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LETTERA ALLE FAMIGLIE

CAPEZZANO P.re - MONTEGGIORI - S. LUCIA


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D E L L U N I T A P A S T O R A L E D I

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N 630

10 NOVEMBRE 2013

XXXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - LITURGIA DELLE ORE IV SETTIMANA

DIO NON E IL DIO DEI MORTI MA DEI VIVENTI


La questione della risurrezione dei morti divideva i due gruppi del mondo giudaico: farisei e sadducei. Questi ultimi non credevano alla risurrezione, e con la loro obiezione tendono a metterla in ridicolo. Ges coglie l'ironia e la supera attingendo alla Sapienza: la risurrezione non assurda. Coloro che partecipano alla vita di Dio non sentono incombere su di s la minaccia della morte. La meta finale della speranza cristiana l'esplosione della vita di figli di Dio. in forza di questa vita di intima comunione col Padre, col Figlio e con lo Spirito Santo, grazie all'immagine e somiglianza impressa nell'atto creatore e vivificata dalla grazia del Battesimo, che siamo strappati per sempre alla morte. I figli della risurrezione sono uguali agli angeli: vivono di Dio e per Dio, liberi anche dalla preoccupazione di vincere la morte mediante lo sposarsi e il generare. Quasi che il generare permetta, garantendo la sopravvivenza della specie, di dominare la morte. Il matrimonio cristiano viene qui illuminato di una luce tutta particolare: segno dell'amore e della fecondit di Dio, pi che della conservazione della specie. segno transitorio di ci che sar per sempre: vivere per Lui come Lui vive per noi. I figli della risurrezione sono come angeli: essi sono annunciatori e testimoni della risurrezione. Dediti corpo mente e spirito all'Unico e Grande Amore incontrato e contattato quotidianamente nelle profondit del loro cuore alla luce della Parola e dell'Eucaristia, considerano tutto una perdita pur di vivere e morire per Cristo. La verginit per il Regno l'incontestabile segno nel tempo della condizione futura dei risorti. "Dio non il Dio dei morti, ma dei vivi", chi vive per il Signore partecipa gi da ora alla Vita che ha vinto la morte.

DALLA SIRIA CI SCRIVE SUOR ARCANGELA


E ancora vivo nel mio cuore il grido angoscioso del nostro Papa Francesco convocando pi volte il mondo intero a pregare per la nostra amata Siria. La preghiera ha ottenuto il miracolo di allontanare il pericolo dellattacco militare che avrebbe mietuto altre vittime, oltre alle migliaia di questi due anni e mezzo di guerra. Oggi, politicamente la situazione sembra stia migliorando, ma sul terreno non vediamo nessun cambiamento. Le due parti continuano a combattere con nessun vincitore n vinto, ma con un bilancio di 120 mila morti,3 milioni di rifugiati, 4 milioni di sfollati allinterno del paese, centinaia di migliaia di emigrati, 7 milioni bisognosi di assistenza ad alto rischio in particolare i bambini. Le cifre della catastrofe Siriana non si fermano al devastante contagio dei morti e dei feriti. In questi ultimi mesi solo ad Aleppo 1400 fabbriche e officine sono state saccheggiate, demolite o bruciate, mentre in tutto il paese pi di due mila scuole sono state devastate o messe fuori uso, 37 ospedali insieme a un migliaio di piccole cliniche e dispensari sono stati vandalizzati. La gran parte dei silos di grano sono stati svuotati, le centrali elettriche sabotate, le linee ferroviarie smantellate e le strade bloccate e rese pericolose e impraticabili a causa delle bande armate che terrorizzano i viaggiatori che osano spostarsi e si azzardano a uscire fuori citt. Questa guerra ha distrutto la Siria non solo nelle pietre e negli edifici, ma anche nei cuori. Camminiamo nel buio, non riusciamo a immaginare come e quando finir, senza sapere quale sar il nostro destino. Nella regione di Aleppo decine e decine di villaggi sono stati rasati al suolo e i loro abitanti hanno subito violazioni, torture, massacri, uccisioni e decapitazioni. La disseminazione incontrollata delle armi e la forte presenza di mercenari stranieri colpiscono sistematicamente la popolazione e profanano luoghi di culto, come ultimante il villaggio di Maalula dove si parla ancora la lingua di Ges lAramaico. Aleppo la citt che oggi soffre di pi, da tre masi siamo pi o meno in continuo stato di assedio e isolate da tutto. I ribelli sono arrivati a prendere il controllo delle strade che collegano Aleppo, ingresso che da cui transita la maggior parte delle merci dirette in citt. I rifornimenti alimentari diventano difficili a dei prezzi elevatissimi, la gente allo stremo... non si parla pi di povert, ma di miseria. Conosciamo famiglie intere e bambini che a malapena riescono a mangiare una volta al giorno. Riceviamo elettricit e acqua per 2-3 ore al giorno, benzina e carburante sono prodotti rari come i tanti farmaci che non esistono pi.

