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Provincia di Siena
PIANO DI MANUTENZIONE
MANUALE D'USO
(Articolo 40 D.P.R. 554/99)
OGGETTO: Ampliamento del liceo scientifico A. Volta, riorganizzazione funzionale del polo
scolastico di Colle di Val d'Elsa con adeguamento tecnologico alle norme di
prevenzione incendi e consolidamento della scarpata prospiciente il fiume Elsa
Siena, 09/08/2007
I TECNICI
Arch. Marco Isidori
Dott.Ing.Francesco Gaudini
Dott.Ing.Marco Bartoli
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Manuale d'Uso
Il progetto è costituito da un volume principale, articolato su tre livelli fuori terra, e volumi secondari. Il volume principale contiene al piano
terreno la sala polivalente (auditorio, aula magna spazio teatrale), ai piani superiori primo e secondo, le aule; nei volumi secondari, che fungono da
cerniera tra l'attuale edificio della scuola e il presente ampliamento, sono posti i collegamenti orizzontali, verticali, il bar, i servizi e la sala
refettorio corredata degli spazi necessari allo stoccaggio e alla distribuzione dei pasti. La sala polivalente, posta al piano terreno del corpo
principale, misura circa 500 mq. risulta corredata da spazi di servizio che occupano una superficie totale di circa 50 mq. è predisposta per
l'accoglimento di 524 posti a sedere e può facilmente essere allestita come spazio teatrale o trovare la possibilità di ospitare una assemblea
scolastica. La sala refettorio occupa uno spazio di circa 390 mq. contiene 320 posti a sedere è dotata di ambienti per la distribuzione e la
preparazione dei cibi di circa 50 mq, che arrivano già pronti, confezionati da una azienda specializzata. Considerato il numero totale degli studenti
si può pertanto ipotizzare, che con due turni successivi possano essere soddisfatte completamente le esigenze della scuola. Ai piani superiori le aule
sono improntate sulle esigenze precedentemente espresse, quindi trovano al loro interno, uno spazio a disposizione del docente attrezzato con
scrivania, mobile libreria e sedute. Tutte le aule, che occupano ciascuna una superficie di circa 50 mq. sono illuminate con ampi spazi vetrati con
luce proveniente da sinistra e collegate ai corridoi con porte che si aprono su spazi di disbrigo, in maniera tale che le porte stesse non costituiscano
motivo di impaccio o di pericolo. Le aule consentono di ospitare 25 alunni ciascuna rispettando la norma di cui alla legge 5.8.75 n.412, che
stabilisce uno spazio minimo di 1,96 mq. a studente. Gli ampi corridoi sono dotati di armadietti che conterranno i materiali didattici e i soprabiti
degli studenti. Grandi superfici vetrate poste al di sopra dei corridoi e delle aule, del piano secondo, consentiranno di "leggere" la copertura in
legno (travi lamellari) al fine di consolidare la percezione di un unico vasto ambiente dove si aprono locali separati funzionalmente. Alcuni
lucernari sulla copertura garantiranno l'illuminazione e l'areazione dei corridoi stessi. Il corpo centrale è studiato per consentire una accessibilità
immediata e ben comprensibile degli spazi che gli ruotano attorno, mentre tutto il piano terreno consente una fruibilità pressoché totale nei
confronti degli spazi esterni, che opportunamente dotati di attrezzature e arredi possono diventare il naturale proseguo degli ambienti interni,
consentendone una migliore gestione e una maggiore utilizzazione nei periodi favorevoli dal punto di vista meteorologico e climatico. I corpi di
fabbrica sono costituiti da una struttura in calcestruzzo armato di travi e pilastri che sostiene il solaio del piano primo e del piano secondo anch'esso
costituito da calcestruzzo armato, mentre la copertura viene realizzata in legno con travi lamellari, arcarecci e tavolato di fondo; le travi hanno un
profilo curvilineo e sostengono una copertura coibentata adeguatamente, in maniera di consentire un notevole abbattimento dell'escursione termica
tra esterno e interno. Il manto di copertura è costituito da lamiera grecata di metallo colorato. Per quanto riguarda i prospetti esterni, i materiali di
finitura sono elementi in cotto posti su guide metalliche e tavolato in legno, anch'esso posto su guide metalliche, entrambi i materiali costituiscono
una facciata ventilata (che consente un notevole abbattimento dell'escursione termica tra esterno e interno). Gli infissi sono in alluminio colorato,
mentre il legno sarà lasciato nel colore della propria essenza naturale. Le scale di sicurezza verranno schermate da un grigliato metallico, mentre il
corpo contenente i locali tecnici, posto al di sotto del bar, potrà usufruire del cavedio di servizio posizionato a fianco delle scale, dietro il corpo
dell'ascensore, che garantirà sia l'uscita dei fumi e delle aerazioni al di sopra della copertura, che la possibilità di arrivare con tutti gli impianti
tecnologici ai vari livelli della costruzione. Le condizioni e le dimensioni delle vie di esodo sono state ampiamente verificate in sede di
progettazione, mentre particolare attenzione è stata posta sulla possibilità di garantire la piena accessibilità e visitabilità di tutti gli ambienti anche a
portatori di handicap. Attraverso un attento e coerente uso dei materiali il complesso può essere "letto" dall'esterno con una chiara interpretazione
delle funzioni interne consentendo anche una fruizione immediata degli spazi e riconoscendo chiaramente i punti di accesso e di utilizzo. Locali
tecnici sono ricavati al di fuori della sagoma dei corpi di fabbrica dell'edificio, su di un fianco del refettorio. Contengono la riserva idrica
dell'autoclave, locale di 16.00 mq. di superficie e la centrale termica, locale di mq. 24.00 di superficie. A detti volumi, completamente interrati, si
accede tramite una scala esterna, dimensioni minime di cm. 90 di ampiezza, la scala è coperta con un grigliato metallico rimovibile. Le elaborazioni
grafiche cercano di consentire una chiara interpretazione del progetto e la comprensione delle intenzioni espresse dal progettista.
° 01 OPERE ARCHITETTONICHE
° 02 OPERE STRUTTURALI
° 03 IMPIANTI ELETTRICI
° 04 IMPIANTI MECCANICI
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Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 01
OPERE ARCHITETTONICHE
Nelle opere architettoniche sono compresi tutti i tamponamenti, i rivestimenti, i pavimenti, gli infissi e le sistemazioni esterne della
nuova costruzione in ampliamento all' ist.A.Volta.
Unità Tecnologiche:
° 01.07 Controsoffitti
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Una muratura composta in elementi vari e rivestita mediante intonaco a base cementizia.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.01.A01 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
01.01.01.A04 Crosta
Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.
01.01.01.A05 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
01.01.01.A07 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.01.01.A08 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.01.01.A09 Efflorescenze
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Manuale d'Uso
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
01.01.01.A11 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
01.01.01.A12 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
01.01.01.A14 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.01.01.A17 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
01.01.01.A19 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
01.01.01.A20 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Si tratta di una soluzione costruttiva caratterizzata dalla presenza di uno strato di ventilazione. La parete ventilata è caratterizzata al
suo interno di un movimento d'aria ascendente che utilizza il calore radiante proveniente dall'esterno. Tale movimento permette
l'evacuazione del vapore acqueo che proviene dall'interno facendo diminuire la possibilità di condensazioni interstiziali. Inoltre nella
facciata ventilata la posizione esterna dell'isolante consente di controllare i ponti termici e le condensazioni superficiali. Da un punto
di vista della stratificazione funzionale essa è composta da: strato di protezione; strato di ventilazione; strato di isolamento termico;
elemento di collegamento; strato resistente.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.01.02.A01 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
01.01.02.A03 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.01.02.A04 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.01.02.A05 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
01.01.02.A07 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
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Manuale d'Uso
01.01.02.A08 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
01.01.02.A10 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.01.02.A13 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
01.01.02.A15 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Si tratta di un sottile strato di malta la cui funzione è quella di rivestimento nelle strutture edilizie. Svolge inoltre la funzione di
protezione, delle strutture, dall'azione degradante degli agenti atmosferici e dei fattori ambientali è allo stesso tempo protettiva e
decorativa. Il rivestimento a intonaco è comunque una superficie che va rinnovata periodicamente e in condizioni normali esso
fornisce prestazioni accettabili per 20 - 30 anni.
La malta per intonaco è costituita da leganti (cemento, calce idraulica, calce aerea, gesso) e da un inerte (sabbia) e da acqua nelle
giuste proporzioni a secondo del tipo di intonaco; vengono, in alcuni casi, inoltre aggiunti all'impasto additivi che restituiscono
all'intonaco particolari qualità a secondo del tipo d'impiego. Nell'intonaco tradizionale a tre strati il primo, detto rinzaffo, svolge la
funzione di aggrappo al supporto e di grossolano livellamento; il secondo, detto arriccio, costituisce il corpo dell'intonaco la cui
funzione è di resistenza meccanica e di tenuta all'acqua; il terzo strato, detto finitura, rappresenta la finitura superficiale e
contribuisce a creare una prima barriera la cui funzione è quella di opporsi alla penetrazione dell'acqua e delle sostanze aggressive.
Gli intonaci per esterni possono suddividersi in intonaci ordinari e intonaci speciali. A loro volta i primi possono ulteriormente
suddividersi in intonaci miscelati in cantiere ed in intonaci premiscelati; i secondi invece in intonaci additivati, intonaci a stucco o
lucidi, intonaci plastici ed infine intonaci monostrato.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.02.01.A01 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
01.02.01.A05 Crosta
Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.
01.02.01.A06 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
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Manuale d'Uso
01.02.01.A08 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.02.01.A09 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.02.01.A10 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
01.02.01.A12 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
01.02.01.A13 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
01.02.01.A15 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.02.01.A18 Pitting
Degradazione puntiforme che si manifesta attraverso la formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma
tendenzialmente cilindrica con diametro massimo di pochi millimetri.
01.02.01.A19 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
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Manuale d'Uso
01.02.01.A21 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
01.02.01.A22 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi di rivestimento.
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Manuale d'Uso
Quelli tradizionali possono essere costituiti da lastre singole la cui posa avviene in modo indipendente l'una dall'altra e risultano
essere autonome ma compatibili rispetto alle stratificazioni interne. Quelli più innovativi sono costituiti da pannelli formati da uno o
più elementi lapidei a loro volta indipendenti o assemblati in opera. Per il rivestimento di pareti esterne è preferibile utilizzare
materiali che oltre a fattori estetici diano garanzia di resistenza meccanica all'usura e agli attacchi derivanti da fattori inquinanti (tra
questi i marmi come il bianco di Carrara, i graniti, i travertini, ecc.).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.02.02.A02 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
01.02.02.A03 Crosta
Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.
01.02.02.A06 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.02.02.A07 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.02.02.A08 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o filamentoso, sulla superficie del
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Manuale d'Uso
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
01.02.02.A10 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
01.02.02.A11 Fessurazioni
Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti.
01.02.02.A13 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.02.02.A17 Pitting
Degradazione puntiforme che si manifesta attraverso la formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma
tendenzialmente cilindrica con diametro massimo di pochi millimetri.
01.02.02.A18 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
01.02.02.A20 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi.
01.02.02.A21 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
E' un tipo di rivestimento che prevede l'utilizzo di pannelli o lastre di materiale isolante fissate meccanicamente al supporto murario
e protette da uno strato sottile di intonaco.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.02.03.A01 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
01.02.03.A05 Crosta
Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.
01.02.03.A06 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
01.02.03.A08 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
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Manuale d'Uso
01.02.03.A09 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.02.03.A10 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
01.02.03.A12 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
01.02.03.A13 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
01.02.03.A15 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.02.03.A18 Pitting
Degradazione puntiforme che si manifesta attraverso la formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma
tendenzialmente cilindrica con diametro massimo di pochi millimetri.
01.02.03.A19 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
01.02.03.A21 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
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Manuale d'Uso
01.02.03.A22 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi di rivestimento.
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Manuale d'Uso
La vasta gamma delle tinteggiature o pitture varia a secondo delle superficie e degli ambienti dove trovano utilizzazione. Per gli
ambienti esterni di tipo rurale si possono distinguere le pitture a calce, le pitture a colla, le idropitture, le pitture ad olio; per gli
ambienti di tipo urbano si possono distinguere le pitture alchidiche, le idropitture acrilviniliche (tempere); per le tipologie industriali
si hanno le idropitture acriliche, le pitture siliconiche, le pitture epossidiche, le pitture viniliche,ecc.
