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RIASSUNTO DI AD OCCHI CHIUSI DI GIANRICO CAROFIGLIO Trama1: Nelle giornate dell'avvocato Guerrieri, ogni tanto - ma sempre troppo spesso

per il bene della sua carriera - piomba una pratica, di quelle che non portano n soldi n gloria, ma solo nuovi nemici. Lui non riesce a rifiutarla, una specie di molla gli scatta dentro. La nuova pratica di "Ad occhi chiusi" gli prospetta una giovane donna vittima di maltrattamenti che ha avuto il coraggio di denunciare l'ex compagno suo persecutore: nessun avvocato vuol rappresentarla per timore delle persone potenti implicate. E la molla che gliela fa accettare sembra essere la ragazza con un'aura di inquietudine, che una sera si presenta assieme all'amico ispettore di polizia nel suo studio per chiedergli di assumere la difesa della donna tormentata. E' alta, forte, quasi minacciosa vestita con un giubbotto di cuoio nero e un paio di jeans. Una poliziotta, pensa Guerrieri. "Lei suor Claudia". E inizia, in tribunale e fuori, una lotta feroce, una caccia accidentata, all'ultimo respiro: psicologicamente rischiosa, persino per quella suora enigmatica. Il primo caso dell'avvocato Guerrieri, "Testimone inconsapevole", stato considerato "uno dei migliori gialli legali usciti in Italia". Con questo secondo romanzo siamo in grado di affinare quel giudizio, di verificarlo. L'autore, Carofiglio, possiede la capacit di rovesciare la lentezza tipica dei tribunali italiani che addormenta le cronache, in un elemento di vivacit e di azione; di tramutare il pigro senso di giustizia che pervade ambienti e contesti, in una scintilla che accende di passione. Un intreccio sobrio, senza trucchi, che plasma i personaggi nel magma degli eventi: la fragile donna braccata, l'aguzzino, il padre potente reggifili del Palazzo, la coraggiosa PM, l'avvocato grasso e di successo, il giudice che teme le complicazioni, e cos via. E in primo piano, suor Claudia. E il protagonista, l'avvocato. Guerrieri, puro, appena gradasso, con un gran desiderio frustrato di riuscire ad essere un po' pi mascalzone. Trama 2: Lavvocato Guido Guerrieri decide di costituirsi parte civile in un processo molto delicato che tutti i suoi colleghi hanno a vuto laccortezza di rifiutare. Limputato un certo Gianluca Scianatico, medico appartenente alla Bari bene, figlio di Ernesto, un noto e potente magistrato, ovvero il presidente della Corte dAppello, motivo per cui nessun avvocato avrebbe voluto inimicarselo. Egli accusato di gravi maltrattamenti e di atteggiamenti persecutori nei confronti della sua ex compagna Martina Fumai che, per sfuggirgli, andata a vivere in una comunit protetta, la Safe Shelter, gestita da suor Claudia, una suora atipica e di bellaspetto che insegna boxe cinese. La parte che riguarda il processo rappresenta il fulcro della narrazione ed , diversamente da come si potrebbe immaginare, molto trascinante. Il confronto con il giudice, lo scontro con lavvocato difensore di Scianatico, Dellisanti, sono narrati con una fluidit e con una chiarezza da rendere il lettore partecipe in prima persona. Il linguaggio, molto spesso ironico e pungente, al di fuori del tribunale lascia spazio ad un velo di nostalgia, soprattutto nei frangenti in cui Guido si ritrova, come la maggior parte dei quarantenni, a fare i conti con il proprio vissuto: le amicizie perse, la voglia di cambiare vita. Di solito trova conforto nei libri o rispolverando un vecchio disco, stavolta, nonostante sia affettivamente legato a Margherita, sua vicina di casa, nellamicizia di suor Claudia che riesce a placare i suoi crucci pi profondi, forse perch si accorge che, in fondo, hanno p arecchie cose che li accomuna. Levolversi delle indagini e degli interrogatori porter ad un epilogo drammatico ricco di colpi di scena in cui suor Claudia, ancora una volta, ha una parte preminente. "[...] la persecuzione una forma di terrorismo rivolta contro un singolo individuo allo scopo di ottenere un contatto con questultimo e dominarlo. E un delitto invisibile spesso, fino a quando non esplode la violenza, anche omicida. [...] difficile renders i conto dellintensit della paura e dello sgomento provati dalle vittime. Lorrore talmente intenso e costante che spesso sfugge a chi non ne coinvolto." In questo libro si parla spesso di paure, delle pi diverse. Molto interessante, ad esempio, il profilo psicologico dello stalker, che Guido studia in un fascicolo relativo al suo caso, e di sicuro offre importanti spunti di riflessione. La memoria di esperienze forti e drammatiche condiziona in modo decisivo le nostre azioni, i nostri rapporti sociali, conducendoci spesso verso destini imprevedibili a volte anche fatali. Il tunnel della paura presenta sempre una via duscita, un modo per rientrare in carreggiata. La chiave di volta dentro ognuno di noi, limportante non essere soli. Con laiuto del prossimo sempre possibile abbattere il muro che ci is ola nellangoscia e ci allontana da noi stessi. E ci che ha fatto suor Claudia quando, da bambina, nel riformatorio incontra suor Caterina, e da adulta dirige una comunit per donne vittime di maltrattamenti; ed , infine, ci che fa Guido lanciandosi col paracadute ad occhi chiusi, appunto, dallaereo sconfiggendo per sempre la paura dellaltitudine.

