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CAPITOLO 20: PARATIE

CAPITOLO 20: PARATIE12

Introduzione
Le paratie sono delle opere di sostegno verticali, dotate di grande snellezza. Taluni classificano le paratie come opere di sostegno flessibili, distinguendole dalle opere di sostegno rigide, quali sono i muri, tale distinzione che fa riferimento alla rigidezza dellopera non di grande utilit. Nella realizzazione di fondazioni, scavi o altre opere, qualora siamo in presenza di acqua, possiamo impiegare particolari dispositivi detti TURE. La TURA un sistema di contenimento impermeabile dellacqua. Storicamente si utilizzavano ture semplici costituite di tavoloni in legno per profondit non superiori ai 2m, per profondit superiori e fino ai 4m si impiegavano le PALANCOLE in legno, che erano costituite da due allineamenti di tavoloni posti ad una certa distanza e riempiti di argilla per ottenere la tenuta. I tavoloni che realizzavano la palancola presentavano la costola lavorata a coda di rondine o a V e la punta rinforzata con lamiera o da puntazze, che ne agevolavano linfissione. Linfissione avveniva per battitura. Con le ture si realizzavano dei perimetri chiusi allinterno dei quali si eseguiva lo scavo e si eliminava lacqua. Oggi le palancole in legno sono state sostituite prevalentemente da palancole in acciaio, ma si trovano anche palancole in cemento armato13. Le PARATIE possono essere LIBERE o ANCORATE mediante trefoli o barre di acciaio. Gli ANCORAGGI possono essere ATTIVI o PASSIVI a seconda del momento in cui vengono messi in trazione; nel caso gli ancoraggi sono messi in trazione quando sono posti in opera si parla di ancoraggi attivi mentre si dicono ancoraggi passivi quando sono gli spostamenti della paratia a mettere in trazione gli ancoraggi.

Figura 20.1

Figura 20.2

Le paratie possono essere realizzate mediante dei diaframmi, delle palancole e dei pali.

12 R.Lancellotta Geotecnica, Zanichelli editore Spa, Bologna, 1993, p. 404. M.Caironi Teoria e tecnica delle costruzioni da p. 313 a p. 345. 13 G.K.Koenig, B.Furiozzi, F.Brunetti Tecnologia delle costruzioni vol.2 Le Monnier, Firenze, 1984, da p.137 a p.139.
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CAPITOLO 20: PARATIE

Paratie di sostegno con diaframmi


I diaframmi sono dei setti in calcestruzzo che vengono realizzati con una macchina escavatrice particolare, la quale esegue in successione uno scavo in sezione ristretta ( 0,50m per 1,5m). Lo scavo per la realizzazione di un diaframma viene eseguito impiegando del fango bentonitico. Durante lo scavo il fango bentonitico viene lasciato nella trincea. La sua densit superiore a quella dellacqua, questo non penetra nelle pareti del foro ma vi viene compresso nel momento di inserimento dellutensile di scavo, per cui sulle pareti del foro presente uno strato di Montmorillonite. Una volta ultimato lo scavo viene eseguito il getto di calcestruzzo che essendo pi pesante del fango va ad assestarsi sul fondo mentre la bentonite risale e fuoriesce dal Figura 20.3 foro e pu essere filtrata e nuovamente riutilizzata. Alla sommit del diaframma si pu realizzare un cordolo armato con lo scopo di solidarizzare tutti i setti verticali. Sempre nella parte alta dei diaframmi possono realizzarsi dei fori per introdurvi i tiranti. Al termine viene eseguito lo scavo del terreno sul lato che interessa, lasciando cos scoperto il diaframma che appare come un muro di calcestruzzo con delle irregolarit dovute alla non perfetta verticalit dello scavo o a tagli di terra frammista al calcestruzzo.

Paratie di sostegno con palancole


Al termine della realizzazione appaiono come un elemento strutturale piano infisso nel terreno. Sono costitute da elementi in acciaio lunghi anche 1015m che vengono agganciati luno allaltro ed infissi nel terreno. La sezione presenta un andamento a greca che gli conferisce rigidit flessionale. Si tratta di opere di sostegno che garantiscono la stabilit grazie allinfissione di una loro porzione nella parte sottostante. Spesso costituiscono unopera provvisionale, che viene lasciata nel terreno dopo la realizzazione dellopera, altrimenti i singoli elementi vengono sfilati dal terreno.

