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Il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente della Regione Siciliana: aspetti generali, di merito

e quantitativi circa la copiatura dal Piano di Risanamento della Qualit dellAria della Regione Veneto (anno 2000) e da altre fonti documentali
Alcuni aspetti generali e di merito Il Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente della Regione Siciliana, approvato con il D.A. n. 176/GAB del 9 agosto 2007 e che costituisce piano di settore del Piano regionale di tutela e risanamento ambientale, risulta frutto di un collage di capitoli, paragrafi, ecc. integralmente trascritti (rectius, copiati) da pubblicazioni gi edite da altri Enti ed Amministrazioni. Non sarebbe neppure il caso di ricordare che nella redazione di un qualsiasi documento pubblico, quando si riportano testualmente frasi o brani di altro autore, regola generale, non solo per ovvi motivi di correttezza deontologica e professionale, luso di forme di evidenziazione, quali la virgolettatura, il carattere corsivo, ecc., accompagnate dalla citazione in maniera puntuale e precisa della fonte originale da cui si attinto. Nel caso in oggetto gli autori hanno presentato il Piano nella forma di un documento originale, corredato s della consueta sezione di riferimenti bibliografici, ma come se il contenuto fosse il frutto ex novo del proprio personale contributo elaborativo, quando invece si in presenza di un mero assemblaggio, operato con un copia e incolla, di porzioni di documenti di varia estrazione e provenienza, alcuni dei quali persino di scarsa attinenza e molti altri anche temporalmente superati. Gli autori hanno utilizzato come mirror il Piano Regionale di Tutela e Risanamento della Regione Veneto, datato anno 2000 e cio vecchio di 7 anni, con ovvie e disastrose conseguenze derivanti principalmente dal divario temporale tra i due documenti, dalle differenti caratteristiche ambientali e dal diverso assetto amministrativo delle due Regioni, nonch dalla non conoscenza, giusto il caso, che il Piano del Veneto era stato gi bocciato dalla Comunit Europea (vedasi, ALLEGATO 1, linterrogazione presentata il 2 maggio 2006 al Consiglio Regionale del Veneto dal consigliere regionale verde Gianfranco Bettin). Del tutto inconsistente appare la pretesa giustificazione della parte accusante secondo cui la comunanza di porzioni di testo a dire il vero di notevole entit, come si dimostrer appresso

tra il documento siciliano e quello veneto consistente nellidenticit della sequenza e dei titoli dei capitoli e dei paragrafi stata una scelta obbligata dal dover rispettare lo schema riportato nel DM n. 261 dellottobre 2002, per almeno due evidenti motivi: 1) lo schema del citato DM si rivela solo una traccia esemplificativa per la redazione dei Piani e non certamente un obbligo da rispettare, in quanto, altrimenti, ci sarebbe stato un espresso richiamo; in ogni caso, per fugare ogni possibile dubbio sufficiente rifarsi alla lettura degli indici dei Piani redatti dalle altre Regioni, laddove la traccia ministeriale stata sviluppata in vari casi in modo autonomo ed originale nella strutturazione dei documenti, ma, soprattutto, laddove non si riscontrano anomale comunanze tra Piani (ALLEGATO 2); 2) quel che emerge in tutta e preoccupante evidenza non tanto che i titoli dei capitoli e dei paragrafi del Piano siciliano e del Piano veneto risultano uguali, quanto, piuttosto, che ad essere identici sono in porzioni pi o meno estese i loro contenuti. In particolare, per rendere pi facile la lettura comparativa dei due testi riguardo alle parti in comune alla lettera si provveduto a fornire copia degli stessi in cui : Le parti che si sono evidenziate in giallo risultano testualmente identiche nei due Piani, laddove gli autori siciliani si sono limitati alla semplice sostituzione di parole del tipo Veneto , ARPAV , ecc., con Sicilia, ARPA, ecc.; Le parti che si sono evidenziate in rosso, oltre ad essere in comune, segnalano anche macroscopiche incongruenze determinatesi con la trasposizione testuale dal Piano Veneto a quello Siciliano. Per brevit, qui di seguito si citano solo alcune tra le pi eclatanti, mentre per le altre si rimanda alla lettura del testo: a) parecchie Direttive Comunitarie e normative nazionali, allepoca della redazione del Piano Veneto (anno 2000) riportate in via di emanazione o vigenti, sono riferite come tali pure al 2007, nonostante esse siano state nel frattempo emanate, recepite e persino abrogate da altre successivamente intervenute; b) documenti (p.e. il bollettino COP, il DOCUP, ecc.) che si riferiscono a strutture, attivit ed atti di programmazione della Regione Veneto sono inseriti come se in realt fossero e facessero parte del contesto siciliano; c) caratteristiche e condizioni ambientali proprie del Veneto, (p.e. il bacino aerologico padano, limitazione degli orari di riscaldamento degli impianti termici civili, lintero territorio pianeggiante, le comunit montane, queste ultime, per inciso, abolite in Sicilia da quasi 20 anni, ecc.) figurano nella descrizione di quelle siciliane;

