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2. I capisaldi del sistema hegeliano 2.1.

Necessit di determinare preliminarmente i capisaldi del pensiero di Hegel Hegel ha vivacemente avversato la pretesa di formulare preliminarmente del capisaldi, ossia dei nuclei dottrinali fondamentali, dai quali dovrebbe derivare e sui quali dovrebbe poggiare ledificio della filosofia. Il motivo di questo suo atteggiamento sta nel fatto che siffatti capisaldi, quandanche fossero di per s veri, risulterebbero nondimeno falsati nel momento stesso in cui venissero premessi al sistema, e non visti nel loro concreto operare nel sistema. a ! evidente che lafferma"ione hegeliana ha anche una forte carica paradossale, e che lo stesso Hegel, pur ribadendo questo concetto, scrisse alcune #refa"ioni e Introdu"ioni in cui, a suo modo, cerc$ di fornire al lettore questi capisaldi. In realt, sen"a una previa indica"ione di alcune %chiavi di lettura&, le opere di Hegel risulterebbero, in larga misura, dei crittogrammi. 'a mappa completa delle idee basilari dellhegelismo ! piuttosto ampia, dato che si tratta di una delle filosofie pi( ricche e pi( complesse )e diciamo pure fra le pi( difficili*, ma i capisaldi ai quali tutto pu$ essere ricondotto sono i seguenti tre+ 1*la realt in quanto tale ! Spirito infinito )ove per %,pirito& si intende qualcosa che, ad un tempo, sussume e supera tutto quanto in materia avevano detto i predecessori, e in specie -ichte e ,chelling, come vedremo*. 2*la struttura, o meglio la vita stessa dello ,pirito, e quindi anche il procedimento secondo cui si svolge il sapere filosofico, ! la dialettica )si potrebbe anche dire la spiritualit ! dialetticit*. /*la peculiarit di questa dialettica, che la differen"ia nettamente da tutte le forme precedenti di dialettica, ! quello che Hegel ha chiamato )con termine tecnico* % elemento speculativo&, che, come vedremo, costituisce la vera cifra del pensiero del nostro filosofo. 'a chiarifica"ione di questi tre punti indicher l obiettivo o il termine che Hegel si ! proposto di raggiungere nel suo filosofare e la strada da lui seguita per raggiungerlo. 0 tuttavia evidente che la piena comprensione dei medesimi 1 come Hegel ha giustamente detto 1 si potr avere solo seguendo in concreto lo sviluppo del sistema fino al suo compimento, cio percorrendo tutta la strada fino al termine finale )in filosofia 1 dice infatti Hegel 1 non ci sono scorciatoie*. 'a realt ! ,pirito. 2.2 La realt come Spirito: preliminare determinazione della nozione hegeliana dello Spirito 'asserto basilare dal quale occorre prendere le mosse per intendere Hegel ! che la realt e il vero non sono %sostan"a& )ossia un essere pi( o meno irrigidito, come tradi"ionalmente per lo pi( si era creduto*, ma %,oggetto&, vale a dire %#ensiero&, %,pirito&. 2gli afferma con tutta chiare""a nella Fenomenologia+ 3 ,econdo il mio modo di vedere, che dovr giustificarsi soltanto merc! lesposi"ione del sistema stesso, tutto dipende dallintendere e dallesprimere il vero non come %sostan"a&, ma dallintendere ed esprimere il vero altrettanto decisamente come %,oggetto&4. Hegel soggiunge anche che questa ! solo una acquisi"ione recente, che costituisce una peculiarit propria dei tempi moderni. ,i tratta, in effetti, di una acquisi"ione resa possibile dalla scoperta 5antiana dell %Io penso&, dai vari ripensamenti del 6riticismo e dai contributi dellIdealismo di -ichte e di ,helling )che, peraltro, Hegel tende stranamente a sminuire o a sottacere a proprio vantaggio*. 7ire che la realt non ! ,ostan"a ma ,oggetto e ,pirito significa dire che ! %attivit&, che ! %processo&, che ! %movimento&, o, meglio ancora, %automovimento&. -in qui, per$, gi -ichte in qualche modo si era spinto, come sopra abbiamo visto. a Hegel va oltre. #er -ichte lIo pone se stesso, in quanto ! appunto pura attivit autoponentesi e oppone )inconsciamente* a s! il non8io, ossia un limite, che poi cerca di superare dinamicamente. a, in questo processo, lIo fichtiano non

