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Lestinzione della Spa si compie mediante una fattispecie a formazione progressiva, composta di tre fasi: il verificarsi di una causa di scioglimento; il compiersi dellattivit di liquidazione; la cancellazione della societ dal Registro delle Imprese. Cause di scioglimento comuni a tutti i tipi societari sono il decorso del termine, il conseguimento delloggetto sociale o l'impossibilit di conseguirlo, la volont dei soci.. Per le Spa lo scioglimento sar causato dall'impossibilit di funzionamento o dalla reiterata mancanza di attivit da parte dellassemblea, dalla dichiarazione di nullit della stessa societ, dalla riduzione del capitale al di sotto del minimo legale (fatta salva la previsione degli articoli 2447 e 2482ter codice civile), dallimpossibilit di liquidare la quota del socio receduto, per deliberazione dellassemblea e per le altre cause previste dallatto costitutivo e dallo statuto. Le suindicate cause di scioglimento operano d i diritto, nel senso che non occorre un accertamento di carattere costitutivo-negoziale . I liquidatori sono le persone incaricate di portare a termine lo scioglimento della Spa e vengono nominati dallassemblea con le maggioranze previste per la modifica dello statuto o, in difetto, dal Tribunale. Essi hanno, tra laltro, lonere di iscrivere presso il Registro delle Imprese la loro nomina con lindicazione dei poteri loro spettanti e le eventuali modifiche; ricevono dagli amministratori i libri sociali, la situazione contabile alla data di scioglimento e la relazione in merito alla gestione intercorsa dallultimo bilancio, redigendo apposito verbale; hanno lonere di redazione del bilancio annuale per la presentazione allassemblea per lapprovazione e in allegato allo stesso predispongono una relazione in merito allandamento e alle prospettive relative alla liquidazione e ai criteri per la realizzazione della stessa. Sono previste, per lattivit svolta, le responsabilit per i danni arrecati alla societ nella stessa misura di quella prevista per gli amministratori. In conseguenza del pagamento dei creditori sociali, i liquidatori procedono alla ripartizione dellattivo residuo tra i soci: nelle societ commerciali viene predisposto un bilancio finale di liquidazione con indicazione della parte spettante a ciascun socio o azione (piano di riparto), questo bilancio viene sottoscritto dai liquidatori, corredato dalla relazione dei sindaci e dellorgano deputato alla revisione contabile e depositato presso il Registro delle Imprese; dopo novanta giorni senza che sia stato proposto alcun reclamo tale bilancio si intende approvato e i liquidatori, espletata la distribuzione dellattivo risultante dal bilancio, si intendono liberati nei confronti dei soci. Le somme non riscosse entro novanta giorni dallavvenuto deposito del bilancio finale di liquidazione devono essere depositate presso una banca con indicazione del nome e cognome o dei numeri delle azioni qualora queste siano al portatore. Sono previste, per lattivit svolta, le responsabilit per i danni arrecati alla societ nella stessa misura di quella prevista per gli amministratori. Come ultima incombenza, larticolo 2495 codice civile prescrive che i liquidatori, successivamente allapprovazione del bilancio finale, debbano chiedere la cancellazione della societ dal Registro delle Imprese.
Diritto di opzione
Il diritto di opzione il diritto riconosciuto ai soci di acquistare le azioni di nuova emissione, grazie allesercizio di tale diritto. Le azioni sono offerte ai soci in proporzione a quella che gi possedevano, e ci per conservare allinterno della societ gli stessi rapporti di forze che esistevano prima dellaumento del capitale sociale possimamo dire quindi che il diritto dei soci attuali di venire preferiti a terzi nella sottoscrizione di aumento del capitale sociale a pagamento.. Il diritto di opzione spetta ad ogni azionista, in maniera proporzionale al numero di azioni da esso gi possedute. La societ ha l'obbligo di concedere un termine per l'esercizio del diritto, non inferiore a trenta giorni ; tale termine inizia a decorrere dal momento in cui viene iscritta l'offerta di opzione del registro delle imprese. I soci possono tuttavia decidere all'unanimit di rinunciare a tale termine. In caso vi siano azioni rimaste non optate, gli amministratori sono obbligati a seguire particolari procedure, non essendo essi liberi di collocarle secondo il proprio [3] piacimento . Se si tratta di azioni non quotate: chi ha esercitato il diritto di opzione gode del diritto di prelazione sulle azione inoptate, ma solo se ne fa richiesta al momento dell'esercizio del diritto di opzione. In caso di azioni quotate: gli amministratori - per conto della societ - devono offrire sul mercato regolamentato i diritti di opzione residui; il ricavato andr a far parte del patrimonio sociale.
Il diritto di opzione pu essere escluso ex lege se le azioni di nuova emissione, secondo la deliberazione di aumento del capitale, devono essere liberate mediante conferimenti in natura . Inoltre, nelle societ con azioni quotate, lo statuto pu prevedere l'esclusione del diritto di opzione nella misura del dieci per cento del capitale sociale preesistente, a patto che il prezzo di emissione corrisponda al valore di mercato delle azioni e ci sia confermato in apposita relazione dal revisore legale o dalla societ di revisione legale . Tale diritto prevede inoltre l'esclusione del diritto se, a seguito di delibera dell'assemblea straordinaria, le azioni di nuova emissione sono offerte in sottoscrizione ai dipendenti della societ o di societ che la controllano o che sono da essa controllate .
L'aumento del capitale sociale pu essere reale (a pagamento: aumento del capitale sociale nominale e del patrimonio della societ per effetto di nuovi conferimenti) oppure semplicemente nominale (gratuito: si incrementa solo il capitale nominale mentre il patrimonio resta invariato). Con l'aumento reale del capitale
sociale, la societ intende procurarsi nuovi mezzi finanziari a titolo di capitale di rischio: nuovi conferimenti in denaro, natura o crediti. L'aumento reale da perci luogo all'emissione di nuove azioni a pagamento, che vengono sottoscritte dai soci attuali (che vantano un diritto di opzione) o da terzi che cos diventano soci. Competente a deliberare l'aumento di capitale l'assemblea straordinaria dei soci o anche gli amministratori se previsto dallo statuto (deve essere predeterminato l'ammontare massimo e la delega pu essere concessa per un periodo massimo di cinque anni), l'aumento pu essere deliberato se le azioni siano state interamente liberate (il socio sottoscrive azioni per un determinato corrispettivo se effettua conferimenti in denaro deve versare il 25% delle azioni all'atto di costituzione e il residuo nel momento in cui viene richiesto, perci saranno liberate quando verr versato il residuo). Il versamento del 25% dei conferimenti in denaro deve essere effettuato, all'atto della sottoscrizione, direttamente alla societ e non presso una banca (come invece era previsto al momento della costituzione della societ), se previsto un soprapprezzo deve essere versato all'atto della sottoscrizione. Un aumento di capitale non pu essere eseguito fino a che le azioni precedentemente emesse non siano interamente liberate. In caso di violazione gli amministratori sono solidalmente responsabili per i danni arrecati ai soci e ai terzi.
