Sei sulla pagina 1di 1

Elogio del classico

Si legge che diminuiscono sensibilmente le iscrizioni al liceo classico Quello che rende perplessi che la ragione addotta che non offre sbocchi professionali. Mi pare che, se uno intende arrestarsi alla maturit senza entrare alluniversit, il classico offra le stesse possibilit di ogni altro liceo. Se si cerca un lavoro immediato dopo le medie superiori allora meglio un buon diploma di ragioniere o di geometra, professioni di cui si ha sempre bisogno. Se invece si pensa alluniversit, il classico offre la possibilit di fare qualsiasi facolt, ingegneria compresa, e quindi il problema non esiste, ovvero si sposta sugli sbocchi professionali dopo luniversit, ed certo che forse diventare dentista piuttosto che professore di filosofia apre maggiori possibilit di comperarsi una barca. Ma so di gente laureata in lettere che ha fatto grandi carriere, in banca e alle massime magistrature dello Stato, si veda, tanto per dirne una, Ciampi. Pertanto nasce il sospetto che la differenza noi sia tra leducazione classica e quella no, bens tra avere la testa di Ciampi o quella di qualcun altro. Ma non vorrei fare del razzismo. Ricordo che il vecchio Adriano Olivetti, quando si stava non solo costruendo (ancora) delle macchine da scrivere, ma gi si lavorava ai primi grandi computer, quelli che occupavano uno stanzone e funzionavano ancora a valvole e schede perforate, assumeva certamente dei bravi ingegneri, altrimenti i computer non li avrebbe mai costruiti, ma non aveva esitazioni ad assumere un laureato che avesse fatto una tesi eccellente sui dialetti omerici. Lo mandava a farsi pratica in fabbrica per sei mesi, lavorando da operaio (ma pi che altro per fargli capire cosera una industria) ma poi lo metteva a lavorare ai grandi progetti, o addirittura allamministrazione. Ricordo che aveva cos formato un futuro grande manager che aveva fatto una tesi su Hegel. Perch Olivetti faceva cos? Perch aveva gi capito che una buona educazione (media e universitaria) non insegna solo a fare quello che si sa gi (e certamente una scuola per elettricisti deve anzitutto insegnare a riparare un impianto elettrico cos come si presenta oggi), ma a essere abbastanza immaginativi per capire dove va a parare il futuro (e il buon elettricista dovrebbe avere abbastanza flessibilit e fantasia per capire cosa potrebbe accadere se domani lilluminazione e il riscaldamento non fossero pi prodotti dallenergia elettrica). Prepararsi al domani vuole dire non solo capire come funziona oggi un programma elettronico ma concepire nuovi programmi. E accade che gli studi classici (compreso sapere che cosa aveva detto Omero, ma soprattutto la capacit di lavorare filologicamente su un testo omerico - e avere fatto bene filosofia e un poco di logica) sono quelli che ancora possono preparare a concepire i mestieri di domani. Certamente vorrei un classico concepito in modo pi moderno di quello ideato nel secolo scorso da Gentile (che poco aveva compreso delle scienze), dove ci fosse un poco pi di matematica, e naturalmente di lingue contemporanee oltre al greco (e forse si potrebbe superare la distinzione artificiosa tra classico e scientifico), ma chi ha avuto una buona educazione classica ha sempre trovato qualcosa da fare, anche se non era quello che tutti si aspettavano in quel momento. Solo chi ha il respiro culturale che pu essere offerto da buoni studi classici aperto allideazione, allintuizione di come andranno le cose quando oggi non lo si sa ancora. In altre parole, vorrei dire che chi ha fatto buoni studi classici, se non forse capace di fare bene i mestieri esistenti, pi aperto ai mestieri di domani e forse capace di idearne alcuni. Ma certamente una sfida. Chi ha paura del classico meglio prenda altre strade, perch la vita crudele e anche se non politicamente corretto dirlo -appartenere alle lites rischioso e faticoso. Si pu avere una vita felice a soddisfazioni anche estetiche studiando ebanisteria, e guai se non ci fosse chi lo fa.

Potrebbero piacerti anche