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SVANTAGGI E RISCHI DI UNA TENTAZIONE
PATRIMONIALE?
LASCIATE STARE
di ALBERTO ALESINA e FRANCESCO GIAVAZZI
M
atteo Renzi, par-
lando di imposte
sul patrimonio,
due settimane fa
ha detto: C spazio per au-
mentare la tassazione delle
rendite finanziarie, non sui
Bot ma sulle rendite pure.
Abbiamo una tassazione sul-
le rendite finanziarie fra le
pi basse in Europa, ma io
dico di attendere la riforma
complessiva del sistema fi-
scale. Il primo dubbio ri-
guarda le rendite pure,
espressione poco chiara e va-
gamente populista. Il nostro
sistema impositivo un mec-
canismo eccessivamente
complesso, ma che non si
pu correggere modifican-
done una parte come se fos-
se indipendente dal resto.
Come daltronde pensa an-
che Renzi. Una riforma com-
plessiva della tassazione sui
patrimoni andrebbe affidata
ad un comitato di esperti, al
quale chiedere di scrivere i
decreti che due settimane fa
la commissione Finanze del-
la Camera ha delegato il go-
verno a varare entro un anno.
In tema di tassazione delle
rendite finanziarie si dovreb-
be adottare un sistema simi-
le a quello in vigore in Gran
Bretagna e negli Stati Uniti
dove questi redditi (cedole,
interessi bancari, ecc.) si
sommano a quelli da lavoro
formando cos il totale impo-
nibile. Questo verr poi tas-
sato con una progressivit
che riflette le scelte politiche
del governo. Invece, con ali-
quote (ad esempio sui depo-
siti bancari) uguali per tutti,
indipendentemente dal red-
dito, la progressivit viola-
ta. Ma una commissione tec-
nica pu solo suggerire la
configurazione di imposte
pi efficiente, non quale sia
il livello di pressione fiscale
desiderabile, n quale sia il
livello di progressivit, due
decisioni che spettano ovvia-
mente alla politica.
Quanto tassare dipende
dal livello di spesa che il go-
verno ritiene preferibile. E
qui sta il punto. Renzi sba-
glierebbe se chiedesse a mi-
nistri di spesa e funzionari
dei ministeri a quanto am-
montino i tagli di spesa rea-
lizzabili e poi, sulla base di
questa informazione, deci-
desse la misura del taglio alla
pressione fiscale. Cos non va
da nessuna parte. Funzionari
e ministri gli diranno che or-
mai non rimane quasi pi
nulla da tagliare, nonostante
la spesa al netto di interessi e
prestazioni sociali sia pari
(dati 2012, gli ultimi disponi-
bili a consuntivo) a 351 mi-
liardi di euro: 165 per stipen-
di dei dipendenti pubblici,
89 per lacquisto di beni e
servizi, 33 di trasferimenti a
vario titolo alle imprese, 35
per altre attivit, in cui rien-
tra il costo delle assemblee
elettive e solo 29 per investi-
menti pubblici. Renzi deve
capovolgere il problema. De-
cidere di quanto vuole ridur-
re la pressione fiscale (ad
esempio di 20 miliardi) e poi
ordinare che fra quei 351 se
ne trovino 20 da tagliare.
Si ricomincia invece a par-
lare di patrimoniale. Ma se
non riparte la crescita su un
percorso che preveda meno e
non pi tasse, e se prima non
si taglia la spesa, una patri-
moniale straordinaria (che
dovrebbe essere peraltro di
notevole entit) ridurrebbe
solo momentaneamente il
rapporto debito-Pil (Prodot-
to interno lordo) per qualche
anno, per ritrovarsi poi al
punto di prima. Bisogna di-
stinguere quindi tra la giusta
revisione (e semplificazione)
complessiva della tassazione
che comporti anche una di-
versa imposizione sulle ren-
dite finanziarie, e una patri-
moniale una tantum. La re-
visione va fatta evitando per
di pi errori tecnici che si ri-
schia di pagare cari. La patri-
moniale invece avrebbe lef-
fetto di unaspirina che fa di-
menticare la vera malattia: il
livello del debito e la man-
canza di crescita. Nascon-
dendone i sintomi, se va be-
ne, per qualche anno. Pur-
troppo spesso le due cose
(patrimoniale una tantum e
revisione della tassazione
sulle rendite finanziarie) pi
o meno intenzionalmente si
confondono. Un equivoco e
un errore che il governo non
deve alimentare.
RIPRODUZIONE RISERVATA
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Con il Corriere
I sogni e gli antieroi
di Lucio Dalla
Il secondo cd a 9,99 euro
pi il prezzo del quotidiano
Champions League
Quattro gol dallAtletico
Addio del Milan allEuropa
La centrale ligure
Sigilli alla Tirreno Power
La Procura: troppi morti
A. Bocci, F. Monti, A. Ravelli
e M. Sconcerti alle pagine 48 e 49
E. Dellacasa e A. Pasqualetto
alle pagine 16 e 17
Le misure al Consiglio dei ministri. Incertezze sullIrap. Palazzo Chigi: trovate ampie coperture
Sconto fiscale in busta paga
Pi detrazioni per i redditi bassi. Incentivi a chi assume
Quote e merito
QUELLO CHE
GLI UOMINI
NON DICONO
SULLA PARIT
di BARBARA
STEFANELLI
C
un non detto in
questa offensiva, non
a caso fallita, sulla parit
di genere. Quello degli
uomini. Le donne hanno
cercato di fare rete, si sono
chiamate da schieramenti
distanti, hanno messo i
propri nomi in ununica
lista e indossato lo stesso
colore bianco. una
buona notizia ed la terza
volta che succede in pochi
mesi (i due passaggi
precedenti: per la
rappresentanza femminile
nelle societ quotate; nelle
iniziative contro la
violenza domestica).
CONTINUA A PAGINA 42
Il Consiglio dei ministri vara il taglio del-
le tasse sui lavoratori dipendenti a basso
reddito: pi detrazioni Irpef dalla busta pa-
ga di aprile. Lentit legata alleventuale
estensione degli sgravi anche agli autono-
mi. Palazzo Chigi: 20 miliardi di coperture.
DA PAGINA 2 A PAGINA 5
Giannelli
PARTITE IVA E PICCOLI
LERRORE DA NON FARE
di DARIO DI VICO
E
noi? Laccusa che circola in queste ore
nellampio e variegato mondo del lavoro
autonomo suona cos: il governo Renzi
litiga con la Cgil ma alla fine fa quello che
vuole Susanna Camusso ed esclude dalla
riduzione Irpef artigiani e commercianti
perch sospettati di evasione fiscale.
CONTINUA A PAGINA 2
Ogni giorno
Con il figlio
sulle spalle,
29 chilometri
per andare
a scuola
di PAOLO
DI STEFANO
P
otrebbe passare
alle cronache
come il Padre
dellanno. Si chiama
Yu Xukang, ha
quarantanni,
divorziato e ha un
figlio disabile
dodicenne. Ogni
giorno se lo carica
sulle spalle e percorre
due volte, andata e
ritorno, 4,5 miglia. In
tutto 18 miglia, ovvero
quasi 30 chilometri
sui sentieri accidentati
della collina, per
portare il bambino a
scuola e tornare a
prenderlo la sera.
Siamo nella provincia
cinese di Sichuan.
A PAGINA 25
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Legge elettorale Bocciate le preferenze
Camera, avanza lItalicum
ma con pochi voti di scarto
Lintesa tiene, Pd spaccato
Il retroscena
Il premier:
controllo io
il partito
di MARIA TERESA MELI
APAGINA 8
Bocciate le quote rosa,
bocciate le preferenze. Le li-
ste resteranno bloccate.
LItalicum passa alla Camera
ma con pochi voti di scarto:
la maggioranza regge per-
dendo per decine di voti
per lattacco dei franchi tira-
tori. Il Pd spaccato e Matteo
Renzi costretto a serrare i
ranghi e a evocare il voto an-
ticipato per scoraggiare gli
oppositori interni.
DA PAGINA 6 A PAGINA 11
Lincompiuta
Le scatole cinesi
di una mezza riforma
di MICHELE AINIS
M
ezza riforma non ancora una
riforma. Specie se laltra met
dipende dal Senato, la fossa dei leoni.
Il vizio dellItalicum che alleva due
Dracula che si vampirizzano a vicenda.
Perch il maggioritario vale soltanto
per la Camera, mentre il Senato rimane
ostaggio dun proporzionale puro.
Siccome tuttavia, qui e oggi, c ancora
un bicameralismo perfetto, questa
trovata ci lascia a mani vuote. la
nostra dannazione: lItalicum reclama
la riforma del Senato, che reclama la
riforma del Titolo V della Costituzione.
Un gioco di scatole cinesi, con il rischio
di rompere le scatole.
A PAGINA 42
In primo piano
Camusso: il rischio
far pagare meno
anche gli evasori
di ENRICO MARRO
APAGINA 5
La lista dattesa
per gli 11 miliardi
dovuti ai costruttori
di SERGIO RIZZO
APAGINA 3
Istruzione Rapporto su quanto vale lo studio
Essere secchioni?
Conta pi del talento
Ucraina Il via libera del Parlamento
La Crimea ha deciso:
secessione da Kiev
di GIANNA
FREGONARA
S
teve Jobs la chiamava
fame, in italiano si
potrebbe dire impe-
gno, i ricercatori del-
lOcse lhanno misurato
come hard work. Nello
slang degli studenti,
lessere secchione, per
i quindicenni meglio
tradotto in nerd.
CONTINUA A PAGINA 42
di FRANCESCO
BATTISTINI
L
a Crimea ha votato la
secessione da Kiev. La
decisione del Parlamen-
to dovr essere ratificata
dal referendum di dome-
nica. Mosca: legittimo,
come in Kosovo. Lex lea-
der ucraino Yanukovich
ricomparso: Sono
sempre il presidente.
A PAGINA 12 Offeddu
Lo scontro
Il Senato Usa
accusa la Cia:
avete spiato
i nostri pc
di MASSIMO GAGGI
APAGINA 13
MERCOLED 12 MARZO 2014 ANNO 139 - N. 60 In Italia EURO 1,40
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2 Primo Piano
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
Il governo Le misure
Pi detrazioni ai dipendenti
Sgravi affitti, ex Iacp in vendita
Verso un bonus di 1.000 euro, cedolare secca ridotta al 10%
Il tweet di Renzi: alle 17 le misure. Coperture doppie del previsto
La crescita
DARCO
Variazioni % tendenziali
IV trim.
-3,0
-1,8
1,8
3,0
0,0
I II III IV
2010 2011
I II III IV
2012
I II III IV
2013
+0,3%
il Pil dei Paesi
dellarea euro
+0,4%
il Pil
in Germania
+0,3%
il Pil
in Francia
*Il Prodotto interno lordo nel quarto trimestre 2013rispetto al trimestre precedente
+0,1%*
il Pil
italiano
L'analisi
GLI AUTONOMI
TRA FALSE E VERE
PARTITE IVA
SEGUE DALLA PRIMA
Questo concetto, appena pi mitigato,
Rete Imprese Italia lo ha messo ieri
nero su bianco aggiungendo
sibillinamente che le Pmi a differenza
di altri settori economici sono in
grado di creare rapidamente nuovi
posti di lavoro. A patto che siano
messe nelle condizioni migliori per
esercitare la loro attivit. Ma la
querelle di artigiani e commercianti
solo un pezzo della riflessione che
partita sotto traccia sul rapporto tra
Matteo Renzi e i lavoratori autonomi.
Perch, come sostengono le
associazioni dei consulenti del
terziario avanzato, che senso ha
combattere a viso aperto il potere di
veto delle grandi confederazioni del
lavoro dipendente e dellindustria e
poi non aprire al mondo delle partite
Iva e ai workers della conoscenza?
Equivale a unuscita dal Novecento
fordista a met o peggio solo a una
rivendicazione del primato della
politica senza che la svolta decisionista
sia sorretta da unanalisi moderna
delle classi sociali e del loro contributo
alla creazione di valore
aggiunto/ricchezza.
Nelle carte preparatorie del Jobs Act
qualcosa di importante per il mondo
del lavoro autonomo precario c e
riguarda la possibilit di estendere
gradualmente le tutele oggi applicate a
chi ha perso il posto di lavoro anche ai
parasubordinati. Insomma il governo
vuole intervenire sullo spinoso tema
delle false partita Iva, il lavoro
autonomo mascherato, ma c il
rischio di dimenticare le vere partite
Iva. Ovvero di continuare a
considerare il lavoro autonomo
unanomalia da riassorbire e non un
elemento costituivo delle economie
moderne. In tutti i Paesi europei si
tratta di figure in fortissima crescita,
stimate attorno al 15%
delloccupazione totale nella Ue. Pi
del 50% ha la laurea nel cassetto e le
donne sono anchesse grosso la met
del totale. Il guaio di queste figure
che sono considerate dal nostro
ordinamento e dal nostro welfare n
carne n pesce (n lavoratori
dipendenti n imprese) e quindi sono
condannati a restare nel limbo. Agli
inizi del suo mandato il ministro Elsa
Fornero sembrava aver preso a cuore il
problema ma poi arrivarono i giorni
della delusione.
Limportanza della tenuta del mondo
del lavoro autonomo dimostrata da
due trend. Primo: la spinta dei giovani
in cerca di occupazione a puntare
sullauto-impiego (in media 1 su 4).
Secondo: il crollo dellapertura di
nuove partite a gennaio 2014 (-9% su
gennaio 2013). Un ottimista potrebbe
sognare che il calo sia dovuto a una
maggiore tendenza alla
regolarizzazione. Purtroppo, invece,
quel dato ci dice che un pezzo di
lavoro autonomo sta sprofondando
nel sommerso. Non va dimenticato,
infatti, che tra costi burocratici, spese
e contribuzione alla gestione separata
dellInps, aprire una partita Iva costa
sempre tanto.
Dario Di Vico
RIPRODUZIONE RISERVATA
296
miliardi di euro
Lammontare del
cuneo fiscale in
Italia, secondo una
stima della Cgia di
Mestre. Di questi,
161,47 miliardi di
euro sono a carico
dei datori di lavoro
(un livello pari al
54,47% del
totale). Un
eventuale taglio di
10 miliardi
corrisponderebbe
a una riduzione
del 3,4%
10
miliardi di euro
Lobiettivo di
riduzione delle
tasse. Il ministro
dellEconomia, Pier
Carlo Padoan, sta
analizzando varie
ipotesi di tagli di
spesa per il cuneo
fiscale: tra le altre
cose si guarda agli
incentivi alle
imprese, alle spese
per i caccia F35, alle
pensioni di
reversibilit, al
rientro dei capitali
32
miliardi di euro
Limpatto
che dovrebbero
avere a regime,
nel 2017, le
manovre
proposte dal
commissario
straordinario
alla spending
review, Carlo
Cottarelli. Il totale
della spesa
pubblica italiana
analizzata
superiore
a 600 miliardi
di euro
3-5
miliardi di euro
Il risparmio che
questanno il
Tesoro potrebbe
ottenere dalla
spesa per interessi
sul debito pubblico
grazie al calo dello
spread Btp/Bund.
Il minore onere
potrebbe essere
utilizzato per
coprire il taglio
delle tasse e gli
altri interventi che
saranno
annunciati oggi dal
governo
di STEFANO AGNOLI
S
i dice che la mano destra
spesso non sa che cosa fa la
sinistra. Figurarsi quando,
come nel caso del Fisco, le
mani sono pi di due. Accade
cos come si legge in uno
studio della Uil che mentre
il governo, i partiti e fior fiore
di economisti discettano di
vantaggi e svantaggi tra il calo
dellIrap e quello dellIrpef (il
cosiddetto derby), alla fine
di questo mese i lavoratori
dipendenti e i pensionati si
troveranno in busta paga una
amara sorpresa. Quale?
Dover pagare un saldo e un
acconto dellIrpef sia regionale
sia comunale pi salato del
30%. Si tratterebbe in media di
un centinaio di euro, per la
precisione 97, calcolati su un
reddito annuale di 23.000
euro. Ce ne eravamo
dimenticati. E se si d ancora
retta alla Uil, nel 2014 le tasse
locali saliranno mediamente
da 363 a 409 euro. In qualche
area supereranno i 500 euro.
Un argomento a favore del
taglio dellIrap? Non questo il
punto. Anche le imprese hanno
da sempre un fitto calendario
annuale di pagamenti, che
spesso lievitano. La questione
che le mani che prelevano
restano troppe, e che alla fine
di ogni mese lultima riga del
bilancio familiare resta (se va
bene) uguale.
@stefanoagnoli
RIPRODUZIONE RISERVATA
Ma laddizionale
non si ferma
di CARLO CINELLI
Privatizzazioni,
si riparte da Poste
ROMA Il lavoro di que-
ste ore twitta ieri sera Mat-
teo Renzi procede molto
bene. Domani (oggi per chi
legge, ndr.) alle 17 conferenza
stampa con i provvedimenti.
E per la prima volta dice
sar messa nelle tasche de-
gli italiani una significativa
quantit di denaro. Il presi-
dente del Consiglio vuole as-
solutamente approvare oggi il
provvedimento per tagliare le
tasse sul lavoro, anche se nella
sua squadra di ministri e col-
laboratori non tutti credono si
far in tempo.
Lintervento dovrebbe esse-
re concentrato sui lavoratori
dipendenti a basso reddito at-
traverso un aumento delle de-
trazioni Irpef, con i vantaggi
maggiori per chi guadagna 15
mila euro lanno, che potrebbe
vedersi aumentare il netto fi-
no a mille euro, compresi i 220
euro gi decisi dal governo
Letta. Ma queste cifre potreb-
bero cambiare se gli sgravi ve-
nissero estesi ai lavoratori au-
tonomi, soluzione per la quale
molto premono le associazio-
ni di categoria. Di certo Renzi
accarezza lidea dei mille euro
in pi e vorrebbe anche che
fossero dati tutti in una volta,
magari nella busta paga di
aprile o al massimo di maggio.
Tecnici e ministri hanno lavo-
rato tutta la notte per vedere
se e come si pu fare.
Il taglio delle tasse a regime
dovrebbe valere 10 miliardi
lanno, questanno, visto che il
beneficio non si spalmer su
12 mesi, baster meno. Alle
imprese, che hanno premuto
fino allultimo per ottenere
che i 10 miliardi fossero desti-
nati dal governo a tagliare
lIrap, dovrebbero andare solo
semplificazioni e incentivi alle
assunzioni, insieme con un
disegno di legge che sblocca
altre tranche di debiti della
Pubblica amministrazione
verso le aziende fornitrici.
Ieri la giornata ha visto fasi
alterne. Nel pomeriggio sia dal
ministero dellEconomia sia
dalla presidenza del Consiglio
davano per improbabile lap-
provazione oggi dei provvedi-
menti di legge di taglio delle
tasse e spiegavano che il Con-
siglio dei ministri si sarebbe
limitato a varare su questo le
linee di indirizzo perch non
erano state ancora trovate tut-
te le coperture finanziarie ne-
cessarie per mettere nero su
bianco gli articoli di legge. Ma
poi in serata da Palazzo Chigi
appunto arrivata una secca
nota che dava per acquisite le
coperture. Il bacino potenziale
cui attingere sarebbe addirit-
tura di 20 miliardi, spiegavano
gli uomini del presidente del
Consiglio. Ci sarebbe quindi il
margine per trovare le risorse
necessarie per il 2014. E cos il
lavoro dei tecnici continuato
per tutta la notte, forte anche
delle indicazioni che il mini-
stro dellEconomia, Pier Carlo
Padoan, ha riportato dalla riu-
nione Ecofin di Bruxelles. In-
somma scattata una corsa
contro il tempo per portare in
Consiglio dei ministri non pi
le linee di indirizzo dal taglio
delle tasse ma i provvedimen-
to vero e proprio.
Questa mattina dovrebbe
riunirsi il preconsiglio dei mi-
nistri, con i tecnici dei vari mi-
nisteri che limeranno i testi.
Nel pomeriggio la riunione
vera e propria del governo,
presieduta da Renzi. Il men
prevede molti provvedimenti.
Quello gi pronto da giorni il
cosiddetto piano casa messo a
punto dal ministro delle Infra-
strutture, Maurizio Lupi, gi
sotto il governo Letta. Un de-
creto legge che muove 1,6 mi-
liardi che, fra le altre cose, ab-
bassa la cedolare secca sugli
affitti a canone concordato dal
15 al 10% e prevede laliena-
zione a favore degli inquilini
degli immobili ex Iacp.
Ci sar poi un disegno di
legge delega sul lavoro che
conterr i principi guida per la
riforma degli ammortizzatori
sociali: a regime non ci saran-
no pi gli interventi in deroga
ma una indennit di disoccu-
pazione a pi ampio raggio di
copertura. Nella delega po-
trebbe entrare anche il con-
tratto di inserimento a tutele
progressive. Una forte sempli-
ficazione e incentivazione del-
lapprendistato dovrebbe in-
vece scattare subito (decreto o
emendamento) e forse anche
lallungamento a 3 anni del
contratto a termine senza cau-
sale. Infine, lo sblocco dei 2
miliardi per ledilizia scolasti-
ca. Anche a questo Renzi tiene
molto.
Enr. Ma.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Lipotesi
Sul tavolo lipotesi
di estendere i benefici
ai lavoratori autonomi
e il taglio Irap
T
ornano le privatizzazioni.
E con un vasto
programma. Si tratter di
riaprire una nuova stagione
di valorizzazione, alienazione,
privatizzazione del
patrimonio pubblico, ha
detto alla Camera il
viceministro allEconomia,
Enrico Morando,
preannunciando un piano di
legislatura. Concorreranno a
ridurre lo stock del debito, ma
da sole non potranno farcela,
ha aggiunto, prudente e
consapevole che anche a
raschiare il fondo del barile
non potr replicarsi una
stagione simile a quella
vissuta negli anni Novanta
nelle stanze di Via XX
Settembre. Ma
nellenunciazione ecco
comunque delinearsi un
piano di rilancio, un
disegno pi ampio che si
svilupper in pi anni.
Andando anche oltre,
immaginando di favorire lo
sviluppo delle societ
privatizzate, magari
costruire realt sul modello
delle pubblic company.
Davvero un vasto programma.
Per ora si ricomincia dai piani
del governo Letta: per
questanno Poste ed Enav con
forse alcuni interventi su Stm
ed Eni in modo da incassare gli
8 miliardi gi in preventivo:
si pu dire che pi o meno il
valore pu essere quello.
RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
Primo Piano 3
Fisco
Sconto da aprile
per chi guadagna
fino a 15 mila euro
Il caso
Pagamenti arretrati, costruttori in lista dattesa per 11 miliardi
Nella lingua italiana la parola tutti ha
un significato preciso. Vuol dire nessuno
escluso. E quando un viceministro
allEconomia, nella fattispecie Enrico
Morando, afferma che il governo
approver un provvedimento per saldare
tutti i debiti della Pubblica
amministrazione con le imprese, viene da
pensare che le ansie del presidente
dellAnce Paolo Buzzetti siano campate in
aria. Anche se forse non del tutto vero.
Diversamente la giornata di ieri non
sarebbe stata dedicata in gran parte alla
soluzione di un problemino mica da
ridere: gli 11 miliardi di arretrati dovuti al
mondo delledilizia. Fatture vecchie, in
molti casi vecchissime, che a scapito delle
promesse rischierebbero di dover
aspettare ancora. Il fatto che a differenza
delle spese correnti, come per esempio le
bollette elettriche, quelle in conto capitale
impattano sul disavanzo, e quindi sul
debito pubblico, soltanto nel momento in
cui avviene materialmente lesborso. Da
qui i problemi e le resistenze emerse al
Tesoro, quando gi lo schema
dellintervento sembrava definito
secondo il copione noto, con il
coinvolgimento della Cassa depositi e
prestiti in veste di garante nei confronti
delle banche, ma stavolta con un paio di
mosse in pi. Ossia lapplicazione di
sanzioni anche pesanti nei confronti di
Comuni e Regioni inadempienti nelle
certificazioni e nelluso dei fondi messi a
disposizione dello Stato. E lintroduzione
di un meccanismo per evitare il ripetersi
dello scandalo di imprese costrette ad
aspettare anni per incassare il dovuto.
