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Energia, progresso e sostenibilit

Prof. Michele Cal Ing. Andrea Lanzini, Ing. Pierluigi Leone, dr. Umberto Lucia
a.a. 2012/2013

Esercitazione: Riflessioni sullo sviluppo


Umberto Lucia
Dipartimento Energia Politecnico di Torino

" Ognuno di noi su questa terra per una breve visita: egli non sa il perch, ma assai spesso crede di averlo capito. Siamo qui per gli altri uomini: anzitutto per coloro dal cui benessere dipende la nostra felicit, ma anche per quella moltitudine di sconosciuti alla cui sorte ci incatena un vincolo di simpatia " Albert Einstein Questi appunti rappresentano una traccia degli argomenti che vengono sviluppate durante 12 ore di esercitazione. Durante le esercitazioni in aula verranno approfonditi i temi qui tracciati e delineati. Ogni studente deve cercare di approfondire i punti indicati nelle riflessioni avvalendosi delle letture presentate a lezione e durante le altre esercitazioni. Si fornisce qui di seguito una breve bibliografia di riferimento, ma si sollecita a cercare ulteriori riferimenti anche avvalendosi delle informazioni reperibili sulla rete internet ed avvalendosi della bibliografia generale suggerita nel Corso. Libri di interesse [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11] Carlo Bertani, Giunti, Milano, 2003, Energia, natura e civilt. Quale futuro possibile? Gino Moncada Lo Giudice e Francesco Asdrubali, Franco Angeli, Milano, 2007, La sfida dellenergia. Arturo Lorenzoni, Il Mulino, Bologna, 2012, Il risparmio energetico. Silvana Khtz, Rubettino Editore, Soveria Mannelli, 2005, Energia e sviluppo sostenibile. Silvana Khtz, Aracne Editrice, Roma, 2005, Energia: management e modelli. Silvana Khtz, Aracne Editrice, Roma, 2006, Gestione e uso energetico delle acque. Luigi Sertorio e Erika Renda, Bollati Boringhieri, Torino, 2008, Cento Watt per il prossimo miliardo di anni. Alberto Cl, Il Mulino, Bologna, 2008, Il rebus energetico. Leonardo Maugeri, Sperling & Kupfer, Milano, 2008, Con tutta lenergia possibile. P. Vitousek, P. Ehrlich, A. Ehrlich and P. Matson, Human Appropriation of the Products of Photosynthesis, BioScience, 34, 6 (1986) 368. E. Williams, Achieving Sustainability: Reform or Transformation?, J. Planning Literature, 9, 4 (1995) 343.
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[12] [13] [14] [15] [16] [17] [18]

D.M. Raup, Biological extinction in Earth history, Science, 231 (1986) 1528. S. Hunt and G. Shuttleworth, Competition and Choise in Electricity, John Wiley & Sons, New York, 1996. R.G. Askin and C.R: Standridge, Modelling and Analysis of Manufacturing Systems, Wiley, New York, 1993. K.T. Ulrich and S.D. Eppinger, Product Design and Development, McGraw-Hill, New York, 1995. R. Barro e Xavier Sala-i-Martin, Economic Growth, McGraw-Hill, New York, 1995. European Commission, Green Paper on Innovation, December 1995. G.M. Grossman e E. Helpman, Innovation and Growth in the Global Economy, MIT Press, Boston, 1991.

Riviste reperibili on-line [1] Energia, Ambiente e Innovazione. Reperibile gratuitamente su internet alla pagina web: http://www.sede.enea.it/produzione_scientifica/EAI.html [2] Quaderni ENEA dellEnergia. Reperibile gratuitamente su internet alla pagina web: http://www.enea.it/it/enea_informa/i-quaderni-dellenergia/i-quaderni-dellenergia [3] Il nuovo saggiatore. Reperibile gratuitamente su internet alla pagina web: http://www.sif.it/attivita/saggiatore/econtents

[4] The Economist. Reperibile gratuitamente su internet alla pagina web: http://www.economist.com/node/11580723

[5] Le Scienze. Reperibile gratuitamente su internet alla pagina web: http://www.lescienze.it/argomento/energia [6] Future energy. Reperibile gratuitamente su internet alla pagina web: http://www.alternative-energy-news.info/technology/future-energy/

Siti di interesse http://www.cleanenergyfuture.gov.au/ http://www.energy-future.com/ http://www.worldfutureenergysummit.com/


