Sei sulla pagina 1di 16

ADOLFO TANQUEREY Compendio di Teologia Ascetica e Mistica _________________________________________________________________ APPENDICI * I. La spiritualita` del Nuovo Testamento. * II.

Lo studio dei caratteri. _________________________________________________________________ I. La spiritualita` del Nuovo Testamento ^A1-1. Perche` i nostri lettori possano cogliere meglio e ordinare i tesori spirituali chiusi nel Nuovo Testamento, diamo qui una breve sintesi della spiritualita` dei Sinottici, di S. Paolo e di S. Giovanni. 1^ LA SPIRITUALITA` DEI SINOTTICI. L'idea centrale dell'insegnamento di Gesu` nei Sinottici e` quella del regno di Dio. A far capire la spiritualita` che vi e` annessa, ne esponiamo la natura, la costituzione e le condizioni per entrarvi. A) La natura. Il regno di Dio predicato da Gesu` Cristo nulla ha di terreno, contrariamente a cio` che nei loro pregiudizi pensavano i Giudei, ma e` tutto spirituale, opposto a quello di Satana, capo degli angeli ribelli. a) Si presenta sotto tre diverse forme: 1) ora e` il paradiso o il regno riserbato agli eletti: "Venite, benedicti Patris mei, possidete paratum vobis regnum a constitutione mundi" ^A1-2; 2) ora e` il regno interno quale gia` si trova sulla terra, vale a dire la grazia, l'amicizia, la paternita` divina offerta da Dio e accettata dagli uomini di buona volonta`; 3) infine e` il regno esterno che Dio fonda a perpetuare l'opera sua sulla terra ^A1-3. b) Queste tre forme non costituiscono che un solo e medesimo regno; perche` la Chiesa esterna non e` fondata se non perche` il regno interno possa pacificamente svilupparsi, e questo e`, a cosi` dire, il complesso delle condizioni che schiudono il regno celeste. B) La costituzione. Questo regno interno ha un capo, che e` Dio stesso ^A1-4; ora questo Dio e` nello stesso tempo Padre dei suoi sudditi, non della comunita` soltanto come nell'Antica Legge, ma di ogni anima in particolare. La sua bonta` e` cosi` grande che si estende anche ai peccatori ^A1-5 finche` vivono sulla terra; ma la sua giustizia colpisce i peccatori ostinati che verranno condannati al fuoco dell'inferno ^A1-6. Questo regno fu fondato sulla terra da Gesu` Cristo, figlio dell'uomo e figlio di Dio, che e` egli pure nostro re: per diritto di nascita, perche` e` il figlio, l'erede naturale, il solo che conosce il Padre come il Padre conosce lui; e per diritto di conquista, perche` venne a salvare cio` che era perito e verso` il sangue a remissione dei nostri peccati ^A1-7. E` re pieno di premure, che ama i piccoli, i poveri, i derelitti, che corre dietro la pecorella smarrita per ricondurla all'ovile e che sulla croce perdona ai suoi carnefici ^A1-8. Ma e` pure giudice dei vivi e dei morti; e nell'ultimo giorno fara` la separazione dei buoni dai cattivi, i giusti amorosamente accogliendo nel suo regno definitivo, e i reprobi condannando all'eterno supplizio ^A1-9. Non v'e` dunque nulla sulla terra di piu` prezioso di questo regno; e` la perla preziosa e il tesoro nascosto che bisogna acquistare ad ogni

costo. C) Condizioni per entrare in questo regno. Per entrarvi si deve far penitenza ^A1-10, ricevere il battesimo, credere al Vangelo e osservare i comandamenti ^A1-11. Ma a perfezionarvisi, l'ideale proposto ai discepoli e` di accostarsi quanto piu` e` possibile alla perfezione stessa di Dio. Essendo suoi figli, una tal nobilta` c'impone doveri, onde dobbiamo accostarci quanto piu` e` possibile alle divine perfezioni: "Estote ergo vos perfecti, sicut et Pater vester caelestis perfectus est" ^A1-12. A conseguire ideale cosi` perfetto occorrono due condizioni essenziali: la rinunzia a se stesso e alle creature, onde uno si distacca da tutto cio` che e` ostacolo all'unione con Dio; e l'amore, onde uno si da` intieramente a Dio seguendo Gesu` Cristo: "Si quis vult post me venire, abnegat semetipsum, et tollat crucem suam quotidie, et sequetur me" ^A1-13. a) La rinunzia ha vari gradi. Deve escludere per tutti quel disordinato amore di se` e delle creature che costituisce il peccato, e specialmente il peccato grave, ostacolo assoluto al nostro fine; il che e` tanto vero che, se l'occhio destro ci scandalizza, non dobbiamo esitare a strapparlo: "Quod si oculis tuus dexter scandalizat te, erue eum et projice abs te" ^A1-14. Ma per coloro che vogliono essere perfetti la rinunzia sara` assai piu` intiera e comprendera` la pratica dei consigli evangelici: la poverta` effettiva, il distacco dalla famiglia e la castita` perfetta o continenza ^A1-15. Chi poi non volesse o non potesse arrivare a tanto, si contentera` della interna rinunzia alla famiglia e ai beni di questo mondo; pratichera` lo spirito di poverta` e l'interno distacco da tutto cio` che si oppone al regno di Dio nell'anima; puo` cosi` assorgere ad alto grado di santita` ^A1-16. Questi vari gradi risultano dalla distinzione tra precetti e consigli: per entrar nella vita, basta osservare i comandamenti; ma per essere perfetti, bisogna vendere i propri beni e darli ai poveri: "Si autem vis ad vitam ingredi, serva mandata... Si vis perfectus esse, vade, vende quae habes et da pauperibus" ^A1-17. La perfetta rinuncia va sino all'amor della croce "tollat crucem suam"; si finisce con amar la croce, non per se stessa ma per ragione del divin Crocifisso che uno vuol seguire sino alla fine: "et sequatur me". Si riesce anzi a trovar la perfetta letizia nella croce: Beati pauperes spiritu... beati mites... beati qui persecutionem patiuntur... Beati estis cum maledixerint vobis" ^A1-18. b) Ma la rinunzia non e` che mezzo per giungere all'amor di Dio e del prossimo per Dio. L'amore infatti compendia tutta la legge: "In his duobus mandatis universa lex pendet et prophetae" ^A1-19; amore onde uno si da` a Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente: "Diliges Dominum Deum tuum ex toto corde tuo et in tota^ anima^ tua^ et in tota^ mente tua^... Secundum autem simile est huic: Diliges proximum tuum sicut te ipsum" ^A1-20. E` il massimo dei comandamenti, quello che racchiude tutta la perfezione. 1) Quest'amore dev'essere filiale: c'induce prima di tutto a glorificare il Padre celeste: "Pater noster... sanctificetur nomen tuum, adveniat regnum tuum" ^A1-21; e per meglio glorificarlo, a osservare i comandamenti: "fiat voluntas tua sicut in caelo et in

