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CARO PISAPIA, FORSE LA FORZA GENTILE NON BASTA Luca Beltrami Gadola
La vicenda degli olmi di via Mac Mahon viene dal passato ma deve insegnare qualcosa per il futuro. Non si sa ancora bene come andr a finire ma se la soluzione di abbattere solo le piante malate non capisco che diavolo di soluzione sia: non c niente di peggio che laspetto di un viale alberato con una sua simmetria e un suo cannocchiale di verde orbato qua e l di qualche pianta. Bisogna tagliare avendo gi in mente quale sar il disegno successivo che, ovviamente, non pu essere solo la messa dimora nello stesso posto di piante giovani che a lungo andare colle loro radici riproporrebbero il problema, perch come dice ATM, quelle radici con il loro vigore sollevano le traversine. Era tutto inevitabile? No. Se interpellate un qualunque agronomo, vi dir che le dimensioni delle radici sono proporzionali alla chioma di ogni albero e che se si fosse provveduto ad attente potature annuali oggi non ci troveremmo nei pasticci. Certo, costa caro, ma a lungo andare meno della rimozione dei binari o della risistemazione dei marciapiedi. Dunque chi aveva in cura il verde poteva benissimo prevedere quel che successo ma non ha provveduto: i binari del tram non sono cosa sua. Non sono cosa sua i cordoli dei marciapiedi che hanno lo stesso destino dei binari del tram. Non sono cosa sua i sottoservizi - fognature, tubi del gas, acquedotto, cavi elettrici e telefonici, fibra ottica che passano vicino alle radici delle piante. stato sempre cos? Non lo so ma non credo. Secondo me le cose si sono messe male a partire dal secondo dopoguerra: prima un inevitabile affrettata ricostruzione, poi uno sviluppo urbanistico in grado di travolgere piani regolatori e che consegna la citt in mano agli operatori immobiliari, poi un lungo periodo durante il quale ogni assessore comunale considerava il suo assessorato un feudo. Di disegno complessivo della citt inutile parlarne. Ma se mancato il disegno a scala urbanistica, figuratevi se mai vi stato disegno a livello di dettaglio del manufatto citt e del suo arredo e ancor meno del sistema del verde. Il verde a Milano ha scatenato anche vere follie: vi ricordate la 500 con dentro un albero ideata da Fabio Novembre? Correva lanno 2009, governava Letizia Moratti: la grande idea dei vasi in via Vittor Pisani operazione chiamata Miracolo a Milano - aveva sollevato entusiasmi, come gli alberi di Abbado e quelli in piazza del Duomo. La vita degli alberi a Milano nasce sempre male. Ricordo come fosse ieri il restyling di piazza Duca DAosta mentre gli invasi destinati agli alberi venivano per met riempiti di macerie edili e solo in superficie di terra di coltura. E oggi? Non so ma larticolo di Elena Grandi del numero 23 del nostro giornale non lasciava presagire nulla di buono. Di recente nel rialzare i marciapiedi ho visto ricoprire il colletto delle piante, la parte che separa le radici dal tronco: si ammaleranno. Potrei allungare gli esempi, non solo riguardo al verde ma il verde milanese e larredo urbano in generale sono la spia di unamministrazione a dir poco scoordinata nelle sue articolazioni. Qualche speranza. Recentemente, purtroppo nella disattenzione generale degli addetti ai lavori, stato approvato il PUGSS - il Piano urbano generale dei servizi del sottosuolo - un documento molto interessante che parla non solo di sottosuolo e delle sue reti ma anche del soprassuolo, di arredo, di trasporti e di molto altro. Chi lo leggesse penserebbe di trovarsi in un altro Paese, in unaltra citt. A chi compete la sorveglianza perch a quel che scritto segua la realt? A chi spetta il coordinamento del tutto? Guardando lordinamento del nostro Comune non lho trovato e non vorrei che, come tutte le funzioni non esplicitamente assegnate, andasse in capo al sindaco. Prima di chiudere una notazione: la sosta di motociclette e motorini in Piazza Meda. Per impedirne il dilagare si pensa di mettere delle panchine: la strategia dellinterdizione. Quanto spende il Comune tra pali, paline e catenelle per impedire la sosta selvaggia? Quanto ci costa la maleducazione dei nostri concittadini? Forse se si pubblicassero le cifre, qualcuno guarderebbe ai villani con pi disapprovazione e non avremmo una citt ridotta a una selva dinterdittori. Come questi altri problemi richiedono interventi soprattutto nei confronti della macchina comunale: con lorsignori la forza gentile probabilmente non basta.
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e democratico. Inseguendo la meta del "no taxation without representation" il nostro sistema istituzionale imbarbarito riuscito a produrre a livello nazionale una classica e feudale "taxation without representation" mentre a livello comunale si in preda ad una inedita "representation without taxation". Possibile che Milano si rassegni a questa carnevalata istituzionalizzata? Parlare come abbiamo fatto di deroga o revisione del patto di stabilit interno per "fare Expo" stato probabilmente un errore perch si ingenerata la sensazione che Milano chiedesse qualcosa e il governo dovesse "concederla". Sarebbe forse stato meglio dire senza troppi giri di parole che il "patto di stabilit" interno inventato da Tremonti con il governo Berlusconi un altro degli strumenti della finanza creativa e degli equilibrismi contabili figlio dell'incontro fra finti "barbari" e autentici burocrati di corte di Versailles come sono quelli che passano dal posto di direttore centrale a quello di ministro per tornare alla casella iniziale spiegando sempre che la colpa dei "politici", meglio se di quelli "locali". Il capolavoro stato perfezionato e reso legge bronzea di Bankitalia dal professor Monti, la cui azione di revisione ferrea della spesa pubblica ha ridotto s la spesa aggregata dei Comuni di 15 miliardi di euro nel 2012, ma ha aumentato di 41 miliardi, quasi il 5 %, quella della sua amministrazione! Avremmo dovuto dire da subito che pensare di avere avanzi di cassa di 150/200 milioni per almeno otto anni al Comune di Milano significa semplicemente non fare investimenti e manutenzioni per la prossima generazione, nemmeno fermando la sciagurata deriva delle amministrazioni che usavano i proventi straordinari per coprire la spesa corrente,
come dire vendere l'auto per comprare la benzina. Tutti blaterano di grande occasione diventata poi unica occasione per Expo 2015, ma tutto sar inutile se il sistema pubblico locale, Comune in testa, non messo in grado di spendere denari di cui dispone o potrebbe disporre attraverso qualche ragionata cessione di patrimonio, avviando gli investimenti sulla citt che costituiscono la vera opportunit, muovendo almeno un miliardo di euro per opere e innovazioni tecnologiche e ambientali realizzate dalle centinaia di imprese milanesi, lombarde e del Nord che oggi possono lavorare solo come subappaltatori o come fornitori per il mercato estero di tecnologie che ci "tornano" in casa marchiate Cisco o Samsung. E poi bisogna mettere fine all'egalitarismo comunale, a questa strana teoria tra il pauperistico e il populistico secondo la quale gli strumenti di governo, controllo e responsabilit della nobile e antica citt di Pizzighettone sono esattamente gli stessi di quelli imposti al Comune di Milano ma non a quello di Roma, almeno in parte, grazie alla legge Roma capitale e nemmeno a quelli di Catania o Napoli , dove leggi mancia dell'ultimo minuto salvano bilanci devastati e malgestiti. Siamo al paradosso che la "specialit" di Milano riconosciuta e apprezzata come tale in tutto il mondo mentre qui siamo alle prese con le "conferenze di servizi" come unico luogo conosciuto per evitare che decisioni di sviluppo del territorio siano fatte contando pennacchi e fasce tricolori, in una logica di assedio del contado alla citt, neanche fossimo ai tempi nei quali Radetzky tornava a Milano accompagnato dai contadini festanti che dicevano che a far le Cinque Giornate erano stati "i sciuri " di citt e non loro.
