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Tussilago farfara - Wikipedia

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Tussilago farfara
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La Tossilaggine comune (nome scientico Tussilago farfara L., 1753) una pianta erbacea, perenne, dai ori gialli simili alle margherite, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Indice 1 Sistematica 1.1 Nomi comuni 1.2 Sinonimi 1.3 Specie simili 2 Etimologia 3 Morfologia 3.1 Radici 3.2 Fusto 3.3 Foglie 3.4 Inorescenza 3.5 Fiore 3.6 Frutti 4 Distribuzione e habitat 5 Fitosociologia 6 Usi 6.1 Farmacia 6.1.1 Eetti avversi 6.2 Cucina 6.3 Giardinaggio 6.4 Altri usi 7 Note 8 Bibliograa 9 Voci correlate 10 Altri progetti 11 Collegamenti esterni

Tossilaggine comune

Tussilago farfara

Sistematica
La famiglia di appartenenza della Tossilaggine comune (Asteraceae) la pi numerosa nel mondo vegetale, organizzata in 1530 generi per un totale di [1] circa 22.750 specie . Nelle classicazioni pi vecchie la famiglia delle Asteraceae viene chiamata anche Compositae. Il genere di appartenenza (Tussilago) comprende poche specie, diuse quasi unicamente nelle regioni temperate dell'emisfero boreale delle quali una sola propria della ora italiana. All'interno della famiglia delle Asteraceae le Tossilaggini fanno parte della sottofamiglia delle Tubiore; sottofamiglia caratterizzata dall'avere capolini con ori ligulati alla periferia e ori tubulosi al centro, squame dell'involucro ben sviluppate e tutte pi o meno di uguale lunghezza e frutti con pappo biancastro e morbido.

Classicazione Cronquist Dominio Eukaryota Regno Plantae Superdivisione Spermatophyta Divisione Magnoliophyta Classe Magnoliopsida Sottoclasse Asteridae Ordine Asterales Famiglia Asteraceae Sottofamiglia Asteroideae Trib Senecioneae Sottotrib Tussilagininae Genere Tussilago Specie T. farfara Classicazione APG Regno Plantae (clade) Angiosperme (clade) Eudicotiledoni (clade) Tricolpate basali (clade) Asteridi (clade) Euasteridi II Ordine Asterales Famiglia Asteraceae Sottofamiglia Asteroideae Trib Senecioneae Sottotrib Tussilagininae Nomenclatura binomiale Tussilago farfara
L., 1753

Sinonimi (vedi testo) Nomi comuni (vedi testo)

Nomi comuni
Elenco dei nomi pi comuni italiani per la specie Tussilago farfara : Farfarella Farfaro Farfarugne Farfugio Paparacchio Pataccio

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Pi d'asino Tussilagine comune Zampa di mula

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Sinonimi
La specie di questa scheda ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi pi frequenti: Tussilago ruderalis Salisb. (1796) Tussilago rupestris Wallich (1828) Tussilago vulgaris Lam. (1779)

Specie simili
Anche se la forma generale del ore molto comune: quella tipica delle margherite, e anche se i ori gialli abbondano ovunque, basta pensare alla moltitudine degli Sparvieri (genere Hieracim) o "Crepidi" (genere Crepis) e altri ancora, sono comunque ori molto facilmente individuabili in quanto sono tra i primi a orire alla ne dell'inverno-inizio primavera, ma soprattutto hanno dei caratteristici fusti carnosi e cotonosi. pi facile invece confondere queste piante, dopo la oritura, in quanto hanno delle foglie simili ad altre specie come quelle del genere Petasites che tra l'altro vivono negli stessi habitat: Petasites hybridus (L.) Gaertn. - Farfaraccio maggiore: la lamina delle foglie pi rotondeggiante e inoltre sono pi grandi (no a 60 cm). Petasites albus (L.) Gaertn. - Farfaraccio bianco: la lamina delle foglie chiaramente reniforme. Petasites paradoxus (Retz.) Baumg. - Farfaraccio niveo: la lamina delle foglie pi triangolare.

Etimologia
Il nome generico (Tussilago) deriva dall'uso molto antico di questa pianta nel campo della medicina popolare: tussis ed agere (= tosse e fare o togliere), quindi traducendo liberamente far togliere la tosse. I primi riferimenti si trovano gi negli scritti dello scrittore e naturalista latino Gaio Plinio Secondo, conosciuto come [2] Plinio il Vecchio (Como, 23 Stabia, dopo l'8 settembre 79) . Il nome specico (farfara) ripreso dal nome antico in latino che questa pianta aveva presso i romani: farfarum. Questo termine potrebbe derivare da farfer (= portatore di farina) e probabilmente si riferisce al tomento bianco della pianta. Il binomio scientico attualmente accettato (Tussilago farfara) stato proposto da Carl von Linn (Rashult, 23 maggio 1707 Uppsala, 10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classicazione scientica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753. In lingua tedesca questa pianta si chiama Hauattich; in francese si chiama Tussilage farfara o anche Pas d'ne; in inglese si chiama Colt's-foot.