terra^"... "non omnis qui dicit mihi Domine, Domine, intrabit in regnum caelorum, sed qui facit voluntatem Patris mei" ^A1-22. 2) Dev'essere confidente: perche` il Padre celeste si prende cura dei suoi figli assai piu` che degli uccelli del cielo e dei gigli del campo: "Nonne vos magis pluris estis illis?... Scit enim Pater vester quia his omnibus indigetis" ^A1-23. Confidenza che si palesa colla preghiera, la quale, secondo le promesse del divin Mediatore, ottiene tutto cio` che chiede: "Petite et dabitur vobis; quaerite et invenietis; pulsate et aperietur vobis. Omnis enim qui petit, accipit, et qui quaerit invenit, et pulsanti aperietur" ^A1-24. 3) Genera l'amor del prossimo: essendo tutti figli dello stesso Padre celeste, siamo tutti fratelli: "Unus est magister vester, omnes autem vos fratres estis" ^A1-25. A dare a questa virtu` il piu` efficace stimolo possibile, Nostro Signore dichiara che nel giorno del giudizio considerera` come fatto a se` ogni servizio reso al minimo dei suoi fratelli ^A1-26. Gesu` dunque si identifica coi suoi membri, onde, amando il prossimo, amiamo Lui. Amore che abbraccia anche i nemici, che dobbiamo sopportar con pazienza, pregar per loro e far loro del bene ^A1-27; accompagnato quindi da dolcezza e da umilta`, come quello del divino Modello: "Discite a me quia mitis sum et humilis corde" ^A1-28. Rinunzia ed amore: ecco dunque le due condizioni essenziali richieste a conquistare il regno di Dio e la perfezione; esse infatti, come abbiamo visto, racchiudono tutte le virtu` (n. 309 ss.). 2^ LA SPIRITUALITA` DI S. PAOLO ^A1-29. S. Paolo giunge alle medesime conclusioni ma per altra via. L'idea centrale non e` piu` quella del regno, ma il disegno santificatore di Dio, che vuol salvare e santificare tutti gli uomini, Giudei e Gentili, per mezzo del Figliuol suo Gesu` Cristo, costituito capo dell'umana stirpe, al quale tutti devono essere incorporati: "Benedetto Dio e Padre del Signor Nostro Gesu` Cristo, che ci benedisse con ogni benedizione spirituale, celeste, in Cristo... In cui abbiamo la redenzione pel sangue suo... E lo diede capo sopra tutta la Chiesa, che e` il corpo di lui e il complemento di lui che compie tutto in tutti: "Benedictus Deus et Pater Domini nostri Jesu Christi, qui benedixit nos in omni benedictione spirituali in caelestibus in Christo!... in quo habemus redemptionem per sanguinem ejus... et ipsum dedit caput supra omnem ecclesiam, quae est corpus ipsius et plenitudo ejus" ^A1-30. Dio dunque vuole da tutta l'eternita` santificarci e adottarci per figli. Ma c'e` un ostacolo, il peccato: peccato di origine, commesso da Adamo, primo capo dell'umanita`, e trasmesso ai discendenti colla concupiscenza, legge della carne che ci rende schiavi della legge del peccato. Ma Dio ha pieta` dell'uomo e gli manda un Redentore, un Salvatore, il proprio Figlio, Gesu` Cristo, che sara` il nuovo capo dell'umanita`, e ci riscattera` coll'ubbidienza spinta fino alla morte e morte di croce. Onde Gesu` diverra` il centro della nostra vita: "mihi vivere Christus est" ^A1-31. I suoi meriti e le sue sodisfazioni ci sono applicati specialmente col battesimo e con l'eucaristia. Il battesimo ci rigenera, c'incorpora a Gesu` Cristo, e ci rende uomini nuovi, che, sotto la direzione e l'azione dello Spirito Santo, devono incessantemente combattere contro la carne o l'uomo vecchio ^A1-32. L'Eucaristia ci fa partecipare

piu` copiosamente alla morte e alla vita di Gesu` Cristo, agli interni suoi sentimenti e alle sue virtu` ^A1-33. Ma a fruttuosamente ricevere questi sacramenti, a coltivar la vita divina da essi comunicataci, bisogna vivere della vita di fede, "justus meus ex fide vivit" ^A1-34; riporre ogni confidenza in Dio e in Gesu`; e specialmente praticar la carita`, ottima fra le virtu`, che ci accompagnera` anche in cielo ^A1-35, ma che richiede sulla terra la crocifissione della guasta natura ^A1-36. Tutta quest'ascesi si compendia in una formola che ricorre spesso sotto la penna dell'Apostolo: incorporarsi ognor piu` a Cristo Gesu`, e quindi spogliarsi dell'uomo vecchio colle cattive sue inclinazioni e rivestirsi dell'uomo nuovo con le sue virtu`: "expoliantes vos veterem hominem cum actibus suis, et induentes novum, eum qui renovatur in agnitionem secundum imaginem ejus qui creavit illum" ^A1-37. A) Bisogna prima di tutto spogliarsi dell'uomo vecchio. a) L'uomo vecchio, detto pure la carne, e` la nostra natura, non in se stessa ma in quanto viziata dalla triplice concupiscenza. Onde opere della carne sono tutti i peccati, non solo i peccati di sensualita` e di lussuria, ma anche la superbia nelle varie sue forme ^A1-38. b) E` stretto obbligo per noi mortificare o crocifiggere la carne, fondato su due principali ragioni: 1) il pericolo di acconsentire al peccato e andar dannati; perche` la carne o la concupiscenza, che non viene distrutta dal battesimo, ci porta violentemente al male e ci rende schiavi della legge del peccato, se inesorabilmente non la combattiamo sorretti dalla grazia di Gesu` Cristo: "Quis me liberabit de corpore mortis hujus? Gratia Dei per Jesum Christum" ^A1-39; 2) le promesse battesimali: morti e sepolti con Gesu` Cristo nel battesimo per vivere con lui vita novella, ci obbligammo a schivare il peccato e quindi a vigorosamente combattere contro la carne e contro il demonio ^A1-40; onde la vita sara` una lotta, la cui posta e` la corona di gloria tenutaci in serbo dal Dio d'ogni giustizia e d'ogni amore ^A1-41. c) A reggerci in questa lotta e renderci la vittoria relativamente facile, non ostante la nostra debolezza e la nostra incapacita`, soccorre la grazia di Dio meritataci da Cristo; cooperandovi, siamo sicuri della vittoria: "Fidelis autem Deus est, qui non patietur vos tentari supra id quod potestis; sed faciet etiam cum tentatione proventum ^A1-42... Omnia possum in eo qui me confortat". d) In questa mortificazione vi sono due gradi: 1) prima di tutto cio` che e` essenziale a schivare il peccato mortale e la dannazione: "Castigo corpus meum et in servitutem redigo, ne forte cum aliis praedicaverim, ipse reprobus efficiar" ^A1-43; 2) poi cio` che e` utile alla perfezione come la verginita`, l'umilta` perfetta, l'assoluto disinteresse ^A1-44. -- Sotto un altro aspetto S. Paolo distingue tre gradi di mortificazione: la crocifissione della carne ancor ricalcitrante, poi una specie di morte spirituale, finalmente il seppellimento ^A1-45. B) Spogliandosi dell'uomo vecchio, il cristiano s'incorpora a Gesu` Cristo e si riveste dell'uomo nuovo; onde l'uomo nuovo e` il cristiano rigenerato col battesimo, unito allo Spirito Santo e incorporato a Cristo, che si studia sotto l'azione della grazia di trasformarsi in Gesu` Cristo. A ben capir questa dottrina, conviene spiegare qual e` la parte dello Spirito Santo nell'anima rigenerata, la parte di Cristo e

