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PLATONE:PRIMO CAPITOLO1.

Il platonismo come risposta filosofica a una societ e a una cultura in crisi Politicamente parlando, il periodo di Platone, caratterizzato dal tramonto dellet doro della Grecia periclea, e quindi da una serie di avvenimenti che portano a una situazione di decadenza. Platone, essendo un aristocratico, avverte maggiormente tale crisi e desidera una stabilit, soprattutto politica. Ed essendo un filosofo vive questa crisi nella sua totalit, e non solo per quanto riguarda lambito della politica. Per queste ragioni, egli inizia a idealizzare fortemente la figura di Socrate, che lo reputa un simbolo della crisi e una speranza di superamento di essa. Perequasti motivi, Platone si convince sempre di pi dellinsufficienza di un semplice mutamento di forme governative, infatti da ci deriva il suo abbandono alla politica, e dallimprorogabile necessit di una riforma globale dellesistenza umana. Ma questultima non viene ottenuta tramite una rinnovata filosofia; da questo nasce lidea platonica di una politica filosofica.2.

La vita Platone nacque ad Atene da una famiglia aristocratica nel 427 a.C. A ventanni comincia a frequentare Socrate e diviene uno dei suoi discepoli sino alla sua morte, momento che rappresent in Platone un momento decisivo. Secondo quello che afferma nella Lettera VII, Platone avrebbe voluto dedicarsi alla politica. Ma egli interpret la morte di Socrate come un ingiustizia imperdonabile e come una condanna generale della politica del tempo. Da quel momento, la sua unica salvezza era la filosofa, la sola via che potesse condurre luomo singolo e la comunit verso la giustizia. Dopo la morte di Socrate Platone si rec a Magara, in Egitto e a Cirene; ma di questi viaggi lui non ne parla. Invece, parla del viaggio che fece nellItalia meridionale, ma in particolare a Siracusa, dove strinse una forte amicizia con Dione. Si dice che per opera di questultimo, Platone fu venduto come schiavo e fu riscattato Anniceride, ma questo denaro fu rifiutato solo quando venne a conoscenza di chi si trattava e serv alla fondazione dellAcademia, ossia della scuola di Platone. Platone fu richiamato a Siracusa da Dione per la seconda volta, affinch desse il proprio consiglio per la riforma dello Stato; ma ogni tentativo risult impossibile. Alcuni anni dopo, venne richiamato per la terza volta a Siracusa, e and 1

poich fu spinto dal desiderio di aiutare Dione, che era rimasto esiliato. Ma nessun accordo si stabil tra Platone e Dionigi, che era solo un dilettante presuntuoso; per questo motivo fu costretto a lasciare Siracusa e a ritornare ad Atene, dove mor nel 347 a.C.3.

Le opere e le dottrine non scritte Platone il primo filosofo di cui ci sono rimaste tutte le sue opere. Di lui abbiamo Lapologia di Socrate, 34 dialoghi e 13 lettere. Il grammatico Trasillo organizzo queste opere in nove teologie. Alcuni dialoghi e una raccolta di Definizioni, poich ritenuti spuri, rimasero fuori dalle teologie. Vene sono anche altre spurie comprese tra la teologie, e sta alla critica storica a riconoscere quali siano quelle non spurie. Lattivit letterarie viene suddivisa in:-primo periodo, che comprende gli scritti giovanili o socratici;-secondo periodo; che comprende gli scritti della maturit:-terzo periodo, che comprende gli scritte della vecchiaia. Delle fonti antiche affermano che Platone tenne dei corsi intitolati Intorno al Bene, che non volle mettere per iscritto perch ritiene pi opportuna loralit dialettica.

