Sei sulla pagina 1di 45

Pinch Tecnology:

Sommario

Pinch Tecnology: ........................................................................................................................ 3 Definizione dei vincoli: .......................................................................................................... 4 Determinazione del fabbisogno minimo: ............................................................................... 4 Determinazione del pinch point:............................................................................................. 4 Determinazione della rete: ...................................................................................................... 6 Effetti della variazione del DT min ........................................................................................ 9 Temperatura minima alla quale fornire calore: ...................................................................... 9 Rifiuti solidi urbani:.................................................................................................................. 11 Analisi dei Rifiuti solidi urbani ............................................................................................ 11 Forme di utilizzo del rifiuto .................................................................................................. 12 Combustione in forni ........................................................................................................ 12 Pirolisi e gassificazione .................................................................................................... 15 Schema di trattamento dei rifiuti: ..................................................................................... 16 Problematiche connesse alla combustione dei rifiuti: .......................................................... 16 Cicli combinati e cogenerazione: ............................................................................................. 17 Ruolo delle turbine a gas ...................................................................................................... 17 Variazione dei parametri di riferimento ............................................................................... 19 Cicli combinati a 2 e 3 salti di pressione .............................................................................. 24 Cicli combinati con Surriscaldamento .................................................................................. 24 Cicli con ricombustione ........................................................................................................ 25 Cicli misti gas vapore ........................................................................................................... 26 Assetti cogenerativi .............................................................................................................. 26 Motori a combustione interna: .......................................................................................... 27 Microturbine: .................................................................................................................... 27 Exergia ...................................................................................................................................... 30 Exergia per i gas ideali ......................................................................................................... 31 Lettura dellexergia nei diagrammi termodinamici .............................................................. 32 Confronti exergia energia ..................................................................................................... 32 Bilanci exergetici: ................................................................................................................. 33

Pinch Tecnology:

Carbone ..................................................................................................................................... 35 Tecnologia IGCC .................................................................................................................. 36 Tecnologie per la separazione di CO2 .................................................................................. 37 Biomassa ................................................................................................................................... 38 Gas Naturale ............................................................................................................................. 40 Situazione italiana................................................................................................................. 40 Generazione da Fuel Cell ......................................................................................................... 41 SOFC .................................................................................................................................... 41 Teleriscaldamento ..................................................................................................................... 42 Scelta della centrale .............................................................................................................. 42 Scelta delle tubazioni ............................................................................................................ 42 Dimensionamento di una rete ............................................................................................... 43

Pinch Tecnology:

PINCH TECNOLOGY:
La pinch tecnology una tecnica di progettazione di reti di scambiatori di calore, in grado di analizzare contemporaneamente il fattore costo di impianto con la fattibilit tecnologica. Per effettuare lanalisi di pinch occorre per prima determinare i flussi, in termini di portata che fanno parte del processo di scambio termico. I flussi si distinguono in tre categorie: flussi caldi, che necessitano di una fonte fredda per ridurre il loro contenuto energetico; flussi freddi che necessitano di una fonte calda per il raggiungimento di elevate temperature e in flussi termici esterni, di calore e di refrigerazione. Alla base della trattazione occorre quindi conoscere i livelli termici necessari, nei processi produttivi, per ogni flusso ed individuare cos la migliore rete di scambio termico che consente di avere una facile regolazione con un ottimo compromesso in costi di investimento e gestione. Noti quindi i flussi termici oggetto di scambi termici occorre identificarli, lidentificazione effettuata sulla base di numerazioni progressive; ad ogni flusso associato il prodotto portata per calore specifico, che generalmente si mantiene costante per tutto il flusso. Regola 1: Nel caso di fluidi con calore specifico molto variabile in funzione della temperatura, necessario suddividere lo scambio termico in sotto-intervalli di temperatura nei quali il calore specifico mantenuto pressoch costante. Regola 2: Nei processi dove avviene una notevole variazione del calore specifico, come i cambiamenti di fase, si preferisce separare il flusso nelle diverse regioni: Riscaldamento liquido, Vaporizzazione, Riscaldamento vapore. Essendo, come si noter pi avanti, importante la portata per il calore specifico, nel caso del cambiamento di fase si determiner il calore specifico dalla eguaglianza delle 2 relazioni: Q = G (vaporizzazione), dove il lo si impone sufficientemente piccolo a piacere . (generalmente 0,1C o 1C) per cui si avr: Successivamente si definiscono i vincoli del sistema.

Pinch Tecnology:

DEFINIZIONE DEI VINCOLI:


Il vincolo principale la differenza minima di temperatura, tra fluido caldo e fluido freddo in uscita, in grado di essere realizzato allinterno di tutti gli scambiatori di calore della rete 1. Essendo Q = U A DT Ed il costo di impianto pari a C = a A^n con n pari a 0,8 si nota la relazione tra DT e C. ( ) Regola 3: In prima approssimazione nella pinch tecnologi possono essere imposti i seguenti salti minimi di temperatura: 20C per processi chimici, 15C per processi di evaporatori-essiccatori, 5C per processi di refrigerazione.

DETERMINAZIONE DEL FABBISOGNO MINIMO:


Il fabbisogno massimo quello che si ottiene se tutti i flussi di calore sarebbero soddisfatti da risorse esterne. Il fabbisogno di risorse esterne, di calore e di freddo, sono strettamente dipendenti dalla configurazione della rete di scambiatori termici. La rete che consente di minimizzare tali fabbisogni risulta in prima analisi migliore tra tutte le possibili configurazioni. Per la determinazione del fabbisogno minimo occorre effettuare una delle procedure per la determinazione del pinch point, possono quindi essere letti graficamente o agli estremi della cumulata.

DETERMINAZIONE DEL PINCH POINT:


Esistono 2 metodi per la costruzione dellanalisi di pinch: grafico ed analitico2, analizziamo dapprima il metodo grafico: Ottenuti i fabbisogni caldi e freddi minimi possibile realizzare il grafico T-Q. Diagrammando separatamente la curva composita calda (HCC) e la curva composita fredda (CCC).
1

Una elevata differenza minima di temperatura comporta una superficie di scambio minore, e quindi un costo minore, ma una resa energetica bassa, e nel caso limite un uso maggiore di risorse esterne. 2 Tale metodo non attuabile per i flussi soggetti alla regola 1, a meno di una costruzione laboriosa.