giunge a compimento, in quanto il limite viene rimosso e allontanato allinfinito, ma mai interamente %superato&. 9uesto infinito che si pu$ configurare come una retta che procede sen"a limiti, !, per Hegel, un %cattivo infinito&, un %falso infinito&, in quanto resta un processo irrisolto, nella misura in cui non raggiunge mai pienamente il proprio fine o scopo, e l:essere e il dover essere rimangono perennemente scissi in una sorta di rincorsa sen"a fine. 7i conseguen"a, dice Hegel, -ichte non riesce pi( a restaurare la scissione di Io e Non8io, soggetto e oggetto, infinito e finito. #ertanto permane in -ichte una strutturale opposi"ione o antitesi non superata, che va, invece, superata. ;n tentativo di superare queste scissioni era gi stato fatto da ,chelling con la sua filosofia dell:identit, che Hegel, in un primo tempo considera come un punto di vista pi( alto di quello di -ichte. ma la conce"ione della realt come identit originaria di Io e Non8io, di soggetto e di oggetto, di infinito e di finito, cos< come ,chelling l:aveva sostenuta, apparve ben presto ad Hegel come vuota e artificiosa, perch in realt non deduceva n giustificava i suoi contenuti, che presupponeva gi dati. 9uesta conce"ione apparve quindi ad Hegel come un %dissolvimento di tutto ci$ che ! differen"iato e determinato&, come un %precipitare& tutte le differen"e %nell:abisso della vacuit&, perch! essa non era la conseguen"a di un coerente sviluppo e quindi non giustificava se medesima. 6os< si comprende la celebre afferma"ione della -enomenologia )che provoc$ la rottura dell:amici"ia fra Hegel e ,chelling*, secondo cui l:=ssoluto schellinghiano ! come %la notte in cui tutte le vacche sono nere&. 'a posi"ione di Hegel risulta, di conseguen"a, chiara. 'o ,pirito si autogenera, generando ad un tempo la propria genera"ione, e superandola pienamente. 'o ,pirito ! infinito, non in maniera puramente esigen"iale, come voleva -ichte, ma in maniera sempre attuantesi e realizzantesi, come continua posizione del finito e insieme come superamento del finito medesimo. 'o ,pirito, in quanto %movimento&, produce via via i contenuti de8terminati e quindi negativi ) omnia determinatio est negatio, diceva gi ,pino"a*. linfinito ! il positivo che si reali""a mediante la negazione di quella negazione che propria di ogni finito, il toglimento e superamento sempre realizzantesi del finito. Il finito, di per s preso, ha unesisten"a puramente %ideale& o astratta, nel senso che non esiste di per s di contro allinfinito o al di fuori di esso+ e questo, dice Hegel, costituisce 3la proposi"ione principale di ogni filosofia4. =llora, lo ,pirito infinito hegeliano ! come un circolo, in cui principio e fine coincidono in maniera dinamica, ossia come un movimento a spirale in cui il particolare ! sempre posto e sempre dinamicamente risolto nelluniversale, lessere ! sempre risolto nel dover essere e il reale ! sempre risolto nel ra"ionale. 9uesta ! la novit che Hegel guadagna e che gli permette di superare nettamente -ichte. =nalogamente si comprende la novit che permette ad Hegel di superare anche ,chelling. 'o ,pirito non ! un unum atque idem come qualcosa che surretti"iamente ed estrinsecamente si impone ad un materiale diverso, ma ! un 3unum atque idem che si riplasma in figure sempre diverse4, e non ripeti"ione di un qualcosa di identico, privo di reale diversifica"ione. 'o ,pirito hegeliano ! quindi una uguaglianza che continuamente si ricostituisce, ossia una unit-che-si-fa proprio attraverso il molteplice. 'a quiete, in questa conce"ione, ! solo %lintiero del movimento&. 'a quiete sen"a movimento sarebbe la quiete della morte, non la vita. Il permanere non ! la fissit, che ! sempre iner"ia, ma ! la verit del dileguare. ,iamo ora in grado di capire che, per Hegel, tutto ci$ che abbiamo detto vale per l=ssoluto e vale anche per ogni singolo momento della realt )ossia vale per il reale nel suo intero cos come nelle sue parti *, perch l=ssoluto hegeliano ha una tale %compatte""a& da esigere necessariamente la totalit delle parti, nessuna esclusa. >gni momento del reale ! momento indispensabile dell=ssoluto, perch 2sso si fa e si reali""a in ciascuno e in tutti questi momenti, di guisa che ciascun momento diviene assolutamente necessario. -acciamo un esempio, prendendo un bocciolo, il relativo fiore e il frutto che ne deriva. Il bocciolo, nello sviluppo della pianta, ! una de-terminazione e quindi una negazione. ma questa determina"ione ! tolta )ossia superata* dalla fioritura, la quale per$, mentre nega questa determina"ione la %invera&, in quanto il fiore ! la positivit del bocciolo. = sua volta, per$, il fiore ! una de8termina"ione, che pertanto implica una negativit, e che viene a sua volta tolta e superata dal frutto. e, in questo processo, ogni