conseguenza delle perdite a 190) gli amministratori devono senza ritardo convocare las semblea straordinaria e sono previste particolari procedure a seconda che il capitale sia sceso o meno sotto il minimo legale. Le modalit attraverso le quali viene materialmente esperita la riduzione volontaria del capitale sociale sono varie: pu prevedersi la liberazione dei soci dai conferimenti ancora dovuti, pu procedersi al rimborso agli azionisti del capitale, pu essere previsto lacquisto da parte della societ di azioni proprie ed il successivo annullamento delle stesse, o, infine, possono essere estratti a sorte taluni soci, le cui azioni vengono annullate e rimborsate integralmente al valore nominale. . E tuttavia necessario che, in ogni caso, vengano rispettati alcuni requisiti essenziali: anzitutto il capitale non pu scendere al di sotto del minimo legale (pari, come noto, a 120.000 Euro), inoltre la deliberazione deve motivare adeguatamente loperazione e infine essa pu essere eseguita soltanto dopo 90 giorni dalliscrizione della delibera presso il Registro delle Imprese: entro tale termine, infatti, i creditori sociali possono interporre opposione. Quando si tratti invece di riduzione del capitale sociale per perdite e queste non abbiano inciso per pi di un terzo del capitale sociale la riduzione facoltativa. E evidente che, pur non registrandosi lobbligo di provvedere alla riduzione, essa diventa indispensabile laddove si intendano distribuire gli utili conseguiti: la distribuzione di utili, infatti, vietata in assenza di delibera di riduzione. Qualora invece le perdite abbiano inciso sul capitale sociale per pi di un terzo ma il capitale sociale sia ancora al di sopra del minimo legale (ovvero, 120.000 Euro) gli amministratori devono senza ritardo convocare lassemblea straordinaria e presentare un bilancio infra-annuale. Lassemblea straordinaria ha due scelte: o riduce immediatamente il capitale sociale, oppure prende i provvedimenti che ritiene pi opportuni nel tentativo di ricostituire lintegrit del capitale stesso. Laddove tuttavia tali operazioni non si rivelino utili e la perdita non venga ripianata entro lesercizio successivo, lassemblea straordinaria obbligata a deliberare la riduzione del capitale sociale. In mancanza, la riduzione deliberata dufficio dal Tribunale.
Concordato fallimentare
Il concordato fallimentare, regolato dagli articoli che si succedono dal 124 al 141 della legge fallimentare, non rappresenta una procedura concorsuale bens un istituto giuridico che regola un particolare modo di chiusura del fallimento. La proposta di concordato fallimentare pu essere formulata da uno o pi creditori, da un terzo soggetto, oppure dallo stesso fallito, purch siano decorsi sei mesi dalla dichiarazione di fallimento ma non siano superati i due anni dal decreto che ha reso esecutivo lo stato passivo.La legge in materia, ha stabilito che il soggetto proponente il concordato fallimentare pu liberamente formare il contenuto della proposta con la quale espone il progetto, progetto che rappresenta la spiegazione di come debba avvenire il soddisfacimento dei creditori per chiudere il fallimento.La proposta di concordato deve essere inoltrata al Giudice Delegato, poi approvata dai creditori ed, infine, omologata dal Tribunale con decreto ad hoc.Affinch sia possibile prospettare il concordato necessario che lamministrazione della societ o ditta individuale oggetto delloperazione sia stata assoggettata a regolare contabilit. Ci, per dar modo al curatore di preparare correttamente lelenco provvisorio dei creditori da sottoporre allapprovazione del Giudice Delegato.Dopo l'omologa, il giudice delegato, il curatore ed il comitato dei creditori vigilano sullo svolgimento del concordato. Le somme dei crediti in contestazione e quelle riguardanti i creditori irreperibili dovranno essere depositate in attuazione delle decisioni adottate dal Giudice Delegato che terr conto delle varie situazioni. Vi da rilevare che gli organi del fallimento resteranno in carica per lintera durata del concordato.Gli effetti del concordato :Il concordato obbligatorio per tutti i creditori anteriori alla apertura del fallimento, compresi quelli che non hanno presentato domanda di ammissione al passivo. I creditori conserva no la loro azione per lintero credito contro i coobbligati, i fideiussori del fallito e gli obbligati in via di regresso.Dopo lomologazione del concordato il giudice delegato, il curatore e il comitato dei creditori ne sorvegliano ladempimento secondo l e modalit che sono state stabilite nel decreto di omologazione.
Concordato preventivo
Il concordato preventivo rivolto al debitore insolvente ed ha lo scopo principale di evitargli le gravi conseguenze del fallimento. Il concordato si chiama preventivo perch ad esso ci si pu rivolgere solo prima della dichiarazione di fallimento. Il concordato, non altro che un accordo fra un imprenditore commerciale, in crisi appunto o in insolvenza, ed i suoi creditori circa le modalit con le quali dovranno essere gestite tutte le obbligazioni pendenti. Con la nuova legge non pi richiesta la : iscrizione dellimprenditore nel registro delle im prese alla Camera di Commercio; non pi richiesta nemmeno la regolare tenuta dellacontabilit; non pi indispensabile la mancanza di una precedentedichiarazione di fallimento o di ammissione ad altreprocedure concorsuali. Lunico requisito che la nuova legge chiede, nel principale interesse dei creditori, che limprenditore proponga un piano di risanamento dei propri debiti, che tenga conto della divisione dei creditori nelle seguenti classi: privilegiati (ipotecari, lavoratori dipendenti, Stato, ecc., che hanno laprecedenza nellessere pagati) chirografari(ad esempio i fornitori, che vengono pagati dopo iprivilegiati, con quello che resta e con il rischio anche dinon ricevere nulla, se tutto il denaro ricavato servito perpagare i privilegiati) . Le conseguenze, per il debitore che stato ammesso al concordato preventivo, sono le seguenti: egli conserva lamministrazione dei suoi beni e, se pu,continua lesercizio dellimpresa, con lunica limitazione che, durante tutta la procedura, la sua attivit svolta sotto il controllo del Commissario giudiziale; richiesta lautorizzazione del Giudice delegato per gli atti di straordinariaamministrazione (che sono, ad esempio, mutui, ipoteche; accettazione di eredit,vendita di immobili, ecc.); i creditori non possono iniziare o proseguire azioni esecutive contro il debitore.
fronte di sottoscrizione di azioni sottolineando come l'apporto richiami l'associazione in partecipazione e il conferimento la partecipazione societaria e il finanziamento.Comunque resta il fatto che colui che apporta e colui che conferisce non diventano titolari dell'iniziativa economica non concorrendo ad un rischio superiore al loro apporto e non avendo nessun potere a livello gestionale. I diritti di cui possono godere coloro che detengono strumenti finanziari sono: -diritti patrimoniali:rimborso dell'apporto alla scadenza,si pu inoltre prevedere un diritto a una quota degli utili attraverso una remunerazione fissa o indicizzata. -diritti amministrativi:la formula legislativa lascia ampio spazio agli statuti che potranno riconoscere determinati diritti che andranno per coordinati con quanto disposto nell'art 2346:esclusione del voto nell'assemblea generale. -diritti alla circolazione:lo statuto pu optare per una qualsiasi delle leggi di circolazione non ritenendosi applicabile il divieto di emissione dei titoli di credito al portatore.
