Sei sulla pagina 1di 8

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

- SCENARI DI RISCHIO COMUNE DI RIMINI Idrogeologico


1/8

3.2.1 INTRODUZIONE E CONCETTI GENERALI

Il rischio idrogeologico conseguenza di una modificazione geomorfologica e climatica in un tempo pi o meno breve e si pu definire come dissesto idrogeologico qualsiasi disordine o situazione di squilibrio che l'acqua produce nel suolo e/o nel sottosuolo; sono inclusi stadi e forme dell'erosione idrica (erosione diffusa, calanchi e frane). A questi fenomeni distruttivi del suolo si aggiungono anche le alluvioni e le subsidenze indotte. 3.2.1.1 - Rischio idraulico Il rischio idraulico scaturisce dalla possibilit di danno a persone e/o beni in conseguenza dei principali fenomeni di trasporto in alveo e pu essere suddiviso in: a) rischio da esondazione, connesso al trasporto di massa liquida, b) rischio da dinamica d'alveo, connesso al trasporto di massa solida, c) rischio da inquinamento, connesso al trasporto di massa inquinante. a) Il rischio idraulico da esondazione trae origine dalla eventualit che una determinata area sia invasa dalle acque fuoriuscite da reti di drenaggio naturali e/o artificiali per insufficiente capacit di smaltimento delle portate in transito nella stessa rete, oppure per rotture di opere di contenimento. Solo in parte connesso al rischio da esondazione il fenomeno del ristagno che si verifica in quelle zone che per caratteristiche geomorfologiche non dispongono di efficienti capacit di drenaggio superficiale e/o profondo e pertanto risultano suscettibili al trattenimento di acque sulla superficie del terreno, siano esse di esondazione, meteoriche e di falda. b) l rischio idraulico da dinamica d'alveo trae origine dai fenomeni di erosione e/o deposito, e quindi dalla evoluzione plano-altimetrica dell'alveo che si manifesta per effetto della interazione tra la corrente liquida e il materiale mobile costituente l'alveo. I fenomeni di erosione e di deposito sono la conseguenza dello squilibrio tra la capacit di trasporto della corrente e il trasporto solido. I fenomeni di dinamica d'alveo possono determinare condizioni di rischio anche indipendenti dalla presenza di eventi alluvionali relativamente alla progressiva riduzione della stabilit di sponde, arginature e manufatti, allinnesco di processi di erosione regressiva sugli affluenti e a possibili fenomeni di sovralluvionamento. c) Il rischio idraulico da inquinamento si origina per la presenza nella corrente liquida e nel materiale d'alveo di carichi inquinanti, in qualit e/o in quantit tali da compromettere la qualit delle risorse fluviali (acqua e sedimenti) e le condizioni ambientali a queste connesse. Essi possono provenire da carichi eccessivi rispetto alle capacit di autodepurazione del corso d'acqua, da scarichi anomali o accidentali, da dilavamento di sorgenti inquinanti diffuse, dal risollevamento di depositi inquinanti in alveo o in zone di invaso. Fenomeni di esondazione in territori occupati da attivit possono determinare il trasporto nei corpi idrici e nei recettori finali (mare, laghi) di materiali e sostanze tossiche.