Per tutto il mese di settembre siamo state private dinternet, e il telefono funziona ancora a singhiozzi. Gli spari e le esplosioni continuano ormai a fare parte della nostra vita. Giorno e notte abbiamo nelle orecchie il suono delle sparatorie che sentiamo da lontano o da vicino, dove alle periferie la battaglia non si ferma. Quotidianamente colpi di mortaio cadono ovunque, in particolare nei quartieri abitati per la pi parte dai cristiani facendo ogni giorno decine di morti e feriti spesso gravi. Aleppo piange i suoi martiri che diventano sempre pi numerosi proprio come detto nella lettera ai Romani 8,36 I nostri fratelli in Cristo Ges sono messi a morte ogni giorno e sono trattati come pecore al macello. In questo contesto di desolazione, sofferenza e dolore, mentre le altre Congregazioni hanno lasciato la citt e tanti ospedali chiudono le porte, noi rimaniamo perseveranti e determinate di andare fino in fondo per essere solidarie con coloro che non possono partire e che hanno bisogno del nostro aiuto. Nel dono di noi stesse continuiamo con la nostra presenza, la nostra resistenza, il nostro accompagnamento ad essere sostegno e speranza nel buio che ci circonda. La porta del nostro ospedale resta aperta giorno e notte per ricevere malati e feriti, grazie al progetto vittime della guerra (una organizzazione locale) che ci aiuta nel finanziamento siamo in grado di salvare molte vite. Ai drammi a cui assistiamo non ci sono commenti, ma solo dolore e lacrime... quante mamme piangono la perdita dei loro figli, quanto sangue stato versato inutilmente, non facile... a volte troppo duro..., ma per il momento ce la facciamo, il Signore ci dona la forza e il coraggio per affrontare ogni difficolt e ogni situazione. Cari amici, di Capezzano, ecco un po quello che viviamo... se resistiamo e andiamo avanti grazie alla vostra preghiera e vicinanza che ci sostiene e cincoraggia. La Siria ha bisogno di un miracolo per arrivare a un dialogo che porti alla riconciliazione, al perdono e alla vera pace. Non stanchiamoci di pregare, crediamo che il Suo amore pi forte delle armi. Fraternamente vi saluto e vi ringrazio Sr. Arcangela Orsetti

CALENDARIO DELLA SETTIMANA


DOMENICA 10 NOVEMBRE SANTE MESSE: A CAPEZZANO: ORE 7 - 9 - 11 ORE 10 A SANTA LUCIA - ORE 17 A MONTEGGIORI ORE 14,30 POMERIGGIO INSIEME

Ore 15
LUNEDI 11 ORE 9,15 ORE 21 MARTEDI 12 ORE 16

Celebrazione del sacramento del Battesimo


PULIZIA DELLORATORIO E DEI LOCALI PARROCCHIALI GRUPPI GIOVANISSIMI GIOVANI RITROVO DEL GRUPPO I
COLORI DEL CIELO

ORE 21
MERCOLEDI 13 ORE 15 VENERDI 15 ORE 16,30

IN ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO.


N.B.: PORTARE LA BIBBIA O IL VANGELO E IL DESIDERIO DI APPROFONDIRE LA CONOSCENZA DELLA PAROLA DI DIO
RITROVO DEL GRUPPO I COLORI DEL CIELO RITROVO DEL GRUPPO I COLORI DEL CIELO ADORAZIONE EUCARISTICA CORSO IN PREPARAZIONE AL MATRIMONIO

ORE 17,30 ORE 21

SABATO 16 ORE 14,30 PULIZIA DELLA CHIESA ORE 16,30 CONFESSIONI ORE 18 SANTA MESSA FESTIVA DOMENICA 17 NOVEMBRE SANTE MESSE: A CAPEZZANO: ORE 7 - 9 - 11 ORE 10 A SANTA LUCIA - ORE 17 A MONTEGGIORI
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ENTRATA NELLA PIENEZZA DELLA VITA: Lorenzi Maria Claudia


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Dammi la forza, Signore, di non rinnegare mai il povero, di non piegare le ginocchia davanti all'insolenza dei potenti.

(R.Tagore)

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