Le procedure barocche dell'amministrazione pubblica, "europeizzate" da Monti con la centralizzazione della Tesoreria e dando a ragioneria e collegio dei revisori il ruolo di ufficio decentrato del Governo (non avrei mai pensato di dover rimpiangere i prefetti che si occupavano di controllo contabile dell'amministrazione, a paragone si trattava di una macchina efficientissima!), semplicemente tolgono ogni possibilit reale e realistica di efficacia. Expo o non Expo, non pensabile che negli anni Duemila i tempi di decisione e attuazione di qualsiasi atto pubblico poco pi che semplice si siano triplicati rispetto agli anni '80, peraltro senza nemmeno aver garantito un incremento al livello di lotta alla corruzione e all'irregolarit. Tanto per avere una idea precisa di quali siano gli effetti di questa gestione in salamoia delle amministrazioni locali, si pensi che nelle stesse ore nelle quali la Xerox e i comuni di San Francisco e Zurigo stanno sperimentando un nuovo software in grado di gestire occupazione e tariffe parcheggi su una area urbanizzata di 250 kmq con un satellite e due persone in turno, il Comune di Milano non pu che rappezzare un sistema di posta elettronica risalente ai tempi di Carlo Cudega di cui stanno chiedendo copia per conservazione al Museo della Scienza e della Tecnica. Diciamo sempre che se Milano non riparte, non riparte l'Italia. Vogliamo cominciare da qualcosa, da queste proposte dell'amministrazione comunale o da altre che per dovrebbero essere per una volta esplicite, precise e circostanziate? Chi c' batta un colpo. Finora si sentito poco o nulla. Afasia o mancanza di idee?
www.arcipelagomilano.org cali, con l'obiettivo di "dissuadere la formazione di assembramenti notturni sui marciapiedi" in determinati quartieri della citt. La cosa stride con un raduno internazionale convocato per le vie digitali che si affolla nella marginalit urbana indefinita. Il mio non un riflesso pavloviano da anni 70, ci che mi ha colpito stato limpossessarsi di un format che propone una ritualit collettiva da parte dei naziskin. Che nella mia citt si pensi di vietare i gelati mentre si permette il rave party naziskin allucinante. Qui non siamo di fronte alla mascherata dei nazisti dellIllinois rid icolizzati dai Blues Brothers, qui c un raduno ammantato di illegalit, una occasione di relazione sociale che usa un registro espressivo come quello musicale, apparentemente senza spartito e senza sceneggiatura ma ben orchestrato dagli organizzatori, a partire dalla scaletta dei gruppi Corona Ferrea, gli inglesi Brutal Attack, i Garrota, gli statunitensi Bully Boys statunitensi con i loro pezzi forti White Pride e Hammerskins ecc. Si tratta di una miscela pericolosa laddove si propone e diventa di identificazione generazionale, sarebbe colpevolmente miope sottovalutarla. Se un format come il rave party, che si rivolge ai giovani e risponde alla loro necessit di affermazione per contrapposizione e trasgressione, diventa un merito dei naziskin e c ostruisce una memoria e un immaginario parallelo la buffonata diventa un guaio, ben presto fuori dalla marginalit urbana. Lamministrazione comunale di Milano laconicamente ha fatto sapere che le autorizzazioni o le azioni preventive sono per legge di competenza della Questura e Prefettura. L'Amministrazione non ha quindi potest di intervento diretto un silenzio inane, poteva muoversi direttamente verso la Questura e la Prefettura. Io credo che Aldo Iso Aniasi si sarebbe mosso anche in direzione dei capannoni di Rogoredo.
www.arcipelagomilano.org c' un bellissimo museo del calcio). Totale assenza di una politica commerciale che ha toccato il massimo nelle estate 2012 dove il Milan ha venduto i gioielli dopo aver fatto sottoscrivere gli abbonamenti. Siamo insomma nel pieno dell'8 Settembre del calcio. Avanti in ordine sparso, tanto poi arriveranno i politici di turno a sistemare il dio pallone, magari qualche consulente americano sistemer il tutto sul modello del baseball e comunque il gap con le squadre europee si allunga. Vedi la sfida Juve - Bayern di Champions di quest'anno e le parole del post partita di Conte allenatore dell'odiatissima Giuventus. ovvio che vorremmo vedere tutti una finale di Champions Milan Inter.
