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Nuove persuasio

Non nel mio piatto


Estate 20 11, Firenze, Festa del par tito Sinistra Ecologia Liber ta (Sel). Nel pome riggio il dibatt ito suI decennale del G8 di Genova. Ne pa rliamo con Giuliano Giuliani , il padre di Carlo, il ragazzo ucciso in piazza Alimo nda da un carabiniere H20 luglio 200 1, e alcuni giovani dirigenti del partito. Non ci sono molte persone fra il pub blico, com'e inevitabile in un pomeriggio di luglio, e poi ci spostiamo nell'area ristorante. Nell'ultimo decenni o ho pa rtecipato a decine e decine di incontri del genere durante feste di partito , che fossero dell'Unita, di Liberazione 0 come questa di Sel, Ogni volta si eposto il problema della mia scelta vegetari ana (fino al 2010) 0 vegan a, in subordine quello del mio animalismo. Non sono proprio la stessa cosa: da un lato si tr atta di riuscire a farm i mangiare qu alcosa in ristoranti imm ancabilmente con cepiti secon do Ie pili consolidate tradizione culinarie (con preferenza per arrost i e simili), daIl'altro di porsi il prob lema (per qu elli che se 10 pongon o) se no n sia indelicato mettersi a tavola con me e ordinare bistecche, cosciotti e rosticciane. Di solito mi adatt o e mi professo tollerante. I piatti pili tipici per me in simi li contesti son o la pasta al pom odoro, l'insalata mista e la pizza aIle verdure senza mozzarella. E Ie rare volte in cui qualcuno degli org anizzato ri m i domanda se mi infastidisce che gli altri com mensali mettano nel piatt o carni e pesci, dico sempre di n o. In simili situazioni sono ospite, no n sem pre chi mi invita con osce la mia scelta nonviolenta e in og ni caso

qu estion e di sensibilita che rimett o agli altri . Mi e capi tato rarament e, a dire il vero, di trovare qualcun o che alia scoperta della rnia scelta vegetariana 0 vegana si sia sincera me nte chiesto come comportarsi. Qu alcun o che abbia avut o dubbi sulla con dotta da tenere, sia in ord ine al rispetto che si deve a un ospite, in termini diciamo cos) di bon ton, sia rispetto alia sostanza dell'obiezion e animalista e quindi allo stridente contrasto che si crea a tavola, mangian do e con versando insierne, avend o nel piatt o pezzi di mucca 0 di maiale. In genere chi mi ha invitato a una conferenza e poi mi ospita a cena, di fronte alia rich iesta di un p ran zo vegetariano 0 vegano, si impegna per trovare qu alcosa di bu ono da ma ngiare, magari chiedendo ai cuochi pietanze fuori m enu, mentre la questione anima lista e il tema del bon ton sono di solito ignorati 0 al pili affrontati con domande reto riche ("Non ti dispiace vero se noi mangiamo carne? ") 0 con battute sbrigative ("La tua e una scelta giusta, pen') non sai che ti perdi , qu i fanno delle rosticciane speciali..."). Qu el giorno a Firenze non va diversament e da alt re volte, salvo il compiacimento degli organizzatori nel po term i dire: "Nel menu abbiamo pr evisto l'op zion e vegetarians" Meglio che nulla, penso io, memore di decine di feste totalment e carn ivore e della tradizionale ind ifferenza per Ie minora nze an che nelle feste dei partiti di sin istra. D'altra parte il rnio risveglio anima lista mi rende pili guardingo e pili esigente di un tempo. Ho com inciato a parlare della mia scelta vegana in termini po litici e mi capita spesso, in situ azion i del genere, di affrontare l'argomento con uno 0 p ili dei com mensali. Succede anche al tavolo di Sel, con un paio di giovani dirigenti del part ito seduti di fronte a me; la tavolata in tutto compr end e una decina di persone. Parliam o della connessione fra sfru ttamento e dominio sugli an imali e societa capi talista, degli enormi dan ni all'agricolt ur a e all'ambien te dovu ti dall'esplosione dei cons umi di carn e, del ritarNUOVE PERSUASIONI

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do della po litica su qu esti tem i. E non nascondo che non mi par e un gesto par ticolar me nte cor aggioso prevedere un micro menu vegetari ano men tre si cucinano gran di quantita di carni. La con versazione procede rna non decolla: colgo nei miei interlo cutori una certa im preparazion e sull'argomento e un int eresse non altissimo, diciamo cosl, per la questione animale, compresi i risvolti ambientali, per quanta Sel si proclami "ecologista" II discorso prosegue stancamen te finche un altro dei commensali, anch e lui giovane d irigente del partito, si alza e si fa passare da un inservien te, con gridolini di soddisfazione , un piatto di portata, che passa subito a mostrare a tutt i gli altri: "L'ho ma ngiata anche ieri, efanta stica". Indic a la pieta nza con ficrezza, lodandola come la specialita del ristora nte della festa: e un piatto nel qu ale sana esposte alcune teste di gallo, erette, svettanti rispetto al letto di carni sui quale sana poggiate. Quelle teste son o come dei macabri trofei: im magino che siano cotte, rna son o perfett amente int atte, con il becco, il bargiglio, la cresta . E un'esibizione mortifera e oscena e per un a volta infrango l'etichetta che mi sono dat o. No n sto zitto. Faccio not are a tutti quanto sia trist e e violenta qu ella scena, quan to ci sia poco di sinistra, di ecologista e di libertario in quel mo do di cucinare, di ma ngiare e sopr att utto di considerare gli ani mali. Mi gllardano tutt i interdetti. II ragazzo che ha accolto il piatto con giubilo capisce di avere fatto una gaffe e balbetta qualcosa. C'e un momento di generale imbarazzo, rna e davvero un momento. Carni e teste di gallo finiscono nei piatti, ciascuno riprend e a mangiare e a pa rlare "d i politica" con i suoi vicini. E cosi sia. A me resta il tem po per rip rend ere il discorso con i primi due in terlocu tori e fare un piccolo mo nologo sull' arretratezza culturaIe della sinistra e sui miei dubbi circa i convincim enti ecologisti e nonviolenti proclamati da certi partiti, a cominciare da Sel natu ralme nte. Nella foga aggiungo che inserire l'opzion e vegetariana al ristorante della festa non ha alcun valor e etico e politico. No n testi-

monia convi ncimenti profondi, ne una proposta di cambiamento e nemmeno una particolare sensibilita per Ie minoranze et iche: e una semplice ope razione commerciale, la stessa compiuta da tan ti ristoratori qualunque. Le persone che non mangiano animali sa na or mai una quota significati va della popolazione e tenerne conto e un bu on modo per stare sui mercato: si tratta di diversificare l'offerta per allargare il target. Punto.

