AEIT FEDERAZIONE ITALIANA DI ELETTROTECNICA, ELETTRONICA, AUTOMAZIONE, INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE
P R O G E T T O
N O R M A I T A L I A N A C E I
Progetto Data Scadenza Inchiesta C. 1008 28-02-2009
Data Pubblicazione 2009-
Classificazione 64-100/2 Titolo Edilizia residenziale Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni. Parte 2: Unit immobiliari (appartamenti)
Title
IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO
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p u b b l i c a Si attira lattenzione sul fatto che il presente testo non definitivo poich attualmente sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale pu subire modifiche, anche sostanziali
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INDICE Premessa............................................................................................................................. 2 Introduzione......................................................................................................................... 3 1 Scopo ............................................................................................................................ 4 2 Campo di applicazione ................................................................................................... 4 3 Riferimenti normativi e legislativi .................................................................................... 4 4 Glossario ....................................................................................................................... 5 5 Considerazioni e concetti di base relativi allinfrastruttura ............................................... 7 5.1 Generalit............................................................................................................. 7 5.2 Progettazione ....................................................................................................... 8 5.3 Flessibilit dellimpianto e adattabilit dellinfrastruttura ......................................... 9 5.4 Adattabilit dellinfrastruttura a supportare la flessibilit dellimpianto................... 10 5.5 Adattabilit dellinfrastruttura alle evoluzioni future .............................................. 10 5.6 Costo e valore dellinfrastruttura.......................................................................... 11 5.7 Documentazione dellinfrastruttura....................................................................... 11 6 Linee guida per il progetto dellinfrastruttura ................................................................. 12 6.1 Generalit........................................................................................................... 12 6.2 Servizi fruibili nellUI ........................................................................................... 12 6.3 Tipi di impianto ................................................................................................... 13 6.4 Vincoli posti dalla struttura edilizia....................................................................... 15 6.5 Vincoli impiantistici.............................................................................................. 19 6.6 Vincoli di propriet. ............................................................................................. 22 7 Progettazione delle infrastrutture dellUI ....................................................................... 24 7.1 Generalit........................................................................................................... 24 7.2 Criteri per la progettazione delle infrastrutture della UI......................................... 25 8 Esempio di progettazione di una infrastruttura .............................................................. 34 8.1 Considerazione introduttive ................................................................................. 34 8.2 Individuazione dei servizi .................................................................................... 37 8.3 Individuazione degli impianti................................................................................ 37 8.4 Posizionamento dei punti SU di utilizzo e comando.............................................. 37 8.5 Considerazioni finali e adattabilit per possibili applicazioni future ....................... 47 APPENDICE A ................................................................................................................... 48 Topologia .................................................................................................................... 48 APPENDICE B ................................................................................................................... 53 Quote di posizionamento dei punti SA, SZ e SU............................................................ 53 APPENDICE C................................................................................................................... 56 Canalizzazioni, Spazi installativi SA (per centralini, quadri, armadi) e Spazi installativi SZ ( per scatole di derivazione ) .......................................................................... 56 APPENDICE D................................................................................................................... 65 Corrispondenza tra simboli CEI del CT 3 e simboli utilizzati nella presente Guida. ......... 65 P r o g e t t o
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Premessa Le statistiche dimostrano che gli involucri edilizi delle abitazioni e con essi le infrastrutture necessarie per gli impianti (scatole e canalizzazioni sotto traccia) vengono rinnovati con una periodicit molto inferiore rispetto alle innovazioni elettriche disponibili sul mercato. Da un lato quindi lintegrazione, in un impianto, di novit tecnologiche resesi disponibili pu non essere possibile o agevole proprio a causa di limiti legati alla predisposizione dellinvolucro edilizio e dallaltro la predisposizione dellinvolucro edilizio non pu essere efficace se basata unicamente sullattuale offerta di mercato (in termini di tecnologie elettriche ed elettroniche). Probabilmente molti hanno sperimentato, in maggiore o minor misura, un senso di frustrazione quando si rendono conto che gli impianti presenti nellabitazione in cui vivono, non rispondono pienamente alle loro esigenze. In soggiorno essi avrebbero voluto posizionare quella lampada da terra che tanto loro piace, nellangolo prossimo al terrazzo, vicino alla poltrona preferita, ma non c alcuna presa elettrica in quellangolo, tanto meno una presa comandata dallinterruttore posto vicino allingresso del locale. Nella camera della loro giovane figlia gi hanno posizionato due anni fa il personal computer (PC) (la posizione che loro parsa migliore non aveva una presa elettrica vicina e dunque hanno dovuto installare un lungo cavo di alimentazione in vista), ma oggi vogliono dotare il PC di una connessione ad Internet, che richiede una connessione telefonica, ma purtroppo la camera della figlia non dispone di alcuna presa telefonica. Non il caso di continuare con altri esempi, perch la lista potrebbe allungarsi senza mutare il concetto di fondo che il seguente: la dotazione e la dislocazione degli impianti dellabitazione spesso non risponde in pieno alle esigenze degli abitanti. Queste esigenze possono essere classificate (Norma UNI 8289) in esigenze di: Sicurezza Benessere Fruibilit Aspetto Gestione Integrabilit Salvaguardia ambiente Occorre altres considerare che le esigenze degli abitanti mutano nel tempo per tanti motivi. Una giovane famiglia evolve, figli nascono poi crescono, il nucleo familiare muta in numero e tipologia. Ma anche senza che muti il numero di abitanti, le scelte di comportamento dei singoli (volontarie o involontarie, ad esempio, dettate dalla vecchiaia) e le evoluzioni di comportamento della societ possono dar luogo col passare del tempo a mutamenti di esigenze. Il risultato che impianti che rispondono perfettamente alle esigenze odierne possono domani risultare inadeguati. Quando unUnit Immobiliare (UI) non dispone di impianti adeguati alle esigenze degli abitanti, questi si adoperano per cambiarli. A questo punto si possono presentare diversi scenari che sono, in sintesi, i seguenti, presentati in un ordine che va dallo scenario peggiore a quello migliore: - necessit di intervenire sulle opere murarie per alloggiare nuovi impianti o mutare la dislocazione di quelli esistenti, con costi e disagi; - possibilit di non intervenire sulle opere murarie, ma solo la necessit di alloggiare nuovi impianti al posto di quelli esistenti: alcuni elementi di questi nuovi impianti (cavi, apparati) potrebbero necessitare di essere lasciati in vista. Questo scenario caratterizzato da costi e disagi inferiori a quello dello scenario precedente, ma potrebbe dar luogo ad insoddisfazioni estetiche; P r o g e t t o
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- possibilit di mutare totalmente la disposizione degli impianti migrando alla nuova configurazione, senza alcuna necessit di intervenire sulle opere murarie n di lasciare elementi di impianto esterni, ma utilizzando linfrastruttura a suo tempo predisposta: questo scenario caratterizzato da bassi costi, pochi disagi e nessuna insoddisfazione estetica. Lo scenario ideale lultimo citato, ma la condizione fondamentale affinch si possa realizzare che lUI disponga di unopportuna infrastruttura. INTRODUZIONE Nelledilizia residenziale importante realizzare in maniera coordinata ed integrata tutti gli impianti tecnologici. L'integrazione degli impianti comporta due aspetti principali: l'integrazione dal punto di vista fisico, cio la predisposizione delle infrastrutture necessarie per tutti gli impianti (infrastruttura costituita da canalizzazioni e scatole, componenti edilizi e di arredo) e l'integrazione dal punto di vista funzionale, che riguarda esplicitamente le funzioni e le applicazioni di ciascun impianto e le relazioni con le funzioni degli altri impianti dell'abitazione (acqua corrente, gas, riscaldamento, condizionamento, aspirazione polveri, scarichi, ecc.). Tutte le Parti di questa Guida trattano il primo aspetto: sono rivolte soprattutto ai professionisti delledilizia e intendono fornire indicazioni riguardanti la predisposizione, negli edifici ad uso prevalentemente residenziale, in costruzione o in fase di ristrutturazione radicale, dellinfrastruttura destinata ad accogliere gli impianti Elettrici, Elettronici e per le Comunicazioni (EEC). La presente Parte 2 della Guida riguarda la predisposizione dellinfrastruttura nelle singole unit immobiliari (UI) in cui articolato un edificio multi-unit. P r o g e t t o
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1 Scopo Con riferimento ad ununit immobiliare, facente parte di un edificio costituito da pi unit immobiliari raccordate da spazi comuni, la presente Parte 2 della Guida CEI 64-100 ha lo scopo di fornire le indicazioni principali ed un metodo per progettare uninfrastruttura sottotraccia atta ad ospitare impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni, caratterizzata da un elevato livello di adattabilit per garantire una adeguata flessibilit degli impianti, tenendo conto delle mutevoli esigenze tecniche e dellutenza della UI. 2 Campo di applicazione Questa guida si applica alledilizia ad uso residenziale, con riferimento alle nuove costruzioni o alle ristrutturazioni radicali di edifici esistenti. 3 Riferimenti normativi e legislativi [1] CEI 64-100/1 Edilizia residenziale. Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici e tecnologici. Parte 1: Montanti degli edifici [2] CEI 64-50 Edilizia residenziale. Guida per lintegrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri generali [3] CEI 64-53, CEI 64-50 Edilizia residenziale. Guida per lintegrazione nelledificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati. Criteri particolari per edifici ad uso prevalentemente residenziale [4] CEI 100-7 Guida per lapplicazione delle Norme sugli impianti di ricezione televisiva [5] CEI 205-2 Guida ai sistemi bus su doppino per l'automazione nella casa e negli edifici, secondo le Norme CEI EN 50090 [6] CEI 306-2 Guida per il cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici residenziali [7] ISO/IEC 15018 Information technology. Generic cabling for homes [8] CEI EN 50090-9-1 Sistemi Elettronici per la Casa e l'Edificio (HBES). Parte 9-1: Prescrizioni di installazione - Cablaggio generico per sistemi HBES di classe 1 su coppia ritorta [9] Norma CEI 79-3 Impianti antieffrazione, antiintrusione, antifurto e antiaggressione Norme particolari per gli impianti antieffrazione e antiintrusione [10] Legge 6 maggio 1940, n. 554 (in Gazz. Uff., 14 giugno, n. 138). Disciplina dell'uso degli aerei esterni per audizioni radiofoniche. [11] DPR 29 marzo 1973 n. 156 (suppl. ord. Gazz. Uff., 3 maggio, n. 113) Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative in materia postale, di bancoposta e di telecomunicazioni. [12] Decreto Legislativo 1 agosto 2003, n. 259 "Codice delle comunicazioni elettroniche" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 214 del 15 settembre 2003 -Supplemento Ordinario n. 150 [13] Legge 3 maggio 2004, n. 112 "Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI- Radiotelevisione italiana S.p.a., nonch delega al Governo per lemanazione del testo unico della radiotelevisione" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 104 del 5 maggio 2004 - Supplemento Ordinario n. 82 P r o g e t t o
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[14] DM 11novembre 2005 Regole tecniche relative agli impianti condominiali centralizzati d'antenna riceventi del servizio di radiodiffusione (Gazzetta Ufficiale n. 271 del 21 novembre 2005) [15] Legge 1 agosto 2002, n. 166 "Disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 181 del 3 agosto 2002 - Supplemento Ordinario n. 158 [16] Legge 9 gennaio 1989, n. 13 (in GU 26 gennaio 1989, n. 21) Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati [17] DM 236 del 14 giugno 1989 (in G.U. nel supplemento ordinario n. 145 del 23/06/1989) Prescrizioni tecniche necessarie a garantire laccessibilit, ladattabilit e la visitabilit degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica e sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e delleliminazione delle barriere architettoniche. [18] DM 22 gennaio 2008 n. 37 Riordino delle disposizioni in materia di attivit di installazione degli impianti allinterno degli edifici 4 Glossario Agli effetti della presente Guida valgono le seguenti definizioni:
Adattabilit Attributo 1 di una infrastruttura destinata ad alloggiare impianti (cablaggi). Indica la capacit di una infrastruttura a permettere modifiche ai cablaggi in essa posati.
Apparato Mezzo applicato interamente o in parte per luso di energia elettrica o di segnali.
Apparecchio (utilizzatore) Componente che trasforma lenergia elettrica in unaltra forma di energia, per es. luminosa, calorica, meccanica.
Apparecchiatura Insieme di componenti dellimpianto destinati ad essere inseriti in un circuito elettrico o elettronico per realizzare una o pi delle seguenti funzioni: protezione, comando, sezionamento,e connessione.
Attuatore Dispositivo in grado di elaborare uno o pi segnali ricevuti da altri dispositivi (es. comandi) al fine di eseguire un azione predeterminata ( ON, OFF, Regolazione )
Cablaggio Linsieme dei cavi che sono utilizzati in un dato impianto per connettere tra loro apparati (ad es. cablaggio elettrico, cablaggio di telecomunicazione, cablaggio per la distribuzione TV, ecc.).
Canalizzazione Tubi posti tra le varie scatole (SA-SZ-SU) che costituiscono il mezzo fisico in cui vengono infilati i cavi per il cablaggio dei vari impianti.
Comando Operazione destinata alla chiusura, apertura o variazione dellalimentazione di un componente elettrico o di una qualsiasi parte dellimpianto, per il funzionamento ordinario
Distribuzione radiale Tubi pi conduttori disposti con topologia a stella
1 Tale attributo non quantificabile in termini numerici, bens classificabile in termini qualitativi (ad es. scarsa, sufficiente, discreta, ottima). P r o g e t t o
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Flessibilit Attributo 2 di un impianto dellUnit Immobiliare. Indica la capacit a supportare la distribuzione di nuovi servizi e/o la gestione dei servizi esistenti da punti diversi rispetto a quanto previsto nel progetto iniziale.
Gestione energia Insieme costituito da infrastruttura e impianti per la distribuzione di energia elettrica controllata, sia in sicurezza sia in funzionalit.
Gestione segnali Insieme costituito da infrastruttura e impianti per la distribuzione controllata, sia in sicurezza sia in funzionalit, di segnali (tipicamente di comunicazione) in una unit immobiliare.
Guida DIN Terminologia diffusa per definire i profilati di supporto necessari per assemblare vari apparati elettrici e/o elettronici, dotati di sistema di aggancio standardizzato.
Impianti EEC Insieme degli impianti elettrico, elettronico e per le comunicazioni dellUI (cio linsieme di quegli impianti per lalloggiamento dei quali destinata linfrastruttura oggetto di questa Guida).
Impianto Insieme di apparati e di cavi (cablaggio) per il loro collegamento, destinato a svolgere specifiche funzioni (es. impianto elettrico, impianto TV, ecc.).
Infrastruttura Nellaccezione generale del termine, infrastruttura lo spazio destinato ad ospitare gli impianti. Nel contesto specifico di questa Guida con il vocabolo infrastruttura si intende lo spazio destinato ad alloggiare gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni (impianti EEC).
Locale (area) tecnico Locale in cui vengono collocati il quadro o i quadri elettrici per lalimentazione e la protezione degli impianti elettrici, TV, impianti tecnologici in genere
Modificabilit Attributo di una unit immobiliare. Tale attributo si riferisce al fatto che una unit immobiliare progettata tenendo conto della sua possibile suddivisione futura in unit immobiliari indipendenti (per esempio ununit immobiliare su due piani potrebbe essere suddivisa in due unit immobiliari indipendenti, una per piano, oppure ununit immobiliare di sei locali pi doppi servizi potrebbe essere suddivisa in due unit immobiliari di tre locali pi servizio).
Presa comandata Presa alimentata tramite un dispositivo di comando dedicato.
Presa controllata Presa il cui utilizzo controllato da apparati (integrati nella presa stessa o a monte della linea di alimentazione) in grado di verificare e/o regolare e/o sospendere lenergia erogabile.
Quadro Componente realizzato assiemando involucri vuoti con dispositivi di protezione, di comando ed altre apparecchiature elettriche/elettroniche.
Safety Insieme delle azioni e/o comportamenti tali da garantire la sicurezza delle persone e dei beni contro i pericoli ed i danni che possono derivare dallambiente e/o dallutilizzo degli impianti elettrici
2 Tale attributo non quantificabile in termini numerici, bens classificabile in termini qualitativi (ad es. scarsa, sufficiente, discreta, ottima). P r o g e t t o
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Scatola Involucro destinato ad essere fissato o incassato nella struttura edile, destinato a contenere una o pi apparecchiature elettriche e/o elettroniche.
Scatola di derivazione Involucro utilizzato come elemento di raccordo delle canalizzazioni. Esso pu contenere dispositivi di giunzione o derivazione dei cablaggi e/o avere la funzione di rompi-tratta per agevolare la posa dei cavi.
