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Descrizione:
LA SINISTRA NELLE SOCIETA' POST-COMUNISTE
Una panoramica generale e tre casi studio
Introduzione
Lo scopo di questo lavoro è ripercorrere la complessa evoluzione della sinistra nelle società post-comuniste, a partire dalla disgregazione dei partiti al potere nel 1989 fino ai giorni nostri, indirizzando l’analisi sulle ragioni storiche, sociali ed economiche che hanno influito nell’attuale composizione.
Ciò che appare chiaro fin dall’inizio è l’esistenza di differenze sostanziali tra i vari paesi post-comunisti nella situazione odierna della sinistra in termini di mobilitazione, orientamento politico e risultati elettorali. Sono differenze che hanno le loro premesse già nel periodo comunista e riflettono le peculiarità nazionali di ogni paese. Per questa ragione la prima parte della tesi riassume gli eventi che portarono al crollo del socialismo reale, offrendo una breve panoramica che metta in luce le specificità di ogni paese.
La seconda parte è dedicata all’analisi della sinistra nell’ex Unione Sovietica e nell’Europa dell’Est, concentrando lo studio sull’evoluzione dei partiti comunisti dopo la fine del regime e sul loro ruolo nella fase post-comunista, cercando delle linee evolutive comuni tra i paesi.
Infine nella terza parte viene presentato un quadro più approfondito di tre Stati: Russia, Repubblica Ceca e Slovacchia. [...]
LA SINISTRA NELLE SOCIETA' POST-COMUNISTE
Una panoramica generale e tre casi studio
Introduzione
Lo scopo di questo lavoro è ripercorrere la complessa evoluzione della sinistra nelle società post-comuniste, a partire dalla disgregazione dei partiti al potere nel 1989 fino ai giorni nostri, indirizzando l’analisi sulle ragioni storiche, sociali ed economiche che hanno influito nell’attuale composizione.
Ciò che appare chiaro fin dall’inizio è l’esistenza di differenze sostanziali tra i vari paesi post-comunisti nella situazione odierna della sinistra in termini di mobilitazione, orientamento politico e risultati elettorali. Sono differenze che hanno le loro premesse già nel periodo comunista e riflettono le peculiarità nazionali di ogni paese. Per questa ragione la prima parte della tesi riassume gli eventi che portarono al crollo del socialismo reale, offrendo una breve panoramica che metta in luce le specificità di ogni paese.
La seconda parte è dedicata all’analisi della sinistra nell’ex Unione Sovietica e nell’Europa dell’Est, concentrando lo studio sull’evoluzione dei partiti comunisti dopo la fine del regime e sul loro ruolo nella fase post-comunista, cercando delle linee evolutive comuni tra i paesi.
Infine nella terza parte viene presentato un quadro più approfondito di tre Stati: Russia, Repubblica Ceca e Slovacchia. [...]
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LA SINISTRA NELLE SOCIETA' POST-COMUNISTE
Una panoramica generale e tre casi studio
Introduzione
Lo scopo di questo lavoro è ripercorrere la complessa evoluzione della sinistra nelle società post-comuniste, a partire dalla disgregazione dei partiti al potere nel 1989 fino ai giorni nostri, indirizzando l’analisi sulle ragioni storiche, sociali ed economiche che hanno influito nell’attuale composizione.
Ciò che appare chiaro fin dall’inizio è l’esistenza di differenze sostanziali tra i vari paesi post-comunisti nella situazione odierna della sinistra in termini di mobilitazione, orientamento politico e risultati elettorali. Sono differenze che hanno le loro premesse già nel periodo comunista e riflettono le peculiarità nazionali di ogni paese. Per questa ragione la prima parte della tesi riassume gli eventi che portarono al crollo del socialismo reale, offrendo una breve panoramica che metta in luce le specificità di ogni paese.
La seconda parte è dedicata all’analisi della sinistra nell’ex Unione Sovietica e nell’Europa dell’Est, concentrando lo studio sull’evoluzione dei partiti comunisti dopo la fine del regime e sul loro ruolo nella fase post-comunista, cercando delle linee evolutive comuni tra i paesi.
Infine nella terza parte viene presentato un quadro più approfondito di tre Stati: Russia, Repubblica Ceca e Slovacchia. [...]
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Corso di Laurea triennale in Sien!e Politi"e e delle rela!ioni interna!ionali LA SINISTRA NELLE SOCIETA# POST$COMUNISTE Una %anora&ia 'enerale e tre asi studio Relatore( C"iar)&o Pro*) Maria Antonietta Con*alonieri Tesi di laurea di +ao%o Custodi ANNO ACCADEMICO ,-.,/,-.0
Chi, in politica, giudica secondo le etichette e le denominazioni e non secondo i fatti sociali, perduto. Leon Trockij La guerra dei contadini in Cina e il proletariato, 1932.
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Indice
I. II.
III. Abbreviazioni Introduzione 1989, una premessa storica La slnlsLra nellex unlone ovleLlca e ln Luropa dellLsL dopo ll 1989 I Communist successor parties I CSPs comunisti Socialdemocratici o comunisti? Una spiegazione storica I partiti del socialismo democratico e i verdi Movimenti sociali, partecipazione civica e sindacati Tre casi studio Russia Repubblica Ceca Slovacchia Conclusioni Bibliografia Ringraziamenti 4 5 7 18 18 22 26 27 29 32 32 37 42 46 48 51 4
Abbreviazioni
BM BSP CSPs u FMI FSN IS KPRF
KPU k kM
KSS LSP OPZZ
PC PCRM
PCUS PSD PSE RSFSR SMER-SD SPS UE WTO Banca Mondiale 8lqotsko 5oclollstlesko lottljo, Partito Socialista Bulgaro Communist Successor Parties esk sttooo socllo demokratick, Partito Social Democratico Ceco Fondo Monetario Internazionale ltootol 5olvtll Nolooole, Fronte di Salvezza Nazionale (Romania) Internazionale Socialista kommoolsteskojo lttljo kossjskoj leJetcll, Partito Comunista della Federazione Russa Komunistychna Partiya Ukrayiny, arLlLo ComunlsLa ducralna komoolstlck sttooo eskosloveosko, Partito Comunista di Cecoslovacchia komoolstlck sttooo ecb o Motovy, Partito Comunista di Boemia e Moravia (Repubblica Ceca) Komunistick strana Slovenska, Partito Comunista di Slovacchia lotvljos 5oclllstlsk pottljo, Partito Socialista di Lettonia Oqloopolskle lotozomleole 2wlzkw 2owoJowycb, Alleanza dei Sindacati di tutta la Polonia Partito Comunista lottlJol comooltllot Jlo kepobllco MolJovo, Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldova Partito Comunista dell'Unione Sovietica Partidul Social Democrat, Partito Social Democratico (Romania) Partito del Socialismo Europeo Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa Smer - socilna demokracia, Direzione - Socialdemocrazia (Slovacchia) 5ocljollstlko pottljo 5tblje, Partito Socialista di Serbia Unione Europea World Trade Organization, Organizzazione Mondiale del Commercio
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Introduzione
Lo scopo di questo lavoro ripercorrere la complessa evoluzione della sinistra nelle societ post-comuniste, a partire dalla disgregazione dei partiti al potere nel 1989 fino ai giorni nostri, lndlrlzzando lanallsl sulle ragioni storiche, sociali ed economiche che hanno influito nellattuale composizione. Ci che appare chiaro fln dalllnlzlo e leslsLenza dl dlfferenze sosLanzlall Lra l varl paesl post-comunisti nella situazione odierna della sinistra in termini di mobilitazione, orientamento politico e risultati elettorali. Sono differenze che hanno le loro premesse gi nel periodo comunista e riflettono le peculiarit nazionali di ogni paese. Per questa ragione la prima parte della tesi riassume gli eventi che portarono al crollo del socialismo reale, offrendo una breve panoramica che metta in luce le specificit di ogni paese. La seconda parte dedicata allanallsl della sinistra nellex unlone ovleLlca e nellLuropa dellLsL, concentrando lo studio sullevoluzlone del parLlLl comunlsLl dopo la flne del regime e sul loro ruolo nella fase post-comunista, cercando delle linee evolutive comuni tra i paesi. Infine nella terza parte viene presentato un quadro pi approfondito di tre Stati: Russia, Repubblica Ceca e Slovacchia. LargomenLo e naLuralmenLe molLo vasLo e genera una serle dl problemi interpretativi su cosa debba effettivamente essere analizzato. La prima difficolt nasce dal concetto stesso di sinistra, i cui contorni non sono sempre chiari, per esempio parlando dei vari partiti di centro-sinistra, eredi diretti dei vecchi partiti comunisti e subito rinominatisi soclaldemocratici", che sono diventati decisi sostenitori di politiche neoliberiste nei loro paesi. Un altro problema riguarda invece la definizione di post-comunismo, dove rientrano 6
slcuramenLe lex unlone ovleLlca e tutti i paesi europei oltre la cortina di ferro dopo il 1989, ma che diventa fumosa quando si parla di paesi quali la Cina, il Vietnam e il Laos, ancora guidati da partiti e ordlnamenLl dellepoca comunlsLa ma che dagli anni ottanta in poi hanno vissuto una graduale trasformazione economico-sociale che ne ha sostanzialmente stravolto i principi economici socialisti. Infine per una parte della letteratura specialista il concetto di post-comunismo sarebbe ormai inappropriato per descrivere la situazione attuale, sostenendo che, dopo pi di venLannl dal crollo del muro di Berlino, il passaggio ad una economia di mercato da considerarsi concluso, il ritorno al comunismo non pi una minaccia realistica e la maggioranza di quei paesi sono ormai rientrati nella famlglla europea" e fanno ora parLe delluL. Lungi dal dare una risposta alle problematiche accennate, questo lavoro vuole essere una ricerca storica e di politica comparata limitata al contesto russo-europeo, dove la deflnlzlone dl posL-comunismo" risulta pi chiara, ovvero una precisa fase storica iniziata nel 1989 e non ancora definitivamente conclusa. Unanalisi globale della sinistra in questo contesto non pu che partire dallevoluzlone dei vecchi partiti comunisti al potere: sia nel caso in cui abbiano mantenuto un profilo comunista, con tutte le sue sfaccettature, sia nel caso in cui si siano convertiti in partiti socialdemocratici. Ma prima di iniziare necessario tornare allanno chlave della flne del soclallsmo per ripercorrerne i passi essenziali.
