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PERIODICO DI POLITICA ATTUALITÀ CULTURA SPORT TEMPO LIBERO
XXI N.1
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ECONOMIA
La Castellana
nella crisi economica reale
Sui giornali, alla televisione, le istituzioni continuano a ribadire che la crisi è te perdita di lavoratori tutelati e con una certa capacità di reddito, verso
finita e che la ripresa c’è; lenta, ma c’è. Il dato di fatto però è che dentro le lavoratori precarizzati e basso salario. L’altro dato che emerge, è il calo
fabbriche, nei luoghi di lavoro si respira un’altra aria. Aria di preoccupazio- dei consumi, stimato attorno al 5%, e non potrebbe essere diversamente;
ne, di difficoltà: si lavora sempre meno e si sta sempre più tempo in cassa quando un lavoratore entra in cassa integrazione, perde una capacità di
integrazione. I dati macro ci dicono che il 2008 si è chiuso con la perdita salario di 500 euro mensili. Inoltre in questo contesto peserà sui lavoratori
del PIL dell’1,8%, e le previsioni di chiusura del 2009 sono date per un’ul- l’accordo separato sulle nuove regole contrattuali; il primo segnale è stato
teriore perdita del 5%. In due anni la perdita di 7 punti percentuali la dice dato dal Governo, con la presentazione della Legge finanziaria, dalla quale
lunga sull’agonia che sta attraversando l’economia reale. Nella Castellana si evince che non ci sono le risorse per il rinnovo del Contratto nazionale
quasi tutti i settori sono attraversati da difficoltà, eccetto poche produzioni dei dipendenti pubblici. Invece per i contratti delle categorie private, se
di nicchia, e di servizio. Con questa crisi sono emerse con chiarezza le verranno rinnovati, non recupereranno tutta l’inflazione perché le nuove
difficoltà economico-produttive nel nostro territorio; dalla conformazione regole prevedono che l’inflazione dall’energia importata non verrà recupe-
del tessuto produttivo, con un’alta concentrazione di attività manifatturiera. rata. Quelle regole contrattuali prevedono anche che, per affrontare la crisi
Aziende poco dimensionate con poca capacità di investimenti, di innovazio- e migliorare la competitività dell’impresa, si possa derogare dal Contratto
ne sia di prodotto sia di processo. L’80% delle imprese ha una situazione Nazionale con la possibilità a livello aziendale di peggiorare le condizioni
patrimoniale difficile, forti esposizioni bancarie, e pochissima liquidità che normative e salariali dei lavoratori. Ancora una volta si cerca la competiti-
ne determina l’incapacità a pagare i fornitori e in molti casi anche i dipen- vità riducendo i costi, limitando i diritti e comprimendo i salari. Ed è inevi-
denti. E dentro a questa crisi, partita come crisi finanziaria internazionale, tabile che in questa fase di crisi rimarrà al palo la contrattazione aziendale,
si è aperto un ulteriore problema per le aziende, indipendentemente dal- perdendo ulteriormente la capacità di recuperare reddito per i lavoratori.