Per risolvere la faccenda degli arretrati in
conto capitale si pensato di tutto,
perfino a declassare il decreto sui
pagamenti alle imprese in disegno di
legge, prevedendo magari una futura
emissione di titoli di Stato espressamente
destinata a coprire gli arretrati delle spese
in conto capitale. Mentre al grido Basta
con i frenatori!, Buzzetti continua a
invocare lallentamento del patto di
Stabilit interno.Dalla sua ha i conti delle
risorse disponibili che per non si
possono spendere causa quel Patto: 4
miliardi 949 milioni. Quasi un miliardo
(990 milioni) riguarda la sola Lombardia,
seguita da Veneto (586 milioni),
Campania (482), Piemonte (468),
Sardegna (313) e Sicilia (302). Stavolta
impietosir qualcuno?
S. Riz.
RIPRODUZIONE RISERVATA DARCO
I ritardi
Pagamento dei debiti
della P.A. ai creditori
90%dello stanziamento
per il 2013
Risorse relative
allanno 2013
Dati in milioni di euro
Enti
debitori
Risorse
disponibili
Pagamenti
effettuati
Stato
3.000 3.008
13.499 12.993
7.849 6.796
Regioni
e Province
autonome
Province
e Comuni
24,4
miliardi
Risorse
nanziarie
rese disponibili
22,8
miliardi
Pagamenti
effettuati
ai creditori al
26 febbraio 2014
Le ipotesi
Pi detrazioni
per le famiglie
Allo studio un
rafforzamento delle
detrazioni per il lavoro
dipendente (redditi fino
a 15 mila euro), per le
famiglie e gli autonomi
Irap, aliquota
media al 26,1
Per lIstat lapplicazione
delle novit normative
comporter una riduzione
dellaliquota media del
prelievo sui redditi delle
imprese dal 28,5 al 26,1%
La garanzia
per i giovani
Sul tavolo del governo il
contratto unico di lavoro e
listituzione dellAgenzia
unica federale per la
Garanzia per i giovani
chiesta dalla Ue
Sussidio
universale
Allo studio la riforma
della cassa integrazione
e degli ammortizzatori
sociali con un sussidio
di disoccupazione
universale
Edilizia
scolastica
Il governo Renzi
dovrebbe varare anche
il piano scuola che
prevede lo sblocco
di 2 miliardi per ledilizia
scolastica
Vendita case
popolari
Il governo emaner le
procedure di
alienazione degli
immobili di propriet
degli istituti autonomi
per le case popolari
Accelerazione
dei pagamenti
Tra le misure allo studio
del governo anche
laccelerazione dei
pagamenti degli arretrati
della Pubblica
amministrazione
ROMA Un taglio del cuneo fiscale
da 10 miliardi (a regime), da applicare a
partire da aprile, con i vantaggi maggiori
sui redditi pi bassi, quelli fino a 15 mila
euro, senza escludere la possibilit di de-
trazioni per le famiglie e i lavoratori auto-
nomi. SullIrap, invece, malgrado il pres-
sing confindustriale, restano pochi spira-
gli. A compensazione dovrebbe esserci
un pacchetto di semplificazioni che con-
sentirebbero di favorire loccupazione,
magari con un bonus fiscale ad hoc. Que-
ste le misure che il Consiglio dei ministri,
convocato per le 16 , dovrebbe approva-
re oggi, come ha assicurato una nota se-
rale di Palazzo Chigi. Sempre che si chia-
riscano tutti i punti controversi. Quali? A
ieri sera, saltata la riunione del premier
con il ministro dellEconomia, Pier Carlo
Padoan, ancora a Bruxelles per lEcofin, il
nodo sembrava essere ancora quello del-
le coperture. Un problema smentito da
fonti di Palazzo Chigi e derubricato a
questioni tecniche: Il governo ha la-
vorato ventre a terra e le coperture ci so-
no tutte, si faceva sapere a tarda sera,
cos riepilogandole: 7 miliardi di euro
pronti per essere spesi dalla spending re-
view (passata voce per voce da Renzi con
il sottosegretario Graziano Delrio, con
rassicurazioni sullassenza di tagli alla sa-
nit); 6,4 recuperati sfruttando il fatto
che lattuale rapporto deficit/Pil pari al
2,6% rispetto al tetto del 3%; 3 miliardi dal
risparmio sugli interessi per il minore
spread; 1,6 miliardi di Iva derivanti dai
nuovi pagamenti della Pubblica ammini-
strazione; 2 miliardi sul rientro dei capi-
tali dalla Svizzera (le relative norme vara-
te dal governo Letta sono state stralciate
ieri dal relativo decreto per essere fatte
confluire in un nuovo disegno di legge).
In tutto 20 miliardi, di cui, si fa sapere, il
governo ne utilizzer per ora la met.
Niente tagli agli aerei caccia F35, n la
stretta sulle pensioni di reversibilit, tan-
tomeno laumento della tassazione delle
rendite finanziarie, secondo un tam tam
diffusosi per tutta la giornata.
Se le risorse sono state recuperate in
sovrabbondanza, probabilmente il pro-
blema tecnico cui si allude potrebbe
essere quello di individuare quelle im-
mediatamente spendibili per dare coper-
tura certa al provvedimento. E rassicura-
re Bruxelles. Ancora ieri Marco Buti, di-
rettore generale per gli Affari economici e
monetari della Commissione europea,
intervistato da Ballar precisava: Biso-
gna ovviamente fare attenzione a non ri-
durre le tasse in maniera permanente
sulla base di entrate che sono una tan-
tum. Si possono usare nel breve termine,
ma chiaro che per finanziare una ridu-
zione permanente del cuneo fiscale c la
necessit di far seguito in termini di ridu-
zione di spesa e non contare solo su en-
trate una tantum.
Prudenza, dunque. Al Quirinale ieri si
dicevano fiduciosi che il governo sar co-
erente con gli impegni europei espressi
dal ministro Padoan nella recente inter-
vista al Il Sole 24 Ore, a cominciare dal ri-
spetto del tetto del 3% del rapporto defi-
ci t/Pi l . Un me-
mento di cui il
neoministro non
dovrebbe avere
bisogno avendo
fino a poco tem-
po fa rivolto egli
stesso le stesse
raccomandazioni allItalia nel ruolo di ca-
poeconomista dellOcse. Eppure se tale
fiducia veniva espressa probabilmente
un problema di rassicurare Bruxelles c,
di qui le voci (smentite, laddove la nota di
Palazzo Chigi parla di misure che ver-
ranno approvate) circa la possibilit che
in Consiglio dei ministri arrivino solo li-
nee guida, in attesa di un placet dellUe.
Dal ventaglio dei 20 miliardi bisogne-
r scegliere quei 7,5 necessari per finan-
ziare il taglio del 2014 che partirebbe ad
aprile. Quanto allintervento, si parla di
uno sconto fisso tra gli 8 e i 15 mila euro
di reddito (riguarderebbe 11,5 milioni di
contribuenti, il 55% dei dipendenti), per
poi avviare un meccanismo di decalage
fino a 55 mila euro. Lo sconto a regime
che Renzi vuole varare arriverebbe al
massimo a mille euro lanno compresi i
220 euro gi disposti dal governo Letta.
Ma le cifre variano se una parte dei bene-
fici vanno anche ai lavoratori autonomi;
in questo caso sono due le strade: un ri-
tocco delle detrazioni ad hoc o un inter-
vento che alzi la franchigia ora prevista
sullIrap.
Antonella Baccaro
RIPRODUZIONE RISERVATA
La parola / 1
Quando si parla di
dichiarazione dei
redditi, le detrazioni sono la
sottrazione dallimposta di
una percentuale di certe
somme spese: in questo modo
si va a ridurre limposta
finale che si paga. Un esempio
comune sono le detrazioni
delle spese mediche o degli
interessi sul mutuo per
lacquisto della casa: il
contribuente pu detrarne il
19%, il risultato finale uno
sconto del 19% sulle imposte
Detrazioni
Lavoro
Contratti flessibili
estesi a due anni
Procedure veloci
ROMA C qualcosa che le im-
prese potrebbero ottenere in cambio
del mancato taglio allIrap, limposta
sulle attivit produttive. Ed un mini
pacchetto che riguarda anche la flessi-
bilit, tema sempre caro alle imprese.
vero che il cuneo fiscale, una volta
messe definitivamente a punto tutte
le coperture, sar alleggerito dalla
parte dei lavoratori mettendo pi sol-
di nelle loro buste paga. Ma tra le mi-
sure in via di perfezionamento in quel
grande cantiere chiamato Jobs Act ce
ne sono due che riprendono richieste
che gli imprenditori non hanno mai
archiviato.
La prima lestensione del contrat-
to acausale, cio senza lobbligo di in-
dicare le motivazioni di carattere tec-
nico, produttivo, organizzativo o di
sostituzione che giustificano la natura
temporanea del rapporto di lavoro.
Oggi questo tipo di contratto pu du-
rare al massimo un anno e la sua dura-
ta verrebbe portata a due. La seconda
misura riguarda invece lapprendista-
to. un contatto con molti vantaggi
fiscali e contributivi per le aziende
che, almeno a parole, viene conside-
rato il principale canale di accesso dei
giovani al mercato del lavoro. Ma che
nei fatti non mai decollato davvero
perch le procedure che lo accompa-
gnano, specie sulla formazione, sono
troppo complesse, onerose e anche
diverse fra loro a seconda della regio-
ne. Un piccolo rompicapo, insomma.
Qui lintervento del governo riguarde-
rebbe la semplificazione radicale di
tutte le procedure. Quello che resta da
decidere, per, come realizzare que-
ste due modifiche. La prima ipotesi in
ordine di preferenza che vadano in
un decreto legge autonomo, visto che
dopo lo stop ai provvedimenti omni-
bus arrivato dal capo dello Stato e dal-
la Corte costituzionale sarebbe diffici-
le agganciarli a temi lontani, come la
scuola o la casa, che pure oggi saranno
materia di decreto. Altra ipotesi
quella di presentarli come emenda-
menti a testi che sono gi in Parla-
mento, anche se i decreti in fase di
conversione sono appena quattro e
anche in questo caso trattano argo-
menti lontani. Resta una terza ipotesi, e
cio lasciare queste due misure allin-
terno del vero e proprio Jobs Act, che
proceder lungo la via normale del di-
segno di legge. Ma il governo vorrebbe
evitarla a tutti i costi perch verrebbe
meno quelleffetto compensativo, non
esplicito ma reale, che il pacchetto fles-
sibilit avrebbe su un taglio del cuneo
tutto dal lato dei lavoratori. Tanto pi
che si dovrebbe trattare di un ddl dele-
ga, con la necessit di una raffica di de-
creti attuativi per costruire tutti i capi-
toli della riforma. Qui, nel ddl delega e
quindi con tempi pi lunghi, dovrebbe
trovare posto il contratto unico di lavo-
ro, quello a tutele crescenti e senza
lapplicazione dellarticolo 18 per i pri-
mi tre anni. Cos come la riforma degli
ammortizzatori
soci al i , con i l
sussidio di di-
soccupazi one
universale, chia-
mato Naspi, che
riguarderebbe
tutti coloro che
perdono il lavoro, compresi i 400 mila
lavoratori a progetto che oggi non han-
no alcuna rete di protezione. E anche
lagenzia unica che servir a dare at-
tuazione alla Youth guarantee, il pro-
getto dellUnione Europea per i giovani
fino a 25 anni, del quale ieri il ministro
del Lavoro Giuliano Poletti ha parlato
con i vertici di Alleanza delle coopera-
tive. Dovrebbe uscire invece dal dise-
gno di legge il reddito di inclusione so-
ciale attiva, il sostegno per le famiglie
povere che avrebbe costi troppo elevati
per essere avviato in un momento co-
me questo, quando tutte le risorse di-
sponibili stanno per essere incanalate
verso il taglio dellIrpef. Tutte le deci-
sioni, per, verranno prese ad oggi.
Prima nella riunione preparatoria fis-
sata al mattino poi nella seduta del
Consiglio dei ministri. In appena venti
giorni di esperienza i tecnici di tutti i
ministeri hanno capito che con Matteo
Renzi a Palazzo Chigi ogni cambio di
direzione, ogni accelerazione improv-
visa sempre possibile.
Lorenzo Salvia
lorenzosalvia
RIPRODUZIONE RISERVATA
La parola / 2
Sar il primo
provvedimento sul
lavoro di Matteo Renzi. Il
nome, titolo inglese del piano
per il lavoro, deriva da una
proposta di legge del
presidente americano Barack
Obama. Nel 2011 il presidente
Usa laveva presentata
in un discorso trasmesso in tv
a reti unificate. Il piano Usa
per, che prevedeva una
riduzione della tassazione
sul lavoro, non mai
diventato legge
Jobs Act
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55
mila euro. La soglia di
reddito fino alla quale
scatteranno le detrazioni 42,4
per cento
la disoccupazione
giovanile tra 15 e 24 anni
4
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
Primo Piano 5
Il governo Le parti sociali
Fisco
Befera: tempi pi rapidi
per i rimborsi Iva
Sul fronte dei rimborsi Iva, abbiamo chiuso il 2013 con 11,5
miliardi di euro erogati a pi di 65 mila imprese, artigiani e
professionisti, ma contiamo di migliorare ulteriormente le
performance dei nostri uffici abbattendo i tempi e
diversificando controlli e documentazione da presentare in
funzione del livello di rischio: cos il direttore dellAgenzia
delle Entrate, Attilio Befera, alla sesta tappa, svoltasi a Firenze,
del ciclo dincontri organizzato con Confindustria per favorire
il dialogo diretto tra imprese e amministrazione.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Risparmio
Ecofin rinvia al vertice Ue
laccordo sulla tassazione
I ministri europei delle Finanze hanno rinviato lapprovazione
della direttiva sulla tassazione del risparmio al vertice Ue dei
capi di Stato e di governo della prossima settimana. Per il
ministro del Lussemburgo, Pierre Gramegna, la direttiva che
prevede un nuovo sistema di scambio di informazioni
rappresenta un tale cambiamento che deve essere affrontato
e discusso dal primo ministro. LAustria e il Lussemburgo si
sono detti preoccupati che cinque Paesi terzi, fra cui la
Svizzera, possano non sottoscrivere gli standard richiesti.
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Intervista La leader della Cgil: il presidente del Consiglio non mi piace quando disprezza i sindacati ma non dobbiamo mica fidanzarci
Tutto il taglio delle tasse
a lavoratori e pensionati
Niente regali agli evasori
Camusso: meno Irap non vuol dire pi posti
Dopo la lettera del presidente di Confindustria
Aiuti alle aziende, botta e risposta tra il premier e Squinzi
ROMA gelo tra il premier Matteo Renzi e il
leader di Confindustria Giorgio Squinzi che ieri
con una lettera pubblicata dal Corriere della
Sera ha ribadito come la questione chiave (per
il Paese, ndr) sia la riduzione del cuneo pagato
dalle aziende: ridurlo vorrebbe dire venire
incontro a chi produce e genera valore in Italia.
Una sollecitazione cui il presidente del
Consiglio ha risposto con una battuta: Se ne
far una ragione.
Lui se ne far una ragione ha replicato ieri
Squinzi , noi per abbiamo una ragione sola,
che abbiamo in mente precisa, che il bene del
nostro Paese. Per Squinzi il bene dellItalia
la capacit di ritrovare la ripresa e di creare
lavoro, che quello di cui abbiamo veramente
bisogno. Riprendendo i temi segnalati nella
sua lettera, il presidente di Confindustria ha
aggiunto: Non dimentichiamo che in questo
Paese ci sono 3,5 milioni di disoccupati e il 40%
di disoccupazione giovanile. E ancora: Noi
cerchiamo di fare delle proposte che vadano
nella direzione di affrontare questo problema.
A chi gli chiedeva se il governo comincia male
se partir davvero con il taglio dellIrpef e non
con quello dellIrap, Squinzi ha risposto che
noi non sappiamo nulla, giudicheremo e ci
esprimeremo dopo aver visto i provvedimenti.
Una coda della polemica ha lambito anche il
sindacato, con il segretario generale della Uil,
Luigi Angeletti, che ha attaccato Confindustria:
Qui non si tratta di avere in testa un diverso
modello di sviluppo perch ce n solo uno: il
fatto che le imprese esistono solo se riescono a
vendere quello che producono. Squinzi fa finta
di non saperlo. Ora tocca ai lavoratori, serve un
efficace taglio di tasse ai dipendenti e ai
pensionati. E poi: Non voglio essere maligno
e dire che Squinzi rappresenta le imprese che
esportano e quindi che i loro mercati non sono
in Italia... sarebbe una cattiveria... ma la realt
esattamente questa. Pronta la replica di
Squinzi: A Angeletti ricorderei che il sistema di
Confindustria raggruppa 150 mila imprese, che
non sono tutte grandi aziende esportatrici.
unuscita molto infelice da parte di Angeletti.
A. Bac.
RIPRODUZIONE RISERVATA Giorgio Squinzi
bb
Landini
Fare le
primarie
nei sinda-
cati? Noi
siamo di-
versi dalla
politica
ROMA Susanna Camusso, diciamolo in pre-
messa: che cosa non le piace di Renzi?
Diciamolo in premessa: non questione di anti-
patia o simpatia. Il giudizio sul merito.
Certamente non vi siete presi.
Quando leggo di feeling o no tra me e Renzi, non
capisco. Voglio dire: se parla di scuola sono felice, se
disprezza le parti sociali no. Dipende dai contenuti,
non da tendenze caratteriali: non dobbiamo mica fi-
danzarci!. E il segretario della Cgil scoppia a ridere.
Va bene, ma perch, se il premier annuncia un
taglio delle tasse di 10 miliardi lei minaccia la mo-
bilitazione e lo sciopero.
No guardi se il governo taglia le tasse noi festeg-
giamo. Quello che chiediamo che il taglio vada
tutto a beneficio dei lavoratori dipendenti e dei pen-
sionati, con le detrazioni. E non venga annullato
con interventi sulla spesa sociale. Sotto il governo
Letta proclamammo uno sciopero proprio per que-
sto. La mobilitazione per chiedere lavoro, fine del-
la precariet, politiche per i giovani e il Paese.
Perch contraria ad un taglio anche a benefi-
cio delle imprese, cio sullIrap?
Perch pensionati e lavoratori sono coloro che
hanno dovuto ridurre i consumi. Quindi se vuoi far
ripartire la domanda devi cominciare da qui. Inol-
tre, fin dal governo Prodi, dimostrato che tagli in-
discriminati a favore delle imprese non producono
un posto di lavoro in pi.
Il sociologo Luca Ricolfi obietta che la vostra
proposta privilegia i lavoratori gi protetti, a
svantaggio degli autonomi e dei precari.
No, noi proponiamo che per chi ha un reddito
cos basso da non poter beneficiare di detrazioni, si
trovi una forma adatta ad aumentarlo. Penso si deb-
ba stare attenti a non favorire gli evasori che spesso
si nascondono proprio tra i redditi bassi.
Ma meglio dare qualche decina di euro in bu-
sta paga o tassare meno le aziende a beneficio an-
che dei posti di lavoro?
Non abbiamo visto in questi anni una corri-
spondenza tra profitti e lavoro, anzi c stato uno
spostamento progressivo degli investimenti verso
la rendita. E giusto sostenere le imprese che inno-
vano e assumono, ma per questo non serve un ta-
glio generalizzato dellIrap.
Il presidente della Confindustria Squinzi dice:
chiediamolo agli italiani se preferiscono qualche
euro in pi oppure il lavoro.
Girando lItalia per il congresso, incontro perso-
ne che chiedono lavoro per i loro figli e nipoti. A
Squinzi dico che ci non si ottiene finanziando a
pioggia le imprese, che assumono solo quando au-
menta la domanda.
A proposito di chiedere agli italiani anche
Renzi si rivolge ai cittadini, quasi contrapponen-
doli a voi sindacati e alle imprese.
Lo diceva anche Monti, lo fa Grillo. C unidea
sbagliata che cos facendo si riduca lo scarto tra la
politica e il Paese.
Ma forse qualcosa ha sbagliato anche il sinda-
cato, se diventato cos impopolare.
Nonostante sei anni di crisi economica abbiamo
molti nuovi iscritti. Detto questo da molto che ab-
biamo aperto una riflessione sui giovani e i precari
che sono stati trascurati e su una contrattazione pi
inclusiva.
C per anche un problema di immagine: il
sindacato burocratico, fonte di privilegi.
Incontro di continuo gente che mi dice meno
male che cera quel delegato che mi ha risolto questa
vertenza o quel problema. vero poi che c una
parte dellopinione pubblica che ci ha associato alla
politica, ma noi siamo unaltra cosa.
Perch?
Perch stiamo tra la gente, sui luoghi di lavoro,
facciamo contrattazione, guadagniamo molto me-
no, non viviamo di soldi pubblici.
E il miliardo che ogni anno va a patronati e caf?
E i distacchi sindacali nel pubblico?
Si tratta di una campagna che segue la moda. I
caf e i patronati sono non solo dei sindacati, ma an-
che delle associazioni imprenditoriali, dei liberi
professionisti e di altri soggetti. Chi vuole soppri-
merli forse vuole che i cittadini paghino commer-
cialisti e tributaristi, perch caf e patronati erogano
servizi. Se poi uno mi dice che il governo mander la
dichiarazione dei redditi compilata a casa, lo scena-
rio cambierebbe e noi di nuovo applaudiremmo.
Inoltre, i caf sono societ con bilanci autonomi e
certificati, i patronati sono ispezionati dal ministe-
ro. Sui distacchi, rappresentare i lavoratori mi pare
un esercizio di democrazia.
Non crede che anche il vostro modo di selezio-
nare i dirigenti sia da rivedere? Non sarebbero
meglio le primarie della cooptazione?
Sarebbe unoperazione di trasferimento al sin-
dacato delle modalit della politica e gi per questo
non positiva. Non c cooptazione, i dirigenti del
sindacato si selezionano nei luoghi di lavoro.
Le primarie no. Ma forse il sindacato ha qual-
cosa da imparare da Renzi. Un esempio: il pre-
mier ha detto che i sindacati dovrebbero mettere
online tutte le spese e la Fiom, che non aveva mai
pubblicato i bilanci, li ha messi sul sito.
Ha rispettato, in ritardo, le nostre delibere. Se
Renzi ha contribuito, meglio.
Come finir lo scontro con Landini?
E in corso una consultazione democratica nella
Cgil sullaccordo sulla rappresentativit che deter-
miner le nostre decisioni.
Il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare
anche una riforma del mercato del lavoro.
Se si tratta di nuove flessibilit contrattuali non
siamo daccordo. Se invece le si vogliono sostituire
con un contratto unico siamo disponibili. Ma ne-
cessario anche riformare gli ammortizzatori sociali,
che devono poggiare su due strumenti: la cassa in-
tegrazione e lindennit di disoccupazione, entram-
be estese ai lavoratori che ne sono privi, la prima fi-
nanziata anche dalle imprese che oggi non versano
questi contributi e la seconda anche dalla fiscalit
generale.
In questo schema accetterebbe il contratto di
inserimento con i primi tre anni non coperti dal-
larticolo 18 sui licenziamenti?