la parte dell'anima. a) Lo Spirito Santo, vale a dire tutta la SS. Trinita`, abita nell'anima del giusto trasformandola in tempio santo: "templum enim Dei sanctum est: quod estis vos" ^A1-46. b) Opera in quest'anima, la muove con la grazia attuale, le da` una filiale confidenza nel Padre e la fa pregare con singolare efficacia: "Operatur in nobis velle et perficere... In quo clamamus: Abba, Pater. Spiritua est qui adjuvat infirmitatem nostram... postulat pro nobis gemitibus inenarrabilibus" ^A1-47. c) Gesu` e` capo d'un corpo mistico di cui noi siamo le membra e ci da` il movimento, la direzione, la vita. Col battesimo veniamo incorporati a lui; e colla comunione ci uniamo alla Passione sua che commemoriamo, al suo sacrifizio, alla sua vita risuscitata a cui ci fa partecipare, aspettando di salire con lui al cielo, dove gia` stiamo con la speranza: "spe enim salvi facti sumus" ^A1-48. Comunione che poi si prolunga con una specie di comunione spirituale onde, nel corso dell'intiera giornata, facciamo nostri i pensieri, gli affetti e i voleri di Gesu`: "Hoc enim sentite in vobis quod et in Christo Jesu... Vivo autem, jam non ego, vivit vero in me Christus" ^A1-49. Cosicche` nulla ci puo` separare da Colui che e` il nostro tutto: "Quis ergo nos separabit a caritate Christi?" ^A1-50. d) Ci corre quindi il dovere di tenerci strettamente uniti a Gesu`, nostro capo, principio della nostra vita, perfetto modello che dobbiamo continuamente imitare fino a che non siamo trasformati in Lui. 1) Dobbiamo primieramente imitarne le disposizioni interne, l'umilta` e l'obbedienza: "Hoc enim sentite in vobis quod et in Christo Jesu, qui cum in forma^ Dei esset... exinanivit semetipsum... factus obediens usque ad mortem... ^A1-51; la carita` che lo mosse a sacrificarsi per noi: "dilexit nos et tradidit semetipsum pro nobis" ^A1-52; 2) poi il contegno esterno, praticando la modestia, la mortificazione corporale, la mortificazione dei vizi e delle passioni, coll'intento di sottometterci piu` intieramente a Gesu` e al suo Spirito: "Modestia vestra nota sit omnibus hominibus" ^A1-53... In quest a imitazione di Cristo ci sono parecchi gradi: si e` dapprima bambini, pensando, parlando, operando da bambini; poi si cresce e si diventa uomini perfetti "in virum perfectum, in mensuram aetatis plenitudinis Christi" ^A1-54; e finalmente uno si trasforma intieramente in Cristo: "Mihi vivere Christus est... vivit vero in me Christus" ^A1-55; si puo` allora dire ai fedeli: "Imitatores mei estote sicut et ego Christi" ^A1-56. La spiritualita` di S. Paolo non differisce dunque sostanzialmente da quella dei Sinottici: spogliarsi dell'uomo vecchio e` praticar l'abnegazione; rivestirsi dell'uomo nuovo e` unirsi a Gesu` Cristo e per lui a Dio, e` amar Dio ed il prossimo. 3^ LA SPIRITUALITA` DI S. GIOVANNI. Negli scritti di S. Giovanni non domina piu` l'idea del regno ne` quella del disegno santificatore di Dio sull'uomo; domina l'idea della vita spirituale. S. Giovanni ci fa conoscere la vita interiore di Dio, del Verbo Incarnato e oi del cristiano. A) Dio e` vita, vale a dire luce ed amore. E` Padre e da tutta l'eternita` genera un Figlio che e` il suo Verbo ^A1-57; e` con lui

