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PAOLO BASSIGNANA
GIUSEPPE BRAFA MUSICORO
Fondamenti di
MECCANICA
MACCHINE
e
TEORIA E APPLICAZIONI
HOEPLI
MECCANICA
MACCHINE
e
TEORIA E APPLICAZIONI
Giuseppe Anzalone
Paolo Bassignana
Giuseppe Brafa Musicoro
Fondamenti
di Meccanica
e Macchine
Teoria e applicazioni
EDITORE ULRICO HOEPLI MILANO
UN TESTO PI RICCO E SEMPRE AGGIORNATO
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materiali didattici integrativi;
eventuali aggiornamenti dei contenuti del testo.
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e a norma delle convenzioni internazionali
Indice
III
UNIT A1
UNIT A2
UNIT A3
Prefazione IX
Statica 2
Verifica prerequisiti 3
LE FORZE, I MOMENTI DELLE FORZE E I SISTEMI DI FORZE EQUILIBRATI 4
A1.1 IL CONCETTO DI FORZA 5
A1.2 COMPOSIZIONE DI FORZE COMPLANARI 6
A1.3 SCOMPOSIZIONE DI UNA FORZA DATA IN DUE COMPONENTI
CONVERGENTI DI DIREZIONI NOTE 9
A1.4 COMPOSIZIONE DI DUE FORZE PARALLELE 10
A1.5 TEOREMA DELLE PROIEZIONI 12
A1.6 IL MOMENTO DI UNA FORZA 13
A1.7 TEOREMA DI VARIGNON 14
A1.8 COPPIA DI FORZE 15
A1.9 TRASPORTO DI UNA FORZA PARALLELAMENTE A SE STESSA 16
A1.10 EQUILIBRIO DI UN SISTEMA DI FORZE 18
A1.11 I CORPI VINCOLATI 19
Studio di un caso 22
Formulario essenziale 24
Unit in breve 24
Autoverifica dellapprendimento 26
LE MACCHINE SEMPLICI 28
A2.1 CARATTERISTICHE DELLE MACCHINE SEMPLICI 29
A2.2 LA LEVA 29
A2.3 LA CARRUCOLA E IL PARANCO 32
A2.4 IL VERRICELLO E LARGANO 35
A2.5 IL PIANO INCLINATO 36
A2.6 IL CUNEO 38
A2.7 LA VITE 39
Studio di un caso 42
Formulario essenziale 43
Unit in breve 44
Autoverifica dellapprendimento 45
GEOMETRIA DELLE MASSE 47
A3.1 CENTRO DELLE FORZE PARALLELE E BARICENTRO 48
A3.2 TEOREMI DI GULDINO 51
A3.3 MOMENTI STATICI DI SUPERFICIE 53
A3.4 MOMENTI QUADRATICI DI SUPERFICIE 56
A3.5 MOMENTO DINERZIA ASSIALE DI MASSA 62
Studio di un caso 64
INDICE
MODULO A
Formulario essenziale 66
Unit in breve 67
Autoverifica dellapprendimento 68
Verifica di Modulo 69
Cinematica 70
Verifica prerequisiti 71
CINEMATICA DEL PUNTO 72
B1.1 GRANDEZZE CINEMATICHE DEL MOTO DI UN PUNTO 73
B1.2 MOTO RETTILINEO UNIFORME 75
B1.3 MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE VARIO 77
B1.4 MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE ACCELERATO 78
B1.5 MOTO RETTILINEO UNIFORMEMENTE RITARDATO 82
B1.6 MOTO NATURALMENTE ACCELERATO 83
B1.7 MOTO CIRCOLARE UNIFORME 86
B1.8 MOTO CIRCOLARE UNIFORMEMENTE VARIO 90
Studio di un caso 93
Formulario essenziale 95
Unit in breve 96
Autoverifica dellapprendimento 97
CINEMATICA DEI MOTI COMPOSTI E DEI CORPI RIGIDI 98
B2.1 MOTI RELATIVI E MOTI ASSOLUTI 99
B2.2 MOTI COMPOSTI 101
B2.3 MOTO ARMONICO 109
B2.4 MOTO DEI CORPI RIGIDI 111
B2.5 MOTO DEL CORPO RIGIDO PARALLELAMENTE A UN PIANO FISSO 112
Studio di un caso 117