Figura 20.4

Paratie di sostegno con micropali


La realizzazione di queste paratie pu anche essere fatta con dei pali accostati (Berlinese). I pali accostati possono essere adiacenti oppure presentare un interasse luno dallaltro che per non devessere troppo elevato onde evitare il crollo del terreno dopo lo scavo. Per evitare che il terreno fra i pali si secchi e che crolli spruzzando sul paramento del calcestruzzo a pressione ed armato con fibre di vetro o elemen Figura 20.5 ti metallici. Questo tipo di paratie sono molto costose, quanto quelle realizzate con pali di grosso diametro e presentano inoltre una minore rigidezza. I pali usuali si possono armare a seconda delle esigenze, mentre nei micropali presente solamente un tubo di acciaio sul perimetro del palo. La rigidezza flessionale dei pali non offre alla paratoie una elevata resistenza e quindi queste possono essere ancorate in prossimit della sommit. Andremo a vedere quali sono le condizioni per le quali lopera e il terreno collassano.

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I coefficienti di sicurezza nel progetto delle paratie


Incomincio subito con i coefficienti di sicurezza che devono essere utilizzati nella progettazione delle paratie; essi sono utilizzati allinizio della fase di progetto in quanto non sono previsti altri momenti per introdurre dei margini di sicurezza rispetto alle condizioni di collasso. A differenza delle opere di sostegno, i muri, si noter che per le paratie non prevista una verifica finale di confronto con un coefficiente di sicurezza, perch per le paratie non possibile ricondursi a semplici meccanismi di collasso come succede per i muri. Innanzitutto mi chiedo come scegliere il coefficiente di sicurezza da adottare? Suppongo che con una serie di prove (ad esempio di taglio diretto) ho ottenuto un insieme di valori per il coefficiente di attrito interno I :
I 1 I 2 I 3 I 4 I 5 I 6 I 7 I 8 I 9

=42 = =40 =39 =37 =36 =35 =33 =31 =30 =

I MAX

I MIN

Come scelgo I e come scelgo ? Una soluzione quella di adottare:


I

=42

tan 42 tan 30

In questo modo mi cautelo molto: utilizzo il IMAX e poi lo abbatto con un coefficiente tale da ricondurmi allangolo di attrito interno di progetto Idesign= IMIN , cos non corro il rischio che da qualche parte la struttura crolli perch ho sovrastimato I e di conseguenza sottostimato la spinta.
I I design

I MAX

42 =

I MIN

Ricordandoci le correlazioni fra rischio di crollo e coefficienti di sicurezza sappiamo che per ridurre il rischio di crollo a zero, con un coefficiente opportuno, i costi di costruzione possono aumentare fino al punto di rendere irrealizzabile lopera. Nella tecnica delle costruzioni la normativa indica quali coefficienti adottare per avere un rischio di crollo acettabile, nel caso in discussione sar il progettista che valuter se e quale entit di rischio di collasso ammettere.

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CAPITOLO 20: PARATIE Per lavorare in condizioni di sicurezza, non esiste a riguardo una normativa specifica, necessario adottare alcuni accorgimenti: 1. Aumentare la profondit dinfissione D del 20%, lunico accorgimento che viene adottato al termine della progettazione. riportato in letteratura, ma data la natura del problema non si riesce a trovare quali sono i parametri del modello che determinano questo aumento di D, ne viene sconsigliato luso. 2. Adottare dei coefficienti che diminuiscono la spinta passiva Sp di valle, la normativa stabilisce questa perscrizione solo per i muri, non dice nulla per le paratie. Data lincertezza sul meccanismo di rottura ne viene sconsigliata laddozione. 3. Ridurre la resistenza a taglio con dei coefficienti di sicurezza parziali14 c e e utilizzare dei parametri ridotti:

cIRidotto =

cI c

I Ridotto

= arctan

tan

Dei valori indicativi possono essere c=1,52 e =1,251,5, ma il vero coefficiente di sicurezza potr essere determinato come il valore minimo tra tutti quelli ottenuti variando la posizione del punto di discontinit delle sollecitazioni sulla paratia z0. 4. Ridurre la resistenza a taglio mediante un coefficiente unico 1,151,5.

cIdesign=

I I design

= arctan

tan

Negli esercizi utilizzer questultimo metodo. Adottando i metodi 2,3 e 4 la profondit dinfissione D aumenta. Ricordo che sono utilizzati come sinonimi i seguenti termini: parametro Ridotto , parametro mobilitato e parametro design.