le dimensioni e dal capitale sociale, perché le banche stanno limitando Quali soluzioni
l’accesso al credito e chiedono il rientro dell’indebitamento tagliando gli Oggi serve aprire a tutti i livelli il confronto: con le Imprese, con il Governo,
affidamenti. Pertanto aumentano gli insoluti e si dilazionano i pagamenti; di con il sindacato, per bloccare le chiusure aziendali, le delocalizzazioni e i
conseguenza aumentano le difficoltà a reperire materia prima per produrre licenziamenti. Servono ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori, indipen-
i pochi ordinativi disponibili. La perdita media del fatturato si aggira tra il 30 dentemente dalle dimensioni delle imprese. C’è l’esigenza di definire un
e il 45%; a questo si aggiunge la caduta del portafoglio ordini. piano di sviluppo industriale del paese Italia, per definire su quale competi-
Come si sta affrontando la crisi? Paga chi lavora. tività si svilupperà il paese. C’è bisogno di riprendere gli investimenti nella
Ci sono poche ricette, si cerca di ridurre i costi al massimo. E questo è ricerca e nello sviluppo, magari per attività eco-compatibili. Devono essere
l’aspetto più doloroso: si dichiarano gli esuberi, si ricorre alla cassa in- riviste le pensioni e rinnovati i contratti per i lavoratori; bisogna detassare
tegrazione per chi ne ha diritto; le imprese
minori, “quelle artigiane che rappresentano
l’80% delle attività”, sono ricorse alle sospen-
sioni EBAV e alla disoccupazione, e solo da
maggio possono ricorrere alla CIGS in dero-
ga finanziata dalla Regione e dalla Comunità
Europea per un massimo di 180 giorni; finita
quella è inevitabile il licenziamento del lavo-
ratore. Basti pensare che a settembre l’uti-
lizzo della CIGS in deroga interessava a livello
Veneto 38776 lavoratori. Le aziende sopra i
20 dipendenti per i tre quarti stanno già fi-
nendo le 52 settimane di cassa ordinaria e si
stanno attivando incontri presso la Provincia
per chiedere l’intervento della cassa straordi-
naria. Alcune Industrie, per un totale di 1000
dipendenti, a maggio esauriranno il primo
anno di Cigs. Questo nelle produzioni di beni,
ma anche nel pubblico impiego assistiamo a un graduale smantellamen- l’aumento dei contratti nazionali, non gli straordinari o i premi di risultato
to della struttura, con soluzioni privatistiche. Vengono esternalizzati servizi che oggi non sono disponibili, per ridare capacità di spesa alle famiglie….
essenziali consegnandoli alla gestione del privato sociale, con conseguen- altro che premiare i ladri con lo scudo fiscale.
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TERRITORIO
Saccaland Campigo
No, non si tratta di un nuovo parco giochi e il saccone che intendono installare trova l’acqua a meno di un metro dal piano campagna e nel periodo autunnale
in via Alture non è un gioco gonfiabile per bambini, bensì un impianto di stoc- addirittura affiora. è chiaro che qualsiasi perdita di liquame si riverserebbe
caggio che dovrebbe contenere ben 4.000 mc (pari al volume di 20 appar- nella falda con conseguenze per gli abitanti di Campigo e Resana. Quest’area
tamenti) di liquame derivante dalla porcilaia di proprietà della ditta Cerchiara oltre che dal piano regolatore è definita vulnerabile anche nel documento
di Salvatronda. Molti si chiedono: ma perché vogliono installare questa sacca preliminare del PAT (Piano di assetto del territorio) e per questo motivo non
proprio a Campigo? La risposta non è semplice anche perché un motivo ra- è possibile eseguire alcuna movimentazione di terra, erigere recinzioni e
zionalmente valido non c’è. svolgere attività.
- Innanzitutto il liquame viene prodotto a Salvatronda e poi si rende ne- - La porcilaia di Salvatronda è dimensionata per un numero maggiore di
cessario trasportarlo a Campigo con alcune migliaia di autobotti all’anno che capi rispetto all’attuale; se la sacca di 4.000 mc non fosse sufficiente si po-
lasceranno una scia maleodorante oltre che a gravare ulteriormente su un trebbe pensare ad un secondo contenitore e così via ??? Campigo sarebbe
traffico che già penalizza la frazione. veramente votata a diventare la “terra delle sacche” !