Commento:
Lo stato d'animo in cui ci si ritrova diventa fondamentale per il risultato di una recensione. Conclusa la lettura del libro mi venuto subito in mente un apprezzamento sul modo di scrivere di Carofiglio, ritengo sia perfetto, mai banale, puntuale nella descrizione dei sentimenti e dei luoghi che caratterizzano la storia. Guerrieri un protagonista che trascinandosi con le sue malinconie, riesce a condurre una parte magistralmente ambiziosa e pertinente nel suo lavoro di avvocato, attraverso la penna del suo autore. Il contenuto del libro senza ombra di dubbio di rilievo attuale, purtroppo, l'epilogo sembra riportato da fatti che si verificano molto spesso anche nella realt. Tutto questo rende l'opera di una piacevolezza sopraffina, se dovessi descriverla come un sommelier descrive il suo vino dopo la degustazione, potrei dire che l'opera ha una notevole corposit rimanendo vellutata al palato con un leggero retrogusto un po' aspro ed il cui profumo rappresenta un bouquet variegato di aromi floreali tabaccati. Spero di non avervi annoiato ma il risultato quello di un libro sicuramente da leggere. Guido Guerrieri: personaggio che mi entrato nel cuore, per quel suo essere cavaliere e difensore dei deboli, degli oppressi, ma non senza macchia e senza paura..... In questa seconda storia, lo ritroviamo pi sereno sul fronte delle vicende personali; non altrettanto verso le ingiustizie del mondo e del sistema giudiziario. La causa che lo attende di tutto rispetto: difendere una giovane donna dalla violenza fisica e verbale dell'ex amante, uomo potente ed intoccabile, a suo dire.. Una causa impossibile, insomma! Non c' una trama ricca di vicende particolari, quanto una vicenda giocata tutta sulla brillantezza verbale dell'avvocato, che riserver non poche sorprese, prima di mettere la parola fine ad un processo che sembrava senza speranze. E' la classica storia che si vede finire con rammarico. Quello che mi colpisce sempre la profonda umanit di Guerrieri; la sua malinconia sottile; in questa storia, il dolore di non aver saputo comprendere la disperazione dell'amico suicida. C' un personaggio molto intrigante e diverso: Claudia, Suora in borghese, che pratica come lui le arti marziali, e che lo affiancher nell'indagine per il processo al molestatore. Ad occhi chiusi un romanzo sulla violenza; quella esercitata sui deboli, sui bambini, sulle donne. Un romanzo da leggere tutto d'un fiato.

Ci sono libri che si leggono in un giorno perch si avvinti dalla trama, catturati da una suspense abilmente manovrata dallo scrittore. E ci sono libri che si leggono dun fiato perch si vuole anche arrivare alla soluzione della storia, ma soprattutto perch hanno qualcosa da dirci attraverso personaggi di cui si vorrebbe sapere sempre di pi, come avviene per un amico appena conosciuto con cui sentiamo di poter condividere emozioni, interessi e idee. E questo quqnto accade con il secondo romanzo di Gianrico Carofiglio, A occhi chiusi (Sellerio, pp. 253, euro 10,00) , in cui ritroviamo lavvocato Guido Guerrieri, gi protagonista di Testimone inconsapevole. E passato un anno da quando lo abbiamo conosciuto, un anno da quando uscito il libro e un anno nella vita di Guido. Lui cambiato, pi sereno, ha acquistato un nuovo equilibrio nel legame stabile con Margherita, ma ancora capace di guardarsi dallesterno e di giudicare con ironia disincantata il suo operato di avvocato. C qualcosa dellantico cavaliere in Guido, una propensione a difendere i deboli che sembra si rivolgano a lui per istinto, quando si tratta di una causa apparentemente persa in partenza. In questo caso gli viene chiesto di costituirsi parte civile in un processo in cui la vittima una donna, Martina, perseguitata e assediata dal suo ex amante. Non ci sono testimoni delle violenze verbali e fisiche su di lei, la parola di lei contro quella di lui, che la accusa di essere una pazza mitomane. Solo che lui figlio di uno degli uomini pi potenti della citt, presidente di una delle sezioni penali nella Corte dappello. Intocc abile. Vincono quasi sempre, gli antichi cavalieri, anche se spesso non riescono ad evitare delle ferite negli scontri, su di s e su altri. E quello che succede anche a Guido, ferito nellanima, nel dubbio se il dramma finale avrebbe potuto essere evitato. Un legal thriller che supera i limiti del romanzo di genere, in uno stile che scivola con naturalezza dal monologo interiore allaffilata requisitoria, dal contorno sfumato del sogno ai dettagli concreti di un piatto di spaghetti alla bottarga, dalle imprecazioni ai versi di canzoni o poesie intessuti nel testo. Abbiamo intervistato Gianrico Carofiglio, che sostituto procuratore dellAntimafia a Bari, sul suo nuovo romanzo. C un filo conduttore nel suo romanzo ed il tema della violenza. Direi che il filo conduttore del libro la ribellione ad ogni forma di violenza, di sopruso che riporti non volontariamente al trauma di una condizione esistenziale che affonda le radici nellinfanzia, violenza che una limitazione dellumanit della persona o che deriva da unesperienza traumatizzante come il ricordo dinfanzia del protagonista. Nel caso specifico del romanzo, la violenza pi facilmente nominabile quella che subisce la persona offesa, la cliente dellavvocato. E la violenza subdola della persecuzione, che non un reato in Italia, quel tipo di condo tta denominata come molestie assillanti che devasta la vita delle vittime e che non compresa da chi non coinvolto. Le persone colpite smettono di vivere: se ricevi telefonate a qualunque ora di notte, se non puoi uscire, se non puoi andare a lavorare senza temere di trovarti davanti il persecutore, non vivi pi, indipendentemente dal fatto che la persecuzione degeneri in violenza fisica. Lo spunto per la storia viene dalla percezione di questa violenza subdola e dal fatto che questa violenza non sia capita dal nostro sistema giuridico. Abbiamo norme inadeguate per reprimere questo tipo di condotta, mentre in altri stati, in America ad esempio, ci sono delle leggi specifiche che ci auguriamo vengano introdotte anche da noi per tutelare da questa violenza. C un altro filo conduttore nel romanzo, ed quello della memoria e dellinfanzia. Lidea, certamente non originale, che ci che siamo da adulti, con le nostre debolezze occulte, il frutto della nostra st oria, di cui non sempre siamo consapevoli. Riuscire a scoprirla, questa storia, ci aiuta a capire chi siamo, di cosa siamo fatti, ci aiuta ad essere tolleranti. E un romanzo che ha una costruzione per cos dire perfetta, perch circolare. Si apre e si chiude con una serie di immagin i o di temi che chiaramente assumono un altro valore, come la voglia di una sigaretta o la paura del vuoto. Mi sono accorto anchio di questa struttura circolare. Non stata una cosa voluta consapevolmente, ma suppongo fosse parte d ella storia che volevo raccontare. La voglia della sigaretta, sempre differita, esprime il senso della precariet, un senso di dignit, dellessere convinti che non ci sono soluzioni assolute per i problemi dellessere uomini, che ogni giorno bisogna affrontare la difficolt di essere umani. Non si pu decidere oggi cambier e cambiare immediatamente. Quanto alla paura del vuoto, significa molte cose: laspirazione a fare delle cose, a lanciarsi, la paura di sfracellarsi, di diventare se stessi.