Concentrazione di imprese
Consisite nel controllo di un'impresa su una o pi altre imprese. Secondo la nostra legge antitrust, l'operazione di () si realizza (art. 5): quando due o pi imprese procedono a fusione; quando uno o pi soggetti in posizione di controllo di almeno un'impresa, ovvero una o pi imprese, acquisisconodirettamente o indirettamente, sia mediante acquisto di azioni o di elementi del patrimonio, sia mediante contratto o qualsiasi altro mezzo, il controllo dell'insieme o di parti di una o pi imprese; quando due o pi imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova societ, alla costituzione di un'impresa comune. In ogni caso, comunque, per aversi (), deve prodursi una modificazione della struttura interna delle imprese interessate, modificazione che pu incidere sia sulla propriet del patrimonio, sia sulla gestione e direzione, alle quali si rinuncia a favore di organi estranei a queste imprese o ad una di esse. Le operazioni di () non sono vietate in assoluto, dalla normativa antitrust ma solo se comportino la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante sul mercato nazionale, in modo da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza.
Fusione
Il procedimento di fusione si articola in tre fasi: - progetto di fusione - delibera di fusione - atto di fusione Progetto di fusione societaria Il progetto di fusione un documento unitario che gli organi amministrativi delle varie societ partecipanti alla fusione redigono, ci sono tutti gli elementi essenziali della fusione. Lart.2501 contiene tutte le indicazioni che il progetto di fusione deve contenere: - modalit di assegnazione delle azioni o quote della societ che risulta dalla fusione o di quella incorporante; - atto costitutivo della nuova societ o di quella incorporante che conterr le modifiche che derivano dalla fusione; - rapporto di cambio, ossia il rapporto in base al quale i soci nelle societ che si estinguono verranno assegnate le azioni o le quote della societ incorporante. Delibera di fusione societaria Le assemblee delle varie societ partecipanti alla fusione devono deliberare la fusione, approvando il progetto di fusione oppure no. Per lassunzione della delibera sono necessarie le maggioranze previste per le modifiche dellatto costitutivo. Lart.2503 prevede che la fusione pu essere attuata solo dopo 60 giorni dallultima delle iscrizioni nel registro delle imprese della delibera di fusione. Il termine dei 60 giorni pu non essere rispettato qualora risulti il consenso dei creditori, qualora i creditori che non hanno dato il consenso vengano pagati, oppure nel caso in cui la relazione degli esperti sia redatta da ununica societ di revisione per tutte le societ la quale asseveri sotto la sua responsabilit che la situazione patrimoniale e finanziaria della societ non rende necessarie delle garanzie per i creditori. Se i creditori fanno lopposizione alla fusione, la fusione non pu essere attuata, non si pu arrivare allatto d i fusione. Il tribunale deve decidere se lopposizione fondata o meno. Se il tribunale non conce de che la fusione venga attuata nonostante lopposizione allora il procedimento momentaneamente bloccato. In alcuni casi il tribunale fa continuare con il procedimento di opposizione per la firma dellatto di fusione nnon sospesa purch le societ partecipanti alla fusione diano idonee garanzie ai creditori. Se si procede alla delibera di fusione e senza che si risolva il problema si attua la fusione senza rispettare il termine dei 60 giorni per la tutela dei creditori, latto di fusione valido, per improduttivo di effetti nei confronti dei creditori, che potranno continuare a far valere i diritti come se la fusione non fosse efficace nei loro confronti. Se avviene la delibera e si rispettato il termine dei 60 giorni si pu passare alla terza fase. Atto di fusione societaria I legali rappresentanti di tutte le societ che partecipano alla fusione stipuleranno di fronte al notaio un unico atto di fusione. Latto di fusione fatto per atto pubblico e dal momento in cui viene iscritto nel registro d elle imprese si producono tutti gli effetti della fusione. Latto di fusione ha unefficacia costitutiva degli effetti della fusione: unifica zione dei patrimoni, estinzione delle societ che vi hanno partecipato, lassegnazione ai soci delle azioni o delle quote, ecc.
Fideiussione
La fideiussione un contratto con il quale si costituisce a favore del creditore la garanzia personale di un terzo. Il contratto viene stipulato tra chi assume la garanzia (fideiussore) e il creditore, restandone estraneo il debitore garantito. Il fideiussore obbligato in solido con il debitore principale: il creditore potr quindi rivolgersi per lintero pagamento alluno o allaltro a sua scelta, a meno che non sia stato pattuito il c.d. beneficio di escussione: in tale caso il fideiussore potr rifiutare il pagamento, eccependo che prima che a lui il creditore non si sia rivolto al debitore principale, e sar tenuto al pagamento soltanto in caso di inadempimento di questultimo. Se il fideiussore paga, surrogato nei diritti che il creditore aveva verso il debitore principale e in ogni caso ha azione di regresso nei confronti di costui.
influire sulla prosecuzione dell'esercizio provvisorio. Il tribunale pu ordinare la cessazione dell'esercizio provvisorio in qualsiasi momento laddove ne ravvisi l'opportunit, con decreto in camera di consiglio non soggetto a reclamo sentiti il curatore ed il comitato dei creditori. Durante l'esercizio provvisorio i contratti pendenti proseguono, salvo che il curatore non intenda sospenderne l'esecuzione o scioglierli.
Sicav (E una societ di investimento a capitale variabile molto simile, nel funzionamento, a un fondo comune. La differenza princip ale che si
tratta di una societ il cui patrimonio coincide con il capitale versato dai sottoscrittori, i quali non acquistano quote (come in un fondo) ma azioni. I sottoscrittori diventano, pertanto, veri e propri azionisti della societ: hanno facolt di partecipare alle assemblee e di esercitare il diritto di voto, nonch di confrontarsi con l'operato dei gestori).
Si tratta di societ per azioni il cui oggetto sociale esclusivo rappresentato dallinvestimento collettivo delle risorse finanziarie raccolte presso il pubblico attraverso lemissione di proprie azioni. La gestione dei mezzi finanziari raccolti si identifica con la gestione del patrimonio sociale ed quindi affidata agli organi amministrativi della Sicav stessa, a meno che venga delegata ad una Sgr. Le Societ dinvestimento a capitale variabile si differenziano dai fondi comuni dinvestimento principalmente per il fatto che il sottoscrittore non acquista quote di partecipazione, ma azioni della societ, con la possibilit di esercitare il diritto di voto. Pertanto, i partecipanti di una Sicav hanno poteri pi ampi rispetto ai partecipanti di un fondo comune dinvestimento, poich sono anche soci e quindi possono incidere sulle vicende della societ e sulle politiche dinvestimento da essa adottate attraverso lesercizio del diritto di voto.