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I. 1989, una premessa storica
Il 4 giugno 1989 in Polonia si tennero le prime elezioni multipartitiche, frutto di un accordo tra il partito comunista al potere guidato da Jaruzelski e il sindacato indipendente Solidarnosc. Cla nellagosLo 1988 un lnconLro Lra ll mlnlsLro degll lnLernl dl !aruzelskl e ll leader di Solidarnosc Lech Walesa, con la mediazione della Chiesa Cattolica, aveva preparato la nasclLa dl una Lavola roLonda" fra governo e opposlzlonl che aveva iniziato i lavori nel febbraio 1989. Alle elezioni il partito comunista ottenne un pessimo risultato, ma mantenne la maggioranza grazie ad una legge elettorale truccata che assicurava il 65% dei seggi alla Camera al partito comunista e ai partiti ad esso alleati fin dal 1948, come il Partito Democratico e il Partito Popolare Unito. Ma questa volta i partiti alleati, dopo aver ottenuto un alto numero di seggi grazie alla legge truccata, cambiarono schieramento e sostennero Solidarnosc, che cos raggiunse la maggioranza parlamentare e form un governo non comunista. La vittoria di Walesa alle elezioni presldenzlall dellanno successivo conferm definitivamente la fine del regime. Lo stesso giorno delle elezioni polacche, in Cina il governo comunista reprimeva nel sangue la protesta di Tienanmen, che andava avanti ormai da pi di un mese chiedendo democrazia e libert di stampa, ma anche maggiore giustizia sociale in seguito alle prime riforme economiche promosse da Deng Xiaoping dopo la morte di Mao. La protesta di 1lenanmen sembrava qulndl chledere rlforme alllnLerno del slsLema, reclamando il ritorno a un vero socialismo contro degenerazioni e corruzione. 1
1 Ne sono una conferma il riferimento da parte dei manifestanti a Hu Yaobang, politico comunista morto nellaprlle 1989, lenLuslasmo per larrlvo dl Corbaev ln Clna e luso delllnLernazlonale come canzone dl protesta. 8
La repressione venne motivata da Deng Xiaoping in un discorso pubblico alcuni giorni dopo, in cui dichiar che i manifestanti volevano rimpiazzare il sistema socialista, aprire la Cina al capitale internazionale e imboccare la via capitalista. In realt era proprio quello che il governo cinese si stava preparando a fare dopo aver chiuso definitivamente lesperlenza di Tienanmen, lanciando la Cina verso la liberalizzazione economica. Il 4 giugno quindi indicativo perch segna la biforcazione fra due dlversl posL- comunlsml": la via cinese (dittatura monopartitica e liberalizzazione economica decisa ma graduale), seguita anche da Vietnam e Laos; e la via polacca (trasformazione relativamente pacifica in uno stato liberal-democratico e rapida introduzione del libero mercato), che coinvolse la Russia, la maggioranza delle repubbliche ex sovietiche e tutti gli Stati dellLuropa dellLsL, anche se in ogni paese con modalit diverse. Chl segul lesemplo polacco della Lavola roLonda fra governo e opposizioni fu lUngheria. DeflnlLa la plu allegra baracca del campo soclallsLa", 2 la Repubblica Popolare Ungherese era governata da Janos Kadar, che era salito al potere dopo il tragico intervento sovietico del 1956. Kadar aveva iniziato una serle dl rlforme dallalLo attenuando la repressione politica e sperimentando un nuovo corso economico che univa al socialismo numerosi elementi di libero mercato. LlsLlLuzlone nel gennalo 1988 dl un passaporLo mondlale" che consenLlva al clLLadlnl dl vlagglare allesLero senza llmlLazlone ebbe fortissime ripercussioni in tutto il campo socialista. Ma la relativa apertura di Kadar non si rivel sufficiente e durante il 1988 venne progresslvamenLe emarglnaLo dallala pi riformista del partito che nel giugno 1989 (un mese prima della sua morte) istitu una Lavola roLonda" con lopposlzlone. In ottobre il partito cambiava nome in Partito oclallsLa ungherese e nel gennalo 1990 lungherla affronLava pacificamente le prime elezioni libere.
2 Gille, Zsuzsa. From the cult of waste to the trash heap of history: the politics of waste in socialist and postsocialist Hungary. Bloomington, Indiana University Press, 2007, pp. 8-9. 9
Mentre i riformatori di Polonia e Ungheria cercavano di negoziare una transizione pacifica, i gruppl dlrlgenLl dl Cecoslovacchla e Cermanla dellLst, inizialmente sostenitori della linea dura e ostili alle riforme dl Corbaev, finirono per essere travolti dal corso degli eventi e lasciarono il potere volontariamente, prendendosi in questo modo una rivincita inconsapevole su quei gruppi propagandistici occidentali che avevano sostenuto che i regimi totalitari per definizione non avrebbero mai potuto abbandonare il potere paclflcamenLe". 3
In Cecoslovacchia questo avvenne con la dimissione di vari esponenti del gruppo dirigente durante i giorni concitati della Rivoluzione di Velluto un susseguirsi di proteste di piazza inizialmente represse dalla polizia in cui furono intavolati negoziati fra governo e opposizione. Dopo un breve governo composto dal partito comunista e da alcuni rappresentantl dellopposlzlone, il presidente Gustv Husk il maggiore responsabile della dura normallzzazlone" dopo la sconfitta della primavera di Praga nel 1968 rassegn infine le proprie dimissioni. Il 29 dicembre il parlamento, ancora espressione del vecchio regime ma epurato dai membri pi reazionari, scelse il drammaturgo anticomunista Vclav Havel come nuovo presidente e fiss libere elezioni per la primavera del 1990. Nella DDR levenLo cenLrale fu la declslone del governo dl aprlre le frontiere il 9 novembre 1989, sancendo la fine del Muro di Berlino. Questa scelta fu facilitata dallo stato confusionale del gruppo dirigente, ormai consapevole di non poter essere aiutato dai sovietici. Anche il capillare controllo della popolazione da parte del governo si rivel alla fine inefficace e i potentissimi servizi segreti (la Stasi aveva pi informatori per persona del 1erzo 8elch e dellu8 stalinista) 4 non servirono a evitare la fine del regime. Addirittura un rapporto del 1989 di un giovane tenente avvertiva i suoi superiori che nei gruppi di
3 Hobsbawm, Erik. Il secolo breve. Milano, Rizzoli, 1995, pp. 568-569. 4 Funder, Anna. C'era Una Volta la DDR. Milano, Feltrinelli, 2005, p. 173. 10
opposlzlone cerano cosl LanLl lnformaLorl che le loro manlfesLazlonl apparlvano molLo plu forLl dl quanLo non fossero ln realLa". 5 Nel marzo 1990 si tennero le prime libere elezioni nella DDR che videro la vittoria di una coalizione di centro-destra e portarono alla riunificazione della Germania nel giro di pochi mesi. In Bulgaria il regime era dal 1956 nelle mani di 1odor lvkov, che aveva trasformato il paese nel plu fedele alleaLo allu8 ln LuLLa lLuropa orlenLale. Ma alla fine degli anni ottanta leconomla bulgara era ln grosse difficolt per i forti debiti contratti con le banche occidentali e per la troppa dipendenza dallu8 ln crlsl. A quesLo sl agglungevano le proteste della minoranza turca contro le politiche nazionaliste e di discriminazione attuate negll ulLlml annl da lvkov e la nasclLa delle prlme organlzzazlonl ecologlsLe, come Ekoglasnost, contro i crimini ecologici provocati dagli impianti bulgari. ll 10 novembre lvkov fu cosLretto a dimettersi in seguito alle forti pressioni interne al partito. Venne sostituito da un candidato vicino a Corbaev che traghett il paese verso le prime libere elezioni nel giugno 1990 e trasform il partito comunista in Partito Socialista Bulgaro, che vinse le elezioni con il 47.2% dei voti. LAlbanla era invece reduce dal lungo regime stalinista di Enver Hoxha morto nel 1985 che accusava i paesi limitrofi e lunlone ovleLlca di revisionismo" dagli insegnamenti di Stalin e aveva chiuso il paese in se stesso disseminandolo di bunker contro una possibile invasione. Eppure, nonostante il forte isolamento, anche in Albania fu lo stesso partito comunista a traghettare il paese verso libere elezioni, anche se in ritardo rispetto al resLo dLuropa. Dopo le proteste studentesche del dicembre 1990 il partito infatti acconsent ad lndlre elezlonl mulLlparLlLlche e nel 1991 fu eleLLa unassemblea costituente in cui i comunisti risultarono il primo partito con il 56.2% dei voti. Ma questo non imped che la nuova assemblea cambiasse la costituzione, rimuovendo i riferimenti al
5 Ivi, p. 55. 11
marxismo-lenlnlsmo con lappogglo del parLlLo comunlsLa, che cambl nome in Partito Socialista Albanese. La fine del socialismo in Romania avvenne invece diversamente. nel paese cera unavversione generalizzata verso Ceausescu e la moglie Elena ma non esistevano opposizioni organizzate, anche a causa della durezza del sistema repressivo. I due leader apparivano incapaci di accorgersi di non avere pi consensi, dopo aver perso anche gli ultimi appoggi in seguito alle dure politiche di austerit decise per ridurre il debito estero. Le testimonianze degli ultimi giorni dei Ceausescu raccontano come non fossero neanche consapevoli delle reali conseguenze sulla popolazione di tali riforme, 6 rinchiusi nel loro sfarzo fatto di ville, battute di caccia e assegni per i figli. 7
A dicembre 1989 Ceausescu e la moglie fuggirono in elicottero dalla folla che gli si era rivoltata contro durante un raduno. Furono catturati e infine fucilati il 25 dicembre dopo un processo sommario deciso dai nuovi governanti, arrivati al potere tramite manovre di palazzo e riuniti nel Fronte di Salvezza Nazionale (FSN), una coalizione formata da membri del regime e oppositori. Llnnesco delle rivolte anti-Ceausescu che permisero al FSN di prendere il potere fu la repressione nella citt di Timisoara e la successiva voce diffusasi nel paese secondo cui cerano sLaLl migliaia di morti. Nei media di tutto il mondo e in quelli rumeni ora controllati dal FSN furono trasmesse macabre foto dl migliaia di cadaveri nudi legati col filo spinato, donne sventrate e bambini trucidati". 8 Si scopr successivamente che le immagini erano frutto di una sconcertante manipolazione mediatica funzionale a legittimare il cambio di regime e che i cadaveri erano stai presi dai cimiteri. I morti durante
6 Cartianu, G. Cristian. La fine dei Ceausescu. Morire ammazzati come bestie selvatiche. Reggio Emilia, Aliberti Editore, 2012, pp. 276-291. 7 Ivi, pp. 74-79, pp. 214-217. 8 La Stampa, 24-12-1989, numero 296, p. 1. 12
le rivolte in Romania furono in realt 1104, ma di questi 942 solo dopo la fuga di Ceausescu, 9 in scontri la cui natura non mai stata chiarita totalmente. Il tracollo della Jugoslavia avvenne nello stesso periodo e fu la conseguenza di un intreccio fra crisi economica e crescita dei nazionalismi. La Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia era stata governata dal leader della resistenza antifascista Josef Tito fino alla sua morte nel 1980. Tito aveva slegato il paese dal blocco sovietico facendosi promotore del Movimento dei paesi non allineati e aveva reso leconomla pi dinamica con tentativi di autogestione operaia delle imprese e con parziali aperture a meccanismi di mercato. Inoltre la Costituzione concedeva alle Repubbliche partecipanti forme di autonomia impensabili in ogni altro paese socialista. Autonomie che avevano portato ad una slngolare forma dl plurlparLlLlsmo" 10 in cui i partiti al potere in ciascuna Repubblica polemizzavano spesso apertamente fra di loro. Con la morLe dl 1lLo venne a mancare ll prlnclpale garanLe dellunlLa federale e contemporaneamente scoppi una crisi economica a cui il nuovo governo rispose con misure di austerit controllate da FMI e BM. Pur essendo una crisi economica dovuta al forte lndeblLamenLo con lCccldenLe, fu percepita dai dirigenti delle singole Repubbliche jugoslave in termini nazionali, esasperando le tensioni etniche e riportando alla luce antichi rancori. Lultimo congresso della Lega dei Comunisti Jugoslavi (1990) che riuniva i partiti comunisti di ogni Repubblica fu domlnaLo dallacceso nazlonallsmo dei serbi guldaLl da lobodan Mlloevl, a cui i delegati sloveni e croati reagirono abbandonando il congresso. La Lega cess quindi anche formalmente di esistere, i vari partiti abbandonarono ll Lermlne comunlsLa" e le singole Repubbliche indirono libere elezioni
