Linee guida per lapplicazione del sistema di gestione ambientale nelle imprese della produzione del mobile e lavorazione del legno del Distretto trevigiano La presente relazione stata eseguita per conto di: Amministrazione Provinciale di Treviso Assessorato allAmbiente e allEcologia Treviso Il lavoro stato svolto da: Ambiente Italia Con la collaborazione di: Arianna Societ di ingegneria e servizi innovativi per lambiente sas Via Gentilin n.4/b 31030 Carbonera (TV) Tel. 0422-445208 Fax 0422-445222
E-mail: ariannat@tin.it Responsabili del progetto: Donatella Scattolin Andrea Moretto In collaborazione con: Barbara Gravina Pierluigi Offredi Approvazione progetto, coordinamento, controllo qualit: Roberto Cariani
Il progetto stato redatto da Ambiente Italia srl a regola darte e secondo gli impegni e le condizioni fissate con il Cliente dallapposito contratto, convenzione e/o lettera di incarico
Percorso e file \\Server\archivio\Dati_server\Progetti\P_corso\Sportello ecologico Prov. Treviso\Progetto legno\Manuale SGA legno\Capitoli manuale\Linee guida legno.doc Data prima redazione 10/11/99 Data revisione 07/02/00 Rev. n. 6
INDICE
PREMESSA..............................................................................................................................................4 1. COS IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE ............................................................................5 2. DESCRIZIONE DELLE FASI DEL CICLO PRODUTTIVO DELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO E PRODUZIONE DEL MOBILE ............................................................................................................11 3. GLI EFFETTI AMBIENTALI ...............................................................................................................19 4. CRITERI PER LA REALIZZAZIONE DELLANALISI AMBIENTALE INIZIALE .............................39 5. CRITERIO DI VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI .......................................................40 6. LA POLITICA ED IL PROGRAMMA AMBIENTALE ........................................................................43 7. GLI INDICATORI AMBIENTALI ........................................................................................................47 8. I CRITERI PER LORGANIZZAZIONE DELLATTIVIT AI FINI DELLA TUTELA AMBIENTALE 59 9. LE PROCEDURE DI GESTIONE E PROCEDURE OPERATIVE .....................................................77 10. CRITERI PER EFFETTUARE LAUDIT AMBIENTALE .................................................................81 11. LA GESTIONE DELLE RELAZIONI CON LESTERNO: LA DICHIARAZIONE AMBIENTALE E IL RAPPORTO AMBIENTALE ..........................................................................................................83 12. LE MODALIT PER LA CERTIFICAZIONE E LA REGISTRAZIONE AMBIENTALE..................88 13. INDICAZIONI TECNOLOGICHE E GESTIONALI PER LA PREVENZIONE DELLINQUINAMENTO NEL COMPARTO LEGNO........................................................................90
ALLEGATI ................................................................................................................................................ I TEST DI AUTOCONTROLLO ALLA NORMATIVA AMBIENTALE IN MATERIA DI EMISSIONI IN ATMOSFERA......................................................................................................................................II CARATTERISTICHE MEDIE DEI PRODOTTI VERNICIANTI E DEI SOLVENTI PIU UTILIZZATI .......................................................................................................................................................... VII GLOSSARIO ....................................................................................................................................... X RIFERIMENTI NORMATIVI E BIBLIOGRAFICI ............................................................................XIII
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PREMESSA
Il presente Manuale si inserisce allinterno di un progetto promosso dallAmministrazione Provinciale di Treviso e gestito da Ambiente Italia srl Istituto di Ricerche in collaborazione con i tecnici dellente promotore1, le Associazioni di categoria e il Dr. Pierluigi Offredi della rivista Professione Verniciatore del Legno. La significativa presenza in provincia di Treviso di aziende specializzate nella lavorazione del legno e nella produzione di mobili (concentrate soprattutto ad Oderzo, Pieve di Soligo e zone contermini a Conegliano e Vittorio Veneto) ha giustificato la scelta di questo comparto produttivo per effettuare unapprofondita analisi delle problematiche ambientali ad esso connesse. A tal scopo sono state individuate (con la collaborazione delle associazioni di categoria e dei tecnici della Provincia) cinque aziende rappresentative del settore, dove stata effettuata unanalisi ambientale d ettagliata e sono stati definiti gli interventi di miglioramento ambientale (gestionali e tecnologici) che potrebbero essere estesi allintero comparto produttivo. Lo scopo del Manuale quello di essere uno strumento tecnico per assistere gli imprenditori del settore nella gestione efficiente dei rifiuti, delle emissioni in atmosfera, del consumo energetico, del consumo dellacqua e degli scarichi idrici, attraverso la definizione di pratiche di buona gestione e lindividuazione di tecnologie innovative applicabili ai cicli in questione. Il Manuale inoltre rappresenta una guida per gli imprenditori che intendano attuare un Sistema di Gestione Ambientale nel proprio sito produttivo, in conformit agli standard UNI EN ISO 14001 e del Regolamento CE n.1836/93 (EMAS).
Al progetto hanno collaborato: Paola Camuccio (settore acque), Franco Giacomin (settore aria) e Michela Milan (settore rifiuti).
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LE NORMATIVE DI RIFERIMENTO
QUALITA UNI EN ISO 9001 UNI EN ISO 9002 UNI EN ISO 9003 Futura VISION 2000 AMBIENTE Regolamento CE 1836/93 (EMAS) UNI EN ISO 14001 (Sistema di Gestione Ambientale) UNI EN ISO 14040 (Ciclo di vita del prodotto LCA) Futura Revisione del Regolamento CE 1836/93 SICUREZZA BS 8800 Decreto Legislativo 626/94 Futura BS 18001 ETICA SA 8000
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PRESSIONI INTERNE Gestione dei costi Risorse finanziarie Rapporto con i dipendenti Ritorno degli investimenti Qualit del prodotto
PRESSIONI ESTERNE
Normativa ambientale e sulla sicurezza Sensibilit ambientale ed etica del consumatore Responsabilit del produttore Ruolo della filiera di produzione: effetti a monte o a valle del ciclo produttivo
IMPRESA
Sicurezza Gestione della Qualit Sistema di Gestione Ambientale Etica nella produzione
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OBIETTIVI DEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE Prevenzione e riduzione dellinquinamento Una buona gestione delle risorse utilizzate (materie prime, acqua, energia) Efficienza ambientale attraverso: politiche e programmi di gestione dellambiente valutazione e controllo sistematico degli aspetti ambientali informazione interna ed esterna
VANTAGGI PER UNA PICCOLA E MEDIA IMPRESA (PMI) Minori costi e svantaggi per lapplicazione della legislazione vigente Migliorare il rapporto con le autorit di controllo Ridurre la responsabilit da inquinamento e i rischi conseguenti Migliorare limmagine dellimpresa Ridurre i rischi di incidenti ambientali Migliorare le condizioni dellambiente di lavoro Rendere pi agevole la localizzazione in un determinato sito Risparmio nei costi per la gestione dei rifiuti, per consumi di materie prime, energia e acqua Minori costi per la tassazione ambientale Risparmio nei costi per contratti di assicurazione Agevolazioni per finanziamenti o maggiore facilit di accesso al credito Migliorare le relazioni e i rapporti con la comunit locale Rispondere alle esigenze del cliente rispetto ai contenuti ecologici del processo STRUMENTI PER LATTUAZIONE Le aziende che intendono intraprendere questo percorso hanno a disposizione due strumenti la cui struttura simile, nonostante siano stati promossi da due enti differenti (uno pubblico ed uno privato); i requisiti richiesti alle aziende non sono perfettamente coincidenti (la recente revisione del regolamento EMAS ha tuttavia colmato alcune di queste differenze) e la scelta delluno piuttosto che dellaltro (la cui adesione rimane sempre volontaria) dipende dagli obiettivi che laziende si prefigge di perseguire con lintroduzione del sistema di gestione ambientale (per esempio il tipo di mercato a cui si rivolge, le strategie di comunicazione che intende adottare, .). I riferimenti delle due norme volontarie sono i seguenti: Regolamento CE 1836 del 29 giugno 1993 Adesione volontaria delle imprese a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS) UNI EN ISO 14001 Sistema di Gestione ambientale
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DICHIARAZIONE AMBIENTALE
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Un sistema di gestione ambientale basato sulle seguenti azioni: effettuazione di unanalisi ambientale iniziale (1), che prenda in considerazione gli aspetti ambientali dellimpresa (rifiuti, emissioni, scarichi idrici, rumore, ecc) e identifichi quelli pi importanti approvazione di una politica ambientale (2), cio un impegno al miglioramento degli aspetti ambientali, emessa e sostenuta dalla Direzione definizione di un programma ambientale (3), ove sono contenuti gli obiettivi ambientali di miglioramento, le azioni da attuare, le responsabilit, le risorse e i tempi di attuazione attuazione del sistema di gestione ambientale (4), dove lazienda realizza la propria politica e programma gestendo in modo controllato le proprie attivit, risorse, processi, prodotti; questa fase prevede che lazienda misuri, sorvegli e valuti i risultati raggiunti in modo costante realizzazione di un audit del sistema (5), dove lazienda riesamina periodicamente ladeguatezza e lefficacia del proprio sistema di gestione ambientale, con lobiettivo di rivedere gli obiettivi (6) e migliorare continuamente.
Il percorso verso la certificazione Questa guida descrive un approccio operativo alla realizzazione di un Sistema di Gestione Ambientale funzionale al raggiungimento della certificazione ISO 14001 e alla successiva integrazione secondo il Regolamento CE 1836/93 (EMAS), e gli indirizzi contenuti nella revisione di EMAS a partire dallanno 2000. Lottenimento di una certificazione ISO 14001, rilasciata da un organismo di certificazione indipendente, conferisce un riconoscimento con valenza internazionale, che eventualmente pu essere integrato in un Sistema Qualit (ISO 9000). La certificazione ISO 14001 pu essere un punto di partenza per effettuare la registrazione EMAS: lazienda deve predisporre una Dichiarazione Ambientale, cio un documento da divulgare al pubblico, che verr convalidato da un verificatore accreditato EMAS (che pu essere anche lo stesso certificatore ISO). Il documento va poi inviato allorganismo competente pubblico che provvede alla conferma della convalida e alliscrizione dellazienda nel registro EMAS, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle Comunit Europee. La registrazione EMAS ha una validit solo in ambito europeo e rappresenta un percorso di certificazione con il coinvolgimento di organismi pubblici. Ad esempio la Dichiarazione Ambientale una forma di comunicazione esterna che pu prevedere: la divulgazione al pubblico degli effetti ambientali delle attivit dellimpresa; la possibilit di una cooperazione con le autorit di controllo per minimizzare gli effetti sullambiente; linformazione ai clienti sulle avvertenze da osservare, ai fini del rispetto dellambiente, nella manipolazione, utilizzazione, eliminazione dei prodotti dellimpresa. E sempre possibile ottenere la registrazione EMAS anche senza essere certificati ISO 14001. Nello schema che segue si riportano le fasi di sviluppo di un sistema di gestione ambientale, indicando per ciascuna di esse le attivit da svolgere ed i documenti da produrre.
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PIANIFICAZIONE
ATTUAZIONE
CONTROLLO
ELABORAZIONE PROCEDURE
PROGRAMMA AMBIENTALE
IDENTIFICAZIONE REQUISITI LEGISLATIVI APPLICABILI IDENTIFICAZIONE ASPETTI E IMPATTI AMBIENTALI VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI
DEFINIZIONE RESPONSABILITA DEFINIZIONE ORGANIZZAZIONE PROCEDURE GESTIONALI ED OPERATIVE REDAZIONE MANUALE GESTIONE AMBIENTALE
Applicazione procedure
Rielaborazione procedure
Nuova applicazione
M O N I T O R A G G I O
A U D I T A M B I N T A L E
R I E S A M E D I R E Z I O N E
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2. DESCRIZIONE DELLE FASI DEL CICLO PRODUTTIVO DELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO E PRODUZIONE DEL MOBILE
INTRODUZIONE Il ciclo della lavorazione del legno e dei suoi derivati si compone di una serie di fasi che partono dalla materia prima fino alla verniciatura finale del manufatto e spedizione del prodotto al cliente; nella realt trevigiana s ingoli siti produttivi completano internamente lintero ciclo di produzione, nonostante sia particolarmente diffusa la specializzazione in senso orizzontale, con molte piccole aziende che lavorano come terzisti per grossi gruppi industriali, effettuando uno o pi fasi dellintera filiera (per esempio la verniciatura, il rivestimento dei pannelli, ...). La diffusione di materiali diversi dal legno massello, ma comunque ricavati dagli scarti di questultimo, hanno favorito lo sviluppo di alcune fasi che non rientrano nel ciclo di lavorazione tradizionale, ma che tuttavia sono significative per una descrizione esaustiva della produzione del settore (per esempio la bordatura o il rivestimento dei pannelli con carte melamminiche, a base di materiale plastico, ...). Infine, nelle aziende del settore legno vengono svolte anche alcune operazioni che non rientrano nel ciclo produttivo in senso stretto, ma sono invece trasversali alle fasi di lavorazioni: si tratta in particolare delle operazioni di manutenzione degli impianti, di gestione delle centrali termiche, della gestione degli impianti di distillazione dei solventi, delle attivit dufficio in genere. Tutte queste attivit interagiscono con lambiente, prelevando delle risorse e rilasciando delle emissioni in aria, acqua e suolo; linterazione con lambiente viene descritta attraverso lindividuazione degli aspetti ambientali legati ad ogni fasi del ciclo e a quelle trasversali allattivit produttiva. Gli aspetti ambientali di unazienda appartenente al settore legno possono essere classificate a seconda della frequenza di accadimento in: - aspetto ambientale continuamente generato dalle attivit svolte - aspetto ambientale che si genera per attivit svolte saltuariamente - aspetto ambientale legato a potenziali eventi incidentali - nessuna attivit n incidente genera questo aspetto ambientale I primi quattro schemi che seguono sintetizzano gli aspetti ambientali caratteristici di unazienda del settore legno, la cui frequenza di accadimento (saltuaria o continua) dipende dalle caratteristiche intrinseche dello specifico sito. La tabella successiva consente invece di individuare quegli aspetti ambientali prodotti esclusivamente da un incidente e/o dal malfunzionamento degli impianti aziendali.
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Materie ausiliarie in ingresso: prodotti collanti, prodotti per il trattamento del legno,
Emissioni diffuse di gas di scarico da automezzi Rumore esterno Produzione di rifiuti da imballaggio
Emissioni di polveri Rumore interno ed esterno Produzione di rifiuti (scarti e trucioli di legno)
Assemblaggio e rifinitura
Emissioni di polveri e formaldeide Rumore interno ed esterno Produzione di rifiuti (scarti e contenitori di colle, stracci sporchi, minuteria metallica)
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Emissioni di polveri e SOV Rumore interno ed esterno Produzione di rifiuti (residui e contenitori di vernici, morchie e acque di verniciatura, filtri di abbattimento, diluente esausto, stracci sporchi di vernici) Odori
Essiccazione
Consumo di energia elettrica Consumo di risorse naturali (carta, legno, ferro, prodotti derivanti dal petrolio)
Imballaggio
Consumo di combustibili
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Rifiuti (scarti di PVC, ABS, carta melamminica, fogli di impiallacciatura, residui e contenitori di colle) Emissioni da collanti (SOV e/o formaldeide) Rumore interno ed esterno
Rifiuti (residui e contenitori di colle) Emissioni da collanti (SOV e/o formaldeide) Emissioni di polveri Rumore interno ed esterno
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Manutenzione impianti
Rifiuti (filtri di abbattimento polveri, stracci sporchi di olio e solventi, segatura intrisa di olio, diluente esausto, olio esausto, contenitori di olio vuoti)
Emissioni da impianti termici Rifiuti (eventuali ceneri di combustione) Rumore esterno Impatto paesaggistico (eventuale silos di stoccaggio trucioli) Dispersione di calore da impianti termici
Attivit dufficio
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ASPETTI AMBIENTALI LEGATI A POTENZIALI EVENTI INCIDENTALI Attivit del ciclo da cui pu generarsi laspetto descritto Trasporto delle materie prime in entrata Imballaggio finale e spedizione Descrizione del potenziale aspetto ambientale in caso di incidenti, eventi straordinari, emergenze Un incidente che pu avere delle ripercussioni ambientali la rottura del sistema di contenimento del carico (cassone, gabbia metallica, ecc) attraverso il quale avviene il trasporto dei materiali allinterno dello stabilimento. Nel caso in cui questa rottura abbia come conseguenza la caduta a terra delle parti trasportate, lunico effetto ambientale p rodotto sarebbe linquinamento acustico. Se, tuttavia, il carico costituito da prodotti chimici, leventuale loro sversamento in prossimit di corsi dacqua superficiali o terreni vegetali potrebbe dar luogo alla contaminazione del suolo e/o delle acque.
Attivit del ciclo da cui pu generarsi laspetto descritto Lavorazioni meccaniche del legno Verniciatura dei manufatti Descrizione del potenziale aspetto ambientale in caso di incidenti, eventi straordinari, emergenze Il cattivo funzionamento del sistema di aspirazione e abbattimento delle polveri dalle macchine utensili e/o delle polveri di vernice dai reparti di verniciatura pu determinare delle emissioni in atmosfera di quantitativi di polveri superiori ai limiti previsti per legge.
Attivit del ciclo da cui pu generarsi laspetto descritto Lavorazioni meccaniche del legno Gestione impianti termici Descrizione del potenziale aspetto ambientale in caso di incidenti, eventi straordinari, emergenze Le polveri di legno generate dalle lavorazioni meccaniche possono sollevarsi dai cumuli a seguito dei moti dellaria e formare una nube con concentrazione superiore al loro limite inferiore di infiammabilit in aria. Possono inoltre dar luogo ad esplosione allinterno dei silos di raccolta collegati allimpianto di aspirazione, oppure allinterno delle canalizzazioni dellimpianto di aspirazione, nelle quali si possono depositare se vengono trasportate ad una velocit insufficiente. E inoltre necessario impedire la formazione di strati di polvere sulle superfici esterne di macchine e di componenti dellimpianto elettrico: un surriscaldamento locale fino ad una temperatura superiore a quella di lenta combustione della polvere, pu infatti innescare un microincendio che, in relazione alla capacit del sistema di dissipare calore, pu evolvere nellesplosione.
Attivit del ciclo da cui pu generarsi laspetto descritto Bordatura dei pannelli Assemblaggio e rifinitura Descrizione del potenziale aspetto ambientale in caso di incidenti, eventi straordinari, emergenze Eventuali incidenti durante la movimentazione dei prodotti collanti (per esempio rovesciamenti del prodotto in prossimit di terreno vegetale) pu generare dei potenziali sversamenti sul suolo e sottosuolo.
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Attivit del ciclo da cui pu generarsi laspetto descritto Verniciatura del manufatto Descrizione del potenziale aspetto ambientale in caso di incidenti, eventi straordinari, emergenze Limpiego di prodotti chimici per il trattamento verniciante dei pannelli pu dar luogo nella fase di deposito e movimentazione a potenziali contaminazioni del suolo se dovessero verificarsi degli sversamenti in prossimit di terreno vegetale.
