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numero 30 anno V 11 settembre 2013


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Luca Beltrami Gadola FESTE PD: PER CHI? PERCH? Franco DAlfonso COMMERCIO A MILANO: CRISI O NOVIT Paolo Biscottini LINGRESSO GRATUITO AL MUSEO: MA NON IL PROBLEMA Giuseppe Longhi PERDITA DI COMPETITIVIT: MILANO E LE REGIONI EUROPEE Giacomo Marossi PD OGGI: UNA VITA DA DEMOCRATICO PENSANDO ALLA POLTRONA Paola Bocci CATASTO. UNA RIFORMA URGENTE A MILANO: PI EQUIT E PI GETTITO Enrico Borg GIUSTIZIA: SE IL PD CONTINUA A FARE SPALLUCCE SUI REFERENDUM Marco Ponti TRASPORTI MILANESI: LA PAGLIUZZA E I CONTI CHE NON TORNANO Cristina Bellon UN PREMIO ALLA RICERCA: ELENA CATTANEO, SENATRICE A VITA Rita Bramante UN BAMBINO, UN MAESTRO, UNA PENNA E UN LIBRO POSSONO CAMBIARE IL MONDO Ferruccio Porati PADERNO DUGNANO: MORIRE PER L'EXPO Giovanni Cominelli LE DOMANDE NON FATTE AI NO TAV

VIDEO ALDO BASSETTI: FINITA LA NOTTE DI BRERA

suggerimento musicale LA BADOGLIEIDE cantano I gufi

rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero CINEMA Marco Santarpia e Paolo Schipani SIPARIO - Emanuele Aldrovandi e Domenico Muscianisi

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FESTE PD: PER CHI? PERCH? Luca Beltrami Gadola


Non si deve vivere n di rimpianti n di nostalgie, per tra le Feste dellUnit di una volta e le Feste democratiche di oggi c un abisso. Tutta colpa della crisi del Pd? Non credo; certo che vedere luned a Milano il segretario Epifani davanti a una platea di 200 persone la dice lunga. Per carit, tutto cambiato. Il popolo del web ha senza dubbio accolto moltissimi dei simpatizzanti della sinistra, soprattutto tra i pi giovani e dunque tutti o quasi sanno tutto di tutti e sono aggiornati in tempo reale delle opinioni, degli umori, delle vicende e dei cambiamenti di campo di leaders grandi e piccini. Perch andare alla Festa del Pd se si sa con buona approssimazione quello che si sentir? Qualcuno, di solito andando deluso, spera che in coda allevento ci sia un dibattito e pensa di poter dire anche la sua ma non cos. Di questopportunit proprio non se ne parla. Le contestazioni per la mancanza di dibattito si sono fatte ormai anche rumorose, qualche conduttore stato fischiato, qualcuno ha lasciato rumorosamente la sala: non questione solo di nervi tesi ma anche di preoccupazione per eventuali cedimenti del Pd sul fronte della sorte di Berlusconi. Timori non privi di fondamento. Qualcuno, soprattutto di questi tempi, spera di sentire finalmente la declinazione degli slogan: tutti parlano di rinnovamento del Partito ma nessuno ti dice come, in concreto descrivendo ruoli luoghi e disponendo uomini e cose. Se il Partito Democratico fosse unazienda, ma non lo per gli elettori, forse lo per i dirigenti, se dunque qualcuno ti viene a dire che vuole unazienda (partito) leggera, unazienda liquida, unazienda aperta al dialogo e non va oltre nella descrizione del cambiamento, gli ascoltatori si alzano silenziosamente per andare a mangiarsi una piadina, una salsiccia, o qualche altra specialit regionale: questo almeno alle Feste democratiche si pu ancora fare. Bisogna dire che, salvo che per la festa nazionale (a Genova questanno), i temi dei vari dibattiti non brillavano per interesse, in particolare a Milano, n vi erano relatori di grido, fatti salvi i sindaci delle citt ospiti che di carne al fuoco negli ultimi tempi ne hanno in abbondanza: si avuta limpressione che le scelte siano state largamente condizionate dalle appartenenze alle correnti che per gli elettori, nella gran massa, sono un fenomeno carsico. Due o tre star che riempiono, magari non proprio, lo spazio convegni in due settimane di festa sono un gioco che non val la candela. La ricaduta modesta o nulla rispetto allobbiettivo di non parlare solo allo zoccolo duro degli iscritti ma di allargare il consenso o quantomeno di contribuire alla cultura politica della citt. Credo onestamente che di queste feste si potrebbe fare anche a meno sopratutto perch pare che dal punto di vista economico (soldi per le federazioni) non siano un successo. Tutto finito dunque? S, salvo che chi pensa alla forma Partito e alla sua nuova identit, non ripensi anche a una nuova formula di festa. La festa al tempo del web, perch il web non ha esaurito la voglia di socializzare della gente, anche se ha spinto verso la separazione fisica delle persone, anzi in molti casi tra Face book e Twitter, ne ha costituita la spina dorsale organizzativa. Allora ripensare alla festa vuol anche dire pensare a una vera regia e magari anche un po alla scenografia. Insomma la concorrenza della tv, delliPad e del portatile seduti nella poltrona di casa c ed diffic ile da battere. Ma soprattutto bisogna pensare alle idee: il vuoto didee, slogan banali o discorsi prevedibili non fanno concorrenza a nulla e a nessuno.

IL COMMERCIO A MILANO: CRISI O NOVIT Franco DAlfonso


Come sta il commercio a Milano? Difficile avere una risposta univoca dai tanti che si interessano al tema, dai commercianti che piangono ai giornalisti che enfatizzano, alle autorit che minimizzano per arrivare ai residenti che si incazzano, come i francesi per il passaggio di Bartali nei versi della canzone di Paolo Conte. Come tutte le grandi citt Milano non mai stata monoculturale, come Torino per lindustria o Firenze per il commercio, ma proprio per la convivenza tra attivit commerciali e produttive si sviluppata come la pi grande e la pi ricca piazza dItalia e una delle prime e pi vive in Europa. Londata immigratoria degli anni cinquanta provocata dallo sviluppo delle grandi fabbriche port linfa vitale allimprenditoria commerciale milanese con il massiccio arrivo di decine di migliaia di pugliesi arrivati da grandi centri come Bari, con alle spalle una storia millenaria di traffico merci non solo dal contado alla citt ma verso tutto il mondo. La vivacit del commercio locale ne benefici molto, i mercati si moltiplicarono, i negozi sotto casa nei nuovi quartieri riproducevano il classico schema milanese del vicinato ma erano gestiti dai nuovi arrivati, la ristorazione si svilupp con i trani. Com noto questo nome, originato presumibilmente dalla circostanza che i primi (non tutti e nemmeno la maggioranza) osti pugliesi venissero dalla citt di Trani, distingueva le nuove trattorie popolari dalle vecchie osterie milanesi delle quali si cominci subito ad avere ricordo con nostalgia, lamentandone la scomparsa, mentre in realt erano semplicemente diventate negli anni minoritarie non tanto perch diminuite di numero quanto per lincremento delle nuove aperture. Ho citato il caso delle osterie scomparse perch mi sembra il tipico esempio di come si venga affrontato qualsiasi discorso relativo al commercio a Milano: si va per sensazioni, per abitudine o tradizione, difficilmente per analisi oggettiva. Se in agosto il nostro bar abituale chiuso o ledicola stata spostata per un cantiere, Milano destate diventa una citt chiusa o sconvolta dai cantieri, se il lattaio o la merciaia che sono l da cinquanta anni lasciano il posto a un negozio di telefoni magari gestito da cinesi, immediatamente si legge che il commercio cade in mano agli extracomunitari (come negli anni cinquanta ai terun..?) e via di questo passo. Si selezionano dati e informazioni ge-

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neralmente vere a seconda della tesi che si vuole sostenere con se stessi e con gli altri, umanissima tentazione dalla quale dovrebbero per rifuggire gli addetti ai lavori, come purtroppo non avviene. Sperando di essere un po meno vittima di questa sindrome che nel mio caso di assessore al Commercio mi porta a dire che tutto evolve verso il meglio soprattutto da quando sono arrivato negli uffici di via Larga, provo a dare un punto di vista sulla situazione milanese attraverso una sorta di auto intervista. Il commercio a Milano in crisi? Con una crisi dei consumi che per la prima volta dal dopoguerra porta un segno negativo ormai da quasi due anni non potrebbe essere altrimenti, il tradizionale pianto del commerciante ha purtroppo qualche ragione a esserci, questa volta. Ma lincremento molto forte del flusso turistico a Milano, mentre il resto dItalia registra una diminuzione, in termini di decine di migliaia di presenze, la comparsa stabile del turismo familiare e non solo di quello di business, sta facendo da traino a una ripresa che nel mese di agosto stata molto evidente che sono certo si stabilizzer presto. Come sta reagendo il sistema milanese del commercio? Sta avvenendo quello che avviene sempre nei periodi di crisi: si sta ristrutturando e adattando, pagando prezzi dolorosi per s e per la citt, ma cercando la via per uscire. Le attivit si stanno incrementando, contrariamente a quello che si crede e che qualche volta erroneamente si dice: a Milano gli esercizi commerciali sono in crescita costante con un saldo positivo da molti mesi. E la diminuzione delle vendite non pi generalizzata e nemmeno riguarda il travaso tradizionale fra cosiddetto vicinato e

Grande distribuzione organizzata Gdo - (che perde a sua volta, come detto), ma fra esercizi che hanno innovato su prodotto o formula e chi non lo ha fatto o non lo ha potuto fare. Ma se tutti dicono che i negozi chiudono e ad aprire sono solo gli extracomunitari? I numeri non dicono questo: gli esercizi commerciali sono passati dallinizio dellanno a Milano da 41.600 a 42.400, con incremento uniforme di tutti i generi, dai pubblici esercizi ai parrucchieri. un altro il fenomeno, vale a dire la diminuzione netta del numero delle imprese commerciali: le iscrizioni alla Camera di Commerci del settore sono effettivamente scese da poco pi di 17 mila a 12 mila circa e anche gli ambulanti ai mercati sono passati da 3200 a 2800, ma non la cessazione dellattivit bens la concentrazione di impresa. Il numero di licenze, sia fisse che temporanee che su suolo pubblico, in incremento, altro segnale chiaro e inequivocabile che in atto un processo ancora tutto da analizzare. Quanto agli extracomunitari e in particolare ai cinesi (che, sia detto per inciso, in oltre il cinquanta per cento dei casi sono nati e cresciuti a Milano e sono cittadini italiani) il loro peso in crescita, ovviamente, dal momento da qualche anno hanno cominciato a uscire con successo (saranno mica i nuovi pugliesi del commercio?) dai quartieri come Sarpi e dal genere ristorante cinese etnico. Si tratta del 10-15 per cento al massimo del totale esercizi gestiti da stranieri, percentuale ancora inferiore alle presenze di popolazione non italiana a Milano (270 mila persone vs 1,3 milioni di residenti). Nessuna invasione, quindi, anche se non vi dubbio che alcuni usi e costumi, soprattutto relativi al pas-

saggio di denaro, siano oggetto di attenta analisi da parte delle autorit. Senza dimenticare, tuttavia, che da questo punto di vista lintegrazione di comportamenti e anche di altri rapporti fra etnie diverse molto pi veloce dellintegrazione nei quartieri. Allora la crisi dei negozi di vicinato non c? Il negozio di vicinato in crisi da tempo e non solo per la pressione della Gdo. La citt che aveva lorologio caricato e regolato da fabbriche e uffici, chiusura alle 19 e dopo Carosello bambini a letto e agosto tutti al mare non c pi. Le abitudini sono cambiate, i tempi di lavoro e di vita sono diversi, la domenica diventato spesso il secondo giorno della settimana di vendite. difficile per il tessuto tradizionale rispondere a queste nuove esigenze e le barriere di protezione basate su divieti e contingentamenti i non esistono pi: paradossalmente sono proprio gli stranieri nuovi arrivati a tenere in vita la vecchia formula dellaumento delle ore di lavoro pro capite per non perdere vendite. Lincremento del tempo di apertura commerciale, come era ovvio, ha portato a un limitato incremento di vendite complessive, ma leffetto maggiore stato quello di assecondare cambiamenti di abitudine di acquisto dei consumatori: lofferta con un orario pi lungo ha favorito la moltiplicazione degli accessi e il frazionamento degli acquisti, cui si aggiunta, con la crisi, una maggiore attenzione ai consumi con effetto, sull esempio degli alimentari, della diminuzione delle spese familiari a favore di pi acquisti periodici e frazionati, con evidenti risparmi nei consumi. Il mondo cambiato. (1 continua)

