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Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT

137
19. IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
Il problema del solido elastico, lineare, omogeneo, isotropo, che stato impostato in modo generale,
si particolarizza ai diversi casi che interessano le strutture (travi, lastre, cupole, ).
Esaminiamo il caso della trave.
Dalla teoria delle strutture abbiamo appreso la determinazione delle caratteristiche di sollecitazione
in una generica sezione di una trave, isolata od appartenente ad una travatura (elastica).
Occorre ora introdurre relazioni che note le caratteristiche consentano di determinare tensioni,
deformazioni e spostamenti in ogni punto della sezione. A tal fine si utilizzano, con semplificazioni
approssimazioni ed estrapolazioni, i risultati rigorosi forniti dalla meccanica dei solidi per alcuni
suoi problemi classici.
In particolare, per quanto concerne la trave, di fondamentale importanza il problema del cilindro
elastico, sistemato da Adhmar Jean Claude Barr de Saint Venant, ed usualmente denominato
problema di Saint Venant.
Il metodo di soluzione semi inverso. Si assumono a priori alcune propriet della soluzione e si
affida alle equazioni del problema elastico la sua determinazione completa. In tali termini si articola
il procedimento originale di Saint Venant.

In termini rigorosi, il problema di Saint Venant si pone come segue.
Solido elastico, lineare, omogeneo, isotropo analizzato:
un cilindro di sezione A qualunque,
lunghezza L molto maggiore delle
dimensioni di A, riferito ad una terna (x,
y, z) con origine nel baricentro di una
delle basi, lasse z coincidente con lasse
del cilindro, gli assi x e y coincidenti con gli assi principali dinerzia della sezione.
Condizioni di vincolo:
il cilindro libero.
Forze applicate:
forze di volume nulle; forze di superficie agenti solo sulle basi.
Ipotesi di lavoro caratterizzante il procedimento semi inverso:
(1) 0
xy yy xx
= = =
y
A
x
L
z
A
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x
zy
y
zx
zz
z
x
x
Ty
y
Tx
z
N
MZ
My
y
Mx
z
Fisicamente, ci equivale a considerare il cilindro
come un insieme di fibre longitudinali che si
scambiano azioni mutue tangenziali nella direzione
delle fibre stesse.

Restano da determinare
zy zx zz
, , , (che sono le componenti di
tensione normale e tangenziale in un punto della sezione del
cilindro) nonch le deformazioni e gli spostamenti.

Il procedimento semi inverso di Saint Venant, dopo aver ipotizzato 0
xy yy xx
= = = , consente
di valutare rigorosamente
zy zx zz
, , , le deformazioni e gli spostamenti. Ci avviene, per,
pagando un prezzo per quanto concerne le forze applicate sulle basi (le sole parti del cilindro
caricate).
Infatti, non possibile assegnare liberamente le forze in ogni punto delle basi (si pagano le
conseguenze delle ipotesi (1), che, assegnando a priori
una parte della soluzione, semplifica il problema, ma
gravosa), ma si possono prescrivere liberamente solo
la risultante rispetto al baricentro, e cio le 6
caratteristiche di sollecitazione.
Sorge linterrogativo dellutilit applicativa dei
risultati, con queste limitazioni.

fondamentale a tal fine il postulato (o principio) di Saint Venant:

Sistemi di forze applicati sulle basi che, pur essendo diversi, siano staticamente equivalenti
(e cio abbiano la stessa risultante e lo stesso momento risultante) producono effetti la cui
differenza diviene trascurabile allontanandosi dallimmediata vicinanza delle basi. (In
pratica, ad una distanza dellordine di grandezza delle dimensioni delle basi).

Grazie al principio di Saint Venant, eccettuate le zone adiacenti alle basi (e quindi per un cilindro
non troppo tozzo), inessenziale la distribuzione puntuale delle forze sulle basi, ma sufficiente
assegnare le caratteristiche di sollecitazione. Il principio pu ritenersi valido nelle generalit dei casi
concreti.

Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
139
In sintesi:
Dato un cilindro:
elastico, lineare, omogeneo, isotropo;
non vincolato;
caricato sulle basi da forze di cui si assegnano solo le caratteristiche (limitazione accettabile per
la sostanziale validit del postulato di Saint Venant, esclusa la prossimit immediata delle basi);
il problema di Saint Venant, fatta lipotesi 0
xy yy xx
= = = , consente di determinare le altre
tensioni, le deformazioni, gli spostamenti.
In particolare, il problema fornisce le relazioni fra tensione, deformazione, spostamento in un punto
di una generica sezione e le caratteristiche di sollecitazione in quella sezione. Questo risultato
fondamentale per le applicazioni. Infatti tali relazioni si estrapolano (e lesperienza conferma che
ci accettabile) alle travi vincolate e caricate nel volume e sulla superficie laterale.
Non svilupperemo lintera soluzione, ma ci limiteremo ai singoli casi particolari di forza assiale,
flessione, taglio, torsione. Riportiamo intanto le relazioni fra risultanti e momenti risultanti delle
tensioni e caratteristiche:



( )dA y x M ; dA x M ; ydA M
dA T ; dA T ; dA N
A
zx zy z
A
zz y
A
zz x
A
zy y
A
zx x
A
zz


= = =
= = =








zz
y
y
A
zx
x
x
y
zy
z
z
x
y
x
A
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x
A
Mx
My
y
z
N
y
x
A
z
y
zz
x
FORZA NORMALE E FLESSIONE








Supponiamo che nella generica sezione A agiscano forza normale N e momenti flettenti
y x
M , M .
Dalla soluzione del problema di Saint Venant si ha che lunica componente di tensione non nulla
zz
, che varia nella sezione con legge lineare:
y a x a a
2 1 0 zz
+ + = (
2 1 0
a , a , a , costanti) (1)
Per ottenere le relazioni fra
zz
e N,
y x
M , M , imponiamo:
; M dA x ; M ydA ; N dA
y
A
zz x
A
zz
A
zz
= = =

da cui:


(2)




Ma poich (x, y) sono assi baricentrici e principali dinerzia della sezione:
y
A
2
x
A
2
A A A
J dA x ; J dA y ; 0 xydA ydA xdA = = = = =


(
y x
J , J ,momenti dinerzia della sezione rispetto a x, y), per cui le (2) diventano:
y
y
1 y y 1
x
x
2 x x 2
0 0
J
M
a M J a
J
M
a M J a
A
N
a N A a
= =
= =
= =

y
A
2
A
2
1
A
0
x
A
2
2
A
1
A
0
A
2
A
1 0
M xydA a dA x a xdA a
M dA y a xydA a ydA a
N ydA a xdA a A a
= + +
= + +
= + +



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x
y
zz
N
a
s
s
e

d
i

s
o
l
l
e
c
i
t
a
z
i
o
n
e
M
Mx
x
My
y
zz
x
y
y'
y''
M
e la (1) si esplicita come segue:
y
J
M
x
J
M
A
N
x
x
y
y
zz
+ = (3)
(A = area;
y x
J , J = momenti dinerzia rispetto a x, y)

Casi particolari.

0 M M ; 0 N
y x
= = (forza normale)
A
N

zz
= (costante)

0 M N ; 0 M
y x
= = (flessione retta)
y
J
M

x
x
zz
= (lineare)
max
zz
per ' y y = e/o per ' ' y y =
Posto
' ' y
J
W ;
' y
J
W
y
' '
x
x '
x
= = (moduli di resistenza
della sezione) si ha:
) 0 seM (
W
M
;
W
M
x
' '
x
x
min
'
x
x
max
> = =
La tensione cambia segno. Si ha 0
zz
= per y = 0 e cio su una retta (asse neutro) che coincide
con lasse x baricentrico.

0 N ; 0 M ; 0 M
y x
= (flessione deviata)
y
J
M
x
J
M

x
x
y
y
zz
+ = (lineare)
La coppia risultante di
y x
M e M giace in un piano che
incontra il piano della sezione con una retta (asse di
sollecitazione) che forma con lasse x un angolo tale che
y
x
M
M
tg = .
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y
x
a
s
s
e

n
e
u
t
r
o
zz
asse neutro
x
y
Mx
-
A
N Jx
x
y
zz
asse neutro
x
y
zz
a
s
s
e

n
e
u
t
r
o
Si ha 0
zz
= sulla retta 0 y
J
M
x
J
M

x
x
y
y
= + (asse neutro) che
forma con lasse x un angolo tale che
x
x
y
y
M
J
J
M
tg =
NB. Lasse neutro non perpendicolare allasse di sollecitazione.

