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1.

3.1 CHI SIAMO? ...............................................................................................................................5


3.2 LE FAMIGLIE...............................................................................................................................7
3.3 LA GIOIA DI IMPARARE, LA GIOIA DI INSEGNARE.......................................................8
3.4 IL DIRIGENTE SCOLASTICO....................................................................................................9
4.1 ACCOGLIENZA, SOCIALIZZAZIONE E INTEGRAZIONE................................................11
4.2 INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI DISABILI........................................................................12
...........................................................................................................................................................12
4.3 CONTINUITA E LEGALITA...................................................................................................16
4.4 ESPERIENZA DI CONTINUITA TRA LA SCUOLA
DELLINFANZIA E
LA SCUOLA PRIMARIA ................................................................................................................17
4.5 EDUCARE ALLA LEGALITA(circolare ministeriale 25 ottobre 1993, n.302)........................18
5.1 I TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA...............................................21
5.2 IL PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO(descrizione di metodi, strategie) .
............................................................................................................................................................22
6.2 OBIETTIVI FORMATIVI...........................................................................................................29
6.3 IL PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO (DESCRIZIONE DI METODI,
STRATEGIE).....................................................................................................................................30
7.1 LA VALUTAZIONE EDUCATIVA..........................................................................................37
7.2 LINSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA......................................................39
8.1 LARRICCHIMENTO DEL CURRICOLO DELLA SCUOLA DELLINFANZIA..................40
ATTIVITA CURRICOLARE...........................................................................................................41
Progetto educazione motoria..............................................................................................................41
ATTIVITA EXTRACURRICOLARI...............................................................................................42
8.2 CALENDARIO EVENTI E MANIFESTAZIONI......................................................................42
8.4 VISITE DIDATTICHE................................................................................................................43
8.5 LARRICCHIMENTO DEL CURRICOLO DELLA SCUOLA PRIMARIA............................46
.........................................................................................................................................................46
8.6 PROGETTI PON..........................................................................................................................47
9.1 ORE DESTINATE ALLE MATERIE DEL CURRICOLO NAZIONALE................................49
9.2 LE CLASSI E LE SEZIONI.........................................................................................................50
9.3 I DOCENTI..................................................................................................................................50
9.5 RAPPORTI CON I GENITORI...................................................................................................51
9.7 ORARIO DI RICEVIMENTO.....................................................................................................52

11 DAL DIRITTO ALLO STUDIO AL DIRITTO ALL


APPRENDIMENTO
Il Piano dellOfferta Formativa la carta didentit della scuola: in esso vengono illustrate le linee
distintive dellistituto, lispirazione culturale- pedagogica che lo muove, la progettazione
curricolare, extracurricolare, didattica ed organizzativa delle sue attivit; rispecchia, motivandole,
le decisioni e gli impegni assunti dalla scuola, per rendere concreto, nel proprio contesto specifico,
questo importante passaggio. Il presente Piano dellOfferta Formativa, attesta la dinamicit dei
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percorsi e lo sviluppo dei vari linguaggi individuati dal Collegio dei docenti, pi volte riunito in
seduta plenaria, che, dando attuazione agli indirizzi espressi dal Consiglio dIstituto, risponde con
valide proposte alle esigenze degli alunni e delle famiglie che possono cos fruire di una
preventiva e completa conoscenza della fisionomia della scuola, della sua aderenza alla realt
locale. Particolare attenzione, quindi, in fase di elaborazione non solo alle prescrizioni ministeriali,
ma anche alle esigenze presenti nella realt sociale e culturale dellambiente di vita
dellutenza(diretta-indiretta). Il fine di tale documento, approvato dal Collegio dei docenti con
delibera ed adottato dal Consiglio dIstituto con delibera, favorire la formazione integrale della
persona fin dallinizio del suo percorso formativo nella scuola dellinfanzia. Risulta significativo
evidenziare i principi ispiratori del documento ossia: la contestualizzazione, la flessibilit, la
progettazione e la trasparenza, messi in campo nellintento di fornire supporti adeguati e situazioni
di crescita e di sviluppo, sottolineando la certezza che il filo conduttore del POF si realizza con e
nella condivisione delle responsabilit da parte di tutte le strutture preposte alleducazione,
allinterno delle quali andranno a svilupparsi e collocarsi le competenze acquisite dagli alunni. La
stesura materiale stata curata con rigore professionale e coerenza didattica dalla docente
incaricata Funzione Strumentale.

Il Dirigente Prof. Maria Lea Eliseo

2. FINALITA DELLA SCUOLA


Il nostro Collegio dei docenti, nel convincimento che qualsiasi persona pu essere educata ad
accettare gli altri, a costruire la propria vita, ritiene che tale educazione pu avvenire solo se
fondata sul rapporto con la realt socio-culturale nella quale si vive. Questa realt composta da
eventi, da relazioni, dal presente e dal passato. Ecco perch ogni alunno ha la necessit di essere
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guidato a scoprire il valore di se stesso, delle relazioni sociali, della conoscenza del patrimonio
naturale ed antropico che lo circonda. La scuola, dunque, va intesa come luogo dove si riconosce
significato e senso alla vita quotidiana, dove si d importanza a ci che si apprende a fare, dove
possibile trasmettere i valori che garantiscono lo sviluppo dellappartenenza, dellidentit, della
passione, della fratellanza e delluguaglianza; una scuola che, come recitano le Indicazioni
Nazionali 2012, deve curare e consolidare le competenze e i saperi di base irrinunciabili. Il nostro
Collegio dei docenti, pertanto, intende lavorare affinch la scuola:

accompagni lalunno nellelaborazione del senso della propria esperienza che stare bene
con se stessi e con gli altri;

persegua il miglioramento della qualit del sistema distruzione, assicurando il diritto


allapprendimento, rispettando i ritmi evolutivi, le capacit, le potenzialit, lidentit di
ciascuno;

prevenga levasione dellobbligo scolastico, orientando nella societ attraverso i valori


della cultura, dellintegrazione, del rispetto della dignit umana, della convivenza civile e
della pace;

contrasti la dispersione scolastica, finalizzando il lavoro scolastico alla formazione di una


coscienza civile;

3. IL 1 PRINCIPIO ISPIRATORE DEL POF

LA CONTESTUALIZZAZIONE
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Dallanalisi del contesto territoriale e socio-ambientale, derivano i seguenti dati: la scuola,che


include i tre plessi, scuola dellinfanzia; plesso Asta; plesso Radice, sita a Marsala in via
Falcone, circondata da via Salinella, Grotta del Toro, vicolo Villa Rosa, via Trapani, via
Monsignor Linares, via Virgilio e via Omero, dista dal centro cittadino circa due km; vive
latmosfera, i ritmi di questa splendida citt di mare: la mescolanza di genti( molti i tunisini), il
porto, i vicoli, tutto concorre a dare limpressione di trovarsi improvvisamente proiettati in una
citt africana. In questo policentrismo formativo, la scuola si pone , non solo come agenzia di
formazione ed informazione, ma come comunit, impegnata in uninterazione continua con:

il cuore della citt che pulsa intorno a Piazza della Repubblica;

il mercato del pesce;

la Cattedrale;

i diversi Musei, scavi archeologici, le chiese;

la Parrocchia di Sappusi;

la Laguna dello Stagnone;

le Saline;

la via del Sale

lo Stadio.
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L identit della scuola si consolida nella capacit di abbracciare, facendo proprie, le ricchezze del
territorio,

offrendo

con

attivit

extracurricolari,

con

lattivazione

di

laboratori

opzionali( fotografia, giornalino, pittura etc..), occasione di crescita culturale, di nuovi stimoli
allapprendimento. Gli specchi dacqua suddivisi da sottili strisce di terra che formano una
scacchiera irregolare e multicolore, spettacolo che costeggia la strada che , da via Falcone,
conduce a Trapani, sono pezzi di storia, di cui gli alunni fanno esperienza, quando a tratti, nel
mezzo della laguna che accoglie lisola di Mozia, compare la sagoma di un mulino a vento,
memoria del tempo in cui esso era uno degli strumenti principali per macinare il sale.
Essendo la scuola un sistema sociale aperto non possiamo, nel predisporre l'azione didattica, non
tener conto della cultura espressa dal territorio. E' sicuramente interessante capire cosa questo
ambiente con la sua cultura chiede all'alunno: di cosa ricco e di che cosa privo. La scuola
perci deve farsi carico della cultura che l'ambiente sociale esprime e nella quale l'alunno
immerso. Non possiamo dimenticare il peso decisivo che l'ambiente ha nello sviluppo di abilit
diverse da quelle prettamente scolastiche. Tutto questo rappresenta per la scuola e per l'insegnante
una fonte di informazione importante che ha in s implicazioni didattiche notevoli. Nelle sue
relazioni con l'esterno la scuola dovrebbe trovare interlocutori forti: le altre agenzie formative, il
mondo economico, gli Enti locali; dal canto suo il settore formativo dell'extrascuola dovrebbe
essere in parallelo e in diretta consonanza con la scuola, che dovrebbe espandersi con una
continuit, sia verticale sia orizzontale, ossia in aggancio con tutte le altre agenzie educative e le
risorse culturali presenti nel settore.

3.1 CHI SIAMO?


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La scuola i suoi bambini: infatti, il reciproco amore fra chi apprende e chi insegna il primo e
pi importante gradino verso la conoscenza. Come evidenziano le Indicazioni Ministeriali 2012, lo
studente posto al centro dellazione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi,
relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. Gli alunni che frequentano la nostra
scuola , vivono nel territorio marsalese compreso fra la via Trapani ed il mare prospiciente il
quartiere Sappusi; fra la piazza Marconi e la contrada Spagnola. A questi si aggiungono alunni
provenienti da tutto il territorio marsalese, i cui genitori lavorano presso uffici ed esercizi
commerciali situati in zone vicine al plesso e, che, contraddittoriamente, ne rappresentano la
maggioranza ( questo un dato statistico che risulta da censimento effettuato dalla docente
G.Torre),problema su cui tante energie verranno spese, ed, altres, tante strategie verranno attuate
nel corso dellanno scolastico,dal piano di lavoro della docente incaricata Funzione Strumentale
sostegno alunni, L. Bellomo. Altri alunni, provenienti da zone diverse, vengono iscritti nella
nostra scuola, per la qualit del servizio offerto. I bambini sono attivi, amano costruire, giocare,
comunicare, indagare la realt. Vivono in ambienti familiari molto diversi fra loro ed ognuno
possiede una sua storia, fatta di esperienze differenti. Le loro potenzialit e disponibilit
possono essere sviluppate o inibite, possono evolvere in modo armonioso o disarmonico, in
ragione dellimpegno professionale degli insegnanti, della collaborazione con le famiglie,
dellorganizzazione e delle risorse disponibili per costruire contesti di apprendimento ricchi e
significativi. Un nutrito gruppo di alunni portatore di una cultura estremamente pratica; un altro
gruppo proviene dalle contrade ed ha vissuto a contatto con la natura; altri vivono in appartamento
ed hanno acquisito modi e tempi di vita nei piccoli spazi e nel centro urbano; altri ancora, sono
stati guidati dai genitori ad esperienze culturali propedeutiche alla vita scolastica. La crescita di
ciascun bambino e di ciascuna bambina resa ardua dalle innumerevoli e spesso contrastanti
sollecitazioni comunicative, dai riferimenti identitari e relazionali plurimi, dai tempi contratti che
caratterizzano gli ambienti di vita e i rapporti familiari e sociali, dalla solitudine di molte famiglie
e dalla carenza per molti bambini di contatti con i coetanei. Il nostro Collegio dei docenti e la
docente Funzione Strumentale sostegno alunni, credono che tale variet di esperienze di vita da
filtrare, analizzare ed elaborare, possa costituire la base per larmonioso sviluppo della personalit
di tutti i nostri alunni.

3.2 LE FAMIGLIE
Le famiglie, che rappresentano il contesto pi influente per lo sviluppo dei bambini, pur nella loro
diversit, perch molteplici sono gli ambienti di vita e i riferimenti religiosi, etici,
comportamentali, sono sempre portatrici di risorse che possono essere valorizzate e condivise
nella scuola, per consentire di creare una rete solida di scambi e di responsabilit comuni. Il primo
incontro con la scuola e con gli insegnanti, aiuta i genitori a prendere pi chiaramente coscienza
della responsabilit educativa che a loro affidata. Essi sono cos stimolati a sentirsi parte della
comunit scuola, a partecipare a un dialogo intorno alle sue finalit e agli orientamenti
educativi, per rendere forti i loro bambini, affidandoli alla scuola che li attrezzer per un futuro
che non facile da prevedere e decifrare .Tale rapporto, non si esaurisce nello scambio di
informazioni inerenti il bambino, le sue esperienze e le sue abitudini, ma esige la ricerca di una
linea educativa comune, la condivisione dei valori sui quali si intende costruire un progetto
significativo. La scuola, convinta del ruolo importante della famiglia, ma anche consapevole delle
difficolt e delle incertezze in cui si dibatte, pu aiutare i genitori ad essere pi attenti e pi
coscienti nella gestione del proprio compito di educatori. Limpegno della scuola viene, quindi ad
articolarsi nelle seguenti prospettive: incontri informativi o di conoscenza, atto di iscrizione con
illustrazione ai genitori del funzionamento della scuola e suo regolamento; con i laboratori
opzionali aperti al pubblico e visita dei locali scolastici, (teatro L.Pirandello; palestra; classi e
sezioni gradevolmente allestite); colloqui individuali per conoscere pi a fondo il bambino e la sua
componente familiare, con tutti i suoi problemi e le sue dinamiche. Un ruolo propositivo ed attivo,
, altres, richiesto alle famiglie
dei bambini con disabilit, che chiedono sostegno alla scuola per promuovere le risorse dei loro
figli, attraverso il riconoscimento sereno delle differenze e la costruzione di ambienti educativi
accoglienti ed inclusivi, in modo che ciascun bambino possa trovare attenzioni specifiche ai propri
bisogni e condividere con gli altri il proprio percorso di formazione. La scuola cerca la
collaborazione ed il sostegno dei genitori per conseguire obiettivi comuni.