LINGRESSO GRATUITO AL MUSEO: MA NON IL PROBLEMA Paolo Biscottini


Il dibattito estivo sullaccesso gratu ito ai musei consente alcune riflessioni che forse possono servire, almeno a Milano, a esaminare in modo innovativo la situazione museale della citt. I direttori di museo sono generalmente daccordo nel non attribuire grande importanza al tema della gratuit, che pure condividono. A noi tutti piace lidea che laccesso al museo sia libero e non solo per le ragioni che il dibattito ha evidenziato, ma anche perch confortante lafflusso cospicuo dei cittadini. E poco conta se vi entrano perch gratis, importa che vengano a contatto con le proposte culturali del museo, con la sua dimensione storica, artistica e spirituale. Molti resteranno indifferenti, ma alcuni, fossero anche pochi, inizieranno il loro viaggio nella storia, nellarte, nel m istero della creativit e della genialit delluomo, proprio grazie a un ingresso gratuito. Ma chi lavora nel museo sa che questo della gratuit non il problema dei musei e in qualche modo si ribella a vedere che ancora una volta di questo si parla, senza peraltro giungere a una decisione di sorta, tralasciando questioni pi serie. Innanzi tutto si vorrebbe che si eliminasse, una volta per tutte, la distinzione fra musei pubblici e musei non pubblici. Musei pubblici sono, nel linguaggio corrente, i musei che appartengono allente pubblico, sia esso lo Stato o il Comune. Gli altri, che pure pubblici sono in quanto aperti al pubblico, sottoposti alle norme di tutela dello Stato in materia di beni culturali, vengono definiti diversamente. Non pubblici, privati. Con quel tanto di equivoco che il

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www.arcipelagomilano.org termine suggerisce, anche nelle finalit e negli interessi. Sono invece musei di enti diversi, di fondazioni, della Chiesa, di imprese governate non dallente pubblico, ma in tutto e per tutto simili ai primi. Interessa questa distinzione ai cittadini? Non credo, mentre interesser sapere che mentre i musei civici dibattono se applicare o meno il biglietto dingresso ai visitatori, forti del fatto di non avere un bilancio proprio e di avvantaggiarsi di facili sponsorizzazioni, gli altri oggi esaminano con preoccupazione crescente la gravit dellattuale situazione economica e discutono lorario dapertura, tentati di ridurlo, nella speranza di diminuire costi gravosi che incidono pesantemente sul bilancio. Retti da fondazioni o da enti non comunali o statali, non hanno ammortizzatori di sorta, n possono far rifluire le spese in una teoria di vasi comunicanti. Al pi, e non poco, possono ricorrere al volontariato, anchesso scarsamente considerato e pur essenziale alla vita dei nostri musei. Allora il punto di partenza consiste nel considerare finalmente i musei della citt, indipendentemente dalle questioni inerenti la loro appartenenza, come i Musei di Milano e il punto darrivo in quel progetto di collaborazione che, si chiami rete o meno, valga a definire pubbliche e comuni responsabilit e, magari, anche pensando allEXPO, ma non solamente, iniziative culturali condivise. Non sarebbe terribile se allappuntamento del 2015 ogni museo giungesse per conto suo? E non potrebbe questa essere loccasione per decidere insieme mostre, convegni, criteri daccoglienza? Non si potrebbe immaginare lAssessore alla Cultura come il regista di questa nuova stagione della cultura milanese? La mostra Costantino, realizzata dal Museo Diocesano, non stata ospitata con successo a Palazzo Reale? Unire gli sforzi, lavorare e progettare insieme, questa la prospettiva in cui dovrebbero mettersi i musei cittadini. La gratuit, se si pu realizzarla, sia attuata, ma allinterno di un progetto pi vasto e pi consistente. Da ultimo tutto ci non pu prescindere anche da unanalisi delle responsabilit economiche. Gli sponsor non ci sono pi, o sono pochi. Non facciamo una guerra fra poveri. Lavorare insieme significa anche stabilire priorit, aiutarsi l dove possibile, pensando sempre e soltanto alla crescita culturale di Milano.

PERDITA DI COMPETITIVIT: MILANO E LE REGIONI EUROPEE Giuseppe Longhi


Lindice di competitivit delle regioni europee 2013, elaborato da Paola Annoni e Lewis Dijkstra per lUE-DG politiche regionali, segna un gran tonfo per la Lombardia, che perde 41 posizioni, uscendo dalle prime 100. Essa era al 98 posto nel 2010, oggi al 139 su un totale di 262; se consola, con questa posizione conserva la migliore classifica fra le regioni italiane. Fra le regioni delle grandi nazioni, le parti alte della classifica sono occupate dalle tedesche, in continuo miglioramento, la parte centrale dalle francesi, in fase stazionaria, la parte bassa riservata ai paesi PIIG, Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, i quali, se continueranno le attuali tendenze, si troveranno in compagnia della Gran Bretagna, che presenta un ampio sbraccio di posizioni, con tendenza allarretramento. Bisogna prendere atto che lindice altro non che lo strumento di monitoraggio del modello di sviluppo comunitario, per cui, se le regioni italiane arrancano nella parte bassa della classifica, significa che hanno deficit strutturali sostanziali, tali da compromettere il raggiungimento dellobiettivo dello sviluppo cui la nostra comunit aspira dopo anni di recessione. La mia analisi privilegia quindi i fattori strutturali della competitivit, rispetto alla posizione dei singoli indicatori. Lindice di competitivit delle regioni europee vuole definire la capacit di una regione di offrire un ambiente attrattivo e sostenibile alle imprese e ai cittadini che l vivono e lavorano. Il termine sostenibile non usato solo in senso ecologico ambientale, ma nel senso della capacit di un contesto di offrire un ambiente complessivamente attraente nel breve e lungo momento. Lindice da particolare enfasi alla leadership delle istituzioni regionali per creare benefici alle imprese, ai residenti, alle istituzioni e per mediare costruttivamente i loro conflitti dinteresse. Esso valuta quindi lo sforzo per creare a un ambiente attrattivo ed equo, in grado di combinare gli obiettivi di successo economico con il benessere dei cittadini. Regioni amministrative o funzionali? a discrezione delle autorit locali definire lunit territoriale che va a comporre la regione, per cui a fianco delle regioni amministrative, emergono in numero crescente le regioni funzionali. Questo segna il declino dei principi gerarchici che hanno segnato lemergere delle aree vaste, come le regioni o le aree metropolitane nel 900, a favore delle aggregazioni di scopo, temporanee e basate sulla creativit di amministrazioni che si uniscono per sviluppare politiche mirate, attive e generative, in coerenza con la politica delle piattaforme operative sostenuta dallUE. Il risultato la tendenza alla frammentazione; la rilevazione dellindice 2013 assimila alla regione gli spazi funzionali facenti capo alle aree metropolitane di Londra, Bruxelles, Vienna, Praga, Berlino, Amsterdam. Per lItalia nella stessa direzione va la valutazione delle Provincie autonome di Trento e Bolzano, considerate separatamente. Una conferma della tesi di Alesina e Spolaore (The size of nations, MIT Press, 2003) i quali sostengono che la globalizzazione facilita la creazione di nuovi stati e, per estensione, gli stati pi grandi si vanno frammentando in unit amministrative pi piccole? in discussione la storica legge di Solow e Jacobs sui vantaggi dagglomerazione delle grandi megalopoli? La questione aperta, ma sicuramente sono in crisi quelle nazioni e quelle regioni che non hanno saputo e non sanno aprire un dialogo creativo e collaborativo con la variegata gamma di aggregazioni socio- territoriali che le compongono. Competitivit e modello di sviluppo. I parametri dellindice di competitivit valutano un modello di sviluppo articolato in tre momenti: le forze propulsive, la base infrastrutturale, la capacit di innovazione. Le forze propulsive sono la capacit di leadership delle istituzioni e il sapere. Alle istituzioni spetta saper interpretare il cambiamento, stimolare politiche innovative, creare un ambiente in grado di agevolare imprese e cittadini, grazie alla qualit dei servizi. Al sapere spetta il ruolo fondamentale di aumentare le capacit della popolazione durante lintero ciclo di vita. La base infrastrutturale costituita dallefficienza del mercato del lavoro e dalla sua dimensione, dalla dotazione di infrastrutture fisiche e dalla sanit. La capacit

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www.arcipelagomilano.org d'innovazione riferita alla generalit dei portatori dinteresse: la comunit, le imprese industriali, le imprese dei servizi. Come si nota lUnione europea propone un modello di competitivit in cui lo sviluppo delle risorse umane pi importante dellintensit di produzione delle cose, a questo modello si possono fare alcune osservazioni: manca una misura del livello di coesione, perch non dobbiamo dimenticare che se la competitivit importante essa non pu essere disgiunta dalla crescita della coesione, valore fondativo dellUnione; manca qualsiasi riferimento al livello di decoupling, ossia al rapporto fra crescita della produttivit e risparmio di risorse naturali. In tal modo lindice ignora due aspetti fondamentali della competitivit: deve essere raggiunta con risparmio di risorse naturali e quindi, deve tener presente anche il loro valore economico. Ritornando alla Lombardia. Compreso il modello, si possono facilmente valutare i risultati della nostra regione, che sono relativamente omogenei con quelli delle altre regioni italiane. Lindice di competitivit letteralmente affossato dallandamento di quelle che dovrebbero essere le forze propulsive, ossia le istituzioni e il sapere. Infatti il ranking delle istituzioni (225 su 262) e 25 su 29 a livello nazionale (dopo di noi solo Croazia, Grecia, Romania e Bulgaria) determinato dai seguenti indicatori: livello della corruzione percepita, peso e costo del crimine organizzato, trasparenza degli atti di governo, efficacia del sistema regolatorio, clima istituzionale per le imprese e facilit di accesso al mercato, qualit della programmazione con riferimento allaccountability. La posizione del sapere determinata dalla qualit dellistruzione primaria e secondaria (23 su 29 a scala nazionale) e dalluniversit e long life learning (194). Listruzione di base paga la difficolt nel tenere il passo con gli obiettivi di Europa 2020 in quanto a sviluppo delle capacit di base, internazionalizzazione, imprenditorialit. Mentre luniversit condizionata dal suo isolamento istituzionale rispetto al sistema europeo, la sua assenza dalle piattaforme operative e dallesiguit dei programmi long life learning. La situazione va meglio per quanto riguarda la base infrastrutturale; le infrastrutture fisiche sono al 44 posto, la dimensione del mercato al 29, la sanit al 30, mentre lefficienza del mercato del lavoro (128) condizionata dalla preoccupante fuoriuscita dal mercato dei giovani e dalla maggiore difficolt occupazionale delle donne. I risultati in termini dinnovazione sono contradditori: unalta sofisticazione nellofferta dei servizi, specie finanziari (35) si accompagna a una media capacit di innovazione (98) e a una bassa capacit di adeguamento tecnologico (184), ma per questultimo indicatore le variabili adottate non sono molto significative. Nel complesso c poco da stare allegri, auspicabile che una rinnovata coscienza civile stimoli investimenti innovativi per un sapere in grado di creare migliori capacit e una coscienza civile pi sensibile al potenziale distruttivo di istituzioni pubbliche inadeguate.