la fonte onde procede lo Spirito Santo, Spirito di verita` e d'amore, che verra` a dar compimento alla missione del Verbo Incarnato trasmessa agli Apostoli, coi quali rimarra` sino alla consumazione dei secoli a istruirli e fortificarli ^A1-58. B) Questa vita Dio vuol comunicare agli uomini; onde manda sulla terra il Figlio, che incarnandosi si fa uomo e, comunicandoci la sua vita, ci rende figli addottivi di Dio ^A1-59. Uguale al Padre per la natura divina, altamente proclama la sua inferiorita` come uomo e l'assoluta sua dipendenza dal Padre: non giudica, non parla, no opera da se`, ma i giudizi, le parole, le opere conforma al beneplacito di Dio, mostrandogli cosi` il suo amore ^A1-60; e si fa ubbidiente fino a dar la vita per glorificar Dio e salvare gli uomini ^A1-61. Rispetto a noi il Verbo Incarnato e`: 1) la luce che ci illumina e ci guida alla vita ^A1-62; 2) il Buon Pastore che pasce le pecorelle, le difende contro il lupo rapace e da` la vita per loro ^A1-63; 3) il Mediatore necessario senza cui non si puo` andare al Padre ^A1-64; 4) la vite di cui noi siamo i tralci che ne ricevono la linfa o la vita soprannaturale ^A1-65. C) Da lui quindi fluira` la nostra vita interiore, consistente in un'intima e affettuosa unione con lui e per lui con Dio ^A1-66; perche` egli e` la via che conduce al Padre ^A1-67. a) Unione che si inizia nel battesimo, in cui riceviamo una seconda nascita, nascita tutta spirituale ^A1-68, che c'incorpora a Gesu` come il tralcio e` incorporato alla vite, facendoci produrre frutti di salute ^A1-69. b) Si accresce con la Santa Eucaristia, che spiritualmente ci alimenta col corpo e col sangue di Gesu` Cristo e quindi pure coll'anima sua, colla sua divinita`, collintiera sua persona, per guisa che noi viviamo della sua vita e viviamo per lui com'egli vive per il Padre ^A1-70. c) Si continua con una specie di comunione spirituale, onde Gesu` dimora in noi e noi in lui ^A1-71; unione cosi` stretta che Nostro Signore la paragona a quella che unisce lui al Padre: "Ego in eis et tu in me" ^A1-72. D) Unione che ci fa partecipare alle virtu` del divino Maestro e specialmente all'amor suo per Dio e pel prossimo spinto sino all'immolazione di se`. a) Dio ci ama come figli, noi l'amiamo come Padre, e perche` l'amiamo ne osserviamo i comandamenti ^A1-73. Onde le tre divine persone vengono ad abitare nell'anima nostra in modo permanente: "Ad eum veniemus et mansionem apud eum faciemus" ^A1-74. Dobbiamo amar Dio perche` e` amore, Deus caritas est, e perche` ci amo` per il primo, sacrificando per noi lo stesso suo Figlio ^A1-75. b) Dall'amor di Dio deriva l'amor fraterno; dobbiamo amare i fratelli non piu` solamente come noi stessi, ma come li amo` Gesu`, pronti quindi a sacrificarci per loro: "Mandatum novum do vobis ut diligatis invicem sicut dilexi vos" ^A1-76... "Quoniam ille animam suam pro nobis posuit, et nos debemus pro fratribus nostris animas ponere" ^A1-77. Non formiamo infatti che una sola famiglia spirituale di cui Dio e` il Padre e Gesu` il salvatore; cosi` stretta dev'essere la nostra unione, da venir paragonata a quella che corre

fra le sumus" d'amar invece eterna

tre divine persone: "Sint unum sicut et nos unum ^A1-78. Cosi` necessaria e` questa virtu`, che pretendere Dio quando non si ama il prossimo e` menzogna ^A1-79; mentre la carita` fraterna e` il pegno piu` sicuro della vita ^A1-80.

S. Giovanni e` dunque l'apostolo della carita`, da lui del resto cosi` ben praticata. Carita` che e` fondata sulla fede, e soprattutto sulla fede in Cristo, nella sua divinita` e nella sua umanita`. Carita` che suppone pure la lotta contro la triplice concupiscenza e quindi la mortificazione. Onde S. Giovanni si ricollega ai Sinottici e a S. Paolo, pur insistendo piu` di loro sulla divina carita`. Cosicche`, secondo i Sinottici, la perfezione consiste nella rinunzia e nell'amore; secondo S. Paolo, nell'incorporazione a Cristo, che inchiude lo spogliamento dell'uomo vecchio e il rivestimento del nuovo; secondo S. Giovanni, nell'amore spinto fino al sacrifizio. E` quindi quanto al findo la stessa dottrina, ma con varianti e con aspetti diversi che meglio s'adattano all'indole e all'educazione delle varie categorie di anime. II. Lo studio dei caratteri ^A2-1. Parlando della conoscenza di se stesso al n. 452, dicemmo che a conoscersi meglio e` cosa utile studiare i temperamenti e i caratteri. Due vocaboli che spesso si confondono; ma chi li volesse distinguere, si puo` dire che il temperamento e` il complesso di tutte le profonde tendenze derivanti dalla costituzione fisiologica della persona; e il carattere e` il complesso di tutte le disposizioni psicologiche risultanti dal temperamento modificato dall'educazione e dagli sforzi della volonta` e fissato dall'abitudine. Giova quindi piu` studiare i caratteri che i temperamenti; perche`, sotto l'aspetto spirituale, il temperamento del corpo conta assai meno che il carattere dell'anima. Anche gli antichi se ne erano accorti, perche`, descrivendo i temperamenti, badavano piu` a rilevare le diffrenze psicologiche che le fisiologiche. Onde noi qui ci restringeremo alla trattazione dei caratteri, giovandoci specialmente dell'opera di P. Malapert, Les e'le'ments di Caracte`re, semplificandone pero` e qualche volta rettificandone le divisioni. Esporremo brevissimamente: * 1^ i fondamenti della nostra divisione; * 2^ i vari caratteri che si possono distinguere rispetto alle tre grandi facolta` dell'uomo. 1^ FONDAMENTI DELLA DIVISIONE DEI CARATTERI. A) Volendo specificare le principali tendenze onde sorge la diversita` dei caratteri, il piu` sodo fondamento e` di attenersi all'ordine delle diverse facolta` dell'uomo, Lasciando da parte le facolta` della vita vegetativa, che hanno qui per noi poca importanza, vedremo quali sono i principali caratteri rispetto alla sensibilita`, rispetto alle facolta` spirituali, e rispetto alla vita di relazione. Un piccolo schema fara` capir meglio il nostro pensiero. * Rispetto alla sensibilita`. + Apatici o Indolenti. o Energici.