0 M ; 0 M ; 0 N
y x
= (forza normale e flessione
retta)
y
J
M
A
N
x
x
zz
+ = (lineare)
Si ha 0
zz
= sulla retta:
x
x
M
J
A
N
y = (asse neutro)
che parallela allasse x e pu tagliare
oppure no la sezione (per una data sezione, ci
dipende dal rapporto
N
M
x
)

Caso generale.
0 M ; 0 M ; 0 N
y x
(forza normale e flessione deviata)
y
J
M
x
J
M
A
N
x
x
y
y
zz
+ = (lineare)
Si ha 0
zz
= sulla retta 0 y
J
M
x
J
M
A
N
x
x
y
y
= + , ossia:
1 x
J
A
N
M
y
J
A
N
M
y
y
x
x
= (asse neutro)
che forma con lasse x un angolo tale che
y
x
x
y
J
J
M
M
tg =
e pu tagliare oppure no la sezione (per una data sezione ci dipende
dai rapporti fra
y x
M , M ed N).
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a
s
s
e

d
i

s
o
l
l
e
c
i
t
a
z
i
o
n
e
M
y
Mx
x
My
x
y
C
a
s
s
e

n
e
u
t
r
o
x
A
x
Mx
y
My
z
N
A
y
C
N
z
x
C
y
La coppia risultante di
y x
M e M giace in un piano che incontra il
piano della sezione con una retta (asse di sollecitazione) che forma
con lasse x un angolo tale che
y
x
M
M
tg = .
Asse neutro ed asse di sollecitazione non sono mutuamente
ortogonali.

Equazione dellasse neutro: 1 x
J
A
N
M
y
J
A
N
M
y
y
x
x
=
Osserviamo che:
2
y
y
2
x
x
A
J
;
A
J
= =
(
y x
; = raggi principali dinerzia)
e che, posto:
N
M
y ;
N
M
x
x
C
y
C
+ = = ,
C C
y , x , sono le coordinate di un punto C (centro
di sollecitazione) tale che il complesso
{ }
y x
M , M , N staticamente equivalente a N
traslata in C.
Lequazione dellasse neutro diventa:
1
y y x x
2
y
C
2
x
C
= +

(4)
La (4) lequazione di una polarit fra i punti (
C C
y , x ) centri di sollecitazione ed i punti (x, y)
corrispondenti assi neutri. La conica fondamentale lellisse a punti
immaginari 1
y x
2
y
2
2
x
2
= +

. Se consideriamo invece lantipolarit, la
conica fondamentale: 1
y x
2
y
2
2
x
2
= +

lellisse centrale dinerzia della
sezione. Quindi centri di sollecitazione ed assi neutri si corrispondono
come antipoli e antipolari rispetto allellisse centrale dinerzia.
importante il luogo dei punti la cui antipolare tangente alla sezione
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y
rx
dz
dz
Jx E
Mxy
dz
y
z
Mx
x
a
s
s
e

n
e
u
t
r
o
a
s
s
e

d
i

f
l
e
s
s
i
o
n
e
a
s
s
e

d
i

f
l
e
s
s
i
o
n
e
a
s
s
e

d
i









s
o
l
l
e
c
i
t
a
z
i
o
n
e
My
M
y
x
y
x
y
2
(nocciolo centrale dinerzia). Se C interno al nocciolo, lasse neutro non taglia la sezione e
zz

non cambia segno.
Deformazione.
y
J
M
x
J
M
A
N
x
x
y
y
zz
+ = (3)
Essendo solo
zz
diversa da zero, immediato ricavare
zz
:
y
EJ
M
x
EJ
M
EA
N
E
x
x
y
y
zz
zz
+ = =

(4)
La (4) lineare in x, y (equazione di piano) e quindi la sezione si conserva piana.
Esaminiamo alcuni aspetti della deformazione dovuta a
y x
M e M .
Caso di solo
x
M : y
EJ
M
x
x
zz
= .
Dalla figura:
x x
x
r
dz
y dz y
EJ
M
=
Curvatura nel piano (zy) causata da
x
M :
x
x
x
x
EJ
M
r
1
= = ;
Analogamente, per la curvatura in (zx) causata da
y
M :
y
y
y
y
EJ
M
r
1
= = ;
componendo:
2
y
2
x
+ = ;
inoltre
y
x
x
y
x
y
J
J
M
M
=