Pinch Tecnology:

La curva CCC traslata orizzontalmente (vincolo delle temperature rispettato e flussi termici costanti) in modo da ottenere una differenza finita di ordinate tra i punti pi vicini delle due curve pari proprio alla differenza di temperatura minima fissata. Tale punto nel diagramma definito come Pinch Point e la temperatura dette temperatura di pinch. possibile notare, una volta ottenuto il pinch point che: la differenza di ascisse tra le temperature inferiori indica il fabbisogno minimo di freddo; la differenza di ascisse tra le temperature superiori indica il fabbisogno minimo di calore. Attraverso il metodo analitico occorre generare la tabella dei flussi termici. Regola 4: Le temperature di ingresso e di uscita di ogni scambio termico sono aumentate di DT/2 in riscaldamento, sono invece diminuite nel caso di raffreddamento di DT/2, queste nuove temperature sono indicate come T*. Stabiliti i livelli di temperatura T*, ed ordinati in colonna in ordine decrescente, si genera un diagramma a gradini in cui si segnano tutti i flussi per ogni salto di temperatura con il relativo prodotto Gc. Successivamente si applica, per ogni intervallo di temperatura, la relazione: (
( )

( )

Ovvero la differenza tra Gcpfreddo e Gcpcaldo moltiplicata per lintervallo termico. Si ottiene in questo modo il flusso equivalente per quel salto termico. Se vi un surplus di energia il valore sar negativo, in caso contrario positivo. A questo punto si realizza la colonna del flusso cumulato: cominciando dalla testa e inserendo un flusso esterno pari a 0, e per ogni intervallo si detrae il flusso del processo con il proprio segno. La somma del flusso termico di processo (ovvero il flusso termico cumulato) avr:
Tutti valori positivi ed uno zero: si determina in quel punto il pinch point. Una variazione di segno: in questo caso occorre determinare il minimo negativo ed aggiungerlo alla testa di una nuova cumulata, cambiato di segno. Valore mai nullo:

I flussi della cumulata devono essere solo maggiori o uguali a zero.

Pinch Tecnology:

Regola 5: Il pinch point, si verifica, quando il calore specifico si mantiene costante, allintroduzione di un flusso.

DETERMINAZIONE DELLA RETE:


Per determinare la rete di scambio termico occorre identificare ulteriori regole da rispettare che pongono vincoli tecnologici e termodinamici nei processi. Regola 6: Non somministrare calore sotto il pinch point. Non sottrarre calore sopra il pinch point. Non scambiare calore attraverso il pinch point. Tale regola si dimostra attraverso la valutazione dei flussi minimi: uno scambio termico attraverso il pinch comporta un maggiore flusso esterno richiesto sia a monte che a valle. Regola 7: Al di sopra del pinch point possibile scambiare calore qualora Gcflusso caldo Gcflusso freddo. Al di sotto del pinch point possibile scambiare calore qualora Gcflusso caldo Gcflusso freddo. Tale regola pu essere violata qualora non vi siano altre possibilit e lo scambio avvenga lontano dal pinch point. Tale regola si dimostra graficamente: I flussi che hanno un minore prodotto Gcp hanno una maggiore pendenza, dallanalisi dello scambio che i due flussi con pendenze diverse si incontrano in un punto, a destra del quale si raggiunge lassurdo fisico che il flusso freddo riscalda il flusso caldo. Regola 8: Al di sopra del pinch point il numero di flussi caldi deve essere minore o uguali del numero di flussi freddi, in caso contrario si separano i flussi freddi. Se la regola 6 non viene rispettata si separa il flusso caldo. Nfh<Nfc

Pinch Tecnology:

Al di sotto del pinch point il numero di flussi freddi deve essere minore o uguale al numero di flussi caldi, in caso contrario si separano i flussi caldi. Se la regola 6 non viene rispettata si separa il flusso freddo. Nfh>Nfc Tale regola si dimostra attraverso un qualsiasi bilancio tra flussi al di sopra del pinch: si suppone di avere due flussi caldi ed uno solo freddo al di sopra del pinch, e che il flusso freddo raffreddi quello caldo fino al pinch point, il restante flusso caldo non potr mai raggiungere il pinch in quanto la temperatura del flusso freddo dopo lo scambiatore maggiore. Regola 9: Utilizzare il seguente schema di rappresentazione:

Si inizia a tracciare la rete in modo che un flusso venga completamente soddisfatto. Regola 10: Per gli scambi al di sopra del pinch, si dimensiona lo scambiatore di calore, in modo che il flusso caldo (che deve essere quindi raffreddato), raggiunga la temperatura di pinch superiore; questo per rispettare la regola 6. Lo scambio accettato se il flusso freddo non supera la temperatura di progetto prevista. Nel caso si verifichi una temperatura di uscita del fluido freddo maggiore di quella desiderata, il dimensionamento fatto secondo il flusso in grado di assorbire il fluido freddo fino alla temperatura di progetto, ed in fine si utilizza una thermal utility.

Pinch Tecnology:

Regola 11 Per gli scambi al di sotto del pinch, si dimensiona lo scambiatore di calore, in modo che il flusso freddo, (che deve essere riscaldato), raggiunga la temperatura di pinch point inferiore, infine si verifica che il flusso caldo non riduca la temperatura al di sotto dei limiti di progetto. Nel caso si verifichi una temperatura eccessivamente bassa, lo scambiatore di calore dimensionato secondo il flusso caldo fino alla temperatura di progetto, ed in fine si utilizza una thermal utility per il flusso freddo. adesso possibile determinare la rete che, in base al processo produttivo di impianto, consente di minimizzare il fabbisogno energetico nel rispetto di tutti i vincoli stabiliti. La rete determinata descritta da un numero di flussi interni ed esterni (N), un numero di percorsi chiusi (M) ed un numero di sottosistemi (S) ovvero circuiti indipendenti. In base alla teoria delle reti

Indicando con u il numero di componenti. La rete migliore quella che tende a minimizzare il numero di sottosistemi ed ad azzerare il numero di maglie, tale condizione determina il minimo numero di componenti. Nel calcolo del numero di flussi (N) rientrano anche le hot e Cold utility, queste possono essere considerate come: 1) alimentate dallo stesso fluido, 2) alimentate da fluidi diversi, 3) alimentate come specificato da qualcuno, questo comporta una variazione nel numero N e in S, per cui si modifica il numero minimo di componenti. Quando si verifica il numero minimo di componenti e si ci rende conto di dover ridurre gli scambiatori si effettua quella che si chiama semplificazione della rete si deve identificare la maglia sulla quale intervenire ed un percorso di rilassamento della rete3. Leliminazione di uno scambiatore di calore, comporta laumento della stessa quota di flusso termico su tutti gli scambiatori appartenenti al percorso di rilassamento, i quali vanno verificati nuovamente secondo la regola 10 e 11, il vincolo quello di rispettare le temperature finali del flussi termici. Regola 12: Nella semplificazione si inizia con lo scambiatore che trasferisce la minore potenza. I percorsi di rilassamento hanno inizio in uno scambiatore esterno e terminano in un altro scambiatore esterno, oppure deve essere un percorso chiuso.
3