+ Affettivi o Emotivi. o Passionati. * Rispetto alle facolta` spirituali. + Cerebrali o Speculativi puri. o Intellettuali passionali. + Volontari o Padroni di se`. o Padroni degli altri. * Rispetto alla vita di relazione + Timidi o riserbati. + Attivi o Irrequieti. o Uomini d'azione. B) Prima di spiegar questa divisione si richiedono alcune osservazioni preliminari: a) I caratteri che ci facciamo a descrivere non si trovano allo stato puro: sono ordinariamente mescolati e in gradi assai vari. Cosi` gli apatici non sono puramente apatici, ma hanno una certa dose di sensibilita`, vengono pero` indicati da cio` che domina in loro. Vi sono poi molti gradi cosi` nell'apatia come nella sensibilita`, che la sola osservazione propria potra` rilevare. b) Inoltre ogni persona particolare dev'essere esaminata sotto il triplice aspetto da noi indicato. Cosi` un apatico puo` essere cerebrale o volontario, come un cerebrale puo` essere attivo o indolente. Bisogna quindi saper considerare tutti questi vari aspetti e poi farne la sintesi. c) I quadri qui tracciati anziche` quadri rigidi sono indici onde il direttore possa osservare meglio ogni penitente e studiarne le particolarita`: sarebbe doloroso che, dopo alcune conversazioni, si desse prematuramente un giudizio definitivo, bisognoso poi di riforma; solo adagino, con una serie di benevole osservazioni, si riesce a conoscere il carattere d'una persona. d) E poi non si dimentichi che alla conoscenza di se` e degli altri si richiedono i lumi dello Spirito Santo frequentemente e fervidamente invocati. 2^ I VARI CARATTERI RISPETTO ALLA SENSIBILITA` Tutti siamo dotati di sensibilita`, ma ci sono di quelli che ne hanno cosi` poca che son detti apatici, altri invece la possiedono in alto grado e sono gli affettivi. A) Gli apatici si distinguono per un a depressione anormale della sensibilita` e del sentimento; hanno pochi desideri, poco ardore, poca passione. Se ne possono fare due categorie: gli indolenti e gli energici. a) Gl'indolenti hanno andatura lenta e goffa. Sono egoisti ma non cattivi, incuranti, senza gran bisogno d'amare o d'essere amati. Hanno d'ordinario retto il giudizio, appunto perche` non sono appassionati. Il lavoro attivo li attira poco; piegandosi al lavoro, riescono meglio in lavori di pazienza che in quelli di immaginazione e di sentimento; in collegio fanno bella figura nella scuola. Sotto l'aspetto spirituale, non si sentono tratti ad alta virtu`, ma

non hanno neppure violenti passioni. Virtuosi finche` non ci sia da lottare contro gravi tentazioni, non sanno gran resistere gran fatto alle occasioni pericolose che si presentano, ne` correggersi quando sciaguratamente abbiano contratto abiti viziosi. Accettano la direzione che viene lor data, a patto che non se ne richieda alta perfezione e non si stimolino troppo ad andare avanti. Non tra costoro si possono trovare le vocazioni religiose o sacerdotali; non sono fatti che per le professioni tranquille, poco faticose, compatibili cogli onesti e moderati piaceri. b) Gli apatici-energici, benche` lenti e pesanti, sono applicati al lavoro, costanti e metodici negli sforzi, e a furia di paziente lavoro, arrivano a grandi risultati. Spasseggiano tra i Fiamminghi e gli Olandesi, ma ce n'e` dappertutto, e l'americano Franklin puo` essere ascritto a questo tipo. Sotto l'aspetto intellettuale, hanno poca immaginazione e poco brio, ma riescono in lavori seri che esigano riflessione, pazienza, lunghe e metodiche investigazioni. Sotto l'aspetto morale, non hanno grande ardore ma operano per convinzione, con instancabile costanza, onde sono capaci di alta virtu`. Se ne puo` quindi trarre buon partito per lo stato sacerdotale o religioso, inculcando loro profonde convinzioni, l'amore del dovere per Dio, ed esigendo sforzi metodici e costanti verso la perfezione. Sebbene lentamente, andranno sicuramente: "labor improbus omnia vincit". B) Gli affettivi invece hanno per carattere il predominio della sensibilita`: sentono vivo bisogno di amare e di essere amati, in loro e` il signore il cuore. Se ne possono distinguere due tipi principali: gli emotivi e gli appassionati. a) Gli emotivi o sanguigni hanni, all'esterno, movimenti svelti e graziosi, sorriso amabile, fisionomia aperta; amano le belle arti, la musica, la danza. Cio` che interiormente li distingue e` la leggerezza e una grande instabilita`: si abbandonano facilmente alle piu` varie emozioni, operano sotto l'impressione del momento e sono quindi incostanti. Dotati di viva immaginazione e di cuore ardente, riescono nei lavori letterari, maneggiano la parola con facilita` ed esercitano sulle persone che li avvicinano una specie di seduzione. Sotto l'aspetto morale, si lasciano facilmente andare ai sensuali diletti, alla ghiottoneria e alla volutta`; ma si pentono presto e sinceramente delle loro colpe, ricadendovi per altro alla prima occasione. Buoni e amorevoli, si affezionano a chi li ama, sono franchi ed aperti in confessione e in direzione, si lasciano persuadere facilmente e prendono buone risoluzioni che poi presto dimenticano. Per la via del cuore bisogna prenderli e darli a Dio. Se si riesce a fare che amino ardentemente Nostro Signore, se ne puo` trar buon partito: faranno per amore molti sacrifici che a principio pareva ripugnassero alla loro natura; per amore s'applicheranno all'orazione, alla comunione frequente, alla visita al SS. Sacramento, alle opere di

zelo. Ma bisognera` ammaestrarli ad amar Dio cosi` nell'aridita` e nel dolore come nella consolazione. A poco a poco le loro emozioni, con l'opera della riflessione e della grazia, si trasformano in convinzioni; e pur conservando lo slancio, si fanno piu` assidui e costanti negli sforzi. Ove non si riesca a infonder loro questa energia e questa costanza, non si puo` animarli a scegliere uno stato di vita che, come il sacerdozio, esige una soda virtu`. b) I passionati, in cui dominano passioni ardenti e profonde, possono ridursi a tre diversi tipi: i malinconici, gli irritabili, i grandi passionati. 1) I malinconici sono naturalmente tratti a veder tutto nero, a fissarsi sul lato difficile e penoso delle cose e ad esagerarlo; sono quindi inclinati alla tristezza, alla diffidenza, a una specie di misantropia. Soffrono molto e, senza volerlo, fanno soffrire gli altri. Se non cercano consolazione in Dio, che solo puo` confortarli e attenuarne i tetri pensieri, cadono facilmente mella noia, nello scoraggiamento o negli scrupoli. Quindi S. Teresa ^A2-2 dice che, se la malinconia e` di forma veramente grave, le persone che ne soffrono non sono atte alla vita religiosa. Significa infatti uno spiccato predominio dell'immaginazione e della sensibilita` sulla ragione, onde piu` dopo qualche tempo degenerare in una specie di pazzia. In ogni caso, ad attenuare questa morbosa disposizione, bisogna certo trattare i malinconici con molta compassione ma anche con autorita` e fermezza, non permettendo che seguano i propri capricci ne` che si lascino dominar da sospetti; non avendo il giudizio abbastanza retto, e` d'uopo che si sottomettano ai consigli d'un direttore o d'un amico prudente. 2) Gli emotivi irritabili o impulsivi si lasciano facilmente trarre alle prime vive impressioni. Coll'anima in continua vibrazione, passano rapidamente dall'allegria alla tristezza, dalla speranza all'inquietudine, dall'entusiasmo allo scoraggiamento. Se vengono contradetti od umiliato, prorompono in atti di collera, in parole e gesti violenti. Insomma avviene spesso che perdano la padronanza di se` e maltrattino chi sta loro d'attorno. A combattere questo difetto, si deve fare energico e costante uso del potere d'inibizione, infrenar subito i primi moti disordinati, riflettere prima di operare, riprendere insomma a poco a poco la padronanza di se stessi. Chi non riuscisse a dominare abbastanza i nervi e le emozioni, non pensi al sacerdozio, essendo la collera violenta, al dire di S. Paolo, vizio redibitorio: "oportet enim episcopum sine crimine esse,... non iracundum... non percussorem" ^A2-3. 3) I grandi passionati sono coloro che hanno passioni insieme violente e durevoli, distinguendosi cosi` dagli emotivi: energici, longanimi, tenaci, sono ordinariamente ambiziosi e cupidi di potere e di gloria. Sono fatti per operar gran bene o gran male, secondo che volgono le passioni a servizio della propria ambizione o al servizio di Dio e delle anime. Sorgono fra costoro i conquistatori e gli apostoli. Il mezzo di trar buon partito da queste ricche nature e` di volgerle