movimento ! essen"iale allaltro e la vita della pianta questo stesso processo che via via pone i vari contenti, ossia i vari momenti, e via via li supera. ,crive Hegel nella Fenomenologia+ %Il boccio dispare nella fioritura, e si potrebbe dire che quello viene confutato da questa. similmente, allapparire del frutto, il fiore viene dichiarato una falsa esisten"a della pianta, e il frutto subentra al posto del fiore come sua verit. ?ali forme non solo si distinguono, ma ciascuna di esse si dilegua anche sotto la spinta dellaltra, perch esse sono reciprocamente incompatibili. a, in pari tempo, la loro fluida natura ne fa momenti dellunit organica, nella quale esse non solo non si respingono, ma sono an"i necessarie luna non meno dellaltra. e questa uguale necessit costituisce ora la vita dellintiero&. Il reale ! dunque un processo che si autocrea mentre percorre i suoi momenti successivi, e in cui il positivo ! appunto Il movimento medesimo, che ! un progressivo autoarricchimento )da pianta a boccio, da boccio a fiore, da fiore a frutto*. a c! un altro punto molto importante da rilevare. Hegel sottolinea che il movimento proprio dello ,pirito ! il %movimento del riflettersi in se stesso % . !, questo, il senso della %circolarit& di cui sopra abbiamo detto. 2 in questa %riflessione circolare& Hegel distingue tre momenti+ 1* un primo momento che egli chiama dellessere %in s&, 2* un secondo momento che costituisce l %essere altro& o %fuori di s&, /* e un ter"o momento che costituisce il %ritorno a s& o l %essere in s e per s&. Il %movimento& o il %processo& autoproduttivo dell=ssoluto ha quindi un ritmo triadico, che si scandisce in un %in s&, in un %fuori di s&, in un %per s& )o %in s e per s&*. -acciamo un esempio particolare, addotto dallo stesso Hegel+ @@ ,e ABC lembrione ! in s luomo, non lo ! tuttavia per s . per s lo ! soltanto come ragione dispiegata ABC DD. e soltanto questa ! la sua realt effettuale. Il seme ! in s la pianta, ma esso deve morire come seme e quindi uscire fuori di s al fine di poter diventare, dispiegandosi, la pianta per s )o in s e per s *. 2 gli esempi si potrebbero moltiplicare a piacere, in quanto questo processo si verifica in ogni momento del reale, come abbiamo detto. a ci$ si verifica, a livello pi( alto, anche per il reale visto come intero. 0 quindi chiaro perch Hegel parla dell=ssoluto anche come un circolo di circoli. Eisto come intero, il circolo dell=ssoluto si ritma esso pure nei tre momenti sopra specificati dellin8s, del fuori8di8s e del ritorno8a8s, e questi tre momenti sono rispettivamente denominati %Idea&, %Natura&, %,pirito& )in senso forte*. 2 come nel processo che porta dal germe all:uomo, attraverso il dispiegarsi del primo, ! sempre la medesima realt che si svolge attuandosi e quindi pervenendo a s medesima, cos< avviene anche per l:=ssolto+ l:Idea )che ! il 'ogos e la Fa"ionalit pura e la ,oggettivit in senso idealistico, come con ampie""a vedremo pi( avanti* ha in s il principio del proprio svolgimento e, in fun"ione, di questo, prima si obbiettiva e si fa natura !alienandosi", e poi, superando questa alienazione, perviene a s medesima. #erci$ Hegel pu$ ben dire che lo ,pirito ! l:Idea che si reali""a e si contempla mediante il proprio sviluppo. 6os< stando le cose, ben si comprende la triplice distin"ione della filosofia hegeliana in 1* %logica&, 2* %filosofia della natura&, /* %filosofia dello spirito&+ la prima studia l:&Idea in s&, la seconda il suo&alienarsi& e la ter"a il momento del %ritorno in s&. 2cco uno schema illustrativo e riassuntivo, che via via chiariremo+ AssolutoG Idea 1. Idea in s )G 'ogos*, studiata dalla logica 2. Idea fuori di s )G Natura*, studiata dalla filosofia della natura 3. Idea che ritorna a s o in s e per s )G ,pirito*, studiata dalla filosofia dello spirito 6oncludiamo questa preliminare caratteri""a"ione dell:=ssoluto hegeliano con alcuni corollari importanti e famosi. Nella Filosofia del #iritto Hegel ha scritto+ 3 tutto ci$ che ! reale ! ra"ionale e tutto ci$ che ! ra"ionale ! reale 4. questo significa che l:Idea non ! separabile dall:essere reale e dall:effettuale, ma che il reale o l:effettuale ! lo stesso svilupparsi dell:Idea, e viceversa. Hegel, per attenuare il sapore di paradosso delle sue afferma"ioni ha spiegato che questo suo asserto dice in modo filosofico la stessa cosa che si dice in religione quando si afferma che esiste un governo divino del