3.3 LA GIOIA DI IMPARARE, LA GIOIA DI INSEGNARE


La scuola dellautonomia, una scuola autonoma, una scuola che cammina da sola, ha bisogno di
motivazioni intrinseche. Tutto si affida alla responsabilit del corpo docente. Sono i docenti, che
debbono rispondere agli utenti, agli alunni ed alle loro famiglie; le risposte sono i risultati
dellorganizzazione e della realizzazione dellazione educativa e didattica. Se si vuole che la
scuola dellAutonomia abbia successo, occorre che in ogni docente maturi una responsabilit che
nasca dal piacere del gusto per linsegnamento, dal piacere che viene dal far conoscere, far
discutere, far costruire sapere. Senza questo piacere i docenti possono s istruire, ma non possono
educare. Possono insegnare a leggere, ma non possono far nascere lamore per la lettura; possono
insegnare le regole, ma non possono far nascere il piacere del matematizzare. Prima che luogo
di acquisizione di conoscenze e di capacit, la scuola luogo dove nasce lamore del sapere, la
gioia ed il gusto di imparare e di fare da s, ed a partire dalla scuola dellinfanzia, che questa
gioia e questo gusto non si insegnano, ma si contagiano e non possono contagiarli coloro che non
li possiedono. In tale prospettiva il Dirigente Scolastico della scuola dellautonomia lanimatore,
colui che, creando un clima nuovo nella scuola, unorganizzazione nuova, pienamente coerente
con le indicazioni normative del Regolamento dellautonomia scolastica, possa creare quella
flessibilit che adeguamento continuo dellorganizzazione educativa e didattica alle esigenze ed
alle caratteristiche personali dei singoli alunni. La flessibilit (dellora di lezione, delle discipline
etc..) consente loperativit dei docenti secondo le loro eccellenze, la propria originale
professionalit, le proprie competenze. Nel clima scolastico di oggi, in piena evoluzione, in
risalto la figura del cosiddetto: docente innovatore, ossia linsegnante che aiuta gli alunni a
maturare conoscenze e competenze perch aperto ad una continua verifica dello spessore
culturale della propria professione, intesa come insieme di legami con la realt (i propri maestri,
gli oggetti dellinsegnamento, la partecipazione a luoghi associativi) che comportano un percorso
professionale, sempre in crescita. Nella prospettiva dello sviluppo di personalit libere e capaci di
costruzione, diventano condizioni possibili tali bisogni didattici:
lintegrazione delle esperienze e delle culture;
la realizzazione di un clima sereno e gioioso, centrato su di una pedagogia attiva e delle
relazioni, che si manifesta nella capacit degli insegnanti di dare ascolto e attenzione a
ciascun bambino;

la scelta di metodi e strategie capaci di promuovere elevate motivazioni ad apprendere;


la ricerca di prassi e pratiche capaci di suscitare passione per la coltivazione delle proprie
attitudini;
la condivisione con le famiglie dei diversi momenti della vita scolastica.

3.4 IL DIRIGENTE SCOLASTICO


Con lAutonomia vengono messe in evidenza le competenze degli operatori, le loro capacit di
iniziativa, il modo di vivere i propri ruoli professionali e sociali. Particolarmente incisiva, in
questo panorama risulter la professionalit del capo distituto che nella nuova realt
amministrativa e formativa si trover a riconoscere potenzialit, gestire risorse, contenere limiti,
aiutare a superare non pochi timori. Il Dirigente scolastico ( D.L.n.165/01, art.25) responsabile
della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle
competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di
direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In particolare il Dirigente
Scolastico organizza lattivit scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia ed il titolare
delle relazioni sindacali. Il Dirigente Scolastico ha ricevuto poteri sempre pi ampi con
lautonomia scolastica, divenendo un Manager con qualifica dirigenziale. Il manager colui il
quale pianifica, organizza, dirige e controlla, quindi il management la capacit di trasformare gli
imput in output attraverso un processo di pianificazione, organizzazione del lavoro e controllo e
valutazione dei risultati ottenuti. Altres il Dirigente un leader che indica la meta da raggiungere,
ispira condivisione e coinvolgimento, un modello ed un esempio, il suo potere carismatico; la
leadership indica lo stile con il quale le attivit nel management vengono svolte. Le aspettative
degli individui, degli utenti, si concretizzano in : direttive, collaborazione, favori, ascolto, cortesia,
riconoscimenti, chiarimenti, puntualit, risposte, fedelt, sostegno, equilibrio, incoraggiamento,
motivazione, ecce si pongono a cornice dei due interessi determinanti di ogni dirigentemanager: 1) il conseguimento dei risultati; 2) le relazioni interpersonali. Il capo dIstituto
impegnato a svolgere un ruolo nel riuscire a sostenere e stimolare dinamiche migliorative della
scuola e nellesprimere una cultura dellorganizzazione: solo nella chiarezza delle impostazioni
di lavoro che gli stessi insegnanti possono procedere validamente. Nel contesto dellautonomia e
del curricolo flessibile sono particolarmente chiamate in causa lintenzionalit e la responsabilit
del capo distituto, valorizzate e affinate da una forte e organica competenza professionale, lunica

dimensione che consente di contrastare sia limprovvisazione, la casualit, sia la provvisoriet


delle iniziative.

4. IL 2 PRINCIPIO ISPIRATORE DEL POF: LA FLESSIBILITA


Le proposte che si vengono oggi formulando nei confronti della scuola muovono dallassunzione
di un principio interpretativo della societ intesa, in termini sempre pi pressanti, come societ
conoscitiva. Luniversalizzazione degli scambi e la globalizzazione delle tecnologie hanno
aumentato la possibilit e la necessit di accesso degli individui allinformazione e al sapere. E ci
comporta una serie di modificazioni a livello di acquisizione delle competenze, del loro
aggiornamento (Spending Review). La scuola cerca di procedere nella direzione dellinnovazione
impegnandosi a superare la sua struttura tradizionale, finalizzata al titolo di studio, per tracciare
unimpostazione flessibile e articolata, connessa alle dinamiche del proprio ambiente culturale.
La Autonomia, per responsabilizzare la singola istituzione nella gestione delle proprie risorse, e
modularit e flessibilit dei curricoli, per rispondere pi adeguatamente alla specificit delle
situazioni apprenditive e al loro possibile potenziamento, per sostenere limpatto con il nuovo e
consentire cos alla scuola di essere costruttivamente presente nelle soluzioni dei problemi del
proprio tempo. Una preparazione solida sul piano pedagogico e didattico, disciplinare e
organizzativo si configura come condizione indispensabile, per poter mantenere alla scuola il suo
ruolo culturale e sociale. La scuola dellautonomia e del curricolo flessibile dovrebbe riuscire a
rendersi centro aggregante e punto di stimolazione di risorse educative e culturali del proprio
ambiente. E stato rivelato, quanto importante riuscire a trovare tempi e modalit per agevolare e
incentivare una dimensione collaborativa tra scuola e famiglia; collaborazione che incide
profondamente sullapprendimento degli alunni e qualifica quello che possiamo chiamare il
clima educativo che coinvolge i bambini e gli adulti. Una scuola, la nostra, che oltre ad essere
attenta a quanto accade attorno a s, cerca di diventare propositiva di ulteriori occasioni di
incontro, scontrandosi con il proprio contesto, che talvolta appare poco unito e spesso
contradditorio, sforzandosi, altres, di essere una forza coesiva nel proprio ambiente di
appartenenza. Una capacit aggregante dunque richiesta alla scuola, ai suoi organi collegiali, ai
suoi rappresentanti nel riscontro della consapevolezza del proprio ruolo. E necessario altres che
la scuola venga accettata e riconosciuta dallutenza come istituzione importante e significativa per
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la vita della comunit. Quindi la scuola agir con la qualifica di comunit educante, nel continuo
sforzo di educare a una convivenza democratica.
La scuola deve quindi perseguire una funzione di appartenenza ( riconoscimento dei dati di realt
storica, ambientale, culturale) e una funzione di identificazione

di promozione dellidentit

sociale, linguistica, culturale e religiosa); ma anche una funzione di universalizzazione


( di arricchimento della persona che si riconosce nellaltro da s, diverso e nel contempo uguale).
La nostra scuola tutta, da quella materna a quella primaria, ha cos un compito particolarmente
gravoso da assumere nel momento in cui riconosce limportanza di una dimensione comunitaria
intesa come valorizzazione di atteggiamenti di collaborazione, di solidariet, di dialogo ed il suo
Dirigente sar lettore attento e critico delle situazioni esistenti, capace di assumere strategie
costruttive,

di

essere

elemento

rassicurante,

stimolatore

di

motivazioni,

motore

dellinnovazione.

4.1 ACCOGLIENZA, SOCIALIZZAZIONE E INTEGRAZIONE


La Mission della scuola, che si esplica nella contestualizzazione delle tre funzioni sopra elencate
,si fonda sullaccoglienza, con la A maiuscola, non solo come atto di umana generosit , ma anche
e soprattutto un dovere al quale nessuno deve sottrarsi; essa costituisce lo sfondo per leducazione
interculturale da cui prende avvio la specificit di percorsi formativi rivolti ad alunni stranieri, nel
contesto di attivit che devono connotare lazione educativa nei confronti di tutti. Come
sottolineano le Indicazioni Ministeriali 2012, la scuola deve riconoscere e valorizzare le diverse
situazioni individuali presenti nella classe e saper accettare la sfida che la diversit pone. La
scuola, luogo culturale per la costruzione e condivisione di regole comuni, agisce attivando una
pratica di vita quotidiana che si richiama al rispetto delle forme democratiche di convivenza,
rifiutando logiche di assimilazione, orientandosi, altres, a favorire il confronto, il dialogo, il
reciproco arricchimento entro la convivenza delle differenze. Le Indicazioni rafforzano
linclusione scolastica, mettendo al centro lo studente e i suoi bisogni. Il quadro normativo,
imperniato sullautonomia, con D.P.R.n.275\99 rappresenta lo strumento principale per affrontare
laspetto dellintegrazione degli alunni stranieri, correlato al Decreto Legislativo n.76\2005
relativo al diritto-dovere allistruzione e alla formazione, individuando i destinatari in tutti, ivi
compresi i minori stranieri presenti nel territorio dello Stato. I temi dellaccoglienza e
dellintegrazione, rappresentano una sfida per una scuola che intende essere tale. In questo clima,
tutti comprendono che ciascun bambino ha un unico desiderio: essere riconosciuto, accettato,
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accolto per quello che . Di conseguenza linclusione a partire dalla scuola dellinfanzia, di
bambini

diversamente

abili

un

indicatore

di

qualit;

testimonia

una

maggiore

responsabilizzazione degli insegnanti e della comunit scientifica, espressione di una cultura


legata ai valori dellefficacia e dellefficienza. La nostra scuola, supera lapproccio
delluguaglianza per assumere quello della diversit come risorsa individuale, per cui ciascun
alunno diverso da tutti gli altri per elementi di storia e di identit, per stili di apprendimento e
per capacit comunicative e cognitive. Ci si impegna attivamente perch il bambino disabile sia
pienamente integrato nel gruppo dei suoi coetanei, della scuola del territorio.
La scuola svolge un ruolo attivo, nellottica dellinclusione: accogliendo il bambino in situazione
di handicap e la sua famiglia; creando un ambiente favorevole allo sviluppo del bambino;
collaborando con la famiglia e favorendo lo sviluppo di una rete formata da servizi e
professionalit diverse, che includa la scuola e la famiglia, avendo come obiettivo il prendersi cura
del bambino in senso globale, non solo dal punto di vista scolastico.

4.2 INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI DISABILI


garantito il diritto alleducazione e allistruzione della persona handicappata nelle sezioni
di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado .....
Lintegrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo della persona handicappata
nellapprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione (art.12, legge
quadro n 104 del 1992 ).
In ottemperanza delle disposizioni contenute nella legge quadro 104/92, il nostro Istituto persegue
lobiettivo di promuovere, nellottica di una cultura dellinclusione, lintegrazione scolastica
oltre che sociale degli alunni disabili, attrezzandosi, ponendo al centro lautonomia responsabile
della scuola, cos come recitano le Indicazioni Ministeriali 2012.
Il raggiungimento di tale obiettivo passa attraverso una sistematica interazione con la famiglia e il
territorio, volta a tutelare sia il diritto allistruzione che il successo formativo degli alunni disabili.
Gli alunni disabili hanno bisogni educativi speciali che devono trovare risposta in una scuola che
rende significativa ogni singola presenza.
Per la persona disabile integrazione significa essere presente:
-

dal punto di vista relazionale: essere accolto, avere amicizie, avere un ruolo;

dal punto di vista cognitivo: imparare a pensare e a risolvere problemi;


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dal punto di vista psicologico: crescere nellautostima, nellidentit, nellespressione delle


emozioni.