14 R.Lancellotta Geotecnica, Zanichelli editore Spa, Bologna, 1993, p. 405.


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CAPITOLO 20: PARATIE

Stabilit delle paratie


Per le paratie non eseguo come per i muri una verifica di stabilit. Per le paratie si esegue un progetto vero e proprio, pertanto si devono assumere a priori dei coefficienti riduttivi delle caratteristiche meccaniche del terreno. Anche per le paratie eseguiamo unanalisi in condizioni limite, cio al collasso. Lapproccio che abbiamo per il progetto delle paratie di tipo statico: ipotiziamo un sistema di carichi equilibrato che rispetti un criterio di resistenza ed otteniamo una soluzione lontana da quella di collasso. Quando, anche nei libri, vediamo descritto un meccanismo di collasso con rotazioni o spostamenti della paratia si intende che stato ipotizzato un certo cinematismo, ma non sar sicuramente quello associato al sistema di carichi che viene ipotizzato, e non neppure quello reale. un gioco di fantasia. Inoltre non coerente ipotizzare un sistema cinematico per poi ricorrere ad un sistema statico per la sua risoluzione. A dire il vero neppure il sistema di carichi equilibrato e rispettoso del criterio di resistenza quello reale, ma per il teorema statico so che il sistema di carichi equilibrato lontano dalla condizione di collasso. Se preliminarmente adotto i coefficienti di sicurezza mi allontaner ancora di pi dal collasso. Per la progettazione delle paratie bene ricordarsi che si possono presentare sia condizioni di breve che di lungo periodo. Per unaccurata progettazione si devono contemplare sia le condizioni di breve periodo che corrispondono alle condizioni non drenate che le condizioni di lungo periodo che corrispondono alle condizioni drenate.

Paratia libera
Per questo esempio si fa lipotesi che cI=u=0 per non il caso pi generale. Prima di tutto utilizzo il coefficiente di sicurezza per ridurre i parametri di resistenza del terreno I e cI. Procedo poi al calcolo delle sollecitazioni con il metodo di Rankine. Una volta determinate le sollecitazioni agenti sulla paratia possibile dimensionare la profondit dinfissione D della paratia. Questo conferisce alla paratia la stabilit. Per fare questa operazione necessario analizzare le condizioni di collasso. A tale scopo sipotizza che il sistema di carichi sia equilibrato. Per risolvere il problema ho a disposizione 2 equazioni dequilibrio: dei momenti e delle forze orizzontali. Figura 20.6

M i =0 F i =0
i i

Per avere una soluzione che soddisfi entrambe le equazioni ho la necessit di avere due incognite, altrimenti con una sola incognita, ad esempio la profondit dinfissione D, riesco a soddisfare solo una delle due equazioni. Non va bene, voglio una soluzione univocamente determinata. Ecco allora il motivo per cui introduco una discontinuit nella distribuzione delle spinte alla profondit z0. Posso cos risolvere il problema perch dispongo di due equazioni e di due incognite: D e z0. Il problema ci condurr alla risoluzione di unequazione di III grado.

Figura 20.7

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CAPITOLO 20: PARATIE Perch non corretto un approccio cinematico per la progettazione delle paratie? Analizziamo la figura che presenta sia la distribuzione delle spinte con la discontinuit che il cinematismo con il quale la paratia ruota rispetto ad un centro distantanea rotazione. Se adottiamo un approccio progettuale di tipo cinematico si giustificherebbe lassunzione di una certa distribuzione di sforzi in funzione del meccanismo ipotizzato; in altre parole si assumerebbe una distribuzione degli sforzi in funzione degli spostamenti indotti dallavere ipotizzato un certo cinematismo. Ma si commettono degli errori. Assumere un sistema equilibrato significa invocare il teorema statico e non quello cinematico. Non possibile avere una distribuzione degli sforzi in prossimit del centro di rotazione in quanto non essendovi spostamenti non si potrebbero mobilitare le spinte. Gli spostamenti, che presentano un andamento lineare se supponiamo una rotazione rigida della paratia, indurrebbero delle azioni che si riducono a zero presso il centro di Figura 20.8 rotazione, ma ci non corrisponde alla distribuzione degli sforzi che viene assunta da chi utilizza lapproccio cinematico.

possibile fare una trattazione semplificata per la risoluzione della paratia libera. Osservo che la spinta passiva enormemente pi grande della spinta attiva, circa nove volte, inoltre il punto di discontinuit delle sollecitazioni sulla paratia risulta molto vicino alla base della stessa, cio vale che Dz0 <<<D. La spinta passiva a monte pu essere vista come una forza concentrata e quindi in questa situazione, per risolvere il problema, sufficiente imporre lequazione di equilibrio dei momenti rispetto al punto alla base della paratia, dove il momento della forza nullo. Determino cos la profondit dinfissione D. Poi sostituendo nellequazione di equilibrio delle forze orizzontali determino il valore della forza che mi serve per lequilibrio. Questultimo un passaggio formalmente corretto, ma poco interessante.

