APPLICAZIONI LINEARI
U c := u1 c1 + ... + ut ct V . Dunque U c ` e la notazione matriciale che ci permette di scrivere compattamente il vettore combinazione lineare dei vettori u1, ... , ut , con coecienti c1, ... , ct . Estendiamo tale notazione al caso del prodotto di una riga di vettori per una matrice (a pi` u colonne) di scalari. Considerata la matrice C t,s (K ), poniamo: U C := U C(1) Ad esempio, se U = u1 u2 u 3 allora U C = u1 u2 u2 + u3 u1 + 2 u3 u1 2u2 ... U C(s) 0 1 1
1,s
(V ). 1 2 0
1 ( V ) e C = 1 1,3 0
1 0 2
3,4
(K ),
1,4
(V ).
Oltre alle matrici U 1,t (V ), C t,s (K ), sia assegnata una matrice D s,r (K ). Poich e le misure delle matrici lo consentono, sono deniti i prodotti righe per colonne (U C )D e U (CD). Si verica subito che risulta: (U C )D = U (CD). Ci` o segue facilmente dallassioma [di spazio vettoriale]: (u c) d = u (c d), u V, c, d K . Utilizzeremo tale propriet` a, indicandola come propriet` a associativa del prodotto righe per colonne. Se V = V K e se {e1, ... , en} ` e una base di V , ` e noto che il generico vettore v V si scrive a in modo unico come combinazione lineare di e1, ... , en, con coecienti x1, ... , xn K . Come gi` sappiamo, la n-pla (x1, ... , xn) ` e detta n-pla delle coordinate di v rispetto a tale base. Se poniamo x1 . E := e1 ... en 1,n (V ), x := . . n,1 (K ), xn risulta subito:
n
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v =Ex e la matrice-colonna x ` e detta colonna delle coordinate di v in base E . In particolare, lunicit` a di scrittura di un vettore in base E si traduce nellimplicazione: *) (* E x = E y = x = y , x, y
n,1
(K ).
Assegnati t vettori u1, u2, ... , ut V , sia U := u1 u2 ... ut 1,t (V ) la matrice riga di tali vettori. Supponiamo note le coordinate di tali vettori in base E . Dunque, per i = 1, ... t, sia ui = E b i , con b i n,1 (K ), e si ponga:
B := ( b 1 b 2 ... b t )
n,t
(K ).
La matrice B ` e detta matrice delle coordinate dei vettori u1, u2, ... , ut in base E . Risulta: U =EB b b b E b2 ... E bt ) = u1 u2 ... ut = U ]. E b [infatti E B = E ( 1 2 ... t ) = ( 1
4 Ad esempio, ssata in V = VR una base E = e1 e2 e3 e4
u2 = 2e1 + e3,
u3 = e1 + e2,
u1 u2 u3 = E B .
Proveremo ora che, assegnati t vettori in uno spazio vettoriale n-dimensionale, le propriet` a di essere linearmente indipendenti o di essere un sistema di generatori, si interpretano come condizioni sul rango della matrice delle loro coordinate (rispetto ad una base assegnata). Proposizione 1. Sia dim(V ) = n e sia E = e1 ... en si ponga U := u1 ... ut . Sia poi U = E B , con B
(i) u1, ... , ut sono linearmente indipendenti rg (B ) = t. (ii) {u1, ... , ut } ` e un sistema di generatori di V rg (B ) = n. (iii) {u1, ... , ut } ` e una base di V t = n e B GLn(K ). Dim. (i) Come noto: u1, ... , ut sono linearmente indipendenti ci ui = 0 = c1 = ... = ct = 0 . i=1 c1 0 0 . . . . . Siano c = . . t,1 (K ), 0 t = . t,1 (K ) e 0 = . n,1 (K ) [matrici colonna 0 0 ct E 0 nulle]. Ovviamente 0 = . La precedente equivalenza diventa [tenuto conto dellassociativit` a del *) relativa allunicit` prodotto righe per colonne e della regola (* a di scrittura in base E ]: u1, ... , ut sono linearmente indipendenti U c = 0 = c = 0 t
t
(E B ) c = E 0 = c = 0 t E (B c ) = E 0 = c = 0 t B c = 0 = c = 0 t .