Lalunno disabile non deve essere semplicemente inserito in una sezione e/o classe: la scuola
si impegna a identificarne le possibilit, gli interessi, le potenzialit e i punti di debolezza per
facilitarne la piena integrazione nel gruppo. Integrare non significa livellare, cancellare le
differenze individuali, ma valorizzare le risorse degli alunni, assegnare a ciascuno ruoli diversi
e complementari e favorire lo sviluppo di una fitta rete di relazioni amicali. Sin dalla vita
scolastica che si apprende con routine e attivit, preferibilmente ludiche, nelle sezioni di scuola
dellinfanzia, lavoro che a poco a poco si avvia alla scolarizzazione nella scuola primaria, i
docenti, tutti, ( e non solo coloro specializzati), creano un clima favorevole non solo mirando
alla riuscita didattica, ma anche allo star bene a scuola. Dimostrare stima ai bambini e avere
fiducia nelle loro capacit di crescita senza dubbio utile a creare un clima sereno e positivo,
in cui ogni alunno pu sperimentare ed apprendere anche dai propri errori. I genitori devono,
inoltre, poter avere fiducia negli operatori che lavoreranno con i loro bambini. Perch questo
avvenga, necessario che gli insegnanti coinvolgano la famiglia, facendole assumere un ruolo
propositivo e attivo. Laccoglienza vera, autentica, sostanziale quella che si estrinseca
nellimpegno

di promozione

dello sviluppo, della

formazione,

delleducazione

dellistruzione degli alunni. La scuola non pu offrire stimoli formativi uguali a tutti gli alunni,
in quanto ciascun alunno ha i suoi stili di apprendimento. Di conseguenza le mete formative
devono essere personalizzate. In tale prospettiva, nella nuova scuola, nella scuola
dellautonomia, vi saranno obiettivi formativi nazionali, intesi alla formazione del cittadino.
Anche se tali obiettivi formativi sono sostanzialmente uguali per tutti gli alunni, essi saranno
per sempre personalizzati: Tutti gli alunni impareranno la lingua italiana, ma ciascuno la
parler con le sue personali inflessioni.
Pertanto il nostro Istituto, nel ribadire come proprio fondamento la centralit di ogni alunno
riconoscendone la specificit, ne promuove la socializzazione e lautonomia, definendo percorsi di
sviluppo che vanno oltre la scuola, per diventare un progetto di vita che si proietta in archi
temporali pi ampi.
Tutte le classi di scuola primaria

sono eterogenee, le nove sezioni di scuola materna omogenee,

per et, e ciascun consiglio di sezione/classe effettua una programmazione annuale per fasce di
livello, al fine di guidare gli alunni in difficolt a migliorare se stessi, elevando la qualit delle
proprie prestazioni. I target da raggiungere restano identici per tutti ma il percorso e le varie tappe
intermedie rispondono ai bisogni di ciascuno. Lalunno disabile non deve essere semplicemente
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inserito in una sezione e/o classe; il gruppo si impegna a identificarne le possibilit, gli interessi, le
potenzialit e i punti di debolezza per facilitarne la piena integrazione nel gruppo.
Il collegio, visti i bisogni formativi emersi dai diversi Consigli di Sezione/Classe adotta i seguenti
percorsi didattici e le seguenti strategie per l'integrazione:
La valorizzazione delle attitudini possedute necessaria per promuovere lo sviluppo identitario, di
consapevolezza di s e di autostima. La scuola, quale luogo privilegiato per l'apprendimento, deve
favorire esperienze significative attraverso forme di cooperazione (Cooperative learning) e di
solidariet, promuovendo lacquisizione di competenze e abilit che valorizzino lautonomia e
riducano il disagio tra le performance degli alunni con disabilit e quelle dei compagni di classe,
tutto ci al fine di garantire il diritto di crescere con i loro pari ed esprimere al meglio le proprie
potenzialit.
-

Itinerari differenziati: Accanto al lavoro prettamente didattico e curricolare della classe si

alternano lavori individualizzati, attivit laboratoriali e di gruppo e si propongono interventi, che


avendo come finalit privilegiata la considerazione e la valorizzazione delle differenze individuali
degli alunni, tendono a sviluppare le potenzialit di ognuno, nel rispetto dei ritmi e degli stili di
apprendimento.
L'azione

formativa

rimane

comunque

coerente

con

quella

dell'intero

Istituto.

Per gli alunni che non possono svolgere le stesse attivit dei compagni si definisce una
programmazione educativa individualizzata (PEI) basata sull'analisi del profilo dinamico
funzionale dell'alunno (PDF) e sui suoi reali bisogni formativi.
-

Itinerari semplificati: Il nostro Istituto ha arricchito lofferta formativa con interventi e

percorsi didattici semplificati per gli alunni che non riescono ad ottenere un successo formativo se
inseriti in un contesto scolastico di tipo tradizionale nel quale si sentono ulteriormente demotivati
da richieste lontane dalle loro reali capacit, dai loro tempi di apprendimento e dai propri vissuti.
Tali interventi tengono conto della specificit dei bisogni educativi di questi allievi e ne
favoriscono lintegrazione sia sul piano sociale che culturale, evitando casi di abbandono e
prevenendo la dispersione scolastica.

Materiali didattici usati

Gli insegnanti del nostro Istituto si fanno carico di individuare o costruire sussidi utili per svolgere
le attivit didattiche in modo proficuo, inoltre, se necessario, si propone l'acquisto di materiale
didattico o tecnologico utile per alcuni alunni con bisogni speciali.
Nella nostra scuola si possono trovare materiali vari utili a svolgere alcune attivit: pallottolieri,
abachi, regoli, BAM, puzzle in legno, piastre del tatto, circuiti motori, tavole di sequenze logiche,
14

giochi strutturati per la motricit fine, schema corporeo con lavagna magnetica, materassini per la
psicomotricit,

allacciature skill, test per individuare casi di dislessia, disgrafia, discalculia,

computer, tastiere speciali, mouse, joystick, sedie banco, banco antropometrico, percorso tattile.
Adeguamento delle strutture fisiche e abbattimento delle barriere architettoniche
Il nostro Istituto facilmente accessibile perch provvisto di ingressi dotati di scivoli che
rendono pi agevole l'entrata a scuola. Un ingresso laterale , inoltre, dotato di una tettoia ed
direttamente accessibile con qualsiasi mezzo di trasporto. Per raggiungere il primo piano
possibile servirsi di un ascensore dal quale parte un percorso tattile per i non vedenti.

Risorse umane interne ed esterne

Il nostro Istituto persegue lobiettivo di coinvolgere tutto il personale della scuola e le strutture
sociali e formative presenti nel territorio, creando al suo interno uno sfondo integratore visto
come unidea forte, condivisa da tutti, al fine di attivare una vera e propria sfida per la piena
integrazione di alunni in situazione di handicap, evitando il rischio di interventi individuali e
frammentari.
Nella nostra scuola l'integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali impegna docenti,
collaboratori scolastici, assistenti, alunni e genitori e rappresenta un importante momento di
crescita personale e umana per ogni componente della comunit scolastica. In questo contesto il
docente specializzato assume il ruolo di risorsa per lintera classe evitando cos il negativo
consolidamento della coppia insegnante di sostegno-alunno disabile. Tutti gli insegnanti della
classe sono coinvolti a pieno nel costruire un percorso educativo - didattico rispondente alle reali
potenzialit dell'alunno disabile, hanno, inoltre, il compito di guidare l'intera sezione/classe ad
accoglierlo, sostenerlo, aiutarlo affinch si possa ben integrare all'interno del gruppo e possa
vivere la scuola come luogo sereno allinterno del quale crescere insieme agli altri. Per tutti gli
alunni con gravi patologie che vedono compromessa l'autonomia di base prevista la figura
dell'assistente igienico - personale che viene assicurata dal Comune e pi precisamente
dallIstituzione Marsala Schola; tale figura, come afferma la contrattazione collettiva, deve
prestare ausilio materiale agli alunni portatori di handicap nellaccesso dalle aree esterne alle
strutture scolastiche, allinterno e nelluscita da esse, nonch nelluso dei servizi igienici e nella
cura delligiene personale. Ogni bimestre nel nostro Istituto si riunisce il G.L.H., gruppo di
studio e di lavoro che ha il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione e di
esplicitarle all'interno del Piano dell'offerta formativa. Esso composto dal Dirigente scolastico,
dai coordinatori delle classi nelle quali sono presenti alunni diversamente abili, dai docenti

15

specializzati in sostegno; in caso di specifici problemi pu essere richiesta la consulenza e la


collaborazione degli operatori dei servizi territoriali e dei genitori interessati.
Il gruppo collabora alla definizione del progetto d'istituto per la parte relativa all'integrazione
scolastica; formula una proposta complessiva per la collocazione delle risorse; verifica in itinere le
iniziative di sostegno programmate dalla scuola; elabora specifici progetti; verifica al termine
dell'anno scolastico gli interventi attuati.

Almeno due volte all'anno, nel nostro Istituto, si

organizza il G.L.I.S. a cui partecipano il Dirigente Scolastico, il Collegio dei Docenti al completo,
i genitori degli alunni disabili, i genitori dei consigli di sezione/classe, e tutti gli enti territoriali
impegnati nel progetto di integrazione: Comune, Centri di riabilitazione, Associazioni e il Servizio
di neuro-psichiatria infantile. Tale gruppo di lavoro ha il compito di raccogliere informazioni
inerenti gli alunni che frequentano il nostro Istituto, verificare le risposte di ogni singolo alunno
rispetto ai percorsi attuati e prospettare ipotesi per ulteriori sviluppi. Le famiglie dei bambini con
disabilit, chiedono quindi sostegno alla scuola per promuovere le risorse dei loro figli, attraverso
il riconoscimento sereno delle differenze e la costruzione di ambienti educativi accoglienti e
inclusivi, in modo che ciascun bambino possa trovare attenzioni specifiche ai propri bisogni e
condividere con gli altri il proprio percorso di formazione. I bambini scoprono le diversit e
apprendono le prime regole necessarie alla vita sociale, formulano le grandi domande esistenziali
sul mondo e cominciano a riflettere sul senso e sul valore morale delle loro azioni. E negli anni
della scuola dellinfanzia che il bambino osserva lambiente che lo circonda, ascolta le narrazioni
degli adulti. Sente di appartenere alla sua famiglia, alla sua comunit, alla sua scuola.

4.3 CONTINUITA E LEGALITA


Lidentit del bambino, composta da un complesso intreccio di influenze e le modalit del suo
sviluppo, presentano dinamiche evolutive che esigono da parte della scuola, la capacit di porsi in
continuit con le esperienze che il bambino compie nei suoi vari ambiti di vita, mediandole
culturalmente e collocandole in una prospettiva di sviluppo educativo. La scuola, che si configura
come contesto educativo e di apprendimento saldamente raccordato con tutte le esperienze e
conoscenze precedenti, collaterali e successive del bambino, presta attenzione alla coerenza degli
stili educativi e da luogo in base a precisi criteri operativi e in direzione sia orizzontale che
verticale, a raccordi che le consentono di fruire, secondo il proprio progetto pedagogico, delle
risorse umane, culturali e didattiche, presenti nella famiglia, nel territorio.
Risultati concreti di raccordo possono venire perseguiti mediante le programmazioni educative e
didattiche, il confronto fra i vari operatori professionali e fra questi e i genitori. Fra le condizioni
16

essenziali per promuovere una effettiva continuit si evidenziano lattenzione da riservare, in


stretta collaborazione con le famiglie, allaccoglienza dei bambini, allosservazione del
comportamento, alla equilibrata formazione delle sezioni e delle classi, alla flessibilit dei tempi,
alla predisposizione degli spazi ed alla scansione delle attivit. Una cura particolare richiede la
continuit con la scuola primaria, finalizzata alla comunicazione di informazioni utili sui bambini
e sui percorsi didattici effettuati ed alla eventuale organizzazione di attivit comuni. Le finalit
della continuit educativa, devono rispondere allesigenza di garantire ad ogni bambino un
percorso formativo unitario allinterno del sistema scolastico di base (infanzia, primaria,
secondaria di 1 grado).

4.4 ESPERIENZA DI CONTINUITA TRA LA SCUOLA


DELLINFANZIA E LA SCUOLA PRIMARIA
I docenti della scuola dell'Infanzia delle sezioni dei cinque anni, i docenti delle classi quinte,
intendono offrire, agli alunni uscenti dalla scuola dell'infanzia, un primo contatto con la scuola
primaria, al fine di evitare le difficolt di inserimento al momento del passaggio, stemperare
l'ansia e la preoccupazione, incontrando alcuni dei possibili insegnanti.
Sar consentito ai bambini di cinque anni di recarsi nelle classi prime per svolgere attivit comuni
programmate e viceversa.
Giorno 26\Novembre\2013, in Aula Magna, i docenti delle tre sezioni dei cinque anni, con i loro
alunni veri protagonisti del progetto continuit, hanno invitato le famiglie e le insegnanti alla
regia delle future prime elementari, avvolgendoli nella gioiosa atmosfera della festa della
continuit, che, oltre ad essere un momento di socializzazione, di scoperta di nuovi spazi, di
conoscenza degli insegnanti ed un momento di preparazione di semplici unit didattiche fini a se
stesse, dunque slegate dalla programmazione, stata anche intesa come momento di reale e
proficua collaborazione tra gli insegnanti dei due ordini di scuola che intendono dare importanza
alla centralit del bambino nel processo di insegnamento/apprendimento.
Pertanto diventa determinante sia la condivisione di un progetto sia il confronto delle esperienze
e delle competenze fra insegnanti. Le Indicazioni Ministeriali 2012, infatti, invitano a curare e
valorizzare i momenti di passaggio, attenzionando le diversit individuali, formando delle classi
come gruppo, gestendo , altres, i conflitti e vivendo la scuola come luogo accogliente. Altres,
nello stesso pomeriggio, sono state distribuite ai genitori intervenuti, delle brochure sintetizzanti

17

lofferta formativa e lidentit della scuola, realizzate da una commissione di studio, costituita da
alcuni docenti appartenenti ai due ordini di scuola.

