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Green Boat Design un progetto cofinanziato dal POR FESR 2007-2013 Regione Friuli Venezia Giulia, Asse 1, Attivit

t 1.1b.

Green Boat Design: nautica da diporto a basso impatto ambientale

Asse 1 Attivit 1.1.b

WP 3: - Vibrazioni e Struttura Task 3.1: Caratterizzazione vibrazionale dei provini in composito


Versione1 Data: 30.4.2013 Pagine:(inclusa la copertina)

Autore: Luigi Bregant

Co-Autore(i):

Stato:

Modello Bozza Versione finale

Confidenzialit:
PU RI CO Pubblico Riservato ad un gruppo specificato dai Partner dellATS (compresa la Commissione Regionale) Confidenziale, solo per i Partner dellATS (e la Commissione Regionale)

Progetto cofinanziato dal POR FESR 2007-2013 Regione Friuli Venezia Giulia, Asse 1, Attivit 1.1b

1. Introduzione

Il presente documento descrive le prove di caratterizzazione dinamica dei provini in materiale composito previsti dal progetto, in funzione delle diverse combinazioni per la resina ed il tessuto. In particolare sono stata misurate le caratteristiche di due provini con materiale di base vetro e due con base lino e due resine diverse la GreenEpoxy55 e la RIM235 per le cui caratteristiche si riporta ai siti dei produttori (www.mcm-uk.com www.swiss-composite.ch ) ed alla tabella1.

Strati Spessore strato mm Grammatura g/m2 Resina

Vetro 1 9 0,33 400 GreenEpoxy55

Vetro2 9 0,33 400 RIM235

Lino1 5 0,63 500 GreenEpoxy55

Lino2 5 0,63 500 RIM235

Tabella 1: Caratteristiche provini analizzati I provini sono stati realizzati dai partner industriali del progetto e ritagliati in pannelli delle dimensioni di 150x300mm presso lUniversit degli Studi di Trieste. Sfortunatamente, per come sono stati forniti i pannelli e per come sono stati tagliati, non stato possibile avere, per tutti i provini, lo strato superiore con le fibre o cuciture allineate con il bordo maggiore a facilitare il confront trai i risultati. Da un controllo qualitativo, si osserva, soprattutto per i provini a base di lino una grande variet di spessori, complice sicuramente la stesura manuale della resina. Questo disomogeneit inficier la generalit e validit dei risultati ottenibili.

2. Misure sperimentali (EMA)


I diversi provini sono stati misurati come travi in flessione con unestremit vincolata (lato corto) e laltra libera di oscillare, riducendl la lunghezza libera di inflessione a 250mm. Al fine di simulare il vincolo incastro sul lato corto, i provini sono stati bloccati ad un blocco di acciaio tramite due morsetti a vite ed un profilo metallico di adeguato spessore, come illustarto in fig.1. Si preferito utilizzare questa tipologia di vincolo per aumentare la ripetibilit delle misure rispetto a delle condizioni di vincolo del tipo libero-libero, ottenute con sospensione su elementi elastici, che per le misure in esame risulta particolarmente difficile da realizzare visto il limitato peso dei provini stessi. Sui provini sono state individuate, a seguito di una rapida analisi di pretest, le posizioni ottimali dei sensori e degli attuatori per leffettauzione delle richieste misure e successive analisi modali. La mesh di misura rilevabile in fig.2, costituita da 12punti , consente di distinguere agevolmente, senza alaising spaziale, i modi nei primi 600-1000Hz utilizzati per la caratterizzazione dinamica dei provini. Le misure sono state effettaute utilizzando micro accelerometri monoassiali PCB modello 352CC2, al fine mi minizzare il mass loading effect sulla struttura in prova, calibrati prima delle misure con

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uno calibratore PCB modello 394C06. Leccitazione stata applicata con un martello stumentato della B&K modello 8702 la cui cella di carica stata calibrata con la tecnica della massa prima delleffettazione delle prove.