Formulario essenziale 119
Unit in breve 121
Autoverifica dellapprendimento 122
Verifica di Modulo 124
Dinamica 126
Verifica prerequisiti 127
DINAMICA DEL PUNTO 128
C1.1 LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA DINAMICA 129
C1.2 IL PRINCIPIO DI DALEMBERT 131
C1.3 FORZA CENTRIPETA E FORZA CENTRIFUGA 134
C1.4 LAVORO ED ENERGIA 139
C1.5 POTENZA SVILUPPATA DA UNA FORZA 145
Studio di un caso 147
IV
Indice
MODULO B
UNIT B1
MODULO C
UNIT C1
UNIT B2
"
'
'
'
Formulario essenziale 149
Unit in breve 150
Autoverifica dellapprendimento 151
DINAMICA DEI CORPI RIGIDI E RESISTENZE PASSIVE 153
C2.1 SECONDA LEGGE DELLA DINAMICA APPLICATA AI CORPI RIGIDI IN ROTAZIONE 154
C2.2 LAVORO ED ENERGIA NEL MOTO ROTATORIO 157
C2.3 POTENZA NEL MOTO DI ROTAZIONE 159
C2.4 RESISTENZA DATTRITO RADENTE 160
C2.5 RESISTENZA DATTRITO VOLVENTE 163
C2.6 RESISTENZA DEL MEZZO 165
C2.7 RENDIMENTO DI MACCHINE E MECCANISMI 169
Studio di un caso 172
Formulario essenziale 174
Unit in breve 175
Autoverifica dellapprendimento 176
Verifica di Modulo 178
Sollecitazioni dei materiali 180
Verifica prerequisiti 181
RESISTENZA DEI MATERIALI E CONDIZIONI DI SICUREZZA 182
D1.1 SOLLECITAZIONI, DEFORMAZIONI E TENSIONI INTERNE 183
D1.2 CRITERI DI RESISTENZA DEI MATERIALI 190
D1.3 SOLLECITAZIONI DI FATICA 193
Studio di un caso 197
Formulario essenziale 199
Unit in breve 199
Autoverifica dellapprendimento 201
SOLLECITAZIONI SEMPLICI E COMPOSTE 202
D2.1 SOLLECITAZIONI ASSIALI DI TRAZIONE O DI COMPRESSIONE 203
D2.2 SOLLECITAZIONI DI FLESSIONE 207
D2.3 SOLLECITAZIONI DI TAGLIO 212
D2.4 SOLLECITAZIONI DI TORSIONE 214
D2.5 ESEMPI DI SOLLECITAZIONI COMPOSTE 217
Studio di un caso 222
Formulario essenziale 223
Unit in breve 224
Autoverifica dellapprendimento 226
Verifica di Modulo 227
Meccanica applicata alle macchine 228
Verifica prerequisiti 229
Indice
V
MODULO D
MODULO E
UNIT D1
UNIT D2
UNIT C2
Statica MODULO A
5
A1.1 IL CONCETTO DI FORZA
La forza una grandezza vettoriale, i cui ele-
menti caratteristici sono:
la retta dazione che fornisce la direzione
in cui agisce la forza;
il verso che rappresenta lorientamento
della forza sulla retta dazione;
il modulo, o intensit, che rappresenta la
misura del valore della forza;
il punto dapplicazione che rappresenta il
punto in cui applicata la forza e che pu es-
sere spostato lungo la retta di azione senza
modificare leffetto della forza.
La forza si rappresenta con un segmento orien-
tato e si indica con una lettera maiuscola so-
prassegnata (Fig. A1.1).
Fig. A1.1
Rappresentazione convenzionale di una forza F
.
Fig. A1.2
Forze distribuite: a) di linea; b) di superficie.
Si definisce forza la causa che produce una va-
riazione di moto o una deformazione del corpo
al quale applicata.
Nel Sistema Internazionale (SI) lunit di mi-
sura della forza il newton [N].
