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LORIGINE DEL TEATRO All'origine del Teatro c'e' l'ansia umana di relazionare con le divinita' ( sacrale), e il bisogno dell'uomo

di intessere rapporti con i suoi simili (ludica). L'animismo e la magia, elementi iniziali delle religioni al loro nascere, coi loro riti, cerimonie e culti, hanno dato inizio alle prime forme reali di teatro. L'uomo, in balia degli elementi naturali quali i fulmini, le inondazioni, terremoti ecc., ritenendoli manifestazioni del soprannaturale, finisce cosi' per credere agli spiriti, alla sopravvivenza degli antenati ed, infine, agli dei, dando origine al mondo delle immagini nate dal suo stesso cervello. L'imitazione, la prima maniera d'apprendimento, fa nascere il gruppo mimato (Ha Ha, He He), quindi la danza (Hi Hi). !a la realta' fa paura all'uomo e lo induce a crearsi esseri fantastici dai quali farsi proteggere" quindi li evoca, li anima, li rappresenta, fino a metterli in scena (Ho Ho). La rappresentazione necessita dei riti" la folla vede il mago (Hu Hu), trasformato dalla maschera, dall'abito e dagli accessori, inventare favole, e ne resta incantata# si forma il culto, le liturgie, coi cori e le musiche. $n seguito il culto degli antenati viene soppiantato dal culto degli dei che presiedono alle forze naturali, alle stagioni, agli astri. % con essi irrompe antropomorfismo, la vita umana che si rispecchia in quella celeste, il quale richiede e determina il sacrificio e la rappresentazione in onore del dio. Tutto cio' fino all'avvento dei &e. 'oi &e si cambia il mito, secondo le necessit( del &e e delle classi dominanti. 'on questo culto tutta la forma teatrale, profana e sacra, diventa forma di dialogo drammatico. 'osicch), lasciando dietro le spalle %gina e i suoi concorsi d'ingiurie tra i cori e le donne spettatrici il teatro, diventa sempre piu' conquista dello spirito, mezzo di conoscenza, legame sociale,presa di coscienza, ed, in sintesi, specchio della societ(. La sua storia comincia. *alle ricerche archeologiche e precisamente col ritrovamento di un papiro, nel +,-., da parte di /urt 0ethe, abbiamo saputo che gia' mille anni prima della nascita della tragedia greca, il teatro si praticava nell'antico %gitto sotto forma del culto dei 1 !isteri di 2siride1# 3uel papiro era il promemoria del maestro di cerimonie che sovrintendeva al rito stesso. *all'archeologia sappiamo anche che la civilt( minoica conosceva l'uso della cetra e del flauto, cio' presuppone che l'arte della danza era gia' fin d'allora praticata come mimica di azioni di caccia o di guerra, in definitiva era gia' l'embrione del teatro. IL TEATRO GRECO. La nascita del teatro greco si fa risalire ai misteri di %leusi, di origine egiziana, collegati al culto di 2siride e ricollegati al culto agreste, in funzione al ciclo delle stagioni. 4rima furono messe in scena la vita e le gesta di *ionisio, il cui culto era improntato ad un frenetico giratondo di satiri avvinazzati e osceni, rappresentato come dio vittima, prima , ma poi, con le ripetizioni, ricordo e commemorazione del dio stesso. 5ino al 6$ secolo a.'., il canto corale accompagnava da solo tutte le cerimonie, intanto che la lingua di 2mero dava elemento stabile alla lingua greca che sarebbe cosi' divenuta l'elemento essenziale del genio greco e del suo teatro. *all'epoca dei gerarchi, fino a 0olone, 7,8 a.'., le feste erano accompagnate da cori e danze figurate, primo abbozzo di azione drammatica. 3uindi con gli eroi e le loro gesta, le manifestazioni divennero vere e proprie rappresentazioni.

$l *itirambo e il 9imbico, furono i progenitori dell:Arte *rammatica. $l *itirambo, coi suoi tumulti orgiastiche, prefigura la 'ommedia" mentre il giambico, col suo ritmo breve intervallato da uno lungo, era un componimento poetico violentemente polemico e satirico, e prefigura il dramma. La tradizione attribuisce le prime forme reali di teatro, a Tespi, venuto dall'$caria, verso la meta' del 6$ secolo, e giunto ad Atene su di un carro su cui trasportava degli attrezzi di scena, gli arredi, i costumi e le maschere. Tespi ebbe grande successo in tutta la 9recia tanto che fu necessario farlo partecipare alle feste dionisiache che quell'anno erano inaugurate dagli agoni drammatici. GLI AGONI DRAMMATICI. Le feste degli antichi greci, le Linee, erano caratterizzati da agoni drammatici, ed erano feste particolarmente rurali e tipicamente locali. $nvece le *ionisie, data la loro importanza, erano a carattere panellenico e l'attivita' principale era data dalle rappresentazioni delle tragedie, la cui preparazione avveniva durante i mesi estivi per concludersi con le rappresentazioni vere e proprie durante i mesi invernali. ;el 6 secolo detti agoni assumono tutta l'importanza che la storia gli concede, raggiungendo il livello piu' alto, sia per il prestigio dei grandi tragediografi, sia per la perfezione delle rappresentazioni, che da quella data in poi non vennero piu' modificate. ...3uesto magico 6 secolo a.'., nel quale l'umanita' era ancora in fasce dette uomini illustri non solo all'Antica 9recia, ma a tutta la civilta' occidentale.( 0i pensi che la grande Atene era una citta' di duecentomila abitanti, di cui solo ventimila cittadini ateniesi e il rimanente schiavi o meteci)# Anassagora, 9orgia, 4rotagora, 0ocrate, 4latone, 4almenide, <enone tra i filosofi" %schilo, 0ofocle, %uripide tra i poeti tragici" Aristofane tra i commediografi" $ppocrate fra i medici" !irone, 5idia, 4rassitele, 'allicrate, 4olicleto tra gli artisti" %rodoto, Tucidite, 0enofonte tra gli storici" Lisia $peride, Trasimaco tra gli oratori" Temistocle, !ilziade, 'imone, 4ericle, Aristide, Alcibiade tra i politici.... $n quel periodo il nome dell'Arconte in carica dava il nome agli agoni di quell'anno. A lui i poeti ammessi a partecipare agli agoni, chiedevano un coro. La messa in scena di un dramma implicava un certa spesa, ed era compito dell'Arconte nominare un 1'orego1, cioe' un finanziatore, per ogni poeta concorrente. 4iu' il 'orego era munifico, piu' ricca era la rappresentazione e, naturalmente, piu' possibilita' aveva quel 4oeta di vincere l'agone" infatti per detti motivi, l'assegnazione 'orego 4oeta, era stabilita dalla sorte. % in quei tempi, il 4oeta stesso era regista, compositore, coreografo e interprete della proprio tragedia. Le tragedie vincitrice erano scelte da giudici, detti /ritai, che erano dei cittadini ateniesi designati tra un certo numero di elementi segnalati dalle varie tribu' dei *emos, e scelti dalla sorte in ragione di uno per ognuno dei dieci *emos che componevano la citta'. $ nomi estratti erano posti in un'urna, la quale veniva sigillata e custodita nel tempio di *ionisio, per essere aperta all'inizio degli agoni. 6iolarla sarebbe stato delitto contro lo 0tato, che era punito con la morte o con l'esilio. L'inizio degli agoni avveniva portando il simulacro di *ionisio %leuterio in teatro, poi si aprivano le urne, venivano depositati i nomi dei giudici, quindi si procedeva alla lettura del programma delle feste. 5este che avevano inizio, fuori dal teatro, con canti di *itirambi e 9iambi e danze, dei vari cori delle varie tribu', a cui partecipavano elementi maschili e femminili, in onore di *ionisio.

;aturalmente le prime file del teatro erano riservate alle personalita' della citta' e un seggio veniva posto al centro della prima fila riservato al sacerdote di *ionisio ( vedi Aristofane# Le rane# prete salvami= *opo andiamo a cena...). Le tragedie erano strutturate sotto forma di trilogia# veniva imposto ai concorrenti la composizione di tre vicende drammatiche che dovevano trattare uno stesso argomento ( %dipodia, 2restea ecc), poi, in seguito, per consentire piu' liberta' ai 4oeti (che di fatto gia' se la prendevano), fu lasciato loro libera scelta degli argomenti da trattare, ma fu imposto di presentare anche un dramma satiresco# nacque, cosi' la tetralogia. $nizialmente l'ordine di rappresentazione era il seguente# dramma satiresco, ripresa di una tragedia antica, tragedie nuove. ;el 6 secolo furono pero' rappresentate solo tragedie inedite. %schilo introdusse, in quel periodo, un altro attore, portando gli attori a due e iniziando cosi' un vero e proprio dialogo drammatico. $n seguito 0ofocle ( 88,) li porto' a tre, e da allora restarono immutati, cioe'# 4rotagonista, deutoragonista e tritagonista. % lo stesso 0ofocle introdusse il premio anche per la recitazione. 9li agoni drammatici furono istituiti, per le tragedie, nel 7>8, per le commedie nel 8.? e trattavano dei conflitti tra l'uomo e gli dei e tra gli individui e lo 0tato, e spesso riecheggiavano la problematica del singolo o dell'intera citta'. @n dramma rappresentato alla festa di *ionisio, era una occasione unica, alla quale partecipavano intensamente tutti i presenti attori, coro e pubblico ognuno a modo suo. 9li attori sostenevano le parti maschili e quelle femminili, e si cimentavano, nel corso della recita, in doppie e triple parti. $l protagonista aveva il ruolo di preminenza e gli altri attori# deutoragonista, tritagonista, pur importanti, dovevano sottostargli. L'attore tragico antico, nell'immaginario moderno, era una figura imponente, dalla fronte allungata, con occhi fissi, bocca aperta, veste lunga fino a terra, stivali con alte suole. *oveva possedere una voce tonante, ottima dizione, ( i teatri erano grandi fino a ottanta metri) saper cantare. 3uesta figura era data principalmente dalla maschera che indossava in scena. 9li attori avevano la faccia dipinta in bianco quando interpretavano le figure femminili e piu' scura per quelli maschili" i capelli erano biondi per un giovanetto, bianchi per un vecchio, mentre erano neri per un uomo maturo. $l pubblico, spesso, riconosceva il personaggio dalla maschera che egli indossava, cosicche', all'attore bastava un solo cambiamento di maschera e quello di un mantello, per cambiare personaggio. $ costumi erano sfarzosi, a colori vivaci e ornati da disegni vistosi, benche' alcuni personaggi vestissero di nero. !aschera, costume e calzatura, tuttavia, non inceppavano l'attore ne' lo trasformavano in una figura statuaria, come fu spesso rappresentato posteriormente. 0i crede che lo stesso protagonista addestrasse gli altri attori, insomma facesse il regista della rappresentazione. L'attore protagonista era la 1voce1 per eccellenza, che giungeva fino all'ultimo gradino del teatro chiara e inconfondibile. Altro personaggio della tragedia era il coro. %sso era formato da quindici cinquanta elementi, pagati dal 'orego, e quindi composta da semi professionisti dello spettacolo. La sua funzione era importantissima nell'economia della tragedia# infatti rapprentava piu' che un interlocutore dei personaggi, la coscienza stessa della tragedia# %gli ascoltava, commentava, si commuoveva, compativa, ma mai decideva.