PD OGGI: UNA VITA DA DEMOCRATICO PENSANDO ALLA POLTRONA Giacomo Marossi


Ormai il PD un megastore di prodotti politici online. Abbiamo i candidati con le loro storie preconfezionate, riassumibili in max 140 caratteri o poco di pi da un qualche copy bravino. La discussione Cuperlo non vincer mai, Civati tanto alla fine si ritira, Pittella vabb, Renzi vince per forza. Questo il dibattito interno del PD pre-congresso. Nientaltro. Siamo al grado zero del ragionamento politico. Nessuno pretendeva una lettura collettiva dellopera omnia di Hegel con commento, ma almeno due paroline sulla crisi e sul senso della parola sinistra, magari potremmo spenderle. Quando Bersani avvisava il PD del rischio di passare da soggetto politico a spazio politico, ammetto di avergli dato del matto. Ora capisco che aveva ragione. Lo stesso concetto di spazio oramai inadeguato, siamo oramai al terzo periodo ipotetico, a una realt parallela posticcia, un finto negozio online appunto, alla Amazon o alla Ebay, finalizzato alla pura gestione del potere e al suo maquillage. Non esiste scelta dettata da idee politiche o da valori morali che orientino le scelte, solo il mero calcolo del guadagno in termini di regalie, voti, posti di potere. Il tutto venduto allesterno come la purezza ideale super concentrata: siamo sempre i detentori della verit e gli altri, i grillini o i renziani (sei mesi fa), sono malvagi o incapaci. Dal partito leninista al partito liquido, siamo arrivati al partito truffa. Il PD nei fatti un organo di gestione di amministrazioni locali, istituzioni politiche, economia di Stato e non solo basato sulla dialettica interna fra correnti e bande portatrici di grandi interessi esterni. Non ci sono battaglie politiche senza tornaconto, non ci sono idee sincere senza corrispettivo: la persistenza suicida e le scelte del governo Letta sono il distillato perfetto di questa situazione. Garantiamo lesistenza del nostro potere costi quel che costi, anche la faccia. In realt non un male assoluto modellare un partito di governo in questo modo, c un qualche tipo di dibattito democratico. Il problema che questo non pu essere un partito di sinistra, ma un partito centrista, in stile DC o Scelta Civica che fa del governo la sua unica ragione di essere. Un partito che non mira a cambiare la societ attuale, ma a garantirne, con efficienza e capacit tecnica, gli equilibri. La sinistra nasce e vive solo se ha come fine il mutamento di questi equilibri, il cambiamento dei rapporti di potere fondati sul dominio sociale ed economico. Il governo un mezzo per il cambiamento tramite le riforme. Quando Letta dichiara che lazione di governo del PD basata sul cacciavite e non sulle riforme epocali, quando dice che dobbiamo abbassare la bandiera della politica per far prevalere lefficienza, dichiara morta lesperienza di 150 anni di movimento operaio. Lidea che tramite riforme forti si possa ridistribuire il potere allinterno della soci et, diffondendolo dalle poche mani del grande capitale alle molte mani dei proletari, stato lasse portante della critica riformista al massimalismo rivoluzionario. Laccettazione delle regole democratiche e la loro diffusione sono state la grande vittoria delle sinistre che ha portato lEuropa a inventare il welfare state e a trasformare lo stato in istituzione collettiva, da ufficio di interessi della borghesia qual era per il dettato marxiano ortodosso. Oggi la battaglia riformista in ritirata (e con lei la democrazia dei nostri paesi). La rinuncia alla critica sociale e alla denuncia della disuguaglianza come scandalo stato linizio della fine. Un partito che non ha come obiettivo la rimozione della

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disuguaglianza devastante fra cittadini che la crisi ha riportato allo scoperto non di sinistra, non riformista e non pu sedere al parlamento europeo nei banchi delle socialdemocrazie. Il PD chiamato a fare i conti con la sua storia, a discutere insieme al paese le sue ragioni profonde di esistenza, e lo deve fare ora, con un nuovo patto di fiducia tra elettori ed eletti, tra politica e societ che dica siamo di sin istra o riteniamo finita lesperienza della sinistra. La scelta questa e va fatta in modo trasparente, in primis per onest verso chi si impegna quotidianamente per un ideale oramai di facciata. Far finta di niente fa male al partito, ai militanti e a tutti quelli che ancora credono nella sinistra tra cui il sottoscritto, malgrado tutto. Per, in fin dei conti, un po mi piace Matteo Renzi: carismatico, ha sempre la battuta pronta e ha decisamente una marcia in pi rispetto alla qualit media della dirigenza democratica. un ottimo prodotto di

marketing insomma e si vender bene. Sono anche convinto che largomento ontologico del neorenzismo (se votiamo Renzi il PD vince e Renzi lunica possibilit di vincere a breve le elezioni allora dobbiamo votare Renzi) abbia un suo perch e che sia comprensibile che molti militanti ed elettori lo ripetano oramai come un mantra. La cosa che mi disgusta profondamente vedere la classe dirigente peggiore della storia italiana, che ha portato la sinistra alla sua sconfitta peggiore e, oramai alla sua fine inevitabile, che invece di dare le dimissioni in massa e di darsi alla raccolta dei pomodori nel Cilento si ricicla per lennesima volta, sperando di salvarsi con lennesimo restyling di facciata. Laggettivo gattopardesco non decisamente adeguato, serve almeno un indegno o indecente, se non addirittura raccapricciante. Svelare linganno del rinnovamento semplice: se il potere post PCI dellEmilia ora sta con Renzi, allora non c nessun rinnovamento. Se

persino Veltroni arrivato a bacchettare Franceschini per lincoerente appoggio (leggi: trattativa per un po di segretari regionali) a Matteo, vuol dire che abbiamo sfondato il muro del ridicolo da un bel po. La novit che noi non saremo della partita e cos spero buona parte della mia generazione. Pretendiamo coraggio e dignit, sincerit con noi militanti e con gli elettori. Si decida insieme la strada da prendere senza rimanere ostaggio dei gruppi di potere bravissimi a prenderci in giro, lo fanno da sempre. Col coraggio di tutti e con la responsabilit di chi ricopre ruoli dirigenti con dignit pu rinascere una sinistra degna di questo nome. Rimettiamo al centro la battaglia contro la disuguaglianza e la lotta politica contro il peggior capitalismo finanziario della storia. Saremo donchisciotteschi ma almeno noi, che non abbiamo niente da perdere, non ci avrete, n oggi, n mai.

CATASTO. UNA RIFORMA URGENTE A MILANO: PI EQUIT E PI GETTITO Paola Bocci


Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia, tu mi sembri una badia: questo vecchio proverbio, pu rendere bene lidea dellattaccamento degli italiani alla propriet immobiliare, in questo momento storico in cui la revisione dellimposta sulla casa e la possibilit della sua abolizione viene vista come la madre delle battaglie di Governo tra destra e sinistra. LItalia sembra in un certo senso essersi trasformata da Repubblica "fondata sul lavoro", a "fondata sulla casa", e nella propriet immobiliare si annida una gran fetta di evasione fiscale. Per richiamare la necessit di intervento, segnalo alcuni numeri ottenuti incrociando rilievi aerofogrammetrici, banche dati e ricerche di istituti bancari: in Italia ci sarebbero 350.000 case non accatastate, 1.600.000 unit immobiliari registrate catastalmente ma fuori dalle dichiarazioni dei redditi, quasi 4.000.000 di unit di cui non si conosce lesatta dimensione. Parecchi gli errori rilevati nelle documentazioni catastali, e le incongruenze negli strumenti di classificazione, aree e zone non omogenee con sperequazioni di valori catastali, classificazioni degli immobili in diversi casi obsolete e non rispondenti alla tipologia e qualit effettiva dellabitazione. Il patrimonio immobiliare in Italia coinvolge quasi l80% dei cittadini, vale complessivamente migliaia di miliardi, ma nel 2012 ha prodotto entrate fiscali irrisorie, una quarantina di miliardi. Se si vuole spostare lasse del fisco dalla tassazione sul lavoro a quella sulla propriet, e ridistribuire il carico tra le propriet immobiliari con maggiore equit, non si pu non procedere a un aggiornamento delle classificazioni degli immobili, degli strumenti di controllo e valutazione e quindi a una riforma complessiva del catasto edilizio, strumento di duplice valenza, contrasto allabusivismo e allevasione fiscale, a cavallo tra Urbanistica ed Entrate e Tributi. La riforma attesa dovr occuparsi non solo di censire tutto il costruito del Paese, rivedendo lattribuzione delle unit nelle categorie di classificazione, ma contemporaneamente di stabilire pi aggiornati, e quindi corretti, valori di rendita. Revisione che non mai stata fatta, se non parzialmente e applicando incrementi di valore tariffari di estimo lineari negli anni 90, e approfondita nel tempo da pochissimi Comuni. Obbiettivo difficile di governo da decenni, riportato di recente in Parlamento, che si stima richieder almeno cinque anni per dare origine a una compiuta riforma, su cui Anci si espressa con fermezza, richiamando una maggiore collaborazione tra Comuni e Agenzia delle Entrate Ufficio del territorio, la necessit di attuare un decentramento delle funzioni catastali in capo ai Comuni, con la attribuzione agli Enti Locali di strumenti di attuazioni efficaci (finanziari, strumentali, ma soprattutto di personale) per dare ai Comuni stessi la possibilit di snellire i procedimenti, fotografare con maggiore attendibilit la situazione locale, e utilizzare compiutamente questo strumento che in grado di ristabilire equit fiscale. il Comune che concede di realizzare sul suo territorio lunit immobiliare, conoscendone perfettamente le caratteristiche tipologiche e strutturali, e quindi anche il valore e la conseguente rendita. A Milano - che ai fini della classificazione catastale dal 1999 divisa in 55 zone omogenee - qualche passo si fatto: nel 2008 il Comune riuscito (grazie alla Legge 311 del 2004, comma 355) a procedere al riclassamento di quattro microzone del Centro Storico, aggiornandone i valori a un livello superiore. Ma quello strumento normativo che operava per zone stato possibile utilizzarlo una sola volta, e ora la richiesta di variazione va inoltrata per isolato allAgenzia delle Entrate

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www.arcipelagomilano.org - Ufficio Territorio, grazie a un protocollo tra Comune di Milano e Agenzia stessa siglato lo scorso dicembre. Il volume delle unit immobiliari registrate nel catasto urbano di Milano (sono circa 800.000 solo le unit residenziali accatastate, e di queste 1/5 non risulterebbero nelle dichiarazioni dei redditi), la necessit di bonificare le banche dati dai molti errori, e soprattutto i cambiamenti significativi del tessuto urbano milanese degli ultimi decenni - la nascita di nuovi quartieri, laggiornamento del valore di mercato, la modifica dei valori di posizione di alcune zone valorizzate dal trasporto pubblico, da nuovi servizi e da trasformazione di funzioni - richiederebbero un aggiornamento pi sistematico, di revisione sia delle microzone sia dei parametri che definiscono la classificazione degli immobili. Alcuni standard che classificano la classe A1, le abitazioni signorili, sono anacronistici, come ad esempio la soglia minima di 230 metri quadri per appartamento; pensiamo alle nuove residenze a City Life, vendute a 12.000 euro a mq, superaccessoriate, attrezzate con domotica e impianti allavanguardia, che sicuramente possono essere definite signorili anche quando lappartamento di 120 mq. La complessit dellintervento di revisione sul catasto, richiede quindi strumenti normativi adeguati, e incremento di personale e risorse, e maggiore decentramento delle funzioni gestionali ai Comuni. Gli strumenti tecnici di analisi e controllo ci sarebbero anche (ricordo alcuni strumenti coofinanziati dal Dipartimento Affari Regionali nel 2008, nellambito del bando E.L.I.S.A, contenitori e classificatori di dati che consentono di incrociarne per fare controlli), utilizzati circa 300 Comuni italiani, che hanno aderito al bando. Il processo di adeguamento per rallentato dallimpossibilit di poter prendere decisioni autonome per restare al passo dei cambiamenti. Per non rimanere fermi in attesa che la riforma arrivi i Comuni potrebbero servirsi dei dati dellOsservatorio del Mercato Immobiliare, che stabilisce valori aggiornati semestralmente riferiti a microzone ritenute omogenee. Attraverso questa banca dati possono essere riequilibrate le differenze tra zone, ma possono accentuarsi le disequit allinterno della stessa area: una casa di civile abitazione in zona Arco della Pace non dovrebbe avere la stessa valutazione a mq del palazzo depoca che ha di fianco. quindi questo strumento alternativo ancora incerto e inadeguato. Lunica vera certezza che citt come Milano hanno una disperata necessit di una revisione capillare del catasto e di collegato un trasferimento di risorse umane e di fondi, per non parlare della ovvia ristrutturazione della burocrazia, per restituire una fotografia della citt pi vicina alla realt di ci che ora, per contrastare meglio labusivismo edilizio, e per una pi equa ridistribuzione del carico fiscale sulla casa. Non pi tempo di indugiare, anche su questo i Comuni devono avere possibilit di decidere.

