SOTTO LO STATO IL MIGRANTE CREPA Cit. Mohamed G. di Condor
Le continue vergogne cui siamo costretti ad assistere ai confini del vecchio continente mettono a nudo larretratezza dellarea Shengen, che si rivela sempre pi incapace di attuare una reale politica per i migranti e unicamente rivolta verso mercato e capitale. La forza lavoro migrante da tempo parte integrante, nonch motrice, dello sviluppo economico europeo, ma non viene riconosciuta, anzi, viene criminalizzata. Le uniche risposte fornite dallEuropa sono state lincremento delle politiche di controllo indiscriminate alle frontiere e la creazione di organi fantoccio che, nelle mani degli stessi carnefici, dovrebbero gar ant i r e i l r i s pet t o dei di r i t t i fondamentali. Lo sguardo che dovrebbe volgersi al meticciato e non avere pi confini medioevali rimane fisso sul capitale, beffardamente mobile. Ormai la Fortezza Europa costituita e i muri esterni sono meno insormontabili rispetto a quelli che si ergono internamente e che spingono il migrante alla costante ricerca di uno status giuridico. Quel che sembra essersi profilato, in quello che il pr i nci pal e pol o di i mmi gr azi one internazionale al mondo, un apartheid europeo. La soluzione del problema non pu essere ricercata finch il problema non si inquadra nella sua interezza, ovvero finch non viene contestualizzato nel quadro pi complessivo delle condizioni strutturali della migrazione contemporanea, dunque nel quadro delle caratteristiche del mercato del lavoro allinterno delleconomia- mondo capitalista e delle politiche di regolazione della migrazione. La connessione tra politiche di chiusura e mercificazione della migrazione una questione che coinvolge non solo la situazione sociale complessiva dei migranti, ma anche lo stato complessivo della societ di ricezione, in quanto la mercificazione si riferisce al fatto che la migrazione al tempo stesso diventa un commercio e sostiene un commercio. Gli effetti perversi di tutto ci sono divenuti sistemici nella politica migratoria recente, essendosi creato un mondo parallelo che coesiste fianco a fianco con il discorso ufficiale sulla regolazione. LEuropa, e lItalia ovviamente, risulta incapace di arginare la deriva xenofoba e sembr a i mmer sa i n uno sguar do perennemente inquisitorio nei confronti della canaglia migrante; lignoranza e l o t t u s i t me n t a l e o f f u s c a n o completamente agli occhi di molti la ricchezza e i benefici che il mescolarsi col mondo pu regalare. La percezione dellinevitabile scarsit delle risorse utilizzabili dallo stato a scopi sociali, indotta dallideologia neoliberista, ha diffuso la convinzione che la garanzia dei diritti a favore delle maggioranze autoctone passi necessariamente attraverso lesclusione da questi diritti dei migranti, che vengono usati come risorse del sistema produttivo e sono esclusi allo stesso tempo dai circuiti assistenziali e previdenziali. I tempi che corrono richiedono una repentina inversione di tendenza che si fondi sul rispetto dellessere umano, affinch si smetta di equiparare lesistenza ad un crimine per poi ingabbiarla nei Cie, lager del nostro tempo; bisogna volgere lo sguardo alla ricchezza che scaturisce dallincontro e dalla mescolanza di culture, oltre il confine inventato per dividerci. PER UN PRIMO MARZO SENZA CONFINI 2 3 di Ismail E.M.