I caratteri della filosofia platonica Socrate e Platone L a fedelt allinsegnamento e alla persona di Socrate il carattere che domina nellattivit filosofica di Platone. La ricerca filosofica tende a configurarsi come uno sforzo di interpretazione della personalit filosofica di Socrate. Platone interpreta la filosofia come dialogo. Che un atto di fedelt al silenzio letterario di Socrate, entrambe hanno lo stesso fondamento, ossia la concezione della filosofia come sapere aperto . Il dialogo lunico mezzo, mediante il quale si pu comunicare agli altri la modalit filosofica. Questa concezione di filosofare come dialogo, ha permesso a Platone di vivere la filosofia come una ricerca inesauribile e mai conclusa, ossia come un infinito sforzo verso una verit che luomo non possiede mai totalmente, sulla quale assolutamente doveroso continuare a interrogarsi. Mito e filosofia Unaltra delle caratteristiche dellopera di Platone, lutilizzo dei miti, ovvero dei racconti fantastici attraverso cui vengono esposti concetti e dottrine filosofiche. Il mito, in Platone, possiede due significati:-il mito come strumento di cui il filosofo si serve per comunicare in maniera pi accessibile le proprie dottrine;-il mito come mezzo di cui il filosofo si serve per poter parlare di realt che vanno al di l dei limiti. In altre parole, la 2

filosofia tende a muoversi nei sentieri interrotti , che la costringono a tornare indietro oppure a prendere unaltra via. Da questo punto di vista, il mito viene visto come qualcosa che si interseca nella parte lesa della ricerca filosofica. Si pu notare come il mito platonico ha senso solo se viene connesso con il discorso filosofico, ma ci non implica che il mito non possiede una profondit e una ricchezza. Inoltre, il mito se da un lato rende pi difficile linterpretazione filosofica, dallaltro conferisce al platonismo.

SECONDO CAPITOLO1. La dottrina delle idee La teoria delle idee e la sua importanza Platone d molta importanza al metodo delle definizioni di Socrate, poich le reputa il primo passo verso un sapere assoluto capace di oltrepassare il relativismo sofistico. Ed proprio in questa battaglia antisofistica che Platone formula la teoria delle idee, che segna linizio della seconda fase in cui il filosofo va al di l delle dottrine che Socrate aveva insegnato. La teoria delle idee forse faceva parte delle dottrine non scritte ; per questo motivo alcuni studiosi lhanno posta in secondo piano, ma in realt la dottrina delle idee rappresenta il cuore stesso del platonismo maturo. Infatti, sembra che Platone riusc a risolvere i massimi problemi della filosofia, solo dopo aver conosciuto tale teoria. Di conseguenza, pretendere di immaginate Platone senza idee, sarebbe come immaginare Pitagora senza numeri, ecc. La genesi della teoria delle idee Secondo Platone la scienza deve avere i caratteri della stabilit e dellimmutabilit, e di conseguenza della perfezione. Ma essendo profondamente convinto che il pensiero riletta lessere,ossia che la mente rifletta ci che esiste, Platone si domanda quale dia loggetto della scienza, e per lui senza dubbio sono le idee. Noi consideriamo le idee come una rappresentazione di ci che pensiamo. Platone invece le considerava unentit immutabile e perfetta, che costituisce, insieme ad altre idee, una zona dessere differente dalla nostra, che i filosofi chiamano metaforicamente e

poeticamente iperuranio, parola greca che significa al di l del cielo. Secondo Platone lo stretto rapporto con gli oggetti, riflette nei termini di modello-coppia. Infatti, per il filosofo le cose sono copie di idee. In Platone esistono due gradi di conoscenza: lopinione e la scienza, a cui corrispondono due tipi dessere: le cose e le idee. La 3

verit imperfetta dellopinione dipende dalla configurazione imperfette del suo oggetto, mentre la verit perfetta della scienza dipende dalla configurazione perfetta del suo oggetto. Da Eraclito Platone trae la teoria secondo cui il nostro mondo il regno della mutevolezza, mentre da Parmenide trae il concetto secondo cui essere autentico immutabile. Dalleleatismo Platone deriva anche il dualismo gnoseologico tra sensibilit e ragione e il dualismo ontologico tra le cose e lessere.

