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PENSIRO GRECO
Voi. 4.
EMILIO
BODRERO
ERACLITO
TESTIMONIANZE E FRAMMENTI
ROMA
IQIO
PROPRIET LETTERARIA
Torino
Vincenzo
Bona, Tipografo
di S.
M.
RR.
Principi (10688).
Roma
Bodrero, Eraclito.
bb
1108132
JJV
J^rf
*jv
V'JV
Jjv
i^JV
W(V
Wprf v/}v
v|v
w^ w|v
t/Jw
wjv vjw
*/Jv
Jp*
Non
cose
si
pu scandagliare
la
natura delle
senza aiutarsi
dell'immaginazione e
del sentimento.
Leopardi.
amico, che
sia
a voi
al fine di significare
con
un
atto
di
pensiero,
il
sentimento che
si
in
me
i
congiungono
Noi
discor-
nostri studi
nostre fortune.
volta
di
insieme
di
Paolo
Tannery,
la
colui
che ne precedette su
,
non solo
la
per l'indole
singoiar
ma
pure per
diversit
l'attivit
sentirci
accomunati
in
quel
ricordo e inco-
raggiati all'opera
ed
alla
speranza.
Ancora
nel
nome
di quel
zione, nel
nome
di colui
che
seppe
cos
acu-
ed altissima
struirne
con
iv
Prefazione.
i
genesi, la storia ed
confini, nel
nome
infine di
nobilissima
vita lo sforzo pi
capaci
come
pochi
queste
la
altri
di
traduzioni e
queste
ricerche, esprimere
modo
somiglianti,
come
in
conforto di una
serena speranza.
la
mia esposizione s'inaugurasse nel nome vostro, ma anche perch mi parve che a nessuno meglio
che a voi che proclamate e difendete
dello
spirito,
i
diritti
potesse
offrirsi
una
raccolta
di
quanto
rimane
dell'opera
di Eraclito
d'Efeso,
suonano sempre
alle
nostre orecchie
io
la
come meravigliose
ben
di frequente
sitiva
rivelazioni.
Ed
meco
stesso
mi stupisco che
frammenti
scienza pofossili
del
tempo nostro
questi
denomini
della
del
pensiero
prima
inspira-
oltre quello
che
pu avere
curiosit
di
soddisfacimento
di
una semplice
forma
il
storica.
democrazia e
reazione ad ogni
di
quale
il
scienza
moderna ha
di tanto
scemato
va-
lore
della personalit
ed
in
genere
deWuowo,
Prefazione.
v
in
ogni
ramo
d
della
sua
attivit,
non
consente
alcuna
emanazione
si
sintetica, e
commina
l'ostracismo che
al
dogma
si
nella
vita
ogni
opera
e
che non
su
fondi
rigorosamente su
la critica
l'analisi.
La
abbas-
lui,
in
quanto
la
ha
rare
con
sua
fredda,
brutalit
creazione
che pu
solo
raccogliere
aspetti in cui
al
il
mondo
si
presenta a
occhi ed
La
ritti
filosofia
moderna ha abdicato
della
pi sacrosanti
alla schiavit
polsi
inutile
complicazione
vegli
convien
che abbia
forma umana se a
se,
come
io penso,
forma
la
conscienza,
la
scienza
nostra
d'intel-
Ogni
uomo
al
ha sacrificato
il
suo
pensiero
metodo,
operai
vi
Prefazione.
sappia
nascondere
inflessibili
se
gegni
lutt di
alle
abbandono
che
sospinse
primi eremiti
si
della
nostra
superstizione, tutto
le
getti
come
strumento
cieco tra
spire di
una
verit che
non
solo
non
egli
ha divinata,
ma
che ine-
l'uomo.
Io
sento
alla
ancora
filosofia
possentemente
pronunciare
scienza
le
il
che
spetta
sempre
sar
verit che
poi
compito
della
dimostrare,
me
l'espressione, a cui
cepimento e
facile
che
l'io,
assog-
non
io,
non
il
di
che
si
trova con
turvi-
questa e
con
suoi
la
simili,
non pu che
in
bare
la dignit e
i
misura
che vivono e
spirito.
vranno
io
Conviene,
che
filosofia,
per quanto
le
consentito dalla
un
ed
esplichi
originaria e
individuale di
Prefazione.
vii
consenso
di-
da parte
poich
volta,
versamente,
solo, quasi
come ebbi
allo
a dire
altra
non
condannata
ma
anche,
fiore,
s'annega
dagli
Oggi, snaturata e
deturpata
il
eccessi
feticismo
questo
ha
imprigionato
vece
ogni
attivila
per-
duta che
sta
di
notte
d'una via
la
illudersi di
fecondarla, che
altra
come
in
genere
ogni
alla
disciplina
dell'intelletto,
nella servit
cieca tirannide
scienze
si
compiacciano ogni
fare,
tanto di darle
qualche cosa da
con cautela,
riguardosa
le
con quella
questo me-
superiorit
onde
giovinette leggere
doveva esser
la disciplina
umano, a
conda
ogni
linea,
utilit.
L dove,
il
ripeto, la filosofia
ha per
me sempre
compito
precipuo
di
formulare
viii
Prefazione.
le
quali
eledi
l'umanit
si
raccoglie
secondo
gli
schemi
mentari
tradurre
della
i
conformazione
le
dei
pensiero,
problemi e
approssimazioni
ideali
mente ed
aggirano, nel
lin-
constante di
il
meccaniche per
si
quale
vita del
pensiero
in
ci
mostra
storicamente
certi
foggiata
come
sembrano
in cui
le
si
sole,
ed
immutabili
forme
namente
insaziabile
Ma,
qui
potrebbe
taluno
se
la
proclamato, o
peggio
se
dimostri
il
contrario,
il
valore di
meno
in
dubbio
storia, se
Che altro ci mostra dunque tutta la non la fervida lotta tra la convinzione
?
scienza e
la
il
metafisica?
trionfo
?
Da
qual parte
dobbiamo
la scienza,
riscontrare
In questo
momento, indubitatamente,
parola, ha sopraf-
Ma
di
d'altra parte, se
bene
dobbiam persuaderci
tra
il
pa-
Prefazione.
ix
attivit sentimentali,
la
non
anch'essa,
del
metodo
coordina
che
viviamo,
che giustifica
gli
elementi delle
singole
inclinazioni.
di
coloro
lo
che
pur
sinceramente e rigarosamente
libert latente di
praticano,
una
si
deve
o con
se
si
trovano,
pur
passaron
lo
la vita
sguardo
in
un telescopio,
quali,
abbacinati
ritismo,
teosofia,
in
un giorno
ora
dividono
allegre
dottrine
alla
della
professione
che esplicano
osservatori
attivit intellettuali,
ad esser
stretti
dei
principi
si
inesorabili del-
l'obiettivit.
alcuno
chiede
come
costoro
possano conciliare
questo
una
fede,
qualunque essa
sia,
ed
valere.
il
mio vedere,
il
metodo
speri-
metodo
affettivo,
metodo
all'identico
confine d'impossibilit di
umana
vietato
la
mi penso che
la
chimica e
mec-
possano
provare se non
Prefazione.
quello
che consentito
dalla
chimica e dalla
idee
corrispondenti
possano
agire e reagire
la
nel
mio pensiero, ed
verit che
inversamente,
chimica
conducono ad un punto
quanto
l'esperimento. Ogni
dall'ignoto equidistante
quello
cui
di
mi
conduce
strumento
serie di
conoscenza
corrisponde
ad una
conoscenze o meglio
le
si
di aspetti di cono-
scenze
altre
quali
non
s'intralciano le
si
une con
che un
le
contradicono, anzi
possono
comar-
pire e
gomento basato su
non pu essermi
logica
di
un individuo
distrutto
da un argomento ba-
uno
da
che s'appoggi ad un
altra parte
impulso
irresistibile
non
analizzabile
dell'animo
mio, e
non ha nessun
la
di-
di
dar
la
le
riprove di ci che
inspira,
logica for-
mula o
molire
fede
n ha
altri
il
potere di defattori
quanto
questi
due
di stati lo-
il
fascino di un
di
un
che
io vi
dica ancora un
Prefazione.
xi
tempo
nostro. Io
la
ho accennato
all'u-
filosofia
mare
filosofica
non deve
essere, a
di
emanazione
personale
di
raziocinio guidato da
un acuto
Il
intuito nell'osserin
filosofo
uomini, ed
ma non
delle
oltrepassare
confini dell'uomo
n quelli
II.
possibilit
della
al
comprensione umana.
dire la verit
gli
altri
non
non sono
ficare
sibile,
non
in fine solamente
assodato
nel guidare
che
lo
ma
il
dire la verit
consiste
spirito altrui a
pensare ci che
pu
,
essere,
con
l'affetto
la realt
s,
suprema
crearne
zione
mondo con
La
gli
sistema.
verit dev'essere
una creadiretta,
dell'uomo, se a
uomini
mi dicano con
la
pi miverifi-
ma non mi
avranno
pronunciato
una
xn
Prefazione.
dell'applicazione
al
sarebbe posto
bando
di
valori,
come
di-
mostro
di
demenza)
tal
chi
sonetto
meno
meno
si
giusto o giustifi-
L dove gran
la
lode
sappia dir
netto fu scritto
scopra quel
felicit,
vero,
risiede
indi-
spensabile
all'umana
che
nella
in
un antico
plagiario.
freno, lo dico
sinceramente,
numero
e di
;
anche
economiche,
di
espressione
bestiale.
Ma, introdotto
discipline,
il
metodo
la
scientifico in tutte le
ai
suoi
seguaci lasciava
mafilo-
con
il
campo
sofia
ma
anche questa
conquistarsi
demagogia
scientifica
ha
voluto
ed sorta
quella
che
tutti si
ostinano a chiamare
la filosofia
moderna,
xin
giudizio di realt ha
soppresso
il
giudizio di valore.
Dunque l'uomo creatore di verit abolito, come feudatario, come il mercante di schiavi, come il taumaturgo. La verit identificata con
il
la
realt
ed vietato
allo spirito
umano
ricercare
risultante dall'acceri
tamento
ed
di
quanto riguarda
sensi,
anche
forzati
individuali
per
cui
furon creati.
La
ripercussione
meditativa della
sembra
le
or mai
residuo di barbarie, n
le
si
pensa che
epoche
quali
annoverano
maggiori benefat-
tori dell'ideale
umano
e dell'umana dignit,
non
son quelle
satori
si
in cui lo studio
l'infinita
ma ben
quelle in
la-
cui
da
altre tirannidi fu
per miracolosamente
al
sciata all'uomo
rit,
chiamato
rito,
per
la
stesso,
ma
quale l'osservadell'opera
alle
zione non fu
scientifica,
la
conclusione
ultima
ma
la
prima preparazione
la
dedu-
quale
l'universo
di
non
fu
solo
uno
sterile
campo sterminato
nomencla-
tura e d'ipotesi,
tutto dalla
ma
anohe un
alla
regno
immenso
del
sorte
offerto
dominazione
genio.
Bodrero, Eraclito.
Il
xiv
Prefazione.
metodo
alla
di cui
siam
conduce
pi inutile
violenza, verso
1'
integrit
dell'attivit filosofica.
verit
umana,
io
pen-
la verit filosofica
normale
mana.
ben
ci
fanno
conseguenze
tratte dal-
le
scienze propriamente
applicazioni prail
desumono innumerevoli
non possono
minimo
come che
essa,
ripeto,
debba esser
contemperi
sua indivi-
creata dall'uomo, in
l'attivit
quanto
questi
la
intuitiva
che caratterizza
dualit,
con
la
pi logica ed acuta,
ma
Il
semplice
filosofo,
si
ed umana
nel
senso pi eroico
parola,
convien
il
suoi sensi ed
suo
una
imagine e somiglianza.
desunte e basate su
Un complesso
il
l'ultra sensibile,
intendendo
con
che
ci di
si
specificare
l
campo d'osservazione
non
dar mai
s
stende di
turali e
filosofia,
normali
dei
una
bene
la
pratica.
Perch
adempia
al
Prefazione.
m
xv
comunque
intensificata e,
diciam
realt,
minata
e,
se
si
rigorosamente
fenomeni
l'attivit
tificiata,
ar-
trospezione,
stenza,
del
deduca
norme supreme
della
felicit.
dell'esi
gli
pensiero,
la
Tutti
strumenti di che
natura
umana dispone
pos-
cose ed
fatti
dir cos,
pu parer
acquistato
distruttiva
di
una conoscenza
con
mezzi
straordinari
sensi,
alla
non con-
bisogni
dello
spirito
non hanno
rano
gli
mezzo
d'ac-^j"
un nuovo
aspetto',
mondo,
e
e riveler
una nuova
possibilit specuil
lativa, sito
ma non
distrugger affatto
degli altri
valore acquidi
imperituro
lo spirito
strumenti
di
cui
dispone
cono-
spirito,
xvi
Prefazione.
la
dove finiscono
conoscenza e
senza
l'attivit
filo-
sofica,
incominciano,
l'attivit
contaminazioni,
Poich,
la
conoscenza e
scientifica.
come
la philosophie
il
lui
faut lame
la
enticrc.
io
Posto
ci,
la
ho
chiamato
letto,
meccanica
dell'intel-
in certo
modo
nello
le
spirito riproducano,
realt,
secondo leggi
e processi analoghi,
ma
of-
Cos pu dirsi
al
degl'impulsi
che possiamo
avere
possiamo
trovare
indubitatamente
una rispon-
denza
sentimento. In
ripeto
ancora,
mezzo
per
il
scenza corrisponde
possibilit di co-
ma
che
servono tutte
dividuo.
alla
perfezione
spirituale
dell'in-
Un
suna riprova
una conoscenza
intuitiva
di
una
fede, n tanto
meno
mio
le
distruggerle,
spirito ci
una fede
che
pos-
non potr
toglier dal
osservazioni sperimentali
Prefazione.
xvn
i
le
pi
com-
piuti
conoscitivo
che
tettato in
me
o l'integrazione metafisica
una
Ora
la
conoscenza
trascendentale pone
fra
l'uno e dall'altra,
ma
interiori
e
in
spontanei,
la
vece tra
l'in-
da
attivit
dell'osservatore, e finalmente
la
cono-
scenza
la
logica o intuitiva
i
pone
tra
l'individuo e
realt
rapporti subiettivi pi
conformi
alia
percettibilit
alla
ed
all'attivit
meditativa, in relazione
ed
alla
la
eterna
tra
cui alternativamente
dominato
di
umano,
quella
lotta
che
ho
tentato
la
che
forma
si
menti che
son votate
fra tutte
nobilissima
si
riproduce
dualismi
al
d'ogni
attivit
dall'
umana, dal
materiadal
classicismo
al
romanticismo,
individualismo
al
lismo, dal
arbitrio al
determinismo,
il
nazionalismo
imperialismo, tra
sentimento
xvin
in fine
Prefazione.
ed
sino a che
gli
cordemente, secondo
tracciati,
altri
romantici e non
l'una n l'altra
cosa, in egual
ardita
la
modo
le
nella filosofia
una logica
la
ed acuta deve
fede o
cor-
poter equilibrare
scienza e
La
possibilit
come
me
dei
sublimi
misteriosi
Io
pensatori
che prece-
dettero
Socrate.
son
fermamente convinto
si
che
essi,
e che,
dopo
tanti secoli
su la
memoria
essi
delle loro
dei
loro
ammaestramenti,
possono
ancora viver con noi, non come soggetti d'esercizio alla nostra sterile indagine,
s
bene ancora
come
tali.
Nessun pensatore
ha superati ancora, ed
di
essi
Prefazioni
xix
dimento umano.
presocratici
hanno detto
per
forse
deforme, e
ci
additano ancora
la via
la
quale
confini estremi
loro
metodo
quasi paurosamente
la
li-
loro
loro
la
loro
curiosit
mepen-
ed intrepida,
tutto ci
manca
al
mal certo.
attivit spirituali
che
sofisti
hanno tentato
lo
d'arrestare e
di
stabilire,
d'allora
spirito
tali
umano non
siamo che
pos-
questi
mirabili
definitori
construttori
dell'ideale
pi attiva e feconda
dello
soggiungo
senza
vergogna,
in
noi,
pur
rammentandoci del
tempo
genze
dovremmo
an-
posero
per
gettare
il
loro sguardo
sul
mondo,
xx
Prefazione.
essi si
trovarono per
ragione,
rori
li
risorgerebbe
utile,
la
filosofia,
quella vera e
ve-
ramente
nelle
le
contradizioni
aspre
in
cui
si
dibattono
Il
pen-
il
contrario, lenla
pura
per
il
quale scompare
il
bel
gli
ma
finitiva,
una legge
inflessibile e
poich oggi,
trecento,
come
gi diceva
che son
latini.
N mi
fico,
si
il
progresso
di
filoso-
quel
scientifico
cui
l'epoca
nostra
mena
dobbiamo che
ci
comodit pi
ma non un
ci
conforto che
a vivere,
renda pi
in-
che
ci
restituisca
Prefazione.
xxi
voglia professare
le
vietato
di
pensare,
ma
a tutti
imposto
di
lo spirito
democratico muove
ad
affermazione individuale,
hanno
fatto
della filosofia
una burocrazia,
dove
possiamo sapere
voi ed io sin
si
come
il
detto
da taluno,
microscopio ha ucciso
pensiero.
Ho
finito,
amico carissimo, ed
in
questa lunga
presunta
servi
sembrato
tal'altra
fista
ingenuo
ed
oscuro, sempre
assai sosoffio
il
e paradossale.
mio
io stesso saprei
Ma
verit
il
d'altra
triste
menzogna, e se
tutto
il
togliere
nulla,
dolore
pi
del
dovesse costarmi
cante tra
cos,
le
perdita della
io
insignifi-
mie
illusioni,
sceglierei di restar
con
la
mia ignoranza,
fallace ideale
ma con
che
al
tutta la pu-
rezza del
io solo
mio
meno
io
ed
ho per
al
me
edificato.
preferisco parere,
contro
Del
resto
il
tempo che
io
xxn
di pi le
Prefazione.
genitori
e
incomparabilmente
formule faticose e deformi dell'algebra contemporanea, che io non esito a riposarmi in quelle
il
qua-
la
Ed
rate,
eccovi
vi
il
prego,
vece per
la
forma
e per
vita
ci
metodo,
il
risul-
tato e l'osservanza.
La
nostra ordinata
corre
l'obbligo
di
produrre della
intimi e fidati
il
filologia,
ma
possiamo
liberamente esprimere
non esser
altro
derisi o fraintesi.
in
Voi
siete
meglio d'ogni
condizione
di
comprendere
e di scusare tale
dissidio,
ed
in
grato
confermarmi
vostro affezionato
Emilio Bodrero.
+-
BIBLIOGRAFIA
Ao
Xfoi eo nep iravT<;
Protagoras
in
Diog. L. IX
}i.
BIBLIOGRAFIA
LETTERATURA ERACLITEA
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trag zu
Ideengeschichtlichen Studien
Zeit-
scriftfir Philosophie
und
Philosophische Kritik
CVI
(iSpf) 21J-252}.
2.
Theodor Bergk de
"
Heracliti sententia
cap.
apud Aristo-
telem
De mundo
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402-408.
vi
si
Si
tratta
del-
l'omonimo allegorista
ma
Mohr
Eph.
Wiirzburg 18j6
34. J.
Mohr
I.
[Gymn. Pr. di
35. K.
6oj-8].
Neumann Heraclitea
Hermes
XV (1880)
[in Philo-
36.
W.
logus N. S.
37. E.
XVIII
z. d.
(i 9 oj)
fase.
j].
Norden
Gesch.
d.
Jahrb. f. Klass. Philol. Supplementbd. XIX (1882)]. 38. R. Ohler Friedrich Nietzsche und die Vorsokratiker Leipzig (Diirr) 1904.
39.
Rcndic.
Pascal Sopra un punto della dottrina eraclitea dell' Ist. Lomb. di scienze e leti., Serie II
1906 pp. i99-2oj].
[in:
voi.
XXXIX
a.
41. C.
Mar-
zocco,
42. Alois
hippokrat.
Urlichs,
Festschrift
f.
Wiirzburg 188'/]. 43. Alois Patin Heraklits Einheitslehre d. Grundlage seines Systems u. d. Anfang seines Bches Miinchen i88j [di pp. 100].
xxviii
Bibliografia.
44.
Gymn. Progr.
94].
Neuburg
45. Alois
II 189J di pp
Patin Parmenides
in
'{1899) 491 sq.]. Jahrb.f. Mass. Philol. 46. G. T. W. Patrick the fragments of the Work of Erakleitos of Ephesos of Nature, translated from
raklit [in
XXV
\j
and criticai Baltimore {Murray) 1889 (prima in American Journal of Psychology 1888) [di pp. X-ijil 47. Eugen Petersen ein misverstandenes Wort des
historical
Heraklit'[in
48.
Hermes
XIV
(1879) 304-7].
Edm. Pfleiderer Heraklitische Spuren auf Theologischem insbesondere altchristlichem Boden [in
T/ieol.
Jahrb. f. Protestane
49.
XIV
177-218].
ist
der Quellpunkt
Titbingen
der
[di
Heraklitischen
PP50.
Philosophie ?
1886
Edm. Pfleiderer
ihr
und
51.
Verfasser
Rhein Mas.
XLII
{1887)
153-163I
Edm. Pfleiderer
im
ment
53. P.
LVIII
Rettig
iiber einen
tons
Symposion
187
die
Ephesium
in
philosopia
secutus
sit
56. F.
Gymn. Progr. Eisenach 1878 [di pp. 11-24]. Schleiermacher H. d. Dunkle v. E., dargestellt aus den Triimmern seines Werkes und den Zcugnissen der Alten [in Wolfs und Buttmanns
Musami
Bibliografia.
XXIX
seguito in Ritschelii
Ada
soc.
in
Lips.
1873
[recensione
di
E.
Zeller
58.
Jenaisch. Litteraturztg. {i8yj) n. 8j\ />. 1-347. Paul Schuster Heraklit und Sophron in Plato-
nischen Citaten
J90-6J2].
59.
[in
Rhein. Mus. N. S.
Efesio
XXIX
studio
{1874)
Enrico
Soulier Eraclito
[di pp.
critico
Roma
188J
VIII- 3 18}.
60 O. Spengler Heraklit Halle, Kaemmerer 190J. 61. Paul Tannery un fragment d'Hraclite [in Ann.
de la Facult de Lettres de
62.
Bordeaux
le
(1882) JJt-j]-
concept du Logos
Revue philosophiquc XVI (i88j) 202-jo8]. 63. Paul Tannery un nouveau fragment d'Hraclite [in Revue de philosophie IX (1900)]. 64. Gustav Teichmuller neue Studien zur Geschichte der Begriffe Gotha 1876-8 [1 1-269 H. s. II I0J-2JJ H. s. als Theolog III 279-888 Heraklitisches].
[in
li
65. E.
Warmbier
66. P.
Wendland
120 Nachtr.).
67. P.
Wendland
ein
Wort
d.
Heraklit
in
neuen
Testament 1898
68.
A.
feruntur...
denuo recens. Gymn. Pr. 1857 \di PP- I ^\ 69. M. Wundt Die Philosophie des Heraklit von Ephesus ina Zusammenhang mit der Kultur Joniens
[in:
70. C. O.
XX 4,
[in
:
190J}.
Miscellanea
Salinas,
Palermo 1907
p. 216-222].
citare
le
singole pub1
nomi degli
(Exercitatt.
emendatori
Bast, Bekker,
Bergk
xxx
critt.
Bibliografia.
spec.
VI
Ind.
lect. hib.
Marbnrg
i8j) B-jresch
Casaubon, Cobet (Misceli, crit. p. ijj, /. I p. 187, Mnemosyne IX 4J7) Cousin, Creuzer, Cruice, Diels [Rhein. Mas. XXXI 33 XXXIII j8) Dindorf, Dunker, Etienne, Gaisford, Gataker, Heiberg (Jahrb. f kl. Philol, Suppl. XII 399 sg) Heindorf, Hschel, Huschke, Meineke, Miller, Rper, Sauppe, Scott, Siebeck (Zeitschrift f. Philos. LXVII 245 sg.) Susemihl {Jahrb. f. Philol. i8yj p. 714 sg.), Sydenham, Sylburg, Valckenaer, Vulcan, Wakefield, Werfer, Wilamovitz (Philol. Unters. / 21J in) Wordsworth.
(Klaros, oj)
AoytoO 'EpuoO
XV
LETTERATURA SPECIALE
1.
2.
Anathon Aall Geschichte der Logosidee Campbell Theaetetus of Plato, Appendix ford i88j.
Aless. Chiappelli
il
(p. 34).
Ox-
3.
dubbio
di
Socrate sull'immor-
talit [in
I
Filosofa
XXV (1882)
/].
4.
5.
Creuzer Symbol, und Mythol. d. Alten 1840. Paul Decharme la critique des traditions religieuses
chez les Grecs... Paris (Picard) 1904 [p. 52-8]. 6. Hermann Diels Doxographi Graeci Berlin (Rei-
mer) 1870. 7. A. Faggi corsi e ricorsi nella storia del pensiero [in Rendic. del R. Ist. Lomb. di se. e leti., s. II
XXXVI
8.
(i 9 oj)
fase. 14-ij].
Smkhya
colPantica
9.
W. Freytag
in
der griechische
Bibliografia.
xxxi
13.
A. Goedeckemeyer Einleitung der Griechischen Philosophie [in: Ardi. f. Gcsc/i. d. Pht'ios., ti. s.
XXI
14.
i 9 oj].
Max Heinze
die
in d. gr. Philos.
Oldenburg 1872.
15.
W. A.
1 'I ii
losophy
16.
R. Hirzel Themis, Dike und Verwandtes, ein Beitrag zur Geschichte der Rechtsidee bei den Griechen Leipzig Hirzel 1007. 17. F. Max Muller Origine et dveloppement de
la religion
[p.
e 216].
18. E. Norden die antike Kunstprosa... Bd. I. 19. H. Ouvr Les formes littraires de la pense grecque Paris (lcan) 1900 [p. 184 sg.]. 20. A. Rivaud Le problme du devenir et la notion de la matire dans la philosophie grecque jusqu'
V\
Thophraste Paris (lcan) 1906. 21. I. Sully The/ Pessimism. History and
critique
London 1880. / 22. P. Tannery Pourl'histoiredelasciencehellne.De Thals Empedocle Paris (Alcan) 1887 \p. 168-200].*
23 C.
Waddington La
philosophie
ancienne et
la
PUBBLICAZIONI GENERALI
enciclopedie di
Ersch und Gruber e di Pauly-Wissowa, le raccolte Didot del Mullach e degli epistolografi di Hercher (Boissonade), le bibliografie del Fock e del Lortzing, le opere generali dei
Benn,
Croiset, Dring,
weg, Usener, Zeller, et, di capitale importanza Hermann Diels die Fragmente der Vorsokratiker. Griechisch und Deutsch. Zweite Auflage. Erster Band [p. 54-87] Zweiter Band, erste Halfte [p. vi
e 660-667] Berlin
(Weidmann) 1906-1907.
xxxn
Bibliografia.
ALTRE QUESTIONI
I.
EFESO
i.
Curtius del
del
Beloch
et, v.
Ephesus [aNumisnt. chronick n. s. XXtav. IX 2-6]. 2. Ernst Curtius Beitrge zur Gesch. und Topogr.
[in Ber. d. Beri. Ak. 1872}. Ephesus [conferenza al Circolo ScienCurtius Ernst 3. tifico di Berlino! Berlin 1874.
Kleinasiens
4.
[in
Hermes
IV
174-228]
5.
1862.
6.
7.
1843.
i86j.
8.
de
l'art
dans
l'antiq.
[/.
VII
p. 306-7, 60J-4]
9.
Starr Ephesus
Zeitschrift f.
bild.
Kunst
ICONOGRAFIA
P.
Schuster uber
2.
III.
1.
Littr
Paris
[p.
2.
I.
(Baillire)
1849
VI
[p.
477' Sl
486-97}
LX
3.
98 sg.). Ilberg Studia pseudo-hippocratea Leipzig 1883. G. P. Weygoldt die pseudo-hippokrat. Schrift uepi
[in
icurrK
Jahrb.
f.
klass. Philol.
CXXV
sg.].
{1882)
p. j'61-17'S4.
stata
raggiunta per
la
prima volta
forma
speculativa, e
non
c' principio in
Eraclito
che
io
non
abbia
introdotto
nella
mia
logica.
Hegkl.
LA FILOSOFIA PRESOCRATICA
ED ERACLITO D'EFESO
Racconta Aristotele (i) che alcuni stranieri volevano un giorno visitare Eraclito d' Efeso e, recatisi da lui, lo trovarono che si scaldava presso un gran fuoco. S'arretrarono essi, ma il filosofo li incoraggi ad entrare egualmente, dicendo loro che pur in quel luogo eran gli Dei. Cos, soggiunge lo Stagirita, anche alla ricerca su la natura di ciascun animale conviene accingersi di buon animo, poich da per tutto qualche legge di
natura e qualche bellezza.
L' aneddoto,
sembra
offrire in
ogni senso,
lo
il
pensiero
mo-
derno e la stessa anima nostra potrebbero trovar molti Dei nelle sentenze e nelle dottrine di questi antichi profeti, che nessuna audacia di consapevole progresso ha ancora oltrepassato. Ma con-
vengono umilt ed affetto a chi voglia accostarsi alla fiamma gagliarda di che quelle verit s' ac(i) Cfr.
Testimonianze,
9.
La
Filosofia presocratica
convien che
si
veda, a traverso
altro
'
in diverso linguaggio, per entro differenti congegni d' espressione, come in quei placiti si contengano, ancor vivi per la nostra fantasia e per la nostra curiosit del vero, i problemi pi limpidi dell'assoluto. Poich, se ben da per tutto qualche legge di natura e qualche bellezza, pur nessuna filosofia, a chi cerchi d' esaltarsi sinceramente nel fremito d'un pensiero ideale, rivela tanto naturale bellezza quanto quella dei precursori di Socrate, e tra questi nessuno, come Eraclito, rende con egual spontaneit l'ansia tormentosa, in che non ostante seguitiamo a vivere, in vano attendendo risposta alle domande eterne che rivolge all'universo lo spirito umano (i). Anche qui son gli Dei, dunque, ma Dei che non osiamo adorare. Pure, come disse Leibnitz, facendo notare le tracce della verit presso gli antichi, si trarrebbe l'oro dal fango, il diamante dalla miniera, e la luce dalle tenebre (2); pure, quanto pi la scienza integra le sue scoperte, o precisa le sue identificazioni, tanto pi dobbiam tornare a dirci che, in fondo, il primo sguardo filosofico gettato sul mondo da questi amici della saggezza vide tutta la verit pure, oltre all' in;
tuizione pi sicura ed
tracciar
ardita, noi possiamo rinsempre viva in questi frammenti di anime sincere, una bellezza che non pi sapremmo creare.
In oltre, incomparabile
il
fascino che
emana
Il
da
tutte queste
letterature
frammentane.
caso,
(1)
(2)
Cfr.
Gomperz
I,
78.
ed Eraclito d'Efeso.
l'invidia del
tempo, l'oblio, a noi, lontani rampolli di una stirpe che invent 1' espressione, hanno concesso il godimento di una nuova bellezza a punto riducendo a questi residui mutili ed informi, libri degli antichi. Poche gioie di s, molti fra vincono quella che uno spirito desideroso e fantastico pu provare leggendo di seguito frammenti dell'opera d'un tragedo, d'un lirico, d'un filosofo. Sembrano accordi staccati e lontani d'una sinfonia eroica, linee spezzate di un edificio glorioso, misteriose parole che a quando a quando ci rimandi un'eco sopranaturale a cui si rivolge la voce di tutte le vite. La lettura dei frammenti pone innanzi allo spirito una delle pi squisite forme di mistero, come quella che sembra al meno delineare l'ignoto, pur senza svelarlo, traversar di rapidi raggi di luce una tenebra in che ci offenderebbero fulgori abbaglianti, e segnar quasi un ritmo di pensiero onde la musica dell'anima vorrebbe saper trarre una divina armonia. Nulla come un libro di frammenti, fa vero quel che defin Teofrasto, dicendo che la bellezza un tacito inganno, E quantunque, allor che vogliamo liberamente goderli in noi stessi, gli autori che ci giunsero frammentari possano darci compiacenze somme, facendoci quasi immedesimare con loro nella felicit di compirne il pensiero, come intessendo una trama ideale su fili d'oro onde ancor si congiungono a noi, per quando in vece intendiamo restituirli neh' approssimazione meno inverosimile, cadono tutti sogni di prima ed il mistero, non pi adorno di suggestioni, si presenta questa volta come un nemico del nostro desiderio, ari i i
mato
di contradizioni e
di scrupoli, cinto
d' in-
Bodkero, Eraclito.
La
Filosofia presocratica
sormontabili difese. Cos che gli Dei paiono svanire come chimere, per dar iuogo a dubbi penosi
d'
interpretazione
d'intendimento, a pro-
blemi aridi e discordi, contro cui sembra che in vano abbia a lottare la nostra indagine. Pure a volte anche passi oscuri o testimonianze strane, sembrano preludere o concludere a verit meravigliose su cui pare di poter posare il pensiero, e
appaiono quali brani incomprensibili di maggior discorso, certi frammenti esercitano un influsso potentissimo su la mente, quasi dessero solo il tempo su cui l'intiero pensiero antecedente o successivo si misurava, senza accennarne in modo veruno il motivo. Sarebbe contrario ad ogni pi sano dettato di critica fondar su tali entusiasmi spesso fallaci, qualsivoglia forma d'argomentare: ma da tali testi, pi che conclusioni logiche e sicure possiam trarre spunti suggestivi, senza
preoccupare
in alcun
modo
versa intelligenza
una
critica
far risultare.
* *
Presso
il
fuoco,
adunque
si
scaldava Eraclito
quando vennero gli stranieri a visitarlo. Del fuoco, egli, Prometeo del pensiero umano, aveva fatto
l'elemento principe dell'universo: qual meraviglia
se invit
gli
ospiti a entrare,
gli
Dei
sibile e della
ed Eraclito d'Efeso.
mente
le
riesce
di cos
ben arduo,
se
serena ignoranza, e di cos divina libert, da riprendere passo per passo lo svolgimento di quegl' intelletti Oggi, pi o meno, chiunque di
.
noi, se
la
non
a parole,
i
definisce nel
suo
spirito
materia e
la
suoi
stati, le
energie e gl'impulsi,
di pi d'al-
la morale e
il
diritto,
lo
stato e l'individuo, la
natura e
lora,
divinit.
