo in Strabone.16 In Tucidide il tema della fertilit della terra di Sicilia presente nel secondo discorso di Nicia, laddove detto che i Sicelioti fanno uso di

poi seguito lammiccante ripresa di Mardonio e la tirata moralistica di Artabano, mentre Nicia articola le sue argomentazioni in due logoi distinti tra i quali si trova incastonata la replica di Alcibiade. 11 Cfr. Hdt. VII 11 e Thuk. VI 18, 6 (dove Alcibiade che accusa Nicia di essere inattivo). 12 Tale motivo sar ripreso da Livio (XXVIII 41, 20) nel dibattito che precede la seconda guerra romano-cartaginese in cui alla temerariet di Cornelio Scipione, pronto a portare la guerra in Africa, si contrappone il proverbiale atteggiamento di Temporeggiatore di Quinto Fabio Massimo. 13 Hdt. VII 5. 14 Cfr. N. Cusumano, Una terra splendida e facile da possedere. I Greci e la Sicilia , Roma 1994, 70-77. 15 Diod. V 2, 4: ; ; ' j; ; ; ; jv
\v J v ' v, ; v v ; j v/ '/ v/ v ' ; ; ' v ; v v j' ; ; j; ' v. Gli storici pi autorevoli affermano che i Sicani (che abitavano la Sicilia nei

jv j ; v ' v jv ' jv ; ; j; ' ' . Lateniese Teocle, spinto in Sicilia dai venti, ebbe modo di constatare sia la po-

tempi antichi) e che la Sicilia per prima produsse il frutto del grano grazie alla fertilit della sua terra (e cita Omero). Traduzione di Calogero Miccich, Milano 1992. 16 Ephor. in FGrHist 70 F 137 - Strab. VI 2, 2: v ' v

chezza degli abitanti che la straordinaria qualit (arete) di quella terra.

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grano di produzione propria e non importato:17 largomento della feracit della terra dunque ribaltato: non risulta pi un motivo per compiere la spedizione, ma piuttosto per evitarla dal momento che si rivela particolarmente imprudente affrontare nemici che non necessitano di approvvigionamenti esterni.18 In entrambi i passaggi si nota la ricorrenza di espressioni o vocaboli riconducibili allarea semantica della timoria,19 la vendetta legittima e istituzionalizzata contro individui che hanno apportato un danno in maniera ingiustificata, ossia senza essere stati a loro volta provocati; letimo del termine connesso a quello di time, lonore che la timoria deve tutelare e salvaguardare: in Erodoto20 un sentimento atavico che trova i suoi presupposti in eventi risalenti al regno di Dario; in Tucidide21 la necessit di una vendetta coinvolge gli Ateniesi solo in quanto alleati dei Leontini, espulsi impunemente dai Siracusani. In entrambi i casi, tuttavia, la timoria assolve una funzione legittimistica allintervento contro nemici lontani, in Erodoto divenendo motore primo dellazione di guerra, in Tucidide rivelandosi giustificazione pretestuosa volta a dissimulare le motivazioni contingenti: tra queste, lefficacia di unazione preventiva contro popolazioni lontane, ma ritenute una minaccia costante, un tema gi presente nel modello erodoteo 22 laddove la guerra stessa risulta garanzia di pace duratura, deterrente contro la totalit dei nemici. La hybris del progetto di Serse, protagonista indiscussa anche della tragedia eschilea I Persiani, risulta implicita nellaffermazione di voler unire tutto ci che separato, portando cos la Persia a confinare con il
17 Thuk. VI 20, 4: v/ j v/ ; j j/' ' . 18 Cfr. K.A. Raaflaub, Herodot und Thukydides: persischer