4.5 EDUCARE ALLA LEGALITA(circolare ministeriale 25 ottobre


1993, n.302)
Nellimpegno degli educatori a rendere la scuola un ambiente ricco di spunti e di esperienze utili
ad iniziare i bambini al vivere sociale, si pone limportante tema della legalit. Tra le finalit che
si pone la Scuola figura lo sviluppo della cittadinanza, inteso come presa di coscienza, da parte
del bambino, dellesistenza degli altri e delle reciproche esigenze; esso mira a promuovere il senso
di appartenenza, il rispetto delle regole condivise, a partire dalla scuola dellinfanzia, per mezzo
delle regole nel gioco, la capacit di relazionarsi, la capacit di esprimere il proprio pensiero e di
rispettare quello degli altri, il rispetto delle cose e dellambiente per raggiungere una possibile
convivenza civile e, come affermano le Indicazioni Ministeriali 2012, operando per una
attenuazione delle capacit adulte di presidio del limite e delle regole.
Il ruolo centrale della scuola appare ancor pi evidente rispetto alla finalit di educare gli alunni
alla legalit, in considerazione del fatto che la scuola normalmente la prima fondamentale
istituzione, dopo la famiglia, con cui i bambini si confrontano, e su cui misurano immediatamente
lattendibilit del rapporto tra le regole sociali e i comportamenti reali. E necessario allora che la
scuola offra agli alunni limmagine coerente di luogo dove i diritti e le libert di tutti, nel
reciproco rispetto, trovano spazio di realizzazione, dove le aspettative dei bambini vengono
guidate ad un equilibrato sviluppo culturale e civile.

18

5. LA SCUOLA DELLINFANZIA

La scuola dellinfanzia, liberamente scelta dalle famiglie, si rivolge a tutti i bambini dai 3 ai 6 anni
di et ed la risposta al loro diritto alleducazione. Nelle sue diverse espressioni, tutte fondate su
di una cultura che d valore allinfanzia, ha prodotto sperimentazioni e contributi che
costituiscono un patrimonio pedagogico riconosciuto in Europa e nel Mondo. Per ogni bambino o
bambina, la scuola dellinfanzia si pone la finalit di promuovere lo sviluppo dellidentit,
dellautonomia, della competenza, della cittadinanza.

19

Sviluppare lidentit, significa imparare a stare bene, a conoscersi e a sentirsi


riconosciuti, accolti come persone uniche e irripetibili;

sviluppare lautonomia, comporta lacquisizione della capacit di interpretare e


governare il proprio corpo; avere fiducia in s e fidarsi degli altri; provare piacere nel fare
da s e saper chiedere aiuto; esprimere con diversi linguaggi i sentimenti e le emozioni;
esplorare la realt e comprendere le regole della vita quotidiana;

sviluppare la competenza, significa imparare a riflettere sullesperienza attraverso


lesplorazione, losservazione e lesercizio al confronto; sviluppare lattitudine a fare
domande, riflettere;

sviluppare il senso della cittadinanza, significa scoprire gli altri, i loro bisogni e la
necessit di gestire i contrasti attraverso regole condivise, che si definiscono attraverso il
dialogo, il primo riconoscimento dei diritti e dei doveri; significa porre le fondamenta di un
abito democratico eticamente orientato, aperto al futuro e rispettoso del rapporto uomonatura.

Gli insegnanti accolgono e valorizzano le curiosit, le esplorazioni dei bambini e creano occasioni
e progetti di apprendimento per favorire lorganizzazione di ci che i bambini vanno scoprendo.
Le nuove Indicazioni Nazionali del 2012, confermano la produttivit didattica dei campi
desperienza mettendo al centro dellapprendimento loperare del bambino, la sua corporeit, le
sue azioni, le sue percezioni. Sarebbe riduttivo, per, pensare al campo desperienza solo sotto il
segno del fare. Infatti, il bambino trova in ogni campo il contesto per diventare via via pi
consapevole delle sue esperienze, perch le rielabora, le rievoca, le ricostruisce proprio grazie ai
mediatori ( immagini, parole, strumenti, informazioni), messi a disposizione dal campo. Nella
versione 2012, i campi desperienza, di seguito elencati, appaiono pi connotati in chiave socioculturale, perseguendo i loro traguardi formativi nel concreto di unesperienza che si svolge entro
confini definiti e con il loro costante attivo coinvolgimento.
Il s e laltro ( le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme);

20

il corpo in movimento (identit, autonomia, salute);


larte, la musica e i media( linguaggi, creativit, espressione);
i discorsi e le parole ( comunicare, lingua, cultura);
numeri e spazi, fenomeni e viventi ( la conoscenza del mondo)
(Indicazioni Ministeriali 2012)

5.1 I TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLA


COMPETENZA
I traguardi rappresentano una linea-guida dellitinerario da percorrere per finalizzare lazione
educativa allo sviluppo integrale del bambino. Al fine di promuovere in ogni bambino lo sviluppo
dellidentit, dellautonomia, delle competenze e della cittadinanza, al termine della scuola
dellinfanzia, il bambino deve aver conseguito le seguenti competenze:

il bambino svilupper il senso dellidentit personale, sar consapevole delle proprie


esigenze e dei propri sentimenti, sapr controllarli ed esprimerli in modo adeguato;

il bambino raggiunger una buona autonomia personale nellalimentarsi e nel vestirsi,


riconoscer i segnali del corpo, sapr che cosa fa bene e che cosa fa male, conoscer il
proprio corpo, le differenze sessuali e conseguir pratiche corrette di cura di s, di igiene e
di sana alimentazione;

sapr seguire con attenzione e con piacere spettacoli di vario tipo ( teatrali, musicali,
cinematografici);

svilupper interesse per lascolto della musica e per la fruizione e lanalisi di opere darte;

21

il bambino

svilupper la padronanza duso della lingua italiana e avr arricchito e

precisato il proprio lessico;

il bambino si orienter nel tempo della vita quotidiana.

5.2 IL PROCESSO DI INSEGNAMENTOAPPRENDIMENTO(descrizione di metodi, strategie) .


Le strategie e i metodi consentono allinsegnante di concretizzare e contestualizzare lazione
educativa trasformando la didattica in aderenza al reale contesto di vita del bambino. Promuovere,
quindi, una pedagogia attiva e delle relazioni che si manifesta nella capacit degli insegnanti di
dare ascolto e attenzione a ciascun bambino, nella cura dellambiente, delle cose.
Lapprendimento avviene attraverso lesperienza, lesplorazione, i rapporti tra i bambini, con gli
oggetti, la natura, il territorio e le sue tradizioni attraverso attivit ludiche. Con il gioco i bambini
si esprimono, raccontano, interpretano e combinano in modo creativo le esperienze soggettive e
sociali. Lambiente di apprendimento organizzato dagli insegnanti in modo che ogni bambino
si senta riconosciuto, sostenuto e valorizzato: il bambino con competenze forti, il bambino la cui
famiglia viene da lontano; il bambino con fragilit e difficolt; il bambino con bisogni educativi
specifici, il bambino con disabilit, poich tutti devono saper coniugare il senso
dellincompiutezza con la tensione verso la propria riuscita.
La vita di relazione caratterizzata da ritualit e da convivialit serena per incoraggiare il
bambino a ritrovarsi nellambiente e ad averne cura. Le relazioni con gli insegnanti e fra i bambini
sono un importante fattore protettivo e di promozione dello sviluppo. E attraverso un curricolo
esplicito, che la scuola dellinfanzia organizza le proposte educative e didattiche, dando forma alle
prime esplorazioni, alle prime scoperte dei bambini. Al curricolo esplicito, sotteso un curricolo
implicito, costituito da costanti che definiscono lambiente di apprendimento e lo rendono
specifico:

lo spazio accogliente, curato; uno spazio che parla dei bambini, dei loro bisogni di gioco,
di movimento, di socialit, attraverso lambiente fisico, la scelta di arredamenti e oggetti
volt a creare una invitante disposizione a essere abitato dagli stessi bambini.

22

Il tempo disteso , unaltra importante costante; grazie ad esso possibile per il bambino
giocare, esplorare, dialogare, ascoltare, capire, crescere con sicurezza.

In questo modo il bambino pu scoprire e vivere il proprio tempo esistenziale senza accellerazioni
e senza rallentamenti indotti dagli adulti.

La partecipazione, come dimensione che permette di stabilire e sviluppare legami di


corresponsabilit, di cooperazione, frutto di progetti concreti che arricchiscono il percorso
di insegnamento-apprendimento degli alunni di scuola dellinfanzia, legami, che, rendono
complici la scuola e la famiglia di scelte qualitative ,come lacquisto di una biblioteca in
tre mosse, un grande progetto per la diffusione della lettura nella scuola dellinfanzia, che
vede, quindi la scuola e la famiglia svolgere un ruolo molto importante per far crescere
futuri lettori forti. Costruendo una biblioteca in ogni sezione, i bambini scoprono il piacere
della lettura, avendo a disposizione:

libri adatti alla loro et;


libri di genere diverso tra cui scegliere, di qualit e che offrono lopportunit di sviluppare
i propri interessi.

Lo stile educativo, fondato sullosservazione e sullascolto, sulla progettualit elaborata


collegialmente, sullintervento indiretto e di regia;

La documentazione, come processo che produce tracce, memoria che rende visibili le
modalit di formazione e che permette di valutare i progressi dellapprendimento
individuale e di gruppo. Per

valutare occorre innanzitutto ripercorrere le tappe del

percorso svolto, al fine di acquisire una prospettiva esterna pi oggettiva, uno sguardo
dinsieme sul percorso e progettare gli aggiustamenti. Osservare e riflettere sul lavoro
svolto, sullintero percorso una pratica utile per un lavoro di auto-valutazione, i cui
aspetti salienti riguardano le abilit metodologiche e didattiche, lambito comunicativo e
relazionale e le abilit decisionali e organizzative. La scuola dellinfanzia sperimenta con
libert la propria organizzazione, la formazione dei gruppi, delle sezioni e le attivit di
intersezione a seconda delle scelte pedagogiche, dellet e della numerosit dei bambini e
delle risorse umane e ambientali delle quali si dispone.

6. LA SCUOLA PRIMARIA

23

Il Collegio dei docenti con Delibera N.23 a maggioranza, vota la proposta del Dirigente che
organizza la didattica del prossimo anno scolastico per le classi di scuola primaria, nel seguente
modo:
- si opera su cinque giorni settimanali dal luned al venerd dalle ore 8,15 alle ore 13,15 e un
rientro pomeridiano organizzato a turno il marted e il gioved dalle13,15 alle 16,15. Il servizio
mensa non obbligatorio e qualora non venisse scelto da alcune famiglie, gli alunni delle stesse,
consumerebbero il pranzo a sacco fornito dai familiari. Tale organizzazione, assicura agli alunni
la frequenza assidua delle 27 ore del curricolo obbligatorio. Per quanto riguarda la giornata del
sabato, avulsa dal curricolare, aperta secondo i criteri per cui gli alunni possono iscriversi alle
attivit del sabato mattina solo se entrambi i genitori lavorino in tale giornata o, per gravi motivi
familiari, da concordare con il Dirigente Scolastico.
La scuola primaria (comunemente denominata scuola elementare) rappresenta il primo livello
della catena dellistruzione obbligatoria: la sua durata di cinque anni, iniziando allet di sei
anni, di seguito alla scuola dellinfanzia, un arco di tempo fondamentale per lapprendimento e
per la costruzione dellidentit degli alunni, nel quale si pongono le basi e si sviluppano le
competenze indispensabili per continuare ad apprendere a scuola e lungo lintero arco della vita
(Indicazioni Ministeriali). In questa prospettiva un ruolo fondamentale compete anche alla scuola
dellinfanzia, che, integrando lazione della famiglia, concorre, con appropriata azione didattica, a
favorire condizioni educative e di socializzazione idonee ad eliminare, quanto pi possibile,
disuguaglianze di opportunit nel processo di scolarizzazione. La vita scolastica ed extrascolastica
ed i mezzi di comunicazione di massa, offrono occasioni di un confronto vario e pluralistico.
Come recitano le Indicazioni Ministeriali 2012, il contesto il mondo che cambia. Il paesaggio
educativo diventato estremamente complesso; lorizzonte territoriale della scuola si
24

allarga( legami con il mondo) E attraverso la partecipazione democratica, che la scuola primaria,
rispettando le scelte educative della famiglia, costituisce un momento di riflessione aperta, dove si
incrociano esperienze diverse; essa aiuta il fanciullo a superare i punti di vista egocentrici e
soggettivi. Lalunno sar portato a rendersi conto che tutti i cittadini hanno pari dignit sociali e
sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (art.3 Cost.). La scuola impegnata ad
operare, sollecitando i fanciulli, che, quando iniziano la loro esperienza scolastica, hanno gi
cumulato un patrimonio di valori e di esperienze relative a comportamenti familiari, religiosi,
morali e sociali. La scuola, nel corretto uso del suo spazio educativo e nel rispetto di quello della
famiglia e delle altre possibilit di esperienze educative, ha il compito di guidare lalunno nella
progressiva conquista della sua autonomia di giudizio, di scelte e di assunzione di impegni e nel
suo inserimento attivo nel mondo delle relazioni interpersonali sulla base dellaccettazione e del
rispetto dellaltro, del dialogoLa scuola, in relazione alle complessive finalit educative, deve
operare perch il fanciullo:

abbia pi ampie occasioni di iniziativa, decisione, responsabilit personali;

sia sensibile ai problemi della salute e delligiene personale, del rispetto dellambiente
naturale e del corretto atteggiamento verso gli esseri viventi; del comportamento
stradale..

