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16 febbraio 2008

appunti dal seminario di J. Lacan, I, relazione oggettuale e relazione intersoggettiva

io diventa oggetto davanti ad una x che lo sguardo di altri questa intersoggettivit immaginaria; pu non esserci un altro, ma basta che ci sia una finestra, un punto dal quale siamo visti, ed ecco che altri l che mi guarda, mi vede e io lo so che mi vede nel sadismo laltro oggetto del mio desiderio di dominarlo, ma non come cosa inerte; deve restare un soggetto, di cui ottengo - a cui strappo - un consenso, una accondiscendenza che richiede preliminarmente la sua libert, la sua coscienza, e che mi garantisce la testimonianza, e la sua umiliazione. Se carne morta non c pi relazione sadica (Il seminario, I, p.265) non ho bisogno dellaltro, ma ne desidero il desiderio io oggetto per lo sguardo di altri (Sartre); e in questa posizione anche laltro sa che io so di me come soggetto che visto, sono un oggetto che sa di essere visto; vergogna, pudore, prestigio, e paura si legano allo sguardo, costituiscono una dimensione intersoggettiva che sul piano dellimmaginario e non si confonde dice Lacan separandosi dalla seconda parte dell Essere e il nulla con il centro della relazione simbolica, cio con il riconoscimento dellaltro. Nella relazione perversa la relazione con loggetto, con laltro, mediata, ma non come parrebbe da una componente simbolica o rituale (Lacan porta lesempio del joke maldestro della corrida): laltro irretito nella struttura di una relazione immaginaria. allamore che invischiato in una dimensione intersoggettiva immaginaria che Lacan consegna la possibilit di una forma compiuta, la realizzazione di unesigenza che lo iscrive al registro del simbolico; retrospettivamente che lordine simbolico recupera (eleva, o supera, nel senso hegeliano) lintersoggettivit originaria. Ci che voglio dallaltro fondamentalmente legato ad un invischiamento corporale della libert: voglio essere per lui un oggetto che sia il limite che per lui il suo proprio corpo. Tu sei il mio sposo indica il voler diventare luno per laltro riconoscendo la relazione come patto iscritto su una superficie simbolica che relazione sociale, esibizione di un luogo di dominazione del proprio e dellaltrui desiderio e iscrizione di questa dialettica su una superficie un corpo sociale.. uniscrizione che assegna un nome ed un senso alla dialettica immaginaria; ma Lacan non chiarissimo su questo punto quel desiderio del desiderio dellaltro, prima di essere riconosciuto allinterno della lingua e delle parole che lo rendono dicibile, in quella zona intermedia, ambigua, tra il simbolico e limmaginario (268) - non solo la rinuncia alla propria libert nella forma della volont libera che si aliena in un patto (simbolico) ma innanzitutto e prioritariamente (sebbene questa priorit sia colta solo come retrospettiva) il volere assumere la forma dabdicazione della libert dellaltro.. forma di abdicazione della libert dellaltro.. ossia essere come si quando si oggetti del desiderio dellaltro, essere come si

quando si diventa oggetti agalma, oggetti feticcio che offrono un surrogato immaginario della soggettivit ci sono e sono qualcosa per altri che mi restituisce unintegrit mentre la alieno esisto se tu mi vedi, se sono qualcosa per te e se sono qualcosa per te, allora sono come me che si riflette nello sguardo dellaltro io lo vedo, e vedo lei che vede me che la vedo uno, me visto, due, lei che mi vede, altri, io che so, che posso testimoniare di lei che mi vede altri mi vedono, me visto altri sa che io lo vedo e che lui vede me mentre io lo vedo, mentre io vedo loro questa visibilit una rete nella quale il soggetto dellimmaginario impigliato, e alla quale sono impigliati il suo io riflesso e loggetto che lo completa sar a partire dal simbolico che si potr esprimere, realizzare nelladulto limmaginario e la sua intersoggettivit
17 febbraio 2008 evocare la presenza nellassenza e rifiutare loggetto nella presenza, questo i bambini lo fanno col linguaggio, ed in questi giochi linguistici che Lacan indica il luogo dellintersoggettivit (p.270) limmaginario il vissuto del bambino, ma noi di questo vissuto ricostruiamo, ritroviamo (retrospettivamente - nachtraeglich) le realizzazioni delladulto; in un certo senso ci stanno solo il reale e il simbolico, le sole dimensioni di esistenza; e ci che si vede, compone, arricchisce e diversifica nel registro dellimmaginario (parole testuali di Lacan) parte da questa dialettica, si muove tra quei due poli ci che fa partecipare in unanalisi il bambino allinterno delladulto ci che verbalizzato in modo irruento la passione umana: un punto in cui luomo diviso con se stesso, e questa divisione struttura limmaginario (273) nella relazione speculare.. il nostro desiderio esposto al desiderio dellaltro, e questa esposizione produce una beanza che lascia apparire le sfumature esistenziali (dalla vergogna al prestigio, dalla buffoneria alleroismo) che prova Albertine con le altre donne? volerlo sapere inseguire il desiderio dellaltro, volerlo fare proprio, marcarne lassoggettamento per esserlo, essere lei.. questa gelosia, che intersoggettiva, che relazione intersoggettiva immaginaria, si regge su unalternativa: o lei rinuncia al suo desiderio o io perdo il mio.. annientamento, relazione che dissolve lessere del soggetto.. laltro diventa lo strumento dello stesso, di un s che il solo soggetto nella relazione immaginaria solo immaginaria.. ma anche il padrone, il narratore o lamante geloso alla fine non resta che come idolo offerto al desiderio dellaltro (274) Il desiderio perverso insegue lideale di un oggetto senza vita.. ma se questo ideale si realizza appena si realizza, il desiderio vede venir meno il suo oggetto.. appena lo raggiunge lo perde.. prima della stretta o si estingue il desiderio o scompare loggetto oltre questa afanisi, aldil del venir meno non troviamo limmaginario, che invece impigliato in questa altalena se questa manca allora niente pi resta, tranne una sorta di mistero (274) il corpo una topografia concreta (ivi)

