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Oltre la Ricchezza
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Oltre la Ricchezza

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About this ebook

Tolstoj ha detto: “Nessuno sa dove stia andando il genere umano. La più grande saggezza, dunque, consiste nel sapere dove stai andando tu.” Eppure, in molti oggi rincorrono l’illusorio “coniglio bianco” del successo i cui simboli più convenzionali sono lo status sociale, il lusso, la reputazione gli oggetti materiali. In questa forsennata e sconsiderata corsa per accaparrarsi tutto il possibile, le nostre esistenze perdono di senso e non sono sorrette da uno scopo edificante. Oltre la ricchezza è un antidoto a questo male.

Consulente finanziario di successo, Alexander Green conosce bene l’importanza dei soldi, ma in questo libro va oltre le unità di misura convenzionali della ricchezza per esplorare il concetto di benessere a trecentosessanta gradi, analizzando le problematiche psicologiche del nostro tempo e come si intersechino con il successo economico e personale di ognuno.

Senza mezzi termini Green va dritto al nocciolo della questione: punto primo, il nostro soggiorno sulla Terra è breve; punto secondo, il sapere è limitato. Quindi l’ importante non è tanto avere un’abilità specifica quanto possedere “l’arte di vivere”. E le risposte che trovi tra le pagine del libro, da Platone ad Aristotele, a Gandhi a Stephen Hawking, ti sorprenderanno e delizieranno.

Oltre la ricchezza ti offre illuminanti riflessioni sugli aspetti fondamentali della vita come l’amore, la morte, la fiducia, il lavoro, la bellezza, la paura e molte altre tematiche senza tempo.
LanguageItaliano
Publishermylife
Release dateMay 17, 2013
ISBN9788863868272
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    Oltre la Ricchezza - Alexander Green

    Prefazione

    Come capo di un’azienda da quarantacinque milioni di dollari, che opera nel campo dell’editoria finanziaria, la mia vita è piena di scadenze. Passo gran parte del tempo a pensare a come il nostro team possa offrire più prodotti, produrre più entrate, generare più profitti e soddisfare più clienti.

    Eppure, come molti altri lavoratori a tempo pieno, fatico a trovare un equilibrio tra lavoro e svago, tra responsabilità e divertimento. Troppe volte, per esempio, ho rinunciato a una splendida domenica mattina all’aria aperta per progetti di lavoro che avrebbero potuto essere delegati o rimandati. Questo è già un indizio del perché consideri il libro che hai tra le mani una lettura essenziale.

    Dal momento che l’hai preso dallo scaffale, credo di poter presumere che tu sappia già che la vera ricchezza non si ottiene soltanto lavorando, risparmiando e investendo. La prima cosa da fare è stabilire cosa significhi per noi essere ricchi. Poi, indipendentemente dal nostro successo economico, dobbiamo imparare come spendere bene non solo il nostro denaro ma anche i nostri due beni più preziosi: il tempo e l’attenzione.

    In più di vent’anni di carriera come editrice per l’Oxford Club, ho avuto la fortuna di lavorare gomito a gomito con alcuni tra i più geniali guru degli investimenti nel settore. Senza dubbio l’autore di questo libro è uno dei migliori. Alexander Green è un maestro della ricchezza, una guida fidata per centinaia di migliaia di lettori.

    Più di dieci anni fa, seguendo il suo desiderio di aiutare gli altri a raggiungere l’indipendenza finanziaria, Alex lasciò un’importante banca d’investimento per unirsi all’Oxford Club come direttore del settore investimenti. Poco tempo dopo, il Club’s Communiqué, la newsletter sull’andamento del Club, è stata inserita tra le migliori degli Stati Uniti, posizione costantemente riconfermata dalla principale compagnia di rating aziendale.

    Grazie ad Alex e ai suoi chiari consigli e principi di investimento, le mie decisioni finanziarie sono diventate più accurate. E dal momento che egli dirige il più grande club di investimenti al mondo, anche molti altri hanno potuto beneficiare del suo lavoro. Forse la gratificazione più grande che il mio ruolo di sua editrice mi regala è leggere le migliaia di testimonianze che riempiono la mia casella e-mail ogni giorno. Questo commento sull’Oxford Club è stato recentemente pubblicato su MarketWatch, un sito di finanza di tutto rispetto:

    La figura chiave è indubbiamente il redattore Alexander Green, che dal suo arrivo nel 2001 ha mantenuto uno stato di servizio impeccabile, che si palesa in molti portafogli azionari.