9 Falciola, Luca. colpltoe ooo pet solvotoe ceoto. ll ptocesso ol ceooesco e le sttoteqle Jl ttooslzlooe nella Romania post-comunista. Contemporanea, 13, 1, 2010, pp. 53-78. 10 Moscato, Antonio. Venti anni dopo il 1989, 2010, p. 6. Consultabile sul sito http://antoniomoscato.altervista.org/ 13
nello stesso anno, che furono dominate da retoriche nazionaliste. La fine della Jugoslavia e la sanguinosa guerra civile erano ormai alle porte. Conclusa questa panoramica sulla fine del socialismo nei paesi europei adesso necessario soffermarsi brevemente sullunlone ovleLlca, che del socialismo reale era stata artefice e baluardo e fin per essere il detonatore di tutte le esperienze fin qui descritte. uopo ll perlodo ln cul Leonld 8renev fu segreLarlo del arLlLo ComunlsLa dellunlone Sovietica (1964-1982) vissuto dai sovietici come una fase di stabilit politica e relativa crescita del benessere e una breve parentesi in cui il paese fu retto prima da Andropov e pol da ernenko, due anziani veterani della politica sovietica, nel 1985 fu eletto segretario del PCUS Michail Corbaev. LeLa, la formazione e la rapidit di carriera era il primo a non aver partecipato n alla rivoluzione/guerra civile del 1917-20 ne alla grande guerra paLrloLLlca" del 1941-45 contribuivano a presentarlo come una decisa novit. Ai suoi esordi Corbaev incarnava sia le speranze di una rivitalizzazione del socialismo sovietico nutrite da una parte dei quadri e degli intellettuali comunisti, sia la volont dellala conservatrice del partito di rilanciare lu8 come potenza internazionale. In una prima fase si limit a continuare la campagna moralizzatrice iniziata da Andropov e con il suo consenso le spese militari per il 1986 furono perfino aumentate. 11 Fu al XXVII Congresso del partito (1986) che Corbaev denunci lera breneviana come un periodo di corrosiva stagnazione politica ed economica, promettendo di lanciare il paese verso una modernizzazione efficientistica e verso un rinnovamento del socialismo in senso partecipativo e democratico. Buona parte dellapparaLo amministrativo e manageriale venne sostituito, la critica e il dissenso iniziarono ad essere tollerati; si apr una revlslone della sLorla ufflclale dellu8
11 Benvenuti, Francesco. kosslo oqql. uollo coJoto Jelluolooe sovletlco ol oosttl qlotol. Roma, Carocci Editore, 2013, p. 28. 14
che riabilit numerose vittime delle epurazioni (ma non Trockij). Venne lanciato un progetto di ristrutturazione delle istituzionl pollLlche e delleconomla, la perestroika, da attuare tramite un nuovo modo pi trasparente di intendere la vita politica del paese, la glasnost. Furono introdotti sostanziali elementi di mercato nel tentativo di dinamizzare leconomla sovleLlca, ma la legge sullauLonomla delle lmprese sLaLall del glugno 1987 si rlvel falllmenLare per leconomla e mise in crisi il processo di riforma. Essa introdusse il primato della pianificazione di impresa su quella nazlonale, collocando llmpresa sLaLale ln una rete di rapporti contrattuali che segnarono il disfacimento della pianificazione centralizzata senza per averla sostituita con una cornice istituzionale funzionale alla concorrenza di mercato. 12
Il passo decisivo verso la rottura del sistema politico sovietico avvenne nel 1988, anno in cui fu approvata la Lrasformazlone dellunione Sovietica ln uno LaLo dl dlrlLLo" e fu proclamata la separazione del partito dallo Stato. Nacque una nuova assemblea legislativa il Congresso dei deputati del popolo che prevedeva candidature plurime slegate dal partito e che avrebbe poi designato il Soviet Supremo, che a sua volta avrebbe eletto il resldenLe. Corbaev dlvenne qulndl resldenLe dellu8 nel 1989. Un anno dopo fu applicato lo stesso meccanismo elettorale in ciascuna delle quindici Repubbliche federali. Il rigetto della doLLrlna 8renev", cloe ll dlrlLLo/dovere dl lnLerferenza dellu8 negll affari interni dei paesi appartenenti alla sfera di influenza sovietica, accrebbe largamente allesLero lenLuslasmo per Corbaev. Lu8 approv slgnlflcaLlvl aLLl unllaLerall dl dlsarmo e prese la declslone, lnlzlalmenLe manLenuLa segreLa, dl rlLlrare leserclLo dallAfghanlsLan. Nel 1989, mentre i regimi satelliti est-europei crollavano uno dopo lalLro, lu8 mantenne un atteggiamento di benevolo distacco.
12 Ivi, pp. 29-30. 15
Ma in patria la popolarit dl Corbaev era in calo e gli esperimenti economici della perestroika aggravarono lo sLaLo delleconomla nazlonale e peggiorarono gli standard di vita della popolazione, aumentando nel partito la resistenza conservatrice alle riforme. Contemporaneamente crescevano nelle varie Repubbliche sovietiche le manifestazioni autonomiste e separatiste in chiave antirussa e anticomunista, accompagnate da esplosioni di violenza, che portarono le varie Repubbliche sovietiche con le tre Repubbliche baltiche in testa ad un susseguirsi di dichiarazioni prima di sovranit e poi di vera e propria indipendenza dallu8. Alllnlzlo del 1990 il partito era ormai spaccato in tre correnLl: quella dl Corbaev, che prevedeva la graduale trasformazione del PCUS in un partito socialdemocratico, quella conservaLrlce e auLoproclamaLasl marxlsLa", osLlle allapprofondimento della perestroika, e quella democraLlca", che premeva per riforme pi rapide e incisive. 8orls Llcln, espresslone dl quesLulLlma correnLe, era dlvenuLo popolare nella RSFSR (la Repubblica 8ussa alllnLerno dellu8) grazle alla sua capaclLa dl collocarsl efficacemente in opposizione alla linea gradualista di Corbaev, sostenendo una versione della perestroika populista e radicale. A maggio fu eletto Presidente della RSFSR e il 12 giugno, ln un gesLo dl sflda verso lunlone ovleLlca e Corbaev, proclam la sovranit nazionale (primato della legislazione della Repubblica su quella federale). A luglio abbandon il XXVIII e ultimo Congresso del PCUS e stracci la tessera del partito. Corbaev, ormal preoccupaLo principalmente di preservare lordine pubbllco e lunlLa dello Stato sovietico, form a dicembre un nuovo governo che sembrava propendere per unintesa con i conservatori. Nel marzo 1991 indisse un referendum per una Unione meno centralizzata, che vinse con il 76% dei voti ma con Georgia, Armenia, Moldavia e le Repubbliche baltiche che rifiutarono di parteciparvi. Corbaev, Llcln e gli altri presidenti delle repubbliche federali stipularono 16
cos un progeLLo dl revlslone dellunlone che prevedeva ormai una struttura blandamente confederale. uue glornl prlma della flrma, ll governo dellu8, dopo aver LenLaLo senza successo di far desisLere Corbaev da quella che veniva vista come la flne dellunlone, tent un colpo di Stato insieme ad esponenti conservatori del partito. Ma il putsch si rivel indeciso, privo di programma e di prospettive e le autorit della RSFSR coordinate da Llcln riuscirono facilmente ad avere ragione sul golpe. Il fallimento di questa mossa disperata accrebbe ulteriormente il prestigio di Llcln a scapito dl quello dl Corbaev, accusato di aver scelto male i suoi ministri. Anche il PCUS, che non era neanche riuscito a prendere una posizione chiara durante gli eventi, mostr tutta la sua impotenza. Llcin rispose espropriando le propriet del partito, che passarono alla RSFSR, e a novembre dichiar il PCUS illegale. Lunlone fu deflnlLamenLe sclolLa a dlcembre sostituta da una Comunit degli Stati indipendenti (CSI) mal definita e priva di poteri e la RSFSR divenne laLLuale lederazlone 8ussa che con Llcln sl lancl ln un processo rapldo e confuso di demolizione delle strutture economiche sovietiche e di introduzione del mercaLo". 13
Questo rapido excursus sulla fine del socialismo ha il solo obiettivo di mostrare come esistano rilevanti differenze nella tipologia dei regimi comunisti e nelle modalit con cui sono crollati nel 1989-91 (vedi Tavola 1, pag. seguente). Sono differenze che torneranno uLlll nel prosslml caplLoll anallzzando levoluzlone della slnlsLra posL 89. nulla Lolgono al fatto che il 1989 fu un gigantesco effetto domino che andava da Berlino a Ulan Bator e che llmporLanza lnLernazlonale dl quegli eventi lascia in secondo piano le diversit al suo interno.
13 Ivi, p. 47. 17
Lo sLorlco e glornallsLa 1lmoLhy CarLon Ash, ln un lnconLro a raga con lopposlLore Pavel nel dicembre 1989, parlando delle rivoluzioni in corso fece una battuta che, oltre a rivelarsi abbasLanza profeLlca, mosLrava bene leffeLLo domlno dl quel glornl: ln Polonia 10 anni, in Ungheria 10 mesi, nella DDR 10 settimane, chiss che in Cecoslovacchia saranno 10 glornl!". 14
arebbe fanLasLlco se poLesse essere cosl, la 8lvoluzlone e Lroppo faLlcosa" fu la rlsposLa di Havel. 15
Tavola 1. Communist Experience by Year and Country. 16
14 Ash, Timothy Garton. The Magic Lantern: The Revolution of '89 Witnessed in Warsaw, Budapest, Berlin and Prague. Random House, 1990, p. 78. 15 Ibidem. 16 Pop-Eleches, Grigore e Tucker, Joshua. Associated with the Past? Communist Legacies and Civic Participation in Post-Communist Countries. East European Politics & Societies, 27, 1, 2013, p. 52. 18
II. La sinistra nellex Unione Sovietica e in Europa dellEst dopo il 1989
I Communist successor parties ullonda delle proteste del 1989, le prime elezioni libere del 1990-91 videro generalmente la vittoria delle opposizioni anticomuniste con a capo personaggi popolari che si erano opposti al precedente regime (il leader di Solidarnosc Walesa in Polonia, il drammaturgo Havel in Cecoslovacchia, lo scrittore rpd Gncz in Ungheria). Eppure fu chiaro fin da subito che gli eredi diretti dei vecchi partiti comunisti al potere (dora ln avanLl Cs, Communist Successor Parties) non erano affatto scomparsi e ottennero complessivamente buoni risultati. Nella maggior parte dei casi divennero soclallsLl" o soclaldemocraLlcl" e si presenLarono alleleLLoraLo con un profllo pollLlco nuovo. Alle elezioni costituenti in Bulgaria (1990) e Albania (1991)
i CSPs raggiunsero persino la maggioranza dei voti, nonostante ll sosLegno flnanzlarlo degll LaLl unlLl allopposlzlone. 17
Gli analisti di quegli anni, che immaginavano una rapida scomparsa dei vecchi partiti comunisti nella nuova fase democratica, spiegarono la loro sopravvivenza dopo il 1989 come un temporaneo contrattempo del periodo di transizione. 18
La vittoria del Partito Laburista Democratico di Lituania (1992), dellAlleanza della lnlsLra Democratica in Polonia (1993) e del Partito Socialista Ungherese (1994), mostrarono per definitivamente che non si trattava di un fenomeno temporaneo, ma di un chiara tendenza di tutti i paesi post-comunisti.