I TEATRI. *ei teatri del 6 secolo, dall'Archeologia, si sa ben poca cosa, perche' erano costuiti quasi interamente in legno, tranne l'orchestra e il trono del dio. 0Aene', prosAene', theatron, theologeion, erano tutte strutture in legno. $ teatri erano dotati di macchine per sollevare gli attori e trasportarli da un posto all'altro della scena, di gru per sollevarli, di funi, sistemi idraulici e anche di catapulte, per effettuare le entrate a sorpresa, sopratutto degli dei.( vedi Aristofane# macchinista, bada=) $l coro prendeva posto nell'orchestra entrando dalla scena, mentre gli attori entravano da 1parodoi1, corridoi incassati ai lati della scena e che rappresentavano l'arrivo dei personaggi dalla citta' o alla campagna. $n seguito i teatri furono costruiti in pietra utilizzando, perloppiu', i fianchi di una collina che veniva sventrata e lavorata. ( $ piu' significativi reperti archeologici di detti teatri sono ad Atene, %pidauro, 0iracusa. $n 0icilia, oltre quello gia' citato di 0iracusa, di notevole importanza sono quelli di Taormina, 4alazzolo Acreide, Tindari e !organtina). @na certa macchina, chiamata 1 %AAiAlema1, era deputata a portare fuori, sulla sAene', le scene cruenti che gli attori avevano recitato dietro le facciate dei palazzi o delle regge, presentando poi al pubblico i personaggi gia' morti. La piu' antica struttura teatrale conosciuta e' quella di 4oliochni, nell'isola di Lemno, antica di circa tremila anni. %ssa era di forma rettangolare allungata, dove gli attori recitavano su un palchetto di pietra. Al palco iniziale, poi fu inserita una sAene', quindi il proscenio che delimitava il theatron vero e proprio dall'orchestra, dove agivano i cori e i musici. Le scene venivano cambiate a vista, lo scenario era dipinto sul tramezzo della scena. 0ofocle lo sviluppo' inventando l'arte della scenografia vera e propria (introdusse dei prismi a varie facce, i cui lati, in base alle esigenze sceniche, venivano spostate a vista.). Le dimensioni del proscenio variavano dai -,7B ai 8 metri la larghezza per - >,7B metri di profondita'. $n seguito, man mano che il coro prendeva importanza, dette misure furono ingrandite per dare modo di prendere posto anche ai musici e ai danzatori che si univano agli attori in scena. $l suonatore di flauto precedeva le entrate del coro (parados) nell'orchestra, e suonava, durante la rappresentazione, seduto ai piedi del trono dei dio o ai bordi del palco.. $ teatri erano perfetti mezzi plastici, ottici e acustici, in cui la sensibilita' dell'uditorio veniva soddisfatta (perfetta armonia di poesia e vita azione). I TRAGEDIOGRAFI. 0i dice che il pubblico teatrale ha i drammi che si merita, e indubbiamente le opere rappresentate alle feste di *ionisio erano appropriate al pubblico e all'occasione, e traevano materiale dall'esperienza e conoscenza comune alle migliaia di spettatori presenti. ;ei primi decenni del secolo, gli argomenti del dramma erano tratti a volte dall'immediato passato e, a quanto pare, produceva un profondo effetto sul pubblico. 4er esempio# ;el 8,8, la citta di !ileto, fu assediata e presa d'assalto dai persiani# gli uomini furono uccisi e le donne e i bambini furono fatti schiavi. 2rbene il tragediografo 5rinico, ne fece una tragedia intitolata 1 La presa di !ileto1" la reazione del pubblico, secondo %rodoto, fu tremenda# gli spettatori scoppiarono in lacrime e al poeta furono inflitte mille dracme di multa per aver ricordato ai greci le proprie disgrazie. %schilo, invece, con 1 $ persiani1, 8C-, celebro' la battaglia di 0alamina, avvenuta otto anni prima, alla quale partecipo' combattendo ( come pure, sicuramente, molti degli spettatori presenti), ed ebbe un successo strepitoso# 4ericle ne era il 'orego=

La leggenda ( il mito) era la riserva alla quale attingevano i poeti tragici in cerca di trame. %schilo chiamo' le sue opere# 1fette di grandi banchetti omerici1. %d 2mero era la Dibbia degli antichi greci. $l rituale delle religione greca era fisso, ma facilmente compreso dal pubblico, mentre le leggende degli dei erano sempre mutevoli, per cui i poeti erano agenti di quel processo di mutazione. La parola greca 1 4oietes1, significa appunto, artefice, creatore, di favole. *a cio' ne consegue che dello stesso argomento, vari poeti, ne traessero storie diverse. 4er esempio# la vendetta di 2reste (!ito di 2reste)# %schilo scrisse le 'oefore, in cui fece riconoscere 2reste da %lettra per mezzo della ciocca di capelli sulla tomba del padre e del mantello che ella stessa gli tesse' quand'era ragazzo" %uripide, nella sua %lettra, lo fa riconoscere tramite un pastore che l'aveva salvato" mentre 0ofocle, nell'%lettra che compose dopo per confutare %uripide che aveva confutato %schilo lo fa riconoscere dalla ciocca di capelli e da un anello che Agamennone gli aveva donato. 'ome si evince, c'era liberta' d'interpretazione e di manipolazione delle storie gia' abbondantemente note. Lo schema delle tragedie era cosi' composto# 4rologos (ante discorso, pronunciato, di massima, da un solo personaggio, prima dell'entrata del coro, molto utilizzato da %uripide)" 4arodos ( marcia del coro che entrava nell'orchestra)" %peisodion ( l'arrivo dell'attore che s'incontra col coro)" 0tasima (le successive odi corali cantate quando il coro raggiungeva il proprio posto)" %Eodos ( uscita). Le parti cantate, secondo alcuni studiosi, erano circa il 8B F di tutti i versi che componevano l'opera. 4urtroppo delle partiture musicali, sono giunte fino a noi solo alcuni frammenti. La causa di tale dispersione, sia dei versi, delle partiture musicali che delle didascalie, oltre naturalmente di intere e cospicuo numero di opere, secondo alcuni e' dovuto al fatto che nelle antiche biblioteche si sarebbero conservati le opere piu' rappresentate in quel dato periodo. ( e nel 6, $6, $$$ secolo a.'., non esisteva la 0$A% che tutelasse l'integrita' dell'opera, e il diritto d'autore). A parte la facile battuta, in quel tempo, manipolare i testi, da parte degli interpreti, per motivi di comodita' personale, era pressi quasi normale. 'i furono delle leggi di tutela di tali opere, emanate dai legislatori ateniesi. 0embra che sia stato Licurgo ad esigere che gli attori recitassero solo il testo che era stato depositato dagli stessi autori, quando lo presentarono per il concorso (agone), e che era conservato nell'archivio del teatro (strutturato dallo stesso Licurgo, uomo di grandi meriti per tutta la storia del teatro). !a, vuoi per le distruzioni dovuti a guerra (incendio della biblioteca di Alessandria), vuoi per l'ignoranza umana ( conquista dell'impero bizantino ad opera dei turchi e dispersione della cultura greca), vuoi per fenomeni naturali, dei testi, considerati autentici, come si disse sopra, ne giunsero a noi poche decine. % questo fu merito, soprattutto ai grandi grammatici del G$6 secolo, che, con un assiduo e competente lavoro di ricerca presso biblioteche greche e mediorientali, seppero fare le dovute cernite, delle 2pere studiarle e ben conservarli spronati e finanziati di principi italiani del &inascimento e essi che in seguito, con l'invenzione della stampa, si diffusero per tutta %uropa. ;aturalmente il lavoro di ricerca e' ancora in corso e non e' detto che, da un giorno all'altro, non si rintraccino o scoprano tragedie considerate ormai completamente perdute. $ massimi tragediografi furono# Eschilo. %schilo (7-7 87?) nacque ad %leusi, a pochi chilometri da Atene, combatte' a !aratona e a 0alamina, mori' in 0icilia, presso 9ela , dove s'era rifugiato a seguito della vittoria del partito di 4ericle.

