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Le lacrime di un ragazzo

Non avevo mai visto un ragazzino piangere in quel modo. Mi successo due giorni fa. Mi trovavo nel corridoio di una scuola media. Fuori della porta della classe prima c'era uno studente, evidentemente espulso dalla professoressa. Baratto due parole con lui, quando esce la docente e, nel sentirla parlare col ragazzo, capisco cosa successo: il giovinotto (richiamato verbalmente per non aver fatto i compiti) aveva risposto, strafottente, Io la sfido! Risultato: fuori dalla porta. Il ragazzo l, tra l'imbronciato e l'umiliato. Ma la situazione precipita quando la professoressa gli chiede se aveva avuto problemi in famiglia. Il ragazzino piange a dirotto; un pianto vero, nervoso, angosciato, disperato. Il pianto di uno che vede buio nella propria vita, che sente sopra di s il peso dell'esistenza, che non vede luce. Undici anni e tanta sofferenza nel cuore! M'informo: figlio di genitori separati, il pi grande di tre fratelli, e ora deve badare anche alla sorellastra, che la madre ha avuto da un altro uomo. Avr conosciuto almeno un migliaio di giovani nella mia carriera di docente e, per esperienza, so che dietro la stragrande maggioranza di ragazzi che presentano problemi psicologici, che sono iperattivi e irrequieti o, al contrario, chiusi e involuti, e comunque sempre in difficolt quando si tratta di applicarsi nello studio, ci sono casi di traumi provocati da separazioni familiari. Quest'anno ho conosciuto due studenti ripetenti, bravi ragazzi, intelligenti e anche buoni, ma in evidente difficolt nel rapportarsi con la vita di tutti i giorni. Una chiacchierata informale e il problema salta subito fuori: M. stato abbandonato dal padre quando nato, e nutre nei suoi confronti un senso di rivincita e quasi di vendetta; non gli ha perdonato quel che ha fatto a sua madre e la ferita che gli ha aperto nel cuore. A., invece, ha assistito, all'et di cinque anni, alla separazione dei suoi; gli mancava la figura paterna, si sentiva diverso rispetto agli altri bambini, voleva capire. La madre lo porta dallo psicologo, che non fa altro che confondergli le idee. Poi la decisione di andare a vivere col padre: Lui aveva preso una nuova compagna in casa, da cui aveva avuto un'altra figlia, e forse fu quello che mi fece pi male: vedere un'altra persona, che non fosse mia madre, che stava con mio padre da cui aveva avuto per giunta un'altra figlia che io dovevo chiamare sorella, ma che non aveva niente a che vedere con mia madre. Finalmente capisce e torna a vivere con la mamma. Un caso che mi ricorda quello di F., una mia stu-

dente che aveva notevoli difficolt anche ad esprimersi. Mi raccont dello schock avuto per la separazione dei suoi. Poi se ne era dovuta fare una ragione e si era autoconvinta che era giusto cos, perch quando non provi pi niente giusto che ti rifai una vita. I diritti degli adulti contano pi della sofferenza dei giovani. I figli devono capire, farsene una ragione, crescere in fretta. Come J. (una genialoide, casinara, bisognosa di affetto), che mi confessava di sentirsi a volte pi adulta di sua madre, ovviamente separata. Ora, si dir, casi del genere sono sempre esistiti. Gi, sar pure cos, ma l'inflazione attuale un fatto del tutto nuovo. L'eccezione diventata la regola e i casi abnormi (come quello di un tizio che si fatto un vero e proprio harem e ha figli da tre donne diverse) stanno diventando normali. S'impone la famiglia leggera (tra poco non sar pi nemmeno famiglia, ma una sigla, PACS), quella stile Beautiful, sempre cangiante, sempre fluttuante. E l'immagine falsa quella che tutto sia rose e fiori, mentre la realt fatta di traumi, dolori, ferite irrecuperabili, sulla pelle dei poveri figli. Il problema alla radice. Prendete i bulli e scavate nel loro vissuto, andate a guardare dietro la loro frenesia, i loro atteggiamenti da spaccamondo, i loro ti sfido. Troverete il pianto disperato di un ragazzino sconvolto dalla brutalit di un affetto strappato; scoprirete occhi che si sono dovuti aprire troppo presto sul baratro del male; troverete (quando va bene) madri e padri che viziano, solo per farsi perdonare, per surrogare quello che non hanno saputo garantire. Tutti argomenti scottanti, di cui ovviamente Beautiful non parla mai. Le statistiche in Italia parlano chiaro: ci si sposa di meno, ci si lascia di pi. I matrimoni calano, le separazioni e i divorzi aumentano di continuo (ce n' una ogni 4 minuti!). La tendenza quella a risposarsi, ovviamente in municipio. In Parlamento e sui giornali si discute di come rendere pi leggero il vincolo matrimoniale e dei diritti all'eredit per le coppie omosessuali. E' il diritto a rifarsi una vita quello che va garantito! Un giorno, forse, apriremo gli occhi, e ci metteremo a considerare quante vittime ha fatto il divorzio, questa conquista di civilt. Conteremo i cuori spezzati, gli insuccessi nella vita, i brandelli di esseri umani che ha lasciato sul terreno. Guai a chi scandalizza uno di questi piccoli! ha detto Uno. Ora che ho visto il pianto disperato di un ragazzino, i suoi angosciosi singhiozzi, quell'avvertimento mi risulta pi chiaro. Abbiamo bisogno di un nuovo eroismo; dobbiamo reimparare che prima del diritto a rifarsi una vita viene il dovere di donare la propria vita. Gianluca Zappa (Docente di liceo. Nel tempo libero cantautore, regista, scrittore, attore... marito, padre di due bambini.)

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