mondo, e quindi che ci$ che accade ! voluto da 7io, 1 e che 7io ! quanto di pi( reale esista. a il senso della importantissima afferma81 "ione si comprende perfettamente solo tenendo presente il fatto che4 per Hegel, I qualunque cosa esista o avvenga non ! fuori dell=ssoluto, ma ! un momento in8.. sopprimibile del medesimo. 'o stesso significato ha lasserto che 3 essere e dover i essere coincidono 4+ ci$ che !, ! ci$ che doveva essere, perch tutto ci$ che ! ! apD / punto momento dellidea e del suo svilupparsi )ci$ che accade ! sempre ci$ enei meritava che accadesse*. >rmai ! chiaro anche il senso del cosiddetto :Hpanlogismo hegeliano, ossia I l:afferma"ione che % tutto ! pensiero&. 9uesto non significa che tutte le cose hanno C un pensiero come il nostro )o una coscien"a come la nostra*, ma che tutto ! ra"ionale 1 in quanto ! determinazione di pensiero. 9uesto asserto, spiega Hegel, corrisponde I a quello degli antichi che dicevano che il $o%s )ossia l:intelligen"a* governa il, mondo. Festa un ultimo punto da chiarire+ limportan"a che gioca il % negativo& nella conce"ione hegeliana dello ,pirito. 'a vita dello ,pirito non ! quella che schiva J la morte, ma quella che 3 sopporta la morte e in essa si mantiene 4. 'o ,pirito 3 guadagna la sua verit solo a patto di ritrovare s nell:assoluta devasta"ione 4, dice Hegel. e soggiunge che esso ! questa poten"a e questa for"a, appunto perch 3 sa guardare in faccia il negativo e soffermarsi presso di lui 4, e conclude+ & 9ue8 sto affermarsi ! la magica for"a che volge il negativo nellessere 4. a per capire questo punto assolutamente basilare )il cuore dellHegelismo* occorre passare alla spiega"ione della dialettica e del nuovo significato che essa assume. La dialettica come legge suprema del reale e come procedimento del pensiero filosofico ,i ! molto discusso sui rapporti fra Hegel e il Fomanticismo. 'a conce"ione hegeliana della realt e dello ,pirito nasce dalla visione romantica, ma la porta a compimento, e cos< la conchiude e quindi la supera, nel senso che vedremo. 'o % Streben" infinito ) ossia il %tendere&* romantico mediante il concetto hegeliano dello ,pirito come @@movimento8del8riflettersi8su8se8stessoDD viene risolto e inverato in senso positivo, perch! viene riscattato dalla sua indeterminate""a, venendo a coincidere con l'autorealizzarsi e l'autoconoscersi dello ,pirito medesimo. a il Fomanticismo viene superato da Hegel soprattutto per quanto concerne l:aspetto metodologico. Hegel polemi""a vivacemente contro la pretesa romantica di cogliere immediatamente l:=ssoluto. #ragmaticamente ! la sua polemica contro la %fede&, che, abbiamo visto sopra )pp.2K ss.*, Lacobi aveva sostenuto essere la via di accesso immediata dell:=ssoluto . =l contrario, per Hegel , il coglimento della verit ! @@ assolutamente condi"ionato dalla mediazioneDD ed ! @@ falso che ci sia un sapere immediato, un sapere privo di media"ione DD. I Fomantici hanno ragione nell:affermare la necessit di spingersi oltre i limiti propri dell:attivit dell: %intelletto& che, con i suoi procedimenti analitici o con le sue tecniche deduttive, non sa andare oltre il finito e quindi non pu( cogliere la realt e il vero che sono l'infinito. a l:Infinito non si coglie col sentimento, con l:intui"ione o con la fede, che sono alcunch di non scientifico. >ccorre, dunque, andare oltre la % ametodicit& del sentimento e dell:entusiasmo e trovare un %metodo& che renda possibile la conoscen"a dell=ssoluto, appunto in modo @@scientificoDD. Il compito che Hegel assegna a se stesso nei contronti dei Fomantici o dei precedenti Idealisti ! quindi quello di @@ operare linnal"amento della filosofia a scien"aDD mediante la scoperta e lapplica"ione di un %nuovo metodo&. )uesto metodo, capace di portare al di l dei limiti dell&intelletto& al punto da garantire la conoscen"a %scientifica& dellinfinito )del reale nella sua totalit* *egel lo trova nella dialettica. 