Attivit del ciclo da cui pu generarsi laspetto descritto Verniciatura del manufatto Gestione solventi esausti Descrizione del potenziale aspetto ambientale in caso di incidenti, eventi straordinari, emergenze Il rischio di incendio pu essere dovuto ai solventi infiammabili. E presente in diverse zone dellazienda: locali di stoccaggio e di preparazione di vernici e diluenti condotte di emissione dellaria inquinata, dove si possono formare depositi sulle pareti recipienti per la raccolta di stracci, carte e scarti impregnati di vernici pi o meno secchi, che si scaldano per ossidazione allaria locali di applicazione ed essiccazione dei prodotti vernicianti
Attivit del ciclo da cui pu generarsi laspetto descritto Verniciatura del manufatto Gestione solventi esausti Descrizione del potenziale aspetto ambientale in caso di incidenti, eventi straordinari, emergenze Il rischio di esplosione dovuto ai vapori di solventi infiammabili, nel caso in cui la loro concentrazione nellaria raggiunga o superi il limite inferiore desplosivit (LEL), che rappresenta la concentrazione minima in volume a partire dalla quale lesplosione di una miscela si pu produrre. Il punto di innesco la temperatura a partire dalla quale una miscela di vapori e daria pu essere infiammata, in condizioni normali di pressione. La presenza di particelle di vernice (overspray) comporta lo stesso tipo di rischio.
Attivit del ciclo da cui pu generarsi laspetto descritto Gestione impianti termici Descrizione del potenziale aspetto ambientale in caso di incidenti, eventi straordinari, emergenze In caso di malfunzionamento degli impianti termici si pu verificare una combustione dellolio non adeguata (bassi rendimenti di combustione) per cui possono essere emessi in atmosfera quantitativi di CO ed NOx superiori agli standard.
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Attivit del ciclo da cui pu generarsi laspetto descritto Gestione solventi esausti Descrizione del potenziale aspetto ambientale in caso di incidenti, eventi straordinari, emergenze Le apparecchiature impiegate per il recupero dei solventi, se non sono costruite secondo criteri di sicurezza, possono risultare pericolose, in quanto le sostanze impiegate nella distillazione ad alta temperatura sono infiammabili.
Attivit del ciclo da cui pu generarsi laspetto descritto Attivit dufficio Descrizione del potenziale aspetto ambientale in caso di incidenti, eventi straordinari, emergenze Una eventuale rottura delle condotte di scarico delle acque reflue pu generare delle potenziali perdite sul suolo di acque nere e bianche.
Trasporto dei materiali allinterno dello stabilimento e disimballo Lavorazioni meccaniche del legno Ricopertura e impiallacciatura dei pannelli Assemblaggio e rifinitura Bordatura dei pannelli Verniciatura del manufatto Essiccazione Imballaggio Spedizione prodotti finiti Manutenzione impianti Gestione impianti termici Attivit di recupero solventi esausti in sito Attivit dufficio in genere
esterna
esterna/ interna
La tabella riporta una sintesi delle fasi che caratterizzano il ciclo produttivo delle cinque aziende che hanno partecipato al Progetto promosso dallAmministrazione Provinciale di Treviso. Attivit non presente Attivit svolta in azienda
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Vedi il glossario allegato per la definizione di aspetti ed effetti ambientali. Vedi capitolo 5.
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Vastit delleffetto
Aspetto ambientale
Consumo di energia elettrica Consumo di combustibili fossili Consumo di acqua Consumo di legno suoi derivati Produzione Scarichi di rifiuti idrici Emissioni in atmosfera
Effetto ambientale
Globale Riscaldamento globale ed effetto serra Riduzione fascia ozono Consumo risorse naturali Deforestazione Continentale Piogge acide Regionale Smog fotochimico Impatti prodotti da impianti di smaltimento / recupero rifiuti Depauperamento risorsa idrica e qualit delle acque Ecotossicit da rilasci nel suolo e sottosuolo Fastidi connessi ad emissioni di odori Disturbi da sorgenti di rumore
Locale
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In allegato al presente capitolo il box 1 contiene una nota esplicativa sulla presenza di ozono nellatmosfera.
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In allegato al presente capitolo il box 1 contiene una nota esplicativa sulla presenza di ozono nellatmosfera.
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Fattori ambientali
ATTIVITA CONNESSE AL CICLO RIFIUTI Raccolta e trasporto Consumi energetici Consumi idrici Consumi di materiali Emissioni atmosferiche Scarichi idrici Rifiuti generati
Combustibili
Scarti di processo
Rifiuti liquidi
Combustibili EE
Polveri Prodotti di combustione Coagulanti, flocculanti, disinfettanti Acqua per i sistemi di abbattimento CO2 Prodotti di combustione
Scarti di processo
Combustibili EE
Incenerimento Combustibili EE *
Discarica
Combustibili
Calce, sali di Gas acidi, Na, carboni NOx, COx, attivi, ecc. polv., metalli, furani Inerti per CO2, CH4, H2, coperture H2S; giornaliere Prodotti combustione
Sostanze Fanghi di eutrofizz., depurazione bioaccumul., ecotossiche Scorie Ceneri Rifiuti liq. da trattamento fumi Percolato
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Tabella 12 SCALA DELLE LESIVIT di COSA e NICOSIA Livello di pressione Caratteristiche della fascia di l ivelli di pressione sonora sonora dBA 0-35 Rumore che non arreca fastidio n danno 36-65 Rumore fastidioso e molesto, che pu disturbare il sonno ed il riposo 66-85 Rumore che disturba e affatica, capace di provocare danno psichico e neurovegetativo e in alcuni casi danno uditivo 86-115 Rumore che produce danno psichico e neurovegetativo, che determina effetti specifici a livello auricolare e che pu indurre malattia psicosomatica 116-130 Rumore pericoloso: prevalgono gli effetti specifici su quelli neurovegetativi 131-150 Rumore molto pericoloso: impossibile da sopportare senza adeguata protezione; e oltre insorgenza immediata o comunque molto rapida del danno
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Tabella 1 GWP dei principali gas serra Sostanza GWP100 CO2 1 CH4 21 Nox 310 HFCs 140-11.700 PFCs 6.500-9.200 SF6 23.900 CFC-11 3.400 HCFC-22 1.600 HC-10 1.300 HALON-1301 4.900 CHCl3 25 CH2Cl2 15 Tabella 2 Emissioni di CO2 equivalente in Italia, ripartite per fonte e per gas CO2 CH4 Settore energetico 74,6 1,8 Processi industriali 4,2 0 Uso solventi 0,4 0 Agricoltura 0 3,3 Cambiamento uso suolo e foreste 2,1 0,7 Rifiuti 0,1 3,8 Totale 81,3 9,6 Fonte: Seconda Comunicazione Nazionale (1995) Tabella 3 ODP dei principali gas lesivi dello strato di ozono stratosferico Sostanza ODP CFC-11, CFC-12 1,0 CFC-113 1,07 CFC-114 0,8 CFC-115 0,5 HCFC-22 0,055 HC-10 HALON-1301 1,08 16
Bromuro di metile
0,6
Tabella 4 Riserve fisiche di risorse naturali disponibili nei prossimi 100 anni Sostanza riserve UM Petrolio grezzo 123.559 Mton Gas naturale 109.326 109 mc Uranio 1.676.820 Ton Cadmio 0,535 Mton Rame 350 Mton Piombo 75 Mton Mercurio 0,005 Mton Nickel 54 Mton Stagno 4,26 long Mton Zinco 147 Mton
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Tabella 5 Deforestazione ed aree protette FORESTA DEFORESTAZIONE ANNUA (1995) (media 90-95) Territorio Foresta % Kmq anno % Paesi ad alto reddito 21 -11.564 -0,2 Italia 22 -58 -0,1 Europa (Unione Monetaria) 30 -1.880 -0,3 Est Asia e Pacifico 24 28.926 0,8 Europa e Asia Centrale 36 -5.798 -0,1 America Latina e Caraibi 45 57.766 0,6 Medio oriente e nord africa 1 800 0,9 Asia 16 1.316 0,2 meridionale Africa subsahariana 17 29.378 0,7 FONTE FAO, State of the World Forest 1997; World Bank, WDI 1999 Nota: I numeri negativi indicano un incremento della superficie forestata. Tabella 6 AP delle principali sostanze causa delle piogge acide Formula Sostanza SO2 Biossido di zolfo NO Monossido di idrogeno NO2 Biossido di azoto NOx Ossidi di idrogeno NH3 Ammoniaca HCl Acido idrocloridrico HF Acido fluoridrico Tabella 7 valori di NP per le principali sostanze eutrofizzanti Formula Sostanza NO Monossido di idrogeno NO2 Biossido di azoto NOx Ossidi di idrogeno NH4+ Ione ammonio N Azoto PO43Fosfato P Fosforo COD Domanda chimica di ossigeno (come O2)
AREE PROTETTE 1996 Migliaia Territorio di Kmq % 3.301 10,8 22 7,3 268 11,7 1.095 6,9 768 3,2 1.456 7,3 242 2,2 213 4,5 1.468 6,2
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Sostanza
valore medio metano etano propano n-butano iso-butano n-pentano iso-pentano n-esano 2-metilpentano 3-metilpentano 2,2-dimetilbutano 2,3-dimetilbutano n-eptano 2-metilesano 3-metilesano n-octano 2-metileptano n-nonano 2-metiloctano n-decano 2-metilnonano n-undecano n-duodecano valore medio cloruro di etilene metilcloroformio tricloroetilene tetracloroetilene valore medio metanolo etanolo valore medio acetone metil-etilchetone valore medio metilacetato etilacetato isopropilacetato
Fattore POCP
0,398 0,007 0,082 0,420 0,410 0,315 0,408 0,296 0,421 0,524 0,431 0,251 0,384 0,529 0,492 0,492 0,493 0,469 0,469 0,505 0,464 0,448 0,436 0,412 0,021 0,010 0,001 0,066 0,005 0,196 0,123 0,268 0,326 0,178 0,473 0,223 0,025 0,218 0,215
Categoria
Sostanza
n-butilacetato iso-butilacetato valore medio etilene propilene 1-butene 2-butene 1-pentene 2-pentene 2-metil-1-butene 2-metil-2-butene 3-metil-1-butene isobutene valore medio valore medio benzene toluene o-xilene m-xilene p-xilene etilbenzene 1,2,3-trimetilbenzene 1,2,4-trimetilbenzene 1,2,5-trimetilbenzene o-etiltoluene m-etiltoluene p-etiltoluene n-propilbenzene i-propilbenzene valore medio formaldeide acetaldeide proprionaldeide butiraldeide i-butiraldeide valeraldeide benzaldeide valore medio valore medio
Fattore POCP
0,323 0,332 0,223 1,000 1,030 0,959 0,992 1,059 0,930 0,777 0,779 0,895 0,643 0,168 1,168 0,189 0,563 0,666 0,993 0,888 0,593 1,170 1,200 1,150 0,668 0,794 0,725 0,492 0,565 0,443 0,421 0,527 0,603 0,568 0,631 0,686 -0,334 0,377 0,416
Olefine (Alcheni)
Acetileni Aromatici
Idrocarburi Alogenati
Alcooli
Aldeidi
Chetoni
Esteri
Tabella 9 Produzione dei rifiuti speciali per tipologia produttiva nel 1996 Codice Attivit ISTAT 90 Trattamento rifiuti e produzione acque 27-28 Produzione e trasformazione del metallo 23-24 Industria chimica-farmaceutica, raffinazione del petrolio, coke 26 Industria del vetro 15-16 Industria alimentare 50-55 Commercio, riparazioni, alberghi ristororanti 75-85 Pubblica amministrazione, istruzione, sanit 22 Industria legno, carta, stampa 17-19 Industria tessile, conciaria 29-33 Fabbricazione macchine, app. elettr. mecc., elettron., ottica 40-41 Produzione e distribuzione energia elettrica, gas acqua 36-37 Altre industrie manifatturiere 25 Industria della gomma e delle plastiche 34-35-60-64 Fabbricazione mezzi trasporto, trasporti e comunicazione 45 Costruzioni Estrazioni minerali
Rifiuti prodotti (t) 5.106.396 3.035.977 2.650.769 1.998.018 1.608.899 1.190.599 915.898 862.314 834.338 770.867 765.401 444.086 399.484 649.859 346.584 297.053
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Tabella 10 Fattori di ecotossicit acquatica per alcune sostanze Formula Sostanza ECA As Arsenico 0,2 Cd Cadmio 200 Cr Cromo 1,0 Hg Mercurio 500 Zn Zinco 0,38 C6H6 Benzene 0,029 C6Cl6 Esaclorobenzene 53 PCB-52 430 PCB-28 16 Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) 2-160* Petrolio grezzo 0,05 Pesticidi 1-2000* * range di variazione indicativo Tabella 11 Fattori ecotossicit terrestre per alcune sostanze Formula Sostanza ECT As Arsenico 3,6 Cd Cadmio 13 Cr Cromo 0,42 Hg Mercurio 29 Zn Zinco 2,6 C6H5OH Fenolo 5,3 C6Cl6 Esaclorobenzene 0,2 2,3,7,8-TCDD (diossina) 1.400 Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) 0,3-5,9* Idrocarburi alifatici non alogenati 0,1-6,3* Idrocarburi alifatici alogenati 0,24-250* Pesticidi 3,7-5000* * range di variazione indicativo Tabella 12 composti maleodoranti tipicamente riscontrabili in impianti di depurazione scarichi urbani Classe Composto Sensazione olfattiva Soglia percettibilit (mg/Nmc) Composti solforati Idrogeno solforato Uova marce 0,0001-0,03 Metilmercaptano Cavolo, aglio 0,0005-0,08 Etilmercaptano Cavolo marcio 0,0001-0,03 Dimetilsolfuro Legumi marci 0,0025-0,65 Dietilsolfuro Fetido, aglio 0,0045-0,31 Dimetildisolfuro Putrido 0,003-0,014 Composti azotati Ammoniaca Irritante 0,5-37 Metilammina Pesce marcio 0,021 Etilammina Irritante 0,005-0,83 Dimetilammina Pesce marcio 0,0047-0,16
Indolo
Acidi volatili Scatolo Cadaverina Acetico Butirrico Valerico Formaldeide Acetaldeide Aldeide butirrica Aldeide isovalerica Acetone
Fecale, nauseabondo
Fecale, nauseabondo Cibo in decomposizione Aceto Burro rancido Sudore Acre Frutta, mele Rancido Frutta, mele Frutta dolce
0,0006
0,0008-0,1 0,025-6,5 0,0004-3 0,0008-1,3 0,033-12 0,04-1,8 0,013-15 0,072 1,1-240
Aldeidi e chetoni
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Informazioni generali sullinquadramento territoriale possono essere raccolte presso le strutture pubbliche amministrative (Comune, Provincia, Regione di appartenenza) e di controllo (ARPAV). 7 Alcuni utili suggerimenti possono essere tratti dal presente manuale (capitolo 2). 8 E utile coinvolgere alcune persone con esperienze specifiche in campo ambientale e/o della sicurezza sia interne (responsabili funzione, capi reparto, direttore stabilimento) che esterne (assoc. categoria, consulenti). 9 Un valido aiuto sui principali impatti ambientali del ciclo produttivo del settore legno sono riportati nel capitolo 3. 10 Il tema trattato nel dettaglio nel capitolo 6.
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++
+++
Laspetto Laspetto Laspetto Laspetto considerato non considerato produce considerato produce considerato produce produce sostanziali impatti ambientali da impatti ambientali di impatti ambientali di impatti ambientali tenere sotto controllo tangibile entit considerevole entit
Alcune prescrizioni di Alcune prescrizioni di legge applicabili legge applicabili allaspetto allaspetto considerato considerato non presentano problemi sono rispettate, nel rispettarle anche saltuariamente
Laspetto Laspetto Laspetto Laspetto considerato non considerato considerato considerato costituisce motivo di costituisce motivo di costituisce motivo di costituisce motivo di contenzioso n di interessamento da contenzioso da parte conflittualit da parte interessamento parte di soggetti di soggetti interni e/o di soggetti interni e/o interni e/o esterni esterni esterni Laspetto Laspetto considerato non considerato non risulta efficacemente risulta efficacemente migliorabile, visti gli migliorabile, ma standard di settore, risulta praticabile un mediante interventi suo controllo tecnico economicamente e/o organizzativo praticabili Laspetto Laspetto considerato risulta considerato risulta al efficacemente di sotto degli migliorabile, visti gli standard di settore standard di settore, ed il suo mediante interventi miglioramento economicamente raggiungibile con praticabili interventi economicamente
D Adeguatezza tecnicoeconomica
Le classi di impatto definiscono il livello di priorit nello stabilire obiettivi e procedure del sistema di gestione ambientale, in accordo con la tabella seguente.
+
Trascurabile, da tenere sotto controllo no Eventuale procedura di controllo
++
Da migliorare, nel medio-lungo periodo si Si, da valutare
+++
Da migliorare subito o nel breve periodo si si
Laspetto ambientale per cui tutte le voci dei criteri della classe dimpatto minore ( -) sono verificate non viene preso in considerazione nello sviluppo del sistema di gestione ambientale. Viceversa se almeno una delle voci a maggior impatto (+, ++ o +++) verificata, tale aspetto preso in considerazione con livelli di priorit diversi, che vanno dal semplice controllo (classe +) alla determinazione di obiettivi di miglioramento e procedure di attuazione diversificate in maniera temporale (classi ++ e +++). La mancanza di informazioni dettagliate per valutare un aspetto ambientale fa ricadere automaticamente laspetto nella classe a maggior impatto (+++).
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Per la valutazione del criterio pi strettamente ambientale (A) si pu ricorrere ad un vettore delle magnitudo, costruito sulla base di una tabella di stima delle caratteristiche dellimpatto conseguente allaspetto preso in considerazione. La tabella del vettore delle magnitudo mostra gli intervalli di variazione di ciascun parametro (vastit, severit, probabilit accadimento e durata dellimpatto ambientale) ed i valori di magnitudo conseguenti (1, 2, 3 e 4). La valutazione considera ovviamente le particolarit legate al sito ed alle aree prospicenti. Valori magnitudo
4 Criteri valutazione
Vastit impatto
Impatti relativi a zone interne e limitrofe al sito Severit Danni limitati ad impatto alcune componenti dellecosistema Probabilit di Impatto legato ad Impatto legato ad Impatto legato ad Impatto legato ad accadimento attivit che attivit che attivit che attivit che impatto avvengono avvengono avvengono solo avvengono solo continuamente saltuariamente in casi particolari in casi eccezionali Durata Irreversibile Tempi di Tempi di Tempi di dellimpatto risanamento risanamento risanamento misurabili in una misurabili da misurabili da generazione mesi a qualche giorni a umana anno settimane
Nota: gli impatti positivi sono stati considerati pari a 0.
