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MICROECONOMIA PROBLEMI E CONCETTI ECONOMICI Studia il comportamento dei singoli agenti economici, quali i consumatori, i lavoratori, gli investitori,

, le imprese, cio tutti gli individui o le entit che giocano un qualche ruolo nel funzionamento delle nostre economie. Spiega come e perch questi soggetti prendono delle decisioni di tipo economico. Analizza il modo in cui gli agenti interagiscono tra di loro per formare unit pi ampie, come i mercati. Una moderna economia di mercato utilizza i prezzi come segnali per risolvere i complessi problemi collegati allimpiego delle risorse per produrre i beni e i servizi desiderati dai consumatori; Caratteristiche economie di mercato Gli individui perseguono il proprio interesse (comprando e vendendo ci che sembra meglio per s e le proprie famiglie). Le persone rispondono agli incentivi (compratori-prezzi bassi; venditori-prezzi alti). I prezzi sono determinati nei mercati aperti (incontro domanda e offerta). Gli individui ottengono un reddito vendendo i propri servizi. Le attivit sono governate da un corpus di leggi emanate prevalentemente dallo stato. Scarsit delle risorse Leconomia politica la scienza che si occupa della allocazione di risorse scarse, cio necessario operare scelte in condizioni di scarsit al fine di poter discriminare tra ci che possiamo acquistare e quello che non possiamo. Gli economisti classificano le risorse in quattro categorie: 1. Il lavoro tutte le risorse umane, sia mentali sia fisiche, sia ereditate sia acquisite. 2. Capitale: tutti i beni fabbricati dalluomo per aumentare la produzione (utensili, macchinari, fabbriche) utilizzati nei processi produttivi per realizzare altri beni e servizi. 3. La terra tutti i doni della natura, come la terra, le foreste, i minerali. 4. La capacit imprenditoriale la capacit (e disponibilit) di un individuo di combinare le altre diverse risorse in un impresa produttiva. La quantit totale di beni e servizi prodotti in uno stato nel corso di un anno detto PIL. Costo-opportunit Il costo di qualcosa ci a cui si deve rinunciare per ottenerlo. Il costo-opportunit evidenzia le scelte che devono essere fatte misurando il costo di qualcosa che si scelto in termini dellalternativa che poteva essere scelta altrimenti; ovvero misura i costi in relazione alle alternative alle quali si deve rinunciare, piuttosto che in termini monetari. Frontiera delle possibilit di produzione La frontiera delle possibilit di produzione un diagramma che rappresenta linsieme di beni che possono essere prodotti da un sistema economico. Indica cio in quale misura un bene pu venire trasformato nellaltro mediante il trasferimento di risorse dalla produzione del primo a quella del secondo. I punti allesterno della frontiera delle possibilit di produzione sono irraggiungibili. I punti allesterno sarebbero inefficienti poich le risorse non vengono impiegate completamente, non vengono utilizzate correttamente, o vengono utilizzate tecniche produttive superate. La quantit di beni prodotti dal settore pubblico sono indicati lungo lasse delle ascisse; La quantit di beni prodotti dal settore privato sono indicati lungo lasse delle ordinate; Ogni punto nel diagramma indica una quantit di ciascun bene prodotto; La frontiera delle possibilit di produzione separa le combinazioni raggiungibili, quali a, b e c, da quelle non raggiungibili (punto d); I punti a e b rappresentano impieghi efficienti delle risorse presenti nella societ; Il punto c rappresenta o un utilizzo inefficiente delle risorse o evidenzia limpossibilit di usare tutte le risorse disponibili. La frontiera ha pendenza negativa perch in uneconomia di pieno impiego delle risorse possibile produrre una maggiore quantit di un bene solo se vengono sottratte risorse alla produzione di altri beni; Muoversi dal punto a (le cui coordinate sono c0 e g0) al punto b (le cui coordinate sono c1 and g1) implica produrre un ammontare maggiore di beni del settore pubblico, indicato con G nella figura;

Il costo opportunit di questo incremento una riduzione dei beni del settore privato di un ammontare indicato con C. Leffetto della crescita economica sulla frontiera delle possibilit di produzione La crescita economica sposta verso lesterno la frontiera delle possibilit di produzione, permettendo di produrre una maggiore quantit di tutti i beni; Alcune combinazioni di beni diventano raggiungibili che prima non lo erano.

Il flusso circolante del reddito e della spesa La linea gialla mostra il flusso dei beni e servizi mentre quella bianca mostra i pagamenti eseguiti per acquistarli; I flussi dei servizi dei fattori produttivi vanno dagli individui che vendono le proprie risorse (incluso il proprio lavoro) alle imprese che li utilizzano come fattori nella produzione di beni e servizi; I beni e i servizi giungono ai consumatori attraverso i mercati dei beni finali; I pagamenti monetari vanno dalle imprese agli individui sotto forma di salari per i lavoratori e profitti per gli azionisti (= reddito degli individui); Quando essi spendono tale reddito nellacquisto di beni e servizi, il denaro ritorna ai produttori attraverso il mercato dei beni. Decisioni marginali Individui e imprese che ottimizzano prendono continuamente decisioni al margine relative allacquisto o alla produzione di una quantit leggermente superiore o inferiore dei beni che consumano o producono. Le decisioni relative allacquisto di una quantit leggermente superiore o inferiore avvengono in maniera sequenziale, non tutte in una volta. Le scelte di produzione Ogni sistema economico caratterizzato da due aspetti: la specializzazione per cui ognuno di noi si concentra su un numero limitato di attivit produttive e lo scambio per cui otteniamo la maggior parte di ci che desideriamo commerciando con gli altri piuttosto che producendo da soli. Ci sono tre ragioni per cui la specializzazione e lo scambio ci consentono di usufruire di una maggior produzione: 1. capacit umane: in una vita possiamo imparare solo una quantit limitata di cose. Concentrandoci su alcune abilit ciascuno di noi in grado di affinare le proprie abilit e diventare un esperto in uno o due campi invece di rimanere dilettante in molti. 2. si riduce il tempo di inattivit che deriva dal cambio di mansione. 3. la produzione aumenta se i lavoratori si specializzano. Un individuo ha un vantaggio assoluto nella produzione di un bene quando lo pu produrre utilizzando meno risorse di un altro individuo. Il vantaggio assoluto non un parametro affidabile nella distribuzione dei compiti ai diversi lavoratori. Il principio corretto da utilizzare quello del vantaggio comparato. 1. Un individuo ha un vantaggio comparato nella produzione di un bene se pu produrlo con minor costo opportunit rispetto ad altri individui.

Si ha un vantaggio assoluto nella produzione di un bene se si pu produrlo con meno risorse di altri; si ha invece un vantaggio comparato se si pu produrlo con minor costo opportunit. Le due cose non necessariamente coincidono. 2. La produzione totale di tutti i beni e i servizi raggiunge il suo massimo livello se gli individui si specializzano in base al proprio vantaggio comparato. E questo un altro motivo per cui la specializzazione e lo scambio portano a livelli di vita pi elevati rispetto all autosufficienza. Alternative alleconomia di mercato Lallocazione delle risorse il metodo per determinare quali beni e servizi produrre, come produrli e a che destinarli. Si distinguono tre sistemi fondamentali di allocazione delle risorse: 1. Sistemi tradizionali: basato sulla tradizione, cio i figli svolgono il lavoro del padre 2. Sistemi pianificati: le risorse vengono allocate secondo esplicite istruzioni impartite da un autorit superiore. 3. Sistemi misti: in questi sistemi lo stato fornisce solo la struttura legale, il resto lo decidono il venditore e il compratore. COME LAVORANO GLI ECONOMISTI Differenza tra affermazioni positive e negative Distinguere ci che vero da ci che noi vorremmo che fosse vero o dovrebbe essere vero dipende in parte dalla capacit di riconoscere le affermazioni. Positive: non si basano su giudizi di valore, sono affermazioni riguardanti i fatti oggettivi Normative: dipendono da giudizi di valore, si basano su opinioni personali che non possono essere verificate coi fatti. Teoria economica Le teorie economiche sono costruite per spiegare i fatti (ad esempio il consumo di un bene in un dato periodo di tempo). Elementi fondamentali delle teorie sono: Variabili endogene: una variabile che spiegata allinterno di una teoria; Variabili esogene: determinata da fattori al di fuori della teoria, i quali influenzano le variabili endogene. Ipotesi della teoria economica Motivazioni: gli individui prendono decisioni economiche dati i vincoli delle risorse in loro possesso; le imprese in ugual modo massimizzano il loro profitto; Relazioni fisiche: le ipotesi sul modo in cui la quantit di prodotto collegata alla quantit di fattori utilizzati per produrlo (funzione di produzione); Condizioni di applicabilit: le ipotesi sono spesso usate per specificare le condizioni sotto le quali la teoria applicabile; Direzione di causalit: nesso causale tra una variabile e unaltra (causa=variabile indipendente, ci che causato=variabile dipendente); Implicazioni. Gli economisti sono spesso disaccordo Il perch gli economisti sono spesso disaccordo riassunto in questi 5 punti 1. Economisti diversi potrebbero usare punti di riferimento differenti; 2. Non riescono a rendere chiaro se stanno parlando di conseguenze di breve o di lungo periodo; 3. Limite della loro conoscenza, anche levidenza empirica non sufficiente e si pu giungere a conclusioni differenti sulla base dei dati disponibili; 4. Valori differenti che condizionano le loro analisi; 5. Desiderio di coprire entrambi i lati di un dibattito. I dati economici Sono utili per formulare e verificare le loro teorie: Dati longitudinali; Serie storiche; I dati possono essere rappresentati: -Diagrammi di dispersione; -Tabelle; -Equazioni matematiche (funzioni: relazioni negative/positive tra le variabili); -Grafici; Risoluzione dei modelli economici Relazioni comportamentali. Quando gli economisti analizzano le implicazioni di un comportamento economico (per esempio, come varia la produzione al variare dello stock di capitale), utilizzano solitamente unequazione che rappresenta una relazione comportamentale. Tale equazione mette in relazione causa (livello dello stock di capitale)

ed effetto (livello del prodotto) del comportamento economico. Inoltre, leconomista costruisce un diagramma per visualizzare la relazione; Condizioni di equilibrio. Le relazioni comportamentali vengono combinate con condizioni di equilibrio, situazioni in cui le forze del sistema economico sono bilanciate. Se le condizioni di equilibrio non sono soddisfatte, il sistema economico non stabile. Le relazioni comportamentali devono essere soddisfatte e rese mutualmente compatibili per il raggiungimento dellequilibrio. DOMANDA, OFFERTA E PREZZO La funzione di domanda La quantit di ciascun bene che viene domandata dal singolo consumatore influenzata da: a) Il prezzo del bene; b) Il prezzo di altri beni; c) Il reddito o la ricchezza del consumatore; d) I gusti del consumatore; e) Vari fattori individuali o ambientali. La funzione la seguente: qn = D(pn, p1,.., pn-1,Y, S) qn = la quantit che i consumatori domandano di un dato bene chiamato n; Pn = il prezzo del bene n; p1,.., pn-1= prezzi di tutti gli altri beni; Y = reddito del consumatore; S = incorpora una serie di fattori che variano da individuo a individuo, come et, numero di figli, localit di residenza, fattori ambientali, altre attivit finanziarie, ecc. Leffetto di ciascuna variabile sulla quantit domandata viene considerato singolarmente, ovvero solo una variabile viene fatta variare al fine di valutare come si modifica la quantit domandata a parit di tutte le altre (ceteris paribus). La relazione esistente tra prezzo e quantit negativa e pu essere espressa in termini grafici con la curva di domanda. Scheda di domanda di Alice e Curva di domanda

Nella scheda di domanda: La tabella mostra la quantit di uova che Alice domanda a ogni dato prezzo, a parit delle altre condizioni; Ad esempio, al prezzo di 1 euro Alice domanda 5 dozzine al mese; I dati sono rappresentati nella curva di domanda di Alice. Nella curva di domanda: Ogni punto nella figura corrisponde ad una riga della scheda di domanda; Ad esempio, quando il prezzo di 3 euro, Alice acquista una dozzina di uova al mese (punto f); Quando il prezzo di 0,50 euro ne acquista 7 dozzine (punto a).