il soggetto avverte il cattivo oggetto come frustrazione, e simultaneamente avverte la frustrazione nellaltro, come frustrazione dellaltro: entrambi si implicano in una relazione mortale che lascia o il desiderio che si esaurisce o loggetto che scompare.. se non la desidero non ne sono pi geloso, ma se sono geloso e la amo lei non mi appartiene e la perdo.. la mia mancanza non sono il padrone assoluto del suo desiderio segna il mio corpo come beante, e la mia mancanza la mia avversione verso laltro, il mio coglierlo come cattivo oggetto, oggetto che non mi integra e non mi completa mi manca e mancandomi mi spinge ad odiare me che vulnerabile, vulnerato, e lei che vulnerabile perch se la possedessi integralmente sarebbe un oggetto privo di vita.. mancante a sua volta (275) 20 febbraio 08

da Aurora di Nietzsche: Per comprendere l'altro, cio per imitare i suoi sentimenti in noi stessi, noi ci mettiamo in una prospettiva di imitazione interna che in qualche modo fa sorgere, fa sgorgare dei sentimenti in noi analoghi, in virt di un'antica associazione tra movimento e sensazione. attraverso il corpo che comprendiamo laltro e esprimiamo noi stessi i neuroni specchio si attivano sia quando compio unazione, sia che la rappresenti, o la percepisca nellesecuzione altrui; non in questo caso corretto parlare di rappresentazione astratta, perch il processo coinvolge il nostro apparato motorio. se un uomo parla si attiva uno schema motorio, che invece inattivo allabbaiare di un cane: i due fenomeni sono percepiti, ma la significativit dei due molto diversa. Una scimmia che comunica con il movimento delle labbra mi coinvolge, ma in modo inferiore alluomo che parla; posso sentire, comprendere, il dolore di un animale, ma molte espressioni del suo corpo mi sono sostanzialmente indifferenti, non mi dicono nulla, sono prive di riempimento, spoglie di quel sentire dal di dentro, che secondo i neurobiologi sarebbe attivato con i neuroni specchio. le stesse strutture nervose coinvolte nellanalisi delle sensazioni ed emozioni esperite in prima persona sono attive anche quando tali emozioni e sensazioni vengono riconosciute negli altri (Gallese, Keysers e Rizzolatti 2004; Gallese 2006a).

dal Seminario I di Lacan nella dialettica servo padrone la superiorit del secondo sta nellaver accettato il rischio, per una lotta di puro prestigio; non la forza ma il suo sprezzo del pericolo che lo rende superiore, padrone del servo. Limpasse a questo punto evidente: se valgo come padrone perch il servo non veramente una cosa, ma un uomo; e devo riconoscerlo, devo riconoscergli una dignit, la stessa che cancello nella soggezione: questo stallo per Lacan affine alla relazione intersoggettiva immaginaria.. come si supera? Sul piano simbolico il soggetto, il padrone impone una legge al servo: non basta che chiedi la grazia, ma dovrai lavorare per me, e questo implica orari, regole, oggettivit e ordini insomma c del reale, e tanto immaginario nelle relazioni intersoggettive,

ma c sempre anche una presenza del codice, unaccettazione e distribuzione di ordini, regole, misure La paura sempre legata allimmaginario, ma se come Hegel precisa di rischio che si tratta, abbiamo a che fare col simbolico; mi pare di capire che limmaginario e il simbolico nelluomo sono implicati sempre e in modo tale da integrarsi reciprocamente; cos sarebbe sbagliato pensare che ci sia una relazione ancorch logica se non cronologica tra la cattura immaginaria nella relazione con altri e la trascrizione di questa su un piano che subentrerebbe o supererebbe il primo che non c primum una olofrase una trascrizione fonetica non segmentabile, e lesempio lacaniano dal linguaggio degli abitanti delle isole Figi: il senso della sequenza fonetica che non trascrivo sarebbe due persone si guardano e ognuno spera che laltro faccia ci che entrambe desiderano ma che nessuno dei due disposto a fare ... non si tratterebbe secondo Lacan di tradurre una situazione totale in un codice simbolico che la rappresenti; piuttosto una simbolizzazione che parte dalla periferia, una definizione di una situazione al limite in cui il soggetto sospeso in un rapporto speculare con laltro (p. 279)

22 febbraio 08 commentando Balint: lemozione linsorgenza psicologica, per Lacan il reale, e il simbolo in rapporto ad essa; come? realizzandolo , esprimendolo. come se ci si ponesse di fronte ad una struttura a strati, a livelli.. al primo livello lemozione, che si sposta al piano di sopra dove troviamo il simbolo da Zizek, Looking Awry: in Lacanian theory, fantasy designates the subject's "impossible" relation to a, to the object-cause of its desire. Fantasy is usually conceived as a scenario that realizes the subject's desire. This elementary definition is quite adequate, on condition that we take it literally: what the fantasy stages is not a scene in which our desire is fulfulled, fully satisfied, but on the contrary, a scene that realizes, stages, the desire as such (p.9).

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