'a dialettica diventa, dunque, lo strumento con il quale il nostro filosofo d forma agli informi moti romantici e con cui ritiene di poter fornire il vero nella forma rigorosa che al vero compete, ossia il sistema della scientificit. 'a dialettica, come sappiamo, ! una scoperta degli antichi. Nata nellambito della ,cuola di 2lea )soprattutto con Menone*, aveva raggiunto i suoi vertici con #latone. In et moderna Nant l:aveva ripresa nella sua +ritica della ,agion pura, ma l:aveva bloccata a livello di sviluppo sistematico di antinomie destinate a restare irrisolte, e quindi l:aveva privata di valore conoscitivo. 'a riscoperta dei Oreci permise il rilancio della dialettica come suprema forma di conoscen"a, come gi #latone

aveva fatto. ?uttavia, fra la dialettica classica e quella hegeliana sussistono punti di contatto molto notevoli, ma ad un tempo una differen"a essen"iale. Oli antichi, dice Hegel, hanno fatto un grande passo sulla via della scientificit, in quanto hanno saputo elevarsi dal particolare all:universale. #latone aveva mostrato la decettivit della conoscen"a sensibile come mera %opinione& e si era elevato al mondo delle Idee e =ristotele aveva additato la via per riportare ogni cosa particolare al concreto universale. ?uttavia, per Hegel, le Idee platoniche e i concetti aristotelici sono rimasti, per cos< dire, bloccati in una rigida quiete e quasi solidificati. a, poich la realt ! divenire, ! movimento e dinamicit, ! evidente che la dialettica, per essere strumento adeguato dovr essere riformata in questo senso. Pisogna dunque imprimere movimento alle essen"e e al pensiero universale gi scoperto dagli =ntichi. 3 ediante siffatto movimento 1 scrive Hegel 1 i puri pensieri divengono concetti e soltanto allora sono ci$ che essi veramente sono+ automovimentati, circoli AcC essen"e spirituali. )uesto movimento delle essenze pure costituisce in generale la natura della scientificit 4. Il cuore della dialettica diviene, cos<, il movimento. Il motivo ci ! ormai chiaro, giacch! sappiamo che il movimento ! la natura stessa dello ,pirito, e il movimento ! il 3 permanere del dileguare 4, il cuore del reale. 9uesto movimento dialettico, stanti le ragioni illustrate sopra parlando dello ,pirito, non potr essere se non una sorta di movimento circolare o movimento a spirale con ritmo triadico. 'a comprensione dei tre lati o momenti del moto dialettico, ci porter a capire il punto pi intimo, il vero fondamento del pensiero di Hegel. 9uesti tre momenti sono generalmente indicati coi termini 1* tesi, 2* antitesi e /* sintesi, ma in maniera semplificata, perch Hegel li usa poche volte e preferisce un linguaggio molto pi complesso e pi articolato. 1* Il primo momento detto da Hegel 3 il lato astratto o intellettivo 4, 2* il secondo momento ! detto invece 3 il lato dialettico Ain senso strettoC o negativamente razionale 4, /* il ter"o momento ! detto 3 il lato speculativo o positivamente razionale 4. 2saminiamo in modo dettagliato questi tre punti.1* 'intelletto ! sostan"ialmente la facolt che astrae concetti determinati e che si ferma alla determinate""a dei medesimi. 2sso distingue, separa e de8finisce, irrigidendosi in queste separa"ioni e de8fini"ioni, che ritiene in qualche modo definitive. ,crive Hegel nella -rande .nciclopedia+ 3'attivit dellintelletto consiste in generale nel conferire al suo contenuto la forma dell/universalit e, precisamente, luniversale posto dallintelletto ! un universale astratto che, come tale, viene tenuto saldamente contrapposto al particolare, ma, in tal modo, viene al tempo stesso anche determinato a sua volta come particolare. In quanto lintelletto opera nei confronti dei suoi oggetti separando e astraendo, ! il contrario dellintui"ione immediata e della sensa"ione, che, come tale, ha interamente a che fare con il concreto e rimane ferma ad esso4. 'a poten"a astrattiva dellintelletto ! mirabile e grande, ed Hegel non lesina elogi nei confronti dellintelletto, in quanto ! la poten"a che scioglie e distacca dal particolare ed eleva alluniversale. 9uindi la filosofia non pu$ fare a meno dellintelletto e della sua opera, e deve, an"i, incominciare proprio dal lavoro dellintelletto. ?uttavia, lintelletto come tale fornisce una conoscen"a inadeguata, che resta rinchiusa nel finito )o, al massimo, si spinge al %falso infinito&* nellastratto irrigidito, e di conseguen"a rimane vittima delle opposi"ioni che esso stesso crea distinguendo e separando. Il pensiero filosofico deve dunque andare oltre i limiti dell/intelletto. 