17 Blum, William. Killing hope: US military and CIA interventions since World War II. Zed Books, 2003, p. 315. 18 Pasynkova, Veronika. Successor Parties and Trade Unions in the Post-Communist States. Institutionalizing Informal Relationships. Changing Europe Summer School V, Informal Networks, Clientesm and Corruption in Politics, State Administration, Business and Society. Case Studies from Central and Eastern Europe, Praga, 2010, p. 4. 19
Le ragioni di questo successo sono numerose. Luke March 19 ne identifica tre principali, al di l delle specificit nazionali: 1. i problemi socioeconomici della transizione; 2. la nostalgia verso il passato; 3. la debolezza dei partiti anticomunisti. Il turbolento processo di trasformazione delle economie pianificate in economie di mercato aveva infatti portato ad un crollo del PIL con vertiginosi aumenti della dlsoccupazlone e dellinsicurezza sociale, facendo crescere un vago senso dl nosLalgla", ci raramente significava un legame col marxismo-leninismo quanto piuttosto il rimpianto della stabilit, dellunlversallsmo e del paLernallsmo del reglme, conLrapposLo alllnslcurezza aLLuale caraLLerlzzaLa dallaumenLo della crlmlnallLa, della stratificazione sociale e delle tensioni etniche. In questo contesto la vecchia classe dirigente fortemente riformata appariva alla popolazione come una forza in grado di combinare sia la volont di continuare il processo dl rlforma, sla lesperlenza lsLlLuzionale e di governo necessaria per farlo in maniera pi organizzata e meno caotica. Esperienza di governo che invece mancava completamente alle forze anticomuniste risultate vittoriose in una prima fase e che ora si trovavano in difficolt. Ad esempio in olonla la Lerapla durLo in economia attuata da Walesa aveva sottoposto la societ a tensioni enormi, facendo precipitare la popolarit del tanto elogiato sindacato polacco, che inizi cos a disgregarsi. Veronika Pasynkova 20 e Ondrej Cisar 21 aggiungono unalLra raglone a quelle elencate da March: il legame che i partiti comunisti sono riusciti a mantenere con i sindacati anche dopo il 1989. In vari paesi infatti la collaborazione (formale o informale che fosse) tra i CSPs e i sindacati eredi del precedente regime ha permesso di ottenere canali e strumenti che lopposizione non aveva. Questa collaborazione si spiega con il carattere dei sindacati durante il periodo comunista: organizzazioni di massa capaci di relativa mobilitazione, non
19 March, Luke. Radical Left Parties in Europe. Abingdon, Routledge, 2011, p. 73. 20 Pasynkova, Veronika. Op. cit. 21 Clsa, Cnde[. Post-Communism and Social Movements. Encyclopedia of Social and Political Movements, vol. 3, 2013, pp. 994-999. 20
avevano per alcun carattere di conflittualit ed erano ln buona sosLanza unemanazione del governo nei luoghi di lavoro, limitandosi ad applicare le politiche governative e a amministrare alcuni servizi sociali. I sindacati si trovarono cos dopo il 1989 ad essere una delle poche organizzazioni di massa esistenti seppur in declino e il loro sostegno alle lite politiche post-comuniste tanto nella fase elettorale quanto una volta arrivate al governo fu, se non determinante, comunque un aspetto importante. Il reale mutamento ideologico avvenuto all'interno dei CSPs non deve per essere sottovalutato: il volto nuovo che si erano dati, spesso bollato dallopposlzlone come una semplice maschera per opportunismo politico, si rivel complessivamente genuino e una volta arrivati al potere continuarono con decisione la trasformazione post-comunista del paese. Proseguirono infatti la strada verso il capitalismo implementando le riforme economiche liberiste fatte di privatizzazioni, liberalizzazioni e tagli alla spesa pubblica. La rlduzlone delllnLervenLo pubbllco ln economla fu LalmenLe lnclslva da mettere seriamente in dubbio il loro profilo socialdemocratico; ma le politiche economiche che attuarono erano comunque in linea con la tendenza maggioritaria nella socialdemocrazia europea e i CSPs divennero presto membri a pieno titolo del Partito del Socialismo Europeo (PSE) e delllnLernazlonale oclallsLa (IS). Queste due organizzazioni hanno attivamente colonlzzaLo" la slnlsLra posL-comunista, svolgendo un ruolo importante nella de- radicalizzazione dei CSPs, fornendo loro un bagagllo culLurale, unldenLlLa e una leglLLlmlLa nuova. 22 Lassenza di organizzazioni lnLernazlonall dl slnlsLra plu radlcall dellIS e del PSE rese ancora pi facile questo processo (il Partito della Sinistra Europea nascer solo nel 2004).
22 March, Luke. Op. cit., p. 114. 21
Le speranze di una parte della popolazione che vedeva in questi partiti una Lerza vla" Lra comunismo e capitalismo, capace di riprendere il meglio di entrambi i sistemi, finirono presto. 23
In alcuni casi i CSPs al governo avevano perfino scavalcato a destra i loro avversari, con unaccelerazlone del processo di privatizzazione e liberalizzazione delleconomla attraverso tagli durissimi al welfare, lasciando ad altri soggetti politici, non di sinistra, il ruolo di rappresentanza dei gruppi sociali usciti perdenti dalle riforme. Ad esempio in Ungheria il radicale liberismo del partito socialista stato determinante nella crescita di forze nazionaliste di destra sostenitrici dello stato sociale e ostili al neoliberismo, in un sistema sempre pi polarizzato e dai contorni destra-sinistra confusi. Tomas Baylis 24 ha cercato di spiegare la politica liberista dei CSPs sostenendo che non fosse una libera decisione politica, ma il risultato di una forte pressione esterna. La pressione politica dei creditori internazionali quali il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale sulle lndeblLaLlsslme nazlonl dellEst fu infatti decisiva nel determinare le loro scelte politiche. LaperLura dl nuovl presLlLl fu sempre legaLa allademplmenLo dl determinate riforme strutturali. Per molti di loro si aggiunsero in seguito le pressioni dellunlone Luropea per integrare pienamente le loro economie nel mercato europeo. In una prima fase alcuni CSPs cercarono di rifiutare questa linea liberista: il Partito Socialista Bulgaro (BSP) e il Partito Socialdemocratico di Romania (PSD), ad esempio, si mostrarono insofferenti alle presslonl delllMl. Ma dal 2001 abbandonarono definitivamente la loro avversione verso le istituzioni finanziarie internazionali e verso ulteriori riforme di mercato, era lunlco modo per ottenere i nuovi crediti necessari a
23 Kenney, Padraic. ll peso Jello llbett. lotopo Jellst Jol 1989. Torino, EDT, 2008, p. 3. 24 Segert, Dieter. The post-Communist Left in Eastern Europe with a real, left politics?. Rosa Luxemburg Foundation, Online-Publikation, 2006. 22
risollevare le loro economie in depressione. 25 Nel 2003 llnLernazlonale oclallsLa acceLL la loro domanda di adesione e ne divennero membri pieni.
I CSPs comunisti Fino a qui abbiamo parlato solamente di quella parte dei CSPs che si subito trasformata in un partito socialdemocratico, ha vinto competizioni elettorali pluraliste e ha poi promosso politiche liberiste. Questa sicuramente la tendenza maggioritaria, ma non avvenuto ovunque: in alcuni paesi i CSPs hanno rifiutato una riforma ideologica e programmatica di questa portata e sono rimasti formalmenLe legaLl allldeologla comunlsLa, come nel caso russo e ceco, o comunque alllnLerno dl un profllo chlaramenLe di sinistra, come in Germania. Questi partiti hanno spesso ottenuto risultati elettorali importanti (vedi Tavola 2, pag. 25): il Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF) e il Partito Comunista Ucraino (KPU) sono risultati pi volte il partito con la maggioranza relativa alle rispettive elezioni parlamentari; il Partito Comunista di Boemia e Moravia (kM) rlenLra a pleno LlLolo tra i principali partiti politici cechi; e il Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldova (PCRM) ha perfino governato il paese per otto anni (2001- 2009). Inoltre in ogni paese in cui il partito comunista si trasformato in partito socialdemocratico vi stata sempre una fazione minoritaria che si opposta al rinnovamento ideologico e che si separata creando un CSP comunista. Questi partiti si sono rivelati per dei micro-partiti e sono rimasti sempre al margine della vita politica dei paesi, chiudendosi in un isolato dogmatismo marxista-leninista, e a volte rientrando allo sLesso Lempo nellorblLa del socialdemocratici (Bulgaria). Solo in pochi e temporanei casi
25 March, Luke. Op. cit., p. 114. 23
hanno raggiunto dei risultati rilevanti, come nel 1998 in Ungheria (3,95%) e nel 2002 in Slovacchia (6,32%), per poi vivere da quel momento un costante declino. La dlvlslone neLLa fra parLlLl rlformaLl" e parLlLl non rlformaLl" uLlllzzaLa da alcunl studiosi sembra per essere limitante, in quanto non esiste CSP comunista che non sia cambiato profondamente dopo la fine del socialismo reale, in termini di programma politico, strutture organizzative e composizione dei membri. 26 Esistono poi partiti la cui collocazione in queste due categorie risulta estremamente difficile, come nel caso del Partito Socialista Serbo (SPS) durante la presidenza di Mlloevl, il cui acceso nazionalismo era agll anLlpodl dellorlenLamenLo europelsLa del corrispettivi partiti est-europei; o del PCRM, che durante il suo lungo governo in Moldavia non ha attuato nessuna politica definibile di sinistra, nonostante sia perfino membro a pieno titolo del Partito della Sinistra Europea. Il PCRM, che vanta il primato di unico partito comunista post-sovietico ad essere arrivato al potere, merita una breve presentazione. Innanzitutto ha beneficiato del fatto di non aver partecipato alla fase di trasformazione post-comunista del paese, essendo stato legalizzato solo nel 1994, ed quindi stato percepito dalla popolazione come un partito dalle manl pullLe", senza responsablllLa per ll degrado socloeconomlco e la corruzlone seguiti al 1989. 27 Il sistema parlamentare, a differenza di quello presidenziale delle altre repubbliche ex sovietiche, ne ha poi favorito la vittoria. Una volta arrivato al potere nel 2001 il PCRM si inserito pienamente in un common trend delle repubbliche ex sovietiche che ha visto le ex ellLe comunlsLe al poLere (nomenklaLura) to acclimatize themselves to the post-Soviet market economy and to turn Kapital lnLo caplLal". 28 La differenza che lo ha fatto mantenendo formalmente la sua tradizione comunista, accompagnata dal
26 Segert, Dieter. Op. cit. 27 March, Luke. Op. cit., p. 81. 28 Ivi, p. 82. 24
pragmatismo del leader Vladimir Voronin, che ha dato una direzione tecnocratica al partito e lo ha reso fortemente omogeneo, dopo aver allontanato gli elementi pi conservatori. Negli anni 2007-2008 ce sLaLo un LenLaLlvo dl rlaffermare lldenLlLa comunlsLa rinnovandola, durante il quale il partito ha aderito al Partito della Sinistra Europea, ha crlLlcaLo ll passaLo LoLallLarlo" e ha agglornaLo ll suo panLheon pollLlco con nuovi personaggi tra cui Gramsci e Bukharin. 29 Ma questo rinnovamento ideologico del partito comunque contraddittorio dato che il PCRM continua ad essere membro della stalinista Unione dei Partiti Comunisti-Partito Comunista dell'Unione Sovietica, che unisce i partiti comunisti ex sovietici sotto la guida del KPRF non ha avuLo nessun rlsconLro nellazlone politica di governo. Il PCRM ha presieduto allenLraLa del paese nel WTO, promosso la prospeLLlva dl unintegrazione europea e non ha attuato nessuna diffusa ri- nazlonallzzazlone delle lmprese prlvaLlzzaLe dopo loLLanLanove, llmlLandosl ad un blando aumento della spesa pubblica. Il pragmatismo del PCRM non riscontrabile in nessun altro partito comunista dellLsL, anche se deve essere considerato che nessuno di loro arrivato a governare. In linea molto generale gli attuali CSPs comunisti sl professano ancora legaLl allldeologla marxista o marxista-leninista, associata per ad una retorica patriottica e ad una condotta socialdemocratica che ne attenua il radicalismo. Ma fra di loro esistono comunque sensibili dlfferenze: ll k8l e ll kM, ad esemplo, sono due forLl parLlLl comunlsLl diversi fra loro (verranno esamlnaLl nella Lerza parLe della Lesl, alllnLerno del casl dl 8ussla e 8epubbllca Ceca rispettivamente).