Una mattina di luned! nel mese di maggio ho ricevuto una telefonata da mio padre che mi diceva che voleva mandarmi un contratto di lavoro dall"Italia. Io ero molto felice perch# i miei sogni si erano realizzati. Il mio sogno di andare in Europa era iniziato in quel momento. Ho iniziato subito a raccogliere i documenti e i vestiti per prepararmi al viaggio. Credevo di trovare in quel paese la mia fortuna. Ho preso l"aereo ed ero pieno di fiducia e di felicit$. Il viaggio % durato tre ore, mi ricordo quando sono arrivato in Italia, era tutto diverso. Il clima era molto freddo. Tra le cose che mi sono successe aspettando il treno da Milano per Bologna, % venuta da me una signora per chiedermi l"elemosina. Le ho detto che non avevo soldi. Quando la donna and via venne da me un uomo per chiedermi la stessa cosa. Avevo un dubbio e mi chiedevo: &Anche i n Eur opa l e per s one chi edono l"elemosina?'. Da quel momento mi sembrava che i miei sogni erano falsi. Mi usciva un sentimento da dentro che mi diceva :' Ismail quello che stai sognando % una cosa e quello che sta nella verit$ % un"altra cosa'. Quando sono arrivato a Bologna dove abitava mio padre, lui mi ha chiesto come era stato il viaggio e come stavano i membri della mia famiglia, e mi ha detto: 'Domani facciamo un giro e ti faccio scoprire la citt$'. Il giorno dopo ho vissuto per la prima volta in un paese diverso dal mio, infatti quando mi sono svegliato c"ho messo almeno cinque minuti per rendermi conto di dov"ero. Dopo una settimana mio padre ha chiamato il datore di lavoro per sapere quando dovevo iniziare a lavorare. Quel luned! mi ricordava lo stesso giorno in cui ho ricevuto la telefonata di mio padre. Siamo andati nel cantiere dove dovevo lavorare, era un cantiere piccolo. Era la prima volta che lavoravo come muratore, dopo i libri e la penna direttamente all"inferno. Non avevo esperienza per fare quel lavoro ed era molto pesante. Gli strumenti del muratore per me erano come armi. Piano piano mi sono abituato a quel tipo di lavoro. La cosa &bella' % che sono riuscito subito ad usare le parole che sentivo dagli altri sei lavoratori. Riuscivo a dire &Ciao, Buond! ' e alcune parolacce ma non sapevo ancora il significato. Quei cinque mesi da muratore erano come una punizione, come una prigione. Un giorno il mio datore di lavoro mi ha chiesto se volevo andare a lavorare al ristorante di sua madre. Ho accettato la sua proposta con gioia perch# non mi piaceva fare il muratore e sono andato a lavorare al ristorante. Quando ho iniziato il mio lavoro nel ristorante, la difficolt$ pi( grande che ho trovato era il parlare correttamente la lingua. Poi ho iniziato a cercare una scuola di italiano. Una volta ho preso un volantino dove c"era scritto di una festa nel locale di Xm. Sono andato alla festa e l! ho trovato la scuola. FALSO SOGNO di Laura M.
Ciao. Mi chiamo Laura. Ho 25 anni. Lanno scorso ho fatto uno scambio con luniversit e sono venuta a vivere in Colombia per 9 mesi. Mi sono innamorata del paese e di un colombiano cos quando ho finito di studiare in Italia sono tornata a cercare un lavoro. Quando racconto questa storia ai colombiani i commenti variano da: che bella storia! a: chiaro la Colombia in questo momento pu offrire un sacco agli stranieri! La Colombia un paese che stato scoperto dagli stranieri pochi anni fa. Mentre il resto del Sudamerica meta di viaggi e immigrazione inversa da parte di molti europei che si stancano della vecchia Europa e del pensiero occidentale- individuale, la Colombia non lo ancora cos tanto. Questo paese bellissimo sia per la sua natura, sia per le persone che vivono qui. Purtroppo la sua reputazione a livello mondiale pessima. Colombia cocaina. Colombia guerra. Ah! Vai a vivere in Colombia? Ti piace la bamba Io qua, la bamba non la vedo. So di pochi amici che la consumano, so di molti che la detestano per come ha rovinato il loro paese. Quando passiamo davanti ai bar del centro i gringos americani occupano sempre la met dei bar, rumorosi, tronfi, fieri, attorniati da colombiane. Si sa perch vengono qui in vacanza. Tutti lo sanno. Donne e droga. Ci ononost ant e, i colombiani li adorano. Ci adorano. A noi, stranieri. Pi bianchi siamo e pi belli siamo. Siamo lo stereotipo da inseguire. Unaltra frase che tutti mi dicono quando racconto la mia storia : Ma si, qui gli stranieri trovano sempre lavoro. Laltro giorno stavo parlando con la mia coinquilina antropologa. Lei una ragazza stupenda, una meticcia dai capelli neri neri, con la faccia di chi nel sangue porta antiche radici indigene. Mi spiegava del fatto che, pur avendo origini colombiane, cresciuta nelle Barbados, dove si parla inglese. Lei lo parla perfettamente per quando faceva i colloqui di