Non sappiamo
di
ma
certo
conosciamo
pi, e la
nostra
che ha luogo come una solidariet degli spiriti onde proviene una pi rapida diffusione di metodi e di dottrineNoi viviamo in un'atmosfera scientifica, che a un greco di ventiquattro secoli fa, pu affermarsi
facesse assoluto difetto.
modo
Non possiamo
genua
gioia
in-
da non escludere nessun fenomeno, a quella folla di domande che uno spirito evo-
mai vasta,
luto
non pu non
della
farsi
in
conspetto di
tutti
segreti
domande, poich
solo in
atteggiamento di risoluta speculazione, era un cos profondo distacco dal passato ed una cos libera forza d'intelletto, che parrebbe quasi dovesse sopragiungere una nuova domanda ad
questo
accrescere
la
fossimo curiosi di sapere come e perch questi primi fisici e naturalisti osarono staccarsi dalla grazia tranquilla delle teogonie di che s' erano
acquetati
i
La
di abito
Filosofia presocratica
mente mente
nell'astrazione.
tempo, il sole e gli astri, perch siamo nati e moriamo, come e che sentiamo e sappiamo, che cosa sono forma e sostanza, e poi che cosa la materia e che cosa la forza,
Dio, lo spazio e
ma
lo
tutto ci,
spogliato
la
mascherava
struosamente pauroso. E pure rapidamente il pensiero ellenico seppe dirsi senza esitare tutte queste parole terribili, coordinarne le idee, unificarne i
significati,
un
cementato da un tenace potere etnico d'assimilazione e d' espressione, formarne i materiali tutti su cui si sarebbe fondata la religione della nostra gente. E ci per opera d' osservazione
tutto
e di
fantasia,
cui
processi
s'
intrecciavano ar-
monicamente aiutandosi
ciascuno per
delle
la
a vicenda e
compiendo
il patrimonio delle idee appartenne a quel periodo della primavera del pensiero, e che noi non abbiamo ancora eguagliato. Una scheggia di ghiaccio si liquefa, divien acqua quest'acqua evapora, divien fumo il fumo si condensa, torna a divenir acqua, quest'acqua
sua parte
verit che
si
avviene
per ministero di calore (i). Ecco la prima osservazione da cui la mente umana formula il pro-
blema
dirne
della materia:
il
come
il
quando
Posto innanzi a questo fenomeno rappresentativo delle vicende dell'universo, il primo filosofo, Talete,
chiama
il
fondatore
di
(i) Cfr.
Plat.
Tini.
49
e.
ed Eraclito d'Efeso.
questa maniera di
filosofia li),
Le
del
nubi
rassomigliavano
al
fumo,
gli
scogli
gli
mare sembravano
parlato
aveva
aveva ben veduto che ogni fenomeno meteorologico si risolveva in una transformazione dell'acqua, e d'altra parte anche l'antica credenza popolare e teologica poneva l'Oceano e Teti come autori dell'universo. E disse che tutto acqua, tutto deriva dall'acqua, tutto
ghiaccio, egli stesso
Per questi stati diversi della materia facevano ben s pensare che la materia fosse una, ma non era necessario ammettere pure che fosse unica. Forse questi aspetti apparivano per le propriet speciali della materia, non per la mutazione di un' unica sostanza fondamentale, forse non era precisabile ci che fosse la materia essa era una mescolanza infinita che prendeva forme diverse secondo il modo di aggruppamento delle parti che la componevano. Poich le cose non sono solamente solide, liquide, aeree, ma anche a:
sciutte, calde,
pesanti e
pens forse Anassimandro, non basta affermare che l' universo la mutazione di una materia occorre rendersi ragione di tutte le forme che la materia prende, imaginandole gi tutte esi:
stenti nella
cogliersi e di differenziarsi a
Ecco
della
delle
alla
qualit
si
aggiunge
la
considerazione
(i)
Metaph.
3,
983 b
20.
io
La
Filosofia presocratica
qualit e degli
vit
aspetti
della
materia,
il
l'atti-
speculativa
estende ancora
suo
campo
d'azione.
il
la
materia e
forze, la
scienza e la
religione unii
una logica
di tutti
fe-
nomeni
dello
natura.
Non
pi
non pi l'autocrazia speculativa della dalla divinit, non pi la semla separazione plice considerazione del sensibile interpretata da
materia,
luogo ad un'astrazione. Le cose tutte sono in quanto constano, e constano in quanto vivono in un'armonia ogni cosa che , ogni sensazione, ogni pensiero
un'ipotesi
unica,
ma
ora
si
fa
numero, dunque il problema dell'universo si risolve nel numero, dunque il numero il fondamento di tutto. Cento parti formeranno il ghiaccio, venti l'acqua, una l'aria; non basta questo a spiegare l'origine e l'essenza delle cose ? L'essere il numero, e la materia stessa esiste in quanto esiste il numero. Qui la speculazione, non solo per la maggior complessit del sistema, ma anche per es un'armonia,
dunque
tutto
sersi
accresciuta
Dei siano ancor l'Olimpo, possiede gi queste conoscenze direttive e fondamentali dell'esistenza di una magli
:
nel-
teria,
delle
cose, dell'armonia
che
tutto
vari
per mezzo
di questi
ed Eraclito d'Efeso.
aspetti,
il
con Talete ci che sia la materia, del modo, indagando con Anassimandro come essa sia, del numero, considerando con Pitagora come essa divenga; ora che l'umanit ha fatto suo il materiale dei suoi problemi, la filosofia ha libero il campo per
della qualit, ricercando
farsi in
contro
alla
spiegazione pi scientifica di
forza
ogni
forma e d'ogni
dell'uomo e
dell'u-
niverso.
punto della storia del pensiero Greco troviamo il filosofo che, secondo Aristotele, il primo che abbia ridotto all'uno (i): Senofane. Pu pensarsi che egli alla filosofia sia giunto dalla poesia, ipotesi questa che sarebbe lusinghiera, per spiegare la formazione di un siIn fatti a questo
pensabile.
Con
Senofane
delle
si
presenta
la
prima
,
critica
razionale
appartenente ad una formulazione universale veramente complessa, se bene per il problema della materia egli non sembri scostarsi di troppo dalle concezioni che
tradizioni
religiose
lo
hanno
preceduto, in
Senofanea, anch'essa riferita tutta ad un'unit assoluta, non sia che una conseguenza della pi generale critica religiosa. Ma un altro atteggiamento filosofico trova il suo primo riscontro nelle dottrine del fondatore della scuola eleatica, ed quello relativo ad una conche
la fisica
siderazione
pessimistica
riguardo
al
problema
i
pur
getta
non esprime
i
consapevolmente
i
termini,
fondamenti e prepara
materiali.
(i)
Metaph.
5,
986 b 21-22.
12
La
Filosofia presocratica
La
st'
cronologia filosofica pi recente pone queordine alla genealogia dei primi pensatori
sela
Jonica,
cui
Anassimene
il
rappresentante, contem;
come sembra, di Eraclito la Pitagorica, specializzata come partito politico, come consorteria religiosa, come accademia scientifica; la
poraneo,
Eleatica,
mata ad
destini (i).
della
A
fare
proposito
un'osservazione.
il
Ed
che,
il
come ho
ac-
cennato,
suo fondatore
il
per
della
primo
sembra
intravedere
il
problema
riprendere
conoscenza.
la
Non
della
caso
di
ora
questione
dottrina di che si rinviene Senofane, quale giunta a noi, tra un suo scetticismo ed un suo dogmatismo ma a questo
contradizione
nella
punto opportuno
udire
il
filosofo
stesso (2)
non nato n mai vivr uomo tale che il vero sappia quanto a gli Dei ed all'universo che io canto:
pur se giungesse alcuno a dir giustamente ogni cosa, non per ci la saprebbe che tutto opinione governa.
:
Questo frammento di Senofane mi sembra un segno evidente del processo storico secondo il quale il problema della conoscenza si presenta allo spirito dei Greci. E una critica religiosa
quella a cui
si
riconnette
direttamente questo
Waddington, per
la cronologia.
Fr. 34 Diels.
ed Eraclito d'Efeso.
13
primo apparire
filosofica,
il
della
pi
complessa questione
me
sia la
con-
seguenza pi evidente dell'estensione del metodo razionale alla soluzione del problema religioso. Tutta l'antica teologia parlava dell'infelicit e
della
miseria degli
vita, e la
pes;
destino dell'uomo
hanno cantato sempre, ogni metro, che per noi sarebbe meglio non Ora neh' mbito di una considerazione C nati.
epici, lirici, tragici,
che nell'ambito di una considerazione razionale, per la prima volta ritroviamo in Senofane noi non
:
sappiamo
nione.
nulla,
ma
tutto governato
dall'opii
diritti nuovo titano per dello spirito, per il primo prese d'assalto tutti gli Dei dell'Olimpo, intu che, tolte di mezzo le
L'Eleate
che,
giustificazioni
l'uomo era abbandonato alle sue sole forze. Se il sole e la luna non corrispondono a divinit personali, che dunque ci che sentiamo risplendere il giorno, ci che vediamo illuminare le notti ? La verit non sarebbe dunque preclusa a gli uomini, come la felicit ? Ma, come Edipo tale, che nessun altro essere saprebbe sopportare suoi dolori (1), cos l'uomo pi grande, quanto pi solo di contro al potere
i
dell'infinito.
Nell'ordine
:
morale,
la
teologia
la-
mezzo
gii
fatalit
del
(1)
Ocd.
T.
1414-15.
14
La
Filosofia presocratica
role,
divinit e
la
l'uomo
si
riprodusse
renza.
contrasto
del
tra
realt e l'appa-
Posti
precedenti
pessimismo teologico
razionale della di-
La
scienza precedente
il
s'era limitata
ad
a
interpretare
sensibile
Senofane
assurge
La materia non
ci
Dei non sono quelli che l'uomo crede, dunque l'uomo libero di chiamare le cose come meglio gli talenta, dunque aboliti gli Dei antropomorfi, l'uomo si trova in un mondo popolato di varie larve informi ma allora che cosa tutto ci che ? Opinione, risponde Senofane con gli Dei l'uomo infelice perch non pu nulla, senza gli Dei l'uomo
che l'uomo
sente, gli
:
infelice
perch non sa
lasciata
nulla.
L'interpretazione
la
razionale,
rale
lacuna modegli
che era
soppressione
Dei,
non vede pi che se stessa nei destini umani in luogo delle divinit, dato all'uomo il dominio assoluto su tutto il mondo, in luogo
:
ma
la
prima scienza
materia e la forza sente il bisogno, se ben confusamente, di ripiegarsi nella conscienza, ed i mortali, lasciati soli in con-
che raccoglie in s
la
debbono
in se stessi
con
le
conto di quanto li circonda. Il fatto solo di aver impugnato gli Dei della tradizione, poneva le prime basi del problema della conoscenza, poich l dove prima la religione adorava, a canto all'indagine che
ragione
rendersi
ed Eraclito d'Efeso.
15
si
chieda che
ove prima eran gli Dei. Gli Dei davano la ragion d'essere conoscitiva dell'uomo, il quale conosceva l'infelicit in quanto la soffriva, e, per il resto, se ne rimetcosa mai sia
l
teva alla sua fede. Ora, implicitamente, la dottrina di Senofane pone tutto a carico della sensibilit,
ed logico
l'energia
che
il
risultato
di questa,
sostituisca
credenza.
Ad una
per Senofane quella tradizionale negli Dei, preferibile una fede negativa sicura, com' quella che siano, ed a gli Dei non sono ci che si crede
questa negazione direttamente si congiunge l'altra che n pur le cose siano quelle che appaiono. Ma
la
fede dunque era fenomeno puramente interiore, ond' tale anche quello che le sottentra ed ecco
;
voi problema della conoscenza chiamavate Dei le cose, ma gli Dei solo il saggio
accennarsi
il
pari,
che
se
l'opi-
attuale
sentire.
Posto
il
posto il problema relativo all'attivit intrinseca di entrambi. M'interessava di porre in evidenza questo
paragone
tra
due
stati,
processo d'integrazione filosofica per il quale, con Senofane, come ho accennato, sembra che
il
campo
dell'attivit
speculativa,
per
la
prima
volta,
che possa chiamarsi un sistema. Poich io credo che la storia dello sviluppo della filosofia non sia altro che la
raggiunga
un'estensione
modo
di pensare,
complessamente sul maggior numero d'idee. Io non credo che presocratici debban chiamarsi precursori di Soi
i6
crate,
La
Filosofia presocratica
intendendo con questa espressione di accennare ad un unico movimento filosofico, ma s bene penso che, indipendentemente dallo sviluppo Socratico, la filosofia greca sino alla fine del quinto secolo sia un periodo a s nella storia del pensiero, con sue origini, suo fiorire e sua decadenza. Con Socrate incomincia una nuova filosofia, la quale convien sia considerata con tutt' altri criteri da quelli di cui si fa uso per il
periodo anteriore e per
dei presocratici e
il
il
abbiam veduto
;
Talete e Anassimandro, per Pitagora e Senofane, appaiono i fondatori Eraclito e Anassimene si passa ai rappresentanti
sorgere delle scuole
:
Diogene Apolloniate, Parmenide, Anassagora, Democrito; mentre Zenone d'Elea, Melisso, ed Empedocle specialmente, mirano all'unificazione assoluta di tutti Sofisti fenomeni sotto un aspetto filosofico, e segnano la fine di questo modo di pensare. Ogni periodo della storia del pensiero si connette con legami intrinseci ed estrinseci, a quelli che lo precedono ed a quelli che lo seguono, ma tale il
dei sistemi pi complessi, quali
i i
precursori
La
dell'antica
compiuto e raccolto come la Scolastica del Medio Evo, e, come questa, forma a dirittura un periodo a s, in cui di precursori non il caso di parlare se non per una ragione cronologica od estrinseca Socrate rappresenta forse un progresso, rispetto alla filosofia che lo ha preceduto, dipendente per da quel fenomeno pi universale che si convien comunemente chiamare il progresso
:
ed Eraclito d'Efeso.
17
umano, ma rappresenta anche un nuovo spunto ed un nuovo aspetto filosofico, per i quali il pensiero umano ricomincia in nuova guisa la sua indagine sistematica. Non per un solo rispetto Socrate si trova di fronte al problema della filosofia,
nella
stessa
condizione
in
cui
possiam
quello
la filosofia greca,
ritengo che
la .storia della
avuto
il
suo espositore.
* * *
Ho
losofa
accennato che
fi-
dominazione di un modo di pensare successivamente e ^ejnpre pi complejsame,nte,._su.l maggiornumero di ideeTDi parole, avrei dovuto dire, poich il segno di questa estensione dato a noi tangibilmente dalla terminologia o meglio dalla lessigrafia filosofica sempre pi vasta. A poco a poco questo contagio di razionalismo si attacca ad ogni espressione e quindi ad ogni categoria. come una macchia che da minimo puntino
come
lo
studio
della progressiva
impercettibile
finisce a coprire
un largo
spazio,
come un
qualunque
filosofia,
per questa industria dello spirito alcuni rudimentali strumenti, alcuni mates'appropri
d'indagine. E ciascuno di coloro che lo seguirono su questa via accrebbe di nuove parole e di nuovi nessi questo modo di considerare l'universo. Se noi avessimo le opere intiere di tutti
riali
i
questo
2
18
La
Filosofia presocratica
me
campo
al
umana, o per
di tutte le realt
dominio della filosofia. un vero sviluppo dinamico quello che accade internamente alla storia del pensiero in questo periodo ascendente, in
di parole
il
divenire,
si
passa a
sempre pi precise
L'uno,
teria,
gli
e molteplici considerazioni.
ma-
atomi, e poi
numeri,
gli astri, le
il
piante,
il
le cose, l'intelletto, e
poi ancora
il
fuoco,
trans-
formarsi, l'unificarsi,
gli
Dei
stessi,
al
tutto
la
a poco a poco
suo regno, spoglia della veste antica per presentarlo nella sua magnifica nudit razionale, tutto assorbe e riassimila come a formare
incatena
un
attivit.
Pi che
movimento meglio
sempre pi brevi
porzione
conda.
della
"precisa
rassomigliato alla
ombre,
involge
di
terra
nei
suoi
raggi,
La
storia di questa,
come
la storia
ad un metodo d'interpretazione, e se ne avessimo i materiali, come gi per Platone ha cercato di fare una moderna critica, e come per il logos si trova in un'opera insigne, si potrebbe tentare di scriverla, studiando entro i limiti del possibile, la successiva transformazione ed assimilazione del les-
ed Eraclito d'Efeso.
sico,
19
per
le
ragione. Conla
quistato
filosofa
tutto
territorio
dell'osservazione,
pensa allora ad ordinarlo in sistemi che acquisiscono nuovi modi di dire e nuove parole di qui allo scettipi specialmente strumentali cismo ed alla sofistica il passo breve. Ma nel suo primo slancio, sembra che i primi pensatori vogliano espandersi con l'avidit dei loro inteluna specie d'imperialismo di letti mirabili ad tutte le province dello spirito, su le quali i loro successori cercheranno di stabilire una legge
:
comune, che
scivie e nelle
la-
verbale.
Tutto ci evidente nei presocratici: essi si trovano in posizione privilegiata, sia per se stessi,
per un nostro studio, rispetto ai rappresentanti degli altri periodi della storia del pensiero, po ich tutto il mondo ancora v ergine per la
sia
meglio che in altri, possiamo chiaramente vedere l' esempio di questa progressiva filosofizzazione (mi si passi il termine) del vocabolario, perch ognun d'essi cresce il suo stile ideale di nuovi argomenti, di nuovi atteggiamenti, di nuove forme, in un tempo in cui se bene non siano partite categoricamente le singole attivit intellettuali, si notano per una cos ingenua spontaneit ed una cos libera e semplice dimostrazione degli intenti, da poter noi scorgere continuamente chiari e definiti i confini delinquista. In loro,
l'arte,
Per un altro rispetto poi, lo sviluppo del pensiero filosofico ha luogo per adesioni e per contrasti. Anche qui la storia di questo periodo sembra
darci
il
modello fondamentale
di
20
La
Filosofia presocratica
luzione. Poich,
a punto
per
la
semplicit,
la
spontaneit,
la
periodo-modello della storia della filosofia, noi possiamo scorgere qui tutte assolutamente le forme pei periodi successivi. A parte la cura minuta delle parole che fu precipua e gloriosa specialit dello spirito greco, a parte pure il nostro
ci
constringe a cercar
da per tutto ove sia possibile rintracciarlo, un barlume di luce, anche nelle analisi grammaticali, ma certo si che questo arricchimento d'idee che la filosofia vien procacciandosi, ci si mostra cos profondamente umano, che qui potrebbero veramente, meglio che altrove, trovar luogo le pi
feconde osservazioni circa la psicologia, la logica, le leggi dello spirito, poich in nessun altro laboratorio accadrebbe di rinvenire pi compiuto,
sicuro e scelto materiale d'esperimento.
In fatti,
non tanto
quanto nel carattere del pensiero generale delle singole epoche, perfetto si presenta il gioco delle azioni e delle reazioni ideali: quindi anche per questa considerazione, anche per dir cos, per la
dinamica esterna del pensiero, noi vediamo nei presocratici gli esemplari pi puri e complessi della meccanica filosofica. Poich, posto che ciacuno di questi pensatori tende a far sempre pi
grande e pi bella la verit, in ciascuno di essi, se ne avessimo tutte le opere, ci sarebbe poi dato veder chiaramente ogni pi sottil segno del progresso, ogni discendenza ed ogni conseguenza.
indagine di chi lo ha preceduto, e polemizzando o con altri che si accostano alla sua via o con i pregiudizi di coloro che non lo hanno ancora compreso, acquista
Ciascuno, e traendo partito
dell'
ed Eraclito d'Efeso.
21
indipendentemente da diretti rapporti personali, sottopone nuove idee, o, come amo meglio dire, nuove parole a quello che ho chiamato il processo di filosofizzazione, ed in ciascuno quasi sempre evidente il metodo secondo cui qualche cosa ha accettato da altri, qualche altra ad altri ha contradetto, e qualcuna
nuovi
veri, e,
ha egli stesso novamente scoperto. Poich un carattere speciale a questi filosofi che ciascuno di essi mira ad un'interpretazione universale, cos che, per le nostre partizioni, pu
in
fine
morale,
la scienza,
la
non conoscono limiti all'attivit del pensare, non si prefiggono compiti parziali che possan poi aiutare pi vaste concezioni, non imaginano che la soluzione di un solo problema o la considerazione di un solo aspetto o l'adattamento di una sola parte dell'universo pensabile,
presocratici
valga a soddisfare l'esigenza del sapere. Ciascun d'essi crea un sistema universale, e per essi, nell'attivit intellettuale, ci che non poesia, o
espressione necessaria della vita pratica, filosofia, cosi che ognuno insieme filosofo, scienziato, profeta, polemista, classificatore, esegeta, ed
ognuno
nella considerazione
di
ciascuno di questi rami della storia del pensiero. Le differenze posson dipendere naturalmente dalle
disposizioni, dalle tendenze, dalle opportunit di
ciascuno,
ma
Ben pi
troveremo
la
ma
per l'acquisto nuovo fatto al pensiero, potr sembrare che uno di costoro sia pi fisico o pi
22
La
Filosofia presocratica
non per
l'intento,
che per
tutti,
come ho
detto,
universale.
*
Per tanto oziose mi sembrano certe definizioni precise che tutti i cultori eli questa disciplina hanno voluto formulare di ciascuno dei rappresentanti del pensiero greco di questo periodo,
dandole come esaurienti. Avendo ben chiari nello spirito i concetti che mi son studiato di dimostrare sin qui, appare inutile sforzarsi a certe determinazioni intime che, date anche le condizioni
in
cui
si
trova
il
nostro materiale
d'
indagine,
non possono che ravvolger di maggior oscurit Occorre saper questi fantasmi a pena visibili
.
contemperare
la
considerazione
dello
sviluppo
obiettivo del pensiero, con quella delle persone che ne furono interpreti, cercando nel progresso dello spirito filosofico un contingente d' influssi personali che non si debbono prender per come
soli
determinanti del sorgere di certe idee. In ciascuno dei presocratici giova considerare tutto e non dar prevalenza a nulla e quindi tener presenti
;
lo stato del
mico,
la
stensione filosofica,
;
conseguenze e le derivazioni ma guai a voler cercare una formula unica, a voler fondare una teoria su la paternit d'ogni
inspirazione, a voler caratterizzare ogni genealogia
del pensiero!
Il
mico a
filosofi
cui
ho accennato debbon
inconsapevoli, di fronte
si
ed Eraclito d'Efeso.
23
Poich ciascuno di questi pensatori, a punto per l'universalit della sua aspirazione intellettuale, pi specialmente per certe indeterminatezze di espressione, ed in fine per lo stato mutilo in che
ci
giunsero,
si
presta a contenere e
le
filosofie
precedenti e
le
successive. In
Eraclito, per c-
sempio, troviamo una speciale considerazione dell'acqua (1) che ci rammenta Talete, una funzione della mescolanza (2) che ci ricorda Anassiman-
numeriche (3) ed alcuni accenni ai misteri (4) che posson farci pensare a Pitagora, un'intervento di una divinit (5) che richiama Senofane. E poi v' un predominio
dro, certe oscure classificazioni del fuoco (6) che
si
ritrova in quell'alternanza di
caldo e freddo che a fondamento della fsica fenomenologica di Parmenide, v' una via all'
in
su ed una via
all'in
si
riscontra
e Par-
Leucippo
menide,
e di
in
vi
cetto della
nuovo la prevalenza del fuoco, che ritroviamo Empedocle, v' il noiis e l'intelligenza univerAnassagora,
relativit
vi
sale (io) di
cenni
ad una
(1)
(2) (3)
Fr. 12, 13, 31, 61, 76, e Test. 15. Fr. io ed altri.
Test. 13, 19 e fr. 4 a. Fr. 14. (4) (?), 67, 92, 102. (5) Fr.
(6)
Cfr.
specialmente
le
testimonianze e
framm.
30,
(io)
Test. 16 e
17 e
fr. fr.
12 e 16.
107.
(11) Test.
24
La
Filosofia presocratica
come
nei
sofisti.
Non
solo,
ma
in Eraclito si rinviene,
i
per poeti (2) Repubblica, similitudini, come quella del ciceone, che (3) furon riprese dagli Stoici, analogie singolari
con
le
(4), sul
un pensiero eguale al principio San Giovanni (5). Ed ho citato a volessimo sezionare queste poche
raccoglie
pagine
in
cui
si
quanto
ci
resta
del-
potremmo
trovare che
ogni suo pensiero una divinazione o un germe da cui nasceranno dottrine fondamentali della
vita spirituale
dell'umanit.
Ora
teplice
egli
cos
mol-
complessit di sintesi
filosofica,
trovare
nella nostra
in linguaggio
equivalenza
Era-
moderno
della personalit di
clito?
forse
un solo
forse possibile
i
determinare tutte le derivazioni ed precedenti di cos varia e profonda indagine, quando a mala pena possiamo isolarne le parti, rintracciando qualche vaga analogia? Poich, se bene possiam giungere in qualche modo a misurare di quanto
(1)
anche
ci
che se ne dir
in
appresso.
(2)
(3)
(4)
Fr. 40, 42, 56, 57, 104, Test. 22. Fr. 125.
Cfr. nella Vita, e il Dtimmler. Gi Amelio, discepolo di Plotino (in Eusebio, Praep. ev. 540 b) aveva notato questa coincidenza (cfr. Tannery, 173 n. e la Bibliografia). Il termine " Foni usato dalla Gnosi, si trova per la prima volta in Eraclito,
(5)
ed Eraclito d'Efeso.
25
filo-
il
patrimonio d'idee
suo tempo, non dobbiamo per in questa indagine dipendere da categorie, da for-
mule, da espressioni del tempo nostro, le quali bene spesso ci farebbero vedere l'intenzione di
certe astrazioni,
l
dove non
limiti
si
dovrebbe parlare
tali
che
role.
di
Entro questi
con
cautele do-
vremmo
il
esempio,
problema della conoscenza. Ora per questi rispetti Eraclito per lo Schuster un sensista ed un empirista, per il Lassalle un razionalista ed un idealista; per ilTeichmller della dottrina dell'Efesio nella il fondamento
sua
lo
per
lo Zeller nella
miiller e per
l'Egitto,
il
per il
Tannery
dall'India,
per
lo Pfleiderer
il
per
lo Pfleiderer
flusso
per il Teichmiiller le teorie astratte di Eraclito derivano dall'osservazione del flusso lo Pfleiderer dice che Eraclito fu un otteorie
astratte,
;
un pessimista; per lo Schuster egli un ilozoista, per lo Zeller un panteista, per lo Pfleiderer un panzoista, perii Lassalle un panlogista (1). Di tali sistemi ebbi gi occasione di esporre altrove pi ampiamente la mia critica (2), della quale l'enumerazione ora detta d una riprova
timista,
il
Mayer ne
fa
luminosa; n
il
caso di ripetere
gli
argomenti
(1) Cfr.
(2) Cfr.
il il
Patrick.
mio Empedocle,
p.
57 e segg.
s6
allora
La
Filosofia presocratica
addotti, di
fronte a quello
capitale
che
qui mi offerto dal saggio di definizioni che ho transcritto, di molti fra i pi insigni cultori di
questa disciplina. Avendo presenti questi risultati, facilmente si comprende come la migliore storia della filosofia dei presocratici finisca per
essere la raccolta nuda,
dei loro
ma
frammenti ha pubblicato il Diels. Il quale, avendo poi a dire di Eraclito, ben a ragione non s' dato cura di definirlo in veruna guisa, ma ha parlato del suo stile e del suo carattere di
rico
in
uomo
e di scrittore, del
momento
sto-
cui
appare e
dei principi
generici del
suo sistema. L dove interpreti meno recenti, per un verso esaurirono forze preziose nella soluzione di questioni puramente esterne, fondandosi su le forme che nel tempo nostro ha la
per un altro non seppero concludere che a determinazioni, o ridotte poco meno che all'accusa di plagio posta a
diffusione delle
dottrine,
ciascuno dei presocratici, o nella migliore ipotesi, ristrette al comodo rimedio dell'eclettismo.
I
due processi
di cui
ho
detto, in vece,
mi sem-
bra spieghino meglio d'ogni altro sistema l'evoluzione storica per la quale un filosofo, accostandosi o no con la sentenza di un suo antecessore, s' per servito del nuovo materiale di parole acquisito da costui al pensiero filosofico. In questo
questo
modo
soltanto
pu
verificarsi
quanto ho
che minute genealogie di concetti, veri acquisti del patrimonio scientifico delle idee, pi che derivazioni mal certe, estensioni della conscienza filosofica, pi che riflessi individuali
ed Eraclito d'Efeso.
di
27
tendenze o
gli
di
mi
per
sembrano
elementi di
miglior criterio
questo periodo d'intensissima vita intellettuale. Poich questi rappresentanti del pensiero antico si trovano in uno stato singolarmente favorevole per la nostra osservazione, in quanto pi degli
altri
sembrano uomini,
si
e questa
loro umanit,
negl'impulsi, nelle
nelle sintesi,
cit
risolve in
di
gruppamento di dati d'esperienza e di fantasia. Son essi tipi perfetti dell'individuo filosofico, che appartengono ad una stirpe in ogni senso evoluta, dispongono di un linguaggio che serve
i
si
grandissima attivit letteraria, politica, estetica, avendo vergine ed incolto innanzi a s il campo sterminato di
vivono
in
un'epoca
da osservarsi che,
materia di
filosofia greca, in
uno sviluppo
di
da un primo spunto di carattere puramente fisico, quasi inavvertitamente venne ad abbracciare ogni parte dell'attivit dello spirito, conviene grande cautela nel discorrere di origini orientali. Questo uno dei problemi pi ardui e complessi della storia della prima filosofia greca e solamente la bibliografia di tale argomento, occuperebbe di per s un volume. Poich in vero profonde analogie appariscono da
pensiero che,
certi
confronti tra
28
La
Filosofia presocratica
i
bilonesi ed
placiti
fonda-
convien sottilmente distinguere vari aspetti della questione. Che nella religione greca si rinvenga gran parte degli elementi orientali, non v' dubbio. Ma di fronte ad una corrente di sentimento puramente religioso, ed a questa tendenza al nadetto,
turalismo
rappresentata
dai
di
filosofi,
sta
come
se-
mezzo
termine
una
via
conciliazione
i
gnata dalla corrente mistica. Sono senso filosofico della parola, in ogni tempo, comistici, nel
loro che
/
da voler credere senz'altro ai dogmi religiosi, n d'altro canto a bastanza saldi nel sostenere quella he
non
lor pare la
anima, se accettino senz'altro le dottrine razionalistiche, vogliono l'una e l'altra cosa raccogliere nel loro spirito, condesolazione
dell'
congiungono tra di loro per tenuissime ma numerosissime sfumature. Ora, per questi strumenti che contemporaneamente distillarono dalle origini al tramonto della grecit il patrimonio d'idee e di sentimenti dell'anima ellenica, avvenne
si
anche
quest'
in
ogni
il
singolo periodo
della
storia di
anima
formazione in razionali, di conoscenze religiose. A me sembra assurdo pensare che la Grecia, la quale ci si mostra sempre cos spiccatamente
Cfr.
(i)
il
mio Sorgere
della sofistica.
Eraclito d'Efeso.
29
abbia potuto accettare come le mercanzie che le navi sbarcavano nei porti, credenze di cos vitale importanza, senza averle scelte in ordine
alle
e,
quanto
condo il suo carattere nazionale. In oltre dobbiamo pure pensare che come per la storia delle lingue non si pone pi, per esempio, tra il sangreco e il latino quel rapporto di derivazione che fu canone assoluto dell'antica glottologia, ma queste lingue son considerate come rampolli di un unico ceppo e sviluppatesi individualmente ed indipendentemente nei singoli territori, cos, anche in materia di storia della filosofia conviene ammettere che certe credenze,
scrito,
il
mentali dipen-
dono a dirittura dall'unit dello spirito umano. E l dove la dinamica della storia del pensiero
mostra azioni e reazioni quasi giustificabili con formule materiali, cos anche la formazione di certe idee e di certi fantasmi sembra corrispondere a necessit sarei per dire fisiologiche
ci
condizione, in ogni
sono
loro
liberarsi
civilt,
non possottrarsi
alla
la
ideali,
all'azione di certe
spirituali
inerenti
natura,
partizioni e le scuole
che
periodi, forse
non son altro che necessari ed immutabili stampi del pensiero umano. In tale questione occorre dunque tener conto di questo elemento necessario, dell'unit, anche
espressiva, dello spirito
altro
fenomeno,
umano.
Bodrero, Eraclito.
30
nello
La
sviluppo
Filosofia presocratica
interno del
pensiero greco,
ho
chiamato progressiva filosofizzazione, ed , per questa parte in vece l'ellenizzazione di pensieri e di spunti, forse rilevati da altre civilt. Come
possiamo riscontrare le pi strane analogie tra tutte le religioni, rinvenendo poi in ciascuna di principi delesse un carattere nazionale, cos l'attivit scientifica ci appaiono da per tutto presso che eguali, ma incamminati poi in ogni territorio verso ideali etnici ben definiti. Ora la religione greca sta ad una religione orientale, come la mistica greca sta a quella complessa e misteriosa disciplina dello spirito che ci appare
i
orientali,
ma
la
scienza
greca sta a s
Il
(i).
processo storico delle origini e dello sviluppo di questa scienza, a me sembra possa sintetizzarsi nei seguenti passaggi. La Grecia
fece nazionali
le
forme
religiose
comuni
al
ge-
nere universale
le
anche
via
di
le
essenze
di
quella
che ho
chiamato
ellenico
conciliazione,
instituendo
dottrine
mistiche
ed
in-
sieme umano, per quel che riguarda la necessit e la forma del movimento, presentano un doppio contenuto, per un verso, sentimentale in quanto soddisfano ad esigenze affettive, pi che a bisogni plastici, per un altro, razionale, in quanto accennano ad un'interpretazione cosmogonica distinta da quella della religione e tale da soddisfare la necessit intellettuale di uno
spirito
mistico.
filosofi
greci
sentirono
nella
(i)
mio Orpheus ed
il
testo passini.
ed Eraclito d'Efeso.
la
31
credenze e a poco a poco vennero a servirsi razionalmente di quella parte del metodo mistico che serviva alla loro curiosit, lasciando intatta l'altra parte che non serviva al loro sentimento, e da questo punto in poi, fecero passare nel vocabolario della nuova dottrina tutte le parole che prima appartenevano a gli altri usi, creando cos un
parte razionale di queste
Talete in Egitto il simbolo di questo processo, poich fu ben Talete, uomo greco e di grande sapere, vivente in un periodo di evoluta civilt, colui che accdst la scienza egizia (i). La quale non aveva questo carattere
viaggio
letterario
loro,
che
Greci
seppero
imprimere
alla
pi tosto un carattere pratico, per il quale potremmo ben negarle ogni valore di filosofia. Si tratta di alcuni elementi derivanti da
ma
altri
provenienti
filosofica di ru-
mi-
di
altri
ancora
desunti da conoscenze
scenza immediata, tutte origini di cui, allo stato delle nostre fonti, non sarebbe possibile fare un
esame particolareggiato
(2).
Ma
ben greco,
V. Chiappelli Gli clementi egizi nella Cosmogonia di Talete, e Lasson Id. in Atti del congr. stor. XI 1903,
(1)
p. 29-46.
confronta il fr. 52 con un tratto dal Maspero " FanR, esempio " ciullo che nasci ogni giorno, vecchio che percorri l'eter" nit . Io non vedo l'analogia che nella parola fanciullo, poich Eraclito parla del tempo e qui si dice del sole;
(2) Il
Tannery
(p.