Le decorazioni trovano il loro impiego particolarmente per gli elementi di facciata o comunque a vista. La vasta gamma di materiali
e di forme varia a secondo dell'utilizzo e degli ambienti d'impiego. Possono essere elementi prefabbricati o gettati in opera, lapidei,
gessi, laterizi, ecc.. Talvolta gli stessi casseri utilizzati per il getto di cls ne assumono forme e tipologie diverse tali da raggiungere
aspetti decorativi nelle finiture.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.02.04.A01 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
01.02.04.A04 Crosta
Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.
01.02.04.A05 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
01.02.04.A07 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
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Manuale d'Uso
01.02.04.A08 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.02.04.A09 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
01.02.04.A11 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
01.02.04.A12 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
01.02.04.A14 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.02.04.A17 Pitting
Degradazione puntiforme che si manifesta attraverso la formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma
tendenzialmente cilindrica con diametro massimo di pochi millimetri.
01.02.04.A18 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
01.02.04.A20 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
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Manuale d'Uso
01.02.04.A21 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi di rivestimento.
01.02.04.A22 Sfogliatura
Rottura e distacco delle pellicole sottilissime di tinta.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Si tratta di serramenti i cui profili sono ottenuti per estrusione. L'unione dei profili avviene meccanicamente con squadrette interne in
alluminio o acciaio zincato. Le colorazioni diverse avvengono per elettrocolorazione. Particolare attenzione va posta
nell'accostamento fra i diversi materiali; infatti il contatto fra diversi metalli può creare potenziali elettrici in occasione di agenti
atmosferici con conseguente corrosione galvanica del metallo a potenziale elettrico minore. Rispetto agli infissi in legno hanno una
minore manutenzione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.01.A02 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura.
01.03.01.A04 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
01.03.01.A05 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
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Manuale d'Uso
Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile,
poco coerente e poco aderente al materiale sottostante.
01.03.01.A09 Frantumazione
Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche.
01.03.01.A10 Macchie
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
I Serramenti misti legno/alluminio sono costituiti da un telaio in legno, collocato all'interno sul quale vengono fissati profili in
alluminio all'esterno. La protezione con profilo di alluminio è rivolta al traverso inferiore, il più esposto agli agenti atmosferici come
la pioggia, con funzione di protezione, di raccolta e scarico delle acque. La combinazione legno-alluminio garantisce per il primo
buone caratteristiche di coibenza e pregio estetico, per il secondo resistenza agli agenti atmosferici e minore manutenzione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.03.02.A02 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di alveoli, di forme e dimensioni variabili, provocati da insetti. Con il passare del
tempo possono provocare una diminuzione della sezione resistente.
01.03.02.A03 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura.
01.03.02.A05 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
01.03.02.A06 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
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Manuale d'Uso
01.03.02.A10 Distacco
Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti.
01.03.02.A11 Fessurazioni
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti.
01.03.02.A12 Frantumazione
Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche.
01.03.02.A13 Fratturazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.
01.03.02.A14 Incrostazione
Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica.
01.03.02.A15 Infracidamento
Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione.
01.03.02.A16 Lesione
Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti.
01.03.02.A17 Macchie
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
01.03.02.A19 Patina
Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione.
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Manuale d'Uso
Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi.
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Manuale d'Uso
Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con
finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure.
• Requisiti da verificare: 1) Permeabilità all'aria; 2) Regolarità delle finiture; 3) Tenuta all'acqua.
• Anomalie riscontrabili: 1) Deformazione; 2) Degrado degli organi di manovra; 3) Non ortogonalità; 4) Rottura degli organi di
manovra.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Si tratta di pareti costituenti le partizioni interne verticali, realizzate mediante elementi forati di laterizio di spessore variabile ( 8-12
cm).
Nella separazione delle aule la tramezzatura è costituita da doppio strato di forati di laterizio di spessore variabile ( 8-12 cm) con
interposto isolante acustico in modo da garantire un Rw pari a 55dB.
Nella separazione delle scale protette la tramezzatura deve garantire una resistenza al fuoco minimo REI60.
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Manuale d'Uso
Si tratta di pareti costituenti le partizioni interne verticali, realizzate mediante elementi forati di laterizio di spessore variabile ( 8-12
cm) legati con malta idraulica per muratura con giunti con andamento regolare con uno spessore di circa 6 mm. Le murature sono
eseguite con elementi interi, posati a livello, e con giunti sfalsati rispetto ai sottostanti. Tale tipo di muratura deve garantire una
resistenza al fuoco minimo REI60.
Dove richiesto (separazione aule) la tramezzatura è costituita da doppio strato di forati di laterizio di spessore variabile ( 8-12 cm)
con interposto isolante acustico in modo da garantire un Rw pari a 55dB
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.04.01.A01 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie
01.04.01.A02 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.04.01.A03 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.04.01.A04 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
01.04.01.A06 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
01.04.01.A07 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
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Manuale d'Uso
01.04.01.A09 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.04.01.A11 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
01.04.01.A12 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
01.04.01.A13 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.
01.04.01.I01 Pulizia
Cadenza: quando occorre
Pulizia delle superfici e rimozione di sporcizia e macchie mediante ritocchi di pittura e/o ripristino dei rivestimenti.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Si tratta di un sottile strato di malta la cui funzione è quella di rivestimento nelle strutture edilizie. Svolge inoltre la funzione di
protezione dai fattori ambientali è allo stesso tempo protettiva e decorativa. Il rivestimento a intonaco è comunque una superficie che
va rinnovata periodicamente e in condizioni normali esso fornisce prestazioni accettabili per 20 - 30 anni. La malta per intonaco è
costituita da leganti (cemento, calce idraulica, calce aerea, gesso) e da un inerte (sabbia) e da acqua nelle giuste proporzioni a
secondo del tipo di intonaco; vengono, in alcuni casi, inoltre aggiunti all'impasto additivi che restituiscono all'intonaco particolari
qualità a secondo del tipo d'impiego. Nell'intonaco tradizionale a tre strati il primo, detto rinzaffo, svolge la funzione di aggrappo al
supporto e di grossolano livellamento; il secondo, detto arriccio, costituisce il corpo dell'intonaco la cui funzione è di resistenza
meccanica e di tenuta all'acqua; il terzo strato, detto finitura, rappresenta la finitura superficiale e contribuisce a creare una prima
barriera la cui funzione è quella di opporsi alla penetrazione dell'acqua e delle sostanze aggressive. Gli intonaci per interni possono
suddividersi in intonaci ordinari e intonaci speciali. A loro volta i primi possono ulteriormente suddividersi in intonaci miscelati in
cantiere ed in intonaci premiscelati; i secondi invece in intonaci additivati, intonaci a stucco o lucidi, intonaci plastici o rivestimenti
plastici continui ed infine intonaci monostrato.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.05.01.A02 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
01.05.01.A04 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.05.01.A05 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.05.01.A06 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
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Manuale d'Uso
01.05.01.A08 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
01.05.01.A09 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
01.05.01.A11 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.05.01.A13 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
01.05.01.A14 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
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Manuale d'Uso
Impiegati come rivestimenti di pareti con elementi in lastre o piastrelle ceramiche prodotte con argille, silice, fondenti, coloranti e
altre materie prime minerali. Tra i materiali ceramici utilizzati come rivestimenti ricordiamo le maioliche, le terraglie, i grès naturale
o rosso, i klinker. Gli elementi in lastre o piastrelle ceramiche hanno caratteristiche di assorbimento, resistenza e spessore diverso.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.05.02.A01 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
01.05.02.A03 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.05.02.A04 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.05.02.A05 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
01.05.02.A07 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
01.05.02.A08 Fessurazioni
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Manuale d'Uso
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
01.05.02.A10 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.05.02.A12 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
01.05.02.A13 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
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Manuale d'Uso
La vasta gamma delle tinteggiature o pitture varia a secondo delle superficie e degli ambienti dove trovano utilizzazione. Per gli
ambienti interni di tipo rurale si possono distinguere le pitture a calce, le pitture a colla, le idropitture, le pitture ad olio; per gli
ambienti di tipo urbano si possono distinguere le pitture alchidiche, le idropitture acrilviniliche (tempere); per le tipologie industriali
si hanno le idropitture acriliche, le pitture siliconiche, le pitture epossidiche, le pitture viniliche, ecc. Le decorazioni trovano il loro
impiego particolarmente per gli elementi di finitura interna o comunque a vista. La vasta gamma di materiali e di forme varia a
secondo dell'utilizzo e degli ambienti d'impiego. Possono essere elementi prefabbricati, lapidei, gessi, laterizi, ecc.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.05.03.A02 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
01.05.03.A04 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.05.03.A05 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.05.03.A06 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
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Manuale d'Uso
01.05.03.A08 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
01.05.03.A10 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.05.03.A12 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
01.05.03.A13 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Le porte hanno funzione di razionalizzare l'utilizzazione dei vari spazi in modo da regolare il passaggio di persone, cose, luce
naturale ed aria fra ambienti adiacenti, oltre che funzioni di ordine estetico e architettonico. La presenza delle porte a secondo della
posizione e delle dimensioni determina lo svolgimento delle varie attività previste negli spazi di destinazione. In commercio esiste
un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale (legno, metallo, plastica, vetro, ecc.) che per tipo di apertura (a rotazione, a
ventola, scorrevole, a tamburo, ripiegabile, a fisarmonica, basculante, a scomparsa). Le porte interne sono costituite da: Anta o
battente (l'elemento apribile); Telaio fisso (l'elemento fissato al controtelaio che contorna la porta e la sostiene per mezzo di
cerniere); Battuta (la superficie di contatto tra telaio fisso e anta mobile); Cerniera (l'elemento che sostiene l'anta e ne permette la
rotazione rispetto al telaio fisso); Controtelaio (formato da due montanti ed una traversa è l'elemento fissato alla parete che consente
l'alloggio al telaio); Montante (l'elemento verticale del telaio o del controtelaio); Traversa (l'elemento orizzontale del telaio o del
controtelaio).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.01.A02 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura.
01.06.01.A03 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
01.06.01.A04 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
01.06.01.A06 Distacco
Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti.
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Manuale d'Uso
01.06.01.A07 Fessurazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti.
01.06.01.A08 Frantumazione
Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche.
01.06.01.A09 Fratturazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.
01.06.01.A10 Incrostazione
Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica.
01.06.01.A11 Infracidamento
Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione.
01.06.01.A12 Lesione
Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti.
01.06.01.A13 Macchie
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
01.06.01.A15 Patina
Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione.
Pagina 45
Manuale d'Uso
Pagina 46
Manuale d'Uso
Pagina 47
Manuale d'Uso
Le porte antipanico hanno la funzione di agevolare la fuga verso le porte esterne e/o comunque verso spazi sicuri in casi di eventi
particolari (incendi, terremoti, emergenze, ecc.). Le dimensioni ed i materiali sono normati secondo le prescrizioni in materia di
sicurezza. Esse sono dotate di elemento di manovra che regola lo sblocco delle ante definito "maniglione antipanico".
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.02.A02 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura.
01.06.02.A03 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
01.06.02.A04 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
01.06.02.A06 Distacco
Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti.
01.06.02.A07 Fessurazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti.
01.06.02.A08 Frantumazione
Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche.
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Manuale d'Uso
01.06.02.A09 Fratturazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.
01.06.02.A10 Incrostazione
Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica.
01.06.02.A11 Infracidamento
Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione.
01.06.02.A12 Lesione
Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti.
01.06.02.A13 Macchie
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
01.06.02.A15 Patina
Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione.
Pagina 49
Manuale d'Uso
Pagina 50
Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Le porte tagliafuoco (o porte REI) hanno la funzione di proteggere quegli spazi o luoghi sicuri, ai quali ne consentono l'ingresso,
dalle azioni provocate da eventuali incendi. Nelle zone di maggiore afflusso di persone le porte tagliafuoco devono essere anche
porte antipanico. Le dimensioni ed i materiali sono normati secondo le prescrizioni in materia di sicurezza. In genere vengono
impiegati materiali di rivestimento metallici con all'interno materiali isolanti stabili alle alte temperature.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.03.A02 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura.