La scuola primaria, che si adegua alle esigenze formative dellalunno, concorre a sviluppare le sue
potenzialit creative, sottolineando due aspetti in modo particolare:
1.

la creativit come potenziale educativo, ossia, la creativit, non si riduce alle sole
attivit espressive, ma se ne coglie il potere produttivo nellambito delle conoscenze in via
di elaborazione nelle funzioni motorie, cognitive ed affettive, Lattenzione alla creativit
rappresenta, in sostanza, lesigenza di promuovere nel bambino la consapevolezza di s,
come progressiva capacit di autonoma valutazione delluso delle conoscenze sul piano
personale e sociale;

2.

la scuola come ambiente educativo di apprendimento: la scuola elementare, il cui


intervento intenzionale e sistemico, realizza il suo compito specifico di alfabetizzazione
25

culturale, ponendo le basi cognitive e socio-emotive necessarie per la partecipazione


sempre pi consapevole alla cultura e alla vita sociale, basi che si articolano, nella capacit
di pensare il futuro per prevedere, prevenire, progettare, cambiare e verificare vecchie e
nuove forme di emarginazione e analfabetismo, come affermano le nuove Indicazioni
ministeriali.

3 . Adozione libri di testo


I libri di testo assumono unimportanza primaria perch accompagnano i percorsi di
apprendimento dei singoli studenti e contribuiscono ad assicurare sistematicit e coerenza
nellinsegnamento. Le adozioni dei libri di testo devono essere coerenti con gli obiettivi generali
previsti dallordinamento e con le finalit educative del POF. Il dirigente sottolinea limportanza
della C.M. N18 del 9/2/2012, tenendo presente i seguenti vincoli:
1. La cadenza pluriennale ( ogni sei anni);
2. La non modificabilit delle scelte da parte delle insegnanti e della scuola nellarco dei periodi
previsti;
3. Non possono pi essere adottati ne man tenuti in adozione, testi scolastici esclusivamente
cartacei; ma devono essere in forma mista o interamente scaricabili da internet.
PLESSO ASTA
CLASSE 1A-B-C

CLASSE 2A-B-C-

CLASSE 3A-B-C-

CLASSE 4A-B-C-

CLASSE 5A-B-C

TITOLO
ENGLISH ON THE ROAD
PERCORSI PER CRESCERE OLMO
BLA BLA
COME IL FIORE NEL CAMPO
ENGLISH ON THE ROAD
PERCORSI PER CRESCERE OLMO
BLA BLA
COME IL FIORE NEL CAMPO
ENGLISH ON THE ROAD
SUSSIDIARIO PRIMO BIENNIO
OLMO BLA BLA
COME IL FIORE NEL CAMPO
TREETOPS
4:CBESPANSIONE
ONLINE PLUS
FARFALLE BIANCHE
PERCORSI
PER
CRESERE
4
REPORTER SUSSIDIARIO DELLE
DISCIPLINE
COME IL FIORE NEL CAMPO VOL.4
TREETOPS
5:CBESPANSIONE
ONLINE PLUS
FARFALLE BIANCHE
PERCORSI
PER
CRESERE
5
REPORTER SUSSIDIARIO DELLE
DISCIPLINE

CASA EDITRICE
LANG EDIZIONI
IL CAPITELLO
PICCOLI
LANG EDIZIONI
IL CAPITELLO
PICCOLI
LANG EDIZIONI
IL CAPITELLO
PICCOLI
OXFORD
IL CAPITELLO
IL CAPITELLO
PICCOLI
OXFORD
IL CAPITELLO
IL CAPITELLO

26

PLESSO RADICE
CLASSE 1D

CLASSE 2D

CLASSE 3D

CLASSE 4D

CLASSE 5D

COME IL FIORE NEL CAMPO VOL5


TITOLO
ENGLISH ON THE ROAD
PERCORSI PER CRESCERE OLMO
BLA BLA
COME IL FIORE NEL CAMPO
ENGLISH ON THE ROAD
PERCORSI PER CRESCERE OLMO
BLA BLA
COME IL FIORE NEL CAMPO
ENGLISH ON THE ROAD
SUSSIDIARIO PRIMO BIENNIO
OLMO BLA BLA
COME IL FIORE NEL CAMPO
TREETOPS
4:CBESPANSIONE
ONLINE PLUS
FARFALLE BIANCHE
PERCORSI
PER
CRESERE
4
REPORTER SUSSIDIARIO DELLE
DISCIPLINE
COME IL FIORE NEL CAMPO VOL.4
TREETOPS
5:CBESPANSIONE
ONLINE PLUS
FARFALLE BIANCHE
PERCORSI
PER
CRESERE
5
REPORTER SUSSIDIARIO DELLE
DISCIPLINE
COME IL FIORE NEL CAMPO VOL5

PICCOLI
CASA EDITRICE
LANG EDIZIONI
IL CAPITELLO
PICCOLI
LANG EDIZIONI
IL CAPITELLO
PICCOLI
LANG EDIZIONI
IL CAPITELLO
PICCOLI
OXFORD
IL CAPITELLO
IL CAPITELLO
PICCOLI
OXFORD
IL CAPITELLO
IL CAPITELLO
PICCOLI

27

Il Collegio dei docenti conferma, con Delibera N27 le seguenti adozioni


La Delibera N28, discussa dal Collegio dei docenti, consentir ai docenti, di consigliare alle
famiglie lacquisto di testi e/o quaderni operativi, sia per la scuola primaria che per la scuola
dellinfanzia, che siano di aiuto al lavoro didattico degli insegnanti e che rendano pi organico e
ordinato lapprendimento degli alunni.

6.1 I TRAGUARDI
SEZIONI/CLASSI
3 ANNI SEZIONI:A-BC

TESTO CONSIGLIATO
PASSAPAROLA
RELIGIONE: UN DONO BELLISSIMO

VOLUME
PRIMO

EDIZIONI
DEL BORGO
TRESEI SCUOLA

4 ANNI SEZIONI:A-BC

BRILLI E TOTO
RELIGIONE: UN DONO BELLISSIMO

SECONDO

TRESEI SCUOLA

5 ANNI SEZIONI:A-BC

IL TIGROTTO OTTO
RELIGIONE: UN DONO BELLISSIMO

TERZO

TRESEI SCUOLA
TRESEI SCUOLA

CLASSE PRIMA

ITALIANO:IL MIO QUADERNO A RIGHE


MATEMATICA: IL MIO QUADERNO A
QUADRETTI
STORIA E GEOGRAFIA:FORMULA
GEOSTORIA

PRIMO

PEARSON
PEARSON

ITALIANO:IL MIO QUADERNO A RIGHE


MATEMATICA: IL MIO QUADERNO A
QUADRETTI
ARRIVANO LE PROVE 2 NAZIONALI
INVALSI

SECONDO

CLASSE SECONDA

RAFFAELLO

PEARSON
PEARSON
LA SCUOLA
GAIA

CLASSI TERZE

CLASSI QUARTE

CLASSI QUINTE

STORIA E GEOGRAFIA:2A-B BUONO A


SAPERSI
STORIA E GEOGRAFIA: 2C-DSE
FACCIO..IMPARO
ITALIANO:3A-B-C-DMISSIONE
MATEMATICA: 3A-BMISSIONE
MATEMATICA: 3C-DSE FACCIO
IMPARO
STORIA E GEOGRAFIA: I CANGURI
ITALIANO: 3A-B C-DTUTTO ESERCIZI
DOC
MATEMATICA:3A-B C-DTUTTO
ESERCIZI DOC
STORIA:3A-B FORMULA DI
GEOSTORIA
ITALIANO: IL MIO QUADERNO A RIGHE
MATEMATICA: IL MIO QUADERNO A
QUADRETTI
INGLESE:PRACTICE BOOK 5 ENGLISH ON
THE ROA

FABBRI

TERZO

GAIA
GAIA
FABBRI
ELMEDI

QUARTO

GIUNTI
GIUNTI
RAFFAELLO

QUINTO

PEARSON
PEARSON
LANG

28

Al termine della scuola primaria, i nostri alunni dovranno aver acquisito le seguenti competenze
trasversali a pi discipline, ossia i Traguardi cognitivi, che, come specificano le Indicazioni
Ministeriali 2012, sono, altres, dei sistemi di verifiche periodiche e sistematiche degli
apprendimenti e che, nella scuola primaria costituiscono criteri per la valutazione delle
competenze attese e, nella loro scansione temporale, sono prescrittivi, impegnando cos le
istituzioni scolastiche affinch ogni alunno possa conseguirli, a garanzia dellunit del sistema
nazionale e della qualit del servizio ( Indicazioni Ministeriali 2012). Le scuole hanno la libert e
la responsabilit di organizzarsi e di scegliere litinerario pi opportuno per consentire agli alunni
il miglior conseguimento dei risultati. Di seguito, elenchiamo i traguardi cognitivi:
Conoscere gli argomenti studiati e saperli rielaborare utilizzando, in modo consapevole ed
adeguato, il lessico specifico delle discipline;
Osservare la realt per riconoscere relazioni, modificazioni, rapporti causali.
Operare confronti attraverso lanalisi e la classificazione dei dati
Rielaborare quanto studiato in modo personale e produrre testi di vario genere.
Saper problematizzare la realt ponendo domande pertinenti e cercando soluzioni adeguate
verificabili.

6.2 OBIETTIVI FORMATIVI


Fin dalla scuola dellinfanzia, nella scuola primaria ed a seguire, lattivit didattica orientata alla
qualit dellapprendimento di ciascun alunno e non ad una sequenza lineare di contenuti
disciplinari. Le discipline, cos come noi le conosciamo, sono state storicamente separate luna
dallaltra da confini convenzionali che non hanno alcun riscontro con lunitariet tipica dei
processi di apprendimento. Oggi, inoltre, le stesse fondamenta delle discipline sono caratterizzate
da unintrinseca complessit e da vaste aree di connessione che rendono improponibili rigide
separazioni. Gli obiettivi di apprendimento, individuano campi del sapere, conoscenze e abilit,
ritenuti indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze, mirando
ad un insegnamento ricco ed efficace. Come si evince dalle nuove Indicazioni Ministeriali, otto
sono le competenze-chiave, utili per la vita: - la comunicazione nella madrelingua la capacit
29

di esprimere e interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale sia
scritta ( comprensione orale, espressione orale, comprensione scritta ed espressione scritta) e di
interagire adeguatamente e in modo creativo sul piano linguistico;- la comunicazione nelle lingue
straniere: condivide le principali abilit richieste per la comunicazione della madrelingua. La
comunicazione nelle lingue straniere richiede abilit quali la mediazione e la comprensione
interculturale;-la competenza matematica labilit di sviluppare e applicare il pensiero
matematico per risolvere una serie di problemi in situazioni quotidiane. Partendo da una solida
padronanza delle competenze aritmetico-matematiche, laccento posto sugli aspetti del processo
e dellattivit oltre che su quelli della conoscenza. La competenza matematica comporta la
capacit e la disponibilit ad usare modelli matematici di pensiero( pensiero logico e spaziale) e
di presentazione( formule, modelli, schemi, grafici);-la competenza in campo scientifico, si
riferisce alla capacit e alla disponibilit a usare linsieme delle conoscenze e delle metodologie
possedute per spiegare il mondo che ci circonda, sapendo identificare le problematiche;-la
competenza in campo tecnologico: comporta la comprensione dei cambiamenti determinati
dallattivit umana e la consapevolezza della responsabilit di ciascun cittadino;-la competenza
digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della societ
dellinformazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa implica abilit di base
nelle tecnologie dellinformazione e della comunicazione ( TIC) : luso del computer per reperire,
valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonch per comunicare e
partecipare a reti collaborative tramite Internet.- Imparare a imparare labilit di perseverare
nellapprendimento, di organizzare il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace
del tempo e delle informazioni, sia a livello individuale sia in gruppo;- le competenze sociali e
civiche, includono competenze personali, interpersonali e interculturali e riguardano tutte le forme
di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla
vita sociale.

