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t 1.1b.
Co-Autore(i):
Stato:
Confidenzialit:
PU RI CO Pubblico Riservato ad un gruppo specificato dai Partner dellATS (compresa la Commissione Regionale) Confidenziale, solo per i Partner dellATS (e la Commissione Regionale)
Progetto cofinanziato dal POR FESR 2007-2013 Regione Friuli Venezia Giulia, Asse 1, Attivit 1.1b
1. Introduzione
Il presente documento descrive le prove di caratterizzazione dinamica dei provini in materiale composito previsti dal progetto, in funzione delle diverse combinazioni per la resina ed il tessuto. In particolare sono stata misurate le caratteristiche di due provini con materiale di base vetro e due con base lino e due resine diverse la GreenEpoxy55 e la RIM235 per le cui caratteristiche si riporta ai siti dei produttori (www.mcm-uk.com www.swiss-composite.ch ) ed alla tabella1.
Tabella 1: Caratteristiche provini analizzati I provini sono stati realizzati dai partner industriali del progetto e ritagliati in pannelli delle dimensioni di 150x300mm presso lUniversit degli Studi di Trieste. Sfortunatamente, per come sono stati forniti i pannelli e per come sono stati tagliati, non stato possibile avere, per tutti i provini, lo strato superiore con le fibre o cuciture allineate con il bordo maggiore a facilitare il confront trai i risultati. Da un controllo qualitativo, si osserva, soprattutto per i provini a base di lino una grande variet di spessori, complice sicuramente la stesura manuale della resina. Questo disomogeneit inficier la generalit e validit dei risultati ottenibili.
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uno calibratore PCB modello 394C06. Leccitazione stata applicata con un martello stumentato della B&K modello 8702 la cui cella di carica stata calibrata con la tecnica della massa prima delleffettazione delle prove.
Fig.2: Mesh di misura sperimentale I segnali sono stati acquisiti tramite un sistema DAQ Pimento ed elaborati mediante il sw di analisi dei segnali TestLab enterambi della LMS International. Le misure delle funzioni di risposta in frequenza sono state effettuate con la tecnica del rowing hammer (cambia la posizione delleccitazione e mantetendo fissa la posizione dei sensori per la
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risposta) utilizzando per la misura delle risposte due accelerometri posizionati in corrispondenza del punto 4 e 7 della mesh rappresenatata in fig.2. Le funzioni di risposta in frequenza diretta (risposta/eccitazione misurate nello stesso punto e per la stessa direzione) per il provino Vetro1 sono ripostate in fig.3 e fig.4 rispettivamente, mentre quelle per il provino Lino2 in fig.5 e fig.6
Si notano significative differenze nelle due tipologie di materiale, specialmente per quanto riguarda lo smorzamento che molto maggiore nei provini a base di lino rispetto a quelli a base vetrosa.
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La banda di interesse per le prove descritte in questo documento comprende i primi 5-6 modi di vibrare del provino. Questi sono rappresentati nelle seguenti figg. 7-12. Per la distribuzione di massa e rigidezza dei provini considerati, le forme modali per i diversi materiali si susseguono con lo stesso ordine (I Modo Flessionale I Modo Torsionale, II Flessionale, II Modo Torsionale..) quello che cambia per sono i valori in frequenza ai quali detti modi si presentano.
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Tabella 2 riporta i valori in Hz dei diversi modi identificati allinterno del sw TestLab tramite lalgoritmo di identificazione POLIMax. Tabella 3 riporta i valori degli smorzamenti modali identificati con lo stesso algoritmo
I II III IV V VI
I II III IV V VI
Appaiono evidenti le differenze tra i diversi materiali, e mentre nel caso di materali a base vetrosa le differenze sono omogenee (il provino 1 ha tutti i valori pi alti del provino 2) la stessa cosa non si pu dire per i provini a base di lino in cui il trend non cosi facile da definire, se non considerando le forme modali ed osservando che il provino Lino2 pi rigido in corrispondenza ai modi torsionali (2-4-6). Ci sicuramente in funzione della distribuzione dei diversi laminati la cui orientazione risulta incognita allo scrivente.
