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com Editing: Sarah Di Benedetto Copertina, progetto grafico e impaginazione: Luca Lo Coco Fotografie: Francesco Paolo Catalano, Paolo Galletta Si ringrazia Alessandra Ventrella per la preziosa collaborazione AIDA Soggetto: Roberta Torre e Stefano Michelini Testo: Igor Esposito Drammaturgia: Roberta Torre e Igor Esposito Lo spettacolo Aida di Roberta Torre prodotto dal Teatro Biondo Stabile di Palermo, dove ha debuttato in prima nazionale il 19 febbraio 2014
LAIDA FUORISCENA
Arti sceniche su carta
AIDA Il grande circo dellaldil ISBN 9788898741038 Prima edizione in Fuoriscena febbraio 2014 Tutti i diritti riservati
Il nostro viaggio nell'editoria prosegue ricco di importanti collaborazioni, come quella con Roberta Torre da cui nata la pubblicazione Aida. Il grande circo dellaldil, secondo libro di Fuoriscena, collana editoriale dedicata alle arti sceniche. Questo volume lega intimamente testo teatrale, didascalie e immagini di scena per suggerire al lettore lidea della recitazione nella sua scenografia teatrale, lasciando sempre ampio margine allimmaginazione individuale. Fuoriscena questo: scenografia immaginata, teatro fuori dal teatro, un volo di fantasia. Nella stessa collana, Parole dOnore Teatro. Le voci della mafia, di Attilio Bolzoni, Marco Gambino e Manuela Ruggiero.
La riscrittura del libretto, versificato dal Ghislanzoni, per lAida di Verdi, avvenuta attraverso un serrato dialogo con la regista Roberta Torre. Si deciso di condensare gli avvenimenti della vicenda cercando di far convivere due aspetti: il tragico e il favoloso. Delloriginale libretto restano alcune famosissime arie a testimonianza duna contemporaneit degradata a frammento. Ho poi cercato attraverso una variazione ritmica e linguistica di restituire ad ogni personaggio un proprio thos e un proprio pthos. La storia che si racconta nellAida, al di l dellesotismo fatto di palme e piramidi dEgitto, storia da tragedia greca e dunque pu e sa parlare ancora al presente; proprio come limmenso scrigno della drammaturgia attica.
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Loccasione di un invito, quello di Roberto Alajmo nuovo direttore del Teatro Biondo di Palermo a prendere parte con unopera teatrale al nuovo cartellone, mi ha dato la possibilit di sviluppare unidea che gi mi apparteneva ma che aspettava di prendere forma. Volevo mettere in scena qualcosa che potesse far riflettere sulla contemporaneit, sullItalia e sui suoi contorti e decadenti meccanismi di potere. Riattualizzare unopera faraonica, rendere piccole le piramidi, insignificanti gli eserciti, sordida la guerra: queste erano le idee da cui partivo e che sembravano alludere alla societ odierna. LAida, opera da grandi palchi, opera da giganteschi volumi, opera delefanti, piramidi, di grandi eserciti in battaglia e dassordanti fragori,
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Ero in Olanda quando ricevo una mail da Roberta Torre. Avevo visto tutti i suoi film usciti nel Regno Unito (paese nel quale vivo da pi di 20 anni) ed ero un suo fan sfegatato ma non lavevo mai incontrata. Cera scritto: Possiamo parlare al pi presto al telefono?. Ci diamo un appuntamento telefonico per quando sarei tornato a Londra e cos, dopo un paio di giorni, la mia casa londinese riecheggia di squilli che non possono che venire da Milano. Una voce flautata, con accenti daltri tempi, intona mille arpeggi dal ricevitore e la passione di Roberta Torre mi investe gi dalle prime parole. Il suo canto di seduzione superfluo, per. S, perch il desiderio di lavorare con il maestro Torre aveva messo un bel Yes! fra le mie labbra gi da
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AIDA
Buio. Vento. Rumore di lame che saffilano, di scudi che cozzano, desercito che marcia. Il buio lentamente dirada. Lieve luce, svaniscono i rumori. Vediamo Radams steso in proscenio, dorme. Al suo fianco c unarmatura da pupo. Si alza, inizia la sua vestizione. Ritorna rumore desercito che marcia e si fa sempre pi assordante. lesercito del re dEtiopia che batte alle porte della Tebe dEgitto, ma al contempo potrebbe anche essere lesercito dEgitto che Radams sogna di comandare. Radams ha terminato la sua vestizione. Guarda verso il fondale. Sul fondale, di spalle, magari in un angolo, illuminata da una flebile luce, come unonirica apparizione, vediamo la sagoma dun essere umano. Aida, immobile e cristallizzata. Radams lha appena avvistata, entra
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anche se fa male AMNERIS Cosa timporta? il nostro generale AIDA Non mi sembra vero neppure se vedessi il suo funerale AMNERIS (ora con rabbia) Ma cosa timporta?! il nostro generale! AIDA Radams si spezzato come un misero fiore questo ha voluto il fato. E troppo dolore, ora, mi stringe il cuore. AMNERIS (in controcanto) Il dubbio si dilava! Si svela la schiava: Radams! Radams! Radams! Radams! Ecco chi amava! Ma la principessa scherzava Radams! Radams! Radams! Vive! O mia cara puttana! (d uno schiaffo ad Aida) Aida ha uno scatto come di ribellione e spinge Amneris.
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qualcuno che ha tradito la patria! E chi tradisce la patria non (rivolgendosi al coro) CORO Neppure degno dessere chiamato figlio dallultima delle madri! DOMATORE E poi lo sanno pure le pietre che la Patria (rivolgendosi al coro) CORO La pi grande e la pi bella di tutte le madri! DOMATORE E allora bisogna (rivolgendosi al coro) CORO Venerarla! Ringraziarla! Adorarla! DOMATORE Perch la Patria (rivolgendosi al coro)
CORO Il ventre di tutti i cittadini e di tutti i lavoratori e di tutti i combattenti! DOMATORE E se la Patria il ventre, la Patria che cosa fa? CORO Ti avvolge calda e bella come una sorella! DOMATORE E ti vicina! (frustata) E ti consiglia! (frustata) E ti educa! (frustata, poi breve pausa, invasato) E cos solo grazie a lei un uomo pu divenire CORO Un uomo! E chiamarsi tale! DOMATORE Ti avevamo cresciuto come un figlio e tu ci hai tradito come una serpe!
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CREDITI
I numeri si riferiscono alle pagine del volume Fotografie Francesco Paolo Catalano 17-23, 28-29, 74, 98, 100, 102 Paolo Galletta 10, 14, 24, 38-63, 75-91 boZZetti di scena Roberto Crea 32-33, 68, 94, 97 artWorK Tommaso Maresco 8 spartito Massimiliano Pace 96
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Un viaggio immaginario in cui si fondono il tragico e il favoloso, si mescolano prosa e canzoni, musical, chanson e fiaba. Aida ora un circo, un cerchio claustrofobico e traboccante dansia dove tutti gli attori rimangono prigionieri e vittime della propria, isterica solitudine. Lamore si racconta come un fiume in piena, unica certezza per tutti i personaggi. Tutto scricchiola, nessuno sicuro, tutti avanzano con incedere incerto. Ognuno si aggrappa a ci che pu per non essere travolto.