Security Insieme delle azioni e/o comportamenti tali da garantire la sicurezza delle persone e dei beni contro i tentativi di effrazione ed intrusione.
Segnale Energia (elettrica, ottica, elettromagnetica) di modesta entit in grado di veicolare informazioni.
Sensore Dispositivo capace di rivelare il valore ( e/o la sua variazione ) di una grandezza fisica al fine di renderlo disponibile in forma analogica o digitale ad un altro dispositivo locale ( ad esempio visualizzatore ) o trasmetterlo ad uno remoto ( ad esempio attuatore )
Sistema BUS (abbreviato BUS) Insieme di dispositivi connessi tra loro tramite un cablaggio che consente la comunicazione mediante un protocollo comune.
Topologia Branca della matematica che studia la propriet di figure e forme indipendenti dalla metrica (si veda lAppendice A)
Unit Immobiliare (UI) In questa guida si definisce unit immobiliare un ambiente abitativo (appartamento) costituito da uno o pi vani e uno o pi locali accessori ( corridoi, bagni, sgabuzzini ).
5 Considerazioni e concetti di base relativi allinfrastruttura 5.1 Generalit Questa Guida tratta dellinfrastruttura di unUI, non degli impianti che sono alloggiati nellinfrastruttura. P r o g e t t o
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Appare immediatamente evidente che non possibile definire le caratteristiche che linfrastruttura deve avere se non sono preventivamente definite le funzioni che gli impianti alloggiati devono svolgere per assolvere le esigenze abitative. Pertanto chi chiamato a progettare 3 linfrastruttura deve necessariamente cooperare con i progettisti 4 dei singoli impianti, e costoro tenendo conto delle esigenze dei committenti, devono definire prioritariamente i servizi e le prestazioni erogate dai diversi impianti. Nel caso in cui il committente delledificio intenda attuare una politica commerciale per la quale lUI venduta con linfrastruttura predisposta, ma non con gli impianti installati (con lobiettivo di lasciare allacquirente la possibilit di personalizzare gli impianti per renderli il pi possibile flessibili), il progettista dellinfrastruttura, dovr decidere, in questo caso, solo sulla base di informazioni che dovranno essere le pi ampie ed approfondite possibile. Poich linfrastruttura ha impatto sugli elementi della costruzione muraria (muri, solai, pavimenti, ecc.) e pu incidere sulle prestazioni strutturali delledificio, necessario che le caratteristiche dellinfrastruttura siano definite nella fase progettuale della struttura dellabitazione 5
Linfrastruttura ha generalmente interferenze con altri impianti (non EEC) esistenti nellabitazione (ad esempio con le tubazioni di acqua calda e fredda): il progettista dellinfrastruttura deve curare che tali interferenze siano risolte al meglio, interagendo con i progettisti di tali impianti, sempre tenendo conto dei vincoli edilizi. Linfrastruttura progettata in accordo con le indicazioni di questa Guida intende soddisfare sia le esigenze di tutti gli impianti tecnologici presenti nella casa, solitamente gestiti da differenti specialisti, sia le esigenze strutturali delledificio. 5.2 Progettazione Lattivit di progettazione si esplica tipicamente su tre livelli progettuali: preliminare, definitiva, esecutiva. La progettazione della infrastruttura, attivit complementare del procedimento progettuale, si esplica con gradualita di approfondimento nellambito della progettazione architettonica, edile e delle progettazioni impiantistiche, secondo i livelli previsti, ed in conformit alle norme CEI e UNI. In particolare la progettazione si riferisce ad attivit inerenti : a opere edili/architettoniche b impianti non EEC c impianti EEC. Le figure coinvolte nel processo progettuale in questi casi generalmente sono : - il committente (puo coincidere anche con lutente finale). - i progettisti della struttura edile - i progettisti degli impianti EEC e non EEC 6 - 7
- lutente finale
3 Non vi siano equivoci circa il significato di progettare. In base ai dettati del DM 22 gennaio 2008 n. 37 tutti gli impianti devono essere progettati da due differenti figure in funzione a dei limiti dimensionali indicati al comma 2 dellart. 5 del DM 37. Invece, nel contesto di questa Guida, con progettazione si intende quel corretto modo di operare che inizia con lanalisi delle esigenze da soddisfare e termina con la definizione della soluzione adottata per linfrastruttura, tenendo conto di tutti i vincoli tecnici imposti alla soluzione. Non essenziale che di ci resti traccia in un documento formale di progettazione, anche se ci auspicabile nellinteresse congiunto del progettista e del committente. Tuttavia consigliabile redigere un documento, anche breve, che descriva i criteri fondamentali che hanno portato alla topologia adottata e di quali impianti si tenuto conto ed possibile ospitare. 4 Non necessariamente il progettista dellinfrastruttura il progettista di tutti gli impianti ospitati dallinfrastruttura, anche perch gli impianti sono di vario tipo e richiedono conoscenze specialistiche e diversificate. 5 E auspicabile che si limiti un certo modo di operare, ancora oggi spesso adottato, secondo il quale inizialmente si costruiscono le opere murarie ignorando linfrastruttura, successivamente le opere murarie vengono parzialmente demolite per collocare in esse linfrastruttura. La sequenza costruzione-demolizione determina una diminuzione delle prestazioni qualitative delledificio. Nella fase di demolizione spesso si ignora che possono variare le prestazioni dei sub-sistemi edilizi, dando origine ad esempio, in alcuni casi, al mancato rispetto, delle norme vigenti in materia di acustica e risparmio energetico (per esempio introducendo ponti termici ed acustici inizialmente non presenti, non previsti e non accettabili). 6 In alcune situazioni, pu accadere che la figura di progettista si identifichi con il responsabile tecnico dellimpresa installatrice dellimpianto che redige un elaborato tecnico. 7 E noto che i produttori di apparecchi e sistemi spesso propongono nella loro documentazione indicazioni progettuali ad uso dei progettisti: auspichiamo che tali indicazioni progettuali facciano riferimento a codesta Guida per quanto concerne linfrastruttura.
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Il committente colui che commissiona la realizzazione dellUI o del sistema edilizio (o delledificio) al progettista. Da un punto di vista commerciale pu essere intenzionato a mantenere la propriet delledificio, oppure ad affittare le varie UI, oppure a venderle. In dipendenza delle diverse politiche immobiliari, il committente pu essere pi o meno sensibile rispetto alle problematiche relative allinfrastruttura e dunque fornire al progettista edile/architettonico indicazioni pi o meno approfondite. Il progettista edile/architettonico la figura di riferimento che ha il rapporto primario con il committente e coordina tutte le attivit progettuali nelle fasi previste, sia quelle architettoniche e strutturali, sia quelle impiantistiche. Nel caso in cui Il progettista edile/architettonico non assuma la veste di coordinatore, saranno i progettisti di ciascuna attivit, ognuno per le attivit di competenza, ad essere figura di riferimento con il committente. Nelle progettazioni complesse la figura di coordinamento pu essere svolta da un project manager incaricato allo scopo. I progettisti degli impianti EEC sono coloro che progettano gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni, cio quegli impianti il cui cablaggio sar alloggiato nellinfrastruttura oggetto di questa Guida. I progettisti degli impianto non EEC sono coloro che progettano gli impianti non EEC: questi impianti possono avere impatti sullinfrastruttura oggetto di questa guida. Sia nel caso di impianti EEC, sia di impianti non EEC, le competenze possono essere presenti in ununica persona. Lutente finale, quando non coincide con il committente, non interviene nellindividuazione delle caratteristiche dellinfrastruttura. La possibilit di soddisfare unampia gamma delle esigenze dellutente costituisce un valore aggiunto per lunit immobiliare. Poich linfrastruttura EEC ha lo scopo di alloggiare gli impianti EEC, opportuno che sia uno degli impiantisti EEC a svolgere il ruolo di coordinamento degli eventuali diversi progettisti impiantisti per far si che la progettazione della infrastruttura sia in accordo con la progettazione architettonica e strutturale. 5.3 Flessibilit dellimpianto e adattabilit dellinfrastruttura Gli abitanti dellUI si aspettano che gli impianti possano essere adeguati facilmente al mutare delle loro esigenze (ad es. cambiamento della disposizione dellarredo): siano, cio, flessibili. La flessibilit di un impianto non , ad oggi, un parametro formalmente definito e quantificabile rigorosamente, ma viceversa definibile o classificabile soltanto qualitativamente ed esprimibile al pi a livello di giudizio (ad esempio scarsa, sufficiente, discreta, ottima, ecc.) con una componente soggettiva elevata, anche perch la valutazione pu essere espressa dallutente finale, cio labitante dellUI, spesso sulla base di elementi emozionali e non tecnici. Ad esempio vi sono persone che considerano perfettamente accettabile che siano visibili, di lato al televisore, un conduttore di alimentazione lungo quattro metri (tra il televisore e la pi vicina presa elettrica) ed un conduttore coassiale di analoga lunghezza (tra il televisore e la pi vicina presa TV): per tali persone cambiar posto al televisore pone pochi problemi, dunque per tali persone un normale impianto considerato flessibile. Esistono viceversa altre persone che non gradiscono che i cavi di alimentazione degli apparecchi siano visibili anche se per pochi centimetri: per costoro un nuovo posizionamento degli apparecchi pu trasformarsi in un problema; dunque un impianto che non soddisfa tale esigenza considerato poco flessibile o addirittura non flessibile. P r o g e t t o
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Appare chiaro che la flessibilit di un impianto direttamente legata alla configurazione dellinfrastruttura: dunque essenziale che il progettista dellinfrastruttura conosca lobiettivo di flessibilit di impianto da conseguire, al fine di progettare linfrastruttura adeguata a supportare i cambiamenti ipotizzati. Si consideri, a titolo di esempio, lutente che voglia vedere sul proprio televisore non solo i canali terrestri visti fino a quel momento ma anche i canali satellitari ricevuti attraverso una antenna parabolica installata sul tetto. In tale caso necessario portare al televisore il segnale captato dalla antenna parabolica, utilizzando un cavo coassiale dedicato a tale scopo. Esso potr essere alloggiato nellinfrastruttura se tale spazio stato previsto in fase di progetto dellinfrastruttura. Altro esempio quello che vede lesigenza di motorizzare il sollevamento di tapparelle, che spesso nasce quando gli abitanti raggiungono una certa et o hanno menomazioni funzionali. In tale caso occorre poter alloggiare il motore, portare ad esso lalimentazione elettrica e alloggiare in posizione opportuna il punto di comando. In questo caso risulta adattabile quellinfrastruttura che ha previsto la futura motorizzazione (prevedendo spazio per il motore di azionamento della tapparella nonch scatole e tubi in opportune posizioni vicino alle tapparelle da motorizzare). Ladattabilit quellattributo dellinfrastruttura che identifica la sua capacit di accogliere elementi di impianto (apparati, prese, cavi, ecc.) senza significativi interventi sulla struttura. In generale linfrastruttura definibile come adattabile se in grado di soddisfare le esigenze di diverse figure di utenti nonch il mutare nel tempo di tali esigenze: linfrastruttura adattabile se meglio supporta impianti flessibili. Ladattabilit dellinfrastruttura dipende da due elementi dellinfrastruttura stessa: la quantit di spazi messi a disposizione per alloggiare gli impianti e la dislocazione di tali spazi nei differenti ambienti dellUI. 5.4 Adattabilit dellinfrastruttura a supportare la flessibilit dellimpianto La flessibilit dellimpianto richiede che i punti di comando di funzioni o i punti di accesso a comunicazioni ed energia non siano in numero esiguo, con conseguente rigidit nella disposizione degli arredi, bens vi sia unadeguata ridondanza al fine di ottenere un ragionevole numero di alternative circa la dislocazione spaziale. Sar cura del progettista dellimpianto, sentite le esigenze del committente, decidere se equipaggiare con componenti tutti i possibili punti individuati ai fini della flessibilit, ma ci esula dagli scopi di questa Guida. Certamente, per, fondamentale che linfrastruttura sia predisposta tenendo conto di tutti i possibili punti di comando/accesso che garantiscono la flessibilit dellimpianto, secondo gli scopi di codesta Guida. 5.5 Adattabilit dellinfrastruttura alle evoluzioni future Nella nostra cultura labitazione fatta per durare nel tempo, con lobiettivo che duri anche per alcune generazioni. Ci implica che la realizzazione dellinfrastruttura adattabile (Figura 5- 1) deve tener conto di un lungo periodo di tempo. E ovvio che prevedere levoluzione tanto pi difficile quanto pi lunga la durata di utilizzo della infrastruttura. Questa guida propone ai progettisti dellinfrastruttura una scelta di possibili soluzioni in modo da saper opportunamente interpretare allatto della progettazione e costruzione dellimmobile le evoluzioni della tecnologia e della societ E opportuno lasciare nellinfrastruttura un adeguato spazio di riserva (per la sfilabilit e per ampliamenti futuri), il che sostanzialmente trasforma la mancata conoscenza del progettista nei riguardi del futuro in una positiva scelta progettuale. Convenzionalmente in questa guida si assume come spazio di riserva, relativamente alle canalizzazioni (tubi), il valore ottenuto moltiplicando per 1,50 il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi da introdurre. Tale valore costituir il diametro interno del tubo da utilizzare (si veda lAppendice C). P r o g e t t o
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Figura 5- 1 Gli obiettivi fondamentali dellinfrastruttura adattabile: alloggiare impianti EEC flessibili ed alloggiare nuovi impianti EEC. 5.6 Costo e valore dellinfrastruttura E importante considerare che linfrastruttura non altro che un vuoto nel pieno della struttura muraria. Non rientra negli scopi di questa Guida fornire indicazioni dettagliate circa il costo ed il valore dellinfrastruttura, ma comunque opportuno esprimere alcune considerazioni. a) Il costo dellinfrastruttura comprende il costo della sua progettazione e della sua realizzazione: questultimo dipende essenzialmente dai componenti utilizzati (tubi, scatole, raccordi, ecc.) e dalle modalit costruttive 8 . b) E ragionevole pensare che il costo dellinfrastruttura sia proporzionale alle sue dimensioni ed allestensione e che dipenda dalla qualit dei componenti utilizzati: per contro, il costo non dipende assolutamente dal valore degli impianti che linfrastruttura in grado di alloggiare 9 . c) Per quanto riguarda il valore, tenuto conto che linfrastruttura un vuoto, potrebbe sembrare che non abbia valore o che, per assurdo, tolga valore al pieno: viceversa, si tratta di un vuoto di qualit, che aggiunge valore al pieno. d) Chi ha come ruolo professionale quello di attribuire allUI un valore monetario al fine di posizionare labitazione sul mercato degli immobili, deve saper attribuire un valore non solo al pieno quali i muri solidi, i pavimenti (in marmi pregiati), i rivestimenti dei bagni (con piastrelle di alta qualit nel materiale e nel decoro, ecc.), ma anche al vuoto (dimensionamento, dislocazione, predisposizione al futuro ecc.) perch questi elementi concorrono a definire il valore globale dellimmobile. e) Chi pone sul mercato limmobile deve saper adeguatamente illustrarne le caratteristiche al potenziale acquirente. Si suggerisce di illustrare opportunamente anche le caratteristiche dellinfrastruttura al fine di documentarne il livello di adattabilit e di indicare esplicitamente se essa realizzata seguendo il contenuto di questa Guida. 5.7 Documentazione dellinfrastruttura I progettisti/installatori che sono chiamati ad intervenire per modificare gli impianti o aggiungerne di nuovi hanno la necessit di conoscere sia gli spazi disponibili sia il tracciato e le dimensioni dellinfrastruttura, Si consiglia di documentare nel dettaglio linfrastruttura progettata e realizzata e di consegnare la documentazione allacquirente della UI.