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

- SCENARI DI RISCHIO COMUNE DI RIMINI Idrogeologico


2/8

3.2.1.2 - Rischio di Frana Per quanto riguarda linstabilit dei versanti sono stati acquisiti e inseriti nel S.I.T. i risultati delle indagini finalizzate alla valutazione e alla rappresentazione cartografica del grado di pericolosit connesso con movimenti gravitativi o movimenti di massa (vedi allegati). La valutazione della pericolosit per frana richiede l'analisi dei fattori che determinano le condizioni di instabilit e le mutue interazioni fra questi. Tale valutazione generalmente complessa e richiede la quantificazione, sia a livello spaziale che temporale, della probabilit che ogni tipologia di evento calamitoso possa verificarsi. Le cause della franosit sono molteplici, spesso interconnesse fra loro e, in genere, di complessa parametrizzazione. Oltre alle cause o fattori della franosit, la valutazione della pericolosit deve tenere conto degli effetti del dissesto, ovvero della distribuzione e delle caratteristiche dei fenomeni di instabilit verificatisi in passato o attualmente in corso di evoluzione. Gran parte degli eventi franosi che si verificano nel territorio comunale rappresentano infatti delle riattivazioni, che si succedono con tempi di ritorno irregolari e solo parzialmente prevedibili, di eventi avvenuti in un passato pi o meno recente. La carta del dissesto delle aree collinari, presente nel S.I.T. comunale, fornisce le principali indicazioni sulla geometria e sul meccanismo dei fenomeni franosi e sui principali elementi geomorfologici connessi con linstabilit dei versanti (vedi allegato). Si tratta sostanzialmente di un documento di tipo analitico in cui viene registrato lo stato di dissesto del territorio senza fornire alcuna sintesi o interpretazione. La carta stata realizzata mediante lacquisizione di dati bibliografici, linterpretazione delle foto aeree ed il rilevamento diretto sul terreno. Il livello di dettaglio con cui possono essere rappresentati i fenomeni franosi necessariamente funzione della scala della cartografia e del livello di approfondimento. La legenda impiegata si basa sulla mappatura delle forme e dei processi, distinti per tipologia e per stato di attivit. Per quanto riguarda questultimo aspetto, di fondamentale importanza ai fini della zonizzazione del rischio, vengono considerati due stati di attivit: 1. forme e processi attivi: se sono associati a processi in atto al momento del rilevamento, o ricorrono con un ciclo il cui periodo massimo non supera quello stagionale; 2. forme e processi inattivi o quiescenti: forme non attive al momento del rilevamento, per le quali per esistono indizi che ne dimostrino un'oggettiva possibilit di riattivazione, in quanto esse non hanno esaurito la loro potenzialit di evoluzione.

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

- SCENARI DI RISCHIO COMUNE DI RIMINI Idrogeologico


3/8

3.2.1.3 - Rischio di degrado delle risorse idriche sotterranee Le risorse idriche sotterranee forniscono unaltissima percentuale di acqua destinata al consumo umano e una percentuale elevata di quella utilizzata dallagricoltura e dallindustria. Esse sono soggette a tre processi di degrado, diversi e pi o meno casuali in termini di spazio e tempo, che costituiscono altrettanti rischi, spesso coniugati tra loro, per le popolazioni dipendenti da tali risorse: a) il rischio di impoverimento per mancati apporti (siccit); b) il rischio di degrado quantitativo (sovrasfruttamento) delle RIS; c) il rischio di degrado qualitativo (inquinamento) delle RIS. Il rischio di cui al punto a) legato a fluttuazioni temporali pi o meno lunghe (definibili pi in termini climatologici che meteorologici) mentre le aree a rischio sono individuabili, nel nostro Paese, in termini storici. Il rischio di cui al punto b) strettamente correlabile allutilizzo degli acquiferi in modo scompensato pi o meno pesantemente rispetto al tasso di rinnovamento della risorsa idrica sotterranea. Il rischio di cui al punto c) delle acque sotterranee non direttamente stimabile, trattandosi di un fenomeno che avviene in sottosuolo, del quale non possibile disporre di una serie storica di dati descrittivi da cui dedurre frequenza e magnitudo. Esso varia enormemente a seconda del tipo di fonte inquinante della concentrazione iniziale, della sostanza inquinante, del tempo di transito dalla superficie allacquifero e delle capacit naturali di attenuazione del suolo e dellinsaturo. Per la prevenzione del rischio di inquinamento delle acque sotterranee necessario soprattutto identificare le aree vulnerabili, il relativo grado di vulnerabilit, gli elementi a rischio ed i produttori di rischio. Rientrano in questa categoria anche i fenomeni di intrusione di acqua marina nelle falde costiere causati dalleccessivo emungimento.