Quali sono le idee In Platone vi sono due tipi di idee:- le idee-valori, che corrispondono ai principi estetici, politici ecc (Bene, Bellezza, Giustizia );- le idee matematiche, che corrispondono ai principi dellaritmetica e della geometria. Oltre a questi due tipi di idee, Platone parla anche delle idee di cose naturali e delle idee di cose artificiali , ma questo genere di idee rimane a lungo incerto, e solo negli ultimi dialoghi tende ad emergere, facendo corrispondere ad ogni realt la sua specifica forma . Cos, lidea platonica finir per configurarsi come la forma unica e perfetta di qualsiasi gruppo, o classe, di cose a cui viene attribuito un nome e che di conseguenza possono essere fatte oggetto di scienza. Le idee pur essendo tante, non formano la pluralit, piuttosto esse costituiscono unorganizzazione piramidale, in cui le idee-valori sono in cima e lidea del Bene al vertice. Tuttavia, lidea del Bene stata attribuita a Dio; il Bene non crea le idee, ma comunica la loro perfezione. Inoltre, possiamo dire,che nelluniverso metafisico di Platone non esiste un Dio-persona, ma solo il divino. Infatti Platone utilizza molto il termine to thion (ossia, il divino) per affermare una molteplicit di cose differenti, ad esempio: divina lide del Bene, divina lanima, divine sono le stelle e gli astri ecc. rapporto tra le idee e le cose Le idee sono:- criteri di giudizio delle cose, ad esempio diciamo che due cose sono uguali in base al criterio di uguaglianza, ecc.- causa delle cose, ad esempio diciamo che due individui sono uomini sulla base dellidea di umanit, che la causa che li rende tali. Tuttavia, il rapporto tra idee-cose non stato ben delineato dal Platone della maturit, il quale pur parlando di mimesi (per cui le cose imitano le idee), di metessi (per cui le cose partecipano alle idee), di parusia (per cui le idee sono presenti nelle cose)ecc., rimane assai incerto. Infatti, egli riprender tale argomento anche nella sua vecchiaia, cercando di risolvere questo problema. Come e dove esistono le idee Le idee sono trascendenti , in quanto esistono oltre la mente e 4

oltre le cose. La tradizione ha considerato le idee platoniche come qualcosa di analogo allempireo dantesco o al paradiso cristiano. Alcuni studiosi, invece, hanno considerato le idee platoniche come dei modelli di classificazione delle idee. Molti studiosi considerano la prima interpretazione molto legata al mito. Di conseguenza, essi affermano che il mondo platonico delle idee, non deve essere interpretato come un universo di super-cose , ma come un ordine eterno di formi o valori ideali. Stabilire quali tra le due interpretazioni sia quella giusta non possibile, in quanto entrambe possiedono dei punti di debolezza. In conclusione possiamo affermare che le idee costituiscono una zona dessere

diversa dalle cose. La conoscenza delle idee Come si spiega che noi abbiamo la nozione delle forme ideali? Per risolvere tale quesito, Platone ricorre alla teoria della reminiscenza , ossia del ricordo: egli, infatti, afferma che lanima prima di calarsi nel nostro corpo, ha vissuto nel mondo delle idee. Una volta che discende nel nostro corpo, lanima conserva un ricordo di ci che ha vissuto; per questo Platone afferma che conoscere ricordare , in quanto le idee sono dentro di noi e basta uno sforzo per tirarle fuori. La gnoseologia di Platone rappresenta, dunque, una forma di innatismo, in quanto ritiene che la conoscenza derivi da metri di giudizio gi presenti nel nostro intelletto. Troviamo un esempio in Menone, in cui affronta il caso dello schiavo che, pur non essendo colto, riuscito, aiutato da Socrate, a rispondere con esattezza a cose si cui non aveva mai sentito parlare. In questo modo, la maieutica in Platone subisce unevidente cambiamento, in quanto coincide con la teoria delle reminiscenza.

