Sei sulla pagina 1di 20

Le Scienze della Comunicazione I Percorsi della Semiotica

- Dal segno al senso Semiotica: scienza che studia la natura dei segni, la loro produzione trasmissione ed interpretazione. Il segno privilegiato la parola. Padri fondatori sono Pierce e de Saussure. Per de Saussure il segno sempre socialmente codificato (scrittura, segnali militari,) ed fortemente determinato dai caratteri di intenzionalit e artificialit: una sorta di artificio comunicativo che riguarda due esseri umani che decidono deli eratamente di comunicare tra loro. Per Pierce non viene preso in considerazione alcun interprete o soggetto cosciente. Il segno definito come !ualcosa che sta per !ualcosa sotto !ualche aspetti o capacit. Si rivolge a !ualcuno, cio crea nella mente di !uella persona un segno e!uivalente e !uesto segno viene detto interpretante del primo segno. In !uesto modo il segno diventa representamen, cio espressione dell"oggetto. Linterpretante non linterprete. #"interprete colui che coglie il legame tra segno e oggetto, l"interpretante un secondo segno che evidenzia in che senso si pu$ dire che un certo segno si riferisce a un dato oggetto.

% seconda che il rapporto dei segni con i loro referenti sia di contiguit, di similarit o di tipo convenzionale, Pierce distringue tra: & indice: in esso il rapporto di natura fisica (sintomo di una malattia)' & icona: sostituisce, per la sua somiglianza, l"oggetto (fotografia, disegno)' & simbolo: un segno che si riferisce all"(ggetto che esso denota in virt) di una legge, di solito un"associazione di idee generali, che opera in modo che il Sim olo sia interpretato come riferentesi a !uell"(ggetto. *utte le parole, frasi, li ri, e altri segni convenzionali sono Sim oli

- Ecole de Paris (Greimas) Insieme ai suoi colla oratori presso lcole de Paris riuniti in un gruppo di ricerche pone l"accento sui meccanismi di generazione di senso privilegiando i processi di significazione. Il percorso generativo la realizzazione di !uesti processo. Greimas propone una distinzione tra il livello semiotico profondo e !uello superficiale del discorso. Il livello profondo si pu$ suddividere in strutture logico&semantiche e semio& narrative che si articolano in una componente sintattica e una semantica. % livello semio narrativo le unit semantiche minimali si relazionano in una dimensione oppositiva: da tale relazione si costituisce il +,%-.%*( S/0I(*I1( che costituisce la natura elementare della significazione. ,n aspetto importante costituito dallo S12/0% 3%..%*I4(. #"%**( P.%50%*I1( si costituisce di manipolazione, competenza, performanza e sanzione. In !uesta prospettiva la comunicazione non intesa come fare informativo ma come atto. 3ell"analisi dell"atto pragmatico importante non dimenticare una delle opposizione fondamentali nel pensiero di 5reimas: !uella tra %SSI(#(5I% (sistemi di valori) e I-/(#(5I% (!uei valori assunti dai soggetti e divenute finalit da raggiungere. Il discorso per 5reimas cio che enunciato. ,na delle pi) grandi innovazione della semiotica greimasiana nell"introduzione del testo. #e procedure di testualizzazione producono un unit comunicativa compiuta e manifesta. #"irruzione della nozione di testo ha favorito la nascita del modello semiotico&testuale. Il passaggio da una semiologia della comunicazione a una semiotica della significazione ha condotto alla riela orazione di concetti inizialmente distanti dalla prospettiva semiotica, come !uello di enunciazione. .itorna il grande tema della ricezione. In !uesto !uadro Eco ela ora la teoria della 1((P/.%6I(3/

I3*/.P./*%*I4%. /gli afferma che ogni testo richiede la cooperazione del lettore come propria condizione di attualizzazione. ,n testo un prodotto la cui sorte interpretativa deve far parte del proprio meccanismo generativo. 5li ultimi sviluppi della semiotica hanno contri uito all"ela orazione di modelli pi) idonei all"interpretazione e all"analisi della cultura di massa. - Interconnessioni #a semiotica ha interagito con molte altre discipline e scuole. #e culture sono studiate come testi e i su sistemi di stile vengono indagati con gli strumenti della semiotica. 0a la semiotica ormai effricacemente usata anche nell"analisi delle dinamiche di consumo, negli studi di mar7eting Stuart 2all ritiene che l"attivit di lettura rifletta le condizioni materiali e sociali dei lettori eche dun!ue esista una !ualche limitazione della li ert del processo di decodifica. #e tre letture possi ili proposte da 2all richiamano il tema della -/1(-I8I1% %9/..%3*/ che ,m erto /co ela or$ gi nel :;<=. /gli ritiene che possa darsi decodifica a errante in !uattro diverse modalit: :. Incomprensione o rifiuto del messaggio per assenza di codice (il messaggio segnale fisico non decodificato o >rumore>) ?. Incomprensione del messaggio per disparit di codici (il codice dell"emittente non en compreso dal destinatario) @. Incomprensione del messaggio per interferenze circostanziali (il codice dell"emittente compreso dal destinatario ma modellato sul proprio >orizzonte di attesa>) A. Incomprensione per delegittimazione dell"emittente (il codice dell"emittente compreso dal destinatario ma il senso viene stravolto per motivi ideologici) 5uerriglia semiologica: decodifica intenzionalmente divergente. Sullo stesso tema, nel :;BC, Stuart 2all ela ora il modello /31(-I35D-/1(-I35. 2all individua tre modalit diverse di decodifica: & #a lettura preferita. +uando il destinatario decodifica il messaggio nei termini esatti in cui stato codificato. #"audience passiva. & #a lettura negoziata. +uando il destinatario accetta il codice dominante ma ela ora le proprie definizioni. #"audience appare dotata di un alto livello di EattivitF. & #a lettura oppositiva. +uando il destinatario comprende la lettura preferita attivata dall"emittente ma ridefinisce il messaggio in un contesto alternativo. %nche in !uesto caso si ha un audience attiva. La ricerca psicologica e sociologica

& psicologia e cognitivismo -el processo comunicativo l"interesse della psicologia e della sociologia rivolto a !uelle condizioni che, nell"organizzazione e nello scam io dei messaggi, possiamo definire situazionali o esterne. #a psicologia e psicologia sociale analizzano, infatti, gli elementi generali dei processi comunicativi concentrandosi sulle loro implicazioni per l"individuo. ,n rilievo particolare alle pro lematiche comunicative, nell"am ito della psicologia, stato attri uito dal movimento cognitivista' gran parte delle sue ela orazioni teoriche hanno infatti contri uito a valorizzare il ruolo della comunicazione nella formazione della personalit, nella determinazione della condotta umana e nello svolgimento dei processi mentali e delle esperienze interiori. Il cognitivismo ha focalizzato i principali filoni di ricerca sulla percezione, l"attenzione, la memoria, il ragionamento (pro lem solving) e soprattutto il linguaggio, avvalendosi dell"influsso di altre discipline. %d es. le influenze della teoria dell"informazione e della ci ernetica forniscono al tradizionale impianto psicologico un modello dell"organismo umano come sistema complesso assimilando la mente umana ad un

sistema comunicativo informazionale: la struttura psichica agisce come una ela oratrice attiva delle informazioni che giungono dagli organi sensoriali rilevando potenti analogie con l"azione dei servomeccanismi di tipo ci ernetico.