Il newton la forza che provoca laccelerazione
di 1 m/s
2
quando viene applicata alla massa
di 1 kg.
In natura si hanno molti esempi di forze: lacqua
che, cadendo, muove una ruota idraulica; il gas
che, espandendosi nel cilindro di un motore a
combustione interna, fa muovere il pistone; la ca-
lamita che attira un oggetto ferroso; la forza peso
che responsabile della caduta dei corpi liberi.
Rappresentazione delle forze
Il secondo principio della Dinamica,
o principio di azione delle forze,
definisce analiticamente il valore della forza
che agisce su un corpo come il prodotto
della massa del corpo per la sua accelerazione:
F = m a
R
R
Si considerino alcune tra le esperienze pi co-
muni: con uno strappo brusco possibile togliere
un foglio di carta senza smuovere loggetto pe-
sante appoggiatovi sopra; alla partenza brusca
di un tram, i passeggeri sono spinti allindietro;
scendendo da un veicolo in movimento, si lan-
ciati in avanti con violenza tanto maggiore,
quanto pi elevata la velocit.
Tali fatti avvengono, si dice, per linerzia
dei corpi e sono spiegati con il principio
dinerzia. La causa capace di vincere linerzia
dei corpi viene chiamata forza.
Il principio dinerzia, o primo principio della
Dinamica, afferma che ogni corpo conserva il
proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme
finch non interviene una causa esterna a
modificare tale stato.
R
Le forze possono essere:
concentrate, se sono applicate su punti iso-
lati o su unarea ristretta della superficie di
un corpo;
distribuite, se agiscono su enti geome-
trici estesi; a seconda dellente su cui agi-
scono, linea o superficie, si hanno forze di
linea e forze di superficie (Fig. A1.2).
(a) (b)
6
LE FORZE, I MOMENTI DELLE FORZE E I SISTEMI DI FORZE EQUILIBRATI A1
Fig. A1.3
Risultante R
ed equilibrante E
Q
1
e
Q
2
ancorate a un punto fisso O me-
diante due tratti di fune avvolti intorno a due
pulegge.
Per il primo postulato della Statica, due
forze uguali aventi la stessa retta dazione e
verso opposto, formano un sistema in equilibrio
e il corpo a cui sono applicate resta fermo.
La forza uguale ed opposta alla risultante
detta equilibrante.
La risultante di un sistema di forze determi-
nata tramite unoperazione detta composizione
delle forze. Per passare invece da una forza a un
sistema di forze bisogna eseguire unaltra opera-
zione, detta scomposizione della forza nelle
forze componenti.
Il problema consiste nel determinare lintensit
della risultante ottenuta dalla composizione dei
due tiri della fune, che si scaricano nel punto O,
e lintensit, la direzione nonch il verso delle-
quilibrante
E.
Per trovare la risultante si utilizza il metodo
grafico del parallelogramma delle forze: si
costruisce il parallelogramma avente per lati le
due forze (Fig. A1.4); la diagonale del paralle-
logramma compresa tra le forze rappresenta la
risultante cercata, ovvero il vettore somma.
POLIGLOTTA
ITALIANO INGLESE FRANCESE TEDESCO
Forza Force Force Kraft
Fig. A1.4
Composizione di due forze aventi lo stesso punto di applicazione
con il metodo del parallelogramma: a) forze; b) risultante.
7
Statica MODULO A
Lintensit della risultante si pu ricavare per via
analitica con il teorema di Carnot (Fig. A1.5):
Il teorema di Carnot consente di ricavare
la lunghezza di un lato di un triangolo qualsiasi,
noti gli altri due lati e langolo tra essi compreso:
c a b = +
2 2
2 cos ab
R
Sia dato il sistema di forze
F
1
,
F
2
,
F
3
,
F
4
, comun-
que disposte nel piano (Fig. A1.7b).
Scelto un punto A qualunque nel piano, si ri-
porta il vettore
F
1e
, equipollente a
F
1
, appli-
cato in A; dal vertice B di tale vettore si riporta
il vettore
F
2e
equipollente a
F
2
; poi dal vertice C
si riporta
F
3e
e, infine, da D si riporta
F
4e
. Il
tratto di chiusura (A-E) della spezzata (A-B-C-
D-E) rappresenta, in direzione, modulo e verso,
la risultante R del sistema dato (Fig. A1.7). Il
suo punto di applicazione sar ancora P, che il
punto comune a tutte le forze del sistema e
quindi anche alla loro risultante.