Il percorso nel quale distribuire la potenza dello scambiatore eliminato

Pinch Tecnology:

Regola 13: Tra le infinite possibili reti, la migliore quella che soddisfa il minimo fabbisogno di energia esterna, la verifica si effettua verificando che il valore superiore della cumulata, pari al flusso esterno richiesto dalle hot utility, mentre il flusso richiesto dalle cold utility deve essere pari al flusso termico alla fine della cumulata. Si ha almeno un percorso chiuso senza violare la legge 6 (non scambiare al pinch). Leliminazione di uno scambiatore produce lo stesso effetto della riduzione del DT minimo fissato, conseguente ad un aumento di costo se non opportunamente valutato.

EFFETTI DELLA VARIAZIONE DEL DT MIN


Graficamente possibile notare che le curve composite possono essere avvicinate o allontanate in base al vincolo del DT min. Per ogni pendenza possibile presumere la presenza di un solo scambiatore di calore, soggetto alla legge Q = U A DT. Avvicinando o allontanando il pinch point e quindi diminuendo o aumentando il DT min possibile notare un aumento della superficie di scambio termico e quindi analizzare leffetto sullaumento del costo. Daltro canto, si nota anche un minore o maggiore sfruttamento di risorse esterne, che spesso rappresentano la voce di spesa principale di un impianto, in definitiva si pu utilizzare la regola 12. Regola 14: Quando la variazione di pendenza, nel punto di pinch, molto elevata, la variazione del DT min ha un effetto molto pi marcato sul fattore costo.

TEMPERATURA MINIMA ALLA QUALE FORNIRE CALORE:


Quando si utilizza una sola risorsa esterna di calore o di freddo, occorre che questa si trovi a temperatura maggiore della massima temperatura di processo o della minima temperatura. Realizzando la grand-compositive curve (gcc), ovvero il grafico T-Flusso della cumulata possibile verificare che durante il processo la rete ha un surplus di energia termica che pu utilizzare in un successivo processo di riscaldamento:

Pinch Tecnology:

10

Dallanalisi della gcc, si pu notare che da 200 a 140C si deve utilizzare la risorsa esterna alla massima temperatura (200C) ma possibile utilizzare una risorsa a 140C per il riscaldamento dei flussi dal pinch point a 140C. La temperatura 140C diventa come un secondo pinch point, chiamato per l'appunto utility pinch.

Rifiuti solidi urbani:

11

RIFIUTI SOLIDI URBANI:


I rifiuti solidi urbani (RSU) rappresentano una parte della fonte in biomassa disponibile nel mondo. In Italia, fino al 1997, i rifiuti venivano trattati come un problema ambientale in termini di gestione delle discariche ed incenerimento, dal 1997 in poi, attraverso il decreto Ronchi (D.L. 5 febbraio 1997 n. 22), si avviata la fase di differenziazione dei rifiuti solidi urbano, secondo vincoli temporali di obiettivi (15% in 2 anni, 25% in 4 anni e 35% dal sesto anno). Attualmente il sistema di regolamentazione del settore dei rifiuti urbani soggetto a disposizioni regionali e nazionali, in Piemonte dalla L.R. 24/02, anche qui con vincoli temporali fissati al 60% alla fine del 2011 e 65% alla fine del 2012 (lanalisi della produzione dei rifiuti e la percentuale di riciclo, negli anni 2000-2008 mostra un aumento della frazione riciclata). Attraverso tale decreto possibile rappresentare nel grafico successivo i processi logici di trattazione dei rifiuti solidi urbani:

ANALISI DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI


Le caratteristiche di distinzione dei rifiuti sono:
% di frazione secca Ceneri Specie chimiche Umidit

Rifiuti solidi urbani:

12

PCI

In base a tale analisi, detta merceologica, possibile determinare il potere calorifico del combustibile ed il volume di aria teorica richiesta per la combustione:
Per 1 kg di Carbonio sono necessari 2,67 Kg di O2 (11,44 kg di aria). Per 1 kg di O2 corrisponde a 4,29 kg di aria. Per 1 kg di H sono necessari 9 kg di O2 (34,33 kg di aria) Per 1 kg di S sono necessari 1 kg di O2 (4,29 kg di aria).

Il quantitativo di un elemento nel rifiuto pu essere espresso in composizione di rifiuto secco o in composizione di rifiuto umido; per ottenere dati relativamente al rifiuto secco occorre decurtare per ciascun elemento la quota di umidit, attraverso la relazione 2.1: ( )

Leffetto della raccolta differenziata pu esser valutato sottraendo allanalisi merceologica del rifiuto il quantitativo corrispettivo alla raccolta differenziata e ricalcolando quindi le percentuali del rifiuto. Lanalisi sulla provincia di Torino mette in evidenza che la raccolta differenziata comporta un maggiore potere calorifico del rifiuto rispetto la tradizionale raccolta, nel caso specifico dovuto ad un aumento della quota organico differenziato a partire dal 2005.

FORME DI UTILIZZO DEL RIFIUTO


La principale forma di utilizzo del rifiuto la combustione in forni per la produzione di calore.