Da che parte stare


La festa fiorentina di Sel e natur almente un caso fra tant i. Qu alcosa di sim ile mi era capitato anni prim a per una cena elettorale della lista di cittad inanza Perunaltracitta che si presento alle elezioni comunali fiorentine del 2008. 10 e Camilla partecipammo per qu alche tempo al percorso di fon nazione della lista, prima di lasciare l'impegno diretto causa din am iche interne che ci mettevano a disagio (pur mant enendo il nost ro sostegno alla lista, che ottenne un buon risultato, eleggendo in consiglio comunale Orn ella De Zordo). Ebbene, quando si tratto di preparare una importantc cena di finanziamento, affrontammo e discutemmo all'in tern o del gruppo organizzatore la question e del menu. 10 e Camilla ci battem mo affinche fosse vegetariano, sostenend o che si tr attava di una questione politica: la lista aveva una dichiarata impostazione am bientalista, si sentiva parte del movimento per la giusti zia globale e a nostro avviso doveva manifestare qu esta sua natura an che att raverso la cena, con la scelta del cibo e il modo di proporlo. Non solo, quindi , piatti e posate in coccio e metallo (oppur e riciclab ili), non solo acqua del ru binetto, rna anch e menu vegetariano, a testimo niare la consa pcvolezza che un'alimentazione cruelty free ha un impatto am bientale ridott o ed e coerente con la nonviolenza professata da Perunaltracitta. Si scateno un a discussione piuttosto accesa, con un'ob iezione prevalente che suonava piu 0 meno cosi: non si pu o imp orre un
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pranzo vegetariano a persone che non 10 sono, c un a prevaricazione, meglio un menu carnivoro con op zione vegetariana. Era probabilmente I'opinione prevalente fra gli organi zzatori. 10 e Camilla insistemmo, ribadendo I'argomento della coerenza fra dichiarazioni e com portamenti (ambientalismo, nonviolenza ) e facendo not are che non vi e alcuna prevarica zion e nel prop orre u n menu vegetariano, poiche non incide per piu di una cena all'ann o (su 365) nell'aliment azione de i partecipan ti: ciascuno puo continuare a ma ntenere Ie sue abitudini rna almeno avra ricevuto un messaggio di tipo po litico anche attraverso il cibo. E sappia mo - ricordarnmo ai nostri interlocu tori - che la qu estione del cibo ha un'importanza strategica nell'evoluzione sociale e po litica del nostro piane ta: abbiamo mil iardi di affamati, un sistema agr icolo stritolato da un gr uppo di mu ltinazionali delle sementi e della chimica, apparati industriali dedicati aile "produzion i di carni" con effetti devastan ti sull'ambiente e sulle stesse pro duzion i agricole, un sistema rnediatico e pub blicitar io che produ ce om ologazione (e svilimento) dei sap ori, dei gusti, delle scelte aliment ar i. E cost via. Alia fine ci accontentarono, forse intuendo la banta delle nostre ragioni, e fu un a scelta che perm ise a tutti di fare una bu ona figur a quando dura nte la cena arrive , ospite inatt esa, nientemeno che Vanda na Shiva, che in qu el periodo frequentava spesso la Toscana perche coinvolta in un progetto della Regione. All'attivi sta e scienziata indian a, nonviolenta e vegetariana, quella cena quasi cruelty free (il menu compr endeva uova e for maggi) fece sicur amente una buona im pressione. Ma fu solo un episo dio . Non riuscim mo a convincere gli altri dei nostri argomenti: negli anni segue nti Per un altracitta ha preferito to rna re alia tr adizione; ha organizzato numerose cene di fina nziamen to rna no n e andata oltre la previsione di un'opzione vegetari ana e sop rattutto non ha preso in consi dera zione la "questio ne an imale".