Ritroviamo il personaggio di Guido, gi protagonista di Testimone inconsapevole. Il rischio ra quello di fissarlo nel tempo, di ripetersi, di non farlo crescere. S, un rischio che avevo - e che ho - ben presente. Credo che in questa storia, allinizio e soprattutto alla fine, Guerrieri sia un personaggio diverso da quello che appare nel primo romanzo. Nel romanzo precedente Guido affronta la rottura lacerante della prima parte della sua vita da adulto, la consapevolezza che le cose finiscono, che i rapporti terminano, che le persone cambiano, che impossibile mantenere dei modelli adolescenziali. Questa crisi percepita e superata anche attraverso la drammatica vicenda processuale. Adesso Guido si trova a fare i conti con quello che pi lontano nel passato, con il tipo di cose che non ricordiamo o che ricordiamo in maniera diversa. C un recupero della memori a che avviene attraverso uno snodo di fatti e non solo attraverso delle sensazioni. E cos convincente, il personaggio di Guido con i suoi gusti, le sue piccole manie, le sue passioni, che inevitabile chied ersi quali di queste caratteristiche lei condivide con lui. Posso dire che anchio ho a casa un sacco da pugilato e quando sono un po nervoso passo una mezzora a prenderlo a pugni e c alci: di solito dopo va meglio. Quanto alle altre passioni di Guido, la musica, i libri, vorrei che fosse chiaro quanto importante per me che si capisca che le citazioni, in entrambi i libri, non servono a esibire una conoscenza, ma hanno una funzione narrativa, fanno andare avanti la storia. Significano qualcosa che fa muovere i personaggi e le situazioni, sono come una colonna sonora. Penso al mio libro come a un film e ci metto una colonna sonora. Hanno una funzione narrativa e non di abbellimento. Con la citazione della canzone Losing my religion, ad esempio, che la canzone d i cui parla suor Claudia, volevo far vedere una crepa in un personaggio che sembrava di acciaio. Il libro ha una copertina raffinata che allude con eleganza ai personaggi, un uomo con due donne. Mi piace la copertina, con le tre figure che guardano verso un punto in fuori, il punto di arrivo di questa ricerca, come mi piace il titolo di questo quadro di Vettriano, The missing man, il disperso, luomo che manca. Nel libro ci sono due personaggi femminili, Margherita e suor Claudia, che con somiglianze e differenze, accompagnano Guido verso la comprensione. Affiancano il protagonista, contribuiscono a far muovere la sua ricerca verso il recupero e il superamento della memoria, e anche loro fanno un cammino. Suor Claudia pratica le arti marziali: a che cosa si deve questa scelta? Le arti marziali pos sono essere una metafora dellesistenza. Ho messo le arti marziali nel libro perch sono una mia antica e viva passione - e ognuno parla delle sue passioni. Mi piaciuta lidea di una persona che riunisce in s dei contrasti, questa suora, quindi una donna, che maestra di arti marziali - e non posso dire altro per non anticipare la lettura. Mi piacciono i personaggi che presentano elementi di ambiguit e forti contraddizioni, trovo noiosi i personaggi lineari. Le arti marziali mi parevano adatte per caratterizzare in modo drammatico un personaggio in cui convivono degli opposti: la violenza e il principio della mitezza o della non resistenza. E s, le arti marziali sono una metafora dellesistenza, un insegnamento di vita. Come si dice nel libro di strategia militare cinese, la strategia larte del paradosso: se ti spingono, cadi; se ti tirano, spingi, cio devi fare esattamente il contrario di quello che lavversario si aspetta che tu faccia. I maestri di arti marziali dicono che lesperto deve essere come lacqua che prende la forma del recipiente in cui viene messa. Oltre al tema della violenza c anche quello, pi complesso, della linea sottile che separa la verit e la giustizia dai lor o opposti, della difficolt di trovare verit e giustizia. Chiunque abbia a che fare con lesercizio della giustizia sa bene che non raggiungiamo la verit, ma faticosamente cerchiamo di ricostruire qualcosa che le assomigli. Se prendiamo consapevolezza che non abbiamo strumenti infallibili, si continua a fare questo lavoro sperando in risultati di giustizia con un senso del limite, consci del carattere umano della verit che possiamo scoprire e della giustizia che possiamo fare. E, secondo me, il romanzo racconta soprattutto della voglia di non rassegnarsi a questa difficolt; della voglia ostinata di continuare a lottare per cercare di ottenere verit e giustizia. Anche il titolo un leit motiv. S, un motivo ricorrente. E presente quando Guido ricorda se stesso ragazzino che cammina sul cornicione, un racconto in terza persona che passa poi alla prima persona quando si sveglia e dice, allora apro - o chiudo? - gli occhi per affrontare la nuova giornata, a occhi chiusi. E poi c suor Claudia che fa lallenamento a occhi bendati e Guido dice che gli fa venire i n mente un giocoliere (io faccio il giocoliere a tempo perso) e naturalmente la fine, quando Guido si lancia, ma a occhi chiusi. E significa che spesso raggiungiamo la conoscenza, la verit, qualsiasi cosa significhi esattamente questa parola, in modi strani e a volte paradossali. Spesso, appunto, proprio tenendo gli occhi chiusi