01.06.03.A03 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
01.06.03.A04 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
01.06.03.A06 Distacco
Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti.
01.06.03.A07 Fessurazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti.
01.06.03.A08 Frantumazione
Pagina 52
Manuale d'Uso
01.06.03.A09 Fratturazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.
01.06.03.A10 Incrostazione
Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica.
01.06.03.A11 Lesione
Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti.
01.06.03.A12 Macchie
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
01.06.03.A14 Patina
Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione.
Pagina 53
Manuale d'Uso
Pagina 54
Manuale d'Uso
Pagina 55
Manuale d'Uso
Si tratta di aperture vetrate, con telaio in materiali diversi, poste nella parte superiore delle pareti interne. La loro funzione è quella
di consentire il passaggio di luce naturale da un ambiente ben illuminato ad un altro scarsamente illuminato. Qualora le aperture
siano apribili, anche per consentire il passaggio d'aria tra due ambienti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.04.A02 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura.
01.06.04.A03 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
01.06.04.A04 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
01.06.04.A06 Distacco
Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti.
01.06.04.A07 Fessurazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti.
01.06.04.A08 Frantumazione
Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche.
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Manuale d'Uso
01.06.04.A09 Fratturazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.
01.06.04.A10 Incrostazione
Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica.
01.06.04.A11 Infracidamento
Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione.
01.06.04.A12 Lesione
Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti.
01.06.04.A13 Macchie
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
01.06.04.A15 Patina
Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione.
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Manuale d'Uso
trasparenza.
Pagina 58
Manuale d'Uso
Si tratta di aperture vetrate, con telaio in materiali diversi, poste nella parte superiore dei vani porta. La loro funzione è quella di
consentire il passaggio di luce naturale da un ambiente ben illuminato ad un altro scarsamente illuminato. Qualora le aperture siano
apribili, anche per consentire il passaggio d'aria tra due ambienti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.05.A02 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura.
01.06.05.A03 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
01.06.05.A04 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
01.06.05.A06 Distacco
Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti.
01.06.05.A07 Fessurazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti.
01.06.05.A08 Frantumazione
Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche.
Pagina 59
Manuale d'Uso
01.06.05.A09 Fratturazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.
01.06.05.A10 Incrostazione
Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica.
01.06.05.A11 Infracidamento
Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione.
01.06.05.A12 Lesione
Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti.
01.06.05.A13 Macchie
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
01.06.05.A15 Patina
Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione.
Pagina 60
Manuale d'Uso
trasparenza.
Pagina 61
Manuale d'Uso
Si tratta di aperture vetrate, con telaio in materiali diversi, poste nelle pareti interne con altezza variabile. La loro funzione è quella
di consentire il passaggio di luce naturale da un ambiente ben illuminato ad un altro scarsamente illuminato.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.06.06.A02 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura.
01.06.06.A03 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
01.06.06.A04 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
01.06.06.A06 Distacco
Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti.
01.06.06.A07 Fessurazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti.
01.06.06.A08 Frantumazione
Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche.
01.06.06.A09 Fratturazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.
Pagina 62
Manuale d'Uso
01.06.06.A10 Incrostazione
Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica.
01.06.06.A11 Infracidamento
Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione.
01.06.06.A12 Lesione
Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti.
01.06.06.A13 Macchie
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
01.06.06.A15 Patina
Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione.
Pagina 63
Manuale d'Uso
Pagina 64
Manuale d'Uso
Pagina 65
Manuale d'Uso
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.07.01.A02 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessiva temperatura.
01.07.01.A03 Corrosione
Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride
carbonica, ecc.).
01.07.01.A04 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,
svergolamento, ondulazione.
01.07.01.A06 Distacco
Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti.
01.07.01.A07 Fessurazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti.
01.07.01.A08 Fratturazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.
Pagina 66
Manuale d'Uso
01.07.01.A09 Incrostazione
Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica.
01.07.01.A10 Lesione
Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti.
01.07.01.A11 Macchie
Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.
01.07.01.I01 Pulizia
Cadenza: quando occorre
Pulizia delle superfici mediante prodotti idonei al tipo di materiale.
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Manuale d'Uso
Pagina 68
Manuale d'Uso
Si tratta di pavimentazioni che trovano generalmente il loro impiego in luoghi di servizio, se il rivestimento cementizio è del tipo
semplice; in ambienti industriali, sportivi, ecc. se il rivestimento cementizio è del tipo additivato. Tra le tipologie di rivestimenti
cementizi per esterni si hanno: il battuto comune di cemento; i rivestimenti a strato incorporato antiusura; rivestimento a strato
riportato antiusura; rivestimenti con additivi bituminosi; rivestimenti con additivi resinosi. A secondo delle geometrie delle
pavimentazioni da realizzare, si possono eseguire rivestimenti in elementi in strisce di larghezza variabile.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.08.01.A04 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.08.01.A05 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.08.01.A07 Fessurazioni
Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti.
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Manuale d'Uso
01.08.01.A09 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.08.01.A11 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre.
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Manuale d'Uso
Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade
oltre che per fattori estetici per la elevata resistenza all'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di
applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc. variano anch'essi in
funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente
sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre: cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre i
marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanza semplice ed avviene per i
rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.08.02.A04 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.08.02.A05 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.08.02.A07 Fessurazioni
Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti.
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Manuale d'Uso
Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.
01.08.02.A09 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.08.02.A11 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre.
01.08.02.A12 Sgretolamento
Disgregazioni e spaccature di parti accompagnate da esfoliazioni profonde e scagliature dei materiali.
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Manuale d'Uso
Si tratta di rivestimenti con rivestimento di un supporto con prodotti resinosi. Essi sono composti da: impregnanti; film; vernicianti;
autolivellanti; malte.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.08.03.A02 Bolle
Alterazione della superficie del rivestimento caratterizzata dalla presenza di bolle dovute ad errori di posa congiuntamente alla
mancata adesione del rivestimento in alcune parti.
01.08.03.A05 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.08.03.A06 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.08.03.A08 Fessurazioni
Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti.
Pagina 73
Manuale d'Uso
01.08.03.A09 Macchie
Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.
01.08.03.A10 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
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Manuale d'Uso
Pagina 75
Manuale d'Uso
Si tratta di pavimentazioni che trovano generalmente il loro impiego in locali di servizio, se il rivestimento cementizio è del tipo
semplice; in edilizia industriale, impianti sportivi, ecc. se il rivestimento cementizio è del tipo additivato. Tra le tipologie di
rivestimenti cementizi per interni si hanno: il battuto comune di cemento; il rivestimento a spolvero; rivestimenti a strato incorporato
antiusura; rivestimento a strato riportato antiusura; rivestimenti con additivi bituminosi; rivestimenti con additivi resinosi. A secondo
delle geometrie delle pavimentazioni da realizzare, si possono eseguire rivestimenti in elementi in strisce di larghezza variabile.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.09.01.A04 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.09.01.A05 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.09.01.A07 Fessurazioni
Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti.
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Manuale d'Uso
01.09.01.A09 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.09.01.A11 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre.
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Manuale d'Uso
Si tratta di rivestimenti che trovano il loro impiego nell'edilizia residenziale, ospedaliera, scolastica, industriale, ecc.. Le varie
tipologie si differenziano per aspetti quali: materie prime e composizione dell'impasto; caratteristiche tecniche prestazionali; tipo di
finitura superficiale; ciclo tecnologico di produzione; tipo di formatura; colore. Tra i tipi più diffusi di rivestimenti ceramici presenti
sul mercato troviamo: cotto; cottoforte; monocottura rossa; monocottura chiara; monocotture speciali; gres rosso; gres ceramico;
klinker, tutti di formati, dimensioni, spessori vari e con giunti aperti o chiusi e con o meno fughe. La posa può essere eseguita
mediante l'utilizzo di malte o di colle.
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.09.02.A04 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
01.09.02.A05 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
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Manuale d'Uso
01.09.02.A07 Fessurazioni
Presenza di discontinuità nel materiale con distacchi macroscopici delle parti.
01.09.02.A09 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.09.02.A11 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Le aree a verde costituiscono l'insieme dei parchi, dei giardini e delle varietà arboree degli spazi urbani ed extra urbani. Dal punto di
vista manutentivo le aree a verde sono costituite da: prati; piante; siepi; alberi; arbusti, ecc.. La distribuzione degli spazi verdi varia
in funzione a standard urbanistici ed esigenze di protezione ambientale.
ANOMALIE RISCONTRABILI
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Manuale d'Uso
Si presenta con zone prive di erba o scarsamente gremite dove è possibile notare il terreno sottostante.
01.10.01.A09 Rottura
Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.
01.10.01.A10 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli dei manufatti.
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Manuale d'Uso
Le aree pedonali insieme ai marciapiedi costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere adiacenti alle strade veicolari
oppure autonomi rispetto alla rete viaria. Essi vengono previsti per raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole,
attrezzature di interesse comune, ecc.).
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.10.02.A01 Buche
Consistono nella mancanza di materiale dalla superficie del manto stradale a carattere localizzato e con geometrie e profondità
irregolari spesso fino a raggiungere gli strati inferiori, ecc.).
01.10.02.A02 Cedimenti
Consistono nella variazione della sagoma stradale caratterizzati da avvallamenti e crepe localizzati per cause diverse (frane,
diminuzione e/o insufficienza della consistenza degli strati sottostanti, ecc.).
01.10.02.A03 Corrosione
Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.
01.10.02.A04 Deposito
Accumulo di detriti, fogliame e di altri materiali estranei.
01.10.02.A06 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
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Manuale d'Uso
01.10.02.A08 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, spesso accompagnate da cedimenti e/o avvallamenti del manto stradale.
01.10.02.A09 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.10.02.A11 Rottura
Rottura di parti degli elementi costituenti i manufatti.
01.10.02.A12 Sollevamento
Variazione localizzata della sagoma stradale con sollevamento di parti interessanti il manto stradale.
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Manuale d'Uso
Si tratta di strutture verticali aventi funzione di delimitare e chiudere le aree esterne di proprietà privata o di uso pubblico. Possono
essere costituite da recinzioni opache in muratura piena a faccia vista o intonacate; recinzioni costituite da base in muratura e
cancellata in ferro; recinzione in rete a maglia sciolta con cordolo di base e/o bauletto; recinzioni in legno; recinzioni in siepi
vegetali e/o con rete metallica, ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
01.10.03.A01 Azzurratura
Colorazione del legno in seguito ad eccessi di umidità e rigetto degli strati di pittura.
01.10.03.A02 Bolla
Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura.
01.10.03.A03 Corrosione
Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.
01.10.03.A04 Crosta
Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.
01.10.03.A05 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
01.10.03.A06 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di cancelli e barriere.
01.10.03.A07 Deposito
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Manuale d'Uso
Accumulo di materiale e detriti lungo le superfici di scorrimento con relativo ostacolo alle normali movimentazioni delle parti.
01.10.03.A09 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
01.10.03.A10 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
01.10.03.A12 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
01.10.03.A13 Fratturazione
Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti.
01.10.03.A14 Infracidamento
Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione del legno.
01.10.03.A16 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
01.10.03.A20 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
La segnaletica di sicurezza trova il suo impiego nella prevenzione degli infortuni, nella tutela della salute e per affrontare situazioni
di emergenza negli ambienti di lavoro. La segnaletica di sicurezza trasmette mediante un segnale di sicurezza (di avvertimento, di
pericolo, di divieto, di obbligo, di prescrizione, antincendio, di emergenza, di salvataggio, di informazione, ecc.), tradotto in
simbologie e colori appropriati, delle indicazioni in rapporto alle probabili situazioni di pericolo determinabili da attività connesse
alle varie attività lavorative. La segnaletica di sicurezza può suddividersi in: a)segnaletica aziendale; b) segnaletica per trasporti; c)
segnaletica segnaostacoli; d) segnaletica navale; e) segnaletica per la casa; f) segnaletica bordo macchina per automazioni;
g)segnaletica per impiantistica; h) segnaletica da cantiere; ecc.. La segnaletica di sicurezza può essere realizzata mediante
l’applicazione di pittura, materiali termoplastici, materiali plastici (PVC); prodotti luminescenti; prodotti rinfrangenti; indurenti a
freddo, lastre di alluminio, adesivi, pellicole o mediante altri sistemi. Nella maggior parte dei casi i colori utilizzati per la segnaletica
di sicurezza corrispondono al: rosso - blu - bianco - giallo - verde - nero; in casi particolari, vengono usati anche altri colori.