Fig.1: Provino vincolato

Fig.2: Mesh di misura sperimentale I segnali sono stati acquisiti tramite un sistema DAQ Pimento ed elaborati mediante il sw di analisi dei segnali TestLab enterambi della LMS International. Le misure delle funzioni di risposta in frequenza sono state effettuate con la tecnica del rowing hammer (cambia la posizione delleccitazione e mantetendo fissa la posizione dei sensori per la

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risposta) utilizzando per la misura delle risposte due accelerometri posizionati in corrispondenza del punto 4 e 7 della mesh rappresenatata in fig.2. Le funzioni di risposta in frequenza diretta (risposta/eccitazione misurate nello stesso punto e per la stessa direzione) per il provino Vetro1 sono ripostate in fig.3 e fig.4 rispettivamente, mentre quelle per il provino Lino2 in fig.5 e fig.6

Fig.3 FRF diretta 4-z/4-z provino Vetro1

Fig.4 FRF diretta 7-z/7-z provino Vetro1

Si notano significative differenze nelle due tipologie di materiale, specialmente per quanto riguarda lo smorzamento che molto maggiore nei provini a base di lino rispetto a quelli a base vetrosa.

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Fig.5 FRF diretta 4-z/4-z provino Lino2

Fig.6 FRF diretta 4-z/4-z provino Lino2

La banda di interesse per le prove descritte in questo documento comprende i primi 5-6 modi di vibrare del provino. Questi sono rappresentati nelle seguenti figg. 7-12. Per la distribuzione di massa e rigidezza dei provini considerati, le forme modali per i diversi materiali si susseguono con lo stesso ordine (I Modo Flessionale I Modo Torsionale, II Flessionale, II Modo Torsionale..) quello che cambia per sono i valori in frequenza ai quali detti modi si presentano.

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Fig.7: Deformata modale 1

Fig.8: Deformata modale 2

Fig.9: Deformata modale 3

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Fig.10: Deformata modale 4

Fig.11: Deformata modale 5

Fig.12: Deformata modale 6

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Tabella 2 riporta i valori in Hz dei diversi modi identificati allinterno del sw TestLab tramite lalgoritmo di identificazione POLIMax. Tabella 3 riporta i valori degli smorzamenti modali identificati con lo stesso algoritmo

I II III IV V VI

Vetro1 24,37 110,55 146,61 398,86 491.37 653,90

Vetro2 21,10 104,07 130,87 333,20 363,52 503,37

Lino1 25,08 126,82 155,17 406,81 440,50 573,02

Lino2 24,84 131,45 151,49 407,75 412,19 628,19

Tabella 2: Frequenze naturali [Hz] primi 6 modi dei provini analizzati


Vetro1 7,18e-3 3,55e-3 9,71-3 1,73-3 1,32-3 6,20-3 Vetro2 1,30e-2 6,11e-3 1,00e-2 3,24e-3 1,48e-2 5,36e-3 Lino1 1,79e-2 6,69e-2 2,69e-2 8,11e-3 4,58e-2 1,74e-2 Lino2 1,56e-2 8,26e-2 9,52e-3 2,56e-3 2,65e-3 3,95e-3

I II III IV V VI

Tabella 2: Smorzamenti modali [-] primi 6 modi dei provini analizzati

Appaiono evidenti le differenze tra i diversi materiali, e mentre nel caso di materali a base vetrosa le differenze sono omogenee (il provino 1 ha tutti i valori pi alti del provino 2) la stessa cosa non si pu dire per i provini a base di lino in cui il trend non cosi facile da definire, se non considerando le forme modali ed osservando che il provino Lino2 pi rigido in corrispondenza ai modi torsionali (2-4-6). Ci sicuramente in funzione della distribuzione dei diversi laminati la cui orientazione risulta incognita allo scrivente.