Guerrieri un avvocato in carriera. E c' una donna tormentata che nessun avvocato vuoledifendere per timore di essere implicato. E una donna, con un'aura di inquietudine, una sera si presenta, assieme all'amico ispettore di polizia, nel suo studio per chiedergli di assumere la difesadella donna tormentata. E alta, forte, quasi minacciosa vestita con un giubbotto di cuoio nero e un paio di jeans. Una poliziotta, pensa Guerrieri.Lei suor Claudia. E inizia, in tribunale e fuori, una lotta feroce, una caccia accidentata, all'ultimo respiro: psicologicamente rischiosa, persino per quella suora enigmatica.

Trama: Parte di una serie di romanzi con protagonista lavvocato Guido Guerrieri, il libro un noir corto ed efficace. La trama si svolge a Bari dove lavvocato accetta di rappresentare una donna, che si vuole costituire parte civile in una causa che coinv olge il suo ex-compagno. un caso di stalking: la donna e il partner si sono conosciuti qualche anno prima, c anche stato un breve periodo di convivenza ma dopo il cambiamento di lui, divenuto violento sia a parole che fisicamente, lei decide di scappare e di rifugiarsi a casa della madre. Qui viene perseguitata in tutti i modi. Scattano diverse denuncie ed ad occuparsi del caso direttamente la procura della Repubblica. C per un problema, limputato figlio di una persona molto importante nella cit t, un presidente della corte dAppello, motivo per cui il caso si presenta fin da subito molto difficile. Ad assistere la vittima una comunit per donne che hanno subito maltrattamenti. A capo dellassociazione c Suor Claudia, un personaggio brutale e minac cioso. La storia passata di questa suora fuori dagli schemi si intreccia con la vicenda giudiziaria e con la vita dellavvocato: un uom o che ha passato i quarantanni e ripensa con nostalgia agli anni doro della sua vita. Commento: La vicenda raccontata in prima persona e il risultato un libro riuscito, senza troppe forzature, dove il protagonista parla e pensa in modo realistico. Le pagine scorrono infatti con naturalezza e semplicit. Guido Guerrieri non luomo a cui nessuna pu dire di no del genere Mikael Blomkivist di Uomini che odiano le donne, n luomo perfetto, forse ricorda per alcuni aspetti Benjamin Malaussne dei romanzi di Daniel Pennac. La trama non riserva certo grandi sorprese, non ci sono colpi di scena e lo svolgersi della vicenda pu essere anche scontato, ma in conclusione un libro gradevole e abbastanza interessante, soprattutto le pagine dedicate alla vicenda giudiziaria, divertenti e appassionanti grazie agli scontri verbali allultima pa rola. Quello che a Guido piace o non piace non affatto una nota di colore caratterizzante; la sua passione per la musica, le sue letture sono parte di lui, danno forma alla narrazione in prima persona, un tipo di monologo interiore che scivola con naturalezza nel dialogo con gli altri personaggi e nello scambio dialettico in tribunale. Guido sa essere affilato e tagliente, tenero e comprensivo, duro e fragile. Come quando fronteggia limputato con una freddezza che rasenta il disprezzo, o quando soffre per il suicidio dellamico di c ui