d) tra le misure da adottare per il decongestionamento del traffico urbano da e verso i centri storici prevista la realizzazione di percorsi ciclabili protettiutilizzando gli argini di fiumi e canali (salvo a creare ci si permetta la battuta - prima i fiumi ed i canali da immettere nei centri storici dei Comuni siciliani !); e) lassetto amministrativo di regione a statuto ordinario del Veneto appare avere sostituito le prerogative dello statuto speciale della Regione Siciliana (p.e. si fa riferimento al Consiglio Regionale al posto dellAssemblea Regionale, a competenze della Giunta Regionale al posto di quelle dellAssessore al ramo, ecc.); Gli autori non si sono astenuti neppure dal copiare la Bibliografia (presa pressoch per intero dallAnnuario Arpa del 2005) ed il Glossario, tanto che in questultimo vengono riportati acronimi e sigle di organismi, strutture e documenti inesistenti in Sicilia (CISComitato di Indirizzo e Sorveglianza, DOCUP- Documento Unico di Programmazione 2000-2006 della Regione Veneto, SFMR-Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale, TTZ-Tavoli Tecnici Zonali) e, di contro, non vengono inclusi acronimi e sigle citati nel testo siciliano (TOFP-Tropospheric Ozone Forming Potentials, PGTL-Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, ecc.); Alla luce di quanto sopra, appare evidente che le parti suddette non siano state neppure riviste dagli autori, anche considerato che risultano presenti gli stessi refusi del documento del Veneto e, soprattutto, perch al cap. 1, 1.6, sotto 1.6.1, pag. 26, dopo lultimo capoverso che recita Per una trattazione di maggiore dettaglio sulla normativa inerente la qualit dellaria e le emissioni in atmosfera si rimanda al Cap. 4 stato dimenticato il link http://serviziregionali.org/prtra/files/33/prtra/PRTRA-04.htm, che giusto il

collegamento (interno) web al cap. 4 del Piano del Veneto. Per accedere dallesterno al capitolo basta anteporre www. allindirizzo sopra riportato <servizigenerali.org/. >; Le parti che sono state riquadrate in vari bordi colorati. risultano prelevate integralmente, con lo stesso sistema del copia ed incolla, da varie pubblicazioni (ALLEGATO n. 3) quali, per citarne alcune, : a) Annuari ARPA, capitolo Atmosfera (2004, 2005, 2006, ecc.), b) Relazione sullo stato dellambiente della citt di Palermo (2006, Agenda 21), c) Carta climatica ed atlante climatologico della Sicilia, ecc., che gli autori riportano tra le fonti bibliografiche o i documenti di riferimento. Come gi detto, tuttavia, non si in presenza di spunti o di citazioni bibliografiche, ma di un vero e proprio copiato di interi brani e capitoli. Altre parti, ancora, risultano prelevate persino da tesi di laurea di Istituti Universitari non siciliani come anche da siti web di facile reperimento, che per non figurano tra le fonti indicate.