    – Peter Brimelow, autore di The Wall Street Gurus e redattore della newsletter indipendente Hulbert Financial Digest

    Circa tre anni fa, tuttavia, Alex ha proposto a noi membri del Club un nuovo tipo di consulenza, che considera la ricchezza non in termini materiali, bensì spirituali. In un primo momento sia io che i miei colleghi abbiamo pensato che fosse troppo rischioso: avremmo avuto a che fare con questioni più profonde e controverse delle normali discussioni finanziarie a cui eravamo abituati. I nostri membri più conservatori avrebbero potuto offendersi. Ci avrebbe portati ben oltre le competenze fondamentali del nostro lavoro. Peggio ancora, avremmo dovuto spendere del denaro senza l’aspettativa di un ritorno finanziario.

    Ma Alex sapeva che il lato curioso e filosofico in me (così come quello dei nostri lettori) ne sarebbe stato affascinato. Mi piaceva l’idea di offrire un grande talento come quello di Alex a un pubblico più vasto, e dopo aver visionato alcune bozze di ciò che aveva in mente, non ho potuto dirgli di no. Represso il mio pragmatismo, ho dovuto riconoscere che questo tipo di consulenza per la ricchezza aveva un potenziale altissimo.

    E così, dopo molto discutere sul nome, abbiamo lanciato la prima edizione di Spiritual Wealth [Ricchezza spirituale] nel febbraio 2008. È stata una delle mie mosse migliori, e ha riscosso un immediato successo presso i lettori, generando un flusso di feedback positivi e di testimonianze entusiaste, superiore a qualunque altra nostra pubblicazione. Attraverso Spiritual Wealth Alex è in grado di presentare ai suoi lettori, con grande abilità, nuove prospettive su come condurre una vita consapevole, compassionevole e intelligente, nel rispetto delle diverse fedi religiose e credo politici. In ciascuno dei suoi brevi saggi ci solletica con perle di saggezza e insegnamenti storici che possiamo applicare, ancora oggi, alle nostre vite.

    Dopo un anno di diffusione online, Spiritual Wealth è stato trasformato in un’antologia che raccoglie i primi sessantacinque saggi, dal titolo The Secret of Shelter Island: Money and What Matters [Il segreto di Shelter Island: i soldi e le cose importanti]. Il volume è stato un successo immediato, scalando in pochi giorni la classifica dei best seller.

    Il libro che hai ora tra le mani racchiude i successivi sessantacinque saggi, insieme ad altre riflessioni di Alex. Se la tua reazione sarà come quella di migliaia di lettori, non solo ti piacerà leggerlo, ma vorrai consigliarlo e regalarlo ad amici e parenti.

    Alex si distingue nel mondo dell’editoria finanziaria per il suo stile acuto e accessibile. Le sue opinioni sono brillanti, edificanti e spesso divertenti. E, cosa ancora più importante, i suoi consigli in fatto di investimenti funzionano.

    Ma le sue idee su come vivere una vita più appagante sono altrettanto preziose, se non di più. In Oltre la ricchezza, Alex ci spinge ad andare oltre, sia intellettualmente che spiritualmente, risvegliando la nostra saggezza interiore per vedere le cose in modo più chiaro e prendere le decisioni giuste.

    Alex è un artista della parola scritta. Ogni suo breve saggio ci invita a prestare attenzione a ciò che conta di più nella nostra vita.

    Noterai che in questi saggi Alex non ti dice mai cosa devi fare, o anche solo pensare. Eppure l’autorevolezza della sua voce sarà sufficiente a farti abbracciare il suo punto di vista e ti spingerà a seguire il suo sentiero verso una vita più piena.