Reminescenza, verit ed eristica Per Platone, la teoria della reminiscenza, quella teoria secondo cui non possibile,alluomo,indagare n ci che sa, n ci che non sa . A questa affermazione Platone, afferma la tesi per cui apprendere non significa partire da zero, bens ricordare; in pratica, secondo il filosofo, luomo non possiede la verit, e neppure la ignora totalmente, ma la porta in s a titolo di ricordo, in quanto noi conoscendo non partiamo n dalla verit, n dallignoranza,bens da una preconoscenza, o di ignoranza di sapere. La dottrina della reminiscenza viene interpretata in due modi:coloro che credevano che Platone pensasse a una preesistenza delle anime nellaldil;- coloro che credevano che l anima coglie le idee a priori, ossia indipendentemente dai sensi.L immortalit 5

dell anima e il mito di Er Limmortalit dellanima diviene oggetto di uno dei dialoghi pi ricchi di pathos: il Fedone. In questopera, Platone indica una serie di prove dellimmortalit dellanima. La prima, detta dei contrari , afferma che ogni cosa viene generata dal suo contrario, cos la morte si genera dalla vitae la vita si genera dalla morte. Una seconda, detta della somiglianza afferma che lanima essendo simile alle idee, che sono eterne, anchessa sar tale. Una terza, detta della vitalit , afferma che lanima vita e che non pu avere lidea di morte. Nel Fedone troviamo la filosofia come preparazione alla morte. La teoria dellimmortalit dellanima, a Platone serve anche per chiarire il problema del destino. Platone, infatti, ritiene che la sorte di ogni individuo sia dovuta da una scelta fatta dalla sua anima nel mondo delle idee; illustrala sua tesi tramite il mito di Er, con cui si chiude la Repubblica. Morto in battaglia e resuscitato dopo dodici giorni, Er pu raccontare agli uomini la sorte che gli attende dopo la morte. La centralit di questo mito quella che riguarda la scelta del destino, in quanto ogni anima sceglie il modello di vita che incarner. Ma tale scelta guidata il pi delle volte dalle esperienze compiute nella vita terrena. Dunque, per Platone luomo sceglie il proprio destino da quello che in vita voluto essere.

La dottrina delle idee come salvezza dal relativismo sofisticoL opposizione al relativismo sofistico costituisce il cuore della dottrina delle idee. Secondo Platone, il relativismo sofistico si identifica con una filosofia negatrice di ogni stabile punto di vista sulle cose. Di fronte a tale relativismo, troviamo lassolutismo platonico, infatti, Platone rimaneva lontano da quella fase intermedia tra assolutismo tradizionale e relativismo estremo che era stata imboccata da Socrate e Protagora. Siccome Platone trovava nellassolutismo lunica via percorribile, la dottrina delle idee diviene lo strumento pi prezioso della filosofia. In tal modo, l umanesimo sofistico e socratico venne sostituito dalla concezione secondo cui luomo viene di nuovo regolato da qualcosa di extraumano. Infatti, nel platonismo, non pi luomo a misurare la verit, ma la verit a misurare luomo. Analogamente, il relativismo conoscitivo e morale dei sofisti crolla totalmente. Infine, il linguaggio che i sofisti reputavano convenzionale torna a caricarsi si un valore assoluto. La finalit politica della teoria delle idee Platone giudica il relativismo disordinato e violente, di conseguenza, con la dottrina delle idee egli vuole offrire quello strumento che consente agli uomini di uscire da questo caos delle opinioni e dei costumi. In Platone, lassolutismo della teoria delle idee rappresenta, dunque, lo strumento che va contro il relativismo politico e lanarchia sociale. Da ci nasce lequazione: conoscenza delle idee =fondazione di una scienza politica universale = pace e giustizia tra gli uomini.2. La dottrina dell amore e dell anima Il sapere stabilisce tra luomo e le idee un rapporto che impegna luomo 6