Alcuni Progetti da attuarsi in regime di convenzione, elaborati gi negli anni passati da Istituti Universitari e proposti allAssessorato Territorio e Ambiente al fine di fornire Attivit di supporto tecnico-scientifico per la redazione del Piano, risultano inseriti, pur rimasti del tutto invariati i soggetti proponenti ed il contenuto della proposta, non gi per le finalit originarie, bens per la revisione e lattuazione del Piano stesso. I soggetti proponenti, che figurano tra gli autori del Piano, si sono limitati a ritoccare il titolo del Progetto, sostituendo la parola redazione con revisione (ALLEGATI n. 4-6). Per

qualche altro Progetto non si persino ritenuto di cambiare il titolo. Inoltre, fanno parte dellelenco dei Progetti - non si comprende a quale titolo e finalit - un Progetto della Regione Lombardia, corredato di tanto di stralcio di Decreto di approvazione del 2004 e di citazione di varie Delibere della Giunta lombarda, un Progetto messo sulla carta dal Comune di Palermo nel 2006 ed abortito gi allepoca ed un presunto Progetto Analisi della Climatologia Urbana e Qualit del Clima, presunto nel senso che non dato a comprendere di cosa effettivamente si tratti, dato che si limita ad una sintetica spiegazione delle modalit e dei criteri per classificare i climi della terra. Insomma, brani inseriti integralmente, tout court, e nulla pi. Se c un capitolo che pi di altri lascia esterrefatti per via del livello di copiatura pedissequa ed acritica mostrato dagli autori questo probabilmente il sesto. Il capitolo, trasposto tal quale, parola per parola, da quello del Piano del Veneto, riporta Le azioni del Piano, ossia gli interventi e le misure da adottare per contenere e contrastare i fenomeni di inquinamento sul territorio siciliano ed avviare le opere di risanamento. Il risultato che ne scaturisce un pot-pourri di dati siciliani e soluzioni venete. Tra le innumerevoli perplessit, a chi legge non pu non sorgere una ovvia domanda: dove sono, nel Piano, gli impianti industriali della Regione ? Dove sono i Petrolchimici, le Centrali Termoelettriche, i Cementifici, la Distilleria pi grande dEuropa, ecc. per finire agli impianti di minori dimensione ed impatto sulla qualit dellaria ?

Orbene, allesame dei fatti, il Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente della Regione Siciliana possiede tutti i connotati antitetici per essere definito tale, tanto meno quello di avere una qualche attinenza con i prerequisiti di un documento di programmazione e pianificazione in materia di tutela e risanamento della qualit dellaria, monco qual degli elementi fondamentali e costitutivi, ad iniziare dallinventario delle emissioni, dalla modellistica e, ovviamente, degli strumenti finanziari e delle risorse economiche (se si eccettuano i 500.000 euro che i Comuni siciliani dovrebbero stanziare, secondo gli autori, dal proprio bilancio

per le piste ciclabili lungo gli ipotetici e fantasiosi canali ed argini dei fiumi che si immettono nei loro centri storici). Ma ci sarebbe da chiedersi e da chiedere - il Bilancio regionale e, soprattutto, quello dei Comuni ne erano a conoscenza? Il 12 marzo 2008, cio a 7 mesi di distanza dallapprovazione del Piano, lAssessore pro tempore del Territorio e dellAmbiente emanava il D.A. n. 43/GAB (ALLEGATO n. 7) con il quale si apportavano correzioni ad alcune di quelle parti del Piano definite refusi e frutto di errori materiali non sostanziali. Ben prima, ma senza alcun atto formale o correzione ufficiale, era stato fatto sparire alla chetichella dal testo del Piano pubblicato nel sito dellAssessorato il link al Piano della Regione Veneto http://serviziregionali.org/prtra/files/33/prtra/PRTRA-04.htm,