Buttiamola in politica
Naturalmente non si tratta di semplici men u. II punto eche la questione animale, con i suoi innumerevoli risvolti, e lontana dalla politica. E in larga parte ignorata e forse sconosciuta anch e all'in terno del movimento per la giustizia globale. Eppur e il suo cuore edavvero una qu estione di giustizia : I'immenso, ingiustificato do lore inflitto a moltitudini di an imali. Questi esseri viventi impri gio nati, to rtura ti, annientati gio rn o dopo giorno, sono vitti me di que llo stesso sistema di dominio che sta soffocando il pian eta. Allevamenti e mattatoi, con Ie loro trasformazioni, ha nno accom pagnato il sistema ind ustriale. Sono stati il prototipo dell'industria moder na, hanno fatto da modello ai campi di stermi nio nazisti, sono divenuti col tempo megamacchine quasi perfett e per la rid uzione di esseri viventi a puri oggetti, in un delirio di potenza e on nipo tenza che ha allontanato povere creature dalle lora stessa natura animale. La procreazion e, I'alimentazione , la deambulazione: non c'e piu niente di autentic o nelle "fabbriche di carne': Si potrebbe ripe rcorrere la stor ia del capitalismo nell'ottica di una muc ca, 0 di un maiale, dalla Chicago di Upt on Sinclair al villaggio-mondo degli hamburger e delle fett ine acquistate al supermercato, dalla nascita del capitalismo industrial e alia stagione del consumismo. In Italia ancora nel 1960 il con sumo pro capite di carne era intorn o ai tr enta chili all'a nn o, oggi siamo vicin i a qu ota cento. E una tendenza in atto in tutto il mondo globalizzato, investe or mai an che Cina e Ind ia: siamo lett eralmente divor ati dall'industria delIa carn e, ridotti a meri tu bi digerenti al servizio di un sistema indu striale, mediatico e pubblicitario che riesce ancora a far credere a milioni di persone che mangiare carne e qualcosa di naturale e benefico per la salute. 11 bisogno di ma ngimi per gli allevamenti sping e a sott rarre terr e fertili all'agricoltura umana, a disboscare enormi distese di
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foresta (specie in Sudamerica); Ie em issioni d i gas e i consumi di acqua do vuti agli allevam en ti intens ivi costituiscon o una minaccia fra Ie pi u serie pe r l' am bien te; per non parlare dei di sastri sociali e sanitari cau sati dall' alim ent azione ind ustriale. Quan ti tem i collegati: la giustizia c il rifiut o della violenza; l'u so razio na le delle risorse nat urali; l'e qua di stribuz ione delle terr e coltivabili; la lotta all' inquinamento; il di ritt o a un a bu ona e sana alime nt azio ne. Sarebbe abbastan za per u n otti mo p ro gramma polit ico teso alia conversio ne ecologica e no nviolen ta di u n sistema economico che sta conducend o l'u m an ita al disastro. La "qu estione ani male" sarebbe anche u n bu on pu nto di pa rtenza per cost ru ire una filosofia politica piu ape rt a, non an tropocentrica, che attribuisca all'um anita il ruolo che Ie spetta, come ospite del pian eta Terra al pari di alt ri an imali ed esseri viventi, tutti chiamati a relazion i di solid arieta nell' in teres se comu ne e delle n uove generazioni. Sono solo fantasie, direbb e forse a questo pun to l' uo mo medi o; follie, l' uorno polit ico me dio; miraggi, l'intellettuale medio. Epp ure ci stiam o avvicina ndo a gran velocita a u n redde rationem. II pianeta Terra ha d im ostrato oltre og ni ragion evole dubbio di non essere pi u in grad o d i sostene re l'im patto dell' attuale sistema pro duttivo, rna negli am bien ti accademici e di potere si con tinua a teorizzare la possibilita d i un a crescita infinita, a dispett o di tutto, an che dei fallime nti. La recession e globale in corso d al 2007/200 8 sta impoveren do m asse enormi d i persone e ulteriormente arricchendo piccoli gru ppi d i finanzieri, possi de nti, im pren d ito ri. II tem a della "crisi" occu pa il d isco rso pu bblico in tutti Paesi piu industrializzati, ma nelle classi d irigen ti nazi o nali e globali non ha fino ra com porta to alcuna revisione dei co m u ni convi ncim en ti neo liberisti. Si affro nta la recession e im po nendo misur e rest rittive, lim itan do l' intervent o statale, imponendo tagli e licen ziam enti , con il risult ato d i dep rimere ulteriormente l'econom ia e di favorire il sacchegg io dei ben i co m u ni. Di fro n te all'a bnor me dimensione

della sfera finanziaria, sott ra tta orma i a ogni co ntrollo, si rinuncia a mett ere quelle regole e qu ei divieti che for se potrebb ero cam biare il corso d egli eventi, 0 alm ena limi tar e la d evastazione soc iale in corso . Si preferi sce blandire "i m ercati" per resta re fede li all'orto dossia della dottrin a neoliberale, pagando un prezzo altissi mo: in Eu ropa si sta proced endo a un p ro gressivo sma nte llamento dello stato soc iale costru ito nei primi decen ni del seco nd o dopoguerra. Una forma di fondamen talis m o eco no m ico-religioso ha sostituito la razio nalita e l'esercizio della dem ocrazia nella valutazion e delle opzio ni in ca m po . Nono stante tutto, quindi , Ie st rutture di domi nio per il momenta reggono e riescon o ancora a prod u rre ideolo gia, oss ia legitti m ita per il sistem a nel suo in siemc, Le cre pe si stan no pero allargando. L'e m ergenza am bientale e orm ai un'evidenza fisica, la sete d i giustizia sta spinge ndo popolazioni fino ra in ermi a rivendica re di ritt i e libert a, Migliaia d i pe rso ne occupano Ie piazze con la parola d' ordine "Siarno il 99% " e m olt i st ud iosi con testano il sistema neo libe rista nelle sue fon dam enta, most ra ndo ne l'assurdita e le contraddi zio ni. No n esiste ancora un 'aut en tica alternat iva ideale e politi ca, ma Ie democrazie occ identali sta n no vivendo una dr amm at ica crisi di legittirnita e Ie classi d irigent i sono costre tte per govern are a ridurre 0 negare principi fond am entali di liberta, ugu aglian za, state di d iritt o. Le proteste vengono spesso affrontate con un uso spr opo rzio nato della forza; i parlamenti in m olti Paesi so no di fatto esau to ra ti dal po tere esecutivo in nome dell 'em er genza; l' Unione Eur opea e arrivata al punto d i impedire al governo greco di indire un referendu m po polare sulle "rnisure anticrisi" im poste dalla cosidde tta "Tro ika" (Pmi, Co m m ission e europea, Ban ca cent rale eu ropea). II "sistema" e in declin o e percio diventa sempre pi u fero ce. II pericolo in combente e che si arrivi a un siste matico razionam ento di tu tto cia che davvero im porta: Ie risorse energetiche e que lle alimentari, l'acqua e l'ari a pulita, rna anche Ie liberta civili e
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i diritti umani. Ela strada che abbiamo int rapreso. C'e un' alternativa? Esiste una via di uscita? Ovviam en te sl, esiste, dovra esistere, rna va costruita, rafforzando cia che di buono gia c'e, pensando e realizzand o cia che ancora non c'e. No n voglio avventur arm i in teori zzazion i estese - non ne sarei capace - rna credo che ognuno possa da re un contributo a par tire dalla propria esperienza.