179
n.)
dell'inno a! sole
32
La
Filosofia presocratica
profondamente
greco
il
carattere
filosofico
di
questo sapere, carattere che noi rinveniamo solo qui, e di cui possiamo conoscere ed analizzare
o<*ni
forma. Allo
stesso
modo
noi vediamo
la
tradizione pagana rinnovarsi nel Cristianesimo (i), cos come in questo s'era grecizzata un'inspira-
zione semitica:
la
il
verbo di Cristo, l'Italia lo fece pagano, come la Grecia fece greco quel tanto di conoscenza e pratica orientali ch'essa aveva acquistato, di avendo fatto gi da prima greco il fondo originario delle credenze religiose e delle dottrine
mistiche.
Come
Dei e
gli
la plastica
dell'epica
antica
foggi
gli
Eroi,
come
come
la
della
la filosofia
sod-
disfece all'esigenza razionale dello spirito greco. orientali non ebbero quell'epica, quella I popoli
avuto
:
rudimenti
espressivi e le attivit
interiori
la
Grecia diede a tutto ci lo stile, ci la precisione della rappresentazione e la variet delle parole, l'idealit robusta e lo spirito organico.
Essa accolse certe forme e certe idee ma le rese poi greche e tanto basta:
Eraclito parla di
;
orientali,
ci
non
un fanciullo che gioca, che qui non si vede Eraclito parla di una sovranit, di cui qui non traccia; Eraclito s'arresta ad una considerazione fatale, e qui si accenna ad un'intiera vita; Eraclito prende la similitudine di un gioco, e qui si prende quella di un periodo d'esistenza umana. (i) Cfr. Barzellotti L'Italia mistica e l'Italia pagatia in Dal Rinascimento al Risorgimento Roma, 1904.
ed Eraclito d'Efeso.
33
abbassa
in
di
una
linea
il
valore
intrinseco del-
poich quanto
for-
esso essenziale,
Ma
in
che
cosa
dunque
stile
?
possiamo
rinvenire
Da
che cosa
dato
questo carattere nazionale dell'opera del pensiero greco? Quali sono gli elementi fondamentali di questo ellenismo filosofico?
Nella
della
della
storia dell'anima
filosofia
ebbe
e
valutazione
considerazione
del
mondo, che prese le mosse dall'interpretazione fisica. Ma non a pena tale tendenza si manifest,
sbito
il
carattere
stile,
ellenico
vi
stabil
mecca-
che
si
e dall'equilibrio.
Non
solo
sintassi
gramma-
anche quella filosofica dei Greci, son fondate su l'antitesi, onde sul limitare della storia del pensiero greco troviam gi accennato questo principio, poich Anassimandro gi pone i contrari
ma
quasi a
rappresentazione
questo punto in poi noi rinveniamo da per tutto questo schema che vien perfezionandosi, integrandosi, compiendosi, sino ad infirmare risolutamente la possibilit della cononatura.
Da
scenza, e ci con
sofisti.
Anzi pu
dirsi
che
pongo come periodo a s della storia del pensiero e che per una semplice considerazione cronologica, chiamo dei presocratici,
questo che
io
questa speciale
forma
di
34
La
Filosofia presocratica
a traverso l'elaborazione
allo,
dei
contrasti,
giunge
in
scetticismo,
la
giusto
per
aver
compiuto
questo senso
in poi, si
e,
come ho
ha principio
la filosofia
elle-
nistica.
tale rispetto,
il
periodo
I
sviluppa
la
greci
es-
senze pensabili, restando rigorosamente figli del loro tempo. Basta paragonare la struttura sintat-
un periodo di Erodoto, di uno di Tucidide, di uno di Senofonte, basta rammentare una sentenza di Senofane, una di Empedocle e una di Protagora, e porvi a canto la considerazione dello sviluppo singolare che ha l'idea nei tempi seriori, per sentire la verit di questa mia osservazione. Con Socrate l'uomo vive di per s, con l'anima sua, nel mondo che lo circonda, l dove prima l'uomo strumento della conoscenza
tica di
quanto pi ne scopre e ne interpreta. In questo periodo sembra che unica mta dell'attivit del
pensiero sia
il
porre
le
categorie dell'universo,
armonizzandole nel pi probabile aggruppamento, disponendole nel pi persuasivo contrasto: il filosofo pone da un lato il mondo quale , dall'altro il mondo quale appare, e nel primo distingue ci che in realt e ci che in apparenza, nel secondo ci che appare ed , e ci che appare e non , tutto riassumendo per un verso nella unificazione fisica, per l'altro nella partecipazione materiale dell'uomo alla composizione di tutte le cose, e giustificando in fine questa antitesi, con il carattere per cos dire profetico (per quanto
ed Eraclito d'Efeso.
35
averne un Greco) del suo insegnamento. Nella sua formula pi astratta il modo di pensare di questo periodo non che l'oscillazione tra
pu
due
sillogismi,
uno
al
cogito ergo
sum
ergo cogito.
Nulla pi greco dei sofisti, e tutti i pensatori greci di questo periodo furon pi o meno
sofisti.
Si
compiacciono
sofisti
di
ricercare
i
il
senso recondito delle parole, paragonando loro significati, usandole nelle loro varie forme, accostandole con le loro assonanze, e poi riconfrontandole con le realt di cui son segno, e facendo soggiacere la realt alla legge stessa che regola l'uso delle parole. Pongono poi contradizioni verbali da cui risulta una verit superiore alla portata delle parole stesse, in quanto
arrivando all'identit dei
contrari,
d esistenza
rispetto
ad un quid n positivo,
ai
negativo,
significati contraposti,
ma
inerente ad un'altra
il
meccanismo
partire
comune.
dalle
Giungono
in
lo
fine a
esprimono, ponendo queste in contrasto con i sensi che son lo strumento della conoscenza e fermando l'esistenza dell'uomo in antitesi con quella della realt, delle parole in contradizione con le cose, delle espressioni in confronto alle apparenze. E
l'universo
parole che
concludono
di
negazione della realt: la storia questo periodo del pensiero greco conclusa
alla
tomo al non
di
essere
tomo
alla natura.
questo sviluppo, e pi precisamente sino ad Empedocle, questo atteggiamento pi specialmente logico corretto e frenato dal carattere profetico cui ho accensino ad
Ma
un certo punto
36
La
Filosofia presocratica
nato poc'anzi.
filosofo
si
ad un certo punto cio, il ritiene eroe, nel senso carlyliano della Sino
parola, rivelatore della verit nascosta, esegeta dell'universo per il bene dell'umanit. Da Seno-
ad Empedocle, pur lasciando in disparte Pitagora per il quale questo aspetto dell'uomofilosofo dipende pi specialmente dal contenuto mistico della sua dottrina, il filosofo si sente un essere d'eccezione, e seconda con ci quella tendenza individualistica che anch'essa una delle manifestazioni pi spiccatamente elleniche.
fane
Con
ci
si
tra
espressioni di diffidenza verso la verit delle apparenze provenienti dai sensi, tutti questi pensatori
pronunciano orgogliosamente l'esistenza di una verit suprema, dipendente dalla ragione o meglio dalla loro ragione, sprezzando tutte le forme, dalla semplice conoscenza alla pi alata poesia in che sino ad essi stata tradotta nel
linguaggio
umano
l'interpretazione dell'universo.
D'un
questa
altro
carattere
prettamente ellenico
di
filosofia
traendone per che alcune conseguenze, e giova qui revocarlo, compiendone l'espressione. Alludo a quella specie di pessimismo che gi in Senofane
diviene
il
primo
accenno
al
problema
della
conoscenza: essendosi posto come base genetica di quella deduzione il pessimismo morale della teologia e della poesia precedenti, che conduceva al pessimismo razionale, avviene dopo Se-
nofane e precisamente con Eraclito un'altra partizione, del soggetto e dell'oggetto dell'attivit conoscitiva, in quanto non solo l'uomo comune
ed Eraclito d'Efeso.
37
non sa
nulla,
ma
anche
la
zialmente sensibile nella sua essenza, perch in continuo divenire. Cos si perfeziona e si
estende il materiale del problema, in cui ora troviamo i due termini del soggetto e dell'oggetto, sottoposti ad un'egual considerazione pessimistica, rispetto alla funzione onde si collegano, e il divenire posto come condizione permanente dell'essere. Ed anche tale concetto del divenire un avviamento ideale verso lo scetticismo, ed un vitale contributo alla giustificazione logica, intrinseca e dinamica, di questo atteggiamento, nel quale potremmo gi trovare le prime radici dell'edonismo e dello stoicismo dei secoli successivi, sia nel loro contenuto sia nella reazione che essi rappresentano. In oltre, tolti di mezzo gli Dei antropomorfi e lasciato l'uomo come da
con la materia, questa ammessa come stabile e immobile, non altro che un'altra forma della divinit primitiva, senza alcun elemento fantastico, e quel tanto di movimento che gli Dei significavano non pu esser spiegato se non con un dualismo quasi ateistico che ripugna al naturalismo greco. Questa forse la contradizione che Eraclito rimprovera a Senofane (1), la quale potrebbe tradursi cosi: se si tolgono gli Dei e si ponga l'uomo di fronte alla nuda materia, assurdo che si faccia coesistere la stabilit di questa con una inconcepibile sfiducia nei sensi e nella conoscenza comune, l dove in vece tale sfiducia che la filosofia deve ammettere come
solo a solo
suoi
fini
d'interpre-
pienamente
giustificata
dal
divenire
(1)
Fr. 40.
38
La
Filosofia presocratica
continuo della materia. In altre parole, se l'uomo non pu conoscere e gli occorre per ci l'iniziazione della filosofia, ci accade perch la materia
non stabile ma in continuo divenire. Troverebbe qui luogo il discorrere di quel contrasto tra la forma e la sostanza, di cui mi son sforzato di raccogliere gli elementi nel mio lavoro sul sistema di Empedocle, ma sopra tutto mi preme per ora di far rilevare come anche
in
questo
si
riscontri
quello
stesso
carattere
greco che nell'arte e nella poesia pone il necessario in riscontro al contingente, la legge di sopra alle volont, la Moira inesorabile che grava su
l'infinita variet degli
di tutte le
vicende della
contrasti e gli
accordi, l'influsso di
spirito
sofistico,
la
uno
spirito scettico e di
uno
segnamento,
e
del
il
mutamento, sono
pensiero
principali
greco port a questo periodo pi strettamente suo della storia della filosofia.
che
Secondo quanto
s'
l'uomo rappresentativo della sua stirpe, del suo tempo, di questa filosofia. Non construisce ancora un sistema compiuto, come tenter Empedocle, ma non pi alla semplicit dei sistemi dei suoi predecessori, mentre mantiene la tradizione dello
stile
quali
rosamente
filosofica.
ed Eraclito d'Efeso.
39
scorso di idee generali su questa filosofia greca, soltanto dire i caratteri di l dove ho voluto Eraclito, quale pensatore di questo periodo e,
secondo un aspetto complessivo, considerare il momento storico a cui egli appartiene. Convien
ora che io
sofico,
tratti
prendendo
le
mosse
lo
suo tempo.
Scopo
alla
di ogni
filosofia
pu
sostituire
un assoluto particolare ed individuale, quella di un assoluto universale. E bene, Eraclito il primo filosofo che esplicitamente abbia manifestato questo proposito, rispetto ad un sistema complessivo della natura.
conoscenza
di
Pi
fisico
meno poeta
di
precisare la realt
mezzo
le
di
riteneva
manifestazioni dell'universo. Senofane aveva trattato gli Dei con questo processo, ed aveva
tentato l'interpretazione naturalistica dei simboli
mitologici,
ammettendo
l'esistenza di
le
un ente
basi della
sembra che
credenze del popolo, nelle loro forme genuine, pur ammettendo l'esistenza di un quid divinimi, che appare una
forma
clito
di divinit superiore;
ma
altri
profittando
risultati.
di
Eradallo
Senofane,
punto,
anzi,
partendo
quasi
stesso
glianti,
40
vie
La
opposte,
Filosofia presocratica
creando
ideale.
un
modello perfetto
di
meccanismo
Senofane aveva posto questo rapporto gli Dei non sono quello che gli uomini credono, e gli uomini non hanno per ci la conoscenza precisa dell'universo. Tolti gli Dei dall'interpretazione fantastica della natura, Senofane non trov pi che la materia fredda, inerte, immobile, immutabile, come se l'avesse spogliata d'ogni parvenza vitale, e
:
si
bene
egli
non
dissimulato che
al
il
punto
al
di
partenza
relativamente
quello
problema
della
conoscenza, e
contrasto tra
d'arrivo,
relativamente
d'idee del suo
mai parte
storico
momento
da queste premesse l'Efesio giunge ad un primo accenno filosofico di un problema morale e politico, risolto in senso esplicitamente individualista. Poich se la materia una, stabile, immobile, inutile atteggiarsi a rivelatore, e se pur gli Dei non sono quelli che il volgo ritiene, la stabilit della materia non d luogo ad alcuna espressione di
pensiero greco.
divinit, e
filosofico
Ma
per
ci
l'assoluto
comune
quello
sono una cosa sola. In altre parole non sembra scientifico ad Eraclito negare la conoscenza, abolire gli Dei e porre la materia stabile, perch l'essere che conosce si trova cos posto fuori da tutti i confini dell'esistenza. La materia se fosse stabile sarebbe conoscibile senza ammaestramenti superiori, a punto perch tale il movimento, il suo continuo divenire la rendono inconoscibile, senza L'aiuto di un rivelatore che
:
ed Eraclito d'Efeso.
41
dica
la
apparenze.
Ed
ecco
due
assoluti
di
Eraclito
la
per-
manenza
zione di
gli
di ci
ci che ,
Dei, quali
che appare e la continua mutada cui forse il paragone tra empiamente si credono, e quelli
che realmente sono. La pi gran parte dei nostri frammenti pu dirsi che, nella struttura del pensiero che rivelano, esprima questo principio ci che si crede diverso, un fenomeno solo, e non che il divenire, il quale proviene da contrasti
:
continui
gli
stolti
pongono
le
differenze nelle
dove
le di-
mutarsi
della
(1).
dai
contrari
Ed
evidente
in
Era-
questo fine di sostituire alla fallace e relativa la vera ed assoluta conoscenza delle cose molto di frequente egli insiste nel riunire e far
:
equivalere
le
a punto con
emergente
dai significati
graficamente contraposti, e considerata come intima, necessaria e dipendente dalla natura pi arcana delle cose (2). Evidentemente egli pensava
che non v'era rapporto diretto e immediato di causalit nel dire: la materia una e stabile e le apparenze sono varie; ma sentiva molto pi preciso, logico e persuasivo il suo principio, che la materia diviene continuamente le cose e per
fi)
Fr.
1,
2,
io etc.
(2)
Bodrero, Eraclito.
42
le
La
Filosofia presocratica
ma
di
una
sola
essenza fluttuante
Questo principio teorico della sostituzione di un assoluto filosofico ad un assoluto grossolano, appare chiaramente anche in quel disprezzo proche Eraclito ostenta per chi ancor professa le credenze volgari, e che egli dimostra ad ogni passo. proprio del suo stile, anche quando non ne fa cenno diretto, un tono di
fondissimo
sfida all'ignoranza, alla pigrizia, alla superstizione
veramente pensare che Eraclito si sentisse depositario di una verit superiore. E tanto pi ci appare quando il filosofo prende direttamente di mira coloro che non la pensano come lui od in genere quelli che si ata costoro egli tengono alle credenze volgari dice ci che , con audacia e sicurezza d'inspirato. N di questo che affermo, pu trovarsi prova migliore che nel primo e secondo frammento, con i quali il suo libro s'iniziava, in cui pone risolutamente in contrasto la conoscenza errata e volgare, dipendente dall'assoluto tradizionale, con quella filosofica collegata ad un logos immutabile ed eterno (i). Logos il contrasto tra l'apparenza e la realt, la ragione secondo cui accadono e sono tutte le
degli stolti, che fa
:
cose, e
il
filosofo,
distingue
l'ima dall'altra e fa
razionale
ad un suo assoluto l'esistenza di ci che comunemente si ad un assoluto superficiale. Pu ben questo che Eraclito sia il primo filosenso rigoroso della parola, poich
nessun
altro,
prima
di lui,
(i)
ed Eraclito d'Efeso.
43
ramente
tale
del pensiero.
E,
come ho accennato,
Eraclito,
messe, fu condotto ad un
sofico di
in
nulla a che fare con quello delle dottrine anarchiche dei nostri giorni, se bene possa sembrarne l'ultimo corollario. Si fatto anzi molto chiasso in torno al nome del filosofo d'Efeso, a punto al tempo nostro, ritenendosi da chi non lo conosceva affatto, che l'ammaestramento suo contenesse la sublimazione
l'individualismo eracliteo
non ha
di
vece
presenti, per
che oggi prevalgono, e si confusa la dottrina eraclitea con l'esempio personale che il filosofo ci ha lasciato di s. L'individualismo eracliteo pi tosto intellettuale che politico, soggettivo pi che filosofico,
bile ai sistemi sociali
un
altissimo sentire di s,
lasciar
considerare, anzi,
sofia eraclitea fa
bina, che
(1) Cfr.
non
al
(ed.
Nietzsche, Gaia scienza. Trad. A. Bocca, 1905) pag. 17 Eraclitismo : Ogni bene, su la terra,
solo, amici,
Si,
ne
la
guerra!
l'odore de le polveri
rende l'amicizia forte! Per tre volte, d'un sol cuore Fratellanza, ne '1 dolore, Eguaglianza, innanzi a l'oste; Libertade, ne la Morte!
44
II
La
Filosofa presocratica
quale da Eraclito riprese molti atteggiamenti esterni, come il disprezzo per le plebi del pensiero, l'arditezza dell'espressione e del
paradosso,
decisamente contro alle credenze dominanti al suo tempo, l'orgoglio e la profonda conscienza della sua superiorit. Ma
l'ostinazione
nel
porsi
con quella della teoria eraclitea: il Nietzsche sent intensamente la fraternit che lo congiungeva al pensatore antichissimo, ma per il modo pi che per l'idea, ed ebbe per lui una sconfinata ammirazione, ma d'indole letteraria e non tale da far s che lo ritenesse un suo diretto antenato nella genealogia filosofica. Tutt'al pi, per caratteri ora detti, sent in lui un predecessore nel rapporto in che visse con suoi contemporanei e l'ammir e lo imit nell'abito dello stile e della posizione di combattimento (i). Per Eraclito non un distruttore, come apparir meglio in seguito, non un teofago n un amoralista. Se vogliamo usare una parola divenuta or mai vieta, possiam dire che fu un
non ha
odiatore dei
filistei, il
per riposte ragioni di cui dir fra poco, sprezzava Omero e Archiloco, ed ostentava prefe-
suo individualismo si limita a se stesso ed pi tosto, per un verso una semplice misantropia, per un altro l'espressione di un culto fervidissimo per la verit, in quanto
renze strane.
il
Ma
conosciuta
solo
il
da pochi
e falsata
dai pi
nell'insieme
riflesso
naturale
delle
idee di
morale sociale del tempo suo, se non quello di una sua speciale posizione politica. Poich non
(i)
Vedi
l'Ohler.
ed Eraclito d'Efeso.
45
fu di
bisogna
regia,
dimenticare
della
che
Eraclito
stirpe
nella vita
politica
e forse troppo
aperta-
mente mostr preferenze per un regime a base di oligarchia aristocratica, su di uno a base di democrazia a puntello di un tiranno (1), ci che,
dati
i
tempi,
sviluppo
pienamente logico ed umano, senza alcun bisogno che sia anche filosofico. In fatti, quanto alla sua filosofia, Eraclito mostra disprezzo sol tanto per coloro che non sono della sua opinione, e che si fidano unicamente alla verit superficiale e dipendente dai sensi. pi tosto un egotista, che non un individualista, e se pur dice che bisogna obedire alla volont d'un solo, e che uno solo vale le migliaia (2), ripete per che solo pochi sanno la verit, che pi s'ingannano e non sanno distinguere e prendono una cosa per un'altra (3). Il suo libro che ha un carattere cos spiccatamente polemico, sembra anzi tal volta diretto contro una persona determinata o contro una scuola, anzi che contro i filistei in genere, e l'autore vi parla di se e della propria opinione con gli stessi termini di che si serve per definire la mente divina. Empedocle, qualche decennio pi tardi, si dar a dirittura come uno spirito divino, vagante per la terra in esilio da gli Dei, profeta inspirato e fornito di un'anima gi assurta alla dominazione dei regni empirei, mentre Parmenide, con
natura,
i i
(1) (2)
(3)
Test.
(3),
2,
3.
46
La
Filosofia presocratica
spunto dantesco, canter a gli uomini il suo viaggio nelle regioni che stanno di l dalla vita e dalla morte, ove dir d'aver conosciuto le madri, per dirla con Goethe, e le radici della verit universa. Unicamente il carattere polemico, aggressivo, anzi, e violento del libro di Eraclito, a canto a quello paradossale del suo stile ed a quello orgogliosissimo del suo atteggiamento complessivo, possono farlo assomigliare ad un individualista moderno. Dir poi qual debolezza io rinvenga in tale acredine dell'Efesio per ora non credo mal fondato il convincimento che questa constante affermazione di se stesso e questa continua con:
sente
l'unico
banditore, alla
verit cofatto
forse, se
non dal
che
successivo
anche quanto veniva a togliere da altri campi dell'attivit dello spirito, portava necessariamente ad aggiungere un nuovo struper
il
materiale filosofico,
ma
alle
giustificazioni di ci che
si
mento accessorio
discussione, la
a quelli gi posseduti
per
la la
polemica.
Il
campo
:
filosofico si
estendeva sempre pi e veniva a confinare con le ultime difese degli altri campi qui, per ci, incominciava la lotta, la guerra d'invasione, e conveniva provvedere anche a rafforzare tale imperio per contrasti interni ed esterni. Ad Eraclito spettava dunque non solo di estendere l'azione, ma anche di aggiungere un mezzo d'azione, ed il carattere dialettico ed eristico dell'anima Greca, trovava qui una nuova compiacenza. In questo senso pu
i
ed Eraclito d'Efeso.
47
* * *
come
forse
anche
politica,
Eraclito un
conservatore. Dalla
carattere che risalta
frammenti
il
dell'ammira-
lui per l'uomo superiore (i), a canto al vigoroso e superbo amore della verit. Ma quanto alla morale, v' pure espressa una decisa preferenza per un'onesta semplicit di costume, in
zione di
una rude schiettezza di precetti e d'esempi (2). Anche se non ce ne rendessero edotti vaghi accenni diretti che si leggono tra frammenti, ci persuaderebbero del suo affetto per la morale
i i
tradizionale
certi
aspri
rimproveri
che
chiara-
mente rivolge
vuol
Dei delle sovraposizioni superstiziose ed immorali della religione comune, e tornarli al pristino significato ed alla pi semplice evidenza. Egli mira a tenere in sano equilibrio il contingente fantastico-mistico e quello morale della religione, in modo che l'ammaestramento proveniente da questo non sia
Eraclito
spogliare
gli
sostituito
gionevoli, e che
mantengano
distinti e collegati
l'elemento formale
della religione e
quello
so-
Nulla di nuovo
ciale alla filosofia
in
in questo,
quanto tutto ci
rinviene
nell'opera di
un
48
filosofo
;
La
fatto
Filosofia presocratica
questo che
la
che in Eraclito si verifica un primo accenno filosofico ad un problema morale e pol'originalit si nota nel tenlitico. Ed a punto
mare
in fine
fenomeni, morali,
fi-
religiosi, in una apparenze e le essenze sono constantequale le mente distinte la morale antica, quella formulata dai sette savi, la vera e l'unica, ed anpolitici,
:
ci
rimane del-
arrischiata l'affer-
Dei non sono quelli che generalmente si credono dai pi, perch se ne sono svisate le apparenze, le cose non sono quelle che sembrano, perch non cos la poesia crea se ne conoscono le essenze
;
imagini
false e bugiarde,
fatti
l'enciclopedia
smi-
nuzza
nelle
analisi e nelle
la
enumerazioni,
ma non
l'uomo non
comporta
se-
condo la norma pi retta del vivere morale. Ora in materia d' opinioni fisiche poteva Eraclito
creare un sistema basato su l'intuito, in materia
poteva ben chiarire la vera natura degli Dei quale a lui appariva, semplificata ed innalzata di l dalle superstizioni e dalle favole, ma in materia di morale egli non poteva
di opinioni religiose
il
suo
la
mo-
ed Eraclito d'Efeso.
49.
rale costume e non propaganda di un apostolo, onde non era possibile in questo rispetto, n giungere a fermare un'unica essenza divina, come aveva
la religione,
moderando
il
l'esagera-
come per
la
cosmogonia ed
i
sistema natu-
rale,
a cui
ridurre tutti
fenomeni, n in fine
per una stabilit o per un quantunque movimento, per la legge universale dovesse affermarsi che il bene e il male sono una cosa sola. Il contenuto positivo della morale non poteva esser frutto d'intuito o di fantasia
mostrar propensioni
per Eraclito, per questa parte, riprese dettami della pura morale ellenica antica, quella che i sette savi avevano formulato ed a quella rimand i lettori del suo libro, propugnandola come l'ottima (1). Ma, ho detto, dal suo insegnamento risulta implicitamente la identit fra l'immoralit e l'ignoranza. Sembra dalle sue parole, che il problema morale sia una dipendenza di quello della conoscenza e, posti come fondamenti dell'universo il logos e il fuoco, che son queste sole le essenze universali e dominatrici che si rinvengono nell'opera sua, anche la morale non pu non esser dipendente dal rapporto tra le due essenze. Per questo rispetto il pi comprensivo dei suoi frammenti quello in cui dice che il pensare la pi grande virt ed saggezza dire il vero ed operare secondo nattira intendendo le sue inspirazioni (2). Il logos comune
i
partecipe, in quanto
non
v' nulla
governato.
Ma
il
logos in
(1) (2)
fr.
41.
50
astratta,
l'altro
il
La
Filosofia presocratica
ma
esistono
in
ognuno come
Ne
consegue che
la
partecipazione ci
quelli
umani con
Ed
Eraclito
cos
si
non sanno,
come
complesso del suo ammaestramento potrebbe quasi dedursi il principio che per lui la conoscenza superiore alla virt, in quanto essa stessa la pi grande virt. Poi che v' una legge divina di cui si nutrono tutte le leggi umane, poi che la .legge divina la comune ed universale e non ha nessun valore il particolare discernimento di ciascuno, poi che v' un solo sapere, ci conoscere la ragione secondo la quale si governa il tutto per via del tutto, poi che in fine questo logos si risolve principalmente nell'identit dei contrari, n si trova mai una
dal
distinzione
principi, tra
un ordine
fisico e
un ordine morale,
come
le
il
madre
e re-
gina di tutte
cose,
sa che
bene e il male, la vita e la morte, il fuoco e il cosmo. Non per l'analogia del contenuto, ma per la formula che dalla filosofia di Eraclito pu derivarsi, chiaramente si scorge come Socrate abbia dovuto sentire nell'Efesio il pi grande fra precursori della sua teorica su l'identit fra il sapere e la virt. Tanto vero, che
cosa siano
i
il
il
alla
domandava
il
pa-
ed Eraclito d'Efeso.
rere, Socrate,
critica,
51
dando
la
di rispetto all'opinione,
remissivit e
di modestia, rispose,
ombra
dido
pito.
:
come
me
sembra, senza
(1)
Potrebbe dedursi da quanto si or ora detto, o da quanto s' detto prima a proposito di Senofane, che Eraclito concepisca due forme assolute, un assoluto esistente, ed un assoluto relativo apparente, in ispecie se si tenga presente quello che ho esposto circa il suo individualismo ed accennato del carattere profetico di questi primi filosofi?
in
fatti,
Sembra
probabile,
che riguardo alla morale al meno, se non anche riguardo al problema della conoscenza, egli ammetta per l'identit che s' posta, una forma d'assoluto per s stante, riserbata all'uomo superiore, al virtuoso perch sa, ed una forma d'assoluto relativa alla comune degli uomini. Forse senza addentrarci di troppo in questa interpretazione, potremmo limitarci a trovare in questo contrasto il riflesso di un altro
,
uno
scet-
ticismo ed un
misteriosa
dogmatismo
della
cui
necessit
confusamente gl'impulsi. E qui sarebbe allora opportuno chiedersi se Eraclito fu monista o dualista, che funzione absentiva
L'aggiunta: " Sol tanto occorre da vero un nuotatore Delio non contiene n anch'essa alcuna ironia, e forse, poi che riportata da Diogene come di Cratete, pu esser stata attribuita a Socrate da taluno a cui faceva comodo avere un cos possente
(1)
Test. 4
a,
e.
alleato.
52
La
Filosofia presocratica
biano il fuoco, il logos, gii Dei, nel suo sistema, se possa trovarsi qualche accenno a forme di panteismo o al meno d'ilozoismo, se egli concepisca in fine la forza e la materia separatamente o congiuntamente, termini questi che tutti sarebbero da applicare all'Efesio e tutti allo stesso tempo da escludere dalla definizione che potesse darsi della sua filosofia, e ciascuno dei quali corrisponde ad un'esplicita domanda che noi del secolo ventesimo possiam farci, ma che per un filosofo greco del principio del quinto secolo non rappresentava che un' oscillazione mentale, dipendente dall'osservazione dell'essere, ma non certo una considerazione precisa dei due
concetti separati.
vano
al
alla
tendendo a volte
monismo
a volte al dualismo,
gli
ma
all'uno pi
specialmente per
loro
pi particolarmente per
aspetti
morali delle
rela-
concezioni,
ma non
curanti di porre
due formule, di cui le presentative corrispondono in vece schemi or mai ben precisi, al meno
zioni fra le
parole
in
rapa
noi
nelle linee
Ora
v'
in Eraclito e nella
sua dottrina
un
punto che deve esser guardato pi da presso, fra breve, proprio per cercar di fermare al meno in parte questo problema; accenno alla sua concezione del divenire, quella a cui deve un posto ben determinato nella filosofia del suo tempo, e che quanto mai difficile a cogliersi nelle disperse vestigia del suo libro oscurissimo.
ed Eraclito d'Efeso.
*
* *
53
cade qui opportuna un' osservazione. In tutto l'insegnamento di Eraclito emerge un desiderio di semplicit che si trova in deciso antagonismo, con la complessit oscura del suo sistema. Egli sembra che in ogni occasione voglia dichiararsi risolutamente nemico di chi tende a complicare od a velare o solo ad adombrare la purezza della verit (1). Come la sua espressione vorrebbe ridursi al minimo necessario, per non dare che gli schemi elementari della sua rappresentazione dell'universo, cos la parte polemica della sua dottrina si dirige contro chiunque non abbia seguito tale sistema di esposizione. C' nel suo modo di esprimersi come una nascosta diffidenza per le parole, e, come ho in altro modo accennato, quasi una fede nell'influsso meccanico delle sue construzioni grammaticali spesso cos poco letterarie. I sette savi, con i loro precetti brevi, chiari, evidenti, erano i suoi idoli intellettuali e morali ed i maestri del suo stile (2), cos come gli oracoli (3), forse ambigui,
(1)
.(2)
Fr. 15, 28, 34, 40, 42, etc. Cfr. pag. 49, nota 1.
(3) Il
Diels
tal
Il
nell'isolamento
dei
per esempio, tolto dagli Alessandrino (II, 17, p. 437) ed di Clemente Stromata ha un'adiacenza importantissima. Dice in fatti Clemente: " Eraclito dicendo Efesio parafras questo oracolo " Se uno non spera non trover mai l'insperato come " quello che non n trovabile n accessibile . N mi sembra poco importante il sapere che l'Efesio qui parafras un oracolo.
frammenti.
18,
,
:
Bodkero, Eraclito.
54
La
Filosofia presocratica
che riproducevano materialmente il duplicismo della sua concezione. Quelle sue bilance di parole opposte, quell'affermazione constante dell'identit dei contrari, quel continuo cercar
di
ma
mostrare
es-
senze,
somigliante a quella
quali
chiaramente manifesta la sua (i), e contengono un notevolissimo spunto, a parer mio, per rinvenire in questo filosofo il precursore inconsapevole del pi puro scetticismo verbale a cui sian giunti i sofisti. La genealogia della nota sentenza di Protagora in torno ad ogni argomento son sempre due discorsi contra dittorii (2) potrebbe forse farci risalire sino all'Efesio, come a colui che non pose la questione, s bene dispose il pensiero greco a porla materialmente e involontariamente. A far di Eraclito un precursore dello scetticismo sofistico, quanto alle influenze che il suo stile pu aver esercitato, concorre pure un esame anche rapido dei suoi frammenti. Ho accennato qua e l all'uso assai parco di certi verbi, ai suoi giochi di parole, a quella che ho chiamato la persuasione meccanica che egli sembra voler imporre per mezzo della collocazione delle parole. In fatti egli spesso ravvicina forzatamente e senza nessi, espressioni e quindi idee opposte, come per avvezzare la mente del lettore alla congiunzione dei loro suoni, e perci dei concetti corrispondenti, come per far scomparire ad ogni costo la diversit intercedente, come per
(1)
(2)
ed Erodilo d'Efeso.
instituire
55
un'uniformit
prodursi
superficiale, formale,
da
cui
debba
anche
quella
sostanziale,
mente
in
modo
pi diretto
Sofisti,
come
sembra
giochi di parole (2) con i quali voglia tentare etimologie o forse instituire
l
ove sente assonanze che producono e confortano certe sue associazioni di idee. In fine uno studio minuto della grammatica e della lessicografia eraclitee, condotto con
analogie interne
intento filosofico, rivelerebbe, credo,
oscuri
della
molti
lati
sua
dottrina ed allontanerebbe
la
Socrate, di
come
Ma l'aver verificato
il
fatto e cercato di
carattere e la ragione,
pu
far
ad un'altra finalit dello stile eracliteo. Sembra a me che egli abbia voluto, nell'opera sua, imitare, sarei per dire plasticamente, il rapporto naturale che poneva tra ci che e ci che appare. L'armonia recondita superiore all'evidente, dice in uno dei frammenti (4), e questa affermazione che egli riferisce, quasi certamente, all'ordine naturale delle cose, pu anche estendersi, forse, al suo concetto dell'espressione. In base a ci, sembra quasi che egli intenda scrivere secondo natura e che consideri lo stile come
(1)
Ev
fr.
114,
Zeq e Zf\v
fr.
32, Bioq e
Bu'x; fr.
48, etc.
il
(3) Cfr.
mio
Sti/e di
Protagora,
(4)
Fr. 54.