Limplicazione B c = 0 = c = 0 t equivale a dire che il SLO(n, t, K ) BX = 0 non ha autosoluzioni. In base al teorema di Rouch e-Capelli, ci` o avviene t rg (B ) = 0. Pertanto concludiamo che u1, ... , ut sono linearmente indipendenti rg (B ) = t. (ii) Come noto: u1, ... , ut = V v V, v = c1 u1 + ... + ct ut , c1, ... , ct K .
CAP. 4.1
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Assumiamo che il generico vettore v V abbia colonna delle coordinate x , cio` e che sia v = E x , con x n,1 (K ). Con le notazioni gi` a introdotte in (i), si ha:
u1, ... , ut = V
E x V, E x = (E B ) c , c
M (K ) E x V, E x = E (B c ), c M (K ) x M (K ), x = B c, c M (K ) x M (K ), il SL(n, t, K ) BX = x ` e compatibile.
t,1 t,1 t,1 n,1 n,1 t,1
v V, v = U c , c
(K )
Ricordato che un SL ` e compatibile la colonna dei termini noti ` e combinazione lineare delle colonne della matrice dei coecienti, si ha: u1, ... , ut = V x n,1 (K ), x B(1) , ... , B(t)
n,1
(K )
= dim(
n,1
(K ))
(iii) Si tratta di unimmediata conseguenza delle due proposizioni precedenti, tenendo conto anche del fatto che una matrice quadrata di ordine n ` e invertibile se e solo se ha rango n. Ad esempio i tre vettori considerati nel precedente esempio sono linearmente indipendenti, in quanto, come subito si osserva, rg (B ) = 3. Non sono invece un sistema di generatori di V (perch e sono solo tre e quindi rg (B ) < 4). Si noti che, se U = E B e rg (B ) = r, una base di u1, ... , ut ` e formata da r vettori del sistema di generatori {u1, ... , ut }, corrispondenti a r colonne linearmente indipendenti di B . ` noto dalla Prop. 1 di Cap. 3.1 che le soluzioni di un SLO in n incognite formano un sottospazio E n vettoriale di K . Proveremo ora che, viceversa, assegnata una base E di un K -spazio vettoriale n V = VK , ogni sottospazio vettoriale di V pu` o essere espresso come insieme delle soluzioni di un opportuno SLO in n incognite, che fornisce le cosiddette equazioni cartesiane di U (in base E ). Proposizione 2. Sia U = u1, ... , ut un sottospazio vettoriale di V = VK e sia E = e1 ... en una base di V . Sia, al solito, U := u1 ... ut = E B , con B n,t (K ). Indicato con v = E x un generico vettore di V , risulta: v U rg (( B x )) = rg (B ).
Posto r = rg (B ), luguaglianza rg (( B x )) = r si traduce in un SLO(n r, n, K ), avente matrice di rango n r, le cui soluzioni sono le coordinate (in base E ) di tutti e soli i vettori di U . Tale SLO ` e detto sistema di equazioni cartesiane di U in base E . Dim. Si ha infatti, in base al teorema di Rouch e-Capelli: v U v = U c , c t,1 (K )
t,1
rg (B ) = rg (( B
M c, c M (K ) E x = E Bc c x Bc = , c M (K )
t,1
x )).