I diritti umani non bastano


10, nel m io piccolo, ho raggiunto alcun e persua sioni . La prima
per i di ritt i um ani non bas ta pili, perche propone un o rizzonte insufficiente. Dopo Genova 2001 e la mia vicenda alia scuola Diaz, e in qu esto ambito che ho realizzato gran parte del m io impegno civile e politico. Ho lottato nei tr ibunali e nella societa. Con i m iei com pagni di strada ho creduto che Fosse im po rtan te diffonde re info rma zione sui fatt i e anche sposare l'id ea che vi sian o dei punti ferm i, non sindacabili, cui fare rifer imento a prescindere dagli or ientamenti polit ici dei govern i, appunto diritti um ani no n derogabili, quelli scritt i nelle convenzion i internazionali e normalm ente recepiti negii ordinam enti dem ocratici. Ma piano piano ho capito che attorno alla nozione di "d iritti urna ni" si gioca da tem po una par tita sporca. Q uesta noz ione e divent ata un a ban diera, a volte una clava, per un gru ppo di Stati occidentali, che non esitano a brandirla sullo scenario intcrnazion ale per im po rre Ie propr ie politiche, per con dizion are governi stran ieri, per favorire imprese e multinazion ali amic he . Siam o arr ivati a usare la guerra 0 la minaccia della guerr a come principale stru m ento di soluzione delle co ntro versie interna zionali - l'opposto di qua nto previsto dalla Costituzione italiana all'articolo 11. In nome dei diritti um ani, alzando qu esta nobile ban diera, si comp ion o operazioni m ilitari internazionali guidate dalle potenze globali e volte in

e che la lotta

verita a rovesciare regimi e proteggere certi equilibri geopolitici a rischi o, pili che a gara ntire il rispe tto dei diritti fon da mentali. Vedi il recente casu libico: ne prima ne durante ne dopo l'op erazion e mil itare e statu gara ntito il risp etto dei diritti um an i, che non e mai par so il vero obiettivo dell'operazion e.ln Kosovo. Afghanistan, Iraq sono sta te condo tte guerre di occupazione che si e arr ivati a defin ire "uman itari e', facendo scem pio di quei principi di liberta e dignita della persona di cui ci si proclam a difensori . Che cosa resta dei diritti umani se in lora no me si sem ina no distr uzione e mo rte? Che sen so po ssono avere in un Paese com e l'Afghanistan , per citare un caso, se la loro afferm azione com po rta occupazione m ilitare , guerra ai civili, sacrificio di m igliaia e mi gliaia di vite um ane? No, qu esta nozion e non mi con vince piu, Mi pare che abbia foridamenta trop po fragili, un a na tura, com e dice il professor Pocar, sostanzialmente ideologica, legata cioe a un sistema di valori e di istituzioni storicamente determ inato. Credo che dobbiamo ispira re la nostra azione a una co ncezion e pili alta , pi li larga, sopratt utt o pili coeren te con un a vision e della na tura e della storia che tol0 scettro del dominio sulle altre forme di vita . Gli ga all'u manita 1 umani stanno mettendo a repentaglio l'esisten za stessa della vita sui pia neta, hanno distru tto ecosistemi e non sembrano capaci di correggere la rotta restand o all' interno delle coordi nate mentali e ideologiche att uali. Occorre carnbiare, inverti re il senso di m arci a, spod esta re l'umanita dal tro no che ha occupato e ritrovare il senso della con tinuita fra um anita e natu ra, fra gli uomini e gli altri anim ali. A me pare un passaggio obbligato: il disastro am bientale irrim ediabile eo rmai annunciato e pot ra essere evitato solo uscendo dag li schem i en tro i qu ali si e prod otto. Percio pili che ai di ritt i uman i mi sento vicin o ai diritti del vivente, una nozione che inclu de il diritto alia vita com e orizzonte cui avvicina rsi. Un diritto alia vita da rico noscere a tutti, umani e non umani , e da realizzare attraverso l'i mp egno civile, Ie batt aglie legali, la lotta cult ur ale. Oggi
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si pa rla d i "guerre u m anitarie" decise per afferma re la democrazia e i di ritti umani in ques to 0 quel Paese, am me ttendo cosi un implicito svilimen to dell'una e degli altri: de mocrazia e diritti umani sembran o cioe compatibili con guerre, occ upa zioni rnilitar i, l' accumulo d i migliaia di morti. Ecco che cosa in tendo qu ando parlo di fragile fondamento del la nozion e di di ritti umani . Percio preferisco pensare ai diritti del viven te, anco rati al p rin cip io card ine del rispe tto per la vita, per tu tt e Ie vite, e q uindi fondati sui rico noscimento d i piena d ignita anc he agli anima li no n um an i, partecipi della no st ra stessa avven tura sui p ian et a Terra. Puo sem b rare un di scor so ast ratto, rna non 1 0 e: forn isce semmai un orizzon te cultur ale e polit ico nel quale colloca re scelte, lotte, p ro poste. Batt ersi pe r i diritt i del vivente in Afghanistan, Iraq 0 Libia, sign ifica ad esem pio rifiutare l'ipotesi stessa d i un interven to m ilitare, che sem ina m orte e d istruzione anz ich e p ro teggere le vite e la lo ro dignita, I d ir itt i d el viven te non ammett ono ambiguita, sono concett ualm en te piu fo rt i dei di ritt i umani, irn plicano u na scelta radi calmen te no nvi olenta, non si presta no a u si strum en tali. Cer to, sono anc he piu d ifficili da afferrna re, spec ie se pensiam o al t rattament o riservato oggi nel mond o agli ani ma li non umani . Ma e u na batt aglia d i liberta che ha nobili preceden ti, a corninciare da lla lotta con tro la schiavitu, Anch'essa sem brava inv incibile e anc h'essa poggiava su un sistema ideolog ico e filosofico che ne giustificava l'esistenz a, con il sostegno d i p recise no rm ative, fino ad am mett ere il d iri tto d i p roprieta su vite umane altru i. Non credo che i gran d i ideali debbano spaventare. Abbiamo anzi bisogn o d i pensare l'im pen sato, di osa re l'inosato, Ne abb iamo bisogn o pe rche stia mo correndo verso l'au todistruzione, u n pun to finale che non sap piam o qu anto sia vic ino, rna che in ta n to prod uce soffe renza, ineguaglianza, ingiustizia, perche sara il prodotto d i un sistema che an ziche mettersi in d iscu ssione, si prepara

a quel disastroso app rodo ripe tendo e rad icalizzando Ie scelte che so no la causa della d istru zione attu ale.

