1345 Giovanni di Montfort fugge dalla prigione e presta omaggio per la Bretagna a Edoardo III
- (26 Maggio) Edoardo III dichiara la guerra
- (Luglio) Morte di van Artevelde
- (26 Luglio) Sbarco di Enrico di Lancaster conte di Derby in Guascogna
- (21 Ottobre) Battaglia di Auberoche
1346 (12 Luglio) Edoardo III sbarca a St-Vaast la Hougue
- Campagna del conte di Derby nel Poitou
- (13 Agosto) Edoardo III a Poissy
- (26 Agosto) Crécy
26 agosto 1346
Battaglia di Crécy
Durante la guerra dei cent'anni il piccolo esercito inglese di re Edoardo III annienta le forze
francesi di gran lunga maggiori, nella battaglia di Crécy, in Normandia. La battaglia, tra le
prime in cui gli inglesi utilizzarono i mortali archi lunghi, è considerata una delle più decisive
della storia. Caricando ripetutamente, la cavalleria francese cercò di penetrare oltre le file della
fanteria inglese, ma cavalli e cavalieri continuavano a cadere, falciati dalla spietata pioggia di
frecce. La battaglia segnò il tramonto della cavalleria nei conflitti europei, e l'ascesa
dell'Inghilterra tra le potenze mondiali. Da Crécy Edoardo marciò su Calais, che si arrese nel
1347.
JACQUERIE
(28 maggio - 10 giugno 1358). Rivolta contadina in Francia che prese il nome da Jacques
Bonhomme, dispregiativo rivolto dai nobili ai rustici. Divampata nel Beauvaisis, vicino a Parigi, fu
soffocata a Mello dalle truppe di Carlo di Navarra. Seguì una repressione aristocratica altrettanto
sanguinosa. L'epicentro della rivolta fu l'^Ile-de-France, dove si collegò in parte all'azione del
prevosto dei mercanti di Parigi Etienne Marcel, ma il suo raggio d'azione si allargò dalla Piccardia
sino ad Auxerre. Fu un conflitto di classe spontaneo. Furono assaliti i nobili nei loro castelli, ma
non fu attaccato il re, né i suoi agenti o le sue fortezze. Il bersaglio principale, in un paese devastato
dalla guerra dei Cent'anni e dalle bande armate reduci dalla battaglia di Poitiers (1356), sembrò
essere non tanto il nobile in quanto tale, bensì la sua incapacità di svolgere uno dei compiti
fondamentali connessi al suo rango: quello di combattere con successo per difendere i laboratores.
Non si trattò nemmeno di una reazione alla miseria; il movimento toccò proprio le regioni più
ricche del bacino parigino, dove anche i contadini agiati subivano la quotidiana violenza dei
mercenari e l'onda lunga del marasma dei prezzi cerealicoli.
La peste nera
Una delle conseguenze della guerra dei cent’anni fu un’epidemia ovvero “ la peste nera”.
Essa durò quasi 5 anni dal 1347 al 1351 ed uccise circa un terzo della popolazione europea.
La peste nera ebbe origine ai piedi dell’Himalaya;qui il bacillo trovò condizioni climatiche e
biologiche ideali per impiaNtarsi stabilmente nelle colonie di roditori che popolavano quella zona.
Dell’Himalaya la peste sì propagò in Cina. In seguito il morbo raggiunse la colonia genovese
(1346), allora centro di commercio .A questo punto fu il commercio a favorire la diffusione
dell’epidemia che sì sparse per tutto il Mediterraneo, con effetti devastanti.
La malattia è provocata dal bacillo della peste, il Pasteurella Pestis, scoperto da Alexandre Yersin
nel 1894 durante un epidemia ad Hong Kong . I principali portatori di questa malattia furono i
roditori infettati dalla loro pulci.
Sì conoscono due vie di trasmissione del contagio: attraverso la pelle e attraverso i polmoni.
L’infezione contratta attraverso il morso della pulce porta la peste bubbonica,così detta perché sì
manifesta con comparsa di rigonfiamenti dei linfonodi e febbre altissima. I primi sintomi della peste
bubbonica sono cefalea, nausea, vomito, dolore articolare e generale sensazione di malessere. I
linfonodi inguinali o, meno comunemente, ascellari e del collo, diventano all’improvviso dolenti e
gonfi. La temperatura, accompagnata da brividi, sale a 38,5-40,5 °C. Il polso e la frequenza
respiratoria aumentano e il soggetto colpito è esausto e apatico. I bubboni si gonfiano fino a
raggiungere le dimensioni di un uovo. I colpiti da questo tipo di peste muoiono normalmente entro
una settimana dal contagio. Ma la forma più pericolosa è la peste polmonare che viene trasmessa
come il raffreddore per via aerea. Essa conduce quasi sempre alla morte entro uno o due giorni tra
atroci sofferenze. Tutti e due i tipi di peste colpirono le popolazioni europee. I sintomi di questa
peste nera che da noi si sono manifestati sono: febbre violenta, poi delirio, stupore, insensibilità. La
lingua e il palato illividivano, fetidissimo il fiato, il sudore, le deiezioni, insaziabile la sete. Alcuni
cadevano come di colpo. La medicina del tempo non aveva gli strumenti per spiegare e quindi
debellare la malattia. Nella lotta contro la peste i dottori del Medioevo sì affidarono ai grandi
medici del mondo antico. Secondo i medici la peste era causata da un’eccedenza di sangue che
indicava un processo di putrefazione entrasse nell’organismo attraverso l’aria o il cibo ingerito.
Per curare l’organismo sì raccomandavano salassi e clisteri.
La gente dell'epoca era impreparata ad affrontare la malattia; poiché si ignoravano le cause
scientifiche del contagio, si speculava molto sulle origini dell’epidemia, individuate da alcuni in un
inquinamento atmosferico agente attraverso un invisibile quanto letale miasma proveniente dal
sottosuolo, liberato da terremoti di cui si aveva avuto notizia. Le scarse cognizioni igieniche – la
presenza di fogne e immondezzai a cielo aperto era normale nelle città europee del Trecento –
favorivano la diffusione del contagio, soprattutto nelle aree urbane, dove i governi adottarono
sistemi per far fronte alla malattia, pur ignorando le cause reali. Oltre a incoraggiare l'adozione di
misure d'igiene personale particolarmente accurate, posero restrizioni ai movimenti di persone e
merci, prescrivendo poi l'isolamento dei malati o il loro trasferimento nei lazzaretti, l'immediato
seppellimento delle vittime in fosse comuni appositamente predisposte fuori dalle mura, e la
distruzione con il fuoco dei loro indumenti. Si diffusero rimedi empirici come bruciare erbe.
In tutta Europa la Chiesa e i moralisti in genere erano convinti che la peste nera fosse una punizione
divina per i peccati compiuti dall'umanità, e per questo predicavano la rinascita morale della
società, condannando gli eccessi nel mangiare e nel bere, i comportamenti sessuali immorali,
l'eccessivo lusso nell'abbigliamento.
La presenza della peste in Europa rimase endemica nei tre secoli successivi, per poi scomparire
gradualmente, da ultimo in Inghilterra, dopo la 'grande peste' del 1664-1666, per cause che
rimangono senza spiegazione.