%gli ha dato al dramma teatrale le sue leggi rigorose, mettendo al di sopra di tutto la parola, pur lasciando la loro funzione importante alle diverse parti dello spettacolo. 4er le sue tragedie sceglie un solo momento culminante del racconto che riguarda un solo conflitto ben definito, tenendolo sempre presente dalla prima all'ultima scena, che conduce inevitabilmente verso la fine aspettata. L'emozione del pubblico e' vera e propria 1suspence1, tanto piu' sentita quando si sa gia' quello che deve accadere.($ronia *rammatica) 9li elementi conflittuali su cui si innesta e sfocia la tragedia sono eminentemente religiosi. 'ioe', dalle contese degli uomini con gli dei, discendono tutte le nostre sciagure ( nei 4ersiani# la scinfitta di 0erse fu dovuta dal sacrilegio da lui commesso, costruendo un ponte di barche sull'%llesponto, dove era signora %lle, ninfa di quel tratto di mare), perche', di fatto, il rapporto tra colpa e pena e' oscuro e indecifrabile essendo al di sopra degli uomini e anche al di sopra degli stessi dei, il 5ato. 9li uomini, in definitiva obbediscono ad una giustizia superiore e se la vita e' colma di passioni, di violenze e di sangue, <eus, il giusto, consente di nutrire speranze. !a con 4rometeo, ma sopratttutto con le %umenidi, il suo pensiero religioso e filosofico e' esposto contrapponendo la legge alla giustizia (nuovo ordine cosmico# non piu' la legge del taglione, ma la legge della giustizia), la forza all'intelligenza, perche' malgrado il trionfo di <eus su 4rometeo, il portatore del fuoco e del progresso, %schilo inferse, forse involontariamente, un grave colpo al prestigio degli dei ( <eus capriccioso, ingannatore e traditore). 'on l'2restiade, l'opera piu' poetica ci sia stata trasmessa dall'antichita' greca, da un limpido modello di trilogia completa con la sua esposizione, il suo sviluppo e la sua conclusione# 'on le opere Agamennone, Le 'oefore, Le %umenidi e col dramma satiresco 4roteo, e' rappresentata la tratralogia tipo con unico soggetto. ;elle sue opere non mancano allusioni politiche, specialmente nelle 10upplici1 , le cinquanta figlie di *anao (il &e indeciso), e con 1 $ 4ersiani1 , dove celebra la vittoria di Atene sui persiani, mostrandola generosa coi vinti. $n quest'opera, per la prima volta, introdusse 1 il silenzio1 come effetto drammatico col personaggio di Atossa, la madre di 0erse# !uta io finor rimasi, a tanti mali attonita" si grande e' la sventura, che ne' parlar, ne' interrogar poss'io. !a pur forza H a: mortali soffrire tutto ciI che danno gli deiJ ;ei 1 0ette a Tebe1 da: un chiaro saggio di talento drammatico con la potenza della tensione emotiva insita nell'opera stessa. 4er primo avrebbe disegnato da se stesso le maschere di scena facendole esprimere la nobilta' greca delle passioni umane. 4ersonalmente avrebbe interpretato i suoi ruoli principali, introdotto le vesti ampie e ondeggianti, scelto i costumi e regolato lo spettacolo fissando la messa in scena. A giudizio di molti, %schilo sarebbe il piu' grande dei drammaturghi greci, e per altri il primo &egista in senso moderno. Sofocle. 0ofocle nacque ad Atene ( esattamente nel *emos di 'olono) nel 8,C e mori' nel 8B?. 5u molto amico di 4ericle e ebbe importanti cariche pubbliche. %gli fu autore felice e fortunato fino alla sua morte ( a circa ottant:anni scrisse %dipo a 'olono, per confutare ai suoi figli l'accusa di demenza senile). 0ofocle fu il poeta del dolore senza esito e senza senso" il cantore dell'individuo solo ed escluso da ogni ordine cosmico" dell'uomo, simulacro magnanimo d'accettazione eroica, di fronte all'ignoto che macina la sua sorte. La venerazione del dio sconosciuto e della disperazione per la nullita' umana, per lui non sono problemi insolubili, e quando l'incontra tra due piani paralleli, l'umano e l'arcano, geme e si dispera con l'alterezza di 0isifo. $l linguaggio poetico, la sapienza drammaturgica, la potenza del lirismo, dal movimento al dialogo, dalla musica alla metrica, dalle risonanze alle parole dei personaggi, sono il suo segreto piu' alto. $l successo come drammaturgo gli arrise con 1Antigone1, ma con 1L'%dipo &e1, vero modello di classica drammaturgia, capolavoro di tecnica teatrale,

raggiunge la massima vetta come poeta drammatico perche' felicemente gradua e misura l'interesse scenico dell'opera fino all'orrore tragico della conclusione# vero precursore della moderna drammaturgia. ;elle sue tragedie l'atmosfera non e' piu' dominata dalle origini rituali del dramma" il dialogo, sempre poetico, diventa semplice e piu' naturale, l'azione assume la forma che potrebbe essere gia' chiamata 1 trama1 nel senso moderno della parola. ;elle sue opere la 1peripezia e il riconoscimento1 sono brillantemente illustrati per essere poi risolte, dopo curve e svolte improvvise, strada facendo. ( Aristotele prende come modello proprio l'%dipo &e, nella sua 14oetica1, trattando la parte dedicata alla tragedia e agli elementi che la compongono.) 0crisse oltre un centinaio di tragedie, ma di esse solo sette sono giunte fino a noi# L'edipodea ( %dipo &e, Antigone, %dipo a 'olono), %lettra, Le Trachinie, AKace, 5ilottele. Euripide. %uripide nacque a 0alamina nel 8.B e fu amico di 0ocrate, e scrisse le peggiori tragedie che abbiamo (9li %raclidi), ma anche parecchie delle migliori ( !edea, Le 5enicie). %gli, a volte, si avvicina troppo nelle sue opere, alla propaganda politica (Andromaca vedi la guerra contro 0parta ) che negli anni o secoli successivi diventa noiosa. !a fu anche un innovatore radicale e si creo' per questo nemici, il piu' acceso fu Aristofane. !olti dei suoi contemporanei gli rimproverarono il suo scetticismo e la mancanza di rispetto verso gli dei ( nell'2reste denunzia Apollo, istigatore del matricidio, come un dio crudele, vendicativo e sanguinario) e furono colpi mortali quelli di %uripide, perche', in seguito, neanche il popolo li rispetto' piu' a lungo" altra accusa fu di abusare della filosofia e dell'eloquenza, ma e' stato attentamente notato che proprio questi presunti difetti consentirono il passaggio dagli dei dell'antroporfismo di 2mero alla spiritualita' di 4latone. ;elle sue opere, piu' delle azioni, furono le idee e i sentimenti a determinare il patetico. 0cettico, inquieto, aveva poca fede nei valori civili, fede che si andava esaurendo anche nel popolo, sempre piu' cosciente del suo stato di miseria, egli resta pertanto, un testimone di un'epoca in cui la societa', in corso di trasformazione, trascinava gli intellettuali con il popolo, verso una filosofia e una morale nuova, negatrice di antiche credenze. %gli fu un genio, come %schilo e 0ofocle, ma fu un genio che annunziava la decadenza. (infatti la tragedia e lui stesso non sopravvissero alla sconfitta di Atene per opera degli spartani). %gli fu il poeta della ricerca, e ambivalente nel pensiero# passava nelle sue opere dall'odio per la vita, all'amore per le sue forme" dalla denuncia degli aspetti frivoli della donna, al femminismo esplicito di certe tirate" dalla febbre del sesso, al miraggio della castita', dalla negazione degli dei, alla preghiera purissima. 0i narra che gli ateniesi, prigionieri dei siracusani e posti nelle cave di pietra, ebbero salva la vita perche' commossero i vincitori, recitando i versi di %uripide. *icevamo che Aristofane gli fu nemico e la causa fu il moralismo che il commediografo attribuiva ai poeti e che %uripide ignorava proditoriamente. 4oi lo rimproverava d'aver trascurato gli esempi eroici preferendo nei sui suoi lavori le passioni umane e nelle proprie commedie lo ridicolizzo' in modo spietato. $n sostanza %uripide ( misogino e misantropo) vedeva gli uomini cosi' come sono (al contrario di 0ofocle che li vedeva come dovevano essere). %uripide scrisse circa novanta opere, ma di esse ce ne sono giunte soltanto diciotto. Le piu' celebri sono# !edea, %cuba, Andromaca, Le Troiane, $figenia in Tauride, 2reste, %lettra, Le 0upplici, (madri di caduti in guerra), Le 5enicie, $figenia in Aulide, ecc. Aga o!e tragediografo minore ( cori uguali), citato spesso da Artistotele, fu contemporaneo di detti autori, ma delle sue opere non rimangono che pochi frammenti e senza una qualche importanza