Uniftcare Ie prospettive
Fuo r d i metafora e per scende re sui piano co ncreto, che vu ol d ire pa ssare da i d iritt i u m ani ai di ritti del viven te? Ch e effett i pratici puo avere per un att ivista? In nan zitu tto un passaggio del gen ere comporta un cam bio di m entalita. La filoso fia dei diritti um ani si colloca nel filone della dem ocrazia liberale, cosi come 1 0 abbiamo co nosciuto in Occidente, e ne sta seguendo il desti no. E un legam e che pesa sopratt utto in qu esta fase di declino delle democrazie, un de clino che si esprim e attraverso la crescen te sfiducia dei cittadini (u n segnale eloquent e e la flessio ne della partecip azione politica) e nella subalt ern ita ai poter i eco no rnici e fina nziari, con un corollario di p ulsioni autoritarie e plebiscitar ie, di im poverimen to della stato di diritto e di banalizzazione della stru me nto m ilitare nelle relazion i inte rn azionali. L'ideologi a dei diritti uman i e pesantemen te cond izionata da qu esto legarne, che ne appan na il prestigio e la cred ibilita , La visio ne pi u larga, estesa ai diritti del vivente, si svinco la da q uesto nesso storicame n te caratterizzato e trova la sua auten tica legittimazio ne altrove, in una dimen sione non ant ropocentrica , d alla qua le si osservano il mo ndo e chi 1 0 abita con sguardo nuovo. II diritto alla vita im plica un app roccio davvero nonviolento, ossia di rifiu to dell' ingiustizia e al tempo stesso di rigetto d i og ni logica di prevar icazione. Im plica anche u n supe ramento deg li steccati: di ritti umani e diritt i an imali non so no piu due am bit i d i im pegno separat i, du e filoni d i ricerca e d i studio distint i, rna parti integ ra nti di un'aspirazione uni taria alla giustizia. L'attivista per i diritti del viven te, mett iam o il mi o caso, si batte pe r l'abolizione della pe na d i morte per umani e anima li, si ricoNUOVE PERSUAS IONI

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nosce nella lotta di Am nes ty International, rna pretend e quakosa in pill: mag giore decisione nel rifiuto dell 'opzione m ilitare, una pill ferm a opzione per la nonviolenza, uno sguardo allargato sui mondo, ben olt re la dimensione istituzionale. Q uell'a ttivista po i si trovera, oltre i confini canonici di Amnesty, a battersi co ntro un sistem a econom ico che si regge sull' ideologia del dom in io e sulla riduzion e della natura e del vivente a merci. Perch e eIt, nel cuore del sistema, che nascono la sopraffazione, la pratica dell'ineguaglianza, I'ap propriazione dei ben i comuni, l'attacco alia Terra, 10 svilimento della vita umana e di quella anim ale. Q uello stesso attiv ista, mettiam o il sottoscritto, si ricon osce nelle battaglie an tispeciste e nell'opera d'informazione sull'alirnentazione e su consu m i cruelty f ree, rna spin ge perche si vada oltre i confini dell'a nimalismo classico. La "qu estio ne ani mal e" pe r quell'a tt ivista e innanzitu tto una que stione di giust izia e per questa via si conn ett e alia lott a contro il sistema che la prod uce. Ed e anche una q uestione di pr eservazione della natura: non ci sara liberazio ne an im ale, e nemmeno uguaglianza fra gli umani, se non facendo pace con la Terra. Percia l'a nti specismo dev'essere declinato nell'ottica di un 'econ omia di giu stizia, deve misurarsi con l'obiettivo di avviare subito una conversione ecologica dell'industria, dev'essere presen te quand o si im mag ina e sopratt utt o si comincia a costru ire un'econornia capace di futuro , che crei occupazione, ferm i la cement ificazione del terr itorio e la pr ivatizzazione dei beni com uni. Q uell'a ttivista aspira a un antispecism o che sia presente nella battaglia strategica per un "r ito rno alia terra " e dia risposte concrete a do ma nde fondamentali: in che modo e possibile tu telare la digni ta degli anima li in un pro getto di rilancio dell'agricoltura e di recupero della sovranita alim entare del Paese? Qual e il madelIa deside rabile di co nsum i alimentari e com e fare per realizzarlo?

Combattere la dittatura
Oggi viviamo sotto una forma di dittatura: la ditta tura del cons u01 0, della finanza internazionale (il "fina nzcapitalismo" di Lucian o Gallin o), del mito della crescita infinita delle produzioni. E contro qu esta dittatura che ha senso condur re Ie pro pr ie battaglie di liberta e di giustizia, coscienti che non si puo prescindere da un confro nto diretto con Ie strutture materiali e immateriali del capitalismo neo liberista, qual e che sia il campo prima rio d'im pegno. Ecco perche il terreno d'incontro per tutti e in que i luoghi dove si lotta contro questa dittatura e si lavora per costrui re qua k osa di altern ativo. E nella Val di Susa che si batte da decenni contro il Tave tu tto cia che rappresenta in termi ni di "modello di sviluppo" e di auto ritarismo democratico; e davanti ai cancelli di Green Hill, aziend a sim bolo della questione ani mal e e del do mi nio degli inte ressi pr ivati - la lobby m edico- farrnaceutica - sui diritti del vivente; e nei distretti di econo m ia solidal e dove si sperimenta no relazioni dirette fra produttori e consumatori, nuove forme di mutualismo, un madelIa di econom ia con radi ci locali; e fra chi contesta il ricatto del deb ito pubblico e quindi la svendita dei beni comuni, 1 0 smembram ento della stato sociale, la logica delle privatizzazioni con il pretesto del risanament o dei bilan ci; e nelle battaglie di liberta e giust izia con dotte dal movimento an tirazzista, il primo a segnalare il ritorno di fanta smi del passato come la non-cittadinanza, 1 0 schiavismo; e in qu ella rete di lotte popolari, campagne, movimenti che si riunisce sotto Ie insegne del Forum sociale mondiale. Si lotta, inso m m a, dove e possibile farlo , insieme a chi ha gia co m inciato a farlo.