Relazione tra le curve di domanda individuali e di mercato

La figura mostra il processo di aggregazione delle curva di domanda di due consumatori; Per esempio, al prezzo di 2 euro William compra 2,4 dozzine e Sara ne compra 3,6; Insieme comprano 6 dozzine; In generale la curva di domanda di mercato e la somma orizzontale delle curve di domanda di tutti i consumatori che operano nel mercato. Scheda di domanda di mercato delle uova

La tabella mostra la quantit di uova domandata da tutti i consumatori a dati prezzi, ceteris paribus; Per esempio, la riga W indica che se il prezzo delle uova fosse 1,50 euro alla dozzina, i consumatori acquisterebbero 77500 dozzine al mese; I dati di questa tabella sono rappresentati nella figura; La pendenza negativa della curva indica che la quantit domandata aumenta al diminuire del prezzo; I sei punti nella figura corrispondono alle sei combinazioni tra prezzo e quantit; La curva che passa per tutti i punti, contrassegnata con la lettere D, la curva di domanda di mercato. Due curve di domanda Lo spostamento verso destra della curva di domanda da D0 a D1 indica un aumento della quantit domandata per ogni dato livello di prezzo; Per esempio, al prezzo di 1,50 euro la quantit domandata aumenta da 77500 dozzine (punto W) a 100000 dozzine (punto W); Mentre la quantit di 90000 dozzine che veniva inizialmente acquistata al prezzo di 1 euro (punto V), dopo lo spostamento verr acquistata al prezzo di 2 euro (punto X).

Spostamenti curva di domanda Uno spostamento della curva di domanda da D0 a D1, indica un aumento della quantit domandata ad ogni prezzo; Questo aumento della domanda pu essere causato da: - Un aumento del prezzo di un sostituto; - Una diminuzione del prezzo di un complemento; - Un aumento del reddito; - Una ridistribuzione del reddito a favore di gruppi di consumatori con una forte preferenza per il prodotto; - Una variazione dei gusti a favore del bene in questione. Uno spostamento della curva di domanda da D0 a D2, indica un diminuzione della quantit domandata ad ogni prezzo; Questa diminuzione della domanda pu essere causato da: - Diminuzione del prezzo di un bene sostituto; - Un aumento del prezzo di un bene complemento; - Una diminuzione del reddito; - Una ridistribuzione del reddito a sfavore di gruppi di consumatori con una forte preferenza per il prodotto; - Una variazione dei gusti a sfavore del bene in questione. Ci muoviamo lungo la stessa funzione di domanda quando varia il prezzo, e rimangono costanti le altre variabili economiche cio le centris paribus. La funzione di offerta La quantit di un bene che le imprese possono e desiderano offrire sul mercato viene detta quantit offerta. Lofferta un flusso desiderato, quanto vorrebbero vendere non quanto vendono effettivamente. Le principali determinanti sono: a) Il prezzo del prodotto; b) I prezzi dei fattori produttivi; c) Lo stato della tecnologia. La funzione le seguente: Qo= O(pn, F1,.., Fm) Qo = quantit offerta del bene n; Pn= prezzo del bene n; F1, Fm = sono i prezzi di tutti i fattori utilizzati. Scheda offerta di mercato delle uova

La tabella presenta le quantit che i produttori desiderano vendere ai vari livelli di prezzo ceteris paribus; Per esempio, la riga y mostra che se il prezzo delle uova di 2,50 euro alla dozzina, i produttori vorrebbero vendere 115000 dozzine di uova al mese. I sei punti corrispondono alle combinazioni prezzo/quantit mostrate nella scheda di offerta di uova; La curva relativa a questi punti, S, la curva di offerta che presenta la quantit di uova che sar offerta a ciascun prezzo; La curva di offerta ha una pendenza positiva, la quale indica che la quantit offerta aumenta allaumentare del prezzo.

Due curve di offerta

Lo spostamento verso il basso a destra della curva di offerta da S0 a S1 mostra un aumento della quantit offerta ad ogni prezzo; Per esempio, al prezzo di 1 euro la quantit offerta aumenta da 46 a 76 migliaia di dozzine al mese. Spostamenti curva di offerta Uno spostamento della curva di offerta da S0 a S1 indica che quantit maggiori sono offerte ad ogni dato prezzo; Tale aumento nellofferta pu essere causato da: - Miglioramento della tecnologia impiegata nella produzione dei beni; - Una caduta dei prezzi degli inputs che sono rilevanti nella produzione dei beni; Uno spostamento della curva di offerta da S0 a S2 indica che quantit minori sono offerte ad ogni dato prezzo; Tale diminuzione nellofferta pu essere causata da: - Un aumento dei prezzi degli inputs che sono rilevanti nella produzione dei beni; - Cambiamenti nella tecnologia che aumentano i costi di produzione dei beni (molto raro). Movimenti lungo la curva: dovuti a cambiamenti del prezzo (parliamo di aumento o diminuzione dellofferta); Spostamento della curva: causati da cambiamenti di variabili differenti dal prezzo del bene (parliamo di aumento o diminuzione dellofferta). Mercato Il mercato il luogo dove venditori e compratori contrattano lo scambio di uno o pi beni simili tra loro. I singoli mercati si differenziano rispetto al grado di concorrenza tra i vari compratori e venditori. Scheda di domanda e di offerta di mercato delle uova e prezzo dequilibrio

Si ha equilibrio quando la quantit domandata eguaglia la quantit offerta; Il prezzo di equilibrio di 1,50 euro; La quantit di equilibrio comprata e venduta di 77,5 migliaia di dozzine al mese; Ad un prezzo inferiore a quello di equilibrio si ha un eccesso di domanda (ad esempio 0,50 euro la quantit domandata (110) eccede la quantit offerta (5); Ad un prezzo superiore si ha un eccesso di offerta (ad esempio 3 euro la quantit domandata (60) inferiore della quantit offerta (122,5); La determinazione del Prezzo dequilibrio Il prezzo di equilibrio corrisponde allintersezione delle curve di offerta e di domanda, rappresentato dal punto E; Al prezzo di 1,50 euro alla dozzina, la quantit domandata (punto w) uguale alla quantit offerta (punto W); A prezzi superiori a quello di equilibrio si ha un eccesso di offerta e si verifica una pressione verso il basso sul prezzo; A prezzi inferiori a quello di equilibrio si ha un eccesso di domanda e una pressione verso lalto sul prezzo. Ipotesi riguardanti un mercato concorrenziale 1. La legge della domanda: le curve di domanda hanno pendenza negativa su tutto il loro intervallo di definizione; 2. La teoria dellofferta: le curve di offerta hanno pendenza positiva su tutto il loro intervallo di definizione; 3. La legge di aggiustamento del prezzo: il prezzo cresce quando la domanda eccede lofferta e diminuisce quando lofferta eccede la domanda. Rimane invariato quando domanda ed offerta si eguagliano. Implicazioni a) Vi un solo prezzo al quale la quantit domandata eguaglia la quantit offerta: lequilibrio unico; b) Solo al prezzo di equilibrio il prezzo di mercato rimane costante; c) Quando le curve di domanda o di offerta si spostano, la quantit e il prezzo di equilibrio si modificano; d) Il mercato stabile nel senso che esistono forze che muovono il prezzo verso il suo livello di equilibrio. Le implicazioni della teoria della domanda e dellofferta

Le curve iniziali sono D0 e S , le quali si intersecano nel punto di equilibrio E0. al prezzo p0 e una quantit q0; Un aumento della domanda sposta la curva di domanda a D1 portando il nuovo equilibrio a E1. Il prezzo aumenta a p1 e la quantit a q1; Una diminuzione della domanda, nella parte (i) ipotizziamo che le curve di domanda e offerta iniziali siano D1 e S, che si intersecano nel punto di equilibrio E1, al prezzo p1 e una quantit q1. Una diminuzione della domanda sposta la curva di domanda a D0 , portando il nuovo equilibrio a E0. Il prezzo scende a p0 e la quantit cresce a q0; In conclusione un aumento della domanda aumenta sia prezzo sia quantit, mentre una diminuzione della domanda abbassa sia il prezzo sia la quantit. Le curve iniziali sono D e S0, le quali si intersecano nel punto di equilibrio E0. al prezzo p0 e una quantit q0; Un aumento dellofferta sposta la curva di offerta a S1 portando il nuovo equilibrio a E1. Il prezzo scende a p1 e la quantit cresce a q1; Una diminuzione dellofferta, nella parte (ii) ipotizziamo che le curve di domanda e offerta iniziali siano D e S1, che si intersecano nel punto di equilibrio E1, al prezzo p1 e una quantit q1. Una diminuzione dellofferta sposta la curva di offerta a S0 , portando il nuovo equilibrio a E0. Il prezzo cresce a p0 e la quantit scende a q0; In conclusione un aumento dellofferta aumenta la quantit, ma abbassa il prezzo, mentre una diminuzione dellofferta abbassa la quantit ma aumenta il prezzo. Lintervento dello Stato nei mercati Stato o governo: tutti gli enti pubblici e altre organizzazioni che dipendono o devono la loro esistenza alle amministrazioni centrali e locali. Ruolo dello Stato: 1. Influenza i prezzi a cui i beni vengono venduti, oppure tassando o sussidiando la produzione e i consumi 2. Influenza le condizioni alle quali i beni e i servizi vengono offerti per la vendita, imponendo standard di qualit o regolando i prezzi dei prodotti.

Lo stato pu influenzare il prezzo di un bene: Pu alterare la domanda e lofferta modificando il prezzo di equilibrio (forze di mercato); Pu emanare una legge che regoli il prezzo (controllo dei prezzi). Il disequilibrio nello scambio Se i controlli sono utilizzati per mantenere il prezzo a un livello di disequilibrio: Se q.t domandata<q.t offerta: la domanda determina lammontare effettivamente scambiato e leccesso di offerta rimarr a carico dei venditori insoddisfatti; Se q.t offerta<q.t domandata: lofferta determina la q.t effettiva scambiata e leccesso della domanda avr la forma di acquisti desiderati da parte dei compratori insoddisfatti. ELASTICITA DELLA DOMANDA E DELLOFFERTA Calcoli relativi a due elasticit della domanda Lelasticit calcolata dividendo la variazione percentuale della quantit per la variazione percentuale del prezzo. Bene A: Un aumento del prezzo di 10 centesimi su 1 euro, cio il 10%, provoca una diminuzione della quantit di 5 unit da 100 a 95, cio il 5%; Dividendo la riduzione della quantit del 5% per laumento del prezzo del 10% si ottiene unelasticit pari a -0.5. Bene B: Una diminuzione della quantit del 30% causata da un aumento del prezzo del 20% di conseguenza lelasticit pari a 1.5. Lelasticit della domanda Lelasticit misura la sensitivit di una variabile rispetto ad unaltra; Lelasticit della variabile X rispetto alla variabile Y : x,y=(x/x)/( y/y). Elasticit della domanda al prezzo La misurazione della reattivit della domanda al prezzo: Per rendere omogeneo il confronto necessario che la variazione della quantit domandata sia indipendente dallunit di misura utilizzata, ovvero utilizzando le variazioni percentuali. Variazione percentuale della quantit domandata / Variazione percentuale prezzo Il segno dellelasticit della domanda al prezzo Poich la curva di domanda ha pendenza negativa, il prezzo e la q.t varieranno sempre in direzioni opposte; Gli economisti tendono ad omettere il segno, confrontando il valore assoluto e non algebrico delle elasticit: Esempio: se il prodotto X ha elasticit -2 mentre il prodotto Y ha elasticit -10, gli economisti diranno che Y ha elasticit maggiore di X (anche se -10 pi piccolo di -2). N.B.: la curva di domanda con elasticit maggiore in valore assoluto quella in cui la quantit domandata pi reattiva a variazioni del prezzo. Interpretazione dellelasticit al prezzo %Q/%P= 0 < intervallo in cui definita ; =0 la q.t domandata non varia al modificarsi del prezzo: perfettamente o completamente anelastica; 0< <1 reazione della q.t domandata in misura inferiore alla variazione del prezzo, anelastica; =1 le due variazioni percentuali sono uguali; 1< < la variazione percentuale della q.t domandata maggiore di quella del prezzo, elastica; una minima variazione del prezzo fa variare sensibilmente la q.t domandata (da zero ad infinito), perfettamente, completamente o infinitamente elastica.

Tre curve di domanda ad elasticit costante Ciascuna di queste curve di domanda ha elasticit costante; La curva D1 ha elasticit nulla: la quantit domandata non varia affatto al variare del prezzo; La curva D2 ha elasticit infinita al prezzo p0: un piccolo aumento del prezzo rispetto a p0 provoca una variazione della quantit domandata da infinito a zero; La curva D3 ha elasticit unitaria: la stessa variazione percentuale del prezzo provoca una diminuzione di uguale percentuale della quantit domandata in tutti i punti della curva, che una iperbole rettangolare in cui costante il prodotto prezzo per quantit.

Elasticit e la spesa totale Se lelasticit della domanda superiore allunit (domanda elastica), una diminuzione del prezzo provoca un aumento della spesa totale per il bene, mentre un aumento del prezzo ne provoca una riduzione; Se lelasticit della domanda inferiore allunit (domanda anelastica), una diminuzione del prezzo provoca una riduzione della spesa totale per il bene, mentre un aumento del prezzo ne provoca un aumento; Se lelasticit della domanda pari allunit, un aumento o una riduzione del prezzo non avranno effetti sulla spesa totale per il bene. Elasticit misurata su di una curva di domanda lineare Lelasticit dipende dalla pendenza della curva di domanda e dal punto in corrispondenza del quale viene misurata; Partendo dal punto A e muovendosi verso il punto B, il rapporto p/q rappresenta la pendenza della retta, mentre il suo reciproco q/p il primo termine della formula dellelasticit in termini percentuali; Il secondo termine p/q, che il rapporto delle coordinate del punto A; Poich la pendenza p/q costante, evidente che lelasticit lungo la curva varia al variare del rapporto p/q, che pari a zero nel punto in cui la curva interseca lasse delle quantit e infinito nel punto in cui essa interseca lasse dei prezzi.