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Introduzione
Le nuove teorie sullo sviluppo focalizzano la loro attenzione sul ruolo che riveste l'innovazione tecnologica a supporto della crescita economica. Sin dalla met degli anni '80 le teorie sullo sviluppo sono state soggette ad un nuovo interesse soprattutto per la complessit cui soggetta l'analisi delle correlazioni alla base della crescita economica. Alcune di esse si fondano sul principio dell'accumulo di capitale. In questo modello la funzione produzione incorpora due fattori convenzionali, il lavoro ed il capitale. La crescita si realizza risparmiando sui costi attuali in funzione di quelli futuri. Per conseguire la crescita le economie incrementano i loro investimenti netti ed i loro capitali. Assumendo che il livello numerico della popolazione resti invariato insieme al potenziale lavoro applicato, allora aumentando il capitale per unit di forza lavoro si ottiene un incremento di crescita economica: maggiore l'investimento in produzione, maggiore la produttivit e la crescita economica raggiunta. Questo modello, per, presenta un forte limite: come risultato del processo di accumulo di capitale e della diminuzione del ricavo, ad un certo istante le economie raggiungono il loro stato stazionario, l'equilibrio di crescita. Allo stato stazionario la crescita viene interamente determinata dall'innovazione tecnologica. Tale modello, per, non riesce a fornire una spiegazione al processo che genera l'innovazione tecnologica, assumendolo come elemento esterno al sistema economico e per sua natura esogeno. Inoltre questo modello non riesce a fornire alcuna spiegazione alla crisi economica che si originata in Unione Sovietica. Altre teorie tendono a fornire modelli in grado di descrivere un maggior numero di situazioni economiche empiriche. Esse si basano sulla nozione di "economie fondate sulla conoscenza" (knowledge-based economies) ed evidenziano l'importanza dei processi di acquisizione operativa della professionalit, della ricerca, della formazione e della imprenditorialit del "capitale uomo". In esse si accetta il principio di diminuire i proventi del fattore di accumulazione, riflettendo il ruolo fondamentale del mercato. Queste teorie privilegiano l'investimento in ricerca come funzione di produzione. La tecnologia, per, non rappresenta un bene privo di limitazioni; infatti queste teorie, per ottenere risultati economicamente rilevanti, devono introdurre la necessit di sistemi razionali di innovazione. Questi sistemi, per, chiusi rispetto alla comunicazione di informazioni, limitano la crescita tecnologica stessa, frenando i processi innovativi e, quindi, anche la stessa crescita economica. Inoltre questi modelli non riescono a fornire spiegazioni alla situazione economica di alcuni stati dell'Africa. In questo lavoro si cercher di sviluppare un modello fenomenologico di analisi dello sviluppo che non presenti i limiti delle teorie precedenti e che sia conforme alle linee guida dello sviluppo sostenibile. Si vuole giungere ad un modello che connetta i vari fattori che influenzano lo sviluppo, in modo da ottenere una metodologia di analisi e, quindi, anche di intervento nelle operazioni di trasferimento tecnologico. Ricerca e Sviluppo (sostenibile) un settore di indagine non classificabile come ricerca di base, ma neppure come ricerca applicata. Una gran parte della crescita economica dovuta all'incremento della produttivit
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totale, all'accumulo delle conoscenze ed all'innovazione che permettono di combinare tra loro gli stessi input di base in forme pi efficienti. Occorre sviluppare ricerche applicative multidisciplinari, soprattutto su linee orizzontali ed interdisciplinari. Il concetto di sostenibilit strettamente connesso agli sviluppi della politica e della comunit. Infatti la politica garantisce le attivit di gestione e di regolamentazione strutturale, mentre lo sviluppo della comunit garantisce la qualit della vita per le attuali generazioni senza privare le generazioni future e le persone, ovunque, del loro diritto ad un pianeta vivibile ed ecologico. Lo sviluppo sostenibile come concetto e paradigma il sintomo culturale di una cambiamento storico che si realizza in tutte le societ come elemento caratterizzante dell'ultimo decennio del XX secolo. Questo concetto implicitamente concretizza differenti aspirazioni filosofico-sociali quali democrazia, comunit, pace, diversit, diritti umani, uguaglianza del genere umano, giustizia economica e sociale, ecologia: si contrappone alla prevalente ortodossia della attuale crescita economica, della crescente riproposta di un'ottica antropocentrica e dei valori materialisti, richiedendo un nuovo contratto sociale e proponendo un nuovo atteggiamento culturale. Il concetto di sostenibilit non si riferisce solo alle problematiche ecologiche, ma anche e soprattutto a pi ampi e necessari cambiamenti sociali, politici e culturali che richiederanno lo sviluppo di nuovi metodi, attitudini individuali e abilit professionali. Evidenze dell'interferenza umana con il mondo naturale sono visibili in ogni ecosistema. Esempi significativi sono rappresentati dalla presenza dei CFC (clorofluorocarburi) nella stratosfera oppure dal cambiamento del corso dei principali fiumi del pianeta. Sin da quando, circa diecimila anni fa, l'Uomo abbandon la vita nomade, ha sempre manipolato il mondo naturale per soddisfare le sue necessit. E' difficile stimare i tempi, la natura e l'entit del cambiamento globale indotto dall'Uomo, soprattutto nel periodo post-industriale. I motivi sono i seguenti: la meccanizzazione sia industriale sia agricola nell'ultimo secolo ha determinato un incremento della produttivit e della produttivit del lavoro con conseguente incremento del benessere e dei servizi; l'entit numerica della popolazione non ha paragoni storici. Inoltre la disuguaglianza globale significativa; infatti il benessere distribuito solo a circa un quarto della popolazione mondiale come si evince da uno studio dell'Indira Gandhi Institute of Development Research riassunto nella seguente Tabella: Tabella 1 Disuguaglianze nel consumo globale: consumo nei Paesi Industrializzati (dati 1992)
75 % 92 % 70 % 86 % 81% 80 % Uso di energia Automobili Emissioni di CO2 Rame ed alluminio Carta Ferro ed acciaio
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48 % 60 %

Coltivazione di cereali Fertilizzanti artificiali

la natura stessa dei cambiamenti non ha precedenti: l'inventivit umana in ambito industriale ha introdotto prodotti e materiali inquinanti nell'ambiente; infatti alcuni materiali non sono naturalmente presenti e la loro introduzione avvenuta con tempi non naturali. Al fine di poter estrapolare scenari evolutivi e previsionali delle attivit produttive ed ecologiche fondamentale una analisi mirata alla comprensione della attuale situazione evolutiva. Il concetto di sostenibilit connesso a quello di stato stazionario del sistema economico introdotto nel XIX secolo dagli economisti della politica; infatti, per John Stuart Mill al termine di stazionario non si deve associare il significato di staticit, ma esso riferito all'equilibrio tra risorse di produzione e risorse naturali con riferimento alla equit di accesso alle risorse naturali per le generazioni successive.

Sostenibilit
Il concetto di sviluppo sostenibile non un concetto autoreferente, ma contestualizzato in ambito sociopolitico: questo implica la necessit di chiarezza nella definizione di sostenibilit. Tutti gli autori concordano su tre concetti correlati a quello di sviluppo sostenibile: 1. la necessit di arrestare la degradazione ambientale e lo squilibrio ecologico 2. la necessit di non impoverire le generazioni future 3. la necessit di una buona qualit della vita e dell'equit tra le generazioni attuali . La chiarezza riguardo una accurata definizione di sviluppo sostenibile cruciale per comprendere: 1. quali problematiche enfatizzare 2. quali necessit ed interessi debbano avere la priorit 3. chi deve essere coinvolto nell'assumere le decisioni . Dalla chiarezza su questi punti si pu derivare: 1. quale struttura debba essere costruita per perseguire le finalit 2. quale politica debba essere adottata per sostenere le azioni 3. quali strumenti debbano essere impiegati per conseguire gli obiettivi .