Titolo in bianco
Titolo di credito all'ordine che non contiene il nome del soggetto a cui spetta la prestazione. Il (--) si trasferisce come un titolo al portatore , cio alla semplice consegna. A meno che il possessore non eserciti il cd. potere di riempimento , apponendo cio il proprio nome o quello di un altro soggetto sul titolo.
Obbligazioni convertibili in azioni Alla scadenza del termine per la restituzione del prestito obbligazionario,
la societ dovr restituire agli obbligazionisti il dovuto, ma potrebbe consentire una scelta agli obbligazionisti: invece di riavere indietro i loro soldi questi potranno diventare azionisti della societ e convertire, quindi, le loro obbligazioni in azioni. Per ottenere questo risultato, la societ emetter un tipo particolare di obbligazioni, le obbligazioni convertibili in azioni.Gli obbligazionisti che acquisteranno tali titoli potranno quindi scegliere, e se la societ solida e produce utili, potrebbe essere meglio diventare azionisti, e quindi soci, piuttosto che riavere indietro i soldi del prestito obbligazionario. Non per possibile emettere normali obbligazioni e poi permettere allobbligazionista di convertire le obbligazioni in azioni, e ci per un motivo fondamentale: emettere obbligazioni convertibili in azioni, vuole anche dire consentire lingresso di nuovi soci, e quindi aumentare il capitale sociale. Di conseguenza tutta la procedura di emissione di queste particolari obbligazioni dovr tener conto di questa esigenza, e sar quindi pi complessa di quella prevista per lemissione delle obbligazioni non convertibili. Organo competente a emettere le obbligazioni convertibili: trattandosi di unoperazione che comporta laumento del capitale sociale, la competenza dellassemblea straordinaria ma lo statuto pu delegare agli amministratori la facolt di emettere in una o pi volte obbligazioni convertibili, fino a un ammontare determinato e per il periodo massimo di cinque anni dalla data discrizione della societ nel re gistro delle imprese. Contenuto della delibera che decide lemissione di obbligazioni convertibili: lassemblea straordinaria deve decidere il rapporto di cambio tra obbligazioni e azioni, il periodo e le modalit della conversione; contestualmente si dovr deliberare anche sullaumento del capitale sociale per lammontare corrispondente alle obbligazioni da convertire. Queste obbligazioni devono, inoltre, essere offerte in opzione ai soci ( art. 2411 comma 1). Contenuto del titolo obbligazionario: quello previsto dallart. 2414, ma in pi sar necessario indicare il rapporto di cambio e le modalit di conversione. La delibera sar iscritta nel registro delle imprese, come accade in generale per tali delibere, e a questo punto si aspetter la scadenza del prestito per vedere cosa accade.
Listruttoria prefallimentare
Con listruttoria prefallimentare il legislatore ha imposto la partecipazione del debitore, sin dalla fase prefallimentare, dandogli la possibilit di difendersi, alla luce delle gravi ripercussioni che implica il fallimento, non solo sotto un aspetto economico-commerciale, ma anche nei suoi rapporti sociali, di reputazione e nella sua capacit di agire.Anche nella procedura prefallimentare continuer a valere il principio dellonere della prova, con la conseguenza che spetter alla parte istante fornire la prova dellesistenza dei presupposti del fallimento . Quindi, il creditore o il pubblico ministero dovranno provare i presupposti oggettivi e soggettivi del fallimento, e il giudice dovr respingere listanza sia in caso di prova non fornita, sia in caso di non sussistenza dei suddetti presupposti; Unico correttivo possibile rappresentato dal potere del giudice di disporre dufficio mezzi di prova. Questo un potere assicurato al giudice in tutti i processi civili, dal lavoro al societario. Tuttavia, nellistruttoria prefallimentare , tale potere non sembra avere alcun limite cosicch il giudice potr ammettere dufficio ogni strumento di prova per accertare la sussistenza dei presupposti del fallimento. Importante il caso delle prove testimoniali le quali, nella fase prefallimentare, sono utilizzate raramente: il giudice interrogher il fallendo nelludienza di convocazione, potr nominare un consulente tecnico per lesame della documentazione eventualmente prodotta e, soprattutto, potr ordinare alle parti la produzione di documenti necessari per la decisione. Infine, potr chiedere informazioni presso pubbliche amministrazioni (in particolare presso la GDF); Il giudice che dispone dufficio un mezzo di prova deve consentire su ci il contraddittorio. Ci significa che deve consentire alle parti di fornire la c.d. prova contraria.
Contratti bancari
Per contratti bancari si intendono quei contratti con cui le banche operano nei confronti della clientela, provvedendo a procurarsi denaro o ad impiegarlo ovvero a fornire i servizi necessari a tali operazioni. Le banche svolgono una attivit di intermediazione nella circolazione del denaro: sono enti che professionalmente, nella veste di imprenditori, esercitano la funzione di: raccogliere fondi dai risparmiatori (operazioni passive) concedere crediti a privati, imprese ed enti pubblici (operazioni attive) prestare particolari servizi accessori (operazioni accessorie) La principale caratteristica di detti contratti consiste nel fatto che una delle parti un istituto bancario. Infatti, lentrata in vigore del Testo unico bancario (D.lgs.385/1993) ha consentito alle banche non solo la tradizionale attivit di intermediazione nella circolazione del denaro consistente nella raccolta del risparmio tra il pubblico e nella erogazione del credito , lo svolgimento di qualsiasi altra attivit finanziaria,possono anche svolgere servizi di investimento nei confronti del pubblico, cio possono svolgere tutte quelle attivit di negoziazione, collocamento, gestione e mediazione aventi ad oggetto strumenti finanziari.Ne discende che la nozione di contratto bancario va considerata pi ampia di quella desumibile dalle norme del codice civile, ricomprendendo non pi solo le tipiche attivit di intermediazione nella circolazione del denaro, ma anche ogni altra attivit finanziaria e di investimento.La funzione dei contratti bancari , dunque, quella di offrire alla banche strumenti giuridici idonei allesercizio della loro attivit di impresa.
Pmi
Le piccole e medie imprese o PMI sono aziende le cui dimensioni rientrano entro certi limiti occupazionali e finanziari prefissati. Per questa ragione, ed anche per le oggettive difficolt di attrarre capitali, Stati e Regioni di solito mettono in atto politiche di sostegno verso la PMI. importante considerare che le piccole e medie imprese si comportano talvolta in modo decisamente diverso da quelle di dimensioni maggiori, vuoi per la diversa tipologia di organizzazione (talvolta le PMI sono ancora gestite direttamente dal proprietario), vuoi per la limitata disponibilit di capitali e le conseguentemente differenti politiche gestionali.