artistica. Aris ofa!e. Aristofane nacque ad Atene (887 >.8 circa) e fu il genio che della commedia reinvento' tutto# il brio, la causticita', l'allegria epica, la cordialita' saporita, il vigore della poesia, furono tutti gli ingredienti che arricchirono la sua immaginazione comica, insuperata, che , come nelle tragedie, e' essenzialmente dionisiaca. La potenza della sua azione e il suo prestigio erano tali che si poteva permettere di prendere di mira nei suoi lavori, uomini politici, cittadini onorati e persino il genio di %schilo, di 0ocrate e di %uripide, e mostrarli ridicoli sulle scene dei teatri. ;essuna minaccia poteva fermarlo e non si preoccupava di nessuna conseguenza, ne' di persecuzioni" e il popolo lo amava. %gli sapeva dipingere in modo magistrale la vita della citta' i sentimenti del popolo, i suoi amori, i suoi odi, i suoi difetti e appoggiava tutte le sue rivolte e ne giustificava le legittime aspirazioni, contro i demagoghi. ( per esempio# nei LDabilonesiJ si scaglia contro il demagogo 'leone" ne# L9li AcornesiJ, pensate che audacia di intuito# fa fare la pace separata tra un contadino e il nemico. *i lui si puo' dire che il suo teatro fu di circostanza, ma la realta' umana, cosi' grandemente dipinta, gli ha assicurato l'efficacia delle sue opere nel tempo, fino ai nostri giorni. ;elle sue commedie principali ridicolizza 0ocrate nelle ;uvole" %uripide, ( beffeggiato chiamandolo figlio dell'erbivendola), nelle &ane e' ridicolizzato perche' lo mette in confronto con %schilo, facendolo perdere, naturalmente ( si pensi che nell'opera il commediografo immagina un viaggio nell'Ade per prelevare l'anima di %uripide, ma per manifesta inferiorit(, ritorna, invece con quella di %schilo)" ;elle L6espeJ prende in giro la passione degli ateniesi per le liti giudiziarie. ;ella 5esta delle donne, le fa infuriare contro %uripide fino a bastonarlo. % con Le donne in parlamento, immagina la pace universale, se a reggere le sorti dello 0tato fossero le donne. !a gia' con Lisistrata egli aveva ipotizzato l'azione efficace del gentil sesso nell'ottenere la pace tra Atene e 0parta# Lisistrata, infatti, proclama lo sciopero dell'amore fino a costringere gli uomini a fare la pace se rivolevano l'amore delle loro donne. %gli fu un pacifista e un femminista ante litteram. La struttura delle sue commedie e' questa# 4rologos ( antefatti) 4arodos (ingresso del coro di *ionisio)" Agon ( vicende che prendevano spunto dalle gare di strilli)" 4arabasi ( L'attore, che toltosi il costume apostrofa gli spettatori)" %sodo (uscita generale degli attori rumorosa e scatenata). 4latone in un'epigrafe funeraria per il nostro autore scrisse# 1 $ greci cercando un rifugio indistruttibile, s'imbatterono nel cuore di Aristofane1. Le sue opere piu' conosciute sono# 9li uccelli, Le nuvole, Le rane, Lisistrata. Altro commediografo da citare fu !enandro. %gli fece un teatro ricco di intrighi complicati, di situazioni eccezionali in cui agiscono personaggi medi della media societa'# vecchi, figli di famiglia, cortigiane, soldati e schiavi, trafficanti, furbi e cinici, tutti impregnati di epicurismo. @na societa' complessivamente, decadente. 5u, insomma, un artigiano della commedia. ;el frattempo il teatro vero e proprio, insomma la struttura, si amplio' allo scopo di contenere i sempre piu' numerosi attori, il coro, i musici e i danzatori che operavano tutti in scena. 6itruvio, un ingegnere militare, ne traccio' i tratti definitivi nel suo famoso 1 Trattato d'architettura1. IL TEATRO DI ROMA. $ costumi severi e barbari di &oma non hanno permesso il sorgere di qualcosa di valido che possa annoverarsi come teatro romano, se si eccettua il culto dei Lari (protettori della casa) il verso

saturnino accompagnato dalla musica in alcune danze di sacerdoti di !arte, in onore del loro dio, protettore di &oma. La mancanza di una classe media che caratterizza l'$mpero, il brutale contrasto tra i costumi patrizi, dissoluti e violenti e i costumi della plebe cosmopolita, moralmente decaduta, non favori' l'insorgere di un teatro vero e proprio. 0allustio disse# 1 &apinare, divorare, far mercato dei propri beni, desiderare quelli degli altri, calpestare l'onore, la decadenza di qualsiasi pudore, tale fu la vita dei giovani romani.1 ( vedere 4etronio# 0atMricom, personaggio# Trimalcione) % a una simile societa', come si disse, spetta il teatro che si merita# spettacoli di circo e violenza. ;onostante autori come Andronico, 4lauto, 'ecilio, Terenzio, malgrado ;ovio e 0eneca, malgrado l'indiscutibile gusto per gli spettacoli dei romani, come testimoniano gli affreschi di %rcolano e 4ompei (scenografici con maschere tragiche e comiche d'interesse notevole), il teatro latino ebbe poca gloria. $l contributo essenziale al teatro latino fu dato dalle 1 atellane1, che influenzarono il teatro dell'arte e, in seguito, il teatro di tutta l'%uropa. Le atellane, dal nome della citta' di Atella, in 'ampania, furono introdotte a &oma verso il $$$ secolo a.'., contemporaneamente agli adattamenti della tragedie greche fatte da Livio Andronico ( ma soltanto nel ,B d.'., 4ompomio e ;ovio dettero inizio ad una forma letteraria vera e propria del genere farsesco, il cui dialogo era stato sino ad allora improvvisato). 3uesto genere di teatro, con maschere e costumi, fu praticato dai giovani patrizi, in contrasto con gli istrioni, dai quali vollero distinguersi, non togliendosi la maschera di scena dopo la recita. L'atellana veniva recitata come il dramma satiresco in 9recia, e i personaggi erano immutabili sotto le loro maschere ( !accus, !anducus, *ossenus, 4appus, cioH il mangione, il gobbo e furbo, il vecchio sciocco) come classici tipi da commedia dell'arte vera e propria. @n altro genere era la cosiddetta 1palliata1, (da pallium, mantello) e nelle commedie di Terenzio, 4lauto e 'ecilio, scritte con grande spirito di osservazione critica, i mimi e le pantomime assunsero un certo sviluppo e una certa importanza. "lau o. 4lauto (-78 +.?) venne a &oma dall'@mbria ed inizio' la carriera teatrale con le atellane. 9li si attribuiscono ben centotrenta lavori teatrali, ma a noi ne sono giunte solo ventuno ( Dacchides, !iles gloriosus, 0tichus, !arcator, L'Asinara, Anfitrione ecc.) 4lauto fu un uno dei maestri del teatro per il brio straordinario che non teme neppure la trivialita', e per il grande senso dell'osservazione delle tipologie umane che arricchi' frequentando mercati, gli schiavi, i soldati, le prostitute che gli ispirarono gran parte delle commedie. %gli fu maestro del riso che se ne servi' in maniera sferzante, usando i mezzi propri del teatro. 5u abile nell'annodare intrecci e nella capacita' di dipingere i personaggi messi in scena in modo preciso. $nvento' il cosiddetto 1confidente1, quasi sempre uno schiavo nella cui fantasia e umanita' si puo' vedere il precursore di 5igaro, di 0capino, di 0garanello, del 19racioso1 di Lope de 6ega. *i Arlecchino. Le sue commedie avevano un prologo lunghissimo, sproporzionato, era una vero discorso rivolto al popolo sull'argomento della commedia stessa, i dialoghi erano espressi da parole saporite di pura fonte latina, la musica e il canto erano felicemente integrate. Tere!#io (+.7 +7,) nacque a 'artagine ed era influenzato dall'elegante cultura greca. Le sue commedie pervenute sono sei ( Andria, %unuchus, 4hormio, Adelphos ecc.) e rispecchiano una sottigliezza e una eleganza che lo fece favorire a 4lauto dal pubblico costituito dalla buona societa'romana. ;on ebbe quindi vasta popolarita' a &oma, ma nel &inascimento tutta la sua opera fu rivalutata e apprezzata, soprattutto da &acine e da *iderot.

$ teatri romani furono costruiti intorno al 77 a.'. e, spiega 6itruvio, la maggior lunghezza del proscenium romano era dovuta al fatto che a &oma tutti gli artisti recitavano sul palcoscenico in quanto l'orchestra era riservata ai senatori. L'altezza del proscenio doveva essere di cinque piedi, affinche' le persone sedute proprio nell'orchestra, potessero vedere gli attori, stando seduti. $l teatro si arricchi' di decorazioni spettacolari e di carattere grandioso, con arcate, gradinate e 1vomitoria1 ed erano costruiti, solitamente, su terreno pianeggiante, chiusi o se all'aperto erano protetti dal sole e dalla pioggia dal 1 6elarium1" disponevano di gallerie e si integravano perfettamente all'insieme della citta', pur conservando la propria autonomia. $ romani facevano uso del sipario, sconosciuto ai greci, e i costumi di scena si differenziavano in base al carattere del lavoro (pallium o toga). $ personaggi si riconoscevano da piccoli particolari, esempio da un gioiello una patrizia, da un nastro di porpora una mezzana, dalle orecchie deformate (dagli scapaccioni) un parassita. @n'ultima annotazione sul teatro latino la si deve fare per 0eneca (-?? d. '.) delle cui opere, pero', nessuna fu mai rappresentata. Le sue tragedie, a differenza di quelle greche, semplici e lineari, avevano un intreccio complicato e ci permettono di credere che questo fosse lo stile della tragedia romana. Le sue opere principali furono# %rcole, Agamennone, Tieste. !edea ed %dipo. IL TEATRO MEDIE$ALE. $l cristianesimo, affermandosi come riflesso della decomposizione dell'$mpero, contribuendo alla formazione degli stati feudali facendo nascere una nuova civilta', impose la sua religione che considerava licenziosi e corruttori del corpo e dello spirito, i residui del teatro pagano ( i primi concili scomunicarono gli attori, le loro famiglie e i loro discendenti). 0oltanto nel $6 secolo il concilio di 'artagine mitigo' tale rigore. 4urtroppo, barcamenandosi in maniera diversa, soltanto pochi mimi sopravvissero, ma questi bastarono per assicurare la transizione del teatro profano# dalle atellane all'epoca dei giullari. 'ome il teatro antico, anche quello medievale e' stato profondamente marcato dalla parafrasi dei responsori tratti dai riti religiosi. %ssi erano destinati ad aiutare la memoria del recitante e, per tale scopo, le frasi del 6angelo furono accostate a delle melodie musicali e poetiche. Le strofe cantate formavano, dapprima un dialogo, poi un piccolo dramma. 0orse cosi' la liturgia drammatica, poi il dramma liturgico, quindi i 9iuochi, i !iracoli e i !isteri, per giungere con 9il 6incente, portoghese, agli 1 autos sacramentales1 di cui, poi, fu maestro 'alderon de la Darca. Le recite erano assicurate dalle varie confraternite che, prima recitavano nelle chiese, poi per maggiore liberta' d'espressione, nei sacrati e nelle piazze attigue alle chiese. $l !edioevo italiano non espresse nessun teatro propriamente detto (salvo !achiavelli con la !andragola, il Dibbiena con la 'alandra), ma attraverso i giullari e i mini, d'antica radice atellana, nacque quella forma di teatro che fu chiamata 1all'improvviso1. Tale modo di recitare, arricchito dalle esperienze di corte e dalle piazze, consenti' di far nascere la famosa 'ommedia dell'arte ( o dell'improvviso) che ebbe risonanza in tutta %uropa. 3uindi partendo dal dramma satiresco dell'antica 9recia, attraverso le atellane, i giullari e la commedia dell'arte, siamo giunti al teatro classico vero e proprio con i grossi nomi di autori di teatro e con opere che non tramontano mai. IL TEATRO RINASCIMENTALE. $l quattrocento italiano con l'@manesimo, rivisse profondamente l'antichita' avendo per principio base il razionalismo che guido' l'azione dei pensatori, dei poeti e degli artisti. 5irenze elaboro' le forme della nuova civilta' esaltando la grandezza dell'uomo nel chiaro ordine dell'architettura, dell'armonia dei volumi e dei loro monumenti.