29 Ivi, p. 83. 25
26
Socialdemocratici o comunisti? Una spiegazione storica Una delle teorie pi diffuse che prova a splegare levoluzlone del CSPs quella elaborata da Herbert Kitschelt e dai suoi collaboratori nel 1999. 30 Questa teoria, ripresa anche da Pasynkova e March, sostiene che la tipologia di CSP sia strettamente legata alle caratteristiche del regime esistente prima del 1989. Kitschelt identifica tre diversi tipi di eredit comunista: 1. Patrimonial communism, 2. National-accommodative communism e 3. Bureaucratic-authoritarian communism. Il primo si riferisce a paesi come la Serbia, la Romania, la Bulgaria e a gran parLe dellex Unione Sovietica, in cui il regime comunista nato in societ prevalentemente agricole e con deboli tradizioni democratiche. Questi regimi hanno generalmente utilizzato le reti clientelari e le strutture sociali precedenti per radicarsi e ottenere la legittimazione popolare. Il secondo riguarda nazioni come la olonla, lungherla, la lovenla e gli Stati del Baltico in cui lldeologla comunlsLa fu lmposLa forzatamente e il regime scont sempre una debole legittimazione e un incompleto controllo della societ civile, privilegiando spesso la cooptazione alla repressione. Il terzo si sviluppato in Cecoslovacchia e nella DDR, societ che avevano gi vissuto llndusLrlallzzazlone economlca e una maggiore razionalizzazione delle istituzioni politiche, con consistenti tradizioni socialiste e operaie precedenti. Qui il regime comunista ha creato burocrazie altamente centralizzate e autoritarie, instaurando al tempo stesso un maggiore legame con la classe operaia. Secondo Kitschelt i regimi del primo tipo hanno favorito la formazione di CSPs basati su relazioni clientelari e su una rielaborazione del partito in senso pi marcatamente
30 Kitschelt, Herbert (ed). Post-communist party systems: competition, representation, and inter-party cooperation. Cambridge University Press, 1999. 27
nazionale. Questo sia nel caso dei CSPs comunisti (KPRF), sia di quelli socialdemocratici (BSP, PSD, SPS). I regimi del secondo tipo hanno invece facilitato la nascita di partiti socialdemocratici rapidamente trasformati e fortemente riformisti. Il terzo tipo stato infine decisivo nel determinare CSP pi genuinamente comunisti (kM) o comunque con un chiaro profilo di sinistra (Die Linke).
I partiti del socialismo democratico e i verdi Oltre ai partiti socialdemocratici e ai partiti comunisti, esistono altre due tipologie di partiti alllnLerno del panorama pollLlco della sinistra: quelli che si rifanno al soclallsmo democraLlco" e l verdi. I primi sono quei partiti che hanno abbandonato il marxismo- leninismo senza per approdare alla socialdemocrazia contemporanea, cercando di sviluppare un radicalismo nuovo e mostrandosi pi attenti a valori della nuova sinistra come ll femmlnlsmo, lecologia e il pacifismo. La maggior parte di essi sono membri fondatori del Partito della Sinistra Europea, come il Partito del Socialismo Democratico (oggi La Sinistra, Die Linke) in Germania, il Partito del Socialismo Democratico in Repubblica Ceca, il ParLlLo dellAlleanza oclallsLa in Romania e il Partito della Sinistra Estone (oggi Partito della Sinistra Unita Estone), a cui si sono aggiunti nel 2009-2010 il PartlLo della lnlsLra 8lelorussa un Mondo ClusLo" e la Sinistra Bulgara. Questi partiti sono per generalmente molti piccoli e senza alcuna capacit di mobilitazione: risultano fortemente penalizzati dal fatto che i loro valori fondanti sono poco presenti nella cultura di queste societ est-europee. Questo per numerosi motivi, non ultimo la mancanza delle mobilitazioni del 1968, che condizionarono molto il pensiero di sinistra in Occidente, facendo nascere una nuova sinistra che non si diffuse mai ad Est. 28
Certo ci furono importanti eccezioni, come il tentativo del Partito Comunista Cecoslovacco di auto-rinnovarsi nel 1968, o la Scuola di Budapest in Ungheria legata al filosofo Georg Lukcs, o ancora la rivista Praxis in Jugoslavia per un umanesimo marxista; ma furono sempre eccezioni circoscritte o temporalmente limitate, pi volte frenate dallosLlllLa del reglme (o dellu8 nel caso cecoslovacco). La considerevole eccezione del partito tedesco Die Linke, che il terzo partito del paese con l8.6% dei voti (2013), sl splega facllmenLe col faLLo che la Cermanla e solo a meLa" uno stato post-comunista: la sLessa ule Llnke nasce dallunlone del C della Cermanla dellLsL (arLlLo del oclallsmo Democratico) con una scissione di sinistra dei soclaldemocraLlcl dellCvesL. Inoltre la Germania un paese che vanta una forte tradizione operaia e di sinistra, che precede lesperienza del socialismo reale. Anche i verdi risultano dei partiti deboli e ai margini della vita politica dei loro paesi (vedi Tavola 3, pag. seguente), con piccole eccezioni in Repubblica Ceca, Lettonia e Estonia. Le ragioni sono simili a quelle date per l parLlLl del soclallsmo democraLlco" e sono state determinanti nel renderli partiti lontani dalla sinistra, con un dichiarato anticomunismo e spesso in coalizione con il centro-destra. Per queste ragioni le frequenti collaborazioni in Occidente tra i partiti della sinistra radicale e i verdi (tra tutte, le coalizioni rosso-verdi nordiche) appaiono impossibili nel contesto est-europeo.
29
Tavola 3. The Electoral Performance of the Left in Central and Eastern Europe, 2000-2013. 31
Data are aggregate figures from 20 former communist countries.
Movimenti sociali, partecipazione civica e sindacati Le organizzazioni sociali e civiche restano generalmente deboli e poco sviluppate nei paesi post-comunisti. La ragione va ricercata guardando al passato: i regimi comunisti avevano promosso forme di mobilitazione e una vasta rete di organizzazioni civiche, ma la partecipazione era spesso obbligatoria e comunque fortemente regolata dallo Stato, mentre le organizzazioni indipendenti erano generalmente marginalizzate o vietate. Il processo di transizione avviato nel 1989 port alla morte di queste grosse organizzazioni sociali e quelle che sopravvissero (come i sindacati) mantennero usualmente il ruolo subordinato al governo che avevano avuto durante il socialismo. Il sindacalismo conflittuale e indipendente resta quindi molto marginale, nonostante vi siano stati negli ultimi anni segnali di una parziale inversione di tendenza. Ad esempio in Polonia ll plccolo slndacaLo AgosLo 80", che Lrae le sue orlglnl dalla sinistra interna a Solidarnosc degli anni ottanta, 32 riuscito a emergere in un contesto di egemonia del
31 March, Luke. wbots left of tbe left lo ceottol ooJ osteto otope?. Russian International Affairs Council, Europe, Analysis, 2013. 32 Leigh, Phillips. wbots left lo osteto otope (oo lotetvlew wltb 5tefoo 2qllczyoskl ooJ Iooe notJy). Red Pepper, pubblicazione online, 2010. 30
sindacato erede del regime comunista (OPZZ) e di Solidarnosc, rispettivamente legati al centro-sinistra e alla destra. Agosto 80 ha avuto in pi occasioni relazioni con la FIOM italiana nella comune lotta contro le politiche di Marchionne negli stabilimenti FIAT, presenti anche in Polonia. I movimenti giovanili di sinistra di tipo occidentale restano ancora oggi molto deboli nei paesi post-comunisti e scontano, cosi come gi detto per l parLlLl del soclallsmo democraLlco", lassenza dl una subculLura glovanlle dl slnlsLra legaLa al nuovl valorl naLl ln occidente negli anni sessanta-settanta. Pur in questo contesto, va tuttavia sottolineata la modesta inversione di tendenza avvenuta con la globalizzazione e lo scoppio della crisi economica mondiale, con mobilitazioni interessanti in paesi come la Russia, la Romania o nelle Repubbliche ex jugoslave, dove alcuni di questi valori erano penetrati gi durante il socialismo reale. 33 I movimenti degli ultimi anni, dagli indignados a Occupy, non sono rlusclLl ad aLLecchlre allLsL nello stesso modo che in Occidente, ma hanno comunque avuto qualche influenza. Ma la sinistra resta ancora una componente minoritaria in molti degli attuali movimenti di protesta est-europei, come mostrano le recenti manifestazioni in Bulgaria del 2013. 34
Le organizzazioni civiche strettamente legate al supporto straniero, finanziate da fondazioni americane pubbliche e private fin dal 1989, 35 o da organizzazioni europee in anni pi recenti, 36 hanno invece avuto una relativa diffusione, fungendo spesso da think thank liberisti. Il caso pi estremo sicuramente quello del movimento giovanile serbo
33 Kanzleiter, Boris e Tomi, orde. The Left in the Post-Yugoslav Area in Hildebrandt, Daiber e Striethorst (eds). From Revolution to Coalition: Radical Left Parties in Europe. Rosa Luxemburg Foundation, Manuskripte 2, 2012. 34 Ferrario, Andrea. La Bulgaria scende in piazza (3-10-2013) e Bulgaria: scendono in campo gli studenti (17-11-2013). Consultabili sul sito http://crisiglobale.wordpress.com/ 35 Csa, Cnde[. Op. cit. 36 Ibidem. 31
Otpor!, che con il sostegno americano riusc a realizzare una vasta mobilitazione facilitando la caduta di Milosevic in Serbia nel 2000. I leader di Otpor! sostenettero poi la nascita di organizzazioni simili nella maggior parte dei paesl dellex unlone ovleLlca, promuovendo mobilitazioni antiautoritarie dal carattere apertamente anti-russo e pro-occidentale, usando sempre gli stessi metodi e le stesse strategie e riuscendo in alcuni casi a far cadere i loro governi. Sono le cosiddette rlvoluzlonl coloraLe", rlsulLaLe vlLLorlose ln Ceorgla (2003), ucralna (2004) e klrghlzlsLan (2005). Questi movimenti, nonostante usassero un linguaggio giovanile e a volte perfino una simbologia movimentista e di sinistra (il famoso pugno chiuso di Otpor!) non sono chiaramente collocabili nel panorama della sinistra. LanallsLa dl geopollLlca Marko Papic che lavora per Stratfor, unagenzia americana di global intelligence, ha parlato di Otpor! in una mail interna intercettata da WikiLeaks dicendo che the cute kids who seemed so spontaneous were actually bank rolled by all sorts of shady U.S. funds". 37
37 Email-ID: 1702762. http://search.wikileaks.org/gifiles/?viewemailid=1702762 (link consultato il 14/11/13.) 32
III. Tre casi studio
Russia LaLLuale parLlLo comunlsLa russo (k8l) trae le sue origini dal Partito Comunista della RSFSR, che era un distaccamento nazionale del PCUS nato nel 1990 per raccogliere sia il sentimento anti-elclnlano sia llnsofferenza verso le rlforme dl Corbaev alllnLerno della RSFSR (oggi Federazione Russa). Il partito risultava per indebolito dalle lotte interne tra riformisti e conservatori, lotte che rimasero irrisolte al momento della sospensione (agosto 1991) e della dichiarazione di illegalit (novembre 1991). Solo alla fine del 1992 il riuscito ricorso alla Corte Costituzionale mlse flne alllllegallLa, permettendo la rifondazione di un partito comunista. Tuttavia questa rifondazione fu compllcaLa dalleslsLenza dl declne di gruppi comunisti sorti in seguito allo sfaldamento del PCUS che si consideravano suoi legittimi successori. Tra le varie fazioni in competizione tra loro per rifondare il partito riusc a prevalere la vecchia leadership del PC della RSFSR, che nel febbraio 1993 inaugur il Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF) con a capo Gennadij Zjuganov, un esponenLe dellala conservaLrlce vicino agli ambienti nazionalisti. 38
Zjuganov infatti nel periodo intercorso tra il bando del PCUS e la nascita del KPRF aveva partecipato attivamente ad un Fronte di Salvezza Nazlonale" composto da un confuso miscuglio di gruppi comunisti e nazionalisti radicali, uniti dallodlo verso Llcln e le riforme neoliberiste, favorevoli alla rlcosLruzlone dellu8. 39 Il Fronte cos costituito fu subito dlchlaraLo lllegale da Llcin, ma riusc a sopravvivere e nel 1993 organizz llnsurrezlone dl Mosca durante lo scontro tra il Presidente e il Parlamento. Il neonato KPRF diretto da Zjuganov decise per di non sostenere llnsurrezlone, inserendosi cos nel nuovo sistema