Se un contratto unico, siamo pronti a discuter-
ne.
Enrico Marro
RIPRODUZIONE RISERVATA
bb
I fondi
Non
viviamo
di soldi
pubblici,
caf e
patronati
erogano
servizi
bb
Sgravi
A Squinzi
dico: il la-
voro non si
ottiene fi-
nanziando
a pioggia
le imprese
Segretario Susanna Camusso, segretario generale della Cgil
bb
Bilancio
In questi
anni non
abbiamo
visto una
propor-
zione
tra profit-
ti e lavoro
bb
Lavoro
Non sia-
mo dac-
cordo al-
lipotesi di
nuove
flessibilit
contrat-
tuali
bb
Rendita
C stato
uno spo-
stamento
degli inve-
stimenti
verso la
rendita
6 Primo Piano
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
Il governo Le riforme
La nuova legge elettorale prevede
per la Camera la distribuzione
dei seggi su base nazionale.
Il Paese ripartito in circoscrizioni
piccole (no a 120): ciascuna
assegna no a sei seggi
Circoscrizioni
piccole
In ciascun collegio i partiti
presentano liste bloccate
corte, da 3 a 6 candidati.
I seggi sono assegnati
seguendo lordine di lista:
non previsto il voto
di preferenza
Listini
bloccati
Sar possibile per i singoli
candidati presentarsi in
8 collegi diversi. Il governo
delegato a ridisegnare
i collegi entro 45 giorni
Candidature
multiple
Se nessuno raggiunge
la soglia del 37%si va
al ballottaggio tra le
prime due formazioni:
in questo caso il bonus
elettorale sar
pi basso
Secondo
turno
In lista devono esserci
uomini e donne al 50%.
Niente alternanza:
potranno esserci no
a due candidati dello
stesso genere di seguito
Parit
di genere
Sono tre le soglie di sbarramento:
per entrare in Parlamento i partiti
che corrono da soli dovranno
superare l8%, quelli coalizzati
il 4,5%, mentre le coalizioni
dovranno raggiungere il 12%
Sbarramento
Ammessi ai ni del conteggio
dei voti di una coalizione anche
i piccoli partiti che, presentandosi
in meno di un quarto dei collegi,
superino la soglia nazionale
del 4,5%
Partiti
territoriali
La nuova legge
Il premio di maggioranza
assegnato al primo
turno se un partito o una
coalizione supera il 37%:
ottiene cos no a 340 seggi
su 630
Premio
di maggioranza
CORRIERE DELLA SERA
L'Italicumnon detta norme
per il Senato, in vista
delle riforma. In caso di elezioni
si voterebbe con
il Consultellum:
proporzionale
puro con
preferenza
Solo per
la Camera
I sottosegretari in Aula per salvare lItalicum
La legge rischia sotto lattacco dei franchi tiratori democratici, oggi il voto finale
In mattinata Renzi aveva avvisato: chi far mancare il proprio s lo spieghi fuori
ROMA Sulla legge eletto-
rale, lasse Renzi-Berlusconi reg-
ge ma stavolta scricchiola pauro-
samente sul tema delle preferen-
ze che verr riproposto al Senato
dopo il quasi scivolone visto ieri
alla Camera. Il voto finale del-
laula di Montecitorio, comun-
que, slittato a questa mattina
dopo la vana corsa contro il tem-
po per varare il testo in seduta
notturna. E cos ieri pomeriggio
mezzo governo precettato in Au-
la (4 ministri e 11 sottosegretari)
alla fine ha salvato la maggio-
ranza delle riforme siglata al
Nazareno dal Pd e da Forza Italia:
sullabile emendamento di Gre-
gorio Gitti (Popolari), che mira-
va a ripristinare la doppia prefe-
renza sfruttando largomento
caldo della parit di genere, il
premier non ha perso la faccia
per soli 20 voti di scarto. Lemen-
renza sono stati 10-11 deputati.
Ecco, dunque, la presenza deter-
minante in Aula degli 11 sottose-
gretari e dei ministri Boschi, Ma-
dia, Mogherini e Orlando.
La strigliata di Renzi
Di buon mattino il premier
riunisce al Nazareno il gruppo
parlamentare del Pd che ancora
in subbuglio per la bocciatura
delle quote rosa. Il segretario
che usa toni forti, ma poi non
esagera perch il passaggio as-
sai delicato si rivolge alle de-
putate, che sono ancora frastor-
nate dalla sconfitta sulla parit di
genere, ma anche a quei deputati
della sinistra che hanno sfrutta-
to loccasione per dare un avver-
timento al governo. Renzi duro
con i suoi deputati: Se qualcuno
non vuole votare oggi (marted,
ndr) lo deve spiegare bene fuori
da qui...Non posso accettare che
mentre il governo sta preparan-
do 10 miliardi di euro per le fa-
miglie italiane il problema sia il
Pd. Poi il calendario del premier
ha subito una modifica essendo
slittato il voto finale a oggi.
I franchi tiratori
Alla Camera tira una brutta
aria tanto che si arriva al rinvio
notturno con toni asprissimi tra
il Pd e il M5S sul tema del conflit-
to di interessi. Fin dalla tarda
mattinata, tuttavia, un emenda-
mento di La Russa (Fratelli dIta-
lia) sulle preferenze crea lo
scompiglio: viene bocciato per
soli 35 voti. E gi quella votazio-
ne a scrutino segreto finisce con
299 no e 264 s quando i gruppi
del Pd e di FI avrebbero dovuto
esprimere (sulla carta) 360 voti
contrari. il primo campanello
dallarme per lasse Pd-FI che ha
scommesso sulla carta delle tre
riforme: legge elettorale, appun-
to, trasformazione del Senato in
Camera delle regioni e marcia
indietro sul Titolo V (federali-
smo). Il secondo campanello di
allarme suona quando, a voto
palese, viene bocciato lemenda-
mento del lettiano Marco Meloni
(Pd) che mira a introdurre le pri-
marie obbligatorie per legge: dal
tabellone luminoso, a quel pun-
to, si evince con chiarezza che tra
i banchi del Pd si accendono 50-
60 luci verdi (rosso era invece
lindicazione del segretario dau-
la Ettore Rosato) con astensioni
eccellenti dalle parti degli scran-
ni di Gianni Cuperlo e di Barbara
Pollastrini.
Le preferenze
Quando sera, dunque, si
passa a votare lemendamento
Gitti che prevede una doppia
preferenza di genere, con la
possibilit per di votare un
uomo o una donna, un uomo e
una donna ma non due persone
dello stesso sesso. A quel punto
i grillini, che pure 24 ore prima
avevano detto no alle quote ro-
sa, si scatenano e provocano le
dame bianche del Pd: Se non
ora quando, dicono i deputati
del M5S alle deputate dem. Si
schierano per le preferenze an-
che Gennaro Migliore e tutta
Sel, Irene Tinagli di Scelta civica
(dissente invece Andrea Roma-
no), tutti i popolari e la Lega
(almeno nelle dichiarazioni di
Gianluca Pini). I numeri sono
chiaramente in bilico. Intervie-
ne il renziano Matteo Richetti.
Lui evoca la generosit di Ber-
sani che ha portato tante donne
nelle liste del Pd. Rosy Bindi
(Pd), presidente dellAntimafia,
ascolta e mastica amaro prima
di chiedere la parola: Io non mi
nascondo nel segreto. Voter
questo emendamento. Noi sia-
mo qui non per la generosit di
qualcuno ma perch abbiamo
fatto le primarie dove cera la
doppia preferenza di genere. A
ruota parla il capogruppo Ro-
berto Speranza che ci mette la
faccia e dice chiaro e tondo ai
suoi che se passa lemenda-
mento sulle preferenze salta il
patto sulle riforme. Si passa al
voto e il governo se la cava sul
filo di lana.
Stamattina il voto finale
(Francesco Boccia del Pd non
voter il testo) ma la legge elet-
torale che passa al Senato porta
con s, come fa notare Andrea
Giorgis (Pd), molti problemi
aperti: A partire dalle soglie di
sbarramento e di accesso al pre-
mio di maggioranza che an-
dranno riviste. C infine il pro-
blema del salva Lega: C un
accordo per riproporlo al Sena-
to, annuncia Renato Brunetta
(FI). Ma vogliano scherzare?,
replica Lorenzo Guerrini, porta-
voce di Renzi. Ironizza anche Er-
nesto Carbone (Pd): Forse c
un accordo segreto tra Renato e
Brunetta....
Dino Martirano
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Bocciata la risoluzione
Il no dellEuroparlamento
alla parit di genere in politica
DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES Il principio della parit di
genere in politica non provoca contrasti solo in
Italia. Anche nellEuroparlamento di
Strasburgo non passata una risoluzione che
in una parte chiedeva di introdurre le quote
rosa negli Stati membri dellUe (come lItalia),
dove la rappresentanza delle donne nelle
Assemblee politiche particolarmente bassa.
Analogo invito era lanciato alle istituzioni
europee perch lUe dovrebbe dare lesempio
chiedendo agli Stati membri di sostenere la
parit proponendo una donna e un uomo come
candidati al posto di commissario europeo. Il
voto ha gelato le aspettative della relatrice
portoghese della Sinistra unita Ines Cristina
Zuber. LAula di Strasburgo si praticamente
spaccata in due con 298 voti contrari, 289 a
favore e 87 astensioni, che hanno portato al
rigetto non solo della parte sul miglioramento
del potere decisionale delle donne, ma
dellintera risoluzione. Lopposizione stata
guidata soprattutto dal Partito popolare
europeo (Ppe), il pi importante a Strasburgo,
cui aderiscono FI, Ncd e Udc. Il resoconto
ufficiale del voto segnala tra i no dalla
vicepresidente dellEuroparlamento Roberta
Angelilli fino alle berlusconiane Iva Zanicchi,
Elisabetta Gardini, Lara Comi e Barbara Matera
mentre Licia Ronzulli si dissociata dalla linea
di partito votando a favore con i socialisti del
Pse, cui aderisce il Pd, con la Sinistra unita e il
grosso degli euroliberali. Decisiva lastensione
di molti verdi, che in genere su questi temi si
schierano con il centrosinistra.
Ivo Caizzi
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Conflitto di interessi
Scintille Pd-5 Stelle
per la bocciatura
dellemendamento
sul conflitto di interessi
damento 1.101 pubblicato a pa-
gina 101 del fascicolo che evo-
cava non solo nei numeri i 101
franchi tiratori del Pd determi-
nanti un anno fa per bloccare Ro-
mano Prodi sulla via del Quirina-
le ha fatto correre un brivido
lungo le schiene dei dirigenti pd:
solo 297 i no e ben 277 i s. Tra-
dotti i voti in algebra parlamen-
tare dello scrutinio segreto, que-
sto significa che a fare la diffe-
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Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
7
8 Primo Piano
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
Il governo Le riforme
ROMA Qual e fosse i l
giochino dietro le manovre
sulla riforma elettorale Renzi lo
aveva capito subito. Lo scopo,
secondo il presidente del Con-
siglio, era quello di indeboli-
re la sua immagine allinterno
del partito, ma anche allester-
no, presso gli alleati, con Berlu-
sconi e nellopinione pubblica.
Per questa ragione il premier
ieri mattina non ha perso tem-
po e ha convocato i deputati al
Nazareno, per richiamarli al ri-
spetto degli impegni presi in
Direzione.
Per motivare il perch del
suo blitz mattutino Renzi ha
spiegato ai suoi: Si cercato di
fare unoperazione politica per
dire che io non controllavo il
Pd. Usando il voto segreto qual-
cuno ha tentato di prendersi la
rivincita sulle primarie. E chi
fosse quel qualcuno chiaro. Il
riferimento allarea bersania-
na. Ma purtroppo per loro
stato lironico commento di
Renzi con i fedelissimi non
sono riusciti nel loro intento,
non sono riusciti nella loro
strumentalizzazione, anche se
chiaro che cera chi agiva in
buona fede: tante donne che
hanno fatto una battaglia seria.
Lobiettivo di chi invece era in
mala fede era anche quello di
mettere in difficolt il governo
in un momento importante,
nel momento in cui decide di
dare agli italiani una significa-
tiva quantit di danaro.
Non era arrabbiato solo con i
bersaniani, a dire il vero, il pre-
mier-segretario, ma pure con
Rosy Bindi: Non lho mai vista
appassionarsi cos tanto su al-
tri temi importanti quanto
questo, chiss come mai. La
risposta lha fornita qualche
renziano malizioso: Forse si
sta preparando alla battaglia
per ottenere la candidatura per
lennesima legislatura.
Ma malignit a parte, Renzi
ci teneva a dimostrare di avere
il controllo del partito e ci
riuscito, nonostante i franchi
tiratori siano stati diversi e il Pd
abbia mandato in scena il solito
copione delle divisioni, lacera-
zioni e polemiche a cui il cen-
trosinistra ha ormai abituato i
suoi elettori. Limportante
ha ribadito il presidente del
Consiglio con alcuni compagni
di partito che la riforma
della legge elettorale vada, che
approdi al Senato. Una volta l
potremo anche migliorarla, se
vi sar accordo, ma potremo
farlo da posizioni di forza per-
ch abbiamo dimostrato che
nonostante la dialettica inter-
na, siamo in grado di presen-
tarci compatti agli appunta-
menti importanti. Invece c
chi non capisce ancora che per
prendersi le sue vendette per la
sconfitta delle primarie, inde-
bolendo me indebolisce tutto il
Pd e questo non mi sembra
proprio un bel risultato per chi
sostiene di avere a cuore le sorti
del centrosinistra. Insomma,
il segretario ha controllato il
suo Pd, anche se nei conci-
liaboli che ci sono stati tra i
renziani stato posto in modo
riservato il problema della ge-
stione del gruppo parlamenta-
re, che effettivamente non ha
tenuto come ci si sarebbe
aspettato. Per, tutto somma-
to, il premier preferisce metter-
si alle spalle le polemiche e di-
mostrare di aver segnato un
punto, portando a casa una ri-
forma elettorale dopo anni di
tentativi di cambiare il Porcel-
lum e di averlo fatto in tempi
brevi.
Che Renzi voglia legare il suo
nome alle riforme un fatto
noto. E non solo a quelle eletto-
rali e istituzionali. Ora giunto
il momento di prendere di pet-
Il piano dei tagli
Mossa del premier:
150 auto blu
allasta su eBay
FIRENZE Circa 150 auto blu del governo
messe allasta su eBay, addio ai mezzi di servi-
zio con autista per i 35 sottosegretari e riduzio-
ne della staff di Palazzo Chigi. Ma si annuncia-
no anche tagli sui super dirigenti. la mossa a
sorpresa che il premier Matteo Renzi sta prepa-
rando da giorni e che dovrebbe essere annun-
ciata a breve. Probabilmente gi durante il
Consiglio dei ministri di oggi. LItalicum s
passato alla Camera, ma tra forti polemiche per
le liste bloccate e il no alla parit di genere. Non
proprio un colpo dimmagine per Renzi che,
come da (suo) manuale, allindomani della
battaglia parlamentare ha deciso di ripartire in
contropiede con un provvedimento anti casta,
molto popolare nel Paese, per recuperare terre-
no soprattutto tra i simpatizzanti di Beppe
Grillo. Il tempo del rodaggio dopo larrivo a
Palazzo Chigi ormai scaduto. Cos come i
giorni dello stupore (appena messo piede
nellappartamento riservato ai premier, ad
esempio, Renzi si era meravigliato non
poco della stanza da letto grande quanto
un campo da calcetto). Ora c da passare ai
fatti. Cos il presidente del Consiglio ha
deciso di replicare su scala pi ampia ci
che aveva fatto da sindaco a Palazzo Vec-
chio, dove due anni fa mise allasta tre Alfa
Romeo 159 e una Volvo S 60, cio i mezzi
con autista al servizio della giunta. Non la
presero bene gli assessori, alcuni dei quali
provarono a
segnalare i
problemi prati-
ci per gli spo-
stamenti, salvo
poi capire dalla
reazione del
sindaco che
non era il caso
di insistere.
Adesso bisogner vedere come la prende-
ranno i 35 sottosegretari appena nominati
e che si ritroveranno senza auto blu e auti-
sta, benefit che dovrebbero mantenere solo
i nove viceministri. La battaglia di Renzi-
sindaco contro i privilegi intessuta anche
di curiosit, pi o meno scherzose. Il pri-
mo aneddoto risale al 13 novembre 2009.
Ore 15, ingresso di Palazzo Vecchio: Renzi
con la coda dellocchio intercetta unauto
blu che avanza tra la folla di piazza Signo-
ria. Guarda questo, ma chi ?, chiede.
DallAlfa 159 grigia scende a sorpresa il
vicesindaco Dario Nardella di ritorno da un
incontro istituzionale. Renzi lo incenerisce
con lo sguardo: Da dove sei passato?. Da
piazza Signoria, non vietato, replica
sorpreso laltro. Risultato: Nardella ripreso
pubblicamente e piazza della Signoria vie-
tata alle auto blu, oltre che a quelle dei
cittadini comuni, con tanto di provvedi-
mento di giunta. Il secondo aneddoto del
23 febbraio 2012. Dopo la dismissione
delle auto blu decisa dal sindaco, la Nissan
regala al Comune di Firenze una macchina
elettrica che diventa il mezzo di servizio
dello stesso Renzi. Niente autista, comun-
que. Un taglio che Renzi pagher quando,
guidando la sua auto elettrica in una via del
centro, tamponer unaltra vettura durante
una telefonata con il cellulare.Non si sa
quando ci sar lasta per cedere i 150 mezzi
di servizio che, secondo le stime di Palazzo
Chigi, sarebbero superflui. Dovranno orga-
nizzarla i collaboratori del premier. Co-
munque si sa che sar unasta online, su
eBay. Chiss quanto si racimoler. Lincas-
so, comunque, sar soprattutto politico.
Claudio Bozza
@ClaudioBozza
RIPRODUZIONE RISERVATA
Risparmi
La linea di Palazzo
Chigi: staff ridotto
e via le macchine
ai sottosegretari
to i problemi che interessano
pi da vicino la gente. Do-
mani ha spiegato ieri ai suoi
il presidente del Consiglio
faremo la pi impressionante
operazione politica mai fatta a
sinistra di recupero di potere
dacquisto per chi non ce la fa.
Su questo tema ci giochiamo
tutto, non sulle alchimie inter-
ne al Partito democratico che
interessano solo quattro gatti e
quelli che non hanno ancora
metabolizzato la sconfitta delle
primarie. La sinistra l dove si
combatte la povert.
Eppure dicono che le coper-
ture non ci sono, che il Quiri-
nale vigila con attenzione, che
lEuropa ci ha nel mirino... Ma
Matteo Renzi sicuro di farce-
la. E ai suoi ha detto: Il mini-
stro Padoan una persona bra-
va e seria e questo governo di-
mostrer di essere stato in gra-
do di trovare dieci miliardi in
quindici giorni, quando il pre-
cedente non ci era riuscito. La
gente avr dei soldi in tasca. Il
resto sono chiacchiere che la-
scio ad altri.
Maria Teresa Meli
RIPRODUZIONE RISERVATA
Di corsa
Il ministro
Maria Elena
Boschi, 33
anni, del Pd,
ministro alle
Riforme, ieri
alla Camera
(Eidon)
I democratici Interverremo al Senato. E Berlusconi se ne far una ragione. Ma la minoranza resta divisa
Bersani lancia lattacco: cambieremo il testo
ROMA Non mi piglio la responsabili-
t di dire ai miei figli che ho votato questo
schifo di legge. La deputata Enza Bruno
Bossio non esprime un giudizio sfumato
sulla riforma ideata e voluta dal suo segre-
tario, Matteo Renzi. E non lunica. I fran-
chi tiratori nel Pd crescono ogni giorno,
ogni ora. E nel pomeriggio diventano un
centinaio, numero che ricorda sinistra-
mente i 101 che affossarono Romano Prodi
nel segreto dellurna. Al primo banco di
prova, dunque, non solo scricchiola pesan-
temente il patto di ferro stipulato da Ren-
zi e la doppia maggioranza con Nuovo
centrodestra e Forza Italia. lo stesso Parti-
to democratico a essere scosso dalle fonda-
menta. Con un pericoloso intrecciarsi di
dissensi sui contenuti e di risentimenti po-
litici. Un grumo di ostilit a Renzi, che ri-
manda alla fine brusca del governo Letta e
che sembra ricostituire unopposizione da
tempo silente nel partito.
La giornata comincia con lo strappo del-
lex segretario Pier Luigi Bersani: LItali-
cum andr cambiato al Senato e Berlusconi
se ne dovr fare una ragione. Il messaggio
solo apparentemente indirizzato al Cava-
liere. Il destinatario chiaramente Renzi,
criticato anche per aver ospitato Berlusconi
al Nazareno: Se lo avessi fatto io dice
Bersani sarebbero venute gi le caterat-
te: avrei avuto titoli di giornali furibondi.
Alle nove del mattino, dopo avere ascol-
tato le parole pronunciate da Bersani ad
Agor, Renzi riunisce il partito al Nazareno.
Usa un po il bastone e un po la carota. Lin-
tervento duro. Striglia i suoi, chiede di vo-
tare la legge elettorale alla Camera. Mette
sul tavolo tutto il suo impegno e non solo.
Non lha detto, ma implicitamente
spiega Ermete Realacci ha fatto capire
che era pronto ad andarsene in caso di voto
contrario. Poi, in conclusione, fa una vira-
ta e apre uno spiraglio, convocando una Di-
rezione per il 19 marzo: Ci sar un appro-
fondimento con tutti sulle questioni in di-
scussione sulla legge elettorale al Senato.
Come a dire, qualche modifica possibile.
Roberta Agostini, la pi convinta sostenitri-
ce delle quote, urla dal fondo: S, ma dacci
un impegno vero. Limpegno arriver pi
tardi, con una nota di Lorenzo Guerini, che
sottolinea come riprendere il tema della
parit di genere sar un impegno priorita-
rio del Pd al Senato.
Durante la segreteria c il tempo di uno
scontro con Rosy Bindi. Che prima inter-
rompe il segretario, poi interviene critican-
do il voto sulla parit: Il Pd un partito fe-
rito dai 100 voti mancati. In Transatlantico
promette di non partecipare al voto finale. E
pi tardi interviene apertamente alla Came-
ra votando s allemendamento sulla dop-
pia preferenza.
In segreteria parlano in dissenso anche
Valentina Paris e Maino Marchi, che si di-
mette dalla Commissione Bilancio: Sono a
disagio. Voter la legge elettorale ma da sol-
dato semplice. Gianni Cuperlo parla di
una ferita, alludendo ai franchi tiratori. Il
lettiano Francesco Boccia furibondo:
Questa legge una porcata. Nel Pd c
unipocrisia gigantesca. Sono pochi, in ef-
fetti, a metterci la faccia, come spiega la
prodiana Sandra Zampa, che parla di trap-
pole.
Stefano Fassina, a domanda su cosa far
alla fine, fa una lunga pausa. Lo sguardo
mesto: Voter a favore. Per lui, i franchi
tiratori sulla parit di genere sono renzia-
ni. Altra cosa quelli di ieri. Tra chi la faccia
ce la mette tutta c Marco Meloni, che fu
nella segreteria Bersani: Non solo non vo-
to questa legge. Ma ho gi parlato con alcu-
ni costituzionalisti. Se rimanesse cos an-
che al Senato, sono pronto a lanciare un re-
ferendum per il ripristino delle preferenze.