(1). Come dice Stefano Rolando nella sua ultima intervista su ArcipelagoMilano il Brand Milano rappresenta il patrimonio simbolico collettivo, ho una buona immagine di quella citt, ci vado e quindi influenzo il turismo e conseguentemente l'economia. Milano Glocal perch sta nei punti alti dei sistemi a rete mondiali che non dipendono pi dalla mediazione degli stati. Il Brand Milano propriet del popolo. (2.) http://www.sponsornet.it/focus/tutti-ifocus/rapporto-deloitte-i-bilanci-dei-primi20-club-di-calcio-d-europa.html
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www.arcipelagomilano.org Sergio Brenna: La sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2010 ha definitivamente sancito limpossibilit da parte dei cittadini delle aree circostanti di svolgere un ruolo di surroga nella difesa dellinteresse pubblico generale a fronte dellinerzia del Comune, in quanto non legittimati a ci. Diversi gradi di elaborazione e di presenza nella rapporto cittadini bene comune amministrazione, accomunati dalla difficolt di avere un ruolo riconosciuto (e riconoscibile). Per ora la prassi (lapparato rimbalza loutsider) e le sentenze sanciscono che il discorso pubblico va svolto entro canoni precisi, la rappresentanza non si gioca fuori dallambito codificato della democrazia elettiva. Sindaco e consiglio comunale collettori e mediatori di interessi collettivi, interpreti demandati del bene comune. Il sindaco di tutti: la composizione di questi interessi supera le parti, chi partecipa pu prendere la parola ma non vuol dire che debba averne lultima. C una altra strada per appropriarsi dello spazio pubblico, che reinterpreta il rapporto cittadini istituzioni attraverso il territorio, intreccia conoscenze e relazioni tra spazi storie e abitanti, se ne prende cura. Le esperienze ormai sono molteplici: il Museo 6 Lab sud ovest, lEcomuseo Urbano Nord Milano, le esperienze dei giardini condivisi (dal Comitato Ponti ai Giardini in Transito ), gli orti urbani, il laboratorio Isola animato da una sinergia di associazioni, le commissioni cultura dei Consigli di Zona 1 e 4 che investono sulle comunit di quartiere realizzando mappe di comunit. lo stesso processo che compone un racconto condiviso di storia e memoria per tessere relazioni di lungo periodo, come la Sesto San Giovanni dei nonni che chiede allUnesco di riconoscere il Patrimonio di archeologia industriale dellUmanit, in una staffetta tra generazioni che consegna ai nipoti una citt ri-vivificata dal passato. In tutte queste occasioni lamministrazione rende possibile, accompagna, patrocina, da visibilit, finanzia anche con poco ma investe sul lungo periodo. anche questo un modo per costruire qualit della vita, per far fruttare il bene comune. Non sottovalutiamolo.
www.arcipelagomilano.org alloggi n nella loro distribuzione sull'area, ma solo aumentando i pagamenti monetari a fronte della cancellazione di un'opera pubblica di quasi certa inutilit in un'area cos fittamente edificata e inadeguatamente dotata di mezzi pubblici. L'avviso per la presentazione di osservazioni alla modifica della convenzione stato pubblicato in maniera burocratica e quasi clandestina da parte del Comune, senza volont di reale coinvolgimento delle realt sociali che si erano lungamente confrontate su proposte alternative, tanto che Vivi e progetta un'altra Milano ne ha appreso l'esistenza solo dalla stampa e solo molto a ridosso del termine di scadenza per la presentazione di osservazioni. Un'affollatissima riunione di cittadini convocati dall'Associazione e tenutasi il 12 giugno scorso presso il liceo Boccioni di piazza Arduino non ha avuto la partecipazione del vicesindaco e assessore all'urbanistica Ada De Cesaris il cui contributo sarebbe stato prezioso tanto pi che la vicesindaco ha fatto parte in passato del pool di avvocati che ha patrocinato Vivi e progetta nella prima fase dei ricorsi e quindi conosce bene tutti i difetti e le illegittimit del progetto CityLife. L'assessore/vicesindaco dovrebbe quindi sapere bene che per rendere minimamente accettabile il progetto Citylife da parte dei cittadini gi insediati in Zona e di quelli che vi si insedieranno non basta dilazionarne nel tempo le previsioni di attuazione col rischio di lasciare ulteriormente monco per un lunghissimo periodo di tempo un progetto che occorre innanzitutto difendere dai propri stessi difetti, primi fra tutti l'erronea disposizione dei nuovi edifici troppo a ridosso dei preesistenti, l'eccessiva altezza delle torri che getteranno ombra sugli edifici circostanti per lunghi periodi delle giornate invernali, il frazionamento del verde pubblico che il prolungamento della durata dei cantieri render quasi inutilizzabile sino alla loro completa conclusione nel 2023. Non appaiono credibili le preoccupazioni dell'amministrazione che assume un atteggiamento di resa verso la propriet paventandone i rischi di fallimento, quando le dimensioni finanziarie dei partecipanti sono tali da prospettarne al pi un sostanzioso ridimensionamento degli utili programmati. Occorre, invece, cogliere l'occasione del richiesto prolungamento dei tempi di attuazione del progetto CityLife per ottenere che ne siano emendati i difetti nelle parti non ancora attuate e in quelle in fase iniziale di attuazione, concentrando le edificazioni e gli spazi pubblici in modo da consentirne un'attuazione indipendente, limitandone gli sviluppi in altezza pi spropositati e funzionalizzando a un intervento cos denso e pesante i collegamenti viabilistici dal sistema autostradale (tunnel Gattamelata). L'associazione Vivi e progetta un'altra Milano si dichiarata pronta come sempre a fornire all'Amministrazione comunale un fattivo supporto affinch il dialogo coi cittadini si riveli proficuo in omaggio al metodo del confronto partecipativo, una nuova prassi che tanto spazio ha avuto nella recente campagna elettorale e che non pu essere abbandonata.
www.arcipelagomilano.org della partecipazione dentro le stanze del Comune. Partecipazione critica che avrebbe portato le elette e le istituzioni a confrontarsi davvero con la cittadinanza, che avrebbe necessitato forme di riconoscimento da elaborare, sperimentare, su cui si sarebbe potuto scrivere per dare il buon esempio alle altre citt - faticosa s ma sul lungo termine potenzialmente ricca. Il tentativo di uno spazio "terzo" - a met tra istituzioni e cittadinanza - fallito. O forse no?