Due curve di domanda che si intersecano Nel punto di intersezione tra due curve di domanda, la curva pi ripida ha elasticit minore; Nel punto di intersezione p e q sono comuni a entrambi le curve e, dunque il rapporto p/q il medesimo e le elasticit differiscono solamente in base al termine q/p; Il valore assoluto della pendenza della curva pi ripida, Dp2/q, maggiore del valore assoluto della pendenza della curva pi piatta, p1/q; Quindi il valore assoluto del rapporto q/p2 inferiore sulla curva pi ripida rispetto al rapporto q/p1 sulla curva pi piatta, cosicch lelasticit minore.

Elasticit misurata su di una curva di domanda non lineare Lelasticit, misurata secondo la formula percentuale in un punto su una curva di domanda non lineare, varia a seconda del verso e dellampiezza della variazione che si sta considerando; Misuriamo lelasticit nel punto A, per il quale il rapporto p/q dato; Il rapporto p/q misura la pendenza della retta che congiunge il punto A con il punto sulla curva raggiunto dopo che il prezzo variato; Il rapporto pi basso si ha quando, dopo la variazione, si raggiunge il punto C, mentre il pi alto si ha quando, dopo la variazione, si raggiunge il punto E; Poich il termine nella formula dellelasticit, q/p, il reciproco della pendenza, lelasticit sar maggiore nel punto C e minore nel punto E. Lelasticit misurata con la formula esatta Quando lelasticit si riferisce alla pendenza della tangente alla curva di domanda in un determinato punto, esiste uno e un solo valore dellelasticit in quel punto; Con questo metodo si prende come rapporto q/p il reciproco della pendenza della retta tangente alla curva nel punto a; In questo caso esiste una sola misura dellelasticit in corrispondenza del punto a, essa si ottiene moltiplicando p/q per q/p misurato lungo la tangente T; Non si considera alcuna variazione media di p e q poich si utilizza un solo punto della curva.

Le determinanti dellelasticit della domanda La determinante principale dellelasticit lesistenza o meno di beni sostituti; La variazione del prezzo di uno di questi beni, a parit dei prezzi di altri sostituti, induce i consumatori a sostituire un bene con un altro: a. Se il prezzo diminuisce i consumatori comprano una quantit maggiore di quel bene e minore dei sostituti; b. Se il prezzo aumenta i consumatori acquistano una q.t inferiore del bene e maggiore dei suoi sostituti. -Domanda elastica: se un bene ha sostituti stretti; -Domanda anelastica: se un bene NON ha sostituti stretti. N.B: Il cibo nella sua totalit non ha un sostituto: la domanda anelastica su un ampio intervallo di prezzi. Tuttavia se consideriamo separatamente gli alimenti, per ciascuno di essi possibile individuare un alimento sostituto, quindi la domanda elastica! (es. beni durevoli). Ogni singolo componente di un gruppo di beni collegati tra loro tender ad avere una domanda elastica, anche se la domanda del gruppo nel suo complesso sar probabilmente anelastica. Lelasticit della domanda deve tener conto anche dellaspetto temporale, distinzione in breve e lungo periodo; Per molti prodotti la reattivit della q.t domandata a una variazione di prezzo, cio il valore dellelasticit della domanda al prezzo, sar tanto maggiore quanto pi ampio lintervallo di tempo considerato; La curva di domanda di lungo periodo di un bene che viene utilizzato congiuntamente a beni durevoli tender a essere significativamente pi elastica della curva di domanda di breve periodo.

Curve di domanda di breve e di lungo periodo DL la curva di domanda di lungo periodo pi elastica di quella di breve periodo. DL rappresenta la curva di domanda di lungo periodo, che mostra la quantit che verr acquistata dopo che i consumatori hanno completamente aggiustato le loro scelte per ogni livello di prezzo; Per ogni punto sulla curva DL passa una curva di domanda di breve periodo. Essa mostra le quantit che Curve di domanda di breve e di lungo periodo saranno acquistate a ogni prezzo dopo che i consumatori avranno aggiustato le loro scelte per il prezzo al quale la data curva di domanda di breve periodo interseca quella di lungo periodo; Perci, in ogni altro punto della curva di domanda di breve periodo i consumatori non hanno aggiustato le loro scelte completamente, probabilmente perch detengono uno stock inadeguato di beni durevoli; Quando i consumatori hanno aggiustato le loro scelte al prezzo p0 essi si trovano nel punto E0 e consumano la quantit q0; Le variazioni di breve periodo del prezzo li fanno muovere lungo la curva di domanda di breve periodo DS0; In modo simile, quando i consumatori hanno completamente modificato le loro scelte p1, essi si trovano in E1 e le variazioni di prezzo di breve periodo li fanno muovere lungo la curva DS1; La curva DS2 mostra le variazioni di breve periodo della domanda quando i consumatori si sono completamente aggiustati al prezzo p2. Lelasticit al reddito In base al livello di reddito di cui un individuo dispone indirizzer il proprio denaro allacquisto di uno specifico paniere di beni. Se il reddito basso si tende a comprare beni essenziali, di prima necessit, se alto si tende a comprare beni manufatti, come auto, tv. A livelli di reddito pi elevati una porzione sempre maggiore sar destinata a servizi come viaggi, istruzione, ecc. Il grado di reattivit della domanda di un bene a una variazione del reddito definito: y = variazione % della q.t domandata / variazione % del reddito; Nella maggior parte dei beni, aumenti di reddito provocano aumenti della q.t domandata: elasticit al reddito positiva, ma pu essere anche negativa (mentre quella al prezzo sempre negativa). Se y negativo, la q.t domandata diminuisce al crescere del reddito: bene inferiore; Se y positivo e minore di uno, la q.t domandata aumenta al crescere del reddito, ma meno che proporzionalmente rispetto alla variazione di reddito. Se y maggiore di uno, la q.t domandata aumenta al crescere del reddito pi che proporzionalmente rispetto alla variazione di reddito. La relazione tra quantit domandata e reddito I beni normali hanno elasticit al reddito positiva; I beni inferiori hanno elasticit negativa; Per un reddito minore di y1, la quantit domandata nulla, pertanto lelasticit al reddito nulla; Per i livelli di reddito compresi tra y1 e y2 la quantit domandata cresce al crescere del reddito, cosicch lelasticit diventa positiva; Per redditi superiori a y2, aumenti del reddito provocano diminuzione della quantit domandata, cosicch lelasticit al reddito diventa negativa.

Lelasticit incrociata Reattivit della q.t domandata di un bene a variazioni dei prezzi di altri beni definito: xy= variazione % della q.t domandata del bene X / variazione percentuale del prezzo del bene Y. Lelasticit incrociata varia da meno infinito a pi infinito. I beni complementi hanno xy negativa, i beni sostituti hanno xy positiva. Elasticit dellofferta Misura il grado di reattivit della q.t offerta a variazioni di uno dei fattori che la determinano; Elasticit dellofferta al prezzo: o = variazione % della q.t offerta / variazione % del prezzo Generalmente o positiva Tre curve di offerta ad elasticit costante

Tutte e tre le curve hanno elasticit costante; La curva S1, ha elasticit nulla, poich la stessa quantit q1, offerta a qualunque prezzo; La curva S2 ha elasticit infinita al prezzo p1; poich a prezzi inferiori a p1 non viene offerto nulla, mentre al prezzo p1 vengono offerte quantit infinitamente elevate; La curva S3, cos come tutte le rette che passano per lorigine, ha elasticit unitaria, dal momento che la variazione percentuale della quantit uguale alla variazione percentuale dei prezzi tra due punti qualsiasi della curva. Le determinanti dellelasticit allofferta Dipende in parte dalla facilit con cui i produttori possono spostare la loro produzione verso altri beni, quindi anche laspetto temporale importante; Dipende fortemente dal modo in cui i costi reagiscono a variazioni della produzione. Misurazione della domanda e dellofferta I problemi sono connessi a: Variazione simultanea di tutte le variabili (analisi di regressione multipla); Separazione degli effetti della domanda e dellofferta: problema dellidentificazione. I dati sui prezzi e sulle q.t non sono sufficienti da soli a rivelarci alcunch sulla forma della curva di domanda e di offerta. Misurazioni di elasticit specifiche Elasticit al prezzo; Elasticit al reddito; Elasticit incrociate; Elasticit e crescita economica; Altre variabili (ampiezza nucleo familiare, et, localizzazione geografica, tipo di occupazione, ricchezza, aspettative future sul reddito futuro). LA TEORIA DELLE CURVE DI INDIFFERENZA Massimizzazione dellutilit e le preferenze del consumatore I consumatori hanno come obiettivo quello di massimizzare la loro soddisfazione suddividendo il loro reddito tra il consumo di beni e servizi che desiderano acquistare; I consumatori compiono le loro scelte in maniera razionale, ovvero sono in grado di scegliere tra i diversi panieri di beni ordinando lutilit che ottengono dal loro consumo. I gusti del consumatore vengono rappresentati dalle curve di indifferenza. Ipotesi alla base delle preferenze: Hp. 1: A parit di altre condizioni, il consumatore preferisce sempre consumare una q.t maggiore che una q.t minore di un dato bene.

Alcuni panieri di consumo a confronto Le aree ombreggiate ottenute tracciando una linea orizzontale e una verticale attraverso il punto b rappresentano le combinazioni alternative di beni disponibili per il consumo; Il paniere b preferito ai panieri composti da una minore quantit di entrambi i beni, mentre tutti i panieri con una maggiore quantit di entrambi i beni sono preferiti a b; Il paniere b preferito a tutti i punti appartenenti allarea in colore scuro perch essi contengono una minore quantit di entrambi i beni rispetto a b (eccetto che per i panieri sui bordi dellarea , che contengono una minore quantit di un bene e la stessa quantit dellaltro).

Panieri che forniscono lo stesso livello di utilit e curva di indifferenza

Curva di indifferenza Mostra tutte le combinazioni di due beni che danno al consumatore lo stesso livello di utilit. Quindi un consumatore indifferente tra le combinazioni di beni indicate da due punti qualsiasi su di una curva di indifferenza. N.B.: Ogni punto al di sopra della curva preferito a tutti i punti che giacciono sulla curva. Ovvero pi una curva di indifferenza si trova lontano dallorigine degli assi, pi alto il livello di utilit che il consumatore trae dai panieri di beni che vi appartengono. Panieri di consumo a confronto La curva di indifferenza consente di confrontare un qualsiasi paniere come b con tutti gli altri. Tutti i panieri appartenenti allarea in colore scuro sono considerati inferiori, sono invece superiori quelli che si trovano nella parte rimanente della figura; Tutti i punti sulla curva procurano lo stesso livello di utilit e quindi ciascun soggetto indifferente tra consumarne uno qualsiasi.

Saggio marginale di sostituzione Hp. 2: quanto minore la quantit consumata di un bene, tanto minore sar lammontare dello stesso bene cui il consumatore disposto a rinunciare per aumentare il consumo del secondo bene (saggio marginale di sostituzione decrescente). N.B.: SMS: quante unit aggiuntive di un bene sono necessarie per compensare la perdita di utilit associata alla diminuzione della q.t consumata di un altro bene. In altri termini il tasso in base al quale il consumatore disposto a ridurre il consumo del bene rappresentato sullasse verticale al fine di aumentare il consumo del bene sullasse orizzontale.

Una mappa di curve di indifferenza Un insieme di curve di indifferenza viene definito una mappa di curve di indifferenza; Pi la curva di indifferenza lontana dallorigine, pi alto il livello di utilit associato a essa; Se un individuo si muove lungo la freccia, come se stesse scalando una montagna di utilit, superando curve di indifferenza associate a livelli di utilit sempre pi alti.

Varie forme di curve di indifferenza

Beni sostituti: le curve di indifferenza sono linee rette la cui pendenza (-1) indica il saggio in base al quale un bene pu essere sostituito con laltro; Beni complementi perfetti: le curve di indifferenza hanno forma ad L; Bene con utilit nulla: le curve di indifferenza sono parallele allasse che misura la q.t del bene; Bene assolutamente necessario: il SMS tende allinfinito al diminuire del consumo del bene verso la q.t che costituisce il minimo necessario; Bene che procura un livello negativo di utilit una volta raggiunto un certo livello di consumo: le curve di indifferenza hanno pendenza positiva; Bene che non viene consumato: la curva di indifferenza interseca lasse che misura la q.t del bene non consumato con una pendenza diversa da quella della retta di bilancio.

