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Analisi Fattoriale
Alienazione
Benessere derivante dalla vicinanza dellaltro Comunicazione Caregiving compulsivo Careseeking compulsivo Difensivit
Diffidenza, mancanza di fiducia Paura di essere respinti Paura di perdere il partner Prototipo timoroso Timorosit
Bisogno di approvazione
Preoccupazione Prototipo preoccupato Ricerca di prossimit Considerazione delle relazioni come qualcosa di secondario Ansia romantica
Dipendenza ansiosa dal partner Accessibilit al partner Evitamento Evitamento dellintimit Dipendenza dagli altri per il proprio benessere Fiducia in s Utilizzo del partner come base sicura
Dipendenza dagli altri per la propria autostima Desiderio di fondersi col partner Disagio legato alla vicinanza dellaltro Disagio nello svelarsi agli altri Prototipo rifiutante Tendenza al rifiuto Inquietudine
Frustrazione nei confronti del partner Gelosia Gelosia/Paura dellabbandono Modello dellaltro Modello del S Protesta alla separazione
La ricerca condotta dagli autori ha coinvolto 1086 studenti universitari (682 femmine e 403 maschi), di et compresa tra i 18 ed i 50 anni, iscritti ai corsi di Psicologia dellUniversit di Austin, in Texas. Ai partecipanti stato chiesto di rispondere a 323 item relativi ai costrutti riassunti nella tabella - presentati in ordine casuale in un singolo questionario - su una scala a 7 punti.
In seguito, stata eseguita unanalisi fattoriale per componenti principali dei punteggi alle 60 sottoscale, analisi che ha evidenziato la presenza di due fattori principali: Ansia rispetto allabbandono ed Evitamento della vicinanza, il cui grado di correlazione, pari a .12, ha suggerito che essi fossero sostanzialmente indipendenti.
Il primo fattore, denominato Ansia o Ansiet, comprende intensa preoccupazione per le relazioni sentimentali, timore di essere abbandonati e frequenti richieste al partner di maggiore coinvolgimento. Il secondo fattore, denominato Evitamento, include difficolt e disagio ad avvicinarsi emotivamente e ad affidarsi al partner. Congiuntamente, questi due fattori sono in grado di spiegare il 62,8% della varianza nelle 60 sottoscale, le quali assumono, a loro volta, un peso differente in rapporto ai due fattori di ordine superiore.
Le scale pi rappresentative del fattore Ansia sono risultate essere: la preoccupazione (Feeney et al., 1994); la gelosia/paura dellabbandono (Brennan e Shaver, 1995); la paura del rifiuto (Rothbard et al., 1993). Le scale pi rappresentative del fattore Evitamento sono, invece: levitamento dellintimit (Rothbard et al., 1993); il disagio per la vicinanza (Feeney et al., 1994) laffidamento su s (West, Sheldon-Keller, 1994).
Grazie allapplicazione dellAnalisi Fattoriale, questi studiosi sono riusciti a capire che i 60 costrutti legati allattaccamento romantico, possono essere in realt ricondotti a sole due dimensioni o fattori principali, che sono lAnsia rispetto allabbandono e lEvitamento della vicinanza. Ansia ed Evitamento sono fattori latenti, nel senso che non emergono direttamente dai punteggi dei soggetti al test.
ESEMPIO
Supponiamo di condurre uno studio per capire che tipo di abilit abbiano acquisito degli allievi al termine delle scuole medie inferiori, in modo da poterli cos orientare verso una scelta ragionata dellistituto superiore. A tal fine, si somministrano ai ragazzi una serie di prove (variabili) relative a varie abilit ed acquisizioni. Prendiamo in considerazione, per semplicit, la somministrazione delle prove ad una sola classe, formata da 20 ragazzi.
Le prove sono le seguenti: 1) Lettura di un testo; 2) Comprensione del brano letto; 3) Descrizione orale di avvenimenti; 4) Invenzione e racconto di una storia; 5) Risoluzione di problemi aritmetici; 6) Contare e ordinare sequenze numeriche; 7) Risoluzione di problemi geometrici; 8) Riconoscimento di figure; 9) Individuazione di parole contenenti errori; 10)Individuazione di particolari identici in figure diverse; 11)Individuazione di particolari diversi in due figure uguali; 12)Descrizione scritta di stati danimo; 13)Risoluzione di rebus.