.
Linflessione avviene in un piano che ha come
traccia in (x, y) una retta (asse di flessione) che
forma con lasse x langolo tale che
x
y
y
x
J
J
M
M
tg = ed perpendicolare allasse
neutro, ma non parallelo allasse di
sollecitazione (flessione deviata). La flessione
retta solo se lasse di sollecitazione un asse
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
145
x
y
principale dinerzia (x o y).
Infatti si ha:
angolo dellasse di flessione con lasse x:
x
y
y
x
J
J
M
M
tg =
angolo dellasse neutro con lasse x:
y
x
x
y
J
J
M
M
tg =
quindi: 1 tg tg =
e lasse di flessione perpendicolare allasse neutro
angolo dellasse di sollecitazione con lasse x:
y
x
M
M
tg =
e quindi lasse di flessione non parallelo allasse di sollecitazione, se questo non un asse
principale dinerzia ( 0 M oppure 0, M
y x
= = ). Unica eccezione, le sezioni in cui risulti
y x
J J = .

NB. sempre utile ricordare che gli assi x, y, sempre disegnati per
semplicit orizzontali e verticali, sono gli assi principali dinerzia
della sezione, i quali, come avviene per la sezione indicata in figura,
possono non essere orizzontali e verticali.





Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
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_ _
M=0
+
M=0
M
+
T=0
T=0
_
T
TAGLIO
Trattazione approssimata.
Nelle travi il taglio sempre accompagnato da momento flettente. Infatti dz dM T = . Si pu avere
T senza M solo in singole sezioni:

invece possibile avere in certi casi, campate o tratti di campata con momento senza taglio (quando
si ha M = cost.). Esempio:


Il problema di Saint Venant mostra che la presenza di taglio in una sezione genera tensioni
tangenziali
zy zx
, . Ad esempio, nel caso di un taglio
y
T :

La trattazione rigorosa delle tensioni tangenziali dovute al taglio fornita dal problema di Saint
Venant molto complicata e di solito non viene utilizzata, perch risultati soddisfacenti sono forniti
da semplici formule ricavabili da una trattazione approssimata dovuta a Jourawski ed usualmente
denominata teoria approssimata del taglio.
T=0 M=cost
M
_
T
_
x x
y
Ty
N.B. Risultante = 0
x
zy
N.B. Risultante = Ty
y y
zx
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
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Sezione generica di una trave prismatica soggetta a
x
M e
y
T . Supponiamo per semplicit la sezione
simmetrica rispetto allasse y (il risultato si applica anche a sezioni non simmetriche).
Consideriamo una corda parallela allasse x; sia b la sua lunghezza. Isoliamo un volumetto
dz A dV
'
= compreso fra due piani perpendicolari allasse z e distanti dz ed il piano parallelo
allasse x avente come traccia in (x, y) la corda b (vedi figura).
Imponiamo lequilibrio alla traslazione secondo z del volumetto. Poich nel problema di Saint
Venant non ci sono forze di volume, n forze sulla superficie laterale, esso soggetto solamente alle
tensioni
zz
e
yz zy
= agenti sul suo contorno interno.
Quindi:
( ) 0 dB dA d dA
B
yz
A
zz zz
A
zz
' '
= + +

; ma y
J
M
x
x
zz
= e quindi:
x
y
x
x
zz
J
y dz T
y
J
dM
d

= =
(NB. dz T dM
y x
= )
Approssimazione fondamentale: supponiamo
yz zy
= costante sulla corda b
b J
S T
dz b dz S
J
T
x
'
x y
yz zy yz x
x
y
= = = (

=
'
A
'
x
ydA S )
zy zy
dz
b
y
y
zz zz+d zz
b
x
Ty
A'
yz B
A'
zz
z Mx
x
y
y
b
A
zx
A'
Ty
x
zy
z
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
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y
x
zy
Ty
zx
La trattazione approssimata di Jourawski ha fornito la seguente formula per la tensione
zy
in una
sezione A soggetta a
y
T .
Data una generica corda parallela allasse x, di lunghezza b.
Assunto approssimativamente che
zy
sia costante su b.
Si ha:
b J
S T
x
'
x y
zy
=
dove:

y
T = taglio

=
'
A
'
x
ydA S = momento statico rispetto allasse x della parte
'
A di A sottostante la corda.
(NB. indifferente calcolare
'
x
S oppure
' '
x
S della parte restante
' '
A , rispetto ad x. Infatti, essendo
x baricentrico, 0 ydA ydA ydA S
' ' '
A A A
x
= + = =