Cambiale ipotecaria
La cambiale ipotecaria una garanzia che offre al creditore il diritto, nel caso dimancato pagamento, di essere pagato con priorit rispetto ad altri creditori.La cambiale ipotecaria consiste in un credito cartolare garantito da ipoteca. La peculiarit risiede nel fatto che la garanzia non riguarda il credito sottostante ma il rapporto cartolare stesso. La cambiale ipotecaria assistita da una garanzia su un immobile, che porta il creditore ipotecario al diritto, nel caso di mancato pagamento, di essere soddisfatto delle ragioni del proprio credito con priorit rispetto agli altri creditori. Questi ultimi, con termine derivante dal greco, sono definiti creditori chirografari .Esiste una profonda differenza tra il regime dell'ipoteca e quello della cambiale ipotecaria. La prima sussiste solo se il credito garantito ancora in atto, nella cambiale ipotecaria il privilegio non assiste il credito, ( rapporto causale che nel frattempo potrebbe essere estinto), ma il rapporto cartolare incorporato nel titolo di credito (materialmente la carta del titolo di credito cio l'oggetto fisico cambiale oppure assegno che segue le regole del trasferimento mediante la serie delle girate.
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Posizione dominante
Un'impresa detiene una posizione dominante sul mercato laddove la quota di produzione e vendita di beni e servizi, che essa ha raggiunto rispetto alle altre aziende concorrenti, le permette di operare sul mercato in condizione di netta superiorit rispetto alla concorrenza.La posizione dominante consente, all'azienda che la detiene, di operare sul mercato dettando essa stessa le regole della concorrenza, ad es. imponendo a tutte le altre aziende una determinata strategia di prezzo o determinate caratteristiche del prodotto.Nella maggior parte dei casi la presenza di una posizione dominante progressivamente induce le altre aziende operanti in quella stessa area di mercato a specializzarsi su settori pi ridotti oppure a cedere il controllo sulla propriet alla azienda dominante, che in questo modo si rafforza ulteriormente.Ci pu condurre al cosiddetto " abuso di posizione dominante", che un illecito la cui fattispecie si concretizza nel caso in cui l'azienda dominante operi utilizzando il proprio potere economico con l'espressa intenzione di schiacciare ed eliminare la concorrenza. Nel diritto antitrust comunitario (v. Antitrust) una delle fattispecie vietate di limitazione della concorrenza (v.) effettiva. Si ha posizione dominante sul mercato quando una o pi imprese possono influire in misura sostanziale sulle decisioni di altri agenti economici mediante una strategia indipendente, sottraendosi cos ad una concorrenza effettiva. La possibilit di fissare i prezzi a proprio piacimento senz'altro l'indizio pi sicuro dell'esistenza di una posizione dominante. Non necessaria, invece, l'esistenza di un vero e proprio monopolio di fatto: non occorre, cio, che sia stata effettivamente eliminata ogni concorrenza, bastando la possibilit per una o pi imprese di eliminare dal mercato, a proprio piacimento, le imprese concorrenti. L'assunzione di una posizione dominante dunque vietata solo quando viene sfruttata abusivamente. L'art. 82 (ex art. 86) del Trattato CE (v.) e la normativa italiana (L. 287/90) vietano l'abuso di posizione dominante da parte di una o pi imprese all'interno del mercato nazionale nella misura in cui sia pregiudizievole al commercio tra gli Stati membri e specificano, con elencazione non tassativa, che esso si realizza attraverso le seguenti pratiche: imporre prezzi di acquisto, di vendita o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose; impedire o limitare la produzione, gli sbocchi o gli accessi al mercato, lo sviluppo tecnico o il processo tecnologico, a danno dei consumatori; applicare, nei rapporti commerciali con altri contraenti, condizioni oggettivamente diverse per prestazioni equivalenti, cos da determinare ingiustificati svantaggi per la concorrenza; subordinare la conclusione dei contratti all'accettazione da parte degli altri contraenti di prestazioni supplementari che, per loro natura e secondo gli usi commerciali, non abbiano alcuna connessione con l'oggetto dei contratti stessi.
Chiusura di fallimento
La chiusura del fallimento viene dichiarata dal tribunale fallimentare con decreto motivato. I fatti che possono condurre alla chiusura della procedura fallimentare sono i seguenti: -liquidazione dell'attivo, quando cio tutti i beni del fallito sono stati venduti e il ricavato stato ripartito tra i vari creditori, distinguendo tra privilegiati e chirografari; -insussistenza o insufficienza dell'attivo, quando cio il debitore non dispone di beni da cui possibile ricavare un certo valore di realizzo tale da soddisfare i creditori;accordo intercorso tra fallito e creditori, definito concordato fallimentare: il debitore propone ai creditori un accordo secondo il quale si impegna a pagare integralmente chi titolare di un diritto di prelazione, mentre tutti i creditori chirografari ricevono una determinata percentuale del credito complessivo. Se la maggioranza dei creditori esprime parere positivo entro 30 giorni dalla proposta, allora il tribunale autorizza tale concordato;-estinzione della totalit dei debiti contratti;-mancata presentazione della domanda di insinuazione da parte dei creditori: una volta esaurita la fase di accertamento del passivo di cui si occupa il curatore, la totalit dei creditori deve presentare entro 30 giorni la richiesta del saldo dei debiti ancora aperti nei loro confronti e i documenti che provino tali posizioni aperte. Nel caso in cui questo non avvenga, si pu procedere con la chiusura del fallimento;-rinuncia da parte dei creditori. Le conseguenze che il debitore subisce in seguito ad una dichiarazione di fallimento sono sia di carattere patrimoniale che di carattere personale. La chiusura del fallimento ha come effetto immediato la cessazione delle conseguenze di carattere patrimoniale sia sul debitore che sui creditori. Questo significa che il debitore rientra in possesso dei propri beni e per i creditori viene meno il divieto di esercitare azioni individuali nei confronti del patrimonio del debitore. In fase di procedura fallimentare, infatti, l'unico modo ammesso dalla legge per vedere soddisfatto il proprio credito quello della presentazione della domanda di insinuazione al passivo del fallito. Se i creditori non sono stati rimborsati in toto, possono dunque procedere individualmente nei confronti del debitore per la parte non soddisfatta, salvo i casi in cui prevista l'esdebitazione.