Figura 20.9

Se il terreno stratificato15 allora le difficolt di calcolo diventano maggiori, perch avr delle disconfinuit nelle spinte in corrispondenza di ogni cambiamento di strato. Conviene riportare in una tabella i valori di v, u, vI, aI, a , per il lato attivo e v, u, vI, pI , p , per il lato passivo e per ogni strato.

15 John Atkinson Geotecnica, McGrawHill Libri Italia srl, Milano, 1997, p. 403.
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CAPITOLO 20: PARATIE

Paratia ancorata
Di solito lancoraggio inclinato. Lancoraggio esercita una forza inclinata, detta forza di ancoraggio. Con F indichiamo la componente orizzontale della forza di ancoraggio, e potremmo semplificare anche il disegno con un tirante orizzontale.

Figura 20.10 Nel caso in cui la paratia fosse libera al piede, cio la profondit dinfissione non sufficiente a sostenere da sola la paratia, si realizza un cedimento di tipo traslatorio: tale cedimento mobilita le spinte attive e le spinte passive.

Figura 20.11 Nel caso delle paratie ancorate si possono presentare due problemi diversi a seconda che sia assegnata o meno la forza di ancoraggio.

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CAPITOLO 20: PARATIE

Paratia ancorata:primo problema


Nel primo problema la forza di ancoraggio F non nota, allora abbiamo due incognite: la stessa forza di ancoraggio F e la profondit dinfissione D, ed avendo a disposizione due equazioni di equilibrio la soluzione univocamente determinata.

M i =0 F i =0
i i

Per il calcolo delle spinte sulle paratie ancorate il metodo di Coulomb (che non impieghiamo usualmente perch pi complesso da utilizzare specialmente se il piano di scorrimento cambia inclinazione per la presenza di diversi strati di terreno) ed il metodo di Rankine (che solitamente utilizziamo perch ci permette di analizzare agevolmente il problema sia in condizioni drenate che non drenate che in presenza di vari strati di terreno) danno il medesimo risultato.

Figura 20.12

Figura 20.13

Ipotizzata una certa distribuzione degli sforzi, con entrambi eseguiamo unanalisi statica. Deve essere chiaro che anche in questa occasione abbiamo applicato il coefficiente di sicurezza ai parametri di resistenza del terreno prima di calcolare le spinte.

1 S a= H D 2 k a 2

1 S p= D 2 k p 2

Lequazione di equilibrio alla traslazione orizzontale ci permentte di determinare F: S a S p F =0 unequazione di II grado in D. Mentre dallequazione di equilibrio dei momenti scritta rispetto al punto di applicazione della forza di ancoraggio F otteniamo:

Sa 2

H D 3

Sp

2 D H h =0 unequazione di III grado in D. 3

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CAPITOLO 20: PARATIE Teorema cinematico Con le paratie ancorate possiamo eseguire il progetto anche utilizzando il teorema cinematico; consideremo il seguente meccanismo di collasso su delle superfici piane di scorrimento. Assumeremo gli stessi angoli che abbiamo utilizzanto con i muri di sostegno e cio langolo di spinta attiva e langolo di spinta passiva.

= 4

= 4

che ci permettono di individuare la massima spinta attiva Sa e la minima spinta passiva Sp. Non svilupperemo i calcoli, ma rammento che dovremo scrivere il lavoro delle forze esterne e quello delle forze interne. In termini di spinte i risultati sono gli stessi ottenuti con il teorema statico, la soluzione quindi rigorosa ed il meccanismo di collasso si rivela essere proprio quello traslatorio. In definitiva nel caso di paratie ancorate, in cui le incognite sono D ed F, la soluzione ottenunta assumendo Sa a monte e Sp a valle uguale a quella che si ottiene con riferimento al meccanismo di collasso. da rimarcare che in questi calcoli si trascurato lattrito terrenoparatia, perch in genere questo attrito riduce Sa e incrementa Sp . Trascurandolo ci si pone a favore di sicurezza. Figura 20.14 Ribadisco che i cunei sono tali solamente in presenza di ununico strato, altrimenti se cambia langolo di attrito interno cambia linclinazione della superficie di scorrimento. Con una superficie di scorrimento non pi appartenente ad ununico piano la risoluzione si complica.