COMBUSTIONE IN FORNI
I forni tipicamente utilizzati per la combustione sono forni a griglia il cui schema rappresentato in figura:

Rifiuti solidi urbani:

13

Il forno in grado di trattare una portata di rifiuto da 40-50 t/g per piccola taglia e da 8001000 t/g per grande taglia. Il forno cambia configurazione in base al sistema di alimentazione dellaria primaria, la quale pu essere effettuata in testa con il rifiuto, in controcorrente, o insufflata dalla griglia. La griglia deve consentire la movimentazione ed il mescolamento del rifiuto in modo che avvenga una combustione completa, questa pu essere: a gradini, a rulli in rotazione o a barrotti oscillanti. La parte inefficiente del sistema dovuta a due fattori: il quantitativo di umidit, che ne riduce il potere calorifico; e la presenza di inerti che generano una grande quantit di ceneri e scorie, queste devono essere raccolte e raffreddate, loperazione effettuata quella di gettarli in vasca dacqua con conseguente impossibilit di recuperare il calore. In oltre sono presenti metalli che durante la combustione possono volatilizzare e corrodere i materiali costruttivi del forno, ed infine generare problemi di impatto ambientale al camino; tra i metalli pi frequenti vi il coloro ed il fluoro. Un possibile metodo efficiente di utilizzo del rifiuto la suddivisione in 3 fasi della combustione:
1. Essiccamento del rifiuto: alla temperatura di 100-300C in prossimit dellalimentazione 2. Pirolisi e gassificazione: la prima a 400-700C, la seconda a 700-1000C nella parte centrale della griglia. 3. Combustione: alla temperatura di 800-1400C in fase eterogenea ed omogenea

Con questo sistema di combustione laria primaria, e quindi lossigeno, ha anche la funzione di raffreddamento della griglia, alloccorrenza pu essere utilizzata acqua. Per ridurre al minimo la formazione di molecole organiche indesiderate, quali le diossine, necessario che i fumi si

Rifiuti solidi urbani: mantengano alla temperatura di 850C per almeno 2 secondi (tempo che si riduce allaumento della temperatura), per cui il percorso dei fumi a valle della griglia deve essere dimensionato in modo che il tempo di percorrenza sia superiore a quello desiderato, prima del recupero termico. Il dimensionamento dei forni effettuato sulla base di 4 parametri:
1. 2. 3. 4. 5. Temperatura di esercizio (850-950C) Tempo di residenza dei fumi (2-5 s) Tempo di residenza del rifiuto (30 60 min) Carico termico volumetrico (250-850 MJ/mc h): per determinare le dimensioni delle griglie. Carico termico specifico di griglia (1700-3500 MJ/mq h) per determinare i materiali.

14

Altri tipi di forni disponibili sono forni a tamburo rotante, e forni a letto fluido. Il forno a tamburo rotante riportato in figura:

Lalimentazione del rifiuto avviene dalla testa, e laria primaria pu essere equi-corrente o controcorrente, le pareti esterne sono costituite da materiale metallico, con materiale refrattario interno, esiste la configurazione interna a fasci di tubi per la produzione di vapore, tuttavia questa configurazione aumenta le perdite del sistema del 10%. La combustione avviene a contatto con le pareti e vista la difficolt della combustione possono essere disposte palettature centrali per la movimentazione del rifiuto e vengono utilizzati eccessi di aria del 100-150%. I tempi di permanenza del rifiuto non sono comunque sufficienti a garantire la completa combustione, per cui necessario effettuare una post combustione. Il vantaggio di questo forno la possibilit di utilizzare un rifiuto anche di tipo industriale. Il dimensionamento del forno effettuato sulla base dei seguenti parametri:
1. Carico termico specifico di griglia (2000-4000 MJ/mq h) 2. Carico termico volumetrico (250-850 MJ/mc h) necessario per il dimensionamento del taburo 3. Velocit di rotazione del tamburo (0,2-1,2 rpm)

Rifiuti solidi urbani:

15

4. 5. 6. 7.

Tempo di permanenza del rifiuto (> 60 min) Inclinazione del tamburo (1-3%) Diametro (1,5-5 m) Rapporto lunghezza diametro (2-5)

Per quanto riguarda i forni a letto fluido, di cui se ne riporta lo schema in figura.

Discuteremo in seguito delle sue caratteristiche. Mostra vantaggi relativamente al basso quantitativo di scorie prodotte (0,2% rispetto 2-5% dei forni a griglia), elevata efficienza di combustione, buona flessibilit del rifiuto caricato, necessita tuttavia di un pre-trattamento del rifiuto in grado di generare una pezzatura omogenea, mostra quindi difficolt nel trattamento dei rifiuti leggeri.

PIROLISI E GASSIFICAZIONE
La pirolisi un processo di degradazione termico di una molecola organica, in assenza di ossigeno, i prodotti sono una miscela costituita da:
15-30% di gas quali H2 CO CO2 ed idrocarburi leggeri con PCI di 8000-13000 kJ/Nmc 50-60% di liquido come alcoli idrocarburi pesanti con elevato tenore di acqua (60-80%) con PCI di 4000-8500 kJ/kg. 20-30% di residui solidi carboniosi con PCI di 21000-25000 kJ/kg.

La gassificazione invece un processo chimico di ossidazione parziale del rifiuto che avviene in difetto di ossigeno. Questa tecnica mostra difficolt principalmente dovuta alla presenza di particolato, gas acidi, alcalini ed idrocarburi pesanti, i quali alla temperatura di 250-300C costituiscono una sostanza oleosa che determina elevati gradi di sporcamento delle superfici.

Rifiuti solidi urbani:

16

SCHEMA DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI:

Sono mostrati vari tipi di impianti di termovalorizzazione, ed uno in particolare, limpianto cogenerativo di Torino che gestisce una portata di rifiuti pari a 421000 t/g con una potenza termica in massima cogenerazione di 106 MW ed una potenza elettrica di 39,5 MW.

PROBLEMATICHE CONNESSE ALLA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI:


Diossine ed inquinanti.

Cicli combinati e cogenerazione:

17

CICLI COMBINATI E COGENERAZIONE:


Lefficienza di un ciclo combinato si esprime attraverso la relazione x.x:

Questa si pu esprimere, attraverso alcuni passaggi di esplicitazione, come: ( )

Ovvero il ciclo combinato ha incidenza positiva sullefficienza se:

Ovvero ( )

Per quel che riguarda la fonte energetica dei cicli combinati, il gas naturale rappresenta quasi la totalit degli impianti presenti nel territorio Italiano. Circa il 40% dellenergia elettrica prodotta da sistemi cogenerativi, di questi l80% prodotta da cicli combinati con fonte gas naturale. Un sistema combinato caratterizzato dalla presenza di 2 cicli, energeticamente dipendenti; il ciclo a pi alta temperatura detto ciclo di topping, ed nella maggioranza dei casi costituto da un ciclo a gas Joule, il pozzo di questo cede calore come sorgente del ciclo a valle detto di bottoming, tendenzialmente un ciclo a vapore.

RUOLO DELLE TURBINE A GAS


Per quanto riguarda il ciclo di topping, nel caso di sistemi a turbine a gas, uno dei parametri principali che ne modificano lassetto la temperatura di ingresso in turbina (TIT) il quale aumento generalmente costituisce un aumento dellefficienza del ciclo. Tale aumento dellefficienza non detto che aumenti lefficienza complessiva di impianto, in quanto si modifica la temperatura di uscita dalla turbina (TOT).

