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Facolt di Scienze della Formazione

Master di II livello in
Metodologia e Didattica Speciale per lIntegrazione degli allievi con disabilit

Insegnamento n.1 - Fondamenti per la progettazione e la riprogettazione dei processi di integrazione e di inclusione

Attivit di approfondimento individuale

KOLLYROPOULOS KONSTANTINOS [MAT. 466688]

Roma, il 06 / 03 / 2013

1. Descriva il significato di disabilit e di Bisogni Educativi Speciali (BES) nel linguaggio delle classificazioni internazionali dellOrganizzazione Mondiale della come evidenziato nei materiali di studio. In particolare consideri i seguenti aspetti: A) Le modifiche culturali ed operative nei confronti della disabilit e dei BES conseguenti alla pubblicazione dellICF La Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilit e della Salute (International C1assification of Functioning, Disability and Health, ICF, 2001) si modifica dal precedente modello dellhandicap1, permettendo di transitare dalla logica dellesclusione di determinate persone etichettate a quella dellintegrazione totale di tutte le persone, ovvero alla logica dellinclusione. Il nuovo modello o classificazione non si tratta di una classificazione delle conseguenze delle malattie come nella precedente versione del 1980, ma di una classificazione delle componenti della salute e rappresenta, quindi, un modello universale ed inclusivo che riguarda il funzionamento di tutti, a tutte te et e in tutto il mondo, e considera la molteplicit delle interazioni tra le persone inserite in uno specifico contesto di vita. In conseguenza di tale approccio, il significato di disabilit, che precedentemente si riferiva ad una sorta di assenza della salute in una minoranza di persone, invece la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali, e i fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui vive lindividuo. In questo senso, la disabilit non pi un problema che riguarda solo un gruppo di persone, ma una condizione che a ciascuno pu capitare sperimentandola in qualsiasi momento nel corso della propria vita. La nuova classificazione si fonda dunque su un nuovo concetto di salute, inteso non pi come assenza di malattie ma come piena funzionalit della persona e capacit di vivere pienamente e attivamente nel contesto sociale, Da questo concetto consegue che la condizione della persona vista non solo in relazione a funzioni o strutture del corpo ma anche in relazione ad attivit individuali e al livello di partecipazione sociale. Una menomazione, ad esempio, non sempre d luogo a disabilit in quanto non detto che comporti delle restrizioni alle normali attivit, anche in considerazione delle compensazioni e del grado di accettazione personale e sociale che possono essere messi in atto. NellICF vengono quindi classificate la salute e gli stati ad essa correlati, in un capovolgimento che ha come riferimento la qualit della vita delle persone in una integrazione tra la dimensione medica e la dimensione sociale della disabilit e in cui i disturbi, strutturali o funzionali che siano, vengono rapportati a uno stato considerato di salute. Si passa da un modello sequenziale ad uno reticolare e sistemico, in cui per la prima volta viene effettuata una catalogazione sistematica dei fattori ambientali, in cui la disabilit assume il valore di una condizione di salute in un ambiente sfavorevole. Anche dal punto di vista linguistico si assiste a un cambiamento notevole: non vengono pi utilizzati termini quali menomazione o handicap, ritenuti lesivi per la dignit della persona a causa di una loro connotazione negativa, oltre che riduttivi della persona, e si adopera invece un linguaggio pi corretto e condivisibile.

Nella bibliografia scientifica greca si referisce anche come modello medicale

B) Le differenze tra ICF e ICF-CY LICF-CY una versione dellICF, ma specializzata e concentrata nei confronti dei bisogni educativi speciali, che si sviluppano nellet evolutiva (fino ai 18 anni circa). LICF-CY stato sviluppato per rispondere allesigenza di una versione dellICF che potesse essere universalmente utilizzata per bambini e adolescenti nei settori della salute, dellistruzione e dei servizi sociali. Questo si dice perch i soggetti in et evolutiva svolgono attivit diverse da quelle degli adulti e i loro ambienti di vita cambiano notevolmente durante la crescita. LICF-CY affronta alcuni aspetti che si differiscono da quelli delIFS, ad esempio : il ritardo evolutivo che non presente nellICF del 2001. nellICF la scuola veniva indicata nel blocco Istruzione facendo riferimento ad alcune categorie generali (istruzione informale, istruzione prescolastica, istruzione scolastica, formazione professionale e istruzione superiore), nellICF-CY queste stesse non solo vengono definite con maggiore precisione nelle loro caratteristiche, ma sono arricchite di ulteriori aspetti ritenuti rilevanti, quali ad esempio quelli relativi a come e se il bambino o ladolescente In generale, possiamo concludere che lICF-CY contiene e propone unapproccio specializzato per documentare le caratteristiche dello sviluppo del bambino e linfluenza dellambiente circostante e pu essere utilizzato da chi eroga servizi, dagli utenti e da tutti coloro che hanno a che fare con la salute, listruzione e il benessere di bambini ed adolescenti.

