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TESI DI LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE AMBIENTALI

Il ruolo del biochar nellagricoltura sostenibile e nella mitigazione dei cambiamenti climatici. Casi di studio italiani e internazionali.
Scaggiante Fabio

1.

Il suolo

Il suolo una risorsa naturale di fondamentale importanza, seppur scarsamente rinnovabile, poich svolge la funzione di supporto per le produzioni primarie e inoltre rappresenta la sede di tutte le attivit umane (Giordano, 1999). Esso costituisce linterfaccia tra sistema atmosferico, geologico, biologico e idrologico, ovvero quella parte finale di superficie terrestre in continua evoluzione che sostiene tutte le forme di vita e che viene continuamente trasformata da processi di varia natura. Il suolo , inoltre, nellambito ecologico ed economico, lelemento chiave nella conservazione dellequilibrio degli ecosistemi e della loro produttivit (Carrabba, 2012). Il suolo svolge una serie di insostituibili funzioni ambientali (Figura 1.1): permette la produzione di alimenti, biomasse e materie prime; consente lo stoccaggio del carbonio; protegge le acque sotterranee dallinquinamento e regola i flussi idrici superficiali; rappresenta il luogo di chiusura dei principali cicli biogeochimici (carbonio, azoto, fosforo e zolfo). inoltre la pi grande riserva di diversit specifica e genetica del pianeta e un importante elemento del paesaggio e del patrimonio culturale (Commissione Europea, 2006; JRC, 2012).

Figura 1.1 Interazioni tra le sfere biogeochimiche e principali funzioni svolte dal suolo. Fonte: Colombo et al. (2011)

Ciononostante, troppo spesso il suolo viene considerato alla stregua di un elemento di disturbo da rimuovere oppure un mezzo da sfruttare con una scarsa consapevolezza degli effetti derivanti dalla perdita delle sue funzioni. In questo senso, tra le problematiche pi comuni si devono ricordare da un lato la perdita di fertilit del suolo e dallaltro il verificarsi di fenomeni erosivi, alluvionali e franosi. Per evitare il degrado irreversibile cui la risorsa suolo va incontro, diventa quindi fondamentale ladozione di politiche e di strategie per la protezione del suolo che mirino a garantirne la sua produttivit e, al contempo, siano in grado di offrire opportunit di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Il suolo come ecosistema Non essendo il suolo un substrato inerte e privo di vita, per comprendere meglio il ruolo degli organismi presenti nel terreno risulta utile considerare il suolo come un ecosistema. Lecosistema rappresenta lunit funzionale di base in ecologia ed costituita da un particolare ambiente, ossia il biotopo, e dalla comunit di esseri che in esso vi vivono e che nel complesso formano una biocenosi1. In un ecosistema sono presenti fattori abiotici corrispondenti alle caratteristiche del biotopo (struttura del suolo, temperatura, illuminazione, ecc.) e fattori biotici che si riferiscono alle caratteristiche della comunit (le specie di appartenenza degli organismi, le catene alimentari, le relazioni di indipendenza). La definizione pi comunemente accettata venne formulata da Odum e Odum (1971) che definisce ecosistema come: lunit che include gli organismi che vivono insieme in una certa area (comunit biotica o biocenosi), interagenti con lambiente fisico (biotopo) in modo tale che un flusso di energia porti ad una ben definita struttura biotica e ad una ciclizzazione dei materiali fra viventi e non viventi allinterno del sistema. Come afferma Duvigneaud (1974) il suolo quindi, da un lato rappresenta un elemento di caratterizzazione degli ecosistemi, quali, ad esempio, una steppa, una prateria, una foresta, da un altro esso stesso un ecosistema potendo infatti attuare un flusso energetico che a sua volta alimenta numerose catene trofiche e quindi garantire condizioni di vita per un certo numero di esseri viventi. le

Il termine biocenosi indica linsieme delle specie di un ecosistema che vive in un determinato biotopo e interagiscono tra di loro, in reciproca relazione. Si suddivide in fitocenosi, comprendente tutte le popolazioni vegetali, zoocenosi, comprendente tutte le popolazioni animali e microbiocenosi che comprende tutte le popolazioni di funghi e batteri (Odum e Barrett 2007).