Morfologia
L'aspetto di queste piante erbaceo un po' cespitoso. L'altezza della pianta varia da 10 a 30 cm (minimo 5 cm). La forma biologica della specie geota rizomatosa (G rhiz); ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati rizomi, un fusto sotterraneo dal quale, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei (riproduzione vegetativa); altrimenti queste piante si possono riprodurre anche a mezzo seme.

Radici
Le radici sono secondarie da rizoma.
Descrizione delle parti della pianta

Fusto

Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma strisciante, carnoso e assai profondo, ma fragile. Questa parte del fusto anche stolonifera e pu raggiungere lunghezze anche considerevoli (alcuni testi riportano lunghezze di 2 metri).

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Parte epigea: gli steli aerei sono bianchi, non ramicati e ricoperti da fogliette squamose, sempre pi rade verso l'apice, e di colore rossiccio. Sia il fusto che le foglie sono ricoperti da un tomento bianco quasi ragnateloso. Dimensione degli steli: 10 25 cm. Diametro del rizoma: 1 cm.

Portamento
Localit : Valmorel, Limana (BL), 800 m s.l.m. - 25/03/2007

Portamento
Localit : Col di Navasa, Limana (BL), 500 m s.l.m. 25/04/2009

Portamento
Localit : Casteldardo, Trichiana (BL), 389 m s.l.m. - 13/03/2009

Portamento
Localit : Torrente Cicogna, Limana(BL), 360 m s.l.m. 14/03/2009

Foglie
Foglie basali: le foglie radicali, a disposizione spiralata, sono molto grandi, rotondeggianti (a forma cordata, o ovale o pi o meno esagonale) e lungamente picciolate. Il bordo angoloso e dentato, mentre la supercie verde e glabra di sopra e bianco cotonosa di sotto. Queste foglie compaiono solo dopo la oritura, anzi a ori appassiti. Dimensione delle foglie basali: picciolo lungo 4 7 cm; larghezza della lamina 5 7 cm; l'insenatura della base (che cuoriforme) a volte profonda no a 1 cm; in estate inoltrata poi crescono ulteriormente no a 2 - 3 volte le dimensioni iniziali. Foglie cauline: le foglie del caule sono abbraccianti, di tipo squamoso e a forma lanceolata; il colore arrossato. Dimensione delle foglie cauline: larghezza 5 8 mm; lunghezza 15 20 mm. Le foglie sono ricche di mucillagine e olio essenziale.

Foglie radicali

Foglie radicali

Foglie cauline
Localit : Valmorel, Limana (BL), 800 m s.l.m. - 14/02/2008

Foglie cauline
Localit : Valmorel, Limana (BL), 800 m s.l.m. - 14/02/2008

Inorescenza
L'inorescenza formata da diversi capolini lungamente peduncolati. La struttura dei capolini quella tipica delle Asteraceae : un peduncolo sorregge un involucro pi o meno cilindrico composto da pi squame lineari (una ventina circa) e tutte uguali, disposte in un'unica serie (a volte presente una seconda serie basale con poche squame), che fanno da protezione al ricettacolo nudo (senza pagliette) sul quale s'inseriscono due tipi di ori: circa 200-300 ori femminili, quelli esterni ligulati disposti su pi serie, e una quarantina di ori ermafroditi (ma con stilo sterile e quindi fondamentalmente maschili), quelli interni tubulosi. Il portamento dei singoli capolini particolare: inclinato verso terra prima della oritura, si raddrizzano all'antesi per poi ripiegarsi alla frutticazione. Dimensione delle squame involucrali: larghezza 1,5 mm; lunghezza 15 mm. Diametro dell'involucro 10 15 mm.