Da quanto sopra esposto risulta chiaro che Campigo da quest’operazione non
trae vantaggi, ne’ economici ne’ occupazionali; certamente ne ricava un danno
ambientale e viene toccata la qualità della vita degli abitanti. Purtroppo l’Ammi-
nistrazione Comunale sembra non dare troppo peso a queste considerazioni e
ancor meno alla petizione firmata da quasi 2.000 abitanti di Campigo che chie-
dono a gran voce che questo progetto venga bocciato. Addirittura, come risulta
dall’articolo apparso sull’ultimo numero di “Castelfranco informa” distribuito in
questi giorni alle famiglie della nostra città, il capogruppo della maggioranza
Renato Tesser afferma in modo sconcertante che la protesta dei cittadini di
Campigo è stata organizzata per colpire “Vivere Castelfranco” e attacca diretta-
mente il Pd che sarebbe a suo dire il maggior responsabile se non il principale
artefice della messa in scena. è certamente una affermazione offensiva nei
confronti dei cittadini che hanno evidenziato, con la loro partecipazione alle varie
Manifestazioni in piazza a Campigo
iniziative promosse dall’Associazione frazionale molto attiva e attenta, una forte
- Il liquame dovrà poi essere asperso nei terreni circostanti con conse- preoccupazione per loro stessi e per il futuro della frazione. Purtroppo situazioni
guenti problemi di inquinamento del terreno e della falda sottostante. simili a questa potrebbero verifichersi in altre parti del territorio, una normativa
- Noi che abitiamo a Campigo da molti anni sappiamo benissimo che in europea prevede infatti nuove regole per lo stoccaggio e lo spandimento dei
quell’area esisteva una cava che forniva l’argilla alla vicina fornace. Dopo il liquami. è impensabile che queste sacche possano avere una distribuzione
suo esaurimento la cava è stata utilizzata come discarica e lì si trova sepolto casuale, forse l’Amministrazione comunale deve pensare per Castelfranco V. ad
un pò di tutto, dalle macerie derivanti dalla ristrutturazione della Simmel, ad un piano così come è stato fatto a suo tempo per le antenne. La collocazione
amianto, a prodotti non ben identificati che venivano portati nottetempo; chis- di impianti che possono arrecare danni, radiazioni, inquinamento e disturbo ai
sà cos’altro potrebbe trovare l’ARPAV se solo iniziasse a fare dei carotaggi! cittadini va studiata con grande responsabilità e sensibilità.
- La zona è definita nel Piano regolatore come area di risorgive, infatti si Sandro Faleschini
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SCUOLA
TREVILLE DA LIBERARE…
Treville è la frazione più popolata del comune di Castelfranco Veneto.
Si è sempre distinta per la vitalità della sua comunità, per aver mantenuto al suo interno servizi per le persone e le cose
come attività commerciali, artigianali, polo scolastico, associazioni sportive, parrocchiali e culturali. Questo ha permesso
di essere una frazione d’attrazione anche dall’esterno. Riconoscendo questo un valore che deve continuare ad essere
difeso e valorizzato dando alla frazione una buona e generale qualità della vita. In questi anni però la frazione sta pagando
il grosso problema dei passaggi a livello di via Castellana, via Piave, via Brenta e via San Daniele, che si trascina da anni e
sta peggiorando a causa del continuo aumento del traffico ferroviario, isolando la frazione dal centro, e con rischi concreti
per la salute dei cittadini impedendo anche ai mezzi di primo soccorso di arrivare tempestivamente.
I numeri parlano da soli:
• I passaggi a livello di via Castellana e via S. Daniele della linea Treviso-Vicenza vedono un transito di 85 treni al giorno, circa uno ogni 16 minuti.
• I passaggi a livello di via Piave e via Brenta della linea Venezia-Trento, vedono un transito di 42 treni al giorno, circa uno ogni 30 minuti.
Le legittime proteste della popolazione, esasperata dal crescente malessere che questa situazione ha creato, ha più volte chiesto in varie forme agli Organi compe-
tenti di affrontare e risolvere concretamente questo annoso problema, senza mai una risposta credibile o concreta.
La popolazione si augura che la nuova amministrazione comunale che sarà eletta nella primavera del 2010, affronti come prioritario questo problema.
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TERRITORIO
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