2* 'andare oltre i limiti dellintelletto ! peculiarit della %Fagione&, la quale ha un momento %negativo& e uno %positivo&. Il momento negativo, che ! quello che Hegel chiama %dialettico& in senso stretto )dato che dialettica in senso lato sono tutti e tre i momenti che stiamo descrivendo*, consiste nello smuovere la rigidit dellintelletto e dei suoi prodotti. a il fluidificare i concetti dellintelletto comporta il venire alla luce di una serie di contraddi"ioni e di opposi"ioni di vario genere, che erano soffocate nellirrigidimento dellintelletto. >gni determina"ione dellintelletto viene in tal modo a rovesciarsi nella determina"ione contraria )e viceversa*. Il concetto di %uno&, non appena venga smosso dalla sua astratta rigide""a, richiama di %molti& e mostra uno stretto nesso con esso )non possiamo pensare in maniera rigorosa e adeguata luno sen"a il nesso che lo connette con molti* e cos< dicasi per i concetti di %simile& e %dissimile&, di %uguale& e %disuguale&, di %particolare& e %universale&, di %finito& e %infinito&, e cos< via. =n"i, ciascuno di questi concetti dialetticamente considerati sembra addirittura %rovesciarsi& nel proprio opposto e quasi

%dissolversi& in esso. #ertanto scrive Hegel+ la dialettica @@! questo immanente oltrepassare, in cui lunilateralit e limitate""a delle determina"ioni dellintelletto si esprimono per ci$ che sono, cio! come la loro nega"ione. >gni finito ! il superare di se stesso. 'a dialettica ! quindi lanima motrice del procedere scientifico ed ! il principio mediante il quale soltanto il contenuto della scien"a acquista un nesso immanente o una necessit, cos< esso in generale si trova la vera eleva"ione, non estrinseca, al di l del finito Acio! al di l di ogni singola determina"ione del finitoCDD. Hegel ha cura di rilevare che il momento dialettico non ! affatto prerogativa del pensiero filosofico, ma ! presente in ogni momento della realt. @@ >ra, per quanto lintelletto di solito reclami nei confronti della dialettica, non si deve pensare affatto che la dialettica sia qualcosa di presente solo alla coscien"a filosofica, ma piuttosto il procedimento dialettico si trova gi in ogni altra forma di coscien"a e nellesperien"a generale. ?utto ci$ che ci circonda pu$ essere pensato come un esempio della dialettica. Noi sappiamo che ogni finito, invece di essere un termine fisso e ultimo, ! piuttosto mutevole e transeunte, e questo non 6oncetto di speculativo altro che la dialettica del finito, mediante la quale il finito in quanto in s l:altro da s, viene spinto anche oltre quello che immediatamente e si rovescia nel suo opposto. ) Il seme del rovesciarsi nel suo opposto per diventare germoglio, ossia deve morire come seme. il bambino deve morire come tale e rovesciarsi nel suo opposto per diventare adulto, e cos via*. Il negativo che emerge nel momento dialettico consiste, in generale, nella manchevole""a che ciascuno degli opposti rivela quando si misura con l:altro. a proprio questa manchevole""a si rivela come la molla che spinge, oltre l:opposi"ione, ad una superiore sintesi, che il momento speculativo, ossia il momento culminante del processo dialettico. / Il momento speculativo o positivamente ra"ionale quello che coglie l'unit delle determinazioni contrapposte, ossia il positivo che emerge dalla risolu"ione degli opposti )la sintesi degli opposti*. ':elemento speculativo nel suo vero senso scrive Hegel ci che contiene in s come superate quelle opposi"ioni a cui si ferma l:intelletto )e quindi anche l:opposi"ione tra soggettivo e oggettivo* e proprio cos mostra di essere come concreto e come totalit. 'a dialettica, come la realt in generale, e quindi il vero, questo movimento circolare che abbiamo descritto, che non ha mai posa. Hegel giunge addirittura a paragonarlo ad una sorta di trionfo bacchico, in un passo che mette in conto di leggere a conclusione+ #er tal modo, il vero il trionfo bacchico dove non c: membro che non sia ebbro. e poich ogni membro nel mentre si isola altrettanto immediatamente si risolve, il trionfo altrettanto la quiete trasparente e semplice. La dimensione dello speculati!a" speculati!o", il significato dell# Aufhe$en" e la proposizione