, e quindi
' '
x
'
x
A A
S S ydA ydA
' ' '
= =

. Il segno
inessenziale, perch in questa trattazione il verso di
zy
assunto a priori coincidente con
quello di
y
T ).
dA y J
A
2
x

= = momento dinerzia dellintera sezione A rispetto ad x.
b = lunghezza della corda.



b J
S T
x
'
x y
zy
=



Lespressione approssimata di
zy
accettabile nella generalit dei casi ed correntemente usata.
Poich assume
zy
costante sulla corda, lapprossimazione tanto migliore quanto pi la lunghezza
b piccola (sezione sottile).
La tensione
zx
provocata da
y
T nettamente inferiore a
zy
e spesso viene trascurata. (Fra
laltro, le
zx
hanno risultante nulla).
Comunque, si pu ottenere unespressione approssimata di
zx
con considerazioni di equilibrio.
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
149
zy zy
Q
y
Q
y
zx
x
zx
x
zx
Dalla terza equazione di equilibrio, per forze di volume nulle:
0
z y x
zz
yz
xz
=

.
Ma:
y
J
M
x
x
zz
= , non dipende da x

zy yz
= , non dipende da x (ipotesi fatta)
Quindi,
x
xz

non deve dipendere da x e perci


zx xz
= lineare in x.
Ma sul contorno: ) 0 n ( 0 n n
z y zy x zx
= = +
e quindi, dato landamento lineare in x, in un
punto generico della corda (vedi figura):
tg
zy zx
=
(NB. Se i lati non sono inclinati la formula fornisce 0
zx
= ).












Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
150
zz
x
y
B
H
y
zy
x
y
b
H
h
y
zz
B
y'
y''
zy
FLESSIONE E TAGLIO - ESEMPI
(NB. I diagrammi di
zz
e
zy
non sono in scala)
Si considerano tre esempi in cui agiscono
x
M e
y
T
y
J
M
x
x
zz
= ;
b J
S T
x
'
x y
zy
=


|
|
.
|

\
|
= =
|
|
.
|

\
|
= |
.
|

\
|
+ |
.
|

\
|
=
=
2
2
3
y zy
3
x zz
2
2
'
x
3
x
y
4
H
H
6
T ; y
BH
12
M
y
4
H
2
B
y
2
H
y
2
H
2
B
S

12
BH
J

( )
A
T
2
3
BH
T
2
3
0 y ;
BH
6
M
2
H
y
y
max
zy
2
x
min max/
zz
= = = =
|
.
|

\
|
=
( )
( )
( )
( )

(
(

|
.
|

\
|
+

|
.
|

\
|
+

=
=
=
2
2
x
y
zy
2
x
y
max
zy
x
y
zy
x
y
zy
y h
2
H
2
b
h H
2
Bh
b J
T

h
2
H
2
b
h H
2
Bh
b J
T

h H
2
Bh
b J
T

h H
2
Bh
B J
T




( )
|
|
.
|

\
|
+ =
=
|
.
|

\
|
=
|
.
|

\
|
=
2
y
2
y
y y b
b J
T
2
y
b
b J
T
2
h
y Bh
b J
T
2
h
y Bh
B J
T
I
I
x
y
zy
I
x
y max
zy
II
x
y
zy
II
x
y
zy
2


H
y
x
y
b
h
zz zy
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
151
zy
y
x
zx
A
y
x
Mt
MOMENTO TORCENTE
Il momento torcente che agisce su una sezione provoca nella sezione
stessa tensioni tangenziali
zx
,
zy
. Tali tensioni devono dar luogo ad
un momento risultante uguale a
t
M , per cui deve essere:
(1) ( )
t
A
zx zy
M dA y x =


Per ricavare
zx
,
zy
dal problema di Saint Venant, ricordiamo che nel problema stata fatta
lipotesi:
0
xy yy xx
= = = (2)
cui aggiungiamo ora:
0
zz
= (3)
Le equazioni indefinite di equilibrio si riducono a ( 0 F F F
z y x
= = = )

(6) 0
y x
0
z y x
(5) 0
z
0
z y x
(4) 0
z
0
z y x
yz
xz zz
yz
xz
zy zy yy xy
zx zx
yx
xx


Dalle equazioni di legame elastico, lineare, omogeneo, isotropo, si ha poi:
(7) 0
zz yy xx
= = = ; 0
xy
= ;
G 2
zx
zx