8 Appare ragionevole chiedersi se realizzare un vuoto ha un costo. Certamente se il vuoto ottenuto demolendo un pieno il costo esiste. Ma che dire se il vuoto ottenuto utilizzando casseri opportunamente sagomati o altre modalit? Potrebbe esistere addirittura un risparmio (dovuto al minor impiego di materiale da costruzione)? 9 Si ritiene ragionevole suggerire che il calcolo dei costi dellinfrastruttura sia limitato al costo della stessa e relativi oneri accessori. nuovi impianti EEC impianti EEC flessibili alloggia infrastruttura adattabile la nuovi impianti EEC impianti EEC flessibili alloggia infrastruttura adattabile la P r o g e t t o
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6 Linee guida per il progetto dellinfrastruttura 6.1 Generalit Per progettare linfrastruttura necessario stabilire: - i servizi che si intendono rendere disponibili nellUI attraverso linfrastruttura; - gli impianti necessari per offrire i suddetti servizi (distinguendoli tra quelli EEC, destinati ad essere alloggiati nellinfrastruttura, e gli altri), tenendo conto delle necessarie separazioni fra gli stessi; - i vincoli posti dalla struttura edilizia che linfrastruttura deve rispettare, tenendo possibilmente in considerazione la possibile modifica dellunit immobiliare per frazionamento o accorpamento. Gli impianti EEC e linfrastruttura sono caratterizzati da topologie tipiche che vengono presentate al art. 6.3.2. In appendice A sono fornite ulteriori spiegazioni a supporto di tali topologie. 6.2 Servizi fruibili nellUI In questa sezione sono riportati tutti i possibili servizi che possono essere forniti dallimpianto EEC. Questi possono essere classificati in prima approssimazione come essenziali e addizionali. Questa classificazione qualitativa e si basa sul fatto che i primi sono richiesti dalla quasi totalit dei proprietari, mentre per il secondo gruppo la richiesta dipende dalle esigenze del cliente. Lo scopo di questa classificazione fornire raccomandazioni sulla tipologia dei servizi che opportuno prendere in considerazione. Servizi essenziali: fornitura di acqua potabile per uso alimentare servizi idraulici per cucina, lavanderia, ecc. (alimentazione acqua, scarichi) servizi igienici (acqua e scarichi) fornitura di gas (per cucina e/o riscaldamento) riscaldamento degli ambienti illuminazione alimentazione elettrica di dispositivi fissi e mobili servizio telefonico distribuzione dei segnali TV servizio (video) citofono Servizi addizionali : trasmissione dati allarme intrusione/furto rivelatore fughe gas (con elettrovalvola di intercettazione) 10
allarmi tecnici (allagamento, fumi, ecc.) avviso di soccorso/emergenza (es. per disabili e/o anziani) distribuzione audio/video (Hi-Fi)
10 Si segnala lopportunit di considerare con attenzione la funzione di rivelatori di fughe di gas coordinati con elettrovalvola di intercettazione ai fini della sicurezza. A livello europeo e nazionale sono in discussione provvedimenti legislativi al riguardo. P r o g e t t o
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raffrescamento degli ambienti (se in aggiunta al riscaldamento) o condizionamento degli ambienti (se comprende sia riscaldamento che raffrescamento) motorizzazione di tapparelle, tende, imposte, ecc. luce di emergenza segnalazione blackout estraibile o fissa dispositivi per il risparmio energetico (es. rel di massimo consumo, gestione carichi) comfort (idromassaggio, ecc.) aspirazione centralizzata. 6.3 Tipi di impianto 6.3.1 Elenco degli impianti Con riferimento ai servizi elencati al art. 6.2, i corrispondenti impianti EEC e non EEC sono: Impianto EEC : distribuzione energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.) nero telefonico; verde ricezione segnali TV; verde (video)citofonico; blu distribuzione audio/video (Hi-Fi); blu trasmissione dati; verde sicurezza (allarme intrusione/furto, soccorso e allarmi tecnici); marrone automazione domestica nero. Per facilitare la comprensione da parte del lettore, vengono usati colori specifici per uno o pi impianti sia nel precedente elenco sia nei disegni che compaiono in questa Guida. Si consiglia di utilizzare questi stessi colori nei disegni di progetto dellinfrastruttura e dellimpianto. Si consiglia inoltre di usare gli stessi colori nella costruzione della relativa infrastruttura (ad es. impiegando tubi di tali colori), al fine di consentire una pi rapida identificazione degli impianti nel progetto e nellopera. Per quanto riguarda i cablaggi, ove non si possano usare i suddetti colori per i cavi, si suggerisce di contrassegnarli, nelle scatole di derivazione, con idonee fascette colorate. Impianti non EEC : idrico scarichi idraulici distribuzione gas riscaldamento condizionamento (o climatizzazione per linsieme degli ultimi due) aspirazione polveri protezione dalle scariche atmosferiche del fabbricato11.
11 Nota: impianto di competenza elettrica, per la sua progettazione/realizzazione, coinvolge anche la struttura edile del fabbricato. P r o g e t t o
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Le infrastrutture dedicate agli impianti non EEC non sono oggetto di questa guida e si rimanda alla normativa specifica per i relativi approfondimenti. Tuttavia i seguenti aspetti sono da considerare allo scopo di valutare limpatto che queste possono avere sullinfrastruttura per gli impianti EEC : aspetti funzionali: occorre considerare che possono esistere punti degli impianti non EEC che richiedono alimentazione elettrica o necessitano di ricevere/trasmettere informazioni (per controlli quali telemetria, allarmi, ecc. - o comandi); pertanto impianti EEC e le relative infrastrutture devono raggiungere specifici punti di impianti non EEC; vincoli installativi: deve essere attentamente valutata la possibilit di contiguit tra impianti non EEC ed impianti EEC, tenendo conto degli spazi complessivamente necessari, dei vincoli edili che questi spazi devono rispettare, della presenza di fonti di calore, di disturbi elettromagnetici, della possibilit di ambienti umidi, ecc. 6.3.2 Topologia dei cablaggi degli impianti EEC. Gli impianti EEC sono basati in linea di principio su due tipi di topologia: a stella e mista. Il cablaggio degli impianti telefonico, ricezione TV e trasmissione dati usualmente realizzato con topologia a stella, in base alle indicazioni fornite dalla Guida CEI 306-2: anche limpianto (video)citofonico pu essere realizzato con topologia a stella (esempio didattico nella Figura 6- 1).
Figura 6- 1 Topologia a stella degli impianti telefonico, ricezione TV, (video)citofonico, e trasmissione dati. Gli impianti di distribuzione dellenergia elettrica, di sicurezza, di automazione domestica, (video)citofonico e distribuzione audio/video (Hi-Fi) sono usualmente realizzati con topologia mista. Tipicamente limpianto di distribuzione dellenergia elettrica (per potenza e movimentazione) realizzato a stella dal quadro elettrico di appartamento al punto di derivazione di zona e in parallelo allinterno della zona (esempio didattico nella Figura 6- 2). CAME STU INGRE RIPOST E LOCALE ASCEN VA SCA TERRA TERRA SOGGIO BAG CAME MATRIMON BAG LAVAND CAME BAMB CUCI E P r o g e t t o
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Figura 6- 2 Topologia mista per limpianto di distribuzione dellenergia elettrica per potenza e movimentazione, (video)citofonico e di distribuzione audio/video (Hi-Fi). 6.4 Vincoli posti dalla struttura edilizia La scelta dei materiali con i quali realizzare linfrastruttura deve essere coordinata con la tipologia della costruzione (prefabbricata, gettata in opera, ecc.) e dei materiali utilizzati per realizzare la struttura edilizia (mattoni pieni, forati, cemento, metallo, ecc). Ad esempio si scelgono tubi autorinvenenti nel caso di edilizia prefabbricata o gettata in opera, mentre sufficiente utilizzare normali tubi e scatole in PVC con strutture edili in mattoni pieni e forati, ecc. Linfrastruttura degli impianti EEC (e non EEC) non deve alterare gli elementi della struttura portante delledificio come pilastri, solette e travetti di solai e in generale tutte le opere in cemento armato realizzate secondo le Norme Tecniche di Costruzione. E opportuno non tracciare scanalature nelle pignatte per la collocazione di punti luce a soffitto o per qualsiasi altra collocazione di altro tipo di impianto EEC. Nelle solette in laterocemento, le pignatte, come e noto, hanno funzione di alleggerimento, ma possono esserci progettazioni che individuano le pignatte in laterizio come blocchi collaboranti. In caso di necessit dovr esserci lautorizzazione del progettista strutturale che avr calcolato, ai sensi delle norme, la compatibilit della demolizione parziale in traccia. (Figura 6- 3) CAME STU INGRE RIPOST E LOCALE ASCEN VA SCA TERRA TERRA SOGGIO BAG CAME MATRIMON BAG LAVAND CAME BAMB CUCI E Tris costituito da: -Presa energia -Comando -Prelievo energia per movimentazione (la disposizione tipica verticale, a lato di finestre e portefinestre, le quote di posizionamento sono indicate allappendice B) Scatola di derivazione energia con barra DIN Scatola di derivazione di piano P r o g e t t o
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a b c d Figura 6- 3 Esempio a = Va bene b = Va bene c = Va bene se autorizzata d = Non accettabile) di infrastruttura EEC nel solaio realizzato con travetti e tabelloni. La posa di infrastrutture allinterno di pareti divisorie o confinanti con lesterno deve rispettare le caratteristiche di isolamento acustico e termico. Possibili ponti termici ed acustici sono da prendere in considerazione per le parti di infrastruttura da alloggiare entro i muri o i pavimenti o i soffitti che fanno da confine fra l UI e altre UI o lambiente esterno. Si ricorda che il caso pi critico di ponte termico e acustico si presenta quando linfrastruttura relativa ad un locale di una Unit Immobiliare oltrepassa gli isolamenti termo-acustici delle strutture edili ( muri, pavimenti, soffitti ) che lo separano dall Unit Immobiliare adiacente ( come pure nel caso di muri perimetrali di edificio ) ( Figura 6-4a e 6-4b ). P r o g e t t o
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Figura 6-4a Ponte termico ed acustico causato dalla infrastruttura dellUnit Immobiliare A nei riguardi della Unit Immobiliare B
Figura 6-4b Corretta installazione che evita la formazione di un ponte termico ed acustico tra lUnit Immobiliare A e lUnit Immobiliare B La disposizione delle condutture orizzontali deve considerare il rischio di schiacciamento delle stesse. Occorre inoltre evitare lindebolimento del pavimento sovrastante, pertanto sconsigliabile posare un numero elevato di tubi adiacenti (Figura 6-5a); si consiglia di sovrapporre agli stessi una rete elettrosaldata (Errore. L'origine riferimento non stata trovata.) oppure diradare i tubi in modo che la colata del massetto si inserisca tra tubo e tubo( Errore. L'origine riferimento non stata trovata.). P r o g e t t o
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Figura 6-5a
Figura 6-5b
Figura 6-5c
Figura 6-5 Posa di tubazioni orizzontali al di sotto del pavimento Si raccomanda che durante la fase di posa delle tubazioni in cantiere, indipendentemente dal loro numero, le stesse siano rapidamente protette nella loro interezza per evitare il danneggiamento dovuto a urti, calpestio o al movimento di attrezzi di peso elevato. Altri vincoli costruttivi si presentano l dove le tubazioni devono passare da un percorso verticale (pareti) ad uno orizzontale (pavimenti, soffitti) a causa della difficolt di realizzare curve con tubi di elevato diametro che trovino adeguato alloggio nelle strutture murarie senza intaccarne le caratteristiche strutturali. In questi casi un possibile rimedio consiste nellutilizzare tubi di diametro ridotto, aumentandone eventualmente il numero, oppure nel posizionare la curva in modo che non sia perpendicolare allo spigolo costituito dallincontro tra soffitto o pavimento e parete . (Figura 6-6)
Figura 6-6 Curva di raccordo verticale-orizzontale: curve ad angolo retto (Figura 6-6 - lettera A) sconsigliate. La curva realizzata secondo un andamento obliquo (Figura 6-6 - lettera B) permette maggiore raggio e minor ingombro. Si evita il rischio di intaccare le caratteristiche strutturali, di superare la quota disponibile di massello o di provocare la strozzatura del tubo. Il cablaggio viene facilitato. Nella progettazione architettonica e strutturale si deve tener conto del posizionamento dellinfrastruttura predisponendo ove necessario asole tecniche, cavedi verticali e forometrie passanti orizzontali e verticali nellambito del dimensionamento e del calcolo delle strutture da parte del progettista strutturista incaricato. P r o g e t t o
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6.5 Vincoli impiantistici 6.5.1 Vincoli impiantistici tra impianti EEC e altri impianti La progettazione e la posa dellinfrastruttura per gli impianti EEC deve essere fatta tenendo in considerazione il fatto che gli impianti NON EEC possono determinare problemi di ingombro, causare degrado della infrastruttura EEC nonch essere causa di malfunzionamento o riduzione delle prestazioni degli impianti e delle apparecchiature EEC. Nella progettazione e messa in opera della infrastruttura per gli impianti EEC opportuno adottare le regole sotto riportate: Posa a pavimento: - Evitare il contatto o leccessiva vicinanza tra tubi dellinfrastruttura EEC e le tubazioni dell impianto idrico(Figura 6-7), poich limpianto idrico pu dar luogo alla perdita di acqua, alla formazione di condense e vapori e alla trasmissione di calore.
Figura 6-7 Condizioni sconsigliate di eccessiva vicinanza tra tubi EEC e tubazioni idriche - Evitare, nel caso di incrocio tra tubi dellinfrastruttura EEC e tubazioni degli impianti idrici, che le tubazioni degli impianti idrici sormontino i tubi dellinfrastruttura EEC (Figura 6- 8).
Figura 6-8 figura 6-8b Figura 6- 8 Condizioni accettabili (a) e sconsigliate (b) nellincroci tra tubi EEC e tubazioni idriche. Questo accorgimento non necessario per le tubazioni di impianti non idrici (Figura 6- 9). P r o g e t t o
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Figura 6- 9 Esempi di condizioni accettabili nellincrocio tra tubi EEC e altre tubazioni non idriche (impianto di aspirazione polveri) Se laltezza totale risultante (diametro della tubazione di impianto NON EEC sommata al diametro del tubo EEC) non rientra nella altezza disponibile della soletta occorre fare uso di pi tubi EEC di diametro inferiore per una equivalente capienza (Figura 6-10). 6-10 6-10b Figura 6-10 Esempio di uso di pi tubazioni di ridotto diametro in sostituzione di ununica tubazione. Posa nelle pareti : Deve essere evitata la vicinanza dellinfrastruttura EEC a canne fumarie e a sorgenti di calore. Deve essere evitato il contatto o leccessiva vicinanza tra tubi dellinfrastruttura EEC e tubazioni dellimpianto idrico. Le scatole di derivazione non devono essere mai posate sotto gli attacchi di prelievo e scarico delle acque (Figura 6-11).