nella sua totalit, che Platone definisce amore . A tale teoria, vengono dedicati due dialoghi: il Simposio e il Fedro. Il Simposio consiste prevalentemente loggetto dellamore, ossia della bellezza; mentre il Fedro considera lelevazione dellanima al mondo delle idee. Il Simposio I discorsi trovati nel Simposio erano in lode alleros che mettevano in luce una serie di caratteristiche dellamore. Pausania distingue dalleros volgare, ossia quello che si rivolge ai corpi l ros celeste, ossia quello che si rivolge alle anime. Il medico Erisse vede nellamore una forza cosmica. Invece, Aristofane, con il mito degli androgeni , esprime uno dei caratteri fondamentali dellamore, ossia linsufficienza. Da qui, Socrate prende le mosse per il proprio discorso: l amore desidera qualcosa che non ha, ma di cui ha bisogno, ossia la mancanza. Infatti, secondo il mito, esso figlio di Pros e Pena, e di conseguenza non un Dio, ma un demone , ovvero quellessere dalla natura intermedia tra luomo e il divino, perci non ha sapienza, ma spinto a possederla, e per questo un filosofo . Infine, il fine loggetto dellamore, ossia la bellezza che pu avere diversi gradi. In primo luogo la bellezza di un bel corpo. Poi si accorge che la bellezza uguale in tutti i corpi e cos passa ad amare la bellezza corporea nella sua totalit. Ma al di sopra c la bellezza dell anima, ma al di sopra ancora c la bellezza delle istituzioni e delle leggi, e poi la bellezza delle scienza, e infine ancora la bellezza in s, che eterna.Il Fedro La natura dellanima pu essere espresso con il mito della biga alata, in cui vi una coppia di Cavalli alati, guidati da un auriga: un cavallo bianco, eccellente, e uno nero, pessimo. Di conseguenza il lavoro dellauriga risulta difficoltoso, in quanto deve indirizzare i cavalli verso il cielo, l iperuranio, ossia la sede dellessere autentico dove sta la totalit delle idee, priva di forma e colore che pu essere contemplata solo dalla ragione. Ma lanima pu contemplarla solo per poco, perch il cavallo nero tira verso il mondo terreno e quando si appesantisce, lui perde le ali e si incarna in un corpo umano in cui il ricordo delle sostanze ideali viene risvegliato dalla bellezza. In pratica questultima fa da tramite tra luomo caduto e il mondo delle idee. Leros diventa la dialettica. La vera retorica la scienza delle idee e dellanima.

3. Lo stato e il compito del filosofo Lo stato ideale Tutti i temi vengono riassunti nella massima opera di Platone, ossia la Repubblica. La costituzione di una comunit politica governata dalla filosofia presenta in Platone due quesiti fondamentali:-qual lo scopo e il fondamento di questa comunit?-chi sono i filosofi? La giustizia Lo scopo fondamentale della comunit per Platone la giustizia, in quanto nessuna comunit pu sussistere senza di essa. La giustizia la condizione fondamentale della nascita e della vita Dello Stato. Lo Stato deve essere 7