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

- SCENARI DI RISCHIO COMUNE DI RIMINI 3.2.2 IDROGRAFIA Il comune di Rimini attraversato da quattro corsi dacqua principali. Analizzando da nord verso sud il territorio comunale troviamo: lUso (che scorre lungo il confine Nord del Comune), il Marecchia, lAusa, il Conca, il Marano. In particolare il Marecchia e lAusa formano, allinterno del centro abitato cittadino, un sistema unico che dipende dalla deviazione (avvenuta nellimmediato dopo guerra) dellultimo tratto dellAusa verso il Marecchia, che a sua volta ha subito allinizio del secolo una deviazione del corso dacqua con la creazione di un nuovo tratto (canale deviatore) di sbocco a mare (fig.1) Idrogeologico
4/8

Figura 1 Tratto terminale dei fiumi Ausa e Marecchia

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

- SCENARI DI RISCHIO COMUNE DI RIMINI Idrogeologico


5/8

I lavori per la deviazione dellalveo del fiume Marecchia cominciarono nel 1919, durante lesecuzione dei lavori furono introdotte sempre nuove modifiche e miglioramenti al progetto iniziale, fino ad arrivare ad ottenere la configurazione attuale. Dopo la deviazione del corso dacqua nel canale deviatore, il ramo rimasto morto del Marecchia stato adibito a parco (Parco del Marecchia), mantenendo per, in tale tratto, una conformazione tale da poter raccogliere uneventuale eccedenza di portata del canale deviatore. Il deviatore del fiume Marecchia e la quantit dacqua che esso pu trasportare fino al mare sono stati oggetto di uno studio effettuato per il Comune di Rimini dal Prof. Ing. Bizzarri; in ogni caso non esistono ancora dati precisi riguardo alle portate massime supportabili dal nuovo canale deviatore, che quindi potrebbe essere ancora oggetto di studi pi precisi ed approfonditi. Nel lavoro dell'Ing. Bizzarri, in seguito all'analisi della ricostruzione storica delle fasi di realizzazione del deviatore, della sistemazione idraulico-ambientale del porto canale ed, inoltre, in seguito alle verifiche del funzionamento dello snodo idraulico di partizione e dei due vettori a valle, si conclude che: per portate fino a ca. 440 m3/s tutta la portata in arrivo trasferita a mare attraverso il deviatore; per portate > di 440 m3/s (valore cui compete una ricorrenza di alcuni anni) il deflusso interessa anche l'alveo storico-porto canale. In particolare, nel caso di una portata pari a quella monosecolare (1100 m3/s) e di erosione della soglia in terra esistente a quota + 4.10 m s.l.m., tale portata si ripartirebbe per ca. 800 m3/s nel deviatore e gli altri restanti 300 m3/s verrebbero assorbiti dall'alveo storico.

In una situazione del genere i problemi maggiori si presenterebbero proprio nell'alveo storico, il quale nel corso degli anni stato trasformato in parco urbano ed in cui potrebbero subire danni anche notevoli strutture quali: impianti sportivi, strade di servizio, una centrale dell'acquedotto, serre, giardini ecc.. La situazione sarebbe aggravata dall'impossibilit di abbattimento della paratoia mobile a valle del lago di Tiberio. Per quanto riguarda gli altri corsi dacqua quello che pi volte ha dato problemi di allagamento (come risulta anche dal recente "Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione" redatto dalla Provincia di Rimini) il Marano nella zona del rione Osteria del Fiume.

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

- SCENARI DI RISCHIO COMUNE DI RIMINI Idrogeologico


6/8

Occorre anche considerare oltre ai fiumi principali anche i corsi d'acqua della rete di bonifica i quali presentano gli sbocchi a mare tombinati e conseguentemente una certa difficolt di deflusso per le acque. Come si pu vedere nella tabella Tratti critici delle sponde fluviali in allegato al presente documento e dalla figura n.2, mentre nella prima parte del secolo i problemi maggiori di rischio esondazione erano prevalentemente dati dai due fiumi che scorrono nel centro abitato del Comune, recentemente (soprattutto dopo la creazione del canale deviatore dei suddetti fiumi) i problemi maggiori di allagamento sono dovuti prevalentemente ai corsi d'acqua della rete di bonifica ed alla concomitanza di una serie di fattori.

Figura 2 Aree inondate del comune di Rimini nel 1976 - tratto rosso - e nel 1996 -tratto verde

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

- SCENARI DI RISCHIO COMUNE DI RIMINI Idrogeologico


7/8

3.2.3 - PROBLEMATICHE RECENTI RELATIVE ALLE ESONDAZIONI DEI CORSI D'ACQUA DELLA RETE DI BONIFICA E ALLAGAMENTI DEL CENTRO URBANO.