Revoca fallimento
Se il fallimento revocato, restano salvi gli effetti degli atti legalmente compiuti dagli organi della procedura. Di conseguenza gli atti "legalmente" compiuti dagli organi della procedura, cio atti non affetti da vizi, continueranno comunque a produrre i loro effetti nonostante il provvedimento di revoca; se ad es. il curatore ha legittimamente eseguito dei pagamenti, oppure pu aver ricevuto degli acconti sul suo compenso ex art. 39 comma 3 l.f. queste somme non dovranno essere restituite al fallito. anche vero, per, che se i termini per il giudizio di reclamo sono rispettati, e se la corte fa buon uso del potere previsto dall'art. 19 l.f. ( sospendere la liquidazione dell'attivo in presenza di gravi motivi), i casi in cui (l'ex) fallito possa subire dei danni sono, in definitiva, abbastanza limitati; d'altro canto il fallito pu comunque aver subito questi e altri danni dal fallimento, poi revocato, ed per questo motivo che l'art. 147 del d.p.r. n.115\2002 ( Testo unico in materia di spese di giustizia), prevede che il creditore pu essere condannato per danni e a pagare le spese della procedura fallimentare "per aver chiesto la dichiarazione di fallimento con colpa"; ovviamente se il fallito vorr ottenere anche i danni dal creditore procedente, dovr avanzare tale richiesta nel reclamo depositato a norma dell'art. 18 l.f. Sempre in merito alle spese della procedura fallimentare e per il compenso al curatore, lo stesso art. 147 del d.p.r. n.115\2002 prevede che queste possano essere addossate al fallito che ha ottenuto la revoca, quando " con il suo comportamento ha dato causa alla dichiarazione di fallimento". Pensiamo al caso dell'imprenditore che pur non potendo fallire a norma dell'art. 1 l.f. (perch non superava nessuno dei tre parametri l previsti), e pur essendo stato regolarmente convocato, non si presenti alla istruttoria prefallimentare, provocando cos il suo fallimento, poi revocato in seguito al suo reclamo. Non specificato, per, su chi debbano gravare le spese se il fallimento revocato senza colpa del creditore o del fallito. Si ritiene applicabile, in tal caso, l'art. 146 del d.p.r. n.115\2002 comma 3 lettera c) che le addossa all'erario parificando il curatore all'ausiliario del magistrato di cui fa menzione la citata disposizione.Ci precisato, cerchiamo di elencare i principali effetti che invece si producono in seguito alla revoca del fallimento.
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cessa lo spossessamento del fallito; questi riacquista la piena amministrazione dei suoi beni; cessano tutte le incapacit che l'avevano colpito; il fallito riacquista la capacit processuale; gli atti da lui compiuti dopo la sentenza di fallimento acquistano piena efficacia; cessano gli effetti delle azioni revocatorie, e bisogna restituire i beni a coloro cui erano stati sottratti; i creditori possono agire in via esecutiva contro il debitore .
Cessione dazzienda
La cessione d'azienda consiste nel trasferimento del diritto di esercizio di una data azienda (diritto distinto dal titolo sui beni che la compongono) ad altro soggetto economico e/o giuridico; si compie normalmente a seguito di compravendita, successione o donazione e pu derivare anche da affitto ai sensi dell'articolo 2562 del codice civile (in quanto ci che conta che vi sia l'idoneit dei beni aziendali trasferiti a consentire la prosecuzione dell'attivit ceduta) o da usufrutto ai sensi dell'articolo 2561 del codice civile. Pu anche consistere nel trasferimento di quote societarie o azionarie che consentano di fatto la possibilit di esercizio dell'azienda.A seconda della controprestazione richiesta (conferimento o denaro), la cessione rilasciata dall'esercente uscente per "apporto" se il patto prevede il conferimento di quote o azioni, ovvero per "vendita" se stato pattuito un prezzo.
Azione di regresso
Il possessore della cambiale, in seguito del mancato pagamento da parte del debitore principale, pu esercitare lazione di regresso contro i giranti e i loro avallanti. Per poter esercitare questa azione necessario che si a stato compilato latto del protesto.Lazione di regresso deve iniziare entro 1 anno dalla levata del protesto(quando si avvia il protesto) altrimenti cade in prescrizione. Il portatore in via di regresso pu chiedere: 1. Lammontare del titolo non pagato; 2. Gli interessi al tasso legale dal giorno della presentazione; 3. Le spese per il protesto. Lazione di regresso pu essere: In via giudiziale: ossia Il creditore verso coloro che hanno apposto la loro firma sulla cambiale secondo lordine delle firme in modo tale da arrivare allobbligato principale. In questo caso si segue lo stesso procedimento dellazione diretta (precetto, pignoramento, vendita); In via extra-giudiziale, mediante rivalsa. Quando uno dei giratari effettua il pagamento, a sua volta pu pretendere il rimborso di quanto ha pagato dai giranti che lo precedono o da colui che ha emesso la cambiale. Le azioni di regresso tra i diversi giranti si prescrivono in sei mesi a decorrere dal giorno in cui lobbligato (uno dei riganti) ha pagato. Decorsi detti termini, se la cambiale protestata non stata ancora pagata, il possessore potr chiedere un decreto ingiuntivo.
Trasformazione eterogenea
In diritto, la Trasformazione un'operazione mediante la quale si manifesta un cambiamento fra tipi di societ "lucrative", es da societ di persone a societ di capitali o viceversa (trasformazione omogenea), oppure si assiste ad un cambiamento da societ di capitali in altri enti o viceversa (trasformazione eterogenea).Scopo della trasformazione di poter cambiare l'assetto organizzativo della societ esistente in base alle nuove esigenze sopravvenute senza estinguere tale societ e crearne una nuova ottenendo anche notevoli vantaggi di carattere fiscale. Trasformazione eterogenea:Si prevedono 2 tipi di trasformazione eterogenea: 1. da societ di capitali:
Una societ di capitali pu trasformarsi in consorzio, Societ consortile o cooperativa, associazioni non riconosciute e fondazioni. Per effettuare la trasformazione necessario il voto favorevole dei 2/3 dei soci aventi diritto al voto e il consenso dei soci che assumono la responsabilit illimitata. 1. in societ di capitali: I consorzi, le societ consortili, comunioni di aziende, associazioni riconosciute e fondazioni possono trasformarsi in societ di capitali. La trasformazione deve essere approvata: a) nei consorzi dalla maggioranza assoluta dei consorziati b) nelle comunioni di aziende da tutti i partecipanti alla comunione c) nelle societ consortili e nelle associazioni con le maggioranze richieste per lo scioglimento anticipato d) nelle fondazioni dall'autorit governativa, su proposta dell'organo competente
Patti parasociali
I patti parasociali sono degli accordi tra soggetti appartenenti ad una stessa societ al fine di allearsi e di regolare l'agire comune all'interno della societ. La natura giuridica dei patti parasociali quella di contratti plurilaterali con comunione di scopo. Lo scopo comune quello della "stabilizzazione dell'assetto proprietario" di una S.p.A. o del suo controllo. Un dato essenziale che va sottolineato che tali patti hanno un'efficacia puramente obbligatoria e non reale. Questo significa che il patto produce effetti solo tra i sottoscrittori e non verso i terzi: un eventuale rottura del patto pu valere solo come colpa contrattuale tra i soggetti sottoscrittori, ma non opponibile ai terzi. Per fare un esempio, un voto in assemblea contrario al patto produrr la responsabilit contrattuale di chi ha leso il patto di fronte agli altri sottoscrittori, ma non toccher il piano della legittimit della delibera assembleare. Sono due piani differenti, uno dei quali esterno a quello societario.Spesso per rendere pi efficaci questi patti, viene sottoscritta anche una clausola penale che comporta il pagamento di una somma (spesso ingente) per il sol fatto di aver rotto l'accordo, indipendentemente dalla dimostrazione di un effettivo danno subito che costituirebbe il presupposto di un'azione di risarcimento.