ANOMALIE RISCONTRABILI
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Manuale d'Uso
Pagina 89
Manuale d'Uso
La cabina dell'impianto di ascensore è quella parte dell'impianto che è adibita al trasporto di persone e/o cose a secondo della classe
dell'ascensore.
ANOMALIE RISCONTRABILI
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Manuale d'Uso
Sono gli organi motori che assicurano il movimento e l’arresto dell’ascensore. I macchinari oleodinamici basano il loro
funzionamento su due metodi di azionamento ad azione diretta o ad azione indiretta. Se, per sollevare la cabina, si usano più gruppi
cilindro-pistone, essi devono essere interconnessi idraulicamente per assicurare la parità delle pressioni.
ANOMALIE RISCONTRABILI
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Manuale d'Uso
Pagina 92
Manuale d'Uso
Il vano corsa è il volume entro il quale si spostano la cabina, il contrappeso o la massa di bilanciamento. Questo volume di norma è
materialmente delimitato dal fondo della fossa, dalle pareti e dal soffitto del vano.
ANOMALIE RISCONTRABILI
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Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 02
OPERE STRUTTURALI
La struttura in oggetto, risulta inserita all'interno del progetto di ampliamento del complesso scolastico A. Volta, in particolare
all'edificazione di 2 corpi in c.a., uno destinato a mensa e l'altro destinato a sala polivalente e aule. Essi sono collegati all'edificio
esistente da un terzo corpo anch'esso in c.a..
Prima di realizzare la nuova edificazione verrà realizzato un consolidamento della scarpata prospicente il fiume Elsa tramite una
paratria di pali trivellati e tirantati.
Unità Tecnologiche:
° 02.06 Solai
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Le unità tecnologiche, o l'insieme degli elementi tecnici, aventi la funzione di sostenere i carichi derivanti dal terreno. Tali strutture
possono essere verticali od orizzontali.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.01.A01 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
02.01.01.A04 Crosta
Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.
02.01.01.A05 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
02.01.01.A07 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.01.01.A08 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
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Manuale d'Uso
02.01.01.A09 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
02.01.01.A11 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
02.01.01.A13 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
02.01.01.A15 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
02.01.01.A18 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
02.01.01.A20 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
02.01.01.A21 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Insieme degli elementi tecnici orizzontali del sistema edilizio avente funzione di trasmettere al terreno il peso della struttura e delle
altre forze esterne.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.01.02.A01 Cedimenti
Dissesti dovuti a cedimenti di natura e causa diverse, talvolta con manifestazioni dell'abbassamento del piano di imposta della
fondazione.
02.01.02.A03 Fessurazioni
Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità del materiale e che può implicare lo spostamento
reciproco delle parti.
02.01.02.A04 Lesioni
Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo.
02.01.02.A06 Umidità
Presenza di umidità dovuta spesso per risalita capillare.
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Manuale d'Uso
• Anomalie riscontrabili: 1) Cedimenti; 2) Distacchi murari; 3) Fessurazioni; 4) Lesioni; 5) Non perpendicolarità del fabbricato;
6) Umidità.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
Le strutture orizzontali o inclinate sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere orizzontalmente i carichi agenti,
trasmettendoli ad altre parti strutturali ad esse collegate. Le strutture di elevazione orizzontali o inclinate a loro volta possono essere
suddivise in: strutture per impalcati piani; strutture per coperture inclinate.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.01.A01 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
02.02.01.A04 Crosta
Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.
02.02.01.A05 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
02.02.01.A07 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.02.01.A08 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
Pagina 102
Manuale d'Uso
02.02.01.A09 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
02.02.01.A11 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
02.02.01.A13 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
02.02.01.A15 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
02.02.01.A18 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
02.02.01.A20 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
02.02.01.A21 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.
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Manuale d'Uso
Le strutture di elevazione spaziale sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere i carichi agenti mediante un
sistema strutturale caratterizzato da parametri geometrici-morfologici di tipo spaziale. Le strutture di elevazione spaziale a loro volta
possono essere suddivise in: strutture tridimensionali; strutture a grigliato piano o curvo; strutture a superficie curva continua.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.02.A01 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
02.02.02.A04 Crosta
Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.
02.02.02.A05 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
02.02.02.A07 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.02.02.A08 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
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Manuale d'Uso
02.02.02.A09 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
02.02.02.A11 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
02.02.02.A13 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
02.02.02.A15 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
02.02.02.A18 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
02.02.02.A20 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
02.02.02.A21 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.
Pagina 105
Manuale d'Uso
Le strutture verticali sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere i carichi agenti, trasmettendoli verticalmente ad
altre parti aventi funzione strutturale e ad esse collegate. Le strutture di elevazione verticali a loro volta possono essere suddivise in:
strutture a telaio; strutture ad arco; strutture a pareti portanti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.02.03.A01 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
02.02.03.A04 Crosta
Deposito superficiale di spessore variabile, duro e fragile, generalmente di colore nero.
02.02.03.A05 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
02.02.03.A07 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.02.03.A08 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
Pagina 106
Manuale d'Uso
02.02.03.A09 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
02.02.03.A11 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
02.02.03.A13 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
02.02.03.A15 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
02.02.03.A18 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
02.02.03.A20 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
02.02.03.A21 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.
Pagina 107
Manuale d'Uso
Pagina 108
Manuale d'Uso
Si tratta di elementi che permettono il passaggio ed eventuali ispezioni in copertura (botole, lucernari, ecc.).
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.03.01.A03 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità degli stessi.
02.03.01.A05 Distacco
Distacco degli elementi costituenti gli accessi dai dispositivi di fissaggio.
02.03.01.A08 Rottura
Rottura degli elementi costituenti gli accessi alla copertura.
Pagina 109
Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
I canali di gronda sono gli elementi dell'impianto di raccolta delle acque meteoriche che si sviluppano lungo la linea di gronda. Le
pluviali hanno la funzione di convogliare ai sistemi di smaltimento al suolo le acque meteoriche raccolte nei canali di gronda. Essi
sono destinati alla raccolta ed allo smaltimento delle acque meteoriche dalle coperture degli edifici. I vari profilati possono essere
realizzati in PVC, in lamiera metallica (in alluminio, in rame, in acciaio, in zinco, ecc.). Per formare i sistemi completi di
canalizzazioni, essi vengono dotati di appropriati accessori (fondelli di chiusura, bocchelli, parafoglie, staffe di sostegno, ecc.)
collegati tra di loro.
La forma e le dimensioni dei canali di gronda e delle pluviali dipendono dalla quantità d'acqua che deve essere convogliata e dai
parametri della progettazione architettonica. La capacità di smaltimento del sistema dipende dal progetto del tetto e dalle dimensioni
dei canali di gronda e dei pluviali.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.03.02.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
02.03.02.A05 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
Pagina 111
Manuale d'Uso
02.03.02.A11 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
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Manuale d'Uso
Si tratta di elementi affioranti dalla copertura con la funzione di riparo, difesa o in alternativa di decorazione. Di essi fanno parte: i
parapetti (la cui funzione è quella di riparare persone e cose da eventuali cadute nel vuoto); i coronamenti (si tratta di elementi
perimetrali continui sporgenti alla copertura con funzione decorativa e in alcuni casi anche di parapetto); gli ornamenti; (la cui
funzione è di abbellimento delle coperture) ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.03.03.A01 Corrosione
Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.
02.03.03.A02 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
02.03.03.A03 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi costituenti i parapetti o comunque non più affidabili sul piano
statico.
02.03.03.A05 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.03.03.A06 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
02.03.03.A07 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
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Manuale d'Uso
Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere
utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause
chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).
02.03.03.A10 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
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Manuale d'Uso
Lo strato termoisolante ha lo scopo di garantire alla copertura il valore richiesto di resistenza termica globale e allo stesso tempo di
attenuare la trasmissione delle onde sonore provocate dai rumori aerei, ecc.. L'isolamento va calcolato in funzione della sua
conducibilità termica e secondo della destinazione d'uso degli ambienti interni. Nelle coperture continue l'isolante, posizionato al di
sotto o al di sopra dell'elemento di tenuta, sarà realizzato per resistere alle sollecitazioni e ai carichi previsti in relazione
dell'accessibilità o meno della copertura. Gli strati termoisolanti possono essere in: polistirene espanso; poliuretano rivestito di carta
kraft; poliuretano rivestito di velo vetro; polisocianurato; sughero; perlite espansa; vetro cellulare; materassini di resine espanse;
materassini in fibre minerali; fibre minerali o vegetali sfusi e/a piccoli elementi; ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.03.04.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
02.03.04.A03 Disgregazione
Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.
02.03.04.A04 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
02.03.04.A06 Imbibizione
Assorbimento di acqua nella composizione porosa dei materiali.
Pagina 115
Manuale d'Uso
02.03.04.A09 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
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Manuale d'Uso
Lo strato di barriera al vapore ha il compito di impedire il passaggio di vapore d'acqua per un maggiore controllo del fenomeno della
condensa all'interno dei vari strati della copertura. Lo strato di barriera al vapore può essere costituito da: fogli a base di polimeri,
fogli di polietiline posati, in indipendenza, su strato di compensazione in tessuto sintetico; fogli bituminosi rivestiti con lamina di
alluminio di alluminio posati per aderenza; ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.03.05.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
02.03.05.A03 Disgregazione
Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.
02.03.05.A04 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
02.03.05.A06 Imbibizione
Assorbimento di acqua nella composizione porosa dei materiali.
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Manuale d'Uso
Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali a carico degli strati impermeabilizzanti per vetustà degli elementi o
per evento esterno (alte temperature, grandine, urti, ecc).
02.03.05.A09 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
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Manuale d'Uso
Lo strato di pendenza ha il compito di portare la pendenza delle coperture piane al valore necessario per lo smaltimento delle acque
meteoriche. Lo strato viene utilizzato quando l'elemento portante non prevede la pendenza necessaria al buon funzionamento della
copertura. Nelle coperture continue lo strato di pendenza può essere realizzato con: calcestruzzo cellulare; calcestruzzo alleggerito o
non; conglomerato di cemento, argilla espansa, sabbia e acqua; elementi portanti secondari dello strato di ventilazione, ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.03.06.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
02.03.06.A04 Disgregazione
Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.
02.03.06.A06 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
Pagina 119
Manuale d'Uso
02.03.06.A12 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
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Manuale d'Uso
Lo strato di ripartizione dei carichi ha il compito di permettere ad eventuali strati sottostanti (di isolamento) di sopportare i carichi
previsti. Lo strato viene utilizzato per avere una buona resistenza alla deformazione sotto i carichi concentrati, in particolare quando
i strati sottostanti non sono sufficientemente resistenti. Nelle coperture continue lo strato può essere realizzato: con fogli di fibre
sintetiche non tessuto o bitumati con elevata resistenza meccanica; con uno strato di calcestruzzo armato o non; con strato di
conglomerato bituminoso, ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.03.07.A01 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
02.03.07.A03 Disgregazione
Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.
02.03.07.A04 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
02.03.07.A06 Imbibizione
Assorbimento di acqua nella composizione porosa dei materiali.
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Manuale d'Uso
Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali a carico degli strati impermeabilizzanti per vetustà degli elementi o
per evento esterno (alte temperature, grandine, urti, ecc).
02.03.07.A09 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
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Manuale d'Uso
Le membrane sintetiche sono costituite da resine termoplastiche o da gomme sintetiche, laminate in fogli e generalmente prive di
armatura. Le membrane sintetiche si presentano sottoforma di fogli di spessore dimensioni di 1 - 2 mm (a secondo o meno della
praticabilità della copertura). Per la posa è indispensabile un'attenta preparazione del sottofondo. La posa in opera può essere a
secco o "in indipendenza" oppure in aderenza totale mediante adesivi sintetici di tipo specifico. In generale lo strato di tenuta ha il
compito di conferire alla copertura la necessaria impermeabilità all'acqua meteorica secondo l'uso previsto, proteggendo, nel
contempo, gli strati della copertura che non devono venire a contatto con l'acqua, resistendo alle sollecitazioni fisiche, meccaniche,
chimiche indotte dall'ambiente esterno (vento, pioggia, neve, grandine, ecc.). Nelle coperture continue la funzione di tenuta è
garantita dalle caratteristiche intrinseche dei materiali costituenti (manti impermeabili). In alcuni casi lo strato può avere anche
funzioni di protezione (manti autoprotetti) e di barriera al vapore (per le coperture rovesce).