3. Modello Numerico (FEM)


Accanto al modello sperimentale stato costruito un modello numerico agli elementi finiti della stessa struttura. Il modello stato assemblato utilizzando elementi shell a 4 nodi dello spessore medio del provino considerato, 3mm per quelli in base vetro e 4.5mm per quelli in base lino (in questo ultimo caso lestrema variabilit dello spessore rende difficile lassunzione di uno spessore medio). Il modello riportato in fig.13 ed evidentemente pi corto in considerazione del fatto che lo stesso modella la struttura solamente per la lunghezza libera dinflessione (il resto del modello si considera rigidamente collegato al supporto). Di seguito analogamente a quanto fatto per la parte sperimentale EMA, sono riportate le deformate dei primi sei modi nelle figg.14-19. In questo caso non si riportano le frequnza di risonanza ottenute perch queste dipendono dal modulo di Young e dalla densit, parametri da identificare per la caratterizzazione dinamica dei provini.

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Fig.13: Modello numerico

Fig.14: FEM deformata modale 1

Fig.15: FEM deformata modale 2

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Fig.16: FEM deformata modale 3

Fig.17: FEM deformata modale 4

Fig.18: FEM deformata modale 5

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Fig.19: FEM deformata modale 6

4. Correlazione
Al fine di costruire un modello dinamico dei provini in materiale composito si devono identificare i parametri caratteristici e costitutivi del modello numerico in modo tale che le risposte di questultimo, approssimano, nel migliore di modi, le risposte sperimentali acquisite durante per prove vibrazionali. Tale tipologia di attivit viene spesso indicata con il nome di model updating ed possibile effettuarla in diverse maniera, aumentendo man mano la correlazione tra il modello numerico e quello sperimentale al variare dei parametri scelti per laggiornamento. Nel caso particolare, vista la semplicit della geometria e la non specifica conoscenza della distribuzione dei laminati allinterno dei provini si deciso di tentare lidentifiazione dei soli moduli di Young a densit al fine di massimizzare il MAC tra le forme modali e ridurre la distanza tra le funzioni di risposta in frequenza di un numero specifico di frequenze Il primo passo per la correlazione la costruzione della matrice di corrispondenza che lega la mesh numerica a quella sperimentale, vista la disparit di nodi delle due mesh. La fig.20 illustra corrispondenza tra i nodi evidenziando come i punti, 1e 2, sperimentali coincidano con il vincolo e quindi in tutti i modi evidenziati abbiano spostamento nullo. Le fig.21-26 illustrano la similitudine dei modi ottenuti fin dalla prima stima di E e . Le fig.27 e fig.28 mostrano le matrici di MAC per i campioni Vetro1 e Lino1, dalle quali si evidenzia come allaumentare della frequenza (verso lalto nel grafico superiore, verso sx nel grafico inferiore) si riduce la correlazione tra i due modelli (valori della matrici minori) dovuta alla difficolt intrinseca di modellare nel FEM i meccanismi dissipativi. La maggiore influenza dello smorzamento nei campioni a base lino rispetto a quelli con base vetro si osserva anche nei grafici riportati nelle figg.3-4-5-6 alle alte frequenze (nei grafici, a destra)

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Fig.20: Corrispondenza mesh numerica e sperimentale

Fig.21: Corrispondenza numerica e sperimentale modo1

Fig.22: Corrispondenza numerica e sperimentale modo2

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Fig.23: Corrispondenza numerica e sperimentale modo3

Fig.24: Corrispondenza numerica e sperimentale modo4

Fig.25: Corrispondenza numerica e sperimentale modo5

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Fig.26: Corrispondenza numerica e sperimentale modo6

Fig.27: MAC matrix Vetro1

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Fig.28: MAC matrix Lino1

Infine la correlazione tra modello numerico e misure sperimentali si effettua a livello di funzioni di risposte in frequenza, confrontando direttamente le funzioni misurate e sintetizzate tra i diversi gradi di liberta della struttura. Fig.29-31 illustrano tale confronto per il provino 1 a base vetrosa rispettivamente per la due funzioni di rispota diretta e di trasferimento. La curva rossa relativa al modello numerico, quella blu ai risultati sperimentali.