Associazione in partecipazione
L'associazione in partecipazione uno dei contratti tipici disciplinati dalla codificazione civilistica italiana.Esso il negozio giuridico con il quale una parte (l'associante) attribuisce ad un'altra (l'associato) il diritto ad una partecipazione agli utili della propria impresa o, in base alla volont delle parti contraenti, di uno o pi affari determinati, dietro il corrispettivo di un apporto da parte dell'associato. Tale apporto, secondo la giurisprudenza prevalente, pu essere di natura patrimoniale ma potr anche consistere nell'apporto di lavoro, o nell'apporto misto capitale/lavoro. Dalla definizione civilistica si desume facilmente che l'associazione in partecipazione un negozio giuridico sinallagmatico obbligatorio, vale a dire a prestazioni corrispettive.La disciplina civilistica prevede una partecipazione, da parte dell'associato, al rischio della gestione dell'impresa (o del singolo affare o di pi affari dedotti in contratto): questo avviene nel caso in cui il risultato della gestione dell'attivit dedotta in contratto (o dei singoli affari) risulti in perdita. A fronte della partecipazione al rischio, essa prevede anche, quale contrappeso, alcuni obblighi di rendicontazione periodica in capo all'associante, che formalizzano un diritto di ingerenza nella gestione in capo all'associato
Titoli di debito
In finanza i titoli di debito sono dei titoli che vengono emessi da soggetti (detti debitori) che hanno bisogno di finanziamenti ovvero liquidit di denaro; questi titoli vengono a loro volta sottoscritti, cio acquistati da risparmiatori (i creditori). Tale prestito da parte di questi ultimi avviene in un tempo stabilito, concordato tra i creditori, proprietari del titolo, e i debitori, cio coloro che, appunto, hanno bisogno di liquidit di denaro. Alla scadenza del tempo, il debitore deve rimborsare al creditore oltre al capitale ricevuto anche un interesse.Classico esempio di titolo di debito il titolo di stato: in questo caso l'emittente lo Stato che riceve un prestito da chi acquista il titolo (il sottoscrittore). Alla scadenza del titolo, lo Stato deve rimborsare, oltre al capitale ricevuto, anche un interesse.Altro titolo di debito l'obbligazione: in questo caso per a emettere il titolo obbligazionario un societ che attribuisce, anche in questo caso, al possessore del titolo il rimborso del capitale iniziale pi un interesse.
Controllo contabile
Nelle societ per azioni il controllo contabile pu essere affidato a un revisore unico o a una societ di revisione iscritte nell'apposito registro. Attraverso il controllo contabile il revisore interviene valutando il sistema amministrativocontabile e le scritture prodotte da quello stesso sistema, fino alle sintesi di bilancio, ed esprimendo, in una relazione finale, il suo giudizio sull'attendibilit dei valori in rapporto a corretti principi contabili.L'incaricato del controllo contabile, qualora ne ravvisi la necessit, fornisce indicazioni circa l'adeguatezza del sistema di controllo amministrativo-contabile e raccomandazioni per il miglioramento dello stesso. Il revisore incaricato del controllo contabille di una SpA dovr accertarsi, con cadenza almeno trimestrale, della regolare tenuta della contabilit sociale e della corretta rilevazione nelle scritture contabili dei fatti di gestione. Il revisore nell'espletamento dell'incarico conferitogli dovr verificare che le registrazioni siano corrette nella sostanza in relazione ai principi della partita doppia, che la classificazione in bilancio sia in linea con le norme di legge e che i principi di valutazione utilizzati rispettino quanto previsto dai principi contabili generalmente accettati, con l'obiettivo di fornire una ragionevole sicurezza circa il fatto che il bilancio nel suo complesso non contenga errori. L'articolo 2409-bis del codice civile stabilisce che nelle societ per azioni la revisione legale dei conti sia esercitata da un revisore legale dei conti o da una societ di revisione legale iscritti nell'apposito registro. Lo statuto delle societ che non siano tenute alla redazione del bilancio consolidato pu per prevedere che il controllo contabile sia esercitato dal collegio sindacale.
Polizza di carico
La polizza di carico un documento "rappresentativo" di merce caricata su di una determinata nave (ship) in forza di un contratto di noleggio o di un contratto di trasporto.Il termine rappresentativo significa che il (legittimo) possessore del documento ha diritto di farsi consegnare la merce all'arrivo. solitamente un documento "all'ordine" che si trasferisce mediante girata "endorsement" (proprio come un assegno).Questa caratteristica consente di trasferire una o pi volte la propriet della merce durante il viaggio e fino all'arrivo a destinazione.
Ristorni
Costituiscono uno degli strumenti tecnici utilizzati per attribuire ai soci il vantaggio mutualistico (vantaggio di spesa o maggiore remunerazione) derivante dai rapporti di scambio intrattenuti con la societ cooperativa. In sostanza, la societ pratica ai propri soci delle condizioni identiche a quelle di mercato e periodicamente distribuisce agli stessi delle somme di denaro in proporzione ai rapporti di scambio di ciascun socio con la cooperativa, i (--), appunto. Risulta pertanto evidente la differenza con gli utili: mentre questi costituiscono la remunerazione del capitale e pertanto sono distribuiti in proporzione al capitale conferito da ciascun socio, i (--) sono assegnati in proporzione alle prestazioni mutualistiche.
Consorzio
Il consorzio in diritto un istituto giuridico che disciplina un'aggregazione volontaria legalmente riconosciuta che coordina e regola le iniziative comuni per lo svolgimento di determinate attivit diimpresa, sia da parte di enti privati che di enti pubblici. Pur essendo stagliato sul tipo dell'associazione inidoneo a configurarsi come tale, avvicinandosi di pi talvolta, come nel caso dei consorzi di bonifica (definiti anche di miglioramento fondiario) od altri consorzi tra agricoltori (ad esempio i consorzi irrigui), alla disciplina ed alla funzione della comunione. Basti considerare che, a differenza dell'associazione, il consorzio non pone in essere un rapporto strutturale con i consorziati. Il consorzio consegue ad un accordo contrattuale, ma non in alcun modo assimilabile ad altre forme contrattuali di aggregazione, come "gli affari in partecipazione" e le "associazioni temporanee d'impresa", previste dalla legge.