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Figura 6-11 Posizionamento scorretto di una scatola. (eventuali perdite potrebbero infiltrarsi nella scatola) Se esiste nelledificio un impianto di protezione contro le scariche atmosferiche provvisto di LPS, necessario conoscere le caratteristiche e la disposizione delle calate pi prossime allUI, in quanto nel momento in cui la corrente di fulmine fluisce lungo le calate vengono generati campi elettromagnetici impulsivi che possono avere effetti indesiderati sui vicini impianti EEC. Le condizioni di criticit indicate in questo capitolo possono essere superate mediante opportuni accorgimenti, ad esempio isolamenti termici o contro la penetrazione di acqua ed umidit (CEI 64-8 Art. 528.2) 6.5.2 Vincoli impiantistici tra i vari impianti EEC La realizzazione delle infrastrutture necessarie a contenere gli impianti EEC deve tener conto: che la norma impianti ( CEI 64-8 ) prescrive regole di sicurezza e di separazione tra circuiti; che non si devono trascurare le influenze elettromagnetiche tra impianto ed impianto (EMC ); che pi impianti alloggiati in unica infrastruttura possono rendere pi complesse le ispezioni e gli interventi di manutenzione ed eventuale ampliamento. La norma impianti CEI 64-8 prescrive infrastrutture separate per i vari impianti EEC se non realizzata nella canalizzazione comune la separazione di protezione richiesta tra i cavi. Nota 1 Per avere la separazione di protezione tra circuiti di pi impianti in una unica infrastruttura necessario che ogni cavo (o anima di cavo multipolare) sia isolato per la tensione pi elevata presente. Nel caso di circuiti SELV o PELV la separazione di protezione pu essere assicurata anche con ciascun conduttore provvisto solo dellisolamento principale richiesto per la tensione nominale del circuito di cui fa parte e con i circuiti SELV muniti in aggiunta di una guaina isolante. Le influenze elettromagnetiche in caso di cablaggi di pi impianti nella stessa infrastruttura possono essere risolte rispettando le regole date dal costruttore delle apparecchiature. La norma CEI 79-3 prescrive che i circuiti degli impianti di allarme intrusione di livello 2 e 3 siano sempre posati in propria infrastruttura, separata da quella di qualsiasi altro circuito. Il gestore di telecomunicazioni potrebbe chiedere la posa dei propri cavi fino alla terminazione di rete (prima-borchia) in una canalizzazione separata. La terminazione definisce il confine di responsabilit fra il Gestore di rete ed il Cliente. La realizzazione di infrastrutture separate per gli impianti energia e gli impianti segnale pu risolve molte delle problematiche di possibile influenza elettromagnetica. P r o g e t t o
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6.5.3 Ulteriori vincoli e/o indicazioni Quanto qui riportato fa s che linfrastruttura per gli impianti EEC sia razionale e funzionale, si possano evitare costi inutili e, anche se non individuabile ad opera ultimata, esente dal rischio di danneggiamento da parte dellutente dellunit abitativa o di arredatori ( es. fissaggio di quadri sulle pareti ) Pertanto: - Posizionare nellUI il centrostella degli impianti EEC in zona pi baricentrica possibile, libera da arredi e facilmente accessibile per azionamenti e interventi di manutenzione, modifica e/o integrazione. - Posare i tubi dellinfrastruttura EEC nelle pareti secondo andamento verticale, orizzontale oppure parallelamente agli spigoli delle pareti. Evitare, per quanto possibile, la posa obliqua. - Curare che i tubi entrino/escano nelle/dalle scatole (di derivazione e per le apparecchiature delle serie civili) mantenendo la direzione della posa cos da consentire visibilit della direzione di posa anche a lavori ultimati. - Curare limpatto estetico determinato da pi scatole adiacenti coordinandone le dimensioni come, ad esempio, affiancando scatole di uguale altezza (con larghezze proporzionali al numero di tubi entranti/uscenti). - Stabilire la capienza dei quadri elettrici, delle scatole di derivazione, dei tubi e delle scatole terminali in modo che restino disponibili moduli non occupati dagli apparecchi e spazi di riserva per eventuali ampliamenti. Vincoli di propriet. E importante che tutta linfrastruttura relativa ad unUI si sviluppi allinterno della propriet dellUI stessa. Deve sempre essere evitato (cosa quasi sempre trascurata) di creare servit rispetto ad altre UI. Un tipico esempio di Rischio Elettrico da Servit quello derivante da alimentazione di un punto luce a soffitto nellUI (A), con cablaggio alloggiato entro tubi posizionati nella soletta della sovrastante UI (B) (Errore. L'origine riferimento non stata trovata.). Emblematico il caso di cambiamento della pavimentazione dellUI (B), sovrastante lUI (A), con intervento di sezionamento (interruzione della fornitura di energia elettrica) solo nel quadro dellUI (A) interessata alla ripavimentazione. In tal caso si ritiene di poter lavorare mentre, per essere in sicurezza, necessario il sezionamento (interruzione della fornitura di energia elettrica) anche nella sottostante UI (B). P r o g e t t o
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UI (B)
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Figura 6-12a Figura 6-12a Servit inaccettabile, dovuta al posizionamento di (parte di) uninfrastruttura in diversa UI. P r o g e t t o
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Figura 6-12b Figura 6-12b Installazione accettabile, non fonte di servit.
E comunque opportuno evitare quanto sopra esemplificato anche quando si progetta e realizza linfrastruttura di una UI di un medesimo proprietario, disposta su due piani, la quale, per frazionamento successivo, potrebbe essere trasformata in due UI indipendenti. 7 Progettazione delle infrastrutture dellUI 7.1 Generalit In questa sezione si danno le linee guida per il progetto dellinfrastruttura. Si rimanda al capitolo 8, dove viene illustrato un esempio completo di infrastruttura realizzata a partire dalla planimetria di una unit abitativa, basandosi sui principi presentati anche nei paragrafi successivi di questo capitolo. Quanto descritto in modo schematico di seguito, evidenzia tutta una serie di concetti che sono gi patrimonio comune nella pratica progettuale delle infrastrutture per impianti EEC, ma tali concetti sono, in generale, applicati senza una descrizione razionale delle varie fasi logiche (Figura 7- 2). In pratica infatti, specialmente negli edifici a pi piani, con pi unit immobiliari, usuale che venga predisposto nei pressi dellingresso dellUI uno spazio infrastrutturale destinato ad accogliere gli impianti provenienti dallesterno per smistarli verso le varie zone dellU.I. Nelle varie zone dellunit immobiliare sono disposti spazi infrastrutturali necessari per distribuire gli impianti verso i punti terminali di comando e attuazione. Viene introdotto il concetto di spazio installativo (gi utilizzato dal CT 205) per ordinare in modo gerarchico il progetto dellinfrastruttura individuando tre livelli. P r o g e t t o
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Questa suddivisione fra i vari livelli pu essere considerata con un livello denominato in seguito SA (livello gerarchico pi alto o pi centrale che riguarda lintero ambiente), per passare al livello gerarchico intermedio che serve le varie zone, denominata in seguito SZ, fino al livello gerarchico pi basso (o pi periferico o di utilizzo) che comprende i punti terminali denominati in seguito SU. (NOTA: gli spazi indicati con SA, SZ, SU, corrispondono agli spazi IS4, IS5, IS6, definiti dal CT 205) La tipologia degli spazi installativi in una unit immobiliare pu essere suddivisa in livelli funzionali come indicato nella seguente tabella 7-1: SPAZI INSTALLATIVI Livello Acronimo Funzione Ambiente (Unit Immobiliare) SA Distribuzione verso SZ Zona/Locale SZ Distribuzione verso SU Utilizzo SU Prelievo/Comando Tabella 7-1 Tipologia degli spazi installativi Nota: in fase progettuale pu essere utilizzata una identificazione pi specifica, aggiungendo il pedice e per spazi esclusivamente dedicati a energia ed il pedice s per spazi esclusivamente dedicati a segnali. In particolare: SA identifica linsieme degli spazi per i quadri destinati alla distribuzione nellintero ambiente dellUnit Immobiliare: uno o pi per i diversi impianti ( energia, allarme furto, telefono), posti preferibilmente in un locale tecnico o eventualmente nello spazio disponibile allingresso dellUI. In SA arrivano le reti esterne (montante) che distribuiscono tutti i servizi richiesti nellUI. SZ identifica uno o pi spazi per le scatole di derivazione e smistamento destinate alla distribuzione in una determinata zona o locale dellUI. SU identifica gli spazi per le scatole destinate ad accogliere i comandi, le prese o gli apparati rilevatori o di segnalazione: una o pi in ogni zona o locale, destinate a fornire il singolo servizio richiesto. Tutte le SU di pertinenza della zona o locale, derivano da SZ relativo alla stessa zona o locale. Gli spazi installativi sono collegati tra loro dalle canalizzazioni (tubi protettivi). Si mette in evidenza che lo spazio SA pu essere destinato a svolgere anche la funzione SZ. 7.2 Criteri per la progettazione delle infrastrutture della UI I criteri per la progettazione delle infrastrutture prevedono due attivit specifiche: 1) : Identificare gli impianti atti a fornire i servizi stabiliti; Identificare linfrastruttura che permette di realizzare gli impianti identificati;
2) Seguendo le linee guida del cap. 6 Individuare, per ognuno degli impianti o almeno per le due famiglie: Energia (categoria 1, vedere CEI 64-8 art. 22.1) Segnali (categoria 0, vedere CEI 64-8 art. 22.1) la posizione e la dimensione degli spazi installativi per i vari livelli gerarchici. P r o g e t t o
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Le dimensioni e la quantit di spazio dei livelli gerarchici superiori dipendono dalle caratteristiche e dalle necessit dei livelli gerarchici inferiori (numero e caratteristiche delle SU per ogni SZ, delle SZ per le SA), pertanto consigliabile seguire la gerarchia a ritroso come evidenziato in Figura 7- 1.
Figura 7- 1 Sequenza di determinazione degli Spazi Installativi 7.2.1 Individuazione dei servizi e dei relativi impianti Lindividuazione dei servizi il passo iniziale. Questa guida non impone la predisposizione completa di tutti i servizi. E compito del progettista dellinfrastruttura, daccordo con il committente, definire per quali servizi prevedere la relativa predisposizione, tenendo in considerazione le indicazioni del cap. 6.2. Per questa attivit il progettista pu farsi guidare dalla conoscenza del segmento di mercato in cui si colloca lUI. Si ricorda comunque che: si tratta di progettare e realizzare linfrastruttura pronta per accogliere i servizi definiti, ma che non necessariamente tutti i relativi impianti dovranno essere installati contemporaneamente; se si valuta la differenza di costi tra la realizzazione di uninfrastruttura adeguata a supportare pochi servizi essenziali e la realizzazione di uninfrastruttura altamente adattabile, si scopre che la differenza poca in termini assoluti (si tratta di qualche /m 2 ) e quasi trascurabile in termini percentuali rispetto al costo totale dellimmobile. Definiti i servizi risulta facile identificare gli impianti da prevedere: alcuni o tutti quelli indicati allart. 6.3.1. 7.2.2 Posizionamento degli spazi installativi SA, SZ e SU. Il primo elemento da tener presente in questo passo della progettazione lobiettivo di flessibilit di impianto che si vuole raggiungere. Per questo aspetto non si possono stabilire regole: responsabilit del progettista la scelta, tenendo conto del segmento di mercato in cui si colloca lUI e del fatto che lincremento di costo legato ad un aumento della predisposizione dei punti di utilizzo e comando rispetto a quello strettamente necessario percentualmente molto basso rispetto al costo totale dellUI. Interfaccia tra Piano ed UI, punto di Consegna Servizi da Reti Esterne SA SZ SU Interfaccia tra UI e singola zona/Locale Interfaccia v/s Utilizzatore Condutture per il Cablaggio di Piano Canalizzazioni per il Cablaggio di UI Canalizzazioni per il Cablaggio di zona Es.: uno o pi Spazi per la distribuzione nellambiente (UI) Es.: spazio per la distribuzione nella Zona o Locale Es.: spazio destinato a prese,comandi,ecc. una o pi per zona/locale Ambiente di pertinenza dellUnit Immobiliare
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In genere la posizione di alcuni punti di utilizzo e comando legata alla disposizione dellarredo. Nella maggioranza dei casi larredo dellUI non noto. Pertanto il progettista dellinfrastruttura deve basarsi su sue ipotesi che, a loro volta, poggiano su alcuni vincoli, quali la posizione di porte e finestre e la posizione degli impianti non EEC. Al fine di progettare impianti flessibili consigliabile ipotizzare diverse soluzioni di arredo per il medesimo ambiente. Anche nei casi in cui la disposizione dellarredo definita: si consiglia di non trascurare soluzioni alternative tenendo conto dei principi generali che sono stati espressi allarticolo 5.5 circa la vita (lunga) dellUI. Per quanto riguarda le altezze di posizionamento degli spazi installativi necessario rispettare le indicazioni fornite dalla Normativa di impianto. In Appendice B fornito un riepilogo di queste indicazioni. Quanto allordine da considerare per gli spazi installativi dei vari impianti, ragionevole iniziare da quelli che hanno il maggior reciproco grado di indipendenza e terminare con quelli meno indipendenti. Ad esempio il posizionamento delle SU per limpianto di distribuzione TV funzione delle posizioni in cui si potr collocare un televisore nelle varie ipotesi di arredo. Una volta definite le posizioni delle SU per la TV, ci saranno delle SU dellimpianto di distribuzione energia che dovranno essere posizionate di conseguenza per consentire lalimentazione degli apparecchi, cos come delle SU dellimpianto distribuzione dati dovranno essere previste nelle vicinanze per rendere disponibile il canale di ritorno richiesto dalle applicazioni TV interattive. Particolare attenzione va posta nel definire la posizione del centro stella nel caso dellimpianto di comunicazione. In generale pi grande lUI, maggiore il numero di SZ necessari, i quali hanno ripercussioni in termini di impatto visivo e strutturale. Poich gli apparati destinati ad occupare questi spazi, svolgono un ruolo chiave negli impianti, necessario che sia garantita una facile accessibilit per manutenzione, ampliamenti, ecc. Per soddisfare le sopraccitate esigenze pu risultare opportuno posizionare gli spazi installativi in ripostigli o armadi a muro a basso impatto visivo garantendo comunque la ispezionabilit.Il posizionamento dei punti di utilizzo/comando SU deve essere fatto sulla base di : Varie ipotesi di arredo tenendo presente che alcuni punti hanno posizioni obbligate (testa letto, spazi installativi per la movimentazione delle tapparelle ecc.) ridondanza per alcuni servizi ( TV, telefono, dati) cos da consentire ladattabilit dellinfrastruttura. Dipendenza tra servizi: esempio presa TV con la vicinanza di prese di energia e di presa telefonica. Il posizionamento, la dimensione ed eventualmente il numero delle scatole di derivazione negli spazi SZ, deve tenere in considerazione il numero dei tubi protettivi per il collegamento con le scatole SU di pertinenza. Il posizionamento degli spazi installativi SA per la distribuzione dei servizi nellUI ed il collegamento al punto di consegna (interfaccia con le reti esterne di piano), opportuno sia: In posizione baricentrica rispetto alla planimetria dellUnit Abitativa Di agevole accesso per azionamenti e interventi di manutenzione Con un buon impatto sul design dellambiente. Nella appendice C sono riportate indicazioni per le canalizzazioni ( tubi ) e per le scatole. Nel seguente diagramma indicata la procedura da seguire per la progettazione dellinfrastruttura. P r o g e t t o
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Figura 7- 2 Diagramma di flusso della progettazione Nella fig. 7-2 il blocco decisionale 6 ed il percorso tratteggiato in rosso stanno ad indicare che lOTTIMIZZAZIONE unattivit che determina la soluzione migliore per approssimazioni successive. 7.2.3 Considerazioni specifiche per il tracciato delle canalizzazioni per i diversi impianti La definizione di un tracciato ottimale per linfrastruttura condizionata dalle dimensioni e dalle geometrie delle unit immobiliari. Partendo dal presupposto che il dimensionamento dei cavi e degli apparati necessari per i vari impianti viene demandato al progettista e/o installatore dellimpianto e/o degli impianti, in questo articolo vengono fornite soltanto indicazioni di metodo per il dimensionamento e la definizione di un tracciato ottimale per linfrastruttura, che non potr prescindere dal coinvolgimento di un esperto dei relativi impianti. Gli impianti considerati nel seguito di questo capitolo, sono quelli individuati nellart. 6.3.1. 7.2.3.1 Impianto di distribuzione dellenergia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.) Il tracciato dellinfrastruttura per la distribuzione dellenergia elettrica viene definito partendo dalle posizioni SU dei punti di utilizzo e comando. Lunit immobiliare viene suddivisa in zone o locali, anche in funzione delle sue dimensioni, allo scopo di ottenere un numero di zone adeguato. Ciascun locale pu costituire una zona. Ogni zona dotata di almeno uno spazio SZ per la scatola di derivazione nella quale confluiscono tutte le canalizzazioni provenienti dai punti di utilizzo o comando dislocati nella zona specifica. Il tracciato dellinfrastruttura per la distribuzione di energia elettrica deve assicurare la possibilit di raggiungere tutte le zone/locali, partendo dal quadro di comando per lenergia elettrica, con uno spazio nelle canalizzazioni adeguato ad accogliere pi linee di energia (per lilluminazione, per le prese di ogni zona/locale, eventuali linee dedicate per la movimentazione di infissi presenti nella zona/locale, ecc. ). Il posizionamento SZ per la scatola di derivazione in ogni zona/locale, facilita la realizzazione di una infrastruttura suddivisa (es. zona notte, zona giorno; oppure: bagno1, bagno2, cucina, camera1, camera2, studio, disimpegno notte, ingresso-soggiorno). Ciascun punto di utilizzo e/o comando individuato nella zona o locale deve confluire nella relativa scatola di derivazione di zona/locale. Sono possibili percorsi realizzati con una topologia in cascata purch sia incrementata conseguentemente la dimensione della canalizzazione con misure cautelari per assicurare laccessibilit dei punti realizzati (si veda allegato A). SERVIZI IMPIANTI POSIZIONE SU-SZ-SA DIMENSIONI SU-SZ-SA TRACCIATO Canalizzazioni Progetto Infrastruttura Fine 1 2 3 4 5 OTTIMIZ- ZAZIONE 6 P r o g e t t o