- lindagine sociologica ,na prima differenza fra l"approccio psicologico e !uello sociologico potre e essere individuata attraverso un criterio quantitativo: la psicologia si occupere e dei pro lemi comunicativi del singolo individuo e la sociologia, invece, dei pro lemi della comunicazione di massa e dei suoi strumenti privilegiati rappresentati dai mass media. *uttavia isogna premettere che molti dei contri uti pi) interessanti nello studio della comunicazione, in contesti microsociali provengono dagli am iti della psicologia. ,na suddivisione !uella che attri uisce alla sociologia l"analisi dei sistemi comunicativi nel loro complesso e delle loro funzioni all"interno della societ. %nche !uest"am ito condotto a su ordinare le componenti prettamente comunicative alle condizioni esterne entro cui il processo si svolge. Sono !uindi, ancora una volta, le condizioni esterne al soggetto ad assumere rilievo e valore di punto di riferimento nell"analisi della comunicazione. 0a anche perchG i fenomeni comunicativi vengono indagati nella loro peculiarit, sempre possi ile avvertire la presenza di una profonda frattura che impedisce di legare compiutamente i costrutti tematici della teoria sociale ai molteplici risultati empirici ottenuti dalla communication research. -a una parte a iamo una solida tradizione che ha pi) volte tentato di unire la comunicazione tra i fenomeni sociali rilevanti, producendo risultati tesi alla valorizzazione degli spunti offerti dall" interazionismo simbolico e alla definizione di uno specifico concetto di comunicazione sociale. -all"altra parte, le analisi empiriche hanno prediletto nella ricerca di referenti teorici !uel miscuglio stimolante offerto in prevalenza da altri settori disciplinari, come la teoria matematica dellinformazione su tutti. 3on sempre per$ la presenza di o iettivi pratici nella ricerca ha automaticamente comportato superficialit teorica o scarsa pro lematizzazione dei fenomeni indagati. %nzi esiste un nutrito gruppo di lavori empirici che pu$ essere preposto come patrimonio fondativo di una specifica scienza comunicativa, al di fuori di ogni singola rivendicazione disciplinare. %nzitutto gli studi di Lasswell, il cui primo tentativo di analisi delle tecniche di persuasione risale al :;?H' fu lui ad adoperare per primo una tecnica di rilevazione che ha avuto larga fortuna nella communication research con la denominazione di analisi del contenuto. *ra gli altri padri fondatori delle discipline comunicative, pu$ essere citato Carl ovland che affront$ i pro lemi legati alla comunicazione e alla persuasione durante la seconda guerra mondiale, nel corso di un programma sperimentale circa gli effetti del materiale propagandistico sul morale delle truppe impiegate nel Pacifico. #a ricerca che pi) di ogni altra ha influenzato il cammino della communication research senza du io !uella sull"influenza personale nelle comunicazioni di massa condotta da Lazars!eld. 1on !uesto lavoro la sociologia delle comunicazioni di massa raggiunge uno stadio di maturit. #e categorie ed i metodi di indagine diventano propriamente sociologici: i ricercatori utilizzano l"intervista con un !uestionario somministrato in contesti sociali reali e spiegano varia ili di tipo demografico o socioeconomico anzichG puntare sulle predisposizioni soggettive. I risultati principali possono essere condensati nella scoperta del !lusso di comunicazione a due stadi e nella valorizzazione degli opinion leader all"interno del processo comunicativo. 8ino agli anni "HC l"impegno maggiore, sotto il profilo della ricerca, ha continuato ad esercitarsi nel mettere alla prova l"efficacia dei media nella societ. -a circa un ventennio ha preso l"avvio un"onda lunga che ha condotto ad ampie rivalutazioni del potere dei media. In !uest"atmosfera sono maturate alcune teorie

ecologiche dell"influenza dei media, teorie secondo cui essi (i media) plasmere ero l"am iente cognitivo e sim olico nel !uale vive l"individuo. *ra teorie !ueste, c" l"agenda setting e la spirale del silenzio. #"agenda setting la teoria delle comunicazioni che ipotizza la possibile influenza dei mass media sullaudience in base ai contenuti tematici (agenda) e le modalit con cui i media delimitano il campo di pertinenza entro cui i temi stessi vanno trattati (setting). #a teoria dell"agenda setting interessa la selezione delle tematiche da trasformare in informazione, cio l"agenda dei fruitori influenzata dall"agenda dei media. I temi ritenuti rilevanti dagli emittenti saranno ritenuti tali anche dall"audience. #a teoria della spirale del silenzio nasce per spiegare come una posizione minoritaria possa diventare maggioritaria se investita dallattenzione dei media, cio che i media (soprattutto la televisione), possono avere un notevole effetto di persuasione sui riceventi e !uindi pi) in generale sullIopinione pu lica. #a tesi centrale della spirale del silenzio che il costante e contemporaneo afflusso di notizie da parte dei media pu$, col passare del tempo, causare unIincapacit nel pu lico di selezionare e comprendere i processi di percezione e di influenza dei media' in !uesto modo verre e a formarsi la cosiddetta spirale del silenzio. In !uesta situazione la persona singola ha il timore costante di essere una minoranza rispetto allIopinione pu lica generale. Per non rimanere isolata, la persona anche se con unIidea diversa rispetto alla massa non la mostra e cerca di conformarsi con il resto dellIopinione generale. Per !uanto concerne i settori di indagine che vengono affrontati con pi) regolarit dalla communication research, essi riguardano l"influenza dei diversi gruppi sociali, le attivit degli emittenti e le modalit di ricezione dei destinatari. In conclusione si pu$ affermare che la prevalenza negli studi degli aspetti organizzativi e strutturali dei messaggi, sottolinea l"uguaglianza dei messaggi ad un insieme di oggetti che, come accade per altri eni di consumo, vengono scam iati o diffusi, completando !uel processo di ridimensionamento del contenuto avverti ile gi nei settori storici dell"analisi comunicativa.

- cibernetica e teoria dellinformazione Il termine cibernetica stato inventato nel secondo dopoguerra per definire un vasto am ito scientifico, tanto nuovo da sfiorare l"eresia. 1om" noto nell"impostazione classica delle scienze esatte, una volta che sia noto il complesso delle cause agenti, possi ile determinare teoricamente e continuamente il futuro del sistema. #a ci ernetica ha invece per oggetto azioni volontarie nelle !uali si presenta una situazione opposta: dalla conoscenza del futuro si deve dedurre il presente. I fenomeni investigati dalla fisica, seguono l"andamento pi) pro a ile fra !uelli possi ili, invece !uelli derivanti da un"azione volontaria devono seguire un andamento predisposto che, essendo specializzato, improbabile. In !uest"ottica assume particolare valore il ciclo di restituzione della risposta, teso ad adeguare la situazione attuale allo scopo prefisso, di fronte al mutamento delle condizioni am ientali nel corso dell"azione. 0entre il diagramma logico di un"azione non ci ernetica consiste in una semplice linea che collega l"intenzione al risultato, il ricorso alla logica del continuo confronto del risultato con le intenzioni pu$ essere raffigurato come un andamento ciclico, in cui il risultato restituito all"entrata e contri uisce a rideterminare il flusso degli ordini. +uesto aspetto stato sovente sottovalutato, in !uanto si preferito interpretare il flusso comunicativo come un congegno lineare in cui la funzione di ingresso legata linearmente a !uella di uscita.

Si deve !uindi arrivare oltre le soglie del nostro secolo per incontrare un nuovo stile di riflessione, emancipato dalle impostazioni logico&filosofiche e orientato ad immaginare un processo comunicativo come sistema formale e autonomo. #e impasses del neopositivismo logico, la crisi intervenuta nel pensiero di Jittgenstein, l"emancipazione della linguistica di de Saussure, i contri uti di analisi teorica e di ricerca empirica forniti dalle scienze umane, sono solidi mattoni del profondo rivolgimento che nell"arco di !uesti cento anni ha li erato l"am ito della comunicazione dalle ipotetiche filosofico&linguistiche fondandolo come autonomo oggetto di indagine. Capitolo "erzo # La comunicazione inde!inita Leccedenza delle de!inizioni - processo comunicativo e approcci tassonomici 4i un enorme disagio nel definire, cio rinchiudere e fissare, un oggetto che si muove continuamente. +uella che si trova cosK a disposizione degli studi e delle ricerche una vasta e poco ordinata pluralit di definizioni che rischia di generare paradigmi incoerenti e metodologie confuse. Per !uesto utile individuare !uei grappoli di definizioni che consentono almeno di rendere chiari i referenti culturali. Per offrire una vaga idea della complessit del panorama, asti considerare come gli studiosi statunitensi $ance e Larson a iano potuto fornire un esame dettagliato di en :?< definizioni del termine comunicazione, sottolineando differenze anche sostanziali ma concordando cm! solo sul fatto che la comunicazione si presenta essenzialmente come un proceso. -ue considerazioni restano ancora da fare prima di passare in rassegna le definizioni possi ili: anzitutto il raggio di varia ilit e la reciproca distanza tra i singoli punti di vista rimane amplissima nonostante l"introduzione di !ualsiasi spartiac!ue. In secondo luogo, la comodit tassonomica offerta da una eventuale divisione del campo in due parti si rivela poca cosa nel momento in cui de a venir adoperata per sancire un pluralismo radicale. - La Comunicazione come rasferimento di risorse! *rasferimento di una propriet, di una risorsa o di uno stato da un soggetto ad un altro. 5razie alla presumi ile meccanicit del processo trasmissivo, gli studiosi di semiologia e di ci ernetica trovano di estrema utilit una definizione come !uesta perchG essa de&contestualizza la comunicazione, almeno rispetto alle sue caratteristiche propriamente umane e sociali, rendendo cosK molto meno complicata la costruzione di modelli generali e l"individuazione degli elementi di un processo comunicativo astratto 1harles %orris include tra i soggetti anche !uelli inanimati, portando l"esempio del radiatore che comunica calore all"am iente. In !uesta comunicazione omni us rientrano aspetti del mondo fisico come di !uello sociale, circostanze umane e non umane, am iti microsociali e grandi sistemi: possiamo !uindi considerarla come un frame, una definizione&!uadro che costituisce la pi) verosimile premessa per tutte le interpretazioni in chiave informazionale. -La Comunicazione come Influenza! 1omportamento di un essere vivente che ne influenza un altro (conseguenze) oppure !ualun!ue emissione di un segnale da parte di un organismo che ne influenza un altro. 1on !uesta seconda definizione si aggiunge un elemento importante che ne restringe l"am ito di pertinenza: al semplice trasferimento di risorse, si deve accompagnare una modificazione osservabile nell"elemento destinatario come conseguenza del rapporto comunicativo. Il processo non pi) uno stato di e!uili rio ma introduce un elemento di varia ilit nella finalizzazione dell"atto comunicativo. *ra i due comunicanti si sta ilisce una relazione articolata per cui l"uno pu$ modificare l"altro senza modificare se stesso. Il ricorso al termine comportamento conferma un"impronta depositata nel carattere empirico e non mentale dell"influenza.