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to vaghe le idee in tema di partecipazione. Per alcune, gi l'ascolto da parte delle istituzioni sembrava costituire un esito sufficiente, per altre l'obiettivo era quello di vedere accolte e realizzate specifiche proposte, rimaste lettera morta nonostante fossero "a costo zero", come dice Adriana, e fossero anche state valutate molto positivamente per i loro contenuti. Ma basta questo a segnare un cambio di passo nei rapporti con le istituzioni? Oppure manca qualcosa per mettere in atto la radicale innovazione implicita nell'invito iniziale? Peraltro, momenti di confronto ravvicinato fra istituzioni e cittadinanza li abbiamo gi vissuti, nella storia di questa citt (penso ad esempio alla Consulta cittadina per l'immigrazione a met degli anni Ottanta). Oggi dobbiamo andare oltre. Si tratta di dare corpo a un cambiamento profondo nel modo di governare la citt, riconoscendo l'esistenza di una nuova soggettivit civica che abbia diritto non solo di essere ascoltata ma anche di contare nel momento in cui si fanno le scelte. Cosa pu essere una "soggettivit civica"? Penso a cerchie di persone capaci di darsi autonomo riconoscimento e di coordinarsi per dialogare con il governo cittadino, persone ricche di saperi derivanti dall'appartenenza al territorio e dalla conoscenza diretta dei problemi, persone sinceramente interessate al bene comune e, nel nostro caso, intenzionate a portare in ogni ambito una trasversalit di genere Iniziare a costruire questa nuova sfera, mettendo in pratica piccole esperienze di democrazia partecipa-
ta, poteva essere appunto una delle sfide racchiuse nell'esperienza dei Tavoli, ma a conti fatti l'alchimia non del tutto riuscita e le istituzioni si sono trovate per cos dire prese alla sprovvista e poco attrezzate rispetto alla sfida che loro stesse avevano lanciato. Se fosse riuscito il tentativo di dialogo trasversale fra i tavoli che abbiamo pi di una volta cercato di sviluppare, sarebbe forse stato pi facile mettere a fuoco il percorso di questo soggetto in costruzione ed "esportarne" il racconto all'esterno, alle altre donne, per un confronto pi ampio e argomentato. vero per quel che dice Adriana Nannicini a proposito delle partecipanti, pi "esperte di genere" che non semplici abitanti del territorio. E questo potrebbe costituire un limite. Di fatto, due dei tre Tavoli si sono in pratica conclusi, anche se ne sono nate alcune iniziative che proseguono in autonomia la propria strada. Diversa per stata la vicenda del Tavolo Spazi, di cui faccio parte, cos come dell'Associazione "Casa delle donne di Milano" costituitasi al suo interno, che ha di recente vinto il bando indetto dal Comune per la gestione della struttura di via Marsala 8 destinata a questo scopo, raggiungendo in tal modo un obiettivo concreto, lungamente atteso da molte donne di questa citt. Su questo punto, Adriana Nannicini pone domande e avanza alcuni dubbi. In particolare si chiede se il Tavolo Spazi a differenza degli altri due continuer a sopravvivere, magari con altri scopi, e se l'esistenza di una Casa delle donne in qualche modo non rischier di fagocitare
"tutte le attivit e intelligenze". Sul destino del Tavolo Spazi stiamo ovviamente iniziando a discutere al nostro interno, e ci piacerebbe allargare il discorso alle donne degli altri Tavoli. Per quanto riguarda la Casa, mi limito a dire che secondo il nostro progetto dovr essere uno spazio pubblico condiviso, un laboratorio interculturale permanente, un luogo di mescolanze e di incroci. Non quindi un luogo chiuso che concentra tutto al proprio interno, o che sostituisce la pluralit dei vecchi e nuovi luoghi di donne milanesi. Al contrario, pensiamo e speriamo che contribuisca a favorire il dialogo e le relazioni non sempre facili tra gruppi e associazioni femminili, ma soprattutto che riesca a diventare un punto di riferimento per le tante donne della citt che semplicemente sentono l'esigenza di un luogo dove incontrarsi e sperimentare nuove possibilit e percorsi. Quella che abbiamo immaginato noi una Casa aperta e anche un po' nomade, in contatto con realt e situazioni nazionali e internazionali. I saperi delle donne sono sempre in costruzione attraverso l'incrocio di esperienze e pratiche che rompono confini fra lavoro e vita, fra pubblico e privato, fra interno ed esterno, abbattendo barriere a volte invisibili, ma potenti, che continuano a ostacolare un progetto di polis veramente partecipata dal punto di vista di genere. Sentirsi parte attiva in un progetto di citt "bene comune" di chi ci abita, ma anche aperta al resto del mondo: la nostra sfida, con l'aiuto di tutte quelle che lo vorranno, potrebbe essere questa.
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gli stessi continenti. Ne riassumiamo i tratti fondamentali: Mondo 1: "Insicurezza alimentare e bisogni di sovranit". Il primo mondo che s'incontra sulla mappa il pi povero, segnato dalla diseguaglianza sociale e di vita e da problemi di sovranit alimentare e territoriale. I consumi di sorgo, manioca e mais sono sopra la media e i livelli di mortalit infantile sono i massimi del pianeta. Comprende molti Paesi dell'Africa centrale ma anche la caribica Haiti. Gli handicap da sottonutrizione sono i pi gravi e le emergenze alimentari s'intrecciano a guerre ricorrenti. il pi "assistito "in termini di aiuti alimentari e il pi depredato dalle ricchezze minerarie e delle terre coltivabili. Il pi povero dei mondi registra ancora molto spreco di produzioni alimentari a terra, indubbio segno di filiere alimentari spesso ancora allo stato embrionale. Della debolezza si avvantaggiano Stati pi sviluppati alla ricerca di terre fertili e imprese multinazionali pi potenti dei singoli Sati locali che agiscono secondo le regole dei mercati poco sensibili alle culture alimentari e sociali locali. Mondo 2: "Biodiversit e potenzialit di sviluppo" il mondo che si trova al centro del polo superiore della biodiversit. Mais, zucchero frutta, manioca, pollame e birra sono consumati pi della media da un mondo che ingloba molti Paesi dell'America latina centrale dal dinamico Brasile, ma anche i Paesi pi dinamici del sud e sud ovest africano e Cuba. Ha il primato assoluto degli scarti alimentari cui abbina quelli delle obesit e iperglicemie. Ha la pi ricca biodiversit naturale esistente nel pianeta. La densit della sua popolazione agricola non elevata a cos come non lo quella della popolazione in generale, i processi di urbanizzazione sono ancora in sviluppo. Qui gli Stati nazionali stanno cercando in varie forme di governare o non subire i processi tipici delle transizioni tra diversi stadi di sviluppo economico e non sempre riescono a mantenere il controllo dei loro enormi patrimoni naturali che, di fatto, contribuendo all'equilibrio della biosfera sono tra beni i comuni indispensabili al pianeta.