    Se anche tu sei come me, ogni volta che ti imbatti in qualcosa che ti fa sentire carico, edificato, rigenerato, guidato o illuminato, hai voglia di condividerlo. Può trattarsi di una nuova canzone o di un’opera d’arte che ti elettrizza o ti tocca nel profondo. Potrebbe essere la lettura di una storia breve che ti apre gli occhi su qualcosa di nuovo, o l’incontro con una persona che vorresti facesse parte della tua vita. Quando viviamo questi momenti magici, vogliamo condividerli. La lettura di Oltre la ricchezza è stata per me uno di quei momenti. So già che amerai questo libro.

    Julia Guth

    Executive Director

    The Oxford Club

    Introduzione

    "Oltre la ricchezza? mi ha chiesto un’amica, con sguardo stupito, al sentire il titolo del mio nuovo libro. Perché andare oltre la ricchezza? Io mi accontenterei di fermarmi alla ricchezza."

    No, non lo farebbe.

    Non puoi indossare il tuo portafoglio azionario, guidare il tuo conto corrente o mangiare monete d’oro e d’argento. I soldi non sono mai il fine, ma solo il mezzo per raggiungere quel fine.

    Anche se avessi soldi da buttare e se possedessi tutto ciò che si può comprare, la tua vita non significherebbe granché senza la salute, l’amore, gli amici, le passioni e qualcosa che ti spinga ad alzarti dal letto ogni mattina.

    Non sto minimizzando l’importanza che ha il denaro di questi tempi. Negli ultimi venticinque anni sono stato consulente d’investimento, analista di mercato e ho scritto di finanza. Credo fermamente che ciascuno dovrebbe impegnarsi per raggiungere un certo livello di libertà finanziaria, che può variare da una buona indipendenza economica al semplice riuscire a coprire i conti delle carte di credito.

    Non puoi realizzare il tuo potenziale o vivere appieno la vita se passi il tempo a preoccuparti costantemente dei soldi.

    Il denaro dà indipendenza, libera dalla necessità, dalla pesantezza del lavoro, da relazioni che ti limitano. Nessuno è veramente libero se rimane schiavo del lavoro, dei creditori, dei risparmi e delle spese quotidiane.

    Il denaro determina il tipo di casa in cui vivi, il quartiere in cui cresceranno i tuoi figli. Se ti ammali, i soldi possono fare la differenza tra un buon medico e un ottimo medico. Se hai bisogno di un avvocato, segnano la differenza tra uno sciacallo e il miglior rappresentante legale in circolazione.

    La ricchezza è come una grande livella: non importa che tu sia uomo o donna, nero o bianco, giovane o vecchio, alto o basso, bello o brutto, ignorante o istruito. Se hai denaro hai anche potere, in tutti i sensi.

    Il denaro è libertà, sicurezza e tranquillità. Ti permette di fare e di essere ciò che vuoi, di sostenere cause nobili e di aiutare chi ti è più vicino. Ti dà la possibilità di seguire i tuoi sogni e di vivere la vita come vuoi tu.

    Il denaro ti dà dignità, ti offre varie opportunità, ed è per questo che ogni uomo e ogni donna ha il diritto (e forse anche il dovere) di raggiungere un certo livello di indipendenza finanziaria.

    Se in questo momento la principale preoccupazione della tua vita è il denaro (o la sua mancanza) permettimi di indirizzarti verso il mio primo libro The Gone Fishin’ Portfolio [Il portafoglio inconsapevole]. Entrato nella classifica dei libri più venduti del New York Times, esso illustra una delle strade più brevi e semplici verso la libertà finanziaria.

    Questo libro, invece, non parla di successo, bensì di significato. In queste pagine non discuto nuove tecniche per guadagnare e risparmiare di più o per aumentare le rendite sui tuoi investimenti, né ti propongo idee brillanti su come spendere il denaro di cui disponi. (Sono sicuro che hai già qualche pensiero a riguardo.) Questa raccolta di saggi è dedicata a qualcos’altro, ovvero a come vivere una vita più appagante.

    Potresti giustamente chiederti come io possa avere qualcosa da dire proprio a te. Dopotutto non ti conosco personalmente: potresti essere appassionato di basket o di decorazione d’interni o di restauro di auto d’epoca. Non troverai nessuno di questi argomenti qui dentro. E anche se dovessi centrare un paio delle tue passioni, chi sono io per stabilire cosa significa vivere bene?