I passi verso la sostenibilit


Il primo passo concreto sul fronte della sostenibilit stata la Conferenza sull'Ambiente e lo Sviluppo tenuta a Rio de Janeiro nel 1992. I risultati ottenuti durante la Conferenza sono stati condensati in cinque documenti ufficiali: 1. la Dichiarazione di Rio
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2. l'Agenda 21 3. la Convenzione sulla Biodiversit 4. la Convenzione sul Clima 5. i Principi della Foresta . In particolare l'Agenda 21: 1. stata incentrata sullo sviluppo dei Paesi con particolare attenzione a quelli del Sud del mondo, ma in essa si sottolinea come siano proprio i Paesi del Nord a doversi assumere la responsabilit di modificare il loro modello di sviluppo, sia per combattere i problemi del cambiamento climatico globale sia per rimuovere gli ostacoli esterni alla sostenibilit del Sud del globo, come ad esempio i debiti, le politiche economiche e quelle agricole, ribadendo cos i risultati delle analisi dell'Istituto Internazionale per l'Ambiente a lo Sviluppo; 2. ha messo in evidenza le necessit di cambiamenti nella sovranit economica nazionale in quanto l'internazionalizzazione dei mercati finanziari ha diminuito la capacit dei governi di amministrare la propria economia; 3. ha messo in evidenza il ruolo e la responsabilit delle corporazioni transnazionali, evidenziandone il ruolo di forze primarie alla base della globalizzazione economica. La loro potenzialit consiste nel poter essere al tempo stesso sia un ostacolo sia un motore di cambiamento. Infatti, in base ai dati diffusi dalla Banca Mondiale, le corporazioni transnazionali controllano circa il 70% del commercio mondiale, e sono responsabili di circa la met dell'emissione totale di CO2 . L'Agenda 21 un documento utile perch: 1. una fonte di tematiche di discussione finalizzate allo sviluppo sostenibile; 2. introduce la necessit di approcci olistici e di strategie integrative; 3. sollecita alla collaborazione ed alla partecipazione . L'Agenda 21 rappresenta il primo e maggiore successo delle autorit locali nel tentativo di ottenere il riconoscimento del loro ruolo come la chiave di volta per realizzare la sostenibilit; infatti almeno due terzi delle azioni previste nell'Agenda 21 richiede il coinvolgimento dei governi locali. Bench la maggior parte delle conferenze facciano alcuni riferimenti alle differenti strutture sociali contemporanee ed alla loro evoluzione, due conferenze mondiali delle Nazioni Unite sullo sviluppo sociale appaiono fondamentali al riguardo, The Social Summit (Copenhagen, 1994) e Habitat II The City Summit (Istanbul, 1996). Entrambe affrontano marcatamente i problemi sociali: i senza tetto, i disoccupati, la criminalit, la povert, l'esclusione sociale, la congestione urbana da traffico, ecc.. Si focalizzata l'attenzione sui metodi, sulle azioni necessarie a raggiungere e garantire l'equit sociale e sulla definizione delle regole sostenibili in un mondo urbanizzato. Inoltre si sono suggerite innovazioni di procedure e di organizzazione per raggiungere la sostenibilit.

Il trattato di Maastricht
Il documento che pi di tutti ha indotto una forte spinta nel dibattito sulla sostenibilit stato il Trattato sull'Unione Europea (Maastricht, 1992) che definisce le azioni dell'Unione Europea verso una dimensione ambientalistica della sostenibilit. Fondamentali, anche se non decisive, appaiono le politiche di cooperazione per lo sviluppo e quelle economiche dell'Unione Europea, i mercati interni ed i fondi strutturali. Nel trattato si evidenziano la coesione sociale e la protezione dell'ambiente come le condizioni principali per la crescita economica sostenibile: questo un obiettivo politico che permette di realizzare il Singolo Mercato Europeo per gli Stati Membri e non, quindi, lo sviluppo economico sostenibile. Il Quinto Programma Quadro di Azione Ambientale introduce un approccio integrato e strategico allo sviluppo sostenibile a livello di Unione Europea in cinque settori chiave: 1. industria 2. trasporti 3. agricoltura 4. energia 5. turismo . In questo contesto si sono individuate quattro aree di priorit: 1. gestione sostenibile delle risorse naturali 2. aspetti socioeconomici di sostenibilit 3. accessibilit sostenibile 4. pianificazione sostenibile . L'approccio concettuale e gestionale si deve basare su una analisi globale del sistema economico, produttivo e sociale, intendendo tale realt come Sistema Complesso, interconnesso e dinamico. Un esempio in questo senso fornito dal trasporto pubblico: si continua a tentare di ridurre i tempi minimi di percorrenza degli spostamenti necessari per raggiungere il luogo di lavoro, mentre l'atteggiamento pi corretto nel senso della sostenibilit sarebbe quello di costruire un sistema che riduca le necessit di spostamento per svolgere il proprio lavoro.

Le decisioni di Kyoto
La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici applicata nella Conferenza Mondiale sull'Ambiente di Rio stata ratificata dall'Italia il 15 gennaio 1994. Essa contiene una serie di obblighi per finalit generali, cos riassumibili: 1. a breve termine: azioni finalizzate alla limitazione dei possibili mutamenti climatici globali indotti da attivit umane, a mezzo di interventi sulle cause principali di tali cambiamenti