Retta di bilancio

Le scelte a disposizione del consumatore: La tabella mostra le combinazioni di cibo e vestiario disponibili per Lia quando il suo reddito pari a 120 , il prezzo del vestiario pari a 4 e il prezzo del cibo pari a 2 euro; Ogni riga indica un paniere di cibo e vestiario il cui valore coincide esattamente con lammontare del reddito di Lia; Retta di bilancio: individua le combinazioni di beni che un consumatore in grado di acquistare dato il suo reddito monetario e i prezzi dei beni che acquista; Per acquistare il paniere u (10V,20C), Lia non spende tutto il suo reddito; mentre per il paniere v (35V, 40C) richiede una spesa superiore allammontare di reddito che Lia possiede; Se Lia si sposta dal punto y (20C, 20V) al punto x (40C,10V) consuma 20 unit in pi di C e 10 in meno di V. Queste variazioni sono indicate nella figura con C e V. Il costo opportunit di ogni unit di C aggiuntiva pari a 10/20=0,5 unit di vestiario cui si deve rinunciare. Questo rapporto coincide con il valore assoluto di V/ C, che la pendenza del retta di bilancio zw nella figura. Lequilibrio del consumatore Fabio ha un reddito di 150 alla settimana, mentre i prezzi dei beni sono di 5 per una unit di vestiario e 6 per una unit di cibo; Un paniere di vestiario e cibo come quello indicato dal punto a raggiungibile, ma spostandosi lungo la retta di bilancio per raggiungere punti come b e c si possono raggiungere curve di indifferenza associate ad un livello pi alto di utilit; Nel punto E, in corrispondenza del quale la curva di indifferenza I4 tangente alla retta di bilancio, Fabio non pi in grado di raggiungere livelli di utilit pi elevati muovendosi lungo la retta di bilancio; Se per esempio, si spostasse dal punto E al punto d, si posizionerebbe su di una curva di indifferenza, I3, associata a un minor livello di utilit. Hp.3: i consumatori cercano di massimizzare la loro soddisfazione totale, ovvero cercano di raggiungere la curva di indifferenza pi alta possibile; La soddisfazione massimizzata nel punto in cui una curva di indifferenza tangente alla retta di bilancio. In quel punto la pendenza della curva di indifferenza, che equivale al saggio marginale di sostituzione del consumatore, uguale alla pendenza della retta di bilancio, che equivale al costo opportunit di un bene in termini dellaltro bene a dati prezzi di mercato.

Una curva reddito-consumo Una variazione del reddito monetario, a prezzi costanti, sposta la retta di bilancio (quella rossa) parallelamente a se stessa, verso lesterno quando il reddito cresce e verso linterno quando il reddito diminuisce. Una variazione percentuale in ugual misura dei prezzi assoluti, a parit di reddito monetario, sposta la retta di bilancio parallelamente a se stessa, verso lorigine degli assi quando i prezzi aumentano, e verso lesterno quando i prezzi diminuiscono.

Variazione della retta di bilancio Le variazioni della pendenza della retta di bilancio: La moltiplicazione dei prezzi monetari per una stessa costante, , tenendo costante il reddito monetario, produce sulla retta di bilancio esattamente lo stesso effetto derivante dal moltiplicare il reddito monetario per 1/ , tenendo costanti i prezzi monetari (condizioni di omogeneit); Una variazione dei prezzi relativi determina un cambiamento della pendenza della retta di bilancio; La curva precedente mostra come variano gli acquisti di un consumatore al variare del prezzo di un bene, a parit di reddito monetario e dei prezzi degli altri beni. Una diminuzione del prezzo del cibo ( a parit di reddito monetario e del prezzo del vestiario) fa ruotare la retta di bilancio da ab ad ac ad ad. Il punto di equilibrio si sposta da E1 a E2 a E3; Una stessa variazione percentuale di tutti i prezzi assoluti e del reddito monetario non modifica la retta di bilancio. Derivazione di una curva di domanda individuale I punti di una curva prezzo-consumo forniscono le informazioni necessarie per costruire una curva di domanda; Nella parte (i) della figura Andrea ha un reddito di 200 al mese. I prezzi della benzina sono rispettivamente di 0.75, 0.50, e 0.25 al litro e i corrispondenti punti di equilibri scelti dal consumatore sono E0, E1, e E2; Linformazione riguardante il numero di litri che Andrea domanda a ciascun livello di prezzo rappresentata graficamente nella parte (ii) della figura e d origine alla sua curva di domanda di benzina; I tre punti indicati con x, y, e z nella parte (ii) corrispondono alle tre posizioni di equilibrio E0, E1 e E2 della parte (i).

Effetti di reddito e di sostituzione Leffetto di sostituzione si ricava facendo ruotare la retta di bilancio attorno a una data curva di indifferenza. Leffetto di reddito, invece, si ricava da uno spostamento parallelo della retta di bilancio; La retta di bilancio iniziale ab. Una diminuzione del prezzo della benzina la sposta ad aj. Il punto di equilibrio iniziale in E0, con una corrispondente quantit di benzina consumata pari a q0, mentre lequilibrio finale in E2 con una quantit di benzina consumata pari a q2. Per rimuovere leffetto di reddito, si immagini di ridurre il reddito di Fabio fino al punto in cui egli appena in grado di posizionarsi sulla sua curva di indifferenza iniziale ai nuovi prezzi; Questo risultato ottenibile spostando la retta aj parallelamente verso lorigine fino a quando essa non tangente alla curva di indifferenza che passa attraverso E0. Il punto intermedio E1 divide la variazione di quantit in un effetto di sostituzione, q1 - q0 ,e in un effetto di reddito q2 -q1. Il punto E1 pu essere ottenuto anche ruotando la retta di bilancio originale ab intorno alla curva di indifferenza fino a quando la sua pendenza non coincide con i nuovi prezzi relativi. Effetto di sostituzione: variazione della q.t domandata a seguito di una variazione del prezzo relativo dei due beni, a parit del livello di reddito reale (ovvero restando sulla stessa curva di indifferenza). Agisce sempre nella stessa direzione: la q.t domandata di un bene aumenta al diminuire del suo prezzo relativo. Effetto di reddito: variazione della q.t domandata causata da una variazione del reddito reale, a parit del prezzo relativo dei due beni. Pu agire in entrambe le direzioni, ovvero la q.t domandata di un bene pu aumentare o diminuire a fronte di una riduzione del prezzo relativo del bene. La direzione delleffetto di reddito collegata alla distinzione tra beni normali e beni inferiori; Nel caso di un bene normale, un aumento del reddito reale del consumatore, derivante da una diminuzione del prezzo di uno dei due beni, porta ad un aumento nel consumo del bene e rinforza leffetto di sostituzione; Nel caso di un bene inferiore, leffetto di reddito negativo in ogni punto del grafico, ovvero la q.t domandata minore quando il reddito aumenta. Leffetto di sostituzione fa aumentare sempre la q.t domandata del bene al diminuire del suo prezzo relativo. Il risultato finale sulla q.t domandata dipender dallampiezza relativa dei due effetti. Variazione equivalente del reddito La variazione equivalente il cambiamento di reddito necessario a mantenere il consumatore allo stesso livello di utilit che egli avrebbe a seguito di una data variazione del prezzo di un bene. La variazione compensativa misura lammontare di reddito che deve essere prelevato al consumatore a seguito della diminuzione del prezzo di un bene per mantenerlo sulla curva di indifferenza originaria, lasciando quindi inalterato il suo livello di utilit.

LE STRUTTURE DEI COSTI DELLE IMPRESE NEL BREVE PERIODO Introduzione Curve di costo: costo monetario che si deve sostenere per ottenere differenti livelli di produzione; Curva di costo di breve periodo: ha forma convessa perch alcuni fattori vengono tenuti costanti e per i fattori che variano vale la legge dei rendimenti decrescenti; Il livello di produzione pi profittevole per unimpresa viene determinato guardando come variano i suoi costi al variare della produzione. Le decisioni di produzione delle imprese Le imprese nel mondo reale: Esistono imprese diverse in termini di dimensioni e strutture, quali: - Imprese individuali e societ in nome collettivo: i proprietari hanno la piena responsabilit; - Societ per azioni: responsabilit limitata al capitale investito nellimpresa; Le risorse finanziarie vengono reperite attraverso: - Capitale sociale: fondi investiti dai proprietari; - Debito: fondi presi a prestito; Societ di persone: i proprietari forniscono il capitale sociale; Societ di capitali: acquisiscono il capitale sociale dai suoi proprietari in cambio di titoli azionari. Gli azionisti rischiano quindi il denaro investito, ma hanno diritto a partecipare ala ripartizione degli utili (dividendi). I fondi possono essere reperiti da unimpresa: - Attraverso profitti non distribuiti; - Creazione di debito. Ogni forma di debito caratterizzato dallobbligo di ripagare la somma presa a prestito, gli interessi, una data di estinzione. Il prestito pu avere luogo attraverso lintervento di un intermediario finanziario o emissione di strumenti di debito, quali le obbligazioni (scheda 8.2 pag.143). Obiettivo delle imprese: ricavare dei profitti (massimizzazione profitti). Costi della produzione: costo del lavoro, costo interessi sul debito, costo dei beni e servizi acquistati, costo dei fattori presi in locazione, ammortamento. Le imprese nella teoria economica Impresa: unit che prende le decisioni riguardo alla produzione e alla vendita di beni e servizi. 1 Hp: le imprese massimizzano i profitti, tentando di guadagnare il livello pi elevato di profitto da distribuire ai propri azionisti. 2 Hp: impresa pu essere vista come ununica coerente unit decisionale. La massimizzazione dei profitti motiva tutte le decisioni prese nellambito di unimpresa, indipendentemente dalla specificit delle persone che prendono tali decisioni e dalla struttura organizzativa in cui esse lavorano. Produzione, costi e profitti Produzione: per produrre bene e servizi ogni impresa necessita di fattori produttivi: Beni intermedi: sono beni finali per unimpresa e fattori produttivi per unaltra; Terra Lavoro Capitale Funzione di produzione: individua la relazione tecnologica tra fattori di produzione e il prodotto finale q=(f1,...,fm); q= q.t di un bene o servizio; f1,.., fm = fattori di produzione; = tipo di funzione. La contabilit dei profitti e delle perdite La tabella fornisce una versione semplificata di un conto dei profitti e delle perdite; Il ricavo totale guadagnato dallimpresa, meno le voci che vengono incluse tra i costi, pari al profitto; N.B. i costi sono suddivisi in quelli che variano con il prodotto, definiti costi variabili, e quelli che non variano, definiti costi fissi.

Il calcolo e la definizione dei profitti puri Per arrivare alla definizione di profitto degli economisti, il costoopportunit del capitale, ovvero il rendimento di un investimento privo di rischio pi un premio di rischio, deve essere sottratto dalla definizione di profitto dellimpresa. Ci che rimane il profitto puro.

Costi e profitti Profitto: rendimento economico del capitale; Profitto economico: ricavi meno costi totali dellimpresa compreso il costo-opportunit del capitale, il quale non include solo il deprezzamento del capitale. Esso comprende anche la stima di quanto il capitale potrebbe guadagnare se destinato al migliore uso alternativo (costo-opportunit del capitale); Nella teoria economica siamo interessati al modo in cui i profitti influenzano lallocazione delle risorse; I profitti in un settore sono il segnale che le risorse possono essere proficuamente trasferite in tale settore, le perdite segnalano che sia meglio trasferire altrove le risorse. Costo opportunit del capitale finanziario Cosa si sarebbe potuto guadagnare cedendo il capitale a qualcun altro con un prestito non rischioso (es. titolo di stato). Quale potrebbe essere il guadagno aggiuntivo dellimpresa se essa prestasse il suo capitale a unaltra impresa con lo stesso fattore di rischio. La massimizzazione del profitto La teoria dellofferta si base sulla determinazione del livello di produzione che massimizza il profitto di unimpresa: =RC Quindi il profitto al variare della q.t prodotta dipende da cosa accade al ricavo e ai costi. Funzione di produzione: q = (L, K ) Abbiamo escluso tra i fattori produttivi la terra e i beni intermedi; q = q.t di prodotto per periodo di tempo; = relazione che lega i fattori; L = lavoro impiegato nella produzione; K = unit dei servizi del capitale utilizzate. Ogni impresa non potr modificare i fattori di produzione con la stessa facilit. Essa potr decidere : 1. Il modo migliore di utilizzare i suoi impianti e fabbricati esistenti; 2. Nuovi impianti, equipaggiamenti e processi produttivi usando la tecnologia gi esistente; 3. Cosa fare riguardo allo sviluppo di nuove tecnologie; Il primo punto riguarda il breve periodo, il secondo il lungo periodo, infine il terzo il lunghissimo periodo. I costi nel breve periodo Breve periodo: lasso di tempo entro il quale la q.t di alcuni fattori, detti fattori di produzione fissi, non pu essere variata. Fattori fissi: bene capitale, tipo macchinari, attrezzature; ma anche la terra, il management o lofferta di lavoro salariato o specializzato. Nel breve periodo la q.t prodotta pu variare solo utilizzando una q.t maggiore o minore dei fattori di produzione variabili. Il concetto di breve periodo non identico in tutti i settori. Nel breve periodo si vuole valutare gli effetti sulla produzione e sui costi di una variazione della q.t del fattore variabile per una data q.t del fattore fisso. Data la funzione di produzione, si considera il capitale come fattore fisso e il lavoro come variabile.