6.3 IL PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO


(DESCRIZIONE DI METODI, STRATEGIE)
Per attuare i suoi compiti la scuola primaria si organizza in modo funzionale rispetto agli obiettivi
educativi da perseguire; pertanto, mentre segue le linee di un programma che presenta sul piano
nazionale quali debbano essere i contenuti formativi e le abilit fondamentali da conseguire,

30

predispone una adeguata organizzazione didattica, affinch il programma possa essere svolto
muovendo dalle effettive capacit ed esigenze di apprendimento degli alunni.
Presupposto di ogni strategia didattica efficace partire dalle conoscenze e capacit che lalunno
gi possiede nonch dai propri interessi, senza trascurare i diversi stili di apprendimento, ovvero
il modo con cui egli assimila e acquisisce le conoscenze e le abilit. Su ci si costruiscono nuove
conoscenze disciplinari, modificando e sviluppando quelle precedentemente possedute.
In ogni classe le diverse caratteristiche cognitive ed affettive dei singoli alunni si intrecciano fra di
loro in dinamiche proprie, evidenziando la ricchezza e la specificit di ciascun alunno. In
questottica lobiettivo dei docenti la ricerca di eventuali personalizzazioni dellinsegnamento.
Esse non rappresentano didattiche individuali, bens attenzione alle attitudini degli alunni
nellambito di unesperienza formativa collettiva, attraverso un percorso didattico svolto con
strategie apposite.
In tal modo lintegrazione, in particolare degli alunni diversamente abili, un percorso di
relazione con lattivit degli altri e non di isolamento.
Per attuare un insegnamento personalizzato, i docenti hanno come compito prioritario la
rilevazione delle caratteristiche individuali (stile cognitivo, interessi, motivazioni, caratteristiche
relazionali), e quindi realizzare la diversificazione e la pluralit delle strategie didattiche.
Esplicitiamo, pertanto, quali variabili dellinsegnamento teniamo presenti, ossia quegli aspetti
della didattica che possono essere variati al fine di diversificare le strategie didattiche.

Il linguaggio verbale, in quanto veicolo privilegiato nellinsegnamento / apprendimento


di ogni disciplina.

I linguaggi non verbali, fondamentale affiancarli al predominante linguaggio verbale,


diversificando il loro uso per fondare concetti e acquisire conoscenze.

Gli strumenti usati dallinsegnante


In riferimento ai vari linguaggi, possiamo individuarne i seguenti:
I.
II.

verbale: manuali, schede, testi vari, giornali, ecc.;


visivo: lavagna, lavagna luminosa, video-proiettore, ;

III.

sonoro: strumenti musicali, registratore, nastri, lettore cd, cd, ecc.;

IV.

audiovisivo: proiettori, lettore DVD, DVD, videocamera, tv, ecc;

V.

informatico: computer, Internet, ecc.

Relativamente alla pratica didattica finalizzata allacquisizione di obiettivi cognitivi, riteniamo


efficace lutilizzo di modelli (es.: brainstorming, cio la libera associazione di idee riferite ad
31

un concetto); mappe (visualizzazione di concetti e delle loro relazioni); schemi; diagrammi;


questionari; tabelle, ecc
Altra variabile considerata sono i concetti disciplinari e il loro grado di complessit. Prendendo
le mosse dalla rilevazione delle preconoscenze, ovvero dalla concettualizzazione di partenza, la
costruzione dei concetti avviene gradualmente e ciclicamente, dai pi semplici ai pi
complessi.

In base alle attivit proposte, ogni disciplina attiva determinate operazioni mentali.

Fra di esse, in riferimento allanalisi di situazioni problematiche, comune a pressoch tutte le


discipline, privilegiamo lidentificazione e il confronto di elementi; la relazione fra elementi - dati;
le analogie/differenze; le operazioni di ordinazione, classificazione, di formulazione e verifica di
ipotesi, la problematizzazione.
Calibriamo il livello di guida e di mediazione dellinsegnante in relazione alla complessit del
compito assegnato, alla tipologia e alle varie fasi del lavoro, nonch alle caratteristiche della
classe. Cercando, comunque di avere un atteggiamento flessibile, di ascolto attivo e
disponibilit verso ogni alunno.
Il metodo, ovvero le modalit di approccio con le nuove informazioni, da noi ricondotto alle
seguenti tipologie:
o per scoperta: lalunno viene posto a diretto contatto con una nuova
informazione in modo attivo ed autonomo (problem solving);
o per ricezione: linformazione gi strutturata viene trasmessa direttamente
allalunno;
o attivo-operativo: fondato sulla partecipazione attiva dellalunno;
o induttivo: dallesperienza alla formalizzazione dellinformazione;
o deduttivo: dalla regola/definizione al particolare/esperienza.
o Situazionale, nozionale funzionale: Immersione del discente in un
contesto comunicativo al fine dellattivazione delle sue capacit

di

produzione linguistica e comunicativa.


o Total physical response:

consiste nellapprendimento di una seconda

lingua attraverso lesecuzione di comandi che richiedono una cosiddetta


risposta/azione fisica (physical response). Nella pratica della lezione
linsegnante il regista mentre i discenti sono gli attori che eseguono i
comandi.
32

Le modalit di organizzazione delle attivit didattiche vengono diversificate e


opportunamente integrate a seconda del tipo di percorso :
o la lezione frontale (linsegnante spiega, gli alunni ascoltano);
o la lezione interattiva (un continuo scambio verbale fra docente e classe);
o la lezione operativa (gli alunni svolgono attivit operative su istruzione
dell'insegnante);
o il laboratorio (spazio di sperimentazione di progetti, tecniche, situazioni di
autonomia operativa);
o il lavoro di gruppo, a coppie, nonch il lavoro individuale;
o il gioco di simulazione e il gioco didattico (lattivit disciplinare proposta appunto
attraverso un gioco);
le visite esterne e i viaggi di istruzione fanno parte integrante dellattivit

didattica;

La gestione della comunicazione, ossia la scelta degli atteggiamenti comunicativi.


Cerchiamo di favorire la comunicazione, il confronto, il dialogo e la discussione fra gli alunni
su ci che stanno apprendendo, diffondendo la pratica della lezione dialogata.

Il coinvolgimento affettivo - relazionale, inteso soprattutto come attenzione/partecipazione alle


dinamiche relazionali fra gli alunni. Un clima ansiogeno non favorisce lapprendimento,
pertanto se si apprende a partire da s, dalla propria esperienza e dai propri bisogni , diventa
determinante

il

coinvolgimento

affettivo,

la

considerazione

della

personalit

dellindividualit, la valorizzazione dellerrore come risorsa/strumento per imparare (e non la


sua sottolineatura come insuccesso); infine, e non meno importante, la motivazione dellaltro
soggetto della relazione, linsegnante, cui compete una reale curiosit nei confronti dellalunno
e quindi un elevata disponibilit a conoscerlo per scoprire le sue reali potenzialit.
Rispetto a questo ventaglio di possibilit di approcci strategici, la soluzione migliore
rispecchier una flessibilit dinamica, ovvero una scelta intenzionale e consapevole delle
strategie pi efficaci, per quel gruppo di alunni, in un dato momento, a seconda del tipo di
lavoro richiesto.

7. TERZO PRINCIPIO ISPIRATORE DEL POF

LA PROGETTAZIONE
33

La progettazione didattica, la fase in cui lidea alla base del progetto si precisa e si raffina in tutti
i suoi aspetti didatticamente significativi. La programmazione didattica ha un valore determinante
per il processo innovativo che con i programmi si deve realizzare nella scuola. Spetta ai docenti,
collegialmente ed individualmente,

effettuare con ragionevoli previsioni la programmazione

didattica, stabilendo le modalit concrete per mezzo delle quali conseguire le mete fissate dal
programma e la scansione pi opportuna di esse: La programmazione, nel quadro della
prescrittivit delle mete indicate dal programma, delinea i percorsi e le procedure pi idonee per lo
svolgimento dellinsegnamento, tenendo comunque conto che i risultati debbono essere
equivalenti qualunque sia litinerario metodologico scelto. La programmazione didattica deve
essere assunta e realizzata dagli insegnanti anche come sintesi progettuale e valutativa del proprio
operato. Per organizzare e articolare il piano di Studio annuale i docenti, allinizio dellanno
scolastico, si confrontano per formulare, per cercare risorse, verificando risultati di
apprendimento. La programmazione per team classe che un luogo di condivisione e di scelte
educative, della durata di due ore, stabilita nella giornata del primo luned di ogni mese.
Essendo un valido strumento di pianificazione per gli insegnanti, la programmazione didattica
consente di capire cosa fare, decidere come farlo, delineando i vari elementi costitutivi: spazi,
tempi, curricoli, obiettivi formativi, orari dei docenti e degli alunni, risorse umane e materiali
disponibili e necessari. Nella scuola del primo ciclo, la progettazione didattica, mentre continua a
valorizzare le esperienze con approcci educativi attivi, finalizzata a guidare gli alunni lungo
percorsi di conoscenza progressivamente orientati alle discipline e alla ricerca delle connessioni
tra i diversi saperi ( Indicazioni Ministeriali 2012). Si programma per il bisogno di curare pi a
fondo linsegnamento, per conferirgli ordine e chiarezza e trasparenza, rendendolo idoneo ai
diversi fabbisogni culturali, di modo che sia pi efficace. La programmazione deve far s che,
lattivit scolastica assicuri a tutti il massimo delle opportunit per il pieno sviluppo delle loro
personalit. Per la giustizia non consiste nel far parti uguali fra disuguali, perch cos si
aumentano le disuguaglianze, ma consiste nel mettere tutti nelle stesse condizioni di
apprendimento e di crescita. Il modello di programmazione che lega tutti ad un impegno di
collaborazione, di auto-valutazione, di trasversalit nella realizzazione di percorsi sempre pi
rispondenti alle inclinazioni personali nella prospettiva di valorizzare le diversit e le differenze
la programmazione per aree, che si rivolge a fasce di alunni di livello differenti. Gli assi portanti
della progettazione educativa, che sono al tempo stesso le criticit e le caratteristiche specifiche
della nostra scuola, sono:
34

lapertura alle diversit e allinclusione

lunitariet del processo di insegnamento-apprendimento

la differenziazione e la personalizzazione dei percorsi

il carattere di concretezza e operativit delle attivit per la costruzione di competenze.

La programmazione annuale, viene stilata in quattro bimestri ( a seguire, viene illustrato lo schema
per bimestri unitario adottato, anche dalla scuola materna),ognuno dei quali contiene i seguenti
elementi: traguardi per lo sviluppo delle competenze, obiettivi di apprendimento, contenuti,
attivit, verifiche e possibili raccordi con le discipline.

IV Circolo didattico "Sappusi"


Piano di studi annuale Classi - Anno scolastico 2012/2013 - Disciplina:
CONTENUTI
DISCIPLINARI

OBIETTIVI di
APPRENDIMENTO

DESCRITTORI
dell'APPRENDIMENTO

35

La stesura della programmazione educativo-didattica, si snoder lungo le due aree:


AREA RELAZIONALE, declinata per il gruppo-classe e quella dellAREA COGNITIVA, per
ciascuna fascia di livello differente.
Partendo da una griglia dingresso, contenente cognome e nome degli alunni e le valutazioni in
voti, per disciplina, si ricava di ognuno

una media dei voti delle valutazioni pregresse e

considerando quindi la personale situazione di ciascuno, si elaborano giudizi globali e si


individuano le seguenti fasce di livello:
prima fascia: alunni con una valutazione compresa tra il 10 e il 9;
seconda fascia: alunni con una valutazione compresa tra l8 e il 7;
terza fascia: alunni con una valutazione compresa tra il 6 e il 5.
Vengono elencati i nomi degli alunni appartenenti a ciascuna fascia, si creano quindi dei gruppi di
lavoro. Si procede con la stesura delle voci tassonomiche, che i docenti concordano per ciascuna
area:
Area Relazionale
1. Socializzazione- Solidariet- Tolleranza
2. Autonomia e conoscenza di s
3. Impegno e metodo di studio
Area Cognitiva
1. Conoscenza
2. Osservazione e rilievo
3 Confronto, analisi e classificazione
4.Rielaborazione e produzione
5. Problem solving
Per larea relazionale si concorda una pianificazione per tutto il gruppo classe; per larea cognitiva
si enucleeranno obiettivi in rispetto delle tre fasce di livello.
Se, per esempio, per gli alunni della terza fascia, un obiettivo elaborato sar:
1. conoscere gli argomenti studiati nelle linee essenziali e saperli raccontare;
ad esempio, per gli alunni della seconda fascia sar enucleato il seguente obiettivo:
1. conoscere gli argomenti studiati e saperli rielaborare utilizzando un lessico appropriato
Ancora, lobiettivo cognitivo perseguibile dalla prima fascia sar, ad esempio
36

1. conoscere approfonditamente gli argomenti studiati ed essere capaci di rielaborarli in modo


critico e con propriet di linguaggio.
In questo modo di programmare, non ci sar un solo metodo, ma diversi, perch, diciamo, siamo
nel terreno della trasversalit. Per cui, per gli alunni della terza fascia, si adopereranno metodi
quanto pi concreti possibili, centrando il lavoro sulla vita pratica e sulloperativit; si ricorrer
alluso di materiali semplificati privilegiando le immagini, ogni tipo di rappresentazione iconica,
le carte geografiche e tematiche e non si trascureranno le attivit di simulazioni concrete.
Per

gli

alunni

della

seconda

fascia,

si

adoperer

principalmente

la

metodologia

dellapprendimento per scoperta, supportato al bisogno da lezioni esplicative sia per i contenuti
che per il modo di operare; gli alunni saranno guidati allapprendimento e allampliamento delle
tematiche pi congeniali a s.
Per gli alunni della prima fascia si adoperer principalmente la metodologia per ricerca e
scoperta; gli alunni saranno, inoltre, guidati allapprendimento delle tematiche pi congeniali a
s.