2. a medio termine: azioni finalizzate alla mitigazione degli effetti climatici globali a mezzo di interventi di prevenzione dei danni e di minimizzazione delle conseguenze negative, prevedibili e conseguenti, ai mutamenti climatici, sull'ambiente naturale, su quello antropizzato e sullo sviluppo socioeconomico 3. a lungo termine: azioni finalizzate a consentire e favorire l'adattamento dell'umanit ai mutamenti climatici e ad un nuovo ambiente naturale globale differente da quello attuale . Gli obblighi possono essere cos sintetizzati: 1. di natura politica e socioeconomica nazionale nei settori pi rilevanti delle attivit umane (energie, processi industriali, produzione agroalimentare, gestione dei rifiuti) 2. di natura politica e socioeconomica internazionale per la cooperazione internazionale tra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo o con economia in transizione 3. di natura tecnico-scientifica per la partecipazione a programmi di natura tecnico-scientifica internazionale per lo studio dell'ambiente globale e dei suoi mutamenti climatici, per l'osservazione della Terra e del clima, per lo sviluppo dell'innovazione tecnologica nei settori produttivi, industriali ed energetici 4. di natura culturale e sociale per la diffusione dell'informazione sui problemi ambientali e climatici . Nella Convenzioni impegni ed obblighi non sono espressi in azioni concrete da effettuare, modalit operative di attuazione e tempi da rispettare, ma sono espressi in termini generali. Nella Convenzione viene istituito un organo definito La conferenza delle Parti, al quale viene demandato il compito fondamentale di dare attuazione dei principi e degli impegni generali contenuti nella Convenzione stessa. Il Protocollo di Kyoto, approvato nel 1997, un atto esecutivo che esprime gli impegni urgenti e prioritari inerenti a settori di economie nazionali. Il Protocollo di Kyoto indirizzato esclusivamente ai Paesi sviluppati ed a quelli ad economia in transizione, mentre non pone restrizioni a quelli in via di sviluppo. Il Protocollo individua e definisce operativamente solo una parte molto limitata degli impegni da attuare. Esso rappresenta un punto di partenza fondamentale, non solo nella direzione delle problematiche connesse ai cambiamenti climatici, ma anche e soprattutto nel quadro pi generale dello sviluppo sostenibile. Il Protocollo ha posto e sancito la centralit sia dei problemi del clima globale nello sviluppo socioeconomico mondiale sia di quelli connessi allo sviluppo sostenibile per il futuro del nostro pianeta e per la sopravvivenza stessa dell'umanit. Tale Protocollo deve essere inteso come il punto di partenza per poter iniziare ad affrontare i problemi del clima e dello sviluppo sostenibile, ma anche per la cooperazione mondiale. Il Protocollo impegna i Paesi industrializzati e quelli ad economia in transizione a ridurre complessivamente del 5% le principali emissioni antropogeniche dei gas che possono alterare l'effetto serra naturale del nostro pianeta nel periodo compreso tra il 2008 e 2012. I gas individuati sono: anidride carbonica, metano, protossido di azoto, fluorocarburi idrati, perfluorocarburi e esafluoruro di zolfo. La riduzione richiesta riferita al 1990 per i primi tre gas (anidride carbonica, metano, protossido di azoto) ed al 1995 per gli altri (fluorocarburi idrati, perfluorocarburi e esafluoruro di zolfo).
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Nessun tipo di limitazioni per le emissioni di gas ad effetto serra viene imposto ai paesi in via di sviluppo perch tale vincolo rallenterebbe o condizionerebbe il loro sviluppo socioeconomico; infatti ogni limitazione alle emissioni di gas serra avrebbe ripercussioni sulla produzione e sul consumo energetico, sull'agricoltura, sull'industria e su ogni altro settore produttivo con conseguente aumento di oneri finanziari e costi aggiuntivi: questo avrebbe una ricaduta negativa sul loro processo di sviluppo. Il Protocollo di Kyoto individua i seguenti settori come prioritari: 1. energia, sia nei processi connessi con la combustione di combustibili fossili per la produzione energetica sia come emissioni non controllate di fonti energetiche di origine fossile 2. processi industriali 3. agricoltura 4. rifiuti (loro gestione e smaltimento) . Si introdotta la necessit di forestazione intesa sia come riforestazione sia come afforestazione. Pertanto la riduzione di emissioni deve essere intesa come riduzioni delle emissioni nette, cio come bilancio netto tra quanto complessivamente aggiunto all'atmosfera e quanto complessivamente da essa sottratto. Inoltre il Protocollo individua anche azioni operative a sostegno dello sviluppo sostenibile, ovvero: 1. azioni di carattere generale per incrementare l'efficienza energetica nei settori pi rilevanti dell'economia nazionale e per incrementare le capacit di assorbimento dei gas serra rilasciati in atmosfera 2. azioni di carattere politico-economico al fine di eliminare quei fattori di distorsione dei mercati che favoriscono le emissioni di gas serra 3. azioni nel campo dell'agricoltura e delle fonti rinnovabili di energia 4. azioni di politica dei trasporti, di gestione dei rifiuti e di gestione e manutenzione nel trasferimento di metano al fine di limitare e contenere le emissioni di metano e gas serra . E' stato proposto un nuovo metodo attuativo per conseguire lo sviluppo sostenibile, il clean development mechanism finalizzato alla cooperazione transnazionale al fine di promuovere il trasferimento di tecnologie e di know how tra Paesi Ricchi e Paesi Poveri.

Sviluppo come sistema complesso


Dopo queste prime riflessioni appare evidente che lapproccio allo sviluppo complesso perch lo sviluppo il risultato di un insieme di attivit il cui approccio richiede un metodo scientifico e un modello complesso. Un sistema complesso un sistema in cui le singole parti sono soggette ad interazioni non lineari che provocano cambiamenti nella struttura complessiva. La termodinamica dei sistemi complessi ha recentemente costruito modelli idonei a descrivere le modifiche locali, ma non si ancora in grado di generare descrizioni globali per previsioni di lungo tempo a causa della complessit matematica dei modelli

stessi. Questo un settore della ricerca di notevole interesse sia da un punto di vista fondamentale sia applicativo in molti settori quali la fisica, la chimica, lingegneria, la biologia, lecologia, leconomica, ecc.. Da dove iniziare? Non esiste un metodo universale per avvicinarsi allo studio dei sistemi complessi connessi allo sviluppo, al progresso, al cambiamento derivante dallo sviluppo tecnologico. In queste dispense si inizier con lanalisi di quattro casi di riflessione che presentano differenti comportamenti delle societ umane in relazione al proprio ambiente: due di questi casi sono ambienti isolati fisicamente in quanto isole, mentre gli altri due sono ambienti isolati per volont delle societ umane.

Caso 1: lIsola di Pasqua.