Imperialismus im Lichte der athenischen Sizilienpolitik, in N. Ehrhardt-L.M. Gnther (hrsg. von), Widerstand Anpassung Integration. Die griechische Staatenwelt und Rom. Festschrift fr Jrgen Deininger zum 65. Geburtstag, Stuttgart 2002, 11-40, secondo il quale il discorso di Artabano appare volto ad una critica aperta delle scelte operative ateniesi nei confronti della Sicilia. Erodoto ha certamente presente la contemporanea situazione in Sicilia comprese le mire siracusane allinterno dellisola e il dibattito riguardo alla politica estera. Nel logos persiano sembrano in effetti affiorare alcuni spunti polemici contro la potenza ateniese, tuttavia il dibattito alla corte achemenide non lunico elemento strutturale di somiglianza tra i due autori e sembra piuttosto che sia stato Tucidide a servirsi dello stesso schema erodoteo. Tra i vari passi segnalati dallo studioso sembra piuttosto significativo quello di VII 8, 3. 19 P. Demont, Secourse et vengeance: note sur v chez Hrodote , Ktma XX (1995), 37-45 e M. Cataudella, Vendetta e imperialismo nella monarchia achemenide , in M. Sordi (a cura di), Responsabilit, perdono e vendetta nel mondo antico, CISA XXIV, Milano 1998, 47-63. 20 Hdt. VII 4; VII 5; VII 8 (tre volte); VII 9; VII 11 (due volte). 21 Thuk. VI 6, 2. 22 Hdt. VII 8: Sono convinto che cos e che al mondo non rimarr citt alcuna, n popolo alcuno in grado di opporsi a noi in battaglia, una volta eliminate le genti che ho detto.

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cielo di Zeus.23 Ma landare contro le leggi divine sembra essere altrettanto empio che il violare quelle di natura: ed ecco che laccusa mossa da Nicia ad Alcibiade di non doversi muovere contro i propri simili (homoiotropoi) 24 assurge ad un imperativo perentorio. Le relazioni intertestuali tra i passaggi del dialogo sono dunque numerose,25 sia da un punto di vista tematico26 sia pi strettamente linguistico.27

I sogni Lesito del dibattito presso la corte persiana risulta favorevole alla proposta di compiere la missione in Grecia; tuttavia Serse, poco dopo la seduta, cambia parere rivalutando le obiezioni mosse da Artabano e risolvendosi a non effettuare pi la spedizione. Erodoto non presenta le motivazioni di una tanto repentina correzione di rotta, soffermandosi invece a descrivere con dovizia di particolari il sogno notturno del sovrano achemenide a seguito del quale i progetti ellenici saranno nuovamente rettificati. La visione di Serse appartiene alla categoria degli Aussertrume o dream -visitations,28 ossia dei sogni oggettivi, in cui la visione si materializza come entit dotata di autonomia rispetto al soggetto. La figura che compare al sovrano persiano ha infatti le sembianze di un uomo di grande statura e bellaspetto29 e si configura come circostanza esterna, separata, piuttosto che come esperienza interiore. Di siffatta natura il Sogno maligno
23 Ibid. 24 Su questo

tema cfr. M. Sordi, Homoiotropos in Tucidide, in M. Sordi (a cura di), Autocoscienza e rappresentazione dei popoli nellantichit, CISA XVIII, Milano 1992, 33-38; C. Cuscun, Le poleis siceliote tra autonomia ed egemonia nei discorsi di Tucidide, in S. Cataldi (a cura di), Poleis e Politeiai. Esperienze politiche, tradizioni letterarie, progetti costituzionali, Atti del Convegno Internazionale di Storia Greca (Torino, 29 maggio31 maggio 2002), Alessandria 2004, 153-165; F. Mattaliano, Atene e Siracusa poleis homoiotropoi , questioni storiche e storiografiche, (tesi di dottorato) in c.d.s. su cui si veda P. Anello, La Sicilia da Gelone ad Ermocrate , in E. Greco-M. Lombardo (a cura di), Atene e lOccidente. I grandi temi, Atti del Convegno Internazionale (Atene, 25-27 maggio 2006), Atene 2007, 211-233. 25 Ulteriori elementi strutturali di contatto sono la presenza di popolazioni esterne pronte a sollecitare linvio delle missioni: in Erodoto sono gli Alevadi, potente famiglia tessala e dei non meglio precisati Pisistratidi, sotto la guida di Onomacrito, interprete di vaticini; in Tucidide sono i Segestani a incalzare gli Ateniesi perch intervengano in Sicilia. 26 Corcella, Introduzione cit., 23-34; Harrison, Sicily cit., 84-96. 27 Rood, Thucydides Persian Wars cit., 141-168. 28 Sulla definizione di tale categoria si veda J. Hundt, Traumglabe bei Homer, Greifswald 1935. Si vedano anche E.R. Dodds, Modello onirico e modello culturale, in Il sogno in Grecia cit., 3-15 e Bodei Giglioni, Erodoto e i sogni di Serse cit., 74. 29 Hdt. VII 12: [ [] v ; j v.