lavoro, nessuno la voleva ingaggiare come insegnante o traduttrice. Nonostante avesse un vocabolario migliore degli americani che facevano richiesta dello stesso lavoro insieme a lei. Qua il razzismo non indirizzato verso il nuovo, verso gli stranieri che portano soldi. Non importa come questi arrivino. Non importa quanto possano distruggere la natura, la cultura locale, le tradizioni del paese. indirizzato verso lautoctono. Pi autoctono e pi c razzismo. Afroamericani e indigeni sono coloro che vengono pi maltrattati, derisi. Europei e Americani sono idolatrati. Contesi. Sembra incredibile come il virus del razzismo sia riuscito ad attecchire in una popolazione in cui il 60% meticcio. LEuropa in special modo un modello di vita al quale ispirarsi, mentre le popolazioni indigene sono solo un impedimento per le multinazionali che vogliono sfruttare il pi possibile il territorio colombiano che ricco di oro, argento e carbone. Nonostante le radici pi antiche del razzismo risalgano ai tempi del colonialismo spagnolo, attualmente questo fenomeno molto simile al razzismo a cui si assiste in Europa. Si tratta, come al solito, di una questione di soldi. Gli indigeni, i contadini e la popolazione afro vivono in posti in cui le vie di comunicazione sono molto difficili, lo Stato non li aiuta, spesso non riescono a studiare per mancanza di soldi. Molte volte sono costretti a fuggire dalla guerra IMMIGRAZIONE INVERSA, RAZZISMO INVERSO 4 e finiscono per venire a Bogot dove lo Stato gli concede un sussidio minimo per tirare avanti con molta difficolt. Finiscono a vivere nelle famose favelas, i quartieri baraccopoli pi pericolosi di tutta la citt. Spesso sono costretti a chiedere lelemosina per poter sfamare tutta la famiglia, rafforzando lo stereotipo del cittadino ignorante che li vede come fannulloni che non vogliono lavorare. Questanno sono 3 milioni gli sfollati attesi da tutto il paese a causa della guerra. La maggior parte proviene dalle zone del nord della Colombia, vicino alla costa, e sono discendenti degli schiavi africani che vivono in territori ricchi di giacimenti minerari. Sono seduti su una valanga di soldi e, chiaramente, le varie compagnie americane, europee e cinesi non vedono lora di metterci le mani. Per questo pagano i paramilitari, bande miliziane di destra spalleggiate dallex presidente Uribe, le quali non si fanno assolutamente nessun tipo di scrupolo nel minacciare, picchiare, assassinare, torturare e violentare la popolazione locale per scacciarla dalle loro terre. In poche parole, la Colombia un concentrato di ci che spesso accade tra Africa e Europa. In questo contesto, tutto il mondo paese e non c fine alla stupidit umana. La speranza risiede nelle poche persone che sono coscienti del fatto che tutti siamo nati nella stessa maniera su questa terra. La speranza risiede in chi manda avanti inziative come questo giornale, per poter dar voce a chi non ne ha. di Mohamed G.
Cera un migrante che ha incontrato una ragazza in un ristorante. Nel ristorante cera una festa e lui cercava di parlare con questa ragazza perch gli piaceva, ma era molto timido. Alla fine per ha preso coraggio e ha cercato di avvicinarsi per convincerla a bere un caff dopo la festa. E quando andato a parlarle lei ha rifiutato il suo invito. Lui ha insistito finch lei non ha accettato il suo invito e sono andati a un bar l vicino. Lui ha chiesto due caff e quando il cameriere gli ha portato i caff glielha dato senza zucchero. E il ragazzo gli ha chiesto: scusa per favore mi porti un po di sale? e lei gli chiede perch il sale? Lui risponde: perch io vivo in una citt di mare perch il mare, come dicono, salato e quindi io bevo il caff con il salemi fa ricordare la mia citt e i miei compagni, amici e la mia famiglia e tutto il quartiere e quando ricordo queste cose torno molto indietro a pensare a tutte le cose belle che ho vissuto nella mia citt di mare. E da l il ragazzo ha continuato a parlare a lungo della sua citt dorigine e il racconto ha colpito molto la ragazza, talmente tanto che dopo poco tempo i due ragazzi si sono sposati e hanno trascorso una bella vita insieme, molto appagante per tutti e due, bevendo sempre il caff salato. Ora che sono anziani e lui ha una malattia molto grave sa che morir presto decide di confessare al suo amore lunica bugia che le ha detto nella vita, che quando ha chiesto al cameriere il sale si era solo sbagliato. In realt voleva chiedere lo zuccheroe il caff salato gli ha sempre fatto schifo, ma siccome era stato il modo in cui loro si erano conosciuti e avevano iniziato ad amarsi ha continuato a berlo tutta la vita per amore a lei. E dopo la sua morte anche la moglie ha continuato a berlo salato come prima CAFF SALATO 5 6 di Francesca Z.