'osi' il teatro italiano dette origine ad uno stile tutto proprio che s'e' perpetuato fino ai nostri giorni. @no stile che eccelle nelle fantasie architettoniche e plastiche della scena diventata statica e che ritrova mobilita' nei mezzi della meccanica teatrale sempre piu' precisa ed efficace. L'arte facendo parte integrante della vita pubblica, assunse temi e forme che rispecchiano le nuove ideologie. 9li artisti, studiando 6itruvio e ricercando nuove tecniche, inventarono la prospettiva scenica (con Daldassare 4eruzzi). Anche il Dramante vi si dedico', e un suo allievo, 0erlio, invento' le tre scene archetipo per la tragedia, per la commedia e per l'azione satiresca, ognuna con proprie caratteristiche inequivocabili. $l lusso del teatro di corte attiro' anche il 6asari, &affaello e 9iulio &omano, mentre Leonardo da 6inci si cimento' nella progettazione di macchine per gli 12limpi1, divertimenti in maschera di corte. Le commedie furono quelle dell'Aretino, dell'Ariosto, del citato Dibbiena e !achiavelli. !a mentre la corte viveva il proprio teatro nei limiti della tragedia, della commedia e delle 1pastorali1 senza lasciare grandi tracce, la commedia dell'arte aveva continuato a moltiplicarsi e a perfezionarsi attraverso il successo dei pagliacci ( i cosiddetti <anni), eredi dei mimi latini che recitavano di citta' in citta'. 3uesto loro forma di recitazione, detta all'improvviso, conferiva la massima importanza alla recitazione pura e rinnovava la tradizione dell'uso delle maschere o mezze maschere di atellana memoria. &iepilogando# La commedia erudita, affidata di regola a dilettanti, cresciuta al chiuso, aristocratica, tutta scritta, dal prologo all'epilogo, si smarri' nella storia" mentre la commedia dell'arte eseguita da attori professionisti, vaganti nelle piazze, improvvisata su semplici canovacci che permettevano agli attori di agire secondo il proprio estro, con lazzi, allusioni, satire e scherzi, visse e si evolvette verso la commedia, come dicemmo, classica moderna. Angelo Deolco, detto il 1&uzzante1 (d:allora,sinonimo del nostro monellaccio rompicollo), dette nuovo impulso alla commedia dell'arte scrivendo dei canovacci ricchi di trovate verbali, d'invenzioni burlesche e di lazzi. $ soggetti raggiunsero la perfezione sviluppandosi in tre parti, preceduti da un prologo e ricchi di peripezie che andavano dal terrore alla buffoneria. $ zanni, ben presto, si arricchirono di nuovi personaggi da 0caramuccia a 4ulcinella, da Arlecchino a Drighella ecc. ( $l piu' famoso 0caramuche, Tiberio 5iorilli, danzatore, acrobata e musicista, fu il vero maestro del grande !oliere). $l prof. 4aolo Toschi nel suo libro# Le origini del teatro italiano, sostiene che la culla di tutta la commedia, sia la cosiddetta dell'arte, che quella detta umanistica ed erudita, proviene dal 'arnevale. $nfatti, egli sostiene, e si e' dimostrato, che le principali maschere che vi agiscono provengono dal carnevale, e dal carnevale trasferiscono nella commedia non soltanto il costume, ma il linguaggio, la scurrilita', la satira, la mimica e le acrobazie. 0econdo il 4itre', erano tipici del carnevale i lazzi, spesso equivoci, scollacciati e osceni. % ci porta questo esempio# 1 2ra ch'e' 'arnilivari, (dice uno ad un altro) $o mi vesto 4onziu, e tuN1 Oda 4ilatu. 1 6asaci u c... a cu' l'avi 'nchiappatu=1 Ancora il 4itre' ci ricorda la scena carnevalesca della morte dell'asino. La parlata e' di !odica. 1 Lassu li cannarozza a li parrini, 'histu p'accumpagnarimi ci dugnu"

Lassu la lingua a li boni vicini. 4ri sparrarimi di !aKu finu a 9iugnu" % cci lassu la m...... e li c....... A la me' bedda e amabili patruna" Lassu 'a testa a lu baruni. Lassu lu pilu a la monica. L'auricchi a li nutara, 'a mmerda a li scarpari, Lu capistru e li varduni 'i li lassu a lu patruni.1

;egli altri stati d'%uropa il teatro assunse tinte diverse, ma tutte ricollegate e originate dalla commedia dell'arte. $n 0pagna si ebbe il 1secolo d'oro1 con Cer%a! es& dal gusto epico e picaresco, ma senza vero movimento drammatico. Lope de 6ega fu l'autore, che insieme a 0haAespeare si puo' considerare il creatore del dramma moderno. 5u un autore fecondo ( debutto' a soli tredici anni) e la sua produzione si aggira a circa +.BB lavori piu' cinquecento 1 autos sacramentales1. 5u di una tale forza creatrice e d'una immaginazione che unita alla padronanza drammatica, al suo indiscusso senso scenico e l'interesse all'azione, che qualche peccatuccio veniale gli si puo' ben volentieri perdonare (la faciloneria e qualche negligenza in taluni lavori). %gli, come nessun altro, seppe opporre il comico al patetico, i sentimenti famigliari ai pensieri piu' alti, le nobili passioni alle miserie degli uomini. $ suoi dialoghi erano di una verita' e di una vivacit( che a nessun spettatore, quale fosse la sua cultura, potesse sfuggirne il valore. %gli visse lo spirito del suo tempo ( era &e 5ilippo $$) insieme al genio di 9ongora, di Tirso da !olina, di 6elasquez, e dopo una vita di peripezie e avventura, un anno prima di morire fu consacrato sacerdote. Tirso da Moli!a ha interpretato i sentimenti degli uomini, compresi quelli fuori dalle convenzioni ordinarie, sempre con scopi morali, anche quando si e' ispirato al Doccaccio. $l suo personaggio di *on 9iovanni e' stato imitato da altri grandi autori, fino ai nostri tempi ( !oliere, DMron, !etastasio, 9oldoni e !ozart ecc#) "e ro Caldero! de la Darca fu un prolifero autore di 1 autos sacramentales1, con i quali raggiunse una grandezza mai superata. Le sue commedie, da perfetto cortigiano, trattano di &eligione, di &e e d'2nore. !ori' ricco, famoso e...prete.

IL TEATRO ELISA'ETTIANO. *urante tutto il &inascimento le recite, spesso, avvenivano nei saloni del signore di turno, alla presenza della sua 'orte, con scenografie grandiose e dispendiose, ma, quasi sempre, nei costumi dell'epoca. ;el seicento, in $nghilterra, si ebbero i primi esempi di saloni pubblici adattati a teatri, con un palcoscenico vero e proprio formato da una piattaforma e un tetto sorretto da due colonne. $l sotto di questo tetto era dipinto d'azzurro, ed era il famoso 1cielo1 (termine ancora oggi usato per indicare i teloni alti che delimitano la scena). *al cielo potevano scendere gli oggetti di scena, mentre gli attrezzi di scena venivano fatte scivolare su rotelle da inservienti o dagli stessi attori, attraverso le quinte, o aperture laterali. ;on esisteva sipario, si recitava alla luce del giorno, d'onde la necessita' per ogni cambio di scena, l'uscita di tutti gli attori, compresi i morti (tipica la battuta# 4ortate via questi cadaveri=). 3uesto teatro e i relativi testi raggiunsero la loro massima dignita' con l'entrata in scena del sommo 0haAespeare (+7?8 +?+?). %gli nella sua incomparabile vastita' creativa, diede vita ad innumerevoli personaggi, con la capacita' camaleontica di calarsi in essi fino ad annullare la sua propria personalita'. 'iascun personaggio e' caratterizzato come se fosse il personaggio principale, con la stessa importanza, con la stessa cura, e chiunque si presenti in scena, anche per un momento, anche l'ultimo lacche', e' se stesso e nessun altro, subito identificato da tratti che lo rendono immediatamente riconoscibile ovunque lo si dovesse ancora incontrare. %gli fu grande per molti versi# la ricchezza verbale, l'eloquenza, la capacita' di captare spunti vitali nei dibattiti, la trascinante intensita' poetica, la maestria di narratore e di costruttore di storie, la sua superba teatralita', mai superata., l'invenzione del mondo interiore popolato di un'inesauribile serie di pupi animati, ciascuno contemplato con serenita' e ciascuno libero di esporre le proprie ragioni ( nei suoi personaggi non c'e' mai un eroe veramente fulgido da non avere un punto debole, come pure un furfante cosi' bieco da non accampare almeno qualche diritto alla comprensione).5u inventore di espedienti e di superbi richiami alla fantasia dello spettatore ( 0ogno di mezza estate)" spettatore impassibile in 9iulio 'esare" umorista grassoccio nelle Allegre comari" e ineccepibile nelle tragedie. autore completo, dunque genio. 5u il drammaturgo della compagnia 1 del Lord 'iambellano1, sotto %lisabetta $" e di quella 1 dei Aing's !en1 sotto 9iacomo $. 5ondo' il teatro 19lobo1 struttura in legno a cielo aperto. &ecentemente in $nghilterra e' stato ricostruito un teatro del tutto uguale all'antico 9lobo che porta lo stesso nome.