L'aggiunta di Capitini
Aldo Capitini, il padr e della nonviolen za italiana, nei suoi test i dice che occorre fare un lavo ro di "aggiunta". L'amic o della nonviolen -

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za - Capitini preferiva definirsi COSl pill che "nonviolento", perche riteneva che la no nviolenza sia un a ricerca, non un punto d'approdo e m en che me no una tecni ca - non pensa cioe di sostitu irsi alia politica, al sindacato 0 di mettersi in concorren za con questo o con quello, si impegna piuttos to per portare un a "aggiunta", un di pill di riflessione, una nu ova prospettiva che puo da re pill forza e pill respiro alia battaglia per la giustizia. Anche a rischio d'essere in izialm ente incom preso, se non respinto. Oggi, da att ivista che cerca d'essere ami co dell'anti specism o e che proviene dalla lott a per i diritt i umani e contro il razzismo, credo che ci sia un 'aggiunta da portare alia lo tta per la giustizia globale. La "questio ne anim ale", 1 0 abbiam o gia detto, e poco pr esente nel m ovime nto di Por to Alegre, rna e in qu el contesto che oggigio rn o si lotta al livello piu alto cont ro un "m odello di sviluppo" che sta divorando il suo stesso futuro e ha dimostrato d'essere costituzionalmente incapace di garan tir e piena dignita alia vita umana e a quella an im ale, dominato com'e da stru tture gerarch iche e poteri nazionali e sovranazio nali pro tesi alia m assim izzazione del prop rio tornaconto. Aldo Capitin i e stato fra gli uomini po litici pill incompresi del nostro Paese. Antifascista slegato dai gra ndi partiti di ma ssa, intro dusse in Italia il tema della no nviolenza, senza essere davvero capito. Era con sider ato un eccentrico, un politico anom alo a m eta str ada fra filosofia e religione. Tutt o ra si pensa spesso alia nonviolenza come a un'opzione politica rinunciatar ia, di esclusio ne del conflitto , 0 come a un'espressio ne ideale priva di effett i pratici, una sor ta di aspirazion e che si sa irraggiungibile. E invece Capitini scriveva nonviolenza in un ica parola proprio per distingu erla dalla semplice assenza di violenza. II cardine della non violenza e l'insod disfazione per 1 0 stato di cose esisten te, la tensione a battersi contro l'ingi ustizia dov u nque essa sia, e a farlo con me to di che prefigur ano quel che verra dopo, q uindi senza viole nza , diffid an do

delle gerarchie, allargando quanta pill possibile la part ecipazione e1 0 sviluppo etico -rel igioso della personalita um ana. Capitini teorizzo il "Iiberalsocialismo' , che non era , precisava, "una spec ie di m ezzad ria fra liberali smo e socialismo, e un a soluzio ne da modera ti q uasi I'uno temperasse l'altro, rna come I'uno stim olasse l'altro" Cap itini credeva in "rno derne for m e collettivistiche" di proprieta dei mezzi di produzione, non si accontentava, dopo la fine del fascismo, del semplice ritorn o della dem ocrazia parlam entare con l'agg iun ta di qualche rifo rma sociale. La visione politica di Capitini aveva qu alcosa di rivolu zionario, sui piano istituzionale com e su quell o etico e religioso . Una delle sue parole chiave era "ap er tura'' Apcrtura a nuove visioni, alia vita spirit uale, alia fratellanza col prossimo e con Ie persone scomparse (Ia "cornprescnza"), alla vicin anza con gli opp ressi, anirnali inclusi. Capitini cerco di dare conc retezza aile sue idee. Cr itico della de mocrazia parlam entare, parlava di "om nicrazia" (il po tere di tutt i) e diede vita nel dopoguerra a numerose ini ziative, tutte finalizzate ad allargare l'area della partecip azione popolare, prestando grande att enzio ne all'educa zione (si impegno costantemen te per la difesa e il rinnovame nto della scuola pubblica ). Nacquero in varie localita italian e i Centri di orie ntam ento sociale (Cos), concepiti come un a form a di dem ocrazia dal basso; erano sp azi di discussione sulle scelte da com piere, di co nfronto serra to con gli am m inistrato ri. Capitini im m aginava una rinascita del tessuto democratico att raverso la part ecipazio ne diretta dei cittadini ed entre presto in contrasto con i partiti tr adi zion ali. Fu inviso alia gerarchia cattolica perche si im pegno nella ricerca spiritu ale e religiosa al di fuori se non contro l'ist itu zione-Chiesa e promosse apertame nte un movim en to di riforma religiosa, con la creazio ne del Centro di or ientamento religioso. Negli anni Cinquan ta fondo il primo Centro per la no nviolen za e nel 1961 o rganizzo la Marcia Peru gia-Assisi per la pace e la fratellanza fra i popoNUOVE PERSUAS IONI

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li, un evento politico di rottura: in piena guerra fredda rifiutava le ban diere di partito e proponeva una visione pacifista e nonviolenta radicata nell'opposizion e popolare a tutte le guerr e. La Marcia mostrava, secondo Capitini, che la no nviolenza elotta, eazione, solidarieta con gli oppressi e "n on collabor azione" coi potenti .