Il gioco dell E se unattivit classica nella scuola che si ispira alle proposte della Grammatica della fantasia di Gianni Rodari (Rodari, 1973). Come dice lo stesso autore "Quella delle ipotesi fantastiche una tecnica semplicissima. La sua forma appunto quella della domanda: Che cosa succederebbe se...". In un testo, ad esempio, si possono modificare alcuni dettagli per seguirne poi gli sviluppi alternativi; in un problema si pu alterare il contesto, inserire o togliere dati, aggiungere domandee riflettere sul senso o sulla risolubilit dellesercizio risultante.
Utilizziamo spesso questa tecnica nelle nostre lezioni in genere per scrivere testi di fantasia a inizio lezione da cui trarre spunto per affrontare problemi linguistici e personali: una sorta di gioco che aiuta a destrutturare una situazione esistente e ad immaginarne altre possibili, desiderabili, sognate. Riportiamo qui di seguito un esempio da una lezione in cui abbiamo immaginato tutti Cosa succederebbe se io fossi sindaco di Bologna? Ecco alcune delle risposte COSA SUCCEDEREBBE SE !"#: Se lo fossl slndaco dl 8ologna, penserel prlma a quelll senza lavoro.
!$%&: Se lo fossl slndaco dl 8ologna, farel ln modo dl abbassare l prezzl dell'amuo. uarel plu aluLo al glovanl, ascolLerel l cluadlnl.
'()#*+$: Se lo fossl slndaco dl 8ologna, darel a Lum l mlgranu l documenu, non solo ll permesso dl sogglorno legaLo al lavoro
!&$#: Se lo fossl slndaco dl 8ologna, aluLerel Luue le persone che hanno probleml con l loro daLorl duranLe ll Lempo lavorauvo. uedlcherel Lempo a Luue le persone che hanno blsogno del mlo aluLo per l loro probleml e farel Luuo quello che la legge ml permeue e Luuo ll posslblle per aluLarle. Ml placerebbe essere sempre dalla parLe delle persone che hanno blsogno, ma sempre denLro l llmlu ssau dalla legge.
,%#-#.: Se lo fossl slndaco dl 8ologna, darel una casa del comune a Lum quelll che non hanno una casa.
'()#*+$: Se lo fossl slndaco dl 8ologna farel Lanu glardlnl e molLe scuole. 7 di Mohamed G. e Giulia P.