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.03.08.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
02.03.08.A07 Disgregazione
Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.
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Manuale d'Uso
02.03.08.A09 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
02.03.08.A11 Efflorescenze
Formazione cristalline sulle superfici, di colore biancastro, di sali solubili.
02.03.08.A14 Imbibizione
Assorbimento di acqua nella composizione porosa dei materiali.
02.03.08.A15 Incrinature
Incrinature, corrugamenti, lacerazioni e conseguenti rotture della membrana.
Pagina 124
Manuale d'Uso
Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante in prossimità di superfici o giunti degradati.
02.03.08.A22 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
02.03.08.A24 Sollevamenti
Formazione di pieghe e microfessurazioni causate da sollevamenti e ondulazioni del manto.
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Manuale d'Uso
Pagina 126
Manuale d'Uso
Le scale in acciaio possono essere realizzate con molteplici conformazioni strutturali impiegando profilati, sezioni scatolari, tubolari
o profili piatti assemblati mediante saldature e/o collegamenti tramite chiodatura, bullonatura, ecc.. I gradini vengono generalmente
realizzati con lamiere metalliche traforate o con lamiere ad elementi in rilievo oppure con elementi grigliati.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.04.01.A01 Corrosione
Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.
02.04.01.A02 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi strutturali (travi principali, travetti, gradini di lamiera ed eventuali
irrigidimenti e nervature) o comunque non più affidabili sul piano statico.
02.04.01.A03 Lesioni
Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo.
02.04.01.A04 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
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Manuale d'Uso
Controllo periodico delle condizioni estetiche delle superfici dei rivestimenti costituenti pedate ed alzate. Verifica di eventuale
presenza di macchie, sporco, efflorescenze, abrasioni, ecc..
• Requisiti da verificare: 1) Resistenza all'usura; 2) Resistenza meccanica.
• Anomalie riscontrabili: 1) Corrosione; 2) Deformazione; 3) Lesioni.
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Manuale d'Uso
Si tratta di scale o rampe con strutture costruite con getto in opera. La loro realizzazione fa riferimento a soluzioni tecniche quali
solette rampanti, travi rampanti e travi a ginocchio.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.04.02.A01 Alveolizzazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e
hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a
diverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.
02.04.02.A03 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie
02.04.02.A05 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.04.02.A06 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
02.04.02.A07 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
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Manuale d'Uso
Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere
utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause
chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).
02.04.02.A09 Esfoliazione
Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,
generalmente causata dagli effetti del gelo.
02.04.02.A11 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
02.04.02.A13 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
02.04.02.A16 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
02.04.02.A18 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
02.04.02.A19 Scheggiature
Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.
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Manuale d'Uso
Pagina 131
Manuale d'Uso
Pagina 132
Manuale d'Uso
Si tratta di elementi che permettono il passaggio ed eventuali ispezioni in copertura (botole, lucernari, ecc.).
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.01.A03 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità degli stessi.
02.05.01.A05 Distacco
Distacco degli elementi costituenti gli accessi dai dispositivi di fissaggio.
02.05.01.A08 Rottura
Rottura degli elementi costituenti gli accessi alla copertura.
Pagina 133
Manuale d'Uso
Pagina 134
Manuale d'Uso
I canali di gronda sono gli elementi dell'impianto di raccolta delle acque meteoriche che si sviluppano lungo la linea di gronda. Le
pluviali hanno la funzione di convogliare ai sistemi di smaltimento al suolo le acque meteoriche raccolte nei canali di gronda. Essi
sono destinati alla raccolta ed allo smaltimento delle acque meteoriche dalle coperture degli edifici. I vari profilati possono essere
realizzati in PVC, in lamiera metallica (in alluminio, in rame, in acciaio, in zinco, ecc.). Per formare i sistemi completi di
canalizzazioni, essi vengono dotati di appropriati accessori (fondelli di chiusura, bocchelli, parafoglie, staffe di sostegno, ecc.)
collegati tra di loro. La forma e le dimensioni dei canali di gronda e delle pluviali dipendono dalla quantità d'acqua che deve essere
convogliata e dai parametri della progettazione architettonica. La capacità di smaltimento del sistema dipende dal progetto del tetto e
dalle dimensioni dei canali di gronda e dei pluviali.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.02.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
02.05.02.A05 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
Pagina 135
Manuale d'Uso
02.05.02.A11 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
Pagina 136
Manuale d'Uso
Si tratta di elementi integrati nella copertura con la funzione di semplificare lo scambio di aeriformi con l'atmosfera in relazione agli
impianti per fluidi del sistema edilizio di cui fanno parte. Di essi fanno parte: i camini (la parte della canna fumaria che emerge dalla
copertura con la funzione di fuoriuscita dei prodotti derivanti dalla combustione ad una altezza maggiore rispetto a quella di
copertura); gli sfiati (la parte delle canalizzazioni che fuoriescono dalla copertura con la funzione di assicurare lo sfogo degli
aeriformi in atmosfera); gli aeratori (gli elementi che fuoriescono dalla copertura con la funzione di assicurare il passaggio di aria
con l'atmosfera); terminali di camini per lo sfiato (gli elementi situati all'estremità di camini e sfiati con la funzione di permettere il
tiraggio e la dispersione dei prodotti di combustione e degli aeriformi nell'atmosfera nonché di fungere da protezione dagli agenti
atmosferici le canalizzazioni inferiori); ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.03.A05 Distacco
Distacco degli elementi terminali della copertura dai dispositivi di fissaggio.
Pagina 137
Manuale d'Uso
Comparsa di macchie da umidità e/o gocciolamento localizzato in prossimità degli elementi terminali di copertura.
02.05.03.A10 Rottura
Rottura degli elementi terminali di copertura.
Pagina 138
Manuale d'Uso
Si tratta di elementi affioranti dalla copertura con la funzione di riparo, difesa o in alternativa di decorazione. Di essi fanno parte: i
parapetti (la cui funzione è quella di riparare persone e cose da eventuali cadute nel vuoto); i coronamenti (si tratta di elementi
perimetrali continui sporgenti alla copertura con funzione decorativa e in alcuni casi anche di parapetto); gli ornamenti; (la cui
funzione è di abbellimento delle coperture) ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.04.A01 Corrosione
Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.
02.05.04.A02 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
02.05.04.A03 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi costituenti i parapetti o comunque non più affidabili sul piano
statico.
02.05.04.A05 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.05.04.A06 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
02.05.04.A07 Efflorescenze
Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del
manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso il
distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
Pagina 139
Manuale d'Uso
Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere
utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause
chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).
02.05.04.A10 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
Pagina 140
Manuale d'Uso
Lo strato di barriera al vapore ha il compito di impedire il passaggio di vapore d'acqua per un maggiore controllo del fenomeno della
condensa all'interno dei vari strati della copertura. Lo strato di barriera al vapore può essere costituito da: fogli a base di polimeri,
fogli di polietiline posati, in indipendenza, su strato di compensazione in tessuto sintetico; fogli bituminosi rivestiti con lamina di
alluminio di alluminio posati per aderenza; ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.05.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
02.05.05.A03 Disgregazione
Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.
02.05.05.A04 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
02.05.05.A06 Imbibizione
Assorbimento di acqua nella composizione porosa dei materiali.
Pagina 141
Manuale d'Uso
Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali a carico degli strati impermeabilizzanti per vetustà degli elementi o
per evento esterno (alte temperature, grandine, urti, ecc).
02.05.05.A09 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
Pagina 142
Manuale d'Uso
Lo strato di isolamento termico ha lo scopo di garantire alla copertura il valore richiesto di resistenza termica globale e allo stesso
tempo di attenuare la trasmissione delle onde sonore provocate dai rumori aerei, ecc.. L'isolamento va calcolato in funzione della sua
conducibilità termica e secondo della destinazione d'uso degli ambienti interni. Gli strati di isolamento termico possono essere in:
calcestruzzi alleggeriti; pannelli rigidi o lastre preformati; elementi sandwich; elementi integrati; materiale sciolto; ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.06.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
02.05.06.A03 Disgregazione
Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.
02.05.06.A04 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
02.05.06.A06 Imbibizione
Assorbimento di acqua nella composizione porosa dei materiali.
Pagina 143
Manuale d'Uso
Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali a carico degli strati impermeabilizzanti per vetustà degli elementi o
per evento esterno (alte temperature, grandine, urti, ecc).
02.05.06.A09 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
Pagina 144
Manuale d'Uso
Lo strato di ripartizione dei carichi ha il compito di permettere ad eventuali strati sottostanti ( di isolamento) di sopportare i carichi
previsti. Lo strato viene utilizzato per avere una buona resistenza alla deformazione sotto i carichi concentrati, in particolare quando
i strati sottostanti non sono sufficientemente resistenti. Nelle coperture discontinue lo strato può essere realizzato con uno strato di
calcestruzzo armato o non.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.07.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
02.05.07.A03 Disgregazione
Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.
02.05.07.A04 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
02.05.07.A06 Imbibizione
Assorbimento di acqua nella composizione porosa dei materiali.
Pagina 145
Manuale d'Uso
Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali a carico degli strati impermeabilizzanti per vetustà degli elementi o
per evento esterno (alte temperature, grandine, urti, ecc).
02.05.07.A09 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
Pagina 146
Manuale d'Uso
Esso è caratterizzato da soluzioni di continuità dell'elemento di tenuta all'acqua. La funzione è legata alla pendenza minima del piano
di posa che varia a secondo dei componenti impiegati e dal clima.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.05.08.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
02.05.08.A06 Disgregazione
Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.
02.05.08.A08 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
02.05.08.A09 Efflorescenze
Formazione cristalline sulle superfici, di colore biancastro, di sali solubili.
Pagina 147
Manuale d'Uso
02.05.08.A16 Rottura
Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.
Pagina 148
Manuale d'Uso
Pagina 149
Manuale d'Uso
Si tratta di solai interamente in cemento armato (sia a soletta piena che a soletta con nervature) ad esclusione di quelli misti in cui
pur derivando dal c.a. il cemento non sempre assume funzione portante. Si tratta di solai che offrono un'ottima resistenza alle alte
temperature ed inoltre sono capaci di sopportare carichi elevati anche per luci notevoli. Pertanto trovano maggiormente il loro
impiego negli edifici industriali, depositi, ecc. ed in quei locali dove sono previsti forti carichi accidentali (superiori ai 600 kg/m^2).
Possono essere utilizzati sia su strutture di pilastri e travi anch'essi in c.a. che su murature ordinarie. I solai possono essere costituiti
da un'unica soletta con spessore uniforme armata con ferri paralleli ed incrociati fra loro, nonché da soletta più sottile irrigidita da
nervature parallele o incrociate.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.01.A02 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.06.01.A03 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
02.06.01.A05 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
02.06.01.A06 Lesioni
Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo.
02.06.01.A07 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
Pagina 150
Manuale d'Uso
Pagina 151
Manuale d'Uso
Il solaio di copertura del corpo aule è realizzato in legno lamellare con travatura principale appoggiata tramite appositi supporti sui
pilastri circolari esterni. Il solaio è completato da un orditura secondaria (arcarecci) e ricoperto di doppio strato di perlinato in abete.
Al di sopra del tavolato di perlinato, vi sono i vari strati termoisolanti e impermeabilizzanti e la copertra di vinitura in metallo (rame
o alluminio).
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.02.A01 Azzurratura
Colorazione del legno in seguito ad eccessi di umidità scavo o rigetto degli strati di pittura.
02.06.02.A02 Decolorazione
Alterazione cromatica della superficie.
02.06.02.A03 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi strutturali (travi e travetti in legno) accompagnati spesso dalla
perdita delle caratteristiche meccaniche e non pienamente affidabili sul piano statico.
02.06.02.A05 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.06.02.A06 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
02.06.02.A07 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
02.06.02.A08 Infracidamento
Pagina 152
Manuale d'Uso
Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione.