Gli eventi meteorici che possono causare fenomeni di allagamento o comunque situazioni di disagio per la popolazione e per il traffico (ad esempio allagamento dei sottopassi) sono identificabili principalmente in due tipologie: piogge brevi ed intense, a carattere temporalesco con il superamento della soglia pluviometrica di 50 mm; piogge meno intense, ma pi prolungate nel tempo (alcuni giorni) che portano comunque al superamento della suddetta soglia.

Se a questi eventi si associano altri fenomeni quali lalta marea, che pu superare i 120 cm sul medio mare, il vento proveniente da est, le onde di piena dei canali provenienti dallentroterra i disagi diventano decisamente maggiori. Alla concomitanza di tutti questi fenomeni va aggiunta anche la forte subsidenza del terreno che (soprattutto nella parte pi a Sud del territorio comunale) ha fatto s che la rete idrica, gli sbocchi a mare, i sottopassi ed alcune zone abitate si trovino al livello del mare se non al disotto. Al verificarsi di uno degli eventi meteorici suddetti si hanno problemi soprattutto in alcuni punti del territorio comunale quali: sottopassi; sbocchi a mare; zone depresse. Tutte le problematiche che si possono presentare sul territorio, oltre che ai suddetti fattori, sembrano essere legate anche alla struttura e funzionalit della rete dei corsi d'acqua di bonifica, nonch fognaria. Per questa ragione, prima di analizzare le varie situazioni di rischio, sembra opportuno descrivere la rete idrica stessa ed il suo comportamento in occasione di piogge intense. La rete fognaria e quella di bonifica del comune di Rimini schematizzata nello schema allegato. Il problema fondamentale che spesso impedisce il naturale deflusso dell'acqua verso il mare rappresentato dalla modalit di sbocco nel mare. Tali sbocchi a mare, infatti, arrivano direttamente sulla spiaggia e presentano spesso l'apertura per la fuoriuscita dell'acqua allo stesso livello del mare o al disotto di esso; quindi, in caso di concomitanza di abbondanti precipitazioni e innalzamento del livello del mare a causa dellalta marea, si viene a creare una situazione di stallo con lacqua salata che riempie i canali e impedisce cos lo scarico a mare delle acque di provenienza fognaria e/o superficiale. Spesso, in occasione di fenomeni particolarmente intensi, i canali principali della rete proveniente dallentroterra si riempiono di detriti che si accumulano allinizio della parte intubata della rete riducendone cos la sezione di flusso; in questo caso si hanno fenomeni di esondazione localizzata in particolare in corrispondenza di alcuni tratti particolarmente critici. Da un censimento effettuato dal Consorzio di Bonifica del Comune di Rimini sono stati rilevati per il territorio comunale di Rimini i tratti critici delle aste fluviali e della rete dei fossi e scoli di bonifica rappresentati in tabella in allegato .

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

- SCENARI DI RISCHIO COMUNE DI RIMINI Idrogeologico


8/8

I sottopassi ferroviari (punto nevralgico per la rete viaria urbana) rappresentano un altro punto problematico, dove probabile che con il verificarsi di una delle due situazioni meteorologiche critiche si abbiano allagamenti. La maggior parte di tali sottopassi sono dotati di pompe aspiranti appositamente messe per liberarli velocemente dallaccumulo di acqua. La situazione resta comunque problematica in quei sottopassi che non sono dotati di pompe aspiranti e che quindi una volta allagati vengono chiusi e costringono a deviare il traffico su percorsi alternativi. Se la pioggia ed il fenomeno dellacqua alta si prolungano nel tempo anche le zone pi depresse dellarea urbana vengono interessate da allagamenti, con particolari disagi per cantine, seminterrati, garage e posti macchina in genere. Se levento piovoso si verifica nelle ore di maggiore utenza della rete stessa (mattina e dopo pranzo) si possono creare le condizioni per allagamenti, dovuti al trabocco della rete idrica, nelle zone depresse.

Potrebbero piacerti anche