Fissiamo ora in B una sottomatrice quadrata invertibile B1 di ordine r (= rg (B )). In base al principio degli orlati, la condizione rg (( B x )) = r equivale allannullarsi degli orlati di B1. Ma possiamo limitarci a considerare i soli orlati di B1 che coinvolgono la colonna x [in quanto gli altri (se ce ne sono) sono nulli]. Questi orlati sono n r e possono essere interpretati come polinomi di primo grado nelle incognite x1, ... , xn di x . Dunque formano un SLO(n r, n, K ), che possiamo ad esempio denotare CX = 0 . Tale SLO ammette come soluzioni tutte e sole le n-ple che corrispondono r (in base E ) ai vettori di U . Poich e (come sopra osservato) dim(U ) = r, il SLO ha soluzioni. nrg (C ) soluzioni. Quindi n rg (C ) = r, cio` e rg (C ) = n r. Daltra parte ha N.B. Ogni SLO(m, n, K ) AX = 0 equivalente a tale SLO(n r, n, K ) fornisce ancora un sistema di equazioni cartesiane di U . Dunque le equazioni cartesiane di un sottospazio vettoriale non sono
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uniche. Deve comunque risultare m n r [in quanto n rg (A) = r e rg (A) m] e pertanto il SLO(n r, n, K ) ottenuto ha il numero minimo di equazioni necessarie per rappresentare U . Due esempi. (1) Torniamo ancora allesempio precedente. Il sottospazio U = u1, u2, u3 di 4 V = VR ha equazioni ottenute imponendo la condizione rg (( B x )) = 3, ovvero det(( B x )) = 0 [infatti la matrice ( B x ) 4 (R ) ha un solo minore di ordine 4: det(( B x ))]. Si ha:
1 x1 1 1 x2 + x4 0 0 x3 1
2 0 1
1 1 = x1 x2 2 x3 3 x4 = 0. 0
x1 x2 2 x3 3 x4 = 0.
(2) In V = VR ` e assegnato il sottospazio vettoriale U = u1, u2, u3 , i cui tre generatori hanno, rispetto ad una base E = e1 e2 e3 e4 e5 di V , matrice delle coordinate 1 2 0 0 1 1 B = 1 1 3 . 2 1 3 0 1 1 Vogliamo determinare un sistema di equazioni cartesiane di U rispetto ad E . Calcoliamo rg (B ). Scelta in B la sottomatrice invertibile B1 = B (1, 2|1, 2), si verica subito che i suoi tre orlati sono nulli. Dunque rg (B ) = 2. Ne segue che dim(U ) = 2 e U = u1, u2 . Imponiamo ora la condizione rg (( B x )) = 2. orlati di B1 che coinvolgono la colonna x , cio` e 1 0 1 2 x1 1 x2 = 0, 1 x3 1 0 2 Tale condizione equivale allannullamento degli 1 0 0 2 x1 1 x2 = 0. 1 x5
2 x1 1 x2 = 0, 1 x4
Vogliamo ora scrivere le formule di cambiamento di base e di coordinate di vettore in uno spazio n vettoriale V = V K . Siano E , F due basi di V . In base a Prop. 1 (iii) risulta: F = E B , con B GLn(K ). Tale formula ` e detta formula del cambiamento di base da E a F e la matrice B ` e detta matrice del cambiamento di base da E a F . Risulta:
1 1 1 F B = (E B ) B = E (B B ) = E In = E .
detta formula del cambiamento di base da F a E [ed ` e linversa della formula precedente]. Sia ora v un generico vettore di V . Esprimiamolo nelle due basi E , F : v = E x = F y , con x , y
n,1
(K ).
Usando la prima delle due formule del cambiamento di base, si ottiene E x = E B y e quindi, per unicit` a di scrittura, x = B y, detta formula del cambiamento di coordinate di vettore da F a E . Moltiplicando questa uguaglianza 1 a sinistra per B si ottiene
1 y = B x,
CAP. 4.1
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detta formula del cambiamento di coordinate di vettore da E a F . N.B. Si osservi che nelle due formule di cambiamento di base, la matrice invertibile B (o la sua 1 inversa B ) ` e un fattore a destra, mentre nelle due formule di cambiamento di coordinate ` e un fattore a sinistra. Ci` o non ` e privo di conseguenze: nelle formule di cambiamento di coordinate di 1 vettore intervengono le righe di B (o B ) [come coecienti di combinazioni lineari], mentre nelle 1 formule di cambiamento di base intervengono le colonne di B (o B ). Ci` o pu` o essere osservato confrontando ad esempio le due formule F = E B e x = B y , scritte in forma non compatta: f 1 = e1 b11 + e2 b21 + ... + en bn1 x1 = b11 y1 + b12 y2 + ... + b1n yn ... ... f = e b + e b + ... + e b , xn = bn1 y1 + bn2 y2 + ... + bnn yn. n nn 1 1n 2 2n n
2 Un esempio. Consideriamo in V = VR due basi E = (e1 e2), F = (f
f ), tali che
2
f = e1 + e2,
1
f = e1 2 e2.