Le prove vengono somministrate in ordine casuale ed ogni soggetto ottiene per ciascuna di esse un punteggio compreso fra 1 e 10.
ProveProve Sogg.
g. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 6 4 7 9 3 4 6 5 5 10 4 6 3 6 4 3 5 10 8 1 7 3 7 8 2 3 6 4 6 9 3 7 2 7 3 2 6 9 7 2 6 2 6 7 3 4 6 4 6 7 4 7 3 6 2 3 5 8 6 3 6 3 7 9 1 4 7 5 6 10 2 8 3 6 3 1 5 9 5 1 4 8 5 9 6 6 8 6 9 9 4 7 5 6 7 3 6 9 9 4 3 7 6 10 5 5 7 4 8 7 4 9 6 5 7 2 6 10 9 5 5 7 6 7 5 5 8 6 8 7 4 7 6 5 6 2 7 10 8 4 4 8 6 7 6 5 8 4 9 9 5 6 5 8 7 4 7 8 10 5 8 1 6 8 4 3 7 4 6 10 2 8 1 8 1 4 6 9 7 3 5 9 7 6 7 6 9 3 10 10 4 6 5 9 6 4 7 8 9 4 4 10 7 7 6 7 8 2 9 9 3 5 6 8 5 3 7 8 10 4 7 1 7 7 2 3 6 4 7 10 1 7 2 7 1 2 6 9 5 4 5 6 5 9 4 4 7 5 9 7 3 9 5 7 6 2 8 8 10 1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13
Questi risultati mostrano che i soggetti che hanno ottenuto un punteggio alto (es. sogg. 18), medio (es. sogg. 9), basso (es. sogg. 20) nella prima prova, hanno ottenuto risultati simili anche nelle prove 2 e 3. I soggetti che hanno ottenuto un punteggio alto nella prova 5 (es. sogg. 10), hanno ottenuto punteggi alti anche nelle prove 6 e 7. Ancora, i soggetti che hanno ottenuto bassi punteggi nella prova 10, li hanno ottenuti anche nella 11 (vedi sogg. 8). Non sembra esserci, invece, un andamento costante in tutte le prove, ad es., il sogg. 1 ha un punteggio medio nelle prime tre prove, un punteggio basso nelle prove 5 e 6, un punteggio alto nella prova 9 e nuovamente un punteggio basso nelle prove 10 e 11.
Si pu, a questo punto, avanzare unipotesi: tra alcune delle prove (variabili) esiste un particolare rapporto. Sembrerebbe che le prove siano divise in tre raggruppamenti (A, B e C) tali per cui i soggetti che ottengono un determinato punteggio in una delle prove afferenti al raggruppamento A, ottengo punteggi analoghi nelle altre prove che, ipoteticamente, afferiscono allo stesso raggruppamento. Stessa cosa capita per il raggruppamento B e C. Fra il gruppo A, il gruppo B e il gruppo C non sembra esserci, invece, una precisa relazione.
ESEMPIO
Questa ipotesi sullandamento dei dati rilevati non per facilmente dimostrabile. Si pu allora pensare di ricorrere ad unelaborazione statistica che permetta di rilevare in che misura le variabili considerate siano relazionate tra loro. CHE PROCEDIMENTO STATISTICO UTILIZZIAMO?
ESEMPIO
Il coefficiente di Pearson-Bravais, che misura il grado di relazione esistente tra due variabili. Se le variabili mutano concordemente - nel senso che soggetti che hanno ottenuto punteggi alti nella prima prova li ottengono alti pure nella seconda, e i soggetti che ottengono invece punteggi bassi nella prima prova ottengono punteggi bassi anche nella seconda si avr una correlazione alta e positiva; se invece le variabili mutano indipendentemente luna dallaltra, non si avr alcuna correlazione.