Cicli combinati e cogenerazione:

18

Tuttavia un aumento della temperatura in ingresso alla turbina porta ad una riduzione della vita utile della stessa, a causa delleffetto creep che si verifica nelle palette della turbina; la vita utile si riduce secondo la legge: ( )

La perdita pu essere mitigata se si adotta un sistema di raffreddamento delle palette, il ciclo in questo caso non ha pi una espansione adiabatica in turbina. Per i primi due stadi si ottiene una riduzione dellentropia e negli ultimi 2 un aumento di entropia. Le principali tecnologie di raffreddamento per le palette risiedono nella tecnica di costruzione delle stesse, vi sono quindi palette per il raffreddamento ad aria:
convettivo, raffreddamento a film raffreddamento a film esteso.

Tale raffreddamento prevede lestrazione dellaria dal compressore (che sar costretto a lavorare con una portata maggiore, e quindi compiere un maggiore lavoro e liniezione al livello di pressione corrispondente in turbina. Il secondo metodo di raffreddamento ad acqua:
raffreddamento ad anello aperto raffreddamento ad anello chiuso

Questi sono in grado di far aumentare la TIT senza aumentare la temperatura di combustione, e hanno il vantaggio di poter produrre vapore. Leffetto che invece si avrebbe se a valle della turbina fosse effettuata una ri-combustione quello riportato in figura:

Cicli combinati e cogenerazione:

19

Il confronto tra i due metodi mostra che leffetto di una ri-combustione comporta un aumento dellefficienza di un impianto combinato:

VARIAZIONE DEI PARAMETRI DI RIFERIMENTO


I parametri di riferimento di un ciclo combinato sono:
Pressione del vapore vivo o Variano: Efficienza della caldaia a recupero Portata di vapore prodotto e salto entalpico disponibile Titolo del vapore in uscita dalla turbina

Variazione dellefficienza al variare della pressione del vapore vivo.

Cicli combinati e cogenerazione:

20

Variazione del pinch point al variare della pressione di vapore vivo.

Variazione del salto entalpico al variare della pressione del vapore vivo

Effetto sul titolo:

Cicli combinati e cogenerazione:

21

Variazione dellenergia elettrica prodotta ed efficienza energetica ed exergetica al variare della pressione di vapore vivo

Temperatura del vapore vivo

Effetto sullefficienza energetica ed exergetica e sullenergia prodotta.

Effetto sul titolo in uscita dalla turbina

Cicli combinati e cogenerazione:

22

Cicli combinati e cogenerazione:

23

Pinch point

Alla riduzione del pinch point si ottiene un aumento della portata di vapore prodotta e quindi della potenza ottenuta, per contro aumenta la superficie di scambio termico

Temperatura di pre-riscaldamento

Il valore minimo della temperatura dellacqua di alimento legata alla necessit di evitare la condensazione lato gas, principalmente per evitare la corrosione a freddo.

Cicli combinati e cogenerazione:

24

CICLI COMBINATI A 2 E 3 SALTI DI PRESSIONE

CICLI COMBINATI CON SURRISCALDAMENTO

Cicli combinati e cogenerazione:

25

CICLI CON RICOMBUSTIONE


La ricombustione una tecnica di successiva combustione dei gas in uscita dalla turbina a gas, generalmente fino a 750C, questo porta ad un aumento dellefficienza nei cicli ad un solo livello di pressione, sempre, ma una riduzione dellefficienza nel caso di cicli a pi salti di pressione.

Cicli combinati e cogenerazione:

26

I vantaggi di questa tecnica sono legati alla possibilit di utilizzare un combustibile meno pregiato, o di aumentare la potenza prodotta.

CICLI MISTI GAS VAPORE


Tra questi si annoverano i cicli STIG e ISTIG, dove al ciclo a gas iniettato direttamente vapore e cicli RWI e HAT dove al ciclo iniettata acqua. Questi cicli presentano vantaggi a livello ambientale in termini di emissioni e consente un aumento della potenza prodotta e dellefficienza complessiva di impianto. Tuttavia richiesta una qualit del vapore elevata, per evitare la formazione di fouling ed erosioni nella camera di combustione e nella turbina, in oltre aumenta la portata e quindi occorre effettuare una regolazione della turbina.

ASSETTI COGENERATIVI
La cogenerazione consente un significativo risparmio di energia primaria (13,8% riferita al rendimento medio del parco termoelettrico Italiano al 2008, 3,7% riferito al parco italiano a gas naturale), il gas naturale contribuisce al 76% dellenergia elettrica prodotta da essi. Per la cogenerazione di piccola taglia (<10 MVA) il gas naturale rappresenta l82,3% della fonte energetica primaria utilizzata. Le tecnologie pi diffuse sono, in ordine di produzione netta crescente:
Cicli combinati Turbina a vapore con spillamento

Cicli combinati e cogenerazione:


27

Turbina a vapore in contropressione Motore a combustione interna Turbine a gas con recupero

MOTORI A COMBUSTIONE INTERNA:


Il rendimento termico di un motore a combustione interna dellordine del 50%, di questa quota cica il 50% rappresentata dal recupero dai fumi, il resto dal circuito di raffreddamento dellolio e del motore.

MICROTURBINE:
Per le turbine assiali presenti nel mercato si mette a confronto la potenza con il costo di investimento ed efficienza della turbina:

Per il costo troppo elevato e la scarsa efficienza per le piccole taglie si adottano compressori centrifughi e turbine centripete, tale configurazione consente di avere una notevole velocit di rotazione ed elevati rapporti di compressione in uno stadio.

Cicli combinati e cogenerazione:

28

Per il rapporto di compressione si pu agire sulla portata di fluido trattato in modo da ridurre la spesa energetica:

La velocit di rotazione dipende dalla velocit tangenziale del fluido in ingresso alla turbina, il quale dipende esclusivamente dal salto di pressione. Al fine di mantenere costante lefficienza il numero di giri caratteristico di una turbina deve mantenersi nellordine di 0,3-0,6 (numeri caratteristici bassi indica velocit di rotazioni elevati).

Un metodo di regolazione di velocit automatico luso di Inverter. Per limitare i costi per unit di potenza necessario che tali macchine siano caratterizzate da un numero ridotto di stadi, al limite 1; tuttavia la piccola taglia non giustifica temperature di ingresso in turbina troppo elevate, per cui si adottano turbine in cicli rigenerativi (serie 1) con limitati rapporti di compressione.