Mondo 3: "Tra petrolio e turismo". Una strana definizione per un mondo in cui convivono contesti con storie e caratteri differenti accomunati per da analoghe problematiche nutrizionali e patologie alimentari. il piccolo ma significativo aggregato dei Paesi che consumano pi della media zucchero, pesce, pollame e ovini e olio di palma. Vi troviamo i ricchi e "occidentalizzati" Paesi arabi e asiatici sovrani delle loro ricchezze petrolifere e i pi poveri Paesi caraibici e polinesiani fortemente influenzati dalla cultura di un turismo occidentale attratto dalle loro bellezze naturali. Sembrerebbe quasi un modo unito dalla debolezza delle sue radici storiche che hanno vissuto il salto da rapporti di colonizzazione antichi a inattese rendite di posizione nuove colonizzazioni culturali. Mondo 4: "Biodiversit, ineguaglianza e crescita". Il sudest asiatico al centro e di questo mondo che si alimenta in misura superiore alla media di riso, manioca, pesce e suini. Vi troviamo la grande, dinamica, democratica e molto ineguale India. Sono Paesi in cui la mortalit infantile ancora sopra la media e la densit di popolazione a livelli massimi. Il reddito procapite molto basso ma i prodotti interni lordi sono cresciuti moltissimo negli ultimi venti anni. Gode delle precipitazioni annue pi elevate della media generale e la densit di agricoltori elevata mentre non lo la popolazione urbana. Il suo livello di biodiversit naturale tra i pi elevati. La tumultuosa crescita del PIL spesso all'insegna delle libert dei mercati non sembra aver assicurato altrettanto sviluppo sul piano delle aspettative di vita sana n mitigato le diseguaglianze in misura sostanziale. Mondo 5: "Variet di consumi alimentari e sviluppo economico". I Paesi a pi alto livello di urbanizzazione e sviluppo economico sono presenti in questo mondo che riunisce l'Europa, l'America del nord, l'Australia e oltre a Corea del Sud e Giappone. Ne fa parte da pochissimo anche la grande Cina. Quasi tutti i tipi di alimenti sono consumati in misura superiore alla media e i primati riguardano vino, birra, burro
grassi, uova, carni di bovini, suini e latte. anche il mondo in cui il livello di consumo delle risorse ambientali pi elevato e l'approvvigionamento di alimenti internazionali pi sviluppato. Il Pil medio cresciuto fortemente negli ultimi venti anni anche grazie all'apporto dell'area asiatica, mentre quello dell'Europa in declino. In particolare la Cina riuscita a incrementare molto il suo indice di sviluppo umano e assicurare infrastrutture pubbliche che la vicina India non riuscita a realizzare Per questo mondo, incominciano a porsi i problemi dell'esaurimento delle terre fertili gi soggette al massimo impiego di fertilizzanti, del fabbisogno di energia che si cerca di compensare con la produzione di biocarburanti, e della gestione di concentrazioni urbane che frammentano i territori e sviluppano megalopoli. Mondo 6: "Scarsit di acqua". il mondo nutrizionale che si distingue per la sua bassa biodiversit dovuta all'aridit di ambienti nei quali anche le specie vegetali e animali fanno fatica a prosperare. il mondo che si ciba pi della media di grano, ovini e prodotti vegetali. Comprende molti paesi dell'Africa settentrionale e giunge a inglobare la lontana Mongolia. anche il modo a pi alto tasso di popolazione islamica. Sta sviluppando molto le coltivazioni di olio di palma per uso non solo alimentare umano, i vegetali e in generale combatte l'aridit dei terreni potenziando la variet di colture agricole. Il contatto ravvicinato con le economie e culture europee lo rende permeabile a tensioni che impattano su suoi percorsi di sviluppo istituzionale e culturale . I Mondi dell'Atlante Nutrizionale di Mondohonline esprimono specifici fabbisogni di competenze, servizi, tecnologie e prodotti ma anche la necessit di valorizzare attraverso il cibo, le identit, le tradizioni, i valori economici e culturali di un pianeta che sta mutando rapidamente alla ricerca di un suo nuovo equilibrio.
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www.arcipelagomilano.org Intervista lucida, analitica, argomentata senzaltro quella di De Albertis. Per mi sembra si eluda il nodo fondamentale: c stato a Milano, specialmente negli ultimi quindici anni, un eccesso di produzione a petto duna domanda scarsa; s insomma costruito troppo (e male!), assecondando le pulsioni antiurbanistiche e laffarismo finanziario di certa politica, e sostituendo la razionalit del mercato, inteso come equilibrio dinamico fra domanda e offerta, con lideologia del liberismo sfrenato (il primo che arriva, vince). Pensiamo solo allo spreco delle aree industriali dimesse e recuperate: a differenza di quasi tutte le citt Europee, che si sono rinnovate e arricchite, cogliendo unoccasione irripetibile, da noi mera saturazione di vuoti; nessuna infrastruttura di connessione; totale carenza di disegno urbano; campionario di stili architettonici banali e fra loro stridenti, specchio del manuale Cancelli degli incarichi, secondo il quale possono progettare e vedere i loro progetti approvati solo gli architetti graditi alloligarchia partitica; occupazione militare del settore dei servizi annessi alledilizia (esecutivisti, tecnici, subappalti ecc.) da parte desponenti di un presunto movimento ecclesiale che non risponde del libero comportamento dei propri aderenti, come recita la circolare inviata ai giornali, ogni volta che uno dei loro sia inquisito o arrestato. Insomma da noi la crisi delle costruzioni nasce da cause politiche, pi che economiche, da scarsa qualit e da offerta sproporzionata, come dimostra anche la cessazione della funzione anticiclica, che ledilizia ha sempre esercitato nella dinamica dei settori produttivi. Se mai resta spazio agli operatori, quello di rimediare agli errori di un lungo passato, demolendo, infrastrutturando, risanando periferie e territori, recuperando le reliquie storiche tutte attivit che appartengono ahim alliniziativa pubblica e non producono profitto se non in seconda istanza, sotto forma di appalti, di posti di lavoro e di benefici collettivi. Che fare dunque, con un debito che non ammette investimenti? Non ho risposte ora, anche se di parziali nella mia attivit professionale di architetto e di consulente di banche ne ho tentate, quando sin dagli inizi del millennio esprimevo il mio timore per la prevedibilissima stagnazione. Ma non fui ascoltato, anche perch il mio nome non figurava nel manuale Cencelli di cui sopra.