Alessandro Trocino
RIPRODUZIONE RISERVATA
E il lettiano Meloni pensa gi al referendum
per il ripristino delle preferenze
Lemendamento vietava che
in lista potessero esserci due
candidati dello stesso sesso
Lalternanza di genere
CONTRARI
FAVOREVOLI
CONTRARI 299
FAVOREVOLI 264
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A Montecitorio
Lultima parte del dibattito sulla legge elettorale stata caratterizzata da votazioni a scrutinio
segreto che hanno fatto emergere la spaccatura nel Pd: in molti hanno votato in maniera
difforme rispetto alle indicazioni del partito
stato respinto
lemendamento di un fronte
trasversale di opposizione
sulleliminazione delle liste
bloccate
Respinto anche
lemendamento di Per lItalia,
sostenuto da opposizione
e due deputati di Pd e Sc,
sulla scelta di due candidati
di sesso diverso
Il ritorno delle preferenze
La doppia preferenza
Le posizioni prima del voto
(Pd+FI+Sc)
(M5S+Ncd+Sel+Lega
+FdI+Cd+Per lItalia)
Il voto dAula e pos
387
223
CONTRARI 297
FAVOREVOLI 277
1
Le posizioni prima del voto
(Pd+FI+Ncd+Sc+Cd)
(Per lItalia+M5S+Sel
+Lega+FdI+1Pd+1Sc)
Il voto dAula e pos
419
191
335
227
Lemendamento prevedeva
la proporzione uomo-donna
al 50%per i capilista
50 e 50 per i capilista
CONTRARI
FAVOREVOLI
Lemendamento prevedeva
la proporzione 40-60%
per i capilista
40 e 60 per i capilista
CONTRARI
FAVOREVOLI
ASTENUTO
344
214
298
253
L
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V
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E
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Le scadenze
Convocata per il 19 marzo una
Direzione del Pd per affrontare i nodi
della riforma da discutere in Senato
Su Rosy Bindi
I renziani: Forse si sta
preparando
alla candidatura in
una nuova legislatura
Il segretario e il partito spaccato:
ma io ho mantenuto il controllo
Renzi: era unoperazione politica per cercare di danneggiarmi
Il s del Senato
Magistrati
in politica,
via libera
a nuove regole
ROMA Con 239 s, 6 no e 2 astenuti,
il Senato ha approvato il testo che
pianta nuovi paletti in materia di
candidabilit, eleggibilit e
ricollocamento dei magistrati che
intendono fare politica. Secondo il
viceministro della Giustizia Enrico
Costa (Ncd), si raggiunta una sintesi
che ha determinato un ampio
consenso. Con le nuove norme si
esclude, per esempio, che un magistrato
possa candidarsi alle elezioni o
assumere lincarico di assessore in
territori dove ha prestato servizio nei
cinque anni precedenti. Il ddl ora passa
alla Camera dove i deputati non hanno
preparato i tappeti rossi: Le priorit
della giustizia avverte Donatella
Ferranti (Pd), sono ben altre.
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Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
Primo Piano 9
La giornata
A sinistra,
Giorgia Meloni
(FdI) legge in
Aula larticolo
49 della
Costituzione,
quello sui
partiti politici
(Benvegn). A
destra (Liverani),
Umberto Bossi
(Lega) saluta
Francesco Paolo
Sisto (FI)
La Nota
di Massimo Franco
Il premier evoca il voto
per piegare il Pd
e blindare la riforma
I
l fatto che Matteo Renzi sia costretto di nuovo a minacciare
elezioni anticipate se la riforma elettorale non passa, con-
ferma implicitamente la profondit dei contrasti allinterno
del Pd. Anche ieri, le votazioni alla Camera hanno mostrato
quanto il partito del premier soffra il cosiddetto Italicum e
lasse con Silvio Berlusconi; e quanto la soluzione approvata ri-
schi di essere sfidata dallinterno della maggioranza nel passaggio
al Senato. Il presidente del Consiglio ha visto nelle resistenze delle
ultime ore un doppio messaggio: il tentativo di frenare la sua stra-
tegia del fare presto, costringendolo a tempi pi lunghi; e la vo-
lont di oscurare i provvedimenti economici che sono il biglietto
da visita con lopinione pubblica.
Per questo, lasse Pd-FI ieri ha cercato di forzare i tempi, smal-
tendo gli emendamenti per arrivare al s entro la notte. E la mi-
noranza del Pd ha invece insistito su una serie di modifiche, arri-
vando a proporne due sulle preferenze. Sono state bocciate per
appena 35 e 20 voti: segno dellostilit (a scrutinio segreto) contro
Renzi, e avvertimento per il Senato. Daltronde, lo stesso ex segre-
tario Pd, Bersani, dichiara che biso-
gna cambiare e che Berlusconi do-
vr farsene una ragione. Il premier,
per, sa che non sarebbe facile fare
ingoiare al Cavaliere altri cambia-
menti.
E vuole blindare la riforma. pro-
babile che ci riesca, anche sfruttando
la leva delle misure che il Consiglio
dei ministri offrir stasera. Sar diffi-
cile per il Pd boicottare una riforma
controversa perch conferma liste di
nominati dai capi-partito; ma
avallata appena poche settimane fa. E
per di pi mentre Palazzo Chigi propone al Paese una ricetta con-
tro la crisi economica: un modo per mettere un po di soldi nelle
tasche degli italiani, dice il premier; e in un paio di anni, un anti-
doto contro disoccupazione e tasse.
Un coniglio dal cilindro, ironizza FI. Ma lobiettivo renziano
di far capire ai dissidenti del Pd che, o passa la riforma elettorale,
o si va alle urne. Si tratta di un aut aut al quale i parlamentari sono
sensibili; e che Renzi pu rafforzare contrapponendo il boicottag-
gio di un Parlamento conservatore alla voglia di cambiamento del
suo governo. Tuttavia, la sua presa sul partito rimane incompiuta.
E il gioco di sponda vistoso con Berlusconi non sembra destinato
ad accrescere la sua popolarit nel gruppo dirigente del Pd, se non
nellelettorato di sinistra.
Per lui, tuttavia, lunica vera incognita sono i riflessi che i prov-
vedimenti economici possono avere sul piano europeo. Il collo-
quio di ieri tra Giorgio Napolitano e lex ministro per lUe, Enzo
Moavero, non va sottovalutato. Moavero luomo che negli ultimi
due anni ha tenuto i contatti tra Palazzo Chigi e lalta burocrazia di
Bruxelles. Limpressione che il capo dello Stato voglia capire be-
ne se le misure economiche in incubazione avranno unadeguata
copertura finanziaria; e se il governo Renzi sar in grado di man-
tenere il rapporto fra deficit e Pil non oltre il tetto del 3 per cen-
to. E se esiste leventualit che lUe reagisca male: anche se negli
ultimi giorni il premier ha mostrato pi prudenza anche verbale.
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bb
Resta lincognita
della reazione
europea
alle misure
economiche
La giornata Il renziano Lotti punta il dito contro il capogruppo: Questo un problema di Speranza
Imbarazzi, sospetti e rancori
In Aula lo psicodramma dem
Il voto segreto e le tante anime in ordine sparso
ROMA Scherzi?, si era scandaliz-
zata una deputata renziana: Lotti non ti
dir mai niente, perdi tempo. Anzi, se lo
conosco un po, con laria che tira nel
partito, non si far neppure vedere....
E invece, alle cinque del pomeriggio,
mentre in Aula continuano serrati e ner-
vosi i lavori per approvare la nuova legge
elettorale, lItalicum, Luca Lotti irrompe
in Transatlantico per andare a parlare di
qualcosa con Franco Marini (si sente
Marini che, un po brusco ma sorridente,
alza la voce: Ma me lo devi promettere!
Anzi, no: devi giurarmelo che verrai!).
Il Lotti anni 31, da Empoli, un ex
catechista con Matteo Renzi da sempre,
prima alla Provincia di Firenze, poi a Pa-
lazzo Vecchio e adesso potente sottose-
gretario, una figura che Il Fatto ha recen-
temente collocato, si suppone in forma
di omaggio, tra Richelieu e Gianni Letta
sa effettivamente essere riservato ai
limiti del mutismo e per anche veloce,
spregiudicato nel pensare, nel decidere
di commentare.
Cos si volta, sta per rientrare nel-
lemiciclo, ma si ferma.
(Ha modi spicci, empatici, confiden-
ziali; stretta di mano e, senza giri, subito
dentro la questione politica).
S... Purtroppo, temo che qui, alla
Camera, ci sia davvero un problema nel
nostro gruppo.
Troppe anime nere disposte a tradire
gli ordini del partito.
Posso dirlo?.
Cosa?
Beh, insomma: questo un proble-
ma di Speranza, il capogruppo che de-
ve saper gestire certe situazioni.
Con il voto segreto dellaltra sera sulla
parit di genere, magari era pi compli-
cato: il punto che ci sono difficolt an-
che oggi...
Oggi, in verit, mi sembra che la si-
tuazione sia migliorata. Ma oggi, come
sappiamo, dovuto intervenire Matteo,
personalmente....
Adesso il Lotti probabilmente per
imitare Renzi, qui tutti lo chiamano cos,
con licenza dialettale toscana saluta e
va via, perch sul serio, l dentro, in Aula,
prezioso anche il voto dei sottosegreta-
ri (vedremo che sar addirittura decisivo
tra un po, per respingere lemendamen-
to di Gregorio Gitti, che proponeva di in-
trodurre la doppia preferenza con il vin-
colo dellalternanza uomo-donna).
La giornata faticosa. I parlamentari
del Pd hanno preso posto tra i banchi
storditi dai toni usati da Matteo Renzi al
Nazareno (di rimprovero, per restare
nelleufemismo) e da cospicue dosi di
imbarazzo (per i deputati) e di rancore
(per le deputate). Prima Alessandra Mo-
retti si messa la telefono con quelli di
Un Giorno da Pecora, su Radio2, e lha
raccontata piuttosto duramente.
Stralci.
Nel segreto, i vigliacchi fanno il lavo-
ro sporco. No, non credo siano un
centinaio, ma una sessantina s, sono
una sessantina dei nostri che, protetti
dallo scrutino segreto, hanno votato
contro la parit di genere. Sospetti?
Nomi? No, non ne ho. Anche perch mi
sembrava che tutto il partito fosse con-
vinto di votare in modo compatto.
Lidea di Renato Brunetta, il capo-
gruppo di Forza Italia, che gli emenda-
menti siano stati presentati dalla mino-
ranza interna del Pd, per sabotare lac-
cordo tra Renzi e Berlusconi e mettere in
grave difficolt, quindi, proprio Renzi.
Pu essere. Non sarebbe la prima volta
che nel Partito democratico si gioca duro
a tradimento (ricordare, prego, i 101 voti
con cui fu pugnalato politicamente Ro-
mano Prodi, candidato al Quirinale).
Certo sorprende che ancora oggi, anche
adesso, e siamo ormai alle sei del pome-
riggio, la scarsa compattezza del Pd fac-
cia viaggiare ciascuna votazione nella
pi assoluta incertezza.
Per capirci: poco fa lAula ha bocciato
lemendamento al testo dellItalicum che
mirava a introdurre le preferenze. La
maggioranza politica che sostiene il pat-
to Renzi-Berlusconi (patto che non pre-
vede preferenze ma liste bloccate con
collegi plurinominali) ha evitato il tonfo
per soli 35 voti: i s favorevoli alla norma
sulle preferenze sono infatti stati 264
contro 299 no. Francesco Boccia del Pd
(e, si sospetta, altri con lui) ha votato
contro lindicazione del partito.
Spiegazione di Boccia: Io ho votato
Renzi al congresso e sono andato in giro
a dire che avrebbe cambiato lItalia. Ma
tutto questo, purtroppo, non sta acca-
dendo.
Pure Rosy Bindi fa i capricci. Per chi
voto? Non ve lo dico.... Cronisti per-
plessi, ma subito attratti dalle grida che
giungono dallemiciclo (c il solito Ales-
sandro Di Battista del M5s che, per atti-
rare lattenzione adora fotografi e te-
lecamere ha detto che Berlusconi
un delinquente, scatenando le rumoro-
se proteste di Brunetta).
Esce Deborah Bergamini (responsabi-
le comunicazione di Forza Italia, vera
portavoce del Cavaliere). Sugli insulti,
sorvola (con sospiro ironico).
Non sorvola sul resto.
Mi spiace dirlo, ma laccordo su que-
sto Italicum tiene perch noi, come par-
tito, stiamo bene nei ranghi. Il Pd... beh,
s, insomma: il Pd un partito con logi-
che piuttosto particolari.
Passa il leghista Gianluca Buonanno
(quello che ieri venuto vestito da do-
matore di leoni). Campanella... Rien-
trare!... Si vota!... Eh eh eh....
Fabrizio Roncone
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Lo sfogo
Alessandra Moretti a Radio2
sulla parit di genere:
Nel segreto i vigliacchi
fanno il lavoro sporco
Capricci
Francesco Boccia attacca il
premier: Non sta cambiando
lItalia. E Rosy Bindi:
Per chi voto? Non ve lo dico...
Lintervista La direttrice dellHuffington Post e la lite con il ministro Boschi per un articolo
Il guaio dei renziani? Inesperti del potere
Annunziata: io supporter del premier, ma DAlema
non fece sottosegretari i membri del suo staff
Chi
La carriera
Giornalista,
scrittrice e
conduttrice
tv, Lucia
Annunziata,
63 anni, dirige
dal settembre
del 2012
lHuffington
Post Italia. Sulla
Rai conduce
ogni domenica
la trasmissione
In mezzora.
stata
presidente della
Rai dal 2003
al 2004
ROMA La Boschi non la zarina di tutte le Rus-
sie, una ragazza gentile, perbenissimo e non spoc-
chiosa. Quasi umile....
Scusi Lucia Annunziata, ma lei e il ministro non
vi eravate lasciate con un ci rivedremo in tribuna-
le per colpa dellormai celebre pizzino?
LHuffington Post ha pubblicato un articolo che
raccontava le pressioni della Boschi su Dorina Bian-
chi, bigliettino o non bigliettino, per il voto sulla pari-
t di genere. Lei mi ha chiamato, voleva che togliessi-
mo il pezzo dal sito e io le ho spiegato che non funzio-
na cos.
Cosa le ha detto, direttrice?
Che avremmo pubblicato la smentita. Ma il mini-
stro, sempre molto cortese nei toni, insisteva nel dire
che dovevamo togliere larticolo. Io le ho risposto che
avevamo agito secondo le regole e che non lavremmo
tolto.
E Boschi?
Ha detto che si riserva di denunciarmi. E io ho
chiuso con un bene, sar felice di vederti in tribuna-
le... Questo episodio il primo grande inciampo, ri-
vela che non sanno le regole del gioco nel senso pi
alto. Hanno in mano un potere che non conoscono e
le pressioni della Boschi sono una prova di debolezza.
A Palazzo Chigi c un gruppo dirigente che non ha
preso le misure al potere.
Governano da un mese.
Sono saliti su un treno in corsa senza sapere dove
andare e si sono ritrovati a Palazzo Chigi. Non hanno
esperienza del potere, della stampa, della satira....
Non un bene?
No, pensano che il loro potere sia pi grande di
quanto non . Il loro rapporto col potere sbagliato e
la telefonata del ministro lo conferma. Quel che mi
preoccupa del governo Renzi che sembra che sap-
piano come si fa, ma non lo sanno.
Non sanno governare, intende?
Non lo sanno, perch non sono mai passati dalle
forche caudine del voto. Una campagna elettorale un
fuoco che ti forma, ti insegna a rapportarti con tutti.
Renzi ha vinto le primarie.
Lui le ha fatte, molti dei suoi no. In tre sono pas-
sati da aiutanti del sindaco a sottosegretari, mentre
DAlema quando si port lo staff a Palazzo Chigi lo
chiam staff, non diede ai lothar il titolo di sottose-
gretari.
Rimpiange DAlema?
Questo gruppo dirigente totalmente nuovo ed
la debolezza di fondo che Renzi paga. Ci sono mini-
stri, come la Boschi, che non hanno mai lavorato. Il
problema non let, la competenza, o il fatto che sia
donna, che questo gruppo politico arrivato l senza
essere stato votato. Berlusconi diceva a sinistra non
hanno mai lavorato e nel caso di Renzi vero, il no-
stro premier non ha mai fatto un minuto di lavoro.
Ha fatto il sindaco. Non era renziana, lei?
Io sono una supporter di Renzi della primissima
ora. Lo appoggiavo perch diceva cambio lestablish-
ment, cambio le regole... Poi per ha deciso di anda-
re a Palazzo Chigi senza passare per il voto e ha ricom-
pensato tutti, compreso Civati. Ha tradito la promessa
di cambiamento e la pagher. Sono addolorata. Renzi
si sente un leone rampante, ma ha i piedi dargilla.
Le piaciuta limitazione della Boschi?
La satira tutti dobbiamo subirla. Io ne ho avuta a
pacchi, non ci pu essere un doppio standard. A me
mi fanno sempre brutta, meridionale, con un occhio
storto. A lei la fanno pure bella! Ci sta.
Chi ha vinto sulla parit di genere?
Dividere il cinismo di Renzi dal cinismo del Pd
difficile, si meritano lun laltro. Il segretario, che ha
un ammontare di potere mai visto, non doveva lavar-
sene le mani. Ma dentro cera anche il risentimento
della minoranza. Un disprezzo reciproco di cui sono
entrambi colpevoli. Renzi ha portato allesplosione
nucleare della sinistra.
Monica Guerzoni
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293
i deputati del
Partito democratico
eletti alla Camera
in questa
XVII Legislatura:
sono 183 uomini
e 110 donne
10 Primo Piano
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
Il governo Le riforme
I numeri
Ecco la composizione della possibile maggioranza per le r iforme
CORRIERE DELLA SERA
228
Totali
87
Totali
315
*
Totali
Per lItalia
11
Scelta civica
8
Grandi autonomie e libert
11
Lega
15
Movimento 5 Stelle
41
Ex M5s
13
Sel
7
Pd
*il presidente Pietro Grasso per prassi non vota. Sono esclusi dal conteggio anche i senatori a vita, tranne Mario Monti
107
Autonomie-Psi
10
Forza Italia
60
Ncd
32
Ora lincognita Senato
Ma il vero test
sul patto di governo
La preoccupazione del Quirinale
per il passaggio a Palazzo Madama
ROMA Gli ha scaricato il
cellulare a forza di sms. E c un
motivo se per tutta la mattina e
fino al pomeriggio Renzi ha
martellato di messaggi Alfano
per assicurarsi che il patto sulla
legge elettorale reggesse. A pre-
occuparlo era lemendamento
sulle preferenze, su cui si sa-
rebbero incrociati a scrutinio
segreto i voti di un pezzo del Pd
e di un pezzo di Forza Italia, di
quellarea berlusconiana che
non accetta gli equilibri decisi
dal Cavaliere allinterno del
partito. Perci il Nuovo centro-
destra era indispensabile, solo
cos il premier avrebbe evitato
la trappola a Montecitorio.
Ma ora che lItalicum ha su-
perato il crash test, ora che Al-
fano ha tenuto fede con Renzi
allaccordo sulle riforme, Renzi
terr fede allintesa di governo
con Alfano? La prima contro-
prova si avr oggi sul taglio del
cuneo fiscale che il presidente
del Consiglio vuole indirizzare
solo sulle detrazioni Irpef a fa-
vore di lavoratori dipendenti
con i redditi pi bassi. Un piano
da dieci miliardi su cui ancora
nella serata di ieri si lavorava
per le coperture. Si vedr se la
missione a Bruxelles di Padoan
avr dato i suoi frutti, se davve-
ro lUnione conceder a Renzi
ci che non aveva concesso a
Letta, se il governo potr utiliz-
zare quei decimali che tengono
il rapporto deficit-pil italiano
sotto il 3%, e se potr investire i
soldi risparmiati dal minor co-
sto del debito pubblico.
Il nodo oltre che economico
politico, sta nel rapporto tra
forze che oggi sono alleate ma
che domani saranno avversa-
rie. E il rischio per Alfano di
restar schiacciato da unopera-
zione che alcuni dirigenti Ncd
durante una riunione
hanno definito di stampo lan-
diniano, contro cui si gi
schierata Confindustria. Il mi-
nistro dellInterno sostiene tut-
tavia che il primo atto del go-
verno Renzi ricorda il primo at-
to del governo Berlusconi nel
2002, quando fu proprio Alfa-
no a essere relatore della Finan-
ziaria che ridusse il primo mo-
dulo di tasse per 6 miliardi a fa-
vore delle fasce basse dei con-
tribuenti: Perci, se verranno
dati pi soldi ai lavoratori,
dunque alle famiglie, e migliori
regole agli imprenditori, a noi
non potr che andar bene. E un
pezzo di constituency di Ncd
favorevole al progetto.
tutto da verificare per co-
me si svilupper in futuro il
rapporto di maggioranza, se il
premier riempir ancora di
sms il cellulare del suo diver-
samente alleato quando si
tratter, per esempio, di discu-
tere sulle 700 e passa nomine,
visto che avrebbe gi fatto per-
venire una lista al Tesoro per le
aziende pubbliche pi impor-
tanti. Perch le operazioni di
potere non sono, non possono
essere sganciate dalle questioni
politiche, e quindi anche dagli
accordi sulle riforme.
Il crash test alla Camera sulla
legge elettorale ha evidenziato
che senza il triangolo Renzi-
Berlusconi-Alfano lItalicum
naufragherebbe a Palazzo Ma-
dama. L si capir se le promes-
se fatte dal premier a Ncd sa-
ranno mantenute, se come
ha spiegato in questi giorni il
ministro Boschi le modifi-
che le faremo al Senato. Schi-
fani non si fida e ieri ha manda-
to un avvertimento, rivolto non
solo al premier: Senza modifi-
che, voterei contro la legge ap-
provata a Montecitorio, che
mostra evidenti vizi di costitu-
zionalit. Nella maggioranza,
dopo la Finocchiaro, il fronte
del dissenso tra i senatori pren-
de apertamente forma.
E proprio sul passaggio alla
Camera Alta affiorano le preoc-
cupazioni del capo dello Stato.
Napolitano attende di capire in
che modo saranno risolti i pro-
blemi legati al nodo delle prefe-
renze e delle soglie fissate dalla
legge elettorale, se e come i
preannunciati cambiamenti
consentiranno di non pregiu-
dicare il patto, e soprattutto se
ci saranno gli stessi equilibri di
Montecitorio. Perch ecco la
considerazione pi rilevante
che proviene dal Colle a pa-
lazzo Madama la maggioranza
per le riforme avr margini
numerici risicati rispetto alla
Camera, e sia il Movimento
Cinquestelle, sia larea dei se-
natori che hanno lasciato Gril-
lo, potrebbero avere un peso
nel determinare lesito della
partita sullItalicum.
Come se non bastasse, c da
capire quale sar la sorte della
riforma sul bicameralismo.
Renzi vorrebbe incardinarla al
Senato prima del voto sulla leg-
ge elettorale, cos da blindare il
pacchetto. Ma il testo non an-
cora pronto, anzi il premier ha
spiegato ieri ai parlamentari
del Pd che gli serviranno an-
cora un paio di settimane per
consultare le altre forze politi-
che. E magari per accettare le
norme gi stilate a suo tempo
dal comitato dei saggi sotto la
regia del Colle. Come racconta-
va giorni addietro il capogrup-
po leghista Giorgetti, che era
appena salito al Quirinale, Na-
politano uno solido, per for-
tuna. E su certe cose non ha
smesso di fare il ministro...