56
La
la
Filosofia presocratica
una forma
fica (1).
quale, a quel
modo
cela,
che
usa
il
signore di Delfo,
non
svela n
ma
signi-
Quale rapporto preciso possa intercedere fra lo stile di Eraclito e la sua filosofia, non potrebbe risultare, dato lo stato del nostro materiale, che da due indagini, che non qui il luogo di praticare ma che esporr in altra sede, e ci
,
da un Index heracliteus per quanto possibile compiuto. Poich, come altrove ho avuto occasione di dire pi volte, e di ripetere or ora, una storia letteraria e stilistica della filosofia formerebbe l'aiuto migliore per l'intendimento dei sistemi. Per Eraclito, prescindendo da un'altra ipotesi a cui accenner fra breve, tale indagine credo sia indispensabile, poich da essa risulta come l'Efesio sia veramente, in un certo senso, un uomo rappresentativo della Grecia, a punto come ho accennato, in questo suo studio dell'uso di parole in modo direi quasi plastico, in questa sua compiacenza di contradizioni verbali onde risultava una verit superiore alle parole stesse, come colui che era nato nel paese della forma, della plastica ed anche, diciamolo pure, della sofistica. E poche volte accade di poter verificare cos compiutamente come in Eraclito la precisione di una identit fra lo stile e l'uomo e fra l'uomo e l'idea, in quanto egli sembra voler dire sempre ci che , con la maggiore semplicit, ponendo nel suo stile le cose, per il simbolo delle parole, nello stesso rapporto in cui sono nella realt e
l'altra
derivante
(1)
Fr. 93.
ed Eraclito d'Efeso.
57
quasi disegnando
la verit
maticalmente sottinteso dell'esposizione, a punto inopportuno ricordare cenno di Aristotele (1) al difetto del suo stile e la risposta di Socrate ad Euripide, gi rammentata, nella quale potrebbe anche rinvenirsi una riprova di ci che ho detto circa rapporti fra
i
poich sistema quanto gramforma parte essenziale perch sottinteso. N a questo proposito l'ac-
con
le
parole
Eraclito e
Stile
clito,
Sofisti.
secondo natura, dunque, questo di Eraal meno, secondo il concetto che della
il
filosofo,
per ci
per cos dire, morale, e per un altro rispetto, fisico, pieno d'intenzioni e di simboli
uno
stile,
indiretti,
pi
rigorosa
dei
metodi altrui, denso anche troppo di forza creatrice, animato dalle idee fondamentali dell'autore, inesorabilmente gelido
presentativa
in
quanto
dire,
l
si
riduce
tal
al
minimo
uno
necessario
volta assurge
tutto questo
appassionato,
grave,
nobile,
(2).
sentenzioso,
residui in-
vivace, profondissimo
sempre
da Socrate,
le
linee pi generali al
meno,
il
in cui
sono
il
divenire,
fuoco,
il
(1)
(2)
Test. 4 b.
il
oltre
op.
Su la prosa e le idee qui e altrove esposte cfr., Norden e il Croiset (II, 469), il Nietzsche in cit., p. 91, e Di l dal bene e dal male (ed. Bocca,
1898), p. 175
58
logos.
si
La
Filosofia presocratica
Su
le
considerazioni ora
tali
esposte
sembra
problemi anche da questo lato, uno dei pi obiettivi, senza dubbio, fra quanti ne pu presentare una indagine storica, poich riflette pi d'ogni altro isolatamente e direttamente l'essenza del pensiero che si cerca d'interpretare. N mi par fuor di luogo l'osservare ora che non a caso di Eraclito si discorre possano accostare
assai nel pi filologico
il
dei
dialoghi di Platone,
Cratilo.
* *
Nessun greco si mai posto il duplice problema della materia e della forza, sino a che non fu espresso quello psicologico dell'anima, nei suoi confini filosofici. Questa affermazione che pu sembrare audace, ha bisogno di qualche dilucidazione e di qualche attenuazione. Il monismo greco discende da un'altra questione che
quella
che
il
pensiero ellenico
si
pose per
la
svolgimento della filosofia greca ci persuade della probabilit di quanto ho, forse un po' troppo assolutamente affermato. Dall'indagine su l'essere, sul principio fisico fondamentale dell'universo, discendeva logicamente quella su la distinzione tra ci che e ci che appare. Da questa, per conseguenza, ne sorgeva un' altra, relativa al problema della conoscenza. Qui ha luogo una divisione: da un lato s'acquista alla filosofia propriamente detta il problema religioso, dall'altro si perfezionano la fisica e la filosofia naturale, mentre rimane al centro una tendenza che prosegue l'inizio tradizionale: si distinguono cos gli Jon, gli Eleati, Pitagorici.
prima.
storia dello
i
La
ed Eraclito d'Efeso.
59
la
filosofia
partizione
fra
realt e
scientificamente un'altra,
fra
la
la
materia.
Complessivamente l'antico pensiero greco, coerente con lo spirito nazionale che era plastico
in tutto,
nella
religione
come
nella
letteratura,
nell'arte
come
la
zione
tra
forma
e la sostanza e su
di essa
fond gran
successiva
primo
sviluppo.
La
contenuto quindi, per una nostra interpretazione psicologica, estetico, ed in se stessa la progressiva divinizzazione della materia la quale divinit in divenire:
tali
sono
la
panteismo filosofico dei Greci, con le quali si pongono d'accordo la loro arte e la loro scienza, religione e la loro filosofia. Ci che a la loro noi, imbevuti di problemi monistici e dualistici, sembra forza, non che ordine, proporzione, combinazione, estetica, numero, logos, condizione d'esistenza, un'essenza percettibile con l'intelletto e non con i sensi, esistente per l'uomo, ma in quanto l'uomo stesso ne partecipe molto cammino dovr ancora percorrere il pensiero greco, prima di giungere a porsi nettamente innanzi il problema della materia e della forza. Sarebbe lungo dar qui tutte le giustificazioni di questa mia affermazione a cui convien soggiungere che dall'indagine sul problema della sostanza, a s, sorge a pena accennato, confuso ed incerto, quello della forza e della materia. Ma la ricerca dell'essere non poteva direttamente guidarvi, poich la pi elementare analisi psico: :
6o logica
dello
La
Filosofia presocratica
guardare per tale rispetto, primitivi, esaurirono spiriti, prima il materiale che era loro offerto dal contributo
dei
sensi
alla
ragione,
dal
poi ascesero
all'astrazione.
vi
il
ascesero
problema del
la
fi-
con
problema
una condizione d'esistenza, sia per i sensi, sia, dunque, nella realt: la sostanza si transmuta, per il mutare della forma, ma, implicitamente, essa contiene forza e maplastico.
La forma
degli esseri,
composte, e queste proporzioni sono per noi la forma esteriore delle cose e degli esseri. Empedocle dar di questi principii lo svolgimento pi ampio. Eraclito imagina gli astri come altrettante
porzioni in cui
concavit mobili
v' nulla di pi
cielo (i);
non
sensista di questa
concezione,
nulla di pi direttamente
umano. Dice
poi che se
astri,
il
sole
non
(2).
fosse,
sarebbe notte
che appare e
Anche questo
si
sente,
che
(1)
Test.
1,
io.
(2) (3)
Fr. 99.
Test. 16
a.
ed Eraclito d'Efeso.
Ioga, e tenta cosi
di
61
considerare
isolatamente
l'uomo nella natura, movendo in questo modo un passo verso ci che former la base della futura filosofia greca, l'isolamento morale e psicologico dell'uomo. Ma, forse a punto per questa partecipazione sensistica ed analogica dell'uomo con le cose, egli usa un metodo anzi uno stile di esposizione che, accuratamente studiato, pu darci una ripiova di alcune ipotesi circa la sua concezione. E con questo alludo al suo uso, anzi al suo non uso, in certi determinati casi, dei
verbi di essere e di divenire.
questo
utile
stilistico
che
il
ie-
suo desiderio di lasciare intatta la pi semplice espressione letteraria della natura, ed in questa sua strana frequente mancanza di verbi, risiede una delle precipue ragioni della sua oscurit, ed insieme uno dei coefficienti pi forti della sua profondit. E la sua prosa corrisponde precisamente al suo concetto della senratica,
il
vedo anche
sibilit,
ora osservato,
le
poich
suo
stile
pone direttamente
che tolse
la
cose in
contatto
contrasto.
con
Il
l'intelletto,
filosofo
quiete
il
togliere
mondo, movimento
al
bi-
come
62
La
Filosofia presocratica
di essere
od un verbo
di divenire, noi
dobbiamo
ci
accostiamo a taluno
che non sappiamo sinceraaccoglierli nel nostro spontaneamente mente e spirito. Ma, per quanto riguarda il divenire, il
credo possa accedersi all'opinione che recentemente n' stata espressa, discorrendosi della legge divina che nella filosofia di Eraclito presiede alla vita universa, che essa non sia che la determinazione del concetto popolare greco di fato, superiore, indipendente da
fuoco,
il
logos,
gli
Dei(i).
a questo proposito giova osservare ancora
Ed
che
la
il
compilazione,
delle
pi rappresentativa
Forse
ha pensato che essa non fosse che il riassunto di un'imagine che spesso ricorre nel testo dell'Efesio, quella del fiume (2), e che rappresentasse una forma didascalica, pi che un principio
esplicito,
un'abbreviazione di
dossografi,
pi che un frammento autentico, mentre ha accolto il Travia xwpe, tutto procede, di Platone (3),
come come
(1)
Cfr. G.
sullo svol-
gimento
(2)
(3)
della
Platone. Firenze,
1903, a p. 8.
Fr. 12. 91.
Test. 7
a.
ed Eraclito d'Efeso.
63
un'espunzione, in sede
di
critica
congetturale,
questo dallo Schuster. A me sembra assai ardita tale esclusione, poich in quelle pa-
preceduto
in
fiume, mentre
parole
sostituite
di cui
di pi,
si
rinvengono
il
Anche
condo
la
nell'Efesio,
dunque,
si
riproduce
dualismo di forma e
di sostanza,
mia opinione, s'impernia questo sviluppo della prima filosofia greca, e nella sostanza che un continuo divenire, si determina il conquesto divenire la forma che prende la sostanza e la prende a punto perch sostanza, perch essa fuoco e logos insieme,
e ci materia, forza e proporzione, condizioni cetto del fato.
Ma
queste
Il
si
identifica
con
divenire:
di materia e di forza,
ma
solo di sostanza
d'esi-
come condizione
Un
con Empedocle, pi ampio minuto che non quello instituito dallo Schlger, dimostrerebbe ancora una volta la verit di questa interpretazione e ci aiuterebbe forse a compire la nostra conoscenza del sistema eracliteo, poich l'Agrigentino certamente riprese dall'oscuro filosofo molte parti del suo sistema, riordinandole in un quadro pi particolareggiato e preciso.
64
La
Filosofa presocratica
Ma Empedocle
dove Eraclito
sistema,
il
era, o
pi spietato espositore di un
che si direbbe pi tosto sentito che concepito. Assai pi sincero, nella vita e nell'opera, del mago d'Agrigento, assai pi semplice
di
lui,
anche meno colto, Eraclito diede tutto se stesso nel suo libro, con la sua passione e il suo sentimento, con il suo intuito e la sua rudezza, cos che allo studio diligente del suo
forse
dobbiamo chiedere aiuto per interpretarlo, non solo per molti punti della sua dotforme onde il suo trina, ma anche per molte pensiero pu collegarsi con la sua vita e la sua
stile
noi
Non
vorrei affermare
che,
come
ci
quasi certa-
stato in politica
autorizzano
pur non ebbe ad essere troppo soddisfatto del modo in cui la sua citt pratic lo spirito politico del tempo, non ebbe per a soffrire nessun traI suoi disinganni collo di ambizioni personali furono, per cos dire, obiettivi forse per il suo sconfinato orgoglio, una dominazione politica non in quanto egli era sufficientemente allevatrice mirava pi tosto a soggiogare intellettualmente gli uomini, e avrebbe preferito tenerli avvinti liberamente a s, in una dipendenza volontaria e
. ;
(1) Cfr. J.
Bidez,
La
biographie d'Empedocle.
Gand
1894.
ed Eraclito d'Efeso.
65
una tirannide politica (1). Per le sue parole, per ogni rispetto, non son quelle di un uomo soddisfatto, ed appaion tali
per
il
contenuto,
per
lo
stile,
per
molti
anzi
at-
teggiamenti.
Giova qui
detto
in ogni
richiamare
al
tutto,
quanto
s'
riguardo
pessimismo che
aleggia quasi
manifestazione dell'Eliade
primitiva; e anche
colorito generale
al
mente,
credere
questo cittadino sprezzante ed inviso, quando la considerazione della filosofia e della sua vita, posta in rapporto con quella della pratica e della politica della sua citt,
ardere contro
Efesii,
mostrano un antagonismo cos spiccato. Ancora, certi lati della sua filosofia sono risolutamente pessimisti, tanto per esempio da far vedere in lui un precursore di Schopenhauer e di Amiel (2), per ragioni logiche ed intrinseche, dipendenti da necessit intime del suo sistema. Abbiamo dunque molti elementi che giustificano ai nostri occhi la leggenda che di Eraclito fece un filosofo piangente, un Geremia dell'infelicit umana, un tetro profeta che, come si diceva un tempo dello schiavo dietro il carro del trionfatore, andava
ci
Ricordati che
penso che vi sia ancora un'altra ragione a dare di questa permanente tristezza, o meglio
io
(1)
(2)
Ma
Test.
(2) (3), 3.
Fr. 20, e G.
Mayer.
C. Pascal.
Bodrero, Eraclito,
66
di questa
La
Filosofia presocratica
pensare che egli sentisse in s la forza per essere qualche cosa di pi che un filosofo: dico meglio, egli forse si sentiva inspirato ad una grande poesia
vibra in ogni sua parola.
del pensiero.
amo
Ma
a lui
mancava,
forse, quella
una demenza
numera
il
nella
ma non
lui
il
era poeta
Mancava
forse a
senso del
(1) "
" " "
le
potique
pour
" "
rapport. Fnelon, J. J. Rousseau, Bernardin de SaintPierre, Chateaubriand, George Sana, sont poliques, mais ne sont pas potcs, c'cst--dire qu'ils sont bica-
pables d'crire en vers, mme en vers mcdiocrcs; facult speciale que possdent des gens d'un inerite bien " infrieur celiti de ces maitres illustres . Th. Gautier, Prface " Les fleurs du mal par Ch. Baudelaire.
"
Paris,
Lvy, 1888, a
p. 41.
(2) Il protagonista del romanzo II fuoco, di Gabriele d'Annunzio, a p. 517 dice: " Conosci tu questa parola " del grande Eraclito? L'arco ha per nome BIOI e " per opera la morte. Questa una parola che, prima " di comunicare a gli spiriti il suo significato certo, li " eccita Ma a p. 553 fa rispondere da un grande . Angelo, a coloro che l'interrogano, un discorso in cui, senza citazione di Eraclito, si leggono i frammenti 88, " .... Io so che il vivo come il morto, 51, 49 a, 60 e 90: " il desto come il dormiente, il giovine come il vecchio " poich la mutazione dell'uno d l'altro Io so che " l'armonia dell'universo fatta di discordie, come nella
ed Eraclito d'Efeso.
67
ritmo,
espressione musicale,
versi
la
un concetto gi formato, ma immedesima, come in una necessit di rivelazione, la sostanza dell'argomento con la sua manifestazione verbale. Eraclito non ebbe il dono della poesia: non tutte le Muse furono in torno alla sua culla. E pure, leggendo i suoi frammenti, ben di frequente vien fatto di sentirvi cos possente volont di poesia che dobbiamo meravigliarci di trovarci innanzi ad un prosatore filosofo. Nei suoi frammenti v' tanto materiale di poesia, e di poesia altissima, che saremmo quasi per dire che a volte Eraclito pi poeta che filosofo. In certe strutture del pensiero poi, egli solamente poeta. Tanto vero che, circa un secolo dopo, Scitino di Teo sent il bisogno di tradurre metricamente Ridotta o rifatta, la poesia non il suo libro (1 pi poesia il poema di Scitino non poteva non essere una mistificazione, indegna d'esser sottratta all'invidia del tempo ma pur sempre singolare il fatto che di questa materia dell'opera eraclitea, un poeta, per quanto mediocre, abbia pensato di construire una traduzione in versi. Segno che lo stile eracliteo aveva pur qualche reale virt di poesia.
).
;
;
Un
altro
argomento a sussidio
della
mia
ipotesi,
So che
io
sono basso
le
non sono,
che
beni
e in alto
Veggo
i
cose,
come
Imitazioni,
3.
68
La
Filosofia presocratica
Epicarmo, poeta questo veramente grande e poeta vero. Anzi notevole l'osservare come dal ceppo eracliteo sian discesi direttamente tal Epicarmo poeta, Ermodoro giureconsulto
esercit su
:
rapminiera presentava quell'altissima filosofia, che ne son derivati da un lato un poeta -filosofo, tra i pi profondi e aggraziati, dall'altro il consulente dei
decemviri, per
il il
gere all'Efesio
ius sepulcrorum
Non
senza
al
ri-
le
sue
Potrebbe anche osservarsi che questa ipotesi spiegherebbe in qualche modo l'avversione di poeti, e specialmente la sua poleEraclito per mica con Senofane (3), poeta vero anche questo
i
e filosofo.
a cui pi sopra ho accennato, forse Eraclito non poteva trattenersi da una certa animosit contro
chi era riescito
a far
della
filosofia
alla
in
poesia.
di
la
felicit
filosofia
con
(1)
la
genesi di questo
destino dei cadaveri e porlo in relazione con i metodi d'incinerazione e di seppellimento praticati negli usi funebri dell'antichit, considerando l'uso dei popoli marittimi o litoranei e quello dei popoli per cos dire pi continentali. (2) Oltre a molti frammenti che in Epicarmo ed in Eraclito sono identici, giova por mente al precetto epiprincipio relativo
carmeo
(3)
Fr. 40.
ed Eraclito d'Efeso.
69
poesia e sentiva che tale avrebbe dovuto esser la veste in cui la sua dottrina poteva conseguire
l'universale consenso. Pi assai
dei suoi
mecca-
suo filosofare avrebbe raggiunto la perfetta virt di persuasione se si fosse congegnato in ritmi armoniosi, e lo sforzo di stile di
nismi
grafici,
il
cui
fu
forse che
un
ten-
una prova che egli potenza ad esser poeta. Non pu infatti non riscontrarsi una sproporzione tra le sue idee ed il suo stile, e pi ancora
tra certe
che il suo stile dimostra e quello che esso realmente. Nelle sue parole sono i germi ideali di una grande poesia, ed anche un evidente sforzo di affidare alla loro collocazione, alla forma grammaticale, al construtto, al loro suono, elementi teoretici e pratici, d'espressione e d'ideazione. Come dunque, con tale
attitudini
spirito e
con tali intenti, Eraclito non scrisse in poesia? Forse che la materia da lui trattata era pi arida di quella che tratt Empedocle, pensatore per lo meno altrettanto grande, ma poeta mediocre, al quale la pi grande audacia di profeta consenti di diluire in versi una dottrina quanto altra mai particolareggiata ?
Pi conscienzioso, pi
sent
riflessivo,
un Eraclito non si
e sotto
poeta e pare a noi di afferrare riflesso nelle sue parole il grande dolore che n'ebbe. Il bisogno prepotente di dire il suo logos, la necessit, che egli chiaramente vedeva, di esprimerlo in una forma consona al suo spirito ed insieme all' indole della dottrina,
i
che questa
70
La
Filosofia presocratica
non potendo
scriver
per accontentarsi di disporre in versi le sue parole, tutto ci fece s che l'opera sua non dovesse contentarlo. La depose al tempio d'Artemide, come per consacrare all'immortalit grandissimo sforzo, ma anche forse, come il suo offerta votiva del suo gran disinganno Eraclito poeta sarebbe stato il pi grande filosofo.
poesia,
non
volle
* * *
suo pessimismo cos amaro sembra a me di veder risplendere una nota soavissima di sentimento, come un'emanazione di una poesia interiore che nel profeta tragicamente terribile, nel filosofo tenebroso e truce, nello
Pure, in
questo
poesia dell'infanzia. Per scarsi che siano frammenti dell'opera sua e le notizie della sua vita,
i
pure negli uni e nelle altre troviamo assai di frequente espressa questa sua simpatia per i bambini,
la
quale rivela
tal
i
tal
commossa tenerezza
del
volta
dissi-
fanciulli,
tal
come
contributi fantastici
di
d'espressione,
altra
un'indulgenza piena
ingenui
bont e
rampolli
dell'uomo,
volta
dente per la loro semplice spontaneit. Certo fanciulli non avrebbero scacciato Ermodoro, se, essendosi impiccati gli Efesi uno per
i
i
ed Eraclito d'Efeso.
71
reggimento della citt; e cattivi cittaper ci meglio che governarla con picdini, il filosofo preferiva giocare a dadi con coli, presso al tempio di Artemide. Poich aveva fiducia di questi esseri fragili ed ingenui, pi che degli uomini, tanto che il giorno prima della sua morte ad essi affid la cura di applicargli una sua strana terapia per l'idropisia da cui era affetto, dopo aver svillaneggiato medici con gli scherni pi filosofici e pi conformi alle sue dottrine. E doveva aver osservato i bambini con affettuoso interesse: aveva veduto come essi s'ingegnino di condurre l'ubriaco, e assistendo e partecipando ai loro giochi, aveva trovato in questi l'analogia dispregiativa con le opinioni degli uomini ai fanciulli alludeva, forse non senza un moto di compassione per l' ignoranza ereditaria a cui erano condannati, parlando di quei figli di babbo e mamma che non sanno dir altro se non: Cos
uno, fosse loro rimasto
il
i i
sciano
vinit,
figli
cieca fede,
i
come
fanciulli
pu dar loro ad intendere quel che crede. Tanto gli piacevano, che da essi riprese la similitudine del tempo (1) e quella riguardante
e
coloro che
ingannano quanto alla conoscenza delle cose visibili, riproducendo qui con compiacenza una facezia corrente ai suoi tempi (2). I fanciulli erano la spontaneit, l'ingenuit, la naturalezza ed eran certo in ogni senso pi
s'
,
(1)
(2)
Test.
Test. 5 e la nota 2 a pag. 31. 1, 2 e fr. 20, 52, 56, 70, 74, 79, 117.
72
La
Filosofia presocratica
prossimi
alla verit
che non
gli
uomini.
E comil
muove
il
che Erostrato doveva distruggere, a punto con il fuoco il giorno in cui nasceva uno a cui tutti avrebbero obedito, salvo un altro filosofo forse altrettanto scontroso ma non certo egualmente fanciulli che lo guardano profondo, gioca con
i
meravigliati
lo
ascoltano
come un uomo
e ri-
prendono animo
dono con
al
lui,
governo della repubblica, e gli si mostrano quali sono, quali, secondo lui, dovrebbero in un certo senso esser tutti gli uomini, con la loro grazia spontanea e gentile, con la loro semplicit naturale e sorridente. Il fiero filosofo che aggrotta le ciglia nel nobile bronzo del Museo di Napoli, sembra cos accostarsi alle delicate statuette dell'arte ellenistica, a quei putti che giocano
nel
marmo
rosato,
come
in
un contrasto pro-
di significati e di poesia,
sembra
venire
si
compongano per un
parvulos
ad me.
crebbero
e,
,
:
naturalmente degenerarono questi fanciulli che non erano immorali poich per sentimento erano spontanei, l dove immorali erano gli uomini poich per ignoranza si sentivano orgogliosi, questi piccoli efesii andando
all'eccesso opposto ed esagerando le dottrine del
Ma
maestro divennero poi eraclitisti accaniti ed intolleranti. Certo alcuno di coloro di cui Platone, che per solito parla del filosofo con rispetto, si
ed Eraclito d'Efeso.
fa
73
beffa nel
Teeteto,
la
viva e recente
tradizione di Eraclito,
altro ritenne, solo per esser nato nella sua citt, d'essere erede legittimo del suo pensiero, alcun
per egual ragione, d'aver diritto di vestirsi delle sue apparenze e di interpretare e contraffare le sue dottrine. Parlando, in fatti, del
altro,
Teeteto esclama Teodoro: gli amici di Eraclito fan da corifei a questa dotSocr. trina con un impeto da non dire. Per il che, caro Teodoro, siamo in maggior obbligo di esaminarla, e da principio, secondo Appunto. Giacch per essi guidano. Teod.
fi-
giunta di
dottrine eraclitee
o,
come
tu dici,
omeriche e ancora pi vecchie, non possibile di conversare con quelli di Efeso, che presu-
mono
di esserne a giorno, pi
che non
si fa-
rebbe con della gente presa da tratti in qua e in l, proprio come i loro scritti, e rimanere sopra un discorso o
frenesia. Che,
davvero, son
domandare ciascuno
paci
alla
men
neppure per
<
anche troppo se tu consideri che calma non ve n' neanche un ette in costoro. Ma se tu fai a un di loro una domanda, ti tiran fuori come da faretra, mottetti enimmatici e te ne saettano, e se tu cerchi di farti render ragione di ci eh' egli ha inteso dire, sarai colpito di un altro motto rimpastato di fresco, e non verrai giammai a capo di nulla, con nessun di loro anzi neppure essi stessi tra di s ma osservano assai bene quel non lasciar mai nulla fermo n nel discorso, n nei loro
nulla, tu dici
; ;
74
La
Filosofia presocratica
animi, reputando, a
me
pare, che
il
fermo
sia
stabile
e,
ora a questo essi fanno gran guerra, per quanto possono, lo caccian via di per
:
ogni dove.
Socr.: Forse,
Teodoro, tu
gli
ri-
ma non
;
ti
sei
trovato con loro mentre eran in pace che non son tuoi amici. Ma, ai lor discepoli che vo-
gliono
in
rendere simili a s, discorrono, credo, Teod:. pace, quando gliene avanza tempo.
uomo?
Discepoli l'un
dell'altro
neppur
si
fanno costoro,
ma
pullusia,
da un che non sappia nulla. S che da loro, com'ero per dire, tu non riusciresti mai a farti render ragione, n di buona, n di mala voglia. Bi sogna metterseli davanti essi stessi, e studiarli (i) come un problema. Non sembra di vedere i moderni nietzschiani che al caff.nei loro discorsi riducono la coniugazione dei verbi alla prima persona, degnandosi di servirsi tal volta della seconda e della terza solo in funzione di supremo disprezzo? Anche da
divino furore, e l'uno crede dell'altro
questi,
come
non
sarebbe possibile trarre una sola proposizione sensata o la dimostrazione che conoscono la data di nascita del loro autore od i primi rudimenti della lingua tedesca. Ma tale spesso la fortuna di certi pensatori, e forse in questo riscontro consiste l' analogia pi seria tra il profeta di Zarathustra e il tenebroso Efesio, per l' essenza
della quale,
tuali
come
dire
ebbe a
il
Nietzsche
(i)
ed Eraclito d'Efeso.
:
75
Io non sono avrebbe esclamato ironicamente un nietzschiano Ala per restare nell' argomento della fortuna e riprendendo quanto si detto dell' Efesio poc'anzi, giova pur notare che da Eraclito oltre ai nominati da Diogene, prendon luce due figure
!
tra le
pi singolari
nella storia
dell' arte
del
per essere solamente filosofo, sent il pessimismo eracliteo nella sua sostanza nazionale l'influenza
:
si
esercita
di singoli tradut-
giunga a produrre
come
mai stati apprezzati nel loro giusto valore, che, e non sempre, da una ristretta cerchia di intimi.
questa categoria di divulgatori e di rinnovatori appartengono i due citati or ora, dei quali Epi-
carmo
riprese,
come ho
detto,
racliteo,
ma
lo
ammoll, lo
elo
umanizz, lo addolc, in un senza seduzione l'ipotesi che riconnette a lui, e per ci indirettamente ad Eraclito, la misoginia di Euripide, quando si pensi che Epicarmo defin la moglie un ben adorno infortunio (1). Ma oltre al contenuto poetico o, per cos dire poetizzabile, negli scritti dell'Efesio si trovava un contenuto pratico di cui si serv Ermodoro per informarne la legislazione romana: Possiam pen sare che l'amico e discedice il Chiappelli
sorriso ironico:
non
concetti del-
ti;
1 sg.
76
La
Filosofia presocratica
l'oscuro Efesio
come
che
cooper a compilare e ci tanto pi facilmente, in quanto che le leggi soloniane contenevano gi delle disposizioni molto affini riguardo a gli usi funebri . molte altre derivazioni eraclitee potremmo trocorpo
di leggi
egli
vare,
se
analizzassimo
storia
tante
altre
correnti
di
rono
la
delle civilt
greca,
ellenistica e
sarebbe studio arduo e pericoloso, a cui ci autorizzerebbero forse pi il nostro desiderio, e per cos dire, la nostra divinazione, che non la severa disciplina della critica.
* * *
romana,
ma
ecco quanto rimane di Eraclito. Non ho voluto della sua dottrina far qui un'esposizione compiuta per varie ragioni. Anzitutto perch sarei caduto forse nel difetto medesimo che mi son permesso di censurare ne gli altri espositori, volendo definire, transcrivere in terminologia mo-
Ed
schema
unito
e
della nostra
personale,
questa filosofia cos serrata, e concepita cos logicamente, per quanto dato a noi di arguire,
che poi non sarebbe stato facile, a punto perch sia per il diverso meccanismo della concezione, sia per lo stato in cui essa ci giunta, non pu lo storico porre legami che non siano consentiti dalla stretta osservanza del metodo, ma deve attenersi alla realt del suo materiale, animandola d'ipotesi per quanto
e cos sinceramente.
Il
gli
possibile geniali:
tale,
per esempio ,
dal
me
sembra,
il
metodo seguito
Gomperz,
nel
ed Eraclito d'Efeso.
77
suo libro eccellente, il migliore anzi che sia stato sin qui pubblicato su la materia. D'altro canto, di tali esposizioni gi molte son state tentate,
in
opere
generali
speciali
e via dicendo,
definizioni,
ed esse tutte
interpretazioni,
transcrizioni, partizioni,
secondo qual si voglia sistema o preconcetto. bene che coloro a cui questi libri si dirigono possano tornare direttamente alle fonti delle filosofie, in un diretto contatto con pensatori l'indole del presente volume non consentiva un'esposizione minuta e strettamente critica della dottrina dell'Efesio, opera questa che del resto, dopo quanto ho avuto occasione di dire e di ripetere, non era n facile, ri opportuna, n forse anche, mi permetto di dirlo, or mai possibile. Per la conoscenza di un pensatore come questo, i frammenti e le notizie raccolte danno, nel loro fascino di relii
:
quie,
il
dimento, poich si collocano, si accasellano di per s nello spirito di chi legge e vi si collegano secondo le analogie individuali di simpatia e di pensiero. Il volume del Diels da cui i frammenti son tradotti, nella sua schematica aridit, la quale pur cela intenzioni ed esegesi audacissime,
la
cratica, e constituisce a
mio vedere
il
monumento
definitivo
di
ad esso deve ancora collocarsi l'esposizione veramente moderna di questa filosofia, quanto altre mai altissima. Dopo una bibliografia che mi son studiato di render compiuta, per quanto m' stato possibile,
lato
Bodrero, Eraclito.
7
78
e che
La
Filosofia presocratica
comprende
ci
che su
l'
argomento a
mia notizia sia stato scritto sino a tutto il 1908, segue dunque la traduzione di quanto si trova di Eraclito e su di lui nel volume di Diels. L' insigne professore di Berlino non ha dato in
questo libro alcuna giustificazione dei
criteri in
base
ai
il
suo materiale
le
di lavoro e d'indagine,
insieme con
i
dilucida-
suo metodo ed
la
suoi risultamenti.
si
divide
testi-
in tre parti:
prima (A)
comprende
le
nianze
seconda (B)
di
frammenti, divisi
la
in
cati;
questa, la
De
questo un trattatello probabilmente che della prima met del quarto secolo a. C. contiene dottrine di Eraclito, Anassagora, Emdiaeta.
,
pedocle, Archelao,
di Platone e di
ma
Aristotele.
La
prudente, come sempre, e si riferisce alle proposizioni che posson sicuramente chiamarsi eraclitizzanti tralasciando ci che l'opuscolo contiene di solamente simile al pensiero dell'oscuro filosofo, e ci che v' gi di conosciuto e con maggior esattezza da altri frammenti di certa attribuzione. Forse non sarebbe stato inopportuno dare una maggiore estensione a questa
molto
,
appendice,
dal
al
riportato
Bywater o meglio ancora dal Soulier, ma il far questo avrebbe esorbitato dai limiti rigorosi in che il volume del Diels vuol mantenersi. L'au-
ed Eraclito d'Efeso.
tore
79
del
De
i
diaeta,
d'altra
parte,
sfruttava a
man
in
che consultava, poich proprio sul principio del suo opuscolo avvisa che su
salva
libri
<
cose ben dette dagli autori anteriori non possibile, se si vuol scriverne diversamente di scriverne bene . Un'estensione maggiore,
le
non
dunque, a questa allegazione, avrebbe servito se altro come contributo a quella che pu chiala
fortuna di Eraclito, e lo stesso pu dirsi del brano di Platone che ho transcritto poc'anzi,
marsi
che dal testo del Bywater, ho tradotto in continuazione al materiale dielsiano. Ma il severo scienziato tedesco vuol serbarsi austeramente nei confini segnati dal titolo del suo volume.
epistole
eraclitee
e delle
pseudo
Le
epistole,
come pu
risultare
anche
alla let-
ma
a bastanza ingenui di pensiero, di dottrina e di stile opera di uno o pi falsarli, probabilmente di un soletterarie, esercizi
sono composizioni
fista
dopo
Cristo,
non
ignaro
se
Antico Testamento, seguace delle dottrine stoiche, il quale ebbe modo di leggere
ricco
libro di Eraclito, al
di esso
meno un
e dalle
(1).
Costui, da molti
stile ai
particolari,
allusioni, si
ma
pi specialmente dallo
che della stoica era non tepido amico della dottrina cristiana. Si direbbe per che le fonti a
cui attinse fossero
delle nostre, dal
(1)
Cos
il
80
nelle sue
di
La
Filosofa presocratica
quanto noi possediamo. Evidentemente egli ebbe per le mani taluna di quelle compilazioni pi di cui Aetio e Laerzio Diogene, per dire comunemente conosciuti, sono sopravissuti rappresentanti, e tale raccolta forse una di quelle
i
onde deriva taluna fra le superstiti, poich queste lettere non c'insegnano veramente che ben poco di pi di quanto apprendiamo dalla nostra supellettile.
Tutto
al
che Diodoto attribuisce al libro di Eraclito dicendo che esso non era in torno alla natura, ma in torno alla constituzione politica e che quanto v' in torno alla natura riferito a cagion d'esempio (i). Ho voluto che la mia traduzione avesse un solo pregio la fedelt, e mi son sforzato di esser preciso fino allo scrupolo ed obiettivo sino a rendere in italiano l'oscurit stessa dell'Efesio, con tutti suoi caratteri, senza tentare in alcun
:
modo
di violentarne
il
era in versi
ho tradotto
un verso,
di
Omero,
ma
di ca-
rattere pi strettamente filologico: qui occorreva darne per ora una veduta d'insieme, per quanto era possibile, fedele, anche perch la bibliografia italiana della filosofia chiamata presocratica cos scarsa, che convien rifarsi dal principio, se si
(1)
(2)
Test.
(15).
a.
Test. 22
ed Eraclito d'Efeso.
81
qui
mi corre
gratitu-
l'obbligo di esprimere
la
mia profonda
dine
siglio,
del
prezioso
aiuto,
d'ellenista e di
scrittore,
ma
un
il
revole dottrina.