2
Vogliamo ottenere la formula del cambiamento di base da F a E e le due formule del cambiamento di coordinate. I dati sopra forniti ci danno il cambiamento di base da E a F e dunque corrispondono alla formula F = E B . Risulta: 1 1 B= . 1 2
1 1 Il cambiamento di base da F a E ` e dato da E = F B . Poich e B =
2 1
1 , si ha: 1
e1 = 2 f + f
1 1
e2 = f f .
2
N.B. Tale formula poteva naturalmente essere ottenuta direttamente dai dati sopra assegnati. Infatti: f + f = e2, quindi e2 = f f ; allora e1 = f e2 = 2 f + f .
1 2 1 2 1 1 2
` evidente per` E o che se si opera su uno spazio vettoriale di dimensione elevata, queste trasformazioni sono pi` u complicate e quindi ` e preferibile svolgere i calcoli utilizzando le matrici. Il cambiamento di coordinate da F a E ` e dato da x = B y , cio` e x1 = y1 y2 x2 = y1 2 y2,
1 mentre il cambiamento di coordinate da E a F ` e dato da y = B x , cio` e y1 = 2 x1 x2
y2 = x1 x2.
ESERCIZI PROPOSTI
3 4.1.1. Sia V = VR , con base E = e1 e2 e3 . Sono assegnati in V i tre vettori
u2 = e2 e3,
u3 = e3 + e1.
` e una base di V .
(ii) Esprimere in base F il vettore v = e1 + 2 e2 + 3 e3. (iii) Scrivere la formula di cambiamento di coordinate di vettore dalla base E alla base F . (iv) Esiste in V un vettore non nullo avente le stesse coordinate nelle due basi ?
3 4.1.2. Sia V = VR , con base E . Sia F = f 1 f 2 f 3 unaltra base. Indichiamo con x la colonna delle coordinate di un generico vettore v V rispetto alla base E e con y la colonna delle coordinate dello stesso vettore rispetto alla base F . Determinare la base F in funzione di E , sapendo che
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y1 = x1 x2 y2 = x2 x3 y3 = x1 + x3. 4.1.3. Siano {e1, e2, e3} e {f , f , f } due basi di uno spazio vettoriale V = VR . Sia:
3 1 2 3
f = e1 e2,
1
f = e1 + e3,
2
f = 2 e1 + e2.
3
Assegnato il sottospazio vettoriale W = e1 e3, e2 + e3 , determinarne un sistema di generatori espresso rispetto alla base {f , f , f }.
1
J2 =
1 0
1 0 1 3
1 2
J3 =
1 1
1 0
J4 =
1 1
1 . 1
(i) Vericare che {J1, J2, J3, J4} ` e una base di V . (ii) Esprimere in tale base la matrice A = 2 4 .
f = e1 e2 + e3,
1
f = e2 + e3.
2
Vericare se esiste una base F = f 1 f 2 f 3 tale che un vettore v V abbia in base E coordinate (1, 1, 1) ed in base F coordinate (0, 1, 1). 4.1.6. Rifare lEsercizio 2.5.5.
5 4.1.7. In V = VR , con base E , ` e assegnato il sottospazio vettoriale U = u1, u2, u3 , con
u1 = e1 e2 + e5, u2 = 2 e1 e3 + e4, u3 = 2 e2 + e3 e4 + 2 e5. Determinare equazioni cartesiane di U , cio` e un SLO in cinque incognite ed a valori in R , le cui soluzioni siano tutte e sole le coordinate dei vettori di U , in base E .