Il modello di attivit comunicativa sottinteso dalle due definizioni enunciate, non si discosta dal paradigma informazionale, anzi rende chiaramente leggi ile l"assimilazione dell"attivit comunicativa al classico schema psicologico denominato stimolo/risposta. -La Comunicazione come "cambio di valori! Scam io di valori sociali, condotto secondo determinate regole. +uesta concezione stata ela orata nell"am ito dello strutturalismo e la sua formulazione pi) nota !uella proposta da Levi-Strauss, che si ispira alla linguistica strutturalista di Jakobson. Per l"antropologo francese le regolarit delle societ umane non vanno cercate in ci$ che le varie culture possiedono in comune, ma nella sistematicit delle relazioni fra le loro differenze. In termini epistemologici, cio, le vere costanti non stanno nelle generiche analogie ma nella invarianza celata nelle relazioni intercorrenti fra le varia ili. In !st modo lo studioso francese individua alcune Ecostanti culturaliF che egli chiama Estrutture dello spirito umanoF. #"analogia di metodo e di oggetto fra antropologia e linguistica riveste un"importanza particolare anche nella definizione del ruolo della comunicazione all"interno della societ' anzi le societ non sono altro che insiemi di individui messi in comunicazione attraverso vari aspetti della cultura che in tal modo costituiscono un insieme di operazioni volte ad attivare, fra gruppi ed individui, un tipo di comunicazione strutturalmente analogo al linguaggio. 5li uomini dun!ue non comunicano solo attraverso il sistema linguistico ma anche mediante sistemi tutt"altro che ver ali della cultura i !uali funzionano esattamente come sistemi sim olici. -La Comunicazione come rasmissione! *rasferimento di informazioni da un soggetto ad un altro per mezzo di veicoli di varia natura. (Si trasmettono informazioni al posto di risorse). Il modello comunicativo sotteso da !uesta definizione asilare costituisce il fondamento sul !uale stata edificata la teoria dell"informazione. #"essenzialit del modello lo apparenta al trasferimento di risorse gi citato e, certamente, ne ricalca sia la natura generica che la generosit nel volersi applicare ad una estesa pluralit di contesti. 0a un esame, anche solo lessicale, rivela immediatamente due differenze sostanziali. #a prima consiste nella sostituzione delle risorse con l"informazione e la seconda riguarda laccenno ai veicoli di varia natura che evocano subito la comunicazione mediata attraverso i supporti tecnologici. #a teoria matematica consente di misurare la riduzione di incertezza determinata da un segnale e di predisporre, entro determinati limiti, le opportune contromisure per migliorare l"efficacia del messaggio. #imitando la sostanza della comunicazione alla trasmissione di un messaggio da un soggetto all"altro, il procedimento comunicativo su isce una notevole semplificazione e ci$ consente da un lato di controllare pi) efficacemente il funzionamento e prevederne l"esito e, dall"altro, di garantire una vasta generalizza ilit del paradigma, la forza del !uale risiede proprio nella sua applica ilit ad una variegata serie di contesti, del mondo fisico come di !uello sociale, umano e meccanico. Il rischio di una generalizzazione del tutto inadeguata stato corretto da una progressiva messa a fuoco sulla funzione dell"elemento codice. L proprio la restrizione del campo semantico dell"informazione, prodotta dall"introduzione delle nozioni di codice e di insieme testuale, operata dalla semiotica, che ha consentito una parziale emancipazione dalla severa ipoteca ingegneristica. ,n ulteriore contri uto alla destrutturazione dello schema venuto dalla crescente desuetudine verso il modello psicologico-comportamentista stimolo/risposta, che forniva la chiave implicita per l"estensione della lettura ci ernetica della comunicazione al contesto umano e sociale. 5li elementi comunicativi non sono sempre dati, anzi accade che siano costruiti e continuamente ridefiniti nell"am ito dei concreti contesti comunicativi. 3on dun!ue tanto il tipo di fenomeno considerato a sta ilire un"articolazione interna del concetto di comunicazione, !uanto la complessit dei codici e dei sotto-codici implicati nell"ela orazione e nell"interpretazione del messaggio. La comunicazione sociale -La Comunicazione come Condivisione!

1ondivisione fra due o pi) soggetti di un medesimo significato. +uesta definizione segna uno scarto netto con le precedenti, in !uanto con l"introduzione del concetto di condivisione si passa dalla considerazione del procedimento, cio dell"agire comunicativo come agire motivato da strutture e circostanze, alla tensione verso il suo risultato, cio all"agire dotato di senso. 3ell"interazione sociale, i soggetti possono scam iare un"enorme !uantit di messaggi senza dover attri uire all"informazione emessa gli stessi significati, pur generando forme interattive egualmente efficaci. -La Comunicazione come #elazione "ociale! 8ormazione di un"unit sociale a partire da individui singoli, mediante l"uso di un linguaggio o di segni. +uest"ultima definizione rende ancor pi) difficilmente valica ili le condizioni poste affinchG possa darsi comunicazione e risulta ancor meno comprensiva di !uella precedente. /ssa aggiunge alla condivisione di un significato la comunione di modelli comportamentali e stili di vita , asata su insiemi di regole risolvendo, !uindi, l"astrattezza dei modelli informazionali nella concretezza di una visione sociale e antropologica. #ungo !uesta dimensione si colloca l"area fenomenica compresa nella denominazione di comunicazione sociale che viene estesa fino a comprendere tutti i processi comunicativi che non sono riconduci ili all"am ito egemonizzato dal mass media s&stem. ,na definizione concisa stata fornita da /nrico %ascilli %igliorini: Ela comunicazione sociale lelemento fondamentale di tutto il processo di rapporti sociali, diretti o indiretti, che comprendono una dinamica effettiva di informazioneF. 4erso !uesta direzione dovre e essere indirizzata l"ela orazione di una teoria soddisfacente della comunicazione sociale, che invece spesso usata in versioni volgarizzate che rendono imprecisi i contorni. In tal senso, il primo elemento essenziale del rapporto comunicativo diventa la formazione del pensiero, cio la capacit di comunicare innanzitutto con se stessi, mentre il secondo elemento della comunicazione sociale il contatto umano. %d alcuni studiosi sem ra sosteni ile una considerazione paradossale, cio che la comunicazione si trovi oggi in una fase di declino anzichG di rigoglioso sviluppo. #o sviluppo degli studi mediologici, infatti, tradisce la vocazione pragmatista che lascia intatto il pro lema della comunicazione umana. +uesto versante dell"approccio concettuale al pro lema della comunicazione rivela un terreno pro lematico tanto importante !uanto disertato. #a correlazione intuitiva tra comunicazione e comunit diventa in !uesto senso pi) suggestiva di molte definizioni scolastiche perchG allude alla socializzazione. L pi) che legittimo attendersi una migliore precisazione del concetto di comunicazione sociale che sappia risalire alle certezze pi) intuitive e fondanti. Per fare un esempio opportuno che la capacit comunicativa dell"uomo sia indagata e compresa in !uanto azione umana promossa da un isogno radicale che !uello comunicativo. Se tale isogno non fosse cosK forte non potremmo spiegarci l"eMploit della comunicazione in forma di struttura e industria sempre pi) diffusa e penetrante. In!ormare o comunicare' - dalle definizioni ai paradigmi 3ella sistemazione teorica esistono possi ili scansioni che dividono il campo intorno al alcuni nodi pro lematici. #a pi) evidente !uella che ha sedimentato i due macroparadigmi informazionale e relazionale. Edward Sapir aveva sta ilito una calzante distinzione tra modalit esplicite e modalit implicite della comunicazione. In una versione ripresa da (rownell i due poli sono stati ri attezzati dando luogo ad una differenziazione tra comunicazione diretta e comunicazione indiretta. +uest"ultima viene definita come un processo nel uale un ualcosa convertito in simboli viene trasferito da una persona allaltra , mentre la prima una funzione dell identificazione reciproca fra le persone. ,na visione in cui l"essere umano appare come un soggetto il !uale pi) che agire in piena autonomia, egli stesso agito dalla struttura sociale. Sotto !uesto profilo possiamo accomunare la pretesa di misurare le culture primitive con il metro della razionalit occidentale. Il secondo gruppo di definizioni , invece, fortemente fondato sulla metafora del legame e sem ra proteso a mettere in evidenza le sue caratteristiche di elemento fondativo della societ.