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Si pone in evidenza il vantaggio che deriva dalla realizzazione di una infrastruttura con suddivisione in zone/locali per tutti quei casi in cui le unit immobiliari non hanno una pianta definitiva, ma sono soggette a frazionamenti oppure ad accorpamenti. (ad esempio se. un acquirente chiede un locale in pi, il venditore modifica la suddivisione originaria delle Unit Abitative trasformando due UI trilocali in una UI bilocale e laltra UI quadrilocale). In tale caso, lintervento per adeguare linfrastruttura alla nuova configurazione delle UI risulta semplice e rapido. Il criterio raccomandato quello di considerare un percorso unico (uno o pi canalizzazioni) che, partendo da SA, dove sar posto il quadro centrale (delle linee di energia) giunga nei punti SZ per le scatole di derivazione poste nelle varie zone/locali individuate consentendo linstallazione di linee per lilluminazione e per i punti di prelievo/utilizzo. La canalizzazione o le canalizzazioni dovranno avere dimensioni tali da permettere, anche in fasi successive, linserimento di linee aggiuntive e di cavo bus. Linfrastruttura sar in grado di accogliere sia un impianto tradizionale sia un impianto domotico. Luso di scatole di derivazione sufficientemente grandi da consentire linstallazione di apparati attuatori costruiti per fissaggio su barra DIN, incrementa il grado di flessibilit dellinfrastruttura. 7.2.3.2 Impianto (video)citofonico Linfrastruttura per limpianto (video)citofonico costituita da una scatola in cui installare lapparato (che costituisce la postazione interna) da cui partono due tubi, uno verso la scatola di derivazione per i segnali (centro-stella) e laltro verso la derivazione per lenergia, di pertinenza della zona/locale dove viene installata la postazione (video)citofonica. Se nellUnit Abitativa sono previste pi postazioni citofoniche per intercomunicazione interna, le canalizzazioni potranno essere disposte per collegare a stella o in cascata i vari punti. 7.2.3.3 Impianto di sicurezza (allarme intrusione/furto e allarmi tecnici) Per definire limpianto deve essere fatta una valutazione di rischio di effrazione secondo il dettato della Norma CEI 79-3. Questa analisi permette di valutare la tipologia delle protezioni (volumetrica, perimetrale, combinata.) La norma citata definisce dei livelli di sicurezza degli impianti allarme intrusione/furto e delle regole installative corrispondenti. Nel caso delle Unit Abitative, il livello di sicurezza pi comunemente adottato il livello 1 e nella presente guida si fa riferimento a questo livello. In questo articolo consideriamo la realizzazione di infrastruttura per un impianto allarme intrusione/furto di livello 1 secondo la Norma CEI 79-3, con protezione perimetrale e volumetrica: I cavi possono transitare nei tubi dellinfrastruttura per i segnali senza particolari accorgimenti. I cavi possono transitare nellinfrastruttura per lenergia elettrica se isolati rispettando le prescrizioni normative. Le SU dedicate ai contatti perimetrali sulle aperture da proteggere (finestre e porte) possono essere collegate tra loro in cascata o ad un centrostella (protezione periferica). Tutti i punti di posizionamento dei rivelatori volumetrici devono essere collegabili ad un centrostella (protezione volumetrica). In aggiunta linfrastruttura deve avere: una canalizzazione per il collegamento di un segnalatore dallarme posizionato allesterno (sirena), partendo dal punto dove prevista linstallazione della centrale dallarme. una canalizzazione (o comunque uno spazio aggiuntivo nelle canalizzazioni previste per altri impianti) per il collegamento di un segnalatore ausiliario dallarme posizionato allinterno dellUI (sirena ausiliaria interna), partendo dal punto dove prevista linstallazione della centrale dallarme. P r o g e t t o
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una canalizzazione che colleghi la centrale dallarme con la scatola destinata allinseritore/disinseritore dellallarme, in genere posta vicino allingresso. una canalizzazione (o comunque un percorso assicurato) dalla scatola per la centrale dallarme e le scatole per i rivelatori di allarmi tecnici, (perdita dacqua e/o fuga di gas). Si ricorda che qualora si voglia realizzare una infrastruttura per impianti allarme intrusione/furto di livello 2 o 3, secondo la Norma CEI 79-3, i criteri distributivi sono gli stessi, ma i tubi e le scatole devono essere completamente indipendenti dalle altre infrastrutture (i cavi dellimpianto allarme intrusione/furto, non devono avere percorsi comuni con i cavi degli altri impianti). 7.2.3.4 Impianto automazione Lautomazione domestica un servizio non sempre considerato in fase di progetto dellinfrastruttura. Questo pu generare notevoli difficolt di adattamento nel caso sopraggiungesse la necessit di automatizzare anche solo alcune funzioni, come ad es. lutilizzo da parte di disabili di ununit immobiliare inizialmente non pensata per questo scopo. La tecnologia tradizionalmente utilizzata per lautomazione nellUI assicura prevalentemente controlli specifici e non comunicanti tra loro (es. apriporta, movimento tapparelle, programmatore a tempo, cronotermostato); questi impianti possono essere considerati elementi dellimpianto energia gi trattato in 7.2.3.1. Le tecniche tradizionali prevedono che ogni attuatore venga controllato da un comando mediante circuiti punto-punto dedicato. Si pu nella maggior parte dei casi parlare di servocomandi pi che di automazione. Come gi accennato al punto 7.2.3.1, attualmente risulta anacronistico e costoso realizzare dei sistemi di automazione flessibili ed efficienti senza utilizzare tecniche impiantistiche che via via si rendono disponibili a questo scopo. Lautomazione domestica generalmente conosciuta anche con il nome di domotica. La tecnica oggi pi sviluppata presente sul mercato per lautomazione domestica certamente quella che utilizza per il controllo del sistema di automazione un cavo bus dedicato . Nel presente articolo, 7.2.3.4 si forniscono le indicazioni per uninfrastruttura che consenta installazioni per automazioni con soluzioni impiantistiche tradizionali e/o con soluzioni di automazione di tipo domotico. Sono disponibili sul mercato sistemi che permettono di automatizzare limpianto domestico utilizzando le infrastrutture pensate per limpianto-dati, per limpianto-TV, oppure linfrastruttura dellimpianto-energia, come fattibile con limpiego dei sistemi BUS. Limpianto energia pu inoltre essere utilizzato per i segnali di controllo mediante sistemi ad onde convogliate. Lautomazione domestica pu essere integrata anche con dispositivi ad onde-radio e/o raggi infrarossi ma in questa guida non sono considerati perch hanno uno scarso impatto sulla infrastruttura. In ogni caso, i punti di attuazione devono sempre essere raggiunti sia dal mezzo di distribuzione del segnale di intercomunicazione sia dai circuiti di potenza necessari allattuazione. Alcuni semplici accorgimenti nella progettazione dellinfrastruttura permettono una facile integrazione dellautomazione anche in un impianto progettato tradizionalmente. P r o g e t t o
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Tali accorgimenti si possono sintetizzare come segue: a) I punti di prelievo dellenergia elettrica per lilluminazione devono poter essere resi attivi da attuatori posizionati: o nelle vicinanze del punto di utilizzo (SU) o raggruppate in scatole di derivazione (SZ), o allinterno del quadro centrale o derivazione di ambiente (SA), nel rispetto delle distanze di funzionamento. b) I punti per lalimentazione degli attuatori, quali motori per movimentazione tapparelle, apertura e chiusura di elettrovalvole, di accessi, ecc., devono essere posti: o nelle vicinanze del punto di utilizzo (SU), o raggruppati in scatole di derivazione (SZ) o allinterno del quadro centrale (SA), nel rispetto delle distanze di funzionamento. c) Le canalizzazioni devono permettere il collegamento tra i punti di comando/attuazione e il punto di partenza della linea BUS, ( tipicamente questo punto collocato nel quadro energia posto in SA). d) Le scatole portafrutto destinate ai comandi/sensori di sistemi di automazione opportuno abbiano spazio adatto ad accogliere un numero di moduli superiore a quello strettamente necessario. e) Le scatole di derivazione destinate eventualmente ad alloggiare attuatori per lautomazione devono preferibilmente essere dotate di barra DIN. f) In accordo con il progettista degli impianti idrico, termico e del gas, predisporre scatole in corrispondenza delle serrande relative: si rende cos possibile linserimento, anche successivo alla prima installazione, di elettrovalvole, sensori di temperatura acqua o ambiente, sensori di presenza o apertura finestre/porte , rivelatori dallagamento o di fughe-gas. Tali scatole devono essere collegate con tubi per i cablaggi necessari a fornire lenergia ed i segnali di comando/controllo per gli attuatori. g) E indispensabile un coordinamento con il progettista dellimpianto di riscaldamento per ottimizzare lintegrazione tra gli impianti. (es. spegnimento del riscaldamento quando le finestre sono aperte). h) Il collegamento mediante tubo fra scatole di derivazione delle infrastrutture destinate ai vari impianti (elettrico, dati, TV, ..) rende linfrastruttura pi flessibile favorendo lintegrazione fra i vari servizi, spesso installati separatamente. Nota: La topologia dellinfrastruttura per i punti di comando pu essere di tipo bus/cascata, tuttavia consigliabile una topologia mista stella-cascata allo scopo di agevolare gli interventi (manutenzione, integrazione, ampliamento, ecc.) successivi alla prima installazione. Si ricorda che il dimensionamento dellinfrastruttura per la distribuzione di energia elettrica deve essere fatto in modo che dopo linsediamento dei cablaggi rimanga disponibile lo spazio di riserva raccomandato in 5.5, in 7.2.4 nonch lappendice C per le modalit di calcolo. E opportuno che i tubi che collegano SA alle varie scatole SZ (di derivazione di zona/locale) per la distribuzione di energia elettrica siano di dimensioni tali da permettere che, oltre alle due linee primarie per lilluminazione e per le prese di energia sia riservato spazio per una linea dedicata alla movimentazione o eventuali servizi accessori, e per un cavo-bus per lintegrazione domotica degli impianti. Inoltre dovr essere previsto uno spazio per le linee eventualmente sezionabili direttamente dal quadro centrale (per i punti presa dove sono previsti gli elettrodomestici fissi come il frigorifero/congelatore, lavastoviglie, forno, lavatrice, ecc.). P r o g e t t o
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Tracciato dellinfrastruttura per la distribuzione dei Segnali Si ribadisce che la topologia del cablaggio per gli impianti di distribuzione dei Segnali: telefonico ricezione TV trasmissione dati a stella. Partendo dalle posizioni degli spazi SU per i punti di utilizzo, si individuano i percorsi pi brevi per unire ogni scatola/punto di utilizzo, (tanti tubi quante sono le scatole) con la scatola di derivazione posta nel centrostella (spazio SA) dellunit immobiliare. Nel caso di unit immobiliari molto estese, si potr pensare ad un albero di stelle tenendo presente che lo spazio nelle canalizzazioni da un centro stella allaltro, dovr consentire il passaggio di tanti cavi quanti i punti di utilizzo che fanno capo ai relativi centrostella. Le infrastrutture cosi realizzate, consentono di attrezzare i punti terminali sia con presa TV sia con presa Telefono sia con presa dati. Le scatole di derivazione per i segnali possono accogliere anche il cablaggio per la diffusione sonora, che richieder, in aggiunta, un collegamento con un tubo che vada dalla derivazione (centrostella o stella secondaria se si sono realizzate derivazioni secondarie di zona/locale) con la scatola per il punto di utilizzo, nella quale posizionare laltoparlante per la diffusione sonora. Per assicurare la possibilit di regolare il volume sonoro in ogni locale servito ed eventualmente anche sintonizzare la sorgente sonora, le scatole nei punti di installazione degli altoparlanti dovranno essere collegate con un tubo ai punti di comando della illuminazione ambiente, che in genere sono posti in posizione idonea anche per i comandi di regolazione volume della diffusione sonora. La diffusione sonora di alta qualit, definita Home-Theatre, nel locale soggiorno, dovr considerare il posizionamento delle casse acustiche in 6 punti del locale da individuare secondo regole fisse rispetto al punto di ascolto (Normalmente associato al posizionamento del TV) e precisamente: due per le casse di diffusione sonora anteriore destra e anteriore sinistra; due per le casse di diffusione posteriori destra e sinistra (per gli effetti sourround), un punto libero per la cassa subwoofer, un punto per la cassa centrale woofer, posta in prossimit del TV. Tali punti dovranno poter essere collocati in modo opportuno da permettere lo spostamento nel locale delle varie casse acustiche in rapporto a soluzioni darredo diverse. Una infrastruttura ad anello, con dimensioni dei tubi adeguate ad accogliere pi cavi per le varie casse di diffusione sonora, consente di assegnare la posizione ai diffusori senza condizionamenti particolari. Luso di scatole per linstallazione di 6 moduli civili in almeno due posizioni contrapposte, aumenta il livello di flessibilit e di adattabilit dellinfrastruttura per linstallazione di home theatre 12 . Per Home theatre si intende linsieme di apparecchiature multimediali per la visione di video con una riproduzione audio caratterizzata dalla efficacia nel ricreare effetti sonori in grado di coinvolgere lo spettatore. (figura 7-3) Linfrastruttura per il cablaggio dellimpianto Home Theatre potr assolvere anche la funzione di infrastruttura per la distribuzione dei segnali TV, della telefonia e dei dati e viceversa, se opportunamente integrate.
12 Nota: si stanno diffondendo sistemi con sette diffusori, il settimo definito centrale posteriore.
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Centrale anteriore Home-Theatre Anteriore sinistro Anteriore destro Posteriore sinistro Surround Posteriore destro Surround Centrale posteriore Subwoofer
Figura 7-3 Esempio di disposizione delle casse acustiche in un impianto Home Theatre. 7.2.4 Ottimizzazione dellinfrastruttura per tutti i servizi previsti Lottimizzazione dellinfrastruttura consiste nel cercare soluzioni finalizzate a ridurre, nei limiti del possibile, la quantit di scatole e tubi evitando cos le ridondanze: questa ottimizzazione pu essere ottenuta per approssimazioni successive. I criteri da seguire sono i seguenti: - la possibilit di alloggiare i cavi, relativi a differenti impianti, nel medesimo tubo tenendo conto delle problematiche di sicurezza elettrica e di compatibilit elettromagnetica (EMC: Electromagnetic Compatibility) nonch dellapplicazione delle regole di cablaggio definite dalle Norme specifiche di ciascun impianto; - la possibilit di alloggiare pi cavi nel medesimo tubo, tenendo conto delle sole problematiche dimensionali considerando le raccomandazioni relative allo spazio di riserva suggerite allarticolo 5.5 (si veda anche lAppendice C) - la possibilit di ridurre i percorsi delle canalizzazioni dellinfrastruttura cos da ridurre anche la lunghezza dei cavi da alloggiare. Ladattabilit dellinfrastruttura risulta migliore se la parte dedicata agli impianti di energia fisicamente separata da quella dedicata agli impianti di segnale, pur mantenendo il collegamento tra spazi SZ. Nellappendice C sono riportati i criteri per il dimensionamento dellinfrastruttura. Nel capitolo 8 rappresentato un esempio di applicazione dei criteri sopraesposti in una unit immobiliare. P r o g e t t o
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8 Esempio di progettazione di una infrastruttura In questo capitolo viene utilizzata, come riferimento, una UI di circa 120 m 2 (Figura 8-1) nella forma solitamente utilizzata nel mercato immobiliare, ovvero con la visualizzazione dellarredo.
Figura 8-1 Pianta dellUnit Immobiliare usata come esempio 8.1 Considerazione introduttive Nella progettazione della infrastruttura, in coerenza con quanto suggerito nei precedenti capitoli, sono considerate la geometria dellambiente e lergonomia delle persone (posizione di comandi, prelievi, controllo dei volumi e controllo delle superfici) come indicato nelle seguenti figure: 8-2a, 8- 2b, 8-2c, 8-2d . Si precisa che le figure vogliono evidenziare i principi di localizzazione delle SU e non una soluzione applicativa. P r o g e t t o
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Figura 8-2a Localizzazione dei punti di comando (illuminazione, audio, climatizzazione, motorizzazione, ecc.). In larga parte la corretta (fruibile) posizione del punto di comando non dipende dal servizio comandato, ma dalla geometria dellambiente e dai comportamenti delle persone.
Figura 8-2b Localizzazione dei punti di controllo del volume (rilevazione presenza e/o movimento, allarme intrusione, WiFi, ecc.). In larga parte la corretta (efficace) posizione del punto di controllo del volume non dipende dal servizio che si intende realizzare, ma dalla geometria della UI nel suo insieme e per singoli vani. P r o g e t t o
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Figura 8-2c Localizzazione dei punti di controllo del perimetro (allarme intrusione, automazione, ecc.). In larga parte la corretta (efficace) posizione del punto di controllo del perimetro non dipende dal servizio che si intende realizzare, ma dalla geometria e dai comportamenti delle persone.
