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Lo studio in famiglia: scontro o risorsa?


di Rosario Mazzeo Lo studio molto spesso un peso per i giovani, un fattore di conflittualit tra genitori e figli, un oggetto ambiguo all'interno della famiglia. Pu e deve diventare un fattore di crescita integrale: umana, culturale, sociale, per i figli; un fattore positivo per la convivenza ed unit famigliare. Lo studio infatti applicazione sistematica alla conoscenza delle cose attraverso quelle ipotesi strumenti di lettura del reale c!e sono le discipline insegnate a scuola. "l discorso complesso ed insidioso. #isogna tener conto dell$et dei figli, del tipo di scuola, dell$oggetto della disciplina studio. #isogna evitare di cadere nel generico, di elencare precetti, di fornire ricette. %$ , inoltre, il risc!io di colpevolizzare la famiglia e&o di sognare il 'genitore perfetto( in un sistema famiglia 'perfetto( c!e pu provocare solo guai. Per non cadere in queste insidie e per un$utilit comune, provo a svolgere il tema dell$aiuto allo studio riflettendo sull$esperienza di genitore ed insegnate ed invito a fare altrettanto. )i interessa documentare c!e possibile e gratificante educare allo studio e mediante lo studio, accompagnando i figli nell$acquisizione e nella verifica di atteggiamenti, di comportamenti, di abilit c!e ric!iede un metodo di studio personale ed efficace.

1 - I ragazzi e lo studio
Noi adulti siamo portati ad esaltare lo studio, i ragazzi a ridurlo, a sopportarlo e possibilmente eliminarlo. Lesaltazione degli adulti, in genere, astratta, ideologica, retorica. La negazione o riduzione dello studio da parte dei giovani, invece, reale e spesso drammatica. Il risultato c e la maggior parte dei ragazzi o non studia oppure vive lo studio in modo reattivo meccanico. !ifficilmente incontriamo giovani c e nellapplicazione scolastica sono attivi, sereni, creativi, liberi. "er non rimanere nel generico propongo di analizzare la situazione distinguendo tre categorie di studenti: i professionisti, i trascinati, i refrattari.

1.1- I professionisti ovvero gli intraprendenti


I # poc i#, c e sanno applicarsi all$apprendimento insegnato e alla conoscenza sistematica, al di l% delle ric ieste e delle pressioni, pi& o meno esplicite della scuola e della famiglia, sono allievi da sempre definiti studiosi. Io preferisco c iamarli intraprendenti . Infatti lo studio per loro un$iniziativa c e #prende# e coinvolge, oltre al puro dovere scolastico. Non sono, per', da confondere con i secc!ioni: studenti c e limitano il loro mondo a libri e scuola, verso i (uali, per di pi&, si rapportano con scrupolosit% )indice spesso di nevrosi*, incapaci di (uel sano realismo c e caratterizza l$atteggiamento di c i aperto a tutti e a tutto. +engono detti anc e professionisti, perc , tendono ad organizzare il tempo e a pianificare le attivit% di studio con criteri adeguati alla -professione studente..

1.2 - I trascinati
/tudiano in modo superficiale, con l$unica ) o (uasi* preoccupazione , (uando sono a scuola, di sopravvivere donando il -giusto. obolo nei riti scolastici: l$interrogazione, i compiti in classe, l$esame.

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@ In (ualsiasi attivit% di studio, loro primo obiettivo terminare: finire il compito, concludere lo studio della lezione assegnata, o meglio: #essere a posto#, conformi, almeno esteriormente, alle indicazioni date. Le loro motivazioni sono estrinsec e e molto superficiali. Non solo non farebbero nulla, se non venissero assegnati lezioni e compiti 1 cosa (uesta comune a tutti gli studenti 1 ma per effettuare (ualcosa, precedentemente presentato come compito, (uesti ragazzi anno bisogno di avvertire la presenza di (ualcuno con bastone o carota vicino. Il loro studio e la loro fre(uenza scolastica sono frutto di reazioni acritic e, direttamente proporzionali a (uella c e stata c iamata #pressione esterna# di genitori e docenti )"iattelli "almarini 0660*. Raramente il loro apprendimento tende alla riflessione, alla ri1 cerca di un nesso con ci' c e si desidera e si compie nella vita (uotidiana. /e (uesto ac1 cade, pi& per #istinto# c e per scelta consapevole dello studente, pi& per capacit% intellettuali c e per abilit% metodologic e. Normalmente infatti i trascinati sono ri1 petitivi, superficiali e conformistici: procedono a caso, -cos7 come viene., trainati o spintonati. "erci', a meno c e non siano dotati di buone capacit% intellettuali o usufruiscano di modalit% di insegnamento eccezionali, imparano poco e male.

1. 3 - I non-studenti
Intendiamoci bene: pu' capitare a (ualsiasi studente c e un certo giorno non abbia voglia di studiare oppure resti in classe senza essere attento e partecipe alle lezioni. "u' capitare a tutti, ma il caso dei non studenti diverso. 8ssi anno occ i, ma non vedono9 anno orecc ie ma non ascoltano9 anno cervello ma non l$usano. Li o definiti #indifferenti#) Mazzeo 066:*, perc , immersi in una specie di blob scola1 stico, in cui le opere e i giorni scorrono senza novit% e interesse, essi non colgono la dif1 ferenza metodologica tra il momento di lavoro e (uello di rela*, tra un compito di storia ed uno di matematica, tra un esercizio ed un$attivit% di ascolto, ecc., per cui non imparano. /ono facilmente identificabili a scuola e fuori. ;asta guardare il loro comportamento, i loro (uaderni, i loro libri. Mentre gli studiosi tendono ad accogliere la realt% scolastica e a misurarsi con essa e i trascinati o reattivi a sopportarla, gli indifferenti sono portati a considerarla o estranea o inesistente. Ne consegue c e il loro studio o inesistente o totalmente meccanico ed impersonale. <li argomenti e le attivit% a scuola, sono per loro #fragili e sconnessi significanti di una realt% lontana e aliena, ora incomprensibile e imper1 scrutabile, ora minacciosa e temuta.#)=erioli 0662, p.55*.

2- I genitori e lo studio
>nc e i genitori, come molti giovani, anno unidea dello studio generico1moralistica. Infatti capita spesso di ascoltare in assemblee e durante collo(ui di ricevimento, interventi del tipo: #lo studio il tempo c e mio figlio passa davanti ai libri, magari in camera sua, da solo#9 # lettura e ripetizione svolte dalla figlia in cameretta, a voce alta, in modo c e io la controlli#9 - investimento per il futuro9 fatica necessaria9 dovere imprenscindibile.. =i sono, inoltre, dei genitori, c e (uando, nei collo(ui individuali, si fa constatare c e i loro figli non studiano, spergiurano e protestano dicendo: #Mi creda, professore, mio figlio studia, tanto e davvero?# =erto c e studia 1 si dovrebbe rispondere in (uesti casi 1 sta davanti ai libri, legge a voce alta: operazioni (ueste c e, come noto, producono automaticamente un travaso di conoscenze dal testo alla testa?

4 Ironia a parte, occorre denunciare una situazione, non solo -domestica., in cui si scambia la (uantit% con la (ualit%, il ric iamo alla responsabilit% con l$esercizio del potere ispettivo ) #Aammi vedere se ai studiato.*, il sostegno con la sostituzione nello svolgimento dei compiti, e nello stesso tempo ribadire c e ladulto non pu' rimanere complice di una mentalit% negativa, generica, utopica c e lB2C degli studenti sembra possedere. Dna visione ed una pratica dello studio c e la stessa scuola avvalora e ripropone. >nc e i docenti, infatti, non sempre anno un$idea dello studio elaborata criticamente e proposta sistematicamente con coerenza e persuasivit%. =apita cos7 c e in un collegio docenti o in un consiglio di classe, alla domanda: # = e cosa lo studio? #, le risposte oscillino tra utopie e #conti della serva#, per cui lo studio identificato ora come # pura passione# o come #investimento per il futuro#, ora come #impegno a prendere sette, accumulare crediti ed evitare debiti., =i sono tuttavia genitori e docenti c e sanno sia sintetizzare il valore e la funzione dello studio sia articolare e motivare definizioni operative ) Mazzeo 066:*. "er (uesti docenti e genitori pi& facile educare allo studio e mediante lo studio. +ediamo come e perc ,.