Ecco dunque ci che rimane di Eraclito Il pensiero moderno molto avrebbe ad apprender
.
da
la
lui,
ma
specialmente per
coerenza della vita con la dottrina professata. Nel nostro secolo di debolezza e di impotenza, non senza una profonda meraviglia, noi ci accostiamo ad emanazioni cos complesse e coraggiose di altissimi spiriti. Noi, avvezzi a frazionare, a sezionare, a specializzare, ad anatomizzare, a limitarci in fine,
di
e,
per s e per
loro
scuole,
d'essi
lo
risolvevano
tutto, e forse
audacemente.
per questo oggi di Eraclito si parla tanto, e non sempre a proposito. Per ragioni di reazione e per ragioni di consenso ad un tempo, il filosofo d'Efeso sembra
si
Ognun
seppe
affratelli
sua morale e la la sua fisica e il suo individualismo, la poesia del suo stile e il suo pessimismo superbo, il suo panteismo monista ilozoistico e la sua fredda logica che cosi spesso si appassiona poi sino all'entusiasmo, son argomenti che non possono non atnostro secolo:
82
La
trarre
invincibilmente
il
vivono questi filosofi, ogni tanto, e ciascuna epoca se li appropria e li traduce per s e li adatta al suo carattere e si aggioga al loro influsso, per infinite palingenesi onde pare la loro eterna virt. Non altrimenti accade d'ogni sublime creazione, come per un dominio immortale che nessun volger di secoli saprebbe debellare, come per una perenne ricchezza di che i supremi artefici abbian
fatto divino
dono
all'umanit.
QUANTO RIMANE
(DlELS
2
,
SU ERACLITO
p. 54-87)-
aia
' a m ^b
~b
l l S"
ai
ERACLITO
i.
Testimonianze su
la
vita
e su l'insegnamento.
Vita.
1 (i)
o,
figlio di
Blisone
fior
Laerzio
Diogene
come
torno
in
olimpiade sessagesimanona.
altro e
Fu
su-
altamente sent di
come chiaro da quel suo scritto in cui dice: L'erudizione non insegna ad avere intelligenza: l'avrebbe in fatti insegnato ad Esiodo e a Pitagora ed in oltre anche a Senofane e ad Ecateo.
s,
(Indicazioni
1.
Diog. IX
1-17.
= 504-501.
Framm.
(Note di E. B.J.
da Laerzio Diogene, una compilazione disordinatissima senza altro valore che quello del materiale raccolto, e per delle notizie riportate.
vita, scritta
Questa
86
una cosa sola il sapere, (ci ) conoscere la ragione che governa il tutto penetrando nel tutto. Disse che Omero sarebbe stato meriEssere
tevole
cacciato dalle gare e bastonato e parimente Archiloco. l'incendio (2) Disse pure che pi che
d'esser
che
le
il
poleggi
gli
come per
l
le
mura.
l'amico suo
Ermodoro,
lasciassero
essi
la citt ai
Ermodoro, uomo
pi valente, scacciarono dicendo: Non vi sia tra noi nessuno molto valente,
se
no via,
con
gli altri!
chiamato
da loro a dar leggi, sdegn di farlo per esser la l citt gi troppo in bala del mal governo tempio di Artemide gio(3) Ritiratosi presso il
.
fanciulli e standogli in
torno
(2) (3)
Fr. 43, 44, 121. (Il Diels non riporta l'epigramma di Laerzio.)
come ha
veduto
transito
il
Lasalle, su la
dell'
anima dal corpo nel fuoco a traverso l'acqua. Questo proviene, come sembra, da un libro parodico di Ermippo, molto usato, irep Gavaxujv.
Ci le cose andavano
porre rimedio.
/.
Testimoniarne su
la vita e
su
t'insegnamento
87
meravigliate?
miserabili,
far
In
odiando
gli
i
segregandosi da loro,
viveva su per
che, caduto
in citt
Ne venne
ammalato
dov tornare
far
ove consultava
potessero da abondanza
siccit: e
pioggia
essi,
si
il
venire
in
non intendendolo
seppell
una
stalla di
calore dello
umori
l
.
non avendo
V' su
cos
:
di lui
Spesso ben strano il caso m'appare d'Eraclito, come, poi che comp la vita, misero! a morte venne. Morbo maligno in fatti irrigandogli d'acqua le membra
negli occhi
(4)
il
sol gli
Ermippo,
poi, riferisce
ai
gl'in-
avendo
essi
detto di no,
di coprirlo
il
espose
al
bene
mor
giorno
seguente
fu
seppellito
nell'agora.
(4)
fr.
Ermippo
FHG
III
42
fr.
88.
Neante
FHG
III
11.
Lo
sterco usato
come vescicante
volta
di
uso comune
i
anche
contadini
88
Neante
e,
egli
lo sterco egli si
indugi
nosciuto (per
(5)
dei cani.
Fu
meraviglioso
di
da fanciullo, poich da
nulla; fatto per
giovane disse
di alcuno,
non saper
ma1
Non
fu discepolo
ma
Afferma per Sozione che alcuni dissero aver egli udito Senofane
e d'aver
imparato tutto da
In torno a Eraclito
un
altro
si
Il
libro
che
ha
si
complesso
Della natura
lo
appese
alcuni
(in voto)
mide come
vogliono,
avendolo
i
scritto
si
capaci
(5)
Fr. 101.
Al tempo
di Eraclito
non v'erano
tre libri.
Questa partizione anche inverosimile. Pu darsi che sia stato ordinato in questo modo un compendio alessandrino.
(6)
Timone
di
deposizione
FHG
Cfr. le poesie di
punto di contatto tra morale tradizionale dei sette savi (yv>8i ocauxv) ed
In questo Eraclito segna
il
la
il
precetto socratico.
/.
Testimonianze su
la vita e
su l'insegnamento
89
di lui
tra questi
grande animo
riferisce
Antistene
il
Dia-
doche
tello.
che ci
tanta gloria
egli rinunzi
regno
al fralui
ebbe
i
il
suo
libro,
che di
vi fu
anche una
generale
setta,
le
(7) In
se-
questo
il
si
risolvono; tutte
le
cose
si
generano
cose sono
secondo
fato e le cose
mondo
2
.
che
sole
dett
(7)
questo luogo
"
il
lacuna.
Protagoras Metaph. B n pur vero questo, che la geodesia si p. 538. 7): " riferisca alle grandezze delle cose sensibili e corrut" Ubili: poich si corromperebbe con il corrompersi " delle cose. Ma in vero neppure la astronomia sarebbe " allora intorno alle grandezze sensibili n in rapporto " al nostro cielo. Poich le linee sensibili non sono tali
2
Cfr. Arist.
32 (Diels
"
quali dice
il
geometra
che sia cos retto o cos rotondo (come una figura geometrica): poich un cerchio tocca una retta non per un solo punto, ma cos come diceva
in fatti
Protagora, redarguendo
Bodrero, Eraclito.
geometri
go
confini dell'anima per qualunque strada procedessi, tanto profonda n' la ragine. Disse la presunzione un'epilessia e
anche:
Non
rinverresti
che
la
vista
c'inganna.
E qua
e l nel
libro
uomo
vazione d'anima; e
la
concisione e
la
gravit del
suo
stile
sono incomparabili.
a parte a parte le sue sentenze
(8)
E
il
suonano
di
cosi:
fuoco
le
essere
l'elemento
scambio
fuoco tutte
cose, generate
per rarefazione o
condensazione;
ma non
opposizione
questo
e tutto
di fiume: e
cosmo
periodi
il
esser uno,
di
e generarsi
esso dal
fuoco
certi
per incendiarsi
per tutta
ci avvenire
secondo
fato.
degli
guerra e
lite,
combustione, con-
cordia e pace
e la transformazione essere
una
il
via in su e in gi e
cosmo.
(9)
Il
fuoco in
fatti
addensandosi liquefarsi e
e dice
la terra
che questa
fondersi, e
il
la via
Di nuovo poi
da essa
riducen-
resto,
(8)
ir.
/.
Testimonianze su
la vita e
su l'insegnamento
91
dolo
luogo
prodursi
evaporazioni dalla terra e dal mare, quali splendenti e pure, quali tenebrose: e dalle splendenti
nutrirsi
il
Che cosa
sia
ci che
sono
in esso
evaporazioni splendenti
gli
(io)
la
fiamma del
altri astri
caldissima. Gli
essere in
fatti
pi distanti
meno
splendere e
meno
alla
pure pi vicina
Il
non
sole in
vece
starsi in
per ci riscalda e
luna ecclissarsi
E
il
il
sole e la
quando
a poco
gli
scafi si
rivolta,
il
giorno,
la notte,
piogge,
conda
(11)
L'evaporazione splendente,
sole,
in fatti, infiamil
produrre
giorno,
la
notte
il
caldo,
lo
splendore, causare
l'estate e
per
condurre l'inverno.
analogamente a
ci, deter-
gi)
Cfr. Test. 4.
92
mina
terra
sia e
le
altre
cose,
ma
della
non spiega
ci che egli
pensi che
n pure degli
sue opinioni.
In torno poi
a Socrate ed
che
questi
ebbe a
(di
secondo Aristone, ricevendo il libro Eraclito) che Euripide gli aveva recato, abbiam
dire,
grammatico dice che un certo Crotone nel Catacolumbete narra che un tal Cratete fu il primo a portare il libro nell'Eliade e a dire che occorreva un nuotator di Delo per non affogarvisi *. Lo intitolano alcuni Le
(12)
Per Seleuco
Muse
altri
Diodoto
altri
un giudizio
tutti
2
.
di costumi,
una regola
egli,
di co-
stume per
Si narra che
interrogato
Perch abbiate
(12)
Seleuco manca
ai
FHG
III
il
500.
a dire
si
rife-
risce a Socrate.
Quanto dopo
verso, probabilmente
originario sguito
versi di Diodoto.
II
Seleuco Kaxa-
Ko\uu(?r|Tf)<;
forse ha
Secondo lombaro
versione (D. L.
II
22) la frase
la
del pa-
di Socrate.
La
conserva
a Socrate anche qui. Cfr. Test. 4 e, e la nota a pag. 51. 2 Qui il testo affatto guasto, e non siamo punto sicuri di riprodurre
n anche
il
senso.
/.
Testimonianze su la vita
su l'insegnamento
93
la
Anche Dario
gli
il
desider
l
.
scrisse: (13-14)
re dei Persiani!
Demetrio poi negli Omonimi * dice che egli guardava dall'alto in basso anche gli Ateniesi, avendo grande stima di s, e che pur essendo
deriso dagli Efesii, preferiva per
patria.
rimanersi in
Fa menzione
di lui di
lereo, nell'
quelli
in
Apologia
Socrate
il
Molti furono
:
suo libro
Pontico,
(sono)
fatti
Eraclide
Cleante,
Sfero
lo
l'Eraclitista, e
Nicomede
il
e Dionisio e, tra
il
matici, Diodoto,
gramlibro non
i
ma
in
torno
alla
con-
il
poeta
dei
Giambi
intraprese
tradurre
metrica-
[(13-14)]
Seguono
e la risposta di Eraclito
che
,
il
D. non riporta
come non meritevoli di attenzione rimandando a Hercher Epistologr. 280 sgg. (15) Demetrio manca FHG II 366. Eraclide p. 88
Voss.
(16)
Jeronimo,
fr.
23 Hiller. Scitino
cfr.
Imitazioni
3.
Primo epigramma
secondo IX 540.
che il Diels non riporta, si trovano nell'appendice ove ho dato tutte le epistole pseudolettere,
Le due
eraclitee.
94
mente
su di
suo
tra
:
libro.
i
si
lui,
quali questo
Sono
Eraclito
Non per
voi ho penato,
ma
Val trentamila un solo e gl'innumerevoli nulla: Questo io vi grido ancora, ben che sia con Persefone!
quest'altro
Non svolger
in torno al
il
volume
perno; troppo faticoso il sentiero! ma quando un iniziato t'introduca, pi chiaro del sole che risplende!
notte e scura tenebra;
(17)
il
Vi furono cinque Eracliti: questo il primo, secondo un poeta lirico, di cui si conserva un
dei dodici dei
,
il
Encomio
il
limaco
storia
il
quarto di
il
Lesbo,
una
Macedone,
che fu
(17)
la. Suid.
Cfr.
Shelley Epipsychidion
song,
I
1.
My Who
few
fitly shall
Of such hard matter dost thou entertain; Whence, if by misadventure chance should bring Thee to base company (as chance may do)
Quite unaware of what thou dost contain
I
My
And
them
bid
them own
/.
Testimonianze su
la vita e su
l'insegnamento
fu
95
scolaro di
filosofo,
ma
plicazione,
dropisia,
form (da
s'affid ai
s).
ammalato
d'i-
non
medici affinch
lo curas-
sero
come volevano, ma
i
mentre
della
giaceva cos,
Altri
cani sopragiunti
lo
sbranarono.
sotto
dicono
che
morisse
sepolto
sabbia.
egli
fane
ed
Pitagorico.
Viveva
l
.
nell'
olim-
d' Istaspe e
2 Dice [Ferecide] che l'emigrazione degli Ioni dopo quella degli Eoli, fu guidata da Androclo,
figlio
Stkabone
legittimo di Codro, re di
Atene
e che costui
fu
il
formato col
chiamano
re
ed
ba-
hanno alcuni
la
cerimonie
Demeter
Eleusinia.
3
che
2.
E. di Blisone persuase
il
Melancoma
si
tiranno
a deporre
lo
potere. Egli
non
Clemente Alessandrin
Strabo XIV
Clem. Strom.
1
p. 632, 633.
FHG
98
fr.
11 1.
65
p.
354 P.
tino di
Evidentemente Teo.
si tratta di
Sci-
96
Stradone
Sci a
Ivi
menzione e
detto l'Oscuro ed
Sarebbe bene Ermodoro di cui egli disse che gli E f sii s'appiccassero tutti in massa e lasciassero la citt ai ragazzi
poich essi Ermodoro uomo fra tutti loro il pi valente scacciarono dicendo: Non vi sia tra noi nessuno molto valente, se no via, e con gli altri!
Sembra che
leggi per
Plinio
i
sia quello
stesso
Romani
1
.
Vi
fu nel comizio,
Ermodoro
tarono
Tp.mistio
i
3b
e
al piacere, via
quando
citt
guerra, la loro
vertivano
fu circuita
il
d'assedio dai
stesso.
Ma
viveri incominciarono
la
a mancare nella
citt.
Quando
loro,
i
fame
incom-
beva gravemente su di
cittadini si adu-
121.
XXXIV
21.
b.
a Themist.
tt.
pe-n'ic p.
II
nulla a che
nell'intro-
Come
ho mostrato
tradizione che di
Ermodoro
ha
fatto
il
/.
Testimonianze su
la vita e i
su P insegnamento
:
97
venissero a
mancare
mezzi di sussistenza
ma
nessuno osava consigliare che essi dovessero limitare la loro mollezza. Mentre essi erano tutti
d'orzo,
la
mischi con
questo
tutto
il
di averne
ma
se ne
andarono avendo
ac-
quando i loro nemici appresero che essi avevano imparato a vivere ordinatamente e che regolavano il pranzo secondo il consiglio di Eraclito,
Ma
mentre erano
davanti all'orzo
Plutarco
di Eraclito.
b Coloro che simbolicamente, senza parlare
non
son'essi lodali
ed ammirati singolarmente?
richiedendo a
lui
i
Come
E.
(il
quale)
dir
la
suoi concittadini
la
di
un
pre-
concordia,
sal
su
fresca, e spar(la)
il
bevve e
conten-
avendo ad
che
si
mostrato che
il
ha ed
dispendiose conserva
b Plut.
le citt in
de garr.
il
p.
511,
8C.
di
Cfr. Schol.
Hom. BT.
dal
poich
laconismo
Eraclito
deriva
suo libro e
la bibita
98
Scritti.
Aristotele
si
a farsi
intendere
il
x
:
poich
le
si
le
due azioni
n
(si
si
equivalgono:
ottiene,
che con
molte congiunzioni
ottiene,
(si
con
le
poche) non
ha
non
facile punteggiare
come
Poich
clito,
difficile
punteggiare
opere di Era(la
in
interpunpro-
zione)
Di tal ragione che sempre inconDove quel sapevoli sono gli uomini.
sempre non
Demetrio
si
sa a che
si
si
(deve)
riferirlo.
:
E
:
la
chiarezza
ha
in pi casi
in
primo
non
in
ove incominci
di
ciascuna proposizione,
come
fatti
nelle opere
Eraclito.
Lo
sciogliere
produce per
lo pi tali tenebre.
1,
5-7,
b
12,
15, 16.
1.
a Arist. Rhet.
b
V^. i407
11. Fr.
Demetr. 192
Reminiscenze
dei
aristoteliche.
Era ed
a chiedersi se vroq od
siano da punteggiare.
Ci dev'esser chiaro sia alla mente, nella lettura fatta con gli occhi, sia quando s'ha da leggere a voce
1
alta
cile
ed
(materialmente) e
fai
a intendersi
ci
che
il
lettore
non
esiti
a porre
Quanto
( )
/.
Testimonianze su
la vita e
su
finsegnamento
lui
99
[SoLaerzio
Diogeni;
e Si
dice che
il
Euripide avendo a
crate] dato
Che
te
ne pare?
domandasse:
ed
egli
rispondesse:
:
Le cose che ho capito sono egregie (tali) anche quelle che non ho capito
occorre da vero un nuotatore Delio.
credo
sol tanto
Insegnamento.
5 a Ippaso Metapontino ed E. Efesio (pongono) un solo principio anch'essi, moventesi e limitato, ma danno il fuoco come principio e dal fuoco fanno le cose per condensazione e rarefazione
e
le
Aristotele
disciolgono
di
nuovo
in
fuoco
come
se
non
di
vi
che questa
scambio
transfor-
mazione del mondo secondo una necessit fatale. b E. ed Ippaso Metapontino (pongono) il
fuoco
Aetio
come
principio
di
tutte
le
cose. Poich
le
cose
da prima
racco-
fatti
parte pi
massiccia
di
esso
c Diog.
II
22.
Insegnamento
Cfr. gli
estratti
1,
5.
984"
7.
fr.
b At.
3,
11 (D. 283).
IOO
produce
si
ed
in
fine
evaporandosi (questa)
il
i
fa
Di nuovo poi
si
quelli
che
allo stesso
modo,
6 a Dice
cosa
le
si
muove
paragonando
potresti discender
Aetio
b E. toglieva dal
stabilit
:
mondo
l'immobilit e
ai
la
poich ci s'appartiene
il
morti
e re-
stituiva a tutti
movimento, eterno
alle
cose
Aristotele
la
7 Poich impossibile che chi che sia ritenga stessa cosa essere e non essere, secondo
8 a E.
(dice)
il
e
6.
Gal. de elem.
sec.
7.
8.
a Plato Cratyl. p. b At. I 23, 7 (D. 320). Arist. Metaph. T3. ioo5b 23. a At. I 7, 22 (D. 303). Cfr. Test.
K.
12.
(7).
/.
Testimonianze su la vita
il
su V insegnamento
101
dio) e
destino (essere)
la
mezzo
che
destino
quale
e
()
lo stesso
la
necessit.
come
il
corpo etereo,
la
il
seme
della
generazione di
ogni cosa,
9 Come
stranieri
si
che volevano
lo
visita;
si
quali poi
che presentandosi
la stufa,
si
videro che
egli
scaldava presso
fermarono (ed
dei)
fece loro
animo
su
luogo eran
gli
cos
pure
all'indagine
da per tutto
10 a
creato,
Tutti dicono
adunque che
(il
cielo)
altri
ma
che
( creato) corruttibile
come qualunque
altra delle
cose che son messe insieme secondo natura, ed alcuni che a vicenda ora in questo modo ora
altrimenti
cos,
distruggibile
ci
sempre accadere
come
(opinano)
Empedocle Agrigentino ed
E. Efesio.
b
e
27,
(D. 322
28, 1 (D.
9. Arist.
10.
Bodrero, Eraclito.
102
Aetio
E. (dice che)
ma
secondo
pensiero.
(ed) E. (affermano
che)
il
11 a Parmenide ed
b E. (dice che) esalazioni della terra.
E. (dicono che)
l
.
gli
astri
astri si
nutrono delle
12 a
b in
e
E. (dice che)
il
sole
una face
,
intel-
mare
forma
di scafo di nave,
si
alquanto ricurvo,
il
(che l'ecclissi
cos
produce) per
parte
rivoltarsi
si
dello scafo
che
la
concava
il
trovi
verso
l'alto
e la
convessa verso
basso dalla
E. (dice che
[la
di nave.
/.
Testimonianze su
la vita e
su l'insegnamento
103
e E. (dice
che)
lo stesso
gli
i
accade
astri
alla
luna
in
al
sole.
Poich essendo
ricevendo
foggiati
forma
di scafo e
raggi dell'esalazione
vi-
umida si illuminano alla nostra visione, pi vamente il sole, poich si muove in aria
pura, mentre la luna che
si
pi
muove
in
aria pi
f
tarsi
il
rivol-
suo piegarsi.
]) di di-
13 a
b
E. (dice che
[il
grande anno
ciottomila \corr.
Da
alcuni questo
altri
anno
anche chiamato
Censorino
eliaco e
e
da
[Eraclito?]
anno di dio
di anni IIcccclxxxiii
E. e Lino Xdccc.
Aetio
14
contro
E. (dice che)
il
venti
delle
nuvole,
i
lampi dall'infiammarsi
1
esalazioni,
presteri
dall'incendiarsi
dallo
- - 28, / 29,
e
manca
i
in Plu-
tarco. Indica la
met ed
di fase.
quarti
13.
a
b
e
cambiamenti
364).
14.
At.
9 (D.
369).
II
traduttori,
meno
il
la
31.
io4
Nicandro
14
Anche
il
nel
mare amaro
ai
quale Enosigeo cre per servir con il fuoco venti. Poich certo, soggetto anche ai sofia
malvagi il fuoco eterno, e l'acqua ampia diffusa paventa gl'impetuosi ed ecco il tumido (mare) in tumulto padron si fa di navi, di giovani che vi periscon,
;
'.
Scolio,
giacere
:
rueciv
(servire)
esser
schiavo, sogil
poich
firuevec;
vale schiavi.
Che
mare
il
fuoco sono schiavi dei venti, per legge divina, tende; e questo dissero anche E. e Menecrate. pfaToc, {impetuosi) come se (dicesse) i venti, xiive-rov {ampias'in-
diffusa)
largamente versata: poich Va intensificativo. Anche E. vuol dimostrare con questi (esempi) che tutte le cose contrarie fra loro, sono in esso... eoirZei
vnOv {padron si fa di navi) poich al
le
mare soggiacciono
{di
navi,
ed al fuoco
la
selva.
uqpGwpiuv cnuJv
di coloro
che naufragano.
il
15 Anche
14.
prin-
Nicand. Alex. 171 sgg. Cfr. fr. 84. a 15. a Arist. de anima A 2. 405 24. Come Diogene
d'Apollonia. Fr.
12.
Si parla dei rimedi contro l'avvelenamento per coriandro uno tuffare il paziente in mare. La tradu' :
suona cos
Necnon
et pelagi salsis
ventorum levibus
in
partesque rapi varias metuentia ventos; at maris imperio tumidi longaeque carinae et iuvenes parent, qui per vada caeca feruntur. silva inimico igni naturae subdita lege est.
22
b.
Cfr. Test.
/.
Testimonianse su
la vita e
su l'insegnamento
105
esalazione
dalla
quale
compone
stellare.
le
altre cose.
microbio
essenza
e
mondo
esala-
Aetio
16 a
poich
di
nuovo
senso
al
Sesto Empirico
sembrava che
uomini per
la
conoscenza della
il
doppio organo,
il
senso,
tutto
come
degno
fisici
di
cui
s'
detto
prima, non
esser
di fede e
di giudizio.
cisamente:
Ma
uomini
di
di
son gli occhi e gli orecchi coloro che hanno anime barbare.
proprio
ai
sensi irragionevoli.
verit (ma)
non una
sia
qualsiasi,
bene
la
comune
e divina. Qual
questa
prezzo
dell'opera
brevemente esporre. Poich piace a questo fisico imaginare che quanto ne circonda sia fornito di
ragione e d'intelletto.
b
e
Macrob.
At. IV 3, 12 (D. 389). 16. a Sext. adv. math. VII 126 sgg.
(126) Fr. 107.
io6
(128)
Ma
mente
lui lo
ebbe a
ed Archiloco
il
gli
uomini pensano
Zeus.
:
secondo
giorno che ne
manda
Lo
Qual che tu
di mortali,
ti
sia, difficile a
vedersi,
prego.
(129) Questa divina ragione secondo Eraclito tirandocela dentro per mezzo della respirazione,
diveniamo dotati
(ne)
d'intelletto,
mente che in noi che sta in si separa dalla connessione con ci torno, solo restando per mezzo della respirazione l'aderenza come ad una radice, e separata perde
ostruiti
i
la
nuovo
affaccian-
come
sta
a delle finestre,
e riunendosi
con ci che
al
in torno,
torna a
riprendere
la
facolt logica.
Al
modo
per tanto
di-
che
carboni accostati
ignei,
fuoco nell'alterarsi
si
vengono
la
ma
allontanati
spengono, cos
parte di quanto
connessione a traverso
(128)
Omero
163,
Archiloco
fr.
70,
Euripide
Troad. 885.
Testimonianze su la vita
si
/.
su l'insegnamento
107
molti pori,
dell'universo.
comune
il
e divina
perla
a
verit:
partecipazione
della
quale
diveniamo
criterio della
tutti
abili
egualmente
comune che
in
la
adunque
del
suo libro In
il
detto autore
dopo aver
sia)
in
qualche
modo
quanto ne
Di tal ragione che sempre inconsapevoli sono gli uomini sia prima d'averla udita sia avendola udita prima: poich se bene ogni cosa avvenga secondo tale ragione
circonda, continua:
pure sembra che essi non ne abbian contezza, andando tentoni su le parole fatti quali son quelli che io e su espongo distinguendo ciascuna cosa secondo la natura sua e dichiarando com'. A gli altri uomini del resto sfugge il senso di quanto fanno da
i
svegli, come si scordano di quanto loro intervenuto dormendo. (133) Con tali parole avendo apertamente
spiegato che conforme alla partecipazione della
(132) Fr.
1.
(133) Fr. 2.
108
ragion divina ogni cosa facciamo e intendiamo, Convien procedendo poco oltre continua:
che per ci
gione) ci
versale
si
segua
la
(universale
(ra-
la)
comune; poich
i
ci che uni-
comune.
Ma pur essendo
univer-
pi vivono come se avessero un lor particolare discernimento. E questo non altro che la spiegazione
sale la ragione
del
modo secondo
che per quel tanto che possiam essere partecipi della memoria 1 di essa (ragione) siamo nel
vero e per ci che possiam pensare con il nostro particolare discernimento, c'inganniamo.
(134) Cos
adunque
esplicitamente anche in
queste parole dimostra che la ragion quella che giudica e che quante cose
festano egualmente a
tutti
comune
si
maniin
ragione comune, e
scuno,
false.
non
ragionevole
ma
fornito di mente.
Apollonio
c
d Ed
in
b
e
- -
Apoll. Tyan. ep. 18, Fr. 133 Byw. d Chalcid. c. 237 p. 272 Wrobel.
1
/.
Testimonianze su la vita
i
su l'insegnamento
109
protende per
palpa
le
cose
17
(E.
in
(dice
fatti
che)
l'anima
incorruttibile
si
:)
Aetio
uscendo
nell'anima dell'universo
ritrae
18
timana
E. e
gli
stoici
seconda
il
set-
quando
si
muove
liquido
seminale.
puberi
attribu-
Plutarco
generazione
il
lo
spazio di trent'anni
anno un
seminato
Filone
nascendo entro l'anno, alla sua volta nel quindicesimo anno genera un essere simile a s.
e
Censorino
17.
18. 19.
At. IV
7,
- V
a Plut.
fr.
23 (D. 434).
def.
171, 2
fr.
Rz. 1902.
Harris (Cambr. 1886)
b Philo
e Censorii*. 17, 2.
Non compreso da Joh. Lydus de mens. Ili 14 quindi fuor di luogo Eraclito chiama il mese generazione.
:
'
cit.
1.
di Esiodo.
no
ci
Sembra per
fe-
che molto
il
si
cero
quanto
giro d'et
in
quanto
la
semente umana ad
Calcidio
la
un'altra.
20
Stoici
congiunge
in-
stabilito,
quando
le
cose
imagini di
Clemente
dice
la
che
vita
la
speculazione
libert
scopo
il
compiacimento
(eap(JTr|0"iv).
Eudemo
22 a Ed
20. Chalcid.
21.
Clem. Strom.
II
130 p. 497 P.
1.
1235" 25.
Il
verso
di
Omero
107. Simpl. Cat. 412, 26 Kalbfl. soggiunge al verso d'Omero: poich dice che tutte le cose se
n'andranno.
/.
Testimonianze su la vita
su l'insegnamento
in
Oh
vada
non
fossero
Numenio loda
si
Numenio
Omero che
rimedio)
ai
si
augur
morte
e la rovina (per
mali della
che (cos)
qualora
mali
2
.
poich
si
distruggesse
la
23 Non
alle
sarebbe
Polibio
testimonianze di
poeti
mitografi in
torno
cose sconosciute,
come
mal
fidi
delle cose
b Numen.
fr.
16
e.
297).
La traduzione
Ci che con
si
di
male,
la distruzione della materia, causa del distruggeva anche il mondo. Silva corrisponde a Xn che vuol anche dire materia.
ii2
IL
Frammenti
di
Eraclito
Sesto
ragione che sempre inconsapevoli sono gli uomini sia prima d'averla udita sia avendola udita prima: poich se bene ogni cosa avvenga secondo tale ragione pure sembra che essi non ne abbiano contezza, andando a tentoni su le parole e su fatti quali son quelli che io espongo distinguendo ciascuna cosa secondo
1 di
tal
1.
cfr.
Test.
4.
16 Fr. 51.
"
:
Il
principio
uomini sono in pu intendersi tradotto come o in ogni tempo incapaci di comprendere la parola com' qui (Natorp Rhein. Mus. 38, 65 (similmente Burnet) o pure " Che questo mio discorso sia vero, gli uomini
Gli
:
non afferrano mai,,. Il Diels, con Clem. Strom. V 14, ed Hipp. 42, 59, pone dei (= i(ou) insieme con vroq.
ho sempre tradotto ragione. A tradurre discorso gli si darebbe un significato troppo semplice, a tradurre verbo uno che ebbe molto pi tardi. Questo frammento posto per il primo dal Diels, stando alla testimonianza di Sesto Empirico (cfr. Test. 16 a 132 In principio del suo libro, et).
1
Xyo<;
//.
113
dichiarando come . A gli altri uomini del resto sfugge (il senso di) quanto fanno da svegli, come si scordano di quanto loro intervenuto dormendo.
la
natura sua
perci convien che si segua la (universale (ragione) ci la) comune; poich ci che universale comune 1 Ma pur essendo universale la ragione pi vivono come se avessero un lor particolare discernimento.
2
.
3
alla)
Aeti
larghezza
di
un piede
umano
2
.
4
nei
risiedesse
Alberto
Magno
2.
Secondo Sesto,
tra
il
framm.
e 2 una lacuna.
3.
At.
II
Come
tificamente
4. [J. P-
cfr.
p. es.
redazione ipotetica e l'intiera proposizione precedente. Forse il frammento fa parte della dottrina della relativit.
La spiegazione
Cfr. Test. 1
(7).
di Euv?
= universale
inutile.
con Koivq =;
comune, evidentemente
2
Bodkero, Eraclito.
io
ii4
Aristocri ro
5 in vano si purificano imbrattandosi di sangue come se alcuno entrando nel fango con il fango si lavasse. E parrebbe che fosse impazzito, se alcun degli uomini glibadasse mentre
invocazioni a queste statue come chi facesse conversazione con muri non conoscendo n gli dei n gli eroi chi essi siano.
fa cos.
le
i
E rivolgono
Aristotele
il
sole
non
sol
tanto,
come
dice
E.,
se
distinguere.
8 E. (dice che) quanto contrario si concilia e chedalle cose diversenasce la pi bella armonia e che tutto si produce per mezzo della lotta.
5.
Orig.
(5
Aristocritus Theosophia 68 (Buresch Klaros n8), Aristocrito, il Manicheo e. Cels. VII 62.
2.
secolo).
6.
Aristoteles meteor. B
355 13
[cfr.
55 B 158
(Democrito)].
7. 8.
de sensu
eth. Nic.
5.
443* 23.
2.
ii55b
4.
tv
bia-
qpepvrwv KaXXioTnv
collegamento
di
vari
recchie persone.
//.
Frammenti
115
9 che diverso
il
piacere per
il
cavallo, per
cane,
per
l'uomo;
come
la
E.
dice,
che gli
asini preferirebbero
poich per
dell'oro.
gli
crusca all'oro:
()
asini
il
nutrimento
pi gradito
10
cordo
verso
parimenti
la
natura
ama
le
cose contrarie
e di queste,
;
non
delle conformi
compone
il
l'ac-
maschio
delle
la
non ciascuno
non
in
al
suo simile e
consegue
cose
l'arte
prima concordia
e
per mezzo
conformi.
natura
contrarie
delle
la
Anche
lo
i
faccia
stesso
la
pittura
i
fatti
mescolando
i
colori
bianchi e
neri,
gialli
lunghi,
la
grammatica con mescolanze di vocali e di consonanti consegue da esse tutta la sua arte. Questo stesso era anche ci che fu detto da Eraclito
l'oscuro:
congiungimenti: cose
in-
tegre e non integre, cose consenzienti dissoe dissenzienti, consonanti e nanti; e da tutte (pur nasce) l'uno e dall'uno tutte.
9.
5.
1176
7.
de mundo 5. 396,, 7. Le parole introduttive contengono pensieri eraclitei (imitazione della natura, esempi di antitesi, ecc.).
10. [Arist.J
n6
11
e quelli che
animali e
si
selvatici
domestici
terra e
nutrono
nell'aria e su la
nell'acqua
si
obedendo ai precetti del nume: poich tutto ci che striscia va al pascolo sotto la sferza, come dice Eraclito.
Ario
12 Zenone dice che l'anima un'evaporazione sensata, come (dice) E.; volendo in fatti dimostrare come le anime per effetto dell'evaporazione divengano ogni volta capaci d'intelletto,
le
coloro che scendono negli stessi fiumi scorron sopra continuamente nuove acque e anche le anime sono esalate dalle 1 umidit
paragona
ai
fiumi cos
dicendo:
11.
6.
4oi a
8.
Il
Diels
pone
il
tutti gli
frammento,
ma sembra
pi
persuasiva
P.
E.
lezione del
49*.
91 Test.
6. 15].
Il
Festbundel Prof. Bort p. 141) dvaGuuiaaic; come espressione eraclitea. Il Diels prima opinava che tale espressione fosse una tarda transformazione operata nel pas-
Ci a dire
Come
fiume
sopra-
giungono sempre nuove acque, cos alle anime sopravengono sempre nuove evaporazioni, cio sensazioni.
un'espressione analogica del
logica.
principio
della relativit
di un'ipotesi bio-
mezzo
//.