GIUSTIZIA: SE IL PD CONTINUA A FARE SPALLUCCE SUI REFERENDUM Enrico Borg


di una gravit estrema, purtroppo non senza precedenti, che lintera classe dirigente del PD, a parte qualche lodevole eccezione, sia oggi totalmente assente e colpevolmente inerte sul tema della giustizia, che pure dovrebbe almeno interessare un partito che, in quanto di sinistra, ha a cuore le sorti dei pi deboli, dei derelitti, degli immigrati, dei tossicodipendenti, ma anche le sorti dellItalia come sistema paese che da anni sta perdendo posizioni in tutte le graduatorie che ne definiscono la capacit competitiva, attrattiva e il grado di civilt. Incredibilmente su tutto questo sta calando una cappa di silenzio che non risparmia nemmeno uno dei candidati alla segreteria del partito. I referendum radicali, su giustizia, carceri, immigrazione, droga, finanziamento pubblico ai partiti, 8 per mille, divorzio breve, cos come la battaglia per amnistia e indulto, uniche misure in grado di ottemperare alle pressanti richieste europee per far rientrare lo Stato italiano nella legalit entro maggio 2014 (come richiesto dalla Corte Europea dei Diritti dellUomo che ha definito inumani e degradanti i trattamenti riservati ai detenuti in Italia), tutti temi che dovrebbero far parte dellagenda della sinistra, sono s ilenziati quando non osteggiati e lasciati alliniziativa strumentale, disperata ma previdente, di Berlusconi. Addirittura alla festa democratica di Cortona, che ospitava un intervento di Pippo Civati, il banchetto per la raccolta di firma stato costretto ad allontanarsi. Di fronte a tutto ci Civati e gli altri fanno spallucce concedendo il campo allavversario che ha intelligentemente firmato anche quelle proposte referendarie pi indigeste avendole avversate nellazione di governo di questi anni. Ripeto da tempo che il punto non essere per forza favorevoli alla separazione delle carriere o alla responsabilit civile dei magistrati ma di permettere una discussione e unespressione di voto costituzionalmente garantito su questioni aperte fin dal passaggio dal sistema inquisitorio a quello accusatorio nei nostri processi (Emanuele Macaluso ha ricordato sullUnit la posizione di Giovanni Falcone favorevole alla separazione) e mai risolto per via parlamentare. Il punto se vogliamo mantenere il livello di degrado insopportabile e disumano delle nostre carceri e una giustizia di classe che permette ad alcuni attraverso cavilli legali di usufruire di una delle 180.000 prescrizioni annue mentre molti altri marciscono negli istituti penali in attesa di giudizio. Il punto se vogliamo continuare a impedire alle imprese di insediarsi nel nostro paese per timore di incappare nelle maglie di una giustizia civile con milioni di processi pendenti e di una burocrazia ostile e incomprensibile (Matteo Renzi, che giustamente insiste molto su questo aspetto, come mai non coglie loccasione e limportanza di una simile battaglia referendaria?). Il punto se crediamo che nellannosa contesa fra giustizialisti e garantisti a oltranza, spesso a senso unico, non vi sia spazio per una forza politica di sinistra che faccia della legalit la sua stella polare, nella convinzione che solo attraverso una sua strenua difesa passi la tutela della dignit delle persone secondo il dettato costituzionale, soprattutto nellepoca della frammentazione e dellatomizzazione individuale della societ, con la costruzione di unidentit riconoscibile per il Partito Democratico e una speranza per il nostro paese. Rimangono ancora tre settimane per raccogliere le firme per i 12 referendum cosa aspettiamo ad allestire i banchetti nelle nostre feste democratiche?

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TRASPORTI MILANESI: LA PAGLIUZZA E I CONTI CHE NON TORNANO Marco Ponti


Anche lamministrazione Pisapia, come quella Moratti, sussidia ATM per circa un milione al giorno (350 milioni allanno), poi si fa dare in prestito 50 milioni per far tornare i conti del comune, e giustamente promette di restituirli con gli interessi. Cio si indebita con se stessa con un trucco contabile non nobilissimo, come daltronde fanno molti imprenditori con le casse delle proprie aziende ... ma son soldi loro. Non in questo caso, son soldi nostri. Inoltre per i recenti ulteriori aumenti delle tariffe di ATM (che in s non sarebbero scandalosi) non vengono presentate alternative: o si aumentano le tariffe o occorre tagliare i servizi ai cittadini. Ovviamente il tutto colpa dello Stato patrigno che ha tagliato i sussidi! Lalternativa vera non nemmeno nominabile, e si chiama fare gare serie, con lotti piccoli, tali da attirare molti concorrenti, come insegnano le migliori esperienze estere. Lamministrazione Moratti, nel silenzio assordante dellopposizione, aveva fatto una gara per ATM, organizzando le caratteristiche del bando (lotto unico) in modo che ci fosse un solo concorrente (ATM), con il giudice, il Comune di Milano, proprietario proprio di quellunico concorrente. Indovinate chi ha vinto? Si sperava che con la nuova amministrazione il vento per i trasporti pubblici cambiasse, ma non sembra cos. Il governo regionale di centrodestra promulga un paio di anni fa unorrenda legge che riduce ancora le possibilit di concorrenza, cio la possibilit di ridurre seriamente i costi per i comuni, e la nuova amministrazione milanese, invece di scatenare una guerra, vi aderisce con entusiasmo. Errare umanum est ... sed perseverare diabolicum. E infatti la stampa in questi mesi riferisce, suffragata da diverse dichiarazioni di amministratori milanesi, che allo studio la fusione tra ATM e Trenord (lazienda pubblica per i trasporti ferroviari, scaturita dalla fusione sciagurata e anticompetitiva tra Ferrovie Nord e servizi regionali di FS, fusione fermamente voluta dai liberali del centrodestra). Non ci sono parole: lunica seria speranza di ridurre i costi senza tagli fare gare serie, lo sanno tutti. Ci si pu invece immaginare quanti concorrenti si presenteranno per la gara dei servizi di un mostro tipo TrenordAtm ... espressione indubitabile della ferrea volont di un soggetto pubblico, che sar anche giudice della gara, di non avere alcuna forma di competizione reale. Lunica regione che ha messo in gara i servizi ferroviari manifestando una seria volont da avere concorrenza, il Piemonte, ha fatto uno spezzatino dei servizi esistenti, e per questo sono arrivati sei (6) concorrenti internazionali molto forti, si scatenato il finimondo di patria in pericolo, e lamministrazione liberale subentrata in Piemonte ha subito abolito la gara. Anche qui senza opposizione di sorta. Ma la storia non riguarda solo ATM: notoriamente le infrastrutture per lEXPO sono in grave crisi, sia per ritardi che per colpa della mancanza di fondi adeguati da Roma (daccapo ). Ci sono per alcuni dettagli che non si possono nemmeno nominare: quelle infrastrutture non servono allEXPO, sono altrove e vanno altrove (linee metropolitane 4 e 5, TEM, Pedemontana). Davvero un piccolo dettaglio. Che poi fossero state pianificate correttamente o no (sono tutti aggeggi costosissimi, di durata centenaria, per un evento che dura sei mesi ), non argomento sollevabile impunemente: la colpa solo di Roma. Infine, aprire i cantieri senza alcuna certezza di avere i fondi per poter finire i lavori, proprio una prassi prudente, o ha qualche sottile connotazione ricattatoria, certamente involontaria? (cos Roma, o qualcun altro, alla fine dovr pagare, e senza andare troppo per il sottile ). Dulcis in fundo, la vicenda dellhandling della SEA, 450 milioni di soldi nostri di aiuti indebiti a una societ che doveva stare sul mercato in termini concorrenziali. Di chi la colpa? Non certo delle amministrazioni che hanno erogato quei soldi (nostri), per carit! Nemmeno la nuova amministrazione ha osato sollevare un dubbio sul vero colpevole (che ovviamente lamministrazione precedente). Il solo colpevole delle inique sanzioni, che ci costringe a restituirli, la perfida Commissione Europea, e occorre essere solidali tra amministrazioni pubbliche, ci mancherebbe che qualcuno rompesse il fronte . Tutto questo non ha un suono tristemente familiare?

UN PREMIO ALLA RICERCA: ELENA CATTANEO, SENATRICE A VITA Cristina Bellon


Tutti la conosciamo, a Milano e altrove. Classe 1962. La laurea con lode in Farmacia, il dottorato in Biotecnologie e gli anni di esperienza nei laboratori al Mit di Boston lhanno trasformata in unesperta di cellule staminali e di genetica, in particolare, delle malattie neurodegenerative, le pi temute, come il morbo di Huntington. In Italia, ha contribuito ad accrescere la conoscenza scientifica e la ricchezza culturale. Lavorando sulle cellule staminali nervose, e in qualit di direttore del Centro di Ricerca sulle Cellule Staminali UniStem dell'Universit di Milano, ha dovuto confrontarsi e trovare un punto di incontro tra camici bianchi e politici. Elena Cattaneo una donna che ha sempre lottato in prima linea: ha accettato di far parte del Comitato promotore del Congresso mondiale per la libert di ricerca; si opposta al divieto di utilizzo delle cellule staminali embrionali, voluto dal governo Berlusconi con la legge 40, e alle scelte restrittive della politica italiana; si dedicata allattivit di divulgazione scientifica, battendosi per spiegare ai cittadini italiani limportanza della ricerca sulle staminali; ha sottolineato il suo scetticismo sulla vicenda Stamina. Per noi che la conosciamo bene, la nomina a senatrice a vita insieme a Claudio Abbado, Renzo Piano e Carlo Rubbia non un fulmine a ciel sereno, ma lesito di una vita offerta alla ricerca per il bene dellintera comunit. La nomina consentita dallarticolo 59 della Costituzione per cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Questa condizione stata raggiunta da italiani normalmente verso la fine della propria carriera professionale. Solo Giovanni Leone, politico e giurista, divenne senatore a vita al di sotto dei

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www.arcipelagomilano.org sessantanni. Elena Cattaneo , dunque, uneccezione: a soli cinquantanni, ha ricevuto una delle massime cariche dello Stato. Mentre Silvio Berlusconi critica i quattro neosenatori, declamando: Sono tutti comunisti, e alcuni pensano, con invidia, allo stipendio della Cattaneo, lei piange di gioia per tutti i giovani ricercatori italiani. Perch la sua non una vittoria personale, ma un grande dono per tutta la societ. Il presidente Napolitano dice la Senatrice - nel comunicarmi la nomina, mi ha detto che questa vuole essere un messaggio incoraggiante verso i giovani e i giovani scienziati, per un impegno civile sulla scienza, di cui la societ ha bisogno. Questa la strada sulla quale proseguire nellimpegno civile che ho sempre ritenuto fondamentale per il mio lavoro di ricercatrice. Lemozione della pi giovane senatrice a vita della storia si sente nella voce, ed contagiosa. Leredit di Rita Levi Montalcini, nel difficile mondo in cui viviamo, pu essere accettata soltanto da una donna coraggiosa e determinata. E lei lo . Napolitano non nasconde secondi fini o volont oscure. Il suo un gesto forte che vuole uscire dalla palude della consuetudine e dallo zoo degli elefanti bianchi della politica, andando a cercare quei nomi che sono conosciuti in tutto il mondo per i loro contributi, a volte di pi di quanto lo siano in Italia, dove la disinformazione e lindifferenza dil agano. La decisione del Presidente della Repubblica ha suscitato un grande entusiasmo tra gli italiani pi sensibili, quelli che credono che la cultura sia alla base dellarte, della scienza, delleconomia e del progresso. Ma leco della notizia risuoner, con effetti su larga scala, anche nellanimo di chi ancora non crede che questa sia stata la scelta migliore, la scelta di un uomo che pensa al futuro del Paese con onest e lungimiranza.