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CAPITOLO 20: PARATIE

Paratia ancorata:secondo problema


Nel secondo problema la forza di ancoraggio F nota perch possiamo ritenere che mediamente si realizzi un certo tiro nella fase di messa in opera o perch la stessa paratia gi in esercizio e dobbiamo verificare se le forze di ancoraggio che sono state raggiunte sono soddisfacenti. La forza di ancoraggio F, che nota, la chiameremo FASSEGNATO. Risolviamo il secondo problema assumendo due incognite: la forza di ancoraggio F e la profondit dinfissione D. Per questo momento facciamo finta di non sapere nulla di FASSEGNATO. Procediamo nella risoluzione della paratia ancorata calcolando, come nel primo probema, la forza di ancoraggio che chiamiamo FCALCOLO e la profondit dinfissione D. (C da osservare che nel caso FASSEGNATO>FCALCOLO ci sarebbe unulteriore incognita, la terza: lestensione della distribuzione della spinta passiva attorno al tirante, ma assumeremo una distribuzione fittizia in modo che licognita sia nota e il problema sia univocamente determinato). Questo secondo problema contempla tre possibili soluzioni a seconda che: 1. F ASSEGNATO = F CALCOLO ; 2. 3.

F ASSEGNATO < F CALCOLO ; F ASSEGNATO > F CALCOLO ;

Soluzione 1 Nel caso si verifica che FASSEGNATO=FCALCOLO il procedimento di calcolo termina qui.

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CAPITOLO 20: PARATIE Soluzione 2 Con la soluzione 2 si supponga che la forza del tirante F, che nota e chiameremo FASSEGNATO, sia tale da avere: FASSEGNATO<FCALCOLO e indichiamo con FCALCOLO la forza che si troverebbe calcolandosela. Per garantire la stabilit si deve avere D>D0 per sopperire alla minore FASSEGNATO. Quindi risolvo nuovamente le equazioni sostituendo FASSEGNATO per determinare D. La difficolt di questa situazione consiste nel fatto che il problema sovradimensionato perch si ha ununica incognita D con due equazioni: lequilibrio dei momenti e delle forze orizzontali:

M i =0 F i =0
i i

Per rendere staticamente determinato il problema si introduce la linea di discontinuit degli sforzi. In questo modo il problema risulta staticamente determinato perch si introdotta la seconda incognita d.

Figura 20.15 Per effetto dellapprofondimento della paratia come se si avesse un effetto di incastro cosicch con uneventuale cedimento il movimento non sar pi di tipo traslatorio ma:

Figura 20.16

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CAPITOLO 20: PARATIE Soluzione 3 Vi unaltro caso possibile, che quello in cui F, che nota e chiameremo FASSEGNATO, sia tale che: FASSEGNATO>FCALCOLO e indichiamo con FCALCOLO la forza che si troverebbe calcolandosela. Per garantire la stabilit si dovr ottenere D<D0 , cio la paratia sar meno infissa per sopperire al maggiore tiro FASSEGNATO . Quindi risolvo nuovamente le equazioni sostituendo FASSEGNATO per determinare D. Ancora una volta il problema sovradimensionato perch si ha ununica incognita D con due equazioni: lequilibrio dei momenti e delle forze orizzontali:

M i =0 F i =0
i i

Questa volta la linea di discontinuit si trover nella parte alta della paratia perch li che la forza FASSEGNATO maggiore, li che si sono sovrastimate le azioni. Si ritiene che il tiro sia sufficientemente elevato da mobilitare la spinta passiva; introduciamo la seconda incognita nel problema: la distribuzione della spinta passiva d.

Figura 20.18

Figura 20.17

Si pu decidere di assumere D>D0 , cio una profondit dinfissione maggiore di quella che si troverebbe calcolandosela, questo per avere maggiori garanzie da fenomeni di sifonamento imputabili a moti di filtrazione dal basso verso lalto in corrispondenza del piede della paratia. Si vuole evitare di avere una irrilevante profondit dinfissione. Nota: per quanto rigurda lesatta attribuzione del valore a d si potrebbe procedere iterattivamente, magari utilizzando un foglio elettronico. Nel caso si dovesse procedere speditivamente si pu porre la risultante delle spinte passive in corrispondenza del tirante. Si tratta di unassunzione arbitraria, ma utile per pervenire rapidamente ad un valore numerico.