Ogni aspetto ambientale sar individuato da quattro valori la cui somma potr variare da un minimo di 4 ad un massimo di 16. In base al punteggio raggiunto limpatto ambientale sar collocato nella tabella di classificazione (criterio A), come da tabella seguente.
da 4 a 5 -
da 6 a 8 +
da 9 a 12 ++
da 13 a 16 +++
Laspetto Laspetto Laspetto Laspetto considerato non considerato produce considerato produce considerato produce produce sostanziali impatti ambientali da impatti ambientali di impatti ambientali di impatti ambientali tenere sotto controllo tangibile entit considerevole entit
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La revisione della politica ambientale pu essere fatta in seguito a: Audit ambientale periodico: laudit ambientale consente di evidenziare i punti di forza e debolezza della gestione ambientale dellorganizzazione, fornendo le informazioni necessarie allalta direzione per ridefinire una nuova politica e nuovi obiettivi e traguardi. Nuovi standard/regolamenti normativi in materia ambientale: lentrata in vigore di nuove leggi ambientali o ladesione a regolamenti e standard volontari pu richiedere la revisione dei principi di politica ambientale che guidano la gestione ambientale dellorganizzazione. Variazioni delle condizioni di mercato: le variazioni di mercato possono significare nuove opportunit tecnologiche di interesse per la gestione ambientale, nuove esigenze provenienti dai propri clienti, nuove nicchie di mercato attente agli aspetti ambientali (per esempio prodotti eco-compatibili). Cambiamenti di prodotto/processo: eventuali cambiamenti nel processo di produzione e/o nel prodotto possono comportare linsorgere di nuovi aspetti ed impatti ambientali c he richiedono una revisione e aggiornamento dellazione da attuare per contenere gli effetti sullambiente. Variazioni nella struttura societaria: dato che la politica ambientale un documento voluto e sottoscritto dalla direzione aziendale, di fronte a cambiamenti di vertice necessario prevedere uneventuale revisione dei principi adottati per la gestione ambientale. La politica ambientale dovr essere tradotta in un programma ambientale attraverso il quale individuare le modalit operative e gestionali per realizzare gli obiettivi che lorganizzazione si posta.
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Mar 2001
Direzione generale
Apr-mag-giu 2001
Giu. 2001
Prove dei Lug 2001 nuovi prodotti su piccoli lotti Implementazi Sett 2001 one su scala industriale Relazione Nov 2001 finale
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Alcuni principi di politica ambientale, obiettivi e programmi ambientali per unazienda del settore legno
Principio di politica ambientale Lazienda si impegna a minimizzare limpatto sulla qualit dellaria Obiettivo Riduzione della quantit e pericolosit delle emissioni in atmosfera Azione di programma Utilizzo di prodotti vernicianti ad alto residuo secco e/o allacqua Eliminazione delle sostanze appartenenti alle classi I e II (DM 21.7.90) Eliminazione sostanze cancerogene e teratogene Esecuzione di un audit energetico sugli impianti e apparecchiature Indicatore di controllo11
Kg SOV/mq verniciato
Assenza frasi di rischio R.., R, R GJ / mc di materie prime in entrata (legno e suoi derivati)
Valutazione fattibilit interventi di risparmio energetico Lazienda si Riduzione dei rifiuti Valutazione opportunit di impegna ad prodotti del 10% riduzione dei rifiuti prodotti ottimizzare la (per esempio modificando il gestione contratto di fornitura delle complessiva dei vernici, noleggiando gli rifiuti, riducendo per stracci per la manutenzione quanto possibile la e pulizia degli impianti, quantit prodotta, utilizzando cartucce e toner valutando le rigenerabili) opportunit di Aumento del 20% dei Valutazione delle recupero disponibili rifiuti avviati al opportunit di recupero dei e garantendo recupero rifiuti prodotti condizioni di deposito e trasporto Organizzazione raccolta in sicurezza per differenziata interna dei lambiente rifiuti e avvio al recupero Riduzione del rischio Messa in sicurezza dei di contaminazione rifiuti pericolosi e non del suolo pericolosi, predisponendo luoghi adatti per il loro deposito, garantendo sistemi di copertura e di contenimento atti a prevenire qualsiasi sversamento sul suolo e sottosuolo
Si/no
11
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A GLI INDICATORI DI PERFORMANCE AMBIENTALE Si suddividono in INDICATORI DELLE MATERIE PRIME E DELLENERGIA sia in entrata (materie prime, energia, ed acqua) che in uscita (rifiuti, emissioni di aria, emissioni di acqua di scarico, prodotto finito) e in INDICATORI DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI. A1 INDIC. DELLE MATERIE PRIME E DELLENERGIA Gli indicatori di input permettono di monitorare i flussi delle principali materie prime (o le pi impattanti per lambiente), lacqua e lenergia. Tra gli obiettivi di questo tipo di indicatori: uso efficiente di materie prime, acqua ed energia riduzione dei costi di produzione riducendo i consumi riduzione dei rifiuti e delle emissioni attraverso interventi di protezione ambientale sviluppo di prodotti ambientalmente pi sicuri. Gli indicatori di output, oltre a monitorare i flussi in uscita, possono essere utilizzati per verificare gli effetti ambientali connessi a questi aspetti. I loro obiettivi sono: identificazione delle principali fonti di emissione ridurre i flussi e quindi i costi relativi alle emissioni prodotte ottimizzare i prodotti dal punto di vista ambientale ridurre limpatto ambientale locale. Alcuni indicatori di performance delle materie prime ed energia sia in entrata che in uscita utilizzabili dal settore legno sono riportati nelle tabelle A1 a fine capitolo. A2 INDIC. DI INFRASTRUTTURE E DI TRASPORTO Gli indicatori di infrastrutture e di trasporto si riferiscono allimpatto ambientale dovuto allattrezzatura di fabbrica (impianti e macchinari) e alla logistica della produzione. Il loro utilizzo permette di raggiungere i seguenti obiettivi: efficiente utilizzo ambientale degli impianti e dello spazio di produzione ottimizzazione delle logistiche dei trasporti e dei costi sondaggio degli impatti ambientali locali. Alcuni indicatori di performance di infrastrutture e di trasporto utilizzabili dal settore legno sono riportati nelle tabelle A2 a fine capitolo.
B INDICATORI DI GESTIONE AMBIENTALE Gli indicatori di gestione ambientale illustrano gli sforzi gestionali per ridurre limpatto ambientale di unimpresa. I loro obiettivi sono: misurare fino a che punto gli aspetti ambientali sono integrati con le attivit d'affari rivelare i legami tra gli impatti ambientali e le attivit gestionali ambientali valutare lo stato di implementazione controllare e monitorare le politiche ambientali permettere lintegrazione degli aspetti di costo ambientale nella gestione ambientale. Le attivit di gestione ambientale possono essere descritte e valutate sotto differenti punti di vista. I principali aspetti sono: lo stato di implementazione delle politiche ambientali; il sistema di gestione ambientale; la descrizione degli aspetti di costo dellefficienza ambientale; la proposta di obiettivi interni e la regolamentazione legale. Gli indicatori di gestione ambientale si possono riferire ad aree funzionali individuali come il confezionamento, lo sviluppo di prodotto, le comunicazioni, la formazione, la salute e la sicurezza dei lavoratori. Le aziende possono scegliere differenti punti di riferimento a seconda della loro attivit produttiva e dell'importanza degli specifici punti di riferimento per l'azienda stessa. Gli indicatori di gestione ambientale si dividono in: B1 GLI INDICATORI DI SISTEMA Si possono suddividere in indicatori: DI IMPLEMENTAZIONE DEL SGA DI CONFORMITA AMBIENTALE DI COSTI AMBIENTALI B2 INDICATORI DI AREE FUNZIONALI Essi si dividono in indicatori di: STAFF E DI FORMAZIONE SALUTE E DI SICUREZZA ACQUISTO COMUNICAZIONE ESTERNA Alcuni esempi sono riportati nelle tabelle B1 e B2 a fine capitolo.
C INDICATORI DI STATO AMBIENTALE Lo stato dellambiente, cio la situazione delle acque, del suolo, dellaria nel territorio in cui insiste limpresa , tra gli altri fattori, influenzata dai flussi in entrata ed in uscita dallimpresa. Le condizioni ambientali sono valutate e misurate da istituzioni pubbliche, utilizzando indicatori ambientali pubblici a livello locale, regionale, nazionale e globale. Questi indicatori pubblici sono utili anche come dati di confronto per unimpresa che vuole rilevare il proprio im patto ambientale. Tali indicatori pubblici possono per esempio essere dedotti da pubblicazioni dellANPA, dellUnione Europea, dellOrganizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD). Unimpresa deve determinare direttamente gli indicatori di stato ambientale se essa ha un notevole impatto ambientale (es. aeroporto). Tale determinazione permette di: intuire i legami tra limpatto ambientale dellimpresa e le condizioni ambientali dellarea in cui insiste monitorare la situazione ambientale locale dimostrare e riportare gli interventi preventivi specifici e i miglioramenti delle condizioni ambientali. Limpatto diretto con lambiente non deve comunque essere necessariamente misurato. Aziende senza un drammatico impatto ambientale non sono obbligate a stabilire i loro personali indicatori di stato ambientale, ma possono valutare la presenza di inquinanti specifici nelle acque, nellaria o nel suolo utilizzando dati pubblicati da enti pubblici o istituti di ricerca riconosciuti. Per le aziende del legno gli indicatori di stato che potrebbero essere utilizzati sono: formazione di smog fotochimico provocato dallemissione di SOV in fase di verniciatura rifiuti prodotti e destinati a discarica di bacino ecc.
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Nel presente lavoro viene approfondita la categoria di indicatori di performance ambientale, cercando di focalizzare lattenzione sul settore legno. Gli indicatori riportati sono frutto di esperienze maturate in piccole e medie imprese del Veneto con cicli produttivi sia completi (intera filiera della materia prima legno fino al prodotto finale) che molto settoriali (verniciatura, lavorazione legno grezzo, finitura pannelli, ecc.). Le categorie di indicatori calcolati si riferiscono alle principali problematiche ambientali del settore legno e riferite ai seguenti fattori dimpatto: produzione di rifiuti emissioni in atmosfera di sostanze organiche volatili consumi di energia consumo di materia prima legnosa. A queste categorie stato aggiunto anche un indicatore sui consumi di acqua, dato che si tratta di informazioni facilmente reperibili e spesso poco monitorate (il costo dellacqua non sicuramente tra i pi significativi).
La produzione di rifiuti
Gli indicatori di efficienza ambientale proposti sono: Produzione totale di rifiuti / mc materia prima12 Produzione di rifiuti non legnosi / mc materia prima Rifiuti non legnosi recuperati / rifiuti non legnosi prodotti Rifiuti pericolosi / rifiuti totali prodotti. Indicatore Produzione totale di rifiuti Rifiuti prodotti /materia prima in entrata (Kg / mc)
Indicatore =
In questo caso il totale di rifiuti prodotti stato rapportato al consumo di materia prima corrispondente allo stesso anno. Indicatore Produzione di rifiuti non legnosi Rifiuti non legnosi /materia prima in entrata (Kg / mc)
Indicatore =
12
Limpresa quando dovr calcolare gli indicatori potr utilizzare come unit di riferimento sia il mq che il mc di materia prima legnosa in entrata al ciclo produttivo di lavorazione; questa scelta condizionata dal sistema di contabilit ambientale messo in atto dallimpresa, a sua volta legato al tipo di lavorazione effettuata. Per quanto riguarda gli indicatori relativi alle emissioni di SOV la scelta del mq obbligata, poich tali emissioni sono associate alla fase di verniciatura ovviamente applicata su una superficie di legno da trattare.
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Questo indicatore costruito escludendo dal quantitativo di rifiuti complessivamente dichiarato nel MUD (numeratore) i rifiuti legnosi (per es.: scarti di rasatura, taglio di impiallacciature, legno deteriorato; segatura), quindi rapportando il valore calcolato alla quantit di materia prima in entrata (mc). Indicatore Rifiuti non legnosi recuperati Rifiuti non legnosi recuperati / rifiuti non legnosi (%)
Indicatore =
rifiuto non legnoso recuperato (i) (kg) / rifiuto non legnoso (i) (kg)
i i
Con questo indicatore si calcola la percentuale di scarti destinati al recupero sul totale di rifiuti non legnosi prodotti dallazienda. Indicatore Pericolosit rifiuti prodotti Rifiuti pericolosi / rifiuti totali (%)
Indicatore =
Con questo indicatore si calcola la percentuale di rifiuti classificati come pericolosi sul totale di rifiuti prodotti dallazienda.
Lindicatore viene calcolato rapportando il consumo annuale di acqua al numero di addetti presenti nella struttura (nellunit di tempo considerata: anno, mese, ).
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Per poter confrontare le diverse forme di energia nei bilanci energetici necessario unificare le differenti unit di misura. Come unit di riferimento si considera l'unit di misura del Sistema Internazionale (SI): il joule (J). Tutte le forme di energia vanno convertite in base alla constatazione che ogni combustibile13 caratterizzato dal possedere un "potere calorifico", cio dalla quantit di calore che si otterrebbe bruciandone completamente 1 Kg oppure 1 mc. I fattori di conversione dei combustibili sono riportati nella tabella 1. Per quanto riguarda lenergia elettrica il fattore di conversione di circa 9,5 MJ (=106 Joule ) per chilowattora14. Tabella 1 - Fattori di conversione dei combustibili
Combustibile Potere calorifico inferiore
[MJ/kg] [MJ/l]
petrolio gasolio GPL benzina metano olio ATZ olio BTZ olio combust. legna da ardere carbon fossile carbone legna antracite lignite coke da gas
41,86 42,34 58,35 50,23 0,062 40,19 40,19 41,02 31,40 30,98 31,40 29,30 10,47 52,33
13
Naturalmente per chi utilizza il legno di scarto come combustibile va comunque calcolato il potere calorifico dello stesso, alla stregua degli altri combustibili. 14 In bassa tensione e con un fattore di efficienza dellenergia elettrica per il sistema italiano pari a 0,38.
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La significativit delle sostanze organiche volatili impiegate per la fase di verniciatura dei pezzi giustifica la costruzione di questo indicatore sui SOV complessivamente emessi, rapportati ai m in entrata nellazienda. Nellipotesi che non sia presente un sistema di abbattimento dei solventi, il quantitativo complessivo si calcola partendo dai consumi dedotti dai cicli di verniciatura (inclusi i diluenti, i catalizzatori, gli additivi vari), considerando solo la percentuale di sostanze volatili in essi contenute (generalmente questa informazione disponibile allinterno delle schede di sicurezza dei prodotti), limitatamente alla parte non polimerizzabile. Indicatore - Classe di pericolosit dei solventi % classe di pericolosit (I, II, III, IV, V) dei solventi utilizzati
Emissione di SOV classe i (%) = iSOV classe i (kg) / con i = classe I, II, III, IV, V
Questo indicatore si riferisce alla pericolosit dei solventi per luomo e per lambiente, in base alla classificazione riportata nella tabella D del D.M. 12.07.90 Linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali e la fissazione dei valori minimi di emissioni, da cui scaturiscono i limiti che le aziende devono rispettare in termini di emissioni in atmosfera. Le classi di riferimento sono in ordine decrescente di pericolosit (dalla prima alla quinta), mentre i solventi non citati nel Decreto sono da assimilare alla classe peggiore (I). Il calcolo della percentuale di solventi per ogni classe di pericolosit stato cos ottenuto: Emissione di SOV classe i (%) = iSOV classe i (kg) / SOV totali (kg) *100 con i = classe I, II, III, IV, V
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Per la valutazione del contributo dei composti organici volatili (SOV) alla formazione di ozono troposferico, come indice di rischio di smog fotochimico, viene spesso utilizzata lunit di misura denominata POCP (Photochemical Ozone Creation Potential). Il POCP di unemissione calcolato come riportato nel capitolo relativo agli effetti ambientali. La formazione di ossidante fotochimico (ossia lemissione di etilene equivalente, espressa in kg) viene calcolata con la seguente espressione:
formazione di ossidante fotochimico (kg) =
Il calcolo delle emissioni diffuse di SOV risultanti dallapplicazione di prodotti vernicianti (vernice, smalti e pitture) si ottiene incrociando i dati di consumo di questi prodotti con la loro composizione chimica (relativa ai soli composti organici volatili che costituiscono i solventi organici)15. Indicatore Utilizzo di prodotti vernicianti pericolosi nellambiente di lavoro presenza/assenza sostanze cancerogene/teratogene e sostanze nocive allecosistema
La volont di premiare le aziende che selezionano i prodotti vernicianti anche sulla base della loro pericolosit per chi poi li utilizza, giustifica linserimento di questo ultimo indicatore basato sulla classificazione delle sostanze pericolose in base al D.M. Sanit 20/12/89 (G.U. N. 38 del 15/02/90), successivamente aggiornato con le direttive CEE 91/325 e 91/326. Lobiettivo minimo che unazienda dovrebbe porsi di eliminare completamente le sostanze cancerogene e teratogene e comunque quelle sostanze che possono avere effetti sulluomo irreversibili, e le sostanze dannose per lambiente. Queste sostanze possono essere individuate attraverso la frase di rischio che, in base al Decreto, loro associata e di cui si riporta lelenco alla fine di questo capitolo. In allegato alle Linee Guida sono riportate due tabelle che sintetizzano le caratteristiche medie dei prodotti vernicianti ed i solventi pi utilizzati nel settore legno.
15
Ovviamente, questo calcolo pu comportare una sovrastima delle emissioni di SOV in atmosfera, in particolar modo nel caso in cui lapplicazione dei prodotti vernicianti venga fatta in cabine di verniciatura a velo dacqua, dove probabilmente parte dei solventi verr depositata nei reflui della cabina. Nel caso in cui lazienda non disponga di altri sistemi di abbattimento dei solventi (fatta quindi eccezione per le cabine di verniciatura a velo dacqua) si assume che tutte le emissioni di SOV abbiano un impatto sulla qualit dellaria, escludendo gli effetti dovuti al peggioramento della qualit delle acque (utilizzate per labbattimento); i quantitativi di SOV totali cos ottenuti possono comunque essere considerati una stima valida dei SOV complessivamente emessi in atmosfera.