Il prodotto totale, medio e marginale nel breve periodo e le loro curve

Prodotto totale (PT): q.t totale prodotta durante un certo periodo di tempo da tutti i fattori di produzione di cui limpresa fa uso (se tutti i fattori sono tenuti costanti tranne uno, il prodotto totale cambier in base alla maggiore o minore q.t del fattore variabile). Prodotto medio (PM): prodotto totale per unit del fattore di produzione variabile, ovvero il lavoro (il prodotto medio prima aumenta e poi diminuisce. Laddove il PM massimo definito punto dei rendimenti medi decrescenti). Prodotto marginale (P): variazione del prodotto totale dovuta allutilizzo di una unit in pi o in meno del fattore variabile (il livello di produzione in corrispondenza del quale P raggiunge il massimo detto punto di rendimenti marginali decrescenti). La legge dei rendimenti decrescenti Se si impiegano q.t crescenti di un fattore di produzione variabile con una data q.t di un fattore di produzione fisso, vi sar un punto a partire del quale il prodotto marginale e il prodotto medio del fattore variabile diminuiranno. Questa legge detta anche legge delle proporzioni variabili, perch valuta le conseguenze della variazione delle proporzioni con cui i fattori di produzione sono utilizzati. Relazione tra le curve di prodotto marginale e medio Secondo la legge dei rendimenti decrescenti, il prodotto medio e marginale devono prima o poi decrescere al crescere della quantit prodotta. Per la legge dei rendimenti decrescenti, le curve di prodotto medio e marginale possono essere decrescenti per ogni livello positivo di produzione, come mostrato nella parte (i). per anche coerente con la legge che il prodotto medio e marginale prima crescano su un intervallo iniziale di produzione e poi decrescano come mostrato nella parte (ii).

Le variazioni dei costi di breve periodo Costo totale (CT): costo complessivo sostenuto per produrre una certa q.t di un bene. Possiamo distinguere il costo totale fisso (CTF) e il costo totale variabile (CTV). I costi fissi non variano al variare della produzione. Costi variabili: variano al variare della produzione. Costo medio totale (CMT): costo totale di produzione diviso per il numero di unit prodotte. Possiamo distinguerlo in: costi medi fissi e costi medi variabili. Costo marginale (C): laumento del costo totale provocato da un incremento unitario della produzione.

Le variazioni dei costi con capitale fisso e lavoro variabile Il costo totale fisso non varia; Il costo medio fisso legato da una relazione negativa alla q.t prodotta; Il costo marginale fisso nullo; Il costo variabile legato da una relazione positiva alla produzione dal momento che una maggiore produzione richiede maggiori q.t del fattore variabile e una maggiore spesa; Il costo medio variabile pu avere una correlazione positiva o negativa alla q.t prodotta. Se la produzione cresce pi velocemente del costo variabile, il costo medio variabile diminuir al crescere della q.t prodotta; viceversa se la produzione aumenta meno velocemente; Il costo marginale variabile sempre positivo, inoltre pu essere o crescente o decrescente. Le curve di costo totale, costo medio e costo marginale In generale: - Le curve di CMV di breve periodo di solito sono disegnate con una forma convessa in quanto: a) Il prodotto medio tende ad aumentare quando la produzione bassa; b) Ma esso diminuisce abbastanza velocemente oltre una certa soglia, cos da provocare un aumento del costo medio totale. - La legge dei rendimenti decrescenti implica che i costi variabili, medi e marginali, prima o poi aumentino - Capacit: il livello di produzione che corrisponde al punto minimo della curva di costo medio totale. Gli spostamenti delle curve di costo Se si modifica il costo del fattore di produzione variabile, ad esempio in aumento, le curve di costo che includono i costi variabili si sposteranno verso lalto. CTF e CMF non si spostano CT e CTV diventeranno entrambe pi ripide, mantenendo la stessa intersezione con lasse verticale Le curve di costo medio variabile e di costo marginale si sposteranno in alto nella stessa proporzione dellaumento di salario. Le curve di breve periodo si possono spostare anche a causa di una variazione della produttivit del fattore variabile, ad esempio a causa di un utilizzo maggiore di capitale fisso o allintroduzione di nuove tecnologie. Oppure anche ad una migliore esperienza della forza lavoro. LE STRUTTURE DEI COSTI DELLE IMPRESE NEL LUNGO PERIODO La variazione delle combinazioni di fattori di produzione Breve periodo: un solo fattore variabile, quindi le imprese aggiusteranno limpiego di quel fattore fino a quando non raggiungono il livello di produzione desiderato; Lungo periodo: tutti i fattori sono variabili, le imprese decidono sia il livello di produzione sia come produrlo; Lungo periodo: stock di capitale pu variare; Lunghissimo periodo: anche la tecnologia pu modificarsi. La massimizzazione del profitto e la minimizzazione dei costi Limpresa nella scelta dei fattori da utilizzare guarder: Efficienza tecnica: utilizzare la q.t necessaria dei fattori produttivi; Efficienza economica: tra le diverse alternative tecnicamente efficienti sceglier la soluzione che permetter di produrre la stessa q.t, ma ad un costo inferiore (minimizzazione dei costi); Tra le varie possibilit limpresa sceglier quella di ottenere il livello di produzione desiderato nel modo meno costoso. Scelta combinazioni fattori produttivi Se possibile produrre la stessa q.t modificando le combinazioni dei fattori di produzione, ovvero sostituendo un fattore con un altro riducendo il costo totale, implica che limpresa non sta utilizzando la combinazione meno costosa; Condizione necessaria per la minimizzazione dei costi: Pk/ Pk = PL/ PL (1) Ogni qual volta i due membri dellequazione sono diversi, vi la possibilit di sostituire i fattori di produzione tra di loro in modo da ridurre i costi Moltiplicando la (1) per Pk/ PL otteniamo: Pk/ PL = Pk/ PL (2).

Lequazione (2) mostra come limpresa possa modificare gli elementi sotto il proprio controllo in relazione ai prezzi di mercato dei fattori. Limpresa dovrebbe sostituire un fattore con laltro fino al punto in cui il rapporto dei loro prodotti marginali eguaglia il rapporto dei loro prezzi. In particolare: Pk/ PL > Pk/ PL: limpresa sostituir capitale a lavoro, modificando di fatto il rapporto capitale-lavoro; Limpresa raggiunge lequilibrio di lungo periodo quando non saranno pi possibili sostituzioni remunerative di capitale con lavoro o viceversa. Il principio di sostituzione I fattori di produzione variano al variare dei prezzi relativi dei fattori di produzione. Le imprese faranno uso di una q.t relativamente maggiore del fattore pi a buon mercato e relativamente minore del fattore pi costoso; Il principio di sostituzione deriva dall hp minimizzazione dei costi da parte delle imprese; Se i prezzi dei fattori riflettono la scarsit relativa, le imprese tenderanno a sostituire fattori abbondanti a fattori scarsi, attraverso la logica di minimizzazione dei costi. Metodi alternativi per produrre sei unit di prodotto: punti su un isoquanto

Lallocazione delle risorse e le scelte delle combinazioni produttive da parte delle imprese vengono analizzate attraverso il concetto di isoquanto. Isoquanto: il luogo delle combinazioni di fattori di produzione che danno allimpresa la medesima q.t prodotta. Quando ci si muove lungo un isoquanto, stiamo di fatto sostituendo un fattore con un altro, tenendo costante il livello di produzione. Il saggio marginale di sostituzione (SMS) misura il tasso al quale ogni fattore sostituito con un altro a parit di q.t prodotta (convessit isoquanto). Graficamente il SMS misurato dal valore assoluto della pendenza di un isoquanto in un punto particolare. SMS tra due fattori di produzione uguale al rapporto dei loro prodotti marginali. Gli isoquanti soddisfano due condizioni: Pendenza negativa: ogni fattore di produzione ha un prodotto marginale positivo. Le diminuzioni di un fattore devono essere bilanciate da aumenti dellaltro, se si vuole mantenere la produzione costante; Convesso rispetto allorigine ci vogliono sempre maggiori aumenti di lavoro per eguagliare e controbilanciare leffetto di uguali riduzioni di capitale, allo scopo di tenere costante la produzione; Una mappa di isoquanti: ogni isoquanto si riferisce a un livello dato di produzione. Determinazione del metodo di produzione meno costoso

Gli effetti di una variazione dei prezzi dei fattori sui costi e sulle proporzioni dei fattori

Gli isoquanti e le condizioni per la minimizzazione dei costi: Retta di isocosto: mostra tutte le combinazioni dei due fattori che possono essere acquistate con una data spesa. Il metodo di produzione meno costoso si trova graficamente nel punto di tangenza tra lisoquanto scelto e una retta di isocosto. Restando invariata la tecnologia, e quindi con la mappa degli isoquanti fissa, se cambia il prezzo di uno dei fattori, si modificher anche il metodo di produzione meno costoso per limpresa. Le curve di costo di lungo periodo La curva di costo medio di lungo periodo (CMLP) rappresenta il confine tra i livelli di costo raggiungibili, data la tecnologia e i prezzi dei fattori, e i livelli di costo non raggiungibili. Tale curva si deriva dalla funzione di produzione come per i costi di breve. Poich nel lungo periodo tutti i fattori sono variabili, vi un solo costo medio di lungo periodo associato ad ogni insieme di prezzi dei fattori. Una curva di costo di lungo periodo La pi bassa curva di costo raggiungibile per produrre la quantit q0 c0 , il punto E0 sulla curva CMLP. Supponiamo che unimpresa stia producendo nel punto E0 e desideri incrementare il livello di produzione fino a q1. Nel breve periodo essa non sar in grado di variare tutti i fattori e perci dovr sopportare dei costi al di sopra di c1, ad esempio c2. Nel lungo periodo pu essere costruito un impianto di dimensioni ottimali per produrre q1 e possono essere ottenuti costi pari a c1. Al livello di produzione qm limpresa produce al costo di produzione unitario minimo, data la tecnologia e i prezzi dei fattori di produzione. Costi decrescenti: un aumento della produzione provoca una diminuzione dei costi allunit prodotta (rendimenti di scala crescenti); Scala efficiente minima: il pi basso livello di produzione in corrispondenza del quale si realizzano tutte le economie di scala; Costi crescenti: unespansione della produzione provoca un aumento dei costi allunit prodotta (rendimenti di scala decrescenti - diseconomia di scala); Costi costanti: raggiunta la scala efficiente minima pu tuttavia esistere un intervallo in cui i costi medi di lungo periodo non variano allaumentare della q.t prodotta (rendimenti di scala costanti).

Le cause dei rendimenti di scala crescenti: Relazioni geometriche; Costi sostenuti una tantum: alcuni fattori non devono essere aumentati quando si espande la produzione, neppure nel lungo periodo; Tecnologie produttive su larga scala: migliori tecnologie, efficienza della forza lavoro, produzione flessibile. Relazione tra le curve di costo di breve e di lungo periodo BP alcuni fattori sono fissi; LP tutti i fattori sono variabili; CMLP: costo di produzione minimo quando tutti i fattori sono variabili; CMTBP: costo minimo per ottenere un dato livello di produzione quando uno o pi fattori sono costanti; Le curve di costo di BP non possono giacere al di sotto della curva di LP, perch questa rappresenta il costo minimo per ogni livello di produzione. Curve di costo medio totale di breve e di lungo periodo La curva del costo medio totale di breve periodo (CMTBP) tangente alla curva di costo medio di lungo periodo (CMLP) in corrispondenza del livello di produzione per il quale la quantit del fattore fisso ottimale. Le curve CMTBP e CMLP sono tangenti al livello di produzione q0 dove limpianto fisso ottimale per quel livello di produzione. Per tutti gli altri livelli di produzione vi troppo o troppo poco capitale e la curva di CMTBP giace al di sopra della curva CMLP. Per ottenere una produzione diversa da q0 i costi possono essere ridotti al livello della curva di lungo periodo quando trascorso il tempo sufficiente per aggiustare la dimensione dellimpianto dellimpresa. Il livello di produzione qm il punto pi basso sulla curva del costo medio di lungo periodo dellimpresa. Esso rappresenta la scala efficiente minima dellimpresa, ed il livello di produzione per il quale i costi di lungo periodo sono minimi. Gli spostamenti delle curve di costo: I costi variano con la produzione, dati i prezzi dei fattori e la tecnologia; Cambiamenti nella tecnologia o nei prezzi dei fattori spostano le curve di costo di BP e di LP; Un aumento dei prezzi dei fattori di produzione spinge verso lalto le curve di costo medio di breve e di lungo periodo. Una diminuzione dei prezzi dei fattori di produzione, o uninnovazione tecnologica, le spinge verso il basso. Linviluppo delle curve di costo medio di breve periodo A ogni punto della curva di costo medio di lungo periodo (CMLP) associata una curva di costo medio totale di breve periodo (CMTBP) tangente in quel punto. Ogni curva di breve periodo mostra come i costi cambino al variare del livello di produzione, con il fattore fisso tenuto costante al livello ottimale per quantit prodotta, nel punto di tangenza; Ciascuna curva CMTBP tocca la curva CMLP in un punto e giace sopra di essa in tutti gli altri punti. Ci fa della curva CMLP linviluppo delle curve CMTBP. Lunghissimo periodo possibile cambiare le tecniche produttive, modificando la funzione di produzione in modo che gli stessi fattori portano una maggiore livello di produzione, facendo spostare le curve di costo di lungo periodo. Le innovazioni tecnologiche sono spesso reazioni endogene a variazioni nei fondamentali economici; ovvero essi derivano dalle risposte delle imprese alle stesse situazioni economiche critiche che provocano la sostituzione di un fattore con un altro nellambito di una data tecnologia.