Costituenti fisico-chimici del suolo Il suolo si pu considerare costituito da tre fasi (Figura 1.2): solida, liquida e gassosa. La fase solida (50%) include una parte inorganica (95%) rappresentata da frammenti di roccia, granuli minerali e dai loro prodotti di alterazione, e una parte organica (5%) proveniente dalla decomposizione degli organismi animali e vegetali che vivono in superficie e in profondit nel suolo. La fase liquida (25%) si riferisce allacqua che forma la soluzione del terreno. Si tratta di una soluzione che contiene sostanze disciolte ed in grado di solubilizzare ulteriori sostanze dalla fase solida. Infine la fase gassosa (25%) rappresentata dallaria, con i vari gas inclusi nel suolo, che in generale non presenta una composizione differente da quella dellatmosfera (Giordano, 1999).

Figura 1.2 Fasi componenti il suolo. Fonte: Giordano (1999)

I materiali dai quali il suolo trae origine sono sostanzialmente due: la roccia madre e la sostanza organica. La prima, nota anche come substrato pedogenetico, il materiale non costituente una massa coerente unica, minerale o organico, da cui si sviluppa il solum2. A sua volta, la roccia madre deriva dalla roccia inalterata, la quale formata dai diversi minerali. Per quanto riguarda la parte organica, questa invece rappresentata dai resti vegetali e animali che giungono o gi si trovano pi o meno alterati nel suolo. In seguito, questi resti subiscono unazione di trasformazione da parte dei microrganismi originando quanto si soliti chiamare humus (Giordano, 1999).
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Il solum viene definito come un gruppo di orizzonti collegati da uno stesso processo pedogenetico. Nei suoli normali il solum comprende solitamente gli orizzonti A, E e B (Soil Survey Staff, 1951).

Nella crosta terrestre sono presenti fino a oltre novanta elementi chimici, ma sono soprattutto quattordici quelli che costituiscono la maggior parte dei suoli e dei materiali rocciosi (Tabella 1.1).
Tabella 1.1 Elementi principali presenti nei minerali e nei suoli. Fonte: Giordano (1999)

Gli elementi presenti nella crosta si combinano variamente tra loro, originando i minerali. A loro volta i minerali sono i costituenti di base delle rocce, che si originano per mezzo di diversi fenomeni tra i quali prevalgono temperatura e pressione. Allinterno del suolo si deve effettuare la distinzione tra minerali primari e minerali secondari o di neoformazione: i primi sono quelli gi esistenti nelle rocce e rimangono inalterati nei suoli, i secondi si sono invece originati per alterazione di quelli primari (Malquori, 1979). Sono proprio questi ultimi molto importanti per la pedogenesi, ossia il processo di formazione di un suolo. Tra i minerali secondari pi significativi si devono includere i minerali argillosi che, insieme ai componenti della porzione organica, influenzano sensibilmente le caratteristiche dei suoli. La componente organica del suolo La componente organica del suolo comprende i materiali di origine vegetale e animale presenti nel suolo, a diversi stadi di degradazione. In questo senso si tratta di una componente complessa ed eterogenea, essendo costituita da (Brady e Weil, 2008): residui, di origine vegetale e animale, non ancora decomposti e riconoscibili per struttura e dimensioni (lettiera, radici morte, ecc.); materiali organici, derivanti dallalterazione prevalentemente microbica dei residui animali e vegetali, costituiti da molecole pi o meno complesse di amminoacidi, zuccheri, proteine, lipidi, lignina, tannini ecc.; la frazione umica, miscela amorfa e colloidale di sostanze organiche complesse che non sono pi identificabili come tessuti.