maldestramente dimenticato al 1.6.1, pag. 26. In realt, per quanto riguarda i cosiddetti refusi si tratta di quei refusi irrilevanti citati nella conferenza stampa di Legambiente del 21 novembre del 2007 al solo scopo di evidenziare che dal copia e incolla del Piano veneto non si erano salvati neppure gli errori di battitura del testo veneto; per quanto riguarda i cosiddetti errori materiali non sostanziali resta incomprensibile come e perch si possa arrivare a definire tali i riferimenti al sistema aerologico padano, alle piste ciclabili sugli argini di fiumi e canali, alle limitazioni temporali di accensione del riscaldamento domestico e ad altre risibilit del genere nel contesto siciliano, frutto anchessi del copia e incolla cieco ed indiscriminato. Peraltro, le correzioni riguardano solo una piccola parte delle strafalcionerie messe sinteticamente in evidenza nella citata conferenza stampa di Legambiente, non risultando prese in considerazione tante altre parti di cui non era stata fatta esplicita menzione. In definitiva, nel copia e incolla, i refusi da refusi veneti sono diventati refusi siciliani e gli autori siciliani, con il citato D.A. n. 43, dopo 7 mesi li hanno corretti facendoli comparire come propri errori di stampa. Su questo aspetto specifico si rimanda al paragrafo Litaliano stravolto dal Piano di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente della Regione Siciliano Unultima chiosa : soltanto il 29/04/2009, il Capo di Gabinetto dellAssessore pro tempore era costretto a comunicare (ALLEGATO n. 8), con malcelato imbarazzo, che la Commissione ispettiva assessoriale, appositamente costituita per far luce sui fatti non aveva reso alcuna relazione conclusiva. Unaffermazione criptica per cercare di stendere il velo su una vicenda insostenibile ed indifendibile.

Rassegna stampa di copiature di rilievo nazionale ed internazionale e di sentenze


In Germania chi sbaglia paga, e in fretta, specie se siede al vertice politico, e non conta quanto stretti siano i suoi rapporti col capo dellesecutivo. In Sicilia, evidentemente, come dimostra la presente causa, la realt abbastanza diversa. Come riportato dal quotidiano La Repubblica del 9 febbraio 2013 il ministro dellIstruzione e della Ricerca tedesco, Annette Schavan, si dimetteva dallincarico dopo laccusa di aver copiato brani della sua tesi di dottorato ben 33 anni prima. Gi in precedenza fonte sempre La Repubblica del 18 febbraio 2011 - una vicenda simile aveva interessato un altro ministro tedesco, Karl Theodor zu Guttenberg, titolare del dicastero della Difesa, accusato dallUniversit di Bayreuth di avere attinto 76 pagine delle 475 della tesi di dottorato in giurisprudenza da altre pubblicazioni senza che le stesse fossero state espressamente indicate nei modi consoni. Non da meno il caso (La Repubblica del 2 aprile 2012) che ha travolto in Ungheria il Capo dello Stato Pl Schmitt, costretto a dimettersi per avere copiato, nel 1992, quasi tutta la tesi di laurea sulla storia dei giochi olimpici dal lavoro di un esperto bulgaro, il dottor Georgiev. Nella rassegna stampa che si allega non mancano neppure episodi che sono stati oggetto di procedimenti giudiziari, valga per tutti la sentenza della terza sezione penale della Cassazione a proposito di una tesi di laurea di una studentessa che ricalcava in tutto e per tutto quella di un altro laureando di sei anni prima, avendo uguali il titolo, lo svolgimento e la bibliografia. In sostanza, evidenziava la Suprema Corte annullando il titolo di laurea, la ragazza aveva fatto un lavoro di semplice copia ed incolla. I giudici hanno cos voluto richiamare lattenzione alla crescente facilit di plagiare il lavoro altrui, grazie alla diffusione di internet. Ed effettivamente, in tema di copiature o presunte ispirazioni o improbabili riferimenti casuali, ci che in passato era possibile che emergesse soltanto nel caso di una conoscenza diretta della fonte originaria, al giorno doggi, grazie alla rete ed ai motori di ricerca, da un termine particolare o da un breve passo di un testo possibile scoprire la pi o meno originalit o autenticit dello stesso. Ormai, visto il dilagare del fenomeno, specie in ambito universitario, le Universit di tutto il mondo stanno correndo ai ripari dichiarando una vera guerra contro chi copia, tramite software intelligenti che sono in grado di stanare lo scopiazzatore anche se, per esempio, ha cambiato o spostato alcuni predicati nelle frasi o ricorso a particolari artifizi. Da ultimo, si evidenzia anche il caso di un copia ed incolla esagerato tra GIP e PM sul quale intervenuta la Suprema Corte (sentenza n. 22327, 8 giugno 2012) dichiarando inammissibile il