Francesco Verderami
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Gli alfaniani
Ncd ha rispettato
laccordo. Sui
provvedimenti economici
la partita chiave
La rabbia del leader greco: basta tensioni
Camilleri e Flores DArcais
lasciano il comitato di Tsipras
ROMA Censure, retromarce, candidature ritirate e, per ultime,
anche le estromissioni-dimissioni dal comitato dei garanti di
due big come Andrea Camilleri e Paolo Flores DArcais. La Lista
Tsipras per lEuropa di nuovo nella bufera. Dopo il ritiro della
candidatura dellimprenditrice anti-racket Valeria Grasso, la lista-
contenitore della sinistra per le Europee perde i suoi pezzi da
novanta Camilleri e Flores DArcais. Si tratta di perdite che, visto
il calibro dei personaggi, non passano in sordina. Tanto che lo
stesso Alexis Tsipras a rispondere ai due intellettuali, invitandoli a
proseguire nellappoggio alla lista per le Europee. Ma il leader
greco aggiunge anche un richiamo che suona come una critica:
Sostengo tutti i garanti che aiutino il nostro successo senza
alimentare continue tensioni. Le defezioni di Camilleri e Flores
DArcais sono strettamente legate alle tensioni per la scelta dei
candidati alle Europee, a partire da unaltra mancata candidatura,
quella di Antonia Battaglia, lattivista tarantina anti-Ilva
ritrovatasi in lista con due esponenti di Sel, partito contro cui
aveva aperto una durissima polemica per la politica attendista
sullacciaieria pugliese. E Camilleri non ha visto di buon occhio
nemmeno la candidatura dellex leader no global Luca Casarini.
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Il percorso
La legge alla prova
di Palazzo Madama
LItalicum atteso al
passaggio del Senato
dove, rispetto alla
Camera, i numeri della
maggioranza sono pi
stretti. Il governo Renzi ha
ottenuto la prima fiducia
con 169 s e 139 no
I nodi del testo
e le ipotesi di modifica
Titolo V e Senato
Il via alla riforma
Alcuni punti della legge
elettorale che hanno
diviso trasversalmente i
gruppi alla Camera si
proporranno di nuovo in
Senato: in particolare la
parit di genere e le liste
bloccate
Insieme al passaggio a
Palazzo Madama
dellItalicum parte il
percorso delle riforme
costituzionali. atteso il
documento del governo
sulla riforma del Senato
e del Titolo V
TANK MC
MOV I ME NT O MA N I F AT T U R A 1 9 0 4 MC
DALLACREAZIONEDEL PRIMOOROLOGIOTANKNEL 1917, LACOLLEZIONETANKHACONTINUATOARINNOVARSI
E SPERIMENTARE NUOVE SOLUZIONI. LESTETICA INCREDIBILMENTE RAFFINATA DEL NUOVO TANK MC
DOTATA DEL MOVIMENTO MANIFATTURA CARTIER 1904 MC. FONDATA NEL 1847, LA MAISON CARTIER CREA
OROLOGI DECCEZIONE CHE COMBINANO AUDACIA ESTETICA E SAVOIR-FAIRE OROLOGIERO. c
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Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
Primo Piano 11
I partiti Le strategie
Berlusconi pensa al 10 aprile:
cos mi vogliono umiliare
I timori per la decisione del tribunale sui servizi sociali
di MARCO CREMONESI
La partita sul filo
della Lega
condannata
ad allearsi
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Pd
Nello statuto, articolo 1,
scritto che il partito
favorisce la parit fra i
generi nelle candidature
per le assemblee elettive.
Le primarie per i candidati
al Parlamento prevedevano
la doppia preferenza di
genere. In Senato le donne
sono 44 su 108, alla
Camera 110 su 293
Cinque Stelle
Il Non statuto non parla
espressamente di parit e
la doppia preferenza non
era nel regolamento delle
Parlamentarie. Ma 17
capilista su 31 erano donne.
E alla fine il Movimento ha
eletto 25 senatrici per 54
seggi e alla Camera 37
deputate su 109 (dati
precedenti alle espulsioni)
Forza Italia
Sugli emendamenti per la
parit di genere anche
Forza Italia si divisa. Un
folto gruppo di esponenti
azzurre ha condotto una
battaglia pubblica. Con il
30% di deputate, il partito
terzo per la quota di
donne alla Camera: 20 su
47. Ma nello statuto niente
quote
Ncd
Le deputate di Ncd hanno
partecipato alla battaglia
per la parit, ma il partito
ha lasciato libert di
coscienza. Lo statuto non
prevede meccanismi per le
quote di genere, ma la sigla
non ha ancora presentato
liste alle elezioni. Alla
Camera le donne sono 6 su
29, al Senato 3 su 32
Lega
Quello del Carroccio il
gruppo che, alla Camera,
conta la minore presenza
femminile: i venti deputati
sono tutti uomini. In Senato
sono le donne sono 5 su 15.
Il partito non adotta quote
per il Parlamento, ma ha
chiesto che oggi a Palazzo
Madama si discuta di parit
di genere per le Europee
Il Movimento Lex delfino Favia lavora a un Movimento senza Grillo. Intanto il leader incorona Di Battista: sei il mio erede
Nei 5 Stelle un processo al giorno: sfiduciata Fucksia
Dopo Pepe, nel mirino la senatrice
Laccusa: difende i dissidenti
MILANO Due, forse tre. La guer-
ra territoriale che mira a sfiduciare i
parlamentari del Movimento sembra
non conoscere confini. Dopo il caso di
Bartolomeo Pepe, ieri finita nel mi-
rino degli attivisti (di Fabriano) anche
la senatrice Serenella Fucksia. Ma tra i
bersagli dei militanti rischia di finire
anche Roberto Fico.
La senatrice stata criticata per
aver difeso Pepe (in una videointervi-
sta al Fatto Quotidiano) e per essersi
schierata contro tutte le espulsioni
in generale perch io sono inclusi-
va per forma mentis. Risultato: Da
questo momento noi riteniamo che la
Fucksia non possa pi essere consi-
derata una portavoce,annuncia il
meet-up marchigiano. Per Pepe, inve-
ce, la situazione da un punto di vi-
sta locale si complica: un gruppo di
150 militanti si schiarato a difesa del
senatore su Facebook. Lui, Pepe, ha
promesso: Non mi consegner senza
lottare. Ed partito al contrattacco,
accusando il presidente della Com-
missione di vigilanza Rai: Lavver-
sione di Roberto Fico nei miei con-
fronti nota da tempo poich sulle
sue qualit politiche sono stato sem-
pre esplicitamente e lealmente scetti-
co.
In Parlamento si cerca di evitare ul-
teriori strappi. Gioved, come tutte le
settimane, ci sar assemblea del
gruppo: spero sar loccasione per
qualche chiarimento, precisa il ca-
pogruppo Maurizio Santangelo. I fe-
delissimi sembrano compatti: nessu-
na espulsione in vista. Basta gioco al
massacro, commentano. Per Fuck-
sia, probabilmente, ci sar una repri-
menda amichevole. Anche per Pepe
lorizzonte pare sereno: Per chiedere
unespulsione si puntualizza c
un preciso iter: qualche senatore se ne
deve fare carico e lassemblea la deve
votare. Il senatore campano ha perso
la sua corsa per la costituenda com-
missione bicamerale sul ciclo dei ri-
fiuti e le ecomafie: Prima cera una
compagine numericamente diversa
che lo sosteneva: cambiata questa
(con le espulsioni, ndr) sono cambiati
anche i numeri. Come volevasi di-
mostrare..., commenta linteressato.
Che difende la collega sfiduciata: A
Serenella Fucksia va tutta la mia sti-
ma.
Alla Camera tutto pronto per il
Non ci fermate tour. Coinvolti i 26
deputati sospesi per i disordini di
gennaio a Montecitorio, che a partire
da luned gireranno la penisola su due
camper. Tra loro anche volti ormai
noti del Movimento come Alessandro
Di Battista che domenica Grillo a
Siena ha scherzosamente designato
suo erede , Alessio Villarosa e
Loredana Lupo. Quattro settimane in
giro per lItalia, in tutte le Regioni. Sul
fronte ex-dissidenti, invece, da regi-
strare lincontro romano tra France-
sco Campanella e Giovanni Favia.
Vorremmo costruire un Movimento
degrillizzato, fuori e dentro il Parla-
mento, ha commentato il primo.
Orizzonti aperti. Con vista ipotiz-
zano alcuni sulle Amministrative.
Emanuele Buzzi
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Tensione
Il capogruppo Santangelo:
Gioved chiarimento in
assemblea. Ma gli ortodossi
assicurano: basta espulsioni
La parit di genere
nello statuto
Tante donne capilista
ma senza lobbligo
La battaglia perduta
delle deputate azzurre
Nessun meccanismo
ma non ha ancora corso
Il gruppo alla Camera
composto solo da uomini
Guarda il video con una chiamata gratuita al +39 029 475 48 50
Caso Ligresti
Cancellieri,
i pm chiedono
larchiviazione
La Procura di Roma ha chiesto
larchiviazione dellinchiesta
sullex ministro della Giustizia
Annamaria Cancellieri per la
presunte false dichiarazioni rese
nel l ambi to del l i nchi esta
torinese sul Gruppo Ligresti. Svolti
tutti gli accertamenti, tra i quali
linterrogatorio dellex Guardasigilli
assistita dallavocato di fiducia, i
pm si sono convinti dellassenza di
reati. Ora lultima parola spetta al
giudice dellindagine preliminare.
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12
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
Esteri
La crisi I deputati proclamano lindipendenza, che ora dovr essere ratificata dal referendum di domenica
La Crimea vota la secessione da Kiev
Mosca: Legittimo, come in Kosovo
Ricompare lex leader Yanukovich: Sono ancora presidente
Aksionov in tv
Il premier
filorusso:
Autodifesa
unica scelta
DAL NOSTRO INVIATO
SINFEROPOLI
Presidente Aksionov, ma
sei sicuro che si possa fare
un referendum in queste
condizioni? Coi soldati
russi nelle strade, nessuno
al mondo che lo
riconoscer?... Certo che
si pu. Il 70% dei nostri
cittadini daccordo. Il
nostro Parlamento lha
votato. E poi in Crimea non
c un clima di paura, come
dicono i media. La Crimea
in pace. Non ci sono
criminali per le strade: lo
sapete che la delinquenza
scesa di due terzi, da
quando lAutodifesa
popolare ha il controllo?.
Tre, due, uno, in onda:
allora migliore dascolto, e
per tre ore, il golpe di
Crimea va sul Primo canale
ucraino e via web.
Schuster Live,
popolarissimo talk-show.
Dallo studio, le domande
divise fifty-fifty tra chi vive
in Ucraina e chi qui. Via
skype, il premier di
Sinferopoli e soprattutto di
Mosca: Sergei Aksionov, 41
anni, figlio del leader dei
russi di Moldavia, futuro
capo della prima
Repubblica indipendente
di Crimea. Gli chiedono:
ma che referendum , se si
sta decidendo per
lindipendenza? Risponde:
La domanda va fatta al
nostro Parlamento.... Ma
non dicevate che lUcraina
doveva restare unita? Noi
abbiamo sempre cercato il
dialogo con Kiev. Negli
ultimi tempi, i nostri diritti
non esistevano pi.
Euromaidan ci ha ignorato.
Quando le manifestazioni
tatare ci hanno assediato, a
febbraio, chi venuto ad
aiutarci? Non avevamo
altra scelta che lautodifesa.
E chiedere al popolo se
voleva andare con unaltra
nazione.... Il dibattito non
saccende, qualche
intervento un po
telecomandato. Dalla
platea, lex presidente
ucraino Kravchuk: lo sai
che tutto questo illegale?
Quel che vota il popolo,
legittimo. Un deputato di
Kiev: sei pronto a prenderti
le responsabilit di questo
caos? S, certo. E perch
chiudete le frontiere a chi
viene da Kiev? Tutti qui
sono i benvenuti. Tranne i
fascisti che non hanno
fatto nulla per noi e ora
non possono pi parlare in
nome nostro.... Aksionov
si sente gi vincitore. E
sincorona gi: Ho da
comunicare una cosa: sar
il capo delle forze armate di
Crimea.
F. Bat.
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DAL NOSTRO INVIATO
SINFEROPOLI E per co-
minciare, via il Tridente. Basta
col Tryzub. Una squadra doperai
arriva al Parlamento di Crimea e
sotto i porticati si rivolge ai co-
sacchi, messi l di guardia da Pu-
tin. Dov il simbolo? Arriva lata-
mano. Sfila il guanto. E come un
monumento alla vittoria indica
proprio sopra il portone din-
gresso, dove passano i deputati.
Le tre punte del Tryzub sono
scolpite nel cemento, triplo dente
che fa da citazione dellodiata
Ucraina: c una petizione popo-
lare per levarlo, questa ormai
Russia. Nei prossimi giorni, si
pu iniziare a scalpellare: anche
se nessuno se ne accorge e fuori
non c anima ad aspettare lan-
nuncio, proprio in questo istante
sta scoccando dentro la Rada
lennesima ora della storia. Si vo-
ta lindipendenza: settantotto vo-
ti su ottantuno, i tre no sono dei
tatari, la Camera approva. Mai
pi schiavi di Kiev. Via il Triden-
te, via il dolore. Poche righe di
mozione che muovono le cancel-
lerie del mondo: La Repubblica
di Crimea stabiliscono i depu-
tati sar uno Stato democrati-
co, laico e multinazionale, che
simpegner a mantenere la pa-
ce. E il referendum di domeni-
ca? Si far. Ma siccome si sa gi
come, la Crimea si rivolger alla
Federazione russa per esservi
ammessa sulla base dun accordo
intergovernativo adeguato, nel
ruolo di nuovo soggetto della Fe-
derazione.
Do you remember Kosovo? Il
modello quello. La mossa del
cavallo il voto del Parlamento,
ma Putin va allo scacco facendo
citare dalla Rada quel precedente:
la proclamazione dellindipen-
denza kosovara, 2008, che peral-
tro la Russia non ha mai ricono-
sciuto proprio per paura che lau-
todeterminazione albanese sca-
tenasse rivendicazioni nelle
repubbliche ex sovietiche. Ci so-
no 13mila morti e dieci anni di
protettorato Onu, a far la diffe-
renza tra Pristina e la Crimea, e il
Kosovo oggi uno Stato che non
sannette a nulla. Non importa,
russi, se vero che nei sondaggi i
due terzi sono con Putin e gli re-
galano una popolarit mai vista
negli ultimi due anni. Questa
unannessione belle buona,
riassume Angela Merkel: contro
ogni regola di diritto internazio-
nale del dopoguerra. Oggi la can-
celliera vedr i polacchi, che as-
sieme ai baltici sono fra i pi de-
cisi nel volere una reazione forte
Ue. Il premier ucraino Yatseniuk
va alla Casa Bianca: probabile
che gi dalla prossima settimana
partano le sanzioni contro la Rus-
sia. Comporteranno dolorose
conseguenze, promette il pre-
mier britannico David Cameron,
nonostante a fine mese stiano per
partire i primi accordi sul gasdot-
to South Stream e tra qualche an-
no mezzEuropa, Italia per prima,
dipender dal gas russo. Non
vogliamo uno scontro spiega
Frank-Walter Steinmeier, mini-
stro degli Esteri tedesco , ma il
comportamento del Cremlino
una provocazione continua. Da
ieri mattina non si vola sulla
Crimea, a parte le linee da/per
Mosca. Al confine nord, si mina-
no i campi, si scavano trincee e si
piazzano batterie antimissile.
Guai a chi curiosa: due inviati di
Sky, Jacopo Arbarello e Fabrizio
Stoppelli, si son visti sequestrare
lattrezzatura, lautista malmena-
to e la troupe espulsa per qualche
ora. Tre giornaliste ucraine sono
ostaggio delle milizie di Russia
unita, a Sebastopoli, e si negozia
per farle rilasciare. Il caos in
Crimea tutta colpa di chi ha fat-
to il golpe a Kiev, ricompare
Yanukovich, il deposto presiden-
te. Lo davano per morto, invece
sono vivo. Ma lo pensa solo lui.
Francesco Battistini
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Tricolore Un uomo accanto a un poster con la Crimea nei colori della bandiera russa a Sebastopoli (Afp)
78
I voti dei deputati a favore
dellindipendenza, 3 i no
Il precedente
La guerra del 1999
contro Milosevic
Il Parlamento della
Crimea ha annunciato ieri
la sua indipendenza,
citando come precedente
il Kosovo. La regione, a
maggioranza albanese,
stata al centro dellultima
guerra balcanica nel
1999, quando la Nato
intervenuta contro la
Serbia di Milosevic
a tutela degli albanesi
Lindipendenza
e il giudizio dellOnu
Dopo la guerra, pur
formalmente nei confini
dellex Jugoslavia, il
Kosovo governato
dallOnu era di fatto
semi-indipendente. Il 17
febbraio 2008 lannuncio
dellindipendenza, mai
riconosciuta da Belgrado.
Nel 2010 la Corte Onu ha
dato ragione a Pristina.
riconosciuto da 106 Paesi
Strategie Gli aerei radar al confine ucraino, le esercitazioni in Polonia e Lituania. Tutto il lungo fronte dellEst diventa caldo
La Nato si ritrova in prima linea. E si prepara
I Paesi ex comunisti temono Putin
LAlleanza deve creare uno scudo
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES Dodici caccia F-16
americani e 300 militari sono appe-
na arrivati in Polonia per una eser-
citazione raddoppiata rispetto alle
previsioni iniziali. Sei F-15, accom-
pagnati da due aerei cisterna K-135,
sono atterrati in Lituania. E sempre
in Lituania sono attesi di ora in ora
sei F- 15C Aquile della Royal Air
Force britannica, con due aerei-ci-
sterna. Mentre un numero impreci-
sato di apparecchi Awacs, gli spio-
ni sormontati da grandi cupole-ra-
dar e foreste di antenne, sta gi pat-
tugliando i cieli di Romania e
Polonia. Sono tutte forze della Nato,
lAlleanza Atlantica composta da 28
Paesi dellOccidente. E ruotano, co-
me frammenti volanti di ferro, in-
torno a ununica calamita: la Russia.
Sembra un film, ma realt: il
pi grande dispiegamento di forze
che la stessa Nato abbia mai operato
in Europa, nella sua storia recente. I
vari Paesi coinvolti e membri ap-
punto dellAlleanza Atlantica, dalla
Polonia alla Lituania, hanno chiesto
la sua azione protettiva perch si
sentono minacciati da una forza
esterna: Mosca, dopo il suo inter-
vento in Crimea e le pressioni opera-
te sullUcraina. Varsavia ha invocato
larticolo 4 del Trattato di Washin-
gton, che afferma: Le parti si con-
sulteranno ogni volta che linte-
grit territoriale, lindipendenza po-
litica, o la sicurezza di chiunque fra
esse sia minacciata. Condannando
poi la Russia, il segretario generale
Anders Fogh Rasmussen ha ammo-
nito: la situazione in Ucraina ha se-
rie implicazioni per la sicurezza e
stabilit dellarea euro-atlantica. In
due parole, qui c qualcosa di pi di
una disputa regionale: la stessa na-
tura, il ruolo della Nato, che forse
per la prima volta vengono messe
apertamente in gioco, e proprio nel-
la parte dEuropa pi carica di dolo-
rose memorie. Un esempio? Laltro
ieri un articolo del Wall Street Jour-
nal sosteneva che dopo lazione di
Putin lAlleanza dovrebbe piazzare
forze atomiche alle frontiere dei Pa-
esi di prima linea nellEst. unipo-
tesi, rilevano ora fonti ben informa-
te del quartier generale a Bruxelles,
che nessuno ha mai discusso, n
mai pensato di discutere. Ma che la
situazione sia tesa come non mai,
questo difficile negarlo. Paesi co-
me la Polonia vogliono vedere con-
cretizzarsi la solidariet sempre
promessa, ma quella stessa promes-
sa pu costare adesso molto pi ca-
ra.
La Nato spiega la portavoce
Carmen Romero oggi impegna-
ta in unopera di de-escalation, di
rafforzamento della solidariet fra i
suoi membri, di riaffermazione del-
la sicurezza interna, di collaborazio-
ne con gli altri Paesi. Anche linvio
degli Awacs o degli F-16, in s misu-
re importanti, non vanno per inte-
se come misure di escalation. Sono
quelle che noi chiamiamo misure di
situational awareness, consapevo-
lezza della situazione, o di reassu-
rance, rassicurazione, dirette so-
prattutto alle nazioni che si sentono
sotto pressione.
Il nome che aleggia , ancora una
volta, la Russia. Ma il vero banco di
prova per i rapporti fra Nato e Putin
non certo la piccola Crimea. Sono
le varie altre Crimee, pi grandi e
strategiche, che punteggiano lEst
dellEuropa. Per esempio: e se il
modello crimeano venisse espor-
tato in Lettonia? L i russi sono il
27,6%, su 2 milioni di abitanti, e da
tempo Mosca assicura che far di
tutto per proteggerli, per ora econo-
micamente: lambasciatore russo a
Riga si affacciato laltro giorno a
una televisione russofona per assi-
curare ai suoi connazionali in loco
che il Cremlino conceder presto lo-
ro la cittadinanza, cos salvandoli
dalla povert. In Estonia, i russi so-
no il 25%, e ci sono fra loro gruppi
ultrazionalisti, anche se nessuno
sfila con il passamontagna sul volto
come a Sinferopoli: per ora, almeno.
Luigi Offeddu
loffeddu@corriere.it
RIPRODUZIONE RISERVATA
Croazia Albania
Romania
Regno
Unito
Polonia
Rep. Ceca
Germania
Lituania
Ungheria
Slovenia
Slovacchia
Ucraina
Lettonia
Estonia
Russia
Bulgaria
1
2
3
4
I membri Nato
In Europa
Fondatori
nel 1949
(con Islanda,
Usa e Canada)
1950-1999
1999-oggi
Lallerta
CORRIERE DELLA SERA
Zokniai: missione di pattugliamentodellospazio
aereodei tre Stati baltici e esercitazioni
Lask: esercitazione conmilitari Usae britannici
Waddington
Geilenkirchen
Sorvolo
Gli Awacs della Nato partono dalle basi
di Geilenkirchen e Waddington diretti
sui cieli di Polonia e Romania,
La sorveglianza
1
2
3
4
Ge
rta
Sorvolo
li Awacs della Nato
Geilenkirche
cie
dice subito Sergei Lavrov, mini-
stro degli Esteri putiniano: La
dichiarazione dei deputati di Sin-
feropoli legittima ed giusto
rispettare la volont del popo-
lo. La strategia piace anche ai
Prizren
Pec
K O S O V O
SERBIA
Mitrovica
MACEDONIA
ALBANIA
C.D.S.
Pristina
Gnjilane
Gracanica
Zone a
maggioranza
serba
Sergei Aksionov, 41 anni
Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
Esteri 13
Il caso Scontro istituzionale negli Stati Uniti. Il ruolo di Dianne Feinstein
La senatrice che sfida la Cia:
Violati i nostri computer
contro la Costituzione. Verso linchiesta penale
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK Lo scontro tra
la Cia e il Congresso covava da
settimane: lagenzia di spionag-
gio, irritata per la condanna
parlamentare dei metodi usati
una decina danni fa per interro-
gare alcuni presunti terroristi,
sospettava che lorgano legisla-
tivo avesse costruito il suo giu-
dizio sulla base di documenti
segreti, ottenuti illegalmente. Il
Congresso, a sua volta, sospet-
tava di essere stato spiato in
modo illegale da parte della Cia,
decisa a risalire a tutti i costi alla
fonte della fuga di notizie.
Il conflitto, da tempo latente,
deflagrato ieri quando la sena-
trice Dianne Feinstein, presi-
dente del comitato parlamenta-
re che sorveglia i servizi segreti,
ha accusato apertamente la Cen-
tral Intelligence Agency di aver
compiuto atti coi quali ha pro-
babilmente violato il Quarto
emendamento della Costituzio-
ne americana, la legge su frodi e
abusi informatici e un ordine
esecutivo presidenziale che vie-
ta allAgenzia di effettuare atti-
vit di spionaggio rivolte allin-
terno del Paese.