Frammenti
117
13 non
sudicio
decoroso per
Eraclito
1
.
transcurato
Ateneo
fango secondo
ai
14 a chi magi,
vaticina E. Efesio? ai
ai
nottambuli,
a
le
Clemente
(pene) dopo
morte, a costoro
fuoco.
Poich
2
Athen.
178
[cfr. fr.
37, 55
B 147 (Democrito)].
Clem. Protr. 22
p.
16,
24 Sthlin.
'HpdKXeiTov pu significare che E. dicesse che bene compiacersi del fango (cfr. fr. 5, 9, 37) o che Eraclito si compiaceva del fango (cfr. Test. 1 (3, 4) e 1 a). Per ci, secondo quanto E. diceva o faceva. Anche un luogo assai guasto dell'ep. VII (v. nota a q. 1.) fa preferire la seconda interpretazione. Ma oltre a questo, giova osservare che nella vita e nei frammenti di EraKct0'
non
sia
clito assai
spesso
il
si
parla di letame e
cose analoghe.
Si direbbe che
di
filosofo su
letame che sembra egli abbia voluto usare come vescicante, gli pareva contenere del fuoco. Cfr. Test. 1 fr. 5, 37, 96, 124. Questa considerazione, unita (3-4) 1 a
il
:
che
testi ci
pu
far
avuto in
predecessori.
Se
quanto
in
n8
15 poich se non
fosse
trattato
della pompa in onore di Dioniso in cui cantavano l'inno fallico, sarebbe stato l'atto pi vergognoso. E Ade vai tanto quanto Dioniso in onore del quale danno in pazzie e celebrano baccanali.
16 qualcuno
luce sensibile:
alla
ma non pu
chi potr
alla
intellettuale o,
come
ci
1
dice E.:
pi non riflettono su le 17 poich cose in cui s' imbattono, n apprendendole le intendono, ma se ne fanno un'idea per proprio conto.
18 se uno non spera, non trover mai l'insperato, come quello che introvabile e inaccessibile.
15.
16.
34 p. 26,
6.
Paedag. II 99. 216. 28. Strom. II 8 p. 432 Pott. [cfr. Test. 16 (128)]. Archiloco aveva detto " Ed essi pensano come le cose cadon loro direttamente nel cervello. No, dice Eraclito non giungono n anche a questo, poich non intendono n pure le apparenze quotidiane.
17.
18.
II
17 p. 437
[cfr.
fr.
27I.
X-rreaGai
nel
senso dato dai misteri. Gl'iniziati hanno " migliori speranze : l'Elisio eracliteo il miglior premio per saggi
i
Xyo?.
Il
Diels crede
debba sottintendersi
fuoco eterno.
//.
Frammenti
119
19 biasimando
dice:
taluni
di
essere
diffidenti
E.
sembra adunque che biasimi il nascere poich dice: come son nati voglion vivere e giungere alla morte, o pi tosto riposarsi, e lasciano figli nati per morire.
20
21
forse che
(?)
la
nascita
vediamo
dormendo
sogno
1
.
20.
II
24 p. 442.
14 p. 516.
III
Il
Mullach
ritien
falso,
come aggiunto da Clemente mXXov bk vairaeaGcu. Qui il filosofo emenda l'espressione triviale secondo il pessimismo
21.
orfico
da
lui
interpretato.
()
vita,
21 p. 520.
morti
pido
:
vita. Senza tale aggiunta il passo insisonno, morte, formano la triplice scala della
psicologia,
22.
- -
Cfr.
Euripide Polyidos (fr. 638 N.) t 2f|v uv oji KcttGaveTv, t KaT0aveiv b Zfjv ktuj vo|aieTai
tu; 6' oTfcev el
;
E
se
il
chi
conosce
il
(se)
morire
(quelli) di l (non) lo
ritengan vivere?
120
25
le
le
pi gran sorti
26 l'uomo
23.
24.
morendo s'accende un
p. 571.
io p. 568.
16
(cfr.
Fr. 25)
La credenza
eroica ellenica, giova all'esplicazione della propria escatologia. Dopo la morte sopravive solo l'anima forte e
pura come individualit, sino alla conflagrazione del mondo (fr. 63). Ma chi, con malvagit corporale o spimuore nella morte abbia spento il fuoco rituale
, ,
(cfr. fr.
136).
25.
il
fuoco singolo
di
transfonde
di parole,
Il
Per mezzo
ad
altro
un gioco
transportato
significato.
sonno,
come spegnimento parziale del fuoco, per met morte e per met vita. Nella morte l'uomo riaccende la luce,
quando
1
il
totale.
II
ci di questo
frammento
:
supplito dal
Soulier
Mullach con supplicia, dal Tannery con Gb' es jenes [das Ungeperversit. Il Diels traduce rechte?} nicht, so kennten sie der Dike Namen nic/it. Un luogo delle epistole fa pensare che la congettura del
con
le
leggi, dal
Soulier
sia preferibile
il
(ep.
VII
s.
f.
e v. nota a q.
1.).
Anche
2
Diels,
si
poneva che
//.
Frammenti
121
lume nella notte [avendo spento (il lume de)i suoi occhi] l vivendo se dorme rassomiglia a chi morto, avendo spento (la luce de)i suoi occhi, se
;
sveglio rassomiglia
1
chi
dorme 2
1l
passo
[ ]
successiva.
Varie sono le traduzioni di questo passo assai arduo L'uomo ad intendersi e certo assai guasto. Soulier accende per s una face nella notte; egli stesso, se
:
morto,
in
vita poi,
se dor-
miente, confina
Der Mense
er gestorben
im Leben
sein
berhrt
den
Toten
wann
Augenlicht erloschen;
dans son sommeil et les yeux teints, il bride plus que le mori; veill plus que s'il dort. Mullach Homo noctu sibi ipsi lumen accendit : at mortuus extinctus est. Vivus autem dormiens mortuum necessi-
Mais
vivant,
ad dormientis
Tutto
il
si-
al Diels.
passo
"Quante cose "poi si dicono circa il sonno, conviene am" metterle anche per la morte: ognun dei "due, in fatti, presenta l'abbandono del" l'anima, quale in maggiore quale in minor "grado. Questo pu apprendersi anche da "Eraclito: etc. . Il By water suppone che questo
Clemente Alessandrino, suona
cos:
ci
ha conservato
il
88
(cfr.
e nota del B.
al fr.
LXXVII)
e cita a questo
proposito Seneca, ep. 54: rogo, non stultissimum dicas, si quis existimet lucernae peius esse cum extincta est
quatti
et
122
27
tesi
at-
aspet-
28 l'uomo di maggior credito conosce ci che crede, (e lo) mantiene ed in vero anche la Giustizia coglier testi delle menzogne. gli artefici ed
1
:
migliori preferiscono una cosa su tutte, la gloria imperitura fra morpi si saziano come gli anitali, ma mali 2
29
682 [dopo il fr. 104]. Per solito questo frammento congiunto direttamente con il fr. 104. Ma Clemente pone tra l'uno e l'altro il pensiero " ma gli ottimi per seguir la gloria e questo
29.
pu derivare da
30.
tutt'altro luogo.
Di queste parole incerta la lezione ed il senso tenendo con i codd. okvtwv potrebbe voler dire che delle cose che si credono l'uomo di maggior credito (il saggio) custodisce quelle che conosce. * Cfr. Sallustio Catilinaria I 1: Omnes homnes qui
1
:
cetcris
mti decct ne vitam silentio transeant veluti pecora quae natura prona atque ventri oboedientia finxit.
//.
Frammenti
123
ma
fu
sempre ed
31
tibile,
cambiamenti del fuoco sono prima mare, e del mare una met terra, e una met prestr.
indica
le
conseguenze
Vuol dire adunque che il fuoco per effetto della ragione governatrice e del nume si transforma per mezzo dell'aria in acqua che come seme dell'ordine cosmico, egli chiama mare, e che da questo poi di nuovo si generano la terra e
il
cielo e
quanto
vi
si
contiene.
In
che
modo
e s'incendi, chia-
terra.
saggio, non
= turbine
712 [dopo
elettrica.
il
fr.
30].
irpriOTtp
==
con scarica
Appare quale
tipo
plessivo del
cambiamento
di
tempo,
cielo e terra,
comacqua
e fuoco. L'epoca della conflagrazione universale percorre invertiti i tre stadi della cosmogonia. La terra
scompare prima nel diluvio universale, l'acqua occupa di nuovo il medesimo spazio come alla prima inondazione
32.
(Xyo<;
= legge,
risolve in
un fuoco.
l'unit della
gli
116 p. 718. quale danno ammaestramento Senofane e Orfici. Questi avevano scelto il nome Zeus per la
124
vuole
il
nome
di
Zeus
1
.
si
obedisca
alla
34 coloro che ascoltano senza comsordi: ad essi prendere son come s'applica il detto (che) essendo presenti non ci sono 2
i
.
divinit universale panteistica. Eraclito polemizza con concetto popolare per mezzo dell'uK eXei, contro il il
filosofico,
ma
non ha nulla da
obiet-
come
lo Zd<; di Ferecide,
ed
significato di
bw
axv.
Anche
la tirannide,
come
la consti-
tuzione fondata su la legge, pu essere favore di Dio. L' antico proverbio diceva bene 34, gli stolti presenti man(jiupol Ttapevre; ireiffiv
cano.
Cfr.
rb' a-
tout
viv irpoaevvinju
'
sia,
se
t'
pur caro,
con
tal
nome
chiamarti,
:
anche Test. 16 a
Cfr.
il
(128).
fr.
91
Senofonte Hipparchicos
2: xpf\
TTvxa b irapelvou.
77.
Frammenti
125
35 secondo
i
Eraclito
filosofi
siano
cose.
1
.
dall'acqua l'anima
37
se pur
i
dice che
Colomella
38
35.
che (Talete)
per
Laerzio
Diogene
141 p. 733.
cita
Il
Wilamowitz considera
letto
come
autentico solamente
Ma
non
Clemente, ha anche
Poich t ooqpv ha un significato tecnico, cos (= qpiXOv tv Xtov) sarebbe una evidente novit parola certamente gi ionica, forse creazione
II 49).
(piXaotpoq
:
di Eraclito.
36.
37.
fr.
13].
Relativit
del
concetto (Gomperz).
38. Diog.
23
[1
Talete].
problema dell'immortalit dell'anima parafrasa non sia che transformazione materia, nessuno ha mai espresso pi crudamente cos una concezione materialistica dello spirito e delil
Se
l'universo. Ci
del resto consentaneo alla dottrina eraclitea che l'anima sia evaporazione di umidit. Cfr.
fr.
12.
Bodrero, Eraclito.
I2
primo
mocrito.
sia
dedicato all'astronomia...
39 nacque
tanie di cui
altri
i.
in
una cosa sola il sapere, (ci ) conoscere la ragione 2 che governa il tutto (penetrando) nel
41
essere in
fatti
,
tutto.
39.
40.
41.
88
1
[cfr. fr.
104].
1
(1), cfr.
IX
[V. Test.
il
B].
[come
il
fr.
40].
fr.
tnTTai al
fr.
26. v t aoqpv
dev'esser
De
diaeta.
50 ma non con il fr. 32. Parafrasi 'Oxn arcaismo erudito (come presso
i
Schopenhauer
suoi seguaci
il
ed
&;.
Nel testo di Diogene detto: Anche Eraclito, di difficile contenta tur a (buadpecTToc;) lo ( Biante) loda, cos scrivendo etc.
1
II testo qui non ha Xyov ma Yvil>Mn v che pi tosto una ragione conoscitiva il Mullach traduce mentem ea
:
potentia praeditam.
//.
Frammenti
127
42
disse che
Omero sarebbe
bastonato
44
le
confini dell'a45 non rinverresti nima, per qualunque strada procedessi: tanto profonda n' la ragione.
46
che
la
disse
la
-
presunzione
)
un'epilessia
vista (e
inganna.
42.
La
polemica contro
Omero
e Archiloco
44.
Cfr.
fr.
113.
Pyt/i.
45.
utZ;
v.
iibv
7.
Cfr.
Pindaro
q
Kv
epoi;
TtTfppopujv
Secondo
para
la
= tcrminos
"Va dunque,
via, cerca, tu non la troverai! Il pleonastico ujv ha qui senso sarcastico. L'anima simile in essenza al fuoco, come principio universale. Di qui per ci il
passaggio nella vita come nella morte. 46. otn.oiv non sembra appartenere
alla
ci-
oin n,.v
che
il
zione
Max
traduce
128
vuol con-
per
Galeno
le
migliaia se
tazione. Cfr.
Sternbach
;
IV. Stud.
242,
(fr.
Wilamowitz
Herm.
l'autorit di
Epicuro
considerazione
fonte.
47.
73Pioq.
Invece
di tuji
tSwi
si
sceglie
per
Il
solito la lezione
mettersi, di fronte
grammaticale.
la
doppio senso
49. Galen. de
di Pic,
dativo eracliteo.
115,
Theod. Prodr.
ep. p. 20.
rebbe pi appropriato, se si consideri il rimanente del frammento, ma che rimane oscuro se accostato all'idenmorbo sacro, epilepv vaov tit che v' posta lessia. Per ouiaic. in senso di presunzione. Cfr. fr. 131. 1 Qui vi sarebbe un gioco di parole tra fioc. (vita) e Pick; (arco). Il significato va probabilmente congiunto a quello la del fr. 51, onde questo frammento vorrebbe dire tensione in che viviamo e conserviamo la vita, tende alla morte; in altre parole, la vita il tempo che si
mette a morire. Su questa specie d'identit tra la vita e la morte cfr. 21 e nota, 26, 36, 62 e nota, 76, 77, 88, etc. 2 L'aggiunta se virtuoso accettata solamente dal
Diels, poich
si
ritrova in
Simmaco,
in
dromo
(epist.
ma non
nel Tetrastich.)
//.
Frammenti
129
Eraclito
ALLEGORISTA
49 negli stessi fiumi scendiamo e J-_' ^ non scendiamo, siamo ed insieme non
,
. .
.,
siamo.
50
E. dice
adunque che
il
tutto
(uno) di-
Ippolito
visibile indivisibile,
immortale,
giusto
:
ragione
padre
figlio,
dio
tutto
uno.
51 non
comprendono come
dell'arco.
52il tempo un fanciullo che gioca alle pietruzze: la (sua) sovranit ( quella) di un fanciullo.
49
a.
Heraclit.
alleg. 24
[dopo
il
fr.
62:
IX
9.
il
Non
si
tratta
dell'onni-
ma
che
allora,
[segue
fr.
1].
del mondo deve apparire 52. Il governo come un gioco fanciullesco per colui che non possiede la teoria del Xyoc.. In atudv il Diels non vede nulla di
Orfico.
nell'epigramma riportato da Diogene (cfr. Test. 1 (16)) n in Cicerone {ad Att. XVI, n). Cfr. Seneca, ep. 7 Democritus ait : Umts milii pr populo est, et populus pr uno. A me sembra che l'aggiunta se virtuoso, sia quanto si pu pensare di anti-eracliteo.
:
130
53
e
Guerra
le
madre
di
tutte
le
cose,
cose regina, ed essa gli uni destin ad esser Dei gli altri uodi tutte
gli al tri
schiavi.
54 l'armonia recondita
all'evidente.
superiore
55 ci che (si pu) vedere udire imparare io preferisco (alle altre cose).
1
,
inganno, dice, gli uomini quanto alla conoscenza delle cose viin
56 sono
sibili quasi
il
(pur) fu
pi savio di tutti gli Elleni. Poich certi ragazzi che s'andavano spidoc-
53.
54.
il
mutamento
55. 56.
.
sensibile.
Il
come
tra
soggetto, nd9noi<;
come
predicato.
all'antico
Ios.
Allusione
epigramma,
Omero ed
giovani pescatori di
giovani:
"
Omero:
"
Caccia-
cosa di giusto?
tammo
via.
La traduzione
:
sere
vista
questo frammento pu anche esdi quante cose l'insegnamento {ha luogo per) la
di
e l'udito,
ci ,
quanto
si
della
101
a e 107.
//.
Frammenti
131
chiando lo imbrogliarono con dirgli: Quanti ( n ) abbiam veduti e presi, tanti (ne) lasciamo, quanti (non) abbiamo n veduti n presi, tanti (ne)
'
rti
am
via.
57 maestro dei pi Esiodo: di costui son convinti che sapesse moltissimo, l dove non distingueva il giorno dalla notte; poich una cosa sola.
58
il
bene
uno con]
male.
per tutto, tormentano malamente gli ammalati e dai pazienti per giunta pretendono ricevere un compenso di cui non son meritevoli, poich fanno le stesse cose, rimedi e le malattie 1
i
.
57.
di
io.
Con disprezzo
il
filosofo
considera
Le opere
giorni
58.
Esiodo.
.
II
e specie le
ultime
parole
debbono essere corrotte. Il Diels fa di questo frammento una lunga critica e dice che mal parafrasato. I meloro
sollevano solamente le malattie per mezzo delle buone opere: Eraclito crede che essi vi aggiungano anche il male, facciano dunque lo stesso, come la malattia e non abbisognino per ci di nessuna speciale ricompensa. Cfr. Aristofane, Plato vv. 434-435 (trad Rodici
magnoli)
E che medico
La paga
e-
trovi oggi in
Atene?
l'arte-!
132
59 nella vite della gualchiera la direzione retta e (la) curva (il rivolgersi dell'ordegno detto passo della vite nella gualchiera retto e curvo: poich gira del
pari in
su ed
in
cerchio)
una sola
la
stessa.
e
.
per
il
basso
()
Il
indecifrabile.
Il
Diels
crede
si
tratti
di
macchine da
per
gli
di tortura
riserba di
discorrerne
tecnologicamente
altrove.
60.
Il
mondo
Cfr.
Platone Timeo 66 C
si
sgg.:
"
Il
pesante poi e
potrebbero spiegare chiarissimamente rapporto a ci che si chiama alto e basso. Che, per vero, che vi siano in natura quasi due luoghi opposti, i quali si dividano tra di loro in due parti l'universo, l'uno in basso a cui tendano tutte le
il
leggero
esaminandoli
in
l'altro
modo
giusto di ritenere.
Perocch, essendo
le
il
mondo
intero di
forma
di
sferica,
cose
che
distando
che siano all'estremit tutte allo stesso modo; ed il mezzo, distando dagli estremi, della stessa misura, si ha da considerarlo come in opposizione a tutte le cose. Or questa essendo la natura del mondo, quale mai sar delle cose dette, quella che uno potrebbe pensare come alta o come bassa, senza parere di
//.
Frammenti
133
61 l'acqua del mare la pi pura ed (insieme) la pi infetta, per pesci bevibile e salutare, per gli uomini non bevibile e perniciosa.
i
vita
morendo
1
.
61.
62.
"
nome che in verit non le conviene menomamente? Infatti il luogo che di esso mondo
appiopparle
nel centro,
il
non giusto
si
dica
abbia natura n di
basso n
di alto,
ma
mezzo; e quello che alla periferia evidentemente non in mezzo, n ha alcuna parte di se stesso che
sia in
rapporto differente
di
di un'altra col
checchessia che
"
"
"
una cosa
come
dere
si
stia ad essa in sua natura per ogni dove uniforme, potrebbero imporle dei nomi contrari e cre-
"
"
" " " "
bene? Perocch se vi fosse nel centro dell'universo un corpo solido equilibrato, esso non potrebbe portarsi mai verso alcuna delle estremit per ci che esse sono da tutte le parti uniformi. Ma se uno anche camminasse intorno ad esso in cerchio, fermandosi spesse volte antipodicamente, dovrebbe
di parlar
chiamare basso e alto di volta in volta lo stesso luogo: che essendo il tutto, come gi ora si detto, di forma " sferica, dire che un luogo di esso sta in basso e uno " in alto, non da uomo sensato. (trad. Fraccaroli). Cfr. anche il fr. 103, Test. 1 (7) e nota a q. 1. II senso di questo passo assai oscuro. Il Bywater
"
1
riporta
ai
(fr.
LXVII
nota)
tutti
esso deriva,
(Cfr. Imita-
quali
pu aggiungersi quello
di
Luciano
134
63
anche
di
una
di
resurrezione
della
vi-
viamo, conosce
il
dio che
tale
resurrezione
-.
Traviaxaoeai cfr.
Hom. B
85 [Eustath.j Conviene qui rammentare, che ad Eraclito piace avviluppare la sua metafisica nella lingua dei
misteri, ci che
fece dire a
Clemente che
derubato Orfeo (Strom. VI 27 p. 752). Gl'iniziati ai misteri, fin che erano in istato d'impurit, dovevano giacer per terra, al buio, tutti sporchi di fango, fin che il sacerdote incaricato dell'iniziazione e che rappresentava la divinit, non li sollevava da terra,
li
detergeva dal fango, accendeva la loro fiaccola sua e li conduceva al radioso conspetto degli Dei, or mai divenuti Dei anch'essi. Cos il morto, secondo Eraclito, or mai divenuto vivo, accende la sua
alla
opera del
Nume
dal
basso
mondo
e rinascendo diviene,
(cfr.
fr.
98 e 24, 25). Questo axp -rreibi'i toOto y^voc; secondo Esiodo, 'E. 107: (l'aureo) kot Y^ a xXuijjev, o' uv bouuovec, ayvol m26,
k.
guardiano dell'umanit
'H.
cpXaKeq
9vr|T)v v-
irXouTOxai
ko
toOto y^paq
PaaiXv)iov
axov.
Questo privilegio regale da Eraclito attribuito solo ai puri ed a gli eletti, a coloro che non lasciarono contaminare l'anima loro: solo l'anima ha valore dopo la morte e ci che resta senza valore, come il fango (fr. 107, 96). Da E. fermamente stabilita la conflagrazione universale come fine di questo periodo del mondo, che comprende un grande anno mondiale di 10.800 anni. Essa appare qui come un giudizio universale
zioni 5).
di cui
ma
Sembra un accenno ad una specie di panteismo, qualche traccia incerta pu trovarsi anche altrove; potrebbe dedursenc forse una differenza che E.
gli
dei.
//.
Frammenti
135
sorgono innanzi
colui che
gili
l e
e
custodi divengono
dei morti. Parla anche
e di
vidi
dei vivi
un giudizio dell'universo
in
esso,
per opera
del
fuoco
il
dicendo
cos
fulmine,
il
ci
fuoco
65
la
il
ed eccesso: mancanza l'ordinarsi del mondo secondo fuoco, l'eccesso la combustione generale.
e lo
chiama
mancanza
(cfr. fr.
28).
nale (opposta ad
Come
la
morte del
fuoco finisce
la vita del
per la separazione dall'infinito, cos il fuoco di Eraclito vendica quel delitto con la distruzione del mondo che si forma,
secondo Anassimandro
castigo del
delitto,
con
la
momento
solo un
momento)
tra
A me
sembra che
le
il
Troppo spesso
il
appare come
fisico, la
nuto
considerazione del quale pu singolarmente modificare certi presupposti. Conviene anche tener conto del genere delle fonti, e far luogo anche all'interpreta-
136
67
le
nume
()
estate,
cose
questo
l'intelletto)
si
muta come
volte
si
quante
mescoli con
nomina
scuno
Isdoso
1
.
secondo
il
67 a
Con
la
cos
il
somministra
la
che vivono.
con
il
corpo.
Dice:
Cos
ragno standosi nel centro della tela avverte non a pena una mosca s'abbatta su qualche suo filo, e l
il
come
il
Il
207
(III
Wendl.). L'espressione sacrale (?) Pindar. Thren 129, 130 atei Glia uerfvvTtwv
irav-roa Beuv
erri
irup "rnXeqpavt
cfr.
{5uuuo!<;.
Pi tardi
tt\r\aiZeiv Ttupi
Hisdosus Scholasticus ad Chalcid. Plat. Tini. 1. 8624 s. XII f. 2]. Scoperto dal Pohlenz Beri. Phl. Woch. 1903, 972. Cfr. Crisipp. 879 Arnim. Non si pu distinguere se si tratti di Eraclito stesso o di una parafrasi stoica.
a.
67
[cod. Paris.
zione
cristiana,
la
quale fondendo
il
Cristianesimo,
il
Misticismo e
la filosofia naturale, ci
ha conservato framdella
menti
1
di
in passi
propria
apologetica.
La
//.
Frammenti
di
..
137
restauro del filo, cos l'anima dell'uomo, essendo lesa qualche parte del corpo, s'affretta a penetrare in quel punto, come (fosse) insofferente della lesione del corpo al quale congiunta in modo saldo ed equilibrato.
68
i
per
ci
naturalmente
in
le
E,
li
chiama
Giambuco
medicamenti,
mali e rendon
si
69
quelli
io
pongo adunque due specie di sacrifici offerti da uomini al tutto purificati, quali
:
come
facili
a contarsi;
70 oh quanto
degli
meglio E. stim
le
opinioni
71
ricordarsi
.
anche
di
colui che
di-
Marco
Aurelio
mentica dove
la
strada conduce.
I
Antonino
n. 69. L'uomo perfetto viene nel mondo 15. solo ogni anno giubilare, come il savio degli stoici ed il moderno superuomo. Forse la citazione si riferisce
68. Jambl. de myst.
V
ir.
solo al
76).
Qui
Bodrero, Eraclito.
138
quale
che fare,
che
amministra l'universo,
non vanno d'accordo, e le cose in cui ogni giorno s'abbattono sembran loro
straniere.
73 non
come
in
crediamo operare e
parlare.
74 non
di
come
figli
dire
babbo
che
:
mamma
ci
ci
non saper
altro
Cos
hanno insegnato.
75
quanto accade
76
l'aria
vive
il
fuoco
la
e
la
fuoco,
morte
72. 73.
74. 75.
quella dell'acqua.
VI
42.
Lo
anche senza la nostra volont, di notte. Cos noi rimaniamo in unione con il cosmo. fr. 60. 62] 76. r Maxim. Tyr. XII 4 p. 489 [dopo 2 Plut. de E. 18. 392 C. 3 Marc IV 46 (prima del fr. 71). Non si pu riconstruire la concezione di Eraclito. Il Tocco {Studi It. IV 5) ha cos riconstruito il brano di
i
//.
Frammenti
la
139
2"
la
nascita dell'aria, e
morte
3 [che] la
morte
della terra
produce l'acqua
l'aria,
Marco
Aurelio
e la
morte
il
dell'acqua produce
quella
dell'aria
fuoco e viceversa
Eraclito
]
.
77 donde anche
dice
che
anime
o
per
il
le
Nomenio
si
gioia o morte, ed
e
entrar nella
dice
che
noi
vi-
viamo
che quelle
Massimo:
Zfjl
TrOp
Zfji
T v
p<; evarov
Ma
uwp Zf)i tv vk edvaxov, yf) tv ucitoc;. probabilmente dnp un'aggiunta stoica ed Eraclito
lf\\
disse:
TrOp
tv
yh<;
edverrov, iibwp Zf i tv
t
nupq edva-
tov, YH tv
iiaTO<;.
77. Numen. fr. 35 Thedinga presso Porphyr. Antr. nymph. io [cfr. fr. 62]. - L'acqua il punto di passaggio
dal fuoco alla vita, dalla terra alla morte. Cfr.
fr.
36.
L'introduzione dell'elemento acqua, in questa sentenza, forse derivata da confusioni con Empedocle e da desiderio di simmetria. Probabilmente le fonti
tate dal Diels
non
si
altri frammenti, fra cui il seg. fr. 77, si scorga come l'acqua, per l'Efesio, possa esser considerata se non come un elemento, al meno come uno stato.
2
se bene da vari
L'interpretazione
i
fisica,
materialistica che
d Eraclito
tutti
spirito, esplicata
in questo frammento nella pi strana unit. Il Diels sembra sovraporre ad un concetto assai semplice, una precisione schematica tutta moderna che non appare
ispecie.
140
Origene
di
il
bimbo da
parte
fanciullo
da
80 convien
si
sappia che
comune,
duce
Filodemo
pro-
viene
mancare.
81
ogni
sua
speculazione
e a
secondo
Eraclito
2
.
coltello
82
la
orribile pa-
ragonata
genere umano.
78. Orio.
i
c.
Cels.
VI 12
p. 82,
23 Koetschau [come
ir.
79.
79. 80.
78].
11.
ni,
I
e.
57.
Sembra che
qui
si
Timeo difende da
d. Piilos. Ili 454).
questo rimprovero (V. Arch.f. Gesch. 82. Plato Hipp. maior 289 A.
la divinit,
come
fanciullo tale
di dire,
che pu
II.
Frammenti
141
83
il
nume
84 mutandosi si riposa ed penoso affaticarsi (sempre) per gli stessi (padroni) ed esserne dominati.
85 difficil COSa lottare COn il (prprio) impulso; poich quando ha voglia di una cosa, (la) compera con
l'anima
1
.
Plotino
Plutarco
86 ma
la
maggior parte
delle
cose divine,
83.
B.
8,
1.
nei corpi:
(acqua e
tributo.
padroni a
cui l'anima
deve render
Non
la vita
ma
l'anima; cos
il
concesso
86.
pi
corpo.
38.
di
Il
con
il
passo
Clemente Strom. VI 89, 699, induce che questo frammento dovesse suonare presso a poco mcos toO Xyou T iroXX xpiiirreiv Kpmjn; faG 0T(n.i T^p ktX. bene avviluppare quanto pi possibile il logos, poich se esso non trova fede, si sottrae alla conoscenza della plebe.
compiuto
'
r.nima
per acquistar
la
142
sfugge
88 la stessa cosa c' dentro (di noi), il vivente ed il morto e lo sveglio e il dormiente e il giovane e il vecchio: poich questi mutandosi sono quelli e quelli viceversa mutandosi, questi 2
.
89
E.
il
dice
che
svegli
mondo
uno
comune,
si
che
rivolge
ad
un suo mondo
particolare.
di
(
le
le
de aud. 7 p. 41 A. 88. cons. ad Apoll. io p. 106 E. 89. de superst. 3 p. 166 e. 90. de E. 8 p. 388 E. Circa il confronto, vedi Plato Legg. Vili 849 E XXdTT6a6ai vjuia,ud t XPH'
luTUJv nal
xpnucTa vouioMaToq.
Il
Co votti riferisce
il
fram-
mento
1
Ci non
le si
si
crede ad
esse, e perci
non
54,
ma
in
ad esso: l si parla di conoscenza reale e qui conoscenza formale. a Questo frammento notevole per il concetto era-
//.
143
la
roba
della roba
91 non possibile discendere due volte nello stesso fiume secondo Eraclito,
n due volte toccare
sostanza mortale;
della
nello
(stesso)
stato
la
una
ma
per l'impeto e
e di
velocit
mutazione
disperde
an-
accosta
e si
allontana.
se-
92
di
la
la
condo Eraclito
2
.
18 p. 392 B [cfr fr. 12]. mescolato con una parafrasi stoica. 91.
Il
frammento
la
92.
de Pyth.
or.
p.
397 A.
Naturalmente
Sibilla Eritrea.
II Diels afferma non esser chiaro qual sia il soggetto questa seconda parte. Veramente parrebbe dover essere ovaia avendo Plutarco, nell'epitomare, guastato
di
Dove
serio,
si
si
riferisce
sul
vede come Eraclito intendesse che quanto religione debba esser sempre preso anche troppo, d'onde la leggenda, pi che
alla
144
93
94 il sole in fatti non varcher la misura; se no le Erinni ministre della Giustizia 2 sapranno trovarlo.
in
fatti
la
difficile nella
93. 94.
18 p. 404 D.
de
exil.
11 p. 604
A.
tali catastrofi si
videro
Fetonte. Conseguenza di ci fu la conflagrazione universale di cui la via lattea quanto rimane. Probabilmente
prima
allora
giudizio universale
il
(fr.
66)
pena, in quanto
95. 96.
1
fuoco del
sole
f.
[cfr.
fr.
109].
Forse da riconnettere con tutta la dottrina delle armonie recondite e per ci del logos. 2 AiKn qui come altrove, fa pensare ad una concezione strumentale del logos, ad un' espressione concreta che esso prende in ogni fenomeno: cfr. fr. 23, 28 ed anche 80. Parrebbe l'essenza dell' ordinamento visibile dell'universo, secondo il logos, in tutte le sue manifestazioni,
:|
fisico.
ed quello a
cui si
II.
Frammenti
145
98
le
97. 98.
An
"
l'invisibile
puramente una
metafora per
(cfr.
la vita
oltremondana
Y armonia recondita) che mostra le anime come fuoco puro, riceventi dall'etere in vicinanza della luna la loro luminosa natura ignea come gli Dei
secondo Eraclito
omerici
si
nasi delle
Il
anime
il fr.
degli eroi
godono
fr.si
connette
7.
riconnette, per
mezzo
di
Ermodoro
(cfr.
Test. 3 a, a, b)
l'origine del jus sepulcrorum del diritto romano. Un epigramma di Epicarmo, in fatti, che il Diels ritiene per falso, ma che ha notevoli riscontri nei frammenti
autentici del poeta, dice (cfr. Diels 13
64
p.
100):
dui vKp<;
e
vKpq b
Kirpoc;,
veicp<;,
-ff\
b'
f\
Kirpoq ctiv
*
l'i
YH
9f<;
Iot\ 06
^
\\ Geq.
sono morto; ed
e se la terra dio,
Il
non
(son) morto,
ma
dio.
rimanda, per questo fr., al fr. 63, ma non mi sembra che il riscontro sia molto esatto, poich l
Diels
pare
si
materia,
Probabilmente allude a coloro che disprezzano la ragione universale, fondandosi su di un lor particolare discernimento (fr. 1, 2 etc).
146
99 se
sarebbe notte
dei
quali
il
1
.
100
periodi:
sole
essendo
che tutto
portano secondo
Eraclito ecc.
101 ho ricercato
me
stesso
2
.
99.
p.
Aqu.
Qu.
et ign.
comp.
p.
957 A; de
fort.
98 C.
100.
101.
Adv. Colot.
Plat. 8, 4 p. 1007
D.
20, 11 18 C.
Plutarco concepisce
questa proposizione
come
il
yvjBi
0eauxv socratico,
ed egualmente Aristonimo (Stobeo 21, 7). Altri l'intendono come una testimonianza della conscienza autodidattica
(cfr.
Diog. IX
5).
zione su
a
.
Non si tratta di una concezione relativa alla sensacome nel fr. 3, ma pi tosto di una considerazione
proporzioni del fuoco.
1
le
Cfr. Test.
il
(5)
e nota a q.
te
che
socratico conosci
stesso
il
presente
fr.
contenere
ben distinta la doppia affermazione, d'aver E. tutto appreso da s, e d'aver ricercato se stesso: per ci verrebbero a separarsi l'affermazione pi biografica relativa alla mancanza dell'insegnamento, e quella pi
scientifica, relativa all'oggetto principale su cui la ricerca
si
esercit e
si
raccolse, ci la propria
personalit,
in
ogni senso.
//.
Frammenti
147
101 a possedendo
due organi, con cui
sendo
la vista
come
Polibio
cosa
ci
informiamo
non
di
poich
gli
102 presso
il
nume
tutto
bello
Porfirio
buono
dono giuste.