2.1- Quando lo studio diventa scontro


- =asa mia diventata un inferno. 8 la colpa dello studio.. =os7 inizia il collo(uio una mamma in una sala professori. >scoltandola mi viene in mente unaltra memorabile frase della materna disperazione di fronte al figlio c e -boccia. continuamente lo studio: - Non studia? Io lo lascio perdere, altrimenti lammazzo.. Euesti ed altri episodi, c e ogni lettore potrebbe raccontare, se minimamente pensasse alla sua esperienza di genitore o di docente impegnato a -fare. studiare, dimostrano c e la scuola e lo studio, spesso, invece, di essere fattori di soddisfazione c e coagula ed arricc isce la famiglia, diventano delle mine vaganti nella comunit% domestica e nella crescita personale dei figli. "roviamo a cogliere la dinamica di tale conflittualit% e tracciare una possibile via di uscita da (uesta situazione deprimente e drammatica, in cui si perde facilmente la pazienza, caratteristica fondamentale dell$educatore, si cade nella disistima nei confronti di s,, dei figli, dei docenti, della scuola. /i osservi innanzitutto c e lo studio diventa una mina vagante nei rapporti in casa (uando i risultati scolastici non sono (uelli c e i genitori si aspettano. /e il figlio rientra in casa con giudizi e voti positivi, non succede niente: ci si congratula ) raramente*, ci si compiace di se stessi e dei figli )segretamente*, nella riuscita dei (uali, pi& o meno, ci si identifica. /ono i casi in cui lo studio diventa oggetto del narcisismo dei genitori e come tale viene trattato sulla scena dei rapporti interpersonali. "rima o poi, per', la maggior parte delle famiglie deve fare i conti con linsuccesso scolastico, magari solo momentaneo. In (uel momento, se il problema non viene affrontato nellorizzonte della totalit% dei fattori in gioco, cominciano i guai: malumori, rinunce, minacce, ricatti, fug e e ritirate sono allordine del giorno. Lo studio e la scuola diventano fonti di ansia e di conflitto. =onflitto tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli. Conflitto tra marito e moglie. =onsegnando la sc eda di valutazione alla mamma di un ragazzo di seconda media, gi% ripetente, dovetti dirle c e lo stato di -salute scolastica. del figlio peggiorava sempre di pi&. #Lo so? F rispose 1 8$ colpa di mio marito: io dico una cosa e lui un$altra#. Notando poi la mia perplessit% al riguardo, aggiunse: -<uardi, (uesto cos7 vero c e una settimana c e non ci parliamo..

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5 8sagerato, direte. Aorse. 8 certo, per', c e se lo sguardo del marito non coincide con (uello della moglie per (uanto riguarda il bene del figlio, al (uale ciascuno tiene moltissimo, il risultato , c e ci si contrappone a vicenda, rendendo inutile il ric iamo educativo e sterile la volont% di -far. studiare. /i consideri inoltre c e (uando si arriva agli eccessi evocati dallepisodio, sopra riportato, perc , ci sono altri elementi di conflitto tra marito e moglie e landamento scolastico del figlio diventa solo un alveo e terreno di prova di uno scontro pi& vasto. Dn altro esempio. > sera rientra il marito, stanco e nervoso per la giornata. Marco ancora l7 c e cincisc ia tra (uaderni e compiti, mentre la televisione procede a tutto volume.. =ome? Non ai ancora finito i compiti? Mi sai ripetere la regola della casa:? No ? Ge la ridico per lennesima volta: i compiti si svolgono al pomeriggio, non alle otto di sera? =apito, testone??. "oi si rivolge alla moglie: - /iamo alle solite, cosa gli ai fatto fare nel pomeriggio?. La donna non risponde: non vuole esplodere. Luomo insiste: - Non sei capace di educarlo. Aa (uello c e vuole. Euello c e sta succede, sia c iaro, solo per colpa tua ?. . > (uesto punto il vulcano erutta tutto (uello c e solitudine, delusione, rabbia contenuta, spossatezza psicologica e stanc ezza fisica avevano accumulato da (uando Marco era ritornato da scuola con la spada di !amocle dei compiti. 8 Marco? /i convince c e lo studio unattivit% pericolosa: -rompe. la sua vita, fa litigare i genitori, comporta problemi ingestibili. = e fare? -Giremm innanz., vorrebbe rispondere imitando eroi leggendari. >ncora pi& evidente il conflitto genitori- figli: - Euanto ai preso oggi a scuola? Ge lo dicevo io: guarda c e ti interrogano. 8cco unaltra insufficienza. !evi studiare, capisci? Non vedi: tutti noi lavoriamo, tu invece ti rovini nel fare niente. Ma (uando cominci? <uarda se studi, ti promettoH /e continui a non fare i compiti, ti bocciano. >scoltami. Lo sai c e ti voglio bene. >scoltami: mettiti a studiare9 ti promettoHAallo per me. ./i finisce in (uesto modo tra le ombre dei ricatti e le ambiguit% degli affetti oppure si d% lavvio al braccio di ferro sulla lunga tavolata del pomeriggio: - Marco, (uando ti metti a fare i compiti?. - /ubito, mamma. Lasciami guardare ancora dieci minuti la tv.. !opo un (uarto dora la signora riprende. ->llora, i compiti?. - Gi o detto di s7, mamma. Ira mi riposo un po. Jo fame. !ammi la merenda. =onsumato la brioc e, le patatine e la coca, Marco si accorge c e la mamma ritorna alla carica. 8 (uesta volta deve davvero darsi da fare. "rende il diario. Lo apreH > i, non capisce cosa a scritto. - Mamma, telefono a Matteo. Non so i compiti per domani.. /furiata della signora, lunga telefonata di Marco9 svolgimento dei compiti rimandato ancora di mezzoraH Intanto si fa seraH =ome uscire da (uesta situazione? =ome comportarsi? "rima di rispondere, invito ad annotare unaltra forma del conflitto in famiglia: lo scontro tra fratelli, tra il maggiore e il secondogenito, per esempio. 8 il conflitto di competizione, c e emerge, nellincuria e superficialit% dei genitori, (uando tra due fratelli molto vicini di et%, uno a lodevole successo a scuola, mentre l$altro, assolutamente demotivato, accumula insuccessi. 8 la demotivazione dettata da strategie di fuga: il secondo a paura di non essere bravo come il primo, di non raggiungere i traguardi del fratello, per cui non si impegna. La competizione a (uesto livello pericolosa9 infatti, non una gara tra s(uadre e dar% un solo vincitore, o no?

2.2- Unarma di ricatto affettivo


8 vero: i conflitti tra genitori e figli, almeno entro certi limiti, non solo sono inevitabili, ma sono necessari per la crescita, anc e nello studio )Lena 06BK*. Janno la fisionomia di una dialettica necessaria per continuare a camminare avendo davanti una meta e a fianco una guida.. /e in famiglia c il clima c e ad essa si addice ovvero (uello di un luogo di accoglienza e di unit%, allora (ueste crisi sono gestibili come i piccoli raffreddori: basta (ualc e piccola attenzione e tutto si risolve.
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L I problemi seri nascono (uando il conflitto tra una proposta e il capriccio, tra lurgenza del lavoro o linerzia del figlio, tra i tempi del bambino e la pressione della scuola. Non solo nel campo dello studio. Il bambino sbuffa, batte i piedi, urla. La madre insiste e lo -costringe. anc e perc , pensa: #= iss% c e cosa dir% la maestra? No, devi studiare. Eui comando io, non lui:. Il bambino non conosce n, contenuto n, ragioni di (uesta specie di pensieri. Guttavia intuisce c e per il genitore lo studio , una cosa importantissima e mette in atto inconsciamente i meccanismi del ricatto affettivo. Ricordo una ragazzina, in prima media, c e diceva: #Mamma, io svolgo i compiti solo se tu resti (ui vicino a me#9 e la mamma era costretta a stare seduta con i gomiti sul tavolo, incatenata al capriccio della figlia per paura del giudizio dei professore e dellinsuccesso famigliare. Lattivit% proposta dalla scuola era diventata una punizione vissuta in due. Ricordo anc e (uello scolaro di (uinta elementare c e in casa ripeteva urlando al genitore: #Io studio (uesta pagina di storia, solo se tu me la riassumi e me la sottolinei. "oi ti prometto c e limparo a memoria.. > volte i ricatti sono attivati dai genitori stessi al punto c e il figlio o resta eternamente bambino oppure si trasforma in ribelle indomito. 8sempio, un ragazzo diciassettenne, studente di un Istituto Gecnico, alto e grosso, viveva l$esperienza scolastica da -trascinato. felice e beato. In classe non interveniva mai, sembrava eternamente intontito. Interrogato, dimostrava sempre una grande confusione ed una povert% di linguaggio preoccupante. Il coordinatore del =onsiglio di classe decide allora di convocare la madre. La signora si precipita affannata ed impaurita, subito il giorno dopo. >scolta il professore c e spiega la situazione9 alla fine esclama: - Non possibile, il mio bambino un bravo figliolo. /tudia tutti i giorni con me9 io leggo e lui ripete#. > volte i ragazzi trovano la forza e si ribellano perc , non vogliono restare eternamente bambini. 8$ (uello c e successe ad una studentessa di seconda liceo: da un giorno all$altro decise di abbandonare la scuola. "erc ,? "er punire i genitori.