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UNIT DI MISURA
KWh (Consumo totale di energia KWh)/ unit di prodotto (consumo per sorg. di en. in KWh) / consumo en. tot Energia cons. in un prodotto / consumo tot (consumo en. rinnovabile in MJ / consumo en. Tot Costo tot. dell'en./costi tot. di prodotto Costo per sorg. di energia/consumo per sorg. di energia
UNIT DI MISURA
M3 (Consumo per tipo di acqua)/ consumo totale (cons. di acqua in m3) / prodotto in us cita Acqua cons. in un processo/consumo tot. di acqua /m Costo tot. dell'acqua/costo tot di produzione Costo per tipo di acqua/consumo per tipo di acqua
UNIT DI MISURA
m3 NOx CO2 SO2 SOV Quantit totale di aria emessa in Kg/Prodotto in uscita
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UNIT DI MISURA
tonn (tipo di rifiuto in t)/(prodotti in uscita) Rifiuto assoluto riciclabile in t Rifiuto assoluto non riciclabile in t Quantit di rifiuto riciclabile in t/quantit di rifiuto totale Quant. di rifiuto non riciclabile in t/quant. di rifiuto totale tonn Quantit di rifiuto tossico in t/quantit totale di rifiuto Costo totale dei rifiuti/costi totali di produzione
UNIT DI MISURA
Quantit di prodotto con contrassegno ambientale/ quantit totale di prodotto finito prodotto ricavato da materie prime riutilizzabili / quantit totale di prodotto prodotto ricavato da materiali riciclabili / quantit totale di prodotto Quantit di imballaggi riciclabili in t/quantit totale di prodotto in t Quantit di imballaggi in t/quantit totale di prodotto in tonn Rendita dallecoprodotto in / rendita totale in
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UNIT DI MISURA
attrezzature con un efficiente impatto ambientale/numero totale di macchine numero di incidenti gravi riportati Media di disponibilit in ore/possibile disponibilit in ore Attrezzatura esaminata / attrezzatura totale Area protetta in m 2/area totale in m 2 Area verde in m 2/area totale in m 2
UNIT DI MISURA
in tonn o in tonn per Km Quantit di mezzi trasportati in tonn/quantit totale quantit di merce trasportata in tonn/ prodotto in uscita Numero Numero di trasporti per mezzo di trasporto/numero totale di trasporto Km Viaggi di affari in Km/numero di dipendenti Viaggi di affari in Km/volume totale di trasporto in Km Passeggeri per Km Traffico pendolare/numero di dipendenti Traffico pendolare in Km/volume totale di trasporto in Km
Siti con un sistema di indicatori ambientali numero Siti con programmi ambientali numero Siti con sistemi di gestione ambientale in accordo con numero la regolamentazione EMAS e la normativa ISO 14000 Verifiche ambientali condotte numero Deviazioni scoperte nelle verifiche ambientali numero Implementazione di misure correttive numero Propositi di miglioramento per i problemi ambientali numero % di miglioramento nella implementazione di sistemi Numero di offerte di miglioramento nella di gestione ambientale implementazione di sistemi di gestione ambientale/ numero totale di propositi ambientali % di raggiungimento degli obiettivi Obiettivi ambientali raggiunti/numero totale di obiettivi ambientali Costi del sistema di implementazione
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UNIT DI MISURA
numero numero numero numero numero
UNIT DI MISURA
investimenti ambientali in /investimenti totali in costi operativi di protezione ambientale in / costi totali di produzione in
UNIT DI MISURA
numero numero di formazione ambientale/numero di dipendenti numero di dipendenti numero di dipendenti numero di dipendenti
UNIT DI MISURA
numero di incidenti/ 1000 dipendenti numero di giorni persi / 1000 dipendenti numero di incidenti denunciati/ 1000 dipendenti numero numero
UNIT DI MISURA
numero fornitori con politica ambientali / numero totale di fornitori numero numero valutazioni ambientali condotte sui rifornimenti / numero totale di fornitori numero Volume di merce acquistata per valutare i fornitori in / volume totale merce acquistata in
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UNIT DI MISURA
numero numero numero numero numero
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4.4.3 Comunicazione
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Procedure ed istruzioni operative di gestione ambientale Documentazione del sistema, con opportune revisioni Indicazione dei sistemi di compilazione e archiviazione (la documentazione deve essere disponibile) Deve essere predisposto un Manuale di gestione ambientale Descrive le modalit e i criteri di funzionamento del Sistema di Gestione Ambientale; la sua compilazione non richiesta esplicitamente dalla norma ISO 14001, ma la maggior parte degli enti di certificazione lo richiedono. Devono essere predisposte procedure per il controllo della documentazione: - Localizzazione e disponibilit (dove si trovano i documenti, come sono archiviati, quante copie, in che stato si trovano) - Verifiche ed approvazione prima della emissione - Riesame e revisioni - Gestione dei documenti obsoleti - Aggiornamento dei documenti. Deve essere pianificato. Si tratta di definire le attivit che permettono di identificare le operazioni, i comportamenti, gli impianti che sono collegati agli aspetti ambientali e ai loro impatti significativi sullambiente. Procedure, istruzioni e attivit relative Sono le procedure e le istruzioni che permettono lidentificazione e la quantificazione degli aspetti ambientali significativi come pure lidentificazione dei requisiti di legge e ogni altro tipo di valutazione di conformit. Coerenza tra procedure e applicazione Controllo di tutte le variabili di processo Comunicazione agli appaltatori e fornitori delle procedure e requisiti di loro pertinenza Definizione dei criteri aziendali relativi alla sicurezza Documentazione relativa alla sicurezza e piani di emergenza (integrazione con elementi relativi alla protezione ambientale) Procedure riesaminate e revisionate Devono essere effettuate prove ed esercitazioni.
Si presentano alcuni esempi di compilazione del Manuale di Gestione Ambientale relativamente alle fasi di attuazione descritte in precedenza.
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ESEMPIO DI MATRICE DELLE RESPONSABILITA Funzioni aziendali Definizione Politica ambientale Diffusione Politica ambientale Individuazione, valutazione, documentazione aspetti ambientali Gestione prescrizioni di legge e regolamenti ambientali Definizione obiettivi e traguardi ambientali Definizione Programma ambientale Definizione struttura e responsabilit Definizione Programma di formazione Comunicazione interna ed esterna Elaborazione Manuale e Procedure Gestione delle emergenze Controllo della documentazione del SGA e registrazioni Gestione delle non conformit e azioni correttive Audit del SGA Rapporto alla Direzione sulla conformit del SGA Riesame della Direzione
AD R
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Nel caso che il responsabile ambientale sia anche responsabile per la sicurezza
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ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE ESEMPI DI COMPILAZIONE DEL MANUALE DI GESTIONE AMBIENTALE Mobilegno Srl Manuale di gestione ambientale Attuazione e funzionamento del SGA Pag. di Revisione n. Data
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Campo di applicazione
Per quanto riguarda la sensibilizzazione, tutto il personale dell'organizzazione. Per quanto riguarda la formazione, il personale il cui lavoro possa produrre impatti significativi o responsabilit in materia ambientale.
Responsabilit
Responsabile ambientale
Documentazione e registrazioni
Procedura PGA - "Sensibilizzazione e formazione del personale" Programma di sensibilizzazione Matrice delle competenze Programma di formazione e addestramento I programmi e i documenti di registrazione conseguenti sono conservati dal responsabile dei SGA per 10 anni.
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4.4.3 - COMUNICAZIONE
Scopo e campo di applicazione
Lazienda predispone adeguate procedure aventi lo scopo di garantire un flusso di informazioni costante e sistematico all'interno dell'azienda, sia di tipo gerarchico, che interfunzionale. Lazienda intende assicurare la ricezione e la risposta ad ogni richiesta proveniente sia dall'esterno, che dall'interno e definire le modalit di comunicazione istituzionale verso l'esterno. Sono coinvolte tutte le attivit di comunicazione in materia ambientale con le parti interessate, interne ed esterne.
Responsabilit
Responsabile ambientale, amministratore delegato (o titolare)
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Responsabilit
Responsabile ambientale
Documentazione e registrazioni
Elenchi completi e aggiornati delle procedure, dei piani, dei programmi, delle disposizioni, delle istruzioni e della modulistica. La gestione della documentazione effettuata dal respons abile ambientale, in conformit alla procedura PGA "Controllo della documentazione ".
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4.4.6 - CONTROLLO OPERATIVO Scopo e campo di applicazione Lazienda identifica, gestisce e tiene sotto controllo le attivit svolte dall'organizzazione, di tipo operativo e gestionale, che influiscono o producono impatti ambientali significativi, reali o potenziali. Lorganizzazione verifica che tali attivit siano svolte in modo coerente con la politica, gli obiettivi e i traguardi ambientali fissati dal SGA. Responsabilit Responsabili di Funzione in cui si svolgono le attivit. Descrizione delle modalit di attuazione Attivit operative Le procedure PGA "Individuazione e quantificazione degli aspetti ambientali significativi" e PGA "Identificazione dei requisiti legali e di altro tipo e valutazione di conformit stabiliscono come individuare gli elementi delle attivit svolte che producono impatti significativi reali o potenziali o responsabilit. Le modalit di redazione, gestione e modifica di tali istruzioni sono contenute sulla procedura PGA "Controllo operativo". Le procedure e le istruzioni operative: possono essere redatte per fattore ambientale o per elemento dell'attivit (impianto, macchina) sono predisposte ed emesse dai singoli responsabili e verificate ed approvate dal responsabile ambientale stabiliscono le corrette modalit operative da adottare in fase di avviamento, fermata, funzionamento normale e in caso di situazione anomala ragionevolmente prevedibile (che cosa fare, come fare); contengono i divieti specifici e ci che non deve assolutamente essere fatto descrivono le modalit di gestione, ispezione (e pulizia) e manutenzione (programmata) indicano le responsabilit dell'attivit di gestione indicano, se necessario, le modalit di registrazione delle attivit e di eventi che sono o possono essere determinanti al fine di prevenire o ridurre gli impatti ambientali devono integrare le prescrizioni relative alla sicurezza (D.Lgs 626/94) EVENTUALMENTE dovrebbero, se possibile, integrare negli stessi documenti gli elementi del Sistema Qualit. Attivit gestionali Le modalit di svolgimento delle attivit di gestione aziendale da cui potrebbero generarsi effetti ambientali sono stabilite attraverso procedure. EVENTUALMENTE A tale scopo necessario modificare la documentazione esistente del Sistema Qualit (manuale, procedure, istruzioni, moduli), relativa ai paragrafi 4.3, 4.4, 4.6 e 4.9 della norma UNI EN ISO 9001/ 2, tenendo conto delle necessit di controllo ambientale. Gli aspetti da considerare e i criteri da adottare sono i seguenti: Riesame del contratto (cap. 4.3 - UNI EN ISO 9001/2). A fini esclusivamente preventivi, nel riesame di contratti relativi a nuovi prodotti / servizi o a modifiche rilevanti di quelli esistenti, il responsabile ambientale viene consultato e si pronuncia dopo aver valutato gli impatti significativi prevedibili da essi originati. Le procedure del Sistema Qualit stabiliscono i casi in cui si applica tale prescrizione. Controllo della Progettazione (cap. 4.4 - UNI EN ISO 9001). Il responsabile ambientale viene coinvolto fin dalle fasi iniziali del progetto nellidentificazione e nella documentazione dei dati e requisiti di base, in particolare quelli cogenti, sia in riferimento al prodotto nuovo o modificato sia nellidentificazione dei processi di produzione di minor impatto. La progettazione opera applicando i principi di politica ambientale dell'azienda e i relativi obiettivi e traguardi.
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Il responsabile ambientale partecipa alle fasi di riesame, verifica e validazione del progetto ed responsabile di identificare gli impatti ambientali e di verificare che il progetto sia conforme alla politica, agli obiettivi, ai traguardi e ai programmi ambientali (in particolare che si applichino i principi di prevenzione e miglioramento). Controllo del processo (cap. 4.9 - UNI EN ISO 9002). Nel caso in cui l'attivit dindustrializzazione sia separata, oppure non esista l'attivit di progettazione, il responsabile ambientale viene coinvolto nelle fasi di verifica dei progetti di nuovi impianti, macchine, sostanze, ecc., secondo le modalit descritte al punto precedente. Approvvigionamenti (cap. 4.6 - UNI EN ISO 9001/2). Qualificazione dei fornitori - Viene costituita una specifica sezione di "fornitori ambientali", costituita dai fornitori la cui attivit pu produrre impatti ambientali significativi, comprendente: - servizi ambientali (smaltimento, misurazioni ambientali, ecc.) - prodotti / servizi relativi ad elementi delle attivit svolte che producono impatti significativi all'interno del sito, appalti per lavori all'interno del sito (impianti, manutenzioni, ecc.). Il responsabile ambientale definisce i criteri per la qualificazione di tali fornitori (ad esempio la rispondenza a certi requisiti di legge, il possesso di autorizzazioni, la fornitura di legname proveniente da foreste certificate, il fatto che il fornitore abbia un sistema di gestione ambientale). Ove opportuno (ad es: per gli appalti interni, attivit di manutenzione, smaltitori, ecc.), il responsabile ambientale individua e definisce i parametri da monitorare durante l'esecuzione della fornitura, a cura del responsabile aziendale dei lavori. Dati di acquisto - I dati d'acquisto dei prodotti / servizi relativi ad elementi delle attivit svolte che producono impatti significativi sono verificati anche dal responsabile ambientale per valutarne ladeguatezza ambientale. I dati d'acquisto comprendono le specifiche dei controlli che il fornitore deve effettuare, le norme da rispettare e le modalit per darne evidenza. Il responsabile ambientale trasmette periodicamente al responsabile degli acquisti l'elenco delle categorie di prodotti / servizi / appalti le cui specifiche devono essere sottoposte alla sua verifica. Il responsabile ambientale definisce le modalit di effettuazione degli eventuali controlli al ricevimento, in funzione della categoria di prodotto / servizio / appalto. Per gli appalti, la cui realizzazione viene svolta all'interno del sito, la procedura operativa definita in base all'art. 7 del D.L. 626/94, modificata integrandola con l'obbligo di comunicazione reciproca di tutti gli elementi dell'attivit che possono comportare impatti ambientali significativi e con l'aggiunta delle istruzioni di lavoro e delle disposizioni interne che l'appaltatore deve adottare per prevenire o ridurre gli impatti ambientali. Riesame Il riesame delle attivit svolte e della documentazione relativa al controllo operativo viene effettuato annualmente e a seguito di possibili eventi o situazioni che lo rendano necessario. Documentazione e registrazioni Procedura PGA "Controllo operativo" Procedure ed istruzioni gestionali e operative EVENTUALE Modifica alla documentazione del Sistema Qualit Modifica procedura art. 7 D.Lgs. 626/94 La documentazione di registrazione del SGA derivante dalla procedura sul controllo operativo e dalle istruzioni di lavoro gestita dal responsabile ambientale e conservata per 10 anni. Le registrazioni relative alla procedura ex articolo 7 D.Lgs. 626/ 94 sono gestite dal responsabile Servizio Prevenzione e Protezione e conservate per 5 anni presso l'archivio del servizio. EVENTUALE Le registrazioni derivanti dal sistema qualit sono gestite dal responsabile dell'Assicurazione Qualit e conservate come stabilito dal Manuale della Qualit.
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CONTROLLI E AZIONI CORRETTIVE ESEMPI DI COMPILAZIONE DEL MANUALE DI GESTIONE AMBIENTALE Mobilegno Srl Manuale di gestione ambientale Controlli e azioni correttive Pag. di Revisione n. Data
Responsabilit
Responsabile ambientale
Documentazione e registrazioni
Procedura PA08 "Sorveglianza e misurazioni" Procedura PGA "Identificazione dei requisiti legali e ai altro tipo e valutazione di conformit" Procedura PGA Campionamenti, manutenzione e taratura delle apparecchiature di misura
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Amministratore Delegato (o Titolare), responsabile ambientale, responsabili di Funzione.
Documentazione e registrazioni
Procedura PGA "Non conformit, azioni correttive e preventive" Registrazioni delle non conformit e delle azioni correttive e preventive Tutta la documentazione relativa alle n.c. redatta in base alla procedura, raccolta, registrata e archiviata dal responsabile ambientale.
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4.5.3 - REGISTRAZIONI
Scopo e campo di applicazione Lazienda, attraverso i criteri stabiliti dalla presente sezione, effettua le registrazioni e larchiviazione di tutti i documenti del SGA, derivanti dall'applicazione del Manuale, delle procedure e delle istruzioni operative, e da questi definiti. Responsabilit Responsabile ambientale; EVENTUALMENTE responsabile Qualit per le registrazioni relative al Sistema Qualit (ad es.: schede taratura strumenti, ecc.). Descrizione delle modalit di attuazione Le registrazioni del SGA sono quelle richiamate in ciascuna sezione del Manuale o nelle procedure o nelle istruzioni operative. Le principali registrazioni sono: tabelle di sintesi degli aspetti / impatti significativi e dei valori quantitativi degli aspetti elenco dei requisiti legali e volontari applicabili elenco degli obiettivi e traguardi programmi ambientali registro delle osservazioni ambientali registrazioni specifiche eventualmente previste da istruzioni di lavoro registrazioni delle esercitazioni per l'emergenza risultati delle misure e rapporti di ispezione schede di valutazione della conformit legislativa rapporti di non conformit, azioni correttive e preventive effettuate rapporti degli audit verbali dei riesami della Direzione. Altre registrazioni, relative alla gestione del Servizio Prevenzione e Protezione, sono raccolte e archiviate come stabilito dalle relative procedure (oppure dalla procedura PGA "Gestione delle registrazioni ambientali"). EVENTUALMENTE Altre registrazioni, facenti parte del Sistema Qualit, sono gestite conformemente a quanto prescritto dal Manuale della Qualit e dalle relative procedure. Lelenco completo dei documenti di registrazione e le specifiche per la loro gestione sono contenuti nella procedura PGA "Gestione delle registrazioni ambientali". Riesame Le modalit di gestione dei documenti di registrazione del SGA sono riesaminate a seguito di eventi o situazioni che lo rendano necessario. Documentazione e registrazioni PGA "Gestione della registrazioni ambientali" Elenco dei documenti di registrazione ambientale
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AUDIT DEL SGA E RIESAME DELLA DIREZIONE ESEMPI DI COMPILAZIONE DEL MANUALE DI GESTIONE AMBIENTALE Mobilegno Srl Manuale di gestione ambientale Controlli e azioni correttive Pag. di Revisione n. Data
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La procedura sul controllo operativo richiama una serie di procedure operative che per il settore legno possono essere:
POA POA POA POA POA GESTIONE CONSUMI ENERGETICI GESTIONE STOCCAGGI SOSTANZE POTENZIALMENTE PERICOLOSE GESTIONE RIFIUTI GESTIONE APPROVVIGIONAMENTI MATERIE PRIME E AUSILIARIE GESTIONE EMISSIONI IN ATMOSFERA.
Gli schemi seguenti riportano alcuni esempi di procedure e istruzioni operative, sintetizzate attraverso il diagramma di flusso.
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DESCRIZIONE PROCEDURA
Assembla ggio Vernici atura Imball aggio
........
DOCUMENTAZIONE
NO
Mod. Codifica rifiuti CER I.O. Valutazione condizioni di Deposito Temporaneo / Stoccaggio
6b) Stoccaggio
I.O. Gestione Carico dei rifiuti I.O. Raccolta ed elaborazione dati I.O. Gestione Scarico dei rifiuti
7b) Recupero
RA: Responsabile Ambientale; I.O.:Istruzione Operativa; Mod.: Modulo; PGA: Procedura Gestionale Ambientale
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DESCRIZIONE PROCEDURA
Assemblag gio Vernici atura Essicca zione ......