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www.arcipelagomilano.org movimento. Secondo me, nella chiusa, ha capito tutto. Nel resto, molto meno. Il temporale risibile. Per, il dettaglio col canto dellusignolo, della quaglia e del cuculo vale il disco.
MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Costruire con i suoni
Tre mesi fa, ospite di questa rubrica, Andrea Silipo ha riferito della presentazione di un libro che era appena uscito per i tipi di Postmedia books, quel Note dautore a tu per tu con i compositori doggi contenente una trentina di interviste che Ricciarda Belgiojoso ha fatto ad altrettanti autori, italiani e stranieri, di musica colta contemporanea, quella musica di cui pi volte abbiamo detto che bisognerebbe smettere di proporre insieme alla musica cosiddetta classica per farci credere che luna sia la naturale evoluzione dellaltra. Torniamo sullargomento perch intrigati da quella lettura abbiamo recuperato il primo libro dato alle stampe dalla Belgiojoso, Costruire con i suoni uscito presso Franco Angeli nel 2009, che ci era colpevolmente sfuggito e che ora, tardivamente, raccomandiamo a chiunque voglia approfondire il significato dellascoltare musica (a prescindere dai propri gusti e dalle proprie preferenze); mentre la lettura di Note dautore introduce, come sottolinea Silipo, al senso della ricerca dei suoni che gli autori contemporanei portano avanti, per la maggior parte indifferenti allincomprensione del pubblico e ai loro insuccessi, Costruire con i suoni una ricerca sul senso del suono in s, sul rapporto fra suono e rumore o meglio fra suoni, rumori e musica. La lettura di questi due libri sorprendente e prende molto, sia pure in modo diverso: mentre le interviste ovviamente con non poche eccezioni lasciano dolorosi dubbi sulla consapevolezza, la seriet, limpegno etico ed estetico dei m usicisti contemporanei, la ricerca sul significato dei suoni apre la mente a una forma di ascolto diversa da quella cui siamo tradizionalmente abituati e ci induce ad ascoltare i rumori come fossero suoni e questi anche se disordinati o non organizzati come se fossero comunque musica. Alcuni capitoli e paragrafi del libro come Suoni della citt messi in musica Un camion che passa musica? Concerti di campane Sinfonie portuali Convertire in musica il rumore del traffico Suoni urbani, note di vita e cos via, spiegano le osservazioni inusuali sulla realt sonora che spesso ci affligge, talvolta ci incanta, comunque sempre e sempre pi rumorosamente ci circonda. LAutrice cita Murray Schafer che nel 1985 scriveva Il paesaggio sonoro del mondo sta cambiando, luniverso acustico in cui vive luomo moderno radicalmente diverso da ogni altro tipo che lha preceduto Suoni e rumori nuovi, di qualit e intensit diversa dai suoni e dai rumori del passato Linquinamento acustico rappresenta oggi un problema mondiale e il paesaggio sonoro sembra avere ormai raggiunto il massimo della volgarit Il punto di arrivo sar una sordit universale e pi avanti Bruce Odland e Sam Auinger che pochi anni dopo avvertivano Siamo nellEra del Rumore, immersi in unorchestra sempre crescente di dispositivi a energia fossile, brusii e ronzii elettrici, allarmi elettronici. Lidentit della nostra cultura molto rumorosa e casuale. ora di accogliere questo caos, generato da una cultura basata su elementi visivi, in modo che il sofisticato sistema uditivo delluomo non debba diventare sordo se vuole sopravvivere. Il libro analizza il tema del rapporto fra lo spazio sonoro e lo spazio fisico in quanto partecipe della produzione di suoni; e riflette non solo sulla differenza abissale, dal punto di vista dei rumori, fra spazio urbano e spazio rurale, ma anche ai diversi spazi sonori che avvolgevano la vita di Bach rispetto a quelli in cui viviamo oggi. Non solo gli spazi esterni (la piazza, il vicolo, il grande viale alberato) ma anche quelli interni, gli spazi della casa, del luogo di lavoro, dunque gli spazi dellarchitettura. Spazi che i suoni li accolgono, li riverberano, li trasformano e ce li restituiscono diventando essi stessi, in certo qual modo, strumenti musicali. Ricciarda Belgiojoso pu permettersi una analisi cos ampia perch non solo una musicista, diplomata in Pianoforte e in Tecnologie del Suono al Conservatorio milanese, che dal 2005 ogni settimana cura per Radio Classica la rubrica Note dautore, ma anche un Architetto (una tradizione familiare), dottore di ricerca in Storia dellArte e in Luoghi e Tempi della Citt e del Territorio, e insegna al Politecnico Arte negli Spazi Pubblici: una macchina da guerra che combatte su due fronti, musica e architettura, dedicando le sue energie a tenerle insieme. E ce le racconta senza usare i linguaggi esoterici tipici degli architetti (il ben noto architettese) e dei critici musicali (leggete mai Isotta?) ma con grande semplicit e leggerezza, ripercorrendo il lavoro svolto nella seconda met del secolo scorso da John Cage in poi, addentrandosi nei concetti di unit sonora, musica concreta, oggetto musicale, paesaggio sonoro, ma anche nella definizione del silenzio e nella classificazione dei rumori. Una piacevolissima lettura, preziosa come dicevamo per tutti coloro che vogliono approfondire gli aspetti concreti e fisiologici dellascolto, dare un senso organico e logico al processo di organizzazione dei
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www.arcipelagomilano.org paleocristiani sui loro territori. Infatti verranno restaurate e riqualificate le aree delle sepolture e dei manufatti paleocristiani della necropoli di Sant'Eustorgio; verranno valorizzati i resti di et romana imperiale presso San Nazaro, cos come larea del Foro romano in piazza s . Sepolcro e nei sotterranei della Biblioteca Ambrosiana, per concludere con la torre romana e la torre del circo in via Luini. A partire dalla celebrazione dei 1700 anni dellEditto di Costantino e in vista dellExpo, questo progetto non solo punta a riqualificare e promuovere resti, aree e monumenti, ma anche a elaborare una metodologia che potr essere replicata per altre realt non solo milanesi ma anche lombarde.