UN BAMBINO, UN MAESTRO, UNA PENNA E UN LIBRO POSSONO CAMBIARE IL MONDO Rita Bramante
Nel 2009 Malala, nata a Mingora nella valle pakistana dello Swat, ha conquistato notoriet con il suo diario per la BBC, in cui denunciava i soprusi della dittatura talebana: bambine costrette a nascondere i libri sotto i veli, scuole femminili bruciate e rase al suolo, diritto all'istruzione negato. Malala ha portato avanti con determinazione la sua battaglia per il diritto allo studio delle ragazze, appoggiata anche dal padre, preside di una scuola locale. Colpita a morte dai talebani mentre stava salendo sullo scuolabus, perch volevano mettere a tacere questo giovane simbolo dell'istruzione per tutte le ragazze pakistane, stata operata in un ospedale britannico e per lei si mobilitato il mondo: l'ONU ha lanciato una petizione per Malala e per chiedere pi diritti per le bambine, primo fra tutti il diritto allo studio. L'inviato dell'Onu per l'istruzione globale, Gordon Brown, e il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon, hanno consegnato personalmente la petizione al presidente pakistano, a testimonianza della solidariet globale con la giovane attivista. Secondo l'autorevole opinione di Brown e Ban Ki Moon arrivato il momento di mettere l'istruzione al primo posto, di garantire a ogni bambino il diritto di andare a scuola, perch soltanto l'istruzione pu interrompere il ciclo della povert e pu garantire migliori condizioni di salute e prospettive di lavoro. Ban Ki Moon ha vissuto in prima persona l'esperienza di crescere in una societ dilaniata dalla guerra e dalla povert. Le scuole in Corea erano state distrutte, si studiava all'aperto, ma molte istituzioni internazionali fornivano libri e materiale scolastico: lo stomaco vuoto non ha fame soltanto di cibo, ma anche di cultura. Malala oggi guarita ed stata invitata a luglio a celebrare il suo sedicesimo compleanno proprio nel palazzo di Vetro dell'ONU. Il volto circondato dallo scialle rosa appartenuto a Benazir Bhutto, leader dell'opposizione pachistana uccisa in un attentato nel 2007: un onore per lei indossare questo scialle e lo indossa a testa alta. La prima parola pronunciata da Malala di ringraziamento: non so che cosa si aspettino le persone da me, ma innanzitutto 'grazie! I proiettili non mi hanno fatta tacere e ora sono qui a reclamare il diritto di vivere in pace, il diritto all'eguaglianza di opportunit e il diritto all'istruzione. Poi i ringraziamenti a tutti coloro che l'hanno sostenuta e per primi ai leader internazionali che incoraggiano un'azione planetaria per l'istruzione e che hanno creduto nel suo sogno: i talebani non mi ridurranno mai al silenzio e non uccideranno i miei sogni. E una spiegazione lucida ed efficace di che cosa fa paura a chi ostacola il diritto all'istruzione per tutti: il potere dell'istruzione, il potere della voce delle donne, il cambiamento e l'uguaglianza all'interno della nostra societ. 57 milioni di bambini al mondo non hanno accesso all'istruzione. Malala a soli sedici anni si fatta portavoce di tutti coloro che non possono far sentire la propria voce e ha lanciato un vibrante appello per l'istruzione obbligatoria e gratuita per tutti i bambini e le bambine del mondo, per l'immediato stop allo sfruttamento di bambini nei luoghi di lavoro, al traffico di minori e al loro reclutamento in gruppi armati. Capiamo l'importanza della luce quando vediamo l'oscurit, della voce quando veniamo messi a tacere. Allo stesso modo nel Pakistan abbiamo capito l'importanza di penne e libri quando abbiamo visto le pistole. La penna pi forte della spada e gli estremisti hanno e avevano paura di libri e penne. Quella di Malala che ha reclamato ad alta voce il diritto all'istruzione per tutti noi la prima lezione per quest'anno scolastico.

PADERNO DUGNANO: MORIRE PER EXPO Ferruccio Porati


Torniamo ad aggiornare lincomprensibile vicenda della trasformazione della S.P.46 RHOMONZA in autostrada a tutti gli effetti. La vicenda parte da molto lontano, infatti il progetto preliminare nacque sotto la gestione Penati in Provincia di Milano ed proseguito imperterrito sotto quella di segno opposto di Podest (gi il cognome tutto un programma...). Siamo di fronte a una vera boiata rigorosamente bi-partisan, della cui nocivit per la salute degli abitanti si sapeva fin dagli albori. Non a caso, nella

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www.arcipelagomilano.org prima riunione pubblica tenutasi a Paderno Dugnano nel febbraio 2009, la Serravalle, per bocca dellarchitetto Minotti, parl del s acrificio di pochi per il bene di molti... . Eppure, anche di fronte a criticit irrisolte, che tali sono rimaste in tutti questi anni, in termini di inquinamento ambientale e acustico post operam, la Provincia di Milano e la societ controllata Serravalle hanno portato in gara e, poi, lasciato aggiudicare un progetto che prevede di trasformare una strada provinciale di libero accesso e di interconnessione fra i comuni di Cormano, Paderno Dugnano, Novate Milanese, Bollate e Baranzate in una vera e propria autostrada che, insinuandosi tortuosamente sul sedime esistente e poi passando su viadotti (oggi inesistenti) alti fino a 15 metri anche a meno di dieci metri da case, scuole, centro pediatrico e centro anziani, giunger, nella sua follia viabilistica, ad affiancarsi in Paderno Dugnano allesistente MilanoMeda per creare un mostro a 14 corsie, cui si aggiungeranno le complanari. Almeno 8000 i residenti padernesi impattati direttamente da questinferno entro i primi 300 mt. dallasse stradale; altre migliaia in Novate Milanese e poi Bollate... Negli anni i cittadini dei comuni interessati, riuniti in comitati, hanno proposto e lavorato a fianco delle amministrazioni per sviluppare un progetto alternativo che, basato sullinterramento, potesse dare a EXPO il collegamento autostradale ritenuto indispensabile, lasciando nel contempo vivere chi risiede da sempre in questi comuni. Ma le presunte questioni economiche legate ai costi aggiuntivi e la tempistica, ritenuta incompatibile con i tempi di EXPO, hanno vanificato ogni ragionevole sforzo, giungendo fino allalba di questo settembre 2013, ove una conferenza dei servizi deve decidere che fare del progetto. Come nella migliore tradizione italiana, i cittadini, un attimo prima che il cappio si stringesse al loro collo, si sono resi conto del pericolo incipiente e sono usciti per le strade nelle calde serate di agosto a suon di pentole e campanacci, con gli striscioni appesi sui balconi a dire che "no, o si interra o non si fa nulla". difficile pensare che un braccio di ferro durato pi di cinque anni, quando questo progetto a cielo aperto era ancora una montagna informe di carta scarabocchiata in qualche modo, ora, che siamo al termine di una procedura approvativa, possa venir rivoltato nel senso sperato dai cittadini, per altres vero che le pentole hanno suonato forti e numerose anche in centro a Milano, in piazza Cavour, mentre una prima sessione di conferenza dei servizi andava in onda. vero che ora ci sono dei Parlamentari che hanno portato allattenzione del Governo questa vicenda, cos come c chi combatte strenuamente allopposizione in Regione Lombardia e in Provincia, cos come c lindicazione di tutti i Comuni coinvolti a non procedere su Paderno. Ci sar solo da vincere lintransigenza della societ Serravalle (su cui la Provincia, che la controlla, potrebbe, volendolo, imporre la volont di soluzioni alternative, votata in consiglio due anni fa ma mai applicata dalla Giunta, cos come accaduto in Regione Lombardia questa primavera ...) e la voracit del team di aziende assegnatarie provvisorie dellappalto a cielo aperto, nonch i pericolosissimi superpoteri dei vari commissari EXPO... E, per concludere, circa lopportunit di costruire superstrade sopraelevate in ambito urbano, la prestigiosa ENR Customer Connection parla di come in USA si stia cercando di rimuovere le arterie stradali che tagliano le citt invece di costruirne di nuove . Tutto questo datato agosto 2013! Ecco la cifra dellassurda disumanit dellautostrada Rho-Monza: nascer viabilisticamente obsoleta; rumorosa, infernale e soffocante camera a gas per migliaia di inermi di ogni et: uomini, donne, giovani, anziani, bambini e neonati. Il problema della salute collettiva considerato meno di zero, tanto che per noi sar istituito losservatorio della salute, giusto per vedere se i morti perch ci saranno i morti saranno di pi o di meno della stima attesa. Complimenti Herr Mengele! Chicca finale: a Baranzate una delle opere di compensazione sar un nuovo cimitero... nutrire il pianeta, energia per la vita!

LE DOMANDE NON FATTE AI NO TAV Giovanni Cominelli


Dellintervista di Paolo Griseri di Repubblica di domenica 8 settembre a Erri De Luca non sono le risposte a stupire, quanto le mancate domande. Erri De Luca ha dichiarato pubblicamente nei giorni scorsi di aver partecipato attivamente ad azioni di sabotaggio dei cantieri della TAV in Val di Susa. Ma lintervistatore non fa neppure una domanda circa il merito delle posizioni di Erri De Luca e altri sulla TAV: giusto o sbagliato ricorrere al sabotaggio, quando non si daccordo con la costruzione di una strada, di una ferrovia, di unopera pubblica? Lintervista si sdilinquisce sul tema stracotto dellintellettuale, che osa sporcarsi le mani, in nome della coerenza con ci che scrive e della responsabilit di chi pratica il mestiere della parola. Ma se il suddetto intellettuale passa dalle parole alle pietre, forse occorre interrogarlo sui pensieri e sulle parole, possibilmente non in ginocchio. decisiva, infatti, non tanto la coerenza delle parole con le azioni, quanto quella delle parole/azioni e con la realt esterna. Non basta letica della convinzione, occorre quella della responsabilit, appunto! Qui la TAV non centra per nulla. Al riguardo le opinioni di esperti e tecnici sono discordanti: per alcuni unopera necessaria, che ci collega alle correnti del commercio continentale che parte dallEuropa occidentale per raggiungere lEst asiatico; per altri si riduce principalmente alla distruzione del territorio di una valle. Lo schieramento pro e contro assolutamente trasversale alle forze politiche. Resta il fatto che un governo democraticamente legittimato ha deciso che lopera si fa. E poich lintellettuale ammette che in Italia la democrazia pur tuttavia c, ci che allarma del pensiero dello scrittore appunto la sua concezione della democrazia. Su questa questione bisogna riconoscere che Erri De Luca di una coerenza adamantina. Egli appartiene a quella generazione di Lotta continua, che, nel gran calderone della vecchia Fiera di Rimini del novembre del 1976, si scontr violentemente sul tema della forza. Nelloccasione il nostro intellettuale dirigeva il servizio dordine di Lotta continua, che si scagli, con forza appunto, contro lala femminista, considerata di destra. La storia dice che proprio in quei giorni una parte di Lotta stava trasmutandosi in Prima Linea, mentre il gruppo dirigente storico, Sofri in testa, se la dava a gambe. Lomicidio Calabresi

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www.arcipelagomilano.org era gi accaduto il 17 maggio 1972 ed era gi stato archiviato senza pentimenti dallintero gruppo dirigente. Ma la sua riscoperta da parte della magistratura, su suggerimento del pentito Leonardo Marino, provocher un passaggio ripetuto e contraddittorio davanti a diverse Corti giudicanti e unimplosione di storie e biografie nei resti del vecchio gruppo, della quale sono emersi indizi in polemiche sui giornali, cui lo stesso Erri De Luca ha partecipato, lanciando coltelli sotto il tavolo e ambigui ammonimenti. La parte non-violenta di Lotta continua promosse la nascita dei Verdi: per alcuni fu solo un modo di stare a galla nelle istituzioni, per altri un investimento che sostituiva il Dio defunto della rivoluzione proletaria. Luca Erri si appart a scrivere libri di successo. Ma ecco apparire, negli anni 2000, la TAV. Per le popolazioni della Val di Susa si tratta di una battaglia per la difesa del proprio giardino. Ma per le correnti antagonistiche che vengono dal profondo della storia del Paese e che si rigenerano periodicamente e con sempre nuovi nomi dal ventre della societ italiana la difesa del territorio della Val di Susa diventata una proiezione simbolica e il punto di condensazione di ogni opposizione radicale allo stato di cose presente, una battaglia anticapitalistica e rivoluzionaria, alla quale partecipare, anche se si abita a centinaia di chilometri di distanza dalla valle. Ricorrendo a tutte le forme di dissenso e di lotta possibili, legali, ma anche no. Come noto, la rivoluzione non un pranzo di gala, non pu certo riconoscersi nelle estenuate forme della democrazia rappresentativa borghese, che prende decisioni attraverso un Parlamento, colonizzato dai grandi interessi economici. C unintera generazione che non ancora pervenuta allaccettazione della democrazia liberale; di essa apprezza solo la libert di sabotaggio. In questi ambienti antagonisti, produce pi cultura politica il Manuale di resistenza, sabotaggio e guerriglia antifascista scritto nel 1943, ripubblicato nel 2009, di quanto ne possa produrre un Tocqueville. A quanto pare, Erri De Luca appartiene con coerenza degna di causa migliore a questo filone. Tuttavia per un cittadino democratico banale continua a esistere una certa differenza tra lelogio del sabotaggio e la pratica del medesimo. Lelogio non reato, la pratica s. Chiss se lintervistatore di Repubblica lo sa!