= ;
G 2
zy
zy

=
Le equazioni di congruenza forniscono:
(8)
z
u
0 ;
y
u
0 ;
x
u
0
z
y
x

= ; ;
x
u
y
u
0
y
x

= ;
x
u
z
u
2
1

z x
xz
|
.
|

\
|

=
|
|
.
|

\
|

=
y
u
z
u
2
1

z
y
yz

Dalle (4) e (5):
) y , x (
zy zy
= ; ) y , x (
zx zx
= ;
Dalle prime tre delle (8):
) z , y ( u u
x x
= ; ) z , x ( u u
y y
= ; ) y , x ( u u
z z
= .
Sviluppando la trattazione (omettiamo gli sviluppi) si arriva a:
zy u
t x
= ; zx u
t y
= ; ) y , x ( u
t z
= (9)
dove
t
una costante da determinare e ) y , x ( una funzione da determinare.
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
152
z
n
2
C
zy
y
x
zx
A
Mt
Dalla (9) si deduce, ricordando la (8):
|
.
|

\
|

= y
x 2
1
t zx

;
|
|
.
|

\
|
+

= x
y 2
1
t zy

; 0
zz xy yy xx
= = = = (10)
Utilizzando il legame elastico, lineare, omogeneo, isotropo si ottiene allora:
|
.
|

\
|

= y
x
G
t zx

;
|
|
.
|

\
|
+

= x
y
G
t zy

; 0
zz yy xy xx
= = = = (11)
Si pu dimostrare anche che la funzione incognita ) y , x ( deve soddisfare lequazione
differenziale:
0
y x
2
2
2
2
=


(12)
e cio deve essere una funzione armonica.
Per avere anche una condizione al contorno per , scriviamo le equazioni
di equilibrio sulla superficie laterale ( 0 f f f
z y x
= = = ; 0 n
z
= ):
0 n n 0 n n n
0 n n n
0 n n n
y yz x xz z zz y yz x xz
z zy y yy x xy
z zx y yx x xx
= + = + +
= + +
= + +




da cui, ricordando la (11):
y x y x
xn yn n
y
n
x
=


(13)
La (12) e la (13) forniscono ) y , x ( . Nota , la costante
t
si ricava dalla (1):
( ) ( ) ( )
0 t
A
2 2
t
A
zx zy t
J D G dA y x y
x
x
y
G dA y x M + =
|
|
.
|

\
|
+ +

= =



avendo posto:
( )dA y x J
A
2 2
0

+ = = momento dinerzia polare della sezione rispetto al baricentro.
( ) dA x
y
y
x
D
A
|
|
.
|

\
|

=

= integrale di Dirichlet della funzione ) y , x ( .
Quindi:
( ) ( )

D J G
M
0
t
t

= (14)

Riassumendo, data una sezione A di contorno C, soggetta a momento
torcente noto
t
M , le tensioni tangenziali ) y , x (
zx
, ) y , x (
zy
in un punto
generico della sezione, si ottengono rigorosamente come segue:
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
153
uz
z
Determinazione di una funzione ) y , x ( che risolva il seguente problema (di Dini-Neumann):

C su , xn yn n
y
n
x
A in , 0
y x
y x y x
2
2
2
2


(15)
Determinazione della costante
t
:
( ) ( )

D J G
M
0
t
t

= , dove:

0
J = momento dinerzia polare della sezione A rispetto al baricentro
( ) D = integrale di Dirichlet della funzione ) y , x (
Determinazione delle tensioni
zx
,
zy
:
|
.
|

\
|

= y
x
G
t zx

;
|
|
.
|

\
|
+

= x
y
G
t zy


Determinazione delle deformazioni
zx
,
zy
:
G 2
zx
zx

= ;
G 2
zy
zy

=
Determinazione degli spostamenti
z y x
u , u , u :
zy u
t x
= ; zx u
t y
= ; ) y , x ( u
t z
=

Osservazione importante:
z
u proporzionale a ) y , x ( , che soluzione del problema (15),
dipendente dalla forma della sezione, e non ha motivi per essere lineare in
x, y. Ci significa che in generale una sezione soggetta a
t
M si ingobba.