02.06.02.A09 Macchie
Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.
02.06.02.A10 Muffa
Si tratta di un fungo che tende a crescere sul legno in condizioni di messa in opera recente.
02.06.02.A13 Polverizzazione
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.
02.06.02.A14 Rigonfiamento
Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben
riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.
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Manuale d'Uso
Si tratta di solaio realizzati con profilati in acciaio vincolati ai pilastri esterni e al solaio del corpo aule, con soletta di riempimento in
c.a.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.03.A02 Deformazione
Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi strutturali (travi) accompagnati spesso dalla perdita delle
caratteristiche meccaniche e di resistenza e da altri fenomeni quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione.
02.06.03.A03 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.06.03.A04 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede. In particolare per solai di travi metalliche si può avere un distacco parziale o totale di intonaco di rivestimento
superficiale all'intradosso di solaio.
02.06.03.A06 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
02.06.03.A07 Lesioni
Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo.
02.06.03.A08 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
Pagina 154
Manuale d'Uso
Pagina 155
Manuale d'Uso
Si tratta di solai realizzati con travi precompressi (tipo spirol) affiancati. Rispetto ai solai in c.a. permettono di coprire maggioari
luciper la loro maggior leggerezza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.04.A02 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.06.04.A03 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
02.06.04.A05 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
02.06.04.A06 Lesioni
Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo.
02.06.04.A07 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
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Manuale d'Uso
Si tratta di solai misti realizzati con lastre prefabbricate in c.a. e pani di polistirolo di alleggerimento, gettati in opera. Rispetto ai
solai in c.a. presentano caratteristiche maggiori di coibenza, di isolamento acustico e di leggerezza.
ANOMALIE RISCONTRABILI
02.06.05.A02 Disgregazione
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
02.06.05.A03 Distacco
Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati
dalla loro sede.
02.06.05.A05 Fessurazioni
Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufatto.
02.06.05.A06 Lesioni
Si manifestano con l'interruzione del tessuto murario. Le caratteristiche e l'andamento ne caratterizzano l'importanza e il tipo.
02.06.05.A07 Mancanza
Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.
Pagina 157
Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 03
IMPIANTI ELETTRICI
Le opere elettriche ed affini oggetto del presente appalto sono principalmente le seguenti:
Realizzazione degli impianti elettrici della nuova costruzione in ampliamento all' ist.A.Volta ;
- Distribuzioni principali
- Distribuzioni secondarie, punti luce e prese
- Corpi illuminanti e sistema di gestione della luce
- Collegamenti equipotenziali;
- Impianto rivelazione incendio;
- Impianto diffusione sonora ad alta efficienza per evacuazione
- Predisposizione impianto telefonico e trasmissione dati
- Predisposizione impianto multimediale in aula magna
- Predisposizione impianto antintrusione
- Opere murarie annesse.
Unità Tecnologiche:
Pagina 158
Manuale d'Uso
Pagina 159
Manuale d'Uso
Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici.
Le canalizzazioni dell'impianto elettrico sono generalmente realizzate in PVC e devono essere conformi alle prescrizioni di
sicurezza delle norme CEI; dovranno essere dotati di marchio di qualità o certificati secondo le disposizioni di legge. Le canalette e
le scatole in PVC devono garantire un grado di protezione IP4X.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.01.A07 Surriscaldamento
Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.
Pagina 160
Manuale d'Uso
Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito di distribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia
elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a
pavimento (cassette).
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.02.A05 Surriscaldamento
Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche.
Pagina 161
Manuale d'Uso
I quadri elettrici hanno il compito di distribuire ai vari livelli dove sono installati l'energia elettrica proveniente dalla linea principale
di adduzione. Sono supporti o carpenterie che servono a racchiudere le apparecchiature lettriche di comando e/o a preservare i
circuiti elettrici. Sono del tipo a bassa tensione BT.
Quadri a bassa tensione Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico utoestinguente, con indice
di protezione IP40, fori asolati e guida per l'assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all'interno
delle abitazioni e possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado di
protezione IP55.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.01.03.A06 Surriscaldamento
Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto a ossidazione delle masse metalliche.
Pagina 162
Manuale d'Uso
Pagina 163
Manuale d'Uso
Durano mediamente più di quelle a incandescenza e, adoperando alimentatori adatti, hanno un’ottima efficienza luminosa fino a 100
lumen/watt. L’interno della lampada è ricoperto da uno strato di polvere fluorescente cui viene aggiunto mercurio a bassa pressione.
La radiazione visibile è determinata dall’emissione di radiazioni ultraviolette del mercurio (emesse appena la lampada è inserita in
rete)che reagiscono con lo strato fluorescente.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.02.01.A02 Avarie
Possibili avarie dovute a corto circuiti degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.
Pagina 164
Manuale d'Uso
Lampada ricoperto da uno strato di polvere fluorescente cui viene aggiunto mercurio a bassa pressione. La radiazione visibile è
determinata dall’emissione di radiazioni ultraviolette del mercurio (emesse appena la lampada è inserita in rete)che reagiscono con
lo strato fluorescente.
Deve essere dotata di un sistema di alimentazione primaria e secondaria in grado di assicurare un corretto funzionamento per almeno
72 ore in caso di interruzione dell'alimentazione primaria (batteria tampone e alimentatore)
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.02.02.A02 Avarie
Possibili avarie dovute a corto circuiti degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.
Pagina 165
Manuale d'Uso
Pagina 166
Manuale d'Uso
I conduttori di protezione principale o montanti sono quelli che raccolgono i conduttori di terra dai piani dell’edificio.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 167
Manuale d'Uso
Il sistema di dispersione ha il compito di trasferire le cariche captate dalle calate in un collettore interrato che così realizza un anello
di dispersione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.03.02.A01 Corrosioni
Corrosione del materiale costituente il sistema di dispersione. Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore e
presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni.
Pagina 168
Manuale d'Uso
I conduttori equipotenziali principali e supplementari sono quelli che collegano al morsetto principale di terra i tubi metallici.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.03.03.A01 Corrosione
Evidenti segni di decadimento evidenziato da cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni.
Pagina 169
Manuale d'Uso
Pagina 170
Manuale d'Uso
Gli allarmi e sirene sono gli strumenti che emettono segnalazioni ottiche e/o acustiche agli occupanti di un edificio che, in caso di
incendi, possono intraprendere adeguate azioni di protezione contro l’incendio oltre ad eventuali altre misure di sicurezza per un
tempestivo esodo.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 171
Manuale d'Uso
L'apparecchiatura di alimentazione dell'impianto di rivelazione e di allarme incendio fornisce la potenza di alimentazione per la
centrale di controllo e segnalazione e per i componenti da essa alimentati. L'apparecchiatura di alimentazione può includere diverse
sorgenti di potenza (per esempio alimentazione da rete e sorgenti ausiliarie di emergenza).
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 172
Manuale d'Uso
La cassetta a rottura del vetro, detta anche avvisatore manuale di incendio, è un dispositivo di allarme per sistemi antincendio che
può essere abbinato facilmente ad una centrale. Essa è costituita da una cassetta generalmente in termoplastica chiusa con un vetro
protetto da pellicola antinfortunistica.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 173
Manuale d'Uso
La centrale di controllo e segnalazione è un elemento dell'impianto di rivelazione e allarme incendio per mezzo del quale i
componenti ad essa collegati possono essere alimentati e monitorati. Per tale motivo deve essere dotata di un sistema di
alimentazione primaria e secondaria in grado di assicurare un corretto funzionamento per almeno 72 ore in caso di interruzione
dell'alimentazione primaria. Generalmente le funzioni che può svolgere la centrale di controllo e segnalazione sono:
- ricevere i segnali dai rivelatori ad essa collegati;
- determinare se detti segnali corrispondono alla condizione di allarme incendio e se del caso indicare con mezzi ottici e acustici tale
condizione di allarme incendio;
- localizzare la zona di pericolo;
- sorvegliare il funzionamento corretto del sistema e segnalare con mezzi ottici e acustici ogni eventuale guasto (per esempio corto
circuito, interruzione della linea, guasto nel sistema di alimentazione);
- inoltrare il segnale di allarme incendio ai dispositivi sonori e visivi di allarme incendio oppure, tramite un dispositivo di
trasmissione dell'allarme incendio, al servizio antincendio o ancora tramite un dispositivo di comando dei sistemi automatici
antincendio a un impianto di spegnimento automatico.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 174
Manuale d'Uso
Pagina 175
Manuale d'Uso
Il rivelatore di calore, di tipo puntiforme con elemento termostatico, è un elemento sensibile all'innalzamento della temperatura.
L'elemento termostatico dei rivelatori di calore deve essere tarato ad una temperatura maggiore di quella più alta raggiungibile
nell'ambiente dove sono installati.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 176
Manuale d'Uso
Il rivelatore è uno strumento sensibile alle particelle dei prodotti della combustione e/o della pirolisi sospesi nell'atmosfera (aerosol).
I rivelatori di fumo possono essere suddivisi in:
- rivelatore di fumo di tipo ionico che è sensibile ai prodotti della combustione capaci di influenzare le correnti dovute alla
ionizzazione all'interno del rivelatore;
- rivelatore di fumo di tipo ottico che è sensibile ai prodotti della combustione capaci di influenzare l'assorbimento o la diffusione
della radiazione nelle bande dell'infra-rosso, del visibile e/o dell'ultravioletto dello spettro elettromagnetico.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 177
Manuale d'Uso
L'apparecchi di sgancio è costituito da una bobina percorsa da corrente a bassa tensione che genera un campo magnetico sufficiente
a mantenere magneticamente vicolata una porta in posizione aperta.
In assenza di corrente elettrica cessa il campo magnetico e la porta tagliafuoco viene sganciata. Una molla di richiamo chiude la
porta tagliafuoco.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 178
Manuale d'Uso
Pagina 179
Manuale d'Uso
Gli apparecchi telefonici sono elementi dell'impianto telefonico per mezzo dei quali vengono trasmessi i flussi informativi tra un
apparecchio ed un altro.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.05.01.A01 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
Pagina 180
Manuale d'Uso
La centrale telefonica è un elemento dell'impianto telefonico per mezzo del quale i componenti ad essa collegati possono essere
alimentati e monitorati; la centrale, inoltre, consente la trasmissione e la ricezione di segnali verso e da un’apparecchiatura.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.05.02.A05 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparati della centrale.
Pagina 181
Manuale d'Uso
Lo swich è un elemento dell'impianto trasmissione dati per mezzo del quale i computer ad esso collegati possono essere messi in
rete; lo swich, inoltre, consente la trasmissione e la ricezione di segnali verso e da un altro swich.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.05.03.A05 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparati della centrale.
Pagina 182
Manuale d'Uso
Pagina 183
Manuale d'Uso
Gli allarmi e sirene sono gli strumenti che emettono segnalazioni ottiche e/o acustiche quando si verificano tentativi di intrusione
non autorizzati.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 184
Manuale d'Uso
La centrale antintrusione è un elemento dell'impianto antintrusione e controllo accessi per mezzo del quale i componenti ad essa
collegati possono essere alimentati e monitorati. Per tale motivo deve essere dotata di un sistema di alimentazione primaria e
secondaria in grado di assicurare un corretto funzionamento in caso di interruzione dell'alimentazione primaria.
Generalmente le funzioni che può svolgere la centrale antintrusione sono:
- ricevere i segnali dai rivelatori ad essa collegati;
- determinare se detti segnali corrispondono alla condizione di allarme e se del caso indicare con mezzi ottici e acustici tale
condizione di allarme;
- localizzare la zona dalla quale proviene l'allarme;
- sorvegliare il funzionamento corretto del sistema e segnalare con mezzi ottici e acustici ogni eventuale guasto (per esempio corto
circuito, interruzione della linea, guasto nel sistema di alimentazione);
- inviare i segnali di allarme alla stampante collegata;
- inviare i segnali di allarme ad eventuali apparecchi telefonici collegati (polizia, vigilanza, ecc.).