non ha saputo comprendere la disperazione. Come quando cerca di capire che cosa si nasconde dietro lanoressia di Martina. O dietro la maschera di mascolinit di Claudia, la strana suora che pratica le arti marziali di cui anche Guido appassionato. Arti marziali come metafora della vita, come insegnamento che la miglior strategia di comportamento larte del paradosso: davant i al nemico devi fare esattamente il contrario di quello che questi si aspetta- pensa al salice che si piega sotto il peso della neve, e, quando questa cade a terra, i suoi rami si risollevano. E un romanzo sulla violenza, Ad occhi chiusi, sulla rabbia impotente di fronte alla violenza esercitata sui pi deboli, i bambini, le donne. Ma anche un romanzo sullinfanzia e sulla memoria dellinfanzia, quella che condiziona le nostre vite, e sulla necessit di affrontare le proprie paure e di lanciarsi nel vuoto, magari a occhi chiusi per vincere il panico dellultimo minuto.

L'avvocato Guido Guerrieri - protagonista di 'Testimone inconsapevole', sorprendente romanzo d'esordio di Giancarlo Carofiglio - si trova questa volta alle prese con un caso difficile, non tanto per la vicenda (la sua cliente, Martina, stata minacciata e aggredita da un suo ex convivente), quanto per la personalit del persecutore: noto professionista, figlio di un potente magistrato, Guido sa che mettersi contro di lui significher molto pi che affrontare una difesa e un processo difficile. Ancora una volta la vicenda del giovane avvocato si snoda al ritmo delle sue inquietudini e delle sue debolezze, sullo sfondo di una Bari in bilico tra luminosit violente mediterranee e oscure ambiguit. Una storia sulla dignit, sul senso di colpa e sulla paura. TRAMA 3:

Ad occhi chiusi (Gianrico Carofiglio)


di Rossella Testa

Secondo libro della saga dellavvocato Guerrieri e anche mio secondo incontro con i libri di Carofiglio, Ad Occhi Chiusi conferma le impressioni che avevo avuto leggendo Testimone Inconsapevole: Carofiglio scrive libri che mi piacciono, divertenti, veloci, mai banali. La storia incentrata su un caso di maltrattamenti familiari, con conseguente denuncia della parte lesa e relativo processo in tribunale. E quella che si dice una causa persa poich laccusato il figlio di un uomo molto potente e quindi intoccabile, e la presunta vittima una donna con precedenti di malattie mentali. Consiglio di non leggere la trama nella seconda di copertina perch svela troppo e dico anche , a chi invece lha letta o volesse leggerla, che se la storia pu apparire banale bisogna sempre tener conto che i libri di Carofiglio come si gi detto in questo thread - non sono legal-thriller bens romanzi che parlano della vita di un avvocato. Sono libri che non regalano adrenalina ma una bella e sana compagnia, libri che riappacificano con la passione della lettura. La sua prosa semplice e senza particolari picchi ma si vive ogni situazione raccontata come fosse vera, reale. E si ride parecchio perch Guerrieri un tipo che fa proprio simpatia, sembra un amico che si conosce da sempre, o luomo di cui ci vorremmo innamorare - ricambiate ovviamente. Nella vita di Guerrieri succedono le cose che capitano a tutti, soprattutto quando si ha quarantanni: succede di avere gratt acapi sul lavoro o di incontrare un vecchio amico perso di vista da tempo che ci fa pensare con nostalgia agli anni passati sui banchi di scuola, succede di incontrare qualcuno che ci racconta la sua storia e che cos facendo ci offre un piccolo squarcio di mondo, doloroso, e mi sto riferendo alla piccola sottostoria di questo romanzo, ma non intendo dire di pi per non rovinare la lettura a chi volesse leggere il libro - dico soltanto che il personaggio di Suor Claudia affascinante. E, soprattutto, succede di aver voglia di guardare in faccia le proprie paure, per provare a vincerle o esserne fottuti una volta per tutte.