costituito dai:-governanti, in cui la saggezza la virt di questi, in quanto basta che i governanti siano saggi che tutto lo Stato sia saggio;-guerrieri, in cui il coraggio la virt di questi-cittadini, in cui la temperanza la virt di questi. Ma la giustizia comprende tutte queste virt: essa si realizza quando i compiti di uno Stato sono tanti, e tutti necessari alla vita della comunit, e ognuno deve scegliere il compito a cui dedicarsi. La giustizia garantisce lunit, e di conseguenza la forza dello Stato, ma essa garantisce anche la forza e lunit di ciascun individuo. Nellanima individuale Platone distingue tre tipi:-la parte razionale, che quella parte che permette allanima di ragionare e dominare gli impulsi;-la parte concupiscibile, che il sito di tutti gli impulsi corporei;-la parte irascibile, che la parte che combatte per ci che ritiene giusto. Anche nel singolo individuo la giustizia si avr quando ogni parte dellanima svolger soltanto la propria funzione. Caratteri e motivazioni delle classi Per Platone lo Stato deve per forza essere suddiviso in classi, in quanto vi sono dei compiti diversi che vanno esercitati da degli individui differenti. Inoltre, afferma che la diversit tra gli individui dipendono dalla prevalenza di una parte dellanima sulle altre. Di conseguenza, abbiamo gli individui prevalentemente razionali, gli individui prevalentemente impulsivi e gli individui prevalentemente soggetti al corpo e ai suoi desideri. Per Platone la divisione in classi non determinata da un diritto di nascita, ma da differenti attitudini naturali. Nella societ platonica si dice esplicitamente che un bimbo ferreo nato tra uomini aurei dovr essere retrocesso di classe e viceversa. Ma solitamente, i figli assomigliano ai padri e quindi rimangono nella classe di provenienza; solo eccezionalmente avviene il contrario. Il comunismo platonico Affinch lo Stato funzioni correttamente e la giustizia si realizzi, Platone suggerisce l eliminazione della propriet privata e la comunanza dei beni per le classi superiori. La classe al potere non avr famiglia, e per Platone ritiene che i governanti debbano avere in comune anche le donne. Ma ci non implica la prostituzione della donna, bens le donne staranno alla pari degli uomini e potranno partecipare persino alla vita dello Stato. Le unioni matrimoniali verranno stabilite dallo Stato in base a dei criteri volti alla procreazione di figli sani. Tutti i bambini verranno tolti sin dalla nascita dalle proprie famiglie, in modo che si avr una grande e solidale famiglia.

guardiani sono felici? A questa domanda Platone risponde che la felicit sta nella giustizia. Inoltre, non bosogna dimenticare che i filosofi sono felici gi di per s, in quanto non hanno bisogno di cercare la propria felicit nei beni materiali.Le degenerazioni dello Stato Sono varie le degenerazioni dello Stato. Una di esse la timocrazia che un governo fondatosull onore a cui corrisponde l uomo timocratico, ambizioso e amante dei comandi e diffidente versoi sapienti. Un altra forma l oligarchia che un governo in cui comandano i ricchi a cui corrispondel uomo avido di ricchezza. Ulteriore forma la democrazia che un governo fondato sul liberoarbitrio dei cittadini a cui corrisponde l uomo democratico. Infine, al pi bassa di tutte le formegovernative il tirannide, che la forma di governo pi spregevole in quanto il tiranno l individuopeggiore a cui corrisponde l uomo tiranno che l uomo pi infelice e schiavo delle proprie passioni.Inoltre, questa nasce dall eccessiva libert della democrazia.Platone e la democraziaDue opposte concezioni della vita associata L ostilit platonica si riversa nella democrazia. Le radici storiche della concezione platonica, vacollocata nel contesto sociale della sua epoca, caratterizzata dagli scontri tra i nobili e il popolo.Tale scontro determina, non solo una contrapposizione di interessi, ma anche l antitesi tra dueopposte concezioni della vita associata e della giustizia. Secondo la visione aristocratica devonoessere i migliori a governare la cosa pubblica; mentre, secondo la visione democratica, deve essereil popolo a governare la cosa pubblica.La politica come prerogativa di classe e la ferrea regolamentazione dello Stato La divisioni in classi nella Repubblica, non obbedisce solo al fatto che ciascun individuo abbia unproprio mestiere da svolgere, ma anche da un modello statale e gerarchico basato su ruoli fissi ebene differenziati. Secondo l organicismo platonico, uno Stato giusto quando ogni individuosvolge la sua attivit per il bene comune; viceversa, lo Stato sar ingiusto quando le classi nonsanno pi stare al loro posto. In tal modo Platone abbatte le tesi della necessit di una gestionecomune della cosa pubblica.Il rigetto platonico verso la democrazia viene accompagnato da uno statalismo esasperato.Alcuni studiosi hanno fatto alcune critiche allo statalismo platonico e hanno osservato che per lacultura classica l individuo aveva realt solo nella plis. Ma ci non regge, in quanto un conto direche la vita dell individuo pu concretizzarsi solo nella plis e un altro conto togliere alla maggiorparte degli individui appartenenti a una societ di partecipare al governo. Pur non essendodemocratico, lo Stato platonico non deve essere confuso con l aristocrazia tradizionale. Infatti, loStato, aristocratico, in quanto governano i migliori, ma questi ultimo sono tali perch sanno .Chi custodir i custodi? L importanza dell educazione nella citt platonica Come si pu essere sicuri che i governanti realizzeranno davvero il bene comune della citt e non illoro personale tornaconto?Platone supera tale preoccupazione credendo che i custodi, prima di custodire gli altri, 9