2.3- Lo studio non ammette sostituti


Nella drammaticit% di (uesti conflitti e nella permanenza di (uestambiguit%, spesso ci si accorge )non si accetta il fatto* c e i figli crescono, vogliono tagliare il cordone ombelicale, vogliono cominciare a vedere le cose con i loro occ i e con la loro testa. 8 magari il loro no allo studio segno semplicemente di (ualcosa c e vogliono comunicarci e non sanno come. Non ci si accorge di simili tentativi, per cui a poco a poco, nella situazione conflittuale descritta, si cade nello scetticismo e nel disimpegno educativo oppure nella violenza dellautoritarismo . Lo scetticismo, a livello educativo soprattutto, una resa: non ci si aspetta nulla di buono dal nostro figlio3a. 8 (uando ladulto si arrende davvero la rovina per i ragazzi: non anno punti fermi, non sanno a c e cosa aggrapparsi, manca loro unipotesi autorevole da verificare, per cui pi& forte il risc io del naufragio e della deriva. >nc e la violenza )-!evi fare come voglio e dico io.* semina strage, perc , lo studio gesto di libert%, intrapresa della conoscenza, risc io ed avventura personale. #L$imparare, lungi dall$essere (ualcosa di passivo, implica una scelta (uasi drammatica di situazione...>lla radice dell$imparare c$ il gesto mentale di occupare una posizione : ap1 punto la posizione di colui c e vuol imparare .. Imparare operazione lenta difficile, indipendentemente dal grado di intelligenza, dai talenti dell$allievo: proprio perc , dipende da (uell$atto preliminare di accettazione profonda della (ualit% di soggetto c e sceglie di imparare # )<ramigna 06B:*

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K Euesto #gesto mentale# )affettivo e cognitivo* non ammette sostituti. N, il padre, n, la madre, n, il docente, n, altri, possono compiere (uesto gesto di apertura, di disponibilit%, di dipendenza dalla realt%, al posto di c i apprende. -L$apprendimento, infatti, una responsabilit% c e non pu' essere condivisa. = i impara deve scegliere di volere imparare.# )NovaM1<oNin 06B6*. +olere nel senso di decidere )tagliare i ponti con l$ac(uisito, (uindi risc iare* e accettare di #confrontarsi con le cose o con la rap1 presentazione concettuale delle cose o con il mondo degli artefatti o con le informazioni della cultura... di costituirsi come centro di rapporti significativi con il mondo e con se stesso #) "aparella 06BB*./i tratta di un volere c e , esercizio di responsabilit% personale, a cui non si educa n, dicendo: -Aai come dico io, studi come e (uando dico io, cio (uando io sono presente, sotto il mio diretto controllo., e neppure affermando: .Aai come ti pare e piace.. "er educare alla responsabilit%, anc e nello studio, la cosa pi& semplice e naturale di -far. compagnia, non tanto fisicamente )passando del tempo, come vedremo*, (uanto consegnando unipotesi di valore da verificare. Il punto delicato la modalit% di tale consegna. Aacendo riferimento alla ricerca pedagogica potremmo indicare tali modalit%, con espressioni come -coerenza amorevole., esigente comprensione., - volont% fraterna contrariante. ) Mazzeo 066:*, c e fondamentalmente sono slogan per ricordare c e la relazione tra genitore e figlio deve essere, anc e nelle cose di scuola, autorevole, significativa e flessibile. "er capire in cosa consiste la flessibilit% o variazione di distanza nella relazione educativa, osserviamo un bambino c e sta imparando a camminare. Il piccolo sul pavimento. Improvvisamente, con timore e tentennamenti, si alza e si muove sulle gambe. La mamma, lieta e stupita per (uesti tentativi, gli sta vicino, gli d% la mano, poi solo un dito ed il bambino prova ad avanzare9 ad un certo punto la mamma si stacca del tutto di un passo, il piccolo tende le manine, vorrebbe correre, perc , la mamma con intelligenza indietreggia sempre di pi& ed pronta ad intervenire, al minimo incidente, per rassicurare il bambinoHIn (uesto modo, a poco a poco, egli impara a muoversi in spazi progressivamente pi& ampi , fino a -con(uistare. il mondo. Noi genitori a volte vorremmo evitare ai figli la fatica, la difficolt%, linsuccesso o il fallimento. In (uesto o in (uel campo, soprattutto nello studio e nella scuola, se studio e scuola anno per noi un valore notevole. 8 per (uesto non sempre riusciamo a variare la distanza e (uindi a facilitare lavventura del risc io educativo. !imentic iamo c e vero c e ci' c e conta il bene del figlio, la sua felicit%9 pu' darsi, per', c e (uesta si attui in forme e in tempi c e non rientrino negli sc emi nostri relativi alle modalit%, al tempo, alla consistenza dellumana realizzazione dei figli.. Euesta una cosa c e genera dolore, a tanti livelli. >nc e nello studio, tanto c e a volte lo si vorrebbe eliminare.

2.4- Lo studio: un totem ?


/ostengo c e a volte si vorrebbe eliminare lo studio, perc , , visto e vissuto come una specie di inciampo per la vita famigliare. 8$ come se, nel salotto di casa, avessimo un armadio fastidiosamente ingombrante: vorremmo bruciarlo, liberarcene. >spettiamo l$estate, ma anc e (ui sopravviene l$ingombro dei compiti delle vacanze. 8 magari anni, mesi e giorni prima era pensato, proposto e valutato come il totem di famiglia, di fronte al (uale ci si inc inava oppure ci si arrabbiava fino a tentare di frantumarlo e buttarlo nella spazzatura. /pesso la proposta di apprendimento sistematico c e fa la scuola , percepita come determinante la totalit% della vita del figlio fino al punto c e con lui non si parla di altro allinfuori di voti, programma, carriera scolastica.

: Euando propongo ai miei ragazzi un compito in classe, dico loro: #Ragazzi ricordate c e il compito non , contro di voi ma per voi. /erve per verificare (uanto avete imparato, eventualmente per soffermarci altro tempo sugli argomenti c e non sono stati ben assimilati.# Dna ragazzina di prima media, l$altro giorno, mi a risposto: #"rofessore, per lei , cos7, ma per i genitori, no? > loro interessa (uanto prendo#. Gerribile (uesto giudizio sui genitori. Ja ragione la ragazzina: non conta il voto, la prestazione momentanea9 (uello c e conta , il cammino. Lo sguardo sullesperienza scolastica del figlio da parte di un pap% o di una mamma educatori, non riguarda il (uanto, ma il come, non concerne la tecnica e il rendimento immediato, ma il metodo e la perseveranza nellavventura della conoscenza. Iccorre puntare gli occ i su c i , nostro figlio, sulla (ualit% della sua vita, sull$esperienza c e sta vivendo, tenendo presente c e per (uanto riguarda il rendimento nelle prestazioni ci possono essere alti e bassi. Non l$ossessione per il successo, ma uno sguardo positivo sulla realt%. Gra l$altro, (uesta , anc e la strada migliore per il successo. 8cco ci' a cui deve tendere la comunicazione del genitore nel rapporto con i figli nelle sue varie forme, soprattutto (uella tacita ed indiretta.

3- Percorsi per educare allo studio e mediante lo studio


Gra educazione e studio c uno stretto rapporto. = i riesce negli studi ) non dal punto di vista dei voti, ma del significato*, significa c e sta andando bene, perc , sta accadendo lincontro con la realt% e (uindi la crescita. /e un ragazzo vive con impegno e serenit% lo studio ) non dico con successo; il successo dipende anc e da tanti altri fattori*, vuol dire c e sta crescendo in un orizzonte ampio, per cui se ci sono difficolt% cerca di affrontarle in un modo consono allideale indicato. Leducazione, non solo meta, ma anc e base dello studio. Infatti un ragazzo, c e non abituato a tenere gli occ i aperti e non capace di responsabilit% per cui non affronta i suoi problemi, anc e (uelli di vita (uotidiana )es. allacciarsi le scarpe, preparare la cartella, mettere in ordine il materiale di lavoro, ecc*, difficilmente protagonista del suo studio. /e il rapporto con la realt% povero, parziale ) se ci si muove con gli occ i c iusi, o semic iusi, tirando a campare, mangiando1bevendo1dormendo e guardando la televisione*, c iaro c e non si studia o si studia male. Il ruolo del genitore nello studio del figlio (uindi (uello delleducatore, di colui c e intende introdurre un bambino o un ragazzo nellimmenso campo del reale, senza censurare nulla, indicando ipotesi di valore per la verifica personale del rapporto con le cose. Lo svolge pro vocando, cio c iamando fuori dal capriccio e dallinerzia assecondando limpeto c e proietta ogni uomo nel paragone con le cose, condividendo lesercizio di (uesto paragone. /pesso la provocazione si presenta come pressione esterna )docenti, dei genitori, compa1 gni* e, pi& o meno forte, fino al punto di sostituire o annullare lo studente. !ovrebbe essere pro posta, forte, dolce e tenace, c e toccando il desiderio, i bisogni, le esigenze dello studente, pi& facilmente, mobiliti laffettivit% e risvegli la consapevolezza del #potere, volere, dovere# svolgere un compito c e -per me.. Euesto accade, (uando nel rapporto educativo, la proposta a le caratteristic e di un avvenimento, c e di fatto invita ad una consapevolezza, illumina una corrispondenza possibile e sperimentabile tra i bisogni e le promesse intuite e contenute nel compito di apprendimento insegnato di (uesta disciplina, in (uestora, con (uesto insegnante, in (uesta classe. Naturalmente, da un punto di vista educativo, ci' -passa. dentro i rapporti personali, nel tempo c e si d% ai figli )soprattutto nella (ualit% di (uesto tempo*.