Scrive Sergio Murelli a Enrico Fedrighini


La riorganizzazione della sosta per gli spazi dovrebbe comportare lintroduzione del pagamento di congrue tariffe a carico dei residenti del centro che occupano i parcheggi gialli. scandaloso che esistano cos tanti parcheggi gialli che costringono i cittadini a sfibranti e spesso vane ricerche di un posto per parcheggiare in righe blu. Che acquistino i box come sono fanno i cittadini extra cerchia!

MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Beethoven a 100 allora
Suggeriamo ai nostri lettori di cliccare su questo link: http://wimp.com/amazingpianist/ e di dedicare pochissimi minuti a vedere e ascoltare il grande Murray Perahia che esegue il terzo tempo della Sonata n. 14 in do diesis minore - opera 27 n. 2 - di Beethoven, comunemente indicata come Sonata al chiaro di luna. Scopriranno cos quanto sono importanti i tempi nella musica - assai pi di quanto si crede - e quanto pericoloso esagerare con la velocit. Non si pu certo negare al pianista newyorkese ben conosciuto in Italia per tanti magnifici concerti non solo una tecnica invidiabile, ma anche una grande sensibilit e una consolidata capacit interpretativa. Eppure in questo pezzo sembra cadere nel pi classico degli errori, quello di far emergere la velocit al di sopra di ogni altro aspetto della partitura. Con il risultato di perdere per strada finezza, emozione, sentimenti e soprattutto di far scomparire quel singhiozzo - o quel sussulto, come di un pianto trattenuto - che conclude una delle pi appassionate Sonate beethoveniane. vero, il tempo un Presto agitato, che segue il magico Adagio sostenuto del primo tempo e lo Allegretto con Trio in re bemolle maggiore del secondo (un tempo che evoca il minuetto senza esserlo, perch Beethoven in questa composizione non vuole alcun accenno alla galanteria settecentesca) e dunque deve essere un tempo veloce; ma la Sonata del 1801 e in quegli anni la tecnica sia quella intrinseca dello strumento che quella propria dellesecutore non permetteva queste velocit, e dunque Beethoven non poteva immaginarlo cos; inoltre un Presto, bench agitato, diverso da un Prestissimo come per esempio quello della prima Sonata (lopera 2 n. 1 in fa minore). La agitazione un moto dellanimo che deve trovare intima consapevolezza. A quella velocit la consapevolezza si perde e prendono il sopravvento il virtuosismo e il tecnicismo che assomigliano molto allesibizionismo. *** Perahia non per il solo a trattar male il povero Chiaro di luna; un altro Andras Schiff il quale ha deciso tempo fa che bisogna prendere alla lettera Beethoven il quale, riferendosi allAdagio Sostenuto, scrive testualmente che si deve suonare tutto questo pezzo delicatissimamente e senza sordino. Il sordino oggi si chiama smorzo e suonare senza sordino significa tenere il pedale incessantemente abbassato; Schiff esegue pervicacemente tutto

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www.arcipelagomilano.org lAdagio senza mai alzare il pedale, creando cos unatmosfera sonora di grandissima confusione, straniante, tutto lopposto di quel delicati ssimamente voluto da Beethoven. Ci siamo gi chiesti perch lo faccia, essendo lui un coltissimo musicista, e temiamo che sia una sorta di vezzo, un gesto di originalit per segnalare fino a che punto egli intenda essere fedele al testo; ma la fedelt unaltra cosa, soprattutto fedelt alle intenzioni e agli obiettivi dellautore. Se il manoscritto contenesse un palese errore di scrittura, linterprete non sarebbe tenuto a rispettarlo ma avrebbe il dovere di correggerlo *** Pur sembrandoci ovvio che il musicista non debba limitarsi a essere il mero esecutore della partitura ma debba esserne anche linterprete, dunque con il diritto se non anche il dovere di proporne nuove letture, riteniamo ci sia un limite, quello del rispettare i caratteri fondamentali dellopera. Questa unepoca in cui ci si sente in diritto di ambientare unopera lirica dellottocento in un campo di concentrazione nazista e di rappresentare Lohengrin come un giovanotto in piena crisi depressiva; cos capita che il povero Beethoven sia strapazzato perfino dai pi grandi interpreti, terrorizzati dal rischio di apparir banali. I grandi interpreti, proprio perch grandi, dovrebbero rendersi conto che il pubblico li applaude suggestionato dalla loro fama ma poco a poco finisce per disamorarsi della musica.

ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Crepax: Valentina e le altre
In attesa di quello che sar un autunno caldissimo e molto americano (in tema di mostre), ecco che ancora per una settimana Palazzo Reale render omaggio a Guido Crepax, creatore della celebre Valentina e fumettista a tutto tondo. In occasione del decimo anniversario della sua morte, avvenuta il 31 luglio 2003, Milano propone unantologica che ripercorre non solo la vita della conturbante Valentina, ma luniverso poliedrico di Crepax. Grazie a bozzetti, schizzi, tavole, maquettes e oggetti appartenuti allartista, si ripercorrono gli anni della sua vita e della sua carriera, disseminata di personaggi iconici ambientati in un mondo onirico e surreale. Su tutti spicca Valentina, fotografa con il fisico da modella, caschetto nero, personaggio ispirato all'attrice del cinema muto Louise Brooks, creata nel 1965 e musa e alter ego di Crepax. Dieci sale dellAppartamento di Riserva per esplorare il mondo di Valentina ma non solo. Ci sono anche Anita, Bianca, Francesca, Neutron il supereroe... 97 tavole originali e trenta tra sagome a grandezza naturale, scenografie, teatrini, filmati ed installazioni sono state realizzate per l'occasione ed esposte insieme a pezzi contemporanei di design che riprendono e acclamano il mondo crepaxiano. Dieci le sezioni tematiche che fanno scoprire un Crepax in piena attivit e al passo con la sua Milano e pienamente immerso nella sua epoca: si potr studiare il rapporto tra i suoi disegni, la moda e il design; i grandi classici dei romanzi illustrati a fumetti ; la sua passione per il cinema e il teatro; le citazioni prese dal mondo dellarte; lamore per la fotografia e anche la musica, silenziosa colonna sonora per i suoi fumetti, ma non solo. In attesa di un autunno molto movimentato, ultima settimana per godere, gratuitamente, di una mostra che racconta un mondo onirico e senza tempo, ambientato in una Milano che quasi non c pi. Guido Crepax: ritratto di un artista Palazzo Reale fino al 15 settembre 2013, Ingresso gratuito, Orari: luned dalle 14.30 alle 19.30; marted, mercoled e venerd dalle 9.30 alle 19.30; gioved e sabato dalle 9.30 alle 22.30.

Il signore del giallo a palazzo reale


E Palazzo Reale si tinse di giallo. No, non per una stramba scelta di chiss quale architetto creativo, ma perch a Milano arrivato niente meno che il maestro del giallo Alfred Hitchcock. La mostra, aperta da poco, presenta al pubblico una serie di testimonianze sulla vita e soprattutto sul lavoro del grande regista inglese. Settanta fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Universal Picture raccontano la figura di Alfred Hitchcock attraverso i suoi principali capolavori firmati dalla major americana: 'Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures', il titolo della rassegna, in programma fino a settembre, che mette in mostra scene dei backstage dei principali film di Hitchcock, rivelando particolari curiosi sulla realizzazione delle scene pi celebri, sull'impiego dei primi effetti speciali, sugli attori e sulla vita privata del grande regista. La Universal Pictures dal 1940 al 1976 ha prodotto i capolavori del grande regista, e le immagini in mostra danno suggestioni di quellepoca doro ormai passata, ricordando sia luomo che lartista. Suggestioni thriller accompagnano il visitatore nelle sale: complice anche la colonna sonora che mixa i temi musicali pi famosi dei film di Hitchcock, e che tanto hanno giocato nel creare quel clima di suspense e angoscia che regnava nei suoi film. Dai violini stridenti di Psyco, ai gabbiani de Gli Uccelli. Ma al centro c sempre lui, figura e regista ingombrante, sempre accanto ai suoi attori per suggerire e dare indicazioni. Eccolo accanto alla bellissima Grace Kelly e a Janet Leigh, oppure con Kim Novak e Paul Newman, o pi semplicemente accanto alla fondamentale moglie e compagna Alma Reville. Una interessante parentesi dedicata anche ai cammei di Hitchcock, in cui il regista si fa attore che appare per fugaci momenti, attesi e osannati dal pubblico. Oltre alla mostra, i fan del regista potranno gustare i suoi capolavori grazie a una rassegna dei suoi film cult proposta dalla Fondazione Cineteca Italiana allo Spazio Oberdan fino al 17 luglio: in cartellone non soltanto otto capolavori di Hitchcock

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www.arcipelagomilano.org in lingua originale con sottotitoli in italiano (La donna che visse due volte, Nodo alla gola, Notorius L'amante perduta, Psyco, Sabotaggio, L'ombra del dubbio, Gli uccelli, La finestra sul cortile), ma anche il recentissimo Hitchcock interpretato da Anthony Hopkins, e che verr proiettato sempre in lingua originale. C' qualcosa di pi importante della logica: l'immaginazione, disse una volta il regista, scomparso nel 1980. Questo sicuramente un consiglio da tener presente anche oggi visitando la mostra, attendendosi quasi che un pericolo mortale sbuchi dalle sale immacolate di Palazzo Reale. Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures Palazzo Reale, fino al 22 settembre 2013 Orari luned 14.30 - 19.30 marted, mercoled, venerd e domenica 9.30 19.30 gioved e sabato 9.30 - 22.30 Ingresso Intero 8,00 Ridotto 6,50