sono capacidi custodire se stessi. Da qui nasce l importanza del sistema educativo. Ovviamente, l educazione alsapere e alla virt di cui parla Platone, riguarda solo le prime due classi, infatti della classelavoratrice non ne parla. Anzi, convinto che il sapere riguarda solo le classi superiori, in quanto

sostiene che la massa non rifletta. I gradi della conoscenza e l educazione Platone afferma che ci che , assolutamente conoscibile; ci che non , non conoscibile .Perci all essere corrisponde la scienza, ossia la conoscenza vera; al non essere l ignoranza;aldivenire, che sta tra l essere e il non essere, l opinione, che sta tra la conoscenza e l ignoranza.Platone identifica quattro gradi del sapere. La conoscenza sensibile rispecchia il nostro mondomutevole e corrisponde:-eikasa, ossia la congettura o immaginazione;pstis, ossia la credenza.La conoscenza razionale o scientifica, che rispecchia il mondo immutabile delle idee, comprede:-dinoia, ossia la ragione matematica o discorsiva;-nesis, ossia l intelligenza filosofica o noetica.Platone sostiene che la filosofia sia superiore alla matematica, e pensa che le disciplinematematiche-scientifiche da un lato si attaccano al mondo sensibile, dall altro partono da delleipotesi indimostrate. Ma la superiorit della filosofia sta anche nel fatto che occupa dei problemidell uomo e della citt. Ci non esclude che in Platone la matematica non abbia importanza. Infatti,l educazione scientifica dell uomo ha il suo punto critico nel passaggio dalla conoscenza sensibilealla conoscenza razionale matematica, e tale passaggio si fa mediante i metodi di misura. Semisuriamo la distanza, il volume, ecc. raggiungiamo conoscenze che non sono pi mutevoli esoggettive, ma oggettive e stabili. Nella Repubblica ci sono una serie di discipline fondamentali:-l aritmetica, ossia l arte del calcolo;-la geometria, ossia la scienza degli enti immutabili;-l astronomia, ossia la scienza del movimento pi ordinato e perfetto;-la musica, ossia la scienza dell armonia.Queste discipline matematiche costituiscono la propedeutica della filosofia.Il mito della caverna La teoria della conoscenza e dell educazione trova un esempio nel racconto della caverna, uno deimiti pi noti della Repubblica. Immaginiamo che vi siano degli schiavi incatenati in una cavernasotterranea e costretti a guardare solo davanti. Sul fondo della caverna si riflettono immagini distatuette che sporgono al di la di un muro situato alle spalle dei prigionieri che raffigurano tutti itipi di cose. Dietro il muro si muovono, senza essere visti, i portatori delle statuette, e pi in la sitrova un fuoco che permette il proiettarsi delle immagini. I prigionieri scambiano le ombre per dellerealt. Ma se uno di essi riuscirebbe a liberarsi dalle catene, voltandosi si accorgerebbe dellestatuette e si convincerebbe che esse sono la vera realt. Ma se uno riuscisse in 10