LIsola di Pasqua una isola di 400 km2 situata a 3000 km a Ovest del Sud America. Si form a seguito della scomparsa di tre vulcani del Sud Pacifico. Come per tutte le isole vulcaniche pacifiche lunica risorsa di acqua potabile rappresentata dai laghi di acqua dolce che si formano nel cratere vulcanico. In conseguenza non si pot formare molta vegetazione e alcuni semi di piante polinesiane portate dai primi abitanti non riuscirono ad attecchire. Si svilupparono, per, molte palme. La temperatura e lumidit sullisola sono molto alte. La prima isola abitata vicino allIsola di Pasqua Pitcairn che si trova a circa 2000 km di distanza. Studi recenti hanno evidenziato che lisola fu oggetto di molte migrazioni da parte di popolazioni dellAsia Sud-Est, concluse verso il 500 d.C.. Queste popolazioni presentavano una matrice etnica comune a quelle migrate in Polinesia tra Tonga e Samoa nel 1000 d.C. che successivamente colonizzarono Hawaii e la Nuova Zelanda. Lalimentazione dei primi abitanti fu sicuramente costituita da patate dolci, pollame e pesce. LIsola fu scoperta il Sabato Santo del 1722 dal Duca Admiral Roggeveen che vi trov 3000 abitanti in condizioni precarie e ridotti al cannibalismo. Lisola difficilmente raggiungibile e questo la rende un sistema isolato e quindi un laboratorio naturale per losservazione delle dinamiche umane in relazione allambiente, allo sfruttamento delle risorse ed alle stesse relazioni sociali. Un errore di gestione di questo sistema complesso ha conseguenze devastanti su stesso, cosa realmente successa agli abitanti dellIsola di Pasqua che hanno rappresentato una societ evoluta e complessa che non si consentita di mantenere il livello di sviluppo raggiunto per un poco attento sfruttamento delle risorse a disposizione. La particolarit dellisola la presenza di oltre 600 statue in pietra alte circa 6 m e costruite con due differenti tipi di pietra provenienti da due differenti aree dellisola. Le statue furono trasportate utilizzando i fusti di palma presenti sullisola, impiegati anche per altri scopi quali accendere fuochi, costruire canoe per la pesca, costruire e riparare abitazioni, ecc.. Lincremento demografico tra il 500 d.C. e il XVI sec. fu considerevole portando gli abitanti da alcune decine a circa 7000. In conseguenza aument anche la necessit di legna. Un poco equilibrato sfruttamento di questa risorsa determin il declino di questa civilt: senza legno non si poterono pi riparare le case e costruirne di nuove, costruire canoe per la pesca, ecc. con la conseguenza di un ritorno ad uno stato pi primitivo di vita nelle caverne, con limpossibilit di alternare lalimentazione con la pesca, ecc.. la conseguenza fu un crollo demografico da
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7000 a 3000 abitanti dal XVI sec. al 1722. Inoltre, il peggioramento delle condizioni di vita port a conflitti e la scarsit di cibo determin il ritorno al cannibalismo.

Riflessioni
1. Lo sviluppo sostenibile. 2. Lecosistema. 3. Le risorse e il loro utilizzo. 4. Benessere personale e sociale in relazione al proprio habitat e allo sfruttamento delle risorse. 5. Le risorse attorno a noi: nostre necessit, utilizzo, mantenimento, impatto ambientale.

Caso 2: Venezia.
LImpero Romano fin verso il 500 d.C., a causa delle continue invasioni barbariche (Goti, Visigoti, Vandali, ecc.) in conseguenza delle quali alcune popolazioni del nord Italia ripararono per difendersi nella laguna veneta, insediandosi stabilmente in quellarea che oggi Venezia. Per difendersi dalle maree disboscarono tutta larea utilizzando i tronchi per edificare le fondamenta delle costruzioni: un esempio emblematico la chiesa gotica di Santa Maria della Saluta che edificata su una fondazione di 1.106.657 pali. Dal 727 d.C. Venezia prosper sotto la guida dei Dogi basando la sua primaria attivit sul commercio, con conseguente espansione demografica che port ad una rilevante densit di popolazione. Nel XIV secolo lEuropa venne invasa dalla peste negra e la scelta di mantenere una troppo alta densit abitativa determin una alta diffusione della malattia: tra il 1347 e il 1349 morirono il 60% di veneziani. Venezia costituita di canali, fondamentali per gli spostamenti e le comunicazioni intraurbane. Gli stessi canali, per, rappresentano anche la prima causa di difficolt della citt quando le maree sono particolarmente alte, causa nota come acqua alta. Bench siano stati edificati sbarramenti nel 1997 e 2003, il fenomeno dellacqua alta continua ad affliggere Venezia.

Riflessioni
1. Sviluppo e demografia: relazioni, conseguenze e fattori condizionanti. 2. Ecosistema e demografia. 3. Demografia e tipologie di sviluppo. 4. Crescita economica e demografica. 5. La densit abitativa e la gestione del territorio. I piani di sviluppo urbano e i loro fondamenti ingegneristici. 6. Tecnologie e disastri naturali: limiti delle tecnologie e punti di forza delle stesse. 7. Gestione del territorio e problemi di idraulica: quali scelte ingegneristiche.
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8. I mulini olandesi e le paratie del Tamigi: esempi di gestione delle acque. Problematiche e soluzioni. 9. Venezia e lIsola di Pasqua: similitudini e differenze. 10. Strumenti per la valutazione a lungo termine delle scelte di sviluppo.

Caso 3: Il Parco Nazionale di Tsavo.


Il Parco Nazionale di Tsavo fu istituito e realizzato nel 1948. Il suo primo guardiano David Sheldrick comprese che la viabilit del parco deve essere funzionale allinteresse dei visitatori di vedere gli animali presenti nel parco stesso. Per realizzare la strada, lunga 1.500 km, si sono prosciugati i pozzi e inquinate le acque dei fiumi.