I sette savi di Melotti


Dopo quasi cinquanta anni di assenza tornano a far bella mostra di s i Sette Savi dello scultore Fausto Melotti. Le sculture, restaurate con il contributo di SEAAeroporti di Milano, attenderanno da qui al 10 novembre i viaggiatori e i frequentatori dellaeroporto di Malpensa presso la Porta di Milano, tra l'ingresso del Terminal principale e la stazione ferroviaria che conduce in citt. La Porta, progettata dagli architetti Pierluigi Nicolin, Sonia Calzoni (che hanno curato l'allestimento della mostra), Giuseppe Marinoni e Giuliana De Gregorio, con i suoi effetti datmosfera, esalta e valorizza i giganti di pietra di Viggi scolpiti da Melotti con un forte richiamo alla metafisica dechirichiani. I Sette Savi hanno una lunga e travagliata storia alle spalle. Lopera fu concepita infatti come un insieme di 12 gessi per la sala disegnata dagli architetti B.B.P.R. (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers) e intitolata Coerenza delluomo della VI Triennale di Milano. Di queste sculture ne sopravvissero intatte solo sette e questo stesso numero port Melotti a non volere reintegrare le cinque perdute. Lopera infatti acquis un nuovo senso, facendo riferimento alla magia del sette che da sempre compare nella storia delluomo con significati filosofici e religiosi: nel Buddismo il numero della completezza, nel Cristianesimo sette sono i sacramenti e i doni dello Spirito Santo, nella religione islamica il sette identifica gli attributi fondamentali di Allah. Questo numero ha non solo nella religione, ma anche nella cultura - astronomica, storica, mitologica - un forte significato simbolico. Sette sono le arti liberali, le virt teologali, i peccati capitali, le meraviglie del mondo e i metalli della trasmutazione alchemica. Dovendone produrre altre versioni, lautore decise quindi di creare sempre e solo sette elementi. Ogni scultura simile ma differente dalle altre, creando un ritmo quasi musicale come era tipico della cultura astratta di Melotti. Lo scopo dei Savi sembra quello di far riflettere sulla compostezza e laspetto sacrale di coloro che dedicano la loro vita alla conoscenza, con profonda concentrazione e forza di volont. Al grande pubblico era per gi possibile vedere altri Savi di Melotti in un paio di versioni: quella in gesso, esposta al MART di Rovereto, eseguita nel 1960, e quella in marmo di Carrara creata nel 1981 ed esposta nel giardino del PAC di Milano, visibile anche dalla vetrata interna. Ma questi giganti di pietra, dove erano finiti per quasi cinquanta anni? I Sette Savi in questione vennero commissionati dal Comune di Milano allo scultore trentino per adornare, nel 1961, il giardino del Liceo Classico Giosu Carducci di via Beroldo, e lopera fu selezionata da una commissione composta dagli architetti Piero Portaluppi, Franco Albini e Renzo Gerla, allora consulenti del Comune. Fu pagata 5.805.000 lire, una cifra considerevole per i tempi anche se, visto il valore odierno, fu anche un lungimirante investimento economico. Nel 1964, due statue vennero danneggiate dagli studenti; e da allora, lopera giaceva in un deposito del Liceo, in attesa del suo recupero, dimenticata e acciaccata. Dopo un restauro costato 18.000 euro ecco che ora i Savi accoglieranno viaggiatori e passeggeri in transito per Milano, presentandosi come un interessante biglietto da visite della citt in vista dellExpo 2015

Milano Archeologica 2015


In vista dellExpo 2015 tante sono le attivit culturali in programma. Oltre allideazione di nuovi progetti, Mil ano si prender (finalmente) cura anche del patrimonio gi esistente, restaurando e valorizzando alcuni siti importantissimi per la storia della citt e quindi significativi anche a livello turistico. da poco stata presentata infatti la prima tappa del programma Milano Archeologia per Expo 2015, un percorso che restituir alla citt una fetta importante del suo patrimonio storico, quello riguardante let romana e imperi ale. Nonostante gli evidenti sviluppi urbanistici e architettonici, Milano conserva ancora tracce importanti di un passato glorioso che va dal I sec. a.c. allet tardoantica, in cui la citt divenne centro e poi una delle capitali pi siginificative dellImpero romano. Resti di questo passato si possono vedere ancora oggi al Museo Archeologico di corso Magenta, con i resti delle mura di Massimiano e la torre di avvistamento, cos come, inglobata nel campanile di San Maurizio al Monastero Maggiore sopravvive lantica torre del circo romano. L accanto invece sono conservati, in via Brisa, a cielo aperto, i resti del monumentale palazzo imperiale, in cui Costantino e Licinio nel 313 emanarono il famoso Editto di tolleranza. I resti pi emozionanti forse per si trovano sotto piazza Duomo, con il battistero di San. Giovanni e lantica basilica di Santa Tecla. Solo per citare le testimonianze pi note. Il progetto Milano Archeologia si propone quindi di favorire la conoscenza e la conservazione delle realt archeologiche presenti nel centro storico di Milano mediante azioni di manutenzione, promozione e comunicazione attraverso un sistema di reti di conoscenze e diffusione delle informazioni. Un progetto voluto e sostenuto dallArcidiocesi, dalla Regione Lombardia, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici e dal Comune di Milano. Insieme collaboreranno le parrocchie di San Eustorgio, San

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www.arcipelagomilano.org Simpliciano, San Lorenzo Maggiore e San Nazaro in Brolo, interessate poich depositarie di importanti resti paleocristiani sui loro territori. Infatti verranno restaurate e riqualificate le aree delle sepolture e dei manufatti paleocristiani della necropoli di Sant'Eustorgio; verranno valorizzati i resti di et romana imperiale presso San Nazaro, cos come larea del Foro romano in piazza s. Sepolcro e nei sotterranei della Biblioteca Ambrosiana, per concludere con la torre romana e la torre del circo in via Luini. A partire dalla celebrazione dei 1700 anni dellEditto di Costantino e in vista dellExpo, questo progetto non solo punta a riqualificare e promuovere resti, aree e monumenti, ma anche a elaborare una metodologia che potr essere replicata per altre realt non solo milanesi ma anche lombarde.

La Biennale enciclopedica di Gioni


Il 1 giugno ha aperto la 55 Esposizione internazionale d'arte di Venezia, firmata dal pi giovane curatore nella storia della Biennale, Massimiliano Gioni, gi direttore artistico della Fondazione Trussardi e direttore associato del New Museum di New York. Il titolo dellevento imponente: "Il Palazzo Enciclopedico", ripresa dichiarata del progetto pensato dall'artista-architetto italoamericano Marino Auriti, che nel 1955 aveva depositato il brevetto per realizzare un edificio di 136 piani destinato a contenere 'tutto il sapere dell'umanit, collezionando le pi grandi scoperte del genere umano, dalla ruota al satellite". Unimpresa chiaramente impossibile, rimasta utopica, ma che ha dato spunto a Gioni per creare una Biennale che si preannuncia essere ricca di sorprese e meraviglie. Concentrare in un luogo solo tutto il sapere (artistico) del panorama contemporaneo, con i grandi di ieri e di oggi: una sfida per Gioni, accettata per dai 150 artisti provenienti da 38 Paesi diversi. Sviluppata come sempre tra il Padiglione Centrale, i Giardini e l'Arsenale, la Biennale concepita come un museo contemporaneo, e, spiega Gioni l'esposizione sviluppa un'indagine sui modi in cui le immagini sono utilizzate per organizzare la conoscenza e per dare forma alla nostra esperienza del mondo". Insomma quel sogno che da sempre rincorre luomo di poter arrivare al sapere sommo e totale, viene abbozzato da Gioni nella sua Biennale, chiamando gli artisti a contribuire con un pezzetto di arte, a questa utopia. Un percorso e un allestimento che si preannunciano in stile Wunderkammer, le celebri camere delle meraviglie in voga tra 1500 e 1600, destinato a suscitare stupore e sorpresa, ma anche a far riflettere sul senso dellarte oggi, secondo una progressione di forme naturali e artificiali, messe insieme per strabiliare lo spettatore. Il Palazzo Enciclopedico una mostra sulle ossessioni e sul potere trasformativo dellimmaginazione e si apre al Padiglione Centrale ai Giardini con una presentazione del Libro Rosso di Carl Gustav Jung dice Gioni, riferendosi al manoscritto illustrato al quale lo psicologo lavor per sedici anni, posto in apertura del Padiglione Centrale. Un lavoro che stimola la riflessione sulle immagini, soprattutto interiori e sui sogni in chiave psicanalitica, cancellando le distinzioni tra artisti professionisti e dilettanti, tra outsider e insider - dice ancora Gioni l'esposizione adotta un approccio antropologico allo studio delle immagini, concentrandoci in particolare sulle funzioni dell'immaginazione e sul dominio dell'immaginario". La Mostra sar affiancata da 88 partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, allArsenale e nel centro storico di Venezia, con ben dieci Paesi new entry: Angola, Bahamas, Regno del Bahrain, Costa dAvorio, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Maldive, Paraguay, Tuvalu e Santa Sede. E la partecipazione di questultima forse la novit pi forte, con una mostra allestita nelle Sale dArmi, fortemente voluta dal cardinal Bagnasco. E il sempre chiacchieratissimo Padiglione Italia? Questanno il comp ito curatoriale toccato a Bartolomeo Pietromarchi, che ha deciso di lavorare sugli opposti, con Vice versa, titolo scelto riprendendo un concetto teorizzato da Giorgio Agamben nel volume Categorie italiane. Studi di Poetica (1996), in cui il filosofo sosteneva che per interpretare la cultura italiana fosse necessario individuare una "serie di concetti polarmente coniugati" capaci di descriverne le caratteristiche di fondo. Binomi quali tragedia /commedia o velocit/leggerezza divengono cos originali chiavi di lettura di opere e autori fondanti della nostra storia culturale. Una attitudine al doppio e alla dialettica che particolarmente cara alle dinamiche dellarte contemporanea italiana. Quattordici gli artisti invitati e ospitati in sette stanze: Francesco Arena, Massimo Bartolini Gianfranco Baruchello, Elisabetta Benassi, Flavio Favelli, Luigi Ghirri, Piero Golia, Francesca Grilli, Marcello Maloberti, Fabio Mauri, Giulio Paolini, Marco Tirelli, Luca Vitone, Sislej Xhafa. Gli artisti, in un dialogo di coppia, compongono un viaggio nellarte italiana di ieri e di oggi, letto per non come una contrapposizione di stili, forme o correnti, ma piuttosto come un atlante del tempo recente che racconta una storia tutta nazionale. Insieme ai tantissimi eventi collaterali sparsi per la citt, non resta che scoprire, vivendola dal vivo, questa promettente, e ricca di citazioni, Biennale. Per scoprire i vincitori, clicca qui.

Il Napoleone restaurato
Dal 1859 sorveglia lAccademia e la Pinacoteca di Brera. In un secolo e mezzo di vita ha visto passare artisti, personalit illustri, studenti e appassionati darte. Ora, finalmente, si concede un meritato restauro. Protagonista di un intervento che durer 12 mesi proprio il Napoleone come Marte Pacificatore di Antonio Canova, statua bronzea che troneggia al centro del grande cortile donore in omaggio a colui che, nel 1809, fond la Real Galleria di Brera. Dal prossimo giugno limponente scultura sar circondata da una teca di vetro, attraverso la quale si potranno seguire, passo dopo passo, i progressi compiuti sul grande bronzo, proprio come consuetudine per i restauri sui dipinti della Pinacoteca, esposti al centro del percorso museale in un laboratorio di vetro. Sistemati, ripuliti e messi a nuovo da abili restauratori che lavorano sotto gli occhi (curiosi) di tutti. Pannelli illustrativi e attivit didattiche per scuole e appassionati accompagneranno i restauri, sponsorizzati da Bank of America Merrill Lynch,

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www.arcipelagomilano.org dallAssociazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi e dalla Soprintendenza per i beni storici artistici e etnoantropologici di Milano. Che fosse necessario un restauro era evidente da tempo: la superficie ha subito alterazioni causate da fattori metereologici e dall'inquinamento atmosferico, cos come sono visibili distacchi e cadute di frammenti e crepe nel marmo posizionato sotto il piedistallo della statua. Un Napoleone che ha avuto vita non facile, fin dallinizio. Lopera fu commissionata nel 1807 da Eugenio di Beauharnais, vicer del Regno dItalia, allo scultore Antonio Canova, ma non essendo ancora pronta, per problemi con la fusione, nel 1809, per linaugurazione della Pinacoteca di Brera, Beauharnais acquis a Padova il calco in gesso, da esporre in quella occasione. Il gesso, depositato in unaula dellAccademia, stato riesposto in uno dei saloni della stessa Pinacoteca, in concomitanza con le celebrazioni dei duecento anni dellistituzione museale, avvenuti nel 2009. Dopo il declino della fortuna e del comando di Napoleone, la statua in bronzo, che a Milano non aveva mai trovato collocazione in luogo pubblico, fu abbandonata nei depositi del palazzo di Brera. Riemerse alla luce allepoca dellarrivo in Lombardia di Napoleone III, a conclusione della seconda guerra di indipendenza italiana. Nel 1859 la statua fu eretta su un basamento temporaneo nel cortile principale di Brera. Solo nel 1864 fu inaugurato lattuale basamento in granito e in marmo di Carrara progettato da Luigi Bisi, docente di prospettiva allAccademia di Brera, ornato con aquile e fregi di bronzo. La statua in bronzo fu ottenuta con un'unica fusione (ad eccezione dell'asta e della vittoria alata) tenendo conto delle prescrizioni dettate dallo stesso Canova: l'asta tenuta nella mano sinistra composta da due elementi avvitati; la vittoria alata, che per fu rubata, stata allinizio degli anni 80 ricostruita basandosi su documentazione fotografica. Una curiosit: il bronzo utilizzato per la fusione proviene da cannoni in disuso di Castel Sant'Angelo a Roma. Un restauro iniziato in un momento non causale: il progetto parte del lavoro di valorizzazione che la Pinacoteca di Brera ha avviato in preparazione dellEXPO 2015, in cui giocher un ruolo fondamentale sulla scena culturale non solo milanese ma anche internazionale.