Due vettori si dicono equipollenti quando
hanno intensit, direzione e verso uguali, ma
retta dazione differente.
ovvio che la regola del poligono permette di
eseguire anche la composizione di due sole forze
(Fig. A1.8): in questo caso, si parla di trian-
golo delle forze.
R
Fig. A1.5
Determinazione di angoli e lati di un triangolo qualsiasi.
Facendo riferimento alla figura A1.4b, poich
= 180 e cos = cos , si ha:
[1.3]
Nel caso particolare di forze ortogonali si pu
applicare il teorema di Pitagora al triangolo
rettangolo avente per cateti i moduli delle forze
date. Lipotenusa fornisce la risultante cercata
(Fig. A1.6).
R F F F F = + +
1
2
2
2
1 2
2 cos
Fig. A1.6
Composizione di due forze ortogonali con il metodo
del parallelogramma.
Fig. A1.7
Composizione di pi forze appllicate nel punto P: a) metodo del
parallelogramma; b) metodo del poligono delle forze.
Composizione di pi forze applicate
a uno stesso punto
Per eseguire la composizione di pi forze agenti
sullo stesso punto si pu applicare pi volte il
metodo del parallelogramma (Fig. A1.7a), op-
pure il metodo grafico del poligono delle forze
(Fig. A1.7b).
(a)
(a) (b)
(b)
Composizione di forze coincidenti
8
LE FORZE, I MOMENTI DELLE FORZE E I SISTEMI DI FORZE EQUILIBRATI A1
Fig. A1.9
Composizione di forze coincidenti: a) concordi; b) discordi.
Fig. A1.10
Composizione di forze convergenti: a) forze; b) forze spostate sul punto P e loro risultante R
.
Forze aventi la stessa retta dazione si dicono
coincidenti.
Due o pi forze coincidenti si dicono con-
cordi se formano un angolo di 0; discordi se
formano un angolo di 180.
Due forze sono convergenti se hanno le rette
dazione che si incontrano in un punto P (Fig.
A1.10) ma sono applicate, ciascuna sulla pro-
pria retta dazione, in punti P
1
e P
2
diversi dal
punto P.
La risultante di due forze concordi una forza
avente stessa direzione, stesso verso e intensit
uguale alla somma delle intensit delle compo-
nenti (Fig. A1.9a). La risultante di due forze
discordi una forza avente la stessa direzione, il
verso della forza maggiore e lintensit uguale
alla differenza delle intensit delle componenti
(Fig. A1.9b).
Composizione di forze convergenti Poich per il secondo postulato della stati-
stica le forze possono essere spostate lungo le
rette dazione fino ad applicarle nel punto di
convergenza P, la loro composizione si esegue
come per le forze applicate a uno stesso punto,
con i metodi grafici descritti precedentemente.
Secondo postulato della Statica: una forza
pu essere spostata lungo la propria retta
dazione senza alterarne gli effetti.
R
Fig. A1.8
Triangolo delle forze: a) forze applicate nel punto P; b, c) determinazione grafica della risultante R
.
(a)
(a) (b)
(b)
(a) (b) (c)
Statica MODULO A
9
Il problema pu essere risolto sia con i metodi
grafici del parallelogramma e del poligono delle
forze sia con il metodo analitico. Di fatto si ese-
gue loperazione inversa della composizione.
Metodo del parallelogramma
Sia
F
1
, di intensit PC, ed
F
2
di intensit PA.
Si rappresenta il parallelogramma e si ricava il
valore dellangolo (Fig. A1.12b).
La somma degli angoli interni di un trian-
golo vale 180, pertanto:
= 180 ( + )
[1.4]
Per il teorema dei seni si ha:
[1.5]
eseguendo i calcoli separatamente si ricavano le
due forze componenti cercate:
[1.6]
[1.7] F
F
2
sen
sen
=
F F F
1 2
sen sen sen
= =
F
F
1
sen
sen
=
Fig. A1.11
Scomposizione di una forza in due componenti convergenti,
di cui sono note le direzioni, con il metodo del parallelogramma:
a) costruzione delle direzioni; b) determinazione delle intensit.