C) Come luso dellICF favorisce la corresponsabilit educativa e formativa dei docenti LICF aiuta a definire le diverse situazioni di bisogno educativo speciale sia se caratterizzate da problemi biologici, corporei e di attivit personali, sia se derivano da problemi contestuali, ambientali o da partecipazione sociale. Cos, lICF contiene un approccio integrale ed inclusivo ai bisogni ed obiettivi formativi e possiamo che uno strumento specifico per i docenti, poich favorisce lindividualizzazione del processo di insegnamento- apprendimento. Quest individualizzazione tiene conto dei bisogni educativi speciali di ciascun alunno e cos permette di valorizzare la ricchezza della flessibilit della didattica, rendendola efficace e produttiva alla soddisfazione di determinati bisogni. Daccordo il materiale dittatico della UD-1, la flessibilit non , dunque, una parola magica, n un nuovo idolo, ma una scelta didattica a favore dellindividualizzazione dellinsegnamento e dellapprendimento, altrimenti impossibile da realizzare. E poi, nelle Linee Guida per lintegrazione scolastica degli alunni con disabilit (ove si sottolinea la corresponsabilit educativa e formativa dei docenti) si ribadisce che la logica dellintegrazione sistemica, deve impregnare l'intera comunit scolastica e non pu adagiarsi su pratiche disimpegnate che svuotano il senso pedagogico, culturale e sociale dellintegrazione trasformandola da un processo di crescita per gli alunni con disabilit e per i loro compagni a una procedura solamente attenta alla correttezza formale degli adempimenti burocratici.
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2. Il gioco e la musica sono individuati come componenti fondamentali dellesperienza umana e possibili motori di unazione didattica utile allo sviluppo delle potenzialit e dellinclusione scolastica degli allievi con disabilit o BES Commenti questa affermazione alla luce dei materiali di studio e della sua esperienza Daccordo il materiale dittatico della UD-1, interessante lattenzione che nellICF-CY IOMS rivolge al gioco, al giocare e ai giocattoli in tutte le culture, quali elementi fondamentali nel determinare il funzionamento e le condizioni di salute dei bambini e degli adolescenti. Si tiene conto, in questo contesto, di come il gioco oltre ad essere un diritto sancito dalle convenzioni internazionali, sia unarea di funzionamento che permette di osservare e descrivere in un ottica multifattoriale e multidimensionale la crescita e la salute dellindividuo in et evolutiva. Come afferma Piaget, il bambino si serve del gioco per conoscere e per misurarsi con la realt e, dunque, giocare significa anche esplorare il mondo, allargare i propri orizzonti culturali, vivere esperienze fisiche ed emotive, conoscere se stessi e gli altri, fare scoperte, ecc. Anche la musica, come il gioco, oggetto di particolare attenzione nellICF-CY, considerata attivit fondamentale sia per lo sviluppo individuale che per lintegrazione sociale. E molto interessante rilevare come nella Classificazione venga ampliata anche lindicazione delle attivit musicali e sonore quali esperienze realmente presenti nelle storie dei bambini e degli adolescenti di tutto il mondo. La musica come strumento di esercizio per lo sviluppo e la sensibilit, si rivolge al essere intero di un individuo, cio nel suo corpo, la sua anima, i suoi sentimenti ed i suoi pensieri. Possiamo dire che tra l'intervento di musica (in senso di un processo scientifico utilizzato per effettuare l'intervento di integrazione, di prevenzione, di cura o di riabilitazione in grandi aree del comportamento umano) e di azione a scuola, c un rapporto non solo tra i contenuti accademici, ma anche tra lobiettivo comune di promuovere lo sviluppo complessivo di studenti in modo che possano "imparare a comprendere". Con la musica possiamo praticare molteplici competenze, come 2: La sensibilit tattile, che potrebbe essere descritta come "vibratoria-tattile", siccome siammo riferiti alla sensibilit ai suoni musicali, che sono essenzialmente le vibrazioni Nel corso dell'udienza, e cio la fase percettiva, che pu portare servito per acquisire la capacit di ascolto Nella visione, che ci permette di preparare una frase musicale e di valutare le reazioni degli altri in quello che trasmesso o sentito Il sapore e l'aroma, che aggiungono preziose informazioni circa il materiale auditivo, come lo strumento musicale che pu essere utilizzato Nel caso di una persona con disabilit multiple, la musicoterapia offre realmente attivit terapeutica per l'adolescente, siccome: La fornitura di opportunit di stimoli sensoriali La promozione della vita sociale come pratica collettiva (socializzazione), Non solo un mezzo di espressione, ma anche un mezzo di comunicazione.