Leonardo e le macchine ricostruite


Come faceva Leonardo Da Vinci a progettare le sue macchine volanti? Potevano davvero volare? Che cosera il famoso Leone Meccanico? Perch non venne mai portato a termine il colossale monumento equestre di Francesco Sforza? Queste sono solo alcune delle domande che potranno avere risposta grazie allinnovativa - e unica nel suo genere - mostra che si appena aperta in una location deccezione: gli Appartamenti del Re nella Galleria Vittorio Emanuele. Tutto nasce dallidea di tre studiosi ed esperti, Mario Taddei, Edoardo Zanon e Massimilano Lisa, che hanno saputo mettere insieme e creare un centro studi e ricerca dedicato a Leonardo, alle sue invenzioni e alla sua attivit, con risultati sorprendenti sia sul fronte delle esposizioni, sia su quello della divulgazione. Leonardo3 (L3) parte di un progetto pi ampio, di un innovativo centro di ricerca la cui missione quella di studiare, interpretare e rendere fruibili al grande pubblico i beni culturali, impiegando metodologie e tecnologie allavanguardia. Sia i laboratori di ricerca sia tutte le produzioni L3 (modelli fisici e tridimensionali, libri, supporti multimediali, documentari, mostre e musei) sono dedicati allopera di Leonardo da Vinci. E i risultati sono stati straordinari: L3 ha realizzato il primo prototipo funzionante al mondo dellAutomobile di Leonardo, hanno ricostruito il Grande Nibbio e la Clavi-Viola, il primo modello fisico della Bombarda Multipla, il primo vero modello del Pipistrello Meccanico, il Leone Meccanico e il Cavaliere Robot, oltre a interpretazioni virtuali e fisiche inedite di innumerevoli altre macchine del genio vinciano. Non solo macchine per. Fondamentali per la riscoperta e la creazione dei prototipi sono stati i tanti codici leonardeschi, tra cui il famoso Codice Atlantico interamente digitalizzato, cos come il Codice del Volo, presentato in Alta Definizione, in cui ogni singolo elemento interattivo. E queste tecnologie diventeranno, in futuro, sempre pi utili per studiare manoscritti antichi e fragilissimi, come i diversi Codici e taccuini, gi molto rovinati dallusura e dal passare dei secoli. Una mostra che divertir grandi e bambini, che potranno toccare con mano le macchine e i modellini ricostruiti, testarsi sui touch screen per comporre, sezionare o vedere nel dettaglio, tramite le ricostruzioni 3D, i vari pezzi delle macchine di Leonardo, far suonare la Clavi-Viola e costruire, davvero, un mini ponte autoportante. Una delle ultime sezioni poi dedicata ai dipinti di Leonardo, su tutti la famosa Ultima Cena. Una ricostruzione digitale e una prospettica permettono di ricostruirne strutture e ambienti, di capirne perch Leonardo sbagli di proposito la prospettiva e di approfondire alcuni dettagli. I modelli sono stati costruiti rispettando rigidamente il progetto originale di Leonardo contenuto nei manoscritti composti da migliaia di pagine, appunti e disegni. Il visitatore avr anche la possibilit di leggere i testi di Leonardo invertendo la sua tipica modalit di scrittura inversa (da destra a sinistra). L3 si gi fatto conoscere nel mondo, le mostre sono state visitate da centinaia di migliaia di persone in citt e Paesi come Torino, Livorno, Vigevano, Tokyo, Chicago, New York, Philadelphia, Qatar, Arabia Saudita e Brasile. Occasione imperdibile. Leonardo3 Il Mondo di Leonardo -piazza della Scala, ingresso Galleria Vittorio Emanuele II, fino al 14 febbraio 2014 luglio, orari: tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 23:00, biglietti: 12 intero, 11 studenti e riduzioni, 10 gruppi, 9 bambini e ragazzi, 6 gruppi scolastici.

LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org

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Roberto Ippolito Ignoranti


Chiarelettere editore, Milano, 2013 pagg. 170, euro 12,90
della Mondadori da forse ventanni non legge un romanzo. La carrellata di strafalcioni viene descritta dallautore con lo stile impeccabile del grande professionista della cronaca e con una sottile ironia che ci fa sorridere. Ma poi dobbligo la seriet, quando capiamo che in questa satira italiana siamo protagonisti. I boia dei ministeri hanno preferito ghigliottinare, anzich investire nella cultura. C una scure in azione sopra listruzione e continua a tagliare teste. Dai dirigenti scolastici, agli insegnati, agli studenti che sempre di meno occupano i banchi di scuola. Al sud labbandono scolastico spaventoso, forse perch la mafia e la camorra temono di pi listruzione che la giustizia. Molti sintomi dicono che linvestimento nellistruzione al Sud assolutamente inadeguato. Ma al nord non diverso. Nelle universit, dopo aver superato il test dingresso, arriva il momento di versare le tasse. Mandare un figlio alluniversit resta un investimento costoso per le famiglie, insostenibile per i redditi bassi e gravoso per quelli medi. I figli di persone

Roberto Ippolito, giornalista e scrittore, a toglierci il velo dagli occhi. Lignoranza che colpisce lo St ivale del ventunesimo secolo come la peste che affliggeva lItalia del Seicento. Ma lignoranza porta alla morte cerebrale, di gran lunga peggiore di quella del corpo. Nel saggio di Ippolito, fatti e non parole. LItalia adagiata nel fondo classifica delle tabelle ufficiali europee sul grado distruzione. Errori grammaticali e di sintassi e una scarsa qualit della scrittura imperano agli esami, ai concorsi, nelle aule del parlamento e nelle classi dirigenziali. Orbetello: ventiquattro laureati in giurisprudenza iscritti a un concorso. Nessuno ammesso. Alcuni erano impreparati, altri hanno fatto troppi errori di ortografia e di sintassi. Bari: alle prove per lammissione allalbo degli avvocati, un candidato scrive per ben tre volte habbiamo. Roma: una deputata e consigliere del ministro degli esteri Frattini ha impresso sulla carta intestata del ministero, per ben due volte, dei n, anzich n. Berlusconi confessa che pur essendo proprietario

pi istruite tendono a essere essi stessi pi istruiti. Cos, in deroga allarticolo 34 della Costituzione, il solco fra chi ha e sa e coloro che non hanno e non sanno si allarga sempre di pi. In America, anche se i costi per listruzione sono esorbitanti, tutti possono accedere agli atenei pi qualificati grazie alle borse di studio. Soldi a parte, in Italia il culto dello studio non c. Troppi comodini e troppe scrivanie sono privi di libri. Non studiare porta al non trovare nuove opportunit, nuove ipotesi, nuove applicazioni tecnologiche, ostacolando lo sviluppo economico del Paese. La drammatica situazione in cui viviamo un affronto ai millenni di storia dItalia che la cu lla dellistruzione. Ma una via duscita c: sotto la spinta dellansia del sapere e della bramosia della conoscenza spiegheremo le vele verso un reale cambiamento. Sta gi accadendo. La recente nomina dei senatori a vita e, in particolare, quella di Elena Cattaneo il riconoscimento dei sacrifici di tutti i giovani ricercatori italiani. (Cristina Bellon)

CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org Festival di Edimburgo


Se avete voglia di teatro e volete scappare dal caldo italiano il Festival di Edimburgo la meta ideale. Questanno il Festival Internazionale cio quello ufficiale propone fra le altre cose uninteressante pe rsonale su Samuel Beckett, allinterno della quale vengono messe in scena alcune sue opere considerate minori o non necessariamente pensate in origine per il teatro, come Ill go on, First love, Eh Joe e All that fall. Ma la parte pi interessante della manifestazione il festival off, il Fringe, che con gli anni diventato la vera attrazione perch, a parte il fatto che i prezzi sono decisamente pi accessibili, offre la possibilit di vedere davvero di tutto e dappertutto. Informarsi prima richiede un impegno e unattenzione spropositati quindi, a meno che non ci siano compagnie o testi che conoscete gi e non volete perdervi, il consiglio quello di lasciarvi trasportare. Certo, un po di organizzazione ci vuole, ma pu essere fatta alla giornata, recandosi alla mattina allufficio centrale del festival, dove potete acquistare biglietti e dove centinaia di performers proveranno a convincervi ad andare a vedere il loro spettacolo: lasciatevi convincere. Non la qualit il criterio con il quale bisogna approcciarsi a unesperienza del genere, ma la quantit, intesa come possibilit unica di vedere in continuit le pi disparate e lontane forme di rappresentazione dal vivo. Consiglio di stare chiusi quattro o cinque ore in uno dei tanti teatri sotterranei ricavati dalle discoteche e vedere tre o quattro spettacoli in fila (alcuni di questi sono gratuiti o a offerta libera) e perdere completamente il senso del tempo, poi magari spostatevi in un quegli uffici o case private che allestiscono recite (di solito monologhi) per un massimo di dieci persone (in questo caso prenotare alla mattina fondamentale, invece) e infine concludete la serata in uno dei tantissimi pub improvvisati allaperto o dentro edifici che, evidentemente, durante lanno hanno un'altra funzione. Per quanto riguarda la comprensione linguistica le possibilit sono molteplici e spesso non immaginabili prima di essersi seduti in platea (o in quella che funge da platea): alcune compagnie di giovani neodiplomati o diplomandi nelle accademie parlano un inglese accademico che vi permette con una co-

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www.arcipelagomilano.org noscenza minima della lingua di seguire quasi tutti i dialoghi; al contrario invece certe battute o giochi di parole delle stand up comedy non le potete proprio capire, se non siete anglosassoni o non vivete in UK da un po. In generale per, quando il teatro fatto bene come ci insegna Dario Fo la lingua non mai uno scoglio e in questo caso con un inglese mediocre riuscite ad apprezzare gran parte degli spettacoli. Certe volte potrebbe capitarvi di non capire alcune battute per motivi culturali, pi che linguistici: ricordo che qualche anno fa al Franco Parenti di Milano era in scena Una specie di Alaska di Pinter, in italiano, io ero seduto di fianco a una signora inglese e mi sono accorto che pi di una volta solo lei in tutta la sala rideva a certe battute. A fine spettacolo, visto che la conoscevo, le ho chiesto delucidazioni e lei mi ha spiegato ridendo di nuovo che per un qualche motivo, che io non ho comunque capito, il fatto che un ragazzo avesse i capelli rossi poteva far molto ridere, in UK, e che Pinter laveva scritto apposta. A Edimburgo mi capitato invece di assistere a uno spettacolo sul fascismo e a un certo punto, quando il personaggio che interpretava Mussolini ha detto qualcosa del tipo: per fo rza mi andata male, Hitler aveva i tedeschi, Stalin aveva i Russi, mentre io avevo pausa, gli italiani, tutte le trecento persone stipate in quel capannone adibito a teatro sono scoppiate in una fragorosa risata; tutte tranne me e un mio amico italiano, che ci siamo guardati e abbiamo detto: devono avere unimmagine nitida del nostro popolo, e non particolarmente positiva. Per tutte le informazioni dettagliate e per il programma del festival visitate il sito www.eif.co.uk Emanuele Aldrovandi

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