Figura 8-2d Localizzazione dei punti di prelievo (forza motrice, audio, video, LAN, telefono, ecc.). In larga parte la corretta (fruibile) posizione del punto di prelievo non dipende dal servizio prelevato, ma dalla geometria e dai comportamenti delle persone. Per questa UI mostrata una soluzione di infrastruttura per ciascuna tipologia di impianto. La soluzione illustrata non lunica da considerarsi valida: essa esprime il processo logico da seguire per la progettazione di una infrastruttura adattabile. P r o g e t t o
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8.2 Individuazione dei servizi Questa attivit stata svolta secondo le indicazioni fornite allarticolo 7.2.1. Per questo esempio si scelto di individuare i seguenti servizi: illuminazione alimentazione elettrica di dispositivi fissi e mobili servizio telefonico distribuzione dei segnali TV servizio (video) citofono. trasmissione dati allarme intrusione/furto motorizzazione di apparati (movimentazione tapparelle, tende, imposte, ecc.) 8.3 Individuazione degli impianti Questa attivit stata svolta secondo le indicazioni fornite allarticolo 7.2.3. Gli impianti individuati in questo esempio sono i seguenti: Impianti di distribuzione energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.) Impianti di distribuzione segnali TV, telefono, dati. Impianto (video) citofono Impianto di distribuzione audio/video (Hi-Fi). Impianto di sicurezza (allarme intrusione/furto e allarmi tecnici). 8.4 Posizionamento dei punti SU di utilizzo e comando 8.4.1 Generalit Questa attivit stata svolta secondo le indicazioni fornite allarticolo 7.2.3. Utilizzando la pianta dellunit immobiliare in fig 8-5, si proceduto al posizionamento dei punti di utilizzo SU per i vari impianti. 8.4.2 Posizionamento dei punti SU per Impianti di distribuzione dei segnali TV, audio, telefonia, dati e (video)citofono Nella Figura 8-3 illustrato il posizionamento dei punti SU degli impianti di distribuzione dei segnali TV, audio, telefonia, dati, (video)citofono. Limpianto audio del soggiorno da considerarsi come un impianto Home Theatre, nel quale due casse possono essere commutate sulla normale distribuzione audio di diffusione sonora dellUI. In tutte le camere prevista la diffusione audio stereofonica, con controllo del volume in ogni stanza (per il soggiorno Home-Theatre). Tutte le prese TV hanno vicina anche la presa telefonica per la connessione di un eventuale decoder. Limpianto per videocitofono considerato in questa sezione ed trattato in questo articolo e non va dimenticata lopportunit di un suo legame con gli impianti di allarme intrusione/furto e allarmi tecnici. La flessibilit di impianto ottenuta prevedendo nei locali ( stanze ), in funzione della relativa dimensione e della destinazione duso, alternative per il posizionamento della presa TV e della presa telefonica Nellesempio sono state posizionate solo due prese dati.: Eopportuno ricordare che, se necessario, prese dati possono essere facilmente disposte in corrispondenza di ciascun raggruppamento presa TV-presa telefonica. In aggiunta si consiglia di prevedere gli spazi SU e i tubi di loro collegamento con le scatole negli spazi SZ di dimensioni atte a permettere il cablaggio delle prese telefoniche con cavo a 4 coppie simmetriche almeno in categoria 5. P r o g e t t o
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Figura 8-3 Posizione dei punti SU per gli impianti di distribuzione dei segnali TV, audio, telefonia, dati, (video)citofono 8.4.3 Posizionamento dei unti SU per Impianto distribuzione energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.) 8.4.3.1 Generalit Si ritenuto opportuno suddividere le apparecchiature nei seguenti gruppi logici: comandi luce e punti luce; punti di prelievo primario o dedicato: - prese di energia per alimentazione di apparati e/o elettrodomestici con posizionamento fisso (ad es. lavatrice, frigorifero, lavastoviglie, forno, ecc.); - prese di energia per alimentazione di apparati destinati alla gestione/utilizzo di segnali per comunicazione, intrattenimento (ad es. computer, Hi-Fi, TV, ecc.); - punti di prelievo energia per alimentazione di apparati destinati alla movimentazione di sistemi di oscuramento (ad es. tapparelle, persiane, ecc.). - punti di prelievo energia per alimentazione di apparati di sistemi di allarme security e safety. - prese di energia comandate per alimentazione di apparecchi di illuminazione a piantana P r o g e t t o
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punti di prelievo libero: - prese di energia per alimentazione di apparati mobili/trasportabili (ad es. aspirapolvere, lavapavimenti, ecc.). 8.4.3.2 Posizionamento di SU per i punti luce, dei punti comando luce e di movimentazione dei sistemi di oscuramento Nella Figura 8-4, illustrato il posizionamento degli apparecchi illuminanti o delle prese a cui sono connessi, dei relativi punti di comando, dei punti di alimentazione dei motori per la movimentazione delle tapparelle, dei relativi punti di comando La soluzione di punti luce centro-stanza associati a prese per lalimentazione di apparecchi mobili di illuminazione, controllati dal medesimo comando, stata prevista negli ambienti cucina, soggiorno, camera matrimoniale, camera studio e camera bambini. (nella fig. 8-7 il numero identificativo della lampada connessa tramite presa comandata lo stesso di quello della lampada a soffitto centro stanza, con laggiunta della lettera a). Il numero riportato in grassetto in corrispondenza del simbolo dellapparecchio di illuminazione parimenti riportato in carattere non grassetto nei relativi punti di comando. Questo metodo consente di esprimere il legame logico/funzionale tra comando e comandato. Punto movimentazione tapparelle VANO SCALE Punto luce a soffitto Punto luce a parete Luce a piantana Luce da tavolo E Punto luce sicurezza Circuiti luce 1 soggiorno + ingresso + corridoio zona giorno 1 corridoio zona notte + bagni + camere 1 luce sicurezza Punto comando Punto presa comandata E E E E TERRAZZO TERRAZZO SOGGIORNO BAGNO CAMERA MATRIMONIALE BAGNO LAVANDERIA CAMERA BAMBINI CUCINA CAMERA STUDIO INGRESSO RIPOSTIGLIO E LOCALE TECNICO L L L L L L L L L L L L 1 1-2-3-3a 2 5 6 5-5a-6-7 8 5a 5-5a-7-8 7 2-9-10 9-11 11 10 9 9-10 2-5-5a-7 4 3 17 17 12-13 12 13 15-15a-17 15 15-15a-16 16 17 17 17-18 17-24-24a 18 19 19 20 20a 20-20a-23 23 21 20-20a-21 20-20a-22 22 20-20a 23 24a 23-24a 24 24-24a-25 25 24-24a-25 E 3a 15a
Figura 8-4 Posizione dei punti SU per limpianto di illuminazione, dei punti luce fissi e comandati, dei punti di alimentazione dei motori delle tapparelle e dei relativi punti di comando. P r o g e t t o
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8.4.3.3 Posizionamento dei punti SU per prese di alimentazione di apparecchi utilizzatori fissi e occasionali e per lalimentazione degli specchi dei bagni, degli idromassaggi e il comando dell allarme bagni Nella Figura 8-5 illustrato il posizionamento degli spazi SU per le prese di energia per lalimentazione di dispositivi fissi e occasionali. Poich lo scopo di questa analisi di preparare linfrastruttura, ogni punto indicato potr avere 1 o pi prese collegate in funzione del numero di apparecchi utilizzatori da collegare. Nella Figura 8-8 illustrato anche il posizionamento degli spazi SU per lapparecchio di illuminazione fisso a parete sopra il lavabo, del punto di arrivo dellalimentazione per lidromassaggio e delle SU per i pulsanti a tirante di comando dellallarme bagno. Il criterio di scelta tra prese P17/11 e prese P30 puramente indicativo. Lassociazione di prese P17/11 con prese P30 collegate in parallelo nella medesima SU garantirebbe il collegamento di tutti gli standard di spine presenti in Italia. Allarme bagno e doccia Alimentazione specchi bagni Alimentazione idromassaggio
Figura 8-5 Posizione dei punti SU per le prese di energia per lalimentazione di apparecchi fissi e occasionali. Posizione dei punti SU per lalimentazione degli specchi dei bagni, degli idromassaggi e per il comando dellallarme bagni. P r o g e t t o
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8.4.4 Posizionamento dei punti SU per impianti allarme intrusione/furto e allarmi tecnici Nella Figura 8-6 illustrata la posizione delle SU per i dispositivi degli impianti di allarme intrusione/furto e allarmi tecnici.
Figura 8-6 Posizione dei punti SU per i dispositivi di allarme intrusione/furto e per i sensori di allarmi tecnici 8.4.5 Posizionamento degli spazi SZ con relativa suddivisione in zone o locali. Considerata la dimensione di 120m 2 dellUnit Immobiliare presa ad esempio: sono state previste quattro zone per gli impianti di energia in ognuna delle quali stata individuato uno spazio SZ per una scatola di derivazione, uno degli spazi SZ posto in coesistenza con SA. Sono state previste due zone per la distribuzione dei segnali: uno dei due spazi SZ assume anche la funzione SA. Per facilitare lidentificazione degli spazi SA ed SZ sono stati utilizzati i pedici: e per lenergia ed s per i segnali. La figura 8-7 illustra la posizione degli spazi SZ per le scatole di derivazione sopra citate con le relative tubazioni di raccordo. Colore grigio per la distribuzione di energia elettrica e verde per la distribuzione dei segnali. P r o g e t t o
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SZe2 SZe3 SAs/SZs1 s z s 2 S Z e 4 SAe/SZe1 SZe1: ingresso, camerastudio, lavanderia,disimp. SZe3: soggiorno, bagno, terrazzo sogg. SZe2: camera matrimoniale, camera bimbi, terrazzo cam. SZe4: cucina SZe3 Fascio tubi di raccordo montanti SAe + SZe1 SAs + SZs1: soggiorno, cucina SZs2: camere Nota: la dimensione dei tubi e delle scatole deve consentire il cablaggio a stella con centro in SAs SZe4 SZe2 SZe3 Spazi installativi antintrusione Energia/luci Diffusione sonora TV +tel+ dati Fascio tubi raccordo SZ
Figura 8-7 Posizione dei punti SZe per impianti energia e dei punti SZs per la distribuzione dei segnali 8.4.6 Posizionamento dei punti SA di Interfaccia verso lesterno dellUI. Le interfacce degli impianti elettrico, allarme intrusione e di automazione nellUI, sono state collocate, nellesempio, in un unico armadio SA (fig. 8-8) posto nel ripostiglio., Una parte dello stesso spazio nellarmadio viene utilizzata con funzione SZ per lenergia ed SZ per le batterie tampone dellimpianto di allarme intrusione/furto. Lo spazio SA per i segnali (TV telefono e dati) assume anche la funzione di SZ. Anzich un unico armadio possono essere previste altre tipologie di scatole negli spazi SA. P r o g e t t o
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Dal contatore energia Da derivatore di piano TV-SAT Da derivatore di piano tel-dati Da derivatore di piano (video)citofono SA SAe/SZe SA Spazi installativi antintrusione Energia/luci Diffusione sonora TV +tel+ dati SAs/SZs
Figura 8-8 Posizione dello spazio SA ( esempio quadro elettrico ) per lalloggiamento di tutte le interfacce degli impianti dellUI con lesterno. 8.4.7 Schema dellInfrastruttura per Energia (illuminazione, movimentazione e prese) Si prendono in considerazione, come esempi significativi, i locali soggiorno e cucina. Per rendere maggiormente visibile linfrastruttura realizzata, si introduce una vista denominata sviluppo in piano di un locale (si veda la fig. 8-9). Si fa notare che tale modalit non un requisito indispensabile per la progettazione , ma essa consente, insieme alla pianta dellUI, di visualizzare in modo semplice e dettagliato la dislocazione geometrica di tutti gli spazi installativi e delle canalizzazioni nellUI. P r o g e t t o
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Figura 8-9 Rappresentazione dello sviluppo in piano di un locale. Soffitto
Parete Parete Parete Parete Porta Pavimento Finestra 400 mm 1400 mm 2250 mm 900 mm Riferimenti di quota Porta P r o g e t t o
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Figura 8-10a Sviluppo in piano del locale soggiorno, con schema dellinfrastruttura per energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.).
SU SZ SA SU ri serva Punto movimentazione
L Punto luce a soffitto
Punto luce a parete Luce a piantana Luce da tavolo Punto luce sicurezza E Punto comando Punto presa comandata L L Prese 17/11 Prese P30 Parete esterna verso terrazzo Le canal i zzazi oni si i ntendono posate con la dovuta curvatura nei cambi di di rezi one NOTA A A eventuale SU1 SU2 SU3 SU4 SU5 SU6 SU7 SU8 SU9 SU10 SU11 SU12 SU13 SU14 SU15 SU16 SU17 SZ1 C1 C2 C3 C4 C5 C6 C7 C9 C8 C10 C11
SU SZ SA SU ri serva C : Canalizazione C : Canalizazione P r o g e t t o
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Figura 8-10b Sviluppo in piano del locale cucina con schema dellinfrastruttura per energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.). L E Lato corridoio SZ1 SU1 SU2 SU3 SU4 SU5 SU6 SU7 SU8 SU9 SU10 SU11 SU12 C9 C8 C5 C2 C1 C3 C4 C6 C7 P r o g e t t o
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Tubo F 32 oppure 2 x 25 Tubo F 25 SUs SUs SUs SUs SUs SUs SUs SUs SUs SUs SUs SUs SUs SUs SUs SUs tubi di raccordo montanti TV-tel-dati SAs + SZs1 SZs2 Spazio: SZ-IV (20x15x7) Spazio: SA-V (24mod) SU Spazio: SU (4M) Tubo F 25, per eventuale maggiore adattabilit
Figura 8-11 Esempio di infrastruttura per impianti TV, telefono e dati: la dimensione indicata delle canalizzazioni (tubi) assicura lo spazio per un cablaggio a stella per 4 punti TV + SAT e 4 punti tel+dati, considerando il centro stella in SAs/SZs1. Il numero di spazi SU maggiore di quello delle prese che effettivamente saranno installate in base alle esigenze dellutente: in tal modo incrementato il grado di adattabilit dellinfrastruttura per soddisfare esigenze future, compresa la eventuale variazione nella disposizione degli arredi. In questo esempio, si scelto di mantenere separate le scatole per linfrastruttura destinata agli impianti distribuzione segnali (SAs, SZs ed SUs) con la finalit di agevolare gli interventi di operatori diversi (tecnico per impianti segnale e tecnico per impianti energia) evitando conflitti di responsabilit; inoltre viene incrementato il grado di adattabilit dellinfrastruttura riducendo i condizionamenti relativi alla compatibilit tra le due famiglie nei casi in cui le installazioni avvengano in momenti diversi (con infrastrutture separate risulter pi ampia la gamma di materiali utilizzabili non dovendo ricorrere esclusivamente a componenti compatibili ). 8.5 Considerazioni finali e adattabilit per possibili applicazioni future La infrastruttura illustrata nellesempio di questo capitolo, consente di installare oltre a soluzioni impiantistiche tradizionali e soluzioni domotiche attualmente disponibili sul mercato, soluzioni BUS per la distribuzione di tutto il gruppo segnali con i relativi controlli su un unico mezzo di comunicazione (integrazione su un unico mezzo di comunicazione delle tre classi previste dalle Norme CEI del CT 205). Questultima soluzione evoluta risulta tuttavia difficilmente realizzabile con i mezzi forniti dallattuale tecnologia a causa della insufficiente normalizzazione dei protocolli di comunicazione e degli apparecchi-BUS, ma potr esserlo in un futuro prossimo, quando saranno disponibili standard per lunificazione e linteroperabilit dei componenti e dei sistemi-BUS. P r o g e t t o
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APPENDICE A Topologia A.1 Definizione di topologia Con il termine topologia si intende lo studio delle figure e delle forme indipendentemente dalle loro dimensioni. Nel contesto di questa Guida sono applicati solo pochi concetti di topologia, essenzialmente quelli relativi alle connessioni tra punti. Nota: Le caratteristiche fisiche e dimensionali dei punti, la loro effettiva ubicazione spaziale, le caratteristiche fisiche e dimensionali delle connessioni, il loro effettivo tracciato, sono elementi che non attengono al concetto di topologia. A.2 Topologie elementari e topologie complesse Non si ritiene qui necessario fornire una precisa descrizione delle topologie che si incontrano in questa Guida, ma si stima che la loro rappresentazione in forma grafica sia pi che sufficiente per mostrare le modalit di connessione tra i vari punti. Nella Figura A.1 sono riportate le topologie elementari pi significative di interesse in questa guida: stella anello cascata maglia.