4ediamo, ora le differenze fra le due versioni paradigmatiche: Paradigma In!ormazionale )elazionale 1oncezione Specifica 5enerica #ocuzione 0onologica -ialogica 0essaggio /sternazione di 1ostruzione strutture universali interpersonale -imensione 9io&naturale 1ulturale 0odalit Scam io di informazione 1ostruzione di senso Per rendere pi) evidente l"asse principale dove collocare i punti di attrito pi) significativi, opportuno un altro schema che racchiude l"opposizione entro !uattro variabili comunicative. Seguiamo dun!ue lo schema: Paradigma in!ormazionale Paradigma relazionale *spetti dellatto comunicativo 0odalit comunicativa Informazione -iscorso 1onnessione del rapporto 0orfologica 8unzionale .uolo del soggetto Passivo %ttivo Struttura del messaggio e codice Isomorfica /rmeneutica Il primo elemento, cio la modalit comunicativa chiara. Il secondo elemento riprende la definizione di connessione !unzionale, !uella in ase a cui ogni soggetto comunicante mette in relazione, attraverso i propri codici psichici, i segni comunica ili(significanti) con le esperienze generali (significati) la connessione mor!ologica !uella mediante cui si attua l"adattamento reciproco tra messaggio e canale che rende agevole la trasmissione e pi) chiara l"interpretazione. Il terzo elemento riguarda il ruolo del soggetto nella comunicazione. Il carattere monologico relega il ricevente ad un ruolo rigido e lo costringe a recepire il messaggio formulato dall"emittente. Infine, il !uarto elemento, riguarda la struttura del messaggio, dove per la trasmissione del messaggio, esso ha isogno nell"ottica ci ernetica, di codici e di pratiche comunicative univoche. Capitolo +uarto # Struttura e !enomenologia della comunicazione La comunicazione elementare - utilit$ e limiti dei modelli comunicativi #a ricerca sulla comunicazione stata sostenuta dall"ela orazione di schemi e modelli dei processi comunicativi. #"utilit del riferimento ai modelli e la loro capacit di verificare le costruzioni teoriche, non sono valuta ili sempre allo stesso modo. 3elle scienze sociali, ad esempio, non possi ile produrre modelli che siano precise repliche degli asserti teorici, in grado di determinare una puntuale verifica. L per !uesto che si parla non di modelli di teorie ma di modelli di fenomeni, che indica invece le ricostruzioni mentali del fenomeno al fine di formulare previsioni sul suo andamento. Il ricorso a schemi e modelli, per !uanto approssimativi, consente di descrivere con maggiore penetrazione analitica !uei processi sociali implicati nell"agire comunicativo.

- la ricerca degli elementi costitutivi #a definizione degli elementi costitutivi senza du io la prima operazione utile a delimitare un am ito di osservazione. 5li elementi devono essere usati !uale piattaforma comune per la definizione di !ualun!ue processo comunicativo. Lasswell ha fornito uno schema descrittivo dell"atto comunicativo molto semplice e allo stesso tempo di grande utilit pratica.

Il suo approccio, in cin!ue punti all"analisi dei media, afferma che un modo appropriato per descrivere un atto di comunicazione rispondere alle seguenti domande: :) 1hi dice &N analisi degli emittenti ?) 1he cosa &N analisi del contenuto dei messaggi (content analOsis) @) %ttraverso !uale canale &N analisi dei mezzi tecnici A) % chi &N analisi dell"audience =) 1on !uale effetto &N studio degli effetti della comunicazione 3ell"impostazione di #assPell risulta assente la nozione di feedback, un"assenza che rende implicita la convinzione secondo cui la parte attiva appartiene esclusivamente al comunicatore e la parte passiva al pubblico. ,n"ultima assenza rilevante !uella del contesto (sociale, economico, politico, culturale, ecc.) nel !uale la comunicazione si svolge, confermando l"isolamento dei ruoli nel processo che appaiono lontani dai rapporti sociali e culturali entro i !uali de ono essere interpretati. %c +uail ha rinnovato la versione di #assPell nel seguente modo: :) 1hi comunica con chiQ emittenti e riceventi ?) PerchG si comunicaQ funzioni e scopi @) 1ome avviene la comunicazioneQ canali, linguaggi e codici A) Su !uali temiQ contenuti, oggetti di riferimento, tipi di informazione =) +uali sono le conseguenze delle comunicazioneQ intenzionali e no ,n ulteriore schema riassuntivo stato ela orato da &mes che propone di raggruppare gli elementi singoli in otto categorie articolate, le cui definizioni danno luogo all"acronimo spea,ing -parlante.: & setting: le circostanze dell"atto comunicativo' & partecipants: gli individui coinvolti' & ends: gli o iettivi da raggiungere' & art c/aracteristics: le forme ed i contenuti dello scam io comunicativo' & ,e&: il modo in cui l"atto compiuto' & instruments: il canale e il codice' & norms o! interaction and o! interpretation: i comportamenti che accompagnano le performances linguistiche e le regole condivise per l"analisi delle strutture dell"interazione' & genres: le categorie degli atti comunicativi. In !uesta cornice statica, gli elementi indispensa ili si riducono a !uattro. 1" isogno di una coppia di attori da suddividere in emittente e ricevente, di un contenuto da sottoporre all"attenzione, cio il messaggio e di un medium attraverso il !uale incontrarsi e cio il canale.

- La fonte #a !onte o emittente, pu$ essere definita come un individuo, un gruppo o un"istituzione che produce un messaggio. #a separazione tra emittente e ricevente finisce per attri uire al primo una specifica intenzionalit, ponendolo nella posizione di starter e per confinare il secondo nel ruolo di semplice meta dell"atto comunicativo. Il primo pro lema che si presenta ad una fonte !uello di tradurre in un messaggio le idee, i sentimenti o le informazioni che intende comunicare: cio essa deve proporre i suoi contenuti sotto forma di idea trasmissi ile e si trova, !uindi, nella necessit di ricorrere ad una codificazione in segni comprensi ili. Per$ !ueste semplici enunciazioni presentano alcuni pro lemi di rilievo, tra cui !uello dell"intenzionalit del messaggio e !uello dei livelli di efficacia che ne deriva.