vigorosamente verso la gloria di Dio e la conquista delle anime, come fece Ignazio con Francesco Saverio. 3^ I VARI CARATTERI RISPETTO ALLE FACOLTA` SPIRITUALI Le persone in cui dominano le facolta` superiori, l'intelligenza e la volonta`, si dividono naturalmente in due gruppi, i cerebrali e i volontari, secondo che predomina l'intelletto o la volonta`. A) I cerebrali o intellettuali sono quelli la cui attivita` e` concentrata in lavori di mente, e possono essere i speculativi puri o intellettuali attivi. a) Gli speculativi puri passano la vita a costruire sistemi intellettuali; tali furono Kant, Cuvier, Ampe`re. Alcuni speculano pel solo piacere di speculare, onde cadono facilmente in una specie di pericoloso dilettantismo che finisce spesso in un certo scetticismo, come Montaigne e Bayle. b) Gli altri associano ai lavori mentali qualche ardente passione; vi sono infatti intellettuali passionati, che agitando idee, vogliono pure agitar gli uomini, e si appassionano pel trionfo di un'idea o d'un sistema. Sono in ambi i casi persone ricche di grandi espedienti. I primi pero` sono esposti a diventar troppo sistematici, troppo astratti, e a trascurare i doveri della vita ordinaria. Gli altri hanno bisogno, come gli emotivi passionati, di volgere la scienza e l'attivita` al servizio di Dio e della verita`; altrimenti cadono essi e fanno cadere gli altri in terribili eccessi. B) I volontari hanno volonta` ferma, tenace, indomabile, e vi subordinano tutto il resto. Si dividono in due categorie: i padroni di se` e gli uomini d'azione. a) I primi adoprano specialmente la propria energia a dominar se stessi e quindi a padroneggiar le passioni. Percio` lottano con costante energia a signoreggiar la sensibilita` e sentono lo sforzo e la premura di frenarsi; onde un certo riserbo e qualche volta pure un che di rigido accompagnato da diffidenza verso cio` che potrebbe far loro perdere questa padronanza di se`. Ma, conquistata che l'abbiano con sforzi costanti, mostrano una mirabile uguaglianza d'animo e sanno associare la forza colla dolcezza. Sotto l'aspetto spirituale la cosa piu` importante e` di assoggettare questa volonta` forte e disciplinata alla volonta` di Dio; cosi` uno s'accosta a quell'equilibrio delle facolta` che vigeva nello stato di giustizia originale. b) Altri poi piu` che a dominar se stessi mirano a dominar gli altri; vogliono imporre la propria volonta` e governare i propri simili. Coll'occhio costantemente fisso allo scopo a cui mirano, non si lasciano disanimar dagli ostacoli e non hanno requie finche` non sono riusciti a farsi obbedire. Sono uomini energici e costanti da cui si puo` trarre ottimo partito. Ma devono disciplinar se stessi prima di disciplinar gli altri; volgano la propria energia al servizio di Dio e delle anime e sappiano, nell'esercizio dell'autorita`, associare la dolcezza alla fermezza.

4^ I VARI CARATTERI RISPETTO ALLA VITA DI RELAZIONE Abbiamo qui due tipi ben distinti: i timidi e gli attivi. A) I timidi diffidano troppo di se`, sono poco intraprendenti, il timore di non riuscire nell'impresa li rende come inerti. Cosiffatte persone non riescono bene se non quando sono messi al loro posto, sorretti e enimati da superiori o da amici che ispirano loro confidenza e li aiutano ad acquistare una certa franchezza. Sotto l'aspetto soprannaturale, bisogna inculcare loro grande fiducia in Dio, ripetendo continuamente che Dio si serve degli strumenti piu` deboli, purche`, consci della propria impotenza, cerchino appoggio in Colui che solo puo` fortificarli: "infirma mundi elegit Deus ut confundat fortia ^A2-4... Omnia possum in co qui me confortat" ^A2-5. B) Gli attivi hanno naturale tendenza all'azione: intraprendenti, audaci, forti ed energici, hanno bisogno di effondere l'esuberante attivita` che si sentono dentro. Ve ne sono due diverse classi: gli irrequieti e gli uomini d'azione. a) Gli irrequieti sono talmente accesi di attivita` che non possono star fermi e vogliono fare ad ogni costo, anche prima d'aver concepito e maturato un disegno. Fantasticando sempre nuovi progetti, non hanno tempo di eseguirne neppure un solo; vanno a destra e a sinistra incapaci di quietare, si agitano, fanno rumore molto e bene poco. Pronti a rendere servizio a tutti, presto dimenticano cio` che hanno promesso e si mettono a disposizione di altri. Onde a correggerli bisogna indurli a riflettere prima di operare, a maturare i disegni prima di eseguirli, a consultare chi ha maggiore prudenza ed esperienza; e quando in un affare tutto sia pronto, dovranno applicarsi a mandarlo ad effetto, condannandosi in questo frattempo a non intraprendere nulla di nuovo: riflessione e costanza sono le condizioni necessarie al buon successo. b) Gli uomini d'azione studiano a lungo i disegni prima di porli ad esecuzione, discutono attentamente il pro ed il contro, pensano non solo ai mezzi ma anche agli ostacoli che incontreranno, e tutto dispongono nell'intento di giungere allo scopo voluto, non ostante le difficolta`. E` dote molto preziosa per gli addetti all'azione cattolica e per i sacerdoti, che conviene saper coltivare con costanza. Onde pero` le opere anche meglio concepite possano produrre buoni frutti, non bisogna dimenticare di propiziarsi il Signore con la preghiera e con la pratica della vita interiore: chi vuol essere cattolico d'azione cerchi di essere uomo d'orazione. La volonta` umana e la grazia in tal caso armoniosamente si uniscono a produrre ottimi effetti: "Dei enim sumus adjutores" ^A2-6. Rammentiamo terminando che la maggior parte dei caratteri sono veramente il risultato di varie combinazioni, e che solo studiandosi di acquistare le doti non avute da natura, uno riesce a perfezionare se stesso, ad assestarsi e a dare cosi` tutto il frutto di cui e` capace. Onde gli apatici debbono sforzarsi di acquistare un poco di sensibilita`; i cerebrali di coltivare la volonta` e l'azione; i volontari di riflettere prima di operare e di infondere un poco di