    Ti risponderò dicendo che gli esseri umani hanno avuto alcune migliaia di anni per riflettere sulla questione, e che le idee migliori non sono per niente nuove. Questo non significa però che tutti ne siano a conoscenza.

    A scuola ti insegnano tutto sulle equazioni differenziali, sulla vita di una cellula o su come trovare la Francia su una cartina geografica. Ma per quanto riguarda il vivere bene, te la devi cavare praticamente da solo.

    Questo significa che di solito devi imparare le cose a tue spese. Molti di noi perdono la bussola affannandosi nella ricerca del successo materiale (denaro, fama, prestigio, proprietà) per poi sentirsi stranamente vuoti quando, e se, lo raggiungono.

    Troppo spesso il mondo si regge su falsi valori: invece di andare per la nostra strada, ci guardiamo intorno e finiamo per fare più o meno quello che fanno gli altri. È facile avere l’impressione di doversi sforzare per conoscere gente famosa, avere potere sugli altri, comprare cose costose, o guadagnare l’ammirazione dei vicini. Eppure questi non sono che fronzoli nella vita, luccicanti ma inutili.

    La celebre massima di Socrate recita: Una vita non esaminata non è degna di essere vissuta. Eppure sono pochi quelli che si fermano a riflettere su cosa sia davvero importante, su cosa dia senso alla vita. In effetti si tratta di un argomento così personale che potrebbe risultare un po’ imbarazzante parlarne, anche con chi ci è più vicino. E tuttavia il soggetto ci affascina.

    Questi saggi raccolgono alcuni dei miei pensieri su come dovrebbe essere una vita ricca e appagante. E mentre i miei pregiudizi personali sono in bella mostra, mi limito solo a far passare alcune delle idee migliori qui presenti. In mia difesa, però, posso dire di aver consultato alcune delle più grandi menti di tutti i tempi: Aristotele, Platone, Epitteto, Marco Aurelio, Gesù, Budda, Thomas Jefferson, Tolstoj, Gandhi, Einstein e persino Richard Feynman e Stephen Hawking.

    Tutti noi siamo ignoranti in certi settori. Il mondo è troppo vasto e troppo complesso perché possa essere altrimenti. Ma nessuno dovrebbe essere ignorante sulla vita. Mi è sembrata una buona idea andare a vedere cosa pensavano alcuni degli uomini e delle donne più saggi della storia riguardo ad amore, lavoro, onore, fiducia, libertà, morte, paura, verità, bellezza e altri temi fondamentali.

    Nelle pagine che seguono tratterò di tutti questi argomenti (e di molti altri), soffermandomi anche su alcuni interessi personali come il vino, il jazz, i viaggi, il cioccolato, la letteratura, l’arte e…ehm… i colibrì.

    Il mio obiettivo principale è quello di trasmetterti la semplice gioia dello scoprire qualcosa di nuovo, del vedere, ascoltare, leggere e sperimentare grandi idee.

    Forse il libro dei Proverbi lo dice meglio di me: A costo di tutto ciò che possiedi, acquista l’intelligenza. Mi sembra un ottimo punto di partenza verso una vita più ricca e felice.

    Parte uno

    Dollari e buon senso

    Nella primavera del 2009 il mio caro amico Jay, mercante d’arte, mi chiamò dicendomi che aveva bisogno di vedermi urgentemente e in privato. La sua voce era molto grave.

    Mi chiese se avremmo potuto parlare quella sera a cena in un ristorante della zona. Accettai.

    Non avevo idea di cosa lo turbasse né in che modo la cosa mi riguardasse. Quando entrai nel ristorante qualche ora più tardi, lui mi stava già aspettando al bar e mi fece cenno di avvicinarmi.

    Scambiammo quattro chiacchiere, ma sembrava stranamente teso e nervoso. Gli chiesi cosa avesse, ma insistette per aspettare e discuterne a cena. Una volta seduti e ordinata la cena, dopo un bel sorso di vodka tonic, si piegò verso di me e mi disse che aveva bisogno di un consiglio.