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CAPITOLO 20: PARATIE

Osservazioni
Con lutilizzo di paratie in prossimit di edifici pu accadere di volere limitare i movimenti sul piano di campagna, ci si immagini un edificio a tergo della paratia. I cedimenti che si determinano quando si raggiunge la spinta attiva devono essere accettabili. Si pu decidere di incrementare la forza sullancoraggio per migliorare il comportamento nelle condizioni di esercizio e di ridurre cos gli spostamenti in corrispondenza del piano di campagna. In generale la stabilit della paratia pu essere ottenuta considerando sia la profondit dinfissione D che il tiro dellancoraggio F diversi da quelli calcolati. La profondit dinfissione di calcolo D0 e il tiro dellancoraggio di calcolo F0 non sono le uniche combinazioni possibili che garantiscono la stabilit della paratia. Vi sono situazioni in cui aumentando F o aumentando D si riesce a modificare le sollecitazioni sulla paratia e quindi si ottengono paratie pi snelle con un minore onere economico. Se vi sono terreni che non permettono di applicare F, si pu ridurre la stessa F. Il problema si pu presentare anche in altri termini: la profondit dintissione D nota ed il tiro F rappresenta lunica incognita. Si visto che lo stato di sforzo ipotizzato non quello che in realt si svilupper allinterfaccia terrenoparatia nelle reali condizioi di rottura perch: 1. Si utilizzato il teorema statico. 2. Si sono introdotti i coefficienti di sicurezza. In definitiva ci si garantisce di essere in una situazione che non corrisponde a quella effettiva di collasso e questa una situazione ottimale per la determinazione della forza di tiro F e della profondit dinfissione D. Si pu affermare che non possibile conoscere leffettiva distribuzione degli sforzi per valutare le condizioni di rottura sulla paratia e per valutare gli spostamenti a monte e a valle. Ipotizzando un comportamento rigido perfettamente plastico del terreno non si possono avere informazioni sugli spostamenti; in alternativa ipotizzando un legame elastico lineare non si hanno risultati soddisfacenti perch ci sono sempre delle zone che si plasticizzano.

Figura 20.19 Generalmente le analisi vengono fatte con modelli che considerano legami elastoplastici e procedimenti numerici come quello agli elementi finiti. Lanalisi in condizioni limite diversa dallanalisi in condizioni di esercizio. In condizioni limite si assume un legame costitutivo rigido perfettamente plastico e quindi si assume che lanalisi possa essere effettuata con riferimento alle analisi della resistenza a taglio del terreno. Per le condizioni di esercizio si assume, per le fondazioni, un legame sforzodeformazioni elastico lineare, ma se si utilizza lo stesso legame per le opere di sostegno non si ottengono risultati soddisfacenti.

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CAPITOLO 20: PARATIE Come progettare lelemento strutturale che costituisce la paratia? Le perplessit possono sorgere sul tipo di schematizzazione da assumere. Data la natura dellelemento si assume che le sollecitazioni siano essenzialmente di natura flessionale, non trascurando comunque le verifiche a taglio in corrispondenza sia della parte infissa che del tirante per la paratia ancorata. Nel caso della paratia libera adotteremo lo schema strutturale di una mensola, in altre parole, lo schema di un elemento incastrato alla base. Nel caso di una paratia ancorata lo schema statico cambia: non si tratta pi di una mensola, ma abbiamo anche un appoggio nella parte superiore della paratia. Lo schema statico una volta iperstatico. Al fine di massimizzare le sollecitazioni si deve valutare attentamente la possibilit di individuare linviluppo delle sollecitazioni flessionali indotte dai due casi limite: la paratia semplicemente appoggiata e la paratia incastrata. Questa soluzione comprende ambedue gli schemi precedenti. Quanto deve essere lungo il tirante? Diamo per assunto che il metodo di Coulomb e il metodo di Rankine danno gli stessi risultati per il calocolo delle spinte per le paratie ancorate. Per il calcolo della lunghezza del tirante si deve considerare che il bulbo deve collocarsi al di l del piano di scorrimento che corrisponde alla spinta attiva. In quella posizione abbiamo la ragionevole speranza che il bulbo non risulti inglobato nel cuneo di spinta che si mobilita per allontanamento della paratia. Nel caso si avesse la necessit di mobilitare la spinta passiva, che risulta enormemente pi grande, chiaro che il bulbo si deve collocare al di l del piano di scorrimento mobilitato dalla spinta passiva. Mediante delle relazioni trigonometriche si trova la lunghezza del tirante.

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