Altra osservazione:
La (14), ponendo ( ) D J K
0 t
= , si pu scrivere
t t t
GK M = (16)
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
154
y
Mt
zx
x
zy
n
n
R
y
x
A
C
Analogia con la flessione.
La (16):
t t t
GK M = , analoga alla relazione momento curvatura della flessione, (per esempio
x
M ):
x x
EJ M = , in cui la curvatura flessionale e
x
EJ la rigidezza flessionale, prodotto di
x
J (dipendente dalla forma della sezione) per E (dipendente dal materiale).
Similmente,
t
GK denominata rigidezza torsionale, prodotto di
t
K (dipendente dalla forma della
sezione) per G (dipendente dal materiale).
t
ha le dimensioni di curvatura come . Si pu dimostrare che essa rappresenta langolo di
rotazione mutua, intorno a z, fra due sezioni a distanza unitaria.
t
viene denominata torsione.
Fattore di torsione.
Ricordiamo lespressione di
t
K : ( ) D J K
0 t
=
Nelle applicazioni si introduce il fattore di torsione:
( ) D J
J
q
0
0

= (17)
t
K pu scriversi allora:
q
J
K
0
t
=
e la (16) diventa:
t
0
t
q
GJ
M =
Il fattore adimensionale q risulta sempre 1 (= 1 per sezione circolare)
Tecniche per esplicitare la soluzione.
La difficolt nel determinare la soluzione risiede nel problema (15). Si hanno allora:
Soluzioni analitiche note, per alcuni casi;
Soluzioni numeriche, per tutti i casi;
Soluzioni approssimate note, per diversi casi.
Sezione circolare.
La sezione circolare costituisce uno dei casi per i quali esiste la
soluzione analitica.
Sui punti del contorno si ha:
R
x
n
x
= ;
R
y
n
y
=
Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
155
y
x
A
zy
zx
La condizione al contorno (13) diventa:
0
R
y
x
R
x
y
R
y
y R
x
x
xn yn n
y
n
x
y x y x
= =


, su C
Lequazione differenziale (12) impone:
0
y x
2
2
2
2
=


, in A.
si vede immediatamente che 0 = soluzione del problema (15).
Ne risulta:
( ) 0 D = ;
0
t
t
GJ
M
= ; y G
t zx
= ; x G
t zy
= ; y
t zx
= ; x
t zy
= ;
zy u
t x
= ; zx u
t y
= ; 0 u
z
=

Quindi nella sezione circolare:
Il fattore di torsione q ( 1) vale 1;
Le tensioni
zx
,
zy
, sono lineari;
La tensione tangenziale complessiva
2 2
t
2
zy
2
zx
y x G + = + = varia linearmente col
raggio;
0 u
z
= , e quindi la sezione rimane piana. La sezione
circolare lunica a non avere ingobbimento a causa di
t
M ;
La tensione massima sul contorno C.
NB. In sezioni non circolari,
zx
,
zy
non sono pi lineari, ma sempre max su C.







Capitolo19 IL PROBLEMA DI SAINT VENANT
156
n
A
n
C
s
d
C
d
C
r
Mt
s
C
1
s2
1
s1
1
2
2
s
Trattazione approssimata per sezioni tubolari.
La trattazione dovuta a Bredt.
La condizione di equilibrio al contorno:
0 n n
y yz x xz
= + su C
esprime il fatto che la tensione tangenziale totale rigorosamente ortogonale alla normale n e
quindi parallela al contorno interno ed esterno.

Ipotesi semplificativa: ponendoci nel caso di parete sottile,
supponiamo che sia costante sullo spessore s ed ivi abbia
direzione costante. Accettata tale ipotesi, si dimostra che il
prodotto s costante su tutta la sezione.
Ricordando luguaglianza delle tensioni tangenziali agenti su
giaciture ortogonali (
ji ij
= ), lequilibrio alla traslazione
longitudinale di un elemento di trave compreso fra due piani
trasversali distanti 1, e due piani longitudinali, fornisce:
1 s 1 s
2 2 1 1
= , e quindi te tan cos s = , nella sezione.
Lequilibrio alla rotazione della sezione fornisce:

=
C
t
dC r s M , da cui

=
C
t
rdC s M
Ma =

2 rdC
C
, essendo larea racchiusa dalla linea media
fra i contorni interno ed esterno.
Quindi
s 2
M
t

= (18) formula di Bredt


massima dove lo spessore s minimo.
Se lo spessore non piccolo, va tenuto presente che la tensione
tangenziale maggiore della (18), che d la media sullo spessore,
in corrispondenza del contorno esterno.

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