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4. Correlazione
Al fine di costruire un modello dinamico dei provini in materiale composito si devono identificare i parametri caratteristici e costitutivi del modello numerico in modo tale che le risposte di questultimo, approssimano, nel migliore di modi, le risposte sperimentali acquisite durante per prove vibrazionali. Tale tipologia di attivit viene spesso indicata con il nome di model updating ed possibile effettuarla in diverse maniera, aumentendo man mano la correlazione tra il modello numerico e quello sperimentale al variare dei parametri scelti per laggiornamento. Nel caso particolare, vista la semplicit della geometria e la non specifica conoscenza della distribuzione dei laminati allinterno dei provini si deciso di tentare lidentifiazione dei soli moduli di Young a densit al fine di massimizzare il MAC tra le forme modali e ridurre la distanza tra le funzioni di risposta in frequenza di un numero specifico di frequenze Il primo passo per la correlazione la costruzione della matrice di corrispondenza che lega la mesh numerica a quella sperimentale, vista la disparit di nodi delle due mesh. La fig.20 illustra corrispondenza tra i nodi evidenziando come i punti, 1e 2, sperimentali coincidano con il vincolo e quindi in tutti i modi evidenziati abbiano spostamento nullo. Le fig.21-26 illustrano la similitudine dei modi ottenuti fin dalla prima stima di E e . Le fig.27 e fig.28 mostrano le matrici di MAC per i campioni Vetro1 e Lino1, dalle quali si evidenzia come allaumentare della frequenza (verso lalto nel grafico superiore, verso sx nel grafico inferiore) si riduce la correlazione tra i due modelli (valori della matrici minori) dovuta alla difficolt intrinseca di modellare nel FEM i meccanismi dissipativi. La maggiore influenza dello smorzamento nei campioni a base lino rispetto a quelli con base vetro si osserva anche nei grafici riportati nelle figg.3-4-5-6 alle alte frequenze (nei grafici, a destra)
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Infine la correlazione tra modello numerico e misure sperimentali si effettua a livello di funzioni di risposte in frequenza, confrontando direttamente le funzioni misurate e sintetizzate tra i diversi gradi di liberta della struttura. Fig.29-31 illustrano tale confronto per il provino 1 a base vetrosa rispettivamente per la due funzioni di rispota diretta e di trasferimento. La curva rossa relativa al modello numerico, quella blu ai risultati sperimentali.
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5. Model Updating
Per la creazione di un modello numerico accurato, si fanno convergere i risultati di questultimo verso quelli ottenuti sperimentalmente sul componente reale. La convergenza si ottiene modificando i parametri geometrici (quali dimensioni, spessori..) e fisici del modello (quali modulo di Young, densit, modulo di Poisson..) a livello globale o a livello di elemento fino al raggiungimento di un definito livello di correlazione, o di distanza tra i due modelli. Questa si valuta considerando la differenza tra risposte del sistema opportunamente selezionate (quali le frequenza naturali, i modi di vibrare, le funzioni di risposta in frequenza...). Il processo iterativo e pu essere fermato o al raggiungimento della convergenza desiderata o al raggiungimento di un numero prefissato di iterazioni. Nel caso in esame, considerata la correlazione tra le forme modali dei due modelli (fig. 27-28) si optato di utilizzare come parametri lo spessore del provino, (allinterno della variabilit dei valori rilevati sullo stesso) ed il modulo di Young a livello globale sul modello, piuttosto che a livello di elemento. Questo approccio mantiene la fisicit del modello numerico, supponendo che il provino sia sufficientemente omogeneo, ma non consente di ottenere variazioni molto estese delle risposte ottenibili. Le attivit di modelupdating sono state condotte allinterno del sw FEMTools. Fig.32-34 evidenziano leffetto della variazione del modulo di Young sulla frf 4-z/4-z nel provino Vetro1 rispettivamente per i valori 70 000 - 50 000 - 30 000 Mpa. Risulta evidente come i picchi della funzione rossa (numerica) si spostino verso valori pi bassi delle frequenze aumentando la correlazione tra il modello numerico e quello sperimentale. Sfortunatamente per si osserva anche che la distribuzione modale (posizione dei picchi delle frf) siano alquanto diversa tra le due funzioni, sottolineando levidenziata differenza tra il modello numerico, costituito da elementi omogenei, ed i provini fisici, ottenuti da laminazione di tessuti anisotropi.
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Ovviamente il modello numerico deve rappresentare la realt, in un ambito definito, in funzione dellutilizzo e dellacuratezza desiderata. Nel caso specifico si immagina maggiromente interessante, il comportamento a bassa frequenza, quello dei primi modi flessionali e torsionali essenzialmente, entro i 200Hz. In base a queste considerazioni, si sono ottenuti i valori riportati nella tabella 3 per il modulo di Young e la densit che minimizzano la differenza fra i due modelli, quello numerico e quello sperimentale.
Vetro 1 28000 1880 Vetro2 25000 1880 Lino1 27000 1171 Lino2 27000 1189
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6. Conclusioni
Per quanto la procedura adottata per la ricerca dei parametri caratteristici dei provini sia quella corretta, i risultati ottenuti da questa attivit di model updating sono da considerare indicativi piuttosto che definitivi, in quanto i campioni consegnati per le prova dinamiche presentano delle carenze non indifferenti per quanto riguarda la loro qualit (spessore disuniforme, resina mal distribuita, mancanza di planrit del campione, layup dei campioni difformi..)
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