Trama 4: Gianrico Carofiglio AD OCCHI CHIUSI Sellerio, Palermo 2003. A occhi chiusi la metafora di chi ha paura di volare nel vuoto totale dellesistenza. Il protagonista, Guido Guerrieri chiude il romanzo con un lancio col paracadute. Vinta la paura della caduta libera nellaria riesce finalmente a godere del piacere del volo. Ma prima di questa sensazione di libert, quella che avverte una paura dellinconsapevole e che lo porta a chiudere gli occhi. Aprire gli occhi significa guardare la realt, che spesso migliore di quello che pensiamo o che, se affrontata in maniera conscia, ci permette di essere meglio vissuta. Ad occhi chiusi, dunque, la condizione di un personaggio ma anche un invito a gettarsi nella vita, a compiere un salto, anche nel buio, per affrontarla nella pienezza delle sue difficolt e crescere. Aprire gli occhi significher essere nati veramente alla vita. Sgombrato il campo dalla metafora del titolo entriamo nel libro. Dallangolo privilegiato del magistrato, Carofiglio, di storie cos io penso che ne legga almeno dieci al giorno. Gli basta pescare nella casistica giudiziaria. Giornalisti e magistrati, da questo punto di vista, siamo accomunati. La mole di storie cos larga che possiamo pescare nel mondo e dire che la vita unenciclopedia infinita di possibilit narrative. E non a caso, questo libro pare nato ancora una volta, come il precedente, da una storia realmente capitata. Ma va anche detto che labilit narrativa di Carofiglio tale che al lettore appaia proprio una storia sgusciata dai fascicoli di cancelleria. Il romanzo si inserisce, quindi, in quel filone neoveristico venato di psicologismo e raccontato attraverso la coloritura del giallo. Un giallo giudiziario che frettolosamente La Gazzetta del Mezzogiorno ha definito giallo mediterraneo, credendolo contenutisticamente in linea con il Testimone inconsapevole della prima felicissima prova narrativa di Carofiglio, ma che questa volta di mediterraneo non ha niente, se non una citazione interna al racconto. Allorch il protagonista ricorda di aver ricevuto una cartolina di saluto dal Senegal nella quale un suo ex assistito, imputato per omicidio e vicino a una condanna allergastolo era stato precedentemente difeso e salvato dai guai. Il romanzo va piuttosto ascritto a quella giallistica giudiziaria instaurata a fine anni Ottanta da Scott Turow con Presunto innocente, come daltro canto si inferisce in alcuni passaggi del libro, dove fatto esplicito riferimento proprio allistituto della presunzione dinnocenza (p. 76). E direi che fino ai tre quarti del romanzo la storia condotta in modo ironico soft, con giocosa progressione e con un atteggiamento che, se non fosse continuamente ricordato dal mestiere del protagonista potrebbe anche non far presagire che il romanzo sia un