II vegetarismo politico
Nella sua ricca visione etica, religiosa e politica, Aldo Capitin i pr atico davvero I'''apertur a'' che predicava e arr ive a dare dignita politica al vcgetarismo. "Abbiarno visto" scrive in Religione aperta, uscito nel 1955, "che la nonviolenza e un com inciare, un progredire, un allargarsi. [...] Finora si e considerato il cam po animale come un cam po libero dove uno potesse por tare stragi; la nonviolenza inizia il piano di un accordo col campo ani male, che potra arrivare mo lto lontano. Di riflesso poi , la di rett iva di rispettare la vita anirnale porta mag giore attenzione alia vita umana" Capitini contr ibul a fondare nel 1952 In Societa vegetariana italiana, sulla scia di un convegno che si tenne a Peru gia sui tema "La non violenza riguardo al mo ndo an ima le e vegetale". II vegetarismo di Capiti ni app are oggi datato, no n ha la forza dell'an tispecismo e si attesta su posizioni mediane in alcuni punti ch iave. Nel libro Tecniche della nonvtolenza , ad esempio, Capitini definisce du e princip i cardine piuttosto netti: 1) "il riconoscimento della reale parent ela dell'uom o con le razze inferiori [e quindi] I'estension e della sfera dei dover i morali; 2) "e dunque in giusto infliggere sofferenze, direttamente 0 in direttamente, a ogni essere senz iente". Poi perc riconosce che "nell'attuale im maturo stato di evoluzione" e inevitabile che siano uccisi an imali, per quanto essi abbiano "diritto di vivere le proprie vite",e quind i sostiene che essi debbano com unque essere pro tett i dalla crudelta e uccisi nel modo pili rispettoso e indol ore possibile.

Capitini si op poneva alla caccia, all'uso degli an ima li nei circhi e nei divertimen ti, era per la messa al ba nda della vivisezione. Credeva molto nell' ed ucazione e prop on eva di intro durre 1 0 studio degli animali e dei 101'0 compo rtame nti nei curricula scolastici, non che la creazion e di un ministero per I'assistenza degli an imali. Intuiva che "anche nel compiere un atto vitale come il mangiare, vien e portato un ideale, un di pili, un'aggiunta dell'an imo". Proponeva anche di istruire i cittadini "sui vant aggi, per la salute e per I'evoluzione, di una dieta pili umana e del disuso di art icoli di abbigliam ento che richi edono grande sofferenza degli ani mali. Metodi nat ur ali di cur a e sostituzion i umane per il cibo e il vestiario si possono ottenere oggi in abbondanza". Collocato nel suo tem po, prima nella solitud ine di un an tifascismo vissuto in patr ia dur ant e il Venten nio, po i nella tem perie politica dei primi d ue decen ni dop o la fine della guerra, Aldo Capitini fu un o straord inario anticipatore, un pensato re politico originale e creativo. Pensiamo solo alla sua prop osta di istru ire i citta dini a una dieta pili um ana , cioe nonviolenta (quindi vegana, cruelty free): perche non farla propria? Perche non collocarla all'intern o di un progetto politico? Un a campagna per un'alimentazione cruelty [ree sarebbe cari ca di mot ivazioni: la scelta nonviolenta; la pro posta d i stili di vita alimentari pili sani e svin colati dal bu siness della gra nde industria; il rispa rmio di risorse, dall'a cqua alle terre coltivabil i. Sarebbe un a grande campagna di riforma civile e di educazione popolare e po trebbe essere legata anche a un piano per la buona occupazion e. Sott rarr e risorse al mercato della carne e dirottarle verso p roduzioni agricole a chilo metro zero, consentirebbe di creare posti di lavoro in un am bito proiettato nel futuro, com e l'ag ricoltura di prossimi ta, Nessuno, dopo Capitini, ha mai pensato a niente del genere, nem meno ch i si e dichia rato amb ientalista. Eppure la riduzione dei con sumi di carne eormai uno degli obiett ivi strategici
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dell'umani ta, q uan to meno in un'ottica di p rot ezione dell'am biente e di tutela della sov ranita alimentarc, spe cie nei paesi del Sud del mondo . Aldo Cap itini fu il primo, e quasi e rimasto l'unico, a collocare il vegetarismo e I'attenzione per il mondo animale all' interno di u na visio ne di p rofonda rifo rma etica e politica d ella soci cta . Ma fu un emarginato, poco arna to an ch e dal la sinist ra sto rica. II suo esernpi o, a tanti an ni da lla scom parsa (1968 ), e qu anto m ai attu ale, qu an to ma i prezioso. Ha ind icat o la via dell'apertura a or izzo nti cultu rali inesplo rati da lla tradizione politica ; la via delIa diffidenza verso i poteri e della partecipazione diretta alla vita p ub blica, della responsabilizzazione di ciascuno, dell'attenzione a tutte Ie forme del viven te, La sua lezione no n va d ime nti cata.

L 'animalismo prova ad ap rirs i


In que sti an ni, 1 0 ab biamo dc tto, I'atti vismo anim alista si sta rigenerando e ha capito d i dove r uscire da quello spazio separato ncl quale e state (e in parte si e) relegato. E un'impresa necessaria per afferm are i diritti del viven te e com bat tere con efficacia Ie strutt ure di do m inio che Ie neg ano, rna e anc he un pr ogett o molto di fficile da att uare. II m ondo animalista e diviso e spes so litigioso, come for se e in evit abile che sia quando si vive in un am bito m inoritario ch iuso, m olto auto referen ziale, nel qua le il "pat riottismo" di associazione e la d ifesa della pr opria iden tita gio can o un ruolo primario. Ci sono anche qu estioni di sostanza a m inare l' unita del m ovimen to. Fra chi ha u n app roc cio rifor rnista, ecioe d isposto ai comprornessi, pu nt a al dialogo co n Ie istit uzio ni e co n il legislatore, e chi invece di fend e e afferma posizioni nette sui piano dei p rincipi senza accet tare soluz ion i in term ed ic, la linea di dem arcazione e spesso invalicabil e e fon te d i litigi e in compren sioni. Va detto che