Carr, Alain, 1993


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3. Come si evince dai materiali di studio proposti in questa Unit, la Diagnosi Funzionale (DF) e il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) costituiscono la base per la progettazione didattica per ciascun alunno con disabilit. Consideri i seguenti punti: A) Che cosa sono la DF e il PDF i. La Diagnosi Funzionale Come abbiamo letto nel materiale dittatico della UD-1 la diagnosi funzionale rappresenta il primo di una serie di atti che necessitano di essere eseguiti in successione ordinata al fine di realizzare il processo di integrazione dellalunno con disabilit. In questo modo la diagnosi funzionale il primo passo per costituire per la progettazione didattica per ciascun alunno con disabilit. ii. Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF), d accordo il materiale dittatico dell UD-1, si basa nel senso della Legge 104 del 1992, dove si scrive che il PDF indica le caratteristiche fisiche, psichiche, sociali ed affettive dell alunno e pone in rilievo sia le difficolt di apprendimento conseguenti alla situazione di handicap e le possibilit di recupero, sia le capacit possedute che devono essere sostenute, sollecitate e progressivamente rafforzate e sviluppate nel rispetto delle scelte culturali della persona handicappata. D accordo questa legge possiamo capire che il PDF un azione congiunta, frutto del lavoro svolto da un equipe mista composta dalla famiglia dell alunno, dagli operatori della scuola e da quelli della sanit, che d luogo ad un documento di sintesi realizzato con l apporto di competenze diversificate. B) Il ruolo del GHLO in relazione alla costruzione del PDF Lazione sinergica dei componenti dei GLHO permetter di utilizzare le informazioni provenienti dalla DF e la loro sintesi interpretativa contenuta nel PDF per decidere le modalit di intervento pi opportune e la realizzazione di azioni formative coordinate nei contesti di apprendimento formale, informale e non formale in cui lalunno disabile vive. La collaborazione con il GHLO lelemento indispensabile per la corretta formulazione del profilo e per la formulazione successiva di un piano di lavoro mirato allo sviluppo delle potenzialit dellallievo. C) Il contributo della famiglia nella costruzione del PDF Alla elaborazione del PDF, con il concorso degli operatori delle unit sanitarie locali (ASL), della scuola e delle famiglie, verifiche per controllare gli effetti dei diversi interventi e linfluenza esercitata dallambiente scolastico. Si tratta dunque, di unazione congiunta, frutto del lavoro svolto da unequipe mista composta dalla famiglia dellalunno, dagli operatori della scuola e da quelli della sanit, che d luogo ad un documento di sintesi realizzato con lapporto di competenze diversificate

D) La stesura del PDF non solo un impegno burocratico Poich il profilo dinamico funzionale ha le sue radici nella diagnosi funzionale ed essendo questa non pi una diagnosi-etichetta, ma la raccolta dei molteplici elementi ricavati mediante losservazione sistematica dei repertori comportamentali dellalunno, il gruppo di lavoro pu dispone dei dati-base essenziali per costruire un profilo significativo e per individuare le linee educative e gestionali e gli strumenti operativi pi efficaci da utilizzare nella quotidianit scolastica.

4. Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) uno strumento fondamentale per realizzare una didattica in grado di garantire lintegrazione e linclusione scolastica dellalunno con disabilit. Precisi in particolare: A) Le caratteristiche fondamentali del PEI Le caratteristiche fondamentali del PEI sono le seguente : i. La conoscenza dellalunno/a mediante molteplici fonti di informazioni, come la diagnosi funzionale, il fascicolo personale dellalunno (e, ove esistente, portfolio dellallievo) la collocazione con i docenti degli anni scolastici precedenti, con la famiglia e con i specialisti e operatori in contatto, a vari livelli, con lalunno ii. La conoscenza diretta dellalunno mediante losservazione sistematica e occasionale su: situazione di partenza relativi ad aspetti comportamentali; situazione di partenza relativi ad aspetti cognitivi disciplinari; motivazione ad apprendere; modalit comunicative e relazionali con insegnanti e compagni. iii. Lanalisi e rilevazione delle risorse della scuola, professionali e materiali. Analisi delle risorse del territorio. iv. Lindividuazione e definizione degli obiettivi educativi in relazione alla situazione di partenza dellalunno nellambito della programmazione educativa della classe e della scuola. v. Il coinvolgimento della famiglia per il raggiungimento dei traguardi formativi che si ritengono adeguati alle possibilit di crescita e di sviluppo del figlio-alunno; individuazione delle aree e delle modalit di intervento comune. vi. Stesura del piano di lavoro individualizzato mediante la programmazione di: obiettivi didattici, cognitivi, affettivi, emotivo-relazionali e relative prove di verifica e modalit di comunicazione degli esiti tra i docenti coinvolti e gli operatori extrascolastici al fine di regolare, se necessario, la progi-ammazione stessa; contenuti disciplinari; attivit, mezzi e indicazioni metodologiche e operative con riferimento a tempi e modalit dei diversi interventi; a tempi e modalit di interazione tra docenti; raccordi interdisciplinari e con la programmazione curricolare; criteri di valutazione anche in riferimento alla compilazione del documento di valutazione.