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Tecnologie energetiche e sostenibilit


Da dove partire? La riflessione sul tema delle tecnologie energetiche e la sostenibilit pu muovere da molte considerazioni e avvalersi di differenti approcci per cercare di sviluppare un tema fondamentale, ma anche complesso, della nostra societ e del nostro sistema produttivo e in generale di vita. E sempre difficile scegliere un metodo di analisi perch ogni scelta di aderire ad un approccio implica di escluderne altri, con la conseguenza di avere sempre una visione parziale e non completa del problema. Qui si sceglie di partire da tre domande e di ragionare su di esse, fornendo non risposte esaustive, ma spunti di riflessione: 1. Le risorse fossili sono esauribili in tempi brevi? 2. quali fonti energetiche sono realmente utilizzabili oggi come alternativa o in affiancamento alle risorse fossili? 3. Quali risorse sono realmente sostenibili? Queste domande sottintendono una serie di considerazioni molto pi ampie sia dal punto di vista tecnicoscientifico sia da quello socio-politico-economico; infatti, per esempio, da queste possibile far discendere altre domande: i) quali tecnologie possono consentirci di produrre con continuit temporale e senza rischi di interruzione lenergia elettrica? ii) e il riscaldamento domestico? iii) quale limpatto ambientale delle tecnologie energetiche? iv) come si pu slegare la produzione industriale dalla dipendenza dal costo del petrolio? ecc. Inoltre, il nostro sistema produttivo, ma anche luso energetico civile, si fonda principalmente sulla combustione e quindi, sempre dalle tre domande presentate prima, si possono inferire tre considerazioni sul cambiamento climatico: La combustione produce

anidride carbonica (nella figura di lato rappresentato

landamento nel tempo della concentrazione dellanidride

carbonica nellatmosfera) Lanidride carbonica un gas che aumenta leffetto serra naturale Lincremento delleffetto serra aumenta la temperatura media globale.

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Per quanto riguarda la problematica dellincremento dellanidride carbonica come conseguenza dellattivit umana ci sono due differenti approcci: lanidride carbonica sta aumentando: 1. a seguito dellattivit antropica 2. per cause naturali dovute al nostro pianeta ed alla sua interazione energetica con il sole. Per comprendere quale sia la vera motivazione occorre sviluppare osservazioni quantitative e storiche; infatti, considerando la curva che esprime la concentrazione dellanidride carbonica in funzione del tempo, ricavata sia da misure di concentrazione nei ghiacci antartici sia da misure dirette alla Hawaii (dal 1958 in poi), e considerando il periodo dellintroduzione dello sviluppo storico e della

motore a vapore si ricava il grafico

riportato qui di fianco. Da questo si pu

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evincere che lincremento della concentrazione dellanidride carbonica avviene proprio con lintroduzione delle nuove tecnologie energetiche del 1800 e prosegue in modo proporzionale alla loro diffusione. Pare ragionevole, quindi, affermare che la fonte di incremento della concentrazione di anidride carbonica sia antropica. I ricercatori che si occupano di cambiamenti climatici concordano che un innalzamento della temperatura globale oltre i 2C potrebbe produrre conseguenze disastrose per la Terra. Ovviamente, la dizione disastrosa completamente una accezione antropomorfa, secondo la quale luomo, la sua sopravvivenza e il suo benessere sono imprescindibili, mentre da un punto di vista della Natura le consequenze sarebbero solo una variazione di stato del sistema! Il contributo allemissione

dellanidride carbonica (il cui ciclo rappresentato in figura) fornito per il 75% dalla produzione dellenergia, quindi lenergia il settore in cui occorre maggiormente operare un cambiamento di atteggiamento sia nella produzione sia nellutilizzo. Crescita e sviluppo La crescita laumento quantitativo su scala economica. Lo sviluppo, invece, misurabile con il conseguimento di un insieme di obiettivi sociali, tra i quali si possono elencare i livelli nutrizionali, sanitari e di istruzione di una popolazione, una maggiormente equa distribuzione del reddito, una crescita nelle libert fondamentali delle persone, la facile accessibilit alle risorse e lincremento del reddito reale individuale, con il quale si individua il valore per abitante dei beni e dei servizio prodotti in un sistema economico. Il concetto di sostenibilit strettamente connesso agli sviluppi della politica e della comunit. Infatti la politica garantisce le attivit di gestione e di regolamentazione strutturale, mentre lo sviluppo della comunit garantisce la qualit della vita per le attuali generazioni senza privare le generazioni future e le persone, ovunque, del loro diritto ad un pianeta vivibile ed ecologico. Lo sviluppo sostenibile il sintomo culturale di una cambiamento storico che si realizza in tutte le societ come elemento caratterizzante dell'ultimo decennio del XX secolo. Questo concetto implicitamente concretizza differenti aspirazioni
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filosofico-sociali quali democrazia, comunit, pace, diversit, diritti umani, uguaglianza del genere umano, giustizia economica e sociale, ecologia: si contrappone alla prevalente ortodossia della attuale crescita economica, della crescente riproposta di un'ottica antropocentrica e dei valori materialisti, richiedendo un nuovo contratto sociale e proponendo un nuovo atteggiamento culturale Consumi e valutazione energeticoeconomiche La valutazione del consumo di energia un problema ingegneristico e

computazionale quando si vuole assegnare un valore numerico alla valutazione. In una pi ampia valutazione scientifico-ingegneristica, per, oltre a valutare il valore nuemrico del consumo energetico, occorre anche comprendere le necessit e le dipendenze del consumo energetico stesso. Le unit di misura termodinamiche della potenza e dellenergia sono rispettivamente il W e il J o i loro multipli. Queste unit di misura non consentono agevolmente di comprendere il valore economico e sociale dellenergia e della potenza utilizzata a livello di impatto individuale e socio-economico. Pertanto in questi appunti si cercher di utilizzare lunit di misura che quantifica anche economicamente lenergia utilizzata, ovvero il kWh in quanto la bolletta dellenergia elettrica contabilizzata in base a questa unit di misura. Questo consentir di percepire anche economicamente le grandezze energetiche utilizzate. Per le potenze si utilizzer il kWh/d (1 kW = 24 kWh/d, mentre 1 kWh = 3600 kJ = 3.6 MJ). Queste non sono grandezze del sistema internazionale, ma considerando il costo di circa 0.20 EUR/kWh, risulta immediato contestualizzare nella propria vita il costo energetico comparandolo con altre forme di costo cui si abituati (il latte di alta qualit fresco costa circa 1.50 EUR/l, il pane 2.50 EUR/kg, ecc.). Per esempio una lampadina a fluorescenza da 20W fornisce 1000 lumen. Ogni ora consuma 20 W, quindi lenergia consumata in 1h risulta 20x10 -3 kWh. Pertanto ogni ora di utilizzo costa 4x10-3 EUR, ovvero 0.4 centesimi di euro. La sua durata media di 8000 h, quindi il suo utilizzo per tutta la sua durata media costa circa 32 EUR, cui va aggiunto il costo di acquisto. Lautomobile Si consideri unautomobile media con una sola persona a bordo. La potenza media necessaria a questa automobile pu essere valutata come:

energia utilizzata in un giorno medio

energia per unit distanza percorsa in un giorno di carburante distanza per unit di carburante