La sostanza organica del suolo costituisce la pi grande riserva terrestre di carbonio (C), con 1500 Gt (miliardi di tonnellate) di C, mentre nellatmosfera la quantit presente pari a 720 Gt di C, principalmente sotto forma di anidride carbonica, e nella biomassa vegetale a 560 Gt di C (Batjes, 1996; Lal, 2004a). Tale situazione rimasta in equilibrio stabile fino allavvio dellera industriale, quando lutilizzo di combustibili unito alla deforestazione hanno causato una decisa diminuzione della biomassa vegetale e del contenuto di sostanza organica del suolo, con un inevitabile aumento dellanidride carbonica in atmosfera. La sostanza organica del suolo ricopre un ruolo chiave nel determinare la qualit del suolo (Brady e Weil, 2008), in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli organismi del suolo e una fonte di nutrienti per le piante (Stevenson, 1994). Pi di recente emerso anche il ruolo cruciale come riserva di carbonio che la sostanza organica in grado di svolgere. Il sistema suolo, infatti, pu agire da sink di carbonio, ossia funzionare da serbatoio in grado di sequestrare lanidride carbonica e ridurne la quantit immessa nellatmosfera (Lal, 2004b). La sostanza organica svolge un ruolo importante nellambito della funzionalit degli agroecosistemi, in quanto, essendo punto dinizio e di arrivo dellevoluzione ciclica della materia, da essa dipende la fertilit del suolo, ossia la sua capacit di sostenere nel tempo le colture (Doran e Parkin, 1994). inoltre un elemento fondamentale degli ecosistemi terrestri ed integrata, da un punto di vista strutturale e funzionale, ai processi di base degli ecosistemi. Da un punto di vista chimico, la sostanza organica si pu suddividere in una frazione labile e in una frazione stabile (humus). Per quanto concerne la frazione labile, questa costituita da biopolimeri cellulari (carboidrati, amminoacidi, lipidi, lignina, emicellulosa, ecc.). Questa frazione si rileva principalmente nella lettiera o nellorizzonte pi superficiale dei suoli non lavorati (Piccolo, 1996). La frazione stabile invece rappresentata dalla componente umificata della sostanza organica. Le sostanze umiche sono composti polimerici strutturalmente molto complessi, presentano un colore variabile dal marrone scuro al nero e non hanno nessuna caratteristica chimica e fisica derivata dalla sostanza organica di partenza. Sono inoltre dotate di unelevata resistenza alla degradazione chimica e biologica. Sulla base della loro solubilit, le sostanze umiche vengono suddivise in (Giordano, 1999):

acidi fulvici: sono caratterizzati da un minore peso molecolare e da un colore chiaro, sono solubili sia in ambiente alcalino che in ambiento acido e sono la frazione maggiormente sottoposta ad attacco microbico; acidi umici: hanno peso molecolare e colore intermedi, a differenza degli acidi fulvici, sono solubili solamente in ambiente alcalino, mentre precipitano in ambiente acido e sono caratterizzati da una media resistenza alla degradazione; umina: tale frazione presenta il peso molecolare maggiore, un colore scuro, insolubile sia in soluzione acide che alcaline ed caratterizzata dalla maggiore resistena allattacco microbico.

Allinterno del suolo la sostanza organica si trova sottoposta a trasformazioni e processi dinamici. Le trasformazioni che si verificano a carico della sostanza organica vengono solitamente suddivise in processi di mineralizzazione e di umificazione. La mineralizzazione prevede la trasformazione, principalmente da parte dellattivit biologica, dei composti organici in sostanze minerali pi semplici (Guggenberg, 2005). Con umificazione si indica linsieme di trasformazioni biochimiche, inerenti la sostanza organica del suolo, che portano alla formazione delle sostanze umiche. La sostanza organica, specialmente in fase di avanzata umificazione, ha un effetto benefico sulle propriet del terreno (Tabella 1.2).
Tabella 1.2 Principali funzioni della sostanza organica nel suolo. Fonte: adattato da Hudson (1994)

BIBLIOGRAFIA
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