Fig. A1.13
Determinazione di angoli e lati di un triangolo qualsiasi.
Fig. A1.12
Scomposizione di una forza in due componenti convergenti, di cui
sono note le direzioni, con il metodo analitico: a) costruzione delle
direzioni; b) determinazione delle intensit.
Metodo analitico
Questo metodo prevede lutilizzo del teorema
dei seni e si applica quando sono note le rette
dazione delle due componenti e gli angoli che
esse formano con la retta dazione della forza da
scomporre (Fig. A1.13).
Il teorema dei seni afferma che in un triangolo
qualsiasi ciascun lato proporzionale al seno
dellangolo opposto (Fig. A1.13):
a b c
sen sen sen
= =
R
A1.3 SCOMPOSIZIONE DI UNA FORZA DATA IN DUE COMPONENTI CONVERGENTI
DI DIREZIONI NOTE
POLIGLOTTA
ITALIANO INGLESE FRANCESE TEDESCO
Risultante Resultant Rsultante Resultante
Componente Component Composante Komponente
Poligono delle forze Polygon of forces Polygone des forces Krftezug
(a) (b)
(a) (b)
Composizione di due forze parallele
aventi lo stesso verso (concordi)
Si consideri il dispositivo rappresentato nella fi-
gura A1.14a, costituito da unasta rigida lunga
600 mm ai cui estremi sono applicate le due
forze
F
1
= 10 N e
F
2
= 30 N, parallele e concordi.
Si fa scorrere il peso sullasta fino a trovare la
forza equilibrante
F
1
ed
F
2
e applicata in un punto P tale che
PA = 450 mm e PB = 150 mm(Fig. A1.14b).
Equilibrante: forza uguale e opposta alla
risultante.
R
10
LE FORZE, I MOMENTI DELLE FORZE E I SISTEMI DI FORZE EQUILIBRATI A1
Fig. A1.15
Composizione di due forze parallele e di diversa intensit:
a) concordi; b) discordi. Le lunghezze sono espresse in millimetri.
Fig. A1.14
a) Dispositivo costituito da unasta rigida, da un peso scorrevole lungo essa e da due forze parallele e concordi applicate agli estremi dellasta.
b) Rappresentazione schematica del dispositivo per la determinazione della risultante di
F
1
e
F
2
.
A1.4 COMPOSIZIONE DI DUE FORZE PARALLELE
Esempio
Alle estremit A e B di unasta lunga 700 mm
sono applicate due forze F
1
= 80 N e F
2
= 60 N, pa-
rallele e concordi (Fig. A1.15a). Trascurando il
peso dellasta, determinare lintensit della risul-
tante e la posizione del suo punto di applicazione.
La risultante di due forze parallele e con-
cordi una forza a esse parallela, avente
stesso verso e intensit pari alla somma delle
loro intensit. La sua retta dazione interna
a quelle delle due componenti e divide il seg-
mento congiungente i loro punti di applica-
zione in due parti inversamente proporzionali
alle loro intensit.
Poich il rapporto tra
F
1
e
F
2
vale 1/3 come il
rapporto tra PB e PA, si pu scrivere la seguente
proporzione:
F
1
: F
2
= PB : PA [1.8]
La risultante delle due forze parallele
data dalla forza
E (Fig. A1.14b).
(a) (b)
(a) (b)
Statica MODULO A
11
Soluzione
Lintensit della risultante :
R = 80 + 60 = 140
chiamando P il suo punto di applicazione, dovr
essere soddisfatta la [1.8]:
PA : PB = F
2
: F
1
ponendo PA = x, si ha PB = 700 x e, sostituendo
i valori, si ottiene:
x : (700 x) = 60 : 80
da cui si ricava:
x = 300 mm
Quindi la risultante sar applicata a 300 mm
dallestremo A.