Le operazioni di concentrazione
Unimpresa pu crescere non soltanto aumentando le vendite dei propri prodotti nel mercato (crescita interna), ma anche concentrandosi con altre imprese (crescita esterna), fondendosi o acquisendone il controllo, cio la possibilit di esercitare uninfluenza determinante su unaltra impresa (Art. 7 legge n. 287/90). Si ha, inoltre, unoperazione di concentrazione quando due o pi imprese procedono alla creazione di unimpresa comune che esercita stabilmente tutte le funzioni di unentit economica autonoma (Art. 5 legge n. 287/90). Non costituis cono invece una concentrazione: le acquisizioni di partecipazioni a fini meramente finanziari; le operazioni infra-gruppo (realizzate fra societ controllate, anche se indirettamente, da un unico soggetto); le operazioni i cui partecipanti non svolgono alcuna attivit economica.Ci che preoccupa, dal punto di vista del funzionamento del mercato, la possibilit che la concentrazione riduca la concorrenza, consentendo alla nuova entit di aumentare i prezzi o praticare condizioni svantaggiose per le controparti.Le operazioni di concentrazione devono essere comunicate preventivamente allAutorit (Art.16 legge n.287/90) quando il fatturato totale, realizzato a livello nazionale dall'insieme delle imprese interessate, e il fatturato totale, realizzato a livello nazionale dall'impresa di cui prevista l'acquisizione, superino determinate soglie, aggiornate dallAutorit annualmente (482 milioni e 48 milioni di euro nel 2013), sempre che non ricorrano le condizioni perch la concentrazione ricada nella competenza della Commissione UE.Quando lAutorit ritiene che una concentrazione comporti la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante, cos da ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza, ne vieta la realizzazione; loperazione pu anche essere autorizzata subordinatamente al rispetto di talune condizioni, tese a eliminare possibili effetti restrittivi della concorrenza.
Curatore fallimentare
Il curatore fallimentare, come disposto dallart. 31 comma 1 della legge fallimentare (legge n. 267/1942 e successive modificazoni), colui che ha lamministrazione del patrimonio fallimentaree compie tutte le operazioni della procedura fallimentare sotto la vigilanza del giudice delegato e del comitato dei creditori, nellambito delle funzioni ad esso attribuite. Il soggetto investito delle mansioni di curatore deve essere una persona fisica, in quanto nel nostro ordinamento non pu essere nominato curatore una persona giuridica o una societ, salvo quelle di seguito esplicitate. Il curatore non fa parte dell'ordine giudiziario, ma un libero professionista, incaricato di volta in volta delle funzioni di curatore con riferimento a un dato fallimento: esso rientra pertanto nella categoria degli ausiliari giudiziari ed retribuito per tale titolo; in relazione alla sua partecipazione all'amministrazione della giustizia pubblico ufficiale.
Sconto cambiario
Lo sconto cambiario (detto anche sconto su cambiale) il contratto con il quale la banca anticipa ai clienti limporto delle cambiali non ancora scadute, trattenendo gli interessi calcolati fino alla scadenza pi eventuali commissioni. Gli elementi del contratto sono: -la ritenuta anticipata degli interessi; -lesistenza di un credito verso terzi non ancora scaduto; -la girata del titolo con la dicitura salvo buon fine del credito. Questo significa che il girante risponde personalmente nel caso di mancato pagamento della cambiale. Per ottenere lo sconto cambiario necessario che il cliente sia titolare di un conto corrente sul quale la banca pu accreditare limporto dei titoli scontati, oppure addebitare, in caso di mancato pagamento, limporto delle cambiali insolute.
Non ha a che fare n con l'arbitrato n, almeno direttamente (1), con la tematica della societ e la materia cui mi riferisco, in ordine alla quale si avverte, da tempo e non casualmente, una forte spinta di innovazione giurisprudenziale, quella della consecuzione delle procedure (particolarmente, di fallimento a quella di amministrazione controllata) con riguardo specificamente al problema della decorrenza dei termini ai fini dell'esercizio dell'azione revocatoria: tema su cui il dibattito serrato e nel quale si recentemente inserito il capitolo di due (praticamente identiche) ordinanze del Tribunale di Milano (2), di rimessione alla Corte costituzionale, sotto il profilo della asserita incompatibilit dell'art. 67 legge fallimentare con gli artt. 3, 24, 41 Cost. La Corte costituzionale, come pure credo sia noto, ha respinto la questione .
Atti di denigrazione
Comportamenti che si sostanziano nella diffusione di notizie idonee a screditare il concorrente; diffusione di notizie e discredito sono gli elementi fondati di questo tipo di illecito. Bisogna affrontare due profili: se la diffusione implichi che la notizia sia comunicata a una pluralit di soggetti, o se sufficiente denigrare il concorrente con il cliente. La giurisprudenza pi recente tende ad essere rigorosa; considera che, affinch latto di concorrenza sleale sia integrato, la notizia deve essere diffusa. Se si scredita il concorrente col cliente, e questo cliente si convince di lasciare il concorrente per comprare da un altro, perch non si dovrebbe considerare tale atto come atto diconcorrenza sleale? stato fatto un danno al concorrente, raccontando una cosa screditante in giro, il cliente si convinto, e si raggiunto lo scopo di nuocere il concorrente. Per la giurisprudenza della Cassazione non basta un atto, ci deve essere unazione sistematica, capire con quale cliente il soggetto ha parlato, e le conseguenze provocate. Latto di denigrazione, il discredito, si dicono cose brutte su un concorrente. Per quanto riguarda la disciplina della concorrenza sleale, ci che si dice deve essere falso, oppure il fatto di diffondere notizie vere, in quanto si idonei a screditare, pu entrare nellambito dapplicazione di questa norma? La Convenzione di Parigi, a cui ha aderito anche lItalia, nellultima revisione dell67, afferma che le notizie devono essere false. Gli atti di denigrazione devono essere basati sulla diffusione di notizie false. Due forme di atti di denigrazione: il primo, la pubblicit comparativa scorretta. Si ha pubblicit comparativa quando si promuove il prodotto, confrontandolo con quello di un concorrente, che sia identificabile per capire il confronto. La giurisprudenza ha fatto una vera e propria battaglia alla pubblicit comparativa, considerandola denigratoria, non accettava lidea che la falsit era presupposto indispensabile per la denigrazione. La pubblicit comparativa getta un po di ombre sul concorrente, perch mette in evidenza i difetti dei suoi prodotti, ma non vuol dire considerarla atto di denigrazione. Alcuni operatori hanno utilizzato la pubblicit comparativa per entrare nel mercato, per farsi conoscere subito, e il fatto di comparare il prodotto con un marchio gi noto, sfruttata la notoriet del segno che comparato, per essere memorizzato. La pubblicit comparativa, se fatta bene, molto utile per i consumatori, perch da uninformativa che una pubblicit non comparativa non potrebbe dare. poi entrata una disciplina ad hoc sulla pubblicit, di matrice comunitaria: la pubblicit stata regolamentata. Secondo tale disciplina, la pubblicit comparativa si pu fare, ma se non risponde a certi requisiti, illecita. Disciplina che ha affiancato quella della concorrenza sleale, prevedendo un altro centro di controllo della pubblicit, che lAutorit Antitrust.