seguito a fuggiredalla caverna, si accorgerebbe che la vera realt non sono le statuette, in quanto queste sono leimitazioni delle cose reali. Inizialmente, il prigioniero, non riuscir a guardare il sole, ma una voltaabituato sar finalmente in grado di osservarlo e di ammirare le cose reali. Ovviamente, lo schiavo,preferirebbe rimanere in quel mondo ricco di bellezza, che tornare a essere prigioniero delle cose non reali . Ma se egli tornasse nella caverna, per avvisare i suoi amici schiavi di ci che aveva visto,verrebbe deriso e accusato di avere gli occhi malsani, e alla fine, infastiditi dal suo atteggiamento,lo ucciderebbero. La simbologia filosofica di questo mito ricchissima. Le catene rappresentanol ignoranza e le passioni che questa vita ci inchiodano; il mondo fuori della caverna, le idee; il sole,l idea del Bene che tutto rende possibile e conoscibili;l uccisone del filosofo, la morte di Socrate.In questo mito troviamo il dualismo gnoseologico ed ontologico, il fatto che Platone tende a guardare i nostro mondo come un regno delle tenebre, in contrapposizione al regno della luce. Ma soprattutto vi il concetto della finalit politica della filosofia, ossia quell idea secondo cui tutte leconoscenze acquisite debbano essere utilizzate per la fondazione di una comunit giusta e felice.Secondo Platone, il ritorno alla caverna fa parte del percorso educativo e significa porre ci che si visto a disposizione della comunit e obbedire al vincolo di giustizia che lega ogni individuoall umanit. Infatti, soltanto con il ritorno alla caverna l uomo avr compiuto la propria educazionee sar veramente filosofo.La condanna dell arte imitativa Tra le innumerevoli branchie della filosofia, vi l estetica che studia i problemi dell arte e dellabellezza. I motivi per cui Platone condanna l arte sono fondamentalmente due: uno di tipometafisico - gnoseologico e uno di tipo pedagogico - politico. Per quanto riguarda la prima, Platoneritiene che l arte sia un imitazione di un imitazione, in quanto essa si limita a produrre l immaginedi cose e eventi naturali, che a loro volta sono la riproduzione delle idee; inoltre, l arte possiede ilvalore conoscitivo pi basso. Per quanto riguarda il secondo punto, Platone ritiene che l arte sianegativa per il suo potere corruttore sugli animi. Invece l arte incatena l animo alle passioni eraffigura un mondo dominato dal destino. Oltre a questi due motivi, vi un altro di tipo storico-culturale. Infine, per Platone l arte pu esistere solo se assoggettata alla filosofia.TERZO CAPITOLOIl confronto con Parmenide La tematica della sofistica preparata dal Parmenide e dal Teeto. Nel Parmenide il filosofo siinterroga sull esistenza della teoria delle idee, trovando alcune difficolt. In primo luogo,supponendo che l uno l idea, e i molti sono gli oggetti che costituiscono l idea, non si capiscecome l idea pu essere composta da pi oggetti, senza risultare molteplice. Ma il problemafondamentale il confronto-scontro con la logica parmenidea. La tesi fondamentale dell eleatismo il principio per cui solo l essere , mentre il non essere non . Platone si accorge che questaaffermazione potrebbe mettere in dubbio la 11

teoria delle idee, in quanto l inesistenza assoluta diogni forma di non essere danneggerebbe la molteplicit delle idee.nonostante questi ostacoli, nel Parmenide Platone afferma di non voler rinunciare alla teoria delleforme ideali. Ma se rinunciare alle idee risulta impossibile, non rimane che rinunciare al principioeleatico, infatti, Platone conclude il Sofista con un vero e proprio parmenicidio .I generi dell essere e il problema del nullaPlatone elabora la teoria dei generi sommi , ossia degli attributi fondamentali delle idee, che sonocinque: l essere, l identico, il diverso, la quiete e il movimento.Ogni idea o esiste, e quindi rientra nel genere dell essere.Ogni idea identica a se stessa, e quindi rientra nel genere dell identico.Ogni idea identica a se stessa, ma diversa dalle altre, e quindi rientra nel genere del diverso.Ogni idea pu stare in s, e quindi rientra nel genere della quiete.Ogni idea pu entrare in comunicazione con le altre, e quindi rientra nel genere del movimento.L errore del filosofo sta nel confondere il diverso con il nulla, infatti, l unico modo in cui puesistere il non essere quello dell essere diverso. L errore in s, non sta nel pronunciare il nulla, manel dire le cose in modo diverso da quello che sono in realt

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