LA CONCORRENZA PERFETTA Struttura di mercato: insieme di elementi che incidono sul comportamento e il rendimento delle imprese di mercato, quali numero di imprese e tipo di bene venduto. Concorrenzialit del mercato: dipende dalla capacit delle imprese di influenzare il prezzo di mercato. Minore il potere di una singola impresa di influenzare il prezzo vigente sul mercato in cui vende i propri prodotti, tanto maggiore il grado di concorrenza del mercato. Quando il potere di fissare il prezzo nullo si ha una struttura di mercato perfettamente concorrenziale, dove la capacit di vendere di unimpresa sar indipendente dal comportamento delle altre imprese. Settore: le imprese che producono un bene o un insieme di beni strettamente legati tra loro. Hp fondamentali del modello di concorrenza perfetta (potere di mercato nullo): Tutte le imprese vendono un bene omogeneo. I consumatori conoscono sia il prezzo sia le caratteristiche del bene venduto sul mercato. Il livello di produzione di unimpresa quando produce in corrispondenza del punto minimo del suo costo medio totale di lungo periodo, una piccola frazione della produzione complessiva del settore. Limpresa price-taker, ovvero variazioni del suo livello produzione e di vendita non possono influenzare in modo significativo il prezzo di mercato. Il settore caratterizzato da libert di entrata e di uscita. La curva di domanda fronteggiata da ciascuna impresa in un mercato perfettamente concorrenziale orizzontale, poich le variazioni del livello di produzione effettivamente attuabili dallimpresa non hanno effetti di rilievo sul prezzo. La curva di domanda orizzontale mostra che le variazioni del livello di produzione attuabili per limpresa in condizioni normali lasceranno il prezzo sostanzialmente immutato perch il loro effetto sul livello di produzione dellintero settore sar trascurabile. La curva di domanda di un settore concorrenziale e di unimpresa del settore La curva di domanda del settore ha pendenza negativa, la curva di domanda dellimpresa orizzontale; Il settore concorrenziale ha un livello di produzione di 200 milioni di ton quando il prezzo pari a 3 ; La singola impresa prende quel prezzo per dato e decide di produrre fino a 60000 ton; La domanda di impresa nella parte (ii) appare orizzontale poich le variazioni del livello di produzione dellimpresa hanno un effetto trascurabile sul prezzo.

Diversi concetti di ricavo di unimpresa price-taker Ricavo totale (RT): lammontare totale di denaro ottenuto dallimpresa dalla vendita di un prodotto. Se q unit sono vendute ciascuna al prezzo p, allora RT= p x q; Ricavo medio (RM): ricavo a unit venduta; Ricavo marginale (R):ricavo incrementale, la variazione del ricavo totale dellimpresa derivante dalla vendita di una unit aggiuntiva; N.B. se il prezzo di mercato non influenzato dalle variazioni della produzione dellimpresa, allora la curva di domanda, la curva di ricavo marginale e la curva di ricavo medio dellimpresa sono rappresentate dalla stessa retta orizzontale.

La curva di ricavo di unimpresa perfettamente concorrenziale La curva di domanda di unimpresa perfettamente concorrenziale una retta orizzontale; Poich il prezzo non varia, il ricavo medio e marginale non variano al variare del livello di produzione: entrambi sono uguali al prezzo; Quando il prezzo costante, il ricavo totale una linea retta crescente uscente dallorigine degli assi, la cui pendenza data dal prezzo unitario.

Equilibrio di breve periodo Regole generali per massimizzare i profitti: 1. Unimpresa dovrebbe decidere di non produrre se, per tutti i livelli di produzione, il costo totale variabile di produzione supera il ricavo totale derivante dalla vendita dei beni o, in modo equivalente, se il costo medio variabile di produzione maggiore del prezzo di vendita. Prezzo di chiusura: prezzo in corrispondenza del quale limpresa riesce a coprire solo il suo costo medio variabile. Per cui sar indifferente se produrre o non produrre. 2. Assumendo che le convenga produrre, limpresa dovrebbe scegliere il livello di produzione in corrispondenza del quale il ricavo marginale pari al costo marginale (condizione necessaria ma non sufficiente). 3. Affinch un livello di produzione per il quale il ricavo marginale uguaglia il costo marginale massimizzi il profitto anzich minimizzarlo, sufficiente che il costo marginale sia minore del ricavo marginale per livelli di produzione leggermente inferiori e maggiori per livelli di produzione leggermente superiori. Due livelli di produzione in corrispondenza dei quali il costo marginale uguale al ricavo marginale Il livello di produzione q0 corrisponde al punto di profitto minimo, in quanto una variazione in entrambe le direzioni assicurerebbe una crescita del profitto: per livelli di produzione inferiori a q0 il costo marginale maggiore del ricavo marginale e i profitti possono essere aumentati riducendo il livello di produzione, mentre per livelli di produzione superiori a q0 il costo marginale minore del ricavo marginale e i profitti possono essere aumentati aumentando la produzione. Il livello di produzione q1 corrisponde a una situazione di profitto massimo, dal momento che livelli di produzione appena inferiori comportano ricavi marginali superiori ai costi marginali, con conseguenti aumenti dei profitti tramite aumenti della quantit, mentre livelli di produzione superiori comportano costi marginali superiori ai ricavi marginali, con la possibilit di aumentare il profitto diminuendo la quantit sino a q1. Lequilibrio di breve periodo di unimpresa perfettamente concorrenziale Il livello di produzione ottimale: Il livello di produzione ottimale dellimpresa pari a zero se il ricavo totale minore del costo totale variabile in corrispondenza di tutti i livelli di produzione, positivo se esiste un livello di produzione in corrispondenza del quale il ricavo totale maggiore del costo totale variabile; Se il livello di produzione ottimale positivo, il costo marginale uguale al ricavo marginale; Se la produzione ad un livello inferiore a quello ottimale, il costo marginale deve essere minore del ricavo marginale, mentre se leggermente superiore, il costo marginale deve essere maggiore del ricavo marginale Unimpresa operante in un mercato perfettamente concorrenziale sceglier il livello di produzione che eguaglia il costo marginale al prezzo di mercato ( a condizione che il prezzo sia superiore al costo medio variabile). In un mercato perfettamente concorrenziale ogni impresa price-taker e fissa il suo livello di produzione. Limpresa persegue lobiettivo della massimizzazione del profitto aumentando o diminuendo la produzione sino al punto in cui il suo costo marginale di breve periodo uguale al prezzo di mercato.

Le curve di costo totale e di ricavo totale Limpresa sceglie il livello di produzione per cui la distanza tra costo totale e ricavo totale massima; In corrispondenza di ciascun livello di produzione la distanza verticale tra RT e CT indica in che misura il ricavo totale maggiore o minore del costo totale; Tale distanza massima in corrispondenza del livello di produzione qE che rappresenta il livello di produzione che massimizza il profitto;

Le curve di offerta di breve periodo In concorrenza perfetta: la curva di offerta dellimpresa la curva di costo marginale per quei livelli di produzione in corrispondenza dei quali il costo marginale superiore al costo medio variabile. La curva di offerta di unimpresa di breve periodo

La curva di offerta di un gruppo di imprese

La curva di offerta di un settore la somma orizzontale delle curve di costo marginale di tutte le imprese operanti nel settore, nel tratto al di sopra del costo medio variabile. Prezzo di equilibrio di breve periodo Il prezzo di un prodotto venduto in un mercato perfettamente concorrenziale determinato dallinterazione tra la curva di offerta di breve periodo del settore e la curva di domanda del mercato; Le azioni collettive di tutte le imprese presenti nel settore e le azioni collettive dei consumatori determinano congiuntamente il prezzo di equilibrio; Il prezzo determinato dallintersezione delle curve precedenti; Se un settore nel suo punto di equilibrio di BP, ogni impresa massimizza il profitto, ma non possiamo definire a priori lentit dello stesso.

Posizioni alternative di equilibrio di breve periodo di unimpresa perfettamente concorrenziale

Un sistema economico in cui i mercati operano in regime di concorrenza perfetta porta ad unallocazione efficiente delle risorse; Lefficienza allocativa si verifica quando la somma dei surplus del consumatore e del produttore massimizzata; Surplus del consumatore: differenza tra il valore totale che i consumatori attribuiscono a tutte le unit consumate di un bene e il pagamento che sostengono per acquistare tali unit; Surplus del produttore: ammontare di denaro che i produttori ricevono per il loro prodotto meno il costo totale variabile di produzione; La somma dei surplus del consumatore e del produttore massimizzata quando un mercato perfettamente concorrenziale in equilibrio, con la domanda che eguaglia lofferta. Il surplus del consumatore e del produttore

Lefficienza allocativa della concorrenza perfetta Lequilibrio perfettamente concorrenziale efficiente dal punto di vista dellallocazione delle risorse poich massimizza la somma del surplus del consumatore e del produttore. In corrispondenza dellequilibrio concorrenziale E il surplus del consumatore rappresentato dallarea in colore scuro al di sopra della retta di prezzo, mentre il surplus del produttore larea in colore chiaro al di sotto di essa. Riducendo la produzione a q1 ma mantenendo il prezzo al livello p0 il surplus del consumatore diminuisce di un ammontare pari allarea 1 e il surplus del produttore di un ammontare pari allarea 2. Se i produttori sono costretti a produrre la quantit q2 e a venderla ai consumatori, che sono a loro volta costretti ad acquistarla al prezzo p0 il surplus del produttore si riduce dellarea 3 (lammontare equivalente alleccedenza dei costi variabili sui ricavi per quelle unit di prodotto), mentre il surplus del consumatore si riduce dellarea 4 (lammontare equivalente alleccedenza della spesa sulla soddisfazione dei consumatori per quelle unit). Solo in corrispondenza della quantit di equilibrio, q0 ,la somma dei due surplus massimizzata.

Equilibrio di lungo periodo Nel BP unimpresa in concorrenza perfetta pu operare in pareggio, ottenere profitti o subire perdite. Se ci sono profitti, nuove imprese entreranno nel settore; se si opera in pareggio le imprese gi nel settore non hanno convenienza ad uscire dallo stesso e le altre non hanno incentivo ad entrarvi. In caso di perdita le imprese che operano in quel settore lo lasceranno perch altrove possibile ottenere rendimenti migliori. I profitti in un settore concorrenziale sono un segnale per lentrata di nuove imprese; il settore si espander, riducendo il prezzo fino al punto in cui i profitti sono nulli. Le perdite in un settore concorrenziale sono un segnale per luscita delle imprese, il settore si contrarr facendo aumentare il prezzo di mercato fino a che le imprese rimaste riescono a coprire il loro costo totale. Lequilibrio di lungo periodo in un settore perfettamente concorrenziale si realizza quando le imprese realizzano profitti nulli. Leffetto prodotto sulla curva di offerta dai nuovi entranti Le imprese entranti causano uno spostamento verso destra della curva di offerta e una diminuzione del prezzo di equilibrio; Lequilibrio iniziale nel punto E0 , in corrispondenza di un prezzo p0 e di una quantit q0; Lentrata di nuove imprese sposta la curva di offerta in O1 ,il prezzo di equilibrio scende a p1 e quantit q1; In corrispondenza di questo prezzo, prima dellentrata, sarebbe stata prodotta solo una quantit pari a q2 lammontare aggiuntivo di produzione fornito dalle nuove imprese.