Il Napoleone restaurato
Dal 1859 sorveglia lAccademia e la Pinacoteca di Brera. In un secolo e mezzo di vita ha visto passare artisti, personalit illustri, studenti e appassionati darte. Ora, finalmente, si concede un meritato restauro. Protagonista di un intervento che durer 12 mesi proprio il Napoleone come Marte Pacificatore di Antonio Canova, statua bronzea che troneggia al centro del grande cortile donore in omaggio a colui che, nel 1809, fond la Real Galleria di Brera. Dal prossimo giugno limponente scultura sar circondata da una teca di vetro, attraverso la quale si potranno seguire, passo dopo passo, i progressi compiuti sul grande bronzo, proprio come consuetudine per i restauri sui dipinti della Pinacoteca, esposti al centro del percorso museale in un laboratorio di vetro. Sistemati, ripuliti e messi a nuovo da abili restauratori che lavorano sotto gli occhi (curiosi) di tutti. Pannelli illustrativi e attivit didattiche per scuole e appassionati accompagneranno i restauri, sponsorizzati da Bank of America Merrill Lynch, dallAssociazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi e dalla Soprintendenza per i beni storici artistici e etnoantropologici di Milano. Che fosse necessario un restauro era evidente da tempo: la superficie
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www.arcipelagomilano.org ha subito alterazioni causate da fattori metereologici e dall'inquinamento atmosferico, cos come sono visibili distacchi e cadute di frammenti e crepe nel marmo posizionato sotto il piedistallo della statua. Un Napoleone che ha avuto vita non facile, fin dallinizio. Lopera fu commissionata nel 1807 da Eugenio di Beauharnais, vicer del Regno dItalia, allo scultore Antonio Canova, ma non essendo ancora pronta, per problemi con la fusione, nel 1809, per linaugurazione della Pinacoteca di Brera, Beauharnais acquis a Padova il calco in gesso, da esporre in quella occasione. Il gesso, depositato in unaula dellAccademia, stato riesposto in uno dei saloni della stessa Pinacoteca, in concomitanza con le celebrazioni dei duecento anni dellistituzione museale, avvenuti nel 2009. Dopo il declino della fortuna e del comando di Napoleone, la statua in bronzo, che a Milano non aveva mai trovato collocazione in luogo pubblico, fu abbandonata nei depositi del palazzo di Brera. Riemerse alla luce allepoca dellarrivo in Lombardia di Napoleone III, a conclusione della seconda guerra di indipendenza italiana. Nel 1859 la statua fu eretta su un basamento temporaneo nel cortile principale di Brera. Solo nel 1864 fu inaugurato lattuale basamento in granito e in marmo di Carrara progettato da Luigi Bisi, docente di prospettiva allAccademia di Brera, ornato con aquile e fregi di bronzo. La statua in bronzo fu ottenuta con un'unica fusione (ad eccezione dell'asta e della vittoria alata) tenendo conto delle prescrizioni dettate dallo stesso Canova: l'asta tenuta nella mano sinistra composta da due elementi avvitati; la vittoria alata, che per fu rubata, stata allinizio degli anni 80 ricostruita basandosi su documentazione fotografica. Una curiosit: il bronzo utilizzato per la fusione proviene da cannoni in disuso di Castel Sant'Angelo a Roma. Un restauro iniziato in un momento non causale: il progetto parte del lavoro di valorizzazione che la Pinacoteca di Brera ha avviato in preparazione dellEXPO 2015, in cui giocher un ruolo fondamentale sulla scena culturale non solo milanese ma anche internazionale.
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www.arcipelagomilano.org realizzato il primo prototipo funzionante al mondo dellAutomobile di Leonardo, hanno ricostruito il Grande Nibbio e la Clavi-Viola, il primo modello fisico della Bombarda Multipla, il primo vero modello del Pipistrello Meccanico, il Leone Meccanico e il Cavaliere Robot, oltre a interpretazioni virtuali e fisiche inedite di innumerevoli altre macchine del genio vinciano. Non solo macchine per. Fondamentali per la riscoperta e la creazione dei prototipi sono stati i tanti codici leonardeschi, tra cui il famoso Codice Atlantico interamente digitalizzato, cos come il Codice del Volo, presentato in Alta Definizione, in cui ogni singolo elemento interattivo. E queste tecnologie diventeranno, in futuro, sempre pi utili per studiare manoscritti antichi e fragilissimi, come i diversi Codici e taccuini, gi molto rovinati dallusura e dal passare dei secoli. Una mostra che divertir grandi e bambini, che potranno toccare con mano le macchine e i modellini ricostruiti, testarsi sui touch screen per comporre, sezionare o vedere nel dettaglio, tramite le ricostruzioni 3D, i vari pezzi delle macchine di Leonardo, far suonare la Clavi-Viola e costruire, davvero, un mini ponte autoportante. Una delle ultime sezioni poi dedicata ai dipinti di Leonardo, su tutti la famosa Ultima Cena. Una ricostruzione digitale e una prospettica permettono di ricostruirne strutture e ambienti, di capirne perch Leonardo sbagli di proposito la prospettiva e di approfondire alcuni dettagli. I modelli sono stati costruiti rispettando rigidamente il progetto originale di Leonardo contenuto nei manoscritti composti da migliaia di pagine, appunti e disegni. Il visitatore avr anche la possibilit di leggere i testi di Leonardo invertendo la sua tipica modalit di scrittura inversa (da destra a sinistra). L3 si gi fatto conoscere nel mondo, le mostre sono state visitate da centinaia di migliaia di persone in citt e Paesi come Torino, Livorno, Vigevano, Tokyo, Chicago, New York, Philadelphia, Qatar, Arabia Saudita e Brasile. Occasione imperdibile. Leonardo3 Il Mondo di Leonardo -piazza della Scala, ingresso Galleria Vittorio Emanuele II, fino al 31 luglio, orari: tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 23:00, biglietti: 12 intero, 11 studenti e riduzioni, 10 gruppi, 9 bambini e ragazzi, 6 gruppi scolastici.