    La sua situazione finanziaria aveva cominciato a peggiorare drasticamente. Con l’economia in forte recessione la sua attività era alla canna del gas. Praticamente non aveva più entrate. E a peggiorare ulteriormente le cose il suo portafoglio di investimenti era stato decimato dalla recente crisi finanziaria. Visto che sperava di poter andare presto in pensione, era seriamente preoccupato.

    Jay è un mio buon amico da oltre dieci anni. Sapevo che era un conservatore e che investiva solo in azioni diversificate e fondi azionari. Ma anche gli approcci consolidati poterono offrire poca protezione durante la crisi del 2008. E il 2009 non prometteva nulla di buono.

    Alex mi disse un po’ pallido in viso, ho lavorato sodo, ho risparmiato e capitalizzato i miei interessi per una vita, e ora sta andando tutto a rotoli. Ho sessantacinque anni e negli ultimi venticinque mi sono sempre considerato finanziariamente indipendente. Ho sempre fatto investimenti intelligenti e incrementato regolarmente il mio portafoglio, senza mai toccare un centesimo. E ora temo di non avere messo da parte abbastanza per poter andare in pensione. Non avrei mai immaginato di trovarmi in questa situazione.

    Annuii.

    Non ti sto chiedendo dei consigli di investimento disse, perché anche se mi dicessi che questo è un buon momento per comprare azioni, non metterei un centesimo sul mercato ora. Non posso permettermi il rischio di comprare nulla. Ma non ho nemmeno intenzione di svendere nulla. Non so cosa fare.

    Diede un altro sorso al suo vodka tonic. Sembrava davvero disperato.

    Ho portato i miei rendiconti aggiunse, voglio solo che tu dia un’occhiata a ciò che possiedo e mi dia la tua opinione.

    Accettai, e il mio amico si chinò prendendoli da sotto il tavolo. Esaminando il suo patrimonio vidi un elenco di sicure azioni blue-chip. Aveva ragione, non aveva sbagliato i suoi investimenti. Era semplicemente stato risucchiato in un vortice finanziario negativo, come milioni di altri investitori.

    Mentre sfogliavo le pagine, Jay continuava a scuotere la testa e a borbottare che non aveva idea di cosa fare.

    Gli feci qualche domanda sulle rendite dei suoi investimenti, sulle spese mensili e su quanto pensava di avere bisogno per vivere una vita tranquilla dopo la pensione. Poi gli chiesi quanto pensava (senza esagerare) gli avrebbe reso il suo portafoglio nei prossimi dieci anni.

    Trovai la sua risposta un po’ troppo prudente, ma non obiettai.

    E quanto a lungo pensi di vivere? chiesi.

    Sono in buona salute disse, potrei vivere altri trent’anni.

    Presi una calcolatrice finanziaria e gli mostrai quanto avrebbe potuto prendere mensilmente dal suo portafoglio per i prossimi trent’anni, anche nel caso in cui non si fosse più ripreso dalla crisi e avesse continuato a guadagnare solo la modesta rendita che aveva ipotizzato. Gli dissi che poco alla volta avrebbe speso il suo capitale (cosa che non aveva mai fatto), ma che il suo portafoglio sarebbe durato trent’anni, a patto che prelevasse solo quel tot al mese. (Per inciso, questa procedura è definita calcolo dei prelievi controllati, ed è una cosa che tutti dovrebbero valutare quando si avvicinano alla pensione.)

    Le cifre lo lasciarono a bocca aperta. Come molti risparmiatori convinti, era un tipo frugale. Al momento non spendeva nemmeno quanto avrebbe potuto prelevare ogni mese. E si aspettava di spendere ancora meno negli anni a venire (il che è positivo visto che l’inflazione erode costantemente il tuo potere d’acquisto).

    Si rianimò immediatamente. La crisi finanziaria lo aveva toccato, ma si rese conto che non era la fine del mondo. Non avrebbe dovuto passare la vecchiaia a contare i centesimi o a dormire in uno scatolone. Il suo umore migliorò istantaneamente, un cambiamento a trecentosessanta gradi. Prese persino il conto con un gesto plateale.

    La settimana seguente Jay mi chiamò tre volte per ringraziarmi. Prima non riusciva a dormire bene ed era sempre brusco con la moglie. Era stato come avere il peso del mondo sulle sue spalle. Ora invece era sollevato.