- Il messaggio L possi ile indicare con messaggio tutto !uello che costituisce l"oggetto di scam io in una comunicazione. #o studio delle comunicazioni di massa postula che l"intero sistema di un messaggio realmente comprensi ile solo nel complesso degli elementi che sono collegati ed interagiscono nel processo comunicativo. -a notare che il messaggio pu$ essere alterato per diversi fattori come ad esempio il distur o o il rumore che influenzano la percezione del significato. +uindi un messaggio ricevuto pu! essere molto diverso da uello inviato.

- Il canale Il canale il mezzo fisico attraverso il uale si svolge latto comunicativo . In altre parole esso costituisce il veicolo di attraverso il !uale i messaggi sono trasmessi nella sfera sociale.

- Il codice Il codice pu$ essere definito come un sistema condiviso per lorganizzazione dei segni. /sso esige che i sistemi di riferimento dei comunicanti coincidano il pi) possi ile, rendendo la codifica operata dal mittente e la decodifica operata dal ricevente il pi) simile possi ile. (ernstein ha distinto i codici in codici ristretti usati in comunit molto unite, come ad esempio la classe lavoratrice dove i mem ri tendono ad usare un codice linguistico ristretto, cio povero e conciso e codici elaborati usati in comunit meno legate, come ad esempio la classe sociale media che usa un codice linguistico pi) ela orato e dettagliato. %nche ai mass media attri uito l"uso di codici diversi a seconda del contenuto e dello stile richiesto dall"utente. Pi) in generale possiamo affermare che il codice ha assunto un rilievo particolare nella trasformazione dei modelli comunicativi, consentendo il passaggio dalla comunicazione come tras!erimento di in!ormazioni da un sistema all"altro, alla comunicazione come tras!ormazione di in!ormazioni da un sistema all"altro.

La comunicazione come processo

- Complessit$ degli sc%emi e intensit$ della comunicazione "uanto pi# lo schema riassuntivo semplice e gli elementi costitutivi sono limitati, tante pi# situazioni comunicative possono esservi comprese. L ovvio, !uindi, che il potenziamento della capacit interpretativa degli schemi richieda un aumento della loro complessit. Se per attivare un processo comunicativo sintetico sono necessari pochi elementi primi, la gamma degli elementi universali della comunicazione pu$ diventare ricca nelle situazioni comunicative complesse ed annoverare elementi !uali la trasmittente, il rumore del contesto, l"apparato ricevente, l"uso di codici e sottocodici, ecc. -istinguendo gli atti comunicativi a seconda della loro fre!uenza (intensit diacronica) si possono individuare i seguenti am iti: & comunicazione discreta, cio episodica ed occasionale' & comunicazione seriale, cio a ituale' & comunicazione continua, cio di routine. Segmentando l"estensione del flusso comunicativo a seconda del numero e della !ualit dei soggetti coinvolti, si possono distinguere tre tipi di comunicazione e cio: & e0trapersonale che la forma pi) generica della comunicazione che ha luogo senza la partecipazione dell"uomo, come ad esempio tra due macchine' & intrapersonale !uella che comprende ci$ che avviene all"interno del soggetto, come ad esempio riflessioni su se stessi o sulle relazioni con gli altri o con l"am iente' & interpersonale che indica !ualsiasi modo di comunicazione tra due persone. /ssa a sua volta pu$ essere divisa in:
a) ) c.

binaria' di gruppo' globale

- I Diagrammi di &lusso /sistono vari modelli della comunicazione ed il pi) semplice il diagramma di !lusso, un modello lineare
E

------------------1 0essaggio

/mittente

.icevente

Per !uanto concerne l"aspetto teorico il richiamo pi) diretto relativo alla teoria dellago ipodermico o alla teoria del proiettile magico! la comunicazione di massa possiede un enorme potere di manipolazione sociale. #a sua inarresta ile forza di persuasione da un lato e il passivo anonimato del pu lico&massa dall"altro, consentono di inoculare !ualsiasi contenuto in !ualsiasi corpo sociale. 4eniva attri uito ai mezzi di comunicazione di massa un potere incredi ilmente grande e pericoloso. Il modello ipodermico in sostanza afferma che esiste un collegamento diretto con effetti potenti ed immediati, tra i mass media ed i destinatari finali dei loro messaggi. Sull"ela orazione di !uesta concezione dei media hanno pesato numerose influenze come le teorie sul condizionamento e sull"apprendimento di Pavlov R %odello della comunicazione S-I2-) & ela orate all"interno del paradigma comportamentista in cui la chiave dei processi di interazione sociale considerata

la relazione S. (stimolo.isposta). #a sigla $% denomina le variabili intervenienti, cio !uei fattori presenti nella situazione comunicativa che favoriscono, ostacolano o modificano la risposta al messaggiostimolo. 1onsiderato un modello troppo meccanico, semplicistico e primitivo. ,no schema di maggiore fortuna si rivelato !uello sviluppato dagli ingegneri S/annon e 3eaver come supporto alla teoria matematica dellin!ormazione -:;A;..

#a comunicazione viene descritta come un processo lineare e monodirezionale. :. #a fonte produce un messaggio o una catena di messaggi & input & che devono essere comunicati. ?. Il messaggio trasformato in segnali da un apparato trasmittente. @. #"apparato ricevente ha la funzione di ricostruire il meM & output & a partire da !uesti segnali (bit). A. #a trasmissione del messaggio pu$ essere distur ata dalla presenza di interferenze (rumore) che riducono o modificano l"intelligi ilit del meM. % !uesto punto la teoria matematica permette di calcolare l"entropia, ovvero la !uantit di incertezza, determina ile in it, che la comparsa di un segnale (l"informazione) risolve, di eliminare gran parte dell"incertezza con l"uso appropriato di codici, e di ridurre le interferenze con la ridondanza ossia con l"intensificazione e reiterazione dei segnali. 0anca del tutto il feed ac7' ruolo ridimensionato del ricevente. Pi) che occuparsi del percorso comunicativo, scompone la comunicazione in una serie di elementi costitutivi semplici: mittente e destinatario, contesto, canale, codice. Il modello non conteMt&dependent. Il modello focalizza la sua attenzione pi) sull"efficienza del processo comunicativo che non verso la sua dinamica. #a pecca la poca rilevanza del contesto. -all"am ito degli studi semiotici viene introdotto il pro lema della signi!icazione, cio il messaggio deve rimane costante lungo tutto il tratto comunicativo ed, inoltre, i codici devono essere comuni sia all"emittente che al destinatario, dando luogo al modello semiotico-in!ormazionale di Eco. Si incrina l"assoluta linearit del modello informazionale ed emergono i pro lemi legati alla codifica e alla decodifica. Il processo di codifica coinvolge un complesso numero di operazioni emotive e cognitive, pi) una serie di operazioni tecniche, produttive e commerciali, nel caso delle comunicazioni di massa. 1odici digitali (nome, tutto o niente) o analogici (immagine, pi) o meno). Il sistema analogico pi) adatto per comunicare messaggi >di relazione>, mentre per il contenuto risulta pi) adatto il sistema digitale. Per realizzare concretamente una comunicazione, occorre !uindi non soltanto codificare il messaggio in maniera intersoggettivamente comprensi ile, ma anche controllare le condizioni circostanti e assumere, entro certi