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B Il genitore -c iama fuori., innanzitutto, con il fascino della propria testimonianza, all$interno della famiglia, nel lavoro, anc e nel modo di affrontare la realt% sociale e di vivere il tempo libero . "er esempio, o spesso notato c e la retorica pessimistica del lavoro ) - = e barba, anc e domani in ufficio. , - = e rottura il lavoro.*, tanto diffusa nel mondo degli adulti, induce i ragazzi ad un atteggiamento scettico nei confronti della scuola e dello studio. In secondo luogo pap% e mamma pro1vocano con la pazienza propositiva, profetica e tenace, c e capacit% di soffrire per amore, di aspettare un positivo mentre si im pone )si propone continuamente*, di rispettare la libert% del ragazzo, di mantenere la fiducia, c e incute sicurezza, sostiene e motiva l$impegno concreto e operoso con la realt% e il compito. Jo scritto -profetica. perc , anc e il genitore, come linsegnante, , il profeta del successo o dell$insuccesso del ragazzo nello studio semplicemente perc , sa guardare pi& in l% e sa dire ) con lessere ed i fare, pi& c e con le parole*: #Gu ce la farai, perci' ti propongo simile impegno# )<ibson F >nice 06BK* . Euando sistematicamente, con modi da giudice in(uisitore, c iediamo: #Aammi vedere?#, noi buttiamo alle ortic e la pazienza e ci mettiamo la divisa dei controllori, la cui funzione strettamente connessa ad una mancanza di fiducia verso il cittadino. =os7, il ragazzo, nel tempo, si abitua a vederci come l$arbitro dello studio. Ira, l$arbitro non , l$allenatore: mentre il primo generalmente, evitato, il secondo, anc e (uando d% fastidio, -rompe., , -uno c e , con me e per me.. Il bambino, come il giovane, a bisogno di sentire c e ladulto , con lui, anc e (uando lo si rimprovera. Il genitore, per fare (uesto, non deve rimanere da solo: deve innanzitutto collaborare con la scuola e poi con le altre agenzie educative )associazioni e (uantaltro*, presenti nel territorio c e coinvolgono il figlio. 8 una collaborazione necessaria, diritto F dovere, della vocazione della famiglia, c e pu' essere facilitata, se si anno c iari alcuni itinerari percorribili. Il primo itinerario percorribile da tutti i genitori, in ogni famiglia, indicare, con parole ed opere, la radice dello studio: lamore alla realt% e alla vita. Il secondo (uello di testimoniare in famiglia una concezione positiva dello studio e della scuola. Il terzo riguarda il comportamento studioso ovvero uno stile di vita adeguato allessere studente. Il (uarto facilitare lac(uisizione di abilit% di studio, c e vadano oltre la meccanica del -leggere e ripetere., perc , studiare vuol dire esercitare la ragione, pensare e appassionarsi sempre pi& al reale attraverso le discipline scolastic e.

3.1 La radice dello studio: lamore alla realt


"er studiare occorre essere motivati nei confronti della vita e del reale, perc , lo studio un atto di amore e di volont% nei confronti delle cose )Lena 06BK*. +olete aiutare i figli a vivere lo studio in modo efficace e non solo efficiente? >iutateli a rapportarsi con le cose, se stessi e gli altri, assecondando limpeto della ragione e i motivi del cuore, perc , il luogo dellapprendimento la relazione io1mondo caratterizzata dallattenzione, dalla domanda, dallascolto, dallo stupore. Jo gi% documentato come lattenzione, la domanda, lascolto e lo stupore siano le condizioni imprenscindibili di ogni forma di apprendimento umano e di conoscenza autentica )Mazzeo 066:*. Mi limito pertanto a presentare alcune immediate esemplificazioni emergenti riflettendo sullesperienza di (uesti anni. /olitamente noi insegnanti a settembre, il primo giorno di scuola, c iediamo agli alunni di parlarci delle loro vacanze. 8d essi rispondono: -/iamo andati al mare, in montagna..., di (ua , di l%, ecc.. 8 noi incalziamo: ->l mare, dove?.

6 8 allora andiamo in crisi: alcuni non sanno dove sono stati al mare, n, si ricordano il paesino di montagna. Il tempo passato in villeggiatura, (uindi, non stato tempo di rapporto con la realt%. /ono stati momenti in cui sono semplicemente sopravvissuti, magari divertendosi. Il rapporto con il reale era frutto di un solletico, non di una domanda. Non era caratterizzato da attenzione, da stupore. La vacanza non stata unesperienza, ma un sogno o un consumo o (ualcosa del genere. 8d andiamo in crisi perc , pensiamo: -=ome faranno a studiare geografia, il cui oggetto di studio proprio il mare, la montagna, la citt% ?. Dn altro esempio. /e i nostri ragazzi crescono con il pregiudizio c e la matematica non serve perc , tanto loro faranno il liceo classico, allora studiano solo (uelle poc e cose c e servono per sopravvivere nella scuola c e fre(uentano attualmente. /e poi nel pregiudizio, c lo zampino delladulto...? Mi raccontava una maestra c e una madre, di fronte al (uaderno disordinato del bambino di seconda elementare, su cui avevano iniziato ad annotare i primi rudimenti dellinsiemistica, ad un certo punto uscita con la frase: -<uardi c e mio figlio come mio marito: la matematica proprio non la capisce?. Molto probabilmente il bambino crescer% con il pregiudizio c e la matematica non la capisce e non deve capirla, perc , altrimenti va contro il padre, c e vuole e deve imitare. Gerza esemplificazione: le gite scolastic!e. /e non si combatte lo sc ema -predefinito. sulla gita della classe, la preoccupazione del ragazzo non di -guardare. assecondando la voglia di conoscere, ma di stare in pullman, mangiare i panini, comprare, evadere, trasgredire, stare sveglio di notte, ecc. Dn paio di anni fa, (uando con la terza media sono andato a visitare le tombe etrusc e, cera, s7, un gruppo di alunni c e poneva domande e seguiva la guida, ma cerano anc e (uelli c e sbuffavano e ripetevano: -/empre a camminare? "rof., cosa stiamo (ui a fare: (ueste sono sassi, ci sono anc e al nostro paese ?.. "erc , succede (uesto? "erc , (uesti ragazzi non sono educati a guardare oltre se stessi. Immersi nella cultura del narcisismo, sono tenuti a mollo nel soggettivismo, magari con adeguato addestramento multimediale e scolastico. 8 se non sono introdotti alla totalit% del reale, difficilmente studiano ) o studieranno* da uomini. Dngaretti, c e cito a mente, afferma c e -La poesia dovrebbe essere una risorsa per luomo: deve distruggere il pappagallo, la scimmia, il robot c e abbiamo dentro e far venire fuori luomo. Noi possiamo -addestrare. nostro figlio, condurlo a rapportarsi alle cose da pappagallo, da robot, da scimmia o da uomo. Il fatto c e un figlio si rapporti da uomo, a casa o a scuola, nello studio o nel tempo libero, pu' diventare pericoloso, perc , pu' c iedere e dare delle ragioni diverse rispetto a (uello c e il potere delladulto riconosce e pretende. Ma dove sta lamore del genitore se non nellaffermazione del valore e della dignit% delluomo? 8 (ual il compito della famiglia, definita da <iovanni "aolo II -scuola di umanit%., se non (uello di generare uomini? Gra laltro studiare da scimmia ) fermarsi su (uello c e pare e piace* non studiare ovvero non applicarsi alla ricerca della verit% delle cose. Imparare da robot )da secc ione moderno* non imparare ovvero non ingrandirsi, lasciarsi introdurre in spazi sempre pi& grandi, incontrare sempre cose nuove. Gantomeno studiare mestiere di un pappagallo. /i capisce c e si studia da uomini solo (uando lo studio esercizio di ragione, amore alla verit% delle cose, intrapresa solidale collaborativa dentro la crescente consapevolezza di essere -nani sulle spalle dei giganti. )Mazzeo 066:*

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02 +ogliamo aiutare i figli nello studio? >iutiamoli ad aprirsi ed appassionarsi alla realt% offrendo loro l Oipotesi c e la tradizione ci a consegnato e noi abbiamo verificato come corrispondente alle umane nostre esigenze. /enza apertura e amore al reale impossibile la motivazione allo studio come applicazione sistematica, personale e guidata all$apprendimento proposto, controllato e valutato dalla scuola. 3.1.1 - La voglia dello studio Motiva il docente o genitore c e contribuisce alla creazione, meglio alla scoperta di un valore )ci' per cui vale la pena* dello studio. Non si pu' dimenticare c e l$uomo accetta il particolare ) esempio: studiare le tabelline*, nella misura in cui esso si palesa come realizzazione di un universale. #/oltanto il grande, soltanto il totale, soltanto il sintetico animano l$energia umana nell$affronto del minuto e del (uotidiano# ) <iussani 066L, p.4B*. Matrice di (uesta energia sono i bisogni e le esigenze dell$uomo: amore, verit%, giustizia, felicit%, ecc. Motivare perci' sviluppare negli studenti la consapevolezza dei bisogni, favorirne la rappresentazione in sc emi di azione provocando allesperienza. La voglia dello studio # una motivazione positiva... a conoscere o a far (ualcosa e, cio, ad impegnarsi nell$esperienza# ) <iugni 06:6, p.@I5*. Ma #ci' c e caratterizza l$esperienza , il capire una cosa, lo scoprirne il senso... 8 il senso di una cosa si scopre nella sua connessione con il resto, perci' esperienza significa scoprire a c e una determinata cosa serva per il mondo.# )<iussani 066L, p.L4*. /i fa dun(ue esperienza di studio, dove c$ con1 sapevolezza, intelligenza del senso dello studio, scoperta e verifica di un progetto c e riguarda s, e il mondo nel concreto di un compito di apprendimento ) con(uista di conoscenze, sviluppo di abilit%, ac(uisizione di competenze*, assegnato nel contesto della situazione pedagogica . In altre parole c la voglia dello studio (uando lo studente si accorge c e un suo bisogno pu' avere una risposta efficace, raggiungibile nello e mediante lo studio9 e si accorge perc ,, come abbiamo visto, c$ una provocazione ed una condivisione caric e di una promessa, c e riguardano -proprio lui.. "roprio perc , riguarda -lui., la motivazione allo studio non esiste in astratto e non intercambiabile: ci' c e per un certo studente si rivela efficace, per un altro, invece, non a nessuna incidenza9 ci' c e a funzionato come sprone allo studio nella vita del genitore, non detto c e funzioni nel figlio. = i intende motivare gli alunni e3o propri figli deve tenere conto di (uesto carattere personale della motivazione e deve tener presente c e la motivazione allo studio innanzitutto, un problema di cultura e di educazione. Non (uestione di tecnic e, n, di magie psico1professionali. Riguarda la cura delle domande, lo sguardo alla totalit%, l$uso della ragione. >ccade in un rapporto educativo, in un$educazione, c e giustamente stata definita # opera d$amore$ )Lena 06BK*. 3.1.2 Aiutiamoli a vivere 8lementi facilitanti la nascita e lo sviluppo dello motivazione allo studio non sono allora i ric iami al dovere e alla nobilt% dello studio, n, la c iarezza delle ragioni e la solare utilit% dei progetti, n, l$esercizio del potere da parte degli adulti, n, lo sforzo di volont% degli alunni. Il problema della motivazione ultimamente un problema di attenzione alle ragioni del vivere. !ovremmo aiutare i nostri figli, in altre parole, a rispondere alla domanda: #"erc , studiare# in connessione a (uella: #=osa ci sto fare al mondo: perc , vivo?. =onsiderare seriamente tali domande e tali connessioni significa imboccare la strada della promozione di autentic e ed efficaci motivazioni.