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Involucro
Localit : Valmorel, Limana (BL), 800 m s.l.m. - 14/02/2008

Capolino
Localit : Pranolz, Trichiana (BL), 733 m s.l.m. - 20/02/2009

Fiore
I ori sono zigomor, tetra-ciclici (formati cio da 4 verticilli: calice corolla androceo gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Il colore dei ori giallo vivo tendente all'arancio (soprattutto i ori del disco centrale). Diametro dei capolini: 2 3 cm. Formula orale: * K 0, C (5), A (5), G 2 (infero)[3]

Fiori ligulati
Localit : Valmorel, Limana (BL), 800 m s.l.m. - 14/02/2008

Fiori tubulosi

Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame. Corolla: i ori periferici (ligulati) alla base hanno la corolla tubulosa, ma poi terminano con una struttura nastriforme (ligula) piuttosto stretta; la disposizione di questi ori raggiante e sporgono ben oltre l'involucro sottostante. Quelli del disco centrale (i ori tubulosi) hanno delle corolle tubulari a 4-5 denti. Dimensione dei ori ligulati: 12 18 mm. Androceo: gli stami sono 5 con dei lamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo. Le antere alla base sono ottuse. Gineceo: lo stilo unico con uno stimma liforme, pubescente e profondamente bido; l'ovario infero e uniloculare formato da due carpelli concrescenti e contenente un solo ovulo. Fioritura: tra febbraio e aprile (al sud la oritura pu essere anticipata di un mese; mentre a quote pi alte pu protrarsi no a maggio inoltrato). Impollinazione: impollinazione tramite api e mosche.

Frutti

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I pappi

Frutti con pappo


Localit : Col di Navasa, Limana (BL), 500 m s.l.m. 25/04/2009

I frutti sono degli acheni cilindrici (o sub-cilindrici) terminanti con un pappo setoso e biancastro. Per ogni pianta si formano da 60 a 100 pappi. Dimensione degli acheni: 3 5 mm. Lunghezza dei pappi: 8 12 mm.

Distribuzione e habitat
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) Paleotemperato o anche Eurasiatico. Diusione: la diusione di questa pianta sul territorio italiano totale ed comune. In Europa e in Asia altrettanto comune. Si trova anche in Africa settentrionale e nell'America del nord (lungo le due coste, introdotta e quindi naturalizzata dall'Europa probabilmente nel periodo coloniale). Habitat: l'habitat tipico di questa specie sono luoghi umidi e sottoboschi in terreni a natura argillosa (suolo pesante); ma anche campi coltivati, ambienti ruderali, vicinanze dei corsi d'acqua, ghiaioni e pietraie. Dopo la oritura con le grandi foglie tende a ricoprire vaste aree di terreno, risultando quindi semi-infestante e di dicile estirpazione a causa del profondo rizoma. Il substrato preferito sia calcareo che siliceo con pH basico e medi valori nutrizionali del terreno che pu essere mediamente umido. Diusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare no a 2400 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino.

Fitosociologia
Dal punto di vista tosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunit vegetale Formazione : delle comunit perenni nitrole Classe : Agropyretea intermedii-repentis
[4]

Usi
Farmacia
Sostanze presenti: olio etereo (amarognolo), glucoside (tussilagina), mucillaggini, tannini (no al 17%), inulina (no al 17%), sali minerali (nitrato potassico, ferro e zinco) no al 3% (delle ceneri), acido malico, [2][5] . peptina, acido gallico e acetico Propriet curative: la Farfara una delle piante pi conosciute in erboristeria, ma viene usata anche in farmacologia contro la tosse e l'asma (bechica-azione calmante della tosse ed espettorante-favorisce [2] l'espulsione delle secrezioni bronchiali ). Altre propriet sono: antinammatorie (attenua uno stato inammatorio), decongestionanti (diminuisce l'apporto sanguigno in una data parte del corpo), sedative bronchiali, antinevralgiche (calma le inammazioni di derivazioni nervosa) ed emollienti (risolve uno stato [5][6] . inammatorio). La radice invece usata come diaforetico (agevola la traspirazione cutanea) Parti usate: i ori raccolti senza gambo prima della completa oritura con i quali (una volta essiccati) si preparano tisane e infusi. Le foglie invece si raccolgono in estate e senza gambo. In alcune regioni italiane viene regolamentata la massima quantit di raccolta di questi ori.

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Eetti avversi

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Gli alcaloidi pirrolizidinici presenti nella pianta possono provocare cirrosi epatica ed epatocarcinoma, mentre i lattoni sesquiterpenici reazioni allergiche.

Cucina
Le giovani parti della pianta possono essere usate crude come insalata o cotte come contorno. La presenza di alcuni alcaloidi per ne consiglia un uso moderato.

Giardinaggio
Raramente questa pianta usata nel giardinaggio in quanto risulta invasiva. Per questo uso comunque sono disponibili delle belle variet con foglie macchiate di giallo.