IL TEATRO CLASSICO E 'AROCCO.

5u "ierre Cor!eille il creatore del teatro classico con l'opera 1 Le 'id1, opera d'ispirazione veramente popolare, e la sua rappresentazione e' per il teatro francese il piu' grande avvenimento della sua storia teatrale. *alla riscoperta della storia di &oma, egli scrisse e dedico' al 'ardinare &ichelieu, 1 Horace1. 0crisse 1'inna1 1 Andromede1 e 1 ;icodeme1 opere d'interesse politico. La sua si puo' considerare opera completa, infatti con 1 4siche'1 canto' anche l'amore. (ea! Raci!e& educazione Kansenistica a 4ort &oMal (quello di Dlaise 4ascal, per intenderci), dopo aver conosciuto !oliere, dedico' la sua straordinaria intelligenza e il suo temperamente al teatro

oltre che alle lettere. A soli venticinque anni scrisse 1 La thebaide1, ma il suo genio si manifesta con l'opera 1 Andromaque1, tragedia essenzialmente passionale.1 4hedre1 fu il suo capolavoro. 'on 1 Derenice1 entriamo nel teatro della &agione. (ea!)'ap is e "o*ueli! de o Moliere& nacque nel +?--, figlio di un tappezziere di 'orte. 9iovanissimo si dette al teatro conoscendo la vita miserabile delle piccole compagnie nei giri della provincia francese, prima d'affermarsi definitivamente a 6ersailles. %gli prese dagli italiano la ricchezza del teatro# l'azione. 9li fu maestro, come gia' dicemmo, il comico italiano Tiberio 5iorilli, detto 0caramuche, principe degli attori e attore dei principi. !oliere, prima che autore, fu attore e regista e i suoi lavori, quindi, erano pensati a come dovevano essere recitati e messi in scena# immaginava il ritmo, il movimento, la mimica, l'espressivita'. 2gni battuta che scriveva, ogni tirata era pensata prima a come dovevano essere dette, rifacendosi a se stesso e ai suoi piu' stretti collaboratori del momento, tenendone presente anche le qualita' e le possibilita', anche fisiche ( un suo compagno claudicante gli ispiro' il personaggio di DeKart nell'Avaro, per esempio, e si pensa, ne $l !isandropo ci siano motivi autobiografici). %gli sapeva cogliere e individuare le fonti vive del teatro ovunque sgorgassero, con le quali arricchiva le espressioni e le creazioni dei suoi personaggi sempre rinnovate, e seppe utilizzare tutte le risorse dei materiali di teatro allora esistenti che uniti all'immaginazione fecondissima ed ad una non indifferenza verso le idee filosofiche, che lo fecero consacrare genio della commedia e del riso, tecnico e grande uomo di teatro. % ne# $l Tartufo, *on 9iovanni, e il !alato $mmaginario, si ha motivo di ritenere che egli volesse adoperarsi al fine di edificazione umana. %gli, nella sua grande ingenuit( d:Artista, sperava di correggere i vizi umani attraverso la rappresentazione scenica. 5orse si rifaceva alla L'atarsiJ come fine della tragedia enunciata da Aristotele. 3ualche altro ci legge un calcolo politico# ingraziarsi il &e 0ole. !a, qualunque cosa gli si attribuisca, ad un 9rande quale lui era, tutto puI essere concesso e tollerato, perch) queste attribuzioni sono tutte da verificare e sono soltanto particelle di sabbia nel deserto che !oliere creI !oliere disprezzava coloro che volevano 1far risuonare i versi e fermarsi al punto giusto1, cioe' i pedanti e imbalsamati autori e attori di allora, pretendendo dai suoi attori una dizione semplice e precisa e una recitazione sobria, naturale. 'on la commedia 1 L'ecole des femmes1 e con gli atti unici riferiti alla stessa commedia# 1'ritica alla scuola delle mogli1 e 1 $mprovvisazione a 6ersailles1 egli rompe definitivamente con il teatro classico e con i predetti autori e attori stucchevoli. %gli scrisse questa commedia tipo, in cui i personaggi sono vicini al patetico a causa del contrasto tra la loro situazione comica e il loro carattere umano, dopo quella 1 La scuola dei mariti1, forse per bilanciare i due sessi. % le altre due piccole commedie sopra citate per confutare, con la prima, le critiche degli autori, e con l'altra quelle degli attori, dimostrando ad entrambi le categorie chi fosse veramente dalla parte della ragione e dell'arte pura" quale fosse l'intendimento di un poeta# cioe' l'arte, sia pure comica, e non il rigido schema dell'opera stessa. % che cosa volesse dire recitare in modo naturale, sobrio e veritiero lo volle rinfacciare agli attori tragici che si sentivano superiori ai comici in virtu' della loro arte considerata superiore, cioe' la tragedia. !a, con la protezione dei &e, !oliere li sbaraglio' tutti. 5ece recitare pure &e Luigi G$6, assecondandone i capricci e le vanita', nella commedia 1 $l Tartufo1, dove gli fece, addirittura, sciogliere l'intreccio. !oliere, dicemmo, prendeva i soggetti dappertutto e i suoi personaggi sono rimasti nelle nostre memorie perche' vivi e concreti# si pensi al Tartufo, il devoto ipocrita" a *ardin, il geloso disgraziato" al don 9iovanni, l'ateo libertino. %, per questi ritratti caratteristici in cui si rivedevano spesso anche i potenti e i suoi denigratori, egli piu' volte dovette difendersi da pesanti accuse che provenivano dalla chiesa e dai vari 1 !archesini1, dai nuovi ricchi, dai pedanti pseudo scrittori e da qualche collega invidioso, scrivendo, come si disse, commedie e libelli di autodifesa. 9razie a lui la

comicita' assurge allo stesso livello della tragedia. Friedrich Shiller& (tedesco) che insieme a 6oltaire, P.P. &ousseau, !ontesqieu e *iderot ( quello del paradosso dell'attore# svincolo dell'attore dal personaggio), fu il fondatore del movimento letterario 1 0turm und *ragg1 (tempesta e passione) ed era per una concezione del mondo in cui l'uomo potesse trovare finalmente un suo posto" era contro la societa' germanica dell'epoca e lego' tutte le sue opere ai problemi del suo tempo trasferendoli sul piano morale, politico e sociale. $potizzo' e dimostro' dopo, che l'uomo liberandosi dalle passioni, perviene alla liberta' e puo' partecipare ad un ordine ideale del mondo conforme alle esigenze razionali. 0crisse pertanto 1 Druto1 1 'atilina1 1 $ masnadieri1 1 don 'arlos1 1 !aria 0tuart1, l'opera meglio riuscita perche' meglio costruita, in cui trasforma i fatti storici secondo la sua immaginazione emotiva e la sua concezione personale di liberta'. (oha!! +olfga!g %o! Goe he fu anche lui un autore drammatico di notevole spessore con il suo 1 5aust1 (che fu apprezzato dal pubblico popolare per l'intreccio secondario e per l'episodio degli amori tra 5aust e !argherita), dal quale Derlioz, 9ounod e 0chumann trassero dei capolavori musicali. $l suo teatro fu una costante preoccupazione di quello che &ousseau aveva chiamato 1 La condizione umana1. $n $talia, poiche' lo 1spettacolo1 aveva dominato la poesia drammatica nel G6$$ secolo, fu necessario aspettare le opere del !etastasio per poi vedere, nel secolo successivo, il rinnovamento del melodramma e le opere di 9oldoni col suo tentarivo di rinnovamento della commedia. La scena lirica si arricchiva invece anche dalle scenografie del Dernini, Aleotti, Torelli e 'arlo 5ontana. 4ietro !etastasio volle rinnovare il melodramma, in auge nella societa' di allora, riallacciando questo genere alla commedia sentimentale, ispirandosi a 'ornaille. Le sue opere maggiori sono# 'lemenza di Tito, Temistocle, Attilio &egolo. Carlo Goldo!i& veneziano, osservatore della vita famigliare e popolare, ebbe il gusto dell'avventura e viaggio' molto prendendo nota dei caratteri e dei costumi dei cittadini delle citta' che visitava. Tali osservazioni gli servirono per scrivere commedie d'ogni specie e molte farse con naturalezza e spirito comico. 5u molto abile nell'intreccio ed era in sostanza un 1 allegro predicatore1, perche' non mancava mai di far morale, pur divertendo, naturalmente. La sua opera prima fu 1 *on 9iovanni Tenorio1, poi scrisse 1 0ervitore di due padroni1 1La bottega del caffe1 1La locandiera1 1$l ventaglio1 ecc (commedia di carattere). 0crisse anche moltissimi canovacci per compagnie dialettali veneziane# $ &usteghi, Le Daruffe 'hiozzotte, e, in francese, $l Durbero Denevolo. %gli diceva che quando scriveva molte delle sopraddette commedie, che si ispirava al LTeatroJ, cioH alla tradizione teatrale" e al L!ondoJ, cioH la vita. *a ciI arrivI alla 'ommedia dei LTipiJ cioH, dei personaggi concreti, senza astrazioni ne coralit( La riforma goldoniana del teatro era essenzialmente una riforma rivolta contro la commedia dell:Arte (commedia dell:improvviso) che considerava genere ormai esausto, i cui attori, per strappare l:applauso, usavano forme di comicit( grossolane, e dove la maschera dei personaggi, e i personaggi stessi, erano ormai cristallizzati. %gli contrapposi, quindi, alla commedia dall:intreccio romanzesco, la commedia fondata sul carattere, su un protagonista, denominata L'ommedia di 'arattereJ" e, alla commedia a soggetto, la commedia scritta da un poeta. 6ittorio Alfieri, il cui gusto per la liberta' e della ribellione gli fece comprendere il significato della &ivoluzione francese, si fece carico di dare al paese quel teatro tragico di cui sentiva la necessita' e

la mancanza. *ovette pero' purificare il suo stile e la sua tecnica, facendoli sobri e snelli, utilizzando l'osservazione delle regole attinenti al teatro, traendone insegnamento e facendone tesoro, perche' per sua natura, la sua scrittura era un pochino prolissa. (l:opera piQ famosa fu il L0aulJ). La riforma goldoniana# %ssa era rivolta contro la 'ommedia dell:Arte, genere ormai esausto, i cui attori, per strappare l:applauso, usavano forme di comicit( grossolana e dove la maschere e i personaggi erano ormai cristallizzati. %gli contrappose alla 'ommedia dell:intreccio romanzesco, la 'ommedia fondato sul 'arattere, su un protagonista" e alla commedia a soggetto, la commedia scritta da un 4oeta. 6edete se H poco= %, naturalmente, si creI inimicizie tali da dover lasciare 6enezia e accettare lavoro a 4arigi.