Cicli combinati e cogenerazione:

29

Leffetto dellaumento della temperatura rappresentato nel grafico successivo:

Le emissioni dalla turbina sono sufficientemente basse, minori di 10-25 ppm per NOx e minore di 20 ppm per CO. Per ottenere laccoppiamento tra compressore e microturbine si deve verificare la caratteristica manometrica delle due macchine e studiare la stabilit di entrambe per variazioni di portata.

Exergia

30

EXERGIA
Supponiamo di prendere in considerazione un volume di controllo per un sistema aperto. Si possono applicare al volume di controllo 3 equazioni fenomenologiche:
Bilancio in massa

Principio di conservazione dellenergia o primo principio della termodinamica

( )

Secondo principio della termodinamica

Moltiplicando T0 al secondo principio si ottiene

Sommandola al primo principio della termodinamica: ( ) ( ) ( ) ( )

Per processi stazionari si ha che

Si definisce rispettivamente la quota di energia interna e la quota disponibile di entalpia.

Exergia

31

A queste sono collegate due propriet termodinamiche, lexergia interna A definita come la differenza di quota utilizzabile di energia interna; e lexergia b definita come la differenza di quota utilizzabile di entalpia; entrambe in riferimento allo stato della biosfera o ambiente esterno di riferimento, o detto anche stato morto, dove si riconoscono T0, p0, v0, z0 (Temperatura, pressione, velocit quota geodetica). ( ) ( ) ( Si nota che il termine ( ) )

coincide con lenergia libera di Gibbs, la quale esprime la

componente chimica dellexergia. Si scrive anche


Exergia interna Exergia interna totale Exergia Exergia totale Flusso di exergia distrutto

Per processi stazionari Da cui: ( ) ( ) ( ) ( )

EXERGIA PER I GAS IDEALI


Per un gas ideale, per il quale si ipotizza costante il calore specifico, lexergia interna pu essere espressa attraverso la relazione: ( ) [( ) ]

[(

Exergia Mentre lexergia del flusso di gas ideale: [( ) ]

32

[(

LETTURA DELLEXERGIA NEI DIAGRAMMI TERMODINAMICI

Sia il punto 1 le condizioni termodinamiche di un fluido, e con 0 si indichi la condizione dellambiente di riferimento (stato morto) dal punto 0 tracciata lisobara di P0, tracciando la tangente R definita come retta ambiente si identifica il punto 2. Il segmento tra 1 e 2 rappresenta lexergia posseduta dal fluido nelle condizioni 1.

CONFRONTI EXERGIA ENERGIA

Exergia

33

BILANCI EXERGETICI:
Si prende in considerazione il sistema sul quale effettuare lanalisi e si verificano le alimentazioni, i prodotti i reflui e le irreversibilit:

Per cui si avr:


Bilancio Componente Compressore Turbina Caldaia Valvola di laminazione Pompa idraulica Condensatore Evaporatore Scambiatori di calore multipli Reattori chimici ( Pannello solare ( ) ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ( ) ) Schema

Fuel Cell Utenze esterne di calore [( Per un gas ideale ( ( )

( ) ]

Relazioni da tenere a mente:


Legge Equazione

Convenzione dei segni

Regola della leva

Exergia

34

Legge

Equazione

Entalpia

Entalpia per gas ideali

Variazione di entropia (valido per gas e liquidi)

Calore

Energia interna Bilancio delle reazioni Exergia chimica Exergia di una portata ( )

Si definisce efficienza di secondo principio, per ogni processo:

Carbone

35

CARBONE
Il carbone una risorsa energetica importante in quanto le riserve stimate sono abbondanti; tuttavia il punto debole di questa fonte risiede nel forte impatto ambientale che ne deriva dalla combustione. Volendo abbattere le emissioni gassose della combustione del carbone si possono eseguire le tecniche di gassificazione, al fine di produrre syn-gas e ceneri, ovvero passare dalle condizioni di combustibile solido a quelle di combustibile gassoso, aumentando cos anche lefficienza di combustione. La gassificazione un processo chimico che coinvolge le seguenti reazioni:

La composizione finale del gas in uscita varia molto a seconda delle condizioni di lavoro progettate, quale le pressioni e le temperature (variano i favori termodinamici e lener gia libera di Gibbs). I processi di gassificazione si distinguono in:
Deumidificazione e volatilizzazione delle molecole leggere alla temperatura di 300-500 C Rottura delle molecole pesanti e gassificazione, formazione delle char (parte carboniosa residua) Raffreddamento del char e formazione di un agglomerato chiamato slag.

Le principali tecnologie per le gassificazioni sono:


Reattore a letto fisso Il carbone inserito dallalto e il vapore con ossigeno dal basso-laterale, il gas viene estratto dallalto-laterale e le ceneri dal basso. Flusso in controcorrente Bassi costi di gestione Elevata efficienza Reattore a letto fluido Il carbone inserito dallalto-laterale, il vapore con ossigeno dal basso-laterale; le ceneri sono raccolte dal basso e il gas dallalto. Flusso in controcorrente Richiede pezzature fine di coke Bassi contenuti di idrocarburi pesanti nei gas. Reattore a letto trascinato Il carbone, ossigeno e vapore sono inseriti dallalto, mentre il gas e la cenere prelevata dal basso. Flusso in equi-corrente Richiede pezzature fine, tecnologie complessa ed elevati costi di gestione Scorie vetrificate e ottima conversione del carbone, elevata efficienza.

Carbone

36

Reattore a letto fisso Basse potenzialit ed elevati tempi di permanenza Basso consumo di ossigeno e alto consumo di vapore Tecnologia Lurgi Pressione 20-30 bar Temperatura 400-600C

Reattore a letto fluido Medie potenzialit e bassi tempi di permanenza Moderati consumi di ossigeno e vapore. Tecnologia HTW Pressione 20-30 bar Temperatura 800-1000C

Reattore a letto trascinato Elevate potenzialit e bassi tempi di permanenza. Bassi consumi di vapore e ossigeno. Tecnologia Texaco Pressione 20-80 bar Temperatura 1200-2000C