collage, intriso di aspetti del tutto non pertinenti estrapolati dallistanza del PM o ancora peggio provenienti da atti dinchieste diverse, che il GIP aveva traslato nella sua richiesta. Il GIP in questione nella sua ordinanza, infatti, aveva letteralmente ricopiato, in maniera fra laltro maldestra, listanza del Pubblico Ministero senza neanche virgolettare interi periodi usati dal PM (in un altro caso similare il Giornale di Sicilia del 3 gennaio 2012 riportava che il Tribunale del Riesame di Napoli aveva annullato un arresto predisposto dal GIP del Tribunale del capoluogo campano, contestando, oltre ad una serie di errori, anche la copiatura maldestra della richiesta della Procura laddove non aveva neppure sostituito le parole questo PM con questo GIP).

Giusto in riferimento a questi ultimi esempi, ma anche tutti gli altri riportati nella Rassegna Stampa appaiono dello stesso tenore, questa difesa ritiene di avere fornito documentazione perfettamente calzante a dimostrare la fondatezza delle proprie tesi anche nel merito del concetto e della pratica, questa, ahinoi, sempre pi dilagante, di copiatura di documenti altrui, di cui la vicenda del Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente della Regione Siciliana si rivelata un esempio clamoroso ed affatto decoroso per la Pubblica Amministrazione. Ed sorprendente che la traccia che di fatto ha consentito di comprendere quello che era successo nella redazione del Piano siciliano lhanno lasciata, come unautoconfessione, gli stessi autori, i quali, senza neppure curarsi di rileggere il testo da loro assemblato, hanno dimenticato al cap. 1, 1.6, sotto 1.6.1, pag. 26, dopo lultimo capoverso che recita Per una trattazione di maggiore dettaglio sulla normativa inerente la qualit dellaria e le emissioni in atmosfera si rimanda al Cap. 4 il link http://serviziregionali.org/prtra/files/33/prtra/PRTRA-04.htm, che giusto il collegamento (interno) web al cap. 4 del Piano del Veneto. Da l a seguire, grazie ai motori di ricerca del web, stato semplice rintracciare sia la fonte Piano Veneto, sia le altre 27 fonti cui gli autori hanno pedissequamente attinto, traslandoli tali e quali nel testo siciliano. Nel documento che si allega, in cui si effettuato il calcolo delle righe identiche riportate dalle fonti esterne allinterno del Piano siciliano, prendendo a confronto il Piano veneto lincidenza risultata del 47,26%, valore di per s considerevole che per lievitato all89,57% quando nel confronto si sono considerate tutte le altre fonti. La conclusione, allora, alla luce di evidenze oggettive e documentate, ci porta a ribadire alcune semplici considerazioni : ammesso (e non concesso) che le Regioni italiane si trovassero a dover seguire uno schema obbligato (o necessitato) nella redazione dei Piani, in nessunaltra Regione avvenuto un caso di comunanza di contenuti tra Piani simile a quello del caso in questione;