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inviato da Zeus ad Agamennone, allesordio del II libro dellIliade, di cui viene descritto il viaggio dallOlimpo sino alle navi dei Greci e larrivo alla tenda di Agamennone: si ferm sopra al suo capo, simile al figlio di Neleo, / Nestore, che tra gli anziani Agamennone onorava pi di ogni altro; / in queste sembianze parl dunque il Sogno divino. 30 La visione onirica compare a Serse per due volte: in entrambe le occasioni l oneiros, redarguendo Serse per aver mutato opinione, gli ingiunge di effettuare la spedizione contro la Grecia. La prima volta lapparizione non sortisce leffetto previsto: ignorando le minacce mosse dal messaggero onirico il monarca achemenide comunica ai suoi sudditi lannullamento del progetto greco. La notte seguente, tuttavia, la visione si presenta nuovamente scagliando contro il sovrano una tremenda profezia: se non ti metti in marcia subito afferma lentit onirica questa sar la conseguenza: come grande e potente sei divenuto in breve tempo, altrettanto rapidamente ritornerai un poveruomo.31 I timori per unimpresa avventata quanto fatale si riaccendono di colpo, istigati dalla reiterazione della visione: Serse decide di chiedere laiuto del fido consigliere Artabano, confidando presumibilmente di ottenere quel consenso allinattivit militare accordatogli dal fratello di Dario nel corso dei precedenti dibattiti. Al fine di accertare la natura divina della tassativa intimazione, Serse esorta Artabano a fingersi il sovrano, invitandolo a prendere in custodia le insegne imperiali, a sedere sul proprio trono e a dormire nel letto regale al fine di attuare un processo di incubazione del medesimo sogno. Erodoto riferisce le deboli obiezioni di Artabano; egli, pur reputando se stesso indegno di assurgere al trono imperiale,32 acconsente al progetto manifestando, tuttavia, la propria opinione sulla natura del sogno di Serse: queste visioni di sogni che saggirano di solito non sono altro che quello che uno pensa durante il giorno e noi, nei giorni trascorsi, eravamo occupati, anche troppo, per questa spedizione.33 Nella razionalistica interpretazione di Artabano pronunciata prima

32 Le proteste di Artabano rivelano la loro natura fittizia se confrontate con la tradizione successiva relativa al suo personaggio come di colui che si macchier in futuro proprio dellomicidio di Serse. Cfr. Diod. XI 69; Iust. III 1, 2; si veda anche P.Oxy. XIII 1610 fr. 15 e 16 edito da M. Gigante (a cura di), Frammenti sulla Pentecontaetia, Napoli 1948. 33 Hdt. VII 16: ' | v jv [J ] [ ['] jv, v

; v ; ; j v j jv / v/ { ; ; jv ; v [.

30 Hom. Il . II 20-22. Traduzione di Guido Paduano, Milano 2007. 31 Hdt. VII 14: [ ; jv v/, v j j' jv: J

Jv v: J' ; ; ; ' Jv v ; v ; ; v [ ; '.