limiti, il punto di vista del destinatario (5.2. 0ead: role&ta7ing). %ltrettanto decisivo risulta il feed ac7, ovvero il controllo dell"emittente sulla decodifica del messaggio. &i differenza dai precedenti modelli perch la linearit della trasmissione vincolata al funzionamento dei fattori semantici introdotti mediante il concetto di codice' &i passa dalla comunicazione come trasferimento di informazione a comunicazione come trasformazione da un sistema all(altro' )a nozione di codice ac uista rilievo teorico e come oggetto di ricerca empirica il problema della decodifica' *ella comunicazione di tale modello entra in gioco il grado in cui destinatore e destinatario condividono le competenze relative ai livelli che fondano la significazione del messaggio' $ destinatari attuano cos+ un(interpretazione del messaggio' $mportanza del ,eedback' (ra, !uando il destinatario interpreta il messaggio in modo difforme dalle intenzioni del mittente, si parla di decodi!ica aberrante, ovvero la mancata corrispondenza fra le intenzioni comunicative dell"emittente e !uello che effettivamente il destinatario ha compreso. -. %. : #"identificazione del segnale emanato dall"emittente non implica automaticamente la corretta interpretazione del messaggio da parte del riceventeD $ncomprensione o rifiuto del messaggio per assenza di codice (il messaggio segnale fisico non decodificato o ErumoreF)D $ncomprensione per disparit dei codici (il codice dell"emittente non en compreso dal destinatario)D $ncomprensione del messaggio per interferenze circostanziali (il codice dell"emittente compreso dal destinatario ma modellato sul proprio Eorizzonte di attesaF)D -ifiuto del messaggio per delegittimazione dellemittente (il codice dell"emittente compreso dal destinatario ma il senso viene stravolto per motivi ideologici). ,n altro modello !uello semiotico testuale che si differenzia dai due precedenti in !uanto non pone pi) al centro del percorso comunicativo il messaggio, ma il testo. +ui da considerare che i destinatari non ricevono singoli messaggi ma insiemi testuali ed i destinatari non interpretano grazie ai codici ma in ase a pratiche testuali del proprio agaglio culturale. In !uesto modello in gioco la competenza culturale. %odello del !lusso in un solo momento: elidendo sostanzialmente ruoli intermediari, si evolve per$ rispetto al modello ipodermico, rilevando i processi selettivi di esposizione, percezione e memorizzazione che intervengono sulla ricezione del messaggio, togliendo implicitamente parte del suo potere alla persuasione operata dai media. %odello del !lusso multiplo: sostiene l"esistenza di un numero varia ile di collegamenti tra la fonte e i riceventi' la loro definizione dipende dall"intenzione della fonte, dalla natura del messaggio, dalla sua importanza e da numerosi altri fattori. - la contestualizzazione del processo comunicativo ,n interessante ampliamento del modello di Shannon !uello proposto da Sc/ramm -:;=A.. In !uesto modello si sposta l"attenzione sui soggetti umani e da un modello lineare di trasmissione del messaggio si passa ad un modello circolare. Si evidenzia come nella comunicazione umana i due interlocutori non a iano funzioni fisse: sono am edue interpreti, contemporaneamente emittenti e riceventi, impegnati a codificare e decodificare i messaggi. Schramm propone tre modelli di comunicazione. Il primo modello ricalca proprio !uello di Shannon mantenendo inalterate le caratteristiche di linearit del processo. 3el secondo modello il segnale si trova nel punto di intersezione dei campi di esperienza che chi codifica e chi decodifica mettono in gioco nella situazione comunicativa. +ui si assiste ad una parziale sovrapposizione della fonte e del destinatario. #a nozione di Ecampo di esperienzaF dona maggior attenzione al contesto sociale dove il processo comunicativo si realizza e d maggior considerazione alla comunicazione di massa. +uesta considerazione S ancora pi) forte nel suo terzo modello. Infine, nel terzo modello si comincia a delineare una struttura semi&circolare del processo comunicativo.

Si comincia a delineare una struttura gi chiaramente semi-circolare del processo comunicativo. Il feed ac7 tuttavia introdotto soltanto mediante la duplicazione del messaggio. Si /videnzia il 1ontesto.

,n altro modello particolarmente attento alle caratteristiche della ricezione del messaggio !uello suggerito da Gerbner, il !uale ha dato vita alla teoria della coltivazione. *ale teoria studia le conseguenze della televisione sulla popolazione ed essa non ha effetti specifici ed immediati sugli spettatori ma produce un effetto di cumulazione che porta lo spettatore a vivere in un mondo che somiglia a !uello mostrato dal teleschermo. #a tesi fondamentale della teoria attri uisce al mezzo televisivo la capacit di fornire allo spettatore, dall"infanzia all"et adulta (per !uesto si parla di coltivazione), una visione del mondo comune e condivisa, operando in tal senso nella direzione di una unificazione della realt. %ttraverso la televisione le istituzioni tradizionali, come la scuola o la religione, avre ero ottenuto un ruolo secondario nella visione del mondo delle persone, i !uali vivono in un mondo televisivo che non coincide con !uello reale.

T T T

E rappresenta l"evento percepito % il soggetto che percepisce l"evento, un uomo o una macchina, che di fatto EvedeF /: 1i$ che E4 rappresenta dipende da varia ili di selezione, di contesto, di disponi ilit di informazioni che riguardano %

T T T T T T T T

Il passo successivo che % voglia comunicare E4 a !ualcun altro % produce il messaggio SE (statement about event), dove S la forma ed E il contenuto del nuovo messaggio Per trasmettere SE, % si affida a canali R media sui !uali ha un limitato potere di controllo Infine, il messaggio SE dovr essere percepito da un secondo attore comunicativo, %5 1osK come E era percepito da % come E4, SE sar percepito da %5 come !ualcosa di differente, chiamato SE4 Il modello di 5er ner si focalizza sul rapporto tra processi di percezione e trasmissione, personale e mediale della realt % partire dagli scam i relazionali interpersonali si estende ai mezzi di comunicazione di massa Il verificarsi di !ualsiasi fenomeno pu$ costituire l"oggetto di una comunicazione tra l"osservatoreDartefice di !uel medesimo fenomeno e uno o pi) riceventi.

5er ner (:;=<): interpone, tra la fonte e il ricevente, una serie di nodi pro lematici legati alla ricezione ed alla decodifica, entram e influenzate dalle caratteristiche interattive del significato e del contesto sociale. Pone l"accento sulla grande varia ilit della percezione rispetto all"evento. 5er ner mette in luce il carattere essenzialmente creativo ed interattivo del processo percettivo, il valore del >contesto> nella lettura dei messaggi e la natura >aperta> della comunicazione umana, sottolineando il rapporto dinamico e interattivo rinveni ile tra forma (S U segnale) e contenuto (/ U evento) nel processo comunicativo' la lacuna del suo modello sta forse nel trascurare i pro lemi relativi alla generazione del significato, poichG la forma, o il codice, del messaggio (S) vengono dati per scontati, cio semplicemente fatti coincidere con il segnale. Introduce i primi elementi di negoziazione. Il processo comunicativo parte da un elemento (/), ovvero !ualcosa che viene percepito da 0 (macchina o persona). 0 deve effettuare una selezione che tenga conto anche del contesto. #a percezione viene convertita in un messaggio dotato di forma (S) e di un contenuto (/). % !uesto punto si colloca la scelta dei canali e dei media. +uesto produce un"altra forma di selezione che genera il modo di diffusione dell"informazione (S/:). Si verifica cosK un"interazione fra la ricezione 0? e il messaggio. Il significato il frutto di una negoziazione S/:, !uindi una delle due possi ilit interpretative, non l"unica. #"ultimo stadio del processo l"interazione fra il ricevente e il messaggio. 1i$ che il lettore sa dell"evento il risultato di una negoziazione. Il modello di 5er ner non d conto in modo completo al pro lema del significato e introduce il concetto di negoziazione in maniera elementare. Il modello di 5er ner un"evoluzione di !uello di Shannon e Jeaver perchG d un ruolo (seppur non centrale) al significato del messaggio.

%nche il modello di (erlo prende le mosse dalla teoria dell"informazione. #a sigla S%C) (Sorgente, 0essaggio, 1anale, .icevente) riprende gli elementi dello schema di Shannon ma in pi) sottolinea l"importanza della cultura e del sistema sociale in cui la comunicazione si svolge. +uesto modello suggerisce che alla ase di un atto comunicativo riuscito si de a porre l"accordo tra le a ilit della fonte e !uelle del ricevente, cosK come la sintonia delle attitudini o dei valori sociali.

C/oms,&: trascura le condizioni pratiche nelle !uali avviene la comunicazione e, soprattutto, tende a minimizzare il ruolo del ricevente, appiattito su !uello dell"emittente in virt) dell"omologia strutturale della loro relazione linguistica. 3e risulta una drastica sottovalutazione dell"agire empirico conteMt&dependent.

(rown e 6raser: hanno individuato tre categorie per indicare le principali caratteristiche che definiscono una situazione: am iente, partecipante e scopo.

,n altro modello della comunicazione !uello di Slama Cazacu dove viene illustrata l"influenza dei contesti come sistemi di riferimento per i componenti dell"azione comunicativa. 5li influssi del contesto sono tanti che in certe condizioni utile ritenere che siano essi stessi a generare la comunicazione molto pi) che la volont della fonte, la !uale assume maggiore importanza nei contesti fortemente formalizzati o poveri di scam io sociale.