7.1 LA VALUTAZIONE EDUCATIVA


E importante in quanto pu influire sulla percezione di s, sulla fiducia nelle proprie capacit
etc.Bisogna specificare che la valutazione non pu limitarsi soltanto a quantificare il profitto
degli alunni in base ai risultati conseguiti, ma ha anche una funzione di controllo di tutto il
processo di insegnamento- apprendimento Per valutare occorre innanzitutto ripercorrere le tappe
del percorso svolto, al fine di acquisire una prospettiva esterna pi oggettiva, uno sguardo
dinsieme sul percorso e progettare gli aggiustamenti. Osservare e riflettere sul lavoro svolto,
sullintero percorso una pratica utile per un lavoro di auto-valutazione, i cui aspetti salienti
riguardano le abilit metodologiche e didattiche, lambito comunicativo e relazionale e le abilit
decisionali e organizzative. La promozione, insieme di autovalutazione e valutazione, costituisce
la condizione decisiva per il miglioramento delle scuole e del sistema di istruzione, poich unisce
il rigore delle procedure di verifica con la riflessione dei docenti coinvolti nella stessa classe, nella
stessa area disciplinare. Nelladerire a tale prospettiva, le scuole esercitano la loro autonomia,
partecipando alla riflessione e alla ricerca nazionale sui contenuti delle Indicazioni entro un
processo condiviso ( Indicazioni Ministeriali 2012). La valutazione stessa diventa un elemento che
concorre a determinare il quadro stesso dellattivit formativa. La valutazione formativa, fornendo
linformazione sul modo in cui ciascun allievo procede nel suo compito di apprendimento, ha il
37

compito di rendere possibile una rapida ristrutturazione del percorso didattico, adeguandolo alle
necessit individuali dellalunno. La valutazione deve, innanzitutto, verificare che gli obiettivi
posti inizialmente in un programma siano stati raggiunti: parliamo, quindi, di valutazione
diagnostica o iniziale, svolta allinizio dellitinerario formativo; di valutazione formativa o in
itinere, quando lattenzione posta sul processo formativo e accompagna costantemente il
processo didattico nel suo svolgersi; di valutazione sommativa o complessiva, finale, se
condotta al termine di un processo didattico che ha come oggetto il risultato dellattivit di
formazione e come obiettivo la certificazione della qualit della formazione.
Gli strumenti della valutazione educativa sono:
-

gli elaborati degli alunni

losservazione ( sistematica ed esperenziale)

lindagine ( questionario, intervista e il colloquio)


Per la verifica degli alunni della terza fascia, si adoperer principalmente losservazione in

situazione che consentir di apprezzare il valore degli sforzi fatti e dei progressi registrati.
La verifica degli alunni della seconda fascia, verr condotta attraverso due livelli, il primo,
informale e continuo sar praticato in itinere; il secondo, ufficiale e formale sar cadenzato
bimestralmente. Eventuali lavori di ampliamento e di approfondimento rispondenti ad attitudini
particolari saranno valutati relativamente alla disciplina di specifico interesse.
La verifica degli alunni appartenenti alla prima fascia, verr condotta attraverso due livelli, il
primo informale e continuo sar praticato in itinere; il secondo, ufficiale e formale sar cadenzato
bimestralmente. Eventuali lavori di ampliamento e di approfondimento rispondenti ad attitudini
particolari saranno valutati relativamente alla disciplina di specifico interesse.
Per tutto quanto concerne la valutazione degli alunni disabili, si fa riferimento alla O.M. 80/95.
Alla fine di ogni quadrimestre il Consiglio di Classe / quipe pedagogica procede alla valutazione
dellalunno disabile sulla base dei criteri indicati nel piano educativo individualizzato, criteri che
tengono presente il raggiungimento degli obiettivi stabiliti rispetto al potenziale di sviluppo, il
consolidamento delle abilit, lautostima, il raggiungimento di una autonomia personale e sociale.
La valutazione deve seguire i descrittori comuni alla classe; possono comunque essere adottati
strumenti di valutazione differenziati o equipollenti (capaci cio di verificare i medesimi obiettivi),
ma i criteri o le regole di valutazione devono restare quelli della sezione o classe. La valutazione
individualizzata totalmente (criteri, soglie, strumenti) l dove si fa riferimento alla
programmazione differenziata in quanto deve essere tale da mettere in luce i risultati conseguiti

38

rispetto agli obiettivi previsti dal PEI. Nella consapevolezza della complessit e delicatezza del
momento valutativo, si ritiene utile richiamare principi fondamentali, quali:

La valutazione intesa come processo che, partendo da ci che lalunno e gi sa,


promuove il progressivo avvicinamento a mete raggiungibili, nel rispetto dei ritmi e delle
condizioni soggettive dellapprendimento.

La valutazione come valorizzazione, in quanto non si limita a rilevare lacune ed errori, ma


evidenzia le risorse, le potenzialit, i progressi, aiuta lalunno a motivarsi, a costruire
unimmagine positiva e realistica di s.

Si sottolinea limportanza delle prove INVALSI, delle quali referente linsegnante A.Titone,
relatrice del calendario delle prove e del loro svolgimento.

7.2 LINSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA


Nella nostra scuola linsegnamento della religione cattolica parte integrante della
programmazione didattica, concorre al raggiungimento delle finalit educative della scuola che
intende formare la personalit dellalunno nella sua totalit. Nellart. 1 dei Nuovi Programmi I.R.C
si legge: nel quadro delle finalit della scuola e in conformit alla dottrina della Chiesa cattolica,
lI.R.C concorre a promuovere lacquisizione della cultura religiosa per la formazione delluomo e
del cittadino e la conoscenza dei principi del cattolicesimo che fanno parte del patrimonio storico
del nostro Paese. Allinsegnamento della Religione cattolica, comunemente chiamato ora di
Religione, sono riservate lezioni settimanali (unora e mezza per la scuola dellinfanzia, due ore
per la primaria). Tale insegnamento, ha come finalit quella di promuovere la maturazione
dellidentit nella dimensione religiosa valorizzando le esperienze personali e ambientali,
orientando i bambini, sin dalla scuola dellinfanzia, a cogliere i segni della religione cristiana
cattolica. DallI.R.C, i bimbi, acquisiscono i primi strumenti necessari a cogliere i segni della vita
cristiana, ad intuire i significati, ad esprimere e comunicare le parole, i gesti, i simboli e i segni
della loro esperienza religiosa. La proposta educativa dellI.R.C consente la riflessione sui grandi
39

interrogativi posti dalla condizione umana ( ricerca identitaria, vita di relazione, complessit del
reale, bene e male, scelte di valore, origine e fine della vita, radicali domande di senso) ; al di l
di una sua collocazione nellarea linguistico-artistico-espressiva, poich si offre anche come
preziosa opportunit per lelaborazione di attivit interdisciplinari, per proporre percorsi di sintesi
che, da una peculiare angolatura, aiutino gli alunni a costruire mappe culturali in grado di
ricomporre nella loro mente una comprensione unitaria della realt. Per gli alunni che non
intendano frequentare lora di religione esiste la possibilit di non avvalersene, scegliendo una
delle possibilit che la scuola deve offrire tra le attivit didattiche e formative.

8. AMPLIAMENTO DELLOFFERTA FORMATIVA


. A scuola porte aperte anche il Sabato. La nostra scuola, che applicava la settimana corta, dall1
di Settembre ha offerto un servizio diverso rispetto agli altri giorni di scuola. Lapertura anche di
sabato, trasforma la scuola in un centro ludico-culturale, che accoglie le esigenze dei genitori che
lavorano il sabato. Liniziativa riguarda tutte le classi di scuola primaria e tutte le sezioni di scuola
dellinfanzia. Tale provvedimento, ha ottenuto il voto favorevole del Collegio dei docenti e del
Consiglio dIstituto, ed il suo scopo non solo didattico, ma di sostegno alle esigenze dei genitori
dei nostri alunni, molti dei quali lavorano il sabato mattina. La scuola diventa un centro di
aggregazione a vocazione ludico-culturale. Le prime ore della giornata sono dedite allascolto, alla
lettura ed alla successiva fase di commento con conversazioni libere e/o guidate di testi e brani
scelti in itinere.. Segue lattivit grafico-pittorica, il laboratorio di drammatizzazione, le attivit di
routine (merenda etc..) e poi lo spazio dedicato ai giochi motori, scelta non certo casuale, vista
la tendenza alla vita sedentaria che coinvolge anche i pi piccoli, che chiama la scuola a mettersi
in gioco, nel vasto policentrismo formativo, favorendo momenti dedicati alla conquista
dellidentit corporea, della cura di s.

8.1 LARRICCHIMENTO DEL CURRICOLO DELLA SCUOLA


DELLINFANZIA
Il Collegio dei docenti con Delibera N.22 approva a maggioranza la proposta del Dirigente per
la scuola dellInfanzia, che opera nel seguente modo:
- le attivit didattiche dal Luned al Venerd iniziano alle ore 8,00 e terminano alle ore 16,00; il
Sabato dalle ore 8,00 alle ore 13,00 (una sola sezione eterogenea che accoglie bambini figli, di
genitori lavoratori con piccolo contributo degli stessi).
40

ATTIVITA CURRICOLARE
PROGETTO INGLESE
Il progetto si rivolge a tutti i bambini che frequentano la Scuola dellInfanzia e si svolge in orario
curricolare con interventi della durata di unora. I contenuti proposti riguarderanno lesperienza
del bambino: le situazioni di vita quotidiana, le feste, le ricorrenze, gli ambienti di vita. Nelle varie
attivit didattiche sar privilegiato luso di diversi canali comunicativi (uditivi, visivi, gestuali,
emotivi, espressivi, etc) e verranno rinforzate le situazioni di dialogo. La tecnica della
ripetizione (corale, a gruppi, a catena), inoltre, consentir al bambino di memorizzare le nuove
strutture linguistiche

Progetto educazione motoria


Il progetto si rivolge a tutti gli alunni che frequentano la scuola dellinfanzia e si svolge in orario
curricolare con interventi della durata di unora. I bambini prendono coscienza e acquisiscono il
senso del proprio s fisico, il controllo del corpo, delle sue funzioni, della sua immagine. Sotto il
profilo psico-motorio, si tender allo sviluppo delle capacit senso-percettive, degli schemi
posturali e motori di base; mentre sotto il profilo socio-motorio gli obiettivi riguarderanno il saper
padroneggiare linterazione motoria, attraverso il gioco, di cui si traggono diverse articolazioni:
giochi di movimento creativo collettivi e individuali. Lesperienza motoria, deve connotarsi come
vissuto positivo, mettendo in risalto la capacit di fare dellalunno, rendendolo costantemente
protagonista ( Indicazioni Ministeriali 2012).
Gli insegnanti programmano i laboratori e le attivit di carattere prettamente operativo, con lo
scopo di:

consentire un'ulteriore estensione delle esperienze didattiche

motivare la curiosit, l'attenzione e la disponibilit verso ambiti di tipo pratico - ludico


motorio e potenziare le abilit espressive, logiche e creative individuali attraverso
differenti tipi di attivit.

Non a caso, i laboratori privilegiano il gioco, la manipolazione, la ricerca linguistica, la


rappresentazione teatrale, lespressione, la creativit, lattivit motoria e linformatica.
Tutti i progetti e i laboratori prevedono un coinvolgimento attivo degli alunni.
Alcuni hanno come oggetto lo sviluppo della manualit e si rivelano i pi indicati per i ragazzi in
41

difficolt, che traggono giovamento non solo dalle attivit in se stesse, ma anche dal realizzarle
insieme

agli

altri,

sviluppando

cos

le

loro

capacit

comunicativo

relazionali.

Gli ambiti delle attivit proposte, pur cos differenziati, sono tutti riconducibili ai compiti di
prevenzione del disagio, di promozione del benessere in un clima positivo di iniziativa, di
collaborazione e di integrazione tra la scuola ed il suo ambiente.

ATTIVITA EXTRACURRICOLARI
Apertura sabato
Laboratori opzionali (alunni 4/5 anni)
Marted e Gioved dalle ore 16,00 alle 18,00

8.2 CALENDARIO EVENTI E MANIFESTAZIONI

DATA

EVENTO

ORDINE DI SCUOLA

2 ottobre 2013

Festa dei nonni

Scuola dellinfanzia

31 ottobre 2013

Festa dellautunno

Scuola dellinfanzia

17 dicembre 2013 Mercatini di Natale

Scuola dellinfanzia

17 dicembre 2013 Concerto coro Voci di luce

Scuola primaria

42

Recital Natalizio

Scuola primaria classi I e II

20 dicembre 2013 Recital Natalizio

Scuola infanzia
Scuola primaria classi III IV e V

8.4 VISITE DIDATTICHE


Anche le visite didattiche costituiscono un arricchimento dellOfferta formativa, in quanto
consentono di avere un approccio diretto con la realt lavorativa, con lambiente e con il territorio
adattandole alla programmazione e alle attivit svolte nei vari periodi dellanno. Le visite
didattiche, studiate per le diverse fasce scolastiche, sono impostate secondo un metodo che, nel
soddisfare le esigenze pedagogiche dellargomento trattato, educa gli alunni alla scoperta nonch
alla dimensione dellascolto e dellosservazione. I docenti aiutano i bambini a confrontarsi
attraverso un dialogo aperto che

li renda protagonisti di unesperienza unica, stimolante e

coinvolgente.