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ancora di vivere il sogno in prima persona, si trovano i presupposti empirici della teoria dei Tagesreste, che colloca il sogno in una dimensione puramente mnestica34 e che interpreta le visioni oniriche esclusivamente come residui diurni di attivit o di pensieri che hanno avuto luogo o che si sono presentati durante il giorno. 35 La vicenda dellincoronazione di un sostituto del re stata messa in relazione con analoghi riti babilonesi, tesi a rafforzare il potere monarchico attraverso la deposizione temporanea del sovrano.36 Tale prassi risulta diffusa in momenti del regno particolarmente critici, durante fenomeni astrologicamente nefasti come eclissi ma anche durante epidemie o episodi di siccit durante i quali si rende necessaria la rimozione del legittimo re e la momentanea ascesa al trono di un sostituto che ne indossi le insegne regali. 37 Si a lungo discusso sulle fonti di tali tradizioni, se siano da attribuire a precisi informatori o allinvenzione di Erodoto stesso.38 In merito al sogno di Serse, coloro che appoggiano la tesi della provenienza orientale ritengono che Erodoto abbia derivato lintero evento da una fonte achemenide volta ad affermare la divinit della figura di Serse mediante laccostamento con sovrani babilonesi39 e che la razionalistica interpretazione di Artabano risulterebbe un commento dello stesso autore riflettente la visione ellenica dellinterpretazione onirica.40 Tale visione, tuttavia, non sembra considerare il grande risalto attribuito da Erodoto alle esperienze oniriche: nella sua opera assolvono, infatti, funzioni programmatiche e pertanto non sembra possibile individuare
34 G. Guidorizzi, Introduzione, in G. Guidorizzi (a cura di), Il sogno in Grecia, Roma-Bari 1988, XXVIII. 35 Tale spiegazione figura anche nella dossografia di Empedocle (DK II b 108); si vedano E. Lvy, Le rve chez Hrodote, Ktma XX (1995), 17-27 ed E.R. Dodds, I Greci e lirrazionale, Milano 2003, 165, secondo il quale la teoria atomistica di Democrito evidentemente un tentativo di fornire una base meccanicistica al sogno oggettivo. Sulla scorta della medesima teoria pu essere interpretata la risposta dei Magi in Erodoto (I 120). 36 Cfr. Germain, Le songe de Xerxs cit., 303-313. 37 Allinterno di una casistica piuttosto ampia risulta particolarmente interessante a circostanza della sostituzione del sovrano nel caso di una spedizione militare. Cfr. Germain, Le songe de Xerxs cit., 309. 38 Sulle fonti dei sogni in Erodoto si veda I.J.F. de Jong, Herodotus and the dream of Cambyses ( Hist. 3.30, 61-65), in A.P.M.H. Lardinois-M.G.M. van der Poel-V.J.C. Hunink (ed. by), Land of Dreams . Greek and Latin Studies in Honour of A. H. M. Kessels, LeidenBoston 2006, 3-15. 39 In tale ottica si inquadrerebbe cos anche la tradizione riportata nel P.Oxy 1610, frr. 15 e 16, in Diodoro e in Giustino secondo cui proprio Artabano sarebbe responsabile della stessa morte di Serse. Cfr. Diod. XI 69; Iust. III 1, 2. 40 Cfr. R.G.A. van Lieshout, A dream on a of History. An analysis of Herodotus Hist. VII 12-19; 47, Mnemosyne XXIII (1979), 249. La teoria di Artabano sarebbe introdotta col solo obiettivo di essere smentita secondo Harrison, Sicily cit., 135.