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 185
Manuale d'Uso
I lettori di badge sono quelle apparecchiature che consentono di utilizzare tessere magnetiche per controllare gli accessi. I lettori
possono essere del tipo a strisciamento o del tipo ad inserimento. Generalmente nel tipo "a strisciamento" i lettori individuano tutti i
caratteri contenuti nella tessera magnetica; nel tipo "a inserimento" i lettori individuano generalmente il 60 % dei caratteri contenuti
nella scheda magnetica.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 186
Manuale d'Uso
I rilevatori ad infrarosso sono dei dispositivi in grado di rilevare la presenza di energia all'infrarosso che viene generata dal
passaggio di una persona o di corpi animati nell'area controllata dal dispositivo. Generalmente tali dispositivi sono corredati di lente
Fresnel per orientare in maniera corretta il sensore con portate fino a 10 metri.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.06.04.A03 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sui dispositivi.
Pagina 187
Manuale d'Uso
I sistemi di ripresa ottici sono costituiti da una o più telecamere (a colori o in bianco e nero) che effettuano riprese per la video
sorveglianza. Le immagini registrate possono essere così riprodotte su supporti magnetici quali nastri, Cd o altro.
ANOMALIE RISCONTRABILI
03.06.05.A03 Incrostazioni
Accumulo di depositi vari (polvere, ecc.) sugli apparecchi.
Pagina 188
Manuale d'Uso
Corpo d'Opera: 04
IMPIANTI MECCANICI
Gli impianti meccanici consistono nella realizzazione degli impianti Idrico Sanitario, Idrico Antincendio, Fognario, Termico, Gas
della nuova costruzione in ampliamento all' ist.A.Volta.
Unità Tecnologiche:
Pagina 189
Manuale d'Uso
Pagina 190
Manuale d'Uso
A polvere (di tipo pressurizzato con aria o azoto, l'erogazione viene effettuata con tubo flessibile e ugello erogatore o con
bomboletta di anidride carbonica in cui l'erogazione viene effettuata con tubo flessibile e pistola ad intercettazione).
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 191
Manuale d'Uso
Si impiegano su fuochi di classe B, C e su apparecchiature elettriche sotto tensione. Funzionano a temperature comprese tra - 5 e +
60 °C ma non possono essere adoperati in ambienti di ridotte dimensioni in quanto la concentrazione di anidride carbonica può
risultare nociva per le persone.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 192
Manuale d'Uso
Gli evacuatori di fumo e di calore sono delle apparecchiature in grado di garantire, in caso di incendio, la evacuazione di fumi e gas
caldi secondo lo schema di funzionamento.
Esso è posizionato in sommità della scala protetta e deve avere una dimensione minima di 1mq.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 193
Manuale d'Uso
L'idrante è uno strumento adatto allo spengimento d'incendi in quanto rende immediatamente disponibile il getto d'acqua.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 194
Manuale d'Uso
Le tubazioni generalmente utilizzate per l'impianto antincendio sono in acciaio zincato e provvedono all'adduzione e alla successiva
erogazione dell'acqua destinata ad alimentare l'impianto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 195
Manuale d'Uso
Sistema di alimentazione idrica per impianti antincendio da interro a norma UNI 9490 completo di riserva idrica della capacità di
50Mc UTILI (ESISTENTE)
non adatta ad uso umano con annesso vano tecnico ad elevato contenuto tecnologico attrezzato con gruppo di pompaggio e con tutti
gli accessori necessari secondo la norma UNI 9490. Progettato e realizzato in conformità alle norme EN 292-1/2, CNR UNI 10011,
CEI 64-8 par. 7.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.01.06.A07 Surriscaldamento
Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto a ossidazione delle masse metalliche.
Pagina 196
Manuale d'Uso
Pagina 197
Manuale d'Uso
Gli apparecchi sanitari sono quegli elementi dell'impianto idrico che consentono agli utenti lo svolgimento delle operazioni connesse
agli usi igienici e sanitari utilizzando acqua calda e/o fredda.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.02.01.A01 Corrosione
Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza
di ruggine in prossimità delle corrosioni.
Pagina 198
Manuale d'Uso
Difetti di funzionamento delle valvole dovuti ad errori di posa in opera o al cattivo dimensionamento delle stesse.
04.02.01.A04 Incrostazioni
Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni.
Pagina 199
Manuale d'Uso
I serbatoi di accumulo consentono il corretto funzionamento delle macchine idrauliche e/o dei riscaldatori ed assicurano una riserva
idrica adeguata alle necessità degli utenti in caso di cattivo funzionamento delle reti di distribuzione o in caso di arresti della
erogazione da parte dei gestori del servizio di erogazione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 200
Manuale d'Uso
Le tubazioni generalmente utilizzate per l'impianto idrico sanitario sono in polipropilene reticolato per la distribuzione principale e
secondaria, provvedono all'adduzione e alla successiva erogazione dell'acqua destinata ad alimentare l'impianto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.02.03.A01 Corrosione
Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza
di ruggine in prossimità delle corrosioni.
04.02.03.A04 Incrostazioni
Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni.
Pagina 201
Manuale d'Uso
L'autoclave ha la funzione di elevare i valori della pressione idrica attraverso gruppi di pressurizzazione alimentati da serbatoi di
accumulo. Generalmente un impianto autoclave è costituito da:
- serbatoio in acciaio;
- quadro elettrico;
- tubazioni in acciaio;
- elettropompa;
- valvola di non ritorno;
- valvola di sicurezza;
- valvola di intercettazione;
- pressostato;
- alimentatore d'aria.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.02.04.A02 Corrosione
Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza
di ruggine in prossimità delle corrosioni.
Pagina 202
Manuale d'Uso
04.02.04.A08 Incrostazioni
Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni.
04.02.04.A09 Surriscaldamento
Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto ad ossidazione delle masse metalliche.
Pagina 203
Manuale d'Uso
Le caldaie (in acciaio o in ghisa) dell'impianto idrico sanitario hanno la funzione di trasformare in energia termica l'energia chimica
dei combustibili di alimentazione. Il calore necessario all’impianto idrico sanitario è di solito prodotto da un generatore di calore
alimentato a gas o gasolio. Per la produzione di calore concentrata a livello di singola unità abitativa si utilizza una caldaia di piccola
potenzialità, per lo più di tipo “murale” alimentata a gas. Tali caldaie, realizzate con componenti in rame, alluminio o acciaio inox,
contengono al loro interno tutti i dispositivi d’impianto necessari alla produzione del calore (bruciatore, sistema di accensione,
sistema di sicurezza, sistema di controllo) e alla distribuzione del calore nella rete (serpentina di scambio termico, pompa di
circolazione, vaso di espansione). Per la generazione del calore si utilizza in prevalenza una caldaia dotata di bruciatore specifico
per il tipo di combustibile impiegato: gas naturale, GPL, gasolio, kerosene.
ANOMALIE RISCONTRABILI
Pagina 204
Manuale d'Uso
I collettori solari vengono generalmente utilizzati per impianti di produzione dell'acqua calda. Un collettore solare è costituito da:
- copertura;
- assorbitore;
- rivestimento superficiale assorbitore;
- isolamento termico,
- contenitore e supporto strutturale;
- guarnizioni di tenuta e sigillanti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.02.06.A04 Incrostazioni
Formazione di muschi e licheni sulla superficie dei pannelli solari che sono causa di cali di rendimento.
04.02.06.A05 Infiltrazioni
Penetrazione continua di acqua che può venire in contatto con parti del pannello non previste per essere bagnate.
Pagina 205
Manuale d'Uso
Lo scambiatore di calore, generalmente realizzato in acciaio, viene utilizzato per la produzione di acqua calda per uso sanitario. Lo
scambiatore può essere realizzato
- a piastra;
- a fascio tubiero detto anche a serpentina;
- a matrice;
- ad elementi impaccati.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.02.07.A04 Incrostazioni
Formazione di incrostazioni e fanghiglie dovute ad accumuli di materiale.
Pagina 206
Manuale d'Uso
Le tubazioni generalmente utilizzate per l'impianto idrico sanitario sono in acciaio zincato e provvedono all'adduzione e alla
successiva erogazione dell'acqua destinata ad alimentare l'impianto.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.02.08.A01 Corrosione
Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza
di ruggine in prossimità delle corrosioni.
04.02.08.A04 Incrostazioni
Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni.
Pagina 207
Manuale d'Uso
I tubi in rame hanno la funzione di trasportare i fluidi termovettori fino ai terminali di scambio termico con l'ambiente.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.02.09.A04 Incrostazioni
Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni.
Pagina 208
Manuale d'Uso
Pagina 209
Manuale d'Uso
Le tubazioni provvedono all'adduzione e alla successiva erogazione del gas destinato ad alimentare gli apparecchi utilizzatori.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.03.01.A01 Corrosione
Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza
di ruggine in prossimità delle corrosioni.
04.03.01.A05 Incrostazioni
Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni.
Pagina 210
Manuale d'Uso
L'adduzione e l'erogazione del gas destinato ad alimentare gli apparecchi utilizzatori possono essere affidate a tubazioni realizzate in
polietilene.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.03.02.A04 Incrostazioni
Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni.
Pagina 211
Manuale d'Uso
Pagina 212
Manuale d'Uso
I bruciatori a gas possono essere ad aria soffiata con ventilatore e dispositivo di miscela aria/gas o di tipo atmosferico con o senza
accensione piezoelettrica e regolazione della portata. I bruciatori a gasolio sono soprattutto a polverizzazione meccanica dotati di
pompa, ugello polverizzatore, sistema di accensione e controllo. I bruciatori di combustibili solidi (carbone e legna) sono formati da
una griglia su cui viene distribuito il materiale da bruciare, collocata ad una certa altezza all’interno della camera di combustione in
maniera da consentire l’afflusso dell’aria attraverso il letto di combustibile. L’aria è aspirata da un portello posto ad una quota
inferiore a quelle della griglia. Le ceneri prodotte dalla combustione cadono attraverso la griglia in una camera destinata alla loro
raccolta e da cui devono essere estratte periodicamente attraverso un apposito sportello.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.04.01.A04 Rumorosità
Eccessivo rumore prodotto e non rivelato dal dispositivo di abbattimento dei suoni.
Pagina 213
Manuale d'Uso
Le caldaie dell'impianto di riscaldamento (in acciaio o in ghisa) hanno la funzione di trasformare in energia termica l'energia chimica
dei combustibili di alimentazione. Il calore necessario all’impianto di riscaldamento è di solito prodotto da un generatore di calore
alimentato a gas o gasolio. Per la produzione di calore concentrata a livello di singola unità abitativa si utilizza una caldaia di piccola
potenzialità, per lo più di tipo “murale” alimentata a gas. Tali caldaie, realizzate con componenti in rame, alluminio o acciaio inox,
contengono al loro interno tutti i dispositivi d’impianto necessari alla produzione del calore (bruciatore, sistema di accensione,
sistema di sicurezza, sistema di controllo) e alla distribuzione del calore nella rete (serpentina di scambio termico, pompa di
circolazione, vaso di espansione). Il trasferimento del calore prodotto dalla caldaia (sotto forma di acqua calda, di acqua
surriscaldata o vapore) avviene, mediante una rete di tubazioni, ai sistemi di utilizzazione del calore. Per la generazione del calore si
utilizza in prevalenza una caldaia dotata di bruciatore specifico per il tipo di combustibile impiegato: gas naturale, GPL, gasolio,
kerosene. Le caldaie per impianto di riscaldamento possono essere in acciaio o in ghisa. La caldaia in acciaio è la più utilizzata per i
rendimenti particolarmente elevati che può raggiungere in regime di combustione pressurizzata. Le caldaie in ghisa sono costituite
da elementi componibili cavi: questa qualità specifica rende possibile una modulazione ricorrente delle potenzialità disponibili,
inoltre la capacità di assemblare i moduli in opera ne rende più agevole l’installazione anche in caso di grandi dimensioni. La
potenzialità di una caldaia è descritta come potenzialità nominale, potenzialità al focolare e potenzialità resa all’acqua. Il rendimento
della caldaia è dato in percentuale dal rapporto tra potenzialità resa all’acqua e potenzialità al focolare.