38 March, Luke. Radical Left Parties in Europe. Abingdon, Routledge, 2011, p. 87. 39 Benvenuti, Francesco. Op. cit., p. 65. 33
politico e sottraendosi alla successiva repressione. Partecip quindi alle elezioni parlamentari di dicembre (a differenza degli altri gruppi comunisti, che da questo momento persero progressivamente influenza) e ottenne il 12,4% dei voti, iniziando ad lmporsl come lunlca opposlzlone reale e riconosciuta" dal governo. Nel 1996 Zjuganov arriv al 40,7% dei voti nel ballottaggio per le elezioni presidenziali, nonosLanLe Llcln avesse dalla sua parte i media, maggiori risorse finanziarie e il sostegno internazionale. Gli anni duemila comportarono per per il KPRF un lento declino, dovuto allaumenLo della popolarit di Putin e al fatto che sia Putin che Medvedev apparivano pi nazionalisti e meno filo-occldenLall dl Llcln, rluscendo cosl a soLLrarre buona parte delleleLLoraLo al KPRF. 40 Contemporaneamente il partito divenne sempre pi vicino allesLabllshmenL governaLlvo, venendo accusaLo dl essere pi lopposlzlone di Sua MaesLa" che lopposlzlone a ua MaesLa", 41 privo di un reale interesse ad opporsi al sistema vigente e in buona sostanza capace di pacificare le proteste sociali dando loro un canale di sfogo elettorale. 42 Ma va anche riconosciuto che, pur in tale ambiguit, resta attualmente lunlca opposlzlone seml-indipendente in parlamento capace di criticare le autorit federali e di operare come un normale partito politico, ergendosi a difensore della democrazia e del pluralismo e catalizzando spesso i voti ostili a Putin e a Medvedev provenienti da ogni parte politica. 43 Per questa ragione il regime ha spesso sostenuto la nascita di finte opposizioni di sinistra e di centro-sinistra (Rodina nel 2003, la scissione del KPRF Patrioti di Russia nel 2005 e Russia Giusta nel 2007), di fatto sostenitrici di Putin e
40 March, Luke. Op. cit., p. 88. 41 March, Luke. 1be ltoqmotlc koJlcollsm of kosslos commoolsts in Curry, Jane Leftwich and Urban, Joan Barth (eds). The Left Transformed in Post-Communist Societies. Lanham, Rowman & Littlefield, 2003, p. 169. 42 March, Luke. Radical Left Parties in Europe, Abingdon, Routledge, 2011 , p. 88. 43 Levintova, Ekaterina. Being the opposition in contemporary Russia: The Communist Party of the Russian Federation (KPRF) among social-democratic, MarxistLeninist and nationalistsocialist discourses. Party Politics, 18, 5, 2012, p. 733. 34
appositamente create per sottrarre voti al KPRF. 44 Alle elezioni del 2011 il partito comunque tornato a crescere con il 19,2% di preferenze. Lldeologla del KPRF si basa su una reinterpretazione del marxismo in chiave nazionalista, ln cul lesperlenza sovleLlca dlvenLa solo lulLlmo Lassello dl una secolare civilt russa che ha reso grande il paese. Il comunismo visto pi come una tradizione autoctona che una teoria politica-filosofica, e viene associato alle conquiste patriottiche (il welfare sovietico, la vittoria militare contro il nazifascismo, lo status di superpotenza ragglunLo dallu8). 45 Inoltre, allo spirito rivoluzionario del marxismo, il KPRF ha privilegiato un pragmatismo politico di matrice socialdemocratica (vedi Tavola 4). Tavola 4. Evolution of three main elements of KPRFs public discourse. 46
44 March, Luke. Op. cit., p. 89. 45 March, Luke. Op. cit., p. 75. 46 Levintova, Ekaterina. Op. cit., p.734. (2003-2004 is missing from the horizontal axis in this and all subsequent figures because of the lack of data for these two years, not because of an oversight in the scale.) 35
Questa chiave di lettura del comunismo spiega sia la riabilitazione da parte del KPRF di Stalin e del soclallsmo ln un solo paese", sia gli ottimi rapporti tanto con alti esponenti della Chiesa Ortodossa, quanto con ricchi oligarchi russi in competizione con il capitale straniero. 47 Lostilit del partito verso ll Cay rlde dl Mosca e verso lomosessuallLa in generale e lanLlsemlLlsmo di alcuni suoi parlamentari non possono che confermare questa tesi. 48
Una rivisitazione del comunismo di questo tipo chiaramente una peculiarit russa per le sue caratteristiche storiche e ha favorito la nascita di movimenti pi radicali del KPRF, come il Partito Nazional Bolscevico di Eduard Limonov, il cui simbolo era la bandiera nazista con la falce e il martello al posto della svastica. Questa reinterpretazione nazionalista del comunismo rimane debolissima nei paesi est-europei che subirono la dominazione dellu8 e debole anche negli altri paesi post-sovietici, che erano s parte della superpoLenza sovietica", ma pur sempre come soggetti secondari. Le proteste anti-Putin del 2011-2013 hanno per porLaLo alla luce leslsLenza dl una emergente sottocultura di sinistra indipendente dal KPRF, giovanile, movimentista e pi simile alle sue controparti europee, che potrebbe anche cambiare i rapporti di forza alllnLerno della sinistra russa. 49 Lesemplo plu conoscluLo il Fronte di Sinistra, che ha partecipato attivamente a tutte le mobilitazioni degli ultimi anni. Il suo portavoce Sergei Udalcov diventato uno dei leader delle proteste anti-Putin, apparendo inizialmente come il possibile volto di una nuova sinistra russa. Tuttavia attualmente agli arresti domiciliari e la sua influenza politica diminuita in seguito ad alcune divergenze che si
47 March, Luke. Op. cit., p. 88. 48 Ibidem. 49 March, Luke. The Russian left has barely emerged from the shadow of Stalin, but there are significant signs of change. LSE - London School of Economics and Political Science, pubblicazione online, 2013. 36
erano verificate alllnLerno del movimento 50 circa i suoi rapporLl con lopposlzlone liberale. 51
Un altro movimento il Fronte Russo Unito del Lavoro (ROT Front), che a dicembre 2012 finalmente riuscito a registrarsi come partito politico, dopo che la sua richiesta era stata rifiutata per ben sette volte consecutive. 52 Formato inizialmente da una parte dei comunisti che nel 1993 rifiutarono di unirsi al KPRF, coinvolge anche attivisti del Fronte di Sinistra e vari sindacati indipendenti. Un altro piccolo raggruppamento che merita di essere menzionato, perch riflette lo svlluppo dl unemergente subcultura giovanile di sinistra, il Movimento Socialista Russo, nato nel 2011 e vicino alla Quarta Internazionale trotskista. indicativo che le Pussy Riot condannate dal KPRF, che ha sostenuto la Chiesa Ortodossa 53 si considerino oggl parte di un movimento anticapitalista globale composto da anarchici, trotskisti, femministe e autonomi" e allo stesso tempo un prodotto della cultura europea, in lotta per una libert di stampo occidentale". 54
Per concludere, le proteste del 2011-2013 hanno sicuramente fatto emergere in Russia una sinistra alternativa prima nascosta e hanno perfino smosso il KPRF che, nonostante non abbia partecipato attivamente alle manlfesLazlonl rlLenendole aranclonl" e fllo- occidentali, ha promesso durante le elezioni presidenziali del 2012 di accogliere in caso di vittoria alcune delle richieste dei manifestanti. La vlLLorla non ce sLaLa, ed ll governo e stato accusato di brogli elettorali. Tutto questo ha faLLo nascere del malumorl alllnLerno del KPRF nei confronti di Zjuganov, accusato di eccessivi legami con la Chiesa e gli
50 Kagarlitsky, Boris. Boris Kagarlitsky on the current state of the left and social movements in Russia. LINKS international journal of socialist renewal, pubblicazione online, 2013. 51 http://rotfront.su/o-tretem-sezde-levogo-fronta (sito consultato il 14-11-2013.) 52 http://rotfront.su/v-rossii-posle-semi-otkazov-zaregistrirovana-politicheskaya-partiya-rot-front (sito consultato il 14-11-2013.) 53 http://kprf.ru/rus_soc/109335.html (sito consultato il 14-11-2013.) 54 Pussy Riot. I Love Russia, But I Hate Putin. Interview with Pussy Riot Leader. Spiegel Online, 09-03- 2012. 37
oligarchi, 55 mostrando come esistano dlfferenLl correnLl allinterno del partito, 56 che potrebbero riemergere in futuro nel caso di rinnovo della carica di Segretario, fino ad ora sempre tenuta saldamente in mano da Zjuganov. Le elezioni per il sindaco di Mosca del 2013 la prima grande prova elettorale dopo le proteste ha per vlsLo la forLe cresclLa dellopposlzlone llberale al reglme, che sembra quindi aver beneficiato di pi del calo della popolarit di Putin rispetto alla sinistra alternativa, con cui aveva condiviso le manifestazioni. ll candldaLo dellopposlzlone liberale, laLLlvlsLa e dlssldenLe Aleksej Navalnl[, non riuscito a vincere, ma ha comunque raggiunto il 27.24% dei voti, lasciando il KPRF a solo il 10,69%, senza che la sinistra alternativa riuscisse a partecipare alle elezioni. 57
Repubblica Ceca Il comunismo nella Repubblica Ceca vanta una lunga tradizione storica: il Partito Comunista Cecoslovacco (k) era uno dei pi forti partiti comunisti dellLuropa orlenLale e operava in una societ industrializzata con un rilevante movimento operaio. Dopo la seconda guerra mondiale risult infatti il primo partito alle elezioni del 1946. Nel 1948 inglob il partito socialdemocratico (antenato dellaLLuale u) e con un colpo di mano istitu il regime comunista. Con la fine del regime, il k sopravvisse costituendosi come partito federale composto da due organizzazioni distinte: il Partito Comunista di Boemia e Moravia (kM) e il Partito Comunista Slovacco (KSS). La federazione dei due partiti fin per due anni dopo con la
55 http://rt.com/politics/chided-comrades-ties-oligarchs-081/ (sito consultato il 14-11-2013.) 56 March, Luke. Radical Left Parties in Europe, Abingdon, Routledge, 2011, p. 87. 57 Grazioli, Stefano. le elezlool o Mosco, oo compooello Jollotme pet lotlo e Novoloy. Limes, pubblicazione online, 2013. 38
dlvlslone della Cecoslovacchla e levoluzlone soclaldemocraLlca della conLroparLe slovacca. 58
ll kM occup fln da sublLo una poslzlone lmporLanLe nel slsLema pollLlco ceco. nel 1990 arriv secondo con il 13,24% dei voti e nel 1992 ottenne il 14,05% come parte di una coalizione di sinistra (Blocco di Sinistra). Dopo un leggero declino nel 1996 (10,33%) e nel 1998 (11,03%), alle elezioni del 2002 ottenne il suo miglior risultato con il 18,51%. Nel 2006 e nel 2010 ricominci a perdere voti, ottenendo il 12.8% e l11,3% rispettivamente, per poi tornare a crescere nel 2013 con il 14.91%. 59
Politicamente il kM si colloca a met tra un partito del socialismo democratico e un partito comunista ortodosso. Alla sua nascita sembr muoversi verso il socialismo democratico, con alcuni membri che sostenevano la continuit con il soclallsmo dal volLo umano" del 1968, ma sconLava lassenza dl leader capacl apparLenenLl a questa corrente. 60
I protagonisti della Primavera di Praga o avevano abbandonato definitivamente il socialismo, o erano stati dimenticati, o ancora screditati per la loro iniziale collaborazione col nuovo regime filo-sovietico dopo llnvaslone del 1968. lnolLre lassenza di una chiara rottura con il precedente KS faclllL larrlvo nel partito di molti esponenti del passato regime, rendendo ancora pi difficile questa evoluzione. Il kM resta un movimento diviso ed eterogeneo. Nonostante nel 1993 sia stata vietata leslsLenza dl plaLLaforme lnLerne, sono riscontrabili tre differenti fazioni alllnLerno del partito: 1. quella nostalgica del regime comunista, anche definita stalinista"; 2. quella pragmatica, meno ideologica e pi interessata a occupare posizioni di potere; 3. quella neo-comunista legata al socialismo democratico, che preme per la nascita di una sinistra