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da cos brevi notazioni se egli condividesse o meno la teoria empedoclea dei Tagesreste. Vi sono altres alcune testimonianze da lui riportate che si collegano direttamente a fonti achemenidi. In particolare, la narrazione delle vicende oniriche del sovrano persiano, improntata com a fattezze iliadiche, ne riattualizza il valore utilizzandone lefficacia rappresentativa. Nel medesimo settimo libro, Erodoto narra della visita di Serse a Troia, noto atto propagandistico, volto a presentarlo come lerede di Priamo pronto a riscattarne il destino dinanzi ai Greci.41 Alla luce di questa lettura, che testimonia in certa misura una qualche conoscenza dei poemi omerici in ambienti achemenidi, si potrebbe ipotizzare che lepisodio di Serse e Artabano, in origine, trovasse spazio in un pi vasto progetto persiano finalizzato a legittimare lintera spedizione contro la Grecia in unottica di rivendicazione dellonore troiano e in tale ottica essere stato concepito in ambienti achemenidi favorevoli a politiche di aggressiva apertura. Unipotesi probabilmente destinata a rimanere tale, che si muove sul filo di unaffascinante suggestione: il tentativo operato a livello storiografico di accostare la spedizione di Serse a quella greca contro Troia. Artabano, dunque, che ha acconsentito alla volont regale, assume le sembianze di Serse indossandone le vesti e recita la parte del sovrano sedendo sul trono e addormentandosi nel letto regale. Durante la notte riceve la visita dello stesso fantasma che, per nulla ingannato dallo stratagemma, postosi a lato del letto gli rivolge le seguenti parole: Tu, dunque, sei colui che cerca di dissuadere Serse dal muovere contro la Grecia, sotto il pretesto di provvedere al suo interesse? Sappi che nulla tu avrai da guadagnare, n in futuro, n per il presente, cercando di stornare ci che deve avvenire. Quanto a Serse, quello che dovr subire, se non mi d ascolto, gi stato rivelato a lui stesso.42 Limmagine si rivolge direttamente ad Artabano non ripetendogli le minacce mosse contro Serse; un semplice funzionario non viene dunque reputato degno di essere a parte dei progetti divini che, come tali, vanno comunicati in prima persona soltanto agli individui dotati della possibilit di portarli a termine, salvo poi a chiedere laiuto di esperti interpreti.
41 Cfr. J. Haubold, Serse, Onomacrito e la ricezione di Omero , in G. Zanetto-D. Canavero-A. Capra-A. Sgobbi (a cura di), Momenti della ricezione omerica. Poesia arcaica e teatro, Giornate di studio del Dottorato di Ricerca in Filologia, Letteratura e Tradizione classica (Milano, 9-10 febbraio 2004), Milano 2004, 19-35. 42 Hdt. VII 17: ; ; ' \ J jv v v j; ;

v J ; v j' [ j ; v [ j ; v ' ? jv ; ; v: v ; ; ' jv ', j'/ jv/ v.

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In tale circostanza Erodoto appare condizionato dalla teoria aristotelica, di matrice omerica, secondo la quale i sogni veridici siano da attribuire soltanto ad individui importanti come i sovrani e non dunque a gente comune.43 I sogni di Serse e Artabano sono un esempio di sogno doppio, come segnalato da Guidorizzi,44 in cui la medesima immagine onirica compare a due individui distinti in due momenti successivi. Artabano, persuaso dallesperienza onirica vissuta, si piega anchegli a riconoscerne il valore divino. Il sogno di Serse manifesta la sua dipendenza da quello di Agamennone contenuto nel II libro dellIliade:45 in entrambi i casi la divinazione contenuta nel messaggio onirico non si realizza nellimmediato futuro rivelando cos uno dei tratti pi significativi della teoria greca dei sogni: la fallacia della visione nella cultura greca e laspetto di profonda ambiguit legata al senso visivo.46 Limmagine diventa il simbolo di una materia illusoria e ingannevole che si contrappone alla sfera del reale e dellintelligibile e il sogno vive una vita intermedia tra inganno e verit: lindividuo libero di perseguire le ingiunzioni divine apparsegli in sogno solo nella misura in cui egli le ritenga vincolanti. Nella riflessione platonica il sogno diviene tappa di un cammino verso la liberazione dalle catene di una conoscenza limitata al dato empirico. Prima di esporre alcune considerazioni sul motivo dellassenza nella narrazione tucididea del sogno, opportuno illustrare la terza e ultima parte del pattern , la visione della dynamis poco prima dello scontro.

La visione della dynamis In prossimit di uno scontro bellico, si rivela accreditato topos letterario la descrizione di una potenza militare attraverso lenumerazione dei contingenti schierati. Nellimmaginario greco di V secolo la semantica delle immagini attua una fitta trama di connessioni simboliche a partire dal tema della opsis; attraverso procedimenti retorici che mirano allamplificazione,
43 Cfr. Guidorizzi, Introduzione cit., XII. 44 Guidorizzi, Introduzione cit., XIII. 45 Sui sogni in Omero si veda E. Lvy, Le

rve Homrique, Ktma VII (1982),

46 Cfr. Brillante, Studi sulla rappresentazione del sogno cit., 158. Dodds, Modello onirico cit., 5, segnalando come in Omero la parola oneiros significhi prevalentemente figura e non esperienza onirica, sottolinea la natura passiva della maggior parte dei sogni: i Greci non parlano mai di avere o fare un sogno, ma sempre di vederlo.

