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A Kobe, in Giappone, nei primi anni '70, un gruppo di donne che desideravano cibo non
contaminato da sostanze chimiche e che vedevano l'aumento sostanziale delle
importazioni di prodotti alimentari dall'estero e la conseguente chiusura delle fattorie locali,
diede impulso alla costituzione di una associazione che unisse ricercatori agrari, contadini
e clienti per creare una distribuzione che dalle campagne rifornisse direttamente chi
abitava in città.
Questo movimento prese inizialmente il nome di Teikei, una parola che in giapponese
significa pressapoco "il cibo che porta la faccia dell'agricoltore", ma il successo fu tale che
in pochi anni l'iniziativa associò oltre 1.300 persone.
Oggi questo movimento che ha preso il nome di JOAA (Japanese Organic Agricolture
Association) rimane l'associazione per la vendita diretta fra le più estese nel mondo
meritando anche l'ambìto premio nobel alternativo per l'ecologia.
Ma non è rimasta la sola e unica organizzazione che crea un legame fra il cibo e la mano,
o la faccia, del contadino che lo coltiva.
Negli Stati Uniti una simile organizzazione si chiama CSA (Community Supported
Agriculture) che ha come scopo di connettere gli agricoltori con i locali consumatori per
sviluppare una economia locale e mantenere un senso di comunità.
Facendo ciò incoraggia l'economia delle piccole e medie aziende agricole dove il lavoro
manuale e l'esperienza prevale sull'investimento nelle macchine agricole e nel numero
degli ettari.
Il principio di attività di CSA è basato su una intensa partecipazione del cliente finale, che
arriva a anticipare le spese di coltivazione per ricevere poi indietro una parte delle
coltivazioni alla stagione di raccolta. Il contadino infatti redige un piano di coltivazione che
comprende un accurato rendiconto delle spese vive e del lavoro manuale richiesto: salari,
costi di confezionamento e distribuzione, investimenti per semi e attrezzi, costi di affitto dei
terreni, manutenzioni, ecc.
Il costo totale è poi suddiviso per i clienti finali che si dividono il prodotto del raccolto.
Spesso l'agricoltore si prende esso stesso il carico di passare ogni settimana a lasciare i
suoi prodotti alla famiglia committente, rifornendola di un'assortimento di prodotti stagionali
disponibili.
Ciò è qualcosa di molto simile all'esperienza sempre più vitale dei GAS italiani (Gruppi di
Acquisto Solidali) che stanno mano a mano estendendosi a macchia d'olio in una struttura
di rete.
Notizie e informazioni sulle idee e funzionamento dei GAS si possono trovare in rete sul
sito www.retegas.org
Un'altra forma sicuramente più allargata che estende questi principi a tutta la Comunità
locale sono i Distretti di Economia Solidale www.retecosol.org in questo caso
associazioni, amministrazioni, consumatori, contadini etc progettano insieme il futuro del
loro territorio: DEStati Imperia Distretto economia solidale.
• per costruire una amichevole e creativa relazione, non una mera società
commerciale;
• per produrre secondo un piano concordato vicendevolmente fra produttori e
consumatori;
• per accettare tutta la produzione disponibile del contadino;
• per fissare un prezzo in uno spirito di vicendevole beneficio;
• per approfondire una reciproca conoscenza fondata sul reciproco rispetto e fiducia;
• per amministrare una auto-distribuzione, con la partecipazione sia del produttore sia
del consumatore;
• per essere democratici nei gruppi di attività;
• per prendere interesse alle tematiche correlate alle tecniche di agricoltura naturale;
• per mantenere appropriato il numero dei rispettivi gruppi di produzione e di clienti;
• per portare avanti il progresso dell'agricoltura biologica e di uno stile di vita
ecologico.
La parola "solidale" utilizzata in Italia per descrivere i gruppi di acquisto riassume in gran
parte i 10 principi elencati nel movimento Teikei. La solidarietà era uno spirito molto
diffuso nella passata civiltà contadina, dove i lavori e la vita comunitaria ne erano
permeati.
Oggi è un valore che tende a mancare in una società come la nostra dove gli individui
sono sempre più distanti fra di loro e soli, messi in concorrenza dal lavoro e dalla lotta per
la quotidiana resistenza.