Una valutazione media di queste grandezze potrebbe essere fatta prendendo come riferimento 10 km medi giornalieri, rispetto ai quali possibile fare valutazioni per altre distanze percorse. Per la distanza percorsa

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per unit di carburante in una guida media di unautomobile media in un traffico tipico delle citt italiane si pu considerare circa 12 km/l. Lenergia per unit di carburante dipende dal tipo di carburante. Per gli idrocarburi in genere si pu assumere un valore medio del loro potere calorifico di circa 12.5 kWh/kg nelle stazioni di servizio italiane. Assumendo una densit media di 0.8 kg/l si ottiene che lenergia media per unit di carburante utilizzata si pu valutare in circa:

12.5
Si ottiene cos:

kWh kg 0.8 10 kWh/l kg l

energia utilizzata in un giorno medio

10 km/d kWh 10 8.3 kWh/d per persona 12 km/l l

Al costo dellenergia elettrica questo equivale a circa 1.67 EUR/d per persona (si valuta facilmente che considerando circa 2 EUR/l la benzina e il consumo ipotizzato per 10 km di circa 0.83 l/d si ottiene lo stesso risultato). Si considera, per, che in Italia, in media, una persona percorra circa 50 km/d, ottenendo un costo per persona di 8.35 EUR/d. Energia dal vento Energie alternative. Alternative a cosa? Alla combustione per esempio. Il vento una delle prime forme di energia con cui luomo si relaziona sin dalla nascita. La domanda, per, : quanta energia pu fornire il vento? E per quanto tempo il vento pu fornire energia? Occorre sviluppare delle valutazioni. Quanta energia si pu estrarre dal vento. La potenza di una massa di aria m che si muove ad una velocit v pu essere valutata come:

1 2 mv Vv 2 Alv 2 Avtv 2 Av 3 D 2 v 3 2 t 2t 2t 2t 2 4
dove A larea della sezione trasversale del cono di vento che incide sulle pale della turbina eolica, t il tempo, la densit dellaria valutata circa 1.3 kg/m3. La potenza dipende dalla velocit del vento e dal diametro D della turbina eolica. Inoltre le turbine eoliche di una centrale di
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produzione energetica eolica devono essere posizionate in modo tale da non alterare il flusso di aria che incide su ognuna di loro. Questo richiede che la distanza tra ognuna di esse sia pari ad almeno 5 volte il valore del diametro delle turbine eoliche utilizzate. Infine, il vento ha velocit maggiore ad alta quota, quindi risulta pi efficace costruire torri molto alte e con diametri, quindi, rilevanti. Per avere una prima valutazione basta pensare che i basamenti delle torri di sostegno sono composti di cemento armato di circa 5001000 chilogrammi, sono profondi da 20 a 30 metri ed hanno sezione 5 metri per 5 metri. Gli aerogeneratori producono rumore in due distinte forme: 1. una causata dal movimento delle parti meccaniche del moltiplicatore di giri; 2. laltra di natura aerodinamica dovuta sia alla rotazione delle pale che fendono laria, soprattutto nella loro parte estrema, con una velocit inferiore a quella del suono sia per il passaggio della pala a breve distanza dalla torre metallica di sostegno (rumore cadenzato). La continuit nella prosuzione energetica un requisito fondamentale. Occorre, quindi, effettuare studi sulla intensit del vento e sulla sua distribuzione temporale rispetto alle aree dove si possono costruile centrali eoliche.

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Il volo Laeroplano stata una scoperta tecnologica che ha cambiato il modo di viaggiare, diminuendo i tempi di percorrenza di distanze intercontinentali. E interessante valutare il costo di un viaggio in aeroplano. Come esempio si considera un Boeing 747-400. Questo aeromobile trasporta utilizza 240000 litri di carburante (2.4x105 l = 240 m3) per trasportare 416 passeggeri per 14200 km (la distanza tra Londra e Los Angeles 9000 km). Si considera il potere calorifico medio del carburante pari a 10 kWh/l. Un viaggio di questo tipo corrisponde ad una necessit energetica di:

energia utilizzata in un viaggi o per ogni passeggero

240000 l kWh 10 5769 kWh/passeggero 416 passeggeri l

Considerando il costo del kWh si ottiene che il costo energetico di un viaggio di 14200 km costa a persona 1153.80 EUR. Solare Lenergia raggiante proveniente dal Sole la fonte primaria di energia della Terra. Appare evidente che sia possibile sfruttare tale risorsa energetica per produrre energia termica ed elettrica. Sulla Terra incide 1 kW di potenza ogni m2 di terreno rivolto perpendicolarmente alla radiazione solare. La produzione energetica della radiazione solare pu essere classificata come: 1. Solare termico: utilizzato per ottenere energia termica 2. Solare fotovoltaico: utilizzato per ottenere energia elettrica 3. Produzione di biomassa: utilizzata per ottenere biomasse per utilizzo energetico, di carburante o di materiale da costruzione 4. Produzione di cibo: utilizzata per ottenere biomasse ad uso alimentare oppure per allevamento di animali. Il solare termico consente di ottenere acqua calda. Per le necessit medie di una persona europea sono necessari 10 m2 di pannello. Considerando un pannello con un rendimento medio del 50%, una potenza media della radiazione solare pari a 110 W/m2 si ottiene una valutazione media di energia pari a 13.2 kWh/d per persona, con un costo medio di 2.64 EUR per persona al giorno.