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Sogni di gloria: un pattern narrativo in Omero, Erodoto e Tucidide

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si prospetta cos una duplice funzione narrativa: presentare gli elementi in campo che prenderanno parte allo scontro e segnalare quale delle due parti offre la formazione meglio equipaggiata. Sia in Erodoto che in Tucidide assistiamo ad una panoramica degli eserciti allinterno dello schema narrativo analizzato: in entrambi gli autori, tuttavia, a discapito del modello omerico, si segnala lo scarto tra lillusorio apparato messo in mostra e la realt delle condizioni con cui gli eserciti si confrontano. Quando Tucidide47 descrive lintera flotta ateniese in procinto di salpare verso la Sicilia nel 415 a.C., subito dopo il dibattito tra Nicia e Alcibiade, il campo semantico visivo, istituito attraverso termini quali opsis e lamprotes, rivela la volont di segnalare lapparenza di uno splendore in contrasto con linconsistenza della sua paraskeue . Il modello di rappresentazione della dynamis attraverso la percezione visiva, come si detto, non un hapax erodoteo: la creazione del topos si colloca in un momento antecedente: il Catalogo delle navi a fissarne lo schema concettuale: la pedissequa enumerazione dei contingenti achei scandisce e definisce la potenza greca. 48 Nel modello omerico la classificazione stessa degli eroi viene mostrata letteralmente restituendo la percezione visiva dello schieramento di guerra. Erodoto, recepita la pregnanza del modello, ne rielabora gli elementi legittimando lidentificazione tra rappresentazione visiva della forza militare e dynamis: in VII 44, lo storico di Alicarnasso, riferisce larrivo di Serse ad Abido con il proprio esercito, agli esordi della spedizione contro la Grecia. Il sovrano esprime il desiderio di jv v ; v. La regale richiesta viene prontamente esaudita mediante lallestimento, al di sopra di una collina prospiciente la riva, di un trono in marmo bianco dal quale Serse pu assistere allo spettacolo intero delle truppe di terra e di mare collocate alle estremit della costa. Uno spettacolo di immani proporzioni si presenta dinanzi ai suoi occhi nel vedere lintero Ellesponto coperto dalle navi e tutte le rive e le piane di Abido piene di uomini.49 Lo sbigottimento causato dalla visione provoca nel sovrano un sentimento tale da provocargli le lacrime: la percezione di una tale potenza lo porta a riflettere sulla vanit delle vicende umane e sulla brevit delle cose terrene. Da tali pensieri viene distolto ancora una volta dalle parole dello zio, il nobile Artabano; con questo il sovrano persiano intavola una discussione che oc-

generale sui principali nuclei tematici presentati dal II libro dellIliade si veda: E. Visser, Homers Katalog der Schiffe , Stuttgart-Leipzig 1997. 49 Hdt. VII 45: v ; ; v J; ' ' jv, v ; ; j; ; ; ' v jv jv .