ESEMPIO
Poniamo di aver utilizzato il coefficiente di Pearson-Bravais considerando tutte le coppie che stato possibile ottenere tra le variabili (prove). I risultati vengono riportati allinterno di una tabella chiamata matrice delle correlazioni. Allincrocio fra una riga e una colonna si trova lindice di correlazione della relativa coppia di prove.
ATTENZIONE:
Se i punteggi da correlare sono ricavati da test diversi, necessario, prima di calcolare la matrice di correlazioni, trasformare i punteggi grezzi in punti z standardizzati. In questo modo i punteggi ottenuti con diversi test sono disposti lungo un unico continuum di valori con la stessa media e deviazione standard, che sappiamo essere, per i punti z, = 0 e = 1, rispettivamente. Una volta trasformati i punteggi grezzi in punti z, si calcolano le correlazioni tra i punteggi dei diversi test.
La tabella presenta solo met dellintera matrice di correlazioni, perch laltra met perfettamente speculare; infatti, la correlazione della variabile 2 con la variabile 3 (= .91) uguale alla correlazione della variabile 3 con la variabile 2, e cos via. Lintera matrice, quindi, simmetrica rispetto alla diagonale (definita diagonale principale), quindi le due met risultano speculari luna allaltra. Una seconda caratteristica della matrice delle correlazioni la presenza di un trattino ad indicare la correlazione di una variabile con se stessa, che generalmente non viene calcolata, oppure viene indicata con il valore 1.
ESEMPIO
Analizziamo questa tabella considerando come elevate le correlazioni superiori o uguali a .80. Ci rendiamo facilmente conto che la nostra ipotesi iniziale era esatta. Esistono, infatti, delle correlazioni molto alte tra alcune delle variabili considerate (es.: la 2 con la 4, la 1 con la 2; la 1 con la 3; la 2 con la 12, ecc.); esistono per anche dei valori di correlazione decisamente bassi (es. la 1 con le variabili 8, 10 e 11). Possiamo quindi affermare che le prime tre variabili sono strettamente collegate fra loro e, quindi, misurano probabilmente abilit simili o addirittura aspetti differenti di una stessa abilit.
ESEMPIO
Per vedere meglio i raggruppamenti, proviamo ora a riorganizzare la matrice delle correlazioni in modo che la maggior parte delle variabili altamente correlate tra loro si trovino le une vicine alle altre anche fisicamente nella matrice. Cerchiamo la correlazione pi alta esistente nella matrice, che quella tra la variabile 2 e la variabile 4 ( .95) e riorganizziamo la variabile 2 in ordine decrescente di valori di correlazione con le altre variabili:
variabile 2
4 .95
1 12 3 9 13 7 5 6 8 10 11
.94 .92 .91 .89 .72 .69 .67 .65 .54 .45 .39
A questo punto, riproduciamo tutta la matrice di correlazione secondo lordine delle variabili indicato dai valori decrescenti della variabile 2:
ESEMPIO
Qua si pu vedere chiaramente come le variabili 2, 4, 1, 12, 3, 9 e 13 siano tutte tra loro altamente correlate, mentre le loro correlazioni con tutte le altre variabili sono minori. Situazione analoga si verifica per le variabili 7, 5, 6 e per le variabili 8, 10, 11, che formano altri due raggruppamenti fra loro isolati. Si possono quindi individuare 3 raggruppamenti di variabili strettamente uniti al loro interno, ma separati tra loro.
Per spiegarci i motivi di tali raggruppamenti, dobbiamo ragionare sul significato delle variabili che li compongono.
Il primo raggruppamento formato dalle variabili: 2. Comprensione del brano letto; 4. Invenzione e racconto di una storia; 1. Lettura di un testo 12. Descrizione scritta di stati danimo; 3. Descrizione orale di avvenimenti; 9. Individuazione di parole contenenti errori; 13. Risoluzione di rebus. Queste variabili indicano tutte abilit di tipo linguistico e verbale, legate ai processi di lettura, scrittura e comprensione. Le ultime due variabili indicano delle capacit logiche legate a conoscenze linguistiche o ortografiche.
Il secondo raggruppamento formato dalle variabili. 7. Risoluzione di problemi geometrici; 5. Risoluzione di problemi aritmetici; 6. Contare e ordinare sequenze numeriche Queste variabili indicano tutte unabilit legata alla conoscenza dei numeri, dei rapporti matematici e geometrici.