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00 8$ la strada c e potremmo definire della cultura della responsabilit%, (uella c e conduce il bambino e il ragazzo a dare al suo studio un contenuto (ualificato sia livello soggettivo )# il mio progetto, il mio studio, il mio compito#* sia a livello oggettivo ) # il progetto adeguato alla scuola e alla classe c e fre(uento#*. La famiglia non pu' proporre, sostenere e controllare semplicemente progetti di so1 pravvivenza )di non mortalit% scolastica*. !eve puntare alla #promozione# della (ualit% di vita dello studente: a proporre e valorizzare #ci' c e fa crescere# la ragione e l$affettivit% dello studente. Euesto implica il rifiuto della complicit% a #(uel s7 anonimo #, strappato tra minacce, premi e castig i c e vediamo nelle aule scolastic e e in casa, per cui abbiamo sempre pi& studenti trascinati e refrattari. #Il vero studente uno c e sa vivere# )Mazzeo 0662*: uno c e sta con gli amici, ascolta musica, fa sport e tante altre cose, con la tensione a coglierne e verificarne il sensoH /e vogliamo aiutare i figli nello studio, aiutiamoli dun(ue a vivere, aiutiamoli ad ac(uisire una posizione umana attiva e non passiva nei confronti delle cose, di tutte le cose: nel gioco, nel vedere la tv, nello stare con gli amici.... accompagniamoli nella comprensione del senso delle cose e della vita. 3.1.3- on esistono ricette !al discorso fin (ui svolto si capisce c e nel promuovere motivazioni non esistono ricette. =ome in ogni altro atto educativo bisogna accettare il risc io di fallire. L$educazione senza la consapevolezza di (uesto risc io diventa prima o poi violenza, masc era di una volont% di onnipotenza, c e per' non tarder% a tramutarsi nello scetticismo e nella disperazione educativa. ) #Lo lascio perdere, se no l$ammazzo#*. Non esistono dun(ue, per fortuna, ricette nell$educazione. =i sono esperienze c e documentano criteri, ideali, passi, problemi affrontati e risolti, difficolt% insuperate. 8$ proprio a partire da una riflessione su (ueste esperienze c e mi permetto di formulare dei suggerimenti, c e naturalmente vanno assunti e verificati cum grano salis. 8ccoli: >ssecondare o elevare realisticamente il livello di aspirazione )dobbiamo ridimensionare la tendenza all$autosvalutazione o alla presunzione dei ragazzi*9 fornire delle idee concrete su come raggiungere le mete )es. programmazione dei tempi dello studio*9 non sostituirsi nei compiti difficili, ma condividerne la fatica9 porre delle mete e dei traguardi precisi ed adeguati al ragazzo )passare da 02 a L errori, per esempio...*9 coinvolgere nella scoperta delle ragioni dell$insuccesso9 far costruire un orario settimanale c e permetta di sperimentare c e tra la vita )gioco, amici, G+, ...* e studio non esiste opposizione9 manifestare sempre un$attesa positiva, tenace e paziente nei confronti dei ragazzi )l$educatore , profeta del successo o dell$insuccesso dei ragazzi*. 8 il castigo, la punizione? "er rispondere a (uesta domanda occorre ricordare c e, in genere, la lode sempre pi& efficace del premio perc , infonde fiducia in s, stessi9 tra premio e castigo certamente meglio il premio )non in denaro ovviamente*9 a volte si rende necessario anc e il castigo ) non vedere la tv, non uscire (uesto pomeriggio, ecc.*, ma (uesto efficace se immediato, proporzionato, trasparente di amore, soprattutto. In altre parole il ragazzo deve capire c e la punizione frutto del desiderio del bene, non espressione di vendetta del potere. In ogni caso, bisogna evitare l$indifferenza e cercare di praticare larte dellincoraggiamento.

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0@ 3.1.! L"arte dell"incoraggiamento Incoraggiare nello studio vuol dire rassicurare i nostri figli sulla strada del compito di apprendimento mantenendo uno sguardo realistico positivo. Realistico: considerare i figli come se fossero dei geni, n, nemmeno degli -scemi.? Dna volta una mamma affannata e desolato mi a c iesto, al collo(uio di ricevimento: -Mi parli di (uella bestia di mio figlio?. 1 Euella mamma vedeva solo il negativo del figlio. Dnaltra volta un babbo e una mamma dopo c e o raccontato loro del figlio, mi anno risposto: -Ma lei si sta confondendo? Non sta parlando di nostro figlio? Aorse lei lo a confuso con un altro alunno di unaltra classe.. 1 8videntemente cera in (uei genitori una visione non realistica del figlio. I nostri figli e i nostri alunni rendono se sono accettati ed accolti cos7 come sono, bisogna c e si sentano amati fino in fondo cos7 come sono? In uno sguardo damore ricevono lassicurazione del successo non semplicemente scolastico n, formativo, ma umano. Incoraggiare vuol dire# invece, affermare: -/o c e vali di pi& e c e ce la farai.. =ome (uesto incoraggiamento pu' avvenire? -;ravo? Ma guarda come sei bravo?. 1 "ossiamo dire )...e non per finta*, evidenziando un positivo nel lavoro del figlio, valorizzando un aspetto del tentativo dello studente. Euando il nipotino viene vicino a me, fa uno scarabocc io, mi dice: -Euesto sei tu?- 1 /e io rispondo con parole e pensieri del tipo: -Ma cosa ai combinato, c e sgorbio (uesto? Non sei capace di fare niente?., io divento peggio di Medusa: tramuto in pietra la voglia di un bambino di (uattro anni di misurarsi in un tentativo di disegno: tra laltro ci riesco, proprio perc , il nipotino mi stima moltissimo. /e invece dico: - ;ello?... F e non posso fermarmi l7, perc , evidentemente non bello? 1 Ma dove sono gli occ ietti? Aai bene gli occ ietti1 8 gli lascio il tempo per disegnarli 1. !ove sono i baffi, dov il collo H? -1 > poco a poco il bambino costruisce una figura umana perlomeno completa, grazie alla pratica dellarte dellincoraggiamento.

3.1.$. %erso una compagnia pi& grande In (uesto impegno di educazione allo studio e mediante lo studio, nella riproposizione tenace di motivi ragionevoli per iniziare e compiere l$azione 1 studio, la famiglia non pu' pensarsi e muoversi da sola. Ricordiamo c e essa , per natura #comunit% di amore#, soggetto comunitario, inserito in un tessuto di relazioni c e vanno oltre le (uattro mura di casa. !a (ui altre tre suggerimenti: collaborare )cercare e proporre collaborazione* con la scuola e con le altre agenzie educative )gruppo sportivo, oratorio, ecc. ...*9 cercare di valorizzare )dare il giusto valore* alle amicizie e alle compagnie dei ragazzi. Non possiamo dimenticare c e le motivazioni vanno verificate in una compagnia pi& grande. "assando dalle elementari alle medie, per esempio, i ragazzi manifestano una voglia sempre pi& grande ed ambigua di sganciarsi dalla famiglia. 8$ il momento della compagnia come #nuova mamma#. In essa si impara di nuovo tutto )o (uasi*, anc e il modo di considerare lo studio9 impegnarsi a costruire sempre di pi& spazi di incontro, di dialogo, di impegno con altre famiglie. =oncludo (uesto elenco di #cose da fare#, sottolineando c e conta soprattutto lo svolgersi attivo della consapevolezza c e la motivazione allo studio e nello studio non vanno mai sganciate dall$amore a s,, al proprio destino e, (uindi, al desiderio di felicit%.