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pannelli

fotovoltaici

convertono

lenergia raggiante solare in energia elettrica. Il fabbisogno energetico

giornaliero di una persona che viva in Europa pu essere ottenuto con un pannello di 10 m2 con un rendimento del 20%. Si ottiene cos che in media lenergia elettrica che si ottiene risulta

di 5.3 kWh/d per persona con un costo risultante di 1.06 EUR. Una valutazione dellenergia che si riesce ad ottenere dallutilizzo delle biomasse pu essere effettuata considerando che la densit media di potenza delle biomasse che si possono coltivare in Europa 0.5 W/m2 e che mediamente sono destinati 3000 m2 di terreno a persona (in Europa) per la loro coltivazione si ottengono 36 kWh/d per persona di energia, con un costo di 7.20 EUR al giorno per persona. Calore e condizionamento ambientale domestico Lutilizzo del riscaldamento domestico viene considerato in relazione al riscaldamento degli ambienti, al riscaldamento dellacqua per usi domestici, alla cottura dei cibi e quindi anche alluso dellacqua e del gas. Il condizionamento estivo invece molto pi legato alle abitudini individuali. Si possono fare valutazioni generali di utilizzo energetico. Una valutazione dei vari utilizzi porta a circa 37 kWh/d per persona in Europa con un relativo costo giornaliero di 7.4 EUR per persona al giorno. Produzione idroelettrica Si valuta che la densit di potenza che si pu ottenere dalla produzione idroelettrica pari a 0,02 W/m2 di territorio. Moltiplicando questo valore per la superficie dellEuropa e dividendola per la densit di popolazione totale e considerando
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un rendimento medio del 25% si ottiene 1.5 kWh/d per persona. Lenergia dalla terra e dal mare 1. Geotermico 2. Energia dalle maree 3. Energia eolica in alto mare

Riflessioni
1. Risorse. Che cosa sono? Quali sono? Il loro utilizzo. La loro sostenibilit. 2. Cambiamento climatico. Interazione Sole-Terra-Universo e modificazioni spontanee della composizione atmosferica. Attivit antropiche e modificazioni naturali indotte. 3. Sostenibilit. Che cosa significa. Come si realizza. Come si valuta. Quali concetti sottende. 4. Storia. Nascita e sviluppo delle tecnologie energetiche. Incremento demografico e necessit energetica. Miglioramento delle condizioni di vita e incremento demografico. 5. Emissioni di anidride carbonica equivalente. Che cosa lanidride carbonica equivalente? Perch si usa questa grandezza? Quali sono le principali cause di emissione? Come sono distribuite le emissioni per tipologia di attivit? Come si distribuisce la sua emissione per nazione? 6. Problematiche connesse al cambiamento climatico. Il ciclo dellanidride carbonica. La durata del ciclo dellanidride carbonica in relazione con i tempi delle attivit antropiche. 7. La produzione di energia. Luso razionale dellenergia. Il risparmio di energia come fonte energetica. Richieste di energia per settore energetico. Valutazione delle proprie necessit di energia e dei propri consumi. Valutare il costo medio del proprio consumo energetico per tipologie di utilizzo e globale. 8. Utilizzo dei mezzi di trasporto. Loro costo energetico ed economico pro capite. Necessit energetica. Costo della produzione dei carburanti. Emissione di anidride carbonica e anidride carbonica equivalente per ogni mezzo di trasporto. Quale mobilit sostenibile per il XXI secolo? 9. Unautomobile percorre 10 km urbani in circa 15 min. La potenza utilizzata equivale a 415 h di utilizzo di una lampadina a fluorescenza da 20 W a 1000 lumen. Quale la relativa emissione di anidride carbonica. Come si valuta lemissione di anidride carbonica per tipologie di servizi di uso comune? E industriale? E commerciale? Quali possono essere le valutazioni sui trasporti alternativi (autobus, tram, metropolitane, motocicli, biciclette, ) allautomobile in relazione alla produzione di anidride carbonica? 10. Energie alternative. Quali possibilit. Quali problematiche tecnologiche. Quale impatto ambientale. Quale applicazione sostenibile. Quali costi.

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11. Energia eolica. Valutazione del suo utilizzo e delle problematiche connesse. Come valutare la reale fattibilit di un impianto eolico. Impianti eolici nel mondo. Impianti eolici in Italia. Quali impianti eolici. Come si valuta il rumore generato dalla turbina eolica? 12. Trasporti aerei. Tecnologie del volo in relazione al risparmio energetico. Impatto ambientale del volo: emissione di inquinanti e valutazione dellanidride carbonica. Forme di volo e valutazione della loro sostenibilit. 13. Solare termico. Solare fotovoltaico. Valutazioni. Applicazioni. Reale utilizzo. Problematiche connesse. Tecnologie innovative. Tecnologie impiegate. Smaltimento dei pannelli. Problematiche ambientali. 14. Biomasse. Impiego delle biomasse. Problematiche etiche relative alle biomasse. Le biomasse e i biocombustibili. Tecnologie energetiche relative alle biomasse. Biomasse e biocompatibilit degli edifici. Effettivo utilizzo delle biomasse. 15. Uso domestico dellenergia. Valutare le proprie esigenze relativa al consumo di acqua, gas, energia elettrica, energia termica. Valutare la necessit di una citt media (scegliere una citt). Valutare la relativa produzione di anidride carbonica. Valutare le necessit di un luogo di lavoro medio. Il risparmio energetico influisce sulla riduzione di emissione di anidride carbonica. Come? In quale misura? Con quali costi? La coibentazione. Tecnologie relative. Costi e fattibilit. Tipologie di riscaldamento e tecnologie relative. Utilizzo del riscaldamento. Recupero energetico dai gasdotti. Acqua e necessit individuale. Il problema etico dellacqua. Risparmio dellacqua. 16. Il ciclo dellacqua. La distribuzione della pioggia. Utilizzo delle centrali idroelettriche. Impatto ambientale? Centrali idroelettriche da bacino e fluviali. Nuove tecnologie che utilizzano lacqua per produrre energia. La coclea di Archimede. 17. Illuminamento pubblico. Quali tecnologie. Quale impatto ambientale. Come scegliere tra le differenti tecnologie. 18. Geotermico. Quali problematiche. Quali tecnologie. Quali sviluppi. 19. Maree. Quali tecnologie. Quali condizioni di utilizzo. 20. Vento in alto mare. Altre forme innovative di produzione energetica. Le celle a combustibile. Quali altre forme di produzione energetica esistono: limiti, prospettive future, come valutarli.

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