Infine, il terzo raggruppamento formato dalle variabili: 8. Riconoscimento di figure; 10. Individuazione di particolari identici in figure diverse; 11. Individuazione di particolari diversi in due figure uguali Tali variabili indicano abilit di tipo percettivo, relative alla discriminazione di stimoli visivi.
I passi 1 e 2, si realizzano mediante graduali passaggi da un tipo di matrice ad un altro: Matrice SOGGETTI X VARIABILI
Trasformazione di una matrice soggetti x variabili in una matrice variabili x variabili (matrice di correlazione R ridotta)
Item 1 Item 2 Item 3 Item 1 Item 2 Item 3 .34 .42 .34 .52 .42 .52 ?
Analisi Fattoriale
Si distinguono due tipologie di Analisi Fattoriale: 1. Analisi fattoriale esplorativa (AFE): Il ricercatore ricorre ad essa quando non sa quanti e quali fattori permettono di raggruppare i dati. la situazione in cui il ricercatore non ha nessuna ipotesi a priori circa il raggruppamento dei dati (approccio data driven).
Analisi Fattoriale
2. Analisi fattoriale confermativa (AFC): Il ricercatore ricorre ad essa quando in grado di ipotizzare quali e quanti siano i fattori latenti, ossia ha unipotesi a priori sui raggruppamenti. Si tratta, in questo caso, di una tecnica per confermare o corroborare ipotesi; attraverso la quale si cerca di vedere se i dati verificano il raggruppamento ipotizzato. La AFC viene eseguita utilizzando software che si basano su modelli di equazioni strutturali. I pi diffusi sono il LISREL di Joreskog e Sorbom (1981; 1984; 1988) e lEQS di Bentler (1985; 1989).
La CORRELAZIONE tra le variabili DETERMINATA da dimensioni non osservabili, i FATTORI, che in qualche modo causano o DETERMINANO i PUNTEGGI riscontrabili nelle VARIABILI osservate. METODO
Esamina la VARIANZA che le variabili hanno in comune (VARIANZA COMUNE) per cercare di determinare i fattori sottostanti. Infatti, la VARIANZA COMUNE la proporzione di varianza spiegata da fattori comuni.
Ma non tutta la varianza degli item pu essere spiegata dalla varianza comune.
FATTORE UNICO VARIANZA UNICA
FATTORE 1
FATTORE 2
VAR 1
VAR 2
Fattore unico 1
Fattore unico 2
IL MODELLO ANALITICO-FATTORIALE DELLA VARIANZA NellAF si fa riferimento a tre componenti della varianza, non correlate tra loro: VARIANZA COMUNE: proporzione di varianza che pu essere spiegata dai fattori comuni; VARIANZA SPECIFICA: la varianza che deriva specificamente da un test particolare, ad es. quella determinata dalla specifica forma degli item, dal loro particolare contenuto, ecc; VARIANZA DERRORE: la varianza dovuta allerrore di misura, sempre presente in ogni misurazione. Ricordare la formula VX = VV + VE, ossia s2x = s2v + s2e
Ne deriva che:
VARIANZA TOTALE DI UN INSIEME DI PUNTEGGI = VARIANZA COMUNE (spiegata da fattori comuni) + VARIANZA SPECIFICA (spiegata da caratteristiche specifiche dei test) + VARIANZA DERRORE.