DOCUMENTAZIONE
1) Generazione emissione
Doc. Quadro riassuntivo delle emissioni I.O. Monitoraggio emissioni convogliate in atmosfera I.O. Monitoraggio emissioni diffuse Mod. Schemi danalisi I.O. Manutenzione impianti / macchinari Pga. Campionamenti, manutenzione e taratura apparecchi di misura Pga. Registrazioni ambientali Doc. Registro degli adempimenti normativi Doc. Programma Ambientale Doc. Documento valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro
NO
SI
I.O. Modalit e strumenti di valutazione delle emissioni Pga. Comunicazione interna Pga. Non conformit, azioni correttive e preventive
I.O. Manutenzione impianti / macchinari Pga. Approvazione nuovi impianti, processi, materie prime Doc. Procedure gestionali interne Pga. Comunicazione interna
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DA Quantificazione rifiuti prodotti in sito I.O. Gestione Carico e Scarico dei Rifiuti DA Quantificazione rifiuti in uscita I.O. Gestione Carico e Scarico dei Rifiuti
6- Compilazione del DA: Quantificazione rifiuti in uscita 8- Uscita del rifiuto dal sito
Indicazioni da seguire
1. Gli addetti alla produzione, allimballo dei prodotti ed al disimballo di alcuni particolari, producono scarti di carta e cartone che si configurano quindi come rifiuti. Alcuni imballi in cartone vengono conservati per essere riutilizzati e per questo non sono considerati rifiuti. 2. Gli addetti provvedono a conferire i rifiuti cartacei nella navetta xxxx da 10 m3 posizionata sul piazzale esterno. 3. Laddetto al magazzino bisettimanalmente deve compilare il modulo sulla quantit di carta e cartone presente nel contenitore esterno. 4. Lo stesso addetto al magazzino provveder alla procedura di carico del rifiuto cartaceo prodotto nelle due settimane nellapposito registro di carico e scarico. 5. Raggiunto il valore massimo del deposito, si d seguito allo smaltimento del rifiuto. Un addetto alla produzione deve assistere il trasportatore nelle operazioni di carico del rifiuto sullautomezzo. 6. Lo stesso addetto alla produzione che assiste il trasportatore deve compilare il mod. sulla quantit di rifiuti in uscita da consegnare al magazzino. 7. Laddetto al magazzino compila il formulario di identificazione del rifiuto. 8. Lautomezzo pu lasciare il sito. 9. Il trasportatore entro una settimana invia la comunicazione del quantitativo effettivamente asportato dal sito. 10. Laddetto del magazzino provvede alla registrazione di scarico nel registro apposito.
DA: Documento Ambientale
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Nella definizione della metodologia di conduzione di un audit ambientale , lorganizzazione dovr considerare i seguenti aspetti: Obiettivi Verifica della conformit alla normativa ambientale Verifica del rispetto e corretta attuazione dei requisiti previsti dalla norma ISO 14001/EMAS Verifica dello stato di avanzamento del programma, obiettivi e traguardi ambientali Da definire in base allattivit oggetto di audit Rispetto dei requisiti di competenza, indipendenza e obiettivit Il gruppo di lavoro pu essere composto da personale solo interno, da personale esterno oppure misto
Gruppo di lavoro
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In corrispondenza di ogni audit dovranno essere svolte una serie di attivit suddivise nelle seguenti fasi:
Fase
Pre-audit (attivit da svolgere nelle settimane precedenti allaudit)
Attivit
Individuare le attivit da sottoporre ad audit Definire la durata dellaudit (gg.) Individuare il personale interno da contattare Individuare i reparti da visionare Definire la documentazione da visionare Presentazione del programma di audit e del gruppo di lavoro Visita al reparto/i sottoposto/i ad audit Verifica della documentazione Colloqui / interviste con il personale
Documenti da preparare
Programma di audit Check list di documenti da richiedere al reparto prima dellaudit
Audit
Post-audit
Valutazione delle conformit, non conformit, eccezioni ed osservazioni rilevate nel corso dellaudit Definizione di un piano di azione da attuare per far fronte ai punti di debolezza riscontrati Trasmissione e discussione del rapporto di audit con la direzione Trasmissione di una sintesi del rapporto di audit ai responsabili di attivit / fase del processo sottoposta ad audit Verifica dello stato di avanzamento del piano dazione
Check list da consegnare ad ogni auditor La check indica tutte le informazioni da raccogliere e prevede lo spazio per riportare le evidenze rilevate nel corso dellaudit Rapporto di audit, completo del piano di azione futuro in cui indicare gli interventi da attuare, i tempi, il personale responsabile dellattuazione ed il personale responsabile del controllo
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11. LA GESTIONE DELLE RELAZIONI CON LESTERNO: LA DICHIARAZIONE AMBIENTALE E IL RAPPORTO AMBIENTALE
La comunicazione verso lesterno delle proprie problematiche ambientali deve essere vista come unopportunit da parte dellazienda. In questo modo limpresa realizza in modo concreto un efficace rapporto con il territorio in cui lazienda vive e prospera, costituito dai cittadini che abitano nei dintorni nel sito produttivo, dalle risorse naturali presenti, dalle autorit che hanno il compito di controllare il rispetto della legislazione ambientale, i clienti e i fornitori che possono influenzare le condizioni della produzione. La comunicazione esterna costituisce un importante strumento di marketing dellazienda, in quanto permette di informare il mercato dei propri successi in merito alla salvaguardia dellambiente, realizzando un valore economico superiore proprio per il fatto che lambiente stato considerato un fattore strategico aziendale. Infine la comunicazione esterna pu essere considerata uno sforzo di rendere trasparente ci che lazienda sta facendo per migliorare lambiente, sia nei confronti delle autorit di controllo che nei riguardi dei cittadini. In un prossimo futuro la comunicazione esterna aziendale sar considerata sostitutiva degli adempimenti burocratici previsti dalla legge per ottenere le autorizzazioni e per dimostrare il costante e sistematico controllo dei propri aspetti ambientali. LA DICHIARAZIONE AMBIENTALE La dichiarazione ambientale il documento richiesto dal Regolamento CE n.1836/93 per completare il percorso verso la registrazione EMAS. La dichiarazione ambientale viene convalidata dal verificatore accreditato EMAS. I contenuti della dichiarazione ambientale richiesta dallart. 3, punto (d), Annex III di EMAS, sono i seguenti (vedi descrizione analitica nello schema successivo): una chiara e soddisfacente descrizione dellazienda, delle sue attivit, prodotti e servizi e i suoi eventuali collegamenti con altre societ e organizzazioni la politica ambientale la descrizione di tutti gli aspetti ed impatti ambientali significativi dellazienda la descrizione degli obiettivi in relazione agli impatti significativi una sintesi dei dati sui risultati ottenuti dallazienda in relazione al raggiungimento degli obiettivi e al miglioramento degli impatti ambientali altri fattori che possono incidere sui risultati ambientali dellazienda. Si presenta un esempio di compilazione del Manuale di Gestione Ambientale per quanto riguarda la dichiarazione ambientale. IMPORTANTE La dichiarazione ambientale convalidata dal verificatore ambientale EMAS deve essere portata a conoscenza del pubblico.
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DICHIARAZIONE AMBIENTALE ESEMPI DI COMPILAZIONE DEL MANUALE DI GESTIONE AMBIENTALE Mobilegno Srl Manuale di gestione ambientale Dichiarazione ambientale Pag. di Revisione n. Data
Scopo e campo di applicazione La presente sezione del manuale descrive le modalit e le responsabilit relative alla redazione, esame e convalida della dichiarazione ambientale, in riferimento al sito (denominazione del sito) dellorganizzazione. Responsabilit Responsabile ambientale Descrizione delle modalit di redazione, esame e convalida della dichiarazione ambientale La dichiarazione ambientale viene compilata dopo ogni audit. Le scadenze della prima dichiarazione ambientale e per i successivi aggiornamenti o edizioni sono decise in sede di riunione di Riesame della Direzione. La dichiarazione ambientale rivolta al pubblico e deve essere redatta secondo i criteri definiti nellAllegato V del Regolamento CE 1836/93. La dichiarazione ambientale sar esaminata e convalidata da un verificatore ambientale accreditato. Comunicazione della dichiarazione ambientale Lazienda trasmetter la dichiarazione ambientale convalidata allorganismo nazionale competente e verr divulgata al pubblico in conformit a quanto previsto dalla procedura sulla comunicazione esterna. Le dichiarazioni ambientali elaborate per il sito sono raccolte a cura del responsabile ambientale e conservate per almeno 10 anni.
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I CONTENUTI DELLA DICHIARAZIONE AMBIENTALE: SUGGERIMENTI PER LE AZIENDE DEL SETTORE LEGNO Lazienda, il sito e la sua attivit produttiva Descrivere in modo esauriente la storia dellazienda Fornire i dati basilari dellattivit produttiva: gli addetti, il fatturato, il processo, i prodotti, le materie prime, gli impianti produttivi e quelli destinati alla tutela ambientale Descrivere il sito o i siti aziendali: il contesto ambientale, la localizzazione geografica Informazioni sullanalisi ambientale effettuata: metodologia, periodo di riferimento Descrizione delle norme ambientali riguardanti lazienda Descrizione sintetica sulla metodologia di valutazione degli aspetti ambientali Informazioni sintetiche sui risultati dellanalisi: descrizione degli aspetti ambientali, degli impatti ambientali significativi, di altri aspetti relativi allefficienza ambientale (ad esempio i costi ambientali) Fornire dati e rappresentazioni grafiche, anche nel tempo, sugli aspetti ambientali significativi Descrivere gli indicatori ambientali per i principali aspetti e impatti Descrivere altri indicatori di risultato (indicatori economico-finanziari, gestionali, indicatori di consenso) Riportare la politica ambientale Elencare gli obiettivi ambientali Descrivere gli impegni programmati e le azioni conseguenti previste Descrizione dellassetto organizzativo e delle responsabilit Descrizione dei sistemi di controllo e monitoraggio Descrizione delle modalit di gestione in condizioni anomale e di emergenza Elencare i documenti del sistema Descrivere le iniziative di sensibilizzazione e formazione del personale Descrivere le metodologie di auditing Redigere una dichiarazione che abbia un massimo di 30-40 pagine Rappresentare i dati e le informazioni con tabelle, diagrammi di flusso, grafici Mettere foto e illustrazioni dellazienda Prevedere un glossario finale e una richiesta di valutazione da parte del lettore Indicare eventuali altre certificazioni Indicare lo stato degli adempimenti relativi alle norme sulla sicurezza Indicare eventuali marchi di qualit del prodotto
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Altre informazioni
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IL RAPPORTO AMBIENTALE Il rapporto ambientale un documento di carattere divulgativo nel quale vengono descritte le principali relazioni tra limpresa e lambiente. La scelta da parte di unimpresa di elaborare un rapporto ambientale discende dalla politica di comunicazione verso lesterno. Le imprese che utilizzano questo strumento intendono rafforzare il dialogo e la collaborazione con i gruppi esterni allimpresa stessa (comunit locali, autorit di controllo, banche, assicurazioni, clienti, consumatori, gruppi ambientalisti). Le imprese che effettuano la lavorazione del legno o che producono manufatti in legno possono avere molte ragioni per redigere un rapporto ambientale. I gruppi ambientalisti sono molto sensibili alla problematica dellutilizzo della risorsa legno e agli impatti generati a livello locale dalle emissioni atmosferiche. La comunicazione in questo senso che dimostrasse la scelta di materia prima derivante da piantagioni con un sistema di prelievo programmato, oppure interventi per il miglioramento della qualit dellaria, sarebbe apprezzata dai consumatori attenti a queste tematiche. La comunicazione alle autorit di controllo sulle modalit di gestione dei diversi aspetti ambientali (emissioni di SOV e polveri, gestione dei rifiuti, gestione del rumore) potrebbe ridurre la pressione sui controlli ambientali; instaurare un rapporto di tipo collaborativo per la risoluzione nel tempo delle problematiche ambientali che possono avere pesanti riflessi sulla produzione (pensiamo alla scelta di tecnologie di abbattimento degli inquinanti o alla scelta di un prodotto verniciante); la dichiarazione allesterno di dati quantitativi sugli aspetti ambientali, dimostrando i miglioramenti tecnologici e sullimpatto ambientale generato, potrebbe facilitare ladozione di provvedimenti agevolativi dal punto di vista delle autorizzazioni. Anche se fino ad oggi banche ed assicurazioni non sono stati molto attenti alle tematiche ambientali delle imprese del settore legno, in un futuro prossimo si prevede un ruolo maggiore per questi soggetti. Rischi ambientali, passivit ambientali, spese ambientali sono solo alcuni dei dati rispetto ai quali le organizzazioni finanziarie saranno sempre pi sensibili nelle scelte sui tassi di interesse da applicare alle imprese nella concessione di prestiti, nella valutazione dei premi assicurativi. Il rapporto ambientale ha anche la funzione di diffondere la consapevolezza dellimportanza di ciascun dipendente nel raggiungimento di traguardi di salvaguardia ambientale. In questo senso i rapporti ambientali dovrebbero porre attenzione ai temi di gestione del rischio per la sicurezza dei lavoratori e per lambiente. Nello schema che segue vengono indicati i contenuti minimi che dovrebbero essere presenti in un rapporto ambientale che unazienda del settore legno potrebbe predisporre. Per maggiori dettagli rispetto ai contenuti di un rapporto ambientale si rinvia alle linee guida definite in Italia dal Forum dei Rapporti Ambientali, redatte dalla Fondazione ENI Enrico Mattei.
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CONTENUTI MINIMI DI UN RAPPORTO AM BIENTALE PER UN IMPRESA DEL SETTORE LEGNO INFORMAZIONI QUALITATIVE Descrizione Attivit e dimensioni dellimpresa dellimpresa Localizzazione del sito produttivo Descrizione del processo produttivo Descrizione degli aspetti ambientali principali connessi allattivit di produzione Politica ambientale Riportare la politica ambientale definita secondo i requisiti del Sistema di Gestione Ambientale Sistema di gestione Riportare la descrizione del Sistema, con un dettaglio rispetto al sistema ambientale delle responsabilit e al programma ambientale Rapporto con la Illustrazione delle modalit con le quali lazienda assicura lottemperanza legislazione delle proprie prestazioni alle leggi in materia di ambiente Gestione della Illustrare le misure e gli interventi effettuati per ridurre al minimo i problemi sicurezza legati alla sicurezza e alligiene nei luoghi di lavoro, mettendo in evidenza anche i benefici per la gestione degli aspetti ambientali Politica di prodotto Descrizione delle principali innovazioni apportate per il miglioramento degli impatti ambientali considerando il ciclo di vita del prodotto, in modo particolare facendo riferimento: al fatto che si utilizzi legno proveniente da piantagioni certificate dal punto di vista ambientale al fatto che si utilizzino prodotti vernicianti e sistemi di verniciatura a basso impatto ambientale a programmi di collaborazione con clienti e consumatori Conservazione delle Descrivere nel dettaglio programmi di risparmio energetico ed utilizzo di risorse naturali fonti rinnovabili di energia (biomasse) (energia) Relazione con Indicare il nominativo della persona da contattare per informazioni soggetti esterni aziendali Descrivere le iniziative attuate nei confronti della comunit locale, della pubblica amministrazione o altri enti per diffondere la sensibilit ambientale dellazienda INFORMAZIONI QUANTITATIVE Bilancio ambientale Si tratta di descrivere in modo quantitativo i flussi fisici di grandezze in ingresso e in uscita dai processi produttivi, ed in particolare: i consumi di materie prime e prodotti ausiliari i consumi di energia i consumi di acqua i rifiuti prodotti le quantit di sostanze emesse in atmosfera (eventualmente la quantit e la qualit di acqua scaricata) le quantit di prodotti in uscita. I valori quantitativi devono essere presentati in prospetti organizzati (schemi input-output), in modo simile alla rappresentazione di un bilancio economico, con un confronto tra anni diversi (minimo tre anni) Indicatori ambientali Rappresentare mediante opportuni indici le prestazioni ambientali dellazienda, confrontati anche con periodi passati (vedi capitolo 7) Spese ambientali Si tratta di descrivere dal punto di vista monetario le spese direttamente o indirettamente connesse con lo svolgimento di azioni legate al raggiungimento di un obiettivo ambientale (azioni di tutela ambientale)
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EMISSIONE CERTIFICATO
VISITE PERIODICHE
RINNOVO CERTIFICATO
Dopo 3 anni
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COMITATO ECOAUDIT Sezione EMAS Italia Via Vitaliano Brancati 48 00144 Roma sito internet:
www.tiscalinet.it/ComitatoEcolabelE mas
VERIFICA ISPETTIVA APPROVAZIONE DA STRUTTURA INTERNA ENTE VERIFICATORE CONVALIDA DICHIARAZIONE AMBIENTALE CONVALID E PERIODICHE Visite ogni 1 3 anni
Supporto ANPA, ARPAV e Autorit controllo per verifica della rispondenza al Regolamento EMAS
ISCRIZIONE AZIENDA NEL REGISTRO EMAS PUBBLICAZIONE NOME AZIENDA REGISTRATA Gazzetta Ufficiale UE Sito internet HelpDesk EMAS Sito internet comitato
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13. INDICAZIONI TECNOLOGICHE E GESTIONALI PER LA PREVENZIONE DELLINQUINAMENTO NEL COMPARTO LEGNO
Il miglioramento continuo della gestione ambientale in unazienda del settore legno e della lavorazione del mobile pu essere perseguito attraverso lintroduzione di alcuni interventi gestionali e/o tecnologici finalizzati ad ottimizzare le risorse in entrata e minimizzare i rilasci nellambiente in termini di emissioni in aria, suolo e acqua. Le tabelle che seguono rappresentano una sintesi degli interventi praticabili, organizzati per aspetto ambientale su cui vanno ad incidere (consumo di energia elettrica, produzione di rifiuti, emissioni in atmosfera, ...), suddivisi in interventi di tipo gestionale G (per esempio la raccolta dei rifiuti), di manutenzione M (per esempio la pulizia dei filtri di abbattimento delle polveri), di tipo impiantistico I (per esempio la scelta dei punti luce) o infine di tipo tecnologico T (per esempio la sostituzione dei prodotti vernicianti). A ciascun intervento associato leffetto ambientale che potenzialmente beneficer del miglioramento conseguito. Interventi di miglioramento ambientale
Tipologia di Aspetto ambientale: intervento Consumo di energia elettrica (G, T, I, M)
Effetti ambientali potenzialmente migliorabili: Effetto serra, piogge acide, smog fotochimico (effetti indiretti)16 Illuminazione e macchinari I Privilegiare lilluminazione a luce diretta T Installare degli interruttori automatici da selezionare a seconda dellattivit svolta e del locale (centralizzati, a tempo, crepuscolari, che rilevano la presenza di persone nei locali) T Utilizzare lampade a risparmio energetico (lampade fluorescenti lineari, lampade fluorescenti elettroniche) M Mantenere pulite le superfici delle lampadine I Privilegiare linstallazione di punti luce utilizzabili indipendentemente I Effettuare una scelta appropriata delle potenze da installare, in quanto un loro sovradimensionamento diminuisce il rendimento elettrico ai carichi ridotti T Installare batterie di condensatori di rifasamento ai fini di evitare richieste di energia reattiva dovuta a distorsioni della corrente e suo sfasamento rispetto alla tensione I Privilegiare la tinteggiatura delle pareti con toni chiari (assorbono meno luce e richiedono una potenza illuminante inferiore) I Provvedere al rifasamento degli apparecchi elettrici17 I Adeguare il livello di illuminazione a seconda dellambiente e della lavorazione da effettuare18
16 17 Effetti dovuti alla produzione di energia elettrica mediante combustibili fossili.