B) Il rapporto tra il PEI e la progettazione della classe La costruzione del piano educativo lesito di un impegno collegiale volto a superare la logica dellemarginazione del binomio alunno disabile-insegnante di sostegno e che la sua applicazione concreta si realizza allinterno dellattivit di classe. Certamente alla base di un processo di integrazione efficace vi un piano non solo ben fatto ma soprattutto condiviso e collegato alla programmazione di classe, in grado di prevedere didattiche alternative e flessibili oltre che soluzioni organizzative funzionali a soddisfare sia i bisogni formativi dellalunno disabile che quelli del gruppo di appartenenza. Infatti, non svolge certo la sua funzione un piano educativo che, pur rispondente alle caratteristiche personali dellalunno disabile, presenti, per, obiettivi didattici completamente disgiunti da quelli di classe e disinteresse da parte degli altri componenti il team di insegnamento

C) In cosa consistono le sinergie tra linsegnante di sostegno e gli altri insegnanti della classe Le Linee Guida per lintegrazione scolastica degli alunni con disabilit mettono in risalto la necessit di diffondere nellintera comunit scolastica una corretta logica dellintegrazione e lopportunit che tale logica debba informare il lavoro dei gruppi previsti dalle norme e la programmazione integrata. Allinterno di questo processo la formazione e le conoscenze degli insegnanti insieme alla loro capacit di formare gruppi di lavoro creativi ed efficaci con un alto livello di collaborazione e di comunicazione interpersonale, si presentano come aspetti professionali essenziali dai quali dipende fortemente la qualit dellintegrazione attivata e di conseguenza il livello di inclusione raggiunto. Nella bibliografia scientifica ben affermata e considerata la validit di un gruppo di insegnamento diversificato nelle sue componenti (Chiappetta Cajola L., Handicap e valutazione. La funzione di controllo e regolazione nel processo formativo degli allievi disabili, Anicia, Roma, 1998, p. 51 e segg.) e la necessit di avere una pluralit di riferimenti ed aiuti per lalunno disabile (Canevaro A., Pedagogia speciale. La riduzione dellhandicap, Bruno Mondadori, Milano, 1999, p. 66). Inoltre, questi riferimenti biliografici hanno fatto emergere anche tra gli insegnanti la necessit di un lavoro sinergico sia allinterno dellequipe pedagogica scolastica sia con a tutti i professionisti impegnati nel lavoro preventivo, riabilitativo, terapeutico, educativo (scolastico ed extra-scolastico) al fine di raggiungere levati livelli di accordo diagnostico, riabilititativo-educativo tra gli operatori dei vari settori (Chiappetta Cajola L., Didattica per lintegrazione. Processi regolativi per linnalzamento della qualit dellistruzione, op. cit., p. 46).