IL TEATRO ROMANTICO. $l teatro romantico, drammaturgico, era ad un livello fortemente inferiore alla grandezza della poesia che il periodo seppe esprimere. $n 5rancia con 6ictor Hugo e il suo 1 'romRell1, AleEandre *umas con 1 Henri $$$ et sa cour1, ( messo in scena da Albertin, la cui 1guida scenica1 pervenuta fino a noi ci informa della precisione e dello stadio del valore della nuova tecnica del palcoscenico), Alfred de !usset con 1Lorenzaccio1" DMron e 0helleM in inghilterra" 0ilvio 4ellico con 1 5rancesca da &imini1, 4indemonte, 6incenzo !onti, @go 5oscolo ( 0aul, Tieste, AKace) e Alessandro !anzoni ( $l conte di 'armagnola, Adelchi), sono gli autori piu' noti del periodo romantico. IL TEATRO CONTEM"ORANEO. La storia del teatro contemporaneo e' data dal risultato dello stretto legame della letteratura drammatica, come testo, all'arte della rappresentazione, come secondo testo (o sottotesto). La regia, l'interpretazione, la scenografia, l'illuminotecnica, la musica, hanno assunto fondamentale importanza nella messa in scena di un'opera drammatica, per la perfezione e l'alto livello artistico e tecnico che queste discipline o arti hanno raggiunto. ;ell'Antica 9recia, nel !edio %vo, nell'epoca elisabettiana e in quella del classicismo francese, la messa in scena culmino' in una originalita' tale che dette al testo una forma d'espressione perfetta. !a nella decadenza, con l'invenzione e l'uso di mezzi tecnici sproporzionati, la messa in scena e' servita solo a deformare lo spirito delle migliore opere, ponendo il tecnicismo al disopra dell'espressione# il direttore e l'attore, in effetti, si sostituivano all'autore. ;el migliore dei casi lo spettacolo era ridotto ad una illustrazione del testo che non determinava piu' l'influenza reciproca e salutare tra la messa in scena, l'interpretazione (la forma) e l'opera drammatica (il contenuto). Alla fine dell'.BB, teorici e uomini di teatro discussero su cio' che e' o non e' specificatamente teatrale, cio' che e' l'essenza del teatro. Adolphe Appia& Gordo! Craig& Er,i! "isca or& S a!islas-.& esercitarono una notevole influenza, condannando le scene di falso rilievo ed il sistema pittoresco sul palcoscenico, sostituendoli con una messa in scena a tre dimensioni, pratica e funzionale che permettesse lo sviluppo dell'azione teatrale.

Ma/ Rei!hard & fondatore del *eutscher Theater e inventore del teatro da camera, nelle sue messe in scena, inauguro' i contrasti di luce e di buio e utilizzo' meccanismi complicati su un palcoscenico girevole. Gordo! Craig, con la concezione pura del teatro, libera dalla letteratura, dalla pittura e dalla musica, ma solo basata sull'1anima delle parole1, considera il gesto come l'anima della rappresentazione" le parole come corpo del lavoro" le linee ed i colori come l'essenza della scena" il ritmo quella della danza. $nsomma l'autore, per lui, doveva essere contemporaneamente regista, attore, scenografo e bozzettista. 2ra, con simili concezioni del teatro, ci si rende conto che questa tendenza abbia prodotto una ricerca di elementi scenici inediti, spezzando il quadro tradizionale del palcoscenico, della recitazione, della messa in scena e la letteratura drammatica fu schiacciata da tali schemi. 4iscator e Drecht, continuarono su questa strada col teatro epico, ( 4iscator, anticipatore di Drecht, ne# 4ier 9Mnt, favola surreale, la mette in scena con circa novanta personaggi e moltissime comparse) politico e didattico. !a di si parlera' piu' oltre. $l teatro scandinavo, con $bsen (palcoscenico salotto) esalta l'individualismo e il socialismo, rispondendo cosi' ad un vasto numero di spiriti inquieti (la Lotta civile# *ivorzio e femminismo, esempio# L'asa di DambolaJ col personaggio ;ora). $n $nghilterra sorgono Oscar +ilde (l'importanza di chiamarsi %rnesto)e Dernard 0hoR ( 'andida, La professione della signora Sarren, 'esare e 'leopatra e $l maggiore Darbara) risvegliarono il teatro in lingua inglese (detto della quarta parete). 9li irlandesi 0Mnge, Teats, 2''aseM, determinarono il risveglio della coscienza nazionale e della lotta per l'indipendenza irlandese. 0eguirono Noel Co,ard 0Ca%alcade1& Fr.& Os2or!e 0A lei& +elli!g o!1& e Tho3as Elio 04Assassi!io !ella ca edrale5& rie%oca#io!e dellassassi!io dellArci%esco%o di Cha! er2ur.& To33aso Moro.1 che fecero emergere lo spiritualismo e inaugurarono una nuova forma drammatica lirica, che si ricollega al teatro antico. 5ederico 9arcia Lorca e' il poeta drammatico con piu' vasta risonanza nel teatro spagnolo ( La casa di Dernarda Alba), e 9ogol ( $l revisore, $ giocatori ecc.) considero' la &ussia meta' caserma e meta' prigione. 9orAi e sopratutto 'echov rappresentarono nelle scene gli strati sociali miserabili e poveri come denunce sociali. !aiaAoshM, poeta della rivoluzione russa invece proclamava# 1$l senso del mio teatro e' fare di un palcoscenico una tribuna.1 'on buona pace del teatro drammatico e degli autori liberi. *a citare sono, inoltre, i francesi Coc eau& O2e. e (ea! $ilar 0teatro tenda) $n America, man mano che venivano definendosi i caratteri originali della nazione americana e della coscienza di affermazione come massima potenza, il teatro che ebbe origini molto artificiali perche' con gli immigrati, formavano una popolazione assai disparata, ed ebbe le caratteristiche di spettacolo da fiera, senza veri legami coi problemi dell'uomo.( 6edi Darnum e il suo circo) ne trasse nuova linfa. 5u %ugene 2';eill il primo a imporre l'unione del teatro alla vita nazionale. 5u inventore del monologo interiore permeato dalle idee di 5reud, quindi le astrazioni, le allucinazioni, ed i sogni furono gli incredienti del suo teatro. La commedia musicale ebbe rilevante importanza nel teatro americano. si pensi ad12Alahoma1, 1Sest side storM1 14oggM and Dess1, !M fair ledM e, ultimamente, 1 Pesu 'rMste superstar1. $l teatro drammatico americano, sia pure nelle forme originali che vollero dare alcuni autori, come Torton Silder ( del quale si parler( piQ approfonditamente nella L*rammaturgiaJ, Arthur !iller