nessunaltra Regione ha sentito la necessit di prendere a modello o a riferimento o a fonte ispiratrice il Piano di unaltra, tanto vero che ognuna ha redatto in autonoma originalit il suo schema ed il relativo contenuto; anche nella descrizione di parti a carattere generale, per esempio la descrizione delle caratteristiche chimiche degli inquinanti atmosferici, delle nozioni sui fattori meteoclimatici, delle procedure per la zonizzazione del territorio, gli interventi e le azioni da porre in esecuzione, ecc., nessuna Regione si sentita necessitata a rifarsi pedissequamente allo scritto di unaltra. Insomma, quel che risulta pacifico ed incontestabile che il caso siciliano di assemblaggio, collage e copiatura stato e rimane unico in tutto il panorama della redazione dei Piani da parte delle altre Regioni, e certamente il motivo ci sar. La pi semplice delle considerazioni non pu che rimandare a quelle ben note e, purtroppo, riprovevoli pratiche che da sempre ed in svariati campi delle attivit umane, per esempio a cominciare da quelle scolastiche, spesso inducono ad appropriarsi in modo non corretto del lavoro intellettivo altrui.

Litaliano stravolto dal Piano di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente della Regione Siciliano
Nella vicenda del Piano di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente della Regione Siciliano si assistito ad un uso disinvolto di termini della lingua italiana, in particolare refuso e copiare, del tutto snaturati dal loro effettivo significato etimologico. E facile evidenziare che il primo dei due termini, refuso, stato utilizzato per tentare di giustificare la presenza di talune macroscopiche abnormit riportate nel Piano siciliano, semplici parole o anche intere frasi, che, allevidenza oggettiva, non hanno alcun collegamento, n linguistico, n logico, con la singola parola o la frase di cui sarebbero un refuso. Analogo stravolgimento si registrato per i termini copiare o copiato; in questo caso, per, il tentativo stato quello di negare che interi capitoli o paragrafi o sottoparagrafi o brani pi o meno estesi, riportati pedissequamente da altre fonti nel Piano siciliano senza rispetto delle regole canoniche di riproduzione della fonte originale, possano essere definiti copiatura. La notoriet ed il diffuso utilizzo di detti termini nellaccezione comune dovrebbero rendere persino banale la questione etimologica sul loro effettivo significato.

Purtroppo, il motivo per cui causa impone, invece, di richiamare per dovuta chiarezza le definizioni che il dizionario della lingua italiana Devoto e Oli fornisce per i termini refuso e copiare: Refuso : errore di stampa dovuto a uno scambio o a uno spostamento di caratteri Copiare : riprodurre uno scritto da un modello in modo pedissequo anche fraudolento La semplice lettura comparativa del Piano siciliano e del Piano veneto, nella forma documentale fornita da questa difesa al fine di un immediato e migliore esame visivo, con le parti evidenziate in giallo che stanno ad indicare le righe pedissequamente traslate con copia ed incolla dal modello elaborato in originale del Veneto allassemblato siciliano, non lascia margini di dubbio o di equivoco sul quel che avvenuto riguardo al significato del termine copiare, come sopra ricordato dal dizionario Devoto e Oli. Sotto laspetto meramente quantitativo del conteggio delle righe traslate si gi evidenziato trattarsi del 47,26%, che una percentuale che non necessita di alcun commento. Come si anche sottolineato, estendendo il conteggio comparativo alle altre 27 fonti documentali da cui gli autori siciliani hanno attinto pedissequamente, la percentuale schizza soltre l89%. Ma sotto laspetto della giustificazione della presunta presenza dei c.d. refusi che la vicenda ha assunto livelli persino parossistici. Per brevit di esposizione si prender come modello di riferimento il D.A. dellAssessore pro tempore dellAssessorato Territorio e Ambiente n. 43/GAB del 12 marzo 2008 (ALLEGATO n. 7), emanato proprio per la correzione di alcuni refusi presenti nel testo [del Piano] e si forniranno una serie di esempi esplicativi (N.B. termini e/o frasi sono traslati assieme al contesto): pag. 91, cap. 2, riga 25, cassare comunit montane [refuso di che cosa?]; fonte originaria Piano veneto, pag. 70, cap. 2, 2.2.1; pag. 205, cap. 6, riga 35, cassare protetti (zone off-road) da e verso i centri storici, utilizzando ad esempio gli argini di fiumi e canali [refuso di che cosa?]; fonte originaria Piano veneto, pag. 191, 6.1.1; pag. 206, cap. 6, riga 21, sostituire la parola incenti con incentivi [refuso vero, ma copiato tal quale dal testo veneto]; fonte originaria Piano veneto, pag. 192, 6.1.2; pag. 207, cap. 6, 6.1.3 riga 18, cassare regionale e di bacino aerologico padano [refuso di che cosa?]; fonte originaria Piano veneto, pag. 193, 6.1.3; pag. 208, cap. 6, 6.1.4, riga 31, sostituire la frase sullintero territorio pianeggiante della regione con prevalentemente sulle zone pianeggianti della regione [refuso di che cosa?]; fonte originaria Piano veneto, pag. 195, 6.1.4;