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3.2 - Testimoniare una conce ione !ositiva dello studio e della scuola
=osa lo studio? =osa la scuola? "er i ragazzi : tortura, peso, noia, ecc. 8. per i genitori? +usto conoscere apertura all$umanit apprendimento lavoro arricc!imento uscire da s, verit di s, capire.... /ono interessanti tutte (ueste parole, pronunciate in unassemblea di classe, perc , permettano di enucleare una concezione positiva ed operativa dello studio, ben sapendo c e ognuno di noi si comporta in base agli sc emi, c e a in testa, indicati alla nostra consapevolezza dalle parole )Nuttin 06B4*. > 1 Lo studio innanzitutto un complesso di attivit' ( lezione, esercizio, interrogazione* di apprendimento consapevole ed insegnato# finalizzato all"incontro con la realt%. =ommento (uesta definizione portando degli esempi. -sempio n. .. I ragazzi dicono di aver svolto gli esercizi, poi magari anno scritto lesercizio di matematica sul (uaderno di italiano9 oppure dicono di non aver capito, ma non anno neanc e letto le istruzioni dellesercizio. >llora? Il problema c e svolgono lesercizio per linsegnante, e non per imparare. Lo studente deve svolgere lesercizio per s,. /egno c e ci' accade il fatto c e al termine si c ieda: - Jo imparato? No, allora lesercizio non svolto.. -sempio n./. = linterrogazione in classe. Linterrogazione c e cos? /erve allinsegnante per dare il voto? No, un momento importante per imparare, per c i -fuori. )alla cattedra* e c i al posto. -Dn complesso di attivit% di apprendimento consapevole.... Lapprendimento consapevole (uando lo scolaro sa cosa vuole, cosa sta facendo e il perc , lo sto facendo, per cui in (uellattivit% finalizzata allapprendimento - ci sta. totalmente. Lo -starci totalmente. forse la cosa pi& difficile oggi. /empre pi& si pensa, in un delirio di onnipotenza di poter essere davanti al libro, con la televisione accesa, la =oca =ola, magari con la cuffia sulle orecc ie... =ontro (uesta pretesa e (uesto vizio, occorre ribadire c e meglio un (uarto dora di studio consapevole c e un pomeriggio intero sui libri, in cui per' si compiono ) meglio si crede di compiere* altre cose: vale di pi& un (uarto dora di relaP c e un pomeriggio di -far niente.. !a (ui l$aut aut c e <uitton, indica come regola d$oro del lavoro intellettuale nei seguenti dei termini: #Non tollerare n semilavoro n semiriposo. !atti tutto intero o distenditi in modo completo. = e non ci siano mai in te mescolanze del genere.# ) <uitton 06B2, pag. @L* Iltre c e consapevole, lo studio apprendimento insegnato e sistematico. "nsegnato, ovvero non istintivo, spontaneo, perc , prpoposto, sostenuto, valutato nella triangolazione docente1alunno1materia ) Meireu 0662*. 0istematico: non si pu' studiare solo (uando si sotto torc io, in vista di uninterrogazione generale o di un compito in classe. Lo studio unintrapresa di ogni giorno scolastico. ;1 Lo studio, come ogni azione in cui si impara a conoscere, a esprimersi e a costruirsi, un gesto carico di significato c)e si compie per la promessa di un guadagno. !el resto -imparare. significa -procacciare. (ualcosa per s,, guadagnare. 8 lattesa e la certezza del compiersi di tale promessa c e rende lo studio -gustoso, procura sapore, (uindi sapere. /e non c gusto, non c studio, non c apprendimento.

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05 Non si tratta di nascondere laltra faccia dello studio: la monotonia, la rinuncia, la fatica. Non necessario ricorrere alla retorica e allinganno per -far. studiare. ;asta fare riflettere sullesperienza ed evidenziare c e anc e il gioco, lo sport, la tvHcostano fatica, perc , sappiamo (uanto gusto provino i ragazzi nel giocare, nel fare sport, nello stare davanti alla tv. Lobiezione non la fatica, ma il lassenza di significato, linconsistenza della promessa, la scarsit% del -guadagno. . = 1 8 la scuola? La scuola in famiglia dovrebbe essere sempre pi& proposta come un una dimensione ( non preparazione* della vita9 una compagnia guidata in un lavoro culturale c e a un significato per loggi. Lo studio non pu' essere semplicemente proiettato per il futuro. Non semplicemente -investimento per il domani., ma risorsa per la soddisfazione di oggi, cos7 come ogni vero lavoro, perc , gesto, contributo, cooperazione della propria libert% verso il destino buono di c i vive in casa con noi e di c i incontriamo. =ome testimoniare una tale concezione positiva dello studio e della scuola? Nel dialogo, nella costante provocazione, in una compagnia significativa pi& grande, c e presenti lo studio in modo concreto ed operativo come applicazione libera dellintelligenza, senza astrattezze e senza moralismi, tenendo conto dellet%, del bisogno, del tipo di scuola del figlio, documentando, per esempio, c e il -fare. i compiti unattivit%, c e con la dovuta regia, pu' giocare un ruolo efficace per la piena realizzazione dellio e il benessere di tutta la famiglia.

3.3 - Guida alla regia della giornata


Lo studio # un$azione lunga e spesso rinnovata. 8$ dun(ue di somma importanza c e sia ben organizzata e c e il tempo c e vi dedic iamo non vada perduto# )Nicole 06BB, p.@0L*. "erc , il tempo non vada perduto e l$organizzazione sia di (ualit% occorre ac(uisire l$abitudine a pianificare tempi ed attivit%. =i' non molto facile, soprattutto in una clima culturale giovanile c e confonde progettazione con esecuzione, separa l$azione dal pensiero )e viceversa*, scambia il sogno con la realt%. 8 gli adulti cosa dicono e come si comportano al riguardo? Iscillano, per la maggior parte, tra l$autoritarismo del tutto preconfezionato )#"rima fai (uesto...poi (uest$altro* e il permissivismo dell$istintivit% e dello scetticismo )#Aai come vuoi#, #Io non ti dico pi& nulla...Gi arrangi: non mi vuoi ascoltare?#*. /olo poc i seguono la strada della con segna di ipotesi di valore su come e perc , gerarc izzare gli impegni e le attivit% alla luce di criteri di autentica razionalit%. 3.3.1- Criteri per la pianificazione dello studio /ono numerosi, almeno stando alla letteratura sull$argomento. "referisco metterne in evi1 denza alcuni, esplicitando tre convinzioni.

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0L La prima (uesta: la pianificazione fa guadagnare tempo. Infatti favorisce un migliore rendimento negli studi e lascia il giusto spazio agli interessi e alle esigenze ePtrascolastic e. Rivolgendosi agli studenti !i Aazio osserva giustamente: # I pro1 grammiamo la nostra giornata o la subiamo9 o imponiamo noi una regia agli impegni, ai fatti, alle scadenze, oppure ci verr% imposta dagli impegni, dai fatti e dalle scadenze, anc e contro la nostra volont%# )!i Aazio, 06B0, p.:0* 8 a nulla vale lo stile #farfalla# o #rinoceronte# : studiare passando da un argomento ad un altro senza un piano preciso ) studente farfalla * o buttarsi a capofitto nello svolgimento del lavoro senza prima avere pianificato le attivit% )studente rinoceronte* . Redigere dei programmi di lavoro, fissare delle scadenze, precisare gli obiettivi con l$intenzione e con l$impegno di rispettarli, #aiuta a delimitare immediatamente il campo d$azione in senso cronologico e dimensionale # );uzan 06B@, p.04B* e a # il vantaggio di favorire il verificarsi dei giusti collegamenti all$interno della nostra mente# ) idem,04B*. L$individuazione di un piano di lavoro, inoltre, da una parte ridimensiona le nostre ansie e le sterile ruminazioni su (uanto avviene )Rovetto 0662, p.0@5*, dall$altra aiuta a superare l$inerzia e l$apatia, perc , offre al nostro animo un c iaro e concreto punto di applicazione . La seconda: la pianificazione , per il figlio e non viceversa. Euesto significa innanzitutto c e il fine della pianificazione la crescita del bambino e del ragazzo. "erci' gli obiettivi particolari degli interventi, finalizzati ad insegnare a programmare lo studio, sono traguardi sulla strada dell$educazione a vivere la coscienza e il senso del tempo. Lo studente, piccolo o grande, deve essere guidato a prendere atto, #per (uanto possa seccarsi# di alcuni dati incontrovertibili: il tempo non #un$entit% immensa# )le ore del giorno sono venti(uattro*, #non siamo eterni#, #il nostro tempo e le nostre energie sono limitate# per cui meglio impegnarsi a #raggiungere scopi ed obiettivi in (ualc e modo significativi# )Rovetto 0662,00:ss*. <uidato, perc , diventi protagonista della gestione del suo tempo. 8cco la terza convinzione: la pianificazione del figlio . Euesti a diritto a una gestione personale del suo tempo e a una scelta altrettanto personale delle priorit% . Ivviamente l$esercizio di (uesto diritto e di (uest$autonomia una meta educativa. Dna cosa costruire un orario di studio con uno scolaro di terza elementare, un$altra cosa insegnare a pianificare il tempo con uno studente di terza media. Euello c e certo c e non esiste un orario di studio personale per tutte le stagioni, per tutti gli scolari e gli stu1 denti di tutti i tempi e di tutte le latitudini. Il piano di lavoro un$operazione di intelligenza e di libert%, per cui va continuamente controllato, riadattato aggiornato secondo criteri di personalizzazione )inclinazioni, esigenze, capacit%, stile di apprendimento*, di operativit%, di efficacia, di lievit% e di significativit% esistenziale. 3.3.2 - *na pianificazione personale e personalizzata <li insegnanti ed i genitori possono facilitare la personalizzazione della regia della giornata, innanzitutto, favorendo la conoscenza e il rispetto dell$unicit% e dell$originalit% dei singoli studenti, e, in secondo luogo, svolgendo la funzione di punti di e(uilibrio e di sicurezza )tutela in certi periodi e per certi ragazzi* nell$organizzazione del tempo, senza mai, per', operare una sostituzione e deresponsabilizzazione dello studente e del figlio. Il loro compito suggerire, sostenere, orientare la regia nella condivisione della fatica, dei fallimenti e dei successi della gestione del tempo e delle attivit% pomeridiane. /anno, infatti, c e i pi& piccoli non anno ancora il senso del tempo e del lavoro9 e c e i ragazzi e gli adolescenti passano da un eccesso all$altro: #studio matto e disperato# un giorno, #dolce vita# un altro.