Figura A.1 Sei esempi di topologie elementari P r o g e t t o
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La figura indica il modo (logico) con cui i punti (indicati nel disegno con rettangoli identificati da un nome) possono essere connessi tra loro (linee). Tutte le topologie elementari indicate in Figura A.1, ad eccezione della maglia, sono riportabili ad una maglia incompleta. Non solo le topologie elementari sono riportabili ad una maglia incompleta, ma anche laggregazione di pi topologie elementari riportabile ad una maglia incompleta. In questa guida laggregazione di pi topologie elementari chiamata topologia mista. Un esempio di topologia mista indicata in Figura A.2, in cui ad esempio il punto A3 il centro di una stella composta anche da A1, A2, A4 e A10, i punti terminali A5, A6, A7, A8 formano un anello, i punti A10, A11, A12, A13 formano una cascata.
Figura A.2 esempio di topologia mista. A.3 Topologia di impianto e topologia di infrastruttura Nel contesto di questa guida le topologie interessano linfrastruttura (che loggetto della guida) e il cablaggio, che deve essere contenuto nellinfrastruttura. Alcune configurazioni topologiche generalmente descritte in letteratura non sono applicabili allinfrastruttura, ma solo al cablaggio. Le topologie non applicabili direttamente allinfrastruttura sono la topologia parallela e ad albero (Figura A.3). Nel lato sinistro della Figura A.3 riportata la topologia nella forma che normalmente viene riportata in letteratura sia per la configurazione ad albero sia per la configurazione parallela (sovente nominata anche topologia a bus). Tale topologia adatta ad una rappresentazione del cablaggio, dove nel punto di incrocio vengono connessi in parallelo i conduttori, oppure, nel caso sia necessario rispettare le impedenze dei cavi, vengono posti dei partitori di potenza. P r o g e t t o
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Certamente non possibile utilizzare questo tipo di topologia per linfrastruttura, almeno per gli impianti EEC, in quanto ad ogni incrocio di tubi, dove prevista una connessione dei cablaggi necessario porre una scatola che permetta di terminare una tubazione e ripartire con altre. In Figura A.3 vengono illustrate sia per il cablaggio ad albero che per il cablaggio parallelo due possibili soluzioni infrastrutturali fra le numerose possibili. La -C dopo la classificazione topologica indica la compatibilit con il cablaggio, la -I indica la compatibilit con linfrastruttura.
Figura A.3 Topologie ad albero e parallela. Nella topologia di infrastruttura i punti terminali indicati con A1, A2, A3, ecc., corrispondono alle scatole SU per alloggiare gli apparati e alle scatole SZ di giunzione o derivazione mentre le connessioni corrispondono ai tubi che raccordano suddette scatole. Nella topologia di impianto i punti terminali A1, A3, A3, ecc., corrispondono agli apparati di comando e controllo, (prese, attuatori, ecc.) e ai punti di giunzione, mentre le connessioni corrispondono alle giunzioni dei cavi che connettono tali punti terminali: poich le connessioni sono realizzate con cavi, la topologia dellimpianto si identifica con la topologia del cablaggio. E fondamentale avere ben presente che topologia di infrastruttura e topologia di impianto sono indipendenti: ci significa che una topologia di infrastruttura di un certo tipo pu essere in grado di ospitare una topologia di impianto di tipo differente. Ad esempio nella Figura A.3 si vede che ad un cablaggio in parallelo (parallela-C) pu corrispondere ad una infrastruttura a stella (parallela-I2). Peraltro alcune topologie di infrastruttura sono pi efficienti nellaccogliere determinate topologie di impianto. Gli esempi che seguono hanno lo scopo di chiarire tale concetto. P r o g e t t o
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Figura A.4 Esempio di infrastruttura con topologia diversa dalla topologia dimpianto La Figura A.4 evidenzia una topologia di infrastruttura in cascata con un cablaggio avente topologia a stella (ad esempio per la distribuzione di segnali TV in coassiale con prese terminali). Si evidenzia come una soluzione di questo tipo comporti difficolt in fase di manutenzione o integrazione dellimpianto qualora si dovesse inserire o sostituire un cavo.
Figura A.5 esempio di infrastruttura con topologia uguale alla topologia dimpianto La Figura A.5 evidenzia una topologia di infrastruttura in cascata con un cablaggio avente topologia in cascata. Si evidenzia come una soluzione di questo tipo, se applicata ad esempio ad un impianto TV, richiede due prese derivate ed una terminale. Pu comportare difficolt in fase di integrazione dellimpianto qualora si dovesse inserire un ulteriore cavo, ad esempio per i segnali satellitari nellultimo punto presa. Da evitare assolutamente una condizione dove ciascun punto della serie disposta in cascata corrisponde ad ununit immobiliare diversa, creando delle servit per gli interventi di integrazione e/o manutenzione. P r o g e t t o
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Figura A.6 Esempio di topologia di infrastruttura mista. Sono utilizzate le convenzioni di tipo gerarchico illustrate nella guida. SZ1 SU2-2 SU2-3 SU2-4 SA SZ2 SZ4 SZ3 SU2-1 SU2-5 SU3-3 SU3-2 SU3-1 SU3-4 P r o g e t t o
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APPENDICE B Quote di posizionamento dei punti SA, SZ e SU Nella Figura B.1 sono indicate le quote di posizionamento consigliate per le apparecchiature allinterno dellUI. Tali quote, espresse in mm, si riferiscono allasse orizzontale delle apparecchiature (Guida CEI 64-50)
Figura B.1 Quote di posizionamento consigliate per le apparecchiature nellunit immobiliare Nella Figura B.2 sono indicate le quote di posizionamento di alcune scatole nel caso di UI adatte a persone con ridotta o impedita capacit motoria o sensoriale (come indicato nel DM 236 art. 8.1.5) (Guida CEI 64-50). Pertanto, nel caso di appartamento destinato a disabili, tutte le quote riportate in Figura B.1 sono valide ad eccezione di quelle riportate in Figura B.2. Nota 1la guida CEI 64-50 indica come altezza minima 175 mm per lasse orizzontale degli apparecchi da installare a parete, e consiglia linstallazione fino a 400 mm. P r o g e t t o
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Figura B.2 Quote di posizionamento consigliate per le abitazioni adatte a persone con ridotta o impedita capacit motoria o sensoriale. Si ricorda che labbattimento delle barriere architettoniche pu ottenersi anche ricorrendo a soluzioni domotiche (es. comandi vocali o a sensore di movimento) in alternativa alla disposizione ad altezze ridotte. Infatti possono configurarsi come soluzioni tecnologiche come previsto dal DM 236-89, capo III, art 7. Nella Figura B.3 sono evidenziate le quote di posizionamento delle apparecchiature (gi indicate in Figura B.1), abbinandole ai diversi ambienti dellUI. Il riferimento per UI non attrezzate per disabili. P r o g e t t o
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Figura B.3 - Quote di posizionamento delle apparecchiature nei diversi ambienti dellUI Nota 1 La guida CEI 64-50 indica come altezza minima 175 mm per lasse orizzontale degli apparecchi da installare a parete. La stessa guida CEI 64-50, per gli apparecchi indicati consiglia linstallazione fra le quote di 175 mm e 400 mm. Nota 2 Le prese comandate sono indicate con il simbolo delle prese normali, ma con il colore rosso P r o g e t t o
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APPENDICE C Canalizzazioni, Spazi installativi SA (per centralini, quadri, armadi) e Spazi installativi SZ ( per scatole di derivazione ) C.1 Canalizzazioni ( Tubi ) Per la posa sotto traccia si consiglia lutilizzo di tubi corrugati in materiale isolante e di colore differenziato ( vedi paragrafo 6.3.1 ). La scelta della dimensione del tubo deve essere fatta calcolando lo spazio interno utile con le seguenti regole pratiche: - Ipotizzare la quantit di cavi da inserire nel tubo ( fascio ). - Rilevare il diametro di ogni cavo in base alla sua sezione utilizzando la tabella C-1 per i cavi elettrici, il valore 7 mm per il cavo coassiale, e il valore 6 mm per i cavi BUS. - Determinare il diametro medio dei cavi che formano il fascio. Ricavare il diametro del cerchio che circoscrive il fascio di cavi aventi il diametro medio utilizzando la tabella C-2. In caso di diametro medio di valore intermedio tra due valori riportati nella tabella prendere il valore maggiore. Moltiplicare per 1,50 il valore del diametro del cerchio che circoscrive il fascio di cavi aventi il diametro medio ( punto d). Applicando la tabella C-3, che riporta la gamma dei tubi colorati disponibili nel mercato, ricavare il diametro nominale ( corrispondente al diametro esterno del tubo da utilizzare. Considerare che tratti lunghi di tubo e la presenza di pi curve rendono pi difficoltosa loperazione di inserimento dei cavi. Quindi incrementare del 10% il valore ricavato in e) se la lunghezza della tratta superiore a 10 m e del 20% se nella tratta sono presenti pi di due curve. I cavi unipolari flessibili che devono essere utilizzati per la posa in tubi sottotraccia sono definiti dalla norma CEI 20-20. Quelli con isolamento PVC hanno la sigla H07V-K se sono del tipo armonizzato, oppure N07V-K se sono di tipo nazionale non propagante lincendio e a ridotta emissione di gas corrosivi. Quelli con isolamento in gomma senza alogeni e a basso sviluppo di fumi opachi hanno la sigla N07G9-K. Le dimensioni dei citati cavi da considerare per i calcoli sono riportate nella Tabella C-1. Tabella C-1 Diametri massimi esterni cavi elettrici Tipo H07V-K Tipo N07V-K Tipo N07G9-K Sez. mm 2 esterno mm esterno mm esterno mm 1,5 3,4 3,4 3,11 2,5 4,1 4,1 3,8 4,0 4,8 4,8 4,22 6,0 5,3 5,3 4,7 Linserimento dei cavi coassiali per la distribuzione dei segnali TV deve poter essere fatto senza dover ricorrere a particolari attenzioni e senza dover ricorrere alla scelta di cavi con particolari caratteristiche meccaniche e dimensionali. P r o g e t t o
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Dopo linserimento deve essere sempre assicurata la funzionalit dellimpianto e la qualit del segnale trasmesso. Per il calcolo della dimensione del tubo si consiglia di considerare che il cavo coassiale abbia diametro esterno 7 mm. I cavi per il collegamento di circuiti BUS, adatti ad essere inseriti negli stessi tubi dei cavi a tensione di rete, devono avere guaina isolante per tensione 300/500V. Per il calcolo della dimensione del tubo si consiglia di considerare che il cavo BUS abbia diametro esterno 6 mm. Tenendo conto di quanto sopra e definiti tipi e quantit di cavi che formeranno il fascio di cavi da inserire, questa guida prevede di considerare, per il calcolo del diametro del fascio, la media aritmetica dei diametri dei cavi che lo formano. La tabella C-2 riporta i diametri dei cerchi che circoscrivono fasci di cavi (da 2 a 8 ), tutti aventi diametro corrispondente alla media aritmetica dei diametri effettivi dei cavi che formano il fascio. In caso di diametro medio di valore intermedio tra due valori riportati in tabella deve essere assunto il valore maggiore. Tabella C-2 Diametri dei cerchi che circoscrivono fasci di cavi ( da 2 a 8 ) tutti aventi il diametro indicato, corrispondente alla media aritmetica dei diametri effettivi dei cavi che formano il fascio Quantit di cavi che formano il fascio 2
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8 diametro medio dei cavi del fascio [mm] diametro del cerchio che circoscrive il fascio composto da
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La Tabella C-3 riporta i dati relativi alla gamma di tubi corrugati disponibili nel mercato, necessari per linfrastruttura. Tabella C-3 Gamma dei tubi corrugati Denominazione commerciale del tubo Tubo da 16 Tubo da 20 Tubo da 25 Tubo da 32 Tubo da 40 Tubo da 50 Diametro nominale (esterno) (mm) 16 20 25 32 40 50 Diametro utile interno (mm) 10,7 14,1 18,3 24,3 31,2 39,6 Esempio applicativo delle regole esposte: Nella canalizzazione (tubo) si prevede debbano essere inseriti i cavi per una linea di energia + i cavi per una linea luce + un cavo per il circuito di protezione (terra) + tre cavi per circuiti di interconnessione. Per la linea di energia i due cavi hanno sezione 2,5 mm 2 ( esterno 4,1 mm ) Per il circuito di protezione (terra) il cavo ha sezione 2,5 mm 2 ( esterno 4,1 mm) Per la linea luce i due cavi hanno sezione 1,5 mm 2 ( esterno 3,4 mm) Per i tre circuiti di interconnessione i tre cavi hanno sezione 1,5 mm 2 ( esterno 3,4 mm) In totale i cavi che formano il fascio sono otto . Il valore di diametro medio degli otto cavi : ( 4,1 x 3 ) + ( 3,4 x 5 ) diviso 8 = 3,66 mm ( arrotondato 3,7 mm ). Utilizzando la tabella B si individua il diametro del cerchio che li circoscrive (in questo caso abbiamo 8 cavi di diametro medio 3,7 mm ) che risulta essere 12,23 mm. 12,23 x 1,50 = 18,3 mm pertanto, con riferimento alla Tabella C, deve essere utilizzato un tubo da 25. Se la lunghezza della tratta superiore a 10 m deve essere applicata la maggiorazione del 10% ; il valore 18,3 diventa 20,1, il tubo da 25 non ha pi il diametro utile sufficiente e quindi deve essere utilizzato un tubo da 32. Se nella tratta sono presenti pi di due curve deve essere applicata la maggiorazione del 20%; il valore 18,3 diventa 21,9; e anche in questo caso deve essere utilizzato un tubo da 32. C.2 Spazi installativi SA ( per centralini, quadri, armadi ) Linsieme degli spazi installativi nei quali arrivano le reti esterne per tutti i servizi richiesti nella UI, e nei quali sono installate le apparecchiature di sezionamento e protezione, gli alimentatori, i trasformatori, le apparecchiature di controllo e gestione, gli eventuali strumenti di misura e di segnalazione ottica ed acustica, e i cablaggi delle linee in arrivo e delle linee in partenza ( circuiti terminali ), sono identificati con la sigla SA. (si veda cap. 7 della presente guida). P r o g e t t o
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In detti spazi SA vengono installati uno o pi centralini/quadri elettrici o armadi, aventi un adeguato numero di Moduli DIN disponibili, generalmente a file sovrapposte, per linstallazione delle varie apparecchiature sopra citate, e aventi lo spazio per i cablaggi delle linee in arrivo e delle linee in partenza. Le linee entranti nella UI sono: La linea di fornitura dellEnergia Elettrica La linea proveniente dal derivatore di piano Tel-Dati La linea proveniente dal derivatore di piano TV-RD-SAT La linea proveniente dal posto Videocitofonico esterno Linea del sistema BUS di edificio Per il calcolo della quantit di moduli disponibili nel centralino/quadro energia si consiglia che nel centralino/quadro della UI possano essere presenti: Un interruttore Generale con funzione di sezionamento dellintero centralino/quadro e protezione da sovraccarico del montante. La protezione contro le sovratensioni ad impulso ( SPD e protezione relativa ). I dispositivi di sezionamento, comando e protezione dei circuiti terminali e degli impianti per i segnali. Le eventuali apparecchiature di controllo/gestione dei consumi, trasformatori, suonerie, centraline antifurto, alimentatori del sistema BUS, etc. Anzich un unico centralino/quadro comprendente tutte le funzioni sopra indicate pu essere realizzata una struttura con topologia di centralini/quadri in cascata (centralino/quadro principale e centralini/quadri satellite), tenendo presente che il collettore di terra e la protezione contro le sovratensioni ad impulso mediante SPD devono essere collocate nel centralino/quadro principale e non sono richieste nei centralini/quadri satellite. Si consiglia che i circuiti terminali da prevedere ( e quindi da sezionare e proteggere ) possano essere: Almeno due per ogni unit abitativa fino a 50 m2, e uno aggiuntivo ogni ulteriori 50 m2 Un proprio circuito per ognuna delle seguenti utenze/locali/impianti : - Frigoriferi e/o congelatori - Altre utenze cucina - Lavatrice - Bagni - Impianto riscaldamento (caldaia) - Impianto condizionamento (condizionatore) - Impianto allarme-intrusione Tutti i circuiti terminali alimentati dal centralino/quadro di unit abitativa possano essere dotati di proprio interruttore per la funzione di sezionamento e protezione da sovracorrente e devono essere protetti dai contatti indiretti mediante interruzione automatica dellalimentazione tramite interruttore differenziale di I dn coordinato con la resistenza di terra. La protezione dai contatti indiretti pu essere realizzata tramite un interruttore differenziale specifico per ogni circuito terminale (tab. C-4a), oppure tramite un interruttore differenziale comune per gruppo di due o pi circuiti terminali (tab. C-4b) e comunque nel numero massimo di tre circuiti se la protezione dai contatti indiretti effettuata con differenziali aventi I dn non superiore a 30mA. Tenendo conto delle considerazione sopracitate, considerando lUI da 120 m 2 presa ad esempio in questa guida, predisposta per tutte le utenze/locali/impianti considerate, il centralino/quadro energia , nella versione unico centralino/quadro, viene esemplificato in due composizioni possibili (Tabelle C.4a e C.4b). P r o g e t t o