43

44

USCITE DIDATTICHE EFFETTUATE DURANTE IL 1 QUADRIMESTRE


ANNO SCOLASTICO 2013 - 2014
DATA

LUOGO

FINALITA

ENTE
ORGANIZZATORE

25
OTTOBRE
2013

VILLA
GENNA

OSSERVAZIONE DEL
CAMBIAMENTO
CLIMATICO DELLA
NATURA

SCUOLA IV
CIRCOLO

31
OTTOBRE
2013

TEATRO
IMPERO

SPETTACOLO
COME
CENERENTOLA

COMPAGNIA
SKENE

SPETTACOLO
BIANCANEVE

ASSOCIAZIONE
ARTISTICA
DIAPASON

SEZIONI DI 4 -5
ANNI SCUOLA
DELLINFANZIA .
CLASSI PRIME E
SECONDE SCUOLA
PRIMARIA

08
BIBLIOTECA RAPPRESENTAZIONE
NOVEMBRE COMUNALE
TEATRALE
2013
FIABE DI
LEGALITA

ASSOCIAZIONE
ARCHE

8 ALUNNI DELLE
CLASSI QUARTE
DELLA SCUOLA
PRIMARIA

4
LIBRERIA
VISITA IN LIBRERIA
DICEMBRE MONDADORI Mondadori e Pellegrino
2013

SCUOLA IV
CIRCOLO

ALUNNI DELLE
SEZIONI
DI 5
ANNI DELLA
SCUOLA
DELLINFANZIA

13
TEATRO
NOVEMBRE IMPERO
2013

ALUNNI
PARTECIPANTI
ALUNNI DELLE
SEZIONI
A4-A5-B4-B5-C4-C5
DELLA SCUOLA
DELLINFANZIA
CLASSI 1^A 1^ B
SCUOLA PRIMARIA
ASTA
CLASSI 2^- 3^- 4^-5^
SEZ. A-B-C-D
SCUOLA PRIMARIA
ASTA E SCUOLA
PRIMARIARADICE

45

8.5 LARRICCHIMENTO DEL CURRICOLO DELLA SCUOLA


PRIMARIA
L'offerta formativa costituita dagli obiettivi disciplinari e cognitivi che vengono conseguiti
nello

svolgimento

delle

attivit

previste

dalle

Indicazioni

Nazionali.

Nel nostro Istituto l'offerta formativa viene arricchita ed ampliata attivando progetti che, a
partire dalle risorse del territorio, costituiscono un approfondimento ed un'integrazione dei Piani
di Studio.
I progetti sono finalizzati a:

far incontrare agli alunni figure educative diverse dagli insegnanti di classe con
competenze specifiche rispetto all'attivit proposta;

offrire agli alunni la possibilit di esprimersi secondo i reali interessi, di sviluppare


capacit ed acquisire abilit in situazioni gratificanti e operative di apprendimento;

sviluppare linguaggi integrativi rispetto al codice verbale;

favorire l'integrazione sociale e lo sviluppo delle potenzialit di tutti gli alunni, in


particolare di quelli con difficolt di apprendimento, in situazione di svantaggio
socioculturale o di handicap

Un progetto rivolto a tutti gli alunni della scuola primaria stato quello dellAlfabetizzazione
Motoria, con lobiettivo di promuovere e trasmettere il valore della pratica sportiva nel tessuto
sociale, quale fattore di benessere individuale, coesione e sviluppo culturale. Linsegnante titolare
stato supportato da un consulente Esperto qualificato, che, in orario curricolare ( 2 ore a
settimana), propone attivit didattiche semplici e divertenti, diversificate per ciascuna classe. Le
attivit sono finalizzate allacquisizione delle competenze motorie e di stili di vita attivi, nel
rispetto delle Indicazioni Ministeriali per il Curricolo. Attraverso il movimento, infatti, il bambino
pu esplorare lo spazio, conoscere il suo corpo, comunicare e relazionarsi con gli altri.
Leducazione motoria, vissuta in forma ludica e divertente diviene, dunque, loccasione per
promuovere esperienze cognitive, sociali, culturali ed affettive.

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8.6 PROGETTI PON


REALIZZAZIONE PROGETTO PON OBIETTIVO C AZIONE 1 per la realizzazione del
PIANO INTEGRATO, contraddistinto con il codice AOODGAI/12340 DEL 02.11.2011 C1FSE-2011-3006 competenze per lo sviluppo per lanno scolastico 2013/2014
Lobiettivo C, azione 1 del piano PON, autorizzato per il presente anno scolastico, prevede di
migliorare i livelli di conoscenza e competenza dei giovani e gli interventi per lo sviluppo delle
competenze chiave.
Si evidenzia, che il percorso C1, quello preferito dalla nostra scuola e che riguarda il
miglioramento dei livelli di conoscenza e competenza degli alunni.
Gli interventi dellObiettivo C previsti nel Piano 2013/2014, presentano alcuni importanti elementi
di novit, rispetto alla circolare dei Piani Integrati 2011:
Le istituzioni scolastiche, potranno attivare gli interventi dellazione C1 su tutte le aree delle
competenze chiave: comunicazione nella madrelingua, comunicazione nelle lingue straniere,
competenza matematica e competenza di base in scienza e tecnologia, competenza digitale,
imparare ad apprendere, competenze sociali e civiche, spirito diniziativa e imprenditorialit,
consapevolezza ed espressione culturale. Si ritiene opportuno precisare che tra le competenze
relative a consapevolezza ed espressione culturale rientrano anche quelle relative allo sport e alla
musica. Il PON, unopportunit , come sottolinea il nostro Dirigente, che la scuola non pu
perdere, perch ci consente di ampliare la nostra offerta formativa.

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LABORATORI PON ANNO SCOLASTICO 2013/14


I LOVE ENGLISH la cui finalit quella di sviluppare competenze comunicative, che permettano
agli alunni di servirsi della lingua in modo adeguato al contesto, al fine di utilizzare la lingua
permettano agli alunni di servirsi della lingua in modo adeguato al contesto, al fine di utilizzare la
lingua straniera per i principali scopi comunicativi ed operativi.
RADICE INGLESE la cui finalit quella di sviluppare competenze comunicative, che
permettano agli alunni di servirsi della lingua in modo adeguato al contesto, al fine di utilizzare la
lingua straniera per i principali scopi comunicativi ed operativi.
CREANDO INSIEME Esprimere la percezione del mondo con creativit in lavori artistici,
realizzati con diverse tecniche e materiali, sperimentando direttamente , dando cos campo alle
emozioni con fantasia.
VOCI DI LUCE Le finalit sono espresse nellimparare ad amare la musica, in quanto patrimonio
di conoscenze che arricchisce ed allieta la vita; sperimentare le valenze positive del lavoro di
gruppo, sfruttandone le potenzialit educative , socializzare imparando ad ascoltarsi per andare
insieme.
ATTIVIT TEATRALI la cui finalit imparare a conoscere i propri mezzi espressivi ed
acquistare quella sicurezza in se stessi e quella scioltezza nel parlare e nellagire necessarie, tanto
nei rapporti quotidiani con gli altri, quanto nella vita professionale.
SUONI DI LUCE un percosso formativo che ha lo scopo di avviare gli alunni alla pratica
strumentale, coltivando lespressivit di ciascuno. La pratica di musica vien proposta agli alunni,
con lo scopo di avviare esperienze di repertori di diversi generi musicali adattati alle competenze
musicali di ciascuno; utile laspetto socializzante e di integrazione dei bambini.
IL GIORNALINO un percorso formativo il cui fine quello di conoscere la propria realt
territoriale, creando uno spazio di comunicazione significative esperienze, emozioni e informazioni
in foto e piccoli articoli.
PASSI DI LUCE un percosso formativo che ha lo scopo di avviare gli alunni alla pratica della
danza, coltivando lespressivit di ciascuno. La pratica di musica viene proposta agli alunni, con lo
scopo di avviare esperienze di repertori di diversi generi musicali adattati alle competenze musicali
di ciascuno, utile laspetto socializzante e di integrazione dei bambini.

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9. IL QUARTO PRINCIPIO DEL POF

LA TRASPARENZA
Nella sua accezione pi ampia, la trasparenza amministrativa, consiste nellassicurare la massima
circolazione possibile delle informazioni sia allinterno della scuola, sia fra questultima ed il
mondo esterno.

9.1 ORE DESTINATE ALLE MATERIE DEL CURRICOLO


NAZIONALE

8 ore (cl. 1-2) - 7 ore (cl. 3-4-5) - per l'italiano

1 ora (cl. 1)- 2 ore (cl. 2)- 3 ore (3-4-5) per la lingua straniera

7 ore (cl. 1) 6 ore ( cl.2) 5 ore (cl.3-4-5) per la matematica

1 ora (cl.1-2) 2 ore (cl. 3- 4- 5) per le scienze e tecnologie

2 ore per la storia

1 ora per la geografia

1 ore per larte e immagine

1 ore per la musica

2 ore per le scienze motorie e sportive

2 ore (cl. 1- 2-3-4-5) per linsegnamento della religione cattolica (per opzione
individuale)

1 ora per Cittadinanza e Costituzione

Inizio lezioni 16 Settembre 2013


Termine lezioni 10 Giugno 2014 ( scuola primaria)
Termine attivit didattiche scuola dellInfanzia 30 Giugno 2014
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9.2 LE CLASSI E LE SEZIONI

Le classi di scuola Primaria del plesso Asta, e del plesso Radicee la scuola dellInfanzia, sono
collocate presso la sede centrale, sita in via Falcone,8- Marsala.
La scuola primaria accoglie n.421 alunni;
La scuola dellinfanzia accoglie n.241 alunni;
In totale, lutenza diretta conta di 662 alunni.

9.3 I DOCENTI
Nella scuola dellInfanzia del nostro Istituto operano i seguenti docenti:
n20 docenti generalisti
n3 docenti di I.R.C
n3 docenti di sostegno
Nella scuola Primaria operano i seguenti docenti:
n26 docenti generalisti
n2 docenti specialisti di lingua inglese
n2 docenti di I.R.C
n7 docenti di sostegno

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9.4 PERSONALE ATA


La scuola conta 16 unit appartenenti al comparto ATA

9.5 RAPPORTI CON I GENITORI


Il coinvolgimento dei genitori nel processo di formazione ed apprendimento segno di reciproca
fiducia e di condivisione della responsabilit nellazione educativa.
Tale coinvolgimento si esplica soprattutto nei diversi momenti di incontro e dialogo:

Colloqui settimanali su appuntamento a richiesta dei genitori o degli insegnanti (solo


scuola primaria)

Ricevimenti generali bimestrali

Consigli di classe aperti (componente docenti e componente genitori)

Consiglio di Istituto

Assemblee di classe

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9.6 SOSPENSIONE ATTIVITA DIDATTICHE


1 Novembre

Festa di tutti i Santi

8 dicembre 2013

Immacolata Concezione

Dal 23 dicembre 2013


Al 6 gennaio 2014

Festivit Natalizie

19 Gennaio 2014

Santo Patrono

10 Marzo 2014

Carnevale

Dal 17Aprile al 22 Aprile 2014


23-24 Aprile 2014

Festivit Pasquali
Festa della Liberazione

25 Aprile 2014
1 maggio 2014

Festa dei lavoratori

15 maggio 2014

Festa dellautonomia siciliana

2 giugno 2014

Festa della Repubblica

9.7 ORARIO DI RICEVIMENTO

In un clima di disponibilit e di dialogo continuo, il Dirigente impronta relazioni attive e


partecipative con tutte le componenti didatticamente impegnate nella scuola, inoltre cura il
sistema delle relazioni.
Orario di ricevimento del Dirigente Scolastico
Venerd per appuntamento

UFFICIO DI DIREZIONE

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Il Dirigente, per un migliore espletamento delle sue funzioni, nomina due collaboratori: docente
vicaria Antonella Titone; 2 collaboratore maestro Benedetto Miceli.
Fanno parte dello Staff di Direzione, la Segretaria Antonella Laudicina e, con delibera del
Collegio dei docenti del , i seguenti docenti per lo svolgimento delle Funzioni Strumentali:

Laura Ingianni, funzione Area 1 POF

Giovanna Torre, funzione Area 2 Sostegno Docenti

Liliana Bellomo Area 2 Sostegno Alunni

Giusy Di Girolamo funzione Area 3/b Integrazione portatori handicap

Anna Maria Crocenti funzione Area 4 rapporti con lEsterno

Gabriella Salerno, referente Scuola dellInfanzia.

Vita Mannone referente Scuola Primaria

UFFICIO DI SEGRETERIA
Non di minore importanza nella scuola dellautonomia appare il contributo proveniente dai servizi
amministrativi e dal personale ausiliario e come in una logica dinsieme, nella considerazione di
una tenuta complessiva dellattivit scolastica, essi vadano adeguatamente considerati e
valorizzati. Essi, infatti, rivestono una precisa importanza consentendo la fruibilit delle risorse
disponibili. In particolare, per quanto riguarda i servizi amministrativi, necessario che risultino
garantite la correttezza delle procedure, la loro celerit, lorganizzazione anche in rispondenza alle
necessit dellutente.
Orario di ricevimento personale interno:
dal Luned al Venerd, dalle ore 08:30 alle ore 10:30
Marted dalle ore 15:15 alle ore 16:15
Orario di ricevimento utenza: Luned- Mercoled-Venerd dalle ore 8:30 alle ore 10:30 Marted
dalle ore 15:15 alle ore 16:15
I numeri utili:
tel. (0923) 712353- fax (0923) 716370
tpee04800c@istruzione.it www.navigaschola.it

www.scoprimarsala.it

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