    Grazie a te, vecchio mio continuava a ripetere, grazie a te.

    Questa valanga di gratitudine mi confuse. Dopotutto cosa avevo fatto? Non avevo preso in gestione il suo portafoglio. Non gli avevo suggerito dei cambiamenti. Anzi non gli avevo consigliato di fare proprio nulla.

    Poi realizzai. La sua gratitudine era per qualcos’altro: l’avevo aiutato a cambiare la sua prospettiva, e questo era fondamentale.

    Che cosa c’entra con i miei saggi? Molto, a dire il vero, perché il mio obiettivo è proprio quello di cambiare impercettibilmente la tua prospettiva condividendo con te le idee che mi hanno aiutato a cambiare la mia. Può trattarsi di una nuova scoperta scientifica o della riscoperta di un’antica filosofia; dell’incontro con uno storico o con un manager finanziario o dell’esperienza con uno sconosciuto che ha cambiato il mio punto di vista. In ogni caso si è trattato di qualcosa che ha modificato la mia visione del mondo, per quanto lievemente.

    Può sembrare strano da parte di un analista di investimenti che scrive newsletter finanziarie; dopotutto mi guadagno da vivere insegnando alla gente come investire i propri soldi e come raggiungere gli obiettivi finanziari prefissati. Ma ho passato un sacco di anni a leggere e riflettere su cose che non si possono misurare in dollari e centesimi, e ora voglio condividerne alcune con te.

    I ricchi sono più furbi di te?

    Da ragazzo, quando discutevo con mia madre, capitava a volte che lei ricorresse alle maniere forti, con il suo modo collaudato per chiudere ogni conversazione.

    Con le mani sui fianchi, e calcando pesantemente sul suo accento texano, mi diceva: "Be’, se sei così tanto furbo, perché non sei anche ricco?".

    Non sapevo mai cosa rispondere. Ovviamente avevo dodici anni all’epoca, e gli spilorci a cui consegnavo il giornale non mi davano un granché. Eppure questa sua osservazione instillò in me la convinzione che i ricchi avessero una marcia in più; altrimenti saremmo tutti pieni di soldi, o no?

    In effetti alcune prove a sostegno di questa tesi esistono. Secondo un recente rapporto dell’Ufficio Demografico degli Stati Uniti ci sarebbe una relazione positiva tra istruzione e guadagno. Nell’arco della vita lavorativa di un adulto, una persona con un diploma di maturità guadagnerà, in media, 1,2 milioni di dollari; una con una laurea triennale 2,1 milioni; una con una laurea specialistica 2,5 milioni; una con un dottorato di ricerca circa 3,4 milioni; mentre chi ha frequentato una scuola di specializzazione post-laurea guadagnerà 4,4 milioni di dollari.

    Ma ecco l’inghippo: gli studi dimostrano che coloro che guadagnano di più non sono necessariamente i più ricchi. Per determinare la ricchezza reale di una persona bisogna guardare il bilancio (attività meno passività), e non la dichiarazione dei redditi. Provate a chiedere a Thomas J. Stanley. Autore dei best seller Il milionario della porta accanto, La mente milionaria e Stop Acting Rich… and Start Living Like a Real Millionaire [Smetti di comportarti da ricco… e inizia a vivere come un vero milionario], il dottor Stanley è la principale autorità in fatto di abitudini e caratteristiche degli americani ricchi. E molte delle sue scoperte giungono inaspettate.

    Per esempio, di solito ci immaginiamo che i ricchi guidino una Lexus, indossino un Rolex, vivano in ville lussuose, acquistino gioielli da Tiffany, e che siano membri di qualche club esclusivo. E indubbiamente la ricerca di Stanley rivela che i ricchi scintillanti, quelli con un patrimonio dai dieci milioni di dollari in su, spesso corrispondono a questa descrizione.

    Ma la maggior parte dei milionari, il cui patrimonio è compreso tra uno e dieci milioni di dollari, conduce uno stile di vita del tutto diverso. Stanley ha scoperto che la grande maggioranza:

    vive in una casa che costa meno di 400.000 dollari;

    non possiede una seconda casa;

    non ha mai avuto una barca;

    indossa un Timex piuttosto che un Rolex;

    non colleziona vini pregiati, e di solito spende meno di quindici dollari per una bottiglia;

    guida con più probabilità una Toyota che una BMW;

    non ha mai pagato un abito più di quattrocento dollari;

    spende poco in marchi prestigiosi e oggetti di lusso.