dolcezza nell'esercizio della forza. Collo sforzo e colla grazia di Dio uno giunge a riformarsi, come si puo` vedere studiando le Vie spirituali. _________________________________________________________________ ^A1-1 P. Pourrat, s. s., La spiritualite' chre'tienne, t. I, p. 1-15. ^A1-2 Matth., XXV, 34. ^A1-3 Ad. Tanquerey, Syn. Theol. fund., n. 608-611; ove si citano molti testi a sostegno di questa asserzione. ^A1-4 Matth., VI, 9-10; XXVI, 29. ^A1-5 Matth., V, 16-45. ^A1-6 Matth., XXV, 41. ^A1-7 Matth., XI, 27; XIV, 33; XVI, 16; XX, 28; XXV, 31, 34, 40; Luc., X, 22; XIX, 10; XXII, 20; XXIII, 2, 3. ^A1-8 Matth., IX, 13-36; X, 6; XVIII, 12-24; XIX, 14; Marc., II, 16; Luc., XI, 12; ecc. ^A1-9 Matth., XXV, 31-46. ^A1-10 Matth., IV, 17; Marc., I, 15; Luc., V, 32. ^A1-11 Marc., XVI, 16; Matth., XXVIII, 19-20. ^A1-12 Matth., V, 48. ^A1-13 Luc., IX, 23. ^A1-14 Matth., V, 29. ^A1-15 Matth., XIX, 16-22; Luc., XIV, 25-27; Matth., XIX, 11-12. ^A1-16 Matth., V, 1-12. ^A1-17 Matth., XIX, 16-22. ^A1-18 Matth., V, 3-12. ^A1-19 Matth., XXII, 40. ^A1-20 Matth., XXII, 36-40. ^A1-21 Matth., VI, 9. ^A1-22 Matth., VII, 21. ^A1-23 Matth., VI, 26-33. ^A1-24 Matth., VII, 7-8. ^A1-25 Matth., XXIII, 8. ^A1-26 Matth., XXV, 40.

^A1-27 Matth., V, 44. ^A1-28 Matth., XI, 29. ^A1-29 F. Prat, S. J., La Teologia di S. Paolo, T. I, l. IV, c. II e III; T. II, l. II, c. II, a. II (Salesiana, Torino); Pourrat, s. s., La spiritualite' chre'tienne, t. I, p. 25; J. Duperray, Le Christ dans la vie chre'tienne d'apre`s S. Paul, Lyon, 1922. ^A1-30 Ephes., I, 3, 7, 22. Legga tutto il capitolo chi voglia farsi un'idea dei fondamenti della spiritualita` di S. Paolo. ^A1-31 Phil., I, 21. ^A1-32 Rom., VI, 4; Ephes., VI, 11-17. ^A1-33 I Cor., X, 14-22; XI, 17-22. ^A1-34 Rom., I, 17. ^A1-35 I Cor., XIII, 1-13. ^A1-36 Galat., V, 24. ^A1-37 Coloss., III, 10. ^A1-38 Rom., VIII, 1-16; Gal., V, 16-25. ^A1-39 Rom., VII, 24-25. ^A1-40 Rom., VI, 1-23. ^A1-41 I Cor., II, 12; IX, 25; Ephes., VI, 11-17; II Tim., IV, 7; I Tim., VI, 12. ^A1-42 I Cor., X, 13; Phil., IV, 13. ^A1-43 I Cor., IX, 27. ^A1-44 I Cor., VII, 25-34; Phil., II, 5-11; I Tim., VI, 8. ^A1-45 "Qui sunt Christi, carnem suam cruxifixerunt... Mortui estis et vita vestra est abscondita cum Christo in Deo... Consepulti enim sumus cum illo per baptismum in mortem... (Galat., V, 24; Coloss., III, 3; Galat., III, 27). Il senso spirituale di questo testo e` assai bene spiegato dall'Olier, Cate'chisme chre'tien, P. Ia., lez. XXI-XXIII. ^A1-46 I Cor., III, 17. ^A1-47 Philip., II, 13; Rom., VIII, 15-26. ^A1-48 Rom., VIII, 24. ^A1-49 Philip., II, 5; Galat., II, 20. ^A1-50 Rom., VIII, 35. ^A1-51 Phil., II, 5-11.

^A1-52 Ephes., V, 2. ^A1-53 Phil., IV, 5. ^A1-54 Ephes., IV, 13. ^A1-55 Phil., I. 21; Galat., II, 20. ^A1-56 I Cor., IV, 16. ^A1-57 Joan., I, 1-5. ^A1-58 Joan., XIV, 26; XV, 26; XVI, 7-15. ^A1-59 Joan., I, 9-14. ^A1-60 Joan., V, 19-30. ^A1-61 Joan., X, 18. ^A1-62 Joan., I, 9; VIII, 12. ^A1-63 Joan., X, 11. ^A1-64 Joan., XIV, 6. ^A1-65 Joan., XV, 1-5. ^A1-66 Joan., XV, 5-10. ^A1-67 Joan., XIV, 6. ^A1-68 Joan., III, 3. ^A1-69 Joan., XV, 1-10. ^A1-70 Joan., VI, 55-59. ^A1-71 Joan., VI, 57. ^A1-72 Joan., XVII, 23. ^A1-73 Joan., XIV, 21. ^A1-74 Joan., XIV, 23. ^A1-75 Joann., IV, 19. ^A1-76 Joan., XIII, 34. ^A1-77 I Joan., III, 16. ^A1-78 Joan., XVII, 22. ^A1-79 I Joan., IV, 20-21. ^A1-80 Joan., IV, 12-17. ^A2-1 Debreyne-Ferrand, La The'ologie Morale et les sciences

me'dicales, Parigi, 1884, p. 9-46; Fouile'e, Tempe'rament et caracte`res, 1895; Paulhan, Les caracte`res, Parigi, 1902; Malapert, Les e'le'ments du caracte`re et leurs lois de combinaison, 1897. ^A2-2 Fondazioni, c. VII, (Versione italiana, T. II, P. II, p. 23-26). Bene osserva il P. Silverio, in una nota apposta nell'edizione spagnuola a questo capitolo, che i malinconici dei tempi di S. Teresa sono i neurastenici o isterici dei nostri giorni (N. d. T.). ^A2-3 Tit., I, 7. ^A2-4 I Cor., I, 27. ^A2-5 Phil., IV, 13. ^A2-6 I Cor., III, 9. _________________________________________________________________ Quest'edizione digitale preparata da Martin Guy <martinwguy@yahoo.it>. Ultima revisione: 31 gennaio 2006.