47 Thuk. VI 31, 6. 48 Per una panoramica

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Francesca Mattaliano

cupa un posizione centrale nellopera erodotea: una valutazione globale sugli elementi necessari per il buon esito di una guerra. Nonostante la smisurata estensione del contingente persiano, infatti, Serse non si mostra affatto sicuro del buon esito della guerra. Le due scene la trasposizione omerica del Catalogo, cos come la panoramica erodotea sullesercito persiano trovano un punto di contatto anche nella suggestiva cornice onirica da cui scaturiscono. Sia il sovrano acheo Agamennone sia quello persiano Serse hanno visto in sogno il proprio destino di guerra. In entrambi i casi si trova smascherato lelemento illusorio di una potenza valutata in base allentit numerica e percepita attraverso il senso della vista.50 Erodoto, dunque presenta tre scene tra loro correlate e risalenti al modello omerico: lassemblea, il sogno e la visione della dynamis prima dello scontro. La narrazione tucididea, pur riprendendo lo schema nelle sue linee essenziali elimina qualunque riferimento a vicende oniriche, cos come lintero versante mitico che tanta parte occupava nelle Storie erodotee. Marcel Detienne afferma che, a proposito del temine mito alluso accidentale e trascurato di Erodoto Tucidide oppone, con eguale economicit, una concettualizzazione la cui efficacia, su questo terreno, fa gi parte del progetto di una nuova storia.51 Non v dubbio che Erodoto creda alla natura divina di certi sogni. Loneiros, infatti, risulta un elemento caratteristico della sua opera: sono ben sedici i personaggi delle Storie a vivere esperienze oniriche.52 Tralasciando la sfera dei sogni, anche dove il modello lo consentiva, Tucidide manifesta apertamente un criticismo di impronta razionalistica nei confronti non soltanto del patrimonio mitico il sogno era da sempre considerato segno divinatorio ma anche di ogni elemento appartenente alla sfera del soprannaturale. Rimuovendo il sogno, Tucidide assolve una funzione dissacrante, eliminando la volont divina dalla storia. Lunica divinit a presiedere allo svolgimento degli eventi e a dominarli risulta una forza imprevedibile, pri-

50 Sar linganno la vera forza dellesercito acheo logorato dalla guerra ventennale, e il tradimento quello dellarmata persiana presso le Termopili, non la grandiosit degli schieramenti. 51 M. Detienne, Linvenzione della mitologia , Torino 2000, 71. 52 Cfr. Th. Harrison, Divinity and History. The religion of Herodotus, New York 2002, 132; a proposito dellepisodio dei sogni di Serse e Artabano lo studioso commenta: Herodotus never makes any explicit judgement, but the length of the episode and its crucial position in the Histories , immediately before the launching of Xerxes expedition, suggest as with the encounter of Solon and Croesus in Book I that it is serving some programmatic function.

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va di ogni segno che possa portare a una conoscenza degli eventi futuri, la Tyche. In Erodoto la componente umana e quella divina concorrono in ugual misura a determinare il flusso storico, in Tucidide la divinit risulta immanente, ma rimane innominata: una sorta di imbarazzo lo trattiene dal ricondurre gli eventi storici alla sfera del divino.53 Il Serse erodoteo in balia di una volont ultraterrena. Al pari di Agamennone ha ricevuto in sorte un sogno nefasto, ingannevole e rovinoso: allesecuzione dei progetti divini, tuttavia, non sono previste alternative, cos come lespansione territoriale diventa una necessit vincolante per la stessa conservazione del potere imperiale. Alcibiade, di contro, rappresenta leroe dei nuovi tempi, che agisce sulla scorta di disegni e progetti personali; e tuttavia nellopera tucididea, pur assurgendo ad icona tragica, per molti aspetti vicino alla laicizzazione del pensiero propria dellesperienza euripidea, e pur muovendosi sulla scia di un progetto che appare prestabilito dallalto come uno sventurato eroe dell epos omerico, detiene la responsabilit delle proprie azioni: con la disfatta in Sicilia la divinit non ha alcuna relazione. La collocazione dellepisodio delle Erme al posto dellesperienza onirica acquista cos unimportanza centrale: la responsabilit della sconfitta ateniese in Sicilia da addurre a degli eventi ben precisi che come tali vengono segnalati e posti in risalto dallo storico ateniese. Nessun presagio ultraterreno a segnalare la disfatta siciliana, neanche quegli oracoli che, come Tucidide stesso riferisce in seguito, erano rimasti inascoltati: alla pianificazione divina di un percorso incomprensibile per i mortali si sostituisce il razionalismo dello scienziato che espone le cause e descrive le conseguenze.

53 F. Trisoglio, Lintervento divino nelle vicende umane dalla storiografia classica greca a Flavio Giuseppe e ad Eusebio di Cesarea, in ANRW, II 21.2 (1984): Tucidide e, pi tardi, Polibio, non riuscendo ad impostare con razionalit il problema dellintervento della divinit nella storia, ripiegarono sul razionalismo, che lo radiava dal loro ambito visuale: non lo negavano, ma non ne parlavano; al massimo riferivano, per dovere di completezza informatrice, le opinioni altrui.

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