certe differenze di approccio sono inevitabili e si ritrovano in molte alt re "rn inoranze attive". La lin gua che si parla confrontandosi co n Ie istitu zio ni 0 con chi fa Ie leggi, non e la stessa che si usa nel fare informazione 0 ind ire una manifesta zion e; e ci sara sem p re chi valut era pill u tile otten ere "qualcosa'' oggi che dedi car si alia di ffusione d i conoscenze sui "tu tto" che e nece ssario co nse guire domani. Ne abbiam o visto un escm p io parlando del caso Gre en Hill , con i "rifo rrn isti" a favore dell'emendamento Brambilla alia dirett iva eu ro pe a sulla vivisezione e gli "abolizionisti" che si sono concentrati sulle ragioni del rifiuto della "d irettiva della vergogna" Sono diversita che vanno accettate e di cui andrebb ero circoscritti gli effetti collaterali; possono nascerne an tipatie e ro tt ure di lu ngo per iodo. Una volta Luigi Lombardi Vallauri, rispondendo a un 'attivista che gli chiedeva se valesse poi la pena battersi per piccoli miglioramenti - in gergo "gabbie pill larghe" - invece che dedicarsi inte ra me n te ad afferma re e far conoscere I'obi ettivo vero - "niente gabbie" -, disse che I'esisten za di "riforrnisti " da un lato e "abolizio nisti" dall 'altro dev'essere accettata, perche e nella natura delle cose. Ma aggiunse che concen trarsi su questa divaric azion e dan neggia l'in siem e del movimento. Lombardi Vallauri propose una soluzione co ntro Ie divi sioni e Ie in im icizie: ciascuno manten ga la prop ria linea, rna tutti si impegnino a compiere insieme una -d ue azioni esem plari l'anno, e i "riforrnisti" rilancino subito la lott a verso obiettivi pill alti , un a volta raggiunto un risultato. Nel caso Green Hill qu alcosa del gen ere in fondo si e visto. La lotta eco m inciata con gru pp i di base che hanno scelto una parola d 'o rdi ne rad icale: ferm are Green H ill, ossia far chiudere I'azienda. Poi si e inse rito il filone "riforrnista" in coincidenza con la discu ssion e sulla di rettiv a europea sulla vivisezione, suscitando pol emiche e for ti inso fferenze. A un certo punto c'e ra chi guardava al dib attito parlame ntare esclusiva m ente per il particolare rig uardante Green Hill (il divieto di allevam ento di can i, gatti e primati a fine d i sperime n tazion e) e
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chi, il fro nte "ri form ista', m etteva sotto pressione deputati e senato ri per la no rmativa nel suo insieme, considerata un migliora ment o rispetto alla versio ne iniziale licenziata da Bru xelles. Alla fine gli un i e gli altri sono comun que riusciti a fare una cosa insiem e: accogliere e collocare i 2.400 cani liberati dall'azienda per effetto del sequestro deciso dal giudice. Nel frattempo e lecito pensare che sia cresciuta nella societa l'avversione per la sperimentazione anim ale. O ra dovrebbe ripartire la lotta verso nuovi obiettivi. Una pr ima indicazione c'e gia: la multinazionale Harlan, che alleva animali destina ti alla sper imentazione e ha una sede in Italia, in Brianza.

Una sftda per iI movimento


Co n questo caric o di prob lemi e di esperienze, il "nu ovo ani malism o" si presenta alla sfida piu grande, ossia farsi parte del mo vimento per la giustizia glob ale. Aldo Sottofatto ri, di Oltre la specie, in una su a lezione sull'antispecismo dispo nibile in rete, propon e una bella ricostruzione storica e di pensiero del m od ern o anim alismo e indica nel "ma nifesto" di Steven Best, teo rico e attivista statunitense, il punto "piu rad icale e avanzato della batt aglia con tro 1 0 specism o" "La proposta di Best" dice Sottofatto ri, "e intensame nte politica e consapevole della necessita di cambiare la stru ttura sociale pe r liberare gli an imali" (oItre che gli umani o pp ressi). La par te piu interessante del mod ello Best riguard a il mod o di con durre la lotta antispecista. Best, spiega Sott ofattori, "suggerisce un nuovo percorso creativo basato sull'azi one conc reta, un 'azione che puo prosperare solo in alleanza con una varieta di movimenti pro gressisti sociali e politici" Ci sono tre punti di questa proposta, evidenz iati anche da Sottofatt ori, che m i paio no pregnanti: 1) la for maz ione politica interdisciplinare; 2) la diversificazione del m essaggio per raggiungere soggett i diversi; 3) la costru zione di alleanze con altri individ ui e gru ppi che combattono l'oppressio-

ne, la discriminazione, la gerarchia, la violenza, il m ilitari sm o, il capitalismo ... Eravamo partiti all'inizio di qu esto libro con la mia presa di coscienza anima lista a partire da un impegno civile fin Ii concentrato in altri am biti - i diritt i umani, le libert a civili, la lotta al razzismo - e arr iviamo al m an ifesto di un attiv ista anim alista "radical", pas sando per la scelta alim entar e e di con sumo vegana (rna a qu esto p unto preferisco ch iam arla nonviolenta). La proposta di Steven Best m i pare un a convincente con clusione del percorso, alme no nell'ottica dell'attivista. Certo non e facile mett erla in pratica. Per "forrnaz ione interdisciplinare" Best int end e cognizion i di storia, teo ria sociale, m ovime nti sociali ed eco nomia , cioe di ana lisi critica dell' econ omia capit alistica. Q uand o p arla di "messaggi diversificati " critica implicitame nte la reto rica mo no corde di tanti gruppi animalisti e vegan i e indica la necessita di raggiungere "i lavoratori in lotta, i neri, le comunita economicame nte depresse'' dim ost rando che "b uona salute, com passion e per gli animali e sosten ibilita am bien tale son o in teressi vitali che devon o essere patrimonio delle person e che lott an o p er la propria sopravvivenza" II terzo pun to - la po litica delle alleanze - si spiega da solo ed e finalizzato, dice Best, a "prornuovere veganism o/diritt i ani m ali com e m ovim ent o sociale che si propone di sradicare la violenza e la discrim inazion e a vantaggio di tutt i gli animali - umani e no n um ani". E I'or izzont e pol itico della "questione animale " e come si vede ne supera i confini tr adizionali.

Un incoraggia mento
E tutto... tro ppo? Tro ppo am bizioso, tro ppo visio nario, tro ppo radicale? E l'obiezione che si oppone a ogni novita, a ogni prospettiva che si ponga fuori dagli stre tti schem i di cio che in un dato mom enta storico appare ragionevo le. Ma 10 scett icismo e l'altra
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