Equilibrio di breve periodo e di lungo periodo di unimpresa perfettamente concorrenziale Le reazioni di lungo periodo a variazioni della domanda: - Se la domanda di un bene aumenta: il prezzo aumenter in modo tale da bilanciare la domanda con lofferta di BP del settore. Ogni impresa aumenter il livello di produzione sino al punto in cui il prezzo eguaglia nuovamente il costo marginale di BP. Poich ci sono profitti nel settore, nuove imprese entreranno. La curva di offerta di BP del settore si sposta verso destra e si avr una diminuzione del prezzo. Nuove imprese continueranno ad entrare fino a quando le imprese copriranno di nuovo solo il costo medio totale. Lentrata di nuovo capitale in un settore redditizio pu avvenire solamente ad una velocit pari a quella con cui possono essere costruiti e installati nuovi stabilimenti e impianti. Luscita di capitali da un settore in perdita avviene molto rapidamente quando il prezzo inferiore al costo medio variabile, e avviene a una velocit pari al tasso di obsolescenza degli stabilimenti e degli impianti quando il prezzo supera il costo medio variabile. La curva di offerta del settore di lungo periodo mostra la q.t offerta nellequilibrio di lungo periodo in corrispondenza di ogni livello di prezzo, ovvero, una volta avvenute tutte le variazioni indotte dalla domanda ed eliminati gli incentivi per lentrata e luscita dal mercato. Una condizione necessaria per ottenere un equilibrio di lungo periodo perfettamente concorrenziale che siano realizzate tutte le economie di scala interne allimpresa in corrispondenza di un livello di produzione modesto rispetto alle dimensioni dellintero settore. Le curve di offerta di lungo periodo di settore

IL MONOPOLIO La struttura di mercato monopolistica caratterizzata dalla presenza di una sola impresa, per cui la sua curva di domanda coincide con quella di mercato. La curva di domanda ha pendenza negativa, contrariamente a quella delle imprese concorrenziali. Si presenta un trade-off tra il prezzo del bene e la q.t che vende sul mercato (le vendite possono essere aumentate solo se si riduce il prezzo, il quale a sua volta potr essere aumentato solo se si riduce la quantit). Ricavo medio: pari al prezzo quando limpresa fissa lo stesso prezzo per ogni unit venduta. N.B.: Di conseguenza la curva di domanda del mercato coincide con la curva di ricavo medio dellimpresa. La curva di domanda dellimpresa non coincide con la sua curva di ricavo marginale, che mostra la variazione del reddito totale derivante dalla vendita di una unit addizionale del bene. N.B.: poich la curva di domanda del monopolista ha pendenza negativa, la vendita di una unit aggiuntiva del prodotto comporta una diminuzione del prezzo di tutte le unit vendute. Il ricavo marginale di unimpresa monopolistica inferiore al prezzo di vendita del suo prodotto (o al ricavo medio). Ricavo totale, medio e marginale Il ricavo marginale minore del prezzo perch il prezzo deve essere ridotto per vendere una quantit aggiuntiva di prodotto; Consideriamo, ad esempio, il ricavo marginale dellundicesima unit. Esso pari al ricavo totale della vendita di 11 unit meno il ricavo totale della vendita di 10 unit. Il risultato 7,90 , minore del prezzo che di 8,90 al quale sono vendute le 11 unit del bene; Il ricavo marginale dato dal guadagno derivante dalla vendita dellunit aggiuntiva 8,90 meno 0,10 persi su ognuna delle 10 unit precedentemente vendute a causa della diminuzione del prezzo da 9,00 a 8,90 . Gli effetti sul ricavo di un aumento della quantit venduta Poich la curva di domanda ha pendenza negativa, il ricavo marginale minore del prezzo; Una riduzione del prezzo dap0 a p1 aumenta le vendite di una unit, da q0 a q1; Il ricavo derivante dalla vendita di una unit aggiuntiva del prodotto rappresentato dallarea azzurra; Per vendere tale unit necessario ridurre il prezzo di ognuna delle q0 unit precedentemente vendute; La diminuzione dei ricavi rappresentata dallarea blu; Il ricavo marginale dellunit aggiuntiva pari alla differenza tra le due aree; Concorrenza perfetta: il ricavo marginale di unimpresa uguale al prezzo al quale viene venduta quella unit; Monopolio: occorre ridurre il prezzo di mercato per aumentare le vendite, in quanto la curva di domanda ha pendenza negativa; Nellintervallo di valori per i quali la curva di domanda elastica, il ricavo totale cresce al crescere della q.t venduta, per cui il ricavo marginale sar positivo. Nellintervallo in cui la curva di domanda anelastica, il ricavo totale diminuisce al crescere della q.t venduta e il ricavo marginale risulta quindi negativo. Curve di ricavo ed elasticit della domanda Quando RT crescente, R positivo e la domanda elastica. In questo esempio, quando la quantit prodotta varia tra 0 e 50 il ricavo marginale positivo, lelasticit maggiore di uno e il ricavo totale crescente; Per quantit comprese tra 50 e 100 il ricavo marginale negativo, lelasticit minore di uno e il ricavo totale decrescente (N.B.: elasticit espresse in valore assoluto).

Lequilibrio del monopolio nel breve periodo Obiettivo del monopolista sempre la massimizzazione del profitto; 1. Limpresa non produce affatto se non vi un livello di produzione per il quale il prezzo almeno pari al suo costo medio variabile; 2. Se limpresa decide di produrre, il livello di produzione che massimizza il profitto dato dal punto in cui i costi marginali eguagliano i ricavi marginali; Tuttavia quando unimpresa monopolistica in equilibrio: R= C, entrambi sono sempre inferiori al prezzo di vendita del prodotto (perch il R sempre minore del prezzo fissato dallimpresa). necessario tenere presente che, anche se unimpresa monopolistica sceglie il livello di produzione che massimizza il profitto, non possibile stabilire sulla base di questa scelta lentit di tale profitto. Considerando la curva del costo medio si pu invece valutare se limpresa sta realizzando un profitto positivo, o nullo, oppure una perdita. Lequilibrio di monopolio Il monopolista massimizza il profitto producendo in corrispondenza del punto in cui il ricavo marginale uguale al costo marginale (q0); In corrispondenza di tale quantit, il prezzo p0 (determinato dalla funzione di domanda) maggiore del costo medio variabile; Il profitto totale pari al profitto unitario p0-c0 moltiplicato per la quantit q0, rappresentato dallarea gialla.

Possibili livelli di profitto per un monopolista La massimizzazione del profitto significa che il monopolista si sta comportando in modo ottimale, ma non che il profitto sia necessariamente positivo; Il monopolista ha una curva di domanda D; Consideriamo tre curve di costo alternative; Con la curva CMT non esiste un livello di produzione positivo in corrispondenza del quale limpresa riesce a evitare perdite; Con la curva CMT il monopoliste copre i suoi costi in corrispondenza di una quantit q1, laddove la curva del CMT tangente alla curva di domanda; Con la curva CMT possibile ottenere profitti positivi producendo una quantit compresa tra q2 e q3; Nel monopolio il costo marginale, viste le hp avanzate, non coincide con il prezzo di mercato. perci necessario per conoscere il livello di produzione in corrispondenza di differenti valori del prezzo anche la curva di domanda e non solo quella del costo marginale. Si pu osservare la stessa q.t venga venduta a prezzi differenti a seconda delle caratteristiche della curva di domanda; Per unimpresa monopolistica non esiste una relazione univoca tra prezzo di mercato e quantit offerta; Il monopolista essendo lunico produttore del settore rappresenta il settore stesso. Lassenza di una curva di offerta del monopolista Non esiste ununica relazione tra il prezzo fissato e la quantit venduta in un regime di monopolio. Le curve di domanda D e D hanno entrambe curve di ricavo marginale che intersecano la curva di costo marginale in corrispondenza del livello di produzione q0. Ma poich le curve di domanda sono differenti, q0 venduta a: - p0 quando la curva di domanda D - p1 quando la curva di domanda D

Il monopolio con pi impianti Come distribuisce la produzione se limpresa monopolistica ha pi impianti? Per massimizzare il profitto, un monopolista con pi impianti utilizzer gli impianti in modo tale da uguagliare i loro costi marginali, ovvero ridistribuendo la produzione dellimpianto con costi marginali pi elevati a quello con costi marginali inferiori (principio estendibile a tutte le tipologie di impresa, in quanto in questo modo riduciamo il costo totale della stessa); Le curve di costo marginale dellimpresa monopolistica data dalla somma orizzontale delle curve di costo marginale dei suoi singoli impianti. Inefficienza allocativa del monopolio La q.t prodotta in regime di monopolio inferiore rispetto a quella in concorrenza perfetta per cui la somma totale dei surplus del consumatore e del produttore inferiore; Il livello di produzione minore di quello concorrenziale, quindi il prezzo sar pi alto di quello di c. perfetta. Il surplus del consumatore diminuisce e aumenta quello del produttore; Limpresa monopolistica guadagna a spese dei consumatori; La quota di beni che non prodotta rispetto a quella prevista in c.p. determina la perdita di surplus del consumatore, che maggiore del guadagno del produttore; Si viene quindi a creare una perdita secca, ovvero un danno per tutta la societ nel suo complesso; Il conflitto tra interesse privato del produttore monopolista e linteresse pubblico di tutti i consumatori del paese giustifica lintervento pubblico per prevenire la formazione dei monopoli. La perdita secca associata al monopolio In corrispondenza dellequilibrio perfettamente concorrenziale Ec il surplus del consumatore la somma delle aree 1, 5, and 6; Quando il settore monopolizzato, il prezzo aumenta a pm, e il surplus del consumatore si riduce dellarea 5; I consumatori perdono larea 1 a causa della riduzione della produzione e larea 6 perch laumento di prezzo la trasferisce allimpresa; Il surplus del produttore nel caso di equilibrio concorrenziale corrisponde alla somma delle aree 7 e 2; Quando il mercato monopolizzato e il prezzo aumenta a pm, larea 2 viene persa a causa della riduzione della produzione dovuta al monopolio. Tuttavia il monopolista riceve larea 6 dai consumatori; Larea 6 maggiore della 2 perch pm massimizza il profitto; In conclusione, le aree 1 e 2 son una perdita secca per la societ derivante dal regime di monopolio, a causa dellinefficiente allocazione delle risorse a esso associata. La discriminazione dei prezzi Se il monopolista avesse la possibilit avrebbe la convenienza a vendere ogni unit del bene che produce ad un prezzo diverso; Discriminazione dei prezzi: quando un produttore fissa prezzi diversi per diverse unit dello stesso bene per ragioni che non dipendono da differenze nei costi; Non tutte le differenze di prezzo costituiscono discriminazione dei prezzi. -Perch e profittevole discriminare i prezzi? I venditori sono in grado di appropriarsi di parte del surplus del consumatore, che altrimenti sarebbe andata ai compratori; La discriminazione dei prezzi perfetta si verifica quando limpresa si appropria dellintero surplus del consumatore, ovvero ogni unit del bene viene venduta ad un prezzo diverso; Discriminazione tra consumatori diversi nello stesso mercato: se compratori diversi hanno differenti curve di domanda per un qualche bene, un monopolista pu profittevolmente discriminare facendo pagare di pi ai consumatori che hanno una domanda del prodotto pi alta e meno quello che hanno una domanda pi bassa; Discriminazione tra diversi mercati: in base al loro potere concorrenziale adegueranno i prezzi a cui vendere il bene che produce limpresa; -Caratteristiche discriminazione La possibilit di fissare prezzi diversi consente al venditore di appropriarsi di parte (o in casi estremi della totalit) del surplus del consumatore. Inoltre limpresa aumenta cos il suo ricavo a spese dei consumatori;

La discriminazione dei prezzi e possibile se il venditore pu distinguere le singole unit acquistate da ogni singolo consumatore oppure separare i consumatori in gruppi in modo tale che la rivendita del bene tra i gruppi risulti impossibile; I costi di trasporto, le barriere tariffarie e il contingentamento delle importazioni permettono di separare le classi di consumatori in termini geografici e possono rendere possibile attuare la discriminazione. -Conseguenze della discriminazione dei prezzi Per ogni dato livello di produzione, il sistema pi redditizio di discriminazione dei prezzi garantisce allimpresa un ricavo totale maggiore rispetto a quello garantito da un singolo prezzo che massimizza il profitto (effetto sulla distribuzione del reddito); La q.t prodotta in caso di discriminazione dei prezzi generalmente maggiore rispetto a quello di un monopolista mono-prezzo. Si riduce la perdita secca associata al monopolio. -Un monopolista che discrimina i prezzi Inizialmente il monopolista produce in corrispondenza di qm dove C = R, invece del livello di produzione concorrenziale qc dove C uguale alla domanda (che rappresenta lutilit marginale dei consumatori); La perdita secca la somma delle aree 1, 2 e 3; In seguito un secondo gruppo di consumatori viene isolato dal primo. Tale gruppo, che non acquisterebbe nulla al prezzo pm acquista una quantit che fa aumentare la produzione a qd con prezzo pd; I profitti dellimpresa monopolista aumentano dellarea 2, che equivale alla differenza tra la sua curva di costo e il prezzo pd che viene praticato al nuovo gruppo che acquista la quantit compresa tra qm e qd; Il surplus del consumatore aumenta dellarea ombreggiata contrassegnata col numero 1 e la perdita secca diventa larea ombreggiata contrassegnata col numero 3. Equilibrio nel lungo periodo Un monopolista che ottiene profitti indurr altre imprese a entrare nel mercato per ottenere profitti superiori al costo-opportunit del capitale, se lentrata avviene limpresa perder il suo potere di monopolio e si modificher lequilibrio; Lesistenza di barriera limita lingresso di imprese nel mercato in cui opera limpresa monopolistica. Barriere allentrata Possono essere strategiche o naturali; Naturali: risultato di economie di scala e collegate alla tecnologia (monopolio naturale); Giuridiche: create dallo stato e per questo ufficialmente accettate; Le barriere allentrata ostacolano il meccanismo di aggiustamento in virt del quale, nel lungo periodo, i profitti tendono ad annullarsi per effetto dellentrata di nuove imprese; Distruzione creatrice di Schumpeter. Cartelli come monopoli Caso in cui in un settore operano diverse imprese che decidono di cooperare, agendo come ununica impresa al fine di massimizzare i profitti congiunti ed eliminare ogni sorta di conseguenza; I cartelli tendono ad essere instabili a causa degli incentivi di ogni singola impresa a violare gli accordi sulle quote di produzione necessarie per fissare nel settore un prezzo di monopolio.