Unalternativa alla gassificazione del carbone rappresentata dalla combustione a letto fluido pressurizzato (PFBC), questa tecnologia riassunta in due diversi reattori:
Letto Bollente Combustibile distribuito su un letto di inerti (dolomiti) e sostenuto da un flusso daria a 1-1,5 m/s Tecnologia pi semplice Temperatura di 800-900C, avviene la formazione di gesso attraverso la dolomite. Sistemi di filtraggio pi complessi Letto circolante Combustibile distribuito su un letto di inerti (dolomiti) e sostenuto da un flusso daria a 4-8 m/s Ricircolo dei gas in uscita in quanto posseggono un elevato contenuto di carbone, la separazione avviene in cicloni. Temperatura di 800-900C, avviene la formazione di gesso attraverso la dolomite. Sistemi di filtraggio pi complessi

TECNOLOGIA IGCC
La tecnologia IGCC ovvero integrated gassification combinate cycle, un impianto ad alta efficienza con accoppiamento tra gassificatore e impianto termoelettrico. Il problema principale di questa tecnologia risiede nel grande consumo energetico per la separazione dellossigeno dallaria (avviene in impianti Linde-Frankl) pari a circa il 10% dellenergia prodotta. Non va nemmeno sottovalutato il calore da trasmettere alle portate di vapore in ingresso. Il gas in uscita dal reattore deve essere raffreddato secondo 4 possibili metodi:
1. In due stadi, il primo radiativo fino a 900C (dove avviene la solidificazione dello slag) ed il secondo stadio convettivo fino alla 250C. TECNOLOGIA TEXACO. 2. Spegnimento con quench (iniezione di acqua microlizzata) fino a 900C con conseguente solidificazione dello slag, e scambiatore convettivo fino a 250C; nel processo di quench pu essere utilizzato una parte di slurry per ottenere un ulteriore stadio di gassificazione. TECNOLOGIA DESTEC. 3. Spegnimento con quench con ricircolo di gas di sintesi a bassa temperatura fino a 900C, successivo scambio convettivo fino a 250C. TECNOLOGIA SHELL. 4. Spegnimento con acqua fino a 250C scrubber-quench. TECNOLOGIA TEXACO 2.

Infine il gas deve essere trattato.


Rimozione del Vapore, Ammoniaca, TAR, Fenoli, HCN, HCl

Carbone
Rimozione dello Zolfo (H2S, COS) attraverso luso di processi come MDEA, SELEXOL, PURISOL etc infine inviato ad il processo di formazione del gesso.

37

Infine il gas ottenuto costituito da CO, H2, CO2, H2O, con un potere calorifico compreso tra 10 e 14 MJ/kg, per cui la portata di combustibile circa 4 volte pi grande rispetto al gas naturale, con conseguente aumento della portata inviata in turbina (10% in pi), per ovviare al problema si aumenta la pressione. Il vantaggio di un ciclo IGCC risiede nei seguenti punti:
Ridotte emissioni Efficienza comparabili con impianti a vapore Uso di turbine a gas avanzate, che permettono rendimenti superiori ai cicli supercritici Prodotto zolfo

Di contro limpianto presenta un costo maggiore sia di investimento che di gestione.

TECNOLOGIE PER LA SEPARAZIONE DI CO2


I metodi per la separazione di CO2 sono attualmente:
1. Assorbimento in solventi (MEA)

Lassorbimento avviene a temperature di 40-60C ed il desorbimento a 100C.


2. Assorbimento in zeoliti. 3. Sistemi a membrane (palladio o polimeriche) 4. Distillazione criogenica.

Biomassa

38

BIOMASSA
La biomassa contribuisce al soddisfacimento di circa il 10% del fabbisogno energetico mondiale. Attraverso luso civile in riscaldamento e cottura. Tra le rinnovabili la sua quota del 77%. Il potenziale di questa risorsa ammonta al 2050 fino a 1500 EJ/anno, ovvero sarebbe in grado di coprire qualsiasi scenario energetico di crescita della domanda come unica fonte. Tuttavia la sua stima futura non supera i 500 EJ/anno. Levoluzione della biomassa presuppone i seguenti obiettivi:
1. A breve termine, espansione delle culture convenzionali a scopo energetico 2. A medio termine, produzione della maggior parte della biomassa come utilizzo energetico attraverso culture in terreni degradati o da eccessi produttivi. 3. A lungo termine, significativo contributo di biomassa acquatica.

La produzione di biomassa si classifica in:


Culture oleose Zucchero e amico Biomassa lignocellulosica Fanghi e liquami Micro organismi

La biomassa deve essere trattata e convertita in fonti di migliore qualit, questo lo si fa attraverso i processi:

Biomassa

39

Allo stato attuale la biomassa utilizzata come co-combustione diretta al carbone o alla cocombustione parallela per la produzione di vapore negli impianti di potenza. Per quanto riguarda la qualit della biomassa possiamo dire che essa costituita da numerosi componenti di tipo organico e non organico, nonch di acqua. Sulla base del potere calorifico della biomassa di pu osservare che contenuti elevati di umidit ne riducono il potenziale stesso.

Gas Naturale

40

GAS NATURALE
Il gas naturale contribuisce, attualmente, a circa il 21% del fabbisogno energetico mondiale. Il gas una miscela costituita principalmente da:
1. 2. 3. 4. 5. 6. Metano (70-99%) Etano, Propano, Butano (<20%) CO2 (<8%) H2S (<5%) N2 (<5%) Altri incondensabili

Il potere calorifico di questa miscela varia tra i 30 e i 45 MJ/Nm3. Limportanza del gas naturale come risorsa energetica alternativa al petrolio legata ad una serie di fattori, i principali dei quali sono:
Disponibilit delle riserve (61 anni attualmente, valore dinamico) Riserve politicamente stabili (pochi paesi con grandi riserve, Russia, USA, Iran) Disponibilit di infrastrutture per il trasporto Utilizzabilit in tutti i settori Alta efficienza di utilizzo

Il trasporto avviene attraverso due sistemi: attraverso pipeline o con navi metaniere che trasportano il GPL ovvero gas liquefatto alla temperatura di -162C.

SITUAZIONE ITALIANA
In Italia il gas contribuisce per il 35,5% del fabbisogno energetico nazionale, di cui il 33% di provenienza Russa, e 31% dallAlgeria. Sul gas si fonda il 51% della produzione di energia elettrica Italiana, con circa 2200 impianti la cui taglia media di 48 MW per impianti di propriet dei produttori elettici (65%) mentre la taglia media degli impianti posseduti da auto produttori pari a 7,5 MW. Il territorio Italiano prevede i seguenti punti di ingresso del gas naturale: Piemonte (Passo Gries, gas dallolanda e norvegia), Friuli (tarvisio, gas Russo, Gorizia), Sicilia (Mazzara del vallo, gas algerino, Gela, gas Libico) Puglia (gas Greco). Sono presenti 2 rigassificatori Panigaglia a La Spezia e Venezia.