poliziesco e che si svolga a Bari. Una Bari presente attraverso la scelta dei cognomi e nel sapore dei cibi consumati. Ma che si squaglia di fronte alle citazioni di brani musicali e di libri fatte dallautore, tutte di marca americana. La trama parte con un avvocato penalista di Bari che tra le cento incombenze giudiziarie si piglia la rogna di seguire un caso di pedofilia. Un caso che viene accennato in apertura di romanzo, ma che poi non viene pi seguito e resta accantonato in un angolo. Probabilmente solo un trailer, una sorta di introduzione a ci di cui si tratter poi nel libro. Infatti ad irrompere nella trama sar una ragazza, Claudia, suora laica di unorganizzazione pericolosamente umanitaria, una comunit con sede segreta dove erano collocate donne vittime di tratta, sottratte agli aguzzini, donne maltrattate da mariti violenti, costrette ad andare via di casa, ex prostitute, collaboratrici di giustizia (p. 29). Non a caso Claudia costretta a imparare le arti marziali, proprio per difendere le sue assistite e se stessa da un mondo violento. Claudia sottopone al nostro avvocato il caso di una ragazza, trentacinquenne barese, Martina Fumai, che ha avuto il coraggio di denunciare il suo ex compagno per maltrattamenti. Il compagno di Martina Gianluca Scianatico, un famoso balordo. Carofiglio lo presenta cos: Un tipico, noto esponente della cosiddetta Bari bene. Un po pi grande di me, ex picchiatore fascista, giocatore di poker. E cocainomane, si diceva. Era medico e lavorava in una clinica universitaria del policlinico. Nessuno che conoscesse certi ambienti di Bari pensava che fosse arrivato fin l laurea, scuola di specializzazione, concorso, eccetera per le sue personali qualit (p. 36). Ma il brutto della faccenda che Gianluca figlio di un padre potente, e questo impedisce a qualunque avvocato di accettare lincarico di difendere la ragazza. Suo padre era Ernesto Scianatico, presidente di una delle sezioni penali nella corte dappello. Uno degli uomini pi potenti della citt (p. 36). Queste premesse avrebbero potuto scatenare la fantasia di Gianrico Carofiglio e invitarlo a produrre una ballata sulle discrepanze sociali di una citt dove tutto coperto da un velo pesante di compromessi e da una ragnatela di amicizie e parentele spaventose. Ma qui Carofiglio devia in altre esigenze, a lui interessa un altro tema o unaltra denuncia sociale. La paura di volare propria del mondo femminile e dei minori. Di coloro, cio, che per una qualche ragione anche nella maturit non sono riusciti ad aprire gli occhi e a farsi liberi. Lavvocato Guerrieri accetta di difendere la Fumai e si infila in un labirinto. Scarse le prove della violenza subita, un avversario che ha dalla sua le attenzioni della Bari bene e di un tribunale che non intende guastarsela col presidente Scianatico. Tutto questo viene caricato da Carofiglio attraverso la costruzione di un avvocato di parte avversa, Dellisanti, che gi un bisonte nel fisico, ma pare anche uno dei pi preparati avvocati del foro. Il romanzo e il conseguente dibattimento giudiziario sono costruiti su una falsariga priva di grandi colpi di scena, ma tutta giocata su piccole lotte retoriche e microtrovate tendenti a stanare lavversario. Una schermaglia psicologica, difficile da rappresentare a da utilizzare come trama narrativa. Una noia esistenziale che investe persino il Pubblico Ministero, Alessandra Mantovani, scesa a Bari per amore, frantumando un primo matrimonio e poi in fuga verso Palermo. Ma in questo il mestiere di magistrato di un Carofiglio che conosce il linguaggio specialistico e quello del narratore, capace di creare le piccole attese, potrebbero fare di una storia banale un vero racconto. E debbo dire che se la tecnicit del procedimento avesse lasciato pi spazio a una superficialit di rappresentazione delle fasi dibattimentali la trama avrebbe forse avuto una maggiore accelerata, ma, chiss, non detto che sarebbe diventata credibile. Perch sempre difficile capire qual il punto di equilibrio tra leccesso dinvenzione e la sobriet narrativa. Martina Fumai una ragazza che ha superato da poco la trentina, ha subito forme di esaurimento nervoso durante gli anni universitari, tuttavia riuscita a laurearsi, dopo essere stata in cura presso uno psichiatra. Questo, sosterr laccusa, ha nuociuto al rapporto con lo Scianatico che si visto costretto in pi di unoccasione allautodifesa, quando, cio, Martina, in preda alla gelosia, e a turbe psichiche attaccava, il compagno persino fisicamente. Scianatico si trovato una serpe in casa, una pazza scatenata della cui condotta cera poco da fidarsi. Una vita dinferno, insomma, impossibile e insopportabile per il giovane professionista. Dal canto suo la ragazza ha con coraggio denunciato i maltrattamenti del compagno, le percosse, le violenze psicologiche, limmaturit dello stesso. Chi dei due ha ragione? E dove sono le prove di colpevolezza? Mentre si viene istruendo il processo, affiora in maniera parallela e sulle prime persino incomprensibile, una seconda storia. la storia di una bambina o di una ex bambina che racconta lo stupro subito da un reiterato rapporto incestuoso col padre. Una bambina, di cui poco sappiamo, descrive le pratiche alle quali un genitore violento, alcolizzato, con la connivenza silenziosa e atterrita della moglie lha costretta fin da tenera et . Ma la bambina sembra lentamente rendersi conto della violenza che sta subendo e allimprovviso eccola in grado di sollevare la schiena e rifiutare un ennesimo rapporto. C burrasca in casa, ma il padre costretto a capitolare e a rivolgere le sue attenzioni verso una seconda figlia, la minore. Qui si chiarisce anche linizio del romanzo, col racconto del pedofilo appena accennato e non pi seguito. Il romanzo ci vuole parlare di violenza sui minori. E dirci che minori non sono soltanto coloro che hanno pochi anni, minori sono tutti coloro che non sono mai diventati adulti, coloro che restano ad occhi chiusi e non aprono gli occhi sulla vita. Martina stata tra questi. Finch non ha deciso di denunciare la propria condizione. La storia parallela si dipaner lentamente. Con un colpo di teatro, lavvocato Guerrieri tira in gioco una prova che soltanto un bluff, una videocassetta nella quale sarebbero contenute scene di rapporti sessuali sadomasochistici. Lo Scianatico avrebbe, insomma, costretta la povera Martina a soggiacere ai suoi gusti che vanno oltre la soglia della normalit. In pi avrebbe filmato ad insaputa della ragazza le scene. C quanto basta per un sovvertimento della storia. Pazza e malata di mente non Martina, bens lo Scianatico e la storia si conclude con una condanna del giovane medico. E qui la storia potrebbe fermarsi, visto che il piccolo giallo psicologico si concluso. Ma un romanzo che non abbia almeno un morto non un romanzo. Scianatico aggredir, a questo punto, Martina e la sequestrer in casa della stessa. Intervento della polizia, dellavvocato Guerrieri e della suora Claudia. Claudia riesce a farsi accettare

in casa da uno Scianatico che si asserragliato in casa e non intende arrendersi. La donna esperta di lotte giapponesi e con la sua muscolatura riesce a bloccare luomo. Ai poliziotti che irrompono in casa appare la scena tragica di Martina uccisa forse involontariamente. Claudia e Guerrieri non ce la fanno a restare in casa, debbono scaricare la nevrosi accumulata e fuggono in autostrada. In un motel si raccontano ci che non si sono mai detti. Lei non una suora. Lei quella ragazzina che ha subito da piccola lo stupro da parte del padre. lei la protagonista della storia parallela. Ma lei anche lautrice di un parricidio, avvenuto nel momento in cui luomo voleva approfittare della figlia minore. Claudia ha solo spinto un coltello che luomo stringeva tra le mani. Finita in casa di rieducazione, Claudia ha imparato dalle suore come aiutare chi in difficolt e appena possibile ha accettato di lavorare per la comunit di accoglienza. Resta da capire chi il protagonista e per converso chi lautore. Guido Guerrieri un giovane avvocato, divorziato e figlio di una media borghesia barese. Ha per compagna Margherita, una ragazza inquieta con la quale dorme non si capisce bene se saltuariamente o in via stabile. Insomma ha con lei un rapporto che vorrebbe essere stabile ma che fatto di molti dubbi e di incertezze. E con lei pratica sport inusuali, com proprio di una societ che non sa pi accontentarsi di cose semplici. Sport giapponesi, la mania dei lanci col paracadute e la boxe. Lui da anni attratto dalla boxe. Ho fatto pugilato per tanti anni. Ho visto, dato, parato, schivato e soprattutto preso un sacco di pugni (p. 137). un uomo che ama tutto ci che americano, dalla letteratura alla musica, il rock jezzato, e, se esce per svago, ama andare in libreria, a cinema o negli ipermercati, a perdere tempo. dotato di sufficiente autocontrollo, ma durante i processi non sa frenarsi, ama la verit. Per questa ragione soggetto a un richiamo disciplinare proprio come quando da ragazzino, durante le pratiche di calcio dei campionati scolastici, accettavo le pi stupide provocazioni, mi lanciavo nelle risse e regolarmente venivo espulso (p. 127). Gli accade di gettarsi ancora adesso con impulso e con impulso, ad occhi chiusi, appunto, di affidarsi alla caduta libera del lancio col paracadute. Guerriero legge Kavafis, Yeats, Lawrence e Gerald Durrell, quasi sempre giocoso e ironico, su tutto, basti vedere con quanta rapidit si riprende dallassassinio finale di Martina, persino finto, e appare pi vero e umano nel momento in cui descrive Bari vecchia, le uscite con la mamma quandera ragazzo, verso la Standa, i suoi affondi nei quartieri poveri della citt. Ecco, penso che un po pi di attenzione al mondo che circonda gli avvenimenti e i protagonisti del romanzo avrebbe fatto bene alla storia, perch Carofiglio ha un retroterra di sentimenti e di memorie che ancora non ci ha raccontato. Ma la sensazione della frettolosit, la fretta di uscire con un secondo titolo, perch la debolezza del racconto tale che una maggiore incubazione non avrebbe potuto che fare bene al tutto. Raffaele Nigro TRAMA 5: Guido Guerrieri accetta l'incarico, rifiutato da altri colleghi, di costituirsi parte civile per Martina Fumai, che accusa di maltrattamenti e persecuzioni (stalking, come Guerrieri legger in un libro) l'ex convivente Gianluca Scianatico, medico appartenente alla Bari bene. Scianatico figlio di Ernesto, chiacchierato e potente presidente di Corte d'Appello: per non inimicarselo, che gli altri avvocati hanno rinunciato all'incarico. Martina, per sfuggire alle persecuzioni di Scanatico, vive in una comunit protetta (Safe Shelter) gestita da suor Claudia, una suora giovane e carina dall'aspetto moderno e sportivo, che anche insegnante di boxe cinese: Guerrieri, praticante di pugilato, assister a una lezione da cui rester impressionato. Martina nel passato stata affetta da problemi psichiatrici (depressione e anoressia, seguiti a difficolt nello studio universitario) e la difesa di Scianatico, sostenuta dal prestigioso e temuto avvocato Dellisanti, decide di giocare su questo aspetto per screditarla: infatti il processo si basa prevalentemente sulle accuse di Martina. La prima udienza preliminare (pubblico ministero Alessandra Mantovani, amica di Guerrieri) si trasforma in una gazzarra tra i due avvocati, incentrata sull'opportunit (poi ammessa dal giudice Cosimo Caldarola) di ammettere un perizia psichiatrica su Martina. Guerrieri durante l'udienza ha la sensazione di uno strano comportamento da parte del giudice. Nei giorni in cui inizia il processo Guerrieri rimane colpito dal suicidio di Emilio, un vecchio e caro amico che aveva casualmente rivisto dopo molti anni e che si toglie la vita a causa della morte per malattia della moglie. La Mantovani decide di trasferirsi a Palermo: questo fa sentire a Guerrieri il tempo che passa e la propria incapacit di decidere della propria vita: Mi sentii triste e vecchio. Mi sentii come uno che guarda passare il tempo; come uno che guarda gli altri che cambiano, bene o male diventano grandi, se ne vanno. Fanno delle scelte. Mentre lui rimane sempre nello stesso posto, a fare le stesse cose, lasciando che sia il caso a decidere per lui. Uno che guarda passare la vita. Durante il processo, Guerrieri riesce a far perdere la calma a Scianatico: per dimostrare la sua inattendibilit, lo costringe ad ammettere rapporti sadomasochistici tra lui e Martina, dicendo che sono registrati su una videocassetta (i due avevano veramente registrato i loro rapporti, ma la videocassetta solo un trucco e contiene in realt un film registrato dallo stesso Guerrieri). Scianatico perde la ragione: aggredisce Martina e la picchia fino ad ucciderla, poi si barrica in casa di Martina e si convince ad aprire solo a suor Claudia, ma questa appena entrata lo aggredisce con la boxe cinese e quasi lo uccide, prima che entri anche la polizia. L'aggressione di Claudia viene poi fatta passare come legittima difesa. Claudia racconta la sua storia a Guerrieri. Non una suora. Da bambina era stata violentata dal padre, che poi ha ucciso per difendere la sorellina che stava per subire la sua stessa sorte. Ha passato qualche anno in riformatorio, dove una vera suora (Caterina), giovane e sportiva come ora appare Claudia, la seguiva e, su richiesta di Claudia, che in realt si chiama Angela, le ha inventato un secondo nome (quello della propria madre). Uscita dal riformatorio, Claudia si inserita nell'associazione di cui ora dirige una sezione, facendosi passare per suora senza che nessuno facesse controlli, raccontando che il suo ordine non obbliga a portare il velo (come vero ad esempio per le Francescane Minori, ordine di suor Caterina).

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