2
cre-
in-
103 che
comune
il
la
[I
Schr.].
Se bene
l'espres-
trovi attribuita
il
da Eudemo
in Simplicio,
Cfr.
fr.
107.
La
Gut
und Bse) del Diels forse un poco avventata, quando che lo imXfiqpacnv (= credono) del testo, si pensi
Forse il frammento non ha nulla a che fare con la conoscenza, ma esprime solo un giudizio di accertamento quanto alla diversit intrinseca tra il
di Porfirio.
nume
3
gli
uomini.
1.
148
Proclo
104 qual'
la
fatti
la
loro
mente
o
ai
cantastorie ed hanno per maestro la folla non sapendo che i pi (sono) cattivi e (che) pochi (sono i) buoni .
Scolio
105
dice
:
debba chiamarsi
ove
Omerico
Omero astrologo
sottratto alla
moira
Seneca
106 un giorno
1
.
104. Procl. in Ale. p. 525, 21 (1864) [cfr. Biante 73 Come il fi*. 34 un proverbio, cos Eraclito a 3 S"].
la
quale
si
combina
il
fr.
39.
AT
su
251.
Il
grammatico che
collega la considerazione di
Omero
astrologo
(=
astro-
nomo) con
logico
le citazioni
Omeriche
alla
sotto
l'aspetto astro-
Stoa ed a Cratete) stato travisato dai copisti come se Eraclito stesso avesse citato il verso d'Omero. E dubbio se ed in che senso
(che
accenna
Eraclito
abbia usato
la
In ogni
di
modo
Seneca
lo
ha
indicato
come un rappresentante
fr.
una teoria
106.
di predestinazione: v.
ep. 12,
7.
139.
"
Seneca aggiunge:
.
Hoc
aitparem esse
unum
alius enim parem esse horis diem omnibus similitudine. Cfr. fr. 57.
.
.
una
riconnessione a tutta
la dottrina di parifica-
zione universale.
//.
Frammenti
149
Sesto
Empirico
107 cattivi testimoni per gli uomini sono gli occhi e gli orecchi di coloro che hanno anime barbare
1
.
Fra quanti di cui ho 2 discorsi, nessuno giunto a tanto da conoscere che la sapienza una cosa distinta da tutte le altre.
108 udito
di Eraclito.
i
Stobeo
1'
igno-
126
[cfr.
Test. 17 e
fr.
101 a].
174 Hense. L'armonia recondita di Dio (fr. 67) e la sua unit, espressa nel logos (fr. 102) si presentano come l'assoluto, di fronte alla dissonanza terrestre ed allo scambio. Questa idea che qui ancora avviluppata stata svolta da Anassagora con il voc; che uueiKTdi oevl xPnuaxi, da Platone con la xwpicm'i toa da Aristotele con la oaia \wpia-rr]. Cos il fr., come anche lo stile manifesta, autentico e fondamentale per l'intendimento di Eraclito.
,
109.
sia
il
per
Il fr. pu esser dubbio 175 [cfr. fr. 95]. contenuto ovvio, se bene debba considerarsi
con il rimanente, sia per l'eguaglianza con il Forse la seconda parte un'aggiunta ironica di 95. qualche compilatore, ci che non raro nelle antologie.
sol tanto
fr.
1
Anime, per
ci,
educate
in
modo da non
poter fare
la critica della
2
sensazione.
(Test. 1 (1) a) dicono
di alcuno,
che non
II
Leopardi (Pensiero
.
LXXXVI) disse:
i
" Il
pi certo
"
modo
"
di non trapassarli
Bodrero, Eraclito.
'3
150
Eraclito: la
il
salute,
saziet, la
stanchezza
riposo.
pensare () la pi grande virt, ed () saggezza dire il vero ed operare secondo natura intendendo
112
il
(le
sue inspirazioni).
a
113 comune
tutti
il
pensare.
114 coloro che parlano con intelligenza convien che si fondino su ci che comune a tutti, come una citt su la legge, ed anche pi saldamente.
110.
111.
176
177.
[cfr.
fr.
85].
112. 113.
178.
179.
La redazione
asindetica fu gi una
difficolt
114.
Io stato,
La Legge la ragione che governa come per il mondo il logos. Cos singoli, nel
i
discorso
assennato, convien
Il
si
fondino su
la
ragione
(icctl
= parlano
a
ed operano riferendosi
ai fr.
73
e 112.
morale assai
il
un render volgare questo pensiero raffermare, come fa il Diels, che suo contenuto con maggior forza espresso nel
sottile,
Sembra
me
//.
Frammenti
151
Poich tutte le leggi umane si alimentano da una sola legge (che divina; (la quale) domina tanto quanto vuole
)
basta
trionfa
la
.
1
.
ragione
116
117 un uomo quando sia ubriaco, si lascia condurre da un fan ciullo barcollando e non sapendo ove vada (perch)
ha l'anima umida
115.
3
.
180
a.
Da Stobeo
Manca
che
fr.
falsamente attribuito
\\' o ttoioOoi
6.
l'antitesi
ma
117.
non fanno
7.
ci,
la
quanto
al senso. Cfr.
toi.
presente frammento significa che l'esaudimento uccide il desiderio e per lo scopo del vivere, l dove nel fr. 85 si parla di passioni in senso quasi patologico. Il fr. seguente fa pensar giusta l'interfr.
che
il
come una
conce-
Cfr.
fr.
44.
Ci che l'anima
umana con
(il
l'et
cresce in
intelliil
pensiero,
l'intelletto,
comprendere)
si
se stessa, nella ragione (osservazione, meditazione, etc). 1 Poich un'anima che in cui si va spegnendo o
il
fuoco. In
fatti
cfr.
152
anima sapientis-
119 l'indole
Stkabone
()
per l'uomo
e
il
nume
2
.
120
tico
:
meglio
(fa)
E.
del
pari
pi
omericaar-
mente, dicendo
i
orsa in
confini
dell'aurora
Poich
il
non
l'orsa.
118.
8.
119.
104, 23 Mein.
I
120.
Il
Strabo
p. 3.
otipoq confine
monte?
senso dubbio. forse fipKTot; il polo nord e oupoq Ai<; il polo sud? O il monte di Zeus significa semplil'altezza
cemente
dionale.
ed il fr. 76 e nota. uno dei tanti motivi ripresi poi da Epicarmo. Cfr. Epich. 35 Kaibel, vv. 7-8 (trad. Romagnoli):
il
fr.
successivo,
ma non
1
l'ho
il
cammino
II
senso incerto.
ipuxt'i
La
lezione che
sembra pi proba
bile ctun
aoqxjurTn
l'anima secca
251 ove cita
al
sapien-
lissima.
2
Cfr.
Plutarch. Ou.
plat. XIII
Menandro
per corrispondere
il
cerchio artico,
cerchio antartico.
//.
Frammenti
153
121 sarebbe bene che gli Efesii s'appiccassero tutti in massa e lasciassero la citt ai ragazzi, poich essi Ermodoro uomo fra tutti loro il pi valente scacciarono dicendo: Non vi sia tra noi nessuno molto valente, se no, via e con altri
!
122 Avvicinamento
Eraclito.
SUIDA
Eraclito
ama
na-
Temistio
124
se
Tf.ofrasto
mentre
cielo
tutto
ciascuna delle
parti
alle
sono
ci
quanto
forme e
quanto
ma
il
bellissimo
or-
dine del
mondo
mon-
121.
XIV
25 p. 642. Diog. IX 2
[v.
Test.
1 (1)].
122. Suro. v. uquaporreiv ed YX'ftaTev. 123. Themist. or. 5 p. 69. Cfr. Manil. IV 869 (da Posidonio) conditur en, inquit, vasto natura recessi!.
124.
Theophr. Metaphys. 15
p. 7" io
Usen.
La traduzione
qui impossibile.
Si
tratta
di
una
lessico di
le
2
parola strana, fxi3ffin v usata da Eraclito Suida riportata a punto perch strana, sotto parole corrispondenti e di uso normale.
e che nel
Da
riferirsi
tutti
fr.
ove
si
accenna all'armonia
recondita.
154
125 anche
lato
si
ciceone
(non) rimesco-
decompone.
e fa cieco Pluto
in
Tzetzf.
125 a
quanto
(la
ric-
ma
della
Eraclito l'Efesio,
per
maledir
gli
Efesii,
Non
vi
manchi
kukiv il Monti e il Pindemonte, da Omero, traducono una bevanda, il Bonghi, da Platone, cucheone. Era una bevanda che serviva per nutrimento ed anche per rinfrescare e rafforzare il corpo oggi si direbbe un riconstituente. Platone (Rep. 408 trad. Bonghi) dice: " O non ricordi che a Menelao dalla ferita che Pandaro
'
:
gl'inflisse &*
" " " "
" " "
spremuto
il
sparsero sopra;
prescrissero pi a
bevessero il cucheone? . Questa bevanda aveva anche un uso speciale nelle cerimonie dei misteri eleusini, n inopportuno avvertirlo a proposito di Eraclito che con i misteri ha molti rapporti (cfr. la bibliografia ed i fr. 5, 14, 15, 54, 63, 68, 69, 92, 93, 104, 123, su
i
passaggio dalla ricerca al ritrovamento Persefone nei misteri era segnato dal godere che si
il
faceva dopo
cui
precedente digiuno, del ciceone, gl'ingredienti eran gli stessi che Demeter dopo
il
di
la
//.
Frammenti
155
E f sii, affinch
l
vinti di malvagit
lunga mestizia aveva finalmente gustato nella casa Celeo in Eleusi. Troviamo la ricetta in Omero:
di
A 624
628
i'i
KaX^v KuavTreZav Eoov, axp n a-rf).; XdXKeiov Kveov, nl Kpuuov, ttotiLi vjjov,
i\bl ja^Xi
xXtupv,
nap
' dXcpi-rou
epou xTnv,
632
638
yuvi'
b'
eKuta 9efjiaiv
otvun TTpajuveiuji,
tx\
alyciov xvf\
fiXqpixa
Tupv
b'
Xeux TidXuvev,
641
la
Tiiv|avai b"
trasse ella
tavola, bella,
dai pie d'azzurro acciaio, levigata; un paniere di rame poscia vi pose e dentro cipolla ch' stimolo al bere,
di
sacra focaccia,
ove per
vino di
meschiava
la
donna
alle
dee somigliante
Pramne
con grattugia di bronzo, e bianca farina spargeva: e li chiamava a bere, che il ciceone era pronto.
Circe
(k
233-61
compone
il
suoi farmachi
somma
di
un complicatissimo
anche l'Introduzione a p. 24. II Diels che non ha voluto tener conto delle epistole pseudo- eraclitee ha poi accettato nelle aggiunte alla seconda edizione del primo volume, che si trovano nella prefazione alla seconda edizione del secondo, come
cocktail. Cfr.
1
156
126 caldo
falsificati.
126 secondo la ragione dei tempi la settimana coincide con la luna ma sta da parte nelle orse, due significati della Memoria immortale
1
.
Com.
al Teeteto
j
126 b Epicarmo
che
aveva
conversato
gravi
con
(dottrine)
mondo).
consi-
dera secondo
il
detto di Eraclito:
Una cosa
ad exeg. II p. 126 Herm. 126 a. Anatol. de decade p. 36 Heiberg (Amiales d'histoire Congrs de Paris 1901. 5 sezione). Anatolio collega il frammento con le sette fasi della luna. 126 b. Anonym. in Plat. Theaet. [Beri. Klassikert. 2] 71, 12 a p. 152 E [13 A 6 (Epicarmo)]. Lezione e supple126.
schol.
menti
fu indicato dallo
quale lo riconnette
cos:
\xr\
al fr.
121.
Ora
nel testo
i)\xc,*]
frammento suona
rriXiiroi
utv
[1.
ttXotoc;. 'Eqpaioi,
iV HeXyxoitfTe irovnpeuuevoi.
nella
Byw.;
cfr.
la
traduzione)
si
legge:
mXinoi
(ufi<; xxn, tva vetiZnaBe irovr|peu|uevoi. Sia nella nota al fr. 4 a (in Her. v. Eph. 32) sia in
volume
dei Vorsokr.
il
Diels
espone a lungo
bile.
Il
la critica di
testo cos
//.
Frammenti
157
un modo, un'altra in un altro, sempre cresce secondo ci in che sia manchevole . Se dunque nessuno cessa mai
in
1
127
Aristocrito
che
gli
Eraclito Dei,
vedendo
gli
Elleni
recar
disse:
Pregano
le
statue
degli Dei (che) non odono, come se potessero udire, (che) non ricambiano,
come
potessero ricambiare), (che) non (chiedono, come se) potessero chied ere.
(se
Laerzio
storico,
gi
attribuito
74.
6.
fr.
5 dovuta
patristica.
il
Il
Diels ritiene
fr.
non autenfalsi-
Cfr.
fr.
31, 65.
la divinit Eraclito
perch
gli si
158
avendo scelto
cattiva
Gnomologie
1
.
tali
scritti ne trasse la
far
tanto ridere
un
Taraq
si
t<; airfTpaqpcu;
ad iaropinv,
di
ch non
ha
notizia
certa
fr.
scritti
Pitagora.
Sembra ricomposto
p. 18).
dai
40 e 81.
I
lat.
in
Lo stesso pensiero espresso da Aristofane Plato Symp. 189 B, come sentenza adattato ed attri"
buito al filosofo
131.
piangente
Stobeo attriSternbach n. 209. buisce la sentenza a Bione (stoico). Cfr. fr. 46. Questo fr. ed i successivi sino al 136 derivano da gnomologie di dubbia veridicit. Contenuto e forma non mostrano in nessun luogo impronta autentica.
Paris, ed.
Forse questo frammento che contradice se stesso ed il fr. 40, contiene due sole parole autenticamente eraclitee, le due ultime TtoXuiuaednv KaxoTexvinv. - Shakespeare Hamlet (Ad. old ttien IL Se. IL) Cfr. anche ep. VII .... have a plentiful lack of wit,
1
. .
nota a
p. 188.
Forse quella che si trova nell'ep. VII giustificherebbe qualche attendibilit a questo fr., tanto pi se si tenga presente il fr. 46.
tenuti antitetici.
//.
Frammenti
159
assogget-
133
gli
per
gli
educati
136
Di Eraclito:
le
anime spente
in battaglia
Scolio
AD E PITTETO
137
scrive
dunque: poich
2
.
sorte de-
Stobeo
stinata assolutamente
132.
133. 134. 135.
Vatic 743
313.
n.
312 Sterno.
fr.
Cfr.
28, 112.
314.
315.
Xenoph. Mem.
7,
1.
LXXI
Schenkl.
fr.
Si
24.
5,
15, p. 78,
(da At.
27,
1.
V.
bilmente un'aggiunta
Stobeo che
si
riferisce a Crisippo,
ma
1
nel ms.
il
II
cattivi
uomini sono
che veramente
gli
ci
dice poco.
*
Non
ostante
il
un suono
di autenticit, se
dubbio del Diels, questo passo ha non quanto alla forma, per
io
Cod. Paris.
138 Di
sentiero
su
la
vita:
Qual
della
vita
alcuno
taglie-
rebbe
Cod. Motik.
ecc.
139
di Eraclito filosofo
gini degli
lo fece
!
.
astri.
Fine
lo
volle chi
XIV
f.
f.
ioi r
Anth. Pai.
IX
IV
il
nome
di Eraclito.
lo
meno quanto
al contenuto.
Una
considerazione del
:
fato
non pu disconoscersi
II
in Eraclito
cfr. in fatti
Imi-
tanti,
///
Imitazioni
161
III.
Imitazioni.
1(5) Tutte
le
le
cose procedono e
in
al
le
divine e
Ippocrate
umane, alternandosi
la
alto
in
basso
il
giorno e
notte sino
come
la
luna procede a
minimo, accessione di fuoco e d'acqua, (cos) verso la maggior lunghezza o la maggior brevit (procede)
il
sole
l
.
Ogni
cosa
()
la
stessa
non
()
la
tenebra
Zeus.
qui
(lo
stesso che)
di
l
Le cose
l, in
ogni stagione,
queste
la
fun-
zione di quelle.
ci che
ci che
fanno non
sanno e
non fanno credono di sapere: e ci che vedono non conoscono e pure ogni cosa avviene per una necessit divina, sia ci che vo-
1.
Hippocrates de Victu
II
zione con quanto l'autore ha detto nel precedente 3 che non il Diels ma il Bywater riporta, significa che
il
crescere ed
il
I2
E
l,
mentre quelle
mescolandosi
propria
parte
a tutte
cose
s'aggirano qui
e queste
fra di loro,
ciascuna
il
compie
la
il
fatale e verso
pi e verso
meno.
incombe la distruzione per opera reciproca, alla maggiore dalla minore, alla minore dalla maggiore, e l'accrescimento alla maggiore (viene) dalla pi piccola, ed alla pi piccola dalla maggiore.
(6)
E E
le
altre
il
corpo
del
dina.
intieri
penetrano nell'uomo
aventi
parti
di
parti
d'intieri,
mescolanza
di
fuoco e
prendere quali
(lo)
per dare: e
che
prendono
danno (lo fanno) maggiore. Degli uomini segano un legno: uno spinge l'altro tira e tutti e due fanno la stessa cosa: e facendo di meno fanno di pi. Tale ( anche la) natura umana:
che
parte spinge, parte tira
;
e quello
cui
d,
(si
fa)
(si
tanto
maggiore, e
minore.
di tanto
ciascuno conserva
al
il
meno
al
si
ritira al
muta al posto maggiore. E le cose estranee (e) non omogenee sono espulse dal posto che loro non spetta. Ed ogni anima s'aggira avendo le sue proprie parti e maggiori e minori (ma quanto a s), non bisognevole di aggiunta o di sottrazione di parti ben s bisognevole di posto per
cede
pi mescolandosi
;
l'aumento o
la
diminuzione
di
ci che
ha
gi,
///
Imitazioni
163
compie
Poich
s'accinga e riceve
ci in cui s'imbatte.
le
possono rimanere
luoghi
non
appropriati.
Vagano
in
fatti
senza
intendere
ma
quelle che
s'aggiungono
lottano e
genee
une dalle altre. Per ci l'anima dell'uomo nell'uomo s'accresce e non in altro essere. E anche da gli altri grandi animali egualmente ci che
si
separa reciprocamente
violenza
(7)
!
.
si
separa
per
effetto
di
Ma
gli
altri
animali
li
lascer da
parte e
mescolanza
pure)
e
le
di
fuoco
d'acqua,
e
2
.
(v'entrano
parti del
corpo dell'uomo
e
(Tutto
ci,
si
femina
cresce
maschio
l'uomo).
multiplo
e diverso,
Ed
vi
necessario
s'introduce
vi
:
che
le
poich
ci di cui fin
parte,
da principio non
fosse dentro
non s'accrescerebbe perch vi accedesse molto o poco nutrimento poich non avrebbe
II
By water ha un
testo
diverso, che
suona
altri
cos:
Per
non
in altro
si tratti)
di)
degli
grandi
animali.
Egualmente (accade
si
modo
-
dalle altre
separano per
164
che accrescere
ciascuna cresce
Ma
nel
tutte,
assorbendo
fuori.
Come
tira,
quando
l'altro
artigiani
segano
il
legno: uno
cosa.
spinge facendo
la stessa
Spingendo
(quelli) sotto
non sarebbe ammesso l'andar gi fuor di (proposito) ma chi faccia con violenza (fuor di pro:
il
nutrimento delintrodotto
l'uomo: questo
dentro
sforzi
(8)
tira,
quello
spinge:
con
la
violenza
scappa
fuori.
Ma
chi
ogni cosa
conserva
il
tempo (quanto ne occorre per) che il nutrimento non (lo) tolleri pi n abbia spazio sufficiente per lo (sviluppo) massimo possibile. Allora (ogni
cosa) passa a un maggior spazio,
maschi e
dalla
fe-
modo
e
inseguite
forza e
da
se-
prima
la sorte
Vuol dire che quando una parte manca sin dal principio, non si forma in seguito e che se v' una parte o materia superflua o non omogenea, non si accresce
1
per verun nutrimento. 2 II Littr fa precedere questo capitolo dalle seguenti parole: " A chaque dveloppement les lments du corps " se sparent pottr se mler de nouveau. Comparaison " fort obscure de V harmonic de ce dveloppement avec
"
l'/iar manie
3
musicale
(Fr.
assai simile
per
la
[21
p.
193-4])-
77/
Imitazioni
si
165
in
fatti
mescola:
separa
ed
allo
stesso
tempo
si
mescola.
E avendo
(gli
mutato
posto e
percorrendo insieme
vive e cresce per
le
accordi)
tutti, (l'essere)
stesse
cose
per
le
quali
per
non
gravi
l'accordo
dei (suoni)
con
nel
tutto
gli
acuti
si
produca nel
totale,
primo accordo n
in
secondo n nel
il
quello
d'ottava,
'
:
poich non
giore
si
sar concerto:
ma
al
sa quel che
(9)
I
fa.
maschi dunque e
altre si
le
femmine come
gli
producano lo spiegher nel seguito del discorso. Qual di questi sia (il sesso) cui accada di venire e che consegua armonia, essendo umido mosso per (opera del) fuoco. Ed essendo mosso si accende e si appropria il nutrimento da gli alimenti e dall'aria che sono
uni e
le
entrati nella
donna:
da
corpo)
ma
movimento
solidifi-
s'inaridisce e
solidifica:
il
cato
si
fuoco racchiuso
non ha pi nutrimento sufficiente per attrarre e non espelle l'aria per la densit della (superficie)
II
tenza:
"
Ma
mais
le
passage
i66
circonstante
dentro.
onde
le
consuma
(parti)
l'umido
che
ha
Adunque
il
nutrimento,
ma
si
for-
condensano man mano che l'umido abbandona e son quelle che si chiamano ossa
e nervi.
Ed
il
fuoco dall'umido
il
mescolato
(e)
mosso dispone
solide ed aride
non pu procacciarsi le vie d'uscita di lunga durata, per ci che non ha nutrimento, ma (lo) pu a traverso le (parti) umide e molli: poich queste sono per lui di alimento; ed anche in queste (parti si trova) una aridit (che) non () consumata dal fuoco e queste si raccolgono
:
reciprocamente.
Adunque
il
pi abondante, e
era
si
maggiore umidit
e di l
(dal) di
la
si
quale
()
ci
che
chiama ventre,
ed
Il
perdette, poich
non
aveva nutrimento
dell'aria
il
condotto e
la
trimento.
corpo
si
la
parte del
in quelle parti
che
si
chiamano vene
si
cave,
nel
mezzo
di
coagula e ci
(io) In
()
fuoco in ser-
cosa dispose
adeguatail
mente
pical
colo rispetto
grande,
il
grande
rispetto
///
Imitazioni
167
resto (come)
da
tutte,
con
la
gli
mare (che
ad esso
umida,
nutrimento a
ai
non condi
dell'aria
torno
e
una concrezione
via
acqua
fredda
d'uscita
forma quanto
vi
cade
per entro
e parte
condisin-
fuoco aereo,
del
e visibile, separazione
si
condensato,
Ed
in ci (il)
si
:
fuoco
pro-
e di dentro e di fuori
une verso
le
cavit degli
umori (secondo
le)
propriet
della
astri,
e fuori.
fuoco pi caldo e pi
ciascuna
alla
che tutto
la
domina,
natura,
regolando
cosa
secondo
senno,
inaccessibile
vista e al
(il)
tatto. In
(la)
questo
( l')anima,
(il)
(')intelligenza,
(lo) svegliarsi;
crescita,
sonno,
questo
ogni
Ci all'addome.
Questo rapporto tra l'uomo e il mondo, microcosmo e macrocosmo, ribadito per disteso da Platone nel Timeo.
i68
(n)
si
Ma
gli
servono
(le)
senno degli
le
dei ha
loro insegnato
loro
pendo
tano
:
non sapendo
si
tutto ci che
conviene
disconviene, ci che
parla
non
parla, ci
il
telligente,
modo
la
la
la
legge se
la
che
gli
la
davano, mentre
natura di tutte
le
cose
gli
dei
l'hanno ordinata. Ci
che
dunque
uomini hanno posto non resta mai fermo allo stesso modo n giustamente n ingiustamente 1 ma ci che posero gli dei, eternamente riman
;
giusto,
quanto
:
alle
cose
la
giuste
quanto
alle
ingiuste
(12)
questa
differenza.
le
pubbliche
arti
sono
simili ai casi
celati.
La
nere
per mezzo
conosce
le
celate, e per
mezzo
mezzo
di ci
di chi
di ci
per mezzo
non intende
Significa che n
gli
stabilito da
///
Imitazioni
169
modo
la
viene a imitare
na-
vita dell'uomo;
un
fa
maschio
congiun:
un bambino
da ci
che
evidente conosce
ci
pur conoscitrice
si
di ci
:
visibile.
Di fanciullo
cangia
Il
in
uomo
il
nosce l'avvenire.
morto non
(per)
le
vivo.
ventre
non
del-
comprende. Da
sete o fame.
l'arte
lui
comprendiamo che ha
condizioni
Sono
e
stesse le
della
divinatoria
quelli
giusto,
umana: per che sanno (tutt'e due) tornano sempre per quelli che non sanno, ora ad un
natura
altro.
modo
dono
il
ora ad un
(13) [Gli
il
strumenti
del
ferro]
mezzo del fuoco, constringendo fuoco con l'aria: gli sopprimono il nutrimento
ferro per
lo
battono e
lo
con-
mezzo
acqua diventa forte. Lo stesso risente l'uomo dal maestro di ginnastica. Il fuoco privato del nutrimento che aveva, constretto per opera dell'aria.
Fatto
soffice battuto,
strofinato, purifi-
cato.
fatto
col
condurvi
forte.
(14)
Anche
i
gli
scardassieri
fanno
lo stesso:
pigiano con
facendo
tali
gliando
belle
:
la
cimatura e intrecciando
il
le
fanno pi
lo stesso
caso dell'uomo.
170
(15)
e delle
fanno cose
intere: e tagliando e
il
ci che guasto.
Lo
le
stesso
parti e
da
un
tutto.
Bucati e tagliati
anche
del
questo
ci che
proprio
fa
dell'arte
male
sopprimendo
causa
La
si
seduto
affatica
per
chi
si
muove
la
altre tali
cose ha
medicina.
(16)
tira:
uno
stessa
nell'uno e nell'altro
modo
fanno
la
uno tira e uno spinge] (e) quando premono, una cosa va su una gi: (e) facendo (una cosa) minore (ne) fanno (una) maggiore l Imitano la natura dell'uomo l'alito da
cosa.
[Trapanano
un
in
doppia
guisa
fa la stessa cosa:
sale su.
Da un'anima
I
construttori di case da
;
parti
discordi
ci
che
arido
ci
inumi-
dendo
ci che
umido asciugando,
che
senso complesso: prima vuol dire che quando due uomini segano, uno da una parte spinge e fa azione contraria a quello che sta dall'altra parte, e che tira, ma ambedue fanno la stessa cosa: poi vuol dire che
1
II
allo stesso
modo, quando uomini segano una tavola, al termine del loro lavoro avranno fatto due tavole minori da una maggiore.
///
intiero dividendo, ci
Imitazioni
71
non fosse
Imitano
il
regime dell'uomo; ci
ci
arido
ci
inumidendo
che umido
asciugando;
che
diviso riu-
musica
occorre
il
anzi
tutto ser-
mostrar ci che
Gli
armonici
non son gli stessi: dall'acuto e dal grave, eguali di nome, non eguali di suono. Quanto maggiore la differenza, tanto maggiore l'accordo, quanto minore la differenza tanto minore l'accordo. Se uno facesse suoni
I
tutti
eguali, cesserebbe
il
piacere.
il
per
di
sorta
da
e
gli
stessi (elementi)
:
non
bevanda per l'uomo se tutto facessero uniforme non vi sarebbe piacere e non andrebbe bene se raccogliessero tutto insieme in una
cosa sola.
Nella musica
i
suoni
si
colpiscono quali
in
La
lingua
l'acido
imita la musica,
di
riconoscendo
in disaccordo.
il
dolce e
in
[i
ci
che
vi
accordo
suoni]
e
in
ci
alto
che
e
in
basso
1
l
,
e
li
non son
fa
giusti
Ci
Anche Rossini
172
piti
(colpiti) in alto:
si
(se)
ha piacere,
(19)
I
non
accordata disgusto.
cuoiai
sciacquano. Eguale
I
cura dei
fanciulli.
;
tessitori
dal
principio tornano
d'onde
hanno cominciato.
d'onde
inco-
va a
finire.
Lavorano l'oro: battono, lavano, fondono: a fuoco dolce, non a fuoco violento, (l'oro) si
coagula: ottenutolo, se ne servono per
usi.
tutti
gli
monda, macina il grano, e avendolo passato al fuoco, se ne serve. (Passato) a un fuoco violento non si conf al corpo, s bene se a un (fuoco) dolce l
trebbia,
.
L'uomo
l'imitazione del
ma
lo
nulla produ-
intelletto,
(e
compongono)
ci
terra,
inumidendo
ci che arido.
Tolgono a
fino
al
che
sovrabonda
aggiungono a ci che
difetta,
pi
grande.
Lo
al
minimo
bonda, aggiungendo
dove
difetto, inumi-
la cucina.
Tutta
la
sembra lo sviluppo di questo passo eracliteo. Allude alla cottura del pane che portata ad un fuoco troppo ardente, lo rende carbonizzato e per incomerin
1
stibile.
Ili
Imitazioni
173
dendo
umido.
(22)
che
vasai
fanno girar
la
ruota, e (questa)
in
non
va
si
sposta n innanzi n
dietro, (e pur)
contemporaneamente nelle due direzioni. Questa un'imitazione della rotazione dell'universo. Per questo rotare essi
getti pi svariati
l'altro
(fatti)
producono
stesse
gli
ogal-
(se
ben
gli
siano) delle
(sostanze) e
stesso degli
con
stessi strumenti.
altri
Lo
con
uomini e degli
stanze) e con
animali
le
cose
stesse (so-
stessi
La grammatica
composizione
una cosa
di
questo gedella
nere
di figure, segni
voce
umana, facolt
di ricordare le
farsi.
:
cose
passate, di
indicare ci che a
La conoscenza ha
l'uomo che conosce
sia
grammatica sia quello che non la conosce, riescono a fare le stesse cose tutte. Anche le sensazioni umane hanno luogo per sette figure
:
l'udito per
sibili,
il
il
suono,
la
lingua per
sapori
il
buoni
la
i
corpo per
tatto,
l'en-
mezzi
uomini
la
mezzi) l'ignoranza.
(24)
l'educazione
la
(consiste
in)
questo: inla
segnano a violar
BodRRO, Eraclito.
legge secondo
legge, a
15
174
esser
giustamente, a
ingannare, a
le
ru-
cose pi turpi
() cat-
[come]
le
buono.
Qui si dimostra la stoltezza delle moltitudini: mirano queste cose e giudicano uno buono tra altri, cattivi molti ammirano, ma tutti, e gli
:
pochi discernono.
Andando
dendo bevono
:
al
mercato
gli
uomini fanno
la stessa
comprando
e ven-
inganna ammirato.
quando
lottano,
L'arte degli
(di
:
essere ingannata)
altro
gli
pensano
stessi.
entrano ed escono
stessi
non
non essere
lo stesso, e
comune con
2 una
(i)
la
arti
di
Alimento
specie
d'alimento
(sono)
e molte.
(2)
Ed
la
accresce e fortifica e
ingrassa e assiin
mila e disassimila ci
che
()
ciascuno sela
condo
fa-
colt originaria.
2.
de nutrimento
("IX
98 sgg. L.]
il
tempo
della gravidanza.
///
(8)
Imitazioni
175
Alimento
() ci (a
che
nutre, alimento ()
ci che
buono
(nutrire).
nutrire),
alimento
cose
() ci
che potr
di
tutte
le
()
uno e
una
(12)
Nuoce
e giova
per
e
riscaldare
le
cose:
forza
per raffreddare
nuoce
giova
per
la
nuoce e giova.
1
14) Umori...
la
causa
per
la
oscuri ed alcuni
(15)
La
tutti.
(17)
ed una
sola.
una medicina () ottima, nell'alimento una medicina () pessima: ottima casi. e pessima secondo (21) Il nutrimento non () nutrimento se non
(19) Nell'alimento
i
pu
se
e
(nutrire),
il
non nutrimento
nutrire
:
nutrimento)
di
pur
di
tale
da
nutrimento
di fatto
nome
di
non nome.
(23)
fatto,
nutrimento
non
Uno
tutto ()
confluire,
la
funzione
(loro).
grande
principio
giunge
alla
al
parte
grande
e
()
non
176
(40)
concorde
discorde,
il
discorde
con-
proprio
utile.
nocivo;
(42)
latte
(I
feti)
mesi sono
e per
le
il
non sono.
pi e per
il
meno, molto
(45)
e per
il
tutto e
il
per
parti:
ma non
meno.
l'in
e pi per
pi e
meno
per
e
il
Una
per
gi.
3.
Plutarco
i.
in
Apollo bel
figlio di
Zeus,
tutta,
il
principio e la fine
la luce del sole.
non lessero) il filosofo Cleante il quale senz'altro chiama il sole plettro. Poich quando sorge appoggiando raggi come per battere il mondo, guida la luce verso l'armob (costoro
i
astri.
2.
il
Stoheo
tempo,
di tutto
ed e non uno; che sempre a pena si mostra gi fugge, si presenta lo stesso a se stesso da strada contraria
ieri in fatto e
ogni
ieri
domani
1
.
Scitino di
1
Teo
(4
secolo) Cfr.
p.
16.
402 A.
51 e Clem. Str.
I
V
6
8,
49
p.
674 P.
2 Stob.
ecl.
8,
43
p.
108,
W.
Ho
di
tetrametri trocaici,
///
Imitazioni
177
Stobeo
(Cleantf.)
4.
ver questo cosmo tutto che involge la terra obedisce dovunque lo guidi e a te liberamente sta soggetto: ministro tal di possa tue immobili mani
te in
tengono,
la saetta
Che
cui
in natura
la^comun ragione
tu dirigi,
5.
tu
uomo?
stimo, o
Ll'C ANO
Io credo che
po'.
farebbe
(Io
bene
chiacchierare un
Eraclito:
piango)
perch
sian
umane
alla
tutte
sia
mise-
alcuna
io
li
soggetta
morte; perci
e
le
mi lamento.
stimo
E
(le
le
cose
del
pre-
grandi, e quelle
che
del
accatutto e
la
reputo)
conflagrazioni
4.
I.
Cleanth.
fr.
537, 3-9
Arnim
12 p. 25
5.
W.
Vit. auct. 14.
Lucian.
dal
1
Bywater
Meineke
in scazonti,
Non sembra inopportuno ricodare qui la runa delle credenze Scandinave, la quale significa tanto il dardo quanto la parola. Nella leggenda ellenica questa identit
pu trovarsi, pii plasticamente rappresentata,
di
nella favola
freccia
d'oro con
cavalcava per
Cfr.
178
fine del
e che
non
vi
sia nulla di
cosa
s'aggiri
come
una miscela e tornin lo stesso letizia tristezza, conoscenza ignoranza, grande piccolo, il su e il gi quanto gira e si scambia nel gioco
in
del tempo.