La notizia della durissima
sortita della Feinstein arrivata
mentre il capo della Cia, John
Brennan, stava parlando al
Council on Foreign Relations.
Brennan ha negato tutto: Nulla
potrebbe essere pi falso che
accusare la Cia di aver messo le
mani sui computer del Congres-
so. Abbiamo fatto molte cose
sbagliate in passato e lo abbia-
mo ammesso. Ma mai niente di
simile: irragionevole soste-
nerlo. Ma Feinstein, che in Par-
lamento ha sempre difeso i ser-
vizi segreti facendo di tutto per
garantire loro libert di movi-
mento, non ha agito di certo a
cuor leggero: dopo aver atteso
giorni, ieri ha scelto di parlare al
Senato. Ha accusato la Cia di
aver violato le leggi federali e di
aver minato le prerogative co-
stituzionali del Congresso e ha
spiegato che lo stesso Brennan
le aveva raccontato, a gennaio,
che personale della Cia aveva
ispezionato alcuni computer
usati dal Congresso, convinto
che gli investigatori parlamen-
tari fossero venuti in possesso
di documenti che non erano au-
torizzati a leggere.
Accuse pesanti, tanto che ieri
i giornalisti hanno chiesto a
Brennan se si dimetter da di-
rettore della Cia, se verranno
fuori colpe dellagenzia. Se
avessi fatto qualcosa di male,
sarei andato dal presidente.
lunico che pu chiedermi di re-
stare o di andare via stata la
secca risposta. Per Obama una
vicenda molto spinosa da gesti-
re: la Feinstein, senatrice demo-
cratica californiana, uno dei
suoi punti di riferimento al
Congresso, ma anche il rapporto
con Brennan stretto: lha avuto
per anni come capo dellantiter-
rorismo alla Casa Bianca, stato
lui stesso a nominarlo capo del-
la Cia un anno fa. Ora tocca al
ministero della Giustizia stabili-
re com andata davvero.
La vicenda lunga, comples-
sa e si consumata in pi sedi:
dopo un primo rifiuto di aprire i
suoi archivi al Congresso che
indagava su waterboarding e
altre tecniche estreme di inter-
rogatorio, la Cia accett di met-
tere a disposizione degli investi-
gatori parlamentari alcune mi-
gliaia di pagine di documenti.
Atti consultabili, per, solo in
una struttura di Langley, dove
ha sede lagenzia. Esaminando il
giudizio finale di condanna del
Congresso, la Cia si convinta
che i parlamentari hanno letto
pi del dovuto. Informazioni
carpite? Passate sottobanco da
qualcuno? Non detto: potreb-
be anche esserci stato un errore
informatico. Feinstein sostiene
che i codici forniti al Congresso
hanno reso accessibili oltre 6
milioni di pagine di documenti.
Nemmeno la Cia sa bene quali.
Massimo Gaggi
RIPRODUZIONE RISERVATA
La vicenda
Motivo della disputa
Al centro della disputa tra
Congresso e Cia c il
programma di arresti e
detenzioni condotto
dallagenzia di intelligence
Usa dopo l11 settembre
2001
Computer in Virginia
Dopo un primo rifiuto di
aprire i suoi archivi,
la Cia accett di mettere
a disposizione degli
investigatori parlamentari
dei pc per esaminare
i documenti in un
seminterrato della Cia
in Virginia
Il rapporto segreto
Esaminando il giudizio
finale di condanna del
Congresso, la Cia si
convinta che i
parlamentari hanno letto
pi del dovuto. I
funzionari avrebbero
superato in segreto i
firewall della Cia,
riuscendo a vedere senza
autorizzazione anche il
Panetta Rewiew, un
rapporto interno e
secretato della Cia su
quel programma: pagine
da cui si intenderebbe che
luso di prigioni segrete e
le estreme tecniche di
interrogatorio, come il
waterboarding, hanno
prodotto solo informazioni
di intelligence trascurabili
6.300
pagine: indagine
sulla Cia della
commissione
intelligence
del Senato
In Cassazione
Abu Omar,
sette anni
allo 007 Usa
Un mese dopo che gli italiani
ex dirigenti del Sismi (Pollari
e Mancini) sono stati sottratti
al giudizio di Cassazione
dallapposizione da parte di 4
presidenti del Consiglio
italiani del segreto di Stato,
estensivamente interpretato
della Corte costituzionale,
soltanto gli 007 americani
restano col cerino in mano
per la extraordinary rendition
dellimam radicale egiziano
Abu Omar, rapito a Milano nel
2003: a quella dei 23 agenti
Cia gi negli anni scorsi, ieri si
aggiunta in Cassazione la
condanna definitiva anche
dellallora capo della Cia in
Italia, Jeff Castelli (7 anni per
concorso nel sequestro di
persona), e dei suoi vice
Betnie Medero e Ralph
Russomando (6 anni), tutti
allepoca operativi sotto la
veste formale di personale
dellAmbasciata degli Stati
Uniti a Roma. Il versante
italiano verr per ridiscusso
a Strasburgo, dove la famiglia
di Abu Omar ha portato il caso
alla Corte europea dei diritti
delluomo, che nel 2013, in
relazione alla extraordinary
rendition del tedesco Khaled
El-Masri, ha condannato la
Macedonia per non aver
instaurato e assicurato
adeguati procedimenti penali
su un analogo caso di lesione
di diritti fondamentali.
Luigi Ferrarella
lferrarella@corriere.it
RIPRODUZIONE RISERVATA
Senatrice Dianne Feinstein, presidente del comitato parlamentare che sorveglia i servizi segreti
14
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
Esteri 15
DAL NOSTRO INVIATO
HONG KONG Per cinque
giorni, dalle 2.41 di sabato quan-
do si sono persi i contatti con il
Boeing 777 della Malaysia Airli-
nes, le ipotesi e gli avvistamenti
di rottami sparsi in mare si sono
dissolti uno dopo laltro. E le do-
mande, le stranezze si moltipli-
cano. Una arriva da Pechino, do-
ve ci sono centinaia di parenti
dei 153 passeggeri cinesi (sul to-
tale di 239 persone a bordo) in
attesa di notizie. Sono stati chiu-
si in un albergo vicino allaero-
porto della capitale e la loro an-
sia si trasformata in frustrazio-
ne e rabbia. Alcuni sostengono
di aver chiamato i numeri di cel-
lulare dei passeggeri scomparsi e
di averli sentiti squillare a vuoto;
altri hanno trovato in funzione il
sistema di messaggi istantanei:
significherebbe che qualcuno
laggi ancora online. Le telefo-
nate fantasma hanno alzato il li-
vello di disperazione: perch
non si trova laereo disperso?
Finalmente, i militari malay-
siani confermano che il Boeing
777 ha cambiato rotta unora do-
po il decollo da Kuala Lumpur:
arrivato allaltezza della citt di
Kota Bharu, sulla costa orientale,
ha virato a Ovest, poi tornato
indietro, sceso di quota e sa-
rebbe svanito quanto si trovava
nello Stretto di Malacca, dopo
aver lasciato la costa occidentale
della Malaysia.
Sembra impossibile che nes-
suna delle molte potenze regio-
nali abbia dati certi sul volo
scomparso: il sospetto che i
militari dei vari Paesi non vo-
gliano svelare fino a che punto i
loro sistemi di controllo siano
efficaci. Questa reticenza ricorda
un altro buco nero tragico nei
tracciati radar, quello del DC-9
Itavia precipitato nel 1980 a Usti-
ca. Anche la Cina, spinta dallan-
goscia dei familiari dei 153 di-
spersi cinesi, sta collaborando
attivamente e ha annunciato di
aver riorientato dieci satelliti mi-
litari per la ricerca.
Ieri si sgretolata anche la
traccia dei due iraniani che si
erano imbarcati con i passaporti
rubati a un italiano e a un au-
striaco molti mesi fa. LInterpol e
la polizia malaysiana li hanno
identificati come Pouria Nour
Mohammad Mehrdad, 19 anni, e
Delavar Seyed Mohammad Reza,
29. Secondo la ricostruzione
Mehrdad stava cercando di otte-
nere asilo politico in Germania:
la famiglia lo attendeva a Fran-
coforte e quando non lo ha visto
arrivare e ha saputo della trage-
dia del Boeing 777 ha chiamato
la polizia. La versione confer-
mata da un amico di Mehrdad,
che dice di avergli parlato poco
prima che si imbarcasse sul volo
della Malaysia Airlines, venerd
notte. I due giovani avrebbero
seguito una via di fuga che se-
condo le organizzazioni umani-
tarie piuttosto comune tra i
fuggiaschi: avrebbero comprato
documenti rubati in Thailandia,
un biglietto a buon mercato a
Kuala Lumpur con scalo a Pechi-
no, una coincidenza per Amster-
dam dove si sarebbero divisi,
uno diretto a Francoforte, laltro
a Copenaghen. Tutto qui, secon-
do lInterpol i due ragazzi non
erano terroristi e lo loro famiglie
hanno ragione di piangerli come
vittime. Ma la Cia, comunque,
avverte che la pista terroristica
non pu essere abbandonata.
Larea delle ricerche si allar-
gata da Est a Ovest, perch dopo
aver invertito la rotta il Boeing
avrebbe volato per altri 500 chi-
lometri: questo fa scartare lipo-
tesi dellesplosione improvvisa o
del cedimento strutturale. Oltre
allangoscia dei familiari c la
quasi disperazione dei respon-
sabili dellindustria aeronautica
che vogliono sapere che cosa
successo al Boeing 777. Laereo
era equipaggiato con strumenti
e sensori in grado di trasmettere
in ogni momento lesatta posi-
zione. Che cosa successo per
spegnere tutto e renderlo invisi-
bile? Gli investigatori si sono
concentrati su quattro cause
possibili: sequestro, sabotaggio,
problemi psicologici o personali
tra i passeggeri o lequipaggio.
Lultima ipotesi significa che il
pilota o il copilota potrebbero
avere scelto il suicidio, dopo aver
spento tutti i sistemi di rileva-
mento. Ci sono dei precedenti.
Guido Santevecchi
RIPRODUZIONE RISERVATA
La tragedia Il volo partito da Kuala Lumpur era stato avvistato dai radar militari sullo Stretto di Malacca
Laereo completamente fuori rotta
Avrebbe deviato per centinaia di chilometri. Gli Usa: ipotesi terrorismo
La scomparsa
Il Boeing 777-200
della Malaysia Airlines
in volo da Kuala
Lumpur a Pechino con
239 persone a bordo,
tra cui 12 membri
dellequipaggio,
scompare dai radar alle
2.41 di sabato (venerd
sera in Italia) tra la
costa della Malaysia e
quella del Vietnam
Le ipotesi
Perde quota lipotesi
terrorismo dopo la
scoperta che i due
iraniani con passaporti
falsi stavano cercando
asilo in Germania
I cellulari
Alcuni parenti dei
passeggeri sostengono
che i cellulari dei loro
cari squillano a vuoto
In volo Militari su un C130 dellaeronautica militare di Singapore sorvolano il Mar Cinese Meridionale durante le ricerche dellaereo scomparso (Reuters)
Verso lEuropa
Uno dei due iraniani con
i passaporti rubati voleva
ottenere asilo in Germania
Il rapporto Lorganizzazione Iran Human Rights ha presentato il dati raccolti nel 2013 al Parlamento di Londra
Teheran, record di esecuzioni
sotto il riformista Rouhani
Pi condanne a morte dopo lelezione a presidente
687
68%
148
Le esecuzioni
avvenute in Iran nel
2013 secondo
lorganizzazione Iran
Human Rights, con
un aumento del 16%
rispetto al 2012
La percentuale di
esecuzioni (458 sul
totale di 687) avvenute
dopo lelezione di
Rouhani, il presidente
che ha aperto lIran al
dialogo con lOccidente
Gli impiccati per
omicidio: un numero
otto volte pi
alto di quello
documentato da Iran
Human Rights nel
2012
Alireza Mafiha appoggia la testa sulla
spalla del boia prima di essere impiccato
in pubblico a Teheran. Il volto, cos come
quello del suo complice Mohammad Ali
Sarvari, stravolto da una smorfia di ter-
rore. Istanti fissati per sempre da una foto
premiata al World Press Photo il mese
scorso. Questi ventenni, colpevoli di aver
rapinato un passante a Teheran, sono due
delle 687 persone mandate a morte nella
Repubblica Islamica nel 2013, secondo
lultimo rapporto di Iran Human Rights.
Lorganizzazione mostra che c stato un
aumento di esecuzioni, arrivando al nu-
mero pi alto mai registrato in pi di 15
anni. In aggiunta al numero ufficiale
(388), gli attivisti hanno documentato
infatti molti altri casi segreti o non an-
nunciati parlando con testimoni ocula-
ri, con familiari, avvocati, fonti nelle pri-
gioni. Notano in particolare che, mentre
lelezione del presidente Hassan Rouhani
lo scorso giugno ha portato alla riapertu-
ra del dialogo tra lIran e i Paesi occiden-
tali, non ha per cambiato affatto luso
della pena capitale da parte del regime
come strumento per dar prova della pro-
pria forza e diffondere la paura.
Il fatto che 458 esecuzioni, ovvero il
68% di quelle dellanno scorso, siano av-
venute dopo che Rouhani diventato
presidente sorprender molti, sottoli-
nea il portavoce Mahmood Amiry-Mo-
ghaddam da Londra, dove ha presentato
ieri il rapporto in Parlamento. un pa-
radosso che mentre i rapporti tra lIran e
la comunit internazionale migliorano, il
numero delle esecuzioni aumenti. Nella
sua visita della scorsa settimana a Tehe-
ran (la prima di un capo della diplomazia
Ue dal 2008), Catherine Ashton ha parla-
to delle trattative sul nucleare tra il grup-
po dei 5+1 e le Repubblica islamica, ma
ha anche insistito per incontrare attivisti
dei diritti umani, e in particolare la ma-
dre del blogger Sattar Beheshti, morto in
carcere dopo larresto nel 2012 per aver
criticato il governo. Ashton, bench criti-
cata per lincontro dai media oltranzisti
in Iran, ha indicato che ci sono margini di
dialogo con le autorit sui diritti umani.
Gli attivisti di Iran Human Rights chie-
dono allora di mettere labolizione della
pena capitale in cima alle priorit.
Il traffico di droga resta la principale
accusa per le condanne a morte in Iran,
ma c stata una relativa riduzione rispet-
to agli anni passati: unipotesi che sia
dovuta alle crescenti pressioni degli atti-
visti sullufficio Onu per il controllo della
droga e la prevenzione del crimine (per-
ch cessi la cooperazione con Teheran se
usa la pena di morte); per la stessa ragio-
ne, diversi Paesi europei hanno sospeso i
finanziamenti alla lotta al traffico di dro-
ga in Iran. C stato daltra parte un forte
aumento delle condanne per omicidio e
di quelle che coinvolgono gruppi etnici
come arabi, curdi e beluci (spesso ese-
guite in segreto). Tra gli impiccati ci sono
trenta donne, e almeno tre persone puni-
te per crimini commessi quanderano
minorenni. Analizzando la tempistica
delle esecuzioni rispetto agli eventi poli-
tici dal 2007 a oggi, gli attivisti sostengo-
no che aumentano sempre prima delle
elezioni (per intimidire eventuali dimo-
stranti) con uno stop a due settimane dal
voto (perch a quel punto scatta latten-
zione della stampa interazionale).
La buona notizia che la societ civile
iraniana sempre pi attiva contro la pe-
na capitale. A novembre partita la cam-
pagna Legam per labolizione, con
proteste pacifiche al parlamento di Tehe-
ran, nel Kurdistan iraniano, e una forte
presenza sui social media. Ma le esecu-
zioni continuano: nei primi due mesi del
2014, ne sono state annunciate ufficial-
mente 73 inclusa limpiccagione di un
poeta e gli attivisti ne hanno docu-
mentate gi molte di pi.
Viviana Mazza
@viviana_mazza
RIPRODUZIONE RISERVATA
La foto Istanti prima dellimpiccagione. Uno scatto del fotografo iraniano Amir Pur-
mand mostra Alireza Mafiha, 23 anni, mentre appoggia la testa sulla spalla del boia. In-
sieme a Mohammad Ali Sarvari, 20 anni, stato condannato a morte per aver rubato ad
un uomo lequivalente di 15 euro ferendolo con un coltello. La rapina era stata ripresa, il
video pubblicato su YouTube . Sono stati condannati per mohareb, guerra contro Dio
388
Il numero ufficiale
delle esecuzioni
avvenute nel 2013 (pi
dellanno precedente).
Ma secondo gli attivisti
molte altre avvengono
in segreto
Nel 2014
Almeno 73 impiccagioni (tra cui
quella di un poeta) sono avvenute
nei primi due mesi dellanno
La vicenda
Tripoli
Petroliera fugge
Sfiduciato
premier libico
TRIPOLI Le tensioni tra il
governo di Tripoli e le milizie
dellest sulla vendita di
petrolio sono costate care al
primo ministro Ali Zeidan
che ieri stato sfiduciato dal
Parlamento libico. Al suo
posto stato incaricato il
ministro della Difesa,
Abdullah Al Thani, nel
temporaneo ruolo di facente
funzione. Il voto di sfiducia
ad Ali Zeidan stato
motivato dal fatto che la
Morning Glory, una
petroliera nordcoreana a
pieno carico, riuscita a
partire dal porto di Al Sidra
sotto il controllo dei ribelli
della Cirenaica dopo aver
fatto rifornimento di petrolio
nonostante le minacce del
governo centrale. Ieri sera
per la nave, battente
bandiera nordcoreana, stata
colpita dalla marina militare
ed stata danneggiata.
A prendere linterim della
guida governo stato il
ministro della Difesa,
Abdullah Al Thani, che
sostituir Ali Zeidan per un
periodo di 15 giorni fino
allelezione di un nuovo
primo ministro.
In porto La petroliera
Nuova Zelanda
Referendum
per abolire
la Union Jack
WELLINGTON La Nuova
Zelanda vuole rompere con il
passato coloniale che la lega
allex madrepatria, il Regno
Unito. Il premier John Key ha
annunciato in un discorso
alla Victoria University di
Wellington che entro tre
anni si terr un referendum
per eliminare dal vessillo
nazionale la Union Jack, la
bandiera britannica.
Liniziativa del primo
ministro, che ha appena
indetto nuove elezioni per il
20 settembre, sostenuta
anche dai laburisti
allopposizione. una mia
opinione, sempre pi
condivisa dai cittadini, che la
bandiera della Nuova
Zelanda simboleggi unepoca
coloniale e postcoloniale il
cui tempo passato ha
dichiarato Key . La
bandiera resta dominata
dalla Union Jack mentre noi
non siamo pi dominati
dalla Gran Bretagna.
La proposta finora pi
popolare di utilizzare come
bandiera la felce argentata su
sfondo nero che adorna la
maglia degli All Blacks, la
nazionale di rugby.
Sport La campionessa Adams
16
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
#
Limpianto
di Vado Ligure
Gli operai che
lavorano nei gruppi
a carbone della
struttura di Vado
Ligure (Savona)
170
Lazienda
Cronache
Linchiesta A Vado Ligure ipotizzati i reati di disastro ambientale e omicidio colposo: Nesso tra le emissioni e le malattie
Troppi morti. Sigilli alla centrale
Chiusa la Tirreno Power collegata al gruppo De Benedetti. Lazienda: in regola
VADO LIGURE (Savona)
Nella notte terminato lo spe-
gnimento dellunit chiamata
VL3, il gruppo a carbone della
centrale termoelettrica Tirreno
Power di Vado Ligure, la secon-
da unit era gi ferma per ma-
nutenzione: stato eseguito co-
s il decreto del gip di Savona
Fiorenza Giorgi che ieri ha se-
questrato gli impianti.
Il sequestro ( stato nomina-
to un commissario, il direttore
dello stabilimento) arriva poche
settimane dopo che la Procura
ha parlato di 450 morti in dieci
anni provocati secondo i pe-
riti nominati dai magistrati
dalle emissioni della centrale,
decessi a cui si aggiungono fra i
1.700 e i 2.000 ricoveri di adulti
per patologie respiratorie e car-
diovascolari e 457 bambini cu-
rati per asma e altri problemi re-
spiratori, in diversi anni. I cara-
binieri si sono presentati ai can-
celli con il decreto poco prima di
mezzogiorno, i dirigenti della
societ hanno comunicato che
Tirreno Power ha spento lim-
pianto ma intende continuare
a operare nel pieno rispetto del-
la legge difendendo il suo diritto
a fare impresa in modo respon-
sabile cos come ha sempre fat-
to; gli operai uscendo alla spic-
ciolata si sono dichiarati sbi-
gottiti.
Cinque gli indagati per disa-
stro ambientale e sanitario, il
direttore generale Giovanni Go-
sio, dimissionario un mese fa, e
tutti i responsabili dello stabili-
mento dal 1999 a oggi, per alcu-
ni si aggiunge laccusa di viola-
zione delle prescrizioni dellAia,
lAutorizzazione ambientale in-
tegrata, rilasciata dal ministero.
Lipotesi di reato di omicidio
colposo presente nellinchiesta
coordinata dal procuratore capo
Francantonio Granero rimane
invece a carico di ignoti. Nella
quarantina di pagine del decreto
del gip si mettono in evidenza il
nesso tra le morti e le emissioni
al di sopra dei limiti, la gestione
negligente dellimpianto che
avrebbe fornito dati sulle polve-
ri nellaria inattendibili, la
mancanza di controllo di terzi.
La societ, secondo il gip Giorgi,
avrebbe fatto interventi di risa-
namento di facci ata, degl i
specchietti per le allodole. E
al capitolo controlli i magi-
strati criticano anche la Regione
Liguria che avrebbe tollerato ri-
tardi e inadempienze nelle pre-
scrizioni ambientali alla societ
partecipata al 50 per cento da
Gdf Suez, e al 50 per cento da
Energia Italiana, societ con-
trollata da Sorgenia della fami-
glia di Carlo De Benedetti.
Siamo preoccupati non solo
per quello che pu significare
questo spegnimento dicono i
sindacalisti savonesi ma an-
che per la crisi del settore e per
le notizie finanziarie di Sorge-
nia e hanno chiesto un incon-
tro urgente a prefetto e Regione:
Intervenga il governo, qua ri-
schiamo centinaia di posti di la-
voro. Fanno un numero i sin-
dacati, settecento: duecentoses-
santa i dipendenti diretti di Va-
do, duecentocinquanta gli
appalti, altri duecento la filiera.
Ancora una volta sul tavolo di
amministratori e politici si con-
frontano le ragioni di chi teme
per il posto di lavoro e di chi di-
fende la salute della comunit.
Legambiente, la Rete contro il
carbone che da anni denun-
ciano le emissioni accusano:
dimostrato che non eravamo
dei visionari, ora si faccia un
passo indietro sullenergia pro-
dotta col carbone. Soprattutto,
dicono, lo faccia la Regione Li-
guria che ha dato parere favore-
vole alla costruzione di un nuo-
vo blocco a carbone previa per
il rifacimento di uno esistente e
lo spegnimento del pi malan-
dato. Siamo stati noi a chiedere
lintervento degli ispettori del-
lIspra a Vado dice lassessore
allambiente Renata Briano
perch avevamo dei dubbi sul
rispetto delle prescrizioni del-
lAia.