Ogni persona che viene alla SIM porta la propria storia, che si scopre poco a poco insieme: ora vogliamo raccontarne una, che parte da una persona ma diventata da subito un problema di tutti e tutte noi. Quest'inverno alla SIM arrivato un ragazzino bengalese, curioso e partecipe alle lezioni, che voleva imparare meglio la lingua del paese che ora il suo. Dopo qualche lezione ci ha raccontato di non andare alla scuola pubblica. Come non vai a scuola? gli abbiamo chiesto. Non era perch non volesse andarci: i suoi genitori ci hanno spiegato che avevano provato ad iscriverlo quando era arrivato in Italia, otto mesi prima, ma non avevano potuto farlo perch alla scuola era stato detto loro che per lui non c'era posto. Ma come, la scuola non un diritto in Italia? Abbiamo cercato allora di capire meglio la situazione. Ci sono volute un po' di chiamate e qualche visita al Preside della scuola per confermare che effettivamente ci trovavamo di fronte a una grave mancanza: infatti quando un bambino che ha il diritto e l'obbligo di andare a scuola chiede di essere iscritto, la scuola, anche se piena, ha l'obbligo di accettarlo ed sua responsabilit trovargli un posto, eventualmente in altre scuole vicine. Tutto questo per la famiglia del ragazzino non lo sapeva, perch nessuno li aveva informati: e di fronte a persone che non potevano essere consapevoli dei loro diritti, stato facile fare finta di nulla e dire non c' posto, dovete tornare l'anno prossimo. Parlando indignati intorno a noi di quello che successo, abbiamo scoperto che non era un caso isolato: questo un problema comune a tanti figli e figlie di migranti che arrivano in Italia quando l'anno scolastico gi iniziato, nonostante le richieste per i ricongiungimenti familiari diano la possibilit di essere informati con largo anticipo del loro arrivo in Italia, proprio per rendere possibile il loro inserimento a scuola. Questi dati li ha a disposizione la Prefettura, che dovrebbe comunicarli alle scuole cos da poter tenere innanzitutto posti liberi e disponibili per quelli che si sa arriveranno. Di fronte allesistenza di dati e quindi ad una reale possibilit di organizzazione, com' possibile che si origini una situazione per la quale si impedisce l'accesso alla scuola che, oltre ad essere un diritto, per i genitori di bimbi e ragazzini fino a 16 anni anche un obbligo da rispettare? Noi abbiamo capito che il problema non isolato ma strutturale, e ci sono precise responsabilit politiche. Non ci ha convinto chi ci ha parlato di risorse sempre pi scarse destinate alla scuola pubblica: certo, questo un problema, ma qui ci siamo trovati di fronte a un vero e proprio caso di respingimento scolastico, a dei genitori a cui stata rifiutata l'iscrizione del figlio proprio perch straniero, rimandato a casa per il suo non essere italiano. Alla fine il suo caso stato risolto, come succede spesso quando interviene la stampa e si solleva lattenzione; per i casi sono tanti, e tanti sono anche i figli e le figlie dei migranti che arriveranno in futuro per ricongiungersi alla propria famiglia. Per questo non ci fermiamo qui. Si costituito infatti un Osservatorio sui respingimenti scolastici, una rete che vigiler sulle mancanze di Istituti scolastici e Prefettura, e soprattutto che possa essere di sostegno alla famiglie migranti per conoscere i loro diritti. I no detti ai migranti e a altre categorie oppresse sono gi troppi, per questo non solo chiediamo che vengano rispettati i diritti che ci spettano, ma continueremo a lottare perch ne vengano riconosciuti altri. Anche in questa lotta siamo insieme a tanti e tante altre, migranti e non, per dire basta a ogni tipo di respingimento. RESPINGIMENTI SCOLASTICI
ua|| sono | tuo| d|r|m? Andare a scuola e un dlrluo del bamblnl e delle bamblne. Cll sLranlerl mlnorl dl 18 annl presenu sul LerrlLorlo lLallano hanno dlrluo all'lsLruzlone, anche se non hanno documenu regolarl, nelle sLesse forme e negll sLessl modl prevlsu per l cluadlnl lLallanl. L' un dlrluo/dovere del genlLorl provvedere all'lsLruzlone del proprl gll e, qulndl, occuparsl dell'lscrlzlone per evlLare dl complere un reaLo e dl avere sanzlonl. L' un dlrluo delle famlglle poLer mandare ll proprlo gllo/a ln una scuola vlclno a casa.
ua|| sono | dover| de||a scuo|a? La scuola e obbllgaLa a proLocollare l'lscrlzlone anche nel caso ln cul non cl sla dlsponlblllLa dl posu e ad amvarsl per cercarne uno ln una scuola vlclna. La scuola ha l'obbllgo dl !"#$!%&$& #() $!"&$%* l mlnorl sLranlerl prlvl dl documenu o ln possesso dl documenu lrregolarl o lncompleu. La scuola non pu mal rluLare un'lscrlzlone, ln qualunque momenLo dell'anno.
Cosa puo| fare e a ch| puo| r|vo|gern? L' naLo un osservaLorlo conLro l resplnglmenu scolasucl a cul puol rlvolgeru nel caso ln cul l'lscrlzlone dl un bamblno venga rluLaLa. uol conLauarcl: Ce||.: +39 3396S74312 (Andrea) L-ma||: osservator|oresp|ng|mennQ||sts.contam|nan.net
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