    Questa non è sicuramente l’immagine tradizionale di un milionario. E viene da chiedersi chi cavolo compri tutte quelle Mercedes decapottabili, quelle borse di Louis Vuitton e quelle bottiglie di vodka Grey Goose da sessanta dollari. La risposta, secondo il dottor Stanley, è gli aspiranti ricchi, persone che si comportano come ricchi e vorrebbero essere ricchi, ma non lo sono veramente. (Per dirla con un proverbio, Tutto fumo, niente arrosto.)

    Molti di loro sono brave persone, istruite e con uno stipendio a sei zeri. Ma il loro bilancio non è da ricchi, perché è impossibile per qualsiasi lavoratore, anche per chi è ben pagato, spendere una fortuna in beni di consumo e avere anche un sacco di soldi in banca. (E risparmiare è il requisito chiave per poter investire.)

    Nel suo nuovo libro Stop Acting Rich… and Start Living Like a Real Millionaire il dottor Stanley ricorda una sua apparizione al talk show di Oprah, durante il quale una signora del pubblico gli rivolse la domanda, la stessa che aveva già sentito centinaia di volte:

    Che senso ha avere tutti quei soldi se poi non li spendi?. Era arrabbiata, quasi indignata. Quelle persone non sono felici di certo.

    Come molti altri, anche quella donna credeva fermamente che più si spende più la vita migliora. È chiaro che non stiamo parlando di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà. (Ovviamente la loro vita sarebbe migliore se potessero spendere di più.) Ci riferiamo ai consumatori della classe medio-alta, coloro i quali hanno spesso uno stile di vita che eccede i propri mezzi e si ritrovano poi in situazioni di grande pressione, soprattutto in un’economia debole.

    Alcuni sono stati troppo ottimisti. Altri non si sono accorti di essere alle prese con un esercito composto dagli esperti di marketing migliori e più creativi al mondo, il cui lavoro è quello di convincerci che siamo ciò che spendiamo, che dobbiamo spendere, o sfoggiare, più degli altri. Il messaggio nascosto, che sta dietro al continuo bombardamento della Tv e dei cartelloni pubblicitari su cui compaiono donne e uomini incredibilmente attraenti, è che siamo speciali, che valiamo, e che dobbiamo apparire e comportarci come persone di successo ora.

    Secondo il dottor Stanley:

    I falsi ricchi si sentono insicuri della loro posizione nella società. Spesso la loro autostima si regge sulle sabbie mobili, perché dipende da quanto a lungo potranno continuare ad acquistare i simboli della ricchezza. Sono fermamente convinti che tutte le persone che raggiungono il successo economico debbano ostentarlo attraverso beni di lusso. La superficialità di questo ragionamento fa loro credere che chi non possiede oggetti di marche prestigiose non ha successo.

    Eppure i milionari comuni la vedono diversamente. La maggior parte di loro non ha fatto la propria fortuna vincendo alla lotteria o incassando una grossa eredità, ma massimizzando con pazienza e costanza i propri profitti, riducendo le uscite, e investendo scrupolosamente la differenza.

    Non sono dei grandi spendaccioni. Secondo l’indagine di Stanley tra le loro principali attività troviamo:

    passare il tempo con figli e nipoti (95 per cento);

    pianificare gli investimenti (94 per cento);

    stare con gli amici più stretti (87 per cento);

    visitare musei (84 per cento);

    raccogliere fondi per beneficienza (75 per cento);

    assistere a eventi sportivi (69 per cento);

    partecipare alle attività della comunità (69 per cento);

    studiare arte (63 per cento);

    partecipare alle attività di associazioni commerciali e professionali (56 per cento);

    fare giardinaggio (55 per cento);

    assistere alle funzioni religiose (52 per cento);

    fare jogging (48 per cento);

    seguire lezioni e conferenze (44 per cento).

    La spesa associata a queste attività è minima. La maggior

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