Il sopralluogo avvenuto in-
sieme con i tecnici dellagenzia
regionale e il verbale stato in-
viato alla Procura. Da quel ver-
bale emergono le inadempienze
che ieri il gip ha contestato a Tir-
reno Power decidendo il seque-
stro. Gli impianti potranno ria-
prire, dice il gip, se la societ di-
mostrer di voler produrre se-
condo quelle che si chiamano
Mtd, le migliori tecnologie
disponibili, una via duscita per
lo stato di necessit dei lavo-
ratori. Difficile per applicare in
tempi brevi le migliori tecnolo-
gie a un impianto che pur con
adattamenti avvenuti nel tempo
vecchio di quarantanni e
che cos com, secondo diversi
studi, inquinerebbe dieci volte
di pi degli impianti pi avan-
zati.
Erika Dellacasa
RIPRODUZIONE RISERVATA
Dati e interventi
Tra le accuse anche
laver fornito dati
inattendibili e aver fatto
interventi di facciata
In Campania Via alle analisi nelle aree a rischio
Un decreto del governo
vieta la vendita
dei cibi prodotti
nella Terra dei fuochi
ROMA Sono 57 i Comuni
con terreni potenzialmente con-
taminati. Un totale di 21,5 chilo-
metri quadrati, il 2% della Terra
dei fuochi, imbrattata di im-
mondizia. Va sottolineato lav-
verbio: potenzialmente. Si-
gnifica che nei prossimi mesi,
tre per lesattezza, verranno ef-
fettuate analisi dettagliate per
verificare se queste zone, cuore
agricolo della Campania, na-
scondono insidie tossiche e pe-
ricoli per la salute. In particolare
i siti maggiormente sospettati
sono 51.
Ma intanto scatta un provve-
dimento di cautela: vietata la
vendita dei prodotti ortofrutti-
coli dei terreni con un rischio
corrispondente ai livelli 3-4 e 5, i
pi alti. Il divieto entra subito in
vigore, ha annunciato il mini-
stro della Salute, Beatrice Loren-
zin che, insieme anche allAm-
biente, compone la triade impe-
gnata a risolvere il problema dei
rifiuti potenzialmente tossici. Ci
sono delle eccezioni. La vendita
di frutta e verdura consentita a
certe condizioni. Le colture de-
vono essere state gi controllate
da organismi ufficiali con esito
favorevole negli ultimi 12 mesi.
Oppure che siano state compiu-
te indagini con spese a carico
delloperatore agricolo e che dei
test si sia occupato un ente.
Dopo i primi test preliminari,
basati su rilievi epidemiologici,
prelievi a campione, materiale
fotografico, il governo ha dato
una definizione geografica a un
fenomeno che allarma il Paese
ma di cui non si conoscevano
ancora i confini: Si tratta di una
tappa intermedia, premette
Maurizio Martina, ministro del-
lAgricoltura, nel presentare il
decreto interministeriale che
stabilisce le prossime azioni.
Martina spiega che il primo
passo, necessario per raggiun-
gere gli obiettivi successivi.
Stiamo parlando dello 0,01% del
territorio della regione interes-
sato da questi presunti fenome-
ni di inquinamento. Dunque
ancora tutto da verificare e la
speranza che la maggior parte
delle zone indicate nella mappa
del rischio vengano scagionate.
Uno dei primi a invocare con-
tromisure era stato Ermete Rea-
lacci, presidente della Commis-
sione Ambiente della Camera,
favorevole a iniziative drastiche:
Va sospesa la coltivazione a
scopo alimentare per garantire i
cittadini e tutelare lagricoltura
di qualit nel casertano e pi in
generale in Campania. E ades-
so si passa alla fase operativa.
Sono richieste con urgenza dal
decreto analisi dettagliate per
individuare le aree da conside-
rare no food. Operazione che
tra gli altri verr seguita dal-
lIstituto superiore di sanit, di-
partimento dellAmbiente. Il di-
rettore, Loredana Musmeci,
chiarisce: Parliamo di un ri-
schio potenziale. Se linquina-
mento del terreno fosse reale
sostanze nocive alla salute po-
trebbero passare ad alcune
piante. E dico potrebbero.
Margherita De Bac
mdebac@corriere.it
RIPRODUZIONE RISERVATA
22
Mila Le morti premature
ogni anno in Europa legate
alle emissioni delle centrali a
carbone. Lo dice un rapporto
del 2010 di Greenpeace
70
Per cento La quantit
delle emissioni di diossido
di zolfo che, secondo
il rapporto, provengono
da questo combustibile
Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
Cronache 17
#
Camini
12
4
7
8
6
10
9
5 1
2
3
11
13
amini
12
4
7
8
6
10
9
5 1
2
3
11
13
Caldaia
sezione VL2
Sala macchine
Trasformatori
principali
Caldaia
sezione VL3
Caldaia
sezione VL4
Parco carbone
Deposito
nafta n. 1
Sili cenere
Stoccaggio
ammoniaca
Deposito
riuti
Trattamento acque
desolforatore
Caldaie ausiliarie
Le persone che per
il magistrato sarebbero
morte per malattie
respiratorie dovute
allattivit dellimpianto
103
La stima delle vittime per malattie
cardiovascolari se si considera il modello
matematico che secondo laccusa
si sarebbero registrate tra il 2000 e il 2007
per i fumi della centrale di Vado
251
Le accuse
CORRIERE DELLA SERA
DAL NOSTRO INVIATO
SAVONA Da una parte la centra-
le a carbone di Vado Ligure con le sue
ciminiere; dallaltra il disastro am-
bientale e le centinaia di morti e ma-
lati contati dal 2000 fra queste colline
dal clima mite e dallaspetto para-
dossalmente salutistico. Per il gip di
Savona, Fiorenza Giorgi, non ci sono
dubbi: fra le due cose c un nesso
molto stretto ed scientificamente
provato.
Tutte queste patologie ed eventi
letali sono attribuibili esclusivamen-
te alle emissioni della centrale, di en-
tit tale da assumere le dimensioni
del disastro, con conseguente peri-
colo per la pubblica incolumit,
scrive per introdurre le 45 pagine del
decreto con il quale ha disposto ieri il
sequestro preventivo dei due im-
pianti della Tirreno Power.
Il magistrato ligure ha stilato il
tragico elenco delle vittime che im-
puta ai fumi di Vado: Almeno 251
morti per malattie cardiovascolari,
se si considera il modello matemati-
co (considera la ricaduta al suolo de-
gli elementi inquinanti sulla base dei
venti, delle correnti e dellorografia,
ndr), 335 se si considera il modello
sperimentale dei licheni (microor-
ganismi termometro dellinquina-
mento, ndr), tra l1 gennaio 2000 e il
31 dicembre 2007 Almeno 103
morti per malattie respiratorie (mo-
dello matematico) o 92 (sperimenta-
le) Almeno 353 casi di patologie
respiratorie nei bambini dall1 gen-
naio 2005 al 31 dicembre 2010 (457
casi con il modello sperimentale)
Ameno 94 casi di ricoveri di bambini
per asma (129 con il secondo model-
lo) E sempre nello stesso periodo
almeno 1.675 casi di ricoveri di adul-
ti per malattie respiratorie e cardia-
che (2097 secondo il modello speri-
mentale). E gli stessi numeri, in
proporzione, riguarderebbero gli an-
ni successivi. Un bollettino di guerra.
Domanda: dove trovano fonda-
mento le pesanti conclusioni del gip
di Savona che ha portato al clamoro-
so sequestro di ieri e alliscrizione nel
registro degli indagati dei quattro ca-
pi centrale che si sono succeduti dal
1999 e a quella dellultimo direttore
generale, Giovanni Gosio, gi dimes-
sosi dallincarico un paio di mesi fa?
Al di l di una relazione depositata
in gennaio dallIspra, lIstituto supe-
riore per la protezione e la ricerca
ambientale, e delle annotazioni dei
carabinieri del Noe e dellArpa Ligu-
ria, alla base del decreto ci sono due
consulenze tecniche (ambientale ed
epidemiologica) disposte dalla Pro-
cura di Savona nel gennaio del 2012 e
firmate da una terzetto di esperti: Pa-
olo Franceschi, pneumologo del-
lospedale di Savona, Paolo Crosi-
gnani, ex direttore dellunit di epi-
demiologia ambientale dellIstituto
dei tumori di Milano, e Stefano Scar-
selli, analista di qualit dellaria.
Un lavoro che si basa, come detto,
su due diversi modelli: matematico e
sperimentale secondo i quali i morti
e i malati sarebbero da attribuire alla
Tirreno Power, escludendo dalle
cause di decesso e di malattia il traf-
fico automobilistico e le polveri sot-
tili delle altre aziende della zona e
delle vicine navi.
Risultati che appaiono convin-
centi scrive il gip . Anche per-
ch sono stati eliminati tutti i casi
dubbi e non rigorosamente muniti di
tutti i requisiti.
A Gosio e Pasquale DElia, capo
centrale della Tirreno Power dal 2005
al 2012, viene contestata anche la
violazione delle prescrizioni conte-
nute nellAia, lAutorizzazione inte-
grata ambientale rilasciata dal mini-
stero alla Tirreno Power.Perch non
installavano il misuratore di monito-
raggio utilizzavano olio combusti-
bile con contenuto di zolfo superiore
a quanto consentito.
Il gip d per spazio anche alla
speranza. Ove lazienda provvedes-
se allinstallazione di un sistema di
controllo adeguato, una volta accer-
tato che le emissioni vengono man-
tenute nei limiti delle Mtd (le miglio-
ri tecnologie disponibili, ndr), si po-
tr provvedere al dissequestro degli
impianti.
Andrea Pasqualetto
apasqualetto@corriere.it
RIPRODUZIONE RISERVATA
Il decreto La Procura stila un elenco dei casi ipotizzati anno per anno
La contabilit dei periti
In 251 colpiti al cuore,
94 bimbi asmatici gravi
La vicenda
Le due ipotesi
e le accuse
I cinque indagati
e il sequestro
Sono due i filoni dinchiesta
avviati dalla Procura di Savona
sullattivit della Tirreno Power
di Vado Ligure: uno per
disastro ambientale, laltro per
omicidio colposo
Gli indagati sarebbero 5. Ieri il gip
ha accolto la richiesta della
Procura di sequestrare la centrale
per il mancato rispetto di alcuni
limiti imposti dallAutorizzazione
integrata ambientale
bb
La responsabilit
Tutte queste patologie
ed eventi letali sono
attribuibili
esclusivamente alle
emissioni della centrale
bb
Il disastro
Lentit tale da
assumere le dimensioni
del disastro con
conseguente pericolo per
la pubblica incolumit
18
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
Cronache 19
Il caso Monta la protesta tra Liguria e Piemonte
I pareri
Favorevole
Il governatore della
Liguria Claudio
Burlando dice s alla
nuova linea: serve a
rilanciare il porto di
Genova
Anche se quasi primavera il Terzo va-
lico sta come dautunno sugli alberi le fo-
glie. Ci sono opere, grandi o presunte tali,
che la precariet ce lhanno scritta nel de-
stino. E non bastano i cantieri aperti, i fi-
nanziamenti gi erogati e gli altri che for-
se stanno per arrivare, sulla linea ferro-
viaria da 57 chilometri che dovrebbe col-
legare per via breve Genova a Milano
incombe sempre la nuvola dello scettici-
smo.
Lhanno sempre chiamata laltra
Tav. Come accadde allinizio dellepopea
della Torino-Lione, gli orologi della poli-
tica non sono sincronizzati a quelli dei
cittadini. Mentre al ministero delle Infra-
strutture si teneva lincontro dedicato a
un monitoraggio dellopera destinato a
durare fino allestate, ieri alla periferia di
Genova il signor Vittorio Calvini e la sua
bicicletta venivano bloccati allingresso
di una via dove era in corso lesproprio di
un terreno destinato alla costruzione di
una strada per il cantiere della ferrovia.
Peccato che quel terreno fosse mio, e che
la notifica mi sia arrivata soltanto luned,
con preavviso minimo.
Il suo orto era lunico pezzo che man-
cava al mosaico degli espropri in Valpol-
cevera. Non la fine, bens linzio di
unaltra partita, quella dei ricorsi ai tribu-
nali amministrativi. Lultimo in ordine di
tempo confida nel Regio decreto del 27
luglio 1934, che vieta di costruire in un
raggio di 200 metri intorno ai cimiteri. Il
camposanto di San Biagio, sulle alture al-
le spalle della citt, messo male. Fino a
poco tempo fa i morti finivano in prefab-
bricati di cemento per carenze di tombe e
gli smottamenti rendevano pericolosa la
semplice consegna di un crisantemo al
caro estinto. Adesso lultimo baluardo
contro larea di stoccaggio della terra di
scavo del Terzo valico, e quando verr il
momento a decidere sar una questione
di centimetri.
Anche qui, come nella Tav originale, la
contestazione cresce appena ci si allonta-
na dalla casella di partenza. Arquata Scri-
via Piemonte al confine con la Liguria,
met strada tra Genova e Alessandria. Sa-
Il tracciato
e i numeri
12
I comuni interessati
nelle province di Genova
e Alessandria
37
I chilometri in galleria
I chilometri
complessivi della linea
ad alta velocit
Terzo Valico dei Giovi
27
I chilometri
della galleria di Valico
Li gur i a Li gur i a
Pi emont e Pi emont e
Tortona
Alessandria
Novi L.
Genova
Imbocco sud
Galleria Valico
Finestra Polcevera
Finestra Castagnola
Finestra Gravasco
Finestra Vallemme
Imbocco nord
galleria Serravalle
Imbocco sud
galleria Serravalle
Imbocco nord
galleria Valico
km10
km25
km30
km40
km20
km15
km5
95
I mesi previsti
per la realizzazione
dellopera divisa in 6 lotti
53
Indeciso
Il Terzo Valico non
tra le priorit per il
governatore del
Piemonte Roberto
Cota, gi alle prese
con la Torino-Lione
Scettico
Da Genova a
Milano meglio che
le merci viaggino in
camion: lo ha detto
lad di Trenitalia
Mauro Moretti
nuto la scorsa notte alle recinzioni di un
cantiere nellentroterra genovese.
La grande differenza tra le due vicende
di natura politica. Se il fronte del no
ancora allo stato embrionale, il partito
dei favorevoli non proprio di granito e
contribuisce di suo allincertezza che gra-
va sul Terzo valico. Da Genova a Milano
giusto che le merci vadano in camion.
In nessun altro Paese al mondo per fare
Tensioni sullaltra Tav
Blocchiamo la talpa
Terzo Valico, danneggiati i cantieri
150 chilometri si va con le ferrovie. Sono
parole che non giungono da Arquata
Scrivia, ma dalluniversit Bocconi. A
pronunciarle durante un convegno non
stato mica il primo che passava, ma Mau-
ro Moretti, amministratore delegato di
Trenitalia, diretto interessato se mai ce
n stato uno, e da sempre molto scettico
sulla linea che dovrebbe collegare il porto
di Genova alla Pianura Padana. Al netto di
correzioni in corsa, la sua posizione sta-
ta ribadita pi volte e con sfumature di-
verse in altrettante occasioni pubbliche.
E anche una questione di sguardo. Co-
me tutti i genovesi, Claudio Burlando ve-
de la sua citt dal mare, e la trova chiusa
da quegli Appennini che il terzo valico
dovrebbe bucare. Per noi vitale. Dal
Terzo valico dipende la sopravvivenza dei
porti liguri, che da soli movimentano il
60% della merce italiana a destinazione
via mare. Ne sono consapevoli tutti, a
cominciare dai portuali della Compagnia,
fin dai tempi del console Paride Batini,
esempio di sinistra dura e incontaminata.
Dopo la mozione degli affetti e degli inte-
ressi, inizia il lavoro di diplomazia. Se-
condo il governatore della Liguria le frasi
del capo di Trenitalia vanno lette in con-
troluce. Come tutti sappiamo, la ferrovia
forte sul lungo raggio, debole sul cor-
to. Se il terzo valico solo un passaggio
per Milano, si tratta di corto raggio. Se in-
vece lanello mancante per collegarsi al-
lalta velocit europea e andare su fino al
porto di Rotterdam, allora cambia tutto.
Nella teoria ottica di Burlando si riflet-
te anche un certo disappunto per lo
sguardo terrestre delle istituzioni pie-
montesi, che a suo parere negli anni ad-
dietro avrebbero preso sottogamba la
questione. In questo modo, laccusa
neppure troppo velata, si perso del tem-
po, alimentando in modo pi o memo in-
consapevole la protesta. La macroregione
ancora lontana. Il Terzo valico, pure.
Nonostante le apparenze.
Marco Imarisio
RIPRODUZIONE RISERVATA
La definizione
Il nuovo tracciato
definito Terzo
Valico perch si aggiunge
a due gi esistenti: da
Genova ad Arquata via
Busalla e via Mignanego
Terzo Valico
di PIERLUIGI BATTISTA
I
nseguire i violenti, blandirli, assecondarli bonariamente, usare
con loro tutti gli espedienti della retorica giustificazionista: cosa
non si fa per provare di nuovo, dopo tanti anni di inverno dello
spirito, il brivido della trasgressione. Stefano Benni si aggiunge alla
schiera dei maestri del pensiero che abbracciano la violenza dei
gruppi pi estremi della galassia No Tav. Lo aveva fatto Gianni
Vattimo. Lo aveva fatto, ripetutamente, Erri De Luca. Ieri Benni ha
scritto a un giovane in galera con laccusa di essere un terrorista. Ha
usato parole affettuose per lui, e di condivisione senza riserve dei
metodi adottati, brutalmente violenti, per
bloccare i cantieri della Tav. Finch ci
saranno giovani come voi, anche se diversi
nelle idee e nelle forme di lotta, mi viene da
pensare che questo Paese abbia ancora un
pezzo di anima e un respiro di speranza.
Addirittura, lanima. Ci che colpisce che,
sulla scia di una lunga tradizione di
interventismo degli intellettuali del tutto
ignaro dei fatti, superficiale e puramente
emotivo, non una parola venga spesa sulle
forme di lotta adottate non dal movimento
No Tav nel suo complesso ma da sue
componenti che fanno della sopraffazione il metodo e della violenza
lunico mezzo. Fioccano le minacce di morte per giornalisti che si
permettono di non sposare in toto le tesi della frangia violenta dei No
Tav. Vengono minacciati gli operai, i fornitori, i trasportatori. Forme
di distruzione di impianti e mezzi sono allordine del giorno.
Parlamentari piemontesi favorevoli alla Tav sono nel mirino dei
violenti. Si stilano le liste di proscrizione per chi lavora nei pressi del
cantiere. I magistrati perseguono reati specifici ma vengono trattati,
come nelle stagioni pi buie del terrorismo anni Settanta, come
agenti della giustizia di classe da punire. Tutto questo sarebbe
lanima e la speranza dellItalia, secondo Benni? Per ricevere un
applauso, bisogna acconciarsi allomert mafiosa per nascondere i
fatti, le violenze concrete, le intimidazioni ripetute? Cosa non si fa
per un brivido di trasgressione. Ma non trasgressione. solo
banalit. La banalit del conformismo. RIPRODUZIONE RISERVATA
BENNI E LA BANALIT
DEL CONFORMISMO
bato si terr la prima marcia di protesta a
valenza nazionale, almeno negli auspici
degli organizzatori. E qui che verr por-
tata la talpa destinata a scavare il tunnel
del valico, in questa zona che la protesta
si saldata a quella del movimento No
tav originario. La stessa bandiera, numeri
e modi di resistenza attiva per ora diversi,
nonostante qualche danneggiamento al-
le poche strutture esistenti, come avve-
Scrittore
Stefano Benni
20
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
Cronache 21
Linchiesta Mauro Floriani tra i 20 indagati. Ci sarebbero altre persone in vista
Baby prostitute, prove certe
sul marito della Mussolini
Laccusa dei pm. Intercettate anche utenze dellOnu
ROMA Prima hanno indi-
viduato lutenza telefonica. Poi
lhanno incrociata con le inter-
cettazioni. Sono risaliti quindi al
presunto cliente. Fino a fugare
gli ultimi dubbi grazie al ricono-
scimento fotografico fatto dalle
due adolescenti che da loro ave-
vano ricevuto soldi in cambio di
sesso. E gli interrogatori non
hanno cambiato il quadro delle
accuse incontrovertibili cos
ricostruite dagli inquirenti. La
lista dei professionisti facoltosi,
dei benestanti padri di famiglia,
delle persone in vista che nel-
larco di due mesi si sono affac-
ciati nellappartamento di viale
Parioli per fare avere rapporti
con M. e L., 14 e 15 anni, conta
gi oltre 20 nomi. Tra quelli
iscritti sul registro degli indaga-
ti c anche Mauro Floriani, ma-
nager delle Fs, pi noto come
marito di Alessandra Mussolini.
Quasi altrettanti,una quaran-
tina in totale, sono ancora al va-
glio del pm Cristiana Macchiusi
e del procuratore aggiunto Ma-
ria Monteleone. Gli accerta-
menti del Nucleo investigativo
dei carabinieri si concentrereb-
bero anche su un imprenditore
vicino alla politica, ma sul-
lelenco c il massimo riserva-
tezza. Alcuni clienti hanno gi
chiesto di patteggiare la pena,
altri hanno gi espresso linten-
zione di farlo, appena completa-
te le notifiche di garanzia. Con le
attenuanti generiche (sono tutti
incensurati) e lo sconto proprio
del rito alternativo se la dovreb-
bero cavare con condanne infe-
riori allanno. Alcune utenze in-
tercettate risultano in uso a
multinazionali come Ernst &
Young e Kpmg o agenzie del-
lOnu come il Fondo internazio-
nale per lo sviluppo dellagri-
coltura (nessuna di queste coin-
volta nelle indagini).
Con la faticosa ricostruzione
terminer a breve anche lin-
chiesta bis sulle ragazzine che si
prostituivano nel quartiere be-
ne della Capitale, stralcio dal
filone principale su sfruttatori e
pusher che ha gi portato allar-
resto di sei persone, tra cui la
madre di una delle due amiche
(tutti sono gi usciti dal carce-
re), anchesso avviato a conclu-
sione.
La pista che ha portato a Flo-
riani non diversa dalle altre. Il
suo numero di telefonino com-
pariva tra quelli che hanno con-
tattato le due studentesse e
quando ha avuto il sentore di
essere finito nelle indagini il di-
rigente di Fs Logistica spa (la
nomina dellex ufficiale della Fi-
nanza fu accompagnata da pole-
miche per il ruolo ricoperto dal-
la moglie) si recato dai carabi-
nieri per essere interrogato. Ma
senza risultare convincente. Co-
me lui in tanti si sono presentati
spontaneamente: Non ho mai
avuto rapporti con le due ragaz-
ze; Non sapevo che fossero
minorenni; Non mostravano
la loro et e hanno mentito
quando glielho chiesta, sono
alcune delle frasi ripetute pi
spesso.
La notizia del coinvolgimento
di Floriani ha avuto ripercussio-
ni immaginabili in ambito fami-
liare. Le nozze con la Mussolini
risalgono all89. Il minore dei
loro tre figli ieri non andato a
scuola, rinunciando alla gita in
programma. Ma anche sul pia-
no politico ci potrebbero essere,
per colpe non sue, ripercussioni
sulla parlamentare animatrice
in un passato anche recente di
battaglie in difesa dei diritti del-
le donne e dei minori. Tra que-
ste, la castrazione chimica dei
pedofili.