E E
che
il
tempo
Er.
Un
perdendo.
Er.
:
gli
uomini?
Di mortali.
mini immortali.
Ma, bello
che
gli
Dei?
Er.: Uocome
:
Er. Poich Loxia nulla spieghi semplicemente. non m'importa nulla di voi. Per ci dunque
non
ti
pensi
rettamente.
alla
Er.
Ed
io
mando
tutti in
massa
che
malora,
e quelli che
comprano
e quelli
non comdalla
prano.
pazzia.
Questo
guaio
non
lontano
--
Cri e^>
ys^Xa
t-<^
*,<*
*>>
&>
t>.
ev->
cf%~>v~
i.
Il
re
Dario
figlio
d'Istaspe
manda un
saluto
ad Eraclito Efesio
alla
uomo
sapiente.
In torno
difficile
a intendersi e ad interpretarsi,
quale in alcuni
la lettera,
mi pare debba
e su
contenere valore
le
di
teoria
su
l'universo
cose
che
in
esso
avvengono,
dipendenti
pi
(il
dal divino
libro)
movimento.
in
Ma
su
le
tuo
lascia
dubbio, onde
pur
coloro
che
son dedicati
celesti,
allo studio
ed
alla
ricerca delle
cose
sono
intendimento
re
e valore di
quanto hai
Dario
tuo
d' I-
staspe vuole
dunque partecipare
al
del
inse-
gnamento
Poich
gli
logica. Vieni
per ci subito
mio conspetto e alla mia reggia. Elleni non paiono accorgersi per lo
sanno
esporre
alle
costoro ben
attente
audi-
182
me adunque
ti
sar
conforme
tuoi insegnamenti.
II.
Eraclito d'Efeso
salute.
al
re
Dario
la
figlio
d'Istaspe,
si
Quanti sono su
stoltezza
terra
tengono
per
retto
operare e
alla
danno
cupidigia e
di-
alla vanagloria.
In quanto a me,
essendomi
il
fasto
sempre invidia
si
circondato
Persia,
III.
Il
re
Dario a
gli
Efesii.
la
repubblica un
le
uomo
con
parole e
anime buone, opportunamente indirizzandole al bene. Voi in vece avete esiliato Ermodoro, migliore non solo di tutti voi, ma anche di tutti gli Joni, apponendo turpi accuse ad un'anima retta. Se dunque aveste in mente di muover guerra al re di Persia (vostro) che io mander signore, preparatevi pure
non potrete
resistere: poich
amici
non
e
assister
gli
ma
se poi
nulla di
il
Ermodoro
rendetegli
183
patrimonio,
la
rammentando quanti
lui,
beneficii
per
rice-
abbiate da
me
di
sembra che non vogliate serbar gratitudine, se no non avreste bandito Ermodoro, l'amico del re. Inviatemi dunque dei messi che
mi dicano il giusto su ci che apponete a Ermodoro, affinch se egli sia convinto di male
intenzioni sia punito e se in vece voi, io vi
ri-
duca a miglior consiglio e v'impedisca per l'avvenire dall'errar pi contro uomini saggi. Poich
ci giova al re vostro
ed a
voi.
[Salute].
IV.
Non star pi a Ermodoro. tuoi, o Ermodoro. Euticle, figlio crucciarti con di quel Nicofonte che due anni or sono depred
Eraclito a
i
tempio della dea, mi ha accusato d'empiet, soprafacendo con la sciocchezza uno che gli sta ben innanzi per sapere, perch dice che avendo
il
io
fregiato del
mio nome
l'altare
cui
ero predio.
posto, volli di
uomo
che
ti
che
ero
dichiararmi
Dunque
a
gli
sar giudicato da un
empio
Ch'io
in
mezzo
esser
a
gli
empi.
O
il
pare?
possa
torno
Se uomini ciechi avessero a giudicar della vista, direbbero che il vedere cecit. Ma, o stolti, insegnateci prima ci che dio, se accusando
184
creda. Dov'
dio in
pii
Segregato nei
templi?
!
Siete
ben
si
se
Un uomo
il
appor;
rebbe ad ingiuria se
e di dio, si dir
gli
vero
?
ritornello
Ignoranti,
non c' dio fatto con le mani n che abbia una base, n un recinto, ma tutto l'universo
tempio per
stelle?
lui,
adorno d'animali,
l'Efesio,
di
piante, di
ad Eracle
scrissi
su
l'altare,
dando a
non
ad
Eraclito Efesio!
Se non v'intendete
di let:
tere
non
ed
imparate
lete,
saggezza e intendetela.
Ma non
con
vola
io
non
vi
sforzo. Invecchiate
vostra ignoranza e
godetevi
dei
vostri
danni.
Eracle
Omero va
pur ucciIl
sore d'ospiti
Ma
le
che cosa
lo
fece dio?
suo
che
proprio valore e
nobilissime
sue
opere
Ed
io
dunque, o uo-
non son
forse
anch'io valente?
Ho
fatto
pur
rispondeste
Ed anche
me venne
di
condurre
a
i
termine
piaceri,
molte
difficilissime
imprese: ho vinto
ho vinto
La questione s'aggira in torno ad un gioco di parole che non pu riprodursi in italiano. HPAKAEI Tfl E<t>EIlftl fu preso per HPAKAEITQI E<t>EIIPJ.
1
di
di Pilo
ed
all'uccisione
etc.
all'Iliade
A 670
185
la
ricchezze,
ho
vinto
l'ambizione, abbattei
vilt,
il
mi
sta a petto
mi teme
ho
la tristezza,
mi teme
l'ira:
contro
tutto ci
lottato e
posso ben da
me
incoronarmi, poich
e
da
me
stesso fui
dominato
non
da Euristeo.
le
Non
cesserete
dunque
i
di oltraggiar la saggezza,
vostri errori e
vostre ac'
rivivere
tra
cinquecent'anni
nazioni per la
le
citt e le
far silenzio
su di me, ed anche se
mia memoria
condurr
in
le
anime
degli uomini.
Ed
io
pur
moglie
Ebe, non
gi
sempre sar di lui, ma un'altra che sar per me. Molte (spose) genera virt e una ne diede a Omero e un'altra
quella di Eracle che quella
a Esiodo e quanti
essi
siano valenti
ciascun
di
disposa
la
Non son
dunque pio, o Euticle, io che solo conosco dio e non sei tu dunque impudente, che credi di saperlo, ed empio, che stimi tale uno che non ? Se non fosse stato eretto l'altare di dio, dio non sarebbe? E se eretto per ci che non sia dio, dio esiste lo stesso, cos che sono i marmi
Di qui
si
primo
di
secolo, ci che
ticit
dei residui
molte
Bodkero, Eraclito.
i86
i
testimoni di dio?
Ma
come
le
il
dere a testimoni,
notte
il
come ne
testi-
moniano
le
ne testimonio, e
circolo
della
luna, opera
V.
Eraclito ad Anfidamante.
lati,
Siamo ammain
Anfidamante, d'idropisia:
in
modo che
del
potere
male;
soffocazione, l'ec-
Ma
prima
Poich
cosa e
la
natura
l
,
il
miglior
medico.
primitiva semplicit
le
non va
pi
chi
a imaginare ci
tardi
gli
che
contrario
ma
uomini
un'altra
vennero a
chiamare
Io se
(tali
conosco
la sanit.
natura
del
mondo, conosco
le malattie,
co-
Da me
stesso
le
mi
medicher,
del
agguaglia
sproporzioni
cosmo incaricandone il sole. Eraclito non soccomber al morbo, il morbo soccomber al senno di Eraclito. Anche nell'universo ci che
Ci
P istinto cerca ci
che
gli
giova e non
si
sbaglia.
187
umido inaridisce, ci che caldo si raffredda. La mia saggezza conosce le vie della natura, conosce anche come si ponga fine alla malattia. Che se il corpo lo preverr nell'esser sommerso l scender nel (luogo) fatale. Ma non vi scender
cosa
immortale, solle-
mi s'apriranno le case celesti e denuncer gli Efesii non sar cittadino fra gli uomini, ma fra gli dei e non eriger altari ad altri, ma gli altri a me, n mi minaccer
vandosi voler
al
cielo, e
Euticle d'empiet,
vigliano
ma
io lui
di
bile.
Si
mera-
come Eraclito sia sempre triste, non si meravigliano come gli uomini siano sempre malun po' la malvagit ed io sorrider subito. Quantunque ora nella malattia mi son fatto pi benigno poich non m'incontro con gli uomini, ma sono ammalato da solo. Ecco che l'anima profetizza la sua liberazione da questa prigione, e scosso da s il corpo, uscendo a
vagi. Rallentate
galla torna
tria
2
con
la
memoria
si
ai
d'onde, discendendo,
che
a
gli
si
altri
di bile
sangue
le
[e]
di nervi e di
passioni
punizione, forse
acqua dell' idropisia far traboccare il vaso del corpo, prima che si possa applicare il rimedio.
Se, ci
,
l' 2
La
si
patria
il
cielo,
come anche
in
Empedocle che
ritiene
esule
188
il
corpo,
l
usciti
di lui
VI.
Convennero medici, o Anfidamante, molto premurosamente in torno alla mia malattia, senza che (per) conoscessero n l'arte n la natura come quelli che dell'una cosa n pur volevano (sapere), dell' altra si imaginavano, e tutte e due le ignoravano. Nulla di pi fecero che ammollirmi il ventre palpandolo come un otre. Altri volevano anche curarmi, ma non lo permisi perch per primo discorso chiesi loro la ragione della malattia e non me la diedero cos che non loro di me, ma io fui poda pi di loro Come dunque dissi
Allo stesso.
i
:
suonare
il
flauto se foste
un che non lo sa suonare? Mi curer io da me, oppure voi, quando per m'avrete insegnato come da abondanza di pioggia si possa fare siccit. Essi non compresero n pure la mia domanda e tacquero non sapendo
rimasti al di sotto di
trar
partito
gli
dalla
loro
scienza.
Mi accorsi che
fortuna,
li
anche
altri
non costoro ma
guar.
Se
le passioni
non
il
si
la
punizione ci
carcere
saremmo
gi esciti dal
corpo se
non hanno procurata. approssimativamente il pensiero che svolge nel famoso monologo Amleto, sotto tanti aspetti somigliante ad Eraclito.
il
restarvi
le passioni
nostre
ci
189
Operano empiamente costoro, o Anfidamante, simulando arti che non possiedono e prestando cure che non sanno e ammazzando la gente in
nome
ranza,
e all'arte.
una scienza che non si possiede. Che piacere provano ad ingannare ? Forse per arricchirsi per mezzo dell'inganno? Farebbero meglio a mendicare: moverebbero al mene a compassione, mentre ora sono
pi turpe (professare)
ma
odiati e per
il
danno
le
e per l'inganno.
si
Le
altre
sbugiardano subito:
a
confutarsi.
pi elette son
pi
difficili
Nessun
donie
si
d'essi
medico,
ma
son
tutti
impostori
le
e ciurmadori,
danaro
fan-
dell'arte.
la
presero
saputo dirmi
come dall'abondanza di pioggia possa prodursi la siccit. Non sanno che nel mondo dio cura
grandi
corpi,
eguaglia
ch'
le
loro
sproporzioni,
sostiene,
ri-
congiunge
ci
spezzato,
preve-
nendo, ci che
vacilla, raccoglie ci
che sparso,
rende splendido ci che indecente, rinserra ci che stato preso, insegue ci che fugge, di
luce illumina
le
tenebre, limita
l'infinito,
impone
di
forma
l'essere,
ci
che
amorfo,
riempie
vista
fonde nell'umido
ed
evapora
le
umi-
190
dita e
le
condensa
in
l'aria
rarefatta e
le
continuamente
la
sono
e
basso
le
esalta.
Questa
imiter in
1
.
cura del
stesso
:
mondo ammalato.
il
Ci
io
me
VII.
Ermodoro.
Vengo
a sapere
che
gli
contro di
solo,
ma
una legge illegalissima me. Poich non si d legge contro un giudizio. Non sanno gli Efesii che il
E
(il
ci meglio
quanto
(il
peril
sona ancora)
giunta.
ignota,
la
mentre
il
giudice vede
giudicando, da cui
passione
non
io
Sanno, o Ermodoro,
te le leggi e io
li
che
gnato con
nunciato
vogliono
esiliarmi,
ma
ingiustamente
colui
nessuno
cittadini,
non
vo-
rido
dunque imparar la ragione per la quale non mai ? Perch odio, non gli uomini ma la
lettera,
ai
si
che ricorda molto la guerra mossa medici nell'ultimo periodo della sua vita da Molire,
Questa
(3, 4,
5)
fr.
58,
in,
Imit.
1 (15).
In su la fine,
stile
da un certo punto
in poi, la lettera
muta
ed argomento
191
in
Se alcuno odia la malvagit esca dallo stato, e per il primo me n'andr. Andr volentieri bando non dalla patria ma dalla cattiveria.
il
Riformate
decreto. Se in
che
come non
coloro
i
sarei
io
pi giusto legissi
latore
se
quali
fanno
che Eraclito
per
la
condannassi ad
di
ad esser multati
voi
diecimila denari se
piti
silio,
vi
nei denari
in
questo
morte
ci
giuria togliendomi
esiliate
ingiustamente.
tutto vi
me
esiliaste
ogni mi-
tezza e
e
non cessaste di provocarmi con decreti bandi ? E rimanendo nella citt, forse che non
da
m'esilio
me
stesso da voi
corruzione
ingiustizia
solo.
Non mando
nessuno
Forse
in
rovina,
non faccio
citt
affatto e nella
vivo
Tale solitudine
me
il
stra malvagit.
vostro
commercio rende
buono Eraclito ? No, ma Eraclito voi, la citt. Ma non volete. Ed io voglio per e son legge a gli altri, ma essendo uno solo, non basto a punire tutta la citt. Vi meravigliate che io non
rida
mai ed
io
(mi stupisco)
di
coloro
che
ri-
Ci
per
gli Efesii
il
l'esilio
la
morte
192
di
fare ingiustizia,
mentre
in
attristassero,
tribunali,
i
le
lingue,
avendo rubato
amici,
beni
corrotto donne,
avvelenato
com-
messo furti sacrileghi, esercitato il lenocinlo, essendo stati colti in flagrante spergiuro, avendo menato busse, pieni chi di un male chi di un
altro
tali
1
.
vestiti e
2
,
(rider forse
affret-
moglie
veglie
nelle
non
la
()
ancor donna
donne
ulivi
fa
gi
parte, o
un
ra-
la
citt,
frutti
degli dito
sprecati
in unguenti,
il
il
vuotar
col
nei
conviti
soverchio
cibo
Di qui in poi
Ci che fra
il
il
testo assai
spiegare
fr.
13 e nota.
II Bywater ha yuvaKa qiapuoiKuj<; neiXruavnv rKvou che non ha senso e il Westermann yuvaKa qpapudKou; Treiyouvri tkov che precisa meglio l'accusa dei procurati aborti, e secondo questa lezione abbiamo tradotto.
193
i
mangiato...
l
,
il
ventri
che straboccano, o
stioni
popoli che
le
grandi querider
delle
discutono
vere
dalla
:i
scena
vostre
guerre
quando,
trovati
pretesti
d'ingiuria, vi
ammazzate
uomini divenuti belve, con flauti e trombe eccitati per mezzo della musica a sensi che alla
il
il
dell'agricoltura
viene
ap-
s'ingiuria
divinit
con
il
ed
Ares
omicida, e
fronte
in
campo, uomini contro uomini, vi augurate reciproci macelli, punendo come disertori coloro che non si macchiano di strage e onorando come valorosi coloro che pi sguazzarono nel sangue ?
I
leoni
valli
l'altro,
ca-
potresti vedere
Non
per
hanno alcun
ciascuno
le
strumento di guerra,
becco, per
ma
le
corna, per
1
le ali, [per
f\
ol <xktXwv
il
TtXe-
iovac;.
Cos
1\
il
Bywater
v
a.
e lo
Hercher
;
quale non
tra-
duce;
Tq
Yivoiavoiq
ol
ciktuXujuv
Tmpoivia<;
Bernays; f\ toc; v 0. Kevouuvcu; i aKTXuuv TiAn.auovdt<; Doehner, e secondo quella lezione abbiamo tradotto: l'autore attribuisce a gli Efesii anche la corruzione dei
Romani.
Qui segue un periodo cava alcun senso.
3
di
una
riga,
da
cui
non
si
Ci delle vostre
liti
nelle quali or
mai
fate consi-
stere la guerra.
194
altri
rapidit],
per questi
la
grandezza,
per
l
.
Nessuna
spada
fa
animali
irragionevoli,
poich vedono
di natura e
se
stessi
.
custodita la legge
2
.
.
non
il
negli uomini
siderate voi
ci
fine delle
guerre
mi
?
farete
cessare
dallo
sconforto
modo
non
terra devastata,
donne
rapite e
i
bambini strappati
alle
braccia
le
(dei genitori), e
talami contaminati, e
fan-
irveO|uo
il
sarebbe propriamente
il soffio,
anche
coraggio. Cos
come
aveuoq
= fiato ed anche
in
= vento
ma
significa
ed anche
in signifi-
sentimento
solo
violento,
corrispondono,
spirituale,
in latino,
ad animus
cato
solo
ed a fiimits
significato
ai significati origi-
Non
solo questa,
ma
altre considerazioni
l'
F "Axpi
xivot;
con
cui
s'
inizia
ep.
IX e che
di
che
si
altro
passo
il
uXov v
il
irapagaaii;,
v xpeiTToai t $$a\ov
hanno
By water
e lo Hercher
quale traduce:
est
in
Quamquam
toOto bov
in
magis hoc
v
eiY).
i'i
conduceret, vitium
Il
pracstantioribus
hi
inconstantiac.
TTctp3aai<;
KpeiTToai.
t ftpaiov b reAcx;
Forse vuol dire che l'errore pi grave coloro che la pretendono di pi. s Qui il By water segna giustamente una lacuna.
TToXuwv.
195
ciulle prostituite,
ragazzi
ferri,
fatti
femine,
e gli
uomini
liberi posti
i
ai
abbattuti, e
alle
opere empie, e
?
per l'ingiustizia
reggiate con
ferro
:
Di ci non
pace gueril
le
Ermo-
che
scrisse, Eraclito
esiliato.
Le
a
citt
son deserte di
malla
deserti
sono
folla
Le mura stanno
violenza
:
significare
ad escludere
le
vostra
altre
tutti
circondate
:
case
con
mura
di soverchieria cittadini,
quelli di
dentro ne-
mici,
ma
quelli di fuori,
nemici
ma
io
ridere
vedendo
tanti
le
nemici
L'altrui
ricchezza
vostre,
stimate vostra,
fate schiavi
late le
i
altrui
liberi,
leggi,
consacrate con
legge
l'illegalit,
in tutto ci
che
non
vi resiste.
leggi,
vi
2
Poich se non
alla
liberamente
perversit;
la
ed ora
in
vece se
anche
vi
frena un poco
131 e nota. Probabilmente vuol dire che le citt quanto alla giustizia sono deserte, ma questi
1
Cfr.
il
fr.
stessi deserti,
quanto
all'ingiustizia,
sono
affollati.
C'
un gioco di parole o meglio di significati e di contenuti. 2 Cfr. fr. 23 ove TaOxa spiegato da questo passo.
196
Vili.
Allo stesso.
Fammi
gli
sapere, o
Ermodoro,
Corteproteti
di partir
per
gli
l'Italia.
dei e
spiriti
Sembrava sogno che diademi di tutto il mondo, avessero ad accedere alle tue leggi e, secondo il costume dei Persiani,
quella
regione.
a venerarle, prostrati
bocca a terra
ma
in
vero
fissate
venereranno
gli
Efesii
quando non
sarai
pi,
quando
allora
le
tutti,
ed
dio
Poich
si
tolse loro
potere ed essi
stessi
stimarono
ne furono
il
bot-
alla
naturale,
obediranno a
comanda, e se non obediranno, saran battuti. Gli uomini biasimano gli dei perch non li colmano di ricchezze e non biasimano il proprio stolto comportarsi. da ciechi non acbeni che d il nume. Tra molte cose cettare Dalla terra disse anche questo la Sibilla Jonia per venire un saggio in Italia. Tanti secoli fa ti conobbe quella Sibilla, o Ermodoro, e allora fosti, ma gli Efesii n anche ora voglion
i
:
vedere
colui,
che fu
veduto
dalla verit
per
mezzo
alla
donna inspirata. Fosti attestato per saggio, o Ermodoro, ma gli Efesii contradicono
della
testimonianza
di dio.
Sconteranno
la loro
197
la ric-
chezza,
ma
di
anzi ne
malvagi affinch
avendo
la
essendo cresciuti
loro malvagit.
l
.
portino in berlina
La
povert
la
come un
coper-
toio
Non v'abbandoni
rando da malvagi
Ma
la-
tempo
te as-
con
solutamente, e ragionare
torno a molti
altri
alcune
brevi
cose in
affari
ed
Te
(tali
di tutto
perch
si
e nulla tanto
tace
uno sussurrato, e sopra tutto da Eraclito a Ermodoro. Molti non differiscono dai vasi crepati, in quanto non possono
a
tener nulla,
scorrer fuori
ma
le
per
la
loro
loquacit, lasciano
come
quelli
che sono
uomini,
i
non per
giudizio e
non
sia
tacere
2
.
Anche questa
epistola,
come
si
la
muta
in
in essa la
198
IX.
Allo stesso.
doro,
gli
fino a
quando, o Ermo-
uomini saranno
ma
anche
gli
stati in-
Gli Efesii
mandano
?
in esilio te
ottimo degli
in
uomini. Perch
cui
si
il
il
godimento dei
legittimo
civili ai liberti
?
1
ed
il
Ma
in
cittadino
seguito a un giudizio
nascita e pur
.
ma
vi
constretto
dalla
ri-
mane
cattivo;
ma
ap-
provati son
fatti
degni
cittadinanza testi-
moniando con
l'onore,
oh
quanto
valgono di pi,
per
il
quelli
!
che
La-
sono
inscritti cittadini
loro merito
cedemoni,
Spartiati,
tra le altre
ma
per
il
regime
di vita.
se
venga
uno
di
Scita, o
un
Triballo, o
alla
un Paflagone, o un
severa constituzion
cos
Lacedemone,
tale
che ciascuno
che
da
la
in se stesso
patria e la
dappocaggine va
se
(il
in
bando da
rarie).
malvagio)
sia inscritto
nel bel
mezzo
fosse
N credo vi sia Efesio alcuno, se non Efesio come un cane o un bue, ma l'uomo
ci
yaBi;
capace di
diritto.
Poco pi
oltre
il
199
Efesio,
se buono,
terra
()
cittadino
del
mondo.
in
Poich
cui chi
comune
a tutti
quella,
cui
in
parola
scritta
ma
dio,
ed
transgredisce a ci
:
ma
pi
tosto
non transgredir
se,
non bastano
gli
il
alla
malvagit dell'universo
il
pi
dei e abitando
con
sia
dove
essere.
Forse che
?
gli
vergognano d'esser
poich essi son cat-
buoni schiavi
tivi
rali.
() naturale
liberi,
tutti,
Che pensate, o
i
cani,
le
gli asini,
cavalli,
?
muli,
egli
ma avesse
aggrav
di
uomini
E
vi
perch
di servit
migliori,
non
vergognate
fatto e
i
questo
?
che
della
vostra
empiet
nome
e
i
Quanto
!
lupi
leoni
Non
l'altro,
il
l'aquila
compra
gli
il
leone
il
leone
perch
il
faccia da coppiere, n
cane castra
dea,
te-
cane,
come
per
voi
il
Megabizo
lei
riti.
della
sia
mendo
la verginit di
i
che
A
la
empi verso
virilit
d'esser
il
verso
il
sa-
imprechi a
gli
dei,
2oo
da un maschio. Dicon
gli
Efesii
Uno
Ed
sieda con
me
e ceni
con
me
il
giusto (anche se
e sia pi ono-
me
che
che non
la
fortuna
agguaglia,
ma
la virt.
In che v'offende
Ermodoro ricordando
per
la la
Solo
la
virt fa
li-
beri, e degli
voler di
schiavi per la
concupi-
E non
riduca a pochi
niera
introdotti e mantenuti
buoni
con
le
il
minacce, con
tue leggi.
le
pene, con
paure? Avranno
Non
isdegnarti. L'indole
il
mia pre:
suo genio. S
il
potere, di loro
che imitano
che
la
natura.
Il
grava
lui,
e la terra, la
parte di minor
valore
e
il
dell'universo,
cielo
regna
in-
sieme con
tale
il
cielo,
non
le
rifiuta
un morcosa
dio
fondamento, n
di
il
cuore
g' intestini, la
pi
vili.
Ma
non ricus
dar
la
201
mente
cluse a
tutti
fatto e alla
gli
memoria
gli
e alla speranza e
quanti
gli
uomini a
di ci
cittadini
mondo
.
.
ma
n
si
credon degni
di
che
comune
l
.
guardate
dovi
al
sempre in odio a gli schiavi, e per il tempo di prima in cui v'avranno servito e per quello dopo in cui resteranno esclusi dagli onori 2 ? Perch dunque li facevate liberi, se non li stimavate meritevoli ? Forse perch secondarono le vostre passioni ? V'adirate dunque con quelli
che per voler del destino
vagi) servigi e
vi
prestarono
(mal-
vagit
li
non con voi stessi che per malordinaste ? Erano essi da compiangere
(di
che sostenevano
e voi
per paura,
cose turpi
:
duri
e servite
anche ora temendo coloro a cui avete comandato. Che volete dunque ? Che escan tutti insieme
dalla citt
loro,
figli
e,
usciti
citt
esecrandovi e decretando
vostri
l'
figli
dei
interdetto
Voi
i
vi
apparecchiate
figli
vostri
che nasce-
Byw.
trattava di
Aveva
i
detto
prima che
si
dare o
di
negare
diritti politici
202
ranno e per quelli che son per nascere da Vedranno, o Ermodoro, gli Efesii, ci che
cher) loro: tu che sei
loro.
(toc-
buono
sta
sano
1
.
N O
presente
,
XA
Il
stampe
volume era gi licenziato alle quando escita per cura della casa
di Berlino, la
Weidmann
Fortunatamente
non modifica
dell'edizione
in alcuna
forma sostanziale
testi
precedente.
Mi
riserbo
di
darne
di re-
ampia
e particolareggiata notizia in
sede
e
censione, su
La
Rivista di Filologia
dFnstrul'in-
come
in
un quadro
79) fa seguire un -ippocratei pseudo brano di Zosimo analogo a gli estratti che ho dato secondo il testo del Diels. Il brano tratto dal libro della virt delle acque e della loro composi1
queste epistole
il
Bywater
(p.
zione (Fabricius Bibl. Gr. Vili 71 ed. Harl.) che si trova nel Hofer histoire de la chimie I 499 Paris 1842. Ma
tali
tarde derivazioni
a ci che
Nota
203
d'insieme
la
sua
delle
realt
note
filo-
logo alemanno aveva disperso su l'Efesio nelle note alla prima edizione dell' Herakleitos voti
Epkesos (1901) ed alla prima (1903) e seconda edizione, in due volumi (1906- 1908), dei Fralmente.
Quanto
che
le
testi,
il
parte di metodo.
Test.
4 10
e:
(p.
Test.
2
come
nota
alla
divisa in due,
intercalata da
10
10 b, ed
una nuova,
da
ri-
10 a:
ed uno
di Plutarco
ferirsi
l'uno ad
una conferma
delle
della
generazione
cose
re-
per
il
fuoco, l'altro ad
una
gli Stoici,
4
50
12
di Plo-
13
nota
la
formazione
eracliteo.
cosmico
6
21
v' aggiunta
una
linea di
Teodella
doreto
spiegazione
204
7
Nota
Framm.
7,
105:
la
v'
in
pi
la
breve
in-
troduzione delle
singole fonti,
Framm.
1
:
9,
31, 120:
ultimo
9 Imit.
4)
del
testo
pseudoippodi
crateo.
io Imit.
soppresso
il
testo
Cle-
Queste modificazioni non mutano in alcuna guisa, n quanto ai concetti generali, ne quanto ai testi, n quanto alle note, aumentate e chiarite,
le linee
il
fondamentali
in cui
ha voluto man-
tenersi
presente lavoro.
INDICE DEI
NOMI
INDICE DEI
NOMI
N. B.
Non
son compresi
in
quest'indice
dati nella
bibliografia, e di quelli
che rappresentano
notati in
Abari, 177. Ade, 118, 145, 161. Aetio, 80, 159. Agamennone, 124. Alicarnasso, 94. Amelio, 24.
Ares, Ario,
193.
116.
158.
XXX,
Amiel F., XXVII, 65. Amleto, 188. Anassagora, XXX, 16, 23, 78, no, 149. Anassimandro, 9, n, 16,
23, 33, 135-
203.
70, 71, 86, 88,
Artemide,
183, 199.
Asia,
XXXII,
193.
95.
II,
196.
Anassimene,
,
12, 16.
Atena, Atene,
Anatolio,
156.
Ateniesi, 93.
186,
188.
Babilonia, 28.
Barzellotti
G., 32.
Apollo,
177.
Apollonio, 88.
BlDEZ
86, 106,
J.,
64.
BlONE, 158.
Blisone, 85, 94, 95.
208
Indice dei
E.,
nomi
Dario
d'Istaspe, 93, 95,
96.
BODRERO
55-
25,
28, 30,
181, 182.
Bonghi
BURNET
79,
E., 112.
I.,
Bywater
89,
XXVIII,
78,
117,
121,
133, 161,
Diels
E.,
passim.
202.
16,
Dionisio, 93.
'
Dioniso, 118.
Celeo, 155.
Doehner,
F. R., 66.
193.
F., 24.
Chateaubriand
Dummler
Ebe, 185.
Chiappelli A., 31, 75, 96. Ciceone, 24, 154, 155. Cicerone, 129, 194.
Cinici, 24.
Efeso, passim.
Egitto, 25, 28, 31, 157.
Cleante,
Eleatica
129.
Clemente Al.,
176, 204.
119,
Eleusi, 155.
Empedocle,
XXXI,
142.
16,
XXVIII,
34, 35,
CODRO, 95. Covotti E., 130, Crantore, 88. Cratete, 51, 92,
23,
36, 38, 45
60.
6 3, 64,
152, 164,
148.
187.
Crisippo, 136, 159. Cristo, XXVIII, 32, 79. Croiset M., 57.
Enesidemo, XXVII.
Enosigeo (Neptunus),
Eoli, 95.
104.
Crotone,
92.
Eoni, 24.
144,
66.
Epicuro, 128.
Indice dei
nomi
Giustizia,
122, 144.
209
Epifanio, 157.
Epittf.to, 159.
XXXI,
25.
120,
Gladish A.,
Gnosi, 24.
Goethe, XVIII,
93.
46.
Gomperz
125-
Th.,
4,
76, 77,
Eraclito allegori94.
Gorgia,
35.
Guerra,
130.
Ermodoro,
154, 155,
Hegel G., XXXIII. Hercher R., 193, 194. Hoefer F., 202.
Huit
Ch.,
XVI.
India, 25.
Ippoboto, 88.
EUDEMO,
I47.
Ippolito, 132.
Italia, 196.
Jeronimo, 93.
Joni,
XXIX,
182.
Fabricius
J.
A., 202.
JoNIA, I96.
Fnelon
F., 66.
JONICA
Jos, 130.
Kaibel
G., 152.
XXIX,
G.,
136.
81, 133.
Kant
E., 126.
Fraccaroli
Gautier Th.,
Gellio, 174.
66.
51, 75,
Lassalle
77, 86.
F.,
XXVII,
25,
18
2IO
Indice dei
A., 31.
nomi
Neleo, 184. NlC ANDRO, 141. NlCOFONTE, 183. NlCOMEDE, 93. Nietzsche F., XXVII,
44. 57. 74, 137. 147-
Lasson
Lehrs, 104.
Leibniz G. G.,
4.
Leopardi
Lesbo, 94.
43,
NORDEN
E., 57.
Nous, 23.
Littr E., 161, 164, 165. Logos, passim. Lombardo Radice G., 62. Luciano, 133.
Manilio, 153.
Oceano,
9.
Ofelia, VII.
Ohler
R., 44.
io.
Olimpo,
Marx C,
Mayer C,
Megabizo,
74.
M aspero, 31.
25, 65.
F.,
Max Mller
127.
Oracoli,
53.
199.
Orpheus, XXVII,
30, 119,
Paflagoni,
198.
Pandaro,
154.
16,
Parmenide, XXVIII,
23, 45, 102.
Pascal
23, 25,
XXVI.
,
157.
148.
Pausania Eraclitista
93-
190.
Monti
V., 154.
Mullach
F. A. G.,
Pfleiderer
Pilo, 184.
Natorp P m
Neante,
88.
112.
Pindemonte
I.,
154.
Indice dei
nomi
211
Pitagora XXVI,
12, 16.
io,
n,
23,
Platone,
58, 62,
79,
XVI, XXVIII,
18,
SCHUSTER
177.
XXIX, XXX,
72,
73,
24,
74, 78,
no,
Plutarco,
Pluto,
154.
Scolastica, 16. Seleuco, 92. Seneca, 121, 129, Senofane, 11, 12,
15, 16,
148.
13, 14,
23,
34,
36, 37,
Pohlenz M.,
136.
39, 40, 68, 85, 88, 95, 123, 126, 127, 157.
Senofonte, 34, 124, Sesto Empirico, 136, Sette Savi, 53, 88.
159.
137.
Pramne,
155, 156.
Sfero Stoico,
188.
93.
Shakespeare, XVIII,
158,
Shelley
34,
P. B., 94.
Simmaco,
E.,
128.
Simplicio, 147.
Romagnoli
Romani,
131, 152.
Socrate,
XVIII,
16,
17,
XIX,
50,
96, 193.
XXX,
66.
34,
Rousseau
Rnna,
177.
J.
J.,
Sofisti,
55, 57-
19,
24,
35,
54.
B., 66.
78, 120,
Smkya,
XXX.
29.
Sand
G., 66.
Sozione, 88.
Sanscrito,
Scettici,
Scandinavi, 177.
159,
XXVII, XXX.
212
Stoici, 24,
79,
Indice dei
nomi
Triballi, 198.
no,
137,
Troilo
E., I-XXIII.
Talete, XXXI,
17, 2 3> 31 I2 5-
Tannery
Teichmuller G., 25. Teodoreto, 203. Teodoro Prodromo, 128. Teofrasto, XXXI, 5, 89,
99, 101.
WOLTJER
J.,
Il6.
44, 74.
77.
Tertulliano,
127.
16, 116.
89.
Tocco
F.,
138.
INDICE
Pag.
xxm
.
Quanto rimane su
I.
Eraclito:
la vita
Testimonianze su
e su l'insegna-
mento
Vita (1-3
Scritti (4)
b)
II.
85 98 99
112
.
156
161
III.
Pseudo Ippocrate
(1-2)
176
181
-
II
182
,
III
IV
V
VI
VII
Vili
IX
Nota
Indice dei nomi