Diversi apparecchi elettrici presentano carichi induttivi che producono sfasamento e/o distorsione della corrente dingresso nellimpianto rispetto alla tensione fornita sulla rete dallEnte Erogatore, con relativo mancato sfruttamento della potenza nominale e richiesta di cosiddetta potenza reattiva e inquinamento della rete elettrica. Di conseguenza allazienda viene addebitata una penalit di energia reattiva e un costo maggiore. Per valutare tale consistenza sufficiente controllare lultima fatturazione elettrica. Il rifasamento pu essere condotto sul singolo apparecchio o sullintero impianto (purch i carichi principali non siano posti a distanze superiori ai 70 mt dalla cabina di trasformazione / quadro generale di distribuzione), con luso di una batteria di condensatori opportunamente dimensionati in base alla potenza assorbita dallutente e dal valore del fattore di potenza. 18 Si riportano i livelli di illuminazione consigliata per vari tipi di ambiente di lavorazione; il primo valore preso a riferimento quando le riflessioni e i contrasti sono elevati, quando prevalgono le tonalit chiare e il compito visivo viene eseguito occasionalmente e non richiede particolare rapidit e accuratezza; il secondo valore corrisponde ai lux consigliati nei casi in cui non vi siano esigenze
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T Utilizzare fonti energetiche alternative come gli impianti fotovoltaici I Valutare linstallazione di sistemi di aspirazione delle polveri differenziati Impianti di condizionamento e riscaldamento T Installare sistemi di condizionamento con COP > 4 (ad alto rendimento) T Installare impianti di condizionamento con accumulo del freddo T Introdurre sistemi di controllo dellaria condizionata in funzione della temperatura esterna e regolazione automatizzata individuale nei locali M Provvedere alla pulizia periodica dei filtri di scambiatori / sonde e alla manutenzione di pompe e compressori T Utilizzare sistemi di isolamento termico per ledificio (vetri diatermici nelle pareti a sud, isolamento tetti piani) Impianti sanitari T Installare pompe di circolazione dellacqua a velocit variabile
Tipologia di Aspetto ambientale: intervento Risorse naturali: consumi di combustibili fossili (G, T, I, M)
Effetti ambientali potenzialmente migliorabili: Consumo di risorse naturali, effetto serra, piogge acide, smog fotochimico (effetti diretti) Impianti termici e di abbattimento T Intervenire sui locali riscaldati prevedendo idonee misure di coibentazione, per ridurre le perdite di calore I Sostituire combustibili inquinanti (SOx) e a minor rendimento (olio combustibile, nafta, gasolio) con altri meno inquinanti e a maggior rendimento (metano e GPL) I Prevedere lapplicazione di sistemi di termoregolazione (valvole termostatiche) e installare pompe di circolazione a miglior rendimento nel caso si utilizzi acqua calda T Valutare lapplicazione di sistemi di riscaldamento pi efficienti (pannelli radianti, riscaldamento a bassa temperatura) oppure fonti energetiche rinnovabili (pannelli solari per l'acqua calda) M La caldaia utilizzata deve essere sottoposta a verifica periodica del rendimento (misura temperatura fumi, contenuto di ossigeno, di anidride carbonica, monossido di carbonio, particelle incombuste). Se i limiti rilevati scendono al di sotto di quelli previsti dalla legge (DPR 412/93) si deve intervenire con manutenzione, oppure provvedere a sostituzione della stessa T Installare caldaie a condensazione ed a temperatura di mandata variabile T Predisporre un sistema di controllo di potenza della caldaia, con bruciatore bistadio, separazione in due moduli di base e per carico massimo o con bruciatore modulante I Garantire una concentrazione di solventi negli impianti di abbattimento a combustione di almeno 1 gr/mc, al di sotto del quale il combustibile brucia al posto dei solventi T Realizzare un impianto di riscaldamento a bassa temperatura I Predisporre la regolazione termostatica separata in ciascun ambiente delledificio I Limitare a 70 gradi la temperatura di accumulo dellacqua nella cisterna
particolari; il terzo, quello pi elevato, assunto quando sono poco accentuati i contrasti e le riflessioni, in presenza di compiti visivi critici che non consentono errori e richiedono grande accuratezza. Aree di servizio (scale, corridoi): lux 50 100 150 Depositi: lux 100 150 200 Officine per lavori grossolani: lux 200 300 500 Officine per lavori di media accuratezza: lux 300 500 750 Officine per lavori di elevata accuratezza: lux 500 750 1000 NB: Lux = rapporto tra flusso luminoso (luce emessa da una sorgente in tutte le direzioni) e larea illuminata.
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T G I T I
Utilizzare fonti energetiche alternative o rinnovabili come lenergia solare, la biomassa Garantire un rendimento degli impianti termici superiore a 90% Mantenere la temperatura dellacqua sanitaria inferiore a 60C Valutare lutilizzo di pompe di calore Provvedere a recuperare il calore da scarichi di aria calda viziata e di acqua calda
Effetti ambientali potenzialmente migliorabili: Depauperamento risorsa idrica (effetto diretto) Servizi igienico-sanitari I Installare dei dispositivi di autoregolazione del risciacquo sugli urinatoi (per esempio bottoni a pressione, cellule fotoelettriche, ma non interruttori a tempo) I Installare rubinetti con acceleratori di flusso nelle docce e nei lavabi I Montare cassette per lo sciacquone dotate di dispositivo di bloccaggio I Munire i rubinetti di sistemi di miscelazione dellacqua con laria per ridurne i consumi I Utilizzare rubinetti con tasto salva-acqua, a pedale o con fotocellula I Utilizzo di WC a doppio pulsante
Tipologia di Aspetto ambientale: intervento Consumo di legno e suoi derivati (G, T, I, M)
Effetti ambientali potenzialmente migliorabili: Deforestazione (effetto diretto) Acquisto di legno massello G Al momento dellacquisto richiedere la certificazione di compatibilit ambientale del legno rilasciata dallFSC19 G Minimizzare luso di legnami tropicali, preferendo il legno proveniente dalle foreste temperate Acquisto di derivati del legno G Richiedere la scheda tecnica e di sicurezza del materiale, verificando la tipologia di legno e il contenuto di formaldeide
19
Forest Stewadship Council un organo riconosciuto a livello internazionale che definisce una serie di principi e criteri per una corretta gestione forestale, spaziando dal taglio sostenibile alle piantagioni di foreste, dallimpatto ambientale ai diritti delle popolazioni indigene. Vedi anche la descrizione delleffetto ambientale: deforestazione.
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Effetti ambientali potenzialmente migliorabili: Impatti prodotti da impianti di smaltimento/recupero rifiuti (effetti indiretti) Lavorazioni meccaniche del legno G Suddividere i trucioli contaminati da sostanze pericolose, da quelli puliti G Effettuare la massima differenziazione delle diverse tipologie di rifiuti per valutare una loro destinazione finale di recupero Verniciatura del manufatto G Consegnare i contenitori contaminati da prodotti pericolosi20 a ditte specializzate che ne curano la bonifica ed il successivo riciclaggio, privilegiando comunque quei fornitori che provvedono al ritiro dellimballaggio vuoto G Privilegiare la fornitura di prodotti vernicianti attraverso contenitori di grandi dimensioni (per esempio da 1.000 litri), in alternativa a latte di contenuta capacit G Per lo stoccaggio dei rifiuti pericolosi e potenzialmente pericolosi predisporre luoghi confinati, separati da quelli di lavoro T Valutare ladozione di sistemi di recupero delloverspray dalla fase di verniciatura, riducendo la quantit di morchie prodotte, risparmiando sia nellacquisto delle vernici che nello smaltimento dei rifiuti21 M Una buona manutenzione e pulizia dei filtri delle cabine di verniciatura permette una loro maggiore durata, riducendo la frequenza di sostituzione e di smaltimento G I rifiuti devono essere etichettati in modo tale da risalire alle sostanze in esse contenute. Non devono inoltre essere miscelati tra di loro T Per lapplicazione delle vernici si consiglia lutilizzo di sistemi ad alta efficienza di trasferimento, permettendo una riduzione delloverspray e riducendo quindi la quantit complessiva da smaltire (vedi scheda di approfondimento) G Per le attivit di manutenzione ordinaria e straordinaria, privilegiare lutilizzo di stracci forniti da ditte specializzate nel noleggio e successivo lavaggio degli stracci sporchi di oli e solventi I Nelle cabine a velo dacqua valutare limpiego di prodotti coagulanti allo scopo di catturare le particelle di vernice disperse in acqua e asportarle direttamente; in questo modo lacqua della cabina rimane pi pulita, evitando ingorghi ed incrostazioni nelle pompe, negli ugelli e nelle tubazioni, e la frequenza di smaltimento pu essere ridotta22
20 Si definiscono contenitori contaminati da prodotti pericolosi tutti i contenitori che in precedenza hanno contenuto delle sostanze classificabili come tali (per esempio i prodotti vernicianti, i diluenti). Dal punto di vista normativo, quei contenitori che contengono ancora dei residui di sostanze indicate negli allegati G, I e H del Dlgs. 22/97 (per esempio le latte con residui di vernice), devono essere gestiti come dei rifiuti pericolosi e avviati allo smaltimento adeguato per questa tipologia di scarto. Questa conclusione deriva dal fatto che le latte in questione (con residui di prodotti vernicianti) diventerebbero recipienti contaminati che abbiano contenuto uno o pi dei costituenti elencati nellallegato H (punto 36, allegato G-2, Dlgs 22/97); lallegato H a sua volta riporta lelenco dei costituenti che possono rendere pericolosi i recipienti di metallo, alcuni dei quali sono tipicamente presenti nelle vernici (per esempio i solventi, i metalli pesanti, ...); questi costituenti rendono il rifiuto pericoloso se possiedono almeno una delle seguenti caratteristiche: esplosivo, comburente, facilmente infiammabile, infiammabile, irritante, nocivo, tossico, cancerogeno (allegato I, Dgls. 22/97). Tali caratteristiche sono spesso indicate nelle etichette dei prodotti vernicianti, ragion per cui la latta che contiene ancora dei residui potenzialmente un rifiuto pericoloso. 21 Limpiego dei prodotti allacqua o a solvente con un sufficiente pot-life consente lutilizzo di sistemi di recupero (pareti fredde) in cui la vernice che non si deposita sul manufatto viene recuperata nella misura del 40% circa. Utilizzando prodotti mono-componenti, la vernice raccolta pu essere nuovamente applicata. 22 Nelle cabine a velo dacqua si presentano due problemi: le particelle di vernice disperse in acqua, per il loro elevato potere collante, tendono a provocare ingorghi ed incrostazioni nelle pompe, negli ugelli e nelle tubazioni lacqua circolante, destinata a diventare acqua di rifiuto per le sostanze in essa contenute (solventi, pigmenti, ossidi di metallo, ...) deve essere smaltita tramite ditte specializzate. Si rendono quindi necessari trattamenti di depurazione dellacqua nella cabina al fine di: avere acqua sempre pulita, evitando cos incrostazioni ed ostruzioni delle tubature, con una conseguente maggiore durata di esercizio
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Imballaggio G I rifiuti da imballaggio (plastica, carta e cartone) vanno consegnati a ditte che ne curano il riciclaggio G Ridurre, per quanto possibile, limballaggio nei prodotti da consegnare ai clienti G Evitare imballaggi compositi Ricopertura e impiallacciatura dei pannelli I Nelle operazioni di lavaggio degli strumenti utilizzati per le applicazioni delle colle, far decantare la parte solida mediante un sistema a cascata, in modo tale da recuperare le acque e diminuire le quantit di rifiuti da smaltire (come scarto solido) G Utilizzare materiale riciclabile per la ricopertura dei pannelli, consentendo lavvio al recupero delle parti di scarto Manutenzione impianti G Predisporre luoghi confinati, separati da quelli di lavoro, per lo stoccaggio degli oli esausti, garantendo la predisposizione di sistemi di contenimento di eventuali perdite e di copertura da eventi meteorici Gestione solventi esausti G Predisporre un luogo confinato, separato da quello di lavoro, per lo stoccaggio delle morchie di distillazione e del solvente esausto, predisponendo un sistema di copertura da eventi meteorici e di contenimento di eventuali sversamenti G Consegnare il solvente esausto non pi distillabile, a ditte specializzate per lo smaltimento Attivit umane in genere G Utilizzare nastri e cartucce toner rigenerabili G Evitare lacquisto di cancelleria e prodotti per lufficio che contengono PVC G Utilizzare la carta da entrambi i lati prima di avviarla al recupero G Effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti organici, carta e cartone, vetro, metalli e alluminio, plastica
diminuire la frequenza di smaltimento delle acque presso ditte specializzate. Esistono sul mercato dei coagulanti in grado di associare in particelle solide le goccioline di vernice disperse nellacqua, facendole flottare o depositare allinterno della stessa cabina, dalla quale possono poi venire asportate direttamente con lausilio di appositi impianti filtranti, o manualmente. Tali coagulanti possono essere di natura solida (argille) o liquida (alcalini o acidi). Si utilizzano in genere tre prodotti: flocculante: un additivo polimerico, che consente la flocculazione delle goccioline di vernice emulsionate nellacqua della cabina in minuscoli fiocchi flottante / flocculante: un polielettrolita ad alto peso molecolare, che consente di accelerare il processo di flottazione (galleggiamento in superficie) o flocculazione (deposito sul fondo) dei fiocchi di vernice coagulati in precedenza regolatore di pH: importantissimo assicurare un pH tamponato al valore ottimale di lavoro del flocculante, affinch il processo sia sotto controllo e mantenga una buona efficienza nel tempo. Il processo di formazione dei fiocchi e della loro successiva flottazione / flocculazione molto lento e influenzato dalla velocit dell'acqua, quindi, per facilitare la separazione, sarebbero necessarie apposite vasche di decantazione con dimensioni notevoli (per due cabine a velo dacqua occorrono vasche da 4 m3 a 6 m3). La scelta degli additivi per il trattamento deve essere fatta sulla base della vernice utilizzata, previa prova di laboratorio. Molto spesso il solo prodotto chimico non sufficiente per unottimizzazione del risultato finale, in quanto molto importante non sia il sistema impiantistico di depurazione e il recupero dei fanghi, molte volte non adeguati, sia i metodi di trattamento e dosaggio dei prodotti stessi. Dato che si tratta di un intervento di depurazione mediante limpiego di prodotti chimici, prima di entrare a regime si suggerisce di effettuare un periodo di monitoraggio sugli effettivi benefici raggiungibili in termini di riduzione dei rifiuti.
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Effetti ambientali potenzialmente migliorabili: Riduzione qualit delle acque (effetto diretto) Ricopertura e impiallacciatura dei pannelli I Nelle operazioni di lavaggio degli strumenti utilizzati per le applicazioni delle colle, far decantare la parte solida mediante un sistema a cascata, in modo tale da limitare il carico inquinate dello scarico finale
Tipologia di Aspetto ambientale: intervento Emissioni in atmosfera (G, T, I, M)
Effetti ambientali potenzialmente migliorabili: Effetto serra, piogge acide, smog fotochimico (effetti diretti) Trasporto dei materiali allinterno dello stabilimento e disimballo T Privilegiare luso di automezzi a metano e GPL, piuttosto che a benzina e gasolio (tale preferenza si basa sulla qualit delle emissioni rilasciate in atmosfera e sulla disponibilit dei combustibili) Lavorazioni meccaniche/assemblaggio e rifinitura M Garantire una corretta e periodica manutenzione degli impianti di abbattimento delle polveri I Richiedere al costruttore una dichiarazione di conformit dei dati di emissione al DM 21.7.90, garantendo il rispetto dei limiti di 3 mg/Nmc per le polveri delle cabine di verniciatura e 10 mg/Nmc per le polveri di legno. Effettuare lanalisi delle emissioni per verificare la corrispondenza ai valori dichiarati dal costruttore I Garantire unefficienza di abbattimento delle polveri proporzionale alla loro dimensione, richiedendo tale dato direttamente al costruttore dellimpianto I Tutte le macchine per la lavorazione del legno devono essere dotate di idoneo impianto di aspirazione delle polveri, predisponendo un sistema di captazione in grado di racchiudere il pi possibile la zona di sviluppo delle polveri (limitandone la dispersione nellambiente)23 I Impedire la formazione di strati di polvere sulle superfici esterne di macchine e di componenti dellimpianto elettrico: un surriscaldamento locale fino ad una temperatura superiore a quella di lenta combustione della polvere, pu infatti innescare un microincendio che, in relazione alla capacit del sistema di dissipare calore, pu evolvere nellesplosione Verniciatura del manufatto M Garantire una corretta e periodica manutenzione degli impianti a secco o ad umido per labbattimento del particolato da verniciatura, ricorrendo alluso di strumentazioni di misura (per esempio il pressostato)
23
Poich le polveri sono prodotte ad alta velocit, impensabile (ed inutile) dimensionare limpianto di aspirazione in modo da assicurare una velocit di cattura delle polveri stesse nel loro punto di emissione, pari alla velocit alla quale vengono proiettate nellambiente; sufficiente che la velocit dellaria assicurata dallimpianto allimbocco del dispositivo di captazione garantisca la cattura delle polveri in esso intrappolate.
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T T T
G G G I
Far dichiarare al costruttore lefficienza di abbattimento del sistema di filtrazione (e quindi il rispetto dei limiti di legge previsti nella misura di 3 mg/Nmc) e la quantit massima di vernice che il filtro pu trattenere (in kg/mq e riferita ai diversi tipi di vernice) prima che si verifichi una perdita di efficienza nella velocit dellaria dovuta allaccumulo di overspray sul sistema filtrante. Effettuare lanalisi delle emissioni per verificare la corrispondenza ai valori dichiarati da costruttore Valutare la possibilit di applicazione di prodotti vernicianti allacqua24, ad alto residuo secco25 o prodotti per trattamenti alternativi (finiture a cera, ad olio) Per lapplicazione delle vernici si consiglia lutilizzo di sistemi ad alta efficienza di trasferimento, che permettono una riduzione delloverspray e una riduzione dello spreco di prodotto verniciante26 Valutare lutilizzo di sistemi di applicazione della vernice ad una temperatura superiore a quella dellambiente (spruzzatura a caldo27), riducendo la quantit di solvente necessario Richiedere ai fornitori la scheda tecnica e di sicurezza del prodotto verniciante ai fini di verificarne la composizione, eliminando (quando possibile tecnicamente) le vernici con sostanze organiche volatili appartenenti alle classi I e II (DM 12.7.90) e privilegiando le sostanze con TLV28 pi elevato Verificare le frasi di rischio associate a ciascun prodotto verniciante, assicurando lassenza di sostanze cancerogene, teratogene e comunque con effetti irreversibili per luomo, nonch le sostanze pericolose per lambiente29 Selezionare i diluenti in modo che vi sia costanza nei parametri che determinano le prestazioni tecniche e ambientali, e nella formulazione secondo precise specifiche tecniche30 Minimizzare le operazioni di lavaggio degli strumenti di applicazione della vernice, attraverso unottimizzazione dei cambi di ciclo di trattamento Prevedere idonei sistemi antincendio per le seguenti aree dellazienda: locali di stoccaggio e preparazione di vernici e diluenti condotti di emissione dellaria inquinata (dove si possono formare depositi di vernici sulle pareti, in particolare quando si utilizzano vernici sintetiche tixotropiche31 o glaze) deposito di recipienti per la raccolta di stracci, carte e scarti impregnati di vernici pi o meno secchi filtri secchi incrostati dai depositi di vecchie vernici locali di applicazione ed essiccazione dei prodotti vernicianti
24 25
Per un approfondimento dei prodotti vernicianti allacqua, vedi in allegato al capitolo Scheda 1.