Composizione di due forze parallele
aventi verso opposto (discordi) e
diversa intensit
Si consideri lesperienza del dispositivo prece-
dente, calcolando questa volta come componenti
le due forze parallele
F
1
= 10 N e
F
2
= 40 N
(Fig. A1.16a). La forza
E fa da equilibrante:
E = (40 10) N = 30 N
mentre la forza uguale e contraria a essa la ri-
sultante cercata (Fig. A1.16b). Poich il rap-
porto tra BP = 150 mm e BA = 600 mm vale 1/4
come il rapporto tra
F
1
e
F
2
, si ha:
F
1
: F
2
= PB : BA [1.9]
Esempio
Agli estremi A e B di unasta rigida, lunga 400
mm, sono applicate due forze parallele discordi,
F
1
= 5 N e F
2
= 25 N (Fig. A1.15b).
Trascurando il peso dellasta, trovare la posi-
zione del punto di applicazione della risultante.
Soluzione
Si calcola lintensit della risultante:
R = (25 5) = 20 N
Il punto P si trova sul prolungamento di AB,
dalla parte della forza di maggiore intensit.
Posto:
PB = x
si ha:
PA = x + 400
Applicando la [1.9] si ha la proporzione:
PA : PB = F
2
: F
1
sostituendo i valori si ottiene:
(x + 400) : x = 25 : 5
da cui si ricava:
x = 100 mm
quindi il punto di applicazione della risultante
dista 100 mm dallestremo B.
Fig. A1.16
a) Dispositivo costituito da unasta rigida a cui sono applicate due
forze parallele e discordi F
1
e F
2
; b) rappresentazione schematica
del dispositivo per la determinazione della risultante di F
1
e F
2
.
La risultante di due forze parallele discor -
di e di diversa intensit una forza a esse
parallela avente il verso della maggiore e
lintensit pari alla differenza delle loro inten-
sit. La sua retta dazione esterna a quelle
delle due componenti, sta dalla parte della
maggiore, e le sue distanze dalle componenti
sono inversamente proporzionali alle intensit
di queste ultime.
(a) (b)
Dato un sistema di forze complanari disposte in
modo qualsiasi, si pu ottenere la loro risultante
ricorrendo al teorema delle proiezioni.
Soluzione
Applicando il teorema delle proiezioni, si rica-
vano i valori delle proiezioni delle tre forze sugli
assi x e y.
I valori delle proiezioni sullasse x sono:
i valori delle proiezioni sullasse y sono:
Si ricavano quindi le componenti della
risultante
R del sistema:
R
x
, lungo lasse x e
R
y
lungo lasse y.
Tenendo conto del verso delle forze, si ha:
lungo lasse x:
lungo lasse y:
Sostituendo i valori si ottiene:
Lintensit della risultante si ottiene applicando
il teorema di Pitagora:
R R R
x y
= + = + =
2 2 2 2
150 173, 1 229 N
R
R
x
y
= + =
= + + =
75 125 50 150 N
130 216,5 86,6 173, 1 N
R F F F
y y y y
= + +
1 2 3
R F F F
x x x x
= +
1 2 3
F F
F F
F F
y
y
y
1 1
2 2
3 3
cos 30 130 N
cos 30 216,5 N
c
= =
= =
= oos 30 86,6 N =
F F
F
F F
x
x
x
1 1
2 2
3 3
cos 60 75 N
cos 60 125 N
cos 6
= =
= =
=
F
00 50 N =
12
LE FORZE, I MOMENTI DELLE FORZE E I SISTEMI DI FORZE EQUILIBRATI A1
Fig. A1.17
Risultante di tre forze con il metodo delle proiezioni.
Se si scompongono le singole forze di un sistema
nelle rispettive componenti secondo gli assi car-
tesiani x, y, la somma algebrica delle compo-
nenti delle forze lungo ciascun asse uguale
alla componente della risultante del sistema se-
condo lo stesso asse.
A1.5 TEOREMA DELLE PROIEZIONI
Quindi le componenti della risultante lungo gli
assi cartesiani saranno:
[1.10]
Mediante il teorema di Pitagora si calcola
lintensit della risultante:
[1.11]
Esempio
Date le tre forze F
1
= 150 N, F
2
= 250 N e F
3
= 100 N
indicate come nella figura A1.17, determinare la
loro risultante.