( post ibseniano)e in particolare il simbolismo poetico aberrante e sensuale di Tennesse Silliams (La gatta sul tetto che scotta, @n tram che si chiama desiderio ecc.) ha avuto una significativa svolta proprio negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale. $L T%AT&2 $TAL$A;2. 4ur essendo incessante lo sviluppo del sentimento nazionale, in $talia, solo l'unita' del paese consenti' un certo orientamento dell'arte drammatica verso la formazione di un vero e proprio teatro nazionale. $l privilegio del teatro era solo delle grandi citta'. $n quel periodo i piu' alti ingegni della letteratura sono poeti e romanzieri, perche' il teatro, a causa della censura, non godeva di liberta' d'espressione. *opo il +.C-, col 6erga, comincia a delinearsi una certa forma di teatro nazionale verista, mentre continua incontrastato il teatro popolare (!orte 'ivile di 4aolo 9iacometti) e si ha l'avvicinamento dei tempi in cui <acconi e la *use facevano conoscere $bsen e Tolstoi al pubblico italiano. 'omparve poi 9abriele *'annunzio ( La figlia di Porio, La citta' morta, 5rancesca da &imini) interpretati da &uggero &uggeri, %mma 9ramatica e dalla stessa *use. 4oi il teatro di 'hiarelli (La maschera e il volto), &osso di 0an 0econdo, ;iccodemi e 5raccaroli. %rcole Luigi Lorselli con 1 2rione1, trasporta sopra un piano di pagana carnalita' e dissolve con l'ironia, l'intuizione dannunziana della vita (la volonta' di potenza e la vita superiore). Aldo de Denedetti ebbe un rilievo con le commedie brillanti tipo 5eMedeau ( @na dozzina di rose scarlatte, *a giovedU a giovedU, ecc.). Anche !arinetti, col suo futurismo ebbe qualche rilievo, come pure Anton 9iulio Dragaglia con il suo teatro d'avanguardia. *iego 5abbri e @go Detti ('orruzione a 4alazzo di 9iustizia). *i 4irandello si parler( a parte. *opo la seconda guerra mondiale, ebbe nuovo impulso il teatro lirico, mentre 0alvini, 6isconti ( che fece recitare la 'allas) e 0trelher ebbero un ruolo importante nello sviluppo del teatro italiano, con le loro grandi regie. 9li scrittori e critici teatrali 0ilvio *'Amico, 4aolo 'hiarini, Luciano Lucignani e 6ito 4andolfi, contribuirono allo sforzo della rinascita. $n quel periodo ebbero impulso i teatri dialettali con veneziano 9iacinto 9allina, col milanese 'arlo Dertolazzi, col fiorentino Augusto ;ovelli, col napoletano 0alvatore *i 9iacomo e %doardo de 5ilippo animatore del teatro 0an 'arlo. IL TEATRO SICILIANO. $l teatro siciliano e' ricco di autori dialettali, ma e' poco rappresentativo in lingua italiana ( esclusi 4irandello e 6erga naturalmente, e *e &oberto de# $l rosario ). 'i vengono in mente# Luigi 'apuana ( @ paraninfu)" &usso 9iusti ( 9atta ci cova, ecc) e ;ino !artoglio. 3uest'ultimo e' il massimo esponente del nostro teatro dialettale. ( con gli attori !usco e 9rasso che lo portarono nel mondo, e con i pupari 0apienza e $nsanguine che lo portarono nei cortili dei quartieri popolari di 'atania). %gli fu commediografo, poeta e regista cinematografico. !a eccelse nelle vesti di autore teatrale. $ndimenticabili e straordinari sono alcuni suoi personaggi# da 'icca 0tonchiti dei 1'ivitoti in pretura1, a mastro !inucu !iciaciu del 10an 9iovanni decollatu1" da 'ola *uscio de 1L'aria del continente1" a 9iufa' de 1L'arte di 9iufa'1. 3uest'ultima commedia, secondo il sottoscritto, il nostro !artoglio la scrisse per ridicolizzare la nascente arte cinematografica, piena di pseudoartisti senza talento, mirante esclusivamente a provocare le risate del pubblico. 5orse deluso o emarginato, lui vero artista, dal mondo del cinema di allora, fatto di gente grossolana, senza talento, senza gusto e mancante totalmente di senso estetico, per cui !artoglio come, diremmo a 'atania, con quest'opera volle 1 segarsi un corno1. La trama verte sull'imperativo del cinema di allora, di far ridere il pubblico#

@n ragazzo meridionale, credulone, maldestro, ma abbastanza astuto, il nostro 9iufa' , viene notato da un produttore e scritturato per fare da babbeo in un film da girare sul posto. $l film ha successo di cassetta, e 9iufa' diventa un divo del cinema (facile accostamento coi divi del momento). !a, da buon villano, egli assapora tutti i privilegi del suo nuovo stato, e alla fine decide di sfruttare la sua immagine per proprio tornaconto, con grande scorno per la sua casa produttrice dei suoi primi films. $l motivo della commedia e' semplice# il cinematografo non fa vera arte, ma sfrutta la dabbenaggine di certi paseudoattori e del pubblico sprovveduto, solo per fare quattrini e basta" mentre e' il teatro l' unica e vera fonte dell'arte recitativa. !a !artoglio oggigiorno forse dovrebbe rivedere la sua posizione, almeno sul cinema sicuramente. $l cinema ha prodotto e produce vere opere d'arte perche' e' stato abbondantemente alimentato da artisti di grande talento (attori e registi provenienti dal teatro prima, e dai centri sperimentali dopo) e facendo, quindi, un grande salto di qualita'(fermo restando i molti casi la produzione di 1cassetta1). !a il teatro, a sua volta, ha seguito la sua vera inclinazioneN Ha saputo mantenere il pubblicoN ha saputo reggere il passo nel vasto campo dell'arteN 'ol teatro sperimentale se n'e' voluto dare nuovo impulso, si e' avuta la massima liberta' espressiva e scenica, ma, forse a causa dell'eccessiva sperimentazione, si e' esagerato, e sono venuti fuori velleitarismi, s'e' politicizzato un po' troppo, e s'e' perso di vista il vero senso del dramma, col pubblico che lo ha seguito sempre meno, perche' lo ha capito sempre meno. 'on grande rammarico del sottoscritto, penso che una sorte peggiore sia toccata al teatro dialettale ( siciliano e no), che e' stato automaticamente etichettato come teatro comico e basta. % comiche debbono essere le messe in scena. Ad esempio# Le compagnie amatoriali mettono in programma nel loro cartellone l'ottanta per cento di tale teatro comico, e solo il venti di vero teatro serio, o d'autore, o in lingua, sia del passato che contemporaneo. 2ra, tutte queste messe in scena, valide, per carita', anche da un punto di vista storico culturale" di richiamo alle nostre radici, quasi documentaristiche" quindi utili per le nuove generazioni ma, come logico, immancabilmente ripetitive, in quanto il repertorio, pur essendo vasto, non e' proprio infinito, e pur essendo anche, in molti casi, opere gradevoli, rappresentano dopotutto, sempre il passato, piu' remoto che prossimo. %ppoi c'e' da prendere in considerazione, per il danno che apportano al teatro, i tentativi, spesso maldestri, di alcuni capocomici, che propongono rivisitazione di vecchi testi ( naturalmente gia' di pubblico dominio per via dei diritti d'autore ridottissimi). 3uindi riproposizione di soggetti vecchi, adattamenti prevedibili, scontate, ammuffite. %ppoi ancora# elaborazioni imitative di autori locali notissimi (in 0icilia ad esempio ;ino !artoglio, sicuri che il pubblico ridanciano le accetti di buon grado). $l teatro dialettale sara' capace di adattarsi e di recuperare il tempo e il pubblico perdutoN % le compagnie locali sapranno rinnovarsiN 5orse. !a attualmente, con buona pace per l'arte, per esempio a 'atania, ben trenta compagnie operano coi vecchi collaudatissimi sistemi. L'unico segno di rinnovamento, fateci caso, e' rappresentato dallo spettacolo di cabaret, che quasi tutte mettono nel loro cartellone stagionale. 'abaret che, il piu' delle volte, si esaurisce in sAech in dialetto, anche esilaranti se vogliamo , per carita', ma spesso, altre volte, volgari, grossolani, patetici e mortificanti per chi li recita e per chi li ascolta.@no dei motivi e' che, come al solito, tutti pensano di saper scrivere di tutto, ed ecco il cabarettista improvvisatore di questo attuale boom, che fonda la sua comicita' su quella facile dell'avanspettacolo.

IL TEATRO ORIENTALE.

$l teatro asiatico, come in altri paesi e popoli, trae le sue origini reali dalla religione e dalle danze rituali. 9ia' nei secoli passati si conosceva un personaggio popolare indu', 6idusciaAa e le famose ombre cinesi, nonche' le marionette. 0olo nel GG secolo gli europei hanno conosciuto il teatro ;o e il /abuAi giapponesi. $n 'ina il teatro testimonia un'immaginazione e una tecnica d'alta cultura e di civilta'. %sso e' di un'esemplare semplicita' sia per il contenuto, sia per lo stile sommamente espressivo. $n questo suggestivo teatro non viene rappresentato nulla o quasi, nel senso che diamo noi al verbo rappresentare" e cio' perche' gli accessori, come i gesti e i movimenti, sono carichi di simboli. La stessa scena e' fatta di segni, ed ogni oggetto utilizzato nello spettacolo puo' avere uno o piu' usi. %' sorprendente la perfezione raggiunta da tale repertorio di parole, canti, gesti e colori. $l tatro /uen Aiu ha dei testi che sono in versi e in prosa. $ testi classici hanno lo scopo di tramandare e preservare le tradizioni nazionali di onore, intelligenza, lavoro e di resistenza all'oppressione. Le superstizioni sono vive in quel teatro" persino la brutalita' e l'oscenita' non sono escluse, poiche' esprimono la verita' delle leggende e dei miti conosciuti anche dal popolo illetterato, che con la raffinatezza e la sapienza dei simboli e delle regole, che conosce perfettamente, ne segue le vicende con grande interesse, senso critico e comprensione. $l teatro giapponese nasce con il *angaAu, rappresentato nei templi e che dette origine al teatro ;o nel G$6 secolo, ottenendo quel successo che duro' fino all'apparire del teatro /abuAi. $l teatro ;o presenta un'azione molto condensata ed e' espressa in funzione dei mezzi scenici offerti dal testo ed in funzione delle figure e delle danze. L'equilibrio a cui e' pervenuta questa forma d'espressione teatrale, la sua unita' plastica e ritmica, ne fanno uno spettacolo letterariamente e scenicamente perfetto. 'io' spiega l'interesse per questo teatro mostrato dagli artisti europei. $l ;o comprende due ruoli principali# lo 0hite, sempre mascherato che contemporaneamente recita, danza e canta e il SaAi, suo antagonista. $l palcoscenico e' quadrato, libero e vi si accede dal davanti e da un balcone, ove prende posto il coro. 0ullo sfondo, dietro il balcone, vi e' un simbolico pino. A sinistra e a destra prendono posto i suonatori. 0empre a sinistra vi e' un ponticello con balaustra, simbolico come il pino gia' detto. La mimica del ;o e' regolata da una rigorosa coreografia di cui ogni gesto e movimento e' estremamente stilizzato ed ha un preciso senso per lo spettatore. $l teatro /abuAi, la cui nascita si puo' datare intorno al +?-8, divento' presto un teatro romanzesco, burlesco, erotico con delle regole gerarchiche rigide# l'attore principale e' il signore assoluto della

compagnia /abuAi. $l suo repertorio formato da lavori storici, sociali e realistici la cui realizzazione e gli effetti scenici sono accuratamente preparati e realizzati, mira alla conservazione dei costumi. 2ggigiorno il ;o si rivolge ad un pubblico ristretto, mentre il AabuAi, che ha subito l:influenza del teatro occidentale, si H adattato a spettacolo moderno per tutte le classi sociali.

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