Nellottica della riduzione dellimpatto ambientale e sulla base del confronto con il contenuto di SOV nei prodotti allacqua o nelle cere e oli, nel settore del legno si pu definire ad alto residuo secco quel prodotto pronto alluso con una percentuale di sostanze organiche volatili superiore a 90. 26 Per un approfondimento dei sistemi di applicazione delle vernici ad alta efficienza di trasferimento, vedi in allegato al capitolo Scheda 2. 27 Per un approfondimento dei sistemi di spruzzatura a caldo dei prodotti vernicianti, vedi in allegato al capitolo Scheda 3. 28 Il TLV rappresenta un indice di pericolosit di un prodotto per la salute dei lavoratori; ad ogni prodotto associato un valore in TLV, inteso come valore soglia al di la del quale non sono pi garantite le condizioni di sicurezza per gli operatori nellambiente di lavoro. 29 Ad ogni prodotto verniciante sono associate delle frasi di rischio (frasi R) e/o dei consigli di prudenza (frasi S); lobiettivo minimo che unazienda dovrebbe porsi di eliminare completamente le sostanze cancerogene e teratogene, e comunque quelle sostanze che possono avere effetti sulluomo irreversibili, e le sostanze pericolose per lambiente. A questo scopo, non devono quindi essere presenti i prodotti caratterizzati dalle frasi di rischio riportate alla fine del capitolo 7. 30 Luso dei diluenti di recupero, se da un lato consente di riutilizzare una sostanza di scarto, dallaltro comporta per lutilizzatore una verifica puntuale e sistematica della formulazione del prodotto; nel mercato vengono infatti immessi dei diluenti che a volte non sono addirittura muniti di scheda tecnica e di sicurezza, mentre non consentono mai una costanza nella formulazione del prodotto. A tal proposito si consiglia pertanto di acquistare questi prodotti solo presso i fornitori che offrono delle garanzie sul contenuto, compatibili con i requisiti minimi suggeriti per i prodotti vernicianti (classe di pericolosit delle sostanze organiche volatili, frasi di rischio associate). 31 Tixotropia: capacit della vernice di restare aggrappata a superfici verticali.
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Essiccazione G Predisporre dei locali separati dalla verniciatura, consentendo una maggiore concentrazione dei solventi e richiedendo quindi un ricambio daria inferiore, compatibilmente con il LEL Ricopertura e impiallacciatura dei pannelli T Utilizzare prodotti collanti a basso contenuto di formaldeide Utilizzare prodotti collanti a basso contenuto di solvente T Richiedere ai fornitori la scheda tecnica e di sicurezza del prodotto collante ai fini G di verificarne la composizione, eliminando le colle (quando possibile tecnicamente) con sostanze organiche volatili appartenenti alle classi I e II (DM 12.7.90), privilegiando le sostanze con TLV pi elevato ed eliminando le sostanze cancerogene, teratogene e comunque con effetti irreversibili per luomo Gestione solventi esausti Predisporre sistemi di deposito del solvente esausto tali da minimizzare G lemissione in atmosfera (per esempio utilizzando contenitori chiusi, possibilmente ermetici) Le apparecchiature impiegate per il recupero dei solventi possono risultare I pericolose in quanto le sostanze impiegate nella distillazione ad alta temperatura sono infiammabili; al fine di limitare il rischio dincendio, verificare la presenza della marcatura CE e richiedere al costruttore dellimpianto una dichiarazione di conformit alla bozza di norma in via di realizzazione allUNI32 Gestione impianti termici G Se vengono utilizzati trucioli di legno nella caldaia, effettuare controlli frequenti sullefficienza di combustione, per ridurre la formazione di incombusti o lemissione di inquinanti (carbonio, ossidi di azoto)
Tipologia di Aspetto ambientale: intervento Contaminazione del suolo (G, T, I, M)
Effetti ambientali potenzialmente migliorabili: Ecotossicit da rilasci nel suolo e sottosuolo (effetto diretto) Deposito dei rifiuti G I luoghi o contenitori di deposito dei rifiuti devono evitare spandimenti sul terreno e possibilmente essere localizzati in aree coperte G Predisporre uno spazio adeguato per la movimentazione degli automezzi nella fase di smaltimento dei rifiuti G I rifiuti pericolosi non devono essere miscelati con quelli non pericolosi Deposito di sostanze pericolose M Verificare lo stato di tenuta di serbatoi interrati, assicurando un adeguato sistema di contenimento di eventuali perdite G Monitorare i consumi di combustibili rispetto ai reali fabbisogni, allo scopo di evidenziare eventuali perdite nella fase di stoccaggio G Stoccare gli oli minerali in aree coperte, in contenitori muniti di sistema di contenimento di eventuali perdite e di etichettatura Altro M Eseguire prove di tenuta delle condotte fognarie G Proteggere (anche recintando e pavimentando) le aree intorno ai pozzi per lacqua, quali potenziali fonti di propagazione di inquinanti nel sottosuolo
32 Al momento non esiste una norma nazionale o internazionale di riferimento; un gruppo di lavoro tedesco ha tuttavia elaborato una bozza di norma europea, approvata dai costruttori italiani pi qualificati, che ne stanno realizzando una specifica nellambito dellUNI (Ente di Unificazione Italiano).
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Effetti ambientali potenzialmente migliorabili: Disturbi da sorgenti di rumore (effetto diretto) Impianti termici, locali di lavorazione T Provvedere alla insonorizzazione dei locale e/o attrezzature pi rumorose
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Le apparecchiature per lapplicazione a spruzzo con sistemi ad alta efficienza HVLP Le pistole HVLP (High Volume Low Pressure) utilizzano per atomizzare il prodotto un alto volume daria a bassa pressione. Questa riduzione della pressione a 0.7 bar o meno, rispetto ai 2.8-3.5 bar utilizzati per latomizzazione nei normali aerografi, comporta tutta una serie di vantaggi, collegati sia allaumento dellefficienza di trasferimento che al miglioramento della qualit di finitura. Il termine bassa pressione alto volume (HVLP), potrebbe creare limpressione che i consumi daria siano superiori a quelli necessari per i sistemi tradizionali, ma non cos. In realt il termine HVLP non riferito ai consumi, ma alla resa dellaria nellunit di tempo; infatti la minor quantit daria a pi alta velocit (pressione) dei sistemi tradizionali, corrisponde alla maggior portata con velocit pi bassa dei sistemi HVLP. La quantit di prodotto trasportata nellunit di tempo diventa quindi uguale, per la bassa velocit dellaria che veicola la vernice sui pezzi, con i sistemi HVLP riduce il rimbalzo, consente u na maggior penetrazione nelle cavit e una nebbia di verniciatura inferiore. In pratica le pistole HVLP sono quindi assimilabili ai comuni aerografi, ma allinterno dellapparecchio (o in prossimit del calcio, con un particolare accessorio) laria che giunge a pressioni di 5-6 bar viene espansa e portata a pressioni fino a 6-10 volte inferiori. Grazie alla particolare costruzione della pistola, al tipo di ugello e ad una particolare cappa daria, che viene montata davanti allugello per favorire latomizzazione del prodotto, si riescono ad ottenere delle goccioline ottimali, sia come dimensioni che come distribuzione, allinterno del ventaglio di spruzzatura, nonostante la bassa pressione dellaria di atomizzazione. Il sistema HVLP, nato per aumentare lefficienza di trasferimento e ridurre limpatto ambientale della verniciatura, dunque in grado di garantire anche altri vantaggi rispetto ai sistemi tradizionali. Si riduce loverspray dal 50 al 70%. Poich i sistemi tradizionali hanno un overspray dal 45 al 65% del prodotto spruzzato, si pu economizzare sui consumi globali una quantit di vernice attorno al 20 35%. La velocit dellaria molto bassa riduce il rimbalzo della vernice sul pezzo; ci produce una minor nebbia di verniciatura e quindi un ambiente pi sano e minori imbrattamenti delle attrezzature. Bisogna inoltre considerare che la nebbia di verniciatura costituita da goccioline di vernice, che in aria si asciugano e quindi cadono sui pezzi verniciati, dove vengono inglobate dal film ancora umido come corpuscoli estranei. Ridurre la polvere di verniciatura vuol quindi dire avere superfici pi lisce, con meno puntinature. Data la bassa velocit dellaria che trasferisce la vernice, si pu tenere la pistola pi vicina al pezzo (15-20 cm, anzich 20-25 cm) e quindi si ha una maggior precisione di verniciatura ed una maggior deposizione di prodotto. Sempre grazie alla bassa velocit dellaria di atomizzazione, non si hanno turbolenze allinterno del ventaglio di spruzzatura e quindi la distribuzione delle goccioline diventa migliore, consentendo di ottenere pellicole pi uniformi. Aumentando lefficienza di trasferimento naturalmente si riducono gli sprechi di vernice, non solo in termini di minor prodotto consumato, ma anche di minori spese di abbattimento delle emissioni e di smaltimento dei rifiuti (fanghi delle cabine e filtri). Riducendo la velocit dellaria che convoglia la vernice sul pezzo, si hanno minori turbolenze negli angoli ciechi e nelle cavit e quindi si pu ottenere una miglior deposizione in questi punti critici. Gli svantaggi delle pistole HVLP sono: maggior costo difficolt nel combinare il giusto accoppiamento tra la cappa daria, che viene montata sulla testa della pistola, e lugello, in funzione dei tipi di vernice che vengono applicati e dei parametri di spruzzatura difficolt nella conduzione e regolazione della pistola prima di ottimizzarne limpiego impossibilit di impiegare vernici molto viscose. Le apparecchiature per lapplicazione elettrostatica La spruzzatura elettrostatica sfrutta il principio secondo il quale particelle caricate di segno opposto si attraggono, mentre particelle caricate dello stesso segno si respingono. In pratica lapparecchiatura consta di una pompa airless e di una particolare pistola collegata ad un
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apparecchio elettrico. Attraverso diversi sistemi (captazione o induzione), sulla gocciolina di vernice che esce dallugello vengono deposte una serie di cariche elettriche di segno uguale (-). Questo fatto genera due fenomeni, parimenti desiderabili in fase di verniciatura: allinterno della gocciolina si produce una pressione, dovuta al fatto che cariche di segno uguale tendono a respingersi e quindi si ha unulteriore suddivisione della gocciolina. Tale ulteriore atomizzazione indipendente dalla pressione di spruzzatura e quindi si pu ottenere una buona polverizzazione anche a pressioni pi basse rispetto agli altri sistemi menzionati, con un minor spreco dovuto al rimbalzo della vernice sul pezzo inducendo sul pezzo da verniciare una carica elettrostatica di segno opposto (o comunque un minor potenziale elettrostatico), le goccioline di vernice che passano nei dintorni verranno attirate. Si ha quindi un maggior avvolgimento del pezzo, che risulter verniciato anche nella parte posteriore a quella su cui si sta spruzzando la vernice, con conseguente ulteriore riduzione dello spreco. Vantaggi della spruzzatura elettrostatica: miglior atomizzazione della vernice, anche a pressioni pi basse miglior avvolgimento del pezzo, con conseguente riduzione delle spreco maggior capacit di lavoro, poich il pezzo risulta verniciato anche nella parte opposta a quella su cui si indirizza la vernice Svantaggi della spruzzatura elettrostatica: necessit di estrema precisione nella determinazione di alcuni parametri quali la carica elettrica, la pressione di spruzzatura, la velocit dellaria di aspirazione e la distanza della pistola dal pezzo. Se tali parametri non sono perfettamente a punto lavvolgimento della vernice al pezzo diventa molto basso e quindi non si ha pi la riduzione dello spreco i pezzi da verniciare devono avere una struttura geometrica semplice; infatti se ci sono angoli acuti si creano delle zone dombra elettrostatica, che deviano le goccioline, impedendone la deposizione e quindi il crearsi di una pellicola uniforme. Inoltre allinterno di corpi vuoti (punti scatolati) per effetto della Gabbia di Faraday non si genera il campo elettrostatico e quindi lapplicazione diventa inutile difficolt di indurre nella vernice la giusta capacit di trattenere le cariche elettriche. Se la vernice non in grado di trattenere la carica lavvolgimento sar scarso, mentre se verr trattenuta una carica troppo elevata la vernice tender a ritornare al punto dal quale stata spruzzata, depositandosi sul naso delloperatore o sulle pareti della cabina. Per questo motivo lapplicazione in elettrostatico delle vernici ad acqua con sistema manuale molto difficile.
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ALLEGATI
TEST DI AUTOCONTROLLO ALLA NORMATIVA AMBIENTALE IN MATERIA DI EMISSIONI IN ATMOSFERA CARATTERISTICHE MEDIE DEI PRODOTTI VERNICIANTI ED I SOLVENTI PIU UTILIZZATI
GLOSSARIO
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
pag. I
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TEST DI AUTOCONTROLLO ALLA NORMATIVA AMBIENTALE IN MATERIA DI EMISSIONI IN ATMOSFERA33 IMPIANTI TERMICI
Prosegue a pagina IV Fine della verifica
SI
Lazienda dispone di un impianto termico ? (I)
NO
NO SI
In azienda vi sono altri punti di emissione oltre a quelli relativi allimpianto termico ?
SI
Lazienda tenuta a comunicare alla Provincia le condizioni di poca significativit
Si tratta di un impianto termico inserito in un ciclo di produzione o comunque con un consumo di combustibile annuo utilizzato per pi del 50% in un ciclo produttivo ?
SI NO SI
Limpianto termico , per definizione, ad inquinamento atmosferico poco significativo ? (II)
Gli impianti corrispondono ai requisiti tecnici di dimensionamento previsti dalle normative vigenti ?
(III) SI
NO NO
NO
Viene utilizzato combustibile solido costituito da sfridi di legno trattato e non ?
SI
Deve essere presentata comunicazione o istanza di autorizzazione alla Provincia per il recupero energetico di rifiuti (V)
33
pag. II
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Limpianto ha un rendimento utile ovvero un rendimento di combustione non inferiore ai valori prefissati ? (VII) SI
NO
Viene effettuata periodicamente la manutenzione dellimpianto e viene registrata negli appositi libretti ? (VIII) SI
NO
Vengono effettuate le verifiche dellimpianto generalmente allinizio del periodo di riscaldamento ? (IX) SI
NO
Limpianto viene condotto in modo tale che non vengano superati i valori massimi di tempo e durata di attivazione ? (X) SI
NO
pag. III
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NO
Lazienda ha esclusivamente punti di emissione a ridotto inquinamento atmosferico ? (XI) NO Le emissioni generate dal processo produttivo dovevano essere adeguate ai limiti di Legge ? (XII) NO
SI
Richiedere la necessaria autorizzazione alla Provincia indicando la sussistenza delle condizioni di ridotto inquinamento atmosferico
SI
Lazienda ha provveduto, entro il termine del 31.7.1991, alla presentazione del progetto di delladeguamento alla Provincia ed alla realizzazione dello stesso entro i termini di Legge ? (XIII) SI NO
Lazienda stata autorizzata dalla Provincia alla continuazione delle emissioni in atmosfera ? SI NO
In assenza di autorizzazione lazienda pu comunque operare rispettando i limiti alle emissioni fissati dallo Stato (XIV)
Lazienda deve provvedere allosservanza delle prescrizioni imposte dal decreto di autorizzazione Ecogestione nel settore legno pag. IV
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NUOVI IMPIANTI, MODIFICHE O TRASFERIMENTO DEGLI ESISTENTI artt. 6 e 15 D.P.R. n.203/88 E stata presentata istanza di preventiva autorizzazione alla Provincia (e in copia al Comune) per la costruzione, la modifica o il trasferimento degli impianti in altra localit? SI E stata ottenuta lautorizzazione preventiva alla costruzione, alla modifica o al trasferimento degli impianti in altra localit ? SI NO Lazienda non pu costruire, modificare o trasferire limpianto in assenza di autorizzazione Lazienda tenuta a presentare istanza di autorizzazione alla Provincia ed in copia al Comune (VI)
NO
E stato comunicato alla Provincia e al Comune la messa in esercizio degli impianti con almeno 15 giorni di anticipo ? SI Sono state effettuate le analisi alle emissioni dopo la messa a regime degli impianti ? SI
NO
NO
Lazienda tenuta allosservanza delle procedure fissate direttamente dal DPR 203/88 e alle prescrizioni individuate nel decreto di autorizzazione
I risultati delle analisi sono stati comunicati alla Provincia e al Comune ? SI Le misure di autocontrollo vengono effettuate con la periodicit prevista dal decreto di autorizzazione ? Ecogestione nel settore legno
NO
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LEGENDA
(I) Impianto termico: impianto termico destinato alla climatizzazione ambienti con o senza produzione di acqua calda per usi igienici o sanitari o destinato alla produzione di energia per uso tecnologico (II) Impianti definiti al punto 21 Allegato 1 D.P.R. 25.7.1991: ogni unit termica deve avere una potenza termica superiore o uguale a 3 MW se funzionante a metano o GPL, 1 MW per gasolio e 0.3 MW per olio combustibile con tenore di zolfo inferiore a 1% peso (III) Dispositivi di controllo, coibentazione tubazioni, termoregolazione (> 35 KW) (vedere gli artt. 5 e 7 DPR 412/93) (IV) Gas naturale, gas di citt, GPL, gasolio, kerosene con tenore di Zolfo inferiore o uguale a 0.2% peso (vedere lart.8 D.P.C.M. 2.10.1995) (V) Gli artt.31 33 e 57 del Decreto Legislativo 22/97 e lart.4 del Decreto Ministeriale 5.2.1998 prevedono il recupero energetico di rifiuti a base legnosa in un processo di combustione secondo una procedura di autorizzazione, con formale istanza alla Provincia, o con procedura semplificata con comunicazione alla Provincia secondo uno schema elaborato dagli uffici preposti (Ufficio Recupero e riutilizzo rifiuti speciali n. tel 0422/656785) (VI) La modulistica per la presentazione dellistanza di autorizzazione alle emissioni in atmosfera pu essere richiesta allUfficio Aria della Provincia di Treviso. (VII) Allegato E del DPR 412/93: - Rendimento termico utile alla potenza nominale (temperatura acqua 70C) - (100) = (84 + 2 log Pn) % dove Pn = potenza termica nominale - Rendimento minimo di combustione alla potenza nominale - c = (83 + 2 log Pn) % dove Pn = potenza termica nominale (VIII) Per impianti termici con potenza nominale 35 KW libretto di centrale come riportato in Allegato F DPR 412/93 Per impianti termici con potenza nominale < 35 KW libretto di impianto come riportato in Allegato G DPR 412/93 Sui libretti va evidenziato il nominativo del responsabile dellesercizio e manutenzione impianti (IX) Verifiche annuali per generatori di calore con potenza termica nominale 35 KW Verifiche biennali per generatori di calore con potenza nominale < 35 KW (X) Temperatura edifici: edifici abitativi, attivit industriali, artigianali ed assimilabili: 18 C (+2 C di tolleranza) altri edifici: 20C (+2C di tolleranza) Durata attivazione impianti: La provincia di Treviso ricade in zona E, zona per la quale prevista una durata massima di attivazione impianti pari a 14 ore giornaliere nel periodo 15 Ottobre - 15 Aprile (XI) Le attivit a ridotto inquinamento atmosferico che possono interessare le lavorazioni nel settore della lavorazione del legno sono: - Produzione di mobili, oggetti, imballaggi, prodotti semifiniti in materiale a base di legno con utilizzo di materie prime non superiore a 2000 Kg/giorno (punto 6 DPR 25.7.1991) - Verniciatura, laccatura, doratura di mobili ed altri oggetti in legno con utilizzo di prodotti vernicianti pronti alluso non superiore a 50 Kg/giorno (punto 8 DPR 25.7.1991). (XII) Ladeguamento delle emissioni degli impianti esistenti era obbligatorio per le aziende che superavano i limiti minimi fissati dal Decreto Ministeriale 12.7.1990 ed in particolare: Parametro Concentrazione (mg/m3) Flusso di massa (g/h) Polveri (particelle di vernici) 3 (applicazione manuale) / Polveri (levigatura) 10 (verniciatura piana) / Polveri (falegnameria) 50 Superiore o uguale a 500 150 Superiore a 100 ed inferiore a 500 SOV (applicazione) (IA classe) 5 25 (IIA classe) 20 100 (IIIA classe) 150 2.000 (IVA classe) 300 3.000 (VA classe) 600 4.000 SOV (Essiccazione) 50 / SOV (verniciatura piana) 40 g/mq / (gr totali di solvente per mq sup. vern.) (XIII) (XIV) I termini temporali, fissati dal D.M: 12.7.1990, per ladeguamento delle emissioni sono tutti scaduti; lultima data utile era quella del 31.12.1997. I limiti alle emissioni per gli impianti esistenti sono quelli individuati dal D.M. 12.7.1990 e sopra riportati.