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Fig.29: confronto FRF Vetro1 4-z/4-z

Fig.30: confronto FRF Vetro1 7-z/7-z

Fig.31: confronto FRF Vetro1 4-z/7-z

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5. Model Updating
Per la creazione di un modello numerico accurato, si fanno convergere i risultati di questultimo verso quelli ottenuti sperimentalmente sul componente reale. La convergenza si ottiene modificando i parametri geometrici (quali dimensioni, spessori..) e fisici del modello (quali modulo di Young, densit, modulo di Poisson..) a livello globale o a livello di elemento fino al raggiungimento di un definito livello di correlazione, o di distanza tra i due modelli. Questa si valuta considerando la differenza tra risposte del sistema opportunamente selezionate (quali le frequenza naturali, i modi di vibrare, le funzioni di risposta in frequenza...). Il processo iterativo e pu essere fermato o al raggiungimento della convergenza desiderata o al raggiungimento di un numero prefissato di iterazioni. Nel caso in esame, considerata la correlazione tra le forme modali dei due modelli (fig. 27-28) si optato di utilizzare come parametri lo spessore del provino, (allinterno della variabilit dei valori rilevati sullo stesso) ed il modulo di Young a livello globale sul modello, piuttosto che a livello di elemento. Questo approccio mantiene la fisicit del modello numerico, supponendo che il provino sia sufficientemente omogeneo, ma non consente di ottenere variazioni molto estese delle risposte ottenibili. Le attivit di modelupdating sono state condotte allinterno del sw FEMTools. Fig.32-34 evidenziano leffetto della variazione del modulo di Young sulla frf 4-z/4-z nel provino Vetro1 rispettivamente per i valori 70 000 - 50 000 - 30 000 Mpa. Risulta evidente come i picchi della funzione rossa (numerica) si spostino verso valori pi bassi delle frequenze aumentando la correlazione tra il modello numerico e quello sperimentale. Sfortunatamente per si osserva anche che la distribuzione modale (posizione dei picchi delle frf) siano alquanto diversa tra le due funzioni, sottolineando levidenziata differenza tra il modello numerico, costituito da elementi omogenei, ed i provini fisici, ottenuti da laminazione di tessuti anisotropi.

Fig.32: confronto FRF Vetro1 4-z/4-z E=70000Mpa

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Fig.33: confronto FRF Vetro1 4-z/4-z E=50000Mpa

Fig.34: confronto FRF Vetro1 4-z/4-z E=30000Mpa

Ovviamente il modello numerico deve rappresentare la realt, in un ambito definito, in funzione dellutilizzo e dellacuratezza desiderata. Nel caso specifico si immagina maggiromente interessante, il comportamento a bassa frequenza, quello dei primi modi flessionali e torsionali essenzialmente, entro i 200Hz. In base a queste considerazioni, si sono ottenuti i valori riportati nella tabella 3 per il modulo di Young e la densit che minimizzano la differenza fra i due modelli, quello numerico e quello sperimentale.
Vetro 1 28000 1880 Vetro2 25000 1880 Lino1 27000 1171 Lino2 27000 1189

Modulo di Young Mpa Densit kg/m3

Tabella 3: Caratteristiche modelli aggiornati

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6. Conclusioni
Per quanto la procedura adottata per la ricerca dei parametri caratteristici dei provini sia quella corretta, i risultati ottenuti da questa attivit di model updating sono da considerare indicativi piuttosto che definitivi, in quanto i campioni consegnati per le prova dinamiche presentano delle carenze non indifferenti per quanto riguarda la loro qualit (spessore disuniforme, resina mal distribuita, mancanza di planrit del campione, layup dei campioni difformi..)

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