Potrebbero piacerti anche

  • 1 Celano ITA
    1 Celano ITA
    Documento68 pagine
    1 Celano ITA
    Paolo Emilio
    Nessuna valutazione finora
  • 2 Celano ITA
    2 Celano ITA
    Documento112 pagine
    2 Celano ITA
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • Testament o
    Testament o
    Documento6 pagine
    Testament o
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • 3 Celano ITA
    3 Celano ITA
    Documento52 pagine
    3 Celano ITA
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • Processo Di Canonizzazione
    Processo Di Canonizzazione
    Documento44 pagine
    Processo Di Canonizzazione
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • Francesco Assisi
    Francesco Assisi
    Documento87 pagine
    Francesco Assisi
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • Leggenda Di Santa Chiara
    Leggenda Di Santa Chiara
    Documento33 pagine
    Leggenda Di Santa Chiara
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • Lettere
    Lettere
    Documento11 pagine
    Lettere
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • MOIOLI Teologia Spirituale DTI
    MOIOLI Teologia Spirituale DTI
    Documento44 pagine
    MOIOLI Teologia Spirituale DTI
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • Regola
    Regola
    Documento16 pagine
    Regola
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • Benedizione
    Benedizione
    Documento4 pagine
    Benedizione
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • Documenti Papali
    Documenti Papali
    Documento10 pagine
    Documenti Papali
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • Prefaz
    Prefaz
    Documento2 pagine
    Prefaz
    daco2000
    Nessuna valutazione finora
  • P2L3C2
    P2L3C2
    Documento46 pagine
    P2L3C2
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L3C3
    P2L3C3
    Documento25 pagine
    P2L3C3
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L3C1
    P2L3C1
    Documento36 pagine
    P2L3C1
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L1C4
    P2L1C4
    Documento30 pagine
    P2L1C4
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L3C4
    P2L3C4
    Documento21 pagine
    P2L3C4
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L2C2
    P2L2C2
    Documento68 pagine
    P2L2C2
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L2C4
    P2L2C4
    Documento10 pagine
    P2L2C4
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L3C0
    P2L3C0
    Documento6 pagine
    P2L3C0
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L1C5
    P2L1C5
    Documento21 pagine
    P2L1C5
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L1C3
    P2L1C3
    Documento25 pagine
    P2L1C3
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L2C3
    P2L2C3
    Documento37 pagine
    P2L2C3
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L2C1
    P2L2C1
    Documento9 pagine
    P2L2C1
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L0
    P2L0
    Documento7 pagine
    P2L0
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L1C0
    P2L1C0
    Documento5 pagine
    P2L1C0
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L1C1
    P2L1C1
    Documento24 pagine
    P2L1C1
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • P2L2C1
    P2L2C1
    Documento9 pagine
    P2L2C1
    davix21
    Nessuna valutazione finora
  • Imperfetto Indicativo Italiano Con Esercizi
    Imperfetto Indicativo Italiano Con Esercizi
    Documento11 pagine
    Imperfetto Indicativo Italiano Con Esercizi
    ariannyencarnacion077
    Nessuna valutazione finora
  • Predica La Parola
    Predica La Parola
    Documento118 pagine
    Predica La Parola
    Davide Loddo
    Nessuna valutazione finora
  • Kant Critica Della Ragion Pura
    Kant Critica Della Ragion Pura
    Documento4 pagine
    Kant Critica Della Ragion Pura
    fagiano
    Nessuna valutazione finora
  • Bignotti Realismo e Idealismo in Emanuele Severino
    Bignotti Realismo e Idealismo in Emanuele Severino
    Documento17 pagine
    Bignotti Realismo e Idealismo in Emanuele Severino
    montag2
    Nessuna valutazione finora
  • Oers
    Oers
    Documento306 pagine
    Oers
    Andreina Tamanini
    Nessuna valutazione finora
  • Romina
    Romina
    Documento41 pagine
    Romina
    Paul Bosneagu
    Nessuna valutazione finora
  • Lei
    Lei
    Documento10 pagine
    Lei
    Vlad Cocuz
    Nessuna valutazione finora
  • Zonka Marika Dorina Musica
    Zonka Marika Dorina Musica
    Documento21 pagine
    Zonka Marika Dorina Musica
    iaccaman
    Nessuna valutazione finora
  • Recuperare Partizioni NTFS Da USB
    Recuperare Partizioni NTFS Da USB
    Documento3 pagine
    Recuperare Partizioni NTFS Da USB
    Andrea Pigliacelli
    Nessuna valutazione finora
  • Cronologia Della Letteratura Italiana
    Cronologia Della Letteratura Italiana
    Documento60 pagine
    Cronologia Della Letteratura Italiana
    Arge Deianira
    Nessuna valutazione finora
  • Calvino Un Re in Ascolto
    Calvino Un Re in Ascolto
    Documento16 pagine
    Calvino Un Re in Ascolto
    Francesca Vinci
    Nessuna valutazione finora
  • Attività Con Condizionale Presente A2
    Attività Con Condizionale Presente A2
    Documento4 pagine
    Attività Con Condizionale Presente A2
    Katarina
    Nessuna valutazione finora
  • Appunti Di Dizione
    Appunti Di Dizione
    Documento14 pagine
    Appunti Di Dizione
    Rosita Sabetta
    Nessuna valutazione finora
  • Backup Memoria Fanuc
    Backup Memoria Fanuc
    Documento21 pagine
    Backup Memoria Fanuc
    IVAN
    Nessuna valutazione finora
  • 16 Virgilio
    16 Virgilio
    Documento11 pagine
    16 Virgilio
    Alba D'Amico
    Nessuna valutazione finora
  • La Peste in Lucrezio e Tucidide
    La Peste in Lucrezio e Tucidide
    Documento6 pagine
    La Peste in Lucrezio e Tucidide
    Federico Neversober Cappella
    100% (1)