ANOMALIE RISCONTRABILI
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
E’ il cuore di un impianto. Il vano destinato a Centrale Termica deve avere i seguenti requisiti: superficie in pianta non inferiore a 6
mq; altezza non inferiore a 2,5 m (la distanza minima della caldaia dal solaio deve essere di 1 m); distanza della caldaia dalle pareti
non inferiore a 0,6 m; strutture con resistenza al fuoco non inferiore a 120’; accesso da spazio a cielo libero con porta apribile verso
l’esterno; aperture di areazione senza serramenti in misura pari a 1/30 della superficie del locale; nel caso di alimentazione con
combustibile liquido va impermeabilizzato il pavimento e le pareti per almeno 0,2 m; il serbatoio del combustibile non può avere
capacità superiore a 15 m3 e deve essere interrato a una distanza non inferiore a 0,5 m dal muro più vicino e con la parte superiore a
non meno di 0,7 m dal piano di calpestio, se transitabile da veicoli. Deve essere dotato di tubo di sfiato del serbatoio e di canna
fumaria installata all’esterno dell’edificio.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.04.03.A04 Rumorosità
Eccessivo rumore prodotto e non rivelato dal dispositivo di abbattimento dei suoni.
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Manuale d'Uso
I dispositivi di controllo e regolazione consentono di monitorare il corretto funzionamento dell'impianto di riscaldamento segnalando
eventuali anomalie e/o perdite del circuito. Sono generalmente costituiti da una centralina di regolazione, da dispositivi di
termoregolazione che possono essere del tipo a due posizioni o del tipo con valvole a movimento rettilineo. Sono anche dotati di
dispositivi di contabilizzazione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.04.04.A02 Incrostazioni
Verificare che non ci siano incrostazioni che impediscano il normale funzionamento delle valvole.
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Manuale d'Uso
Sono realizzati con serpentine in tubazioni di rame o di materiale plastico (polietilene reticolato) poste nel massetto del pavimento;
al fine di incrementarne il rendimento, spesso, le tubazioni vengono messe in opera su uno strato isolante rivestito da un sottile strato
riflettente (kraft di alluminio) al fine di ridurre le perdite verso il basso. Lavorano con acqua a temperatura relativamente bassa.
Occupano generalmente gran parte della superficie del locale.
ANOMALIE RISCONTRABILI
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Manuale d'Uso
A secondo del tipo dell'impianto (a colonne montanti o a zone) vengono usate tubazioni in acciaio nero senza saldatura (del tipo
Mannessman), in rame o in materiale plastico per il primo tipo mentre per l'impianto a zona vengono usate tubazioni in acciaio o in
rame opportunamente isolate (e vengono incluse nel massetto del pavimento). Le tubazioni in acciaio sono disponibili in verghe di
lunghezza massima pari a 6 m, in una serie di diametri esterni prefissati, indicati convenzionalmente in pollici. Le tubazioni in rame
sono disponibili in due diversi spessori di parete, che contraddistinguono due serie, la pesante e la normale (UNI 6507).
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.04.06.A01 Corrosione
Evidenti segni di decadimento delle tubazioni con cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni.
04.04.06.A04 Incrostazioni
Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni.
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Manuale d'Uso
Per potere effettuare gli interventi di manutenzione o di riparazione nelle reti di distribuzioni è opportuno che in esse vengano
individuati più circuiti intercettabili in modo da poter intervenire su ogni singolo tratto senza perdere la funzionalità dell’intero
impianto. L’intercettazione dei circuiti avviene attraverso valvole o saracinesche (in acciaio, bronzo, ottone o ghisa). Le
saracinesche, usate solo per l’apertura e la chiusura dei circuiti e non adatte per la regolazione, sono formate da un otturatore a cuneo
o a diaframma, mosso in una sede apposita attraverso un volantino collegato a un albero filettato. Si utilizzano per acqua calda e
fredda, per gli oli e per i gas. Le valvole a tappo, o a globo, sono formate da un otturatore sagomato che viene portato a chiudere un
orifizio di passaggio - posto su di un piano perpendicolare all’asse di rotazione del volantino - ricavato nel corpo della valvola. Sono
adatte a eseguire la regolazione di circuiti di acqua calda e fredda, di oli e di gas. Le valvole a farfalla sono molto utilizzate nelle reti
di distribuzione di grande diametro. In queste valvole la chiusura si realizza facendo ruotare un disco attorno al suo asse, posto in
direzione verticale; hanno un corpo di dimensioni ridotte, un’ottima tenuta e un’azione sufficientemente progressiva; sono utili a
ottenere la chiusura rapida dei circuiti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.04.07.A01 Corrosione
Evidenti segni di decadimento delle valvole e delle saracinesche con cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle
corrosioni.
04.04.07.A04 Incrostazioni
Accumuli di materiale di deposito in prossimità delle valvole e delle saracinesche che causano perdite o rotture delle tubazioni.
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Manuale d'Uso
Il vaso di espansione chiuso è generalmente realizzato in maniera da compensare le variazioni di volume del fluido termovettore
mediante variazioni di volume connesse con la compressione di una massa di gas in essi contenuta. Negli impianti a vaso di
espansione chiuso l’acqua non entra mai in contatto con l’atmosfera. Il vaso d’espansione chiuso può essere a diaframma o senza
diaframma, a seconda che l’acqua sia a contatto con il gas o ne sia separata da un diaframma.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.04.08.A01 Corrosione
Corrosione del vaso e degli accessori.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
I collettori fognari sono tubazioni o condotti di altro genere, normalmente interrati funzionanti essenzialmente a gravità, che hanno
la funzione di convogliare nella rete fognaria acque di scarico usate e/o meteoriche provenienti da più origini.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.05.01.A02 Corrosione
Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza
di ruggine in prossimità delle corrosioni.
04.05.01.A04 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
04.05.01.A05 Incrostazioni
Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti.
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Manuale d'Uso
04.05.01.A06 Intasamento
Depositi di sedimenti e/o detriti nel sistema che formano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei condotti.
04.05.01.A09 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.
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Manuale d'Uso
I pozzetti e le caditoie hanno la funzione di convogliare nella rete fognaria, per lo smaltimento, le acque di scarico usate e/o
meteoriche provenienti da più origini (strade, pluviali, ecc).
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.05.02.A03 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
04.05.02.A04 Intasamento
Incrostazioni o otturazioni delle griglie dei pozzetti dovute ad accumuli di materiale di risulta quali fogliame, vegetazione ecc.
04.05.02.A06 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.
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Manuale d'Uso
I separatori vengono utilizzati per intercettare liquidi leggeri quali olio, benzina, grassi o solidi che possono trovarsi in sospensione
nei fluidi da smaltire.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.05.03.A02 Corrosione
Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza
di ruggine in prossimità delle corrosioni.
04.05.03.A04 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
04.05.03.A05 Incrostazioni
Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti.
04.05.03.A06 Intasamento
Depositi di sedimenti e/o detriti nel sistema che formano ostruzioni diminuendo la capacità di trasporto dei condotti.
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Manuale d'Uso
Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema.
04.05.03.A09 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.
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Manuale d'Uso
Le tubazioni dell'impianto di smaltimento delle acque provvedono allo sversamento dell'acqua nei collettori fognari o nelle vasche di
accumulo se presenti.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.05.04.A02 Corrosione
Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza
di ruggine in prossimità delle corrosioni.
04.05.04.A04 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
04.05.04.A05 Incrostazioni
Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti.
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Manuale d'Uso
04.05.04.A08 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.
Pagina 229
Manuale d'Uso
Le vasche di accumulo hanno la funzione di ridurre le portate di punta per mezzo dell’accumulo temporaneo delle acque di scarico
all’interno del sistema.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.05.05.A03 Incrostazioni
Accumulo di depositi minerali sulle pareti dei condotti.
04.05.05.A06 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’intasamento.
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
La canna fumaria è un condotto che raccoglie i fumi della combustione, realizzata solitamente con elementi prefabbricati sovrapposti
che realizzano un collettore nel quale defluiscono i prodotti della combustione.
ANOMALIE RISCONTRABILI
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Manuale d'Uso
Si tratta di elementi integrati nella copertura con la funzione di semplificare lo scambio di aeriformi con l'atmosfera in relazione agli
impianti per fluidi del sistema edilizio di cui fanno parte. Di essi fanno parte: i camini (la parte della canna fumaria che emerge dalla
copertura con la funzione di fuoriuscita dei prodotti derivanti dalla combustione ad una altezza maggiore rispetto a quella di
copertura); gli sfiati (La parte delle canalizzazioni che fuoriescono dalla copertura con la funzione di assicurare lo sfogo degli
aeriformi in atmosfera); gli aeratori (gli elementi che fuoriescono dalla copertura con la funzione di assicurare il passaggio di aria
con l'atmosfera); terminali di camini per lo sfiato (gli elementi situati all'estremità di camini e sfiati con la funzione di permettere il
tiraggio e la dispersione dei prodotti di combustione e degli aeriformi nell'atmosfera nonché di fungere da protezione dagli agenti
atmosferici le canalizzazioni inferiori); ecc..
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.06.02.A05 Distacco
Distacco degli elementi terminali della copertura dai dispositivi di fissaggio.
Pagina 233
Manuale d'Uso
Comparsa di macchie da umidità e/o gocciolamento localizzato in prossimità degli elementi terminali di copertura.
04.06.02.A10 Rottura
Rottura degli elementi terminali di copertura.
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Manuale d'Uso
Gli evacuatori di fumo e di calore sono delle apparecchiature in grado di garantire, in caso di incendio, la evacuazione di fumi e gas
caldi secondo lo schema di funzionamento.
ANOMALIE RISCONTRABILI
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
I canali di gronda sono gli elementi dell'impianto di smaltimento delle acque meteoriche che si sviluppano lungo la linea di gronda.
Le pluviali hanno la funzione di convogliare ai sistemi di smaltimento al suolo le acque meteoriche raccolte nei canali di gronda.
Essi sono destinati alla raccolta ed allo smaltimento delle acque meteoriche dalle coperture degli edifici. Per formare i sistemi
completi di canalizzazioni, essi vengono dotati di appropriati accessori (fondelli di chiusura, bocchelli, parafoglie, staffe di sostegno,
ecc.) collegati tra di loro. La forma e le dimensioni dei canali di gronda e delle pluviali dipendono dalla quantità d'acqua che deve
essere convogliata e dai parametri della progettazione architettonica. La capacità di smaltimento del sistema dipende dal progetto del
tetto e dalle dimensioni dei canali di gronda e dei pluviali. I canali e le pluviali sono classificati dalla norma UNI EN 612 in:
- canali di gronda di classe X o di classe Y a seconda del diametro della nervatura o del modulo equivalente. (Un prodotto che è
stato definito di classe X è conforme anche ai requisiti previsti per la classe Y);
- pluviali di classe X o di classe Y a seconda della sovrapposizione delle loro giunzioni. (Un prodotto che è stato definito di classe X
è conforme anche ai requisiti previsti per la classe Y).
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.07.01.A02 Deformazione
Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.
04.07.01.A05 Distacco
Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.
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Manuale d'Uso
Errore nel calcolo della pendenza (la determinazione in gradi, o in percentuale, rispetto al piano orizzontale di giacitura delle falde)
rispetto alla morfologia del tetto, alla lunghezza di falda (per tetti a falda), alla scabrosità dei materiali, all'area geografica di
riferimento. Insufficiente deflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse.
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Manuale d'Uso
I collettori fognari sono tubazioni o condotti di altro genere, normalmente interrati, funzionanti essenzialmente a gravità, che hanno
la funzione di convogliare nella rete fognaria acque di scarico usate e/o meteoriche provenienti da più origini.
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.07.02.A02 Corrosione
Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza
di ruggine in prossimità delle corrosioni.
04.07.02.A04 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
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Manuale d'Uso
Penetrazione all'interno dei condotti di radici vegetali che provocano intasamento del sistema.
04.07.02.A07 Sedimentazione
Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’intasamento.
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Manuale d'Uso
I pozzetti e le caditoie hanno la funzione di convogliare nella rete fognaria, per lo smaltimento, le acque di scarico usate e/o
meteoriche provenienti da più origini (strade, pluviali, ecc.).
ANOMALIE RISCONTRABILI
04.07.03.A03 Erosione
Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.
04.07.03.A04 Intasamento
Incrostazioni o otturazioni delle griglie dei pozzetti dovute ad accumuli di materiale di risulta quali fogliame, vegetazione ecc.
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Manuale d'Uso
INDICE
01 OPERE ARCHITETTONICHE pag. 3
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
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Manuale d'Uso
I TECNICI
Arch. Marco Isidori
Dott.Ing.Francesco Gaudini
Dott.Ing.Marco Bartoli
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