58 Mare, Mlroslav. Comparison of communist parties in East Central Europe. The ICCEES Regional European Congress, Deutsche Gesellschaft fr Osteuropakunde e.V. "Transcending Europe's Borders: The EU and Its Neighbours", Berlino, 2007. 59 I risultati si riferiscono alle sole elezioni della Camera dei Deputati. 60 March, Luke. Op. cit., p. 77. 39
del XXI secolo. 61 I tentativi di creare un nuovo partito che rompesse chiaramente col precedente regime (il Partito del Socialismo Democratico, membro fondatore della Sinistra Europea), cos come quello dl rlfondare ll k da parLe degll elemenLl plu conservaLorl, non hanno avuto successo ed entrambi i soggetti restano estremamente marginali. 62
ll plurallsmo lnLerno al parLlLo splega la sua ldeologla lbrlda": membro osservatore della Sinistra Europea, il kM resta legato in vari modi al passato regime, ma allo stesso tempo si presenta con un programma politico innovativo che propone decise misure soclaldemocraLlche nel breve perlodo e un progeLLo lndlpendenLe dl soclallsmo moderno" nel lungo perlodo, che ponga laccenLo sullautogestione operaia delle imprese (podnikov samosprva) e ln cul la democrazla non sla uno slogan dl moda ma una domanda caLegorlca". 63 Si considera un difensore della cultura nazionale contro loccldenLallzzazlone e llnfluenza amerlcana, ma a differenza del KPRF russo non in buoni rapporti con la Chiesa, e anzi rivendica gli espropri agli ecclesiastici attuati durante il socialismo reale. Il suo euroscetticismo reale ma debole; ad esempio, durante il referendum del 2003 sullenLraLa della Repubblica Ceca nelluL il partito sostenne ufficialmente il no, ma lo fece mettendo in luce anche i potenziali vantaggi del s e alcuni esponenti del partito dichiararono aperLamenLe llnLenzlone di votare a favore. 64
Lelezlone a egreLarlo nel 2003 del plu glovane vo[Lch llllp, dopo che ll precedenLe egreLarlo aveva rassegnaLo le dlmlsslonl lamenLando le dlvergenze pollLlche alllnLerno della leadership, ha prodotto solo dei cambiamenti marginali nella linea del partito, ma si
61 Holubec, Stanislav. The Czech radical left in Hildebrandt, Daiber e Striethorst (eds). Op. cit., p. 193 e March, Luke. Op. cit., p. 78. 62 Mare, Mlroslav. Op. cit. 63 Holubec, Stanislav. Op. cit., p. 190 e March, Luke. Op. cit., p. 78. 64 Holubec, Stanislav. Op. cit., p. 192. 40
riscontrato un atteggiamento pi collaborativo con la Sinistra Europea e con i soclaldemocraLlcl cechl (u). 65
Il partito risulta per essere un parLlLo dl penslonaLl", con uneLa medla dei membri altissima (nel 2008 era di 70 anni) e con un numero di iscritti che di conseguenza in costante diminuzione dal 1989. 66 Il numero delle donne per in aumento, e oggi rappresentano quasi la met degli iscritti. 67 Inoltre il partito ha vari membri di differenti nazionalit, come i flgll del comunlsLl grecl che emlgrarono duranLe gll annl 30 o gll studenti del terzo mondo che vennero nella Repubblica Ceca a studiare prima del 1989 e decisero poi di rimanere. 68 Il suo elettorato maggiore si trova nelle zone industriali, nei villaggi e nei piccoli centri urbani, mentre poco votato nelle grandi citt. ll kM e lnfaLLl molto debole a Praga, una delle citt che ha beneficiato di pi della fine del socialismo. 69
ll parLlLo e espresslone dl una soLLoculLura" comunlsLa che esiste sicuramente nella Repubblica Ceca, ma che resta isolata socialmente. 70 I media nazionali sono fermamente anLlcomunlsLl e lunlco canale su cul ll kM pu contare il piccolo quotidiano Hal noviny. La sua autonomia dal panorama politico dominante ha permesso al partito di catalizzare durante le elezioni numerosi voti di protesta, ma senza riuscire a trasformare quei voti in sostenitori attivi. Inoltre, fare attivismo per il partito comunista pu comportare una limitazione delle possibilit di fare carriera nel paese. 71 Infatti il kM a differenza dei comunisti russi che hanno frequenti rapporti con gli oligarchi non ha nessun rapporto con lobby economiche o di altro tipo. 72
65 March, Luke. Op. cit., p. 80. 66 Holubec, Stanislav. Op. cit., p. 185. 67 Ivi, p. 186. 68 Ivi, pp. 186-187. 69 Ibidem. 70 March, Luke. Op. cit., p. 77. 71 Holubec, Stanislav. Op. cit., p. 189. 72 Ibidem. 41
ln parlamenLo ll kM stato fin dalla nascita soggetto di una conventio ad excludendum che ricorda quella del PCI italiano e che gli ha impedito di ottenere qualsiasi ruolo di potere. 73 negll ulLlml annl ce per sLaLa una discreta inversione di tendenza e sono migliorati i rapporti con i socialdemocratici (u). Sono nati governi regionali u-kM ed aumentata la collaborazione tra i due partiti in parlamento. Ma il u continua a escludere categoricamente un governo nazionale con i comunisti flno a quando ll kM non romper definitivamente con il passato regime e accetter il ruolo della Repubblica Ceca nella NATO. 74
Per quanto riguarda i movimenti sociali e studenteschi, questi continuano a essere abbastanza deboli nella Repubblica Ceca, hanno di sovente un atteggiamento critico verso ll kM, che viene ancora visto come il vecchio partito di Stato che li reprimeva, 75 e preferiscono rifiutare eventuali proposte di collaborazione per evitare che le loro rivendicazioni vengano bollate come comunlsLe". 76 Esiste in questi movimenti una componente non marginale appartenente ad una sinistra autonoma e anti-autoritaria ostile al partito comunista; ad esempio in alcune importanti proteste contro la globalizzazione, a cui si aggiunsero anche i giovani del kM, ci furono delle aggressioni fisiche ad opera di militanti anarchici per allontanare i comunisti dal corteo. 77 Migliori relazioni esistono invece con i piccoli movimenti di stampo trotskista, con cui il partito ha collaborato pi volte. 78
Un ragionamento analogo a quello dei movimenti vale anche per i sindacati; infatti esiste solo un piccolo sindacato legato al partito, mentre le principali organizzazioni sono
73 March, Luke. Op. cit., p. 79. 74 Ivi, p. 80. 75 Holubec, Stanislav. Op. cit., p. 194. 76 Ivi, p. 191. 77 Mare, Mlroslav. Communist and Post-Communist parties in the Czech Republic and in Slovakia in Backes, U. e Moreau, P. (eds). Communist and Post-Communist Parties in Europe. Gttingen, Vandenhoek and Ruprecht, 2008, p. 305. 78 Ibidem. 42
generalmente vicine al partito socialdemocratico, anche se vari sindacalisti locali hanno comunque buoni rapporti con i comunisti. 79
La situazione lievemente cambiata dopo il 2006, quando il partito sostenne una mobilitazione di successo contro una base radar americana, ma in generale i rapporti con i movimenti sociali restano difficili. Fra i fattori determinanti sono da tenere presenti anche l'et media elevata dei membri del kM, che rende la comunlcazlone col glovanl plu difficile, e il fatto che la sua esigua rappresentanza giovanile si caratterizzi come fortemente stalinista e di conseguenza molto lontana dalle posizioni antiautoritarie dei movimenti. Lo stalinismo della federazione giovanile ha creato pi volte imbarazzo alla stessa dirigenza del partito, e lorganlzzazlone e sLaLa perfino dichiarata illegale dal governo ceco dal 2006 al 2010. 80
Slovacchia La Repubblica Slovacca ha fatto parte della Cecoslovacchia insieme alla Repubblica Ceca fino al 1 gennaio 1993, giorno in cui lo Stato federale cess formalmente di esistere in seguito alla separazione consensuale delle due repubbliche, che divennero cos degli Stati indipendenti. Il paese condivide quindi la sua storia con la Repubblica Ceca, eppure le due repubbliche hanno seguito strade diverse nella loro evoluzione post-comunista e oggi la Slovacchia presenta un quadro politico diverso da quello ceco. Alle prime elezioni del Consiglio Nazionale Slovacco nel 1990, il Partito Comunista Slovacco (KSS) unito col suo omologo ceco nel k flno al 1992 ottenne il 13,3% dei voti, un
79 Holubec, Stanislav. Op. cit., p. 190. 80 March, Luke. Op. cit., pp. 78-79. 43
risultato quasi identico a quello ottenuto nella Repubblica Ceca. Ma al suo lnLerno lala modernizzatrice e riformista era molto pi forte che nel kM ceco e riusc fin da subito ad imporsi, ottenendo che il partito cambiasse nome in KSS-Partito della Sinistra Democratica, per poi diventare Partito della Sinistra Democratica (SDL) nel 1991. 81 I riformisti avviarono cos unevoluzlone graduale verso un profilo socialdemocratico. Nel 2005 il Partito della Sinistra Democratica si unito con altre formazioni di centro- sinistra per formare il partito Direzione-Socialdemocrazia (Smer-SD), che ha vinto le elezioni nel 2006. Smer-SD ha governato in coalizione con una formazione minoritaria di destra e nazionalista, il Partito Nazionale Slovacco, venendo per questo temporaneamente espulso dal Partito del Socialismo Europeo (2006-2008), nonostante lopposlzlone del socialdemocratici cechi (SSD), che sostennero i loro omologhi slovacchi. Smer-SD ha rivinto le elezioni nel 2012, dando vita questa volta ad un governo monocolore, e il suo leader Robert Fico uno dei politici di centro-sinistra pi popolari del paese. 82
Con la fine del regime socialista il partito comunista ha quindi vissuto un processo di riforma interna simile a quello di altri paesi est-europei ma diverso da quello ceco. Come abblamo vlsLo, lala modernlzzaLrlce rluscl fln dalllnlzlo a oLLenere ll conLrollo del parLlLo, a differenza che nella 8epubbllca Ceca. CuesLo comporL gla nel 1991 lusclLa di massa degli esponenti conservatori legati al marxismo-leninismo, lasciando cos il partito libero da una solida minoranza interna conservatrice e velocizzando la sua evoluzione socialdemocratica. Nel 1992 i conservatori che lanno precedente avevano abbandonato il partito si unirono per rifondare il Partito Comunista Slovacco (KSS), che fu inaugurato lo stesso anno. LaLLuale KSS si considera il legittimo successore del partito al potere durante il comunismo
81 Mare, Mlroslav. Op. cit., p. 294. 82 Economist. Slovakia turns left. 2012. ConsulLablle alllndlrlzzo http://www.economist.com/blogs/easternapproaches/2012/03/slovakias-election 44
e risulta pi ortodosso e nostalgico del KSM ceco. 83 Il partito riuscito a entrare per la prima volta in parlamento nel 2002, beneficiando della temporanea crisi politica nel centro-sinistra e ottenendo cos il suo miglior risultato (6,32%), ma ha iniziato subito a perdere consensi, avviando un declino non ancora concluso che stato aggravato da conflitti personali interni al partito. 84 Nel 2012 ha ottenuto il suo peggior risultato, scendendo allo 0,72% dei voti, dopo lo 0,83% del 2010. Il caso slovacco stato molto meno studiato di quello ceco, 85 ma una spiegazione delle differenze fra i due paesi pu essere trovata riprendendo le classificazioni teoriche di Kitschelt, presentate in questa tesi a pagina 26. Nella sua analisi Kitschelt considera la Cecoslovacchia socialista come un esempio di bureaucratic-authoritarian communism: industrializzato, con una burocrazia forte e repressiva e con tradizioni operaie e socialiste precedenti al regime. Questa classificazione appare veritiera per la parte ceca il cui CSP infatti rimasto comunista come previsto da Kitschelt ma non sembra corretta per la parte slovacca del paese. Alla fine della seconda guerra mondiale la Slovacchia non aveva uneconomla industrializzata come la Repubblica Ceca; 86 e neanche un forte partito comunista, come mostrano le elezioni cecoslovacche del 1946, che furono vinte complessivamente dai comunisti, ma in cui gli elettori slovacchi votarono in massa per il Partito Democratico Slovacco (poi liquidato dal governo comunista), che ottenne il 61,43% dei voti, raddoppiando il risultato dei comunisti.