D) Perch possono essere necessarie le azioni di ri-progettazione didattica D accordo il materiale dittatico dell UD-1, il piano educativo ha carattere dinamico. Cos, il piano educativo pu essere, infatti, modificato in qualsiasi momento del percorso, a seconda degli esiti rilevati dalla verifica sistematica degli apprendimenti acquisiti dall alunno. Quindi la sua progettazione, come quella del profilo dinamico funzionale, non da considerare definitiva ma, al contrario, in continua evoluzione e, dunque, con una forte valenza orientativa nei confronti degli interventi da attivare. D accordo la professoressa Greca Panteliadu3, la ri-progettazione didattica necessaria perch nella struttura del Piano educativo individualizzato (P.E.I.), ci sono quatro elementi, i quelli sono autonomi, ma simultaneamente si interagiscono e ottengono feed-back dai bisogni educativi e le capacit degli studenti. Questi quatro elementi necessari sono : a) il contenuto, cio la conoscenza accademica e le competenze relative a ciascun soggetto b) le strategie di insegnamento che comprendono tutte le tecniche o metodi che facilitano gli studenti all' acquisizione di contenuti c) l ambiento didattico, che fa riferimento alla organizzazione della classe e il raggruppamento di studenti (classe intera, piccoli o grandi gruppi, individuali) e d) l atteggiamento degli studenti, che si riferisce sia ai risultati scolastici obiettivi delle attivit di apprendimento, sia alla valutazione dei progressi personali degli alunni. E cos possiamo vedere che questo carattere non definitivo della progettazione, determina il bisogno di una revisione del sogetto ditattico con l aiuto di ri-progettazione, dove questa ri-progettazione la modificazione, la ri-valutazione e l addattamento del P.E.I. ai bisogni veri e reali dell alunno che provengono dall osservazione in tempo reale dell alunno in classe. Questa osservazione deve essere fatta dal insegnante e finalmente, questa osservazione utile perch cos l insegnante pu regolare il P.E.I. per rispondere alle esigenze educative degli studenti, modificando uno o pi degli elementi strutturali del P.E.I., sempre per ottenere e fare il migliore possiblile per l alunno disabile.

Panteliadu, Susanna, Patsiodimu, Antonia & Mpotsas, Georgios, 2004

5. Lidea di diversit e il suo rapporto con leducazione si forma anche grazie ai contributi di scrittori ed intellettuali. Scelga almeno una delle letture proposte e la commenti secondo il suo punto di vista

Abbiammo scelto la 2a lettura di Matteo Schianchi con il titolo Lo sguardo sullhandicap perche pensiamo che questo testo un buon esempio di contribuzione dei scrittori ed intelletuali alla formazione adeguata e giusta dellidea di diversit e il suo rapporto con leducazione. In questo punto, possiamo commentare di pi questargomento per spiegare meglio la nostra scelta. In questa lettura di Schianchi possiamo vedere unespressione ben commentata in modo scientifico e non in modo sentimentale e con mancanza di imparzialit. In questo modo lo scrittore pu contribuire e dare di pi allidea di diversit perche con il suo approccio giustificato ed imparziale, dar ai suoi lettori un testo completo ed integrale per farnegli cappire meglio che cos la diversit e il fatto di essere un handicap. Cos uno scrittore se fa un approccio scientifico, potr formare ed educare allo stesso momento lopinione pubblica ai soggetti di diversit e di disabilit e fornire, inoltre, la gente con informazioni ragionevoli che ne possono usarsi a far cappire che cosa vuol dire lhandicap e guardare la vita con gli occhi di un handicap o meglio (se usando il titolo dello scrittore) con lo sguardo sullhandicap. Questo fatto cruciale perche i vari scrittori possono dare e diffondere a noi il concetto dellempatia, un concetto molto importante alle scienze delleducazione, ma anche a la nostra vita quotidiana.

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6. Svolga lattivit operativa n.1 (Scarica lattivit) Vedi il file Kollyropoulos_Konstantinos_AO_N_1

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Riferimenti bibliografici Carr, A., The application of Music Therapy on Disabled Teenagers, VII. WorldKongress of Music Therapy, Vitoria-Gasteiz (SPAGNA), 1993. Chiappetta Cajola, L., Marotti, P. & Lavinia Rizzo, A., (2011), Insegnamento n.1 Fondamenti per la progettazione e la ri-progettazione dei processi di integrazione e di inclusione, Universit degli Studi ROMA TRE, Edizioni Universitarie, Roma. Chiappetta Cajola, L., Lavinia Rizzo, A. & Traversetti, M. (2013), Insegnamento n.1 Fondamenti per la progettazione e la ri-progettazione dei processi di integrazione e di inclusione, Universit degli Studi ROMA TRE, Edizioni Universitarie, Roma. Ministero dellEducazione ed Affari Religiosi di Grecia, (2008). Educazione Speciale e Educazione della gente con disabilit, ecc., Legge del 2 Ottobre 2008, n. 3699, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Greca, Vol. A, No 199/2-10-2008, Atene, GRECIA Panteliadu, S., Patsiodimu, A. & Mpotsas, G., (2004). I disturbi dell'apprendimento nella scuola secondaria, Edizioni Adaction, Volos, GRECIA Polychronopulu, S., (2001). Bambini e adolescenti con bisogni e opportunit speciali, Vol. A, Edizioni Atrapos, Atene, GRECIA

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