Altri usi
Alcune parti di questa pianta (come ad esempio i ori) vengono usate nelle misture del tabacco da pipa [5] per il loro profumo di liquirizia . Durante le guerre, a causa delle ridotte importazioni di tabacco, si usavano le foglie per fare tabacco da sigaretta. L'industria da alcune parti di questa pianta ricava stoppa e olio. una pianta visitata dalle api.

Note
1. ^ Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Vol.2, Roma, Antonio Delno Editore, 2007, pag.858. ISBN 88-7287-344-4 2. ^ a b c Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume terzo , Milano, Federico Motta Editore, 1960, pag. 883. 3. ^ Tavole di Botanica sistematica (http://www.dipbot.unict.it/sistematica/Aste_fam.html) . URL consultato il 11-09-2009 . 4. ^ AA.VV., Flora Alpina.Vol.2, Bologna, Zanichelli, 2004, pag.522. 5. ^ a b c Roberto Chej, Piante medicinali , Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1982. 6. ^ Plants For A Future (http://www.pfaf.org/database/plants.php?Tussilago+farfara) . URL consultato il 12-09-2009 .

Bibliograa
Maria Teresa della Bea, Fiori di campo , Novara, Istituto Geograco De Agostini, 2002, pag.150. Maria Teresa della Bea, Fiori di montagna , Novara, Istituto Geograco De Agostini, 2001, pag.185. Wolfgang Lippert Dieter Podlech, Fiori , TN Tuttonatura, 1980. Roberto Chej, Piante medicinali , Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1982. Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume terzo , Milano, Federico Motta Editore, 1960, pag. 883. Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 110. ISBN 88-506-2449-2 AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 522. Alo Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole. Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delno Editore, 2007, pag. 860. ISBN 88-7287-344-4 Jose L. Panero and Vicki A. Funk. Toward a phylogenetic subfamilial classication for the Compositae (Asteraceae) (http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:rjbacq79ZG0J:botany.si.edu/BDG/pdf /Panero%26Funk2002.pdf+Toward+a+phylogenetic+subfamilial+classication+for+the+Compositae+ (Asteraceae)&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESgQeSaOz7sSgn60YLE3wLlgSZpnbOvrCPoQrCjf9gdF3dVRoDwuglQPpuTl5VCvp80lcFvd4n9YTHzP8dQcwcc01BHbQe3dhpxxZrRdo8D7jivudqjQ12Lr1yYt2mTZGr1lo0&sig=AHIEtbQPlkU-UB43bnkvNj_48kFxANUmDw) . Proceeding of the biological society of Washington. 115(a):760 773. 2002. Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classication of Compositae (http://www.compositae.org/pdf/CB_Classication.pdf) in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.

Voci correlate
Elenco delle piante ocinali spontanee

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Altri progetti
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Collegamenti esterni
Plants For A Future (http://www.pfaf.org/database/plants.php?Tussilago+farfara) . URL consultato il
12-09-2009.

Fungoceva.it (http://www.fungoceva.it/erbe_ceb/tussilago.htm) . URL consultato il 12-09-2009. Tussilago farfara (http://www.eoras.org/orataxon.aspx?ora_id=1&taxon_id=200024610) eFloras Database Tussilago farfara (http://ora.uniud.it/scheda.php?id=821) Flora Italica Database Tussilago farfara (http://www.oramarittime.it//immagine.php?id=822&ricerca=2) Flora delle Alpi Marittime Database Tussilago farfara (http://193.62.154.38/cgi-bin/nph-readbtree.pl/feout?FAMILY_XREF=& GENUS_XREF=Tussilago&SPECIES_XREF=farfara) Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database Tussilago farfara (http://luirig.altervista.org/schedeit/pz/tussilago_farfara.htm) Flora Italiana - Schede di botanica Tussilago farfara (http://www.piccoloweb.com/ora_italica/hypertext/0147.htm#2724) Flora Italica Database Tussilago farfara (http://www.ipni.org/ipni/idPlantNameSearch.do?id=256904-1) IPNI Database Tussilago farfara (http://www.ars-grin.gov/cgi-bin/npgs/html/taxon.pl?40789) GRIN Database Tussilago farfara (http://www.tropicos.org/name/2701507) Tropicos Database Tussilago farfara (http://zipcodezoo.com/Plants/t/Tussilago_farfara/) ZipcodeZoo Database Portale Biologia Portale Botanica

Categorie: Asteraceae Piante medicinali e ocinali Taxa classicati da Linneo | [altre] Ultima modica per la pagina: 08:47, 29 gen 2012. Il testo disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli. Wikipedia un marchio registrato della Wikimedia Foundation, Inc.

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