- Contesti sociali e contesti psicologici 1on la concezione triangolare proposta da 7ewcomb8 "eoria degli atti comunicativi8 si affaccia, nella teoria della comunicazione, la ricerca psicologica. In !uesto modello vi l"evoluzione in senso circolare della struttura troppo lineare dei modelli classici. Partendo dalla constatazione che la tendenza all"e!uili rio una caratteristica dei rapporti fra le persone, ne deduce che la comunicazione interpersonale destinata a rinforzare gli orientamenti simili tra i soggetti. +uesto modello introduce per primo la situazione (o contesto sociale) dentro cui avviene lo scam io comunicativo (V). Il rapporto fra i due comunicanti % e 9 concepito come scambio ed bi-direzionale.

3el modello di 3esle& e %cLean agli elementi, presenti nel modello di 3ePcom , % (soggetto comunicante), 9 (partner comunicativo) e V (!ualsiasi evento o oggetto nell"am iente di % e 9, argomento della comunicazione), viene aggiunto un !uarto elemento 1, rappresentante la !unzione comunicativa redazionale, cio il processo decisionale su cosa e come comunicare. %vvicinano % e 1, cio la fonte e le organizzazioni comunicative, identifica ili come gli agenti che controllano il canale. 1 rappresenta sia il canale che il mediatore della trasmissione del contenuto V da % a 9. -al modello risulta che V non deve necessariamente passare sia per % che per 1, ma, mentre pu$ aggirare %, non pu$ mai prescindere da 1. 1 viene a svolgere un ruolo di intermediario !orte sotto la duplice veste intenzionale (accesso al canale per uno specifico messaggio) e non intenzionale (la normale programmazione informativa ad una audience). 4iene finalmente introdotto l"elemento f (!eedbac,), ma manca ancora la dimensione sociale delle influenze che gravano su 9.

Il modello dei )ile& (:;=;) inserisce decisamente il processo di comunicazione all"interno del sistema sociale di cui ritenuto parte integrante. Sia l"emittente / che il ricevente . sono influenzati dall"ordine sociale in cui sono inseriti: dal gruppo primario e dal sistema sociale nel suo insieme. *utti i gruppi condividono un"interazione dinamica nella !uale circolano messaggi pluridirezionali. Il pu lico dei media non concepito dagli autori come impassi ile o isolato, ma come un composto di riceventi in relazione tra loro.

Infine nel modello di $ance il riconoscimento dell"importanza del feed ac7 genera innumerevoli tentativi di soluzioni grafico&concettuali: in !ualun!ue tipo di modello circolare, pur raccogliendo evoluzioni rispetto a !uelli lineari, la comunicazione, finisce comun!ue col ritornare al punto da dove partita. Il concetto di elica o spirale conserva i vantaggi della retta e del cerchio, ma elimina gli svantaggi e cio la comunicazione ritorna su stessa su endo l"influenza delle sue fasi antecedenti. - gli ultimi modelli %lla fine degli anni Sessanta la para ola dei modelli lineari pu$ dirsi conclusa. 3e sono testimonianza le seguenti tre proposte e cio la comunicazione a mosaico di 9ec7er, il modello di %nders, Staats e 9ostrom e la comunicazione transazionale di 9arnlund. & %osaico comunicativo di (ec,er: la gran parte degli atti comunicativi mettono in connessione gli elementi del messaggio non soltanto con la situazione sociale immediata, ma con altri elementi del contesto comunicativo: impressioni e comunicazioni precedenti, mezzi di comunicazione in generale, etc. & %odello di *nders8 Staat8 (ostrom : importanza dei fattori contestuali e am ientali, natura interattiva del processo comunicativo, centralit dell"elemento di feed ac7. & %odello 9transazionale9 di (arnlund: il >significato non il risultato dell"operazione passiva del ricevere, ensK un"invenzione, un attri uto, un >dato>. -entro i soggetti della comunicazione, ed intorno a loro, esiste un numero illimitato di stimoli percettivi inconsci, seppure di diverso rilievo a seconda dei momenti. 9arnlund indica tre gruppi di stimoli, fra loro interagenti: & stimoli pu lici & sono !uelli offerti dal mondo fisico (naturali) e !uelli che risultano dall"intervento delle persone sull"am iente (artificiali) & stimoli privati & sono !uelli provenienti dall"attivit interiore del soggetto & stimoli comportamentali & sono !uelli >iniziati o controllati dal comunicatore stesso, in risposta a suggerimenti pu lici e privati, coloriti dai successi e dai fallimenti passati, in com inazione con i suoi appetiti e isogni attuali che determinano la sua posizione nei confronti dell"am iente>. Sono sorte numerose proposte teoriche. %odello commerciale della non inter!erenza nelle comunicazioni & riflette il modello economico della li ert di mercato, nel !uale i produttori competono per con!uistare i consumatori. 3e risulta una variet di informazioni ed opinioni che >democratizza> i mass media e riduce al minimo il rischio della manipolazione. 1oloro che utilizzano tale punto di vista mettono il luce la li ert delle scelte del consumatore e la necessit per i mezzi di comunicazione di adattare la loro produzione alle preferenze del pu lico. 6inestra di :o/ari (:;H=) & illustra i rapporti fra coscienza e consapevolezza attraverso la ipolarizzazione tra ci$ che noto (o ignoto) a se stessi e ci$ che noto (o ignoto) agli altri

In !uesto modello si ottengono !uattro !uadranti cui corrispondono diversi gradi di consapevolezza e di coscienza esprimi ili in un messaggio. Il primo !uadrante, area aperta, riguarda la s!era pubblica della personalit, atteggiamento e comportamenti che il soggetto assume consapevolmente e di cui anche gli altri sono al corrente. In termini comunicativi si ha una comunicazione aperta dove circolano le informazioni che l"individuo conosce ed disposto a comunicare e che sono noti agli altri. Il secondo !uadrante, area nascosta, riguarda la s!era privata, ovvero le caratteristiche che il soggetto non vuole condividere con gli altri. In termini di comunicazione si restringe la possi ilit di una li era comunicazione e si d origina al doppio messaggio che da una parte pu$ essere trasmesso consapevolmente e da una parte che pu$ trapelare anche contro la volont della fonte. Il terzo !uadrante, area cieca, contiene le retroazioni dellambiente che il soggetto non percepisce. Infine il !uarto !uadrante, area ignota, rivela l"impronta psicologica del modello, ovvero la sfera dell"inconscio. +ui non vi comunicazione. Infine, un ultimo modello !uello di Sc/midt, noto come teoria dei gioc/i. +ui si nota lo stretto legame tra la comunicazione linguistica e l"interazione sociale, nonchG l"identificazione di una precisa unit di analisi, ovvero il gioco dazione comunicativo. - Le &unzioni della Comunicazione (ra viene spontanea una domanda: Perch si comunica. Si pu$ rispondere dando due serie di motivazioni: una riferi ile alla fonte (teorie della manipolazione) e l"altra riferi ile al ricevente (teorie degli usi e gratificazioni). Il linguista )oman :a,obson ha introdotto nel suo modello comunicativo il signi!icato e la struttura interna dei messaggi. /gli individua un parallelismo tra l"approccio linguistico e la teoria matematica dell"informazione: l"attivit comunicativa continua ad essere rappresentata come la trasmissione di un contenuto tra due poli definiti che, codificando e decodificando secondo un codice fisso, riducono la ricezione al senso letterale del messaggio. ;3atson< ill=> ? !unzioni della comunicazione & Strumentale (ottenere !ualcosa) & Suasiva (convincere !ualcuno) & Informativa (informazioni) & /spressiva (esprime le proprie emozioni) & Sociale (risolvere un pro lema) & -i Stimolo (che interessa) & .elativi ai ruoli (richiesta di determinate situazioni) ;)ic/ard Stevens= & Strumentale (compiere o !ualcosa) & -i controllo & Informativa & /spressiva (sentimenti) & Si contatto sociale & -i alleviamento dell"ansia & -i stimolazione & #egata al ruolo conseguire

La comunicazione come produzione di e!!etti - una distinzione preliminare #"aspetto del processo comunicativo sul !uale si concentrato il maggior numero di energie !uello inerente i risultati della comunicazione, soprattutto sulla problematica degli e!!etti. #"intero studio delle comunicazioni di massa si asa sul presupposto dell"esistenza di effetti provocati dai mezzi di comunicazione e si possono individuare due principali linee di indagine: & studi sulla persuasione che privilegiano i contesti macrocomunicativi' & studi sociologici che ne analizzano gli effetti sociali, ovvero le ripercussioni non tanto sull"individuo o sul corpo sociale !uanto sul sistema sociale nel suo complesso.