R R R
x y
= +
2 2
R F F F F
R F F F F
x x x x nx
y y y y n
= + + + +
= + + + +
1 2 3
1 2 3
...
...
yy
Statica MODULO A
13
Si consideri un blocco di cemento posto su un
piano su cui agisce una forza motrice orizzon-
tale
e del punto P,
detto polo, rispetto cui determinare il momento M
, raffigurato in
modo convenzionale. b) Rappresentazione grafica della regola
della mano destra.
Nella figura A1.19 rappresentata una barra in-
cernierata nel punto O, che porta a unestremit
il peso P; sotto lazione del peso, la barra ruota
attorno allasse passante per il punto O.
Il momento
F rispetto a un punto
P, o momento polare, il vettore dato dal pro-
dotto della forza per la distanza d fra il punto e
la retta dazione della forza (Fig. A1.20):
M =
F d [1.12]
Il punto P detto polo e la sua distanza dalla
retta dazione della forza (rappresentata dalla
normale condotta da P su tale retta) detto
braccio. Il momento polare una grandezza
vettoriale, i cui elementi caratteristici sono
(Fig. A1.20a):
(a)
(b)
(a)
(b)
il punto dapplicazione P;
lintensit, o modulo, che rappresenta la
misura del valore del momento;
la direzione che perpendicolare al piano
contenente la forza e il punto P;
il verso che indica il senso della rotazione
ed fissato, per convenzione, dalla regola
della mano destra (Fig. A1.20b). Il mo-
mento si considera positivo se la rotazione
in senso antiorario, negativo nel caso contra-
rio; nella rotazione in senso antiorario il vet-
tore momento rivolto verso lalto (uscente
dal piano), mentre nella rotazione in senso
orario rivolto verso il basso (entrante nel
piano).
Regola della mano destra: si consideri la
figura A1.20b e si afferri idealmente, con la
mano destra, lasse perpendicolare al piano
contenente la forza F
applicata nel punto A. b) Stesso corpo sollecitato da tre forze di uguale intensit, una applicata nel punto
A e due opposte applicate nel punto B. c) Stesso corpo sollecitato da una forza F
F spostata
nel punto B e il momento di trasporto
M.
Questo procedimento permette di semplifi-
care in diversi casi lo studio di corpi soggetti
contemporaneamente a forze e momenti.
Esempio
Data la trave rappresentata nella figura A1.27a,
ridurre il sistema forza-coppia a ununica forza,
sapendo che F = 10 daN, M = 60 N me l = 3 m.
applica in senso inverso il procedimento di tra-
sporto esposto in precedenza. Si sposter,
quindi, la forza
M.
Dalla [1.15] si ricava che la forza
F deve es-
sere spostata parallelamente a se stessa di una
distanza (Fig. A1.27b):
Con questa configurazione la forza crea un mo-
mento uguale e opposto al momento
Mdato e la
trave, caricata dalla sola forza
F, soggetta a un
momento allincastro che vale:
M
AF
= F (l d) = 100 2,4 = 240 Nm
Mentre nelle condizioni iniziali la trave era sog-
getta a un momento complessivo:
M
AT
= M Fl = 60 100 3 = 240 Nm
Come si pu constatare i due momenti risultano
uguali. Quindi la sola forza
F, spostata paralle-
lamente a s stessa nel modo indicato, produce
gli stessi effetti del sistema forza-coppia.
OSSERVAZIONE: tutti i metodi fin qui visti di com-
posizione di forze e momenti nel piano possono
essere facilmente estesi ai casi spaziali. Ci si
pu fare o componendo i carichi a due a due o,
nel caso di forze sghembe, trasportandole in un
unico piano con lintroduzione dei relativi mo-
menti di trasporto.
d
M
F
= = =
60
100
0 6 , m
Fig. A1.27
a) Trave a mensola caricata con una forza F
e una coppia M
.
b) La stessa trave caricata con la forza F
spostata parallelamente
a se stessa.
(a) (b)
(a)
(b)
(c)
Soluzione
Per ridurre il sistema dato a ununica forza, si