Il pensiero antico, come abbiamo gi detto, aveva guadagnato il primo momento, vale a dire il livello dellintelletto e in larga misura anche il secondo momento, vale a dire il ra"ionale8negativo o dialettico, per esempio nei celebri argomenti di Menone di 2lea, ma aveva ignorato il momento %speculativo&, e gli stessi idealisti anteriori a Hegel non lo avevano ben individuato. #ertanto esso costituisce una scoperta tipicamente hegeliana. Il momento dello %speculativo& la riaffermazione del positivo che si realizza mediante la negazione del negativo proprio delle antitesi dialettiche e quindi ! una eleva"ione del positivo delle tesi ad un pi( alto livello. ,e prendiamo ad esempio il puro stato di innocen"a, questo rappresenta un momento )tesi* che lintelletto irrigidisce in s e a cui contrappone come antitesi la conoscen"a e consapevole""a del male, che ! nega"ione dello stato di innocen"a )la sua antitesi*. ora, la virt( ! esattamente la nega"ione del negativo della antitesi )il male* e il recupero del positivo dellinnocen"a ad un pi( alto livello, che ! reso possibile solo passando attraverso la nega"ione della rigidit che le era propria, e quindi passando attraverso lantitesi, che in tal modo acquista valore positivo nella misura in cui spinge a togliere quella rigidit. Il momento speculativo ! quindi un %superare& nel senso che ! ad un tempo un %togliere8e8 conservare&. Hegel usa i termini diventati molto famosi e addirittura tecnici %aufheben& )superare* e %=ufhebung& )superamento* per esprimere il momento %speculativo&. 2cco le sue stesse spiega"ioni

in merito, che si leggono nella -rande .nciclopedia+ 3 0 qui il luogo opportuno per ricordare il doppio significato della nostra espressione tedesca aufheben )superare*. 0ufheben da un lato vuol dire togliere, negare, e in tal senso diciamo ad esempio che una legge, unH istitu"ione ecc. sono soppresse, superate )aufgehoben*. 7altra parte per$ aufhben significa anche conservare, e in questo senso diciamo che qualcosa ! ben conservato mediante lespressione+ 1ohl aufgehoben. 9uestambivalen"a delluso linguistico del termine, per cui la stessa parola ha un senso negativo ed uno positivo non deve essere considerata casuale, n addirittura se ne deve trarre motivo di accusa contro il linguaggio, come se fosse causa di confusione. al contrario, in questambivalen"a va riconosciuto lo spirito speculativo della nostra lingua che va al di l della semplice alternativa %Q8Q& propria dellintelletto 4. 'o speculativo costituisce il vertice cui perviene la ragione, la dimensione dell0ssoluto. 2cco linteressantissima pagina hegeliana 3 = proposito del significato dello speculativo si deve ancora ricordare che per speculativo va inteso quello che in altri tempi, soprattutto in rela"ione alla coscien"a religiosa ed al suo contenuto, soleva essere definito %mistico&. 9uando oggi si parla di mistico, in generale lo si fa nel senso di considerare questo termine come equivalente a misterioso e incomprensibile, e questo misterioso e incomprensibile viene poi, a seconda della diversit della propria forma"ione e della propria indole, considerato dalluno come lautentico e il vero, e dallaltro come supersti"ione e illusione. = questo proposito va innan"itutto osservato che ci$ che ! mistico ! certamente misterioso, ma soltanto per l/intelletto e semplicemente perch lidentit astratta ! il principio dellintelletto, mentre ci( che mistico )come equivalente allo speculative in tal senso diciamo ad esempio che una legge, un2 istituzione ecc. sono soppresse, superate 3aufgehoben4. #/altra parte per( aufhben significa anche conservare, e in questo senso diciamo che qualcosa ben conservato mediante l/espressione5 1ohl aufgehoben. )uest/ambivalenza dell/uso linguistico del termine, per cui la stessa parola ha un senso negativo ed uno positivo non deve essere considerata casuale, n addirittura se ne deve trarre motivo di accusa contro il linguaggio, come se fosse causa di confusione6 al contrario, in quest/ambivalenza va riconosciuto lo spirito speculativo della nostra lingua che va al di l della semplice alternativa !7-7" propria dell/intelletto 8. 