Nel gennaio 2010, allepoca
deputata del Pdl e presidente
della Commissione parlamenta-
re per linfanzia e ladolescenza,
cos la Mussolini sosteneva la
ratifica della Convenzione per la
protezione dei minori contro lo
sfruttamento e labuso sessuale,
siglata a Lanzarote il 25 ottobre
2007: Due sono i punti pi rile-
vanti. Il primo lintroduzione
del reato di pedofilia culturale o
ideologica. Il secondo passaggio
innovativo si concentra sul
grooming, cio ladescamento in
Rete. Proprio il modo con il
quale le due ragazze hanno co-
minciato a prostituirsi, lestate
scorsa, tramite un annuncio sul
sito bakekaincontri. La Conven-
zione, entrata in vigore nellot-
tobre 2012, prevede la reclusio-
ne da sei a 12 anni e una multa
da 15.000 a 150.000 mila euro
per chiunque recluta o induce
alla prostituzione un minore di
18 anni. Mentre per chi compia
atti sessuali con un minorenne
di et compresa fra i 14 e i 18 an-
ni in cambio di soldi o altra uti-
lit, anche solo promessi, la pe-
na va dai sei mesi ai 4 anni,con
una multa da 1.500 a 6.000 euro.
Se il minore non ha ancora com-
piuto i 16 anni, la pena au-
mentata da un terzo alla met.
Lonere di dimostrare che let
del minorenne non fosse nota o
deducibile a carico del cliente.
La Mussolini ieri non anda-
ta in Senato, il suo telefonino
rimasto a lungo spento. Nessun
collega di partito o di altro
schieramento ha commentato
ufficialmente.
Fulvio Fiano
RIPRODUZIONE RISERVATA
Insieme Mauro Floriani con la moglie Alessandra Mussolini: sono sposati dal 1989 (LaPresse)
Bolzano
Giocattoli erotici
a spese della Provincia
Regalo tra colleghi
Manca soltanto un viaggio turistico su una navicella
spaziale. In attesa che qualcuno presenti anche quella come
spesa a carico dei contribuenti, a Bolzano i Freiheitlichen,
movimento liberal-nazionale della destra di lingua tedesca
nonch principale gruppo dopposizione nel consiglio
provinciale altoatesino, sono finiti sotto accusa per la
presunta richiesta di rimborso di un vibratore, di
indumenti intimi e di piccoli gadget per scherzi di genere
erotico. La guardia di finanza ha sequestrato negli uffici del
partito uno scontrino da 64,92 euro di spesa pagata il
giorno 16 maggio 2012 in un sexy shop a due passi dalla
sede consiliare di Bolzano. Alla voce vibratori toy
corrisponde un costo di 25,95 euro, si descrivono daring
scala x 2 e cio indumenti intimi sexi per 16,99 euro, e c
una terza voce per articoli scherz, costata 21,98 euro.
Ora: quel pezzettino di carta era in un fascicolo che i
finanzieri hanno sequestrato perch pertinente alle
indagini sulle spese provinciali e si riferisce a un periodo in
cui era gi entrato in vigore lobbligo di registrare le spese
dei consiglieri. Quindi, a rigor di logica, non avrebbe senso
averlo inserito in quella cartella se non ne fosse stato
chiesto il rimborso. Tantomeno conservarlo per tutto
questo tempo. Ma i Freiheitlichen fanno sapere che le
notizie non corrispondono ai fatti, dopo che in un primo
momento la segretaria Ulli Mair aveva dichiarato al sito
Goinfo che si era trattato di un regalo di compleanno
decisamente un po spinto per un collega avvezzo alla burla.
Tutto qua. In effetti proprio il giorno dello scontrino un
consigliere del gruppo compiva gli anni e la spiegazione
della leader (non certo la richiesta di rimborso) sembrava
plausibile. Ma la stessa Mair nel pomeriggio, parlando con i
giornalisti del Corriere dellAlto Adige che ha pubblicato la
notizia, ha cambiato versione contraddicendosi (non
detto che lacquisto fosse proprio un vibratore), mentre il
movimento diffondeva una nota ufficiale minacciando
querele per gli eventuali diffamatori: i freiheitlichen non
hanno mai utilizzato irregolarmente fondi pubblici. In
procura nessun commento in attesa dellinformativa della
Guardia di Finanza. Commenti e imbarazzi sono invece
politici in questi giorni di alleanze in via delle Europee.
Secondo il locale Dolomiten i Freiheitlichen, salvo
ripensamenti, dovrebbero correre al fianco della Lega Nord.
G. Fas.
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Le tappe
La denuncia e gli arresti
Il caso delle baby squillo dei Parioli
scoppiato a Roma dopo che la madre di
una ragazza di 14 anni ha denunciato
un presunto giro di prostituzione
minorile. In sei sono finiti agli arresti.
Fra questi la madre di unaltra ragazza
minorenne: secondo le tesi dellaccusa
avrebbe indotto la figlia a prostituirsi
Roma Le motivazioni della sentenza di assoluzione. Pagati 900 mila euro in pi senza che lex ministro ne fosse informato: Se avesse saputo avrebbe rifiutato
Casa al Colosseo, per il giudice Scajola non ne conosceva il vero prezzo
Spregiudicato il finanziato-
re. Inconsapevole il ministro.
Gi ufficializzata la propria
candidatura alle europee
(Forza Italia) Claudio Scajola
restituito al suo futuro politi-
co dalle motivazioni con cui il
giudice della I sezione, Eleo-
nora Santolini, lo ha assolto
dallaccusa di finanziamento
illecito il 27 gennaio scorso
(prescrivendo il suo finanzia-
tore, limprenditore della
Medea srl Diego Anemone)
per la casa al Colosseo.
In sintesi, secondo il giudi-
ce, se Scajola avesse saputo,
avrebbe rifiutato quel finan-
ziamento. Dunque era com-
pletamente alloscuro del so-
vrapprezzo pagato, quei nove-
centomila euro versati alle so-
relle Papa dall architetto
Angelo Zampolini per conto
di Medea srl. Verosimile
ipotizzare che i predetti per-
sonaggi (Anemone, ma anche
Angelo Balducci ex provvedi-
tore alle Grandi Opere, ndr)
nella previsione di un netto ri-
fiuto dello Scajola a fronte di
unofferta di aiuto economico
di quella portata, si siano de-
terminati a versare il maggior
prezzo dacquisto, a sua insa-
puta appunto.
Una mossa studiata a tavo-
lino dai finanziatori: Ben
consapevoli di porlo, a quel
punto, di fronte a un fatto
compiuto e, conseguente-
mente in una situazione di
sudditanza psicologica e di
condizionamento. Il proces-
so ha pacificamente escluso
la concomitante presenza di
Scajola nella delicata e com-
promettente fase negoziale.
Reinterpretata lintera se-
quenza dei fatti. Lessersi as-
sentato nel corso della stipula
del contratto, proprio mentre
le sorelle Papa ricevevano la
conferma da parte della Deut-
sche Bank dei 900 mila euro
accreditati, conferma, ora, che
lonorevole Scajola non pote-
va, per cos dire, sapere.
Quanto al teste Zampolini,
fondamentale per laccusa, in
sede processuale si rivelato
poco utile. Nel ricordare di
aver dato a Scajola consigli
per ricavare un altro bagno
ha detto di non aver mai par-
lato con lui in modo diretto
del prezzo dellimmobile.
Si conferma valida, secon-
do i giudici, la collocazione
temporale del reato di finan-
ziamento illecito. Giusto, dice
la Santolini, ritenere che fosse
laprile 2007, quando cio il
bilancio omissivo della Me-
dea srl fu depositato dallim-
prenditore.
Esulta lex ministro: Non
lhanno avuta vinta, per una
volta, coloro che hanno spe-
culato sopra il calvario media-
tico giudiziario cui sono stato
sottoposto mentre il suo di-
fensore, lavvocato Giorgio
Perroni, pu trionfalmente
commentare che i processi si
fanno in aula e non attraverso
i media.
Alla Procura resta qualche
giorno per stabilire se fare o
meno ricorso. Quanto allap-
partamento di via del Faguta-
le, con vista sul Colosseo, il
portavoce dellex ministro as-
sicura che non ci saranno ri-
pensamenti: C gi lacqui-
rente. Si tratta di una signora.
Attendevamo solo la sentenza
e le sue motivazioni. Ora si
potr fare il rogito.
Ilaria Sacchettoni
RIPRODUZIONE RISERVATA
La reazione
Non lha avuta vinta
chi ha speculato sul
calvario mediatico a cui
mi hanno sottoposto
Assolto
Sopra, Claudio Scajola, 66 anni. A
sinistra, la casa in via del Fagutale
i
Lo scontrino
La ricevuta del
sexy shop con
gli acquisti
dei quali
i consiglieri
altoatesini
avrebbero
chiesto
il rimborso
Consigliera
Ulli Mair, se-
gretaria del
partito dei
Freiheitlichen
A proposito
del gadget
erotico avreb-
be detto che si
trattava di un
regalo per un
collega
Nella rubrica
Il numero di telefonino
di Floriani compariva
tra quelli che hanno
contattato le studentesse
Il nuovo filone e i controlli
Gli inquirenti dal fascicolo principale ne
hanno stralciato uno che vedrebbe
indagati venti clienti delle baby squillo: i
loro nomi sarebbero scaturiti dopo
intercettazioni telefoniche, ricognizioni
fotografiche e controlli incrociati sui
tabulati (a sinistra, la foto acquisita agli
atti di un incontro)
22
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
Cronache 23
Beni culturali
I ragazzi chiamati
ad accompagnare i
visitatori. Carandini:
Ricostruire
la coscienza
dei luoghi
e dei loro saperi
Studenti di medie e licei
ciceroni fra i tesori dItalia
Giornate del Fai: 750 siti aperti, si celebra Augusto
Levento
Sabato 22 e domenica 23
marzo si svolgono le
Giornate Fai di Primavera,
che nelle precedenti 21
edizioni hanno fatto
registrare 7 milioni e 200
mila visitatori nei 77 mila
siti che sono stati aperti al
pubblico
I numeri
Questanno, per liniziativa
del Fondo Ambiente
Italiano, saranno 750 le
aperture di siti culturali e
storici in 320 localit
sparse in tutte le venti
regioni della penisola. Ben
centoventi aperture
saranno dedicate alla
figura di Augusto
Imperatore, nel secondo
millenario della morte
Al lavoro
I volontari coinvolti nelle
due giornate saranno
7.000 mentre 22.000
apprendisti ciceroni,
formati nelle scuole
secondarie, sono stati
chiamati ad
accompagnare i visitatori
Liniziativa
Il palazzo del Corriere
La sede del Corriere della Se-
ra, in via Solferino a Milano
(qui sopra), sar aperta al
pubblico, cos come il polo di
stampa del giornale a Pessa-
no con Bornago
I luoghi
Il Teatro di
Marcello, a Ro-
ma (a destra), e
il Teatro roma-
no di Brescia (in
alto a sinistra):
due dei luoghi
visitabili nelle
Giornate del Fai
ROMA In Italia abbiamo
uno splendido articolo della Co-
stituzione, il 9. Obbliga la Re-
pubblica alla tutela del patrimo-
nio paesaggistico e culturale.
Ma per agire lo Stato devessere
circondato da una tradizione
scolpita nel cuore degli italiani.
Le Giornate del Fai, il Fondo
Ambiente Italiano, mirano pro-
prio a questo: a ricostruire la co-
scienza dei luoghi e dei loro sa-
peri.
Andrea Carandini, archeolo-
go e presidente del Fai, presenta
nellauditorium dellAra Pacis a
Roma il programma della edi-
zione numero 22 delle Giornate
Fai di Primavera per sabato 22 e
domenica 23 marzo. Ecco le ci-
fre: 750 visite straordinarie ad
altrettanti siti sparsi in 320 loca-
lit di 20 diverse regioni, 7.000
volontari del Fondo Ambiente
Italia mobilitati, 22.000 ragazzi
delle scuole secondarie inferiori
e superiori impegnati come ap-
prendisti ciceroni. Questanno
si tratter un tema particolare: il
bimillenario della morte di Au-
gusto Imperatore. Dei 750 siti
aperti, 120 costituiranno un iti-
nerario intitolato appunto Sul-
le tracce di Augusto.
Si partir dal Teatro di Mar-
cello di Roma (dove comincer
domenica su Raitre alle 8.45,
con Andrea Carandini, la diretta
dedicata al Fai che durer fino
alle 11.10) e si proseguir, solo
per fare qualche esempio scelto
tra i tanti, col Teatro Romano di
Brescia e il Teatro Romano di
Milano, il quartiere ellenistico-
romano di Agrigento, il ponte di
Augusto e Tiberio a Rimini. An-
drea Carandini, che ieri sera ha
tenuto una lectio magistralis su
Augusto allAuditorium di Ren-
zo Piano a Roma, ha sottolinea-
to che si tratta dellunica mani-
festazione nazionale con al cen-
tro la figura di Augusto, nel suo
bimillenario, e il suo progetto di
rifondazione dello Stato impe-
riale.
La Giornata di Primavera Fai
non si esaurir con Augusto. Ci
saranno molti altri luoghi da ri-
scoprire e da studiare. Per
esempio la straordinaria sede
Rai di Venezia a palazzo Labia
affrescato dal Tiepolo, il palazzo
Giustiniani-Odescalchi a Bassa-
no Romano (di propriet pub-
blica ma in attesa di valorizza-
zione e di restauro), lottocente-
sco Carcere di san Sebastiano a
Sassari (altro edificio vuoto che
attende un nuovo destino), il
monastero del Santissimo Sal-
vatore a Corleone. A Milano vi-
sita speciale alla sede Rai di cor-
so Sempione, progettata da Gi
Ponti per la prima sede Eiar.
Sempre a Milano sar aperto al
pubblico lo storico palazzo del
Corriere della Sera in via Solfe-
rino 28, che dal 1904 ospita le
redazioni, cos come saranno
visitabili le stamperie del Cor-
riere della Sera a Pessano con
Bornago. A Napoli si riscoprir
lArchivio di Stato nato nel 1808
e ospitato nel Monastero dei
santi Severino e Sossio. Per con-
sultare elenchi e orari (e per ca-
pire come partecipare alla cam-
pagna di iscrizione e autofinan-
ziamento) possibile consulta-
re www.giornatefai.it.
Il vicepresidente esecutivo
del Fai, Marco Magnifico, ha
chiesto il sostegno dei visitatori:
I siti sono aperti gratuitamente
ma contiamo sulla generosit
del pubblico. La nostra anche
una campagna di iscrizione,
speriamo questanno di totaliz-
zare 20.000 nuovi tesseramenti.
Apriremo agli italiani non solo
monumenti, ma tutto ci che la
storia ha prodotto.
Il sostegno del governo ar-
rivato col sottosegretario ai beni
culturali, Ilaria Borletti Buitoni,
gi presidente del Fai prima di
Andrea Carandini: Tutti i parti-
ti dicono che lItalia si salva gra-
zie al suo patrimonio. Ma senza
organizzazioni come il Fai, sen-
za la partecipazione della socie-
t civile, non ce la faremo mai.
Paolo Conti
RIPRODUZIONE RISERVATA
Storia e monumenti
Si parte sabato 22
marzo dal teatro
di Marcello a Roma
Il primo anno di Pontificato
IL PAPA E LA CHIESA POVERA CHE SI ALLONTANA DALLOCCIDENTE
A un anno dallelezione tanti si al-
lietano per Papa Francesco e si au-
gurano chegli riesca nelle riforme
che si proposto, ma forse la sua
Chiesa in uscita se riuscir a rea-
lizzarla sar una buona notizia
solo per il Sud del Mondo: la vuole
infatti come Chiesa dei poveri e al
Nord ricco pi volte in questanno
ha gridato vergogna mettendolo
sotto accusa.
la prima volta che un rappre-
sentante dellumanit del bisogno
parla a nome del mondo cristiano e
si propone di rendere operativa in
tutta la Chiesa cattolica la scelta
preferenziale per i poveri formulata
nel 1968 a Medellin dagli episcopati
latino-americani. Nonostante le in-
vettive che le rivolge, lumanit del
benessere lapplaude perch Fran-
cesco alleggerisce il conflitto ideolo-
gico con la societ secolare e pochi si
avvedono che il suo non un balzo
nella modernit, piuttosto un bal-
zo nella missione e quella missione
comporta un allontanamento dal-
lOccidente o quantomeno dallEu-
ropa.
La direzione impressa al Pontifi-
cato apparve chiara in luglio con
landata a Lampedusa e lanalogo
proclama che lanci dalla cintura
della miseria di Rio de Janeiro, dove
present la sua Chiesa come avvo-
cata della giustizia e difensore dei
poveri contro le disuguaglianze so-
ciali ed economiche intollerabili che
gridano al cielo. Ma a breve quella
scelta di campo sar ancora pi evi-
dente: il Papa venuto dalla fine del
mondo ha in programma viaggi in
Medio Oriente, Asia e Africa che da-
ranno la piena misura della sua sfida
allumanit del benessere alla quale
appartiene listituzione che governa.
Nessun Papa in epoca contempo-
ranea aveva posto tanti segni di no-
vit in cos poco tempo. Neanche
Roncalli che apr le finestre senza te-
mere i venti e neanche Wojtyla, che
fu il primo a venire da un Paese
lontano. Spogliandosi del rosso
imperiale delle vesti e restando con
la tunica bianca del missionario, la-
sciando lappartamento e la villa di
Castel Gandolfo, scegliendo unuti-
litaria per gli spostamenti, portando
da solo la borsa mentre sale sullae-
reo per il Brasile o sul pullman per
Ariccia, egli propone una figura pa-
pale in discontinuit rispetto non
solo a Benedetto ma allinsieme de-
gli ultimi quattro papi conciliari.
Altrettanto nuovo il suo pro-
gramma riformatore: proponendo
una riforma della Chiesa in uscita
missionaria egli invita la cattolicit
a superare il modello di Chiesa co-
stituita della tradizione europea e
propone la conversione a una
Chiesa in missione, intesa a rag-
giungere ogni periferia e meno pre-
occupata di difendere le conquiste
della vecchia cristianit. Ha detto
che vuole una conversione missio-
naria persino del Papato, che costi-
tuisce il quartiere generale di quella
difesa.
Le Chiese dellEuropa non solo
quella Cattolica sono state co-
strette sulla difensiva dallevoluzio-
ne del costume e delle leggi a partire
dallilluminismo. Assediate dalla
modernit, hanno alzato barriere
contro di essa e dentro alle mura so-
no restate per due secoli abbondan-
ti, mentre la missione continuavano
ad attuarla negli altri continenti. Si
tratta, a ben vedere, dei duecento
anni di ritardo sui quali sinterro-
gava il cardinale gesuita Martini alla
fine dei suoi giorni. Ed ecco un Papa
gesuita venuto dal Sud che si propo-
ne di sbloccare limpasse: qui forse
il vero significato dellelezione
per la prima volta nella storia di
un cardinale che non si formato
nel campo trincerato della cattolici-
t europea.
Luscita dalle comodit per anda-
re ai poveri come ama dire Bergo-
glio Vangelo puro, ma un Van-
gelo che solo per i poveri davvero
un lieto annuncio. dunque preve-
dibile lo sviluppo di un aperto con-
flitto con lo scatenamento degli ego-
ismi che caratterizza il Nord del
mondo. Fino a oggi avevamo visto
lOccidente che si allontanava dalle
Chiese, con Papa Francesco inizia-
mo a vedere le Chiese che si allonta-
nano dallOccidente.
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Gli applausi dei Paesi ricchi a Francesco
che li accusa per il loro egoismo
Il sondaggio
Per i fedeli
Bergoglio somiglia
a Robin Hood
I settimanali paolini Credere e Famiglia
Cristiana hanno fatto un sondaggio
online su Bergoglio. Per 7 lettori su 10 le
sue parole hanno avuto influenza di
cambiamento sulla loro vita e il 58%
dice di aver riscoperto la fede come
gioia e non come dovere. Il 27% adotta
stili di vita pi sobri mentre il 22
afferma di voler pi bene agli altri per
effetto di Francesco. Per il 20.2%, se fosse
un personaggio della letteratura, il Papa
sarebbe Robin Hood. E se facesse un
altro mestiere sarebbe un insegnante
(illustrazione dei periodici San Paolo)
Il caso
Un guasto
ferma Twitter:
45 minuti
senza cinguettii
Senza cinguettii per 45 minuti. In
tutto il mondo. Dalle 19.01 di ieri
(ora italiana, ndr) milioni di
utenti di Twitter hanno avuto
problemi ad accedere ai loro
account da computer, smartphone
e tablet. Durante gli interventi
previsti in uno dei nostri sistemi
ha spiegato la societ , si
sono verificati alcuni problemi
che hanno portato allinterruzione
del servizio (a sinistra, la
schermata che annunciava il
guasto). Lultima volta che il sito
risultato inaccessibile risale al 4
settembre scorso: e anche allora il
blackout durato una quarantina
minuti. Ma, a differenza di ieri,
non si poteva accedere solo dal pc,
mentre funzionavano le app
installate sui dispositivi mobili.
Nulla in confronto alle tre ore di
stop del 31 gennaio 2013: ma
quella volta non si poteva
cinguettare per il troppo traffico.
RIPRODUZIONE RISERVATA
di LUIGI ACCATTOLI
24
Mercoled 12 Marzo 2014 Corriere della Sera
388,00
Nuovo H800 Leonardo
Perfetta sintesi di tecnologia e bellezza
368,00 398,00
ECO DRIVE: ENERGIA INESAURIBILE
grazie alla carica della luce
RADIOCONTROLLATO: PRECISIONE ASSOLUTA
tolleranza 1 sec. ogni 10 milioni di anni
VETRO ZAFFIRO: PREZIOSO E INSCALFIBILE
Corriere della Sera Mercoled 12 Marzo 2014
Cronache 25
La storia Luomo, dopo il divorzio, lo alleva da solo in un villaggio cinese della provincia del Sichuan
Il pap che fa 29 chilometri al giorno
per portare in spalla il figlio a scuola
Il piccolo disabile ma il primo della classe. Andr al college
Universit
Il governatore
di Bankitalia:
in Italia studiare
conviene meno
ROMA Avere una laurea
in Italia non rende molto,
studiare conviene meno che
altrove. Lo ha affermato il
governatore della Banca
dItalia, Ignazio Visco,
anticipando i risultati di
una ricerca realizzata a
Palazzo Koch. Nel suo
intervento in occasione
della presentazione di una
ricerca della Anvur,
lagenzia di valutazione del
sistema universitario, Visco
ha osservato che guardando
ai redditi lordi dei lavoratori
dipendenti italiani laureati,
questi nel 2010 erano
superiori di poco pi del
30% rispetto a quelli dei
diplomati, quindici punti
percentuali in meno
rispetto alla situazione
presente negli altri grandi
Paesi europei. Il
rendimento della laurea
per sensibilmente pi
basso per i giovani laureati
italiani, ovvero solo l11%,
contro il 35% degli altri
Paesi. La spiegazione, dice
Visco, potrebbe essere in
parte legata a una pi
bassa attivit innovativa
da parte delle imprese.
Secondo il numero uno
dellIstituto di via Nazionale
bisogna indirizzare pi
risorse verso ricerca e
sviluppo perch vi una
relazione positiva tra
investimento in conoscenza
e andamento della
produzione e anche
coesione sociale. Le
conseguenze negative della
crisi finanziaria globale
sono state accentuate dal
fatto che leconomia italiana
non cresce da due decenni,
ha detto Visco esortando ad
attuare politiche che
rendano il sistema di
istruzione e formazione pi
adeguato a un ambiente
economico sempre pi
competitivo e in rapido
cambiamento. E non c da
rifugiarsi nella strada della
decrescita felice la
corrente di pensiero del
francese Serge Latouche che
tanto piace al Movimento 5
Stelle. La maggior parte di
noi ne soffrirebbe
drammaticamente, anche
perch alcuni temi, come
per esempio la protezione
dellambiente, sono pi
accessibili ai ricchi che non
ai poveri.
Stefania Tamburello
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