83 Mare, Mlroslav. Comparison of communist parties in East Central Europe. The ICCEES Regional European Congress, Deutsche Gesellschaft fr Osteuropakunde e.V. "Transcending Europe's Borders: The EU and Its Neighbours", Berlino, 2007. 84 8yb, Marek e ueegan-Krause, Kevin. 5lovoklos commoolst soccessot pottles lo compototlve perspective. Communist and Post-Communist Studies, 41, 4, 2008, p. 502. 85 Mare, Mlroslav. Communist and Post-Communist parties in the Czech Republic and in Slovakia in Backes, U. e Moreau, P. (eds). Communist and Post-Communist Parties in Europe. Gttingen, Vandenhoek and Ruprecht, 2008, p. 287. 86 Carpenter, Michael. Slovakia and the triumph of nationalist populism. Communist and Post- Communist Studies, 30, 2, 1997, p. 211. 45
Durante il regime socialista la Repubblica Slovacca ottenne la legittimazione sociale pi con la coopLazlone e luso delle reLl cllenLelarl, piuttosto che con la repressione. 87
opraLLuLLo negll ulLlml venLannl del reglme, ci fu in Slovacchia sia meno repressione da parte del governo locale, sia meno opposizione organizzata da parte dei cittadini, rispetto a quanto avveniva contemporaneamente nella Repubblica Ceca. 88
La Slovacchia quindi, nonostante fosse parte integrante della Cecoslovacchia, sembra avere uneredlLa comunlsLa plu slmlle ad una combinazione di patrimonial communism e national-accommodative communism. 89 Questo spiega perch il CSP della Cecoslovacchia abbia seguito evoluzioni diverse nei due paesi, diventando nella Repubblica Ceca uno dei plu forLl parLlLl comunlsLl dellunlone Europea e in Slovacchia un importante partito socialdemocratico europeista.
87 Nedelsky, Nadya. Divergent responses to a common past: Transitional justice in the Czech Republic and Slovakia. Theory and Society, 33, 1, 2004, pp. 86-88. 88 Ibidem. 89 Ibidem. 46
Conclusioni
La crisi economica mondiale sta colpendo lLuropa orlenLale cos come quella occidentale. Le prestazioni dello Stato sociale vengono ridotte, la diseguaglianza sociale aumenta, le istituzioni democratiche perdono di legittimit e in molti paesi prende plede unostilit diffusa verso le attuali lite politiche. La sfida dei prossimi anni sar incentrata sulla capacit di dare una rappresentanza politica al malcontento sociale, catalizzare i voti di protesta e coinvolgere la fetta di popolazione sempre pi disaffezionata dalla politica. Lanallsl dellevoluzlone della slnlsLra condoLLa flno ad ora permeLLe di fare alcune previsioni sui possibili sviluppi futuri: la capacit dei CSPs di cogliere questa sfida sembra infatti dipendere dalla loro collocazione politica nella trasformazione post-comunista. I CSPs approdati alla socialdemocrazia contemporanea, allineati su soluzioni liberiste o di austerit, non appaiono assolutamente in grado di raccogliere stabilmente i voti di protesta, come dimostrano le manifestazioni attualmente in corso in Bulgaria, iniziate durante il governo di centro-destra ma riprese con maggiore forza dopo la formazione del nuovo governo Lecnlco" dl coallzlone, sostenuto da centro-destra e socialisti. Tuttavia in questi paesi caratterizzati da un CSP socialdemocratico la crisi non sembra avvantaggiare neanche i partiti comunisti e i movimenti di sinistra, che restano troppo deboli, privi di una leadership e di quadri riconosciuti, per beneficiare della situazione potenzialmente favorevole. La fetta di popolazione, prevalentemente anziana, che ricorda con nostalgia vari aspetti del precedente regime, resta ancora in maggioranza un elettorato sicuro dei CSPs socialdemocratici. Le nuove generazioni, cresciute nel periodo di massima popolarit del liberismo, rimangono complessivamente anticomuniste e guardano con diffidenza molti dei tradizionali valori della sinistra. 47
Il risultato una crescita della destra neofascista, che sembra riuscire a catalizzare i voti di protesta molto meglio della sinistra, collegando la critica allaLLuale degrado economico- politico con una retorica ultranazionalista, autoritaria e xenofoba. I risultati pi recenti alle elezioni nazionali ungheresi e a quelle regionali slovacche vanno in questa direzione, in un quadro politico globale sempre pi cupo. Allo scenario cos descritto vi sono comunque delle eccezioni, come le ex Repubbliche jugoslave, dove manca attualmente una sinistra radicale organizzata con quadri e leadership affermati, ma in cui a mio parere sussistono condizioni favorevoli per un suo potenziale sviluppo. nellex !ugoslavla, lnfaLLl, esistono sia una frammentata subcultura giovanile di sinistra, sia una rilevante nostalgia per Tito. Inoltre la destra nazionalista sopravvive ma non vince: i dolorosi ricordi della guerra civile sono ancora troppo vivi nella memoria della gente. Interessanti novit potrebbero quindi arrivare dai Balcani, se la sinistra locale sar in grado di raccogliere la sfida e organizzarsi. Nei paesi in cui i CSPs hanno mantenuto la loro identit comunista la situazione appare invece diversa. Questi partiti riescono infatti meglio dei loro corrispettivi socialdemocratici a beneficiare della crisi economico-politica, come mostrano le ultime elezioni in Russia e nella Repubblica Ceca, in cui i due partiti comunisti hanno aumentato i loro consensi. Ma la sflda e LuLLalLro che vlnLa ed entrambi si contendono la rappresentanza del malcontento sociale e politico con altre forze: in Russia con lopposlzlone llberale a uLln e nella Repubblica Ceca con la formazione politica creata dal ricco imprenditore 8abl. CuesLulLlmo e arrlvaLo secondo alle elezioni del 2013, dopo essere enLraLo ln pollLlca solo lanno prlma fondando il parLlLo Azione dei Cittadini lnsoddlsfaLLl". Le analogle con la lorza lLalla del 1994 vengono sublLo allocchlo.
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Ringraziamenti
Tre anni. Sono gi passati tre anni dal mio arrivo a Pavia. In realt non sono cos tanti, ma si sa, il tempo relativo, e a me sembrano uninfinit. I ricordi di quel timido ragazzino liceale che sognava di scappare da un mondo di cui non si sentiva parte si fanno gi lontani e dai contorni ormai sfumati. Mi riempie dorgoglio la consapevolezza di avercela fatta. Sono stati anni bellissimi, di crescita personale, di vere amicizie, di interessi comuni, di primi amori, di formazione politica e di enorme passione ideale. Voglio quindi dedicare questa tesi alle molte persone che mi hanno accompagnato in questo fantastico viaggio, che iniziato a Pavia e che solo i miei sogni sanno dove mi porter. Ma prima permettetemi un ringraziamento speciale alla mia famiglia e in particolare a mamma e pap: merito loro se tutto questo stato possibile. Mi hanno sempre sostenuto nelle mie scelte, anche se comportavano sacrifici e nuove difficolt, e mi hanno trasmesso un orizzonte valoriale per cui sar loro sempre grato. un dono bellissimo, tanto prezioso quanto raro. Il mio pensiero va a Martina, lultima arrivata ma la pi importante. In lei ho trovato una spalla su cui piangere, una mano con cui camminare, un sorriso con cui festeggiare, una persona con cui sognare, un amore. A Davide, compagno di vita e di sogni. Le contingenze della vita ci hanno separato, manchi molto amico mio. Ad Amina e Kycca, le pi belle amiche universitarie che si possa mai avere. Mi viene un nodo alla gola a pensare come sar continuare gli studi senza di voi. A tutta Casa Campari, fatta di coinquilini, ex inquilini e visitatori abituali che non dimenticher mai: Amanda, Fra e Silvia, che mi hanno accolto disorientato e disperso dopo lErasmus; Luca, che ha creduto in me fin dallinizio; Teo, di cui ricordo con nostalgia le grandi discussioni in cui Marx e Nietzsche si davano la mano. 52
A Marta, la pi bamba di tutte, dolce amica a cui voglio un mondo di bene, e agli amici di Casa Bertoldi, dove questo viaggio ha avuto inizio. Ai compagni e amici della rivista Kronstadt, che hanno fatto il grave errore di avermi come loro direttore. Ai coinquilini della nuova Casa Inostros, spin-off di Casa Campari. Salvio, non dubitare compagno, il nostro piano segreto alle porte. Ad Aaron, che ha rallegrato molte serate con la sua chitarra, ad Alberto e il suo post-modernismo vintage, a Saul e la sua lucidit un po nerd, a Carlo e la sua simpatia. Agli amici conosciuti in Erasmus nellincantevole Santiago de Compostela e alle persone incontrate in questi tre anni nei miei viaggi per il mondo, dalla Palestina che resiste al Chiapas zapatista, passando per lalternativa Marinaleda. La historia es nuestra. Voglio infine ringraziare Antonio Moscato, che stato fondamentale nella mia crescita politica; Aldo Giannuli, cuoco sopraffino, ideatore delle leggendarie salsicce alla giannuli, che si offerto di aiutarmi per la tesi; Luke March, che mi ha gentilmente inviato il suo lavoro; Franco, che mi ha aiutato nella revisione finale. E adesso tutti a festeggiare, perch se non posso ballare, allora non la mia rivoluzione!