Forze in conflitto in un cartello Inizialmente il mercato in condizioni di equilibrio concorrenziale, con il prezzo pari a p0 e la quantit Q0, la singola impresa ha un livello di produzione pari a q0 e copre appena i suoi costi; Una volta che viene costituito un cartello, alle singole imprese vengono imposte delle quote di produzione che riducono la produzione totale fino a Q1, il livello di produzione per cui il costo marginale uguale al ricavo marginale. Q1 quindi il livello di produzione che massimizza i profitti congiunti dei membri del cartello. In conseguenza, il prezzo aumenta fino a p1e la quota dellimpresa q1; I profitti dellimpresa aumentano da zero al livello rappresentato dallarea ombreggiata nella parte (ii); Una volta che il prezzo aumentato a p1, tuttavia le singole imprese vorrebbero aumentare il livello di produzione a q2, dove il costo marginale uguale al prezzo fissato dal cartello; ci permetterebbe allimpresa di guadagnare i profitti rappresentati dallarea tratteggiata; Se tuttavia tutte le imprese aumentassero la loro produzione al di sopra della quota assegnata, la produzione totale dellindustria supererebbe Q1, e i profitti delle imprese diminuirebbero. LA CONCORRENZA IMPERFETTA Il livello di concorrenza in un settore non dipende solamente dal numero delle imprese nazionali che vi operano, ma anche dalla capacit dei produttori esteri di competere in modo efficace in quel mercato (rapporto di concentrazione). Concorrenza imperfetta: struttura di mercato intermedia tra il monopolio e la concorrenza perfetta. La maggior parte delle imprese che operano in mercati imperfettamente concorrenziali vendono prodotti differenziati. In tali settori sono le imprese che decidono quali caratteristiche dare al prodotto che venderanno. Nelle strutture di mercato imperfettamente concorrenziali, le imprese fissano i prezzi e lasciano che sia la domanda a determinare le vendite. Le variazioni nelle condizioni di mercato sono segnalate alle imprese da modifiche della q.t venduta ai prezzi correnti. Poich le imprese che producono beni differenziati controllano i propri prezzi, esse devono decidere la frequenza con cui modificarli. La concorrenza pu essere attuata anche attraverso la pubblicit e servizi aggiuntivi. Economie di scale non sfruttate. Le imprese intraprendono attivit finalizzate a prevenire lentrata di nuovi concorrenti, in modo da evitare che venga eroso il puro profitto delle imprese operanti sul mercato. Concorrenza monopolistica un mercato in cui ci sono molte imprese, ciascuna delle quali vende un bene differenziato e per questo motivo fronteggia una curva di domanda decrescente per il proprio prodotto. Le ipotesi di questa struttura di mercato: 1. Ciascuna impresa produce una variet, o tipologia, del bene differenziato del settore; 2. Il settore contiene un numero cos elevato di imprese che ciascuna di esse ignora le possibili reazioni dei concorrenti nel prendere le proprie decisioni di produzione e di prezzo; 3. Nel settore vi libert di entrata e di uscita; 4. Le imprese sono simmetriche. Equilibrio di breve periodo: curva di domanda con pendenza negativa, ma relativamente elastica poich le altre imprese producono beni simili. Profitti potenziali nel B.P. Equilibrio di lungo periodo: la libert di entrata e di uscita annulla i profitti nel lungo periodo (domanda tangente alla curva di costo medio totale). La teoria della concorrenza monopolistica mostra che un settore pu essere concorrenziale, nel senso di contenere numerose imprese in concorrenza tra loro, e contemporaneamente presentare economie di scala non pienamente sfruttate, nel senso che ogni impresa si situa sul tratto decrescente della sua curva di costo medio totale. Equilibrio di una tipica impresa in concorrenza monopolistica (i) Equilibrio di breve periodo di un impresa in concorrenza monopolistica Il grafico mostra una tipica impresa in concorrenza monopolistica nel suo punto di equilibrio di breve periodo EB. La quantit prodotta pari a qB, in corrispondenza della quale C = R e un prezzo pB. Il profitto rappresentato dallarea in azzurro.

(ii) Equilibrio di lungo periodo di una tipica impresa in concorrenza monopolistica Lequilibrio di lungo periodo individuato dal punto EL. Lentrata di nuove imprese spinge verso sinistra la curva di domanda delle imprese esistenti sino a che questa non tangente alla curva CMT in corrispondenza della quantit qL. Il prezzo pL e viene appena coperto il costo totale. La capacit in eccesso qC-qL. Se limpresa producesse al livello qC i suoi costi diminuirebbero da pL a pC per ogni unit prodotta limpresa producesse al livello qC i suoi costi diminuirebbero da pL a pC.

Oligopolio un settore che contiene poche imprese in concorrenza tra loro, ognuna con sufficiente potere di mercato da non comportarsi da pricetaker, ma soggetta alla rivalit delle altre imprese. Il comportamento di unimpresa oligopolistica strategico, in quanto nel formulare le proprie scelte considera il comportamento delle imprese rivali e delle loro reazioni. Nelle altre strutture di mercato le scelte sono non strategiche, in quanto prendono le decisioni basandosi sui propri costi e sulle proprie condizioni di domanda, senza considerare le possibili reazioni dei concorrenti. Le cause della grande dimensione delle imprese: Economie di scala Costi fissi Economie di scopo Strategico Le grandi dimensioni delle imprese possono essere: Indotte naturale Il dilemma fondamentale delloligopolio: ottengono maggiori profitti come gruppo se decidono di cooperare, mentre ogni singola impresa aumenter il proprio profitto agendo da sola mentre gli altri cooperano. Se le imprese di un settore oligopolistico cooperano, sia tacitamente sia palesemente, al fine di produrre complessivamente la q.t di monopolio, esse massimizzeranno i loro profitti congiunti. probabile che la cooperazione sia vietata dalle leggi sulla concorrenza, ma entro certi limiti possibile attuarla tacitamente. Lequilibrio non cooperativo raggiunto quando le imprese violano gli accordi con le imprese rivali. Il duopolio Le ipotesi alla base della struttura studiata da Cournot: Ci sono solo due imprese che operano in quel settore. Prodotto omogeneo. Costo marginale nullo. Ogni impresa massimizza il profitto, sotto lassunzione che laltra impresa tenga costante la propria produzione. Equilibrio di Cournot Lequilibrio proposto da Bertrand si basa sullipotesi che ciascuna impresa considerasse costante il prezzo dellaltra e decidesse di conseguenza quale fosse il prezzo ottimale per se stessa. Secondo questa hp, il risultato una concorrenza distruttiva, tale da ridurre il prezzo di entrambe le imprese al livello del costo marginale di breve periodo, impedendo in questo modo il recupero dei costi fissi. La grande importanza degli equilibri di Cournot e di Bertrand risiede nella loro caratteristica di stabilit.

Le implicazioni delle teorie Unintensa concorrenza sul prezzo tende a produrre un equilibrio in cui le imprese non coprono completamente i costi, mentre unintensa concorrenza sulle q.t tende a produrre un equilibrio in cui le imprese guadagnano profitti che eccedono quelli perfettamente concorrenziali, ma sono minori di quelli monopolistici; Lincentivo di unimpresa a diminuire il proprio prezzo al di sotto di quello dellimpresa rivale per catturare lintero mercato, come avviene nel modello di Bertrand, presente solo quando quella impresa ha una capacit produttiva sufficiente per servire tutto il mercato; Le imprese riconoscono la natura autodistruttiva della concorrenza di prezzo studiata da Bertrand. Per questo motivo prendono delle precauzioni per cercare di evitarla limitando la propria capacit produttiva. La teoria dei giochi applicata alloligopolio Teoria dei giochi: teoria del comportamento razionale in un contesto di decisioni interdipendenti, dove il risultato finale dipende anche dalle decisioni simultanee o sequenziali degli altri agenti; Gli agenti pianificano la sequenza delle loro azioni al fine di massimizzare la loro funzione obiettivo; Strategia: specificazione completa delle azioni che vengono intraprese a seconda dei risultati che si verificano col procedere del gioco; Payoff: risultato che ogni giocatore ottiene a fronte delle decisioni prese dallaltro giocatore; Gioco in forma normale: i giocatori scelgono le proprie strategie simultaneamente; Gioco in forma estesa: i giocatori prendono le proprie decisioni in maniera sequenziale; Gioco non ripetuto: si svolge in ununica volta; Super gioco: gioco ripetuto un numero infinito di volte; Strategia dominante: la miglior risposta a qualsiasi azione degli altri giocatori; Strategia dominata: esclusa se esiste una strategia dominante; Equilibrio di Nash: si verifica quando ogni giocatore sceglie la strategia che massimizza il proprio payoff, assumendo che anche gli altri scelgano le rispettive strategie di Nash; Ogni gioco con un numero finito di giocatori e un numero finito di strategie avr almeno un equilibrio di Nash; Se i giocatori potessero cooperare avrebbero la possibilit di migliorare la propria situazione rispetto allequilibrio di Nash; La teoria dei giochi spesso estremamente utile per comprendere la natura strategica delle scelte degli agenti economici, ma non sempre daiuto per determinare quale dei possibili esiti si verificher; Quando la teoria dei giochi viene applicata alloligopolio, le strategie sono le decisioni riguardanti la scelta del prezzo o della q.t, e i payoff dei giocatori sono i profitti delle imprese. Dilemma delloligopolista Soluzione passiva (cooperativa):le imprese colludono producendo ognuna la met della q.t di monopolio. Le imprese non possono insieme fare meglio; Soluzione aggressiva (non cooperativa):le imprese hanno un incentivo a modificare la loro decisione di cooperare. Una volta raggiunto, in qualsiasi modo, un equilibrio Nash, nessuna impresa ha un incentivo a spostarsi da tale equilibrio modificando il proprio comportamento. In questo senso lequilibrio di Nash stabile; Equilibrio di Nash si raggiunge se ciascuna impresa si comporta strategicamente, scegliendo la strategia ottimale dopo aver preso in considerazione il comportamento delle altre imprese; Lequilibrio di Nash evidenzia come le imprese possano fare meglio se cooperassero. Tuttavia la collusione tacita non sostenibile, perch lincentivo a deviare dallaccordo troppo alto.

Le dinamiche dei settori oligopolistici Forme di barriere allentrata: Proliferazione dei marchi: quanto maggiore il numero di beni differenziati venduti da imprese oligopolistiche, tanto minore la quota di mercato disponibile per nuove imprese che vogliano entrare nel mercato con un nuovo prodotto; Pubblicit: utile per far conoscere nuovi beni ai consumatori, ma aumenta i costi per unit venduta;

Mercato contendibile: lesistenza di profitti, anche se dovuti a fattori transitori, attrarranno lentrata di nuove imprese che cercheranno di guadagnare quote di questi profitti e abbandoneranno il mercato quando i fattori transitori sono scomparsi; La contendibilit un fattore che pu limitare il livello di profitti ottenibili da unimpresa oligopolistica. Anche se lentrata non si verifica, la facilit con cui pu essere praticata pu dissuadere gli oligopolisti presenti nel mercato dal fissare il prezzo che massimizza i loro profitti congiunti; Il sistema di mercato ridistribuisce le risorse, in risposta alle variazioni delle condizioni di costo e di domanda, pi o meno allo stesso modo in mercati concorrenziali o oligopolistici; Progresso tecnologico, R&D e crescita della produttivit sono maggiori nei settori oligopolistici piuttosto che nelle imprese dei settori perfettamente concorrenziali.

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