9o speculativo costituisce il vertice cui perviene la ragione, la dimensione dell/0ssoluto. .cco l/interessantissima pagina hegeliana & 0 proposito del significato dello speculativo si deve ancora ricordare che per speculativo va inteso quello che in altri tempi, soprattutto in relazione alla coscienza religiosa ed al suo contenuto, soleva essere definito !mistico". )uando oggi si parla di mistico, in generale lo si fa nel senso di considerare questo termine come equivalente a misterioso e incomprensibile, e questo misterioso e incomprensibile viene poi, a seconda della diversit della propria formazione e della propria indole, considerato dall/uno come l/autentico e il vero, e dall/altro come superstizione e illusione. 0 questo proposito va innanzitutto osservato che ci( che mistico certamente misterioso, ma soltanto per l/intelletto e semplicemente perch l/identit astratta il principio dell/intelletto, mentre ci( che mistico 3come equivalente allo speculativo4 l/unit concreta di quelle determinazioni che per l/intelletto valgono soltanto in quanto o* l/unit concreta di quelle determinazioni che per l/intelletto valgono soltanto in quanto separate e contrapposte :;<. =ra, come abbiamo visto, il pensiero intellettivo astratto cos poco qualcosa di fisso e di ultimo che piuttosto si mostra come il continuo superare se stesso e rovesciarsi nel suo opposto6 il razionale come tale invece consiste nel contenere gli opposti in s come momenti ideali. >utto il razionale quindi va definito al tempo stesso come mistico, il che significa soltanto che va oltre l/intelletto, ma per nulla affatto che debba essere considerato come inaccessibile e incomprensibile al pensiero." #opo quanto si detto, sar facile comprendere anche le affermazioni di *egel secondo cui le

proposizioni filosofiche debbono essere !proposizioni speculative" e non giudizi formati da un soggetto cui viene attribuito un predicato nel senso della logica tradizionale. 9a proposizione che esprime il giudizio in senso tradizionale, infatti, esprime un tipo di giudizio operato dall/intelletto, e quindi presuppone un soggetto gi bello e fatto cui vengono attribuiti ab estrinseco dei predicati come sue propriet o accidenti, predicati che sono essi pure gi belli e fatti nella nostra rappresentazione 3sulla base degli schemi con cui l/intelletto procede4. )uesta operazione del congiungere un predicato ad un soggetto dunque !esteriore". 0l contrario, la !proposizione speculativa" dovr essere tale da non presupporre la rigida distinzione di soggetto e di predicato, e quindi dovr essere, per cos dire, plastica. 9/ !" della copula, allora, esprimer il movimento dialettico con cui il soggetto trapassa nel predicato 3in un certo senso nella proposizione speculativa si toglie e si supera la differenza fra soggetto e predicato4. !)uesto movimento; il movimento dialettico della proposizione stessa." dice *egel. . ancora5" solo l/enunciazione del movimento medesimo la rappresentazione speculativa." Facciamo un esempio. )uando di- ciamo+ %il reale ! ra"ionale& in senso hegeliano )speculativo*, intendiamo non )come nella vecchia logica* che il reale ! il soggetto stabile consolidato )sostan"a* e il razionale ! il predicato )ossia l:accidente di quella sostan"a*, ma, al contrario, che %l:universale esprime il senso del reale&. #ertanto il soggetto passa nel predicato stesso )e viceversa*. 'a proposi"ione in senso speculativo verrebbe quindi a dire che il reale si risolve nel ra"ionale e il predicato viene ad essere, cos<, elemento altrettanto essen"iale della proposi"ione quanto lo ! il soggetto. =n"i, nella proposi"ione speculativa soggetto e predicato si scambiano reciprocamente le parti in modo da costituire appunto una identit dinamica. 2 infatti Hegel formula in modo completo la proposi"ione sopra men"ionata come segue+ %ci$ che ! reale ! ra"ionale. ci$ che ! ra"ionale ! reale&. In breve, la proposi"ione della vecchia logica resta rinchiusa nei limiti della rigidit e della finitudine dell'intelletto. 'a %proposi"ione speculativa& ! invece propria della ragione che supera quella rigidit, ! una proposizione che deve esprimere il movimento dialettico, e quindi strutturalmente dinamica, cos< come dinamica ! la realt che essa esprime e cos< come dinamico ! anche il pensiero che la formula.

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