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Tipologia
Frazione volatile
NITRO
85-90%
34
2-4% cellosolve acetato 10-12% MIBK(in alternativa acetato di butile) 8-12% isobutanolo 10-14% isopropanolo 10-20% MEK (in alternativa etil acetato) 40-45% xilolo (in alternativa toluolo) 5% solvente dellacceleratore (chetoni o acetati nei quali sciolto il naftenato di cobalto) 95% stirolo
3-15% stirolo 85-97% acetati e chetoni 15-25% stirolo 70-80% acetone 5% alcool etilico (o metilico) 25-35% xilolo 3-10% acetato di cellosolve (cl. II, sostituibile con etossipropilacetato) 20-30% MIBK (in alternativa acetato di isobutile o di butile) 20-30% MEK (in alternativa acetato di etile) 100% stirolo o solventi fotoiniziatori 100% stirolo o solventi fotoiniziatori 0%
80-85%
30-40%
97-98% 90-95%
37 38
34
45-55% poliestere, il resto stirolo che partecipa alla reazione, ma di cui si perde dal 10 al 20%, a seconda della tecnologia di applicazione). 35 Il 45-55% poliestere, il resto stirolo che partecipa alla reazione, ma di cui si perde dal 5 al 10%, a seconda della tecnologia di applicazione. 36 45-55% poliestere, il resto stirolo che partecipa alla reazione, ma di cui si perde dal 10 al 20%, a seconda della tecnologia di applicazione. 37 50-60% poliestere, il resto stirolo che partecipa alla reazione, ma di cui si perde dal 5 al 10%, a seconda della tecnologia di applicazione. 38 50-60% poliestere, il resto stirolo che partecipa alla reazione, ma di cui si perde dal 5 al 10%, a seconda della tecnologia di applicazione.
pag. VII
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Xn
12,5-20%=R20/21/22
Xi
>20%=R20/21/2237
TLV TWA PPM mg/mc 25 150 400 200 250 200 500 50 1000 50 400 200 200 ND ND 25 50 50 0,005 121 713 1440 950 1040 835 1188 152 1880 152 983 262 492 ND ND
100 174 238 0,051
IMPIEGO
Vernici allacqua e nitro, impregnanti allacqua Vernici poliuretaniche Vernici poliuretaniche Vernici nitro e poliuretaniche Vernici nitro e poliuretaniche Vernici nitro e poliuretaniche Diluente per poliesteri e poliuretaniche + lavaggio Vernici nitro, tinte Tinte Diluenti nitro, tinte Vernici nitro, tinte Svernicianti Vernici nitro, tinte Vernici all'acqua per interni Vernici all'acqua Vernici nitro e poliuretaniche Svernicianti Vernici nitro Catalizzatori per poliuretaniche
R11 R11 R11 R11 R11 R10 R11 R11 R11 R11 R11
>25%=R20 >25%=R20 >20%=R23/25 3-20%=R20/22/23/25 >20%=R36 >20%=R36/38 >25%=R20 >10%=R40 >10%=R36 >25%=R20 36/37/38-42 5-25%=R36/37/3842 1-5%=R42 0,5-2%=R20-42/43 >25%=R20 >0,5%=R60-61 >25%=R1020/21/22
I III II
0,005 100 5
0,034 434 18
R11
pag. VIII
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SOLVENTI
FORMALDEIDE FTALATI METILGLICOL METIL-n-BUTILCHETONE METILETILCHETONE METILISOBUTILCHETONE METIL 2 PIRROLIDONE METOSSI 2 PROPANOLO PENTAERITR-TRIS (BIS AZIRIDINIL) PROPIONATO RAGIA MINERALE STIRENE TOLUENE TOLUENE-DIISOCIANATO TRIETILAMMINA XILENE
T
>25%=R34-40 R25-34-40-43 >0,5%=R60-61 >25%=R10-2021/22
Xn
5-25%=R20/21/2236/37/38/40-43 1-5%=R40-43 >0,5%=R61-62
Xi
0,2-1%=R43
CLASSE DM12/7/90 II II II
IMPIEGO
Vernici ureiche, colle Vernici nitro
16
Tinte Vernici nitro e poliuretaniche Vernici nitro e poliuretaniche Vernici nitro e poliuretaniche Vernici all'acqua per interni Tinte e vernici all'acqua Reticolante per vernici all'acqua Vernici sintetiche e impregnanti Poliesteri Vernici nitro, poliuretaniche e poliestere Catalizzatori per poliuretaniche Vernici all'acqua Vernici nitro e poliuretaniche
1-10%=R48/20 >20%=R36/37
V IV III
>10%=R36/38 >1%=R43 >20%=R36-38
IV III NC NC III IV I II
R10
12,5-20%=R20/21 >20%=R20/21-38
IV
pag. IX
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GLOSSARIO
Ambiente: contesto nel quale unorganizzazione opera, comprendente laria, lacqua, il terreno, le risorse naturali, la flora, la fauna, gli esseri umani e le loro interrelazioni. Appassimento: fase precedente allessiccazione, in cui avviene una prima asciugatura del film di vernice applicato. Aspetto ambientale: elemento di unattivit, prodotto o servizio di unorganizzazione che pu interagire con lambiente. Audit del sistema di gestione ambientale: processo di verifica sistematico e documentato per conoscere e valutare, con evidenza oggettiva, se il sistema di gestione ambientale di unorganizzazione conforme ai criteri definiti dallorganizzazione stessa per laudit del sistema di gestione ambientale e per comunicare i risultati di questo processo alla direzione. Diluenti: miscele di liquidi, solventi e non solventi per le resine contenute in un prodotto, aggiunte dallutilizzatore per ridurre la viscosit dei prodotti vernicianti permettendone lapplicazione, e per facilitare la formazione di un film omogeneo, disteso e privo di difetti mediante unevaporazione controllata della frazione volatile contenuta nella vernice. Efficienza di trasferimento: rapporto tra la quantit di vernice depositata sul pezzo e quella spruzzata, espresso in termini percentuali. Lefficienza di trasferimento definisce la resa del sistema di applicazione. Essiccazione: tempo richiesto per lindurimento del film di vernice in condizioni standard. Lessiccazione pu essere di tipo chimico-fisico (quando il film indurisce per semplice evaporazione dei solventi e diluenti, senza che il legante subisca modifiche di carattere chimico) o chimica (quando il prodotto verniciante indurisce per una serie di reazioni, favorite dallossigeno contenuto nellaria oppure da particolari composti chimici, i catalizzatori, con determinati gruppi funzionali presenti nel legante). Il suo valore viene normalmente espresso in termini percentuali e riferito al peso o al volume del prodotto tal quale. Impatto ambientale: qualunque modificazione dellambiente, negativa o benefica, totale o parziale, conseguente ad attivit, prodotti o servizi di unorganizzazione. Leganti: agenti filmogeni che determinano le propriet principali del prodotto verniciante; spesso chiamati polimeri o resine, dai leganti dipendono le seguenti caratteristiche delle superfici verniciate: brillantezza, durezza, resistenza al graffio e allabrasione, resistenza chimica, re-insolubilit, aderenza alla superficie, trasparenza e/o potere coprente, flessibilit, resistenza ai sbalzi termici. La tipologia di legante d il nome al prodotto verniciante (per esempio le vernici acriliche contengono resine acriliche). Miglioramento continuo: processo di accrescimento del sistema di gestione ambientale per ottenere miglioramenti della prestazione ambientale complessiva in accordo con la politica ambientale dellorganizzazione. Ecogestione nel settore legno pag. X
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Obiettivo ambientale : il fine ultimo ambientale complessivo, derivato dalla politica ambientale, che unorganizzazione decide di perseguire e che quantificato ove possibile. Organizzazione: gruppo, societ, azienda, impresa, ente o istituzione, ovvero loro parti o combinazioni, associata o meno, pubblica o privata, che abbia una propria struttura funzionale e amministrativa. Overspray: quantit di prodotto verniciante spruzzata ma non depositata sul pezzo, espressa in termini percentuali (viene anche chiamato nebbia o spreco di prodotto); loverspray dipende da differenti fattori tra cui il sistema di applicazione del prodotto verniciante (per esempio i sistemi a spruzzo si caratterizzano per avere elevati valori di overspray) e la forma e dimensione del pezzo da trattare (lovespray sar maggiore se il pezzo da verniciare ha una forma complessa piuttosto che piana). Parte interessata: individuo o gruppo coinvolto o influenzato dalla prestazione ambientale di unorganizzazione. Pigmenti: sostanze coloranti insolubili, presenti come particelle solide in fase dispersa nei prodotti vernicianti, in grado di conferire un colore al manufatto. Pitture: prodotti vernicianti che contengono pigmenti in quantit tale da nascondere completamente la superficie del supporto trattato ed in grado di conferire un aspetto opaco al prodotto finito. Politica ambientale: dichiarazione fatta da unorganizzazione, delle sue intenzioni e dei suoi principi in relazione alla sua globale prestazione ambientale, che fornisce uno schema di riferimento per lattivit, e per la definizione degli obiettivi e dei traguardi in campo ambientale. Pot life: parametro che indica le ore di vita utile di un prodotto catalizzato, passate le quali non risulta essere pi utilizzabile. Potere filmogeno: capacit di un prodotto verniciante di dare origine ad una pellicola continua sulla superficie del manufatto trattato. Prestazione ambientale: risultati misurabili del sistema di gestione ambientale, conseguente al controllo esercitato dallorganizzazione sui propri aspetti ambientali, sulla base della sua politica ambientale, dei suoi obiettivi e dei suoi traguardi. Prevenzione dellinquinamento: uso di processi, prassi, materiali o prodotti per evitare, ridurre o tenere sotto controllo linquinamento, compresi il riciclaggio, il trattamento, i cambiamenti di processo, i sistemi di controllo, lutilizzazione efficiente delle risorse e la sostituzione di materiali. Prodotto pronto alluso: miscela delle varie componenti richieste per il trattamento verniciante da effettuare (legante, solvente e diluente, pigmenti, diluenti, additivi), ottenuta sulla base del rapporto di catalisi (per il catalizzatore) e di additivazione (per gli altri additivi) suggerite dai fornitori del prodotto. Prodotto verniciante: miscela di prodotti chimici che, applicata su di un supporto, in grado di formare una pellicola solida, dotata di resistenza meccanica e chimica, e di Ecogestione nel settore legno pag. XI
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caratteristiche tali, per quanto riguarda il colore, laspetto ed il tatto, da mutare anche le caratteristiche estetiche del manufatto. Rapporto di catalisi: nel caso si tratti di un prodotto a due componenti, definisce in termini percentuali la quantit del catalizzatore che deve essere aggiunto ad una vernice per ottenere un indurimento ottimale della pellicola. Resa del prodotto verniciante: capacit di copertura del film applicato sulla superficie del manufatto, espressa in gr/m. Residuo secco: la parte solida di una vernice che rimane dopo levaporazione della parte volatile in essa contenuta (solventi, diluenti). S.O.V.: Sostanze Organiche Volatili (solventi) Sistema di gestione ambientale (EMS = Environmental Mangement System): la parte del sistema di gestione generale che comprende la struttura organizzativa, le attivit di pianificazione, le responsabilit, le prassi, le procedure, i processi, le risorse per elaborare, mettere in atto, conseguire, riesaminare e mantenere attiva la politica ambientale. Smalti: prodotti vernicianti che contengono pigmenti in quantit tale da nascondere completamente la superficie del supporto trattato ed in grado di conferire un aspetto brillante al prodotto finito. Traguardo ambientale: dettagliata richiesta di prestazione, possibilmente quantificata, riferita ad una parte o allinsieme di unorganizzazione, derivante dagli obiettivi ambientali e che bisogna fissare e realizzare per raggiungerli. Vernici: prodotti vernicianti che non contengono pigmenti o ne contengono un quantitativo tale da modificare leggermente il colore al supporto trattato. Viscosit di un prodotto verniciante: resistenza di un liquido al suo scorrimento. La viscosit di un prodotto verniciante indipendente dal residuo secco ed funzione della temperatura.
pag. XII
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Edizione
1996 1997 1996 1996 1996
Titolo
Sistema di Gestione Ambientale. Requisiti e guida per luso Sistema di Gestione Ambientale. Linee guida generali su principi, sistemi e tecniche di supporto Linee guida per laudit ambientale. Principi generali. Linee guida per laudit ambientale. Procedure di audit. Audit dei sistemi di gestione ambientale Linee guida per laudit ambientale. Criteri di qualificazione per gli auditor ambientali
Pubblicazione
GUCE L. 168 del 10 giugno 1993 GUCE L. 104 del 22 aprile 1997 GUCE L. 275 del 10 ottobre 1998
Denominazione
Adesione volontaria delle imprese del settore industriale ad un sistema comunitario di ecogestione e audit Riconoscimento della norma ISO 14001 in conformit del Regolamento CE 1836/93 Riesame del programma comunitario di politica ed azione a favore dellambiente e di uno sviluppo sostenibile Per uno sviluppo durevole e sostenibile Proposta di un Regolamento del Consiglio riguardante la partecipazione delle organizzazioni ad un sistema comunitario di ecogestione e audit Norme per la semplicificazione degli adempimenti, nonch per lattuazione del sistema di ecogestione e audit Regolamento recante norme per listituzione ed il funzionamento del comitato per lecolabel e lecoaudit (Regolamento interno approvato da Ministro ambientale il 22.7.1997) Procedure per laccreditamento, la sorveglianza ed in controllo dei verificatori ambientali Procedure operative e sistema di quote per registrazione siti EMAS Disposizioni per lo sviluppo e la qualificazione degli interventi e delloccupazione in campo ambientale Regolamento concernente la disciplina delle modalit di organizzazione dellAgenzia Nazionale per la Protezione dellambiente in strutture operative
GUCE C.400 del 22.12.1998 GU n.24 del 31 gennaio 1994 GU n. 231 del 3 ottobre 1995 GU n. 166 del 18 luglio 1998 24 giugno 1998 5 novembre 1997 GU n. 239 del 13 ottobre 1997
D.M. 2 agosto 1995 n. 413 modificato dal D.M. 12 giugno 1998 n. 236
Comitato Ecoaudit Comitato Ecoaudit Art. 5 L n.. 344 del 8 ottobre 1997
pag. XIII
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Anno
1996
Informazioni
Government Institutes, Inc 4 Research Place Suite 200, Rockville Maryland 20850 Federchimica
Linee guida per ladesione PMI operanti al sistema comunitario EMAS Guida per lapplicazione del sistema di gestione ambientale nelle piccole imprese. Settore: industria del legno Manuale per lattuazione del sistema comunitario di ecogestione e audit (CD) Linee guida per lecogestione in conceria Vol. Lanalisi ambientale iniziale Vol. Il sistema di gestione ambientale Guida allapplicazione della norma Uni En Iso 14001 ed introduzione al Regolamento EMAS
1995
1996
ANPA Autori Vari (Agenzia Nazionale per la Protezione dellAmbiente) Unione Autori Vari Nazionale Industria Conciaria
1998
ANPA Via Brancati 48 00144 Roma UNIC Via Brisa 3 20123 Milano Tel. 02-801026 Fax 02-860032 AICQ Piemonte Via Vela 23 10128 Torino Tel. 011-5627271 Fax 011-537964 e-mail aicqpi@alpcom.it FEEM Corso Magenta 63 20123 Milano Te. 02-52036934 Fax 02-52036946 www.feem.it Istituto di Ricerche Ambiente Italia Via C. Poerio 39 20129 Milano Tel. 02.29406175 Fax: 02.29406213 E-mail: ambiente.italia @ galactica.it
1998
AICQ Piemontese ARPA Piemonte Provincia di Torino Fondazione ENI Enrico Mattei
Autori Vari
1999
1995
Ambiente Italia (anno Edizioni riferimento): rapporto sullo Ambiente stato del paese
Istituto di ricerche 1995 Ambiente Italia (a 1996 cura di) 1998 1999
Indicators of Sustainable Development Odori e tecniche di emissione Environmental Life Cycle Assessment of products
pag. XIV
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Ambiente Italia
1997
C.I.P.A. srl
Impianti di depurazione di piccole dimensioni Scarico controllato di RSU Risanamento di terreni e di sedimenti contaminati Il controllo dellinquinamento acustico e la gestione del territorio Atti convegno Valutare lambiente Il manuale del verniciatore guida alla verniciatura professionale del legno Articoli estratti dalla rivista Professione verniciatore del legno
E de F. Frangipane, M. Giugliano (a cura di) E de F. Frangipane, G. Pastorelli (a cura di) R. Cossu, E de F. Frangipane (a cura di) AA.VV. AA.VV
1995
1993
Federal Env. Ministry, Kennedyallee, 5 Bonn Tel.: ++49/0228/3050 Fax: ++49/0228/3053225 C.I.P.A. srl (Direzione) Via A. Palladio 26 20135 Milano Tel. 02.58301501-28 Fax: 02.58301550 E-mail: cipami@tin.it
1990 1996 HB pi-erre Via Patti 2 20158 Milano tel 02/39312736 fax 02/33220462 HB pi-erre Via Patti 2 20158 Milano tel 02/39312736 fax 02/33220462 Arianna sas Via Gentilin 4/b Carbonera TV Tel 0422/445208 Fax 0422/445222
HB pi.erre Editrice
Pierluigi Offredi
vari
Arianna sas
1999
pag. XV