pag. 212, cap. 6, 6.2.1, riga 1, sostituire la frase la revisione, laggiornamento e lintegrazione dei provvedimenti per la mobilit sostenibile, per il raggiungimento degli obiettivi fissati, saranno stabiliti con Deliberazione della Giunta Regionale con La revisione, laggiornamento e lintegrazione dei provvedimenti per la mobilit sostenibile, per il raggiungimento degli obiettivi fissati, saranno stabiliti seguendo le procedure vigenti nella Regione Siciliana ed in linea con quanto previsto in merito alla normativa nazionale e della U.E [refuso di che cosa?]; fonte originaria Piano veneto, pag. 199, 6.2.1; pag. 212, cap. 6, 6.2.1.1, riga 12, sostituire la frase Le Province attivano entro il 1.7.2005 degli Osservatori di con Le Province attivano entro il 1.7.2008 [possibile refuso se la frase non fosse estratta assieme al contesto della fonte veneta]; fonte originaria Piano veneto, pag. 199, 6.2.1.1; pag. 212, cap. 6, 6.2.1.1, riga 30, sostituire la frase 20% nel 2007; 30% nel 2009 con 20% nel 2009; 30% nel 2010 [possibile refuso se il passo non fosse estratto assieme al contesto della fonte veneta]; fonte originaria Piano veneto, pag. 199, 6.2.1.1; sostituire il 6.4 del cap. 6 con il seguente: I successivi aggiornamenti del Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente ed i piani ed i programmi attuativi saranno adottati anche per quanto riguarda linformazione al pubblico, seguendo le procedure vigenti nella Regione Siciliana ed in linea con quanto previsto in merito alla normativa nazionale e della U.E. [refuso di che cosa?]; fonte originaria Piano veneto, pag. 219, 6.4; sostituire il 6.7 del cap. 6 con il seguente: In fase di avviamento del piano con la prima revisione saranno introdotti i risultati di alcune attivit in corso di completamento (inventario delle emissioni, mappatura delle zone A, B e C, analisi dei trend, simulazioni con modelli, ecc.). La prima revisione del piano sar eseguita nel 2008, e successivamente ogni tre anni. Gli aggiornamenti del Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente ed i piani ed i programmi attuativi saranno adottati seguendo le procedure vigenti nella Regione Siciliana, anche per quanto riguarda linformazione al pubblico, in linea con quanto previsto in merito alla normativa nazionale e della U.E. [refuso di che cosa?]; fonte originaria Piano veneto, pag. 222, 6.7.

Alla luce di quanto esaustivamente si esposto, non sembra possano sussistere dubbi riguardo alla pacifica evidenza dei fatti, alla loro quantificazione percentuale, persino agli aspetti semantici, tutti concordi nel comprovare lopera di copiatura e di assemblaggio con cui stato maldestramente

costruito ci che in modo improprio viene etichettato come Piano di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente della Regione Siciliano.

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