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0K In (uesto contesto, per esempio, opportuno e doveroso ric iedere agli studenti, soprattutto della scuola dell$obbligo, farsi consegnare per iscritto l$orario degli impegni )non solo scolastici* del pomeriggio e della settimana . =i' , evidentemente, non per un eccessivo zelo o una mania di super1controllo, ma per affermare c e esiste ed , consigliabile il riferimento ad un adulto, un riferimento per la libert% dello studente, per una razionale gestione del tempo, per uno stile di vita disciplinato )autodisciplinato*. Lorario come un vestito: si confeziona su misura affidandosi alla maestria del sarto di cui ci si fida. Lo scopo di (uesto aiuto c e bambini e ragazzi, crescendo, imparino a gestire il proprio tempo in modo personale ed autonomo. Il prere(uisito per (uesto apprendistato guardare, conoscere e accettare se stessi e gli altri con #positivit%#, ricordando c e nulla deve essere censurato e tutto deve essere colto nella sua capacit% di #ric iamo# a ci' c e effettivamente soddisfa le esigenze dell$uomo studente, lo realizza e lo rende #felice#. 3.3.3 - +eterminazione delle priorit' La pianificazione, oltre c e personale e personalizzata, deve essere efficace. =i' comporta da una parte c iarezza degli obiettivi e delle priorit% e dall$altra apertura e flessibilit%. La concretezza e la specificit% degli obiettivi implica consapevolezza dei vincoli e degli ostacoli soggettivi )esigenze personali, capacit% e stili di apprendimento, ritmi biologici, #carriera scolastica# precedente, lacune da recuperare, interessi ePtrascolastici, ecc.* ed oggettivi ) tipo di scuola e di compito, famiglia, classe9 (uantit%, natura e scadenza dei compiti, ecc.*. /iccome gli obiettivi e i vincoli sono numerosi, necessario determinare delle priorit%. 8$ utopico pensare di potere fare tutto senza un ordine, #presto#, con garanzia di profitto sicuro. 8$ un$utopia c e a seconda dei casi nasconde l$infantilismo, la nevrosi e3o la violenza dell #onnipotenza del desiderio#. Iltre c e rispettosa dei dati di realt%, coerente con gli obiettivi e precisa nelle priorit%, la pianificazione dovrebbe essere flessibile aperta a tutto: allo studio, all$incontro con gli amici, alla televisione, allo sport, agli obbQ... mettendo nel periodo di scuola al primo posto lo studio, diversamente da (uello c e succede in vacanza. Euest$organicit% e (uesta tensione alla totalit% comporta c e c i aiuta i figli a studiare dia una risposta positiva ed adeguata anc e al problema del tempo libero. Infatti nell$aiutare ad ac(uisire un metodo di studio sono implicite anc e ragioni e modalit% della proposta c e il tempo libero, #luogo della pi& trasparente scelta dell$adolescente#, sia per lo studente documentazione a se stesso del proprio interesse alle ipotesi di valore, insite nei compiti di apprendimento, e all$ipotesi educativa immanente al rapporto con l$educatore )<iussani 066L, p.KK*. 3.3.! - Il tempo dello studio La pianificazione dello studio, in fondo, non altro c e l$esito di una risposta ragionevole alle domande: (uando studiare? per (uanto tempo studiare? come distribuire tale tempo? (uali materie studiare prima e (uali dopo? (uanto tempo dedicare a (uesta e (uell$altra materia? Risposta ragionevole perc , considera tutti i #dati# c e la situazione impone: la (uantit% di pagine da studiare, il numero di lavori, gli obiettivi di apprendimento proposti dall$insegnante )anzi, dagli insegnanti*, il grado di assimilazione c e la disciplina ric iede, le sue esigenze di riposo, di incontro con gli amici, ecc.

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0: /olitamente con i miei alunni rispondo al primo gruppo di (ueste domande dicendo c e il tempo dello studio, normalmente, durante l$anno scolastico, da prevedere in (uattro momenti: l$ora di lezione, la ripresa, la preparazione per il giorno dopo e3o i giorni successivi, il ripasso. A - Lo studio inizia in classe /ono tempo di studio innanzitutto le cin(ue ore di lezione c e, in genere, i ragazzi sciupano, soprattutto crescendo. Euando dico lora di lezione intendo non solo la spiegazione, ma tutto (uello c e si fa a scuola... dalla spiegazione alla correzione, dalla ricerca al lavoro di gruppo, dal documentario alla gita. OIggi c e cosa ai imparato?.. Non poniamo domande del tipo : - Iggi c e voto ai preso. -Euanto ti a dato la maestra., perc , ben maggiore il guadagno c e vorremmo per le persone a cui vogliamo veramente bene. 8 non c iediamo nemmeno : - =osa successo in classe. , perc , o ci rispondono con uno sbrigativo -Niente?- oppure si sentono invitati al pettegolezzo su fatti e misfatti dei protagonisti del sottobosco della classe. -Iggi c e cosa ai imparato?.. "u' darsi c e, allinizio i figli non ci rispondano, e c e poi dopo il terzo, (uarto giorno comincino a dirci (ualcosa, solo perc , abbiamo smesso la divisa del controllore e ci siamo rivelati con il viso di c i -si interessa davvero a me e ai fatti miei.. Aorse non vi risponderanno in modo logico, verbale, discorsivo, perc , nel clima di casa, a volte, difficile la comunicazione verbale, si preferisce (uella per sottintesi, silenzi, mimica e gesti. Ivviamente se c domanda -allora cosa ai imparato oggi?., deve esserci anc e il desiderio di ascoltare la risposta, di ascoltare lesperienza secondo i ritmi ed i modi c e il ragazzo pu' o vuole scegliere. +orremmo subito essere informati di tutto, con idee c iare e distinte e (uesti, invece ci dicono: -Lasciami perdere, uffa, non rompere..... "i& tardi, magari, eccoli a dire: -Mamma lo sai cosa abbiamo fatto oggi? - 1 In (uesto modo noi a poco a poco comunic iamo c e andare a scuola una cosa bella e importante, per cui vale la pena fare fatica. , - Lo studio nel pomeriggio a casa Il secondo momento di studio c e io propongo la ripresa delle lezioni del mattino: va effettuata immediatamente per una ventina di minuti )per le elementari possono bastare anc e cin(ue, dieci minuti*. = iesi una volta ad un ragazzo c e cosa aveva fatto la prima ora di lezione e la risposta fu: -Non mi ricordo.. = iesi, allora, della seconda ora ed il ragazzo ricordava di essere stato interrogato e di aver preso una grave insufficienza. =ercai, infine, di capire (uali domande gli avesse rivolto il professore, ma il ragazzo non seppe rispondermi. 8 evidente c e (uel ragazzo aveva sciupato due ore. Il terzo momento la preparazione del giorno dopo o delle materie dei giorni successivi. In (uesto caso lideale sarebbe suddividere il tempo in unit% di attenzione. "er esempio: si potrebbe svolgere un momento di studio di venti1(uaranta minuti )dipende dallo stile di apprendimento e dalla resistenza, anc e, del soggetto*, poi una brevissima pausa e di nuovo venti1trenta minuti di studio9 dopo (uesto momento si potrebbe effettuare una pausa lunga, nella (uale svolgere anc e attivit% sportive con gli amici, ascoltare musica, ecc. ... 8 importante tenere presente c e la pausa non deve essere dettata dalla -voglia., altrimenti pu' capitare c e si passi tutto il pomeriggio senza c e lo studio sia proficuo. Iccorre scegliere. "rogrammare (uanto tempo occorre per svolgere un determinato compito, dopo di c e si pu' effettuare la pausa.