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LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Paolo Di Paolo Mandami tanta vita
Feltrinelli 2013 160 pp., euro 13
Due vite parallele, due giovani 23enni, Moraldo e Piero, speculari tra loro: il doppio, lo scambio, il viaggio, le coincidenze da sliding doors, nella Torino del 1926, quel tempo in bilico e incombente alle soglie del fascismo, evocato con tratti veloci ma non meno incisivi. Un tempo destinato a sfociare nella allucinazione collettiva, fieramente combattuta da Piero, intellettuale attivista, strenuo e coraggioso difensore della libert, contrario a ogni forma di violenza, editore, politologo, filosofo, critico teatrale, fondatore di riviste, punta di diamante di quell'antifascismo militante che lo porter a una morte precoce, per le percosse subite da facinorosi squadristi l'anno prima, sotto casa. Di tutto questo parla il nuovo romanzo dello scrittore trentenne Paolo di Paolo, gi saldamente emerso nel panorama editoriale italiano, per i suoi scritti e interviste ad autori famosi, apprezzato da Tabucchi, con il quale condivide l'ansia del tempo che passa, finalista ora allo Strega, che verr assegnato il 4 luglio, fra due giorni, al Ninfeo di Villa Giulia. E mentre nel suo libro precedente, Dove eravate tutti egli evocava il declino civile del nostro Paese e il grigiore del tempo presente, dove un imprenditore televisivo la fa da padrone, in questo nuovo romanzo si rivolge al passato, per trarne linfa, energia vitale e fulgido esempio. Ma il tema del libro non gi la biografia di Piero, che solo alla fine verr identificato nel gigante Piero Gobetti, ma il rischio della giovinezza e il male del vivere, con le sue incertezze, paure, ribellioni. I caratteri opposti dei due protagonisti sono funzionali, per evidenziare la grandezza del secondo rispetto al primo, con stili di vita contrapposti. Moraldo infatti uno studente inetto, con vaghe aspirazioni letterarie, affascinato da quel Piero che osa apostrofare aspramente, all'Universit, un professore prono all'ideologia del tempo. Egli cerca vanamente di mettersi in contatto con lui, tramite due lettere, che non riceveranno mai risposta, non gi per disprezzo, come pensa lo studente, ma perch Piero ha dovuto riparare a Parigi, dopo la distruzione della tipografia, che pubblicava la sua rivista. E a Parigi si reca, per destino incrociato, anche Moraldo, al vano inseguimento di quella inafferrabile fotografa Carlotta, proprietaria della valigia scambiata per errore alla stazione, che gli far perdere la testa, in un gorgo di sensazioni nuove e delusioni, che segneranno la fine della sua prima giovinezza per entrare nell'et adulta. Speculare a Carlotta Ada, l'amata moglie di Piero, che per amore struggente lascia partire il marito per Parigi alla ricerca di nuovi contatti con gli esuli, nonostante il figlio in fasce. Vita era per Piero la sua Ada, che esorta perci a scrivergli spesso, dicendole Mandami tanta vita come recita il titolo musicale del libro. La cui copertina rossa evoca la passione, filo conduttore di tutto lo scritto. La passione di Piero per le cose ultime della politica, all'insegna di una legge morale severa, contrapposta alla passione vana dello studente per una donnameteora. Lottare sempre per l'affermazione delle proprie idee, che sopravvivono alla morte, il messaggio di Piero e tema di tutto il libro, secondo anche all'exergo di D. Thomas I advance as long as forever is. E per un attimo la magia si compie e Moraldo avr un contatto fugace con il suo idolo a Parigi, ma nella sua indeterminatezza non sapr cogliere la mirabile opportunit. Cercher invano di recuperare l'attimo fuggente, la mancata occasione. Fino al tragico epilogo, una sorta di coup de theatre e la disperazione per avere perso la possibilit di un consiglio di vita dal suo Maestro. Paolo di Paolo per anni ha coltivato l'idea di scrivere un libro su Gobetti, finch ha scelto questo modo indiretto e raffinato di proporlo, dopo lunga e accurata documentazione. Guida splendente stato per lui l'epistolario tra Ada e Piero, nonch tutti i suoi scritti. E grazie a questi ha potuto ricostruire l'atmosfera di quel tempo del '900, foriero di tante sciagure, con scrittura garbata e incisiva, a volte elegiaca, nella descrizione delle citt citate, ad esempio, o nel delicato rapporto amoroso tra i due coniugi. E tra le righe vi anche un breve peana all'importanza delle lettere in s, come mezzo di comunicazione, ora in disuso, parole scritte a seguito di profonda meditazione, destinate a essere lette in un tempo successivo, dopo lungo viaggio, come quelle dell'Autore, illuminanti per interpretare, attraverso il passato, l'oggi.
CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org Sdrive-in: torna il cinema allaperto al Bloom
Dall11 giugno al 3 settembre, ogni marted, al Bloom di Mezzago (via Curiel, 39) il cinema sale in terra zza: verranno proiettati film allaperto, da godere comodamente seduti su una sdraio. In collaborazione con la Proloco Mezzago, e con il patrocinio del Comune levento offrir i migliori film della stagione. La programmazione completa? Eccola qui:
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www.arcipelagomilano.org Marted 9 luglio ore 21,30 QUARTET di Dustin Hoffman, Gran Bretagna 2012, Commedia 98 Marted 16 luglio ore 21,30 EFFETTI COLLATERALI di Steven Soderbergh, USA 2013, Thriller 106 Marted 23 luglio ore 21,30 IL MINISTRO LESERCIZIO DELLO STATO di Pierre Schller, Francia Belgio 2011, Drammatico, 112 Marted 30 luglio ore 21,30 THE SESSIONS di Ben Lewin, USA 2012, Drammatico, 98 Marted 6 agosto ore 21,00 MIELE di Valeria Golino, Italia 2013, Drammatico, 96 Marted 13 agosto ore 21,00 VIAGGIO SOLA di Maria Sole Tognazzi, Italia 2012, Commedia sentimentale, durata 85 Marted 20 agosto ore 21,00 LUOMO CON I PUGNI DI FERRO di RZA, USA, Hong Kong , Azione, 95 Marted 27 agosto ore 21,00 TRENO DI NOTTE PER LISBONA di Bille August, Svizzera, Portogallo, Germania 2013, Drammatico, 111 Marted 3 settembre ore 21,00 COME UN TUONO di Derek Cianfrance, USA 2012, Drammatico, 140 Paolo Schipani
GALLERY
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http://youtu.be/Ge8uaUsANlQ
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