In generale, la varianza derrore e la varianza specifica non vengono distinte, e sono indicate, assieme, come VARIANZA UNICA. Quindi: Varianza totale= varianza comune+varianza unica (1= h2+u2)
COMUNALITA: parte di varianza totale che viene spiegata dai fattori comuni UNICITA: parte di varianza totale che viene spiegata dal fattore unico
Varianza dovuta allerrore di misurazione Varianza attribuibile a processi che agiscono sistematicamente solo su una variabile (specificit)
Il punteggio standardizzato di un soggetto in una variabile (test) uguale alla somma ponderata del punteggio ottenuto dallo stesso soggetto nei fattori comuni e nel fattore unico Ci pu essere espresso attraverso una formula
Fi1
u ik
= punteggio standardizzato per il soggetto i nel fattore unico associato alla variabile k
5 PASSI FONDAMENTALI DELLAFE 1) SELEZIONE DELLE VARIABILI 2) CALCOLO DELLA MATRICE DELLE CORRELAZIONI TRA LE VARIABILI (R) 3) ESTRAZIONE DEI FATTORI 4) ROTAZIONE DEI FATTORI 5) INTERPRETAZIONE DELLA MATRICE DEI FATTORI RUOTATI (A )
Fattore 1 Fattore 2 Item 1 Item 2 Item 3 .60 .48 .56 .34 .23 .49
RUOTARE I FATTORI = spostarne la posizione nello spazio In modo che: solo poche variabili presentino saturazioni elevate su ciascuno di essi
MATRICE SOGGETTI x VARIABILI MATRICE DELLE CORRELAZIONI TRA LE VARIABILI R (MATRICE VARIABILI x VARIABILI) ESTRAZIONE DEI FATTORI MATRICE DELLE SATURAZIONI NON RUOTATE A ROTAZIONE DEI FATTORI MATRICE DELLE SATURAZIONI RUOTATE INTERPRETAZIONE DEI FATTORI
1) QUALI VARIABILI E CAMPIONE UTILIZZARE 2) SE LAFE E LA PIU APPROPRIATA FORMA DI ANALISI PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DELLA SUA RICERCA 3) QUALE PROCEDURA UTILIZZARE PER ADATTARE IL MODELLO AI DATI 4) QUANTI FATTORI INCLUDERE NELLO STUDIO 5) COME RUOTARLI PER OTTENERE UNA SOLUZIONE FACILMENTE INTERPRETABILE
AFE
ACP
Terminologia dellAF:
Saturazione
Le variabili che confluiscono in uno stesso fattore non hanno tutte lo stesso peso nel determinare il significato del fattore stesso. NellAF, ad ogni variabile attribuito un valore, chiamato saturazione, che indica limportanza che quella variabile ha nel determinare il significato del fattore. Allora, una variabile con una grande importanza in un fattore, ossia con unalta saturazione in quel fattore, influir pi di una variabile con una saturazione pi bassa.
Analisi Fattoriale
Abbiamo visto il primo passaggio dellAF, ossia come si ottiene la matrice delle correlazioni tra le variabili considerate. Il passo successivo consiste nel determinare quanti e quali siano i fattori che spiegano tale matrice. La risposta relativa al quanti si ottiene applicando dei metodi matematici chiamati metodi di estrazione dei fattori.
ML Vantaggi: -Test per verificare la bont delladattamento del modello ai dati; -Non dipendente dalla scala di misura delle variabili Limiti: -Assunzione di normalit multivariata
-Raramente risultati Limiti: distorti -Spesso risultati Limiti: diversi da AFP perch non analizza -Necessaria stima gli elementi sulla delle comunalit diagonale principale elemento di indeterminatezza nella soluzione
SCREE TEST
ANALISI PARALLELA
1) Fare riferimento alla letteratura e a precedenti ricerche; 2) Utilizzare pi indicatori possibili; 3) Se ci sono, controllare i valori di almeno un indice di bont delladattamento del modello ai dati; 4) Testare la scelta effettuate su pi gruppi di dati
Ogni fattore deve saturare una minoranza di variabili e ogni variabile deve essere spiegata possibilmente da un solo fattore
ROTAZIONE ORTOGONALE 45
FATTORE I
X3 X1 X2
.75 X5 X6 X4
FATTORE II
Pi semplici da effettuare Inadeguate per molti costrutti esaminati in psicologia poich costituiti da fattori correlati Individuano strutture semplici pi povere di quelle reali quando i fattori sono correlati Conducono a gravi distorsioni se si utilizzano con fattori correlati
Pi complesse Adeguate per la maggior parte dei costrutti psicologici Non individuano strutture fattoriali pi povere quando i fattori non sono correlati Non comportano distorsioni se si utilizzano su fattori non correlati Stimando le correlazioni tra i fattori permettono una comprensione pi approfondita dei dati