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0B La pianificazione dello studio , comun(ue, individuale. Il ragazzo si sente prigioniero se altri scelgono per lui9 occorre c e sia lui a scegliere la pianificazione c e pi& ritiene adeguata a s,. Il (uarto momento di studio (uello da dedicare al ripasso )dieci1(uindici minuti*. "u' essere prima o dopo cena e il genitore a la possibilit% di intervenire, ascoltando la -recitazione. della lezione. /e non c (uesto ripasso, pu' succedere c e il ragazzo c e a studiato, creda di sapere, dato c e a una memoria a breve termine molto forte. Man mano c e passa il tempo, siccome la memoria a breve termine una memoria di lavoro, si applica a cose nuove9 cos7, il giorno dopo, il ragazzo non ricorda pi& niente. "er (uesto, a volte, magari alla sera, coi figli pi& piccoli, si potrebbe svolgere il gioco dei ruoli: -Ira tu fai linsegnante ed io faccio lalunno, spiegami la lezione c e ai studiatoH. =ol figlio pi& grande noi potremmo invece ribadire: -/enti, se vuoi io ti posso ascoltare nel ripasso della lezione di storia. /e vuoi ti ascolto nella lettura del tema.. - 8 un atto di disponibilit% , il gesto di unofferta : - Io sono a tua disposizione, se vuoi prendimi.. 8 (uando il ragazzo -mi prende, io non lo sostituisco, ma lo sostengo..

3.3.$ - -rganizzazione dello spazio Lo spazio, dove studiare, deve essere privo di distrazioni. La televisione accesa, ad esempio, non a senso, la musica, invece, dipende dallo stile di apprendimento dello studente. > "iacenza una ragazza mi a detto: .Euando studio, se c silenzio, io mi spavento, o paura..?. Euel giorno o capito c e in certi momenti, per certe persone la musica diventa come la tappezzeria di una stanza e (uindi non disturba. . . = i pu' dare comun(ue lultima risposta il ragazzo, lui c e deve dire: -Io con la musica rendo di pi& o rendo di meno. ed arrivare (uindi a scegliere se spegnere la radio, studiare e poi ascoltare, magari per unora, solo musica oppure fare luno e laltro insieme senza gustare niente....? 8cco una bella provocazione per la responsabilit% ragazzo, con intelligenza e pazienza Irganizzare il luogo non vuol dire fissare delle leggi )es.: -tu devi studiare in camera tua ?-...*. "u' darsi il ragazzo abbia bisogno di studiare in unatmosfera dove avverte la presenza umana, in cucina, ad esempio ed allora alla televisione, forse, dovr% rinunciare il genitore. "u' darsi c e le sue preferenze vadano ad un luogo silenziosissimo. "er (uesto, inutile )anzi dannoso* costringere a stare in una stanza piuttosto c e in unaltra: (uello c e conta c e sia uno spazio salubre, capace di favorire non solo la concentrazione, ma anc e il reperimento e la conservazione del materiale di studio: i suoi libri, i suoi (uaderni, le sue cartelle, le sue matite9 conta, insomma c e sia un luogo -suo.. ! - Il compito dei genitori nei compiti dei figli. Lo studio implica, oltre alla posizione fin (ui descritta, anc e delle tecnic e e delle strategie. Eueste sono cos7 importanti c e a volte, erroneamente, si pensa c e il metodo sia solo (uestione di tecnica. =osa pu' fare un genitore per aiutare i figli ad ac(uisirle? > dire il vero, poco, perc , linsegnamento delle abilit% dello studio compito del docente. +ediamo cosa. Innanzitutto partiamo dalle abitudini dei nostri figli. 8ssi di solito di fronte ad una pagina scritta, oggetto di studio, scimmiottano, meglio meccanicizzano, due operazioni fondamentali dello studiare sui libri: leggere e ripetere, confondendo lettura con azione visiva e ripetizione con riproduzione meccanica.

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06 /iccome studiare agire mentalmente, pensare, le operazioni da compiere non sono mai meccanic e ed impersonali. Non sto dicendo c e non si deve n, leggere n, ripetere. Intendo dire c e sia la lettura sia la ripetizione, finalizzate ad un obiettivo ) apprendere: afferrare con la mente*, implicano la ragione, laffettivit%, limmaginazione dello studente, per cui la formula -leggere F ripetere. da scomporre nei fattori dei correlati allapprendere: sorprendere, comprendere, riprendere, intraprendere. 4.1 "Le##i e ri!eti$: come? Rimandando la descrizione delle suddette operazioni al mio testo propongo di considerare alcuni fotogrammi dell$azione1studio sia nel suo svolgersi sia nellaspetto di eventuali interventi dei genitori. Lo studio di una pagina di un testo dovrebbe partire dalla lettura esplorativa. /i tratta di dare alla pagina uno sguardo generale e veloce, pi& con l$occ io c e con le labbra, considerando i titoli, le illustrazioni, i caratteri diversi di stampa e ponendosi delle domande. Il tutto per farsi un$idea, per attivare le conoscenze previe, per programmare il tempo dello studio. =osa pu' fare il genitore in (uesta fase? Il genitore potrebbe porre delle domande alle (uali il ragazzo deve cercare velocemente una risposta. /e il figlio piccolo, si potrebbe giocare con lui all -apri il libro e rispondi#. 8$ una tecnica molto semplice. /i pone una domanda sull$oggetto di studio in (uestione e si invita il figlio a dare una risposta, dopo brevissimo tempo )il tempo di una lettura esplorativa*. Naturalmente potrebbe essere il figlio a formulare le domande e il genitore a dare la risposta. Lettura integrale . !opo (uesto #assaggio#, si passa ad una lettura integrale finalizzata a cogliere il significato letterale. In (uesta fase, automaticamente, scatta l$abilit% della #parafrasi #. La parafrasi , una traduzione mentale. "u' essere puntuale, ossia, parola per parola, ed integrativa, cio esplicativa delle conoscenze presupposte. Le tecnic e al riguardo, sono diverse: l$analisi lessicale, l$uso del vocabolario, l$esame del contesto...ecc. Ma non appartengono alla funzione genitoriale. Il genitore pu' guidare ponendo domande, c e aiutino a ric iamare nozioni presupposte o a ricercare il significato di un vocabolo, collaborando e assistendo il lavoro del figlio. Lettura selettiva. 8 una lettura paragrafo per paragrafo, se(uenza per se(uenza, per scegliere ci' c e essenziale e per cogliere i legami tra le conoscenze. Igni testo diviso in se(uenze, non a casaccio, ma secondo una logica. In ogni se(uenza sono presenti affermazioni principali e nozioni secondarie. /tudiare cercare e comprendere )tenere con s,* i punti principali e i loro nessi. La loro ricerca favorita da tercnic e diverse: dalla sottolineatura, dalla titolazione ) assegnare un titolo sintetico ad ogni capoverso*, dagli appunti, ecc. *. 8$ in (uesta fase c e scatta l$operazione #comprendere# nel suo senso profondo: cogliere l$essenziale, rappresentarlo mentalmente nei suoi rapporti, magari sc ematizzandolo graficamente, riassumerlo. Il ruolo del genitore anc e (ui non pu' essere (uello di un controllore dal (uale eludere la sorveglianza. 8 piuttosto (uello dellassistente o di guida delegata )ricordiamo c e insegna le abilit% dello studio il docente*, per cui non -fa. il riassunto al posto del figlio, ma pone domande, segnala degli indizi, rilancia alcuni punti dello sc ema, valorizza nessi, ascolta la verbalizzazione dello sc ema, c iede di assegnare un titolo all$argomento studiatoH Il tutto con grande discrezione ricordando c e lo studio non ammette sostituti.

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@2 /ul -riprendere. abbiamo accennato parlando del ripasso. Eui ricordo lutilit% della verbalizzazione con davanti lo sc ema o la sottolineatura o gli appunti. "er (uesto lavoro occorre la disponibilit% del genitore ad ascoltare. Non importa conoscere l$argomento: mentre ascoltiamo possiamo porre delle domande al ragazzo, c e, in (uesto modo, stimolato ad essere pi& c iaro e a riprendere.

4. 2 %ltre il li&ro
/tudiare non operazione da compiere solo sui libri: pu' avvenire andando in gita, visitando un museo, guardando un documentario, ecc. 8 in (uesto i genitori possono fare molto per il figlio. "ossono compiere (uello c e , loro dovere: continuare a metterlo al mondo aiutandolo soprattutto a vivere da uomo, cio a guardare le cose, interrogando e lasciandosi interrogare dalla realt%, cos7 c e (uando si trova davanti ad un testo abbia lo stesso atteggiamento di attenzione e di curiosit%. "erc , lo studio dei figli sia sempre incontro con la realt% mediante ipotesi c e la tradizione culturale consegna, conviene: collaborare con la scuola, dialogare con gli insegnanti9 assistere nell$esecuzione dei compiti a tre livelli: in senso affettivo )non si pu' vivere nella confusione ma nemmeno nella solitudine*9 in senso metodologico )non risposte gi% pronte, ma modi per trovare risposte*9 con un aiuto diretto in casi eccezionali, c e deve diminuire progressivamente, non deve interferire con le indicazioni dei docenti. riscoprendo la propria responsabilit% educativa, in una compagnia aperta a tutti e a tutto, senza mai arrendersi.

In (uesto modo il metodo di studio si rivela per (uello c e : un insieme di motivi e di passi adeguati per la conoscenza della realt% )adeguati alla materia, adeguati allessere, allet%, allo stile di apprendimento del figlio*, c e diventa fattore di educazione. Bibliografia +edi ultima pagina

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