% met strada si posizionano gli approcci conversazionalisti che danno maggiore attenzione alle dinamiche relazionali & livelli e tipi di effetto #a grande complessit dei fenomeni comunicativi induce ad una corrispondente complessit di possi ili effetti e cio personali o sociali, dichiarati o latenti, voluti o non voluti. Il termine effetto designa le conseguenze dirette dei media sia volute che accidentali. #a molteplicit dei campi implicati nella determinazione degli effetti induce a delle divisioni. +uella che pi) ha caratterizzato fino ad oggi la ricerca individua tre tipi di effetto e cio: & una modi!ica cognitiva che delimita le funzioni intellettive degli esseri umani' & una modi!ica a!!ettiva che indica la sfera dei valori a cui appartengono i sentimenti e le emozioni in generale' & una modi!ica del comportamento. 5li effetti possono, inoltre, essere distinti per direzione che pu$ essere a favore o contro l"intenzione di chi attiva il processo comunicativo e intensit@ che varia da un massimo ad un minimo di mutamento. & gli effetti sociali 1" chi considera come effetto della comunicazione le modi!icazioni prodotte, nel ricevente, dal contenuto espresso nell"atto comunicativo, e chi, come %cLu/an nel cele re slogan il medium il messaggio, invita ad attri uire le conseguenze dei media, sulla societ o sugli individui, alle caratteristiche tecnologiche del medium anzichG al contenuto di volta in volta diffuso. 5li effetti generali delle comunicazioni di massa si possono sintetizzare cosK: d) moltiplicazione delle organizzazione impegnate nella manipolazione di sim oli (pu licit)' e) riduzione delle distanze fisiche e ampliamento dell"orizzonte dell"individuo ' f) modificazione del linguaggio scritto e parlato' g) determinazione dello status sociale attraverso l"attri uzione di prestigio' h) accrescimento dell"importanza dei tratti personali !uali fattori della vita sociale e politica' i) modifica delle strutture familiari' W) attri uzione di maggior peso ai valori materiali' 7) accelerazione dei processi di diffusione culturale. 3ella tipologia degli effetti, gli effetti sociali sono !uelli risultanti dall"incrocio delle varia ili dell"involontariet@ e del lungo termine e risultano cosK sintetizza ili: & controllo sociale (sistematica propensione dei media alla conferma dell"ordine costituito)' & socializzazione (ruolo nella diffusione di norme e valori)' & avvenimenti come conseguenza dei media (importanza dei media assumono oggi duranti gli eventi sociali pi) critici, !uali guerre, rivoluzioni, crisi sociali, ecc.' & definizione della realt (!uest"effetto si produce nella sfera delle cognizioni anzichG in !uella dei valori)' & mutamento istituzionale e culturale. - gli effetti deliberati o volontari %lla fine degli anni "HC la ricchezza dei contri uti scientifici stata dominata da due paradigmi culturali: !uello della scuola di 6ranco!orte (apocalittici) e !uello della scuola empirica di cultura anglosassone (integrati). In realt la ricerca empirica riesce, in genere, a confermare soltanto una posizione scettica, a met strada tra le due posizioni concorrenti. -alla parte dei pessimisti possiamo porre la cosiddetta teoria del complotto, che teme una sistematica manipolazione da parte dei media al fine di favorire le classi privilegiate e i loro interessi. Sul versante degli ottimisti pu$ essere collocata, invece, la teoria della comunicazione di massa come piacere, ela orata da Step/enson. *ale teoria afferma che i media servono anzitutto al pu lico come chance di divertimento ed i media, !uindi, fornendo piacere comunicativo, si pongono come una arriera contro l"ansia, poichG nell"am ito di una cultura nazionale, il primo isogno popolare !ualcosa di cui tutti possono parlare. #e ac!uisizioni teorico&empiriche, maturate in !uest"ultimo mezzo secolo, hanno introdotto modifiche nel !uadro interpretativo: caduta la presunzione di automaticit@ delle!!etto, mettendo in crisi l"idea stessa di e!!etto volontario. +uesto concetto infatti costruito sopra una metonimia impropria che gioca su un e!uivoco scam io tra fonte e ricevente, trasferendo su !uest"ultimo una !ualit che invece propria della prima. %c+uail distingue un responso

individuale e una reazione individuale, al fine di cogliere la differenza tra un rapporto comunicativo interattivo e un rapporto che invece non implica nessuna scelta da parte del ricevente. I quadri motivazionali, gli o iettivi, delle fonti si presentano oggi, in un panorama dominato dal roadcasting, complessi e molto pi) sfumati che in passato. #"efficacia di un messaggio sar maggiore se esso proviene da una fonte ritenuta credi ile. Parimenti funzioner meglio un contenuto pi) volte ri adito e senza alternative ed, inoltre, !uanto pi) l"argomento marginale per il ricevente, tanto pi) egli sar disponi ile a lasciarsi influenzare. & Effetti programmati e imprevisti % volta i media vengono impiegati per stimolare il consenso. Si tratta di o iettivi specifici e palesi, a reve o medio raggio, tendenti a produrre una sensi ilizzazione a astanza limitata nel tempo. In !uesto caso possiamo parlare di campagne vere e proprie come !uelle promosse durante le elezioni, nella pu licit, da enti istituzionali, allo scopo di informare il pu lico riguardo a tematiche particolari. Soltanto nel caso della campagna possiamo dire di trovarci di fronte ad un"influenza che si propone attraverso una serie di stimoli identifica ili con chiarezza e che, producendo risposte a reve scadenza, risulta misura ile in maniera consistente, anche se ovviamente non univoca. - Effetti' media e pubblico Il rapporto tra il pu lico e i mass media il perno centrale degli studi pi) significativi sugli effetti e sulle funzioni dei sistemi comunicativi nella societ contemporanea. Il panorama scientifico attuale propone una variegata schiera di ipotesi alcune pi) ottimiste altre meno. 3el gruppo delle accuse !uella che pi) ricorre, riguarda il ruolo nell" ampli!icazione della devianza. Si pu$ avviare una spirale di ampli!icazione che conduce il controllo sociale e la devianza a rincorrersi l"un l"altro. Il possi ile ruolo dei media in !uesto processo stato messo in luce da Aoung. /gli afferma che soprattutto attraverso i media che il pu lico viene a sapere degli episodi di criminalit e l"intervento massiccio degli organi di informazione su !uesto tema pu$ produrre effetti psicologi di preoccupazione o addirittura panico. Inoltre, ha rilevato come la rappresentazione di termini di comportamenti stereotipati contri uisca a creare circostanze tali da indurre i devianti stessi ad aderire agli stereotipi proposti. 1ollegato a !uest"area di studi l" e!!etto di contagio che estende la capacit amplificativa dei media e l"e!!etto di catarsi dove l"aggressivit e la violenza, veicolate attraverso la comunicazione di massa, possono rivestire valore terapeutico, proprio perchG contengono una partecipazione immaginaria (esperienza vicaria) all"atto aggressivo che, in genere, ha un effetto sostitutivo o li eratorio nei confronti dell"aggressivit reale. Per !uanto riguarda i confini dellipnosi, la prima formulazione risale agli studi di #azarsfeld e 0erton e cio la dis!unzione narcotizzante. Secondo i due autori, i mass media potevano essere considerati dei sistemi di narcotizzazione sociale, poichG un"esposizione sempre pi) elevata contri uisce a sostituire la partecipazione attiva degli individui alla vita sociale con una forma di conoscenza sostanzialmente passiva. Infine si pone un gruppo di teorie che interpreta il ruolo di mediazione dei mass media come filtro opaco che tende ad imporre determinate visioni del mondo, cio una deformazione pi) o meno sistematica della realt. +ueste teorie sono !uella della dipendenza di (all&)o,eac/, della spirale del silenzio e la teoria degli scarti di conoscenza. In conclusione possiamo dire che si potr discutere ancora a lungo sugli effetti dei media, ma non pi) sull"affermazione che il comunicare l"azione sociale pi) significativa nell"am ito del consorzio umano.

Potrebbero piacerti anche