Generazione da Fuel Cell

41

GENERAZIONE DA FUEL CELL


Le Fuel cell sono celle elettrolitiche che attraverso la reazione di ossido riduzione di due specie chimiche ottengono energia elettrica. Le Fuel cell si distinguono in base allelettrolita o in base al campo di temperature o a qualche particolare caratteristica:
Nome PEM PEM AT PAFC MCFC SOFC AFC DMFC Rigenerative Zinc Air Protonic Ceramic Microbial FC Campo di temperatura (C) 80 120-140 210 650 800-950 170 50 90

Il combustibile delle Fuel Cell quasi sempre idrogeno, il quale subisce la reazione di ossidazione, mentre lossigeno si riduce con cessione di elettroni. Generalmente, la reazione di ossidazione avviene allanodo, mentre quella di riduzione al catodo. Per cui la reazione complessiva quella di formazione dellacqua e lenergia disponibile pari allentalpia di formazione della molecola.

SOFC
Di particolare interesse la tecnologia SOFC grazie alla sua elevata temperatura. CIo permette un applicazione di tipo combinato in impianti di potenza. Le reazioni allanodo sono 2: quella di ossidazione dellidrogeno e formazione di acqua e quella di dissociazione dellidrogeno dallacqua con la presenza di monossido di carbonio. La struttura della cella di tipo a tubi coassiali, il tubo centrale attraversato, dallalto verso il basso da aria, che si riscalda per uscire dal fondo, in seguito lambisce le pareti interne del secondo tubo che costituiscono il catodo, mentre il combustibile idrogeno lambise la tubazione dallesterno.

Teleriscaldamento

42

TELERISCALDAMENTO
Il flusso termico in condizioni di progetto desumibile dalla relazione: ( )

Con r compreso tra 0,85 e 0,95 W/m3K, tale coefficiente indice della spesa energetica per dispersione di 1 m3 di volume riscaldato, Le temperature sono di progetto, tipicamente stimate in 20C interni e -8C esterni per la citt di Torino. Lenergia termica complessivamente fornita allutenza pu essere calcolata come:

Dove GG sono i gradi giorno e h sono le ore di funzionamento dellimpianto di riscaldamento in un giorno.

SCELTA DELLA CENTRALE


La centrale termica deve essere in grado di gestire anche le perdite per dispersione della rete, stimabili in 1-2% della potenza e 8-10% in termini di energia. Il sistema di generazione di calore deve essere dimensionato quindi in base alla richiesta termica, ma questa massima solo poche ore allanno, per cui si preferisce dimensionare il sistema per carichi ridotti del massimo intorno al 50%, cosicch questi lavorino a massimo regime molte ore allanno, il restante carico viene coperto dai sistemi ausiliari, tipicamente caldaie.

SCELTA DELLE TUBAZIONI


Le tubazioni utilizzate per le reti di teleriscaldamento sono tipicamente di poliuretano, e il circuito prevede sia la mandata che il ritorno della rete, posti sempre parallelamente.

Teleriscaldamento

43

Alla scelta delle tubazioni si modificano parametri di spese energetiche, quali flusso termico disperso e perdite di carico del fluido.

DIMENSIONAMENTO DI UNA RETE


La topologia delle reti di teleriscaldamento, prevede di tracciare solo la rete di mandata Data una rete di teleriscaldamento qualsiasi possibile procedere al dimensionamento della stessa attraverso la seguente procedura: Supponiamo che la rete sia costituita dallimmagine in figura

A questa possibile associare una matrice A detta di Incidenza costituita da un numero di righe pari al numero di nodi (n) e da un numero di colonne pari al numero dei lati. A tale matrice si assegnano valori di -1, 0 e 1 prendendo come riferimento il nodo nella riga: ad esempio la riga uno (ovvero il nodo 1 lelemento di partenza del lato 1 e non comune a nessun altro lato, per cui gli altri valori sono nulli; per la seconda riga ovvero per il nodo 2, questo il punto finale del lato 1, per cui -1 ed il punto iniziale per il lato 2 e 3 per cui 1, 1)

Per ogni ramo rete idraulica possiamo identificare due leggi fondamentali, o vincoli: la congruenza della portata, e la conservazione della quantit di moto. Per la conservazione della quantit di moto ( ( ) ( ) ( )

Teleriscaldamento

44

Il lavoro di attrito, dato dalla somma delle perdite di carico distribuite e localizzate, si determina attraverso la relazione

Dove f il fattore di attrito della tubazione, L la lunghezza, D il diametro, V la velocit coefficiente della perdita di carico localizzata. Questa pu essere espressa in termini di portata per un fattore di attrito: | |

il

Ponendo nulla la potenza tecnica fornita al fluido (ovvero si stabilito lo studio tra due sezioni in cui non risiede alcun organo meccanico), ed essendo

Ovvero la pressione termodinamica sommata alla densit per laccelerazione di gravit e per la suo quota z, allora si pu scrivere: | |

Ponendo

ed introducendo un coefficiente unitario, che identifica il segno

dellequazione, ovvero fisicamente il verso del fluido (1 se concorde a quello ipotizzato, -1 se discorde), allora lequazione pu esser scritta come:

Da cui

Moltiplicando e dividendo per

Per la quale non occorre inserire il coefficiente segno. Ponendo ancora

allora

Teleriscaldamento

45

in oltre possibile descrivere la variazione di pressione per ogni di una rete di teleriscaldamento attraverso la relazione matriciale

Dove P sar un vettore colonna di pressione, con numero di righe pari al numero di nodi. Sempre in forma matriciale possibile scrivere

Per la legge di conservazione della massa, o congruenza della portata ai nodi, la massa, o la portata che entra al nodo sar uguale alla massa o portata che esce dal nodo stesso, in forma matriciale

Sostituendo alla legge di conservazione della massa, la legge di conservazione della quantit di moto:

Volendo raccogliere:

Le portate estratte ai nodi si impongono nella matrice , le pressioni della rete note si impongono modificando la matrice dei coefficienti H ed il vettore dei termini noti nel seguente modo:
1. Tutti i termini della riga n-esima della matrice H sono posti uguali a zero, tranne quello della diagonale, posto 1. 2. Il termine nella riga n del vettore dei termini noti Gext posto pari al valore della pressione nota in quel nodo con segno negativo

Il sistema deve essere risolto per successioni di risultati fino a convergenza delle pressioni stesse.

Potrebbero piacerti anche