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Tabella C.4a Primo esempio Centralino/Quadro 36 Moduli ENERGIA CENTRALINO/QUADRO 36 MODULI ENERGIA
Tipo di apparecchiatura Moduli DIN occupati Posizionamento nel centralino/quadro SPD e protezione relativa 4 Interruttore Magnetotermico Differenziale Generale 4 Interruttore Magnetotermico Differenziale Prot. Amplificatori TV 2 Interruttore Magnetotermico Differenziale Caldaia 2 Prima fila 12 moduli Interruttore Magnetotermico Differenziale Condizionatore 2 Interruttore Magnetotermico Differenziale Lavatrice 2 Interruttore Magnetotermico Differenziale Frigo/Congelatore 2 Interruttore Magnetotermico Differenziale Prese Cucina 2 Interruttore Magnetotermico Differenziale altre prese 2 Interruttore Magnetotermico Differenziale Bagni 2 Seconda fila 12 moduli Interruttore Magnetotermico Differenziale luci zona giorno 2 Interruttore Magnetotermico Differenziale luci zona notte 2 Dispositivo Gestione Carichi 4 Trasformatore 230/12 e relativa protezione 4 Terza fila 12 moduli
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Tabella C.4b Secondo esempio Centralino/Quadro 36 Moduli ENERGIA CENTRALINO/QUADRO 36 MODULI ENERGIA Tipo di apparecchiatura Moduli DIN occupati Posizionamento nel centralino/quadr o SPD e protezione relativa 4 Interruttore Magnetotermico Generale 2 Interruttore Differenziale linee 1 - 2 3 2 Interruttore Differenziale linee 4 - 5 - 6 2 Interruttore Differenziale linee 7 - 8 - 9 2 Prima fila 12 moduli Interruttore Magnetotermico Caldaia ( Linea 2 ) 1 Interruttore Magnetotermico Condizionatore ( Linea 9 ) 1 Interruttore Magnetotermico Lavatrice ( Linea 8 ) 1 Interruttore Magnetotermico Bagni ( Linea 6 ) 1 Interruttore Magnetotermico Frigo/Congelatore ( Linea 3 ) 1 Interruttore Magnetotermico prese Cucina ( Linea 7 ) 1 Interruttore Magnetotermico altre prese ( Linea 5 ) 1 Interruttore Magnetotermico luci zona giorno ( Linea 1 ) 1 Interruttore Magnetotermico luci zona notte ( Linea 4 ) 1 Interruttore Magnetotermico prot. apparati Dati 1 Moduli liberi di riserva 2 Seconda fila 12 moduli Interruttore Magnetotermico prot. Amplificatori TV 1 Dispositivo Gestione Carichi 4 Trasformatore 230/12 e relativa protezione 5 Moduli liberi di riserva 2 Terza fila 12 moduli Tabella C.4b Secondo esempio Centralino/Quadro 36 Moduli ENERGIA Entrambi gli esempi evidenziano la necessit di predisporre per un centralino/quadro avente minimo 36 moduli disponibili. Anzich adottare la soluzione di un centralino/quadro unico in prossimit dellingresso nella Unit Immobiliare, pu essere adottata la soluzione di spostare alcuni circuiti terminali e relative protezioni con dislocazione periferica in cascata. Alcuni esempi di dislocazione periferica sono : Sezionamento e protezione bagni Sezionamento e protezione luci zona giorno e luci zona notte Sezionamento e protezione cucina P r o g e t t o
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In merito al dimensionamento del Centralino/quadro Allarme-intrusione/furto necessario considerare che normalmente vengono installati nel centralino/quadro: Linterruttore magnetotermico di protezione dei dispositivi del sistema La centrale di controllo del sistema Lalimentatore delle batterie tampone Il dispositivo di controllo delle Batterie tampone Le batterie tampone se in involucro per barra EN60715 ( barra DIN ) Il combinatore telefonico La sirena da interno Altri dispositivi complementari risulta, di conseguenza, necessario predisporre per un centralino/quadro avente minimo 36 moduli disponibili. In merito al dimensionamento del Centralino/Quadro BUS necessario considerare che normalmente vengono installati nel centralino/quadro: Linterruttore magnetotermico di protezione del sistema Lalimentatore del sistema La centrale di gestione Una serie di attuatori, interfacce di comunicazione e accoppiatori di linea Un comunicatore telefonico risulta, di conseguenza, necessario predisporre per un centralino/quadro avente minimo 36 moduli disponibili. La tabella C-5 elenca, a titolo esemplificativo, con sigla SA seguita da un numero progressivo da I a X, la capacit dimensionale, riferita in termini di moduli DIN ospitabili, degli spazi SA per centralini/quadri normalmente utilizzati. Tabella C-5 Spazi SA (da I a X) per centralini/quadri e riferimento a moduli DIN come spazio disponibile nel centralino/quadro installato nel relativo spazio SA
Spazi SA Quantit moduli DIN di riferimento SA-I 4 Moduli SA-II 8 Moduli SA-III 12 Moduli SA-IV 18 Moduli SA-V 24 Moduli ( 2 file da12 ) SA-VI 36 Moduli ( 3 file da 12 ) SA-VII 36 Moduli ( 2 file da 18 ) SA-VIII 54 Moduli ( 3 file da 18 ) SA-IX 72 Moduli ( 4 file da 18 ) SA-X > 72 fino a 252 in file da 18 Moduli Nota: Le sigle SA, seguite da un numero progressivo da I a X, riportate nella tabella C-5, associate alla quantit di moduli DIN di riferimento, hanno solo funzione di orientamento per la predisposizione della infrastruttura, e non intendono classificare i centralini/quadri. P r o g e t t o
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C.3 Spazi installativi SZ ( per scatole di derivazione ) Negli spazi installativi SZ andranno installate le scatole di derivazione per gli impianti sottotraccia (vedi capitolo 7 ). Dette scatole di derivazione devono essere scelte e installate in modo da: Consentire linserimento dei tubi del diametro e quantit calcolati (vedi art. C1) Permettere il facile cablaggio dei cavi, il loro raggruppamento e identificazione con terminazioni sufficientemente lunghe Consentire il rispetto delle regole impiantistiche Garantire il mantenimento dello spazio di riserva approssimativamente non inferiore al 30% dello spazio occupato Non essere vicine a fonti di calore. Permettere lapertura del coperchio per verifiche e manutenzioni Per la separazione dei cablaggi di impianti che obbligatoriamente devono essere divisi luno dallaltro pu essere adottata la scelta di scatola di derivazione unica suddivisa in pi vani tramite appositi setti separatori oppure la scelta di pi scatole di derivazione affiancate e rese comunicanti tramite tubi di raccordo. La grandezza della scatola di derivazione deve consentire che i tubi entranti e i tubi uscenti trovino adeguata quantit di prefratture in modo che la/le pareti della scatola di derivazione non debbano essere sfondate o tagliate totalmente. La scelta della scatola di derivazione e la sua allocazione ( profondit della scatola e spessore della parete ) devono essere coordinate ( attenzione a non creare ponti termici ed acustici ). La tabella C-6 elenca, a titolo esemplificativo, con sigla SZ seguita da un numero progressivo da I a VII, gli spazi SZ per scatole di derivazione e la corrispondente quantit di tubi 32 e 25 inseribili nei lati orizzontali della scatola di derivazione installata nel relativo spazio SZ. Definiti il diametro e la quantit dei tubi che devono essere inseriti, con lausilio della tabella C-6 possibile determinare la grandezza della scatola di derivazione idonea. Tabella C-6 Spazi SZ e quantit di tubi 32 e 25 inseribili nei lati orizzontali della scatola di derivazione installata nel relativo spazio SZ Spazio SZ per scatola di derivazione Dimensioni orientative cm Quantit indicativa di tubi 32 inseribili nei lati orizzontali della scatola di derivazione installata nel relativo spazio SZ Quantit indicativa di tubi 25 inseribili nei lati orizzontali della scatola di derivazione installata nel relativo spazio SZ SZ-I 10 x 10 x 5 2 per lato 3 per lato SZ-II 10 x 10 x 7 3 per lato 7 per lato SZ-III 15 x 10 x 7 5 per lato 10 per lato SZ-IV 20 x 15 x 7 6 per lato 12 per lato SZ-V 30 x 15/20 x 7 9 per lato 18 per lato SZ-VI 40 x 15/20 x 7 12 per lato 26 per lato SZ-VII 50 x 20 x 8 25 per lato 39 per lato P r o g e t t o
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Gli spazi SZ indicati non sono i soli che possono essere presi in considerazione. Le sigle SZ seguite da un numero progressivo da I a VII riportate nella tabella C-6, associate alla quantit e dimensioni dei tubi inseribili nei lati orizzontali della scatola di derivazione installata nel relativo spazio SZ, hanno solo funzione di orientamento per la predisposizione della infrastruttura e non intendono classificare le scatole di derivazione. Le dimensioni indicate sono solamente spazi orientativi, non sono discriminanti per la scelta della scatola da utilizzare, e in sede di progettazione/realizzazione della infrastruttura, una scatola pu essere sostituita da pi scatole, mantenendo la condizione di corretto inserimento dei tubi, di agevole e sicuro alloggiamento dei cablaggi e, ove previsto, delle apparecchiature da allocare, garantendo il mantenimento di uno spazio di riserva approssimativamente non inferiore al 30% dello spazio occupato. P r o g e t t o
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APPENDICE D Corrispondenza tra simboli CEI del CT 3 e simboli utilizzati nella presente Guida. Introduzione La presente Tabella stata ricavata dalle Norme del CT3 e principalmente dalla CEI 3-23 : Segni grafici per schemi - Schemi e piani dinstallazione architettonici e topografici , pi aderente allo scopo della presente Guida. Tuttavia sono stati riportati anche segni grafici e simboli pubblicati in altre norme dello stesso CT e simboli abitualmente utilizzati nella stesura degli schemi dellinfrastruttura per gli Impianti EEC, in modo tale da agevolarne la lettura. - Nellarticolo D.1 si indicano i simboli grafici per gli spazi installativi SA, SZ ,SU e le canalizzazioni. - Nellarticolo D.2 si elencano, per comodo riferimento del lettore, gli impianti che realizzano i servizi trattati nella presente Guida. - Nei successivi articoli si riportano i simboli per le apparecchiature da ubicare negli spazi installativi. Lo schema dellinfrastruttura, redatto con la simbologia proposta, potr visualizzare in modo immediato la dislocazione degli spazi installativi , le apparecchiature (servizi) in essi poste e le canalizzazioni che li collegano. P r o g e t t o
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D.1 SPAZI INSTALLATIVI e CONDUTTURE (CEI 3-23)
Descrizione Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2 Cassetta (simbolo generale)
CEI 3-23
SU
Cassetta di connessione e/o derivazione
CEI 3-23
SZ
Quadro centrale di distribuzione oppure CEI 3-23
SA
Connessione allinterno del muro con canalette
CEI 3-23
Casi particolari che richiedono maggiori dettagli
SU per Punto movimentazione SU per Alimentazione Specchi bagni SZ energia / Illuminazione SA Antintrusione SU per Alimentazione idromassaggio SU per Allarme bagno e doccia SZ A/V - Diffusione sonora SA energia / Illuminazione Punto terminale a muro senza scatola SZ antintrusione SZ TV- Tel Dati
SA A/V - Diffusione sonora SA TV- Tel Dati
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D.2 TIPO DI IMPIANTO EEC distribuzione energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.) : nero telefonico; verde di ricezione tv; verde (video)citofonico; blu di distribuzione audio/video (hi-fi); blu di trasmissione dati; verde di sicurezza (antintrusione/antifurto e allarmi tecnici); marrone domotico (integrazione delle funzioni domestiche) nero. P r o g e t t o
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D.3 distribuzione energia D.3.1 Illuminazione
Descrizione
Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2 Lampada (simbolo generale)
CEI 3-20, CEI3-23
CEI 3-27 Lampada emergenza
CEI 3-23 autonoma
CEI 3-23 su circuito speciale
Interruttore (simbolo generale )
CEI 3-23
Pulsante
simb.generale CEI 3-23 simbolo CEI 3-27 per pulsante campanello ingresso
generico
pulsante per campanello ingresso Casi particolari con maggiori dettagli
Punto Luce a soffitto
L L E P r o g e t t o
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Punto luce a parete Luce a piantana
Luce da tavolo D.3.2 Movimentazione
Descrizione
Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2 Attuatore a Motore
CEI 3-14
D.3.3 Potenza : prese energia
Descrizione
Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2 Presa (simbolo generale)
CEI 3-23
..P30 17/11
Prese Comandate
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D.4 IMPIANTO TELEFONICO
Descrizione
Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2 Presa ( simbolo generale)
CEI 3-23
Telefono ( simbolo generale)
CEI 3-21
Apparecchio Emittente Ricevente
CEI 3-21
NOTA TP = TelePhone D.5 RICEZIONE TV
Descrizione
Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2 Presa TV ( simbolo generale)
CEI 3-23
Televisore
CEI 3-27
TV TV T TP TP P r o g e t t o
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D.6 (VIDEO)CITOFONICO
Descrizione
Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2 Presa
CEI 3-21
Citofono
CEI 3-23
Video-Citofono -
Punto Citofonico
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CEI 3/27
Video
CEI 3/27
NOTA: M = microfono + altoparlante M P r o g e t t o
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D.7 DISTRIBUZIONE AUDIO/VIDEO (HI-FI-TV HOME THEATRE)
Descrizione
Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2 Amplificatore Audio ( simbolo generale)
CEI 3-23
CEI 3-27
Altoparlante ( simbolo generale)
CEI 3-21 / CEI 3- 27
Video
CEI 3/27
Home theatre
Casi particolari che richiedono maggiori dettagli Punto Audio Normale Punto Home Theatre (HT) Punto audio (HT) commutabile Normale P r o g e t t o
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D8 TRASMISSIONE DATI
Descrizione
Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2 Computer
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Presa dati -
estensione da CEI 3-23
Stampante -
Punto dAccesso (PA Internet) -
D P r o g e t t o
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D9 SICUREZZA (ANTINTRUSIONE/ANTIFURTO E ALLARMI TECNICI)
Descrizione
Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2 Centrale (simbolo generico)
CEI 79-34 CA = Centrale di Allarme NI = Numero di Ingressi Z = Numero di Zone
Combinatore Telefonico (simbolo generico)
CEI 79-34
Centrale con Combinatore Telefonico
Concentratore (simbolo generico)
CEI 79-34 MC = Concentratore NI = Numero di Ingressi Z = Numero di Zone
Rivelatore perimetrale
CEI 79-34 Tecnologia non descritta
Rivelatore Volumetrico Tecnologia non descritta
NI Z CA NI Z MC NI Z CA C P r o g e t t o
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(simbolo generico) CEI 79-34
Sirena interna
CEI 79-34
Sirena autoalimentata
CEI 79-34
Inseritore (simbolo generale da adottare per tutti i tipi )
CEI 79-34
Sensore All. Tecnico (segnalazione generica)
CEI 79-34
SE = RA per acqua = RG per GAS = RT per Temperatura Rivelatore Gas Rivelatore Temperatura (Freezer) Rivelatore perdita acqua
RA RT RG SE RV P r o g e t t o
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D10 DOMOTICO (INTEGRAZIONE DELLE FUNZIONI DOMESTICHE)
Descrizione
Simbolo CEI Simbolo CEI alternativo Simbolo utilizzato nella Guida CEI 64-100/2 Alimentatore
CT205
Sensore
CT205 n = numero Ingressi S = grandezza rilevata
Attuatore CT205
Orologio Programmatore
CEI 3-23
Cronotermostato
estensione da CEI 3-23
Altri
Vedere guida CT205
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Sede del Punto di Vendita e Consultazione Progetto C. 1008:2008-12 Scad. 29-02-2009 Totale Pagine 78 20134 Milano Tel. 02/21006.1 http://www.ceiweb.it Via Saccardo,9 Fax 02/21006.222 e-mail cei@ceiweb.it
P R O G E T T O
La presente Norma stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1 Marzo 1968, n. 186. Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano Stampa in proprio Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 Luglio 1956 